Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art ,1 comma 2, DCB Bologna - Anno XXXIX - n. 3 - III trimestre
Movimento Domenicano del Rosario - Provincia “S. Domenico in Italia”
3/2006
LETTERA DEL PROMOTORE
ROSARIUM Pubblicazione trimestrale del Movimento Domenicano del Rosario Proprietà: Provincia Domenicana S. Domenico in Italia via G.A. Sassi 3 - 20123 Milano Autorizzazione al Tribunale di Bologna n. 3309 del 5/12/1967 Direttore responsabile: fr. Mauro Persici o.p. Rivista fuori commercio
Le spese di stampa e spedizione sono sostenute dai benefattori Anno 39°- n. 3 stampa: Tipolitografia Angelo Gazzaniga s.a.s. Milano - via P. della Francesca 38 Movimento Domenicano del Rosario Via IV Novembre 19/E 43012 Fontanellato (PR) Tel. 0521822899 Fax 0521824056 Cell. 3355938327 e-mail movrosar@tin.it
Gentilissimi lettori, come già stiamo presentando ai bambini penso che farne anche solo cenno fra adulti non faccia proprio male: di cosa, perché? Ma perché, spesso e volentieri, dimentichiamo che la nostra preghiera non può, per quanto poco si voglia, restare senza un coinvolgimento concreto nella vita di tutti i giorni. Fra noi, e quindi anche nella nostra rivista, parliamo e meditiamo sulla figura di Maria e sul suo rosario… lo meditiamo insieme in comunione gli uni con gli altri e, fra le altre cose, abbiamo anche trovato un modo per testimoniarne la fecondità con la sensibilità che tanti di Voi stanno manifestando verso i bambini del “Centro Social San José” tramite le adozioni a distanza che a tutt’oggi sono una cinquantina. Vi invito a leggere la viva testimonianza resa dal P. Mariano che con questa, prima di rientrare in Brasile, ha voluto testimoniarci la loro gratitudine sperando in uno sviluppo ad incrementare il sostegno per questi nostri fratelli che non mancano mai di ricordarci. Vi saluto fraternamente P. Mauro
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Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. L’invio delle fotografie include il consenso per una eventuale pubblicazione.
In copertina: Scorcio di un canale del Giordano in una foto di Paolo Gavina Foto di pag. 3 e seguenti: GIOVANBATTISTA TIEPOLO, Madonna del Rosario, 1735, New York.
SOMMARIO Mariologia (V): il culto mariano nella storia
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Adozioni a distanza
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Il Papa in visita pastorale
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Convegno di Loreto: sa condurci alla meta
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Testimonianze
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Pagina della riconoscenza
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Nuovi iscritti
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Mariologia Pa r t e V
P. R o b e r t o C o g g i
MARIOLOGIA
il culto mariano nella storia
IL CULTO MARIANO NELLA STORIA Primo periodo (fino all’VIII secolo) In Occidente il nucleo essenziale delle celebrazioni mariane è il Natale (Roma, fine III secolo), attorno al quale si raggrupperanno altre feste. Quattro vengono importate dall’Oriente: l’Ipapante (2 febbraio), la Dormizione o Assunzione (15 agosto), verso il 650, l’Annunciazione (25 marzo), poco più tardi, e infine la Natività di Maria (8 settembre) poco prima della fine del VII secolo. Cominciano in questo periodo e proseguiranno in seguito le discussioni sull’Assunzione, e i teologi si divideranno per così dire in due partiti, quello degli «agnostici» e quello dei «favorevoli». Per un certo periodo questi due partiti si fronteggiano senza vinti né vincitori, ma alla fine prevarrà il secondo. Secondo periodo (secoli IX-XV) Verso la fine dell’XI secolo si assiste in Occidente al trionfo della tesi assunzionista e al grande apporto dato alla teologia mariana da S. Anselmo d’Aosta (1033-1109), il quale unisce alla solidità dogmatica anche una grande tenerezza filiale nei riguardi di Maria. Probabilmente è in questo secolo che sboccia la bellissima preghiera Salve Regina, attribuita al monaco benedettino Ermanno Contratto (+1054). Il periodo aureo del Medioevo ha inizio in Occidente nel XII secolo, soprattutto con la grande figura di S. Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), detto il «dottore mariano» e il «dottore mellifluo». I suoi scritti mariani constano di diciannove omelie, alle quali bisogna aggiungere la lettera 174 ai canonici di Lione e alcuni frammenti di altre sue opere. Ma alla quantità piuttosto esigua dei suoi scritti si contrappone la densità della dottrina e la precisione delle formule, a cui si associano anche alcuni spunti innovatori. Per questo motivo S. Bernardo esercitò un grande influsso sui teologi dei secoli seguenti. Egli insiste sulla mediazione di Maria, che si colloca fra Cristo e la Chiesa. Il suo pensiero è ben riassunto da questa sua preghiera1: «Nostra signora, nostra mediatrice, nostra avvocata, riconciliaci con tuo Figlio, raccomandaci a tuo Figlio, rappresentaci davanti a tuo Figlio».
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S. BERNARDO, PL 183, 43 C.
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È in questo periodo che si diffonde il titolo di «Mediatrice» attribuito a Maria, come già era avvenuto secoli prima in Oriente. Il Laurentin scrive riguardo a questo momento storico: «Constatazione basilare: alla fine dell’XI secolo la teologia mariana allarga il suo orizzonte. Prima si considerava Maria essenzialmente nel mistero dell’infanzia di Cristo, e il suo compito sul Calvario e nella vita attuale della Chiesa restava nell’ombra. Questi limiti, talora valicati, cedono ormai ovunque». «Ai primi albori del XII secolo la presenza di Maria sul Golgota attira l’attenzione e svela ricchezze sino allora inavvertite. Si scopre la sua compassione, la sua unione attiva all’oblazione del Figlio, l’importanza ecclesiale della sua fede durante il triduum mortis. Si coglie infine il peso della parola di Cristo morente: “Ecco tua madre” (...). Maria risulta costituita madre degli uomini. A poco a poco si fa strada l’idea che ella abbia cooperato, a suo modo, al sacrificio del Calvario»2. Sempre secondo il Laurentin3, l’allargamento di prospettiva riguarda anche il fatto dell’intercessione attuale di Maria. Dal cielo essa interviene continuamente come nostra madre, nostra mediatrice, nostra regina, con la sua preghiera onnipotente sul cuore di Dio. Questo intervento quotidiano di Maria nella nostra storia era un aspetto che rimaneva in ombra nei secoli precedenti, nei quali si insisteva più su quello che Maria aveva fatto al momento dell’Incarnazione, e che influisce ancora oggi, più che su ciò che ella compie attualmente. Passiamo così al XIII secolo, il secolo d’oro della teologia scolastica in Occidente, il secolo di S. Alberto Magno, di S. Tommaso d’Aquino, di S. Bonaventura. Fissiamo la nostra attenzione sul più grande dei teologi di questo secolo, S. Tommaso d’Aquino (1225-1274). La sua mariologia è così ricca da aver dato luogo a ottime monografie4. Tuttavia non si può dire che essa apporti qualcosa di sostanzialmente nuovo e originale. Siamo così portati ad ammirare soltanto la precisione terminologica, la perfetta integrazione del dogma mariano in una visione completa della teologia, la profondità dell’analisi. S. Tommaso dedica undici questioni all’argomento nella Terza Parte della sua Somma Teologica, e precisamente le questioni 27-37, all’interno della cristologia. L’immagine di Maria che ne scaturisce è quella tradizionale (biblica e patristica)
R. LAURENTIN, La Vergine Maria, Paoline, Roma 1983, pp. 112 ss. Cf. op. cit. 4 Si consideri ad esempio quella di G. ROSCHINI, La mariologia di S. Tommaso, Belardetti, Roma 1950, con abbondante bibliografia. 2 3
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con alcune accentuazioni particolari: Maria è Madre di Dio (l’analisi di questo punto è portata avanti dal Dottore Angelico in modo insuperabile), e quindi ella possiede in certo qual modo una dignità infinita5. Maria è sempre vergine, piena di grazia sin dal seno materno, ma non immune dal peccato originale al momento del suo concepimento. Assunta in cielo in anima e corpo deve essere venerata con culto di iperdulìa (cioè al di là della “dulìa”, che è riservata ai santi). A differenza della teologia monastica, che ha il suo principale rappresentante in S. Anselmo, egli non parla della maternità spirituale di Maria; afferma però, con una splendida espressione riportata anche dal Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 511), che al momento dell’Annunciazione «si attendeva il consenso della Vergine a nome di tutta la natura umana» (S. Th., III, q. 30, a. 1, ad 4). Quanto alla pienezza della grazia, egli la intende nel senso che Maria possedeva tutte le grazie necessarie per adempiere perfettamente al suo compito di degna Madre di Dio (cf. S. Th., III, q. 27, a. 6, ad 3). Dice ancora S. Tommaso che Cristo «assunse la natura umana secondo il sesso maschile; ma perché non fosse disprezzato il sesso femminile fu conveniente che si incarnasse da una donna». Così tutta la natura umana è stata nobilitata (cf. S. Th., III, q. 31, a. 4, ad 1). Passando al secolo seguente, continua la discussione sull’Immacolata Concezione. La sentenza favorevole guadagna continuamente terreno, fino a diventare comune presso i Francescani e anche presso altri alla fine del ’300, e ancora di più alla fine del secolo seguente, anche per l’influsso della dichiarazione sull’Immacolata del Concilio di Basilea (1439), il quale, sebbene non riconosciuto dal Papa, dava tuttavia un quadro eloquente dell’evolversi della situazione. Terzo periodo (XVI sec. - metà XX sec.) In Occidente il protestantesimo, anche se al principio voleva contrapporsi solo agli abusi del culto mariano, finirà col divenire ostile alla figura stessa della Vergine, considerata come il simbolo del cattolicesimo. Da parte cattolica non mancarono reazioni vivaci, che videro impegnati anche i più grandi teologi del tempo. Il Concilio di Trento non ebbe modo di impegnarsi a fondo nella dottrina mariologica, e si limitò a escludere la Vergine dal decreto sul peccato originale e ad affermare la sua esenzione da ogni anche più piccola colpa. Dopo il Concilio di Trento si delinea un grande slancio mariano, che farà del secolo seguente, il XVII, un secolo d’oro della mariologia in Occidente. Si può parlare nel ’600 di un vero e proprio movimento mariano. Di fronte alle negazioni protestanti si sente il bisogno e il desiderio di reagire esaltando la Vergine Maria. 5
È interessante ricordare a questo punto che S. Tommaso non ritiene, a differenza del filosofo Leibniz, che questo sia il migliore dei mondi possibili; tuttavia riconosce che vi sono in questo mondo alcune cose, per così dire, insuperabili. Esse sono: la visione dell’essenza divina a cui sono chiamate, per dono soprannaturale, le creature razionali (angeli e uomini); l’incarnazione del Verbo; la maternità divina di Maria. (Cf. S. Th., I, q. 25, a. 6, ad 4).
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Passando al secolo seguente (il XVIII) troviamo S. Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716) con il suo Trattato della vera devozione a Maria. L’opera fu scritta probabilmente nel 1712, dopo una lunga esperienza pastorale, dopo la lettura di molti scritti mariani del suo tempo e la consultazione con persone preparate e maestri di spirito6. Un’altra opera mariana del Montfort, piccola di mole ma preziosa di contenuto, è Il segreto di Maria. Il pensiero mariano espresso in queste due opere ebbe e ha tuttora grande risonanza nella spiritualità cattolica. Il best seller dei libri mariani di tutti i tempi è però Le glorie di Maria di S. Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787), pubblicato nel 1750, che ha raggiunto un migliaio di edizioni. La sua caratteristica sta nel presentare Maria come una persona vivente e attiva (la «faccendiera del Paradiso»), che interviene misericordiosamente nella vita dei peccatori per strapparli alla disperazione e condurli ai sacramenti e alle opere di carità. In quest’opera traboccante di devozione non manca però mai il rigore teologico, come conviene a un Dottore della Chiesa quale è S. Alfonso. Se vogliamo a questo punto individuare l’oggetto teologico centrale di questo grande movimento mariano, iniziato nel ’600, lo troviamo senza dubbio nella dottrina dell’Immacolata Concezione. È attorno a questo privilegio che si accendevano le più infuocate discussioni. Si stenta oggi a farsi un’idea della violenza delle passioni che furono allora impegnate pro o contro questa tesi. Il Magistero della Chiesa mantiene sempre una posizione serena e coerente, che gradualmente dà sempre più spazio alla dottrina immacolatista, riducendo progressivamente al silenzio i suoi avversari e preparando la definizione del 1854. Il secolo XIX è il secolo dell’Immacolata. Dobbiamo però riconoscere che agli inizi la letteratura mariana è molto scadente. I primi trent’anni sono tra i periodi più vuoti della letteratura mariana di tutti i tempi. Ma nel 1830 compare una fatto nuovo: l’apparizione della Madonna a Caterina Labouré, con l’effigie della medaglia miracolosa. «Il fatto resta nascosto, ma determina un vasto movimento di pietà e di conversioni. È sotto il segno della medaglia miracolosa che la Vergine appare ad Alfonso Ratisbonne. Questa medaglia, che mostra la Vergine “concepita senza peccato” e con le mani irradianti, sembra proporre il programma che orienterà il movimento mariano per un secolo: Immacolata Concezione e Mediazione»7. La solenne definizione dell’Immacolata fatta da Pio IX l’8 dicembre 1854 suscitò un’ondata di indescrivibile entusiasmo fra i cattolici, e una vivace reazione fra i protestanti e anche fra gli ortodossi. La devozione mariana crebbe in estensione e Il manoscritto rimase a lungo dimenticato «nel silenzio di un cofano», secondo una previsione del suo stesso autore (n. 114), e fu casualmente scoperto nel 1842, mancante delle prime e ultime pagine. Nel 1843 fu stampato per la prima volta con un titolo divenuto tradizionale. Forse sarebbe più esatto il titolo Preparazione al regno di Gesù Cristo, come sembra indicare lo stesso Montfort nel corso dell’opera (n. 227). 7 R. LAURENTIN, op. cit., p. 133. 6
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in intensità, sotto la spinta anche di un altro grande fatto miracoloso: l’apparizione della Vergine Immacolata a Lourdes (1858). Il movimento mariano si mantiene grazie a vari fattori, come i documenti del Magistero ecclesiastico, ossia le Encicliche dei Papi (dalla Bolla dogmatica Ineffabilis Deus, sull’Immacolata, di Pio IX, alle dieci Encicliche sul Rosario di Leone XIII), la pubblicazione di riviste mariane a carattere divulgativo, la celebrazione di Congressi mariani (da quello di Livorno, del 1895, a quello di Firenze, del 1897, a quello di Torino, del 1898), la fondazione di Accademie mariane, la pubblicazione di vari trattati mariani. Il movimento è all’inizio tutto proteso verso la definizione del dogma dell’Assunzione, e questo fenomeno prosegue, anzi, si intensifica, nei primi anni del XX secolo. Un grande impulso venne dato dalla celebrazione del cinquantesimo anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata, con la mirabile enciclica Ad diem illum del Papa S. Pio X, e con un Congresso mariano internazionale celebrato a Roma nel 1904. Nel frattempo compare anche una nuova tendenza, protesa verso la definizione del dogma della Mediazione universale di Maria, il cui principale rappresentante fu il Cardinale Mercier. Ma alcune resistenze riscontrate da parte delle autorità romane fecero rivolgere nuovamente gli sforzi dei mariologi in direzione della proclamazione del dogma dell’Assunta. Con la pubblicazione delle Petitiones fatte nel 1944 si ebbe un’imponente fioritura di studi assunzionistici, che contribuì non poco alla preparazione della definizione dogmatica. Questa ebbe luogo il 1° novembre 1950 da parte del Papa Pio XII, ed ebbe un suo prolungamento con l’anno mariano 1954, in cui fu celebrato il centenario della definizione dell’Immacolata e fu proclamata la regalità di Maria. L’anno della morte di Pio XII (1958) fu anche l’anno del primo centenario delle apparizioni di Lourdes. Era trascorso poco più di un secolo dalla definizione di Pio IX. Un periodo di tempo senza dubbio “mariano”, che ha portato all’apogeo quel movimento che era iniziato nei primi anni del XVII secolo.
Gli articoli pubblicati su “Rosarium” sono tratti dal libro “La Beata Vergine. TRATTATO DI MARIOLOGIA” di P. Roberto Coggi o.p. in vendita presso Edizioni Studio Domenicano via Dell’Osservanza, 72 - 40136 Bologna - Tel. 051/582037 Fax 051/331583 - esd@esd-domenicani.it oppure presso P. Mauro Persici o.p. tel. 335 5938327
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pellegrinaggio del rosario in Egitto e Giordania “sulle orme di Mosè” 27 dicembre 2006 - 7 gennaio 2007 in aereo termine iscrizioni 30/9/2006 per ogni informazione: Padre Mauro (tel. 335 5938327) oppure sito internet www.sulrosariow.org voce “Pellegrinaggi”
adozioni a distanza
UN MILIONE DI “GENITORI A DISTANZA”
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C
’è chi conserva la foto dei bambini «adottati» nel portafogli, chi l’ha messa in cornice nel salotto buono. Ma non solo. Sono sempre di più gli italiani che non si accontentano di guardare da lontano i frutti di quell’amore a distanza. Li vogliono toccare, stringere tra le braccia, provare a parlargli. E c’è chi ci riesce: spesso riportando a casa emozioni e sensazioni difficili da descrivere. Elisa Tumedei di Forlì, per esempio, è andata in viaggio di nozze in Brasile con il marito Paolo, per incontrare Ariel. «Avevo iniziato a versare la quota per il sostegno a distanza quando ero fidanzata – spiega Elisa –. Ha otto anni e vive in una favela di Rio de Janeiro. Suo padre è tassista, la madre è casalinga e ha altri quattro tra fratelli e sorelle. Campa in una realtà difficile, violenta. Ho visitato anche la scuola cattolica dove studia: è l’unica isola felice in quella favela, la possibilità più grande che ha di crescere senza buttare via l’esistenza». Elisa non ha coinvolto solo il marito, ma anche altre persone: i suoi genitori hanno adottato tre bambini in Africa. Altri sposi hanno rinunciato ai regali per sostenere giovani in qualche villaggio nel Sud del mondo. È come un effetto domino, che in questi anni ha assunto dimensioni sempre più imponenti: chi vede e tocca con mano quei «figli adottati» non può far altro che trasmettere ad amici e conoscenti la gioia incontrata. Oppure si rimane sconvolti da tanta miseria e dalla sensazione di poter dare di più. Com’è successo a Tamara F., studentessa al quarto anno di Medicina, originaria di Montecarotto nelle Marche. «Ero già stata in Africa come volontaria nel 2001 – racconta –. Alcuni anni prima avevo adottato Janette, orfana di madre e padre, ruandese. Tre estati fa ho lavorato proprio in Ruanda e ne ho approfittato per andare a conoscerla di persona in orfanotrofio. Un’esperienza incancellabile, ma mi sono accorta che potevo fare di più per gli altri 107 bambini ospiti dello stesso orfanotrofio».
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Tamara ha molto sofferto per questa situazione: «Vedevo questi orfani curati con tanto amore da un’istitutrice, ma anche malnutriti e in cattive condizioni igienico-sanitarie. Dovevo fare di più». Tamara rientra nel suo piccolo paese di duemila anime, organizza incontri e una pesca di beneficenza per comprare una mucca da donare all’orfanotrofio. Alcuni compaesani rinunciano ai regali di Natale e offrono la cifra che avrebbero speso. In poche ore sono stati venduti 800 biglietti. Ma soprattutto è nata una coscienza comune intorno alla proposta lanciata da Tamara, che adesso vuole laurearsi e lavorare come medico in Africa. Il sostegno a distanza è una realtà sempre più diffusa in Italia. Si contano circa 500 soggetti, tra iniziative spontanee, enti, associazioni, scuole, parrocchie che non fanno esclusivamente sostegno a distanza, impegnati nell’attività a favore di bambini del Terzo Mondo. Spesso fioriscono così tanti progetti che diventa difficile quantificare il fiume di carità e di solidarietà che dal nostro Paese scorre verso i più sperduti villaggi africani, le favelas brasiliane, ma anche le località sulle coste dell’Asia devastate dal maremoto del dicembre 2004 o i Paesi in difficoltà dell’Europa dell’Est. Tutti i progetti, però, hanno in comune l’aiuto dei minori senza sradicarli dalle loro famiglie: bastano pochi centesimi al giorno per un sostegno negli studi, nell’educazione, nell’alimentazione, nel vestiario. Ufficialmente sono 131 gli enti attivi in questo campo, 70 dei quali si riconoscono nel Forum Sad (Sostegno a distanza). La prima esperienza venne lanciata nel 1958 dal PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) attraverso il missionario padre Mario Meda, mettendo in relazione una famiglia americana con alcuni bambini in Birmania. Oggi i benefattori italiani sono circa un milione e sostengono due milioni e mezzo di persone in 110 Paesi per un totale di 240
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milioni di euro donati ogni anno. «Il sostegno a distanza è iniziato in maniera spontanea, non è frutto di progetti elaborati a tavolino – racconta Fabrizio Carabelli, responsabile del settore al PIME di Milano –. I nostri missionari avevano capito che c’era bisogno di far studiare i ragazzi sul posto. L’istruzione era il primo passo per migliorare la condizione di quelle popolazioni svantaggiate. È iniziata proprio così: da pochi benefattori si è passati alla costituzione di organismi e associazioni». A Napoli, il 25 e 26 febbraio, si è svolto il settimo Forum Sad: è stata l’occasione per illustrare il quadro attuale, fornire indicazioni utili e migliorare i servizi. E incoraggiare a un maggior impegno, specie nel Mezzogiorno. Chi adotta compie un gesto di carità, solidarietà, condivisione, diventa fattore di crescita e di formazione, oltre che di conoscenza fra culture e nazioni diverse. Ma il vero focus di questa esperienza è l’educazione: sia per chi viene aiutato a crescere in situazioni economiche e ambientali difficili, sia per chi, sottoscrivendo la sua quota annuale (che si aggira sui 300 euro all’anno), garantisce stabilità ai progetti di sviluppo, mette in gioco un po’ della sua vita e si confronta con contesti dove lo sviluppo della persona è il valore centrale attorno al quale si costruisce qualsiasi progetto di sviluppo che non voglia essere ideologico o utopistico. E sono sempre più numerosi i casi in cui nel tempo si viene a creare un legame affettivo tra chi adotta e il bambino. In tanti non si accontentano delle foto o di qualche lettera, ma vogliono recarsi sul posto e conoscere di persona quel «figlio» che vive a migliaia di chilometri di distanza. E la cui esistenza è spesso appesa agli spiccioli di un italiano. Maurizio Carucci da Avvenire, 2 febbraio 2006
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I RAGAZZI DI PADRE CHICO IN BRASILE
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ono un padre domenicano italiano, missionario in Brasile da più di venticinque anni. Mi trovo di passaggio al Santuario di Fontanellato ed ho avuto la gioia di incontrare il Padre Mauro Persici, direttore del Movimento del Rosario e della Rivista. Sono venuto per pagare un debito di riconoscenza verso di lui e verso i tanti amici che ci aiutano con le adozioni a distanza per i bambini e adolescenti di Padre Chico. Il Brasile è un paese immenso, dove il Creatore ha profuso con grande generosità tante risorse e tante ricchezze naturali. Ma in questa terra benedetta c’è molta gente che non ha il necessario per vivere. È una lunga storia di dominazione coloniale e di ingiustizie istituzionalizzate, contro le quali il popolo brasiliano sta lottando con coraggio e perseveranza. Uno dei frutti più belli di questo cammino di riscatto sociale è stato l’elezione a Presidente della repubblica del metalmeccanico Lula. La chiesa sta dando tutto il suo appoggio a questo movimento di ‘liberazione’ del popolo brasiliano. Uno dei modi più efficaci di questo suo impegno è la creazione di opere sociali, rivolte soprattutto all’accoglienza, alimentazione ed educazione dei bambini e dei giovani, che rappresentano la parte più vulnerabile della popolazione e ne rappresentano il futuro. Queste opere non risolvono “tutto” il problema, ma sono segni di speranza che mostrano che è possibile cambiare la situazione e che i poveri hanno diritto ad una vita più degna... più umana! Il Domenicano frei Chico fondò, ormai venti anni fa, a Santa Cruz do Rio Pardo, nello Stato di San Paolo, uno di questi centri della gioventù che è articolato in due proposte di accoglienza. Il primo, chiamato “Centro Social San Josè”, è una casa in cui più di trecento bambini e adolescenti delle favelas di Santa Cruz sono accolti ogni giorno e ricevono il pasto del mezzogiorno con una meren-
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chi è interessato ad una adozione a distanza può rivolgersi a P. Mauro o.p. (335 5938327) da, aiuto per l’istruzione, l’educazione umana e religiosa e l’avvio professionale. L’altro centro, detto “Casa de Apoio ao Menor Carente” è un orfanotrofio che accoglie una ottantina di bambini e adolescenti, da zero a 18 anni, che hanno perso i genitori o si trovano in situazioni di rischio sociale o familiare. Da più di due anni ormai il Signore ha chiamato a sé, in Paradiso, il Padre Chico, che ha profuso in questa sua Opera tutto il suo grande cuore di sacerdote e di “papà”. La sua opera però continua, grazie all’impegno dei confratelli Domenicani di Santa Cruz e di tante persone generose della città, del Brasile e degli amici italiani, soprattutto dei padrini e madrine delle “adozioni a distanza”. I brasiliani si danno molto da fare. Sono state organizzate varie attività come la fabbrica del cioccolato, l’artigianato fatto dai ragazzi e da persone volontarie del luogo, la coltivazione di verdura e frutta ed altro. Il vostro appoggio dall’Italia però rimane fondamentale perché possiamo garantire ai nostri bambini quello di cui hanno bisogno e diritto. Oltre al sostegno profuso direttamente per loro e per le loro famiglie, le immancabili spese per la manutenzione ordinaria dei due centri, poi... stiamo investendo per migliorare le strutture e per garantire un equipaggiamento sempre migliore. Ultimamente abbiamo inaugurato una nuova ala nel “Centro Sociale San Josè” e ci stiamo preparando per costruire uno spazio coperto nella “Casa do Menor”, in modo che quando piove i ragazzi possano giocare e svolgere le altre attività educative all’asciutto. In nome di tutti i nostri ragazzi e degli amici brasiliani voglio esprimere il più vivo ringraziamento per il bene che state facendo. Esprimo anche l’invito perché veniate a trovarci in Brasile! I nostri ragazzi saranno felici di accogliervi e di conoscervi personalmente! La Madonna del Rosario vi protegga e vi benedica! Fr. Mariano S. Foralosso OP
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Il Papa in visita pastorale Papa Benedetto XVI il 18 dicembre 2005 ha compiuto la visita pastorale alla parrocchia romana Santa Maria Consolatrice e ha pronunciato l’omelia che riportiamo qui di seguito. 16
Cari fratelli e sorelle, è per me realmente una grande gioia essere qui con voi questa mattina e celebrare con voi e per voi la Santa Messa. .... Vogliamo adesso brevemente meditare il bellissimo Vangelo di questa Domenica, che è per me una delle più belle pagine della Sacra Scrittura. E vorrei – per non essere troppo lungo – riflettere solo su tre parole di questo ricco Vangelo. La prima parola che vorrei meditare con voi è il saluto dell’Angelo a Maria. Nella traduzione italiana l’Angelo dice: “Ti saluto, Maria”. Ma la parola greca sottostante, “Kaire”, significa di per sé “gioisci”, “rallegrati”. E qui c’è una prima cosa che sorprende: il saluto tra gli ebrei era “Shalom”, “pace”, mentre il saluto nel mondo greco era “Kaire”, “rallegrati”. È sorprendente che l’Angelo, entrando nella casa di Maria, saluti con il saluto dei greci: “Kaire”, “rallegrati, gioisci”. E i greci, quando quarant’anni anni dopo hanno letto questo Vangelo, hanno potuto qui vedere un messaggio importante: hanno potuto capire che con l’inizio del Nuovo Testamento, a cui questa pagina di Luca faceva riferimento, si era avuta anche l’apertura al mondo dei popoli, all’universalità del Popolo di Dio, che ormai abbracciava non più soltanto il popolo ebreo, ma anche il mondo nella sua totalità, tutti i popoli. Appare in questo saluto greco dell’Angelo la nuova universalità del Regno del vero Figlio di Davide. Ma è opportuno rilevare subito che le parole dell’Angelo sono la ripresa di una promessa profetica del Libro del Profeta Sofonia. Troviamo qui quasi letteralmente quel saluto. Il profeta Sofonia, ispirato da Dio, dice ad Israele: “Rallegrati, figlia di Sion; il Signore è con te e prende in te la Sua
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dimora”. Sappiamo che Maria conosceva bene le Sacre Scritture. Il suo Magnificat è un tessuto fatto di fili dell’Antico Testamento. Possiamo perciò essere certi che la Santa Vergine capì subito che queste erano parole del Profeta Sofonia indirizzate a Israele, alla “figlia di Sion”, considerata come dimora di Dio. E adesso la cosa sorprendente che fa riflettere Maria è che tali parole, indirizzate a tutto Israele, vengono rivolte in special modo a lei, Maria. E così le appare con chiarezza che proprio lei è la “figlia di Sion” di cui ha parlato il profeta, che quindi il Signore ha un’intenzione speciale per lei, che lei è chiamata ad essere la vera dimora di Dio, una dimora non fatta di pietre, ma di carne viva, di un cuore vivo, che Dio intende in realtà prendere come Suo vero tempio proprio lei, la Vergine. Che indicazione! E possiamo allora capire che Maria cominci a riflettere con particolare intensità su che cosa voglia dire questo saluto. Ma fermiamoci adesso soprattutto sulla prima parola: “gioisci, rallegrati”. Questa è la prima parola che risuona nel Nuovo Testamento come tale, perché l’annuncio fatto dall’angelo a Zaccaria circa la nascita di Giovanni Battista è parola che risuona ancora sulla soglia tra i due Testamenti. Solo con questo dialogo, che l’angelo Gabriele ha con Maria, comincia realmente il Nuovo Testamento. Possiamo quindi dire che la prima parola del Nuovo Testamento è un invito alla gioia: “gioisci, rallegrati!”. Il Nuovo Testamento è veramente “Vangelo”, la “Buona Notizia” che ci porta gioia. Dio non è lontano da noi, sconosciuto, enigmatico, forse pericoloso. Dio è vicino a noi, così vicino che si fa bambino, e noi possiamo dare del “tu” a questo Dio. Soprattutto il mondo greco ha avvertito questa novità, ha avvertito profondamente questa gioia, perché per loro non era chiaro se esistesse un Dio buono o un Dio cattivo o semplicemente nessun Dio. La religione di allora parlava loro di tante divinità: si sentivano perciò circondati da diversissime divinità, l’una in contrasto con l’altra, così da dover temere che, se facevano una cosa in favore di una divinità, l’altra poteva offendersi e vendicarsi. E così vivevano in un mondo di paura, circon-
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dati da demoni pericolosi, senza mai sapere come salvarsi da tali forze in contrasto tra di loro. Era un mondo di paura, un mondo oscuro. E adesso sentivano dire: “Gioisci, questi demoni sono un niente, c’è il vero Dio e questo vero Dio è buono, ci ama, ci conosce, è con noi, con noi fino al punto di essersi fatto carne!” Questa è la grande gioia che il cristianesimo annuncia. Conoscere questo Dio è veramente la “buona notizia”, una parola di redenzione. Forse noi cattolici, che lo sappiamo da sempre, non siamo più sorpresi, non avvertiamo più con vivezza questa gioia liberatrice. Ma se guardiamo al mondo di oggi, dove Dio è assente, dobbiamo constatare che anch’esso è dominato dalle paure, dalle incertezze: è bene essere uomo o no? è bene vivere o no? è realmente un bene esistere? o forse è tutto negativo? E vivono in realtà in un mondo oscuro, hanno bisogno di anestesie per potere vivere. Così la parola: “gioisci, perché Dio è con te, è con noi”, è parola che apre realmente un tempo nuovo. Carissimi, con un atto di fede dobbiamo di nuovo accettare e comprendere nella profondità del cuore questa parola liberatrice: “gioisci!”. Questa gioia che uno ha ricevuto non può tenersela solo per sé; la gioia deve essere sempre condivisa. Una gioia la si deve comunicare. Maria è subito andata a comunicare la sua gioia alla cugina Elisabetta. E da quando è stata assunta in Cielo distribuisce gioie in tutto il mondo, è divenuta la grande Consolatrice; la nostra Madre che comunica gioia, fiducia, bontà e ci invita a distribuire anche noi la gioia. Questo è il vero impegno dell’Avvento: portare la gioia agli altri. La gioia è il vero dono di Natale, non i costosi doni che impegnano tempo e soldi. Questa gioia noi possiamo comunicarla in modo semplice: con un sorriso, con un gesto buono, con un piccolo aiuto, con un perdono. Portiamo questa gioia e la gioia donata ritornerà a noi. Cerchiamo, in particolare, di portare la gioia più profonda, quella di avere conosciuto Dio in Cristo. Preghiamo che nella nostra vita traspaia questa presenza della gioia liberatrice di Dio.
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La seconda parola che vorrei meditare è ancora dell’Angelo: “Non temere, Maria!”, egli dice. In realtà, vi era motivo di temere, perché portare adesso il peso del mondo su di sé, essere la madre del Re universale, essere la madre del Figlio di Dio, quale peso costituiva! Un peso al di sopra delle forze di un essere umano! Ma l’Angelo dice: “Non temere! Sì, tu porti Dio, ma Dio porta te. Non temere!” Questa parola “Non temere” penetrò sicuramente in profondità nel cuore di Maria. Noi possiamo immaginare come in diverse situazioni la Vergine sia ritornata a questa parola, l’abbia di nuovo ascoltata. Nel momento in cui Simeone le dice: “Questo tuo figlio sarà un segno di contraddizione, una spada trafiggerà il tuo cuore”, in quel momento in cui poteva cedere alla paura, Maria torna alla parola dell’Angelo, ne risente interiormente l’eco: “Non temere, Dio ti porta”. Quando poi, durante la vita pubblica, si scatenano le contraddizioni intorno a Gesù, e molti dicono: “È pazzo”, lei ripensa: “Non temere”, e va avanti. Infine, nell’incontro sulla via del Calvario e poi sotto la Croce, quando tutto sembra distrutto, ella sente ancora nel cuore la parola dell’Angelo; “Non temere”. E così coraggiosamente sta accanto al Figlio morente e, sorretta dalla fede, va verso la Resurrezione, verso la Pentecoste, verso la fondazione della nuova famiglia della Chiesa. “Non temere!”, Maria dice questa parola anche a noi. Ho già rilevato che questo nostro mondo è un mondo di paure: paura della miseria e della povertà, paura delle malattie e delle sofferenze, paura della solitudine, paura della morte. Abbiamo, in questo nostro mondo, un sistema di assicurazioni molto sviluppato: è bene che esistano. Sappiamo però che nel momento della sofferenza profonda, nel momento dell’ultima solitudine della morte, nessuna assicurazione potrà proteggerci. L’unica assicurazione valida in quei momenti è quella che ci viene dal Signore che dice anche a noi: “Non temere, io sono sempre con te”. Possiamo cadere, ma alla fine cadiamo nelle mani di Dio e le mani di Dio sono buone mani.
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Terza parola: al termine del colloquio Maria risponde all’Angelo: “Sono la Serva del Signore, sia fatto come hai detto tu”. Maria anticipa così la terza invocazione del Padre Nostro: “Sia fatta la Tua volontà”. Dice “sì” alla volontà grande di Dio, una volontà apparentemente troppo grande per un essere umano; Maria dice “sì” a questa volontà divina, si pone dentro questa volontà, inserisce tutta la sua esistenza con un grande “sì” nella volontà di Dio e così apre la porta del mondo a Dio. Adamo ed Eva con il loro “no” alla volontà di Dio avevano chiuso questa porta. “Sia fatta la volontà di Dio”: Maria ci invita a dire anche noi questo “sì” che appare a volte così difficile. Siamo tentati di preferire la nostra volontà, ma Ella ci dice: “Abbi coraggio, dì anche tu: ‘Sia fatta la tua volontà’, perché questa volontà è buona. Inizialmente può apparire come un peso quasi insopportabile, un giogo che non è possibile portare; ma in realtà non è un peso la volontà di Dio, la volontà di Dio ci dona ali per volare in alto, e così possiamo osare con Maria anche noi di aprire a Dio la porta della nostra vita, le porte di questo mondo, dicendo “sì” alla Sua volontà, nella consapevolezza che questa volontà è il vero bene e ci guida alla vera felicità. Preghiamo Maria la Consolatrice, la nostra Madre, la Madre della Chiesa, perché ci dia il coraggio di pronunciare questo “sì”, ci dia anche questa gioia di essere con Dio e ci guidi al Suo Figlio, alla vera Vita. Amen! (fonte www.vatican.va)
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Loreto 2 aprile 2006 Convegno del Movimento Domenicano del Rosario
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l Convegno del Movimento del Santo Rosario, quest’anno, si è dato appuntamento presso la Santa Casa di Loreto: la Casa della Sacra Famiglia. Da varie località d’Italia – chi con molte ore di viaggio affrontate con la gioiosa attesa dell’incontro con Maria – come membri di un’unica famiglia, ci si è subito immersi in uno spirito di preghiera fraterna che ha caratterizzato tutto il percorso della giornata. Padre Mauro ha guidato il Santo Rosario conducendoci quasi per mano, in meditazioni e riflessioni che hanno saputo interrogare il cuore di ognuno di noi. La presenza di Maria nella preghiera comunitaria, attraverso lo snodarsi dei vari misteri della Gloria, ci ha accompagnati all’ascolto della conferenza del Padre monfortano Cortinovis, mariologo conosciuto a livello nazionale ed internazionale per i suoi numerosi articoli e scritti inerenti la figura di Maria Santissima. Con linguaggio chiaro, toccando temi profondi ed attuali, ha saputo dare quelle risposte che alcuni di noi sentivano di dover approfondire. Maria, la Via che conduce a Gesù, Segreto luminoso, al quale volgersi per aiutare i nostri passi in questo cammino sempre più impervio e difficile che stiamo affrontando giorno dopo giorno. Maria Donna dell’Ascolto, della Preghiera, del Silenzio in Dio, della Contemplazione feconda e fecondante, si pone a nostro modello proiettandosi al di là del tempo e dello spazio: Stella polare che sa condurci alla meta sicura. Lo spazio di Padre Cortinovis, intervallato dalla recita della decina del Rosario, ha previsto un momento conclusivo di domande poste dai vari
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sa condurci alla meta
partecipanti. Ogni risposta è stata breve ed esaustiva, chiara e propositiva. La mattinata si è conclusa con l’estrazione dei numeri della lotteria, l’assegnazione dei vari premi, la distribuzione di materiale librario e ricordini vari, nello spazio appositamente allestito all’interno della sala Paolo VI. Dopo la pausa pranzo, apposite guide locali hanno accompagnato i gruppi alla visita della Basilica e alle 16 la S. Messa e l’Adorazione Eucaristica, presso la Cripta dei Santi Pellegrini, concelebrate dai Sacerdoti Padre Mauro, Don Andrea e don Stanislao hanno concluso l’intera giornata del Convegno. Un momento particolarmente toccante è stato quello della S. Comunione... momento nel quale la signora Dominga ha ricevuto per la prima volta il Corpo e il Sangue di Gesù. Credo che ciascuno di noi abbia avuto il dono di ripercorrere la propria Prima Comunione con profonda emozione. Molti gli occhi lucidi fra i presenti. All’Adorazione, accompagnata dalla dolcezza del canto comunitario, abbiamo consegnato a Gesù ogni nostro pensiero di gioia, dolore ed affanno, consegnandoci fiduciosi alla Fonte della Gioia. I saluti di arrivederci hanno confermato la promessa del prossimo incontro per una famiglia in continua e costante crescita alla Scuola di Maria. Stefania
Il Rosario come scuola di santità Dalla devozione alla spiritualità Il santo Rosario ha una lunga tradizione nella storia della fede del Popolo di Dio. Accanto alla liturgia ufficiale della Chiesa, questa preghiera si è formata quasi per istinto tra la gente, per esprimere i propri bisogni spirituali, il desiderio di Dio e la devozione alla Santa Vergine. A seconda delle epoche, il Rosario è stato il termometro – semplice, ma autentico, sensibile e
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profondo – della fede, speranza e carità dei veri discepoli di Cristo. Il Papa Pio XII lo ha chiamato “il compendio di tutto quanto il Vangelo”. Dopo il Concilio, Paolo VI lo ha raccomandato e – come sappiamo – soprattutto Giovanni Paolo II lo ha praticato e vissuto durante tutta la sua vita. Come in passato, anche oggi molti invece lo disprezzano, perché non conoscono la sua forza spirituale di preghiera contemplativa, vera scuola di fede, che gradualmente ci fa avanzare sulla via della santità, poiché ogni giorno ci porta a meditare il Vangelo, a prendere Gesù Cristo e Maria Santissima come nostri modelli, e a invocare Dio per le necessità nostre e del mondo intero. Per questo san Luigi Maria di Montfort dice che se uno recita bene ogni giorno il Rosario, sicuramente diventa santo. La recita del Rosario non deve essere però solo una devozione, cioè un gesto compiuto come per abitudine, o solo per sentirci protetti da una garanzia quasi magica, o per tranquillizzare la coscienza. La stessa devozione alla Santa Vergine deve trasformarsi in una vera spiritualità mariana. La devozione può essere intesa come il compimento di qualche gesto esteriore: recitare delle preghiere, tenere in casa un’immagine, fare un pellegrinaggio, o un’offerta, ecc.
essere una vera spiritualità mariana, o in che cosa deve consistere una “consacrazione” a lei. “È un rapporto diretto e permanente con Maria nella preghiera, nella disponibilità al suo materno influsso e nella assimilazione dei suoi atteggiamenti spirituali (…) ordinato a risolversi in un cammino di fedeltà a Cristo, di docilità allo Spirito Santo, di comunione con il Padre e di vita ecclesiale” (Lettera al Vescovo di Trieste – 15.8.1984). Se analizziamo parola per parola, troviamo tutti gli elementi di un cammino di santità: fedeltà a Gesù Cristo, obbedienza allo Spirito, comunione con il Padre, impegno nella Chiesa, che è l’apostolato. E questi obiettivi sono raggiunti per mezzo di Maria, nell’essere disponibili al suo “materno influsso”, cioè lasciandoci guidare da lei, fino ad avere in noi i suoi atteggiamenti spirituali, non una volta ogni tanto, ma “assimilati” in modo “permanente”. Dice infatti ancora san Luigi Maria di Montfort che Maria è talmente piena di grazia e trasformata dalla grazia, cioè talmente ricolma e “satura” di Dio, che se noi veniamo in contatto con lei, diventiamo noi pure “pieni di grazia e di Spirito Santo”, cioè santi come Dio è Santo.
Anche nella lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae (nn. 13-17), il Papa traccia il La spiritualità è invece un autentico e medesimo itinerario completo di santità, anche profondo cammino interiore, che parte dalla se con altri termini. prima conversione della rinuncia al peccato, e va avanti con la crescita nelle virtù, fino alla perfetÈ la vera spiritualità mariana, descritta in ta conformazione a Cristo, in comunione d’amo- cinque atteggiamenti: re con il Padre che è nei cieli, illuminati, sostenuti e guidati dallo Spirito Santo. 1) ricordare Cristo con Maria; 2) imparare Cristo da Maria; Con il Rosario si compie questo cammino 3) conformarsi a Cristo con Maria; prendendo Maria Santissima come guida 4) supplicare Cristo con Maria; e modello; la via alla santità diventa allora più 5) annunciare Cristo con Maria. facile, più breve, più perfetta e più sicura. P. Battista Cortinovis, smm C’è un testo di Giovanni Paolo II che spiega in modo sintetico, ma completo, che cosa deve
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la tavola: altare della famiglia
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l televisore acceso mentre si pranza è cosa comune in molte famiglie: un rito irrinunciabile che chiude la bocca a chi potrebbe cogliere l’occasione del pranzare insieme, per scambiare serenamente i piccoli o grandi accadimenti della giornata. La comunicazione sta languendo e sempre più ci si allontana dai problemi e dalle gioie reciproche. Così un bel giorno ho proposto alla famiglia di tenere spento l’apparecchio televisivo durante i pasti, per ritrovarci a parlare fra noi. La cosa non fu presa con entusiasmo, tuttavia riuscii nell’intento. In principio un silenzio imbarazzante rotto a tratti da frasi smozzicate ci sorprese un po’ tutti, poi, con il trascorrere dei giorni, iniziammo a far partecipi gli uni gli altri dei vari accadimenti, belli e meno belli. Abbiamo riscoperto la gioia della condivisione, anche nella divergenza di opinione. L’importante è guardarsi negli occhi e parlare comunicando, affidandosi gli uni agli altri, partecipando gli uni con gli altri. Il clima in famiglia è tornato quello dei miei tempi, di quando da bambina, a tavola, ci si scambiavano pezzi di vita, e decisamente oggi troviamo la cosa molto piacevole. Ora, per comunicare fra noi, bisogna quasi prenotare il proprio turno e del silenzio imbarazzante dei primi giorni neanche l’ombra. Famiglia è anche questo, mettere in disparte uno strumento divenuto così invadente, riscoprendo la gioia dello stare insieme. Penso alla famiglia di Nazareth, alla soavità che trasmetteva a ciascun membro e all’esterno. Penso alle parole della Madonna di Medjugorje quando in un suo messaggio chiede di spegnere il televisore per insegnarci il dono reciproco del tempo, impagabile dono! Essere di Maria vuol dire imitare Maria anche nelle piccole cose del quotidiano, ricordando che la famiglia è “la piccola chiesa domestica” sempre, anche quando si ritrova attorno alla tavola: altare che le è proprio. Stefania
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carissimo Padre Mauro...
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arissimo P. Mauro, premesso che ho già ricevuto un vostro pacco, ed ho abbondantemente divulgato il materiale ricevuto, tanto è vero che abbiamo circa 120 iscritti ed altri 70 nominativi, già inseriti nei gruppi del RV, da iscrivere, ma i numeri non sono i miei problemi, faccio ciò che va fatto, o meglio, quello a cui sono stato chiamato. In merito al materiale, vi comunico che mi sono rimasti molti dei pieghevoli a tre che parlano dell’associazione, ed anche abbondanti calendari piccoli. Desidererei allora ricevere altri libretti del RV e le buste con le 20 meditazioni sui misteri del Rosario di S. Domenico e di S. Caterina. Sulle quantità fate voi. Seguendo le sue indicazioni, finalmente ci siamo divisi in gruppi! Adesso vorrei fornire ciascun capo-gruppo di materiale, affinché si responsabilizzino ulteriormente, anzi, per meglio dire, siano indipendenti per ciò che concerne il materiale da distribuire; inoltre, sarebbe cosa assai gradita ricevere la campionatura per appunto prendere visione del materiale disponibile. Adesso dovrei fornirle i nominativi dei capi-gruppo individuati e relativi recapiti telefonici ed indirizzi, il tutto a breve in quanto li incontrerò sabato prossimo. Vi ringrazio e ringrazio Dio per questo nuovo cammino, cammino verso Gesù tenendo Maria per la mano, un cammino nuovo e pieno di tantissimo frutto. La mia conversione maturò nel 1992, e da allora tante cose, ritiri nei conventi, Assisi, teologia di base, esperienze con il R.n.S. fino ad approdare nella mia attuale comunità: il Cursillos di Cristianità. Ma da maggio 2005 ad oggi, ovvero da quando prego ogni giorno con il Rosario in comunione con tutti gli iscritti, ho toccato con mano ed ho visto con i miei occhi le conversioni dei miei amici e dei miei parenti, ma soprattutto quella mia. Ed allora il Rosario oggi è diventata la mia palestra, la preghiera mi fortifica e mi rilancia con nuovo entusiasmo e con nuova luce lì dove il Signore mi chiama, ma è anche stata per me occasione di studio, scoprendo quella logica universale che è la logica dell’incarnazione! Dio va verso l’uomo, Dio che ci cerca per primi, è con questi occhi nuovi che guardo lo Spirito Santo discendere su Maria… la Trinità cerca Maria per mezzo dell’Angelo, ed ancora osservo l’andare di Gesù al Giordano verso il Battista: la grazia che va incontro all’uomo (come ben descriveva un noto autore), e da lì il mio cuore riscopre anche quell’indicazione del mio direttore spirituale: non ti proporre mai, aspetta di essere chiamato! Allora riscopro e rivedo Gesù che chiama gli Apostoli, o la discesa dello Spirito Santo nel cenacolo, tutti legati da uno stesso procedimento e da un’unica proposta, Dio che ci cerca per primi, la grazia verso l’uomo, la logica dell’Incarnazione. Ed allora viva Gesù e viva Maria, un abbraccio fraterno: sono felice!
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date e vi sarà dato...
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Luca 6,38
l Natale era ormai prossimo e A.M. stava rientrando a casa chiusa nei propri pensieri alla guida della vecchia utilitaria. Si era fatto tardi e inoltre iniziava a nevicare. In quella fredda serata di dicembre, tutto sembrava andasse storto. In lontananza A.M. scorge, fermo ad un semaforo, quello che poi doveva trattarsi di un lavavetri e, tra sé e sé, si augura che il verde possa farla procedere oltre, il più in fretta possibile. Quella figura intirizzita e miseramente vestita, stava già ponendole degli interrogativi… ai quali non avrebbe voluto rispondere, almeno in quella circostanza. A.M. prosegue e capita con il rosso per “capofila” e il giovane è subito lì, accanto al finestrino con il palmo proteso e lo sguardo supplichevole. In un attimo A. M. prova a darsi tutti i “no” possibili, fino a quando una voce nel cuore le si affaccia con quel “Date e vi sarà dato…” Dio solo sa quali difficoltà attraversasse la protagonista del racconto, tuttavia decide di lasciare libero spazio al cuore. Apre il portafogli e consegna tutto ciò che ha a disposizione: una cifra interessante. Non ha neanche il tempo di sentire un grazie e francamente non lo avrebbe preteso, che il verde consente la ripresa del viaggio. Durante il percorso si scopre più leggera e meno arrabbiata con la vita. Dopo cena il telefono squilla in casa di A.M., è sua madre che la prega di raggiungerla al più presto. A.M. non immagina di che si tratti, non ha voglia di uscire, fa sempre più freddo, tuttavia lo scrupolo la conduce là dove non vorrebbe andare. La madre la riceve con un sorriso, le anticipa gli auguri per le Feste ormai prossime e timidamente le infila in tasca una busta bianca, dicendole: “So che possono farti comodo. Accetta questo mio regalo”. A.M. ringraziando confusa, si schermisce come intuendone il contenuto, poi, curiosa come una bambina, estrae dalla tasca la busta appena donatale, l’apre e all’interno vi trova un sostanzioso assegno. Ritornando verso casa, ha continuato a ringraziare Dio perché, attraverso la madre, le aveva risposto subito e con generosità a quanto accaduto al semaforo soltanto due ore prima. A.M. a distanza di tempo ricorda ancora l’episodio, citandolo spesso con chi conosce, a testimonianza di come la Provvidenza passi attraverso i nostri gesti piccoli o grandi che siano. Il Signore ci aiuti a raggiungere il sano distacco dal nostro tornaconto e ci faccia suoi strumenti nel segreto che solo Lui conosce. Diceva un Santo: “Volete riempire il vostro portafogli? Svuotatelo”. Aveva ragione: provare per credere.
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da amico
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ra i collaboratori del Movimento Domenicano del Rosario alcuni, negli anni di cammino compiuti insieme, hanno maturato un’esigenza che nella giornata di oggi ha trovato piena realizzazione. Hanno cioè riconosciuto che il cammino intrapreso come collaboratori del Movimento ha loro aperto prospettive con un orizzonte, non negato certamente, ma ben più vasto di quello del Movimento... aspettative non più colmabili solo con una viva partecipazione alla vita del Movimento. Questa comune maturazione, avendo loro aperto le menti e i cuori, ha permesso di constatare come nella Famiglia di San Domenico i loro orizzonti e le loro aspettative accumunavano altri fratelli in una gioiosa comunione di vita che si chiama la Fraternita Laica Domenicana. Comunione di intenti e di voleri, di preghiera, formazione ed azione, non più solo nell’ambito mariano, ma a tutto raggio sotto lo sguardo materno di Maria, Regina del santo rosario e del santo padre Domenico che trascorreva le notti in preghiera e penitenza domandandosi: “che ne sarà – oggi diremmo – di coloro che non conoscono Gesù?”.
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a fratello
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a comunità dei domenicani nella persona di padre Mauro ci accoglie con squisita cortesia dopo quattro piacevoli ore di viaggio e ci si sente subito come a “casa”. Ai saluti di benvenuto segue il nostro ingresso in Cappella da Gesù: la nostra unica meta. Ci si incontra fraternamente con persone nuove, nuovi doni del Signore con i quali condividere un tempo di preghiera comunitaria. Alle spalle la Madonna del Rosario con san Domenico e santa Caterina sembrano comunicarci quel: “Fate quello che vi dirà”. L’invito di Maria è un programma per ciascuno, oggi e nel tempo. Le ore trascorrono veloci quando si sta bene e la sera, prima di coricarci, si va per un saluto alla Madonna del Santuario accanto, illuminata solo lei nel buio completo della chiesa vuota. Attimi di sguardi indimenticabili, con il respiro come sospeso e la preghiera che sboccia nei cuori. Preludio di quell’incontro al quale ognuno rivolge il pensiero: Maria. Il mattino seguente, le campane annunciano il giorno del Signore. Incontrandosi nei corridoi della casa che ci accoglie, ci si saluta fraternamente, con un sorriso. I Padri Domenicani nei loro abiti bianchi ci precedono nella chiesa ormai gremita di gente. La celebrazione ha inizio e si interrompe nel suo consueto svolgimento per presentare Giulio, all’avvio al noviziato nel Laicato Domenicano. Riceverà lo scapolare bianco dell’ordine di Maria Regina del S. Rosario. Noi abbiamo appena timidamente risposto al Suo invito e a piccoli passi, ma sicuri nella Sua Volontà, chiediamo di camminarle al fianco, mano nella mano. Imparare ad appartenere alla famiglia domenicana è un grande dono che attraverso la santa pedagogia di Maria ci porterà a Gesù. San Domenico parlava con Dio e di Dio: questa la sua missione sempre attuale. Nel mondo chiassoso e caotico del nostro tempo, ci addita la soave quiete del Tabernacolo accostandoci al quale possiamo ascoltare la Sua Voce che parla nel nostro profondo. L’ascolto ci farà più presenti anche ai fratelli nostri compagni di viaggio. Se non riempiremo le “giare” del cuore, che cosa offriremo ai commensali e allo Sposo… Non abbiamo più vino, noi che distratti e vuoti ci volgiamo ad altri banchetti e ad altre compagnie per sentirci alla fine del giorno più stanchi e amareggiati che mai. Guardare al messaggio di San Domenico ci aiuterà a ritrovare la vera gioia del cuore. Stefania
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pagina della riconoscenza
HANNO INVIATO OFFERTE: 1) per onorare la B.Vergine, sostenere ROSARIUM e il Movimento del Rosario: Rosaria Gurdi; Salvatore Mansueto; Stefania Comelli; Maria Formaggio; Domenica Verini; Angela e Immacolata La Manna; Luisella Bevegnù; Don Luigi Pasinato; Gregorio Castiglia; Gino Basile; Suor Maria Assunta Cender; Gianluca Cremonesi; Massimo Migliavacca; Francesco Ricco; Oscar Rossi; Sabella Francesca Romana; Lorena Carioni; Dionisio Sparacio; Parrocchia di Ossimo Inferiore (Bs); Monastero Ara Crucis di Faenza (Ra); Anna Gibellini; Gruppo del Rosario di Polverigi (An); Cesare Carloni; Osvaldo Pennacchioni; Giuliana Bartali; Partecipanti alla Peregrinatio Mariae di Castelnovo né Monti (Re); Famiglia Andreoni Tagliavento; Carlotta Bassi; Domenicane di Tamai di Brugnera (Pn); Luciana Querzola; Adriana Hinna; Giampaola Negri; Vincenza Russo; Nicola Brusciano; Ariella Colombin; Paolo Vezil; Pietro Filomena Romei; Felicia Persico; Sandra Comelli; Gruppo del Rosario di Villesse (Go); Emil Radetic; Gruppi del Rosario di Aquileia (Ud); Orazio Ghinoi; Nunzia Gubitosa; Lorena Carioni; Tina Amodio; Gruppi del Rosario di Montodine (Cr); Giuseppe Simini; Ida Urletti; Anna Di Guido; Don Damiano Marco Greci; Silvia Vita Seppi; Suor Maria di Montfort; Lorenzo Comar; Francesco Terroni; Clara Ronchetti; Domenica Fortugno; Rosa Perosa; Sergio Scandroglio; Maria Laghi; Giuseppina Bigoni; Nazzarena Mori; Domenica Cangiotti; partecipanti alla Peregrinatio Mariae di Busto Arsizio (Mi); Roberta Persici; Alessandro Lotti; Agnese Dall’Armellina; Imelde e Alberta Sponticcia; Teresa Gianoli; Paolo Cipriani; Franca Strini; Giovanna Blatti Scotti; Vittorio Castellan; Annarita Indino; Sandra Beghelli; Anna Altomare; Andrea Raimondi; Leone Basilio; Famiglia Chiandotto Flaugnacco; Mauro Faverzani; Mariateresa Manfedi Uberti; Cinzia Marini; Antonio Gallo; Rosaria Modica; Anna Magi; Rosalba Chinellato; Maria Santilli; Raoul Gavioli; Ada Caputi; Ferdinando Tallei.
2) in memoria dei defunti, per preghiere, chiedere grazie o celebrazione di ss. messe: Gruppo del Rosario di Polverigi (An); Giampaola Negri secondo le sue intenzioni; Norma Neri per le sue intenzioni e in suffragio defunti Amleto, Giuseppina e antenati; Rosanna Mozzicafreddo per grazia ricevuta; Guido Mozzigafreddo in suffragio di Giuseppe, Sestilia, Filippo, Claudia, Gennaro e Ruga; Franco Ferretti.
3) per acquisto di sussidi: Suore Missionarie di S.Sisto di La Spezia; Monastero Ara Crucis di Faenza (Ra); P. Piero Lanza; Claudio Ceccaroni; Confraternita del SS.Rosario di Gallipoli (Le); Parrocchia SS. Pietro e Paolo di Castrezzato; Monastero Domenicano di Castelbolognese (Ra); Don Marino Perdisa; Monastero Carmelitano di Lodi; Don Elvio Re; Angelo Cangero; Guido Mozzicafreddo; Don Ermanno Turla; Elisabetta Rocchetti per Monica, Gabriella e Tommaso; Paolo Vezil; Suor Giuseppina Abampi; Anita Ippoliti; Orlando Serra; Suor Luisa Colombi; Famiglia Molteni; Giampietro Gasparotto; Confraternita del Rosario di San Giorgio a Morgeto (Rc).
4) per le adozioni a distanza: Ambrogio Caserini per Ana Paula Ferriera Caetano; Ambretta Negri per Lucas Oliveira Riston; Giampaola Negri per Isabela Oliveira Riston; Loretta Sangoi per Jorge Matheus Gonçalves; Famiglia Giantomassi per Amanda Inacio Da Silva; Ilde D’Agenio per Luiz Eduardo Brechò dos Reis.
HANNO COLLABORATO CON LA LORO OPERA: Fratini Fernando; Famiglia Boggio Carrera; Daniela Triaca e Angelo Gazzaniga; Anna Scarpenti; Enrico Veneziani; Maria Pia Bartoli; Ilaria Giannarelli; Elvio Barzotti; Vittoria Radi; Tania Rondani e Luca Borelli; Massimiliano Guerrini; Anna Scarpenti; Stefania e Angelo Talamonti; Jonne e Viserbo Bertocchi; Anita Ippoliti; Piera Pozzi.
Amore a Maria L'amore del Cardinale Ildefonso Schuster, sbocciato nell'infanzia, acquista sempre nuovo vigore e calore, senza perdere la freschezza dei primi anni. Lo dimostra il fatto che, mentre lascia Milano per ritirarsi nel Seminario di Venegono, al fine di curarsi meglio del grave male che Lo affligge, volge un affettuoso sguardo alla Madonna di Fatima che aveva fatta collocare in mezzo al cortile del Palazzo Arcivescovile, e le lacrime inumidiscono le pupille e bagnano la porpora. Porta un anello piccolo, di poco prezzo, in cui è incastonato un cammeo raffigurante la Vergine, per speculazione, egli dice, perché «così chi lo bacia non bacia una pietra, ma la Madonna!». Quanti messaggi mariani indirizzati alla sua Diocesi! Suggerisce modi concreti di amare la Madonna: «Tra i fioretti più graditi alla Vergine Immacolata assunta corporalmente in cielo – scrive – è quello della cristiana modestia delle vesti.» (Da Il segreto di una Corona, Attilio Borzi, Edizioni dell'Immacolata)
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B) SONO STATI ISCRITTI ALLA FRATERNITA O GRUPPO DEL ROSARIO: dalla segreteria: Fabrizio Omiccioli di Marina di Ravenna (Ra); Giuseppina Ajello di Nova Milanese (Mi); Fabrizio Tajè di Legnano (Mi); Bruno Tommasi di Lucca; Diana Signori e Rosetta Troietto di Caselle di Altivole (Tv); Maria Teresa Maurichi di Cagliari; Alberto Marchiani di Carzeto (Pr); Giliola Messori di Castellarano (Re); DanielY Romero, Alda Maria Teresa Plazzotta, Marian Zgaynar, Maria Biudes, Daniela Zgaynar dell’Argentina; Serena Pizzocaro di Abbiategrasso (Mi). da Franco Petean di Aquileia (Ud): Carlo Pasini e Elvira Vancini, Lorenzo Comar, Riccardo Cossar, Olga Del Neri, Adriana Galgani di Aquileia (Ud); Agnese Boscain e Franca Brunello, Piergiorgio Venier di Fiumicello (Ud); Giuseppina Fornasin e Luigi Falcone di Perteole (Ud); Angela Pozzar di S.Lorenzo (Ud); Laura Muser di Bagnaria Arsa (Ud); Lea Di Fabio di Villa Vicentina (Ud); Rita Petean di Belvedere (Ud). dalla segreteria: Karin Carasi di Vescovato (Cr); Francesca Tusini di Pavullo nel Frignano (Mo); Nicolino Astore di Termoli (Cb); Antonio Gallo di Firenze; Massimo Migliavacca di Como; Cristina Landuzzi di Bologna; Alessandro Lotti di Cremona; Romeo e Maria Ferretti di Campagnola Emilia (Re); Donato Masi di Venosa (Pz); Beatrice Michelini di Castel d’Argile (Bo); Giovanni Facchetti di Cremona; Tiziana Rossi di Solere (Bg); Stefano Galisch di Roma; Anna Maria Ligi di Lipomo (Co). dalla segreteria: Elena Cavallari di Rezzato (Bs); Mauro Faverzani e Franca Anelli di Cremona; Enrico Perricone e Basilio Leone di Bologna; Michele Lancini di Capriolo (Bs); Geremia Dominici di Rimini; Sabina Benofi di Bellocchi (Pu); Filomena Lauria di S.Caterina dello Ionio (Cz); Maria Rosaria Orsini di Roggiano Gravina (Cz); Clara Ronchetti di Fiesse (Bs); Paola Alessandra di Milano; Maria Carbonella e Anna Montella di Mondragone (Ce); Carlo Sands di Napoli. dalla segreteria: Bruno Di Iorio di Portici (Na); Angela Maria Rossigni e Antonella Iride di Misano di Gera d’Adda (Bg); Benedetta Gamberoni di Ravenna; Fiorella Moretti di Sezze (Lt); Elisabeth Stringari di Nanno (Tr); Mario Accardo di Classe (Ra); Graziano Sangiorgi di Livorno; Graziella Bruno di Roma; Cristina De Simoni di Riccione (Rn); Valeria Mantovani di Parma; Alfredo Benaglia di Bologna; Maria Teresa Manfredi Uberti di Cremona; Andrea Aversa di Ceccano (Fr); Gianangelo Caronni di Rho (Mi). C) SONO STATI ISCRITTI ALL’ORA DI GUARDIA: Diana Signori e Rosetta Troietto il 1° lunedì del mese dalle ore 21 alle ore22; Margherita Salvemini il giorno 1 di ogni mese dalle 6,00 alle 7,00; Filomena Lauria il 19 di ogni mese dalle 9,00 alle 10,00; Basilio Leone il 2° mercoledì del mese dalle ore 21,00 alle ore 22,00; Maria Rosaria Orsini il 14 di ogni mese dalle 15,00 alle 16,00; Bruno Di Iorio il giorno 1 di tutti i mesi dalle ore 18,00 alle ore 19,00. D) SOSSTATI NOMINATI ZELATORI O ZELATRICI: Susanna Piva e Silvana Lecca di Bosco Mesola (Fe); Viviana Bonomo, Giuseppe Campisi, Eleonora Cavarretta, Rosario Crivello, Daniela Di Giovanni, Matilde Di Paola, Salvatore Distinti, Angelo Geloso, Anna Mazzara, Pietro Mazzara, Silvia Parisi, Anna Maria Pucci, Stefano Savoca, Mario Sole, Maria Tagliavia, Giovanna Valdesi di Palermo.
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nuovi iscritti al movimento domenicano del rosario
A) SONO STATI ISCRITTI ALL’ASSOCIAZIONE DEL ROSARIO VIVENTE: dalla segreteria: Concettina Nifosi di Ispica (Rg); Bruna Aldrovandi di Mantova; Filomena Di Bari di Aosta; Rosita Coluccio e Teresa Camini di Marina di Gioiosa Ionica (Rc); Giulio Di Giuseppe di Roseto degli Abruzzi (Te); Patrizia Tornincasa di Fabbrico (Re); Donato Masi di Venosa (Pz); Giuliana Piangerelli e Giuliana Sampaolesi di Poverigi (An); Natalina Zerbini di Bologna; Angela Valenti di Siracusa; Pierina Briganti e Giulio Germi di Medesano (Pr); Ivana Schiera di Palermo. dalla segreteria: Grazia Tonello di Mirano (Ve); Gabriella Mazzoni di Villa Potenza (Mc); Fiorina Giorgini, Maria Mazzoni, Dino Carlini, Maurizio Morlacco, Gina Rossi, Primo Galassi, Anic Ruza e Luigi Fava di Porto Potenza Picena (Mc); Maria Teresa Coluccio di Gioiosa Ionica (Rc); Roberta Preti di Cesena (Fc); Enza Bono, Barbara Folchini e Claudia Lentini di Palermo. dalla segreteria: Matteo Pizzo, Rosaria Tabbone, Claudio Sanfilippo, Paolo Salamone, Salvatore Bellone, Miomma Marino, Daniela Di Giovanni, Emanuele e Dalila Sanfilippo, Maria Tarantino, Lorenza Di Giovanni, Vittorio Costantino, Anna Mirabella, Anna Maria Giuliano e Francesca Sinagra di Palermo. dalla segreteria: Domenico Basso, Rosa Valdesi, Umberto Di Lorenzo, Rosaria Valdese, Salvatore Pistone, Tina Genuardi, Maria Concetta Mannino, Giacoma Cangemi, Giuseppe Mannino, Silvia Maggiore, Giusi Calvaruso, Giusi Valdesi, Matilde Catalano, Vincenza Bonaccorso e Virginia La Barbera di Palermo. dalla segreteria: Renata Canavesi di Carpaneto Piacentino (Pc); Luisa Prignacchi di Ostiano (Cr); Luisa e Concetta Benigno, Maddalena e Antonino D’Ambrogio, Rosaria Crivello, Giuseppe e Girolama Spataro, Alessio Pecoraro, Carmela Campisi, Giuseppe Sanfratello, Emanuela e Salvo Bevilacqua di Palermo; Elisabetta Gestri di Bottegone (Pt). dalla segreteria: Leopoldo Tumminello di Piacenza; Giancarla Piccoli di Piacenza; Franca Benini di Punta Marina Terme (Ra); Antonella Pizzuti di Montavano (Cb); Rosaria Vinciguerra di Palermo; Giovanni Campagna di Minerbio (Bo); Rossella Mezzetta di Gorgonzola (Mi); Franca Astolfi e Yoao Carlos Ferreira Patruni di Ravenna; Francesca Camiciotti, Imperia Fornaciari e Marisa Catini di Firenze; Francesca Milanesi di Soresina (Cr); Eleonora e Francesca Saracino di Salice Salentino (Le).
ricordatevi
che dalle ore 10 di
sabato 16 settembre nei locali del Santuario di S. Maria in Porto a Ravenna
sabato 23 settembre nei locali dell’Abbadia di Fiastra vicino a Macerata
sabato 30 settembre nei locali del Santuario di Muris vicino a Percoto (Udine)
fino al tardo pomeriggio ci ritroveremo per pregare, meditare e condividere celebrando insieme i
raduni del rosario regionali per ogni informazione: Padre Mauro tel. 335 5938327
In caso di mancato recapito inviare all’ufficio di Bologna CMP detentore del conto per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa