Rosario meditato con s domenico 2

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IL S. ROSARIO con S. DOMENICO

MISTERI DELLA GIOIA PRIMO MISTERO GAUDIOSO L’annunciazione dell’angelo a Maria Gesù Cristo è il Salvatore del mondo. Il suo regno è un regno di giustizia, di amore e di pace. A S. Domenico fu assegnata una speciale vocazione per la costruzione e la diffusione del Regno di Dio. Scrive il Beato Giordano: "Alla madre di lui, prima che lo concepisse, era parso in visione di portare in seno un cagnolino, il quale, tenendo in bocca una fiaccola ardente, una volta uscitole dal grembo, sembrava dar fuoco a tutto il mondo. Ciò prefigurava che ella avrebbe concepito un predicatore insigne, che con l'efficacia della sua predicazione avrebbe destato le anime addormentate, spargendo per il mondo intero quel fuoco che il Signore Gesù era venuto a portare sulla terra".

SECONDO MISTERO GAUDIOSO La visita di Maria alla cugina Elisabetta La presenza di Dio è fonte di gioia ed esultanza. Per questo S. Domenico si impegnò con tutto se stesso affinché i peccatori e gli eretici riscoprissero il mistero della speciale presenza di Dio in coloro che lo amano. Il Beato Giordano ci racconta la prima conversione ottenuta da S. Domenico quando si trovava nella Francia meridionale, nei pressi di Tolosa. In quell'occasione il Santo passò tutta la notte a discutere con il suo albergatore, seguace dell'eresia catara, per ricondurlo alla fede. Era ormai mattino quando quell'uomo fu conquistato dalla sapienza e bontà di S. Domenico. Ciò suscitò la grande gioia del convertito, di S. Domenico, e naturalmente anche del Padre celeste che poteva riabbracciare un figlio che si era allontanato.

TERZO MISTERO GAUDIOSO La nascita di Gesù Gesù ha scelto la via della massima povertà per insegnarci a riconoscere la vera ricchezza, quella del cuore, che egli ha inaugurato, offrendo all'umanità i beni del cielo. Venendo alla luce in una "grotta", il Signore ha mostrato fin dalla sua nascita che la nostra felicità non si trova negli agi e nelle comodità, ma in un cuore capace di accogliere la sua salvezza. Sull'esempio di Gesù, S. Domenico, che pur proveniva da una famiglia ricca, scelse la povertà, e questo fin da fanciullo: “Quando egli era piccolo ed era ancora affidato alla sorveglianza della nutrice, fu spesso sorpreso a dormire per terra, dopo aver abbandonato il suo letto, come se rifiutasse anche la semplice comodità di dormire in un morbido giaciglio. Fu allora ch'egli prese l'abitudine di rifiutare un letto troppo comodo e di dormire sul pavimento".

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QUARTO MISTERO GAUDIOSO La presentazione di Gesù al Tempio L'offerta di Gesù al tempio, in obbedienza alla legge mosaica, aveva il significato di riconoscere il primato di Dio nella vita degli Ebrei. Il cristiano, in forza del Battesimo, realizza non solo un'offerta di sé a Dio, ma una vera consacrazione, che consiste in una vita vissuta esclusivamente in funzione di Dio. S. Domenico si è donato al Signore nella totalità e ha speso la sua esistenza a parlare "o con Dio o di Dio". Nella sua dedizione alla causa di Dio, una volta giunse anche a offrire la sua vita per salvare dall'eresia un fratello "cataro", tenuto lontano dalla vera fede dal fatto che riceveva dagli altri "catari" il necessario per vivere. Allora S. Domenico decise di vendere se stesso come schiavo per dare a quell'anima la possibilità di rifiutare l'errore. E avrebbe condotto a compimento il suo disegno, se il Signore non avesse provveduto in altra maniera ad alleviare la povertà di quell'uomo.

QUINTO MISTERO GAUDIOSO Il ritrovamento di Gesù tra i dottori nel tempio Gesù è venuto come "luce che illumina ogni uomo" e, fin dalla sua fanciullezza, ha anticipato un aspetto essenziale della sua missione di salvezza, quella di manifestare in pienezza l'amore di Dio. La Sapienza che egli rivelava non era frutto della scienza umana, ma di un sapere che veniva dall'alto. S. Domenico ha voluto farsi imitatore di Cristo in questo compito di illuminare le menti. Egli, fin da giovane, fu saggio, misurato e virtuoso. Il Beato Giordano scrive che fin dall'infanzia il Santo rivelò grandi doti di saggezza, tanto che sembrava essere allo stesso tempo un ragazzo e un adulto, perché i suoi pochi anni rivelavano in lui il giovanetto, ma la sapienza dei suoi discorsi e la trasparenza dei suo comportamento rivelavano la sua grande maturità e santità.

MISTERI DEL DOLORE PRIMO MISTERO DOLOROSO L'agonia di Gesù nell'orto degli ulivi Imitando Gesù, S. Domenico insegna la preghiera di accettazione della volontà di Dio. Scrive il Beato Giordano: "Spesso egli veniva trovato in preghiera, eretto, tutto proteso verso il cielo come una freccia scagliata dritta verso l'alto da un arco ben teso. Infatti alzava le mani tenendole fortemente tese e congiunte sopra la testa, o un po' aperte, come se dovesse ricevere qualcosa dal cielo".

SECONDO MISTERO DOLOROSO La flagellazione di Gesù alla colonna S. Domenico soffriva profondamente per coloro che vivevano lontano da Dio. Per la salvezza dei peccatori egli pregava e piangeva frequentemente, invitando tutti i suoi figli ad avere a cuore la sorte di chi è nell'errore e nel peccato: "Spesso il Beato Domenico pregava anche stendendosi completamente per terra con la faccia riversa, suscitando nel suo cuore sentimenti di contrizione e pentimento... Esortava i suoi figli, soprattutto i più giovani, dicendo: "Se non potete piangere i vostri peccati, perché non ne avete, pensate al grande numero di peccatori che possono essere condotti alla misericordia e alla carità: è per loro che soffrirono i profeti e gli apostoli".

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TERZO MISTERO DOLOROSO L'incoronazione di spine L'umiltà è la porta attraverso cui riceviamo tutti i doni di Dio. S. Domenico ha praticato e insegnato l'umiltà: "Spesso si umiliava davanti all'altare, come se Cristo, che nell'altare è significato, fosse lì presente realmente e personalmente, e non soltanto in simbolo, sapendo che: "la preghiera degli umili penetra le nubi" (Sir 35, 17). Similmente chinava umilmente il capo e il dorso davanti al crocifisso. E diceva ai suoi Frati di compiere anch'essi questo gesto quando passavano davanti al crocifisso, perché Cristo, che tanto si era umiliato per noi, vedesse noi umiliati davanti alla sua maestà".

QUARTO MISTERO DOLOROSO Gesù sale al Calvario carico della croce Gesù Cristo, pur essendo Figlio di Dio, ha voluto vivere l'obbedienza, fino ad accettare la morte di croce. S. Domenico ha seguito il Maestro con tutto se stesso: "Il Beato Domenico fu visto pregare con le mani e le braccia completamente aperte e stese a forma di croce, mentre con il corpo stava il più possibile eretto. Fu questo il modo in cui Gesù, mediante la sua croce, ottenne la nostra redenzione. Infatti, come dice la Lettera agli Ebrei: "Egli pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza per tutti coloro che gli obbediscono".

QUINTO MISTERO DOLOROSO La morte in croce di Gesù Il crocifisso svela pienamente la misericordia di Dio. Ma davanti alla croce viene anche manifestata la vera natura del peccato: non si tratta soltanto di una disobbedienza a un comandamento, ma è la condanna a morte dell'Amore. S. Domenico contemplava e venerava il crocifisso con totale adesione, perché vedeva nelle braccia aperte di Gesù l'amore immenso di Dio che vuole salvare tutta l'umanità. Egli si poneva davanti all'altare e là, con lo sguardo fisso al crocefisso, si genufletteva ripetutamente, anche centinaia di volte, dato che in alcune occasioni continuava a inginocchiarsi da dopo il canto di compieta fino alla mezzanotte.

MISTERI DELLA GLORIA PRIMO MISTERO GLORIOSO La resurrezione di Gesù da morte L'evangelizzazione cristiana ha il suo principio nella risurrezione di Cristo. Allo scopo di annunciare questa vita nuova che è risorta in Cristo, e che risorgerà in ciascuno di noi, S. Domenico ha fondato il suo Ordine. E' interessante conoscere l'origine della denominazione "Ordine dei Predicatori" che è stata assegnata ai figli di S. Domenico. Il Papa Onorio III aveva dato il suo assenso alla fondazione del nuovo Ordine, e aveva detto al notaio di intestare il documento di approvazione ai "Frati predicanti". Ma il notaio scrisse "Frati Predicatori". Quando il Papa chiese il perché di quella variante, il notaio rispose: "predicante è un aggettivo... predicatore invece è un sostantivo... che manifesta il compito e la missione". Il Papa accettò quella modifica e l'Ordine Domenicano assunse così il titolo di "Ordine dei Predicatori".

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SECONDO MISTERO GLORIOSO L'ascensione di Gesù al Cielo Terminata la sua missione in terra, Gesù sale al cielo e lascia agli Apostoli il compito di essere suoi testimoni in ogni luogo, "fino agli estremi confini della terra". Costantino da Orvieto racconta come S. Domenico abbia ricevuto il mandato della predicazione dagli Apostoli stessi che gli apparvero in visione. Mentre il Santo si trovava un giorno a pregare nella Basilica di S. Pietro a Roma, vide gli Apostoli Pietro e Paolo: Pietro consegnò a Domenico il bastone da viandante e Paolo il libro del Vangelo dicendo: "Va' e predica, poiché per questo Dio ti ha prescelto". E in quell'istante parve a Domenico di vedere i suoi figli, sparsi per il mondo, che andavano a due a due a predicare.

TERZO MISTERO GLORIOSO L'effusione dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli riuniti nel Cenacolo Il giorno di Pentecoste dei 1217 lo Spirito Santo "investì" anche S. Domenico e gli suggerì una decisione storica per il suo Ordine. Al processo di Bologna dei 1233 Fra Giovanni di Spagna ha testimoniato che proprio in quel giorno di Pentecoste S. Domenico riunì tutti i suoi confratelli, e comunicò loro l'intenzione di non tenerli più a lungo ad abitare insieme, ma di inviarli a predicare in tutto il mondo: a Parigi, a Madrid, a Roma, a Bologna. I Frati furono molto stupiti e alcuni Prelati cercarono di opporsi alla decisione del Santo, perché l'esiguo numero dei Frati sconsigliava questa divisione. Ma S. Domenico vinse ogni resistenza con queste parole: "Non contradditemi, so ben io quel che faccio"; e aggiunse che il grano ammucchiato marcisce, ma se è seminato fruttifica.

QUARTO MISTERO GLORIOSO L'assunzione di Maria al Cielo La Vergine Maria, assunta in cielo, ha voluto rivelare la sua speciale benevolenza verso S. Domenico conducendolo di persona in cielo. Scrive il Beato Giordano: "Nello stesso momento della morte di Domenico, Fra Guala, Priore di Brescia, vide come un'apertura nel cielo, attraverso la quale scendevano due candide scale. La sommità dell'una era tenuta da Cristo, l'altra da sua Madre; e l'una e l'altra erano percorse da angeli che salivano e scendevano. In fondo alle due scale, nel mezzo, era posta una sedia, e sulla sedia c'era un uomo seduto, che sembrava un Frate dell'Ordine, con la faccia coperta dal cappuccio, come è costume di seppellire i nostri morti. Cristo Signore e sua Madre tirarono su a poco a poco le scale fino a che colui che era in basso non giunse in cima. Allora fu ricevuto in cielo in un fascio di luce e al canto degli angeli".

QUINTO MISTERO GLORIOSO L'incoronazione di Maria Regina del Cielo e della terra S. Domenico ha sempre avuto una filiale devozione per la Vergine Maria. La invocava frequentemente nei suoi viaggi e aveva affidato a lei il suo Ordine. Secondo il racconto di Suor Cecilia, una volta egli fu rapito in estasi e condotto in Paradiso, dove vide il Signore Gesù, la Madonna e molti rappresentanti di tutti gli Ordini religiosi, ma nessuno del suo. A quella vista cominciò a piangere sconsolatamente. Al Signore che gli chiedeva perché piangesse, rispose: "Piango perché vedo religiosi di tutti gli Ordini, ma nessuno del mio". Allora il Signore, ponendo una mano sulla spalla della Beata Vergine, gli disse: “Il tuo Ordine io l'ho affidato a mia Madre”. Allora la Beata Vergine aprì il mantello di cui era rivestita, e sotto di esso il Santo vide una moltitudine immensa dei suoi Frati. Poi la visione svanì.

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