Mariologia Pa r t e V I I I
P. R o b e r t o C o g g i
Maria Vergine nata senza peccato
Maria sempre vergine Nelle Litanie Lauretane, dopo l’invocazione Sancta Dei Genetrix, ora pro nobis (Santa Madre di Dio, prega per noi), segue immediatamente l’invocazione Sancta Virgo virginum, ora pro nobis (Santa Vergine delle vergini, prega per noi). Ciò è molto significativo: dopo il suo titolo fondamentale, che è alla base di tutti gli altri, cioè quello di Madre di Dio, compare immediatamente il titolo di Vergine delle vergini. Maria Santissima è innanzitutto la Madre di Dio, e subito dopo è la Vergine delle vergini. La cosa si è verificata anche storicamente. Infatti nel primo millennio si consolidarono innanzitutto due convinzioni: la prima che Maria Santissima è Madre di Dio, la seconda che è «la Vergine» per eccellenza, la Vergine delle vergini. Ma che cos’è esattamente la verginità? Intesa in una prospettiva cristiana essa comporta la consegna totale della persona, anima e corpo, mente e cuore, a Gesù Cristo. Questa donazione completa della persona comporta: a) La verginità del corpo, cioè l’integrità corporea. Essa è, secondo il linguaggio filosofico-teologico, l’elemento materiale della verginità. Come tale esso entra nell’essenza della verginità, e non va considerato come un elemento accessorio e secondario. Esso è invece un elemento essenziale e imprescindibile. b) La verginità dell’anima, cioè la decisione cosciente e libera di appartenere esclusivamente a Dio secondo le esigenze della castità perfetta. Essa presuppone non solo la totale integrità fisica della donna, come pura realtà biologica, ma anche la volontà di conservare sempre tale integrità. Questo consegnarsi a Dio con cuore indiviso costituisce l’elemento formale e intenzionale della verginità. Intendendo in questo modo la verginità possiamo capire il senso di ciò che la Chiesa insegna, a partire almeno dal IV secolo, quando dice che Maria Santissima fu vergine prima del parto, durante il parto e dopo il parto. Questa fede fu espressa solennemente, nei tempi recenti, dal Papa Paolo VI, quando nel Credo del Popolo di Dio (29-6-1968) proclamò solennemente: «Noi crediamo che Maria è la Madre, rimasta sempre vergine, del Verbo Incarnato, il nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo». Quindi la Chiesa insegna sulla verginità di Maria le seguenti verità rivelate: a) l’assoluta e perpetua integrità corporale della Vergine; b) la verginità della sua anima, cioè la piena ed esclusiva unione sponsale della sua anima con il Signore. Così il dogma della fede cattolica suppone: 1) che Maria concepì miracolosamente e verginalmente per l’onnipotenza divina, per cui Gesù non ebbe un padre umano;
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2) che diede alla luce il Figlio senza lesione della sua integrità corporale; 3) che, dopo la nascita di Gesù, Maria rimase vergine durante tutta la sua vita terrena.
L’Immacolata Concezione e la santità di Maria Il peccato originale Per comprendere il significato del dogma dell’Immacolata Concezione è indispensabile avere un’idea esatta del peccato originale, poiché l’Immacolata Concezione significa proprio l’esenzione di Maria da questo peccato. Seguendo da vicino la trattazione del Catechismo della Chiesa cattolica (nn. 396 ss.), possiamo esprimerci in breve nel modo seguente. I nostri progenitori hanno disubbidito a Dio (cf. Gen 3), e così il peccato (che prima era stato commesso solo dagli angeli ribelli) entra anche nel mondo dell’uomo. Questo peccato si trasmette per generazione a tutti gli uomini, che discendono dai progenitori. Scrive S. Paolo (Rm 5, 19): «Per la disubbidienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori»; e ancora (5, 12): «Come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato». In che modo il peccato di Adamo è diventato il peccato di tutti i suoi discendenti? Poiché tutto il genere umano in Adamo era «come un unico corpo di un unico uomo». Per questa unità del genere umano tutti gli uomini sono coinvolti nel peccato di Adamo, così come tutti sono coinvolti nella giustizia di Cristo. È questo un mistero che non riusciamo ad apprendere pienamente. Sappiamo però dalla Rivelazione che Adamo aveva ricevuto la santità e la giustizia originali non soltanto per sé, ma anche per tutta la natura umana: cedendo al tentatore Adamo ed Eva commettono un peccato «personale», ma questo peccato intacca la «natura umana», che essi trasmettono «in una condizione decaduta». Da questo peccato ci libera Gesù Salvatore. Il battesimo, donando la vita della grazia di Cristo, cancella il peccato originale e volge nuovamente l’uomo verso Dio, anche se le conseguenze di tale peccato rimangono, cioè la natura è indebolita e inclinata al male a motivo della concupiscenza. Infatti, anche se viene restituita la grazia santificante con tutte le virtù e i doni soprannaturali, non vengono restituiti i doni preternaturali (esenzione dalla morte, dalla sofferenza, dalla concupiscenza, dall’ignoranza). In che cosa consiste l’Immacolata Concezione Nel corso dei secoli la Chiesa ha preso coscienza che Maria, colmata della grazia di Dio, era stata redenta fin dal suo concepimento. Il dogma formulato dal Papa Pio IX l’8 dicembre 1854 suona così: «La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una gra-
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zia e un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia di peccato originale». Questa affermazione è il risultato di un travaglio durato lunghi secoli. Vogliamo adesso considerare i fondamenti di questa definizione dogmatica nella Sacra Scrittura e nella Tradizione. I fondamenti biblici Il Protovangelo (Gen 3, 15) Ricordiamo questo testo fondamentale, nel quale si parla dell’inimicizia fra la donna (figura di Maria) e il serpente (figura del diavolo). È fuori dubbio che fra la donna e il serpente c’è una radicale inimicizia: «Porrò inimicizia fra te e la donna...». Ciò è sufficiente a dare un solido fondamento al nostro dogma. Infatti se fra la donna e il serpente c’è un’inimicizia radicale, non si può pensare che anche per un solo istante nella donna ci sia stata, per così dire, un’amicizia con il serpente a motivo del peccato, sia pure del solo peccato originale. Fra la donna e il serpente c’è un’incompatibilità assoluta. Nella donna quindi non c’è alcuna macchia di peccato. Il Saluto dell’Angelo (Lc 1, 28) Le parole dell’angelo: «Ti saluto, o piena di grazia» (più letteralmente: “o ricolma del favore divino”) indicano una pienezza totale di grazia. Questa totalità deve estendersi a tutta la vita di Maria, a cominciare dal primo istante della sua esistenza. Quindi sin dal primo istante Maria fu santa, senza alcuna macchia di peccato. Il Saluto di Elisabetta (Lc 1, 41-42) Alle due prove precedenti, che sono quelle fondamentali, alcuni autori ne aggiungono anche una terza tratta dalle parole di Elisabetta: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno!». La benedizione divina di Maria è posta in parallelo con quella di Cristo nella sua umanità. Questo parallelismo lascia intendere che Maria, come Cristo, fin dal principio della sua esistenza, era esente da ogni peccato. Sviluppo storico Presso i Padri e gli scrittori dei primi secoli la dottrina dell’Immacolata Concezione è implicita nel frequente parallelismo Eva-Maria (S. Giustino, S. Ireneo e Tertulliano), il quale comporta una doppia relazione: di somiglianza (come Eva uscì pura dalle mani di Dio, così Maria doveva uscire immacolata dalle medesime mani) e di opposizione (colei che doveva essere la riparatrice dei danni provocati da Eva non poteva trovarsi coinvolta in essi). Verso la fine del VII secolo o agli
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inizi dell’VIII secolo cominciò a venir celebrata, in Oriente, la festa della Concezione di Maria, come risulta da Andrea di Creta. Nel IX secolo la festa diviene universale nella Chiesa greca. Per quanto riguarda l’Occidente Sisto IV, francescano, il 27 febbraio 1477 promulgava la costituzione Cum praecelsa con la quale approvava solennemente la festa dell’Immacolata Concezione, celebrata in molti luoghi, con la Messa e l’Ufficio propri. Clemente XII il 6 dicembre 1708 estendeva per legge la festa dell’Immacolata a tutta la Chiesa. Durante il secolo l’entusiasmo dei fedeli e dei dotti andò sempre crescendo, come crebbero anche le suppliche rivolte ai Romani Pontefici per la definizione dogmatica. Chi si decise ad accogliere queste richieste fu Pio IX, il quale non appena asceso al soglio pontificio (1846) iniziò le pratiche necessarie. Interpellati tutti i vescovi (2 febbraio 1849) ne ebbe una risposta plebiscitaria: su 665 risposte 570 erano entusiasticamente favorevoli, otto contrarie, le rimanenti più o meno incerte sull’opportunità della definizione. La commissione incaricata diede risposta favorevole alla domanda «se vi siano nella Sacra Scrittura testimonianze che provino solidamente l’immacolato concepimento di Maria». In tal modo il Papa Pio IX poté procedere alla solenne definizione dogmatica l’8 dicembre 1854, alla presenza di oltre duecento fra cardinali e vescovi, e di una incalcolabile moltitudine di fedeli esultanti. Riportiamo le parole esatte della Definizione dogmatica dell’Immacolata, contenute nella Bolla Ineffabilis Deus: «Noi dichiariamo, pronunciamo e definiamo che la dottrina la quale ritiene che la beatissima Vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, sia stata preservata intatta da ogni macchia di peccato originale, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in considerazione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è dottrina rivelata da Dio, e perciò va creduta fermamente e costantemente da tutti i fedeli» (DS 2803).
Il testo, come si vede, si riferisce alla persona di Maria, e non specificamente alla sua anima. Il Papa Pio IX ha voluto così evitare la distinzione scolastica fra la concezione biologica e l’infusione dell’anima. Si parla poi del «primo istante della sua concezione», senza precisare quando effettivamente essa si realizza. La Bolla non dice in quale preciso istante comincia a esistere la persona. Quello che è certo è che la persona di Maria ha cominciato a esistere sin dal primo istante senza alcuna macchia di peccato. La definizione esprime la verità dogmatica negando ogni macchia di peccato, cioè in senso negativo, ma è evidente che questa assenza di peccato non può aversi se non con l’infusione della grazia. Quindi si può dire in modo equivalente che Maria
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Santissima ha avuto la grazia santificante sin dal primo istante della sua esistenza. Il privilegio di Maria è unico, come lascia intendere l’aggettivo «singolare», e precisa il Papa Pio XII quando nell’Enciclica Fulgens Corona (8 settembre 1953) specifica che si tratta di un «singolarissimo privilegio, a nessuno mai concesso». L’Immacolata Concezione è avvenuta in considerazione dei meriti di Cristo. Questo punto fondamentale rende conciliabile il privilegio di Maria con l’universalità della redenzione di Cristo. È stato scritto giustamente: «La dottrina dell’immacolato concepimento di Maria è doppiamente cristocentrica. Dimostra, innanzitutto, che nessuno è salvo se non in Cristo, e ciò vale per gli uomini di ogni tempo, anche per quelli vissuti molti secoli prima di Cristo; in secondo luogo dimostra che la redenzione preventiva di Maria è totalmente un dono meraviglioso che Dio le diede come futura madre di Cristo». Possiamo anche aggiungere con Holstein: «L’affermazione del privilegio mariano comporta una comprensione più profonda e più acuta della Redenzione. Come il dogma della maternità divina fu il corollario, per così dire, di una visuale più chiara e di una formulazione più distinta del mistero dell’Incarnazione, così il dogma dell’Immacolata Concezione, nella sua stessa giustificazione teologica, e non soltanto nei suoi argomenti di convenienza o nelle lezioni spirituali che se ne possono ricavare, implica un approfondimento della teologia della Redenzione (...). Come nel Magnificat, è Dio l’oggetto delle nostre lodi quando celebriamo l’Immacolata Concezione: Dio che si è compiaciuto, in Maria, di fare “grandi cose”».
Gli articoli pubblicati su “Rosarium” sono tratti dal libro “La Beata Vergine. TRATTATO DI MARIOLOGIA” di P. Roberto Coggi o.p. in vendita presso Edizioni Studio Domenicano via Dell’Osservanza, 72 - 40136 Bologna - Tel. 051/582037 Fax 051/331583 - esd@esd-domenicani.it oppure presso P. Mauro Persici o.p. tel. 335 5938327
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