Il segno della croce

Page 1

catechismo per tutti

Il segno della Croce

D

opo l’antifona d’ingresso della Messa, tutti fanno il segno della croce insieme con il sacerdote che dice: “Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. È il piccolo rito d’inizio della celebrazione eucaristica; rito, perché realizza un perfetto equilibrio di parola e gesto: le parole sono accompagnate dal gesto del braccio che va dalla fronte alla parte inferiore del petto e dalla spalla sinistra alla destra. Ora cerchiamo di comprendere il valore di questo piccolo rito, semplice ed espressivo, presentando alcuni elementi della sua simbolica storica che ci consentiranno di eseguirlo efficacemente come atto di fede. Simbologia storica del “segno” della croce Per il fatto storico della morte in croce di Gesù, la tradizione cristiana ha straordinariamente arricchito la simbolica naturale della croce, fino a renderla non solo il “segno di riconoscimento” dei cristiani, ma anche il rito dei riti, germe di ogni segno liturgico, attraverso cui la Chiesa fa transitare l’azione santificante della grazia sacramentale nella celebrazione dei divini misteri. Una chiara allusione al segno della croce è abitualmente riconosciuta ad un famoso testo del profeta Ezechiele: «Il Signore disse all’uomo vestito di lino: “Passa in mezzo alla città e segna un tau sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono”. Agli altri disse, in modo che io sentissi: “Seguitelo attraverso la città e colpite! Il vostro occhio non perdoni, non abbiate misericordia, ma non toccate chi abbia il tau in fronte; cominciate dal mio santuario!”» (Ez 9,4-6). Nell’alfabeto antico il “tau” aveva una forma di croce e, nella tradizione cristiana, fu sempre considerato simbolo prefigurativo della croce di Gesù. Quest’interpretazione s’estende pure all’episodio del serpente di rame: «Quando molti Israeliti cominciarono a morire per i morsi dei serpenti velenosi, Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: “Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà, resterà in vita”. Mosè allora fece un serpente di rame e lo pose sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita» (Nm 21,7-9). Nell’incontro con Nicodemo, Gesù presenta quest’episodio come gesto prefigurativo della sua croce: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque aderisce a lui abbia vita eterna» (Gv 3,14-15). - Ogni cristiano è introdotto nella Chiesa con il segno della croce, che diventa così l’inizio della “iniziazione cristiana”.

25


Il segno della Croce

Allorché i genitori cristiani chiedono il Battesimo per il loro figlio, il celebrante lo accoglie segnandolo sulla fronte con il segno della croce, dicendo: «Con grande gioia la nostra comunità cristiana t’accoglie; in suo nome io ti segno con il segno della croce; e, dopo di me, anche voi, genitori e padrini, farete sul vostro bambino il segno di Cristo Salvatore». - Nell’Eucaristia, coronamento dell’iniziazione, il segno della croce ritorna con frequenza e varietà, soprattutto nell’azione del celebrante, il quale, con il segno della croce, benedice i fedeli, il libro dei Vangeli e le offerte, segna se stesso con la croce semplice o con tre piccole croci sulla fronte, sulle labbra e sul petto. Le “parole” del segno della croce esigono una piccola precisazione “Nel nome” traduce un’espressione greca (eis to ònoma): «Mi è stato dato ogni potere, dice Gesù ai suoi discepoli, in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,18-19). Il termine “nome” significa esattamente questa potestà divina del Crocifisso, glorificato dal Padre per la sua obbedienza, mentre la preposizione “nel” indica un movimento bene espresso dall’accusativo greco; pertanto le parole del segno della croce sono un atto di fede, con il quale ci consegniamo a Cristo Salvatore, entrando con lui nel mistero dell’Uni-Trinità di Dio nostro Padre. Per riassumere: - Il “segno” della Croce indica “l’Incarnazione, Passione e Morte di nostro Signore Gesù Cristo”; - Le “parole” che l’accompagnano sono l’espressione della “fede nella SS. Trinità: noi crediamo in Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo”. È quindi la sintesi del nostro Credo, il “segno” del mio essere cristiano, l’attestazione che Dio è mio Padre. È, perciò, una “consacrazione” di noi e delle nostre opere e azioni a Lui, come figli suoi. Per questo è tanto raccomandato, è così ricco di significato... e quindi è un gesto da compiere in modo serio, composto, convinto. Segno d’ogni benedizione Secondo la sua simbologia storica, per il cristiano la croce significa e dona una salvezza divina, che va oltre ogni stato di perdizione, così che «dove abbondò il peccato, sovrabbonda la grazia» (Rm 5,20); e questo, in forza della risurrezione di Cristo per cui la sua croce di passione si trasfigura

26


Il segno della Croce

nella croce di risurrezione come segno della sua vittoria sul peccato e sulla morte. Il segno della croce è, perciò, ora benedizione, anzi “la benedizione originaria” del Creatore che ricopre nuovamente l’uomo e tutta la creazione. È la nuova possibilità della vita divina offerta all’uomo; e, per attuarla, è necessario segnarci con il segno della croce, sempre più marcatamente, fino a divenire noi stessi croce di Cristo, nella mente e nel cuore. Possiamo ora capire e rivivere spiritualmente l’esperienza dei mistici cristiani; è per noi particolarmente indicativa quella di Francesco d’Assisi, nella cui festa si canta: “Nel suo fragile corpo reca impressi i sigilli dell’Agnello immolato sul legno della croce”. Le tre piccole croci, con cui ci segniamo la fronte, la bocca e il petto, alla proclamazione del Vangelo, possono suggerire quali percorsi da seguire per rendere profondo il segno della croce nella nostra vita, fino al compimento pieno dell’iniziazione cristiana dal Battesimo all’Eucaristia: - il segno sulla fronte suggerisce di riconoscere che la redenzione viene unicamente «dalla parola della croce, che è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, potenza di Dio per quelli che si salvano» (1 Cor 1,18); - il segno sulla bocca suggerisce di confessare la salvezza che ci viene dalla croce, senza rispetto umano, con saggezza e a tempo opportuno, in modo che «il nostro parlare sia sempre con grazia, condito di sapienza, per sapere come rispondere a ciascuno» (Col 4,6); - il segno sul petto suggerisce di apprezzare la croce, «di non rendere male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, di rispondere benedicendo, poiché siamo stati chiamati ad avere in eredità la benedizione» (1 Pt 3,9). È chiaro ora come il segno della croce - sia un piccolo rito, che ognuno di noi può celebrare quando e dove vuole; - sia una piccola fessura, attraverso cui può entrare in cuore tutta la grazia sacramentale della Chiesa; - sia la luce dall’alto che rende luminose le nostre “croci” e tiene sempre accesa la speranza di una vita migliore. Padre Claudio Truzzi ocd

27


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.