Passano delle arcane armonie

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Passano delle arcane armonie!

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ome la rosa è la regina dei fiori, così il rosario che dalla rosa prende il nome, è la regina delle devozioni. All’apparire di così bella preghiera, ogni casa diventò un santuario, i padri la insegnarono ai figli, i figli ai nipoti e il recitare il rosario in ogni famiglia fu considerato quasi come il sacerdozio e il sacrificio domestico: i defunti stessi non avrebbero creduto di dormire in pace nei loro sepolcri il sonno della morte, se tra le mani non stringevano il santo rosario. Dopo aver preso possesso dell’Europa, il rosario, portato dai missionari, si propagò nell’Asia, nell’Africa, entrò nelle abitudini di tutti i popoli che hanno abbracciato la fede in Gesù Cristo e in tempi di persecuzioni e di eresie fu l’espressione della fede cattolica. S. Francesco Saverio evangelizzò i pagani del Giappone e delle Indie portando al collo la corona di Maria e sul nascere dell’eresia di Lutero i cattolici inglesi per distinguersi dai protestanti, se ne fregiavano il petto. Il Padre Lacordaire, parlando appunto del rosario, ha questa bella sentenza: “Una devozione che dura molto tempo è segno evidente che risponde a un bisogno dell’uomo”. Faccio mia la frase del Lacordaire e dico “il rosario di Maria, come in un baleno, è propagato in tutto il mondo: il rosario di Maria possiede una vitalità divina che sfida i secoli, perciò risponde a un bisogno del popolo cristiano. Tra il rosario di Maria e il popolo cristiano passano delle arcane armonie che mi sembrano queste: il popolo cristiano ha bisogno di pregare per attingere alla fonte della grazia, ha bisogno di una scuola per conoscere, amare ed imitare Gesù Cristo, ha bisogno di

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un’arma efficace per scampare dai suoi Preghiera composta dal P. Lorgna: nemici, ebbene il rosario di Maria è appunto la preghiera più bella, la scuola più santa, l’arma potente del popolo O Vergine benedetta, cristiano. tu che mediante il Rosario La preghiera deve entrare nella vita sei la nostra dolce maestra, di ogni cristiano come parte essenziale, senza di essa non vi è né grazia, né illumina la nostra mente benedizione, né pieno frutto dei sacraperché possa penetrare menti. la bellezza dei santi misteri: Tutti i cristiani riconoscono questa muovi la volontà verità, molti però la trascurano, è questa negligenza la causa dolorosa di tanti a volere il bene mali. e a fuggire il male, E fu per scuotere la nostra pigrizia e fa che viviamo un giorno nella preghiera, fu per invitarci a pregare, non con le parole dell’uomo, ma assieme a te con le parole stesse di Dio, che la la vera vita Vergine benedetta apparve un giorno al nella patria beata. S. Patriarca Domenico e tutta raggiante di tenerezza materna gli regalò il rosaAmen rio con l’ordine di propagarlo in tutto il mondo. Il rosario, come lo definisce la Chiesa, è una certa maniera di pregare Dio e la Vergine Madre, nella quale insieme alla recita di quindici decine di Ave Maria, premessa ad ogni decina il Padre Nostro, si meditano i principali misteri della nostra fede. Da questa semplice preghiera voi potete facilmente comprendere che la prima delle due parti di cui si compone il santo rosario, è un mistico intreccio delle preghiere più belle di cui si gloria la Chiesa cattolica; il Padre Nostro e l’Ave Maria. Prendiamo in mano la santa corona e come Davide andava cantando sull’arpa le sue gioie e i suoi dolori, così noi su quest’arpa mariana, tra le pene dell’esilio, andiamo inneggiando al nostro Padre Celeste e alla Piena di grazia. Il rosario di Maria sia il nostro salterio divino, le cui preghiere risuonino sempre sul nostro labbro, come i salmi risuonavano sempre sul labbro di Davide, e a chi ci dicesse come mai non ci annoia ripetere sempre le stesse preghiere, rispondiamo con P. Lacordaire “L’amore non ha che una parola, che detta molte volte, non si ripete mai”. Ma il rosario non solo si compone delle preghiere più eccellenti del culto cattolico, ma anche ci propone di meditare i misteri eccelsi della nostra religione, perciò se per le preghiere vocali il rosario appare la preghiera più bella del popolo cristiano, per la meditazione dei misteri diventa la scuola più santa indicandoci le virtù del vero cristiano. Noi dobbiamo studiare e imitare Gesù Cristo, ecco tutta la scienza del vero cristiano. L’ha detto Gesù Cristo stesso “Io vi ho dato l’esempio perché facciate come io ho fatto” (Gv 13,15). L’ha detto anche S. Paolo “Guarda, o cristiano, Gesù Cristo, e imitalo”. Dovremo fare come il pittore che dipinge un ritratto. Con gli occhi fissi sull’originale, egli lo guarda e lo riguarda, e poi sulla tela va copiando ad uno ad uno i lineamenti: con

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uno sguardo continuo tra il suo lavoro e la figura contemplata egli corregge, riforma, aggiunge, perfeziona in modo che, alla fine del dipinto direte “Oh, veramente è una bella copia, sembra l’originale!”. Così dovremo fare noi. E i santi fanno proprio così, il segreto della loro santità, di quel loro trasformarsi di chiarezza in chiarezza è questo: studiare continuamente Gesù Cristo e imitarlo. Così, come già S. Pio V, oggi il Papa volge il suo sguardo non già alla acque di Lepanto, ma nei campi della Chiesa, ove si combatte una più ardua battaglia. E la sua voce grida ai popoli “Stringetevi compatti e combattete contro il nuovo islamismo, che è il paganesimo redivivo; ma in questa santa e difficile battaglia abbiate in mano il santo rosario, esso sia la vostra spada e la vostra bandiera”. Nello scorcio di questo secolo abbiamo visto la Vergine stessa che, quasi amica stella in mezzo alla tempesta di tanti errori e vizi, è venuta a raccomandare il suo rosario. Alludo all’apparizione di Lourdes. La santa Madre di Dio, si mostrò all’innocente pastorella dei Pirenei, in figura di donna, nel cui volto ridevano dolcemente tutte le grazie dell’età. Era biancovestita, sui suoi piedi spuntava una rosa d’oro. Le dita delle mani scorrevano i grani della corona, bianchi come alabastro e legati con filo giallo come la messe dei campi. Gli occhi levati al cielo, ella parve dire “Settecento anni or sono io inventai in paradiso il mio rosario e lo regalai alla terra per le mani di S. Domenico; oggi dopo settecento anni vengo a glorificarlo e lo porgo con le mie mani al mondo quale arma portentosa che vince Satana”. † P. Giocondo Lorgna o.p. (Predicazione dell’età giovanile)

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