C'era una Svolta - giugno 2014

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anno I numero 03 giugno 2014

PICCOLI TALEBANI CRESCONO spazio riservato all’indirizzo

Spedizione in abbonamento postale per l’interno. Stampe periodiche - Aut. N. 1346 del 07.06.2013 - Poste San Marino


EVENTI

EVENTI E INCONTRI Venerdì 20 e sabato 21 giugno 2014 “Festa del Solstizio - l’ozio e il vizio” Parco di Montecerreto – San Marino L’Associazione Don Chisciotte organizza l’ottava edizione della Festa del Solstizio, un appuntamento imperdibile per gli amanti della musica, della natura, del cibo e della convivialità. Un festa nel cuore della pineta di Montecerreto che, dal pomeriggio di venerdì vi accompagnerà fino all’alba di domenica. Evitate le code e cenate direttamente al parco, allo stand di Sancho Piadine Panza (per onnivori e veg), bar sempre attivo. Qualche consiglio: - Raggiungi il parco in bici o in moto, per evitare problemi di parcheggio; - Se vuoi, porta con te una torcia per camminare nel bosco; - Campeggia nel parco... festeggiamo insieme il giorno più lungo dell’anno! Tanti i concerti live in programma: Turbetto, Tocsins, Tribunal, Dj Simone Muraccini, Outlaw, A fair Trade, Acres Wild, Dj Phox. INFO www.facebook.com/festa.del.solstizio tel. 0549.907777

SCRIVI A RETE

di mio padre perché è nato il 1 agosto. Non credo che questa legge si possa definire democratica e mi riservo anche di verificarne la costituzionalità. Spero anche che questa lamentela venga rilevata dalle nostre associazioni di categoria, che su questo argomento sono state a dir poco passive.

Turismo con la condizionale

S

ono un commerciante del centro storico di San Marino e scrivo questo articolo, anche a nome di altri miei colleghi, per portare all’ evidenza di tutti la discutibilità della legge sulle aperture serali delle attività del centro storico.

alle 23:00 (che naturalmente vanno ad aggiungersi a tutte le ore di apertura durante il giorno) non prevedendo neppure una giustificazione per motivi personali.

La legge partorita dal Segretario di Stato per il Turismo Teodoro Lonfernini e dal suo staff, ci obbliga a tenere aperte le nostre attività per 27 serate tra luglio e agosto, dalle 21:00

Io, per esempio, sarò costretto a perdermi la festa per il cinquantesimo compleanno di mia madre solo perché è nata il 19 luglio, e quella per il cinquantaduesimo compleanno

Detto tutto questo, ci tengo a chiarire che non siamo contrari alle aperture serali, ma siamo allergici alle restrizioni della nostra libertà di impresa e soprattutto alle restrizioni della nostra libertà personale.

Un commerciante del centro storico

numero 03 giugno 2014

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EDITORIALE

EDITORIALE DEL MESE di Marianna Bucci

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rlatori, terroristi, maliziosi, falsi, ghigliottinatori, rozzi, provinciali, arroganti, moralisti giacobini, marxisti-leninisti, nazifascisti. Sono tante e variegate le etichette che in poco più di due anni sono state affibbiate ai componenti del nostro Movimento. L’ultima, in ordine cronologico, è quella di “piccoli talebani” coniata dall’esimio direttore sanitario Dario Manzaroli che ha inteso così dare il proprio contributo costruttivo al comitato contrario, in occasione del referendum del 25 maggio. Ma non è stato il solo. Anche il Segretario alla Sanità Mussoni si è dato il suo bel da fare: porta a porta, minacce neanche tanto velate (“se vince il Sì metteremo i ticket!”), acquisto di uno spazio autogestito in tv pagato con soldi pubblici, invio massivo e non autorizzato di email da un falso indirizzo istituzionale agli indirizzi personali dei dipendenti P.A., indicazioni di voto da parte sua e del suo staff quando la legge prevede che solo partiti e comitati possano partecipare alla campagna referendaria, informazioni volutamente omesse e altre volutamente errate. Nonostante tutto questo impegno, su 14mila votanti oltre 11mila hanno barrato la casella del Sì e abrogato la legge sulle libere professioni ISS e il decreto su Fondiss.

Interventi che potrebbero anche avere senso in uno Stato evoluto, trasparente, onesto. Ma a San Marino no. A San Marino il governo non riesce a tagliare sprechi e privilegi prima di mettere le mani nelle tasche dei contribuenti; non riesce a sanzionare chi, per anni, ha abusato del proprio ruolo; non riesce a mettere in piedi progetti sensati in linea con le esigenze di un territorio di 60kmq e una densità pari a quella di comune italiano. San Marino è, ancora oggi come vent’anni fa, consulenze strapagate, progetti faraonici, leggi approvate in fretta e furia per sanare tacitamente situazioni altrimenti illegali. San Marino è una crisi economica infinita in nome della quale approvare provvedimenti che, ai tempi delle vacche grasse, avrebbero fatto accapponare la pelle. Come la Legge sugli incentivi all’occupazione (del Segretario al Lavoro Belluzzi, PSD) attraverso cui le aziende possono aumentare la competitività grazie a contratti sottopagati ed esenzioni dai versamenti contributivi. A qualunque condizione, purché si lavori. E se provi a protestare, ci sarà sicuramente un altro disoccupato disponibile a prendere il tuo posto. La sicurezza sul lavoro, le conquiste sociali, i diritti dei lavoratori, paiono battaglie lontane anni luce e lontane dalle priorità dei sindacati che invece, ci è stato segnalato da più parti, sembra si siano particolarmente preoccupati per l’esito del referendum e prodigati in telefonate che invitavano la gente a non andare a votare.

Per non parlare poi del direttivo democristiano che ha sentenziato: “La popolazione non ha capito, sono stati abrogati due progetti innovativi, c’è stato un problema di comunicazione”. Che la popolazione abbia capito e scelto consapevolmente è un’idea che la DC proprio non riesce o non può prendere in considerazione. Ma è troppo facile liquidare così il segnale clamoroso dato dai sammarinesi. Non è una questione di marketing, né di incomprensione e l’unica risposta plausibile sarebbe quella di cominciare a fare le cose per bene, per tutti. Cambiare le persone ai posti di comando nei partiti, nei sindacati, nelle istituzioni. Quelle che si dimostrano disposte a tutto, anche a far affondare un intero partito, pur di non rinunciare ai privilegi. Far emergere la parte sana, che a San Marino esiste ovunque... nella PA, nei partiti, nei sindacati, nelle imprese. È la parte che, finora, non ha avuto voce, che spesso e volentieri ha dovuto soccombere o è stata utilizzata come specchietto per le allodole, a testimonianza di un cambiamento solo di facciata. Ma è l’unica parte a cui ha senso dare spazio. Anche perché, a dirla tutta, sia la DC che il PSD stanno terminando la scorta di specchi su cui arrampicarsi.

Una campagna referendaria vintage quella del comitato per il no e dei partiti di maggioranza, condotta con i metodi più in voga negli anni ’90, che però si è scontrata con una cittadinanza stanca di ascoltare passivamente buoni propositi proclamati a suon di slogan sterili che, nei fatti, vengono continuamente smentiti dai documenti prodotti dalla maggioranza stessa. Come le continue rassicurazioni sulla volontà di mantenere la sanità pubblica e gratuita quando già a luglio del 2013 nel “Documento di lavoro della maggioranza sulla revisione della spesa pubblica” si parlava di introduzione di contributi sanitari, revisione della gamma di prestazioni garantite dal sistema pubblico, revisione del Prontuario Farmaceutico, prosecuzione nell’ampliamento di un sistema integrato pubblico/privato. Foto Marco Stacchini numero 03 giugno 2014

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TRASPARENZA

CITTADINANZA CONSAPEVOLE A proposito di legalità e anti-mafia di Rosanna Sciutti

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ffermava il filosofo Ludwig Wittgenstein che “di ciò di cui non si può parlare è meglio tacere”. Il pensiero mi ha martellato con insistenza la mente al termine della giornata della legalità organizzata il 6 maggio scorso dal movimento “Bisogna muoversi”. Neppure cento persone all’evento sul Pianello per partecipare all’anniversario della giornata “no alle mafie” svoltasi un anno prima. In una piazza della Libertà semideserta spiccavano i vertici sindacali senza il benché minimo seguito di cittadini. Colpa dello strappo consumatosi dopo il trionfale sciopero del 24 settembre scorso fra sindacato e cittadini, quando il primo ha portato avanti una trattativa solitaria con il Governo, senza consultare coloro che avrebbe dovuto rappresentare? Quando la fiducia è persa non è facile recuperarla con decisioni tardive. Dopo i discorsi di rito (abissale la distanza fra finalità dichiarate e realtà contingente), pochissimi i partecipanti che si sono trasferiti al Teatro Titano per il assistere al confronto con il Segretario agli Interni e alla Giustizia Gian Carlo Venturini e il Presidente della Commissione anti-mafia Guerrino Zanotti.

Foto Sonia Ceccaroni

Scadente, a mio parere, l’informazione sul fenomeno mafioso; fuorviante la rappresentazione che ne è stata data. Ritengo infatti che la citazione di alcune leggi in materia da parte del Segretario Venturini (numero e data, senza scendere nei contenuti), non sia stata sufficiente a far comprendere quali provvedimenti il Governo sammarinese abbia attuato contro la mafia. E che sia da ritenersi limitato anche l’intervento del Presidente Zanotti. Questi, infatti, richiamando un incontro che si era svolto in mattinata con gli studenti delle scuole sammarinesi, ha suggerito alcuni consigli per un’educazione dei giovani in senso anti-mafioso. Consigli che mi sono sembrati più adatti allo sviluppo di un buon senso civico generale, che a gettare le basi per una formazione anti-mafia. Opportuno, a mio parere, un riferimento più preciso a quegli aspetti della cultura nostrana che, pur non eclatanti, presentano una chiara impronta mafiosa. Ad esempio all’omertà, al silenzio e all’indifferenza che troppo spesso sono considerati ordinaria normalità e pertanto non sono riconosciuti e combattuti come sarebbe necessario. Ecco, a mio parere, a che cosa occorrerebbe educare soprattutto i giovani a San Marino. Inoltre una buona educazione dei giovani non può prescindere da buoni esempi da parte degli adulti e non si può non ricordare che, purtroppo, negli ultimi tempi non sono mancati i cattivi esempi. Esempi ai quali Zanotti non ha minimamente accennato, a

differenza di Adriana Musella, testimonial dell’evento per quanto riguarda la terra di Calabria. Certamente il Presidente Zanotti è tenuto al segreto istituzionale ma, tacendo certi fatti, si rischia che siano considerati inesistenti. Troppo spesso i sammarinesi vengono presentati quali vittime inconsapevoli e inermi delle infiltrazioni malavitose. Anche la testimonianza di Adriana Musella, personalità di spicco della lotta alla criminalità organizzata, alla quale si è dedicata con appassionato impegno dopo l’assassinio del padre per mano della mafia, pur in sé importante, presenta il rischio di essere recepita quale “altra” rispetto alla cultura nostrana. Infatti, se da un lato risulta improbabile che un cittadino sammarinese si trovi nella condizione di dover rendere moralmente giustizia all’assassinio di un padre, dall’altro, anche quegli aspetti della cultura mafiosa illustrati molto bene dalla Musella, a San Marino risultano irrealistici, perché taciuti e dunque ignorati. Che cosa resta dunque dell’evento organizzato dagli amici di “Bisogna muoversi”, al di là delle buone intenzioni? Una carta della legalità certamente alta nelle finalità ma destinata, a mio avviso, a restare una raccolta di enunciati, se non si troverà il modo di parlare sul serio di mafia e di agire di conseguenza. E una parola “antimafia” purtroppo vuota. Una carta d’identità, non un fatto di coscienza, come afferma Don Ciotti in una recente intervista a L’Espresso.

by Roberto Morini numero 03 giugno 2014

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TRASPARENZA

A SPASSO NEL TEMPO Nomi e partiti di oggi e di ieri

PSS 25/06/2002

S

embra proprio che la San Marino del 2014 abbia gli stessi metodi e gli stessi privilegi da difendere della San Marino di trent’anni fa. E soprattutto che celi in malo modo, sotto una falsa parvenza di cambiamento, le stesse persone che hanno contribuito a renderla un paradiso artificiale, un parco giochi per pochi eletti, un Paese dei Balocchi in cui ora, dopo anni di bagordi, le 17/12/2002 orecchie asinine stanno spuntando da sotto i cappelli. Responsabilità collegiali, responsabilità condivise... talmente condivise da non essere più riconducibili a nessuno. Facciamo un salto indietro nel tempo, e vediamo da dove siamo partiti.

Data di nomina

Coalizione

Nome dei segretari di Stato

15/12/2003

1983-1988

Gabriele Gatti (Esteri), Claudio Podeschi (Lavoro)

1988-1993

Gabriele Gatti (Esteri), Claudio Podeschi (Lavoro)

12/07/1993

Gabriele Gatti (Esteri), Antonio Lazzaro Volpinari (Interni), Clelio Galassi (Finanze), Fiorenzo Stolfi (Industria), Emma Rossi (dal 13/5/1997 Luciano Ciavatta), Ottaviano Rossi Sante Canducci, Pier Marino Menicucci, Claudio Podeschi (Turismo?), Augusto Casali

21/05/2002 (rimpasto)

PSS

PDCS PSS

PDCS PSS

Gabriele Gatti (Esteri), Antonio Lazzaro Volpinari (Interni), Clelio Galassi (Finanze), Fiorenzo Stolfi (Industria), Sante Canducci, Luciano Ciavatta, Augusto Casali, Claudio Podeschi (Turismo), Romeo Morri (Lavoro), Cesare Antonio Gasperoni

21/02/2005 (rimpasto)

PSS

PDCS PSS

Fabio Berardi (Esteri), Rosa Zafferani (Interni), Pier Marino Mularoni (Finanze), Claudio Felici (Industria), Gian Carlo PSS PdD (poi Venturini (Lavoro), Paride Andreoli Partito dei (Turismo), Massimo Roberto Rossini, Socialisti e dei Democratici: PSD) Giovanni Lonfernini (solo otto segreterie anziché 10) Fiorenzo Stolfi (Esteri), Valeria Ciavatta (Interni), Stefano Macina (Finanze), Francesca Michelotti (Cultura), Fabio AP Berardi (Sanità), Marino Riccardi (Territorio), Antonello Bacciocchi SU (Sinistra Unita) (Lavoro), Tito Masi (Industria), Ivan Foschi (Giustizia), Paride Andreoli (Turismo)

27/07/2006

PSD 28/11/2007

AP SU DDC

Gabriele Gatti (Esteri), Fiorenzo Stolfi (Interni), Clelio Galassi (Finanze), Maurizio Rattini (Industria), Pasquale Valentini, Fabio Berardi (Territorio), Paride Andreoli (Turismo), Sante Canducci, Pier Marino Mularoni, Pier Marino Menicucci Romeo Morri (Esteri), Pier Marino Mularoni (Interni), Fiorenzo Stolfi (Finanze), Maurizio Rattini (Industria), Pasquale Valentini (Istruzione?), Fabio Berardi (Territorio), Paride Andreoli (Turismo), Gian Carlo Venturini (Sanità), Pier Marino Menicucci, Augusto Casali

Fabio Berardi (Esteri), Loris Francini (Interni), Pier Marino Mularoni (Finanze), Claudio Felici (Industria), Rosa Zafferani, Gian Carlo Venturini (Lavoro), Paride Andreoli (Turismo), Massimo Roberto Rossini (solo otto segreterie anziché 10)

PSD

Gabriele Gatti (Esteri), Francesca Partito Michelotti (Interni), Clelio Galassi Progressista (Finanze), Emma Rossi (Industria), Democratico Sante Canducci, Roberto Bucci, Claudio Sammarinese-Idee Podeschi (Turismo), Romeo Morri in Movimento, (Lavoro), Stefano Macina, Socialisti per le Cesare Antonio Gasperoni Riforme

PDCS

PSS

Fiorenzo Stolfi (Esteri), Loris Francini (Interni), Pier Marino Mularoni (Finanze), Maurizio Rattini (Industria), Pasquale Valentini (Istruzione?), Fabio Berardi (Territorio), Paride Andreoli (Turismo), Rosa Zafferani, Gian Carlo Venturini, Alberto Cecchetti

PDCS

PDCS

13/07/2001

PDCS

PdD

Tito Masi (Industria)

1978-1983

29/03/2000

APDS

PDCS

1976-1978

08/07/1998

PdD

Augusto Casali (Esteri), Emma Rossi (Interni), Fiorenzo Stolfi (Finanze), Claudio Felici (Industria), Fausta Morganti, Fabio Berardi (Territorio), Paride Andreoli (Turismo), Maurizio Rattini, Fernando Bindi, Tito Masi (Giustizia)

Patto per San Marino Pdcs-Eps-Ael 03/12/2008

Lista della Libertà (Nps-Ns) Unione Sammarinese Moderati (Ans-Pop)

Fiorenzo Stolfi (Esteri), Valeria Ciavatta (Interni), Stefano Macina (Finanze), Francesca Michelotti (Cultura), Mauro Chiaruzzi (Sanità), Marino Riccardi (Territorio), Pier Marino Mularoni (Lavoro), Tito Masi (Industria), Ivan Foschi (Giustizia), Antonello Bacciocchi (Turismo) (Governo entrato in crisi l'11 giugno 2008, ore 18,30) Antonella Mularoni (Esteri), Valeria Ciavatta (Interni), Gabriele Gatti (Finanze), Romeo Morri (Cultura), Claudio Podeschi (Sanità) (dal 30/04/2010 Pasquale Valentini), Giancarlo Venturini (Territorio), Gianmarco Marcucci (Lavoro, sostituito da Francesco Mussoni), Marco Arzilli (Industria), Augusto Casali (Giustizia), Fabio Berardi (Turismo)

Ap San Marino bene Comune 11/11/2012

PDCS (+ NS + ANS) PSD AP

Pasquale valentini (Esteri + Giustizia), Giancarlo Venturini (Interni) Claudio Felici (Finanze), Giuseppe Maria Morganti (Cultura), Francesco Mussoni (Sanità), Matteo Fiorini (Territorio), Iro Belluzzi (Lavoro), Marco Arzilli (Industria), Teodoro Lonfernini (Turismo) numero 03 giugno 2014

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CONSIGLIO

LAVORI CONSILIARI Comma anti-COMUNICAZIONI

di tutelare oggi le stesse persone che quelle evasioni le hanno permesse. Bisogna pur considerare che molte delle società debitrici hanno ricevuto il nullaosta per operare proprio dal Congresso di Stato che, lungi dall’essere garante di affidabilità, seguita a fare appello ad una credibilità e una fiducia mai conquistate pur di lasciarsi le mani libere proprio nei settori più delicati: liquori, rifiuti, oro.

U

n’atmosfera particolarmente tesa ha caratterizzato l’inizio dei lavori della seduta del Consiglio di maggio. Forse a causa dell’intervista rilasciata dall’ex responsabile dell’antiriciclaggio della Banca Commerciale Sammarinese Giuseppe Roberti, le cui dichiarazioni collegano l’ormai tristemente noto “conto Mazzini” a una fondazione che pare riconducibile al democristiano Claudio Podeschi, al libretto “Giulio” estinto a firma di Fiorenzo Stolfi (ancora ben presente tra le fila del PSD), alle somme utilizzate per pagare voli ai residenti all’estero in occasione delle elezioni politiche, indicando quale principale responsabile del voto di scambio proprio la DC. Nonostante la gravità dei fatti, un paradossale silenzio ha avvolto l’Aula, specialmente tra gli scranni dei partiti chiamati in causa. Un comma comunicazioni che ha preferito non comunicare, amplificando la sensazione che ancora non si intenda analizzare cause e responsabilità evidentemente troppo scomode. Perché ad emergere in tutta la loro crudezza, sono invece gli interessi trasversali che colpiscono diversi schieramenti nonché la continua commistione tra affari, politica, amministrazione, finanza e mafia, di cui si raccolgono continue testimonianze.

Centro Storico decreto o diktat?

D Debiti da monofase Innocenti evasioni?

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ecessari ma non sufficienti gli spunti contenuti nel documento del governo sulla questione debiti monofase, oggetto di un dibattito richiesto da tempo anche da RETE. Dalla relazione presentata dal Segretario alle Finanze Felici (PSD) emergono tutte le lacune che, nell’arco di vent’anni hanno generato milioni di euro di debiti di monofase, oramai inesigibili ma messi a bilancio pur conoscendo l’impossibilità di riscossione (lo Stato che evade se stesso!), con tanto di tirata d’orecchi da parte del Fondo Monetario Internazionale. Normative scritte sulla carta e mai applicate, controlli inesistenti o resi inefficaci: eppure non ci basta! Manca ancora una volta l’analisi di cause e responsabilità.

urante la discussione degli immancabili decreti (il mezzo preferito dal governo per evitare di confrontarsi preventivamente con l’opposizione) molto clamore ha suscitato l’imposizione dell’apertura serale dei negozi del centro storico di Città. Bene Comune infatti, noncurante del principio di autoimprenditorialità e soprattutto della libertà di ogni singolo individuo, ha deciso che durante gli eventi i negozi devono stare aperti a tutti i costi, non prevedendo “giustificazioni” di alcun tipo (si legga segnalazione a pag. 2). Certamente l’obiettivo di favorire l’apertura serale durante gli eventi è condivisibile, ma c’è modo e modo di procedere. Limitarsi a imporre dall’alto senza prendere in considerazione alternative (RETE ha proposto emendamenti per raggiungere lo stesso obiettivo ma con meccanismi premianti), denuncia l’incapacità di accettare il confronto all’interno di un processo decisionale sempre più autoreferenziale. Il ruolo della politica dovrebbe essere quello di creare le condizioni favorevoli affinché l’apertura serale divenga spontanea. Questa imposizione è un solo un surrogato, sintomo del fallimento nella ricerca di politiche incapaci di favorire il turismo.

Amministrazione e controlli sono strumenti in mano a chi li gestisce e la loro efficacia dipende dagli obiettivi che il gestore si pone. E se sono stati inefficaci per vent’anni, è evidente che l’obiettivo fosse quello di rendere questi strumenti funzionali ad anomalie e distorsioni. Dire oggi che occorre migliorare gli strumenti non solo è un’ovvietà – visto che se ci fosse la volontà, il governo potrebbe intervenire subito - ma significa continuare a chiudere gli occhi pur numero 03 giugno 2014

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CONSIGLIO

riciclaggio. Questo per sottolineare che la mafia non è un’entità astratta lontana dalla nostra quotidianità, al contrario ha volti e interessi vicini e identificabili. E San Marino, purtroppo, in tutto questo non ha certo un ruolo da spettatore passivo. Anzi, ha creato consapevolmente le condizioni che hanno permesso l’insediamento della malavita. Un interesse reciproco insomma: quello della mafia per San Marino e viceversa. Lungi dall’essere una paese vittima, il nostro sembra piuttosto il punto d’incontro ideale tra domanda e offerta.

Lavoro occasionale …controlli occasionali

A Mafia e politica

L

a relazione della Commissione Antimafia, analizzata insieme a quella sullo stato della Giustizia, ha messo nero su bianco alcune prese di coscienza:

- la malavita organizzata è presente e attiva in territorio ma senza l’aiuto degli operatori economici e dei professionisti sammarinesi difficilmente avrebbe attecchito;

ncora una volta un tema basilare come quello del lavoro viene bistrattato da un Consiglio che, frettoloso di chiudere i lavori, ha discusso dopo la mezzanotte il progetto di legge “Disciplina delle prestazioni di lavoro occasionale e accessorio”. In otto articoli il Segretario Belluzzi (PSD) è riuscito comunque a inserire rimandi a nuovi decreti delegati che, lui stesso ha rassicurato, “sono già pronti”. Quindi non solo non è possibile avere un testo unico comprensibile e chiaro, ma addirittura sono già pronti i decreti di riferimento di un progetto di legge che ancora non è stato approvato. Ma il Segretario evidentemente ha il dono della preveggenza e sa già che verrà tutto approvato e ratificato. Con o senza confronto, poco importa. Infine, incalzato sul mancato inserimento delle attività di controllo sul lavoro occasionale, considerati anche i pochi controlli che vengono fatti ordinariamente, il Segretario ci ha rincuorati: “Qualche controllo è stato fatto”. Sono sempre belle queste argomentazioni così ricche di dati ed elementi di riflessione (siamo ironici, naturalmente).

- già dal 1993 il giudice Emiliani denunciava “ingenuità, leggerezza, scarsa professionalità e inefficienze dovute in massima parte a scelte di metodo operate al vertice della PA. Si è voluto un controllo leggero e questo ha aperto la strada ad abusi sempre più gravi e al radicarsi di connivenze tra imprenditori locali di infimo ordine e organizzazione criminose straniere”; - sin dal 2003 si segnalava che “accade con frequenza che i soci di società sammarinesi… dopo aver contratto debiti, soprattutto verso lo Stato a titolo di imposte e tasse non pagate, si rendano irreperibili lasciando la società non operativa – e con patrimonio inesistente – da estinguere”; - tra le cause che favoriscono la presenza malavitosa: mancanza di trasparenza, di incapacità nella prevenzione e nel contrasto, carenza di norme penali per tutelare integrità capitale. RETE ha portato il proprio contributo alla discussione attraverso Matteo Zeppa (trovate il suo intervento sul nostro sito) che ha ricordato molte delle indagini delle procure italiane in cui San Marino è coinvolto – Operazioni Vulcano, Vulcano2, Titano, Staffa, Decollo money. Tra i nomi degli appartenenti ai clan malavitosi: Clan Mariniello, Casalesi, Carmine Schiavone Raffaele Stolder, Francesco Vallefuoco, Salvatore Pascarella, Giovanni Lentini, Francesco Agostinelli, Francesco Sinatra, Vincenzo Barbieri, Bruno Platone. Pestaggi, sparatorie, minacce alcuni dei metodi che le cosche organizzate hanno utilizzato per poter perseguire i propri scopi, quali usura, estorsione, riutilizzo di denaro sporco, traffico di stupefacenti,

RETE è uno strumento, usatelo! I file audio degli interventi dei Consiglieri sono disponibili sul nostro sito. www.movimentorete.org - sezione LAVORI CONSILIARI numero 03 giugno 2014

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DIRITTI CIVILI

DI QUALUNQUE GENERE Donne e Politica di Michele Pazzini

U

no degli aspetti critici della democrazia è l’esigua presenza femminile nelle istituzioni rappresentative e nei luoghi di decisione politica. Nonostante gli interventi normativi, infatti, le donne restano figure marginali della politica, a tutti i livelli. È dagli anni ’80 che studiosi del comportamento elettorale considerano il gender gap quale indicatore empirico di un divario di genere tra uomini e donne. Nel frattempo la società è cambiata e la figura della donna, simbolo degli affetti domestici, della cura e del focolare, ha lasciato il posto a donne capaci di una propria autonomia. Il poter incrementare le proprie condizioni socio-economiche ha permesso alle donne di migliorare lo status politico e viceversa. Ma le donne restano in gran parte escluse. Quali le cause che le trattengono dal partecipare? Primo fra tutti, il carico di lavoro domestico, la cura dei figli e l’assistenza che, soprattutto nell’Europa mediterranea, pesano ancora per tradizione sulle loro spalle, indipendentemente dal fatto che le donne lavorino o meno; esse infatti dedicano quotidianamente 60/90’ in più degli uomini al lavoro non retribuito. La sfida più grossa è quindi conciliare vita privata, lavoro e vita pubblica, a cui recenti ricerche aggiungono altri fattori: la mancanza di autostima e di autoefficacia che generano un senso di inadeguatezza verso la politica, la scarsa ambizione, una bassa capacità di influenza ma soprattutto uno scarso interesse per il potere. Se si uniscono questi elementi a un tipo di rappresentazione sociale farcita di pregiudizi e stereotipi verso le donne, che tentano di rendere biologici fattori squisitamente culturali, la frittata è fatta! Perché nel processo di socializzazione alla politica, ciò che maggiormente trasmettono i media e altre agenzie, come la scuola e la famiglia, è la prevalenza di un pattern maschile razionale, competitivo e dominante, opposto a un modello femminile emotivo, dipendente e passivo. Inoltre, non è scontato che le donne votino per altre donne, dato che il sistema di credenze diffuso le dipinge come incapaci di identificarsi con la politica. L’aver introdotto nel sistema politico le quote di rappresentanza di genere (definirle “quote rosa” le stereotipizza ulteriormente) evidentemente non basta al fine di evitare lo spreco di talenti e desiderata femminili e per favorire il confronto di idee, vitale per ogni evoluzione innovativa della società. Questo non vuol dire che le quote siano inutili; a parere di chi scrive sono invece uno degli strumenti transitori assolutamente necessari per arrivare ad un’adeguata rappresentanza politica. Ce lo mostra l’Italia, che quando nel ’93 approvò la legge sulle quote, incrementò le deputate di ben 43 seggi. Attualmente in entrambe le camere la quota è salita a circa il 30%. Ancora la strada è lunga per raggiungere il 43% delle parlamentari svedesi – ottenuto senza leggi specifiche ma con una più equa redistribuzione del lavoro domestico tra i generi e un welfare ben diverso da quello familistico, come il nostro – però il dato è senz’altro positivo. San Marino, paese che ha visto le donne andare alle urne per la prima volta nel 1964, non brilla in fatto di partecipazione politica femminile. Guardando le istituzioni, l’unica paritaria è al momento la Reggenza. Il Congresso di Stato, composto fino a pochi mesi fa al

100% da uomini, ha ora una Segreteria su 9 (11%) guidata da una donna. Ma questi non sono organi elettivi: lo è invece il Consiglio Grande e Generale, rappresentato solo da 10 donne, un sesto del totale (16,5%). Nonostante la normativa elettorale che impone a tutte le liste candidate di non essere composte per oltre due terzi da persone del medesimo genere, PS, UPR e PSD (da quando l’unica eletta si è resa indipendente) hanno una composizione tutta al maschile. Le consigliere sono 4 (19%) in area PDCS-NS, e una per ogni lista (25%) in SU, CIVICO e AP, che fino a poco tempo fa era ad un perfetto 50% come RETE. Migliori sono i risultati delle Giunte, di cui 4 capitanate da donne e 5 da uomini. Le prime consigliere comparvero proprio quarant’anni fa, nel ’74, quando fu concessa alle donne la possibilità di candidarsi. Tre, furono le elette. I seggi salirono a 7 negli ’80, poi a 8. Il dato attuale, 10, è invece il massimo raggiunto, per la prima volta nel 2001 e poi nel 2008 dopo la brusca discesa a 7 seggi del 2006. Ma così come accaduto per i consiglieri, il ricambio non è tanto frequente. Si contano sulle dita di una mano le donne incaricate per una sola legislatura. Tutte le altre ne hanno vissute da due fino a un massimo di sei. Ciò significa che, comprese le ultime consigliere, di cui 6 sono al primo incarico, le donne che hanno guidato il paese in maggioranza o facendo opposizione, sono state in questi quarant’anni poco più di una trentina. Il dato non è incoraggiante, specie di fronte all’impatto negativo che l’attuale fase recessiva potrebbe avere sui soggetti socialmente ed economicamente più deboli, in particolare le donne, causando così un ritorno agli schemi oppressivi del passato. numero 03 giugno 2014

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ATTUALITÀ E CULTURA

SPAZIO CULTURA Una nuova economia con la Banca della Vita

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n progetto di tutela, conservazione, produzione e commercializzazione delle sementi, dei frutti antichi e autoctoni. In tre parole, una Banca della Vita: una banca che decide di tutelare e conservare i semi. Perché i semi? Le sementi sono la base del cibo e tutelarle significa anche difendere la sovranità alimentare. Negli ultimi cinquant’anni, purtroppo, si è assistito ad una rapida erosione della diversità e soprattutto alla rapida concentrazione del controllo delle sementi nelle mani di poche multinazionali, autorizzate da trattati internazionali a brevettare ciò che esiste in natura. Parallelamente è stato annullato il prezioso lavoro di selezione e riproduzione dei semi, portato avanti dagli agricoltori per millenni, ed è stata limitata l’autoproduzione e lo scambio delle sementi. Il processo di smantellamento di sovranità dei semi parte negli anni ’60, con la cosiddetta “rivoluzione verde” (che di verde non aveva proprio nulla), quando estese campagne governative persuasero i contadini dei paesi dove c’erano frequenti carestie, a sostituire le vivaci varietà locali con colture uniformi - in particolare riso e frumento – con la promessa di raccolti facili, prodotti attraenti ad alta produttività. Ma i semi costavano tre volte più del normale e la loro resa dipendeva da fertilizzanti chimici e dall’utilizzo di macchinari molto costosi. Anni dopo, con la biotecnologia, è arrivata la “seconda rivoluzione verde”: applicando l’ingegneria genetica all’agricoltura alcune industrie, le stesse produttrici di fertilizzanti e pesticidi, si sono specializzate nel vendere “pacchetti” con semi ogm brevettati resistenti ai propri prodotti chimici, appositamente studiati per essere sterili e quindi creare una dipendenza nell’approvigionamento annuale. A queste politiche non è corrisposta però una valutazione sulle ripercussioni sulla salute dei consumatori di prodotti manipolati geneticamente, che suscitano tuttora molti dubbi.

sull’approvvigionamento dei semi e quindi sul cibo. L’erosione genetica delle varietà tradizionali colpisce sia i Paesi sviluppati che quelli poveri. In Messico ad esempio, culla storica del mais, si sono perse l’80% delle varietà tradizionali; in Italia sono a rischio circa 500 specie di piante alimentari e un numero difficilmente calcolabile di varietà. La perdita di biodiversità colturale porta, e ha già portato in passato, a forti carestie e problemi per la salute delle colture che, non differenziandosi più a livello genetico, possono ammalarsi gravemente distruggendo interi raccolti. Da qui l’importanza delle banche delle sementi per preservare le varietà di semi: luoghi che restituiscono agli agricoltori la libertà di scambiarsi le sementi e preservare

un patrimonio che è anche storico e culturale oltre che alimentare. La Repubblica di San Marino non recependo in maniera acritica le normative internazionali in materia di brevetti sui semi, è il luogo ideale per dare impulso, attraverso la creazione della Banca della Vita, ad un nuovo modello di economia, che parta dalla valorizzazione di un’agricoltura attenta ai processi naturali e alle specificità locali. Il progetto Banca della Vita verrà presentato mercoledì 25 giugno alle ore 21:00 presso la sala Ex tiro a volo di Murata insieme alle associazioni che contribuiranno a svilupparlo: Slowfood, Navdanya International, Movimento per la Decrescita Felice, Agrivillaggio, NOGM, Banca del germoplasma di Bari, Civilità Contadina, UpBio.

Molti agricoltori sono andati in rovina a causa dei debiti per pagare i diritti d’autore alle multinazionali, che si sono ingiustamente impossessate dei semi selezionati dal lavoro millenario di contadine e contadini, dimostrando una progressiva tendenza al controllo totale numero 03 giugno 2014

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ATTUALITÀ E CULTURA

FLASH DAL MONDO Brasile 2014 i Mondiali della violenza

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ome sempre accade per gli eventi di risonanza internazionale come gli Expo, le Olimpiadi o, in questo caso, i mondiali di calcio, gli organizzatori riescono a distinguersi per efferatezza nella violazione dei diritti e della dignità delle persone. Eventi che dovrebbero favorire la socializzazione, l’integrazione, il sano divertimento, diventano teatro di crudeltà perpetrate in nome di interessi economici, in nome di contratti milionari con gli sponsor, in nome di una visibilità che mira a nascondere i lati più “scomodi”

Germania in prima linea Cibo condiviso, meno sprechi

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dei paesi che ospitano gli eventi in favore di un’apparenza fatta di lustrini e false illusioni di benessere. È accaduto a Shanghai per l’Expo: arresti ed espulsioni, requisizioni forzate di palazzi e terreni, case espropriate, migranti obbligati a stare fuori della città perché potrebbero “offendere l’immagine della Cina”, cittadini cacciati perché senza lavoro, nuove e più feroci restrizioni sui mezzi di comunicazione. È accaduto in Ucraina per gli Europei di calcio nel 2012, con la strage di cani e gatti uccisi sommariamente con veleni, bastoni e fucilate. Sta accadendo in Brasile per i mondiali 2014, in cui il governo non si è fatto problemi a sfrattare le quaranta famiglie della favela situata a 500 metri dallo stadio Maracana, nonostante le nuove abitazioni non fossero ancora pronte. Le famiglie sapevano già da tempo del “trasferimento forzato” e stavano aspettando i nuovi alloggi. Ma i ritardi nella preparazione della città ai mondiali hanno portato la prefettura a imporre l’uscita dalle case. “La rimozione e l’espulsione delle famiglie povere uno degli esempi più drammatici dell’impatto che il mondiale sta causando al paese. Più di 250mila persone sono a rischio o hanno già perso la propria casa in funzione delle opere per il megaevento” ha dichiarato Renato Cinco, deputato dell’assemblea legislativa del municipio di Rio de Janeiro. Problemi strutturali ma anche di ordine pubblico: gruppi armati composti per lo più da ex poliziotti, hanno creato un vero e proprio sistema criminale violento con la scusa di voler proteggere gli abitanti. I miliziani perpetrano intimidazioni ed estorcono denaro a cittadini e commercianti, costretti a pagare una “tassa” per la protezione. Pagano il pizzo insomma. E chi si ribella diventa vittima di violenze, punizioni e sparizioni sospette. Ma gli abitanti delle favelas non vogliono chiudersi, al contrario vogliono che si sappia ciò che accade. Con tutti i mezzi, murales compresi (nella foto quello di Paulo Ito). E in una delle ultime manifestazioni, a San Paolo, i dimostranti hanno chiesto investimenti nel sistema sanitario e nell’educazione piuttosto che nell’imminente evento calcistico. omogeneizzati, latte, cornflakes, cioccolato, caffè, marmellate, formaggi, birra, vino, biscotti, frutta e verdura. E per tutti vale la regola del “non far mangiare agli altri ciò che non mangeresti tu”.

gni anno sprechiamo 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti: ogni europeo butta via 179 chili di cibo e, assieme a questo, butta via le risorse (acqua, energia) che sono servite a produrlo. L’Istituto Austriaco di Economia dei Rifiuti ha calcolato che il 45% dei prodotti scartati dai supermercati in Europa si possono ancora consumare. Una delle tante, profonde contraddizioni del nostro tempo, in cui parte della popolazione mondiale è in sovrappeso mentre l’altra parte è denutrita e malnutrita. E la prima soluzione è arrivata nel 2013 dalla Germania, con il food sharing, un sistema che ha permesso, solo nei primi quattro mesi di funzionamento, di salvare oltre 4 tonnellate di cibo. Si tratta di una semplice piattaforma web che permette di condividere con gli altri utenti il cibo che si avvicina alla data di scadenza. Una volta registrati, basta segnalare un alimento in scadenza e attendere che qualcuno lo venga a prendere. Allo stesso modo è possibile andare a ritirare il cibo da chi lo vuole donare. Fra i prodotti maggiormente scambiati ci sono riso, pasta, numero 03 giugno 2014

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ASSOCIAZIONI

SPAZIO DELLE ASSOCIAZIONI Emergency compie vent’anni Sanità fa rima con Dignità

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a vent’anni esiste un’associazione umanitaria che impegna tutte le sue energie a portare speranza e messaggi di pace dove speranza e pace sembrano parole vuote. Nei paesi sfruttati, abbandonati, colpiti da guerre e carestie, dal 1994 Emergency è in prima linea per assicurare cure mediche e chirurgiche di alta qualità. E lo fa gratuitamente, onorando così al massimo livello il principio di diritto alla salute per ogni essere umano, il diritto di poter accedere a strutture sanitarie adeguate; lo fa rispettando la dignità di ogni individuo che, specialmente nei paesi in guerra, è solitamente vittima di indifferenza e violenza. Emergency è stata fondata da Gino Strada insieme alla moglie Teresa Sarti e a Carlo Garbagnati, ed è oggi presente in sedici paesi del mondo (tra cui Afghanistan, Iraq, Sierra Leone, Sudan, Repubblica Centro Africana, Italia). In questi 20 anni ha curato 6 milioni di persone, grazie al coraggio e alla passione dei volontari che hanno dato forma a quella che inizialmente sembrava un’utopia. Volontari che hanno operato e tuttora operano in condizioni difficilissime, costruendo ospedali, centri pediatrici, centri di maternità, posti

di primo soccorso, ambulatori in luoghi impervi e difficilmente raggiungibili con mezzi; curando le persone in situazioni estremamente pericolose, nelle città sotto assedio, sotto i razzi, le bombe, rischiando ogni giorno la propria vita per salvare quella degli altri. Emergency non si limita a gestire strutture sanitarie ma dedica la propria attenzione a progetti di alto valore sociale e solidale: collabora con le autorità locali all’ammodernamento e all’equipaggiamento di strutture già esistenti; in Iraq gestisce un centro di produzione protesi, riabilitazione e reintegrazione sociale e organizza corsi di formazione professionale per i pazienti e li aiuta nell’avvio di botteghe e piccole cooperative artigiane. Il personale internazionale (a cui Emergency garantisce retribuzione, rimborso spese di viaggio, copertura assicurativa, vitto ed alloggio) impiegato per gli interventi umanitari viene attentamente selezionato ed è specializzato nelle seguenti categorie: medici e infermieri* specializzati; professionisti nel settore edilizio, logistico e amministrativo; personale specializzato nella gestione e nella manutenzione delle strutture di intervento Tutte queste figure sono responsabili per la formazione professionale e la supervisione del personale locale medico e non medico. La formazione del personale locale, teorica e pratica, è uno dei punti saldi dell’attività dell’associazione: scopo ultimo dei suoi interventi umanitari, infatti, è di lasciare la gestione degli ospedali alle autorità sanitarie dei paesi in cui si trovano, purché sia garantito il rispetto della elevata qualità delle cure e della loro gratuità e la non discriminazione per i pazienti, le due caratteristiche distintive dell’attività medica di Emergency.

GRUPPO RIMINI-SAN MARINO Anche la Repubblica di San Marino, da tanti anni, può contare sull’impegno dei volontari che, insieme al gruppo di Rimini, dedicano il loro tempo alla sensibilizzazione, alla promozione di una cultura di pace e alla raccolta fondi per sostenere progetti umanitari nei paesi in guerra. Sul territorio italiano sono attivi 4.000 volontari, organizzati in circa 160 gruppi. VUOI SOSTENERE EMERGENCY? Ecco cosa puoi fare: • Entrare a far parte del personale internazionale di Emergency; • Dedicare un pò del tuo tempo al volontariato nel gruppo Rimini-San Marino; • Fare una donazione (privati o aziende). Tel 347.9920030- 335.7331386 grupporimini@gmail.com www.emergency.it

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Credito sociale per le famiglie in difficoltà Ricordiamo alle famiglie che hanno necessità di sostegno economico che le domande per il credito sociale possono essere presentate fino al 10 luglio 2014 (entro le ore 17:00). Il decreto delegato n. 32 del 2014 elenca tutti i requisiti per accedere al credito sociale, tra i quali rientra il reddito familiare pro-capite non superiore a € 7.000,00. Le domande possono essere presentate da un componente maggiorenne del nucleo familiare; altro familiare maggiorenne non convivente; il tutore della persona oggetto di intervento; il Direttore dell’UOC del Servizio Sanitario, Socio Sanitario, Socio Assistenziale che ha in carico il nucleo familiare Il modulo dovrà essere accompagnato da una serie di certificati: copia busta paga, certificato di non occupazione, eventuale documentazione attestante oneri quali rate mutuo, canone affitto o contratto locazione, nulla osta per addetti all’assistenza domiciliare, rette asili nido ecc. Per informazioni, moduli e assistenza nella compilazione delle domande: Tel. 0549.882661 / 882696 e-mail: info.creditosociale@gov.sm web: www.finanze.sm

RETE ha cambiato casa... Il Movimento RETE è sempre in… movimento! E non è tanto per dire visto che ci siamo appena trasferiti.

L’indirizzo della nostra nuova sede è: Strada Andrea di Riccio 2 (Fiorina di Domagnano). Arrivati alla rotonda di Fiorina, prendere strada di Paderna e poi la prima via a destra. Il numero di telefono e tutti gli altri contatti sono rimasti invariati. Venite a trovarci!

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Anno I - mensile Numero 03 Giugno 2014 Marianna Bucci

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