Il rosario e i misteri della luce non una riforma

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Il Rosario e i “misteri della luce”

non è una riforma! 1

Con la Esortazione Apostolica “Marialis cultus” del 1974, Paolo VI - riaffermando “il Nostro assiduo interesse verso la tanto cara Corona della B. Vergine Maria”- ne confermava le “Caratteristiche fondamentali” e gli “Elementi essenziali” (Marialis cultus n 43), consolidati nella plurisecolare prassi pastorale.

A. Caratteristiche fondamentali del Rosario ✓ “Indole evangelica, in quanto dal Vangelo esso trae l’enunciato dei Misteri e le principali formule” (Marialis cultus n. 44). ✓ “Ordinato e graduale svolgimento” degli eventi della salvezza: “È stato osservato come la triplice partizione dei MISTERI del Rosario non solo aderisca strettamente all’ordine cronologico dei fatti, ma soprattutto rifletta lo schema del primitivo annuncio della fede e riproponga il mistero di Cristo nel modo stesso in cui è visto da san Paolo... umiliazione, morte, esaltazione (Fil 2, 6-11)” (Marialis cultus n. 45). ✓ “Orientamento nettamente cristologico” nei fatti (il cui protagonista principale è sempre Gesù) e anche nella stessa ripetizione dell’Ave Maria che è un continuo richiamo al Figlio della Vergine (Marialis cultus n. 46). ✓ Accanto alla lode e all’implorazione, la “contemplazione”: senza di essa il Rosario è corpo senz’anima, e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule. Perciò “la recita del Rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che favoriscano nell’orante la meditazione dei Misteri” (Marialis cultus n. 47). ✓ I Misteri di Cristo “visti attraverso il cuore di Colei che al Signore fu più vicina” (Marialis cultus n. 47). ✓ Si accorda facilmente con la Sacra Liturgia. Come la Liturgia, infatti, esso ha un’indole comunitaria, si nutre della Sacra Scrittura e gravita intorno al Mistero di Cristo. Con questa differenza: che la Liturgia “rende presenti e operanti” i Misteri di Cristo, il Rosario li “rievoca” perché mente e volontà ne attingano “norme di vita”. Per questo il Rosario “può costituire un’ottima preparazione” ed un’«eco prolungata» della celebrazione liturgica (Marialis cultus n. 48).

ROSARIO

B. Elementi essenziali del Rosario. “La Corona della B. Vergine Maria, secondo la tradizione accolta dal nostro predecessore S. PIO V e da Lui autorevolmente proposta, consta di vari elementi, organicamente disposti: ✓ la contemplazione in comunione con Maria di una serie di MISTERI della salvezza, sapientemente distribuiti in tre cicli, che esprimono il gaudio dei tempi messianici, il dolore salvifico di Cristo, la gloria del Risorto che inonda la Chiesa; contemplazione che, per sua natura, conduce a pratica riflessione e suscita stimolanti norme di vita;

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✓ l’Orazione del Signore, o PADRE NOSTRO, che per il suo immenso valore è alla base della preghiera cristiana e la nobilita nelle sue varie espressioni; ✓ la successione litanica dell’AVE MARIA, che risulta composta dal saluto dell’Angelo alla Vergine (cfr. Lc 1,28) e dal benedicente ossequio di Elisabetta (cfr. Lc 1,42), a cui segue la supplica ecclesiale “Santa Maria”. La serie continuata delle Ave Maria è caratteristica peculiare del Rosario, e il loro numero nella forma tipica e plenaria di centocinquanta, presenta una certa analogia con il Salterio ed è un dato risalente all’origine stessa... Ma tale numero, secondo una comprovata consuetudine, diviso in decadi annesse ai singoli misteri, si distribuisce nei tre cicli anzidetti, dando luogo alla nota Corona di cinquanta Ave Maria, la quale è entrata nell’uso come misura normale del medesimo e, come tale, è stata adottata dalla pietà popolare e sancita dall’Autorità Pontificia, che la arricchì anche di numerose indulgenze; ✓ la dossologia GLORIA AL PADRE che, conformemente ad un orientamento comune alla pietà cristiana, chiude la preghiera con la glorificazione di Dio, uno e trino, dal quale, per il quale e nel quale sono tutte le cose (cfr. Rm 11,36). Questi sono gli elementi del santo Rosario” (Marialis cultus nn. 49-50).

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Se si modificano questi elementi essenziali, così chiaramente determinati, non si può parlare propriamente di “ROSARIO”, bensì di “PII ESERCIZI che traggono ispirazione dal Santo Rosario. Tra essi, desideriamo indicare e raccomandare quelli che inseriscono nello schema consueto delle celebrazioni della Parola di Dio alcuni elementi della Corona della Beata Vergine, quali la meditazione dei misteri e la ripetizione litanica della Salutazione angelica. Tali elementi acquistano così maggior risalto, essendo inquadrati nella lettura dei testi biblici, illustrati con l’omelia, circondati da pause di silenzio, sottolineati con il canto. Ci rallegra sapere che tali esercizi hanno contribuito a far comprendere più compiutamente le ricchezze spirituali del Rosario stesso e a rivalutarne la pratica presso associazioni e movimenti giovanili” (Marialis cultus n. 51).

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In tale sapiente prospettiva ci pare rientrino i “MISTERI DELLA LUCE” proposti dal S. Padre Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica “Rosarium virginis Mariae” del 16 ottobre 2002: PII ESERCIZI che “rispettando la struttura ampiamente consolidata” del Rosario (Rosarium Virginis Mariae n. 28), ne ampliano lo spazio contemplativo, come “opportuna integrazione... lasciata alla libera valorizzazione dei singoli e delle comunità (...) senza pregiudicare nessun aspetto essenziale dell’assetto tradizionale” (Rosarium Virginis Mariae, n. 19).

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Perciò non sono equiparabili i cinque “Misteri della luce” ai quindici tradizionali della struttura ternaria (gaudiosi, dolorosi, gloriosi) che, dice il Papa, va “rispettata”. L’ammirazione e l’amore che pervadono tutta la Lettera vanno al Rosario tradizionale raccomandato dalla Madonna nelle apparizioni; recitato e meditato, vissuto e propagato oggi e nei secoli passati dall’attuale Sommo Pontefice e dai suoi Predecessori, dai Santi e dal popolo di Dio con i suoi pastori. È il Rosario cui è rivolta l’appassionata invocazione del B. Bartolo Longo, fatta propria dal Papa a conclusione della Lettera: “O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio ... noi non ti lasceremo mai più...”. tratto dal Supplemento a: IL NOSTRO ROSARIO

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