Un grande devoto di maria e del rosario 2

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lo conoscevate?

Un grande devoto della B. Vergine e del s. rosario Nel centenario della morte di fra Girolamo Savonarola (seconda parte)

Maria, esempio di vita cristiana A tutti: agli uomini, alle donne e ai fanciulli Savonarola ha un consiglio da dare in nome di Maria, modello di vita cristiana. Agli uomini consiglia l’unità degli animi e lo spirito di pace, perché Maria è “la madre dell’amore” e vuole che tutti formino “un cuor solo e un’anima sola”; alle donne consiglia la modestia nel vestire, perché Maria è “Madre di bella dilezione e non d’amor mondano”; ai fanciulli dice di essere devoti di Maria, di recitare il suo Ufficio e “la coronella” (il rosario) e di raccomandarsi a Lei, perché ella è la loro “mamma” e li libererà da ogni male (Sopra Amos e Zaccaria III, p. 119-122; cfr anche I, p.115). In particolare, Maria è esempio ai cristiani “per la gran conformità che aveva con la volontà di Dio. Lei partecipò intensamente alla passione di Cristo con piena adesione alla volontà del Padre”. Nella passione di Cristo, Maria “ebbe grandissimo dolore. La Vergine era illuminata dentro più che alcuna altra creatura. Credi tu che ella non sapesse tutta la passione di Cristo... Quasi tutti li segreti di Cristo aveva Maria nel suo santissimo petto... La Vergine gloriosa aveva l’anima sua e la volontà e la ragione in Dio; si era fissa con la volontà di Dio... e non voleva che il Figliuolo non patissi, anzi voleva ed eragli grata, perché tutta si conformava con la volontà divina. Nientedimeno, perché sapeva che era razionale il dolersi... disse: ‘io voglio ancor io patire, voglio patire ancora io...’. Ecco voi avete esempio della Vergine; per la gran conformità la quale aveva con la volontà di Dio, ella stette forte in questa tribolazione” (Sopra Amos e Zaccaria III, p.263-266). Nello spirito della “riforma dei costumi” per la quale egli lotta fortemente, Savonarola esorta le donne fiorentine a imitare la semplicità di Maria e condanna anche “le vanità” che attraverso l’arte sono entrate anche nelle chiese. Savonarola condanna particolarmente gli artisti che, nelle loro opere esposte in chiesa per il culto, rappresentano in persona sanctorum personaggi di non buona vita cristiana o addirittura di pessimi costumi. Le immagini sacre -egli dice- sono come libri specialmente per le persone semplici; hanno lo scopo di “mantenere la memoria de li santi nel cuore delli uomini e per eccitarli al ben vivere, dalli loro esempli e santa vita, e etiam acciocché spesso levino la mente a

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fare orazioni a loro”. “ Le cose che i santi hanno fatto in questo mondo, dipinte o scolpite o per altro simile modo espresse, sono poste in scambio di libri alle semplici persone” (Triumphus Crucis, Ed. Naz., pp. 482-483). Rappresentare i santi o la beata Vergine Maria con personaggi di vita cristiana non esemplare “è cosa molto mal fatta e di grande dispregio delle cose di Dio”. E aggiunge: “ Credete voi che la Vergine Maria andasse vestita a questo modo come voi la dipingete? Io vi dico ch’ella andava vestita come poverella... Vuoi fare parere la Vergine Maria vestita come meretrice?” (Sopra Amos e Zaccaria II, p. 25-26). “Dicasi la coronella alla Vergine”. Savonarola è pure molto devoto della Madonna del Rosario. Nella seconda metà del ’400 il movimento rosariano ha un nuovo grande sviluppo, fra Girolamo si innamora della devozione e se ne fa subito grande propagatore. Egli esorta i fiorentini a dire “la coronella”, acquista anche varie “corone” e le distribuisce ai suoi più fedeli ascoltatori. Il 14 giugno 1495, festa della SS. Trinità, esorta i fiorentini ad aver fiducia in Dio e nella B. Vergine. Se Dio è con noi -dice- siamo sicuri di vincere. Ricorda poi che Firenze ha una grande “avvocata”, la Beata Vergine Maria; deve aver fiducia in Lei. “La tua avvocata mi disse: Firenze, diletta di Dio e del mio Figliuolo Iesù Cristo e amata da me, abbi fede sta’ in orazione e fortificati in pazienzia, perché con queste cose conseguiterai appresso di Dio eterna salute e gloria appresso agli uomini... Queste parole della Vergine non possono mancare”. Dopo aver esortato alla penitenza, alla confessione e alla comunione eucaristica, Savonarola invita ancora i fiorentini a recitare il rosario. “Dicasi la coronella -egli dice- la coronella che abbiamo ordinato, alla Vergine tre volte al dì” (Prediche sopra i Salmi, Ed. Naz., II, pp. 50-68). Esorta a recitare il rosario “tre volte al dì”; il rosario è il “salterio mariano”, è “il breviario” dei laici. Le 150 Ave Maria del salterio mariano corrispondono ai 150 salmi del salterio di Davide; vengono recitate in tre momenti distinti della giornata in corrispondenza ai tre momenti nei quali si recita l’Ufficio divino: primo mattino (mattutino e lodi), mezzogiorno (ore minori), sera (vespri e compieta). Fra Girolamo è molto devoto del rosario di Maria, perché nella meditazione della vita, della passione e morte, della risurrezione di Cristo, accanto a Maria, trova la forza ed il coraggio per combattere la corruzione dei costumi, per sostenere le molte persecuzioni e per vivere con la massima coerenza la propria vocazione di apostolo della verità, in ogni momento, senza il timore di nessuno, fino al dono totale della sua stessa vita. A Maria, fra Girolamo affida il suo spirito nell’ultimo terribile momento della sua vita. E Maria avrà certamente accolto nel suo materno abbraccio quell’anima tanto innamorata di Lei, quel suo apostolo, che nelle sue mani aveva già “lasciato il suo cuore”. (Compendio di rivelazioni, Ed. Naz., Roma 1974, p.116). P. Alfonso Maria D’Amato o.p.

Girolamo Savonarola. Martire della verità, presentazione del P. Innocenzo Venchi, Edizioni Tipoarte, Bologna 1998, pp.254.

ALFONSO D’AMATO,

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