C'era una Svolta n. 23 - Speciale Elezioni

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anno III numero 07/2016

Spedizione in abbonamento postale per l’interno. Stampe periodiche - Aut. N. 1346 del 07.06.2013 - Poste San Marino


ELEZIONI

ELEZIONI

20 NOVEMBRE 2016 Non cambiare l’abito...

leggi che ha appena approvato. Non fatevi fregare: i lupi perdono il pelo ma non il vizio, continueranno a razzolare così.

C

Ci sono le menzogne di partito: partiti nati dallo scioglimento di altri partiti di cui si doveva far perdere le tracce, e ora si presentano come il nuovo (pensate a Repubblica Futura, che nei fatti è formata da AP e UPR, ad esempio). Non fatevi fregare, cercate di capire chi sono i partiti che si celano dietro nuove sigle, perché mescolando il mazzo le carte cambiano ordine, ma rimangono sempre le stesse.

cambia il metodo!

i sono le menzogne istituzionali: Segretari di Stato che non avendo fatto nulla, o avendo fatto danni (pensiamo a Mussoni e alle condizioni della sanità, a Lonfernini che solo in campagna elettorale scopre che a San Marino c’è una pista da motocross, ecc.), ora bombardano la cittadinanza con volantini, opuscoli, conferenze, dibattiti. Non fatevi fregare, il loro vero volto è quello tenuto negli ultimi 4 anni, non quello espresso ora. Ci sono le menzogne di Stato: il trionfalismo di un’economia che va bene, servizi perfetti… il paese del Bengodi. Non fatevi fregare, il Paese vero purtroppo è quello che vivete ogni giorno, fatto troppo spesso di clientele, disservizi e favori agli amici. Ci sono le menzogne dei candidati più antichi: chi cambia opinione in base all’interlocutore, chi era al governo fino a due mesi fa e ora spergiura di voler cambiare le

Ci sono le menzogne di coalizione: sono gli attacchi vigliacchi contro altre coalizioni, sono le diffamazioni che mirano a prendere per i fondelli e disinformare i cittadini Cari concittadini, siete solo voi a poter fare la differenza: o vi fidate di quello che dicono e divulgano politici che hanno sempre mentito e nascosto i dati di pubblico interesse, oppure vi fidate di voi stessi, vi informate e cercate di capire dove stia la verità. La crescita dei nostri consensi, ottenuti col dialogo e il confronto continuo -mica solo in

campagna elettorale- con la gente comune, fa evidentemente perdere le staffe a tanti. Noi vi chiediamo di non credere né a noi né a qualsiasi altro politico semplicemente sulla fiducia o per abitudine. Cercate di guardarci negli occhi, di venirci a trovare e chiacchierare con noi, di farvi un’idea autonoma tra chi è il sistema marcio, chi l’altra faccia del sistema marcio, e chi un tentativo di antidoto. Per noi un sistema non si cambia sostituendo delle pedine ma solo rimettendo in discussione tutto. Sarete voi a stabilire le ragioni, e la direzione in cui andrà San Marino. Democrazia in Movimento, la coalizione formata da RETE e MDSI, in un modo o nell’altro, ha già vinto. Lo dimostrano gli attacchi scomposti nei nostri confronti e il timore dei Golia di fronte al Davide. Abbiamo iniziato 4 anni fa a cambiare il Paese. Porteremo a termine il nostro obiettivo.

numero 07 2016

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EDITORIALE

EDITORIALE DEL MESE di Marianna Bucci

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hissà perché durante la campagna elettorale i candidati sono tutti sorridenti, i programmi tutti ricchi di buoni propositi e i partiti non perdono occasione per sottolineare quanto si siano rinnovati al loro interno e quanto bene abbia fatto la loro presenza alla Repubblica. Con queste premesse, ogni elezione avrebbe dovuto produrre governi capaci e lungimiranti. Invece, nonostante i fiumi di miele, ogni governo è peggiore del precedente e in molti casi ne è semplicemente la replica, come è stato per Bene Comune dopo i quattro anni del Patto per San Marino. La campagna elettorale del 2016 non è diversa da quelle del passato. Di rinnovamento dei partiti non se ne vede neanche l’ombra, e soprattutto non c’è stato alcun cambiamento di metodo. Non sono bastati i rinvii a giudizio di tre su cinque Consiglieri dell’UPR (oggi Repubblica Futura), e dei loro ex Segretari; non sono bastati i rinvii a giudizio del Segretario alle Finanze Claudio Felici, del capogruppo del PSD Stefano Macina e l’arresto di Fiorenzo Stolfi (tutti PSD oggi diviso tra la coalizione “San Marino prima di tutto” e “Adesso.sm”); non sono bastati neppure gli arresti dei maggiori esponenti democristiani degli ultimi trent’anni Claudio Podeschi e Gabriele Gatti. Rinvii a giudizio, è bene ricordarlo, per accuse che vanno dall’associazione a delinquere, alla corruzione, al voto di scambio ecc. Se in seguito a questi avvenimenti i partiti avessero voluto abbracciare un rinnovamento vero, avrebbero colto la palla al balzo per fare verifiche interne e soprattutto per intervenire in tutti quegli ambiti in cui la discrezionalità della politica ha permesso il formarsi dell’associazione a delinquere di cui parla la magistratura. Ad esempio avrebbero potuto mettere un freno allo strapotere del Congresso di Stato (cioè dei nove Segretari) impedendo il rilascio delle licenze; abolire le nomine politiche in tutti i settori (diplomatico, pa, commissioni ecc); condurre

indagini all’interno dell’apparato pubblico per verificare le posizioni di chi ci lavora. D’altronde, quando nelle carte del tribunale si legge: “faccendieri, professionisti e politici (talora provenienti da partiti diversi) hanno dato vita ad un gruppo criminale che ha progressivamente occupato ogni istituzione ed ogni settore economico” e poi ancora che “non è mutato il contesto sociale che ha reso possibile reiterate condotte di investimento, occultamento, trasferimento dei proventi della corruzione” il primo pensiero di un politico che ha a cuore il paese avrebbe dovuto essere quello di far emergere tutte le malefatte, i clientelismi fuori e dentro la PA, le connivenze. Invece tutto è continuato come prima, i partiti si sono preoccupati solamente di spazzare più velocemente la polvere sotto il tappeto. Non sarà certo un caso se il 96% dei sammarinesi crede che il paese sia corrotto! (Fonte: dati sondaggio su percezione corruzione 2015) Il movimento RETE, qualche mese fa, ha fatto alcune proposte che, se approvate, avrebbero dimostrato la buona volontà dei partiti di volersi liberare dal fardello della cattiva politica. Abbiamo proposto un “pacchetto anticorruzione” che includeva: una Commissione per valutare le figure dirigenziali nella PA, modifiche sui tempi di prescrizione dei reati, interventi sui conflitti di interesse in Consiglio. Tre azioni di realizzazione immediata per mettere un “punto” una volta per tutte a clientelismo, corruzione, voto di scambio e riconoscere queste prassi come reati che danneggiano tutto il paese. Inutile dire che nessuna delle proposte è stata accettata. I partitoni e i loro satelliti hanno condiviso, anno dopo anno, governi e coalizioni con i vari rinviati a giudizio, hanno permesso a loro e ai loro accoliti di occupare tutti gli spazi istituzionali, non sono stati in grado o non hanno voluto – questo noi non lo sappiamo – vigilare. Le iniziative messe in campo pur di non rendere conto alla popolazione di questi atteggiamenti, sono molteplici. I vecchissimi – DC, PSD, PS – non fanno che ripetere come un mantra che non bisogna guardare al passato, che è una pagina chiusa. I vecchi, cioè i loro satelliti,

– gli ex democristiani di AP e UPR - si sono letteralmente nascosti dietro un nuovo simbolo, quello di Repubblica Futura, e vanno ripetendo che i loro gruppi politici non esistono più, che sono nuovi ecc. Li capiamo, non è che ci sia un operato di cui andare fieri. Con quale credibilità allora vengono a parlare di responsabilità? Con quale credibilità si ritengono in grado di poter risolvere le emergenze? Emergenze che non sarebbero tali se loro stessi non le avessero create anno dopo anno. Basti pensare ai due miliardi di crediti deteriorati (npl) nelle pance delle banche. Sono diventati un’emergenza solo nel momento in cui la loro esistenza è stata resa nota proprio dal Movimento RETE e dal Movimento Democratico San Marino Insieme durante un incontro pubblico a fine luglio del 2016. Prima di questa data, degli npl non c’è traccia (almeno ufficialmente). Nessun Consigliere, Segretario, partito di governo o opposizione ne aveva mai fatto cenno. Neppure nei vecchi programmi elettorali. Eppure è dal 2010 che il Fondo Monetario Internazionale li segnala alle nostre istituzioni. Come si può pensare che chi ha nascosto questo problema finora, ora sia in buona fede quando sostiene di volerlo risolvere? La tattica è sempre la stessa: si lasciano incancrenire le problematiche, per connivenza o superficialità e poi si cercano soluzioni solo quando dall’esterno ci mettono alle strette. E’ stato così per la black list ma anche per i rifiuti e per le banche. Quando ci puntano la pistola alla tempia, quando mandano la finanza ai confini, quando impediscono alle nostre imprese di lavorare, i politici si arrabattano per mettere una pezza. Ma non hanno neanche mai pensato a creare un sistema veramente alternativo a quello opaco e illecito tipico sammarinese. Noi vogliamo cambiarlo eccome invece, e abbiamo le mani libere per farlo. A questo punto quindi la palla passa ai cittadini: se tutto quello che è stato fatto in questi anni lo condividete, votate pure le altre due coalizioni. Ma se credete che sia il momento di cambiare, di cambiare davvero, il 20 novembre l’unica scelta possibile è Movimento RETE (coalizione Democrazia in Movimento)! Buon voto! numero 07 2016

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TRASPARENZA

SPECIALE CANDIDATI Candidati trasparenti

1. Daniela Amici:

8.207,67

P

2. Gloria Arcangeloni:

6.391,23

3. Stefania Balducci:

24.535,16

ubblichiamo di seguito le dichiarazioni dei redditi dei candidati del Movimento RETE specificando che:

• il 40% dei gettoni percepiti dai quattro Consiglieri è stato sempre utilizzato per finanziare “banca della vita – San Marino terra della biodiversità” (nota: il gettone di presenza, per chi lavora nel settore privato, va a coprire il permesso non retribuito previsto per la partecipazione alle sedute del Consiglio)

980,00

4. Riccardo Balestrieri: 5. Luca Berardi:

36.726,34

6. Barbara Bonifazi:

16.290,12

7. Marianna Bucci:

11.072,39

8. Roberto Ciavatta: gettoni di presenza in Consiglio Grande e Generale

19.652,93 + 12.511,68

• sul nostro sito nella sezione Lavori Consiliari è disponibile, per ogni seduta consiliare, il pdf del foglio delle presenze dei Consiglieri alle sedute con relativo importo dei gettoni percepiti (per gli anni 2015 e 2016)

9. Silvia Cesarini:

19.169,53

10. Christian Ferrari:

35.177,84

11. Davide Forcellini:

12.154,50

12. Raniero Forcellini:

31.643,43

• tutti i candidati del movimento RETE hanno consegnato, come previsto dallo Statuto del movimento, il certificato penale e il certificato carichi pendenti

13. Andrea Giani:

19.040,27

14. Sandra Giardi:

24.746,03

15. Andrea Guerra:

29.061,67

16. Elena Malpeli:

36.702,92

– di non aver mai subito condanne per bancarotta fraudolenta o reati finanziari in genere

17. Oreste Morganti:

22.226,15

18. Daniele Morri:

19.905,07

– di non aver mai collaborato con personaggi legati alla malavita organizzata nè mai aver aggirato le norme vigenti in campo finanziario e tributario

19. Francesco Nanni:

29.728,49

20. Marco Nicolini (indipente):

47.760,44

21. Alessandro Paoloni:

33.571,89

• i candidati hanno anche firmato un documento in cui dichiarano:

Nello stesso documento, i candidati si sono impegnati a dimettersi da RETE e da ogni carica interna ed esterna al movimento: – nel caso di divergenze con la linea programmatica del movimento (i voti raccolti alle elezioni appartengono al movimento, non al singolo candidato. Se ci sono distanza tra il movimento e i singolo eletto/a, quest’ultimo deve rinunciare ad ogni carica. Non può mantenere le cariche ottenute con i voti di RETE spostandosi altrove)

7.776,76

22. Adele Tonnini: 23. Elena Tonnini: gettoni di presenza in Consiglio Grande e Generale

15.761,85 + 13.056,56

24. Davide Ugolini:

27.225,49

25. Renzo Jarno Vandi:

36.503,31

26. Grazia Zafferani (casalinga): gettoni di presenza in Consiglio Grande e Generale

0 8.933,55

– nel caso di procedimenti penali per reati che arrechino danni al pubblico

27. Gian Matteo Zeppa: gettoni di presenza in Consiglio Grande e Generale

19.345,75 + 13.683,87

– nel caso in cui emergesse la non veridicità di quanto dichiarato.

Le tabelle integrali sono disponibli sul nostro sito numero 07 2016

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TRASPARENZA

SPAZIO CANDIDATI Ecomostri, governi e PRG

di Raniero Forcellini

A

nche noi, per non farci mancare niente, abbiamo i nostri piccoli ecomostri. Mostri di cemento incompatibili con l’ambiente circostante e di un pesante impatto visivo, ma differenti dagli ecomostri italiani tutti abusivi, in quanto i nostri, per distinguerci dagli altri, sono perfettamente legali. Mostri nati negli ultimi 20 anni proprio quando il nostro Stato si è dotato del primo Piano Regolatore Generale nel 1981 e del secondo nel 1992.

criterio sicuramente sarebbe stato di aiuto alla nostra economia per almeno 30-40 anni. Immobiliaristi e speculatori hanno avuto amici nei Congressi di Stato dove, grazie alle famigerate “convenzioni”, hanno dato uno e preso cento, non hanno pagato oneri di concessione e di urbanizzazione, tutto a discapito dello Stato e della collettività che con quei soldi poteva investire nel sociale. Con le varie interpretazioni del Testo Unico hanno raddoppiato vani e appartamenti come la “moltiplicazione dei pani e dei pesci”. Il nostro patrimonio naturale e architettonico è sempre più compromesso: i nostri paesi sono dei piatti contenitori senza luoghi di incontro e di aggregazione, senza spazi verdi dove il padrone è l’automobile. Non abbiamo parchi, quelli previsti dal PRG erano 26, per circa 400 ettari, un 6-7% del territorio, ne hanno realizzati una esigua parte quando invece la loro realizzazione doveva andare di pari passo con l’ultimazione delle aree edificabili che sono state quasi tutte completate.

La gestione del PRG non ha seguito regole ed esigenze dell’interesse collettivo ma è stata dettata dai governi assieme a speculatori e grossi gruppi immobiliari e finanziari che scopriamo poi oggi essere più o meno puliti. Il nuovo PRG dovrebbe puntare a fermare il consumo di suolo e la cementificazione, senza prevedere aree di espansione urbanistica e che investa invece sulla ristrutturazione, riqualificazione e il recupero dell’esistente per migliorare la nostra qualità di vita e così anche abbattere i consumi energetici riconvertendoli alle energie rinnovabili. Un PRG che valorizzi il paesaggio e l’agricoltura. Ma se non ci saranno inversioni di tendenza nella gestione del territorio l’obiettivo sarà sempre lo stesso: costruire edifici su edifici a prescindere, soddisfando bisogni che non hanno a che fare con la collettività ma che sono utili solo a favorire investimenti sicuri a poche persone. Noi abbiamo un grande ecomostro alimentato da interessi politici ed economici, una colata di cemento e asfalto, che consuma il suolo indiscriminatamente senza criterio e senza logica.

Ci hanno fatto credere che il P.R.G. fosse simbolo di progresso e sviluppo ma ha avuto condizionamenti di natura politica e privata e una gestione affidata ad una commissione tutta politica: la C.P.TCommissione per le Politiche Territoriali (ex Commissione Urbanistica), anello mediatore tra Consiglio e Governo, che ha approvato i Piani Particolareggiati, che sono gli strumenti di attuazione del PRG. Così sono venute a meno le soluzioni dei problemi importanti come viabilità principale, centri storici, riqualificazione delle espansioni urbane, spazi collettivi e salvaguardia del verde e del paesaggio. Un PRG, quello attuale, sovradimensionato allo sviluppo del paese dove immobiliaristi e speculatori hanno potuto costruire a più non posso, essendo stati culo e camicia con i governi e la C.P.T. e fregandosene delle buone regole dell’urbanistica, sono arrivati a realizzare un paese per farci dormire 50/60.000 persone e con un numero madornale di edifici completamente vuoti (appartamenti, negozi, uffici, capannoni).

Il costruire ci è stato inculcato come una necessità dell’economia che doveva avere ricadute positive sul benessere dei cittadini e visto il livello di cementificazione che abbiamo avuto negli ultimi anni dovremmo avere una qualità della vita più alta d’Europa e del mondo. Perché invece non è così?

Oggi dopo 24 anni ha ancora margini di edificazione, quando ne doveva durare circa 10, e se fosse stato gestito con legalità e

Raniero Forcellini (Ranfo) ha sempre denunciato attraverso le sue vignette satiriche la cementificazione selvaggia in Repubblica. A sinistra una vignetta del 1988 comparsa sul mensile Cric, e a destra una del 2016. numero 07 2016

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ELEZIONI

SPAZIO CANDIDATI La scuola che vorrei

di Grazia Zafferani

A

vete mai chiesto a un bambino come vorrebbe la scuola? Il denominatore comune tra le risposte è sempre il gioco, cioè apprendere divertendosi attraverso la sperimentazione e la ricerca. Una bella differenza rispetto al sistema scolastico attuale che è fondato principalmente sulla teoria. E allora, perché non prendere spunto dal sistema scuola norvegese o finlandese? I sistemi scolastici di questi paesi hanno consolidato con ottimi risultati la manualità e la creatività utilizzando i 44 sistemi sensoriali, oppure integrando il tanto amato metodo Montessori che è basato sull’apprendimento come conseguenza

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delle esperienze che si fanno a scuola o in ambienti esterni. Spesso e volentieri la parola “creatività” va a scontrarsi con il metodo scolastico attuale. Invece, secondo noi, racchiude la chiave che porterà le nuove generazioni a realizzarsi all’interno di una società in continuo movimento. Purtroppo, la nostra scuola si è soffermata e arenata unicamente sul termine Istruzione e questo ha significato limitarsi a riempire un barattolo vuoto senza aver messo in pratica le nozioni acquisite. La differenza tra educare (dal latino educere) e istruire non è così sottile ma diciamo sostanziale: la prima significa “tirare fuori” e quindi non pensare più che la testa sia un barattolo vuoto da riempire, la seconda invece, significa “inserire” all’interno dell’alunno informazioni come, ad esempio, date, nomi o qualunque altro dato che possa aumentare le conoscenze. Ecco perché per noi è più importante individuare il talento e la predisposizione dell’alunno così che potrà fare la differenza e realizzarsi, diventando un cittadino felice. Per noi è fondamentale indirizzare la scuola a far questo. Non a caso nel nostro programma la Segreteria di Stato si chiama “Segreteria Per l’Istruzione e l’Educazione” e questa è una premessa sostanziale per far capire che indirizzo abbiamo intenzione di prendere insieme ai docenti, la politica tutta e le famiglie. La scuola è e sarà sempre l’istituzione educativa più importante per la socializzazione: un luogo sociale e culturale, dove attraverso norme ed esperienze l’alunno partecipa ad attività e crea una cultura coi pari. Intendiamo promuovere una scuola che oltre ad istruire sia capace di intercettare e valorizzare i talenti degli alunni e consentire in tal modo uno sviluppo armonico dell’individuo, poiché questo è il vero principio dell’educazione: far sì che ognuno possa diventare pienamente se stesso e mettere in comune le proprie capacità per la soddisfazione dei bisogni di tutti e, nello specifico, del singolo. Difenderemo la scuola affinché rimanga un’istituzione pubblica, per garantire a tutti i cittadini il medesimo diritto di accesso alla formazione. Per noi l’istruzione è un investimento ed è la premessa per qualunque scelta economica che miri all’unico sviluppo sostenibile e auspicabile per tutti i paesi del mondo: il progresso!

Incontri pubblici di NOVEMBRE ore 21:00

Giovedì 10

Domagnano

(Sala Montelupo)

Sabato 12

San Marino Città (Palazzo Graziani) Speciale ECONOMIA ospiti Massimo Amato e Gian Gaetano Bellavia

Lunedì 14

Acquaviva

(Casa del Castello)

Venerdì 18

Domagnano

(Sala Montelupo) Speciale ISTRUZIONE dalle 18:00 alle 20:00 ospiti Paolo Mattana e Stefano Laffi

numero 07 2016

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ELEZIONI

Senza RETE

di Matteo Zeppa

I

n un famoso spot televisivo di anni anni fa, si poneva una domanda: “che mondo sarebbe senza Nutella?”. Sovente capita di voltarsi indietro per tirare le fila di un percorso intrapreso; ed ecco che allora quella domanda iniziale, possa trasformarsi in un nuovo quesito: “che San Marino sarebbe senza RETE?”. Per molti, legati ad un concetto di politica autoreferenziale, ovviamente sarebbe stato meglio. Veder confinati fuori dall’aula consiliare chi, per svariate ragioni, manifestava in Piazza della Libertà, era una certezza salvifica. Poi accadde che nel Novembre del 2012, qualcuno di molto più coraggioso degli allora candidati del movimento, li votò0. Qualcosa cambiò. Ricordo molto bene le prime sessioni consiliari, ove eravamo adocchiati come dei freak. Reazione normale a pensarci oggi con il senno di poi. Gli “scalmanati”, i “nemici del Paese” sedevano ora lì. Sovente avvertivo una sensazione: che per molti di LORO, quelli di RETE “faranno un po’ di casino all’inizio e glielo possiamo anche concedere, ma poi negli anni seguenti, si adegueranno. Anche loro entreranno nel cerchio magico”. Quella percezione terminò quasi subito e precisamente durante la Finanziaria del 2013. Oltre 36 ore continue di Consiglio, con Consiglieri che dormivano, ed in cui passò di tutto. Con una forzatura imposta da Luigi Mazza (PDCS) decisero -i sodali- di andare ad oltranza. In quel preciso contesto, si palesò che cosa RETE ha dentro e loro no: la passione per la politica, unita ad una irrefrenabile voglia di non sottostare alle imposizioni altrui, che ci spinse ad intervenire in ogni comma, anche per evitare che non passasse a notte fonda, l’ennesimo condono. Con il passare degli anni, arrivando a questi giorni di campagna elettorale, si sono allora inventati che “quelli di RETE dicono sempre no”, tentativo di nuovo

confinamento dall’aula, di chi sino al 2012 era fuori. E questo con l’unione di intenti di nuovi “giovani antichi” che oggi ci si sono coalizzati. Oramai è un leitmotiv, ma chi ci conosce sa come siamo. Sa che in tutti questi anni, abbiamo continuato ad andare nei bar o nei luoghi di ritrovo, a parlare con le persone (e guarda caso, ci hanno copiato). Sa che abbiamo organizzato serate post consiliari, nelle quali spiegavamo gli altarini di questa classe dirigente oscenamente inoperativa (dove le conveniva esserlo). Sa che le denunce di un sistema corruttivo ancora in essere, le abbiamo depositate laddove servono. Sa che nei Referendum, abbiamo sempre scelto la strada politicamente più ardua, ma sempre accettando di buon grado il volere della cittadinanza, e non certamente come chi dal pulpito dello scranno consiliare, a microfoni aperti, la definì più volte stupida. La cittadinanza è sovrana, punto. Il compito di RETE adesso è differente. Siamo cresciuti ed abbiamo trovato altre persone che con noi intraprenderanno un nuovo viaggio: San Marino Insieme, uniti nella coalizione Democrazia in Movimento (alla faccia di chi ci ha da sempre definito chiusi...siamo aperti eccome a coloro che dimostrano coraggio!). Una risposta concreta che dimostra tangibilmente che un altro tipo di approccio è possibile. Basta volerlo, mettendo in chiaro quali saranno i punti, perseguendoli. Con l’onestà intellettuale nel dire chiaramente di aver fallito nel caso non ci si riuscisse.

Storia insegna, o quantomeno dovrebbe farlo, che per avere un futuro differente, è assolutamente necessario metabolizzarlo quel passato, evitandone i pericoli. Il rischio enorme è quello di poter avere tra le mani il programma elettorale-politico più bello del mondo, ma con l’impossibilità di poterlo attuare, tenuto assieme con lo sputo per via di veti interni di anime ideologicamente in contrapposizione tra loro. Perché? Semplicemente per il fatto che coloro che erano “presunti” nemici ieri, oggi sono alleati. Le crisi creano da sempre strane alchimie parossistiche. Non si guarda alla Storia, la si scansa. È preferita da molti la bieca opportunità. Siamo una piccola comunità sovrana, dobbiamo semplicemente tornare ad essere un paese normale. È basilare cambiare radicalmente il sistema, in maniera tale che nemmeno una persona sia lasciata indietro. È necessario tornare ad essere attrattivi internamente in primis. Fatto ciò, anche l’apertura all’esterno sarà consequenziale. Ma non si può cominciare a costruire la casa dal tetto. Sono necessarie fondamenta forti, perché si sorregga. Tornando alla domanda iniziale: “che San Marino sarebbe senza RETE?”. Sarebbe desolatamente vuota. Lo so... sono di parte, ma tant’è.

In tutti questi ultimi anni, o decenni se ci fate caso, non uno che abbia detto di aver sbagliato, di aver fallito. Eppure quei pochi dati sistemici parlano chiaramente. Non v’è mai stata la responsabilizzazione delle scelte. Pare che tutto ciò che è accaduto, sia imputabile al fato, e non alla ragionevolezza debosciata di chi rivestiva ruoli apicali. Questi ultimi sono ancor ben presenti nel sistema, addentellati gli uni agli altri, ed anzi si attorniano di chi si è mostrato capace di far innumerevoli “salti della quaglia”; coloro che affermano -oggi- di finirla di voltarsi indietro perché -a loro dire- sarebbe controproducente per lo sviluppo. Ma la numero 07 2016

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ELEZIONI

PROGRAMMA IN BREVE Sul nostro sito internet www.movimentorete.org trovate il programma della coalizione Democrazia in Movimento e anche quello del movimento RETE. Per facilitare la lettura del primo, abbiamo realizzato delle schede riassuntive. Di seguito ne pubblichiamo alcune ma la versione integrale è disponibile sul sito o in cartaceo presso la sede.

numero 07 2016

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ELEZIONI

www.movimentorete.org numero 07 2016

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ELEZIONI

SPAZIO AMBIENTE Una discarica a cielo aperto

con la tariffa puntuale).

Il deposito di Gaviano, oltre a confinare direttamente con un magazzino dell’Azienda di Stato, è sito a poca distanza da alcune on una Delibera del 22 agosto 2016 abitazioni, e viene da chiedersi quanto il Congresso di Stato prende atto, a sia remoto il pericolo di esposizione del governo praticamente finito, della decisione di AASS (Azienda autonoma di Stato personale e dei residenti a potenziali rischi per i Servizi Pubblici) di finanziare un progetto sanitari dovuti agli insetti e alle emissioni odorigene e di percolato del cumulo, che privato che sperimenta il trattamento del per maturare non dovrebbe rimanere allo rifiuto indifferenziato al fine di utilizzarlo per produrre materiale edile come malte, asfalto, scoperto, esposto alle precipitazioni e al conglomerati.

C

sole con fenomeni di fermentazione e putrefazione. La situazione illustrata è tale e immutata da Settembre 2014. Se i risultati sono quelli di Gaviano, forse sarebbe opportuno che AASS si imbarcasse meno in ulteriori progetti sperimentali e gestisse correttamente quelli esistenti, tra cui l’estensione e l’ottimizzazione del porta a porta, i cui piani di applicazione risultano disattesi.

Senza entrare in merito alla sperimentazione di tale tecnologia e alle sue ricadute, è opportuno segnalare come AASS abbia già il mandato di dare piena attuazione ad un altro progetto che, se ben gestito, porterebbe alla riduzione della quantità dei rifiuti. Come tutte le cose, se invece le cose vengono gestite male si tramutano in sprechi e disservizi. Ci soffermiamo in particolare sulla gestione dell’umido. La frazione umida raccolta in maniera differenziata viene depositata a Gaviano (vedi foto sottostanti), dopo essere lavorata con biocelle presso il centro di multiraccolta di San Giovanni. In quest’area adibita allo stoccaggio temporaneo, l’ammendante dovrebbe procedere a maturazione, prima della vagliatura finale del compost. Come si evince dalle foto allegate, scattate domenica 16 ottobre presso il sito di Gaviano (a Ventoso), siamo invece di fronte ad una sorta di discarica a cielo aperto. Il cumulo contiene molte impurità quali plastiche, metalli, vetro e chissà cos’altro, materiali non biodegradabili che non dovrebbero entrare nel ciclo di lavorazione perché possono rilasciare sostanze nocive nel compost che verrà poi sparso sul terreno, contaminando le falde e la vegetazione. Il problema principale, mai affrontato, è l’errata differenziazione della frazione umida, che potrebbe essere risolta a monte attraverso: a) un’adeguata informazione capillare agli utenti, e b) applicando un maggiore controllo del materiale conferito, utilizzando strumenti premianti o disincentivanti in base alla qualità della differenziazione (ad esempio, numero 07 2016

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COALIZIONE

MOVIMENTO DEMOCRATICO SAN MARINO INSIEME Intervista a

Federico Pedini Amati

C

osa differenzia Democrazia in Movimento dalle altre coalizioni ?

“La libertà di azione senza alcun condizionamento esterno. I partiti storici subiscono per natura innumerevoli pressioni che ricevono dai propri aderenti di partito molto introdotti negli assetti dello Stato e della Pubblica Amministrazione. Per non parlare poi dei poteri forti che spingono e appoggiano, anche piuttosto palesemente, alcuni partiti e candidati. Tutto questo comporta uno spazio di manovra molto limitato e tanti compromessi al ribasso. Noi non abbiamo condizionamenti di sorta e vogliamo cambiare questo paese confrontandoci con tutti ma senza prendere ordini da nessuno. Solo noi abbiamo la libertà per una azione di risanamento del Paese”.

Rischi partisse entro i termini prefissati da BCSM cioè entro il 30/09/2016 cosa che non è avvenuta. Certamente la Centrale Rischi non avrebbe permesso da sola di risolvere il problema NPL ma sarebbe stato un buon punto di partenza perché ci avrebbe consentito per lo meno di verificare storture e incongruenze nel rilascio di prestiti nei confronti di privati o imprese. Allo stato attuale purtroppo non ci sono dati precisi e questo è il problema”. E per quanto riguarda lo Sviluppo? “Il paese ha bisogno di un vero rilancio economico, incentrando un programma che calzi perfettamente sulla realtà Sammarinese e non sia costruito invece sulle fantasie o sulle manie di grandezza di pochi. Per ricreare un tessuto economico alla nostra portata abbiamo previsto nel nostro programma tutta una serie di meccanismi che attraverso regole certe per tutti possano attirare nuove imprese in Repubblica e possano creare nuovi posti di lavoro, partendo per esempio dalla Camera di Commercio che deve interfacciarsi con il mondo imprenditoriale Italiano ed estero e non solo attirando nuovi imprenditori sani e con bilanci certificati che abbiano intenzione di aprire aziende medio piccole

con un numero di 20/30 assunzioni. Poi abbiamo previsto meccanismi di incentivo per le persone che oggi sono senza lavoro e che rientrano negli ammortizzatori sociali, al fine di alleggerire gli ammortizzatori sociali e prevedere così nuove assunzioni. Dal lato dello sviluppo economico San Marino deve anche scrollarsi di dosso la mentalità parassitaria indotta dalla vecchia politica ancora vigente e puntare sull’innovazione, creando incentivi concreti per attirare nel Paese realtà produttive nel campo delle produzioni immateriali, software, centri servizi, arte, cinema e cultura, centri di progettazione di ricerca e sviluppo. Questo può essere fatto solo coinvolgendo la cittadinanza e palesando a tutti i cittadini il danno enorme prodotto dalla scelta della piazza finanziaria offshore, creando percorsi di riconversione delle capacità professionali verso i settori sopra esposti. Abbiamo molte idee e ci stiamo già confrontando con la cittadinanza. Non sarà semplice, ma il nostro punto di forza è la voglia di riattivare l’impulso creativo dei nostri cittadini, che credo, di fronte allo spettro del default, ci aiuteranno a trovare una strada condivisa per attuare questo progetto”.

Intervista tratta da SMN

Quali sono le vostre proposte riguardo ai crediti deteriorati? “Il Paese è disastrato economicamente ed è sull’orlo del default. Lo è perché se da una parte è mutato il contesto internazionale, che non permette più pratiche fiscali dannose e delinquenziali, dall’altra ancora non ha avuto nessun Governo in grado di interpretare e realizzare una economia della legalità. Abbiamo quindi due grandi sfide, quella di mettere in sicurezza dal punto di vista della sostenibilità finanziaria il Paese ponendo riparo allo stato di crisi e alle pratiche delinquenziali che hanno prodotto gli NPL e dall’altra di trasformare l’economia del Paese in una economia virtuosa e legale. Si devono salvaguardare i risparmiatori sammarinesi, rimodellare il sistema finanziario riportandolo alla sua naturale funzione di prestatore di crediti per una economia pulita e creare in poco tempo uno sviluppo capace in un primo momento di sanare i debiti creati dalle vecchie gestioni e poi successivamente produrre ricchezza. Sugli NPL mi sarei aspettato che la Centrale numero 07 2016

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Raddoppio finanziamento?

RETE lo usa per borse di studio

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ETE ha deciso di investire il raddoppio del contributo elettorale, pari a 89.000, 00 euro, in specifici progetti sul territorio. Non un centesimo di quei soldi verrà speso per la campagna elettorale. In questi quattro anni abbiamo cercato più volte, in Consiglio, di far eliminare il raddoppio del finanziamento che lo Stato eroga ai partiti per finanziare le elezioni. Se si considera che a San Marino i governi vengono fatti cadere sempre prima dei canonici cinque anni di legislatura, è facile capire quante volte le casse dello Stato siano state depredate. E ogni volta quasi un milione di euro se ne va per andare a rimpinguare le casse dei partiti che non ci pensano nemmeno a rinunciare a questo privilegio.

tramite 4 borse di studio del valore di 5000€ l’una. I candidati dovranno essere cittadini sammarinesi con età compresa tra i 19 e 35 anni, godere dei diritti civili e politici e presentare un progetto di studio di durata minima di 3 mesi. I partecipanti dovranno presentare un progetto di studio che abbia attinenza con i temi di Democrazia In Movimento (BANCHE; LAVORO; QUALITA’ DELLA VITA; MODELLO DI SVILUPPO) e che testimoni la qualità della istituzione ospitante. La scadenza di presentazione del bando è il 31 dicembre 2016.

Nel medio periodo invece, RETE preparerà un bando con il quale si potranno formare i giovani sammarinesi Così, a fianco al progetto Banca della nel campo del micro credito e Vita già in essere dal 2012, oggi avviamento di start up aziendali, in nasce “StudieRETE”, un bando per incentivare l’internazionalizzazione della modo da contribuire alla crescita sana di società sammarinesi di alto livello che cittadinanza, promuovendo percorsi opereranno nel territorio. formativi all’estero (non Italia) per i giovani sammarinesi presso accreditate RETE è intenzionata quindi ad investire istituzioni. nei giovani e selezionare i più meritevoli RETE vuole infatti vuole sostenere i per portare il loro contributo che giovani che presentano un progetto acquisteranno all’estero, all’interno formativo di elevato valore negli ambiti: del Paese. Il fine è ricostruire ciò che economico, finanziario, scientifico, la cattiva politica ci ha rubato. E cioè il umanistico, linguistico ed artistico futuro alle nuove generazioni.

Direttrice

Anno III - mensile Numero 07/2016 Marianna Bucci

Progetto grafico Andrea Bastianelli Impaginazione Adele Tonnini Roberto Giardi Foto copertina Manifesto candidati coalizione Collaboratori

quelli di RETE

Indirizzo

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E-mail

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