Una moglie e madre che prega in famiglia

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INTERVISTA a Dorotea Ravaioli

Una moglie e madre che prega in famiglia

Come avete cominciato a pregare in famiglia? In modo spontaneo, quasi di necessità: come per il mangiare vedemmo necessario anche il pregare. Chi ha avuto per primo questo desiderio? In modo sistematico, la mamma, ma anche i figli, una volta imparato, pregavano in modo naturale. Come hanno risposto gli altri membri della famiglia? I figli bene, il capofamiglia indirettamente seguiva, ma non con noi, sembra sempre prevalere per alcuni l’impressione – ed è il nostro caso – che la preghiera sia un atto di debolezza. Ciononostante al marito fa piacere vedere moglie e figli dedicarsi alla preghiera piuttosto che ad altro, ma sono quei caratteri che non vogliono farsi coinvolgere. Quali difficoltà avete avuto all’inizio e come le avete superate? Nessuna difficoltà particolare, solo organizzare gli orari e i momenti opportuni, superando eventuali ostacoli, ogni giorno, di volta in volta. Oggi è cambiato il vostro modo di pregare? Per certi versi sì! I figli sono cresciuti, ma hanno mantenuto la responsabilità di pregare, solo che ognuno lo fa per conto proprio: un figlio è militare e mi ha promesso che la sera prega, io comunque glielo ricordo sovente, l’altra figlia più grande all’università non dimentica di pregare anche quando si trova in treno, visto che fa la pendolare. Comunque quando possiamo e siamo nuovamente riuniti, andiamo alla Messa insieme e a tavola ringraziamo insieme.

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Che cosa si può fare quando non si riesce a creare il clima adatto perché forse i più piccoli sono distratti e gli adulti sono preoccupati per i tanti problemi della vita quotidiana? Intanto esercitare molta pazienza! Un clima adatto è quello in cui i bambini si sentono a proprio agio, la distrazione è sempre in agguato: allora tocca agli adulti staccare la presa con i problemi del mondo ed usare il momento di preghiera per nutrire le proprie energie. Non è difficile: molto dipende dalla frequentazione a questi momenti: più si fanno, più si riuscirà a renderlo un momento appetibile del quale non poter fare a meno. Meno si fanno e più diventa faticoso concentrarsi... Proporsi e mai imporsi, tuttavia essere anche autorevoli (non autoritari) aiuta molto e i bambini imparano la necessità di una certa disciplina... Chi non condivide questa scelta perché è lontano dalla Chiesa come può “rimanere in famiglia” anche in questi momenti? Nella mia esperienza ho constatato come al marito, che dice di non essere praticante, sia gradito che la moglie preghi e che educhi i figli a questa “pietas”, ma spesso non è facile: occorre, come insegna Gesù, essere docili ma anche astuti! Esteriormente bisogna prima “soddisfare” le necessità utili al marito e alla casa in modo tale che non subentri la “gelosia” a che la moglie dedichi il suo tempo alla preghiera. Una volta svolte le questioni di casa, allora si potrà procedere ad inserire il momento della preghiera. Molte volte dovevo farlo quando il marito non era in casa... Occhio non vede e cuore non duole e la preghiera fa quanto deve fare! Non si tratta di “nascondersi” al contrario, di correggere anche forme di bigottismo che potrebbero, invece, scatenare una reazione contraria e di odio verso la Chiesa... Non si può obbligare nessuno, neppure i figli, alla preghiera, ma sollecitare, invitare, rendere piacevole ed importante questo momento, è un dovere che dobbiamo esercitare.

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In tal modo anche chi non condivide questa scelta, dovrà per correttezza tollerare, in famiglia, il momento della preghiera, e di conseguenza ne resta positivamente coinvolto. Il resto lo farà la Vergine Maria! Qualche consiglio pratico: avete scelto un luogo e un tempo specifici per pregare? Decidete insieme le preghiere da recitare? Usate qualche libro di preghiere? Solitamente nel pomeriggio, prima o dopo i compiti, in salotto, attrezzando il tavolo con la Bibbia, una candela accesa e la statua della Madonna del Rosario, ad ognuno la sua Corona: questo ai bambini piace molto. Ma anche la mattina, prima di andare a scuola, si riusciva a fare una visita in chiesa, oppure per la strada, si cantava qualche canto tradizionale mariano, ai miei figli piaceva molto cantare “Andrò a vederla un dì”, poi si finiva con qualche giaculatoria come: “Dolce Cuor del mio Gesù...”. Solitamente il Rosario, ma anche la Coroncina della Divina Misericordia seguendo, in certi tempi liturgici, qualche Novena o Triduo, così come anche la Via Crucis nei Venerdì di Quaresima, in casa, perchè non mi era possibile portarli ogni venerdì in parrocchia, e ai figli piaceva tenere a turno il Crocefisso per la meditazione. Avete utilizzato dei sussidi particolari? Sì, ho usato i libricini distribuiti dal Movimento Domenicano del Rosario, ed anche altri. Infine: quali sono i frutti della vostra preghiera per la vostra fede e per la vostra vita in famiglia? Posso dire e possiamo dire, quand’anche il marito fa finta di non essere praticante, ma in cuor suo segue tutto, che i frutti sono stati, e sono, davvero immensi e tanti: abbiamo salvato, grazie alla preghiera e a questa fede, oltre al combattimento contro varie tentazioni, il matrimonio a seguito di una crisi, che oggi come oggi, non risparmia nessuno; i figli sono cresciuti cristianamente in tutti i sensi, e conservano ancora, a 17 e 20 anni, un certo grado di purezza che oggi definiamo quasi prodigiosa... Il marito conquista ogni giorno che passa la serenità ed ha raggiunto un ottimo grado sia nel lavoro sia nella sua vita personale, dal mio canto ho imparato davvero crescendo e maturando nella Fede che senza Dio nella propria quotidianità, saremmo completamente persi e davvero disgraziati. Le prove non ci sono mancate, e forse ancora altre ne dovremo superare. La preghiera in famiglia non tiene lontane le prove, ma aiuta ad affrontarle e a superarle. Confidare in se stessi è deleterio, al momento della tentazione si rischia di naufragare. Ma, come si sgrana il Rosario, così abbiamo sgranato e snocciolato, giorno dopo giorno, i problemi quotidiani, i sette trasferimenti avuti, i conti da pagare, i figli da crescere ed educare, le tante incomprensioni che minavano l’unità della famiglia, le tante tentazioni che ci spingono sovente a guardare chi sta meglio di noi e mai chi sta peggio, la tentazione di credere che ognuno basta a se stesso.... Il Rosario, sia in famiglia o quando almeno un coniuge lo recita ogni giorno, è davvero “fortezza inespugnabile”, è l’àncora di salvezza contro gli assalti del Demonio, è anche studio dottrinale del Vangelo: chi dice il Rosario davvero può dire di conoscere “tutto” di ciò che insegna la Chiesa e impara tutto sull’uomo, sul perché nasciamo, perché viviamo e dove siamo diretti. Il Rosario non toglie nulla alla nostra vita, ma la arricchisce giorno dopo giorno, perché le promesse di Maria sono davvero attendibili e chiunque può farne esperienza.

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