anno II numero 04 aprile 2015
LIBERTÀ DI RICICLARE spazio riservato all’indirizzo
Spedizione in abbonamento postale per l’interno. Stampe periodiche - Aut. N. 1346 del 07.06.2013 - Poste San Marino
EVENTI
EVENTI E INCONTRI PROGRAMMA ore 9.45 Passeggiata (prenotazione obbligatoria entro il 2 giugno) incontro nell’anfiteatro del Cinema turismo ore 10.00 partenza per visita alle Cisterne del Pianello, Prima, Seconda e Terza torre, sito archeologico La Tanaccia La passeggiata sarà guidata e illustrata da Laura Ciavatta e Leonardo Bollini. Per chi vuole la passeggiata prosegue fino all’ex tiro a volo di Murata, oppure rientro alle macchine. ore 12.30 Pic nic (prenotazione obbligatoria entro il 2 giugno) (al momento della prenotazione specificare se si desidera il menu tradizionale, vegetariano o vegano) sarà disponibile anche il menu per celiaci grazie alla partecipazione dell’Associazione Celiachia Sammarinese) Se vuoi porta una coperta...lo spazio sull’erba lo mettiamo noi! PASSEGGIATA+PIC NIC €10.00 (€ 5.00 per bambini sotto i 5 anni) SOLO PIC NIC €6.00 Intrattenimento ore 14.30 fino alle 16.30: laboratorio BdV “coltivare il nostro futuro” Sketch del “Teatro della Clavicola” trucca bimbi e giochi per tutti. Fame? Ore 16:00 merenda senza età Dalle ore 17.30 aperitivo con ricco buffet e la musica dei “Wild Rose” Per tutta la giornata saranno presenti stand delle associazioni e mostra degli artisti sammarinesi a cura dell’Associazione NOOR2
Per informazioni e prenotazioni: www.movimentorete.org rete@movimentorete.org tel:0549907777
Siete tutti invitati!
numero 04 aprile 2015
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EDITORIALE
EDITORIALE DEL MESE di Marianna Bucci
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volte si tende a darla per scontata, ma agli occhi di un visitatore il primo incontro con la nostra Repubblica suscita ancora un mix di curiosità ed eccitazione. Uno Stato autonomo nel cuore dell’Italia, dove parliamo italiano ma non siamo italiani, dove si usa l’euro senza essere in Europa. E poi panorami e sentieri mozzafiato, scenografie naturali di un centro storico patrimonio dell’Unesco. Eppure immagino che lo stesso visitatore rimanga interdetto almeno quanto me quando, avvicinandosi al confine di Dogana, si ha l’impressione di arrivare alla periferia di Rho. Già, perché il biglietto da visita che San Marino sfoggia di sé non è proprio dei migliori. I saluti di benvenuto sono affidati a un groviglio di banche, palazzoni vuoti, parcheggi, centri commerciali, fabbriche, compro oro, casa da gioco (tranquilli, non è un casinò) e pure un “centro massaggi”. Un ammasso di cemento informe che quasi oscura il profilo del monte Titano. Un ammasso a cui dovremo aggiungere anche il famigerato Polo del lusso che sarà costruito a Rovereta in una zona parco per la quale il governo ha prontamente effettuato il cambio di destinazione d’uso, rendendola edificabile, non appena gli investitori di turno hanno identificato l’area come di loro interesse. Un groviglio che non ha niente a che vedere con l’immagine sognante evocata dallo slogan “Una libertà secolare scolpita nella roccia”. Purtroppo, non si tratta solo della prima impressione... San Marino è esattamente quella roba lì. Il biglietto da visita che i nostri governanti, negli anni, hanno consapevolmente fabbricato, rappresenta pienamente un’ampia parte del nostro paese. La linea dell’orizzonte, da Falciano a Dogana e lungo tutta la superstrada, ben racconta come i progetti degli anni ’90 siano diventati realtà, delibera dopo delibera, concessione dopo concessione e dimostra chiaramente come la mancanza di pianificazione e la speculazione edilizia abbiano il potere di annullare la comunità, di soffocare i nuclei abitati, di relegare il verde a piccole zone che, quasi impudentemente, cercano di resistere in mezzo a questa invasione color grigio topo.
sono da sempre sapientemente dislocati ai confini della Repubblica. Un’isola felice e a portata di mano per raggiungere agilmente il proprio conto corrente. La libertà secolare scolpita nella roccia è stata da molti chiaramente tradotta in “libertà di riciclare denaro”, anche di provenienza illecita. Ogni giorno leggiamo sui giornali, da spettatori attoniti, di milioni di euro riciclati a San Marino da società fittizie, personaggi famosi, diplomatici nostrani, mafiosi di ogni sorta. Ad esempio, l’operazione Black Monkey ci racconta di 1,3 milioni movimentati presso un conto IBS dalla figlia (e dal suo compagno) del boss ‘ndranghetista Nicola Femia. Denaro, secondo gli inquirenti, frutto di un’intensa attività illecita nell’ambito del gioco d’azzardo on-line e delle video slot. Indimenticabile poi la condanna (del tribunale sammarinese) in primo grado a quattro anni di carcere per reati finanziari del conte Enrico Maria Pasquini! Come riportato da L’Espresso, l’ex ambasciatore di San Marino a Madrid avrebbe movimentato attraverso la SMI-San Marino Investimenti oltre un miliardo di euro l’anno e gestito, tra il 2006 e il 2012, oltre 1500 clienti tra industriali, dirigenti di banca e immobiliaristi, alcuni dei quali pare legati all’ex terrorista e boss di Mafia Capitale, Massimo Carminati. Sempre il riciclaggio è il filo conduttore che lega la camorra a San Marino. Ad aprile 2013, nell’ambito dell’”Operazione Titano” la Direzione Distrettuale Antimafia di Caserta ha arrestato 24 presunti affiliati al clan dei casalesi, accusati di aver investito oltre 5 milioni in società sammarinesi (tra cui Fincapital) effettuando conferimenti di denaro tramite assegni a vuoto e titoli assicurativi.
il comandante della Guardia di Finanza di Rimini Mario Venceslai. Ora mettiamo in relazione l’affermazione di Venceslai con il fatto che il 30/09/2015 scadono i termini per aderire alla c.d. voluntary disclosure (dichiarazione volontaria) messa in atto dallo Stato italiano per regolarizzare eventuali capitali ancora detenuti illegalmente dai residenti italiani in giro per il mondo e anche con l’imminente inizio della raccolta delle informazioni che verranno scambiate in maniera automatica dal 2017. In teoria, i possessori di denaro sporco o comunque detenuto illecitamente fuori confine hanno pochi mesi di tempo a disposizione per riciclarlo. E come? Magari immettendolo nel capitale sociale di qualche azienda in difficoltà, oppure acquistando immobili e facendosi dare un bella residenza, visto che proprio i residenti sono esclusi dagli obblighi di trasmissione dei dati. In ogni caso, il tessuto economico rischia di venire ulteriormente eroso se non si corre subito ai ripari. Possibile che le normative antiriciclaggio varate a San Marino per uscire dalla black list e dimostrarsi paese virtuoso agli occhi del mondo, siano solo belle parole? Come si conciliano queste nuove leggi con la nostra arzigogolata burocrazia, con l’atavica mancanza di comunicazione tra gli uffici, con la perenne assenza di trasparenza sugli assetti societari, con i conflitti di interesse a tutti i livelli, con la difficoltà o non volontà di identificare gli uomini-cerniera (commercialisti, professionisti, avvocati compiacenti) che sono spesso gli intermediari tra la domanda e l’offerta di riciclaggio?
Per arrivare infine al conto Mazzini, la maxi indagine per corruzione e riciclaggio che ha fatto finire in carcere Claudio Podeschi e Fiorenzo Stolfi, e che ha coinvolto molti membri del Consiglio Grande e Generale.
L’indagine “Re Nero” per Asset Banca, l’inchiesta “Varano” per Cassa di Risparmio… sono stati scritti libri interi e realizzati video documentari (come quello del Gruppo Antimafia Pio la Torre “Romagna Nostra: le mafie sbarcano in riviera”) per sviscerare la questione infinita della Repubblica “lavatrice” di soldi sporchi. Negli anni sono anche aumentati gli sforzi normativi per contrastare l’evasione fiscale e il reato di riciclaggio. “Ma i soldi della mafia sono ancora nella Tanti gli istituti bancari che, più volte salvati pancia delle banche sammarinesi, non dal fallimento grazie ai soldi dei sammarinesi, sono mai usciti” ha detto qualche mese fa
Giovanni Tizian, giornalista di Modena minacciato dalla ‘ndrangheta, vive sotto scorta dal 2011. “È già la seconda volta che scrive. O la smette o gli spariamo in bocca” disse il faccendiere Guido Torello in una telefonata con Nicola Femia che si lamentava dei suoi articoli. numero 04 aprile 2015
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TRASPARENZA
CITTADINANZA CONSAPEVOLE Sanità sotto attacco
TAGLI AI SERVIZI & PRESTAZIONI A PAGAMENTO Pubblica fuori, privata dentro Se ne parlava già a luglio 2013 nel “Documento di lavoro della maggioranza a persona al centro. È questo lo slogan su revisione della spesa” in cui Bene con cui la Segreteria di Stato alla Comune aveva annunciato la revisione Sanità ha pubblicizzato in maniera del prontuario farmaceutico e della entusiastica il Piano Sanitario 2013-2017 gamma di prestazioni garantite dal durante le serate pubbliche nei Castelli. sistema pubblico, attuata poi qualche mese dopo con la finanziaria. Prestazioni Serate in cui venivano rimarcati la volontà che son sempre state a carico dello Stato di assicurare la salute all’intera comunità come le cure termali, dentistiche e in modo equo, solidale ed universalistico, dietologiche sono state tagliate (alla i benefici della medicina proattiva e della prevenzione. Un spot elettorale ben confezionato insomma. A noi invece pare che al centro dei pensieri della politica sanitaria di Bene Comune, di Francesco Mussoni e della direzione ISS non ci sia proprio la persona, ma i privati. Anzi, sono proprio le persone ad essere lasciate sole di fronte ai costanti tagli ai servizi, ai tagli delle indennità di malattia, dei farmaci mutuabili, di fronte alla privatizzazione di servizi essenziali, agli appalti assegnati tramite licitazione (quindi non pubblici ma riservati a poche ditte scelte dall’ISS). Continuano invece senza sosta gli sprechi, gli stipendi d’oro a qualche eletto, le prestazioni che diventano a pagamento da un giorno all’altro. Viene lamentata spesso, da tutti, carenza di professionalità sammarinesi. Ma in che condizioni si trovano a lavorare i medici in gamba, che anche da noi non mancano? Molti hanno preferito andarsene proprio perché considerano “morte professionale” lavorare a San Marino, nelle condizioni imposte da una giungla normativa creata ad arte dove diventa impossibile districarsi tra leggi e decreti che si accavallano e una burocrazia sempre più pressante. Una giungla in cui tutto è lecito finché si foraggia il sistema e finché non si faccia della prevenzione!) esternalizzando dà fastidio alla persona sbagliata. i servizi, rendendoli a pagamento o ad Condizioni inammissibili da sopportare accesso limitato, con posti contingentati per chi desidera lavorare serenamente riservati solo a un certo numero di bambini e onestamente. all’anno (come nel caso dei dentisti) e Dunque, lasciamo gli slogan complicando la trafila burocratica. Anche propagandistici alle agenzie di marketing la carenza di personale in Pediatria ha della maggioranza e cerchiamo di capire avuto come conseguenza l’eliminazione cosa sta succedendo alla sanità: delle visite per i bilanci di salute dopo 1
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anno di età. Persino i certificati medici sportivi sono diventati a pagamento e la tariffa viene modificata, a piacimento, dal Comitato Esecutivo ISS: a gennaio 2014 avevano stabilito 40,00€; a settembre 2014 si è passati ad una tariffa unica di 30,00€ dai 16 anni in su; a gennaio 2015 han deciso che sopra i 16 anni la visita medico sportiva completa di test da sforzo costa 50,00€, la visita step test 40,00€ INDENNITÀ DI MALATTIA: VERGOGNA SENZA FINE Si stanno raccogliendo i risultati dell’intervento forzato di Mussoni sul taglio dell’indennità di malattia. Non solo non è riuscito a colpire i furbi che si approfittavano dei giorni di malattia con la compiacenza dei medici che si prestavano nelle certificazioni, ma è riuscito addirittura a peggiorare la situazione dei malati veri. Le denunce dei cittadini apparse ultimamente sui giornali segnalano la situazione ignobile a cui sono stati costretti i malati di cancro e sclerosi multipla, che hanno visto le loro patologie trattate come “malattie comuni” perché non rientrano nella lista stilata dalla santissima trinità del Comitato Esecutivo ISS. Già, perché è il Comitato a decidere quali malattie degenerative e oncologiche siano gravi e quali “comuni” destinando, a seconda, l’86% o il 100% dell’indennità. Altrettanto grave il fatto che vengano punite le malattie comuni con prognosi fino a 365 giorni (incidenti, traumi, interventi invasivi..) con una riduzione dell’indennità che dal 100% diventa dell’86%. Cancellati in un batter d’occhio anni di battaglie e diritti acquisiti. Dopo l’approvazione dell’articolo 48 durante la finanziaria, i consiglieri di RETE sono usciti dall’Aula disgustati dal modo di portare avanti il bilancio dello Stato da parte di un governo che abbatte la sua scure, ancora una volta, sulle fasce di popolazione più sensibili. Il nostro movimento aveva presentato una serie di proposte che, se approvate, avrebbero dato la possibilità di tagliare oltre 26 milioni di euro semplicemente tagliando sprechi e privilegi. Nel Consiglio di aprile RETE ha anche presentato un ordine del giorno per richiedere di abrogare l’articolo 48. numero 04 aprile 2015
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TRASPARENZA
MENO INFERMIERI MENO VISITE IL SABATO Governo e sindacati hanno siglato un accordo per la riorganizzazione della medicina di base, prevedendo una serie di interventi che avranno un forte impatto non solo sugli ambiti di interesse sindacale ma soprattutto sui pazienti. Da un lato si moltiplica il numero delle figure amministrative mentre diminuiscono gli infermieri ai quali però viene aumentato il carico di lavoro: presenza su territorio, attività assistenziale e, contemporaneamente, devono trovare il tempo per la formazione; dall’altro viene messo a rischio il rapporto di fiducia medico-paziente introducendo il principio della rotazione dei medici di base, limitando il sabato alla copertura delle sole urgenze. Ecco che, ancora una volta, a subire le conseguenze saranno i lavoratori, che saranno costretti a chiedere permessi di lavoro per le visite.
della sicurezza all’interno dell’ISS. La TRASPARENZA…? privatizzazione di questo servizio tocca La relazione del Collegio dei Sindaci ogni ambito di salute e sicurezza Revisori aveva fatto diversi rilievi al per tutti i lavoratori e gli utenti bilancio ISS, rispetto a conflitti di interesse dell’Ospedale e di tutte le altre esistenti fino alle più alte dirigenze fino strutture ISS (strutture socio-sanitarie, alla mancanza di trasparenza nei capitoli il macello pubblico, centri sanitari, le dedicati alla libera professione medica, residenze per anziani, servizio minori, svolta grazie al regolamento interno APPALTI AI PRIVATI amministrativo (nonostante la bocciatura Nel disegno di smantellamento dell’ISS non ecc..). Il Servizio Prevenzione e Protezione del referendum) e di cui non esiste una possono mancare gli appalti per assegnare appaltato all’esterno si occuperà di: forniture, controlli, formazione sicurezza precisa contabilità per identificare nello ai privati fette di sanità pubblica. Pare che del personale, valutazione dei rischi per specifico i ricavi e le spese sommerse. qualche settimana fa il direttore generale la salute e sicurezza, pianificazione delle Naturalmente le chiare segnalazioni del Bianca Caruso e il direttore sanitario Dario manutenzioni di stabili e impianti, aspetti Collegio dei Sindaci Revisori ISS vengono Manzaroli abbiano presentato a sorpresa ambientali, conformità delle strutture ignorate e le dirigenze preferiscono ai centri sanitari tre sconosciuti come spendersi pubblicamente nell’utilizzo di responsabili di un nuovo call center, che e degli impianti di ogni tipo, presidi per l’emergenza, certificazione dei macchinari parole chiave, come medicina proattiva dovrebbe essere gestito da una ditta di di ogni tipo utilizzati all’interno dell’ISS ecc. o prevenzione, che si dimostrano però Falciano. Pronta la smentita di Mussoni, Un appalto emanato in fretta e furia, dei contenitori vuoti dal momento che ma i dubbi permangono. A cosa servono tramite licitazione privata che ha previsto le azioni vanno in tutt’altra direzione. la formazione del personale per il triage e tempi di risposta brevissime e pare cucito Senza contare che una circolare interna per il front office previsti dall’accordo di su misura per un’azienda precisa, e la che pretende il massimo riserbo su ogni riorganizzazione? Specchietti per le allodole cui assegnazione avviene in seduta informazione riguardante l’ISS sta facendo probabilmente. Addirittura l’appalto per segreta…alla faccia della trasparenza, vivere in ospedale un clima di vero e cambiare le macchinette del caffè sembra sempre sbandierata e mai attuata. proprio terrore. sia stato un appalto al rialzo…per lo Stato ovviamente e anche per i consumatori. Ma l’episodio più grave in assoluto è quello COMITATO ESECUTIVO ISS relativo alla privatizzazione del Servizio Composto da Direttore Generale (Bianca Caruso), Direttore sanitario Prevenzione e Protezione. SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE, ADDIO Un appalto imponente che di fatto consegna all’azienda vincitrice un lavoro dal valore economico di difficile stima e un potere enorme, con la gestione diretta
(Dario Manzaroli) e Direttore Amministrativo (Filippo Francini). Attraverso le proprie delibere indice appalti e emana regolamenti, stabilisce tariffe e assegna incarichi, elargisce contributi e stipula contratti. Difficile conoscere esattamente tutte le sfaccettature di questo “governo-ombra” dato che sembra agire autonomamente e dato che le delibere che emana sono raramente inserite sul sito internet dell’ISS (www.iss.sm). numero 04 aprile 2015
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CONSIGLIO
LAVORI CONSILIARI Gendarmeria sfortunata
Programmazione? No, prestigiazione!
consultazione impostare obiettivi precisi da raggiungere per risolvere i problemi e rafforzare le iniziative.
C
Q
3 - in base agli obiettivi pianificati, stabilire quali debbano essere le competenze specifiche del prossimo comandante. Prima di nominare un comandante dobbiamo sapere che tipo di qualifiche ci servono.
Nomina sbagliata osa ci lascia in eredità l’ex comandante Alessandro Gentili? Una Gendarmeria che deve ricostruire un rapporto di fiducia sia col tribunale (per le indagini) sia con la cittadinanza (per la sicurezza). Gentili si è recentemente dimesso a causa di sue dichiarazioni finite sull’ordinanza di custodia cautelare di Claudio Podeschi. Ha definito San Marino un “covo di banditi dove nessuno vuole cambiare niente”: una contestazione solo apparentemente eroica considerato che se c’era qualcuno che avrebbe dovuto intervenire per cambiare un sistema marcio, era proprio Gentili. Ma spesso è più facile adagiarsi e sfruttarlo quel sistema, soprattutto se a fornire ad oltranza morbidi appoggi è nientemeno che un Segretario di Stato (in questo caso quello agli Esteri, Valentini). L’incarico di Gentili è stato confermato dal governo pochi mesi fa, dopo un anno di prova. Ci siamo sempre domandati il motivo di tale rinnovo, considerato che durante questo periodo sono emerse numerose le criticità tra cui, la più allarmante, la difficoltà di collaborazione col tribunale. Ciò avrebbe dovuto far riflettere sulla conferma di Gentili. Un errore ammesso persino dalla maggioranza durante il Consiglio di marzo, salvo però far ricadere la responsabilità su una certa indefinita “sfortuna” delle nomine. Non solo quindi dagli errori non si impara nulla, ma Valentini sfida di nuovo la sorte al motto: “Ritenta, sarai più fortunato!”. Dopo la bagarre in Consiglio su Gentili (il cui ricordo permane nel tempo quanto l’efficacia delle sue azioni) e dopo la votazione di un ordine del giorno che invoca un maggior coinvolgimento del Consiglio nelle nomine, quasi fosse una formula magica per annullare la sfiga, ecco che si ripete la forzatura. Questa volta l’annuncio giunge dalla stampa tramite un comunicato: la nomina a Comandante è affidata temporaneamente al brigadiere Werther Selva. Proprio il devoto Valentini dovrebbe saperlo…perseverare è diabolico! E invece niente: di nuovo nessuna analisi, nessuna valutazione, nessun coinvolgimento dell’aula, solo la notizia a decisione presa!
uello che a noi pare logico è superare questo vecchio metodo delle nomine basato sugli equilibrismi politici, identificando prima di tutto dove vogliamo far andare la gendarmeria: 1 - cosa serve in questo momento e dove va rafforzata la Gendarmeria, come renderla operativa in merito alla sicurezza, alla collaborazione col tribunale, alla polizia giudiziaria. Per saperlo occorre coinvolgere tutti gli attori. 2 - in base alle criticità rilevate da questa
4 - in base ai requisiti individuati portare in aula una rosa di nomi che abbiano i requisiti richiesti, scegliere la persona e per un anno dargli la responsabilità di mettere in atto le indicazioni, la linea politica e valutarlo in base ai risultati ottenuti.
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CONSIGLIO
Ma si sa che quando è la fortuna a prendere il posto della logica, non resta che incrociare le dita ed augurarsi che l’irresponsabilità politica venga almeno in parte bilanciata dalla buona sorte per il prossimo nome che uscirà dal cappello magico!
Basta un poco di debito e la pillola va giù
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l governo decide che alcune infrastrutture sono prioritarie per il paese. Non ha una programmazione né un’idea globale di sviluppo ma è convinto che investire in parcheggi, nel polo del lusso, nella nuova sede di RTV e in altro cemento farà bene al paese. E per reperire i finanziamenti ha presentato un progetto di legge che ci farà indebitare di 30 milioni di euro, anche accedendo a mercati esteri. Debito perfettamente evitabile, dal momento che RETE ha portato in finanziaria (per vedersi bocciare) proposte che avrebbero permesso di reperire risparmi per oltre 26 milioni di euro, colpendo unicamente gli enormi sprechi e privilegi esistenti. Invece ci dicono che dobbiamo accettare ogni condizione, assecondare ogni richiesta, purché non si resti immobili, purché l’economia “giri”. Ma per chi deve girare questa economia? Non illudiamoci…a beneficiare di quei 30 milioni saranno i soliti noti, mentre a pagare, oltre a noi, saranno le generazioni future. A stabilire cosa sia prioritario per il paese è un governo ancora sensibile alle pressioni dei potentati: lo dimostra ad esempio l’acquisto degli stabili al centro Uffici Tavolucci a Borgo per 774mila € in favore dei soliti palazzinari. Un governo che non riesce a prendere le distanze dalle persone invischiate negli atti giudiziari legati all’associazione a delinquere per il conto Mazzini (Claudio Felici e Stefano Macina entrambi ancora in Consiglio); che cerca nello sviluppo non il bene del paese ma le promesse spendibili nella futura campagna elettorale (i posti di lavoro); che si dimostra incapace di far rispettare le regole alle aziende (Lavanderia Sammarinese ad es.); che utilizza i soliti intermediari politici, come nel caso della banca cinese da 7 miliardi di euro. Sono queste persone a decidere di cosa ha bisogno il paese.
Grandi appetiti contro piccole imprese
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e risorse esistenti che dovrebbero coinvolgere prima di tutto le piccole imprese, vengono reperite col debito e dirottate verso gli appetiti dei grandi studi di progettazione e delle grandi aziende di costruzione: ecco spiegato perché si preferisce costruire nuovi parcheggi invece di pensare a riempire quelli esistenti. Come del resto il governo preferisce, nel caso del polo del lusso, trasformare parchi in aree edificabili, assecondando ogni richiesta di chi arriva e propone un progetto, a scapito di qualsiasi pianificazione territoriale che preveda il ripristino dei numerosi immobili sfitti e vuoti. San Marino avrebbe tutti gli strumenti e l’esperienza per capire cosa è giusto e cosa stato sbagliato. Invece di investire a caso, senza alcuna pianificazione e a qualsiasi costo, concedendo defiscalizzazioni e condizioni di favore insostenibili per uno Stato che non riesce mai ad essere garante del mantenimento delle promesse (vedi caso Leon Engineering o San Marino Adventure Park), sarebbe tempo di “fare” pretendendo di fare bene.
Gunsmithcat (aka Luis Quiles)
Mutuo prima casa Belluzzi style
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a nuova legge sull’edilizia sovvenzionata portata in aula dal Segretario per il Lavoro Iro Belluzzi, ha un difetto sostanziale: la concessione del mutuo dipenderà unicamente dalla valutazione del singolo istituto di credito. D’ora in poi infatti il cittadino richiedente il mutuo dovrà trattare direttamente con la banca, che deciderà se assegnare o meno il mutuo in base alle garanzie reddituali e patrimoniali. In un paese in cui il precariato e la disoccupazione giovanile presentano dati sempre più allarmanti, con questa legge scompare lo Stato di fronte alla possibilità di ottenere il mutuo prima casa.
RETE è uno strumento, usatelo!
I file audio degli interventi dei Consiglieri sono disponibili sul nostro sito. www.movimentorete.org sezione LAVORI CONSILIARI numero 04 aprile 2015
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DIRITTI CIVILI
DI QUALUNQUE GENERE Autodeterminazione Intersex
di Michele Pazzini
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ustralia: pioniera per il riconoscimento dell’identità di genere. Germania: primo paese europeo a permettere a genitori di bambini nati con un’anatomia genitale e riproduttiva intermedia di non specificarne all’anagrafe il sesso maschile o femminile e di poter optare così verso un sesso indeterminato in attesa che sia il minore stesso, consapevolmente libero, a scegliere. Malta, 1° aprile 2015: il Parlamento approva il disegno di legge relativo alla procedura di riconoscimento del genere sulla base dell’autodeterminazione. Una procedura rapida (30 giorni al massimo) trasparente e accessibile. Sull’argomento, però, regnano sovrane la confusione, la non comprensione e l’usuale diffusore d’ignoranza; così, parliamone un po’. Chi definiamo e chi si definisce con il termine intersex? Le persone che nascono con entrambe le caratteristiche dei due sessi e che, non potendo essere ascritte né al sesso femminile né a quello maschile, sfuggono a questa classificazione categoriale. Persone, queste, “trattabili” dal sistema giuridico, “trattate” dal sistema sanitario, e questo perché, ancora oggi, quando si percorre l’argomento, ciò che emerge maggiormente non è tanto il riconoscimento dell’autodeterminazione e il rispetto dell’integrità fisica bensì l’aspetto medico della condizione intersex, descritta come disordine indifferenziato dello sviluppo sessuale e soggetta a trattamento medico, chirurgico e/o terapeutico. Chiara, dunque, la medicalizzazione; ma la possibile trattabilità giuridica dov’è, se mancano regole certe, come ad esempio in Italia? Interessante sarebbe anche una ricerca sulla situazione nostrana tutta sammarinese seppur con la consapevolezza delle enormi difficoltà che incontrano i ricercatori di questo ambito.
Il primo ostacolo che si incontra è la casistica: la popolazione mondiale intersex si aggira intorno al 2%. Un dato del tutto sottostimato e approssimativo. L’incertezza dei dati è causata da diversi fattori, tra cui il fatto che la scoperta di possedere contemporaneamente, ad esempio, le gonadi maschili e una vulva, può avvenire anche in età adulta, quando magari ci si sottopone a un test per verificare le cause dell’infertilità. In altri casi la scoperta avviene in seguito ad un’autopsia per cui l’interessato stesso ne resta all’oscuro per tutta la vita. Inoltre, i dati disponibili sono solo quelli relativi a una medicalizzazione, tutto il resto ci è sconosciuto. Ma uno dei fattori più incisivi è che comunque, alla nascita, viene attribuito un sesso, e questo, o è maschile o è femminile, cosa che legittima la maggior parte degli uffici anagrafici comunali a dire «Noi non abbiamo mai registrato casi di sesso indefinito, mai». Bella fatica, dico io, se la modulistica utilizzata costringe a un incasellamento tra due sole opzioni, allora diventa facile pensare che la condizione intersex sia soltanto qualcosa di esotico! Il protocollo medico, istituito negli anni ’50, guida dell’intervento chirurgico sui bambini intersex, era mosso dalla convinzione che per la formazione identitaria dell’individuo fosse determinante l’aspetto esteriore dei genitali. Il protocollo invitava, ad intervento eseguito, a praticare sul minore una “rigida educazione” al genere maschile o femminile scelto (dai genitori) mantenendolo all’oscuro della propria condizione. Lo scopo era di non disturbare il “corretto” sviluppo psico-fisico del minore, il quale, data l’età evolutiva, continuava comunque ad essere sottoposto a uno o più interventi successivi nonché ad una continua terapia ormonale. Il tutto, finalizzato alla normalizzazione del soggetto a una delle due categorie dominanti. Be’, mi sale un’indignazione dal profondo: ma come si fa, dico io, se non c’è un’urgenza del tipo “o interveniamo o muore”, a intromettersi chirurgicamente e farmacologicamente su un minore, ignaro di tutto, solo per motivi di adeguamento, a costo anche di fare subire al suo corpo una serie di danni irreversibili? Un atteggiamento paternalistico, questo, e anche oltraggioso. Una cosa sono le azioni “salva-vita” – perché talvolta possono insorgere complicazioni pericolose – ma quando si tratta di interventi di mera chirurgia estetica per l’adeguamento dei
genitali esterni (di cui si ha conferma della pratica ancora nel 2008 e si conoscono linee guida di importanti ospedali italiani che li caldeggiavano anche lo scorso anno) è tutta un’altra cosa. È inutile poi fare quelle facce da ipocriti inorriditi quando sentiamo parlare di infibulazione! La storia ha voluto, come sempre, che finalmente qualche illuminato abbia assunto una posizione antitetica alla pratica comune e che negli anni ’90 abbia criticato questi protocolli medici tramite pubblicazioni riconosciute dalla comunità scientifica, ricerche che hanno stimolato le coscienze di svariate persone intersex a rendersi testimoni viventi dei danni subiti da quel protocollo. Danni irreversibili che pesano, ancora oggi, non solo sul loro corpo e psiche ma anche sulla loro vita relazionale ed affettiva. Malta così si è espressa: per l’autodeterminazione del genere di appartenenza non sono più richieste informazioni mediche. Ciò significa che non è necessaria l’infinita procedura fatta di psichiatri, terapie, colloqui, tribunali. Per quanto riguarda i minori intersex, i genitori maltesi possono rinviare l’inserimento della categoria “F” o “M” sui documenti anagrafici finché non sarà il minore stesso a determinare la propria identità. Il parlamento maltese ha anche espresso il divieto di eseguire interventi chirurgici, se finalizzati alla sola normalizzazione. Ora, nonostante le buone raccomandazioni di numerosi illuminati, i medici italiani continuano a comportarsi come prima, attivandosi entro i primi 24 mesi di vita, non perché è in gioco la sopravvivenza ma per l’adesione ad una norma che il minore non ha ancora richiesto. Da questa melma vanno però escluse quelle cliniche che, seguendo un’altra prassi, rimandano gli interventi all’età adulta. Qui non si tratta di un taglietto e di una sutura: costruire un canale vaginale (1 bambina ogni 4000, stando alla casistica medica) è un procedura non così invasiva durante l’atto chirurgico di per sé, ma un canale ricostruito non rimane aperto senza tutore, strumento che può essere evitato qualora si pratichi dell’attività sessuale. Allora perché non rimandare questi interventi a quando le persone sono sessualmente attive? numero 04 aprile 2015
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ATTUALITÀ E CULTURA
DEMOCRATICA MENTE Cenni sulla democrazia diretta in Svizzera
di Giacomo Volpinari
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ella scorsa puntata abbiamo analizzato in maniera sintetica quali sono gli strumenti di democrazia diretta presenti nel panorama sammarinese e abbiamo accennato alla loro inefficacia: inefficacia dimostrata negli anni a causa di strumenti di garanzia nei confronti dei cittadini ed anche della mancanza di una cultura democratica reale. Per avere un quadro più ampio, ritengo importante analizzare sinteticamente alcuni esempi concreti di democrazie che pongono alcuni strumenti in mano ai cittadini, quali la Svizzera e lo stato della California negli USA. Partiamo dalla situazione svizzera che viene ben riassunta da Joseph Deiss nel 2004. Deiss, presidente della Confederazione disse: “La democrazia diretta richiede una cittadinanza matura e responsabile. Visto dall’esterno può causare perplessità il fatto che in Svizzera la gente sia consultata di routine su decisioni a volte anche estremamente complesse. La risposta è che in Svizzera comprendiamo che la democrazia diretta è sempre un processo di apprendimento collettivo. Facendo parte del processo politico ed essendo coinvolti nel pubblico dibattito, gli elettori diventano più responsabili ed esercitano la loro responsabilità più attentamente”. È proprio attorno ai cittadini che si sviluppa tutta una serie di strumenti che da quest’ultimi possono essere attivati su ogni argomento, anche in contrasto alle decisioni assunte dagli organi istituzionali. Analizziamo brevemente alcuni di questi strumenti. A livello nazionale sono previsti tre strumenti principali di democrazia diretta, come ad esempio:
- il referendum obbligatorio: se il parlamento vuole aggiungere, modificare o togliere una norma della Costituzione, tale modifica deve essere approvata con referendum; - il referendum opzionale o facoltativo: qualsiasi nuova legge o modifica di legge esistente, approvata dal parlamento è soggetta a referendum facoltativo se 50.000 cittadini supportano con le loro firme questa richiesta; - l’iniziativa dei cittadini: i cittadini hanno il diritto di fare proposte di legge da sottoporre a referendum se la loro proposta raccoglie almeno 100.000 firme. A livello locale tutti i Cantoni e i Comuni prevedono i tre strumenti sopraccitati e contemplano anche il c.d. referendum finanziario (tranne il Cantone Vaud), ovvero la possibilità per la cittadinanza di incidere sulle scelte di spesa. Per esempio, nel Cantone di Graubuenden sono previsti: - il referendum Obbligatorio: ogni spesa straordinaria superiore ai 6 milioni di euro; - il referendum Facoltativo: ogni spesa da 600.000 a 6.000.000 di euro circa mediante la raccolta di 1500 firme (1,2% dell’elettorato cantonale). Il referendum, sia obbligatorio che
facoltativo, è previsto anche nel caso di spese ricorrenti che impegneranno il Cantone per molti anni a seguire: - obbligatorio: ogni spesa annuale superiore a 600.000€; - facoltativo: ogni spesa annuale va da 200.000 a 600.000 euro, previa raccolta firme. Per dovere di chiarezza va sottolineato che essendo la Svizzera una Federazione le cui parti hanno una propria autonomia, questo fa sì che le leggi siano molto diverse da città a città e da Cantone a Cantone ed anche le norme che regolamentano gli strumenti della democrazia diretta sono soggette a tali differenze. Ad esempio, il numero di firme rispetto agli aventi diritto al voto per intraprendere un’iniziativa variano dallo 0,9% di Aargau al 5,7% di Neuchatel del corpo elettorale. Anche il tempo concesso per la raccolta delle firme varia enormemente, dai 2 mesi del Canton Ticino al tempo illimitato per il Cantone di Schaffhausen. Da questa sintetica e inevitabilmente semplificata analisi su alcuni degli strumenti presenti in Svizzera si evidenzia un aspetto fondamentale: la democrazia diretta e il voto popolare non sono la stessa cosa. numero 04 aprile 2015
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ESTERO
FLASH DAL MONDO Diritto a emigrare per una vita migliore
“L
’Europa sta voltando le spalle ai più vulnerabili” ha detto l’Alto Commissario per i diritti umani dell’Onu dopo l’ultimo naufragio nel Canale di Sicilia. Oltre 700 persone sono morte durante la traversata tra Nord Africa e Italia a causa dell’affondamento del barcone sui cui si erano imbarcate in cerca di un futuro migliore per sè e per i propri cari, lontano dalla guerra e dalla miseria. Aspasia Papadopoulou, senior policy adviser per il Consiglio europeo rifugiati e richiedenti asilo ha dichiarato “L’Unione europea non sta prendendo il problema in modo serio. Abbiamo l’impressione che ai 28 Stati membri non interessi salvare le persone nel Mediterraneo. È soltanto quando ci sono dei morti che scatta l’allarme. Tutto quello che è stato fatto in questo anno e mezzo dalla tragedia di Lampedusa è stato rafforzare i controlli e la sorveglianza lungo le frontiere. Non è stato fatto nulla per dare alle persone la possibilità di raggiungere l’Europa in modo legale. Le vittime, i migranti, sono quasi tutti siriani, eritrei. Persone che fuggono per salvarsi la vita. Fuggono da conflitti, dittature. Persone pronte a partire a ogni costo. Combattere il traffico di migranti significa curare soltanto uno degli aspetti del problemi, mentre per risolvere il problema si deve permettere a queste persone di arrivare in Europa legalmente.” Quella del Mediterraneo è la frontiera più pericolosa al mondo. Basti pensare che dal 1° gennaio 2015 oltre 1600 persone sono
Copertina Mauro Biani per Il Manifesto
morte cercando di raggiungere. Seguito dal Corno d’Africa e dal confine USA/Messico, rispettivamente con 86 e 41 morti. Il dramma degli sbarchi ha riaperto il dibattito sull’immigrazione portando spesso l’opinione pubblica a considerare “profughi” e “immigrati” come sinonimi. In realtà, i migranti sbarcati sulle coste italiane nell’ultimo anno rappresentano una piccola percentuale della popolazione straniera residente regolarmente. Facciamo un po’ di chiarezza sui termini: Migrante/immigrato: chi decide di lasciare volontariamente il proprio paese d’origine per cercare un lavoro e condizioni di vita migliori. A differenza del rifugiato, un migrante non è un perseguitato nel proprio paese e può far ritorno a casa in condizioni di sicurezza. Immigrato regolare/irregolare: l’immigrato regolare risiede in uno stato con un permesso di soggiorno
Le vie dell’immigrazione clandestina che, attraverso il Mar Mediterraneo, portano in Europa sono 1) La via Occidentale: quella che dal Nord Africa, soprattutto Marocco, porta in Spagna. Nel 2014 l’hanno scelta 7.300 immigrati per lo più provenienti da Algeria, Marocco, Mali, Camerun e Guinea. 2) La via Centrale: quella che dal Nord Africa, soprattutto Libia, porta in Italia. Nel 2014 l’hanno scelta 170.000 immigrati per lo più provenienti da Siria, Eritrea, Somalia, Tunisia e Nigeria. 3) La via Orientale: quella che dalla Turchia, attraverso la Grecia, porta in Bulgaria. Nel 2014 l’hanno scelta 50.600 immigrati per lo più provenienti da Siria, Afghanistan e Somalia.
rilasciato dall’autorità competente. Il migrante irregolare è una persona che: - è entrata in un paese evitando i controlli di frontiera; - è entrata regolarmente in un paese, per esempio con un visto turistico, ma ci è rimasta anche quando il visto è scaduto; - non ha lasciato il paese di arrivo anche dopo che questo ha ordinato il suo allontanamento dal territorio nazionale Profugo: termine generico che indica chi lascia il proprio paese a causa di guerre, invasioni, rivolte o catastrofi naturali Rifugiato: la condizione di rifugiato è definita dalla convenzione di Ginevra del 1951, un trattato delle Nazioni Unite firmato da 147 paesi. È una persona che “temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o opinioni politiche, si trova fuori del paese di cui ha la cittadinanza, e non può o non vuole, a causa di tale timore, avvalersi della protezione di tale paese”. Dal punto di vista giuridico-amministrativo è una persona cui è riconosciuto lo status di rifugiato perché se tornasse nel proprio paese d’origine potrebbe essere vittima di persecuzioni. Per persecuzioni s’intendono azioni che, per la loro natura o per la frequenza, sono una violazione grave dei diritti umani fondamentali, e sono commesse per motivi di razza, religione, nazionalità, opinione politica o appartenenza a un determinato gruppo sociale. Fonti: Internazionale – www.west-info.eu Eurostat – Euronews numero 04 aprile 2015
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ASSOCIAZIONI
SPAZIO DELLE ASSOCIAZIONI Discarica San Leo
Tutti uniti per dire No
L’
erba del vicino è sempre la più verde…a meno che qualche privato non decida di realizzare una discarica. È quello che sta accadendo al comune di San Leo in cui cittadini, solo poco tempo fa, hanno scoperto l’esistenza di un progetto per l’installazione di un impianto di trattamento rifiuti nella zona di Pian della Selva. Il progetto della ditta Cabe srl prevede che, per una durata di 25 – 30 anni, vengano esercitati: - un impianto di trattamento e recupero di rifiuti inerti, della potenzialità di circa 120.000 tonnellate/anno; - una discarica di rifiuti inerti, della potenzialità di 1.212.000 tonnellate; - una discarica per rifiuti speciali non pericolosi, della potenzialità di 3.352.500 tonnellate. Già da settimane il Comitato “San Leo dice NO alla discarica” sta sensibilizzando la popolazione per far capire le ripercussioni negative e l’impatto di un impianto di questo genere. Riunioni pubbliche, comunicati stampa, pagina facebook e striscioni che hanno attivato migliaia di persone fino ad arrivare alla raccolta firme che sta coinvolgendo tanti Comuni limitrofi e anche San Marino. Col risultato che, alla fine, i NO delle varie amministrazioni sono arrivati forti e chiari: la discarica non s’ha da fare! I pareri contrari sono stati pubblicamente espressi dal Presidente della Provincia e dai Comuni di Rimini, da Verucchio, Santarcangelo e Poggio Torriana. Lo stesso Sindaco di San Leo ha dichiarato di non condividere il progetto, di
Per informazioni puoi dare un’occhiata alla pagina Facebbok
No alla maxi discarica di rifiuti speciali a San Leo oppure inviare una e-mail a
nodiscaricasanleo@gmail.com
vera risorsa economica per la popolazione. cui non conosceva i contenuti fino alla sua presentazione alla Provincia. Ma non finisce qui! Ben 24 associazioni della provincia di Rimini, in una nota inviata al Presidente della Regione Emilia Romagna e ai Sindaci di Rimini e San Leo, hanno evidenziato che per Pian della Selva (ex polo estrattivo di marna da cemento) fino a pochi anni fa era previsto il ripristino mirato al recupero morfologico e botanico vegetazionale . Hanno inoltre sottolineato che l’attivazione dell’impianto di trattamento rifiuti invece causerà: – inquinamento atmosferico e traffico, generato dalle migliaia di mezzi dì opera che percorrerebbero ogni anno la Marecchiese e la Santarcangiolese; – potenziale inquinamento idrico dell’adiacente torrente Mazzocco, tributario del Marecchia, la più grande riserva naturale di acqua della provincia di Rimini; – polveri dannose generate dal riciclo e trattamento dei rifiuti e dal traffico dei mezzi d’ opera; – deturpamento dei valori storicoambientali e del paesaggio, con sicuro danno per le generazioni future, la cui valorizzazione può al contrario costituire la
Durante l’ultimo incontro pubblico il Comitato ha evidenziato i contenuti del Piano Regionale Generale Rifiuti, che attesta la piena autosufficienza della Regione Emilia Romagna nello smaltimento dei rifiuti speciali non pericolosi e il bilancio occupazionale negativo che conseguirebbe alla realizzazione della discarica: a fronte di appena cinque nuove assunzioni, stimate nel progetto Cabe, si perderebbe infatti un numero ben maggiore di posti di lavoro nei settori alberghiero, della ristorazione e turistico in generale (a cominciare dai numerosi addetti impiegati nell’azienda agrituristica confinante con l’area della discarica).
E San Marino? Anche San Marino dice NO. Proprio durante la Commissione Territorio di aprile, il consigliere di RETE Elena Tonnini ha chiesto al Segretario di Stato per il Territorio Antonella Mularoni quale fosse la posizione del governo sammarinese in merito alla discarica di San Leo. “Un errore fare una discarica in un territorio che sta cercando di spendersi turisticamente per la sua bellezza” ha dichiarato. Anche RETE ha raccolto le firme a sostegno della petizione del Comitato “San Leo dice NO alla discarica” numero 04 aprile 2015
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Ama
il tuo nemico di Elena Guidi
“F
inito nella sua natura, infinito nei suoi desideri, l’uomo è un Dio caduto che si ricorda dei Cieli.” Così, nel 1820, Alphonse de Lamartine esprimeva il disagio della creatura umana messa di fronte alla sua doppia natura, in parte materiale e in parte spirituale, con quest’ultima dolorosamente costretta entro i limiti imposti dalla prima. Tre sono i corpi che compongono l’essere umano. Oltre a quello fisico, che noi tutti percepiamo chiaramente come tale e sul quale non poniamo obiezioni, abbiamo un corpo emotivo (costituito dalle nostre emozioni) ed un corpo mentale (costituito dai nostri pensieri). L’integrazione di questi tre corpi definisce la “personalità”, ovvero quell’individualità peculiare che ci fa sentire un’entità specifica separata dagli altri e in cui ognuno si riconosce e si identifica come “io”. Altrimenti detta “macchina biologica ospitante”.
più nella preistoria, le nostre macchine ospitanti non devono più preoccuparsi di dormire con un occhio aperto per sfuggire ai dinosauri o di mettersi in moto all’alba per andare a procacciarsi cibo e vestiario, o di vegliare sul proprio nido perché non vengano i rapaci a rapire i cuccioli, o di armarsi perché la tribù nemica non devasti il proprio popolo... oppure sì? Oppure, fatte le dovute analogie, è proprio così che ancora (soprav)viviamo?
Le nostre battaglie, le nostre guerre, sono sempre state - e ancora purtroppo sono - scontri di personalità, conflitti tra punti di vista, reazioni scomposte delle nostre macchine biologiche che badano ad auto preservarsi; il mio benessere deve vincere sul tuo benessere, la mia idea deve prevalere sulla tua idea. Mors tua vita mea. Sono ancora battaglie di paura, che si giocano nel regno della divisione. Finché si resta su questo piano, nessuno vince. Stiamo ancora lasciando che i nostri cani si sbranino tra loro, per agguantare scampoli di vittorie fasulle in attesa Ma ospitante chi? Ad un livello più della prossima carneficina. Finché non alto di consapevolezza, quell’apparato riusciamo a spostarci, a far scivolare psico-fisico con cui siamo abituati ad il nostro centro di consapevolezza identificarci e a cui tanto teniamo (le dall’identificazione con la macchina a mie idee! le mie opinioni!) si configura quella con l’Ospite, non riusciremo a in realtà come nient’altro che lo vedere che in realtà “vita tua” è “vita scafandro che indossiamo per poter mea”. Che tutto confluisce nello stesso visitare e fare esperienza sul pianeta Terra. Una tuta da astronauti, insomma. fiume. Che il punto di vista è molto più ampio di quanto la nostra parziale L’Ospite siamo noi, noi scintille divine, noi viaggiatori millenari, noi frammenti prospettiva possa mostrarci e che anche di consapevolezza pura, noi coscienza di ciò che detestiamo ha la sua ragion d’essere. Che quello che facciamo in essere e di esserci. nome della nostra visione può essere La differenza sostanziale tra la macchina portato avanti con amore, benché con ospitante e l’Ospite è che la prima è un fermezza. È questo lo snodo epocale che mero strumento, “finito”, “mortale”, prefiguro, questo l’upgrade che auguro finalizzato alla sopravvivenza e a chiunque si impegni per il bene della programmato per l’autoconservazione. sua nazione. Risponderà quindi a stimoli quali la SEI CAPACE DI LOTTARE AMANDO? Non fame, la sete, il freddo, il bisogno e soprattutto... la paura. E vi risponderà solo la tua causa, ma il tuo nemico. Di in maniera re-attiva. Se qualcuno mi trafiggere la sua personalità mentre ruba il cibo, lo sbrano (se sono più ami l’Ospite? Solo chi combatte forte) o soccombo. Se minacciano i amando è un vero guerriero, animato miei cuccioli, idem. Ugualmente se dal F.U.O.C.O. (Fede Umiltà Onore invadono il mio territorio. E così via. Coraggio Onestà) che gli arde in petto. L’Ospite invece è – o meglio dovrebbe La divisione è illusione. Il tuo nemico essere – il padrone dello strumento, sta con te nel tuo stesso fiume; è il colui che lo utilizza per i propri scopi, personaggio che interpreta la tua parteche sono evolutivi, e che essendo di ombra, quella che ha bisogno di essere fatto immortale, guarda alla propria vita vista, guardata, amata, integrata. Fa come ad un percorso molto più lungo parte di te, è l’altra guancia da porgere della singola esistenza che termina quando vieni offeso. Che non significa con la fine della macchina ospitante; subire, ma essere capaci di vedere l’altro vi guarda come ad un fiume che scorre lato e accoglierlo anche se non ti piace. dentro all’eterno, e che tutto include, in Perché se lo schiacci con odio quel quanto in-finito, senza paletti morali e serpente metterà altre teste e tornerà spazio-temporali. per altre strade. Solo la spada che affonda il colpo con amore è decisiva e Questa premessa crea il presupposto del ragionamento che segue. Non siamo salvifica.
Direttrice
Anno II - mensile Numero 04 Aprile 2015 Marianna Bucci
Progetto grafico Andrea Bastianelli Impaginazione Adele Tonnini Roberto Giardi Foto copertina Mano della Statua della Libertà sul Pianello Collaboratori
quelli di RETE
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