lo conoscevate?
Un grande devoto della B. Vergine e del s. rosario Nel centenario della morte di fra Girolamo Savonarola (prima parte)
“Io non so come lodarla a sufficienza” Il grande apostolo di Firenze, il domenicano Girolamo Savonarola, è un innamorato della B.Vergine. Maria è continuamente presente nella sua vita e nella sua attività apostolica. Egli canta le grandezze di Maria nelle sue poesie; esorta i fiorentini a imitarne le virtù; invita gli artisti a glorificarla nelle loro opere, che sono “come libri” per i fedeli. Nelle prediche ha parole di squisita tenerezza per la Madre di Dio. Spesso ne parla con espressioni di infuocato calore: certamente frutto di esperienze personali. “Che diremo delle laudi della Regina nostra? Io non so come lodarla a sufficienza; chè non si può... O Maria, la tua laude debba essere grande e dobbiamo assai laudarti; la tua bellezza ci ha cavato el core” (Prediche sopra Amos e Zaccaria, Ed. Naz., III,p.117). “Il nome di Maria è glorioso, santo e dolce”. È glorioso, perché vuol dire “madonna”; è santo perché in lei è “massimamente puro; è dolce, perché significa quello che ci dona, mille dolci consolazioni”.
“Tu se’ la nostra avvocata” Maria è tutto nella vita di fra Girolamo. “Tu se’ la nostra avvocata -supplica- tu se’ nostra madre, tu signora nostra, tu vita nostra, tu dolcezza del cor nostro, tu se’ tutta la speranza nostra... Aprendo tu la mano tua, tutte le cose saranno ripiene di bontà e rimovendo tu la faccia tua, saranno turbate”. Dopo aver proclamato Cristo re dei fiorentini, vuole che Maria ne sia la regina. Nel giorno dell’Annunciazione (1496), che è la festa della divina maternità, causa della sua regalità, invita la Beata vergine “a regnare in Firenze”. “Vogliamo - egli supplica che, Maria sii la nostra Regina e che tu venga a regnare in Firenze perché tu se’ tanto umile e tanto benigna. O Signore, tu sei il nostro re, vogliamo ancora questa regina, che è tanto illuminata... Ella è avvocata dei peccatori e noi facciamo di molti peccati... O Maria, intercedi per noi...; tu hai abbastanza di ricchezze, deh infondile sopra di noi al cospetto del tuo Figliuolo; volgi gli occhi pietosi alla nostra miseria” (Sopra Amos e Zaccaria cit.,III,118-119). Alla potente intercessione di Maria Savonarola attribuisce tutto ciò che di buono avviene a Firenze. Nei momenti più difficili per la città, Maria è sempre il suo rifugio e la
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sua speranza. Mentre Carlo VIII si sta avvicinando a Firenze e i cittadini sono terrorizzati, Savonarola li rincuora dal pulpito: “Abbiamo Cristo al nostro governo e la Vergine appresso a lui, nostra avvocata... che non manca mai a chi a Lei ricorre per aiuto” (Prediche sopra Giobbe, Ed. Naz.,I,p.446). In occasione dell’elezione della Signoria, così egli prega: “Regina nostra e della nostra città, tu se’ piena di grazia, priega per noi il tu Figliolo che ci dia la sua benedizione e che si degni di governarci questa mattina e darci una buona Signoria” (Sopra Amos e Zaccaria cit.,I,p.259). A proposito del cambiamento di governo avvenuto a Firenze (1494) senza spargimento di sangue, afferma: “Sappi che Dio e la vergine sono stati quelli che hanno condotto quest’opera e non tu” (Sopra Giobbe cit.,II,p.15). Fermamente convinto della celeste protezione di Maria sulla città, ai fiorentini egli ricorda: “Tutte le grazie promesse alla città di Firenze e che Firenze ha avuto insino qui, specialmente ti sono state concesse per la vergine... Non sapete voi che l’è la nostra madre?” (Prediche sopra Ruth e Michea, Firenze 1889, p.397). L’immensa fiducia di Savonarola in Maria si fonda sulla divina maternità della Beata Vergine. Perché è Madre di Dio, Maria è potentissima ed infinitamente clemente. È mediatrice universale di grazie perché, come Madre di Dio, partecipa del suo potere infinito. “Pensando io di avere qualche avvocato presso Dio che plachi l’ira sua e interceda grazie per noi, pensai di non essere il migliore mezzo che la Vergine, la quale è Madre e Sposa di Dio ed è stata abitacolo del Figliuolo di Dio; per il che non pare giusto che le possa essere denegata da Dio cosa alcuna” (Sopra Giobbe cit.,I,p.278). Nel suo commento all’Ave Maria fra Girolamo esclama: “Madre di Dio, o lode incomparabile! Che si può più dire in laude di Maria? Questa parola è tanto grande ed alta che, chi la pensa bene, io credo che non si possa dire cosa di maggior gloria alla gloriosa Regina dei cieli. Questa laude passa ogni laude: Madre di Dio! Certo... Madre del suo creatore, Madre del suo redentore, Madre del suo Sposo, Madre del Creatore dell’universo, Madre del Padre degli angeli, Madre del Padre della natura umana, Madre del Padre di tutte le creature; adunque Madre di tutte le creature” (Esposizione sopra l’orazione della Vergine, p.142). P.Alfonso Maria D’Amato o.p.
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