MAROTTA NON VIENE MAI DA SOLO... LA VERGINE E LO SPIRITO SANTO Missione mariana a Marotta (PS) 15-22 maggio 1999
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l mese di dicembre, in occasione della festa di S. Lucia ed in preparazione al Santo Natale, s’era svolto qui a Marotta il raduno dei gruppi del Rosario di Pesaro ed Urbino. Guidato da P. Mauro, l’incontro si è concluso con la S. Messa al nostro santuario, dedicato alla Beata Vergine Maria della “consolazione”. Conoscendo da un po’ di tempo P. Mauro, so molto bene che, prima o poi, lo si vede ritornare... E così è stato. La sorpresa per me è stata che non è ritornato da solo, ma ha portato con sé un suo confratello, P. Paolo, che proveniva da Bolzano. Non uno solo,
Beata Vergine della Consolazione. Venerata nella Parrocchia S. Giovanni Apostolo di Marotta di Fano
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addirittura due domenicani per Marotta: quale grazia per noi! L’occasione, questa volta, era ancora una grande festa: la Pentecoste. Non un giorno soltanto, ma una settimana intera, dal 15 al 22 maggio! Sin dal primo giorno, domenica dell’Ascensione, P. Mauro ha parlato del filo conduttore che avrebbe animato tutta la settimana di predicazione: l’atteggiamento con il quale vivere la preghiera con Maria, in attesa dello Spirito Santo. Il Cenacolo è stato per gli Apostoli, ci dicevano i Padri, il “luogo” nel quale hanno vissuto poveramente alla presenza di Maria, assaporandone il suo “clima”. Ma come cercare questo “clima”?, come averne “fame e sete”? Ecco l’invito che i due sacerdoti, figli di S. Domenico, ci hanno, sin dall’inizio, rivolto: l’invito a pregare il Rosario, dono di Maria. Così ogni sera, nelle diverse zone della parrocchia, in diverse famiglie, hanno guidato gli “incontri del Rosario”, meditando per noi i misteri del Santo Rosario, e spiegando il significato della preghiera tanto cara alla Vergine. Dalle loro parole io stesso capivo che nel mio modo di recitare il Rosario, c’era qualcosa che non andava. Infatti, i Padri hanno insistito in continuazione nel dirci che il Rosario è una preghiera “contemplativa”, cioè ci invita a meditare sui misteri della nostra fede. Sarebbe come un corpo “senz’anima” - diceva P. Paolo in una predica - se non si unisse alla preghiera la meditazione. Mi ricordo, che in uno dei “centri del Rosario”, al quale ho partecipato anch’io, P. Mauro ci ha provocato dicendoci: “Non vi sembra strano che la preghiera del Rosario, che tutti possono recitare perché non occorre avere fatto degli studi particolari, sia data in consegna ai domenicani, ritenuti nella Chiesa dotti maestri e sapienti dottori?”. E ci spiegava la natura “contemplativa” di questa preghiera, che ci invita ad instancabili domande. S. Tommaso stesso, come ci ricordava P. Mauro in una predica, quando era piccolo chiedeva a tutti: “Chi è Dio?”, e da questa prima domanda infinite altre ne sono sopraggiunte. Oltre a questi appuntamenti, nel corso della settimana, i due sacerdoti domenicani sono stati in visita agli ammalati della parrocchia, incontrando anche i vari gruppi e le realtà ecclesiali esistenti nel territorio. Volevano proprio raggiungere tutti! E per farlo si sono serviti anche della radio parrocchiale, che trasmetteva già tutte le funzioni che si tenevano nel santuario. Ogni giorno, infatti, P. Paolo guidava due momenti di meditazione alla radio, alle ore 19 e alle ore 23 al termine della giornata. La settimana a Marotta si è conclusa con due momenti significativi che hanno riassunto il tema conduttore di tutta la settimana: la “marcia” di preghiera il venerdì sera, e la “veglia di Pentecoste” il sabato. Entrambi i momenti erano legati da un unico tema comune: “beati i poveri”. E i Padri ci hanno parlato di questa beatitudine sotto vari aspetti, per farcene comprendere la “novità” che è in essa presente. Questi giorni sono stati per noi giorni di grazia e di luce, e di questo dobbiamo ringraziare la Vergine Maria che ha “inviato” in mezzo a noi questi due padri domenicani. A loro il nostro grazie, e un “arrivederci a presto”, e non solo in due, ma ... anche in tre!
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