CHANGING CITIES
Ve rs o u n fu t u r o s o st e nibil e
Politecnico di Milano
Polo Territoriale di Mantova Scuola di Architettura Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni
LAUREA TRIENNALE IN PROGETTAZIONE DELL’ ARCHITETTURA
Candidato: MATTEO PASINI Matricola: 861053
Relatore: prof Carlo Peraboni
INTRUDUZIONE
Abstract
Premessa
01 PARTE I
1.1 Un nuovo sistema globale 1.2 Le dinamiche del cambiamento a. Aumento della densità demografica b. Nuove governace urbane c. Espansione urbana incontrollata d. Inequità sociale e povertà e. Aumento dei cambiamenti climatici f. Rischio e insicurezza urbana g. Migrazioni incontrollate h. Sistemi di trasporto inefficienti
02 PARTE II
2.1 Un’idea di sviluppo sostenibile
2.2 L’ Agenda urbana 2030 2.3 La città sostenibile
2.4 Rigenerazione urbana
pag. 06 pag. 08 pag. 12 pag. 16 pag. 18 pag. 20 pag. 22 pag. 26 pag. 28 pag. 30 pag. 32 pag. 36 pag. 40 pag. 44 pag. 46 pag. 48
SOMMARIO 00
PARTE III
3.1 Casi Studio
a. Hafencity, Amburgo b. King Cross District, Londra c. Parco Olimpico 2012, Londra d. Parco Dora, Torino e. Porta Nuova, Milano f. Nordhavn, Copenhagen g. Milano-Sesto, Milano
a. Focus sui casi studio b. Principi-guida 4.2 Fonti
pag. 52 pag. 54 pag. 62 pag. 70 pag. 78 pag. 86 pag. 94 pag. 102 pag. 112 pag. 114 pag. 118 pag. 122
03
04 PARTE IV 4.1 Conclusioni
CHANGING CITIES:
Verso un futuro sostenibile
ABSTRACT
L’elaborato qui proposto si è occupato principalmente di una tematica fortemente attuale e sentita nella pianificazione territoriale odierna, ossia quello della rigenerazione urbana in chiave sostenibile. L’obiettivo è stato quello di riuscire a comprendere al meglio quali siano le dinamiche, i temi e i caratteri che sviluppano e pianificano un progetto rigenerativo, in maniera tale da poter acquisire una visione più completa possibile che ne permetta una maggiore compressione e riflessione.
Il saggio qui presente non vuole dare delle specifiche o delle direttive progettuali, ma cerca di evidenziare quelle pratiche e quegli elementi caratterizzanti che possono risultare utili, innovativi e sostenibili per il conseguimento di alcuni dei principali obiettivi a cui un “buon progetto e una buona pianificazione” dovrebbe rispondere.
In un primo momento, dopo una fase di ricerca e di analisi, sono state individuate le principali dinamiche e i cambiamenti che, i territori, ma soprattutto le città, a livello globale, stanno continuamente affrontando o che dovranno affrontare in un futuro non troppo lontano. Di seguito ci si è soffermati su alcuni degli obiettivi prefissati per il raggiungimento di determinati standard sostenibili, sia a livello ambientale che economico e sociale, e sul nuovo concetto di città sostenibile e rigenerazione urbana sostenibile; concetti in continua evoluzione ma indispensabili per iniziare a comprendere al me
This work proposed here was mainly concerned with a highly topical issue that was felt in today's territorial planning, namely that of sustainable urban regeneration. The aim was to be able to better understand the dynamics, the themes and the characters that develop and plan a regenerative project, in such a way as to be able to acquire a more complete vision that allows a greater reflection and compression.
The present essay does not want to give specifics or design directives, but tries to highlight those practices and those characteristic elements that can be useful, innovative and sustainable for the achievement of some of the main objectives to which a "good project and good planning" should respond.
At first, after careful research and analysis, the main dynamics and changes were identified that, on a global level, the territories, but above all the cities, are continuously facing or will have to face in the not too distant future . Below we focused on some of the objectives set for achieving certain sustainable standards, both at an environmental, economic and social level, and on the new concept of sustainable city and sustainable urban regeneration; constantly evolving but essential concepts to start understanding better understand this topic, too broad and complex, trying to highlight some of the development practices that are being established in many cities, both globally and in Europe.
INTRODUZIONE Abstract 06
-glio questo argomento, troppo ampio e complesso, cercando di sottolineare alcune delle pratiche di sviluppo che si stanno instaurando in molte città, sia a livello globale che europeo.
Per comprendere le premesse iniziali, si è deciso di analizzare differenti casi studio in Europa e in Italia, soffermandosi principlamente su progetti visti personalmente o molto significativi e distintivi. Questi progetti hanno permesso di creare un quadro complessivo di alcune problematiche e come queste possono essere affrontate con l’utilizzo di strategie puntuali ed azioni ben pianificate di riqualificazione e di rigenerazione urbana.
In conclusione, dopo aver estrapolato alcuni dei principali temi identificativi all’interno dei singoli progetti urbani, si è tentato di stabilirne gli obiettivi principali e di conseguenza tracciare dei principi guida che accomunano tali processi rigenerativi.
In order to fully understand the premises made, it was decided to analyze different case studies in Europe and in Italy, focusing mainly on projects seen personally or very significant and distinctive. These projects have made it possible to create an overall picture of some problems and how these can be tackled with the use of punctual strategies and well-planned urban renewal and regeneration actions.
In conclusion, after having extrapolated some of the main identification themes within the individual urban projects, an attempt was made to establish the main objectives and consequently to trace the guiding principles that are common to these regenerative processes.
INTRODUZIONE Abstract 07
PREMESSA
In questo elaborato si è deciso di partite principalmente da tre questioni fondamentali:
• Quali sono i principali cambiamenti che le città Quali sono i principali cambiamenti che le città stanno e dovranno affrontare? stanno e
•
• Da tali dinamiche cosa ne deriva? cosa ne
•
• Come e perchè le città diventano promotrici Come e le città diventano promotrici del cambiamento?
•
Le risposte sono contenute inizialmente in alcuni significativi dati a livello globale. Partendo dal principio, oltre 4 miliardi di persone su sette, oggi vivono in grandi centri urbani, che siano città medie o megalopoli; inoltre consumano circa il 75% delle risorse naturali, sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni di carbonio, producono il 50% dei rifiuti, hanno acquedotti che perdono circa il 40% dell’acqua, hanno oltre il 70% del patrimonio edilizio con un’età superiore ai 40 anni, consumano più della metà dell’energie primarie, registrano i maggiori problemi di traffico, facendo aumentare drasticamente l’inquinamento atmosferico, e non vedono l’arrestarsi del consumo di suolo.
Le prime 600 città del mondo, ad oggi, ospitano già più del 20% della popolazione mondiale ma in condizioni di vita lontanissime da ciò che possiamo definire benessere sociale e qualità ambientale.
Per puntare a migliorare la qualità ecologica delle città è decisivo, dunque, massimizzare il
benessere dei cittadini, per potenziare una corretta inclusione sociale, promuovere uno sviluppo locale e favorire nuove occupazioni. In funzione di tali obiettivi, l’architettura come l’urbanistica, costituisce un importante opportunità per un fondamentale “passo avanti” per la metodologia e l’approccio alla trasformazione e allo sviluppo urbano sostenibile. Ciò può essere reso possibile, promuovendo soluzioni non tradizionali, sperimentando nuove strategie e attivando dei programmi di partecipazioni sociale per far si che il cittadino possa diventare parte attiva dei processi rigenerativi e decisionali, dalla pianficazione alla progettazione, sia urbana che architettonica.
Per conseguire tale miglioramento della qualità urbana secondo un modello sostenibile, in questi ultimi anni, insieme a nuove politiche volte alla diminuzione dei “fattori critici” sociali, economoci ed ambientali, è maturata la consapevolezza della necessità di un nuovo approccio a livello urbanistico, volto alla creazione e alla pianificazione di città più intelligenti, sostenibili ed inclusive. In questo studio, si è quindi alla ricerca di una definizione delle tematiche e delle caratteristiche della rigenerazione urbana sostenibile, che possano dare una serie di principi identificativi della stessa e rappresentare, allo stesso tempo, un forte punto di riflessione.
Con una società in continua evoluzione e trasformazione, soprattutto dal punto di vista
08 INTRODUZIONE Premessa
tecnologico ed innovativo, si è arrivati alla necessità di definire nuove strategie urbane e nuove politiche economiche. Andando in questa direzione però, è fondamentale che le linee guida, per un apprroccio sostenibile, siano chiare e ben definite, in maniera tale da poter raggiungere degli obiettivi comuni e concreti.
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INTRODUZIONE Premessa
COSA ACCADE?
1.1
PARTE I
UN NUOVO SISTEMA GLOBALE 1.2 LE DINAMICHE DEL CAMBIAMENTO
PARTE I PARTE
1.1 UN NUOVO SISTEMA GLOBALE
Le città sono ora una delle grandi tendenze del XXI secolo. Tra il 1990 e il 2015 la velocità e la dimensione della loro crescita non ha alcun precedente storico. Detto ciò, abbiamo effettivamente raggiunto un “secolo urbano” “secolo urbano”. Come nel caso di altre grandi tendenze, come la globalizzazione o la digitalizzazione, anche l’urbanizzazione risulta essere un fattore multidimensionale; infatti le città, oltre ad offrire molteplici opportunità per i loro abitanti, come la promessa delle libertà individuali, il progresso economico e le diversità culturali, presentano anche molteplici sfide come quella della disuguaglianza sociale, il degrado ambientale e la vulnerabilità agli attacchi naturali o umani; in molti casi devono confrontarsi con limiti legislativi e finanziari che spesso rendono inadeguati i vantaggi per lo sviluppo urbano e sociale.
Il mondo è entrato in una nuova fase di trasformazioni epocali, generate principalmente dalla globalizzazione, dalla digitalizzazione e dall’urbanizzazione che stanno modificando l’economia, la società, lo scenario demografico e quello ambientale. Le città stanno diventando dei veri e propri nodi commerciali, culturali, tecnologici ed innovativi e stanno assumendo sempre più ruoli primari nei confronti degli stati nazionali e delle relazioni tra questi ultimi. Di fronte a tale scenario di grandi trasformazioni globali che comportano grandi potenzialità ma anche grandi rischi di squilibrio, nessuna città o paese
del mondo può permettersi di non avere una visione del futuro e una strategia di medio periodo sulle azioni da attivare.
Non è un caso, infatti, che a livello internazionale, nell’ultimo decennio, le “strategic visions” “strategic visions” di città e territori si siano moltiplicate, sviluppando nuove politiche e nuovi progetti, destinando risorse, disegnandone il futuro.
Oggi, è in atto una pianificazione a livello globale della “città del futuro prossimo” “città del futuro prossimo”. I principali studi sugli attuali e futuri processi di cambiamento di molte città nel mondo fanno emergere scenari decisamente innovativi; tra questi, in particolare, oltre ad una chiara visione degli obiettivi strategici proiettati almeno al 2030-2050 2030 2050 e ad una forte leadership politica e tecnica, la presenza di un quadro istituzionale e di strumenti di pianificazione in grado di rendere possibili interventi complessi, non esclusivamente settoriali, su parti significative del territorio.
Time Square, New York, Stati Uniti Time New York, Stati Uniti
Times Square è uno dei maggiori incroci di New York, all'intersezione tra i sette palazzi e la stazione dell'omoni- ma città. Si estende dalla West 42nd Street alla West 47th Street.
III PARTE IV
II PARTE
Un nuovo sistema globale
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Molte di queste condizioni sono difficilmente riscontrabili nel nostro paese, in particolare, non si possono non evidenziare le incertezze con cui si è avviata la riforma delle autonomie locali, l’inadeguatezza della legislazione urbanistica, l’assenza di una programmazione pluriennale, di una politica coordinata per le città e di una chiara finalizzazione delle risorse finanziarie pubbliche.
Mentre avanza la “rivoluzione tecnologica” “rivoluzione tecnologica”, nel pieno di un processo di globalizzazione della società e dell’economia, si moltiplicano le analisi che descrivono anche i profondi limiti dello sviluppo e i fattori critici con cui le città si devono e dovranno confrontare: una forte e rapida crescita demografica mondiale, soprattutto nelle aree del sud e del est del mondo; esiti migratori dalle dimensioni mai riscontrate nel passato; un rapido processo di invecchiamento della popolazione in alcuni degli scenari urbani ed economici più avanzati, come l’Europa o il Giappone; l’inquinamento dell’aria e dell’acqua; il nodo dei rifiuti; l’aumento della concorrenza per lo sfruttamento delle risorse planetarie; l’aumento delle temperature e l’innalzamento degli oceani; il cambiamento nell’intensità delle piogge; la scarsità d’acqua e i rischi della desertificazione per alcune parti del mondo; i fenomeni di deforestazione; i processi di polarizzazione sociale sempre più forti; crescenti scenari di instabilità politica in vari paesi. Le dinamiche in atto definiscono un quadro crescente di rischi su molteplici fronti,
primo tra tutti quello dello squilibrio sociale e territoriale. Al centro di questo scenario, in continua evoluzione, vi sono le città: lo dimostra, appunto, l’eccezionale processo di urbanizzazione che il mondo sta vivendo ed affrontando e il fatto che le città sono pronte e sono destinate a vivere una nuova era di reinvenzione e di rinascita.
Anche il World Economic Forum mette tra i principali fattori critici dell’attuale crisi economica il fallimento della pianificazione urbana, strategia che si pone come obiettivo quello di progettare e disegnare, rispetto alle dinamiche e ai cambiamenti rivoluzionari in atto, le nuove città digitali digitali, resilienti resilienti, circolari circolari e inclusive Dunque, le città risulteranno essere lo scenario della competizione delle energie, delle risorse umane, delle intelligenze collettive e della creatività per la costruzione di un’evoluzione più compatibile con le identità e le vocazioni e più sostenibile rispetto alle risorse e al territorio. In questa visione, l’impegno più importante per i politici, i pianificatori, i gestori e gli investitori sarà quello di riuscire a “creare” “ creare ” luoghi in cui sia desiderabile vivere ricreando dei valori comunitari.
Bangkok, Thailandia Thailandia
Sede del 60% della popolazione mondiale, l'Asia sta crescendo più rapidamente di quanto la sua infrastruttura attuale possa supportare, con conseguenti ingorghi e problemi di congestione.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Un nuovo sistema globale
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1.2 LE DINAMICHE DEL CAMBIAMENTO
Gestire i cambiamenti rapidi è una preoccupazione chiave del XXI secolo che interesserà non solo sindaci e politici, ma anche architetti, urbanisti, economisti e sociologi. Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando il modo in cui ci muoviamo ed interagiamo, ma non sono le uniche a trasformare le nostre vite, anche l’aumento delle catastrofi climatiche e dei conflitti umani ha alimentato un notevole passaggio della popolazione da territori rurali verso le zone urbane; un movimento già guidato dall’aumento dei tassi di natalità e della migrazione globale.
Con l’Accordo di Parigi del 2015, la Commessione Globale per l’Economia e il Clima ha individuato le città come un’area critica, ponendole al centro di un dibattito internazionale su come ridurre gli elevati tassi di inquinamento e su come contenere o prevenire l’innalzamento degli oceani. Un’altra crisi emergente, riconosciuta anche dall’Agenzia per i Rifugiati delle Nazioni Unite, è quella della migrazione globale urbana, dato che più del 60% di questa popolazione ormai vive o cerca di vivere nelle città, luoghi dove poter trovare maggiori opportunità di vita adeguate sia a livello economico che sociale.
Successivamente nell’autunno del 2016 l’ONU pubblica il “World Cities Report” “World Cities Report”, un rapporto di ricerca elaborato nell’ambito del progetto “UN-Habitat-Human Settlements Programme”, che partendo da un’approfondita analisi delle
dinamiche dello sviluppo urbano degli ultimi vent’anni, pone l’attenzione su alcune delle principali criticità che l’attuale modello urbano ha manifestato. Tali dinamiche, poste in evidenza, riguardano differenti aspetti della forma urbana e permettono una facile comprensione della complessità dello scenario entro cui ci troviamo ad operare.
Il Cairo, Egitto Il Cairo, Egitto
L’espansione urbana della città del Cairo invade ormai il deserto ad ovest, arrivando fino ai piedi delle grandi piramidi a Giza.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Le dinamiche del cambiamento
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1.2A AUMENTO DELLA DENSITÀ DEMOGRAFICA
Dal 1990, il mondo ha visto un aumento della sua popolazione nelle principali aree urbane globali. Questa tendenza non è nuova, ma inarrestabile, ed è stata caratterizzata da un notevole aumento del numero di abitanti urbani, da una media annuale di circa 57 milioni tra il 1990-2000 a circa 77 milioni tra il 2010-2015, ciò significa che nel 1990, il 43% della popolazione viveva in aree urbane ovvero, circa 2,3 miliardi, e che nel 2015, questo numero era cresciuto fino al 54%, circa 4 miliardi. Tra il 2010 e il 2015, dunque, lo scenario urbano globale ha guadagnato 77 milioni di nuovi abitanti all’anno, cifra equivalente all’intera popolazione della Germania. Tale ritmo è destinato ad una rapida crescita; infatti si stima che altri 2,5 miliardi di persone vivranno nelle città entro il 2050 e che quasi il 90% di questo aumento demografico avverrà principalmente nelle zone asiatiche e africane.
L’aumento della popolazione urbana non è stato un fenomeno omogeneo in tutte le aree del mondo, diversi paesi hanno visto crescere le proprie popolazioni più rapidamente di altre, anche se, non si può affermare una diminuzione significativa delle urbanizzazioni; l’Asia risulta essere, oggi, il continente con il numero più alto di popolazione residente in aree urbane, seguita dall’Europa, dall’Africa e dall’America Latina.
Il più alto tasso di crescita tra il 1995 e il 2015 è avvenuto chiaramente nelle parti del mondo
meno sviluppate o ancora in via di sviluppo, con l’Africa al primo posto; dall’altra parte, c’è da dire, che i paesi più sviluppati, guidati dall’Europa, hanno visto una diminuzione della crescita urbana, dovuta principalmente dalla sostanziale diminuzione del tasso di natalità.
Con l’aumento della demografia globale, anche, le aree destinate alle città sono aumentate con un ritmo ancora più elevato: un campionamento globale di oltre 120 città mondiali, osservate e monitorate tra il 1990 e il 2000, ha mostrato che, mentre le popolazioni urbane crescevano in media del 17%, le aree urbane edificate crescevano del 28%. Inseguito ha questa stima è stato previsto che, entro il 2030, gli abitanti urbani, principalmente dei paesi ancora in via di sviluppo, come Asia e Africa, raddoppieranno mentre l’impronta delle città triplicherà.
Tale espansione urbana non risulterà solo dispendiosa in termini di consumo di suolo e di risorse naturali, ma provocherà anche un aumento drastico di emissione di gas serra, portando alla modifica, e nei peggiori casi, alla distruzione di molti sistemi ecologici.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Le dinamiche del cambiamento 18
90% Quasi il 90 per cento della crescita urbana si svolgerà in Asia e Africa 6.5 miliardi miliardi Altre 6,5 miliardi di persone vivranno nelle città entro il 2050 80% Circa l’80 per cento delle infrastrutture urbane globali nel 2050 non saranno ancora costruite
1.2B NUOVE GOVERNANCE URBANE
Dalla fine degli anni ’90, la governance urbana è diventata il fulcro centrale per lo sviluppo urbano nei principali paesi “avanzati”. Il concetto di governance è stato promosso insieme al concetto di decentramento, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Nei paesi sviluppati, invece, era in risposta alla crescente complessità che il governo doveva affrontare in un panorama di sviluppo ormai globalizzato. Ci sono stati principalmente due tipi di approccio alla governance:
• Quello adottato dalla Banca Mondiale che si • che si basava sostanzialmente sull’interpretazione basava sostanzialmente sull’interpretazione prevalentemente amministrativa e gestionale amministrativa e della “buona governance”. della “buona governance ”
• Quello adottato dalle Nazioni Unite che sotto- • sotto lineava la pratica democratica e l’attenzione lineava la pratica democratica e l’attenzione per i diritti umani e civili. per i diritti umani e civili
A tale scopo, nel 2000, è stata avviata una campagna globale che ha cercato di promuovere la “buona governance urbana” “buona governance urbana” caratterizzata principalmente da:
• Decentramento delle responsabilità e delle • Decentramento delle e delle risorse finanziare nazionali alle autorità locali. risorse nazionali alle locali.
• Incoraggiare la partecipazione alla società • Incoraggiare la partecipazione alla società civile. civile
• Utilizzare le partnership per il conseguimento • Utilizzare le partnership per il conseguimento di obiettivi comuni. comuni
Ad oggi, i processi di integrazione europea, di globalizzazione, la messa in discussione degli stati nazionali e della loro capacità direttiva sull’economia e sulla società, hanno determinato grossi cambiamenti con conseguenti ripercussioni su ogni “sfera della vita” “sfera della vita”. Le trasformazioni economiche, politiche e sociali che si sono create, incidono profondamente sulla morfologia fisica (cityscape) e sulla struttura sociale (mindscape) della città contemporanea e del futuro. Tali dinamiche di cambiamento, hanno condotto le città verso una nuova evoluzione, la creazione di aree metropolitane sempre più estese, rendendo difficile una loro definizione oltre che in termini di “denominazione” anche in termini culturali e istituzionali. Per cui se da un lato le città tendono a perdere di significato dal punto di vista geografico, dall’altro esse acquistano una maggiore autonomia rispetto allo stato che consento loro nuove forme di mobilitazione politiche e sociali a livello territoriale. Da questo punto di vista certe città si presentano come “attori sociali, “attori sociali, politici ed economici” ed economici” in grado di ristabilire determinate unioni territoriali e di generare sostanziali conseguenze sullo sviluppo economico globale.
Paesi e città, dunque, sono diventate protagoniste di politiche di sviluppo, sia rispetto al governo centrale sia come attori che si muovono a livello internazionale per la ricerca di alleanze e di relazioni attraverso le quali aumentare la loro competitività.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Le dinamiche del cambiamento 20
1.2C ESPANSIONE URBANA INCONTROLLATA
Altra tematica fondamentale da tenere in considerazione è il sostanziale sviluppo delle grandi città e delle megalopoli, le prime definite da un numero di abitanti compresi fra i 5 e i 10 milioni; mentre le seconde dai 10 milioni in su. In entrambi i casi, negli ultimi due decenni, si sono riscontrati significativi aumenti: nel 1995, in tutto il mondo, si contavano sulla carta 22 grandi città e 14 megalopoli; nel 2015, invece, entrambe le categorie sono raddoppiate, segnando un aumento che ha portato alla nascita di ben 44 grandi città e 29 megalopoli. Tali stime sono destinate ad aumentare, in quanto molte delle città ancora in fase di sviluppo e crescita, principalmente situate in Africa e Asia, entro il 2030, diventeranno inevitabilmente delle megalopoli, influenzando notevolmente sia l’economia globale sia il clima mondiale.
Sebbene tali categorie, in alcuni casi, rappresentano città all’avanguardia dal punto di vista politico, economico, ambientale e sociale, non rappresentano le aree urbane con la maggior crescita urbana e demografica. Infatti, i poli con maggior crescita, negli ultimi anni, sono rappresentati principalmente dalle piccole e medie città con meno di 1 milione di abitanti, che compongono il 59% della popolazione urbana mondiale.
Nonostante l’importanza dell’aumento demografico e del ruolo futuro di tali città, i principali sforzi mondiali di pianificazione urbana si sono concentrati sulle problematiche delle grandi aree metropolitane mettendo così in secondo
luogo lo sviluppo urbano delle piccole e medie città e soprattutto del controllo dell’aumento e della pianificazione urbanistica degli insediamenti informali.
La crescita diffusa di “insediamenti informali” informali”, in particolare nei paesi in via di sviluppo, è diventato un problema centrale nella politica urbana solo nell’ultimo decennio. Dalle “favelas” in Brasile agli enormi insediamenti urbani di Nairobi, emerge sempre un grave problema di urbanistica incontrollata e non pianificata e di scarsa qualità di vita dovuta alla carenza e all’inadeguatezza dei principali servizi pubblici. Tale questione non risulta essere affatto nuova ma costituisce un problema persistente, portato avanti con il passar degli anni. Questo è il principale motivo per cui uno dei sostanziali obiettivi prefissati entro il 2030 mira allo sviluppo di un programma sostenibile per garantire l’accesso, a tutte quelle popolazioni in stato precario, ad alloggi adeguati adeguati, sicuri sicuri, accessibili accessibili e funzionali
Mumbai, India India
La grande baraccopoli di Dharavi Slums, situata proprio accanto ai grattacieli del centro città, mostra l’enorme divario sociale presente tra le varie comunità.
PARTE I PARTEII PARTEIIIPARTEIV Le dinamiche del cambiamento
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POPOLAZIONE URBANA MONDIALE 1950-2030 Aree cerchiate proporzionali alle popolazioni urbane: Aree cerchiate alle urbane: (Dati: Nazioni Unite “World Urbanization Prospects”, 2014) 20 milioni 5 milioni 1 milione
1.2D INEQUITÀ SOCIALE E POVERTÀ
Pur essendo utilizzati spesso come sinonimi i concetti di esclusione sociale e povertà non coincidono esattamente, ma descrivono condizioni caratterizzate da un rapporto di causa ed effetto. Le nuove povertà sono la diretta conseguenza di dinamiche, dovute al sistema del mercato globale, che possono determinare il repentino cambiamento di fattori economici, demografici e sociali. Le categorie più vulnerabili sono maggiormente soggette al rischio. Si tratta di problematiche multidimensionali e in costante divenire che possono, però, essere modificate attraverso adeguate scelte politiche. L’adozione di interventi economici e sociali efficaci, in grado di arrestare il moltiplicarsi dei processi di emarginazione, è la via principale da percorrere per favorire la reintegrazione dei cosiddetti esclusi. Per questo negli ultimi anni il tema della lotta alla povertà e all’esclusione sociale ha assunto un ruolo centrale all’interno delle agende politiche, sia a livello nazionale che globale. Per sostenere e contribuire all’attuazione di misure volte a favorire il reale miglioramento delle condizioni di vita di milioni di persone nel mondo, l’Onu ha individuato una serie di obiettivi prioritari da raggiungere entro il 2030.
Fame e malnutrizione e Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), oggi, circa 870 milioni di persone, ovvero 1 persona su 8, continuano a soffrire la fame.
Sanità
Un terzo delle morti, circa 18 milioni di persone l’anno, 50.000 al giorno, dipendono da ragioni legate alla sanità. Solo il 20% dell’umanità vive in contesti dove sono in funzione reti di protezione sociale, tra cui la copertura sanitaria universale. In Africa e in Asia meridionale tale percentuale si abbassa al 5-10%.
Istruzione
Nonostante gli importanti progressi degli ultimi dieci anni, ancora oggi circa 72 milioni di bambini non vanno a scuola. Secondo i rapporti dell’Unicef e dell’Istituto per le Statistiche dell’Unesco, oltre 30 milioni di bambini in età da scuola primaria si trovano in Africa subsahariana; più di due terzi di questi bambini si trovano in Africa Centrale e Occidentale.
Povertà abitativa abitativa Povertà si traduce spesso nella mancanza di un alloggio sano e sicuro, uno dei più elementari diritti umani. Le Nazioni Unite stimano che circa 100 milioni di persone nel mondo non hanno un posto per vivere e più di un miliardo non è adeguatamente alloggiato. Secondo i dati dell’UN-Habitat, un miliardo di persone vivono ancora in baraccopoli, insediamenti precari e informali che costituiscono l’espressione più evidente della povertà estrema.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Le dinamiche del cambiamento 26
Povertà lavorativa lavorativa
l numero di disoccupati ha raggiunto la quota di 202 milioni, con una concentrazione molto elevata (45%) nell’Asia meridionale e orientale, seguite da Africa sub-sahariana ed Europa. Di questi, ben 74,5 milioni sono giovani dai 15 ai 24 anni. Per oltre 900 milioni di persone, soprattutto nelle aree in via di sviluppo, il lavoro non garantisce una vita dignitosa.
Povertà energetica Povertà energetica
Secondo i dati della IAE (International Energy Agency), attualmente a livello globale 1,26 miliardi di persone (circa il 20% del totale) non hanno accesso all’energia elettrica e 2,6 miliardi (il 38% della popolazione mondiale) utilizzano i metodi tradizionali per cucinare con gravi conseguenze per la salute.
Nairobi, Kenya Nairobi,
Uno dei più grandi slums dell’Africa. Le persone vivono, ancora oggi, in situazioni del tutto precarie sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista ambientale.
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1.2E AUMENTO DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI
Uno dei principali problemi emergenti con cui le città a livello globale devono confrontarsi è l’inevitabile cambiamento climatico, che risulta essere una delle maggiori minacce del nostro tempo, creando impatti negativi in grado di minare la capacità di tutti i paesi di raggiungere uno sviluppo sostenibile. Non è un caso che il clima è diventato uno dei principali argomenti nelle politiche di sviluppo urbano mondiale, offrendo in molte opportunità per l’adattamento a tali cambiamenti e la sostanziale mitigazione del rischio dei disastri ambientali.
Tra il 1990 e il 2005 il livello di urbanizzazione è aumentato dal 29% al 49% in confronto alle emissioni globali di carbonio derivato dai combustibili fossili che risultano essere drasticamente aumentate del 500%. I governi locali, principalmente le città, hanno un ruolo cruciale nello scenario del cambiamento climatico mondiale poiché nelle zone urbane si concentrano la maggior parte delle attività economiche ed industriali che risultano essere dei veri e propri “punti caldi” “punti caldi” per il consumo di energie e di risorse, principali fonti di emissione dei gas serra.
È ormai ampiamente riconosciuto che il fenomeno dell’urbanizzazione ha comportato sostanziali cambiamenti nei modelli di consumo mondiali e che quando associati a forme e strutture urbane inefficienti e inadeguate contribuiscono ad aumentare i livelli di consumo energetico e di conseguenza ad un’elevata
produzione ed emissione di gas, dannosi per l’ambiente e per le persone. Con oltre il 50% della popolazione mondiale residente nelle città, esse incidono, ormai, del 70% sulla produzione e consumo di risorse e di gas serra, indotte principalmente dall’uomo attraverso la combustione di combustibili fossili.
Tale “sfruttamento” “sfruttamento” comporta notevoli squilibri ambientali come le forti precipitazioni, l’innalzamento degli oceani e gli eventi metereologici estremi che possono interrompere il tessuto e il funzionamento urbano con gravissime implicazioni anche economiche e sociali.
Recenti studi hanno dimostrato che dal 2014 l’87% dei disastri ambientali è collegato al progressivo e rapido cambiamento climatico, superando così quegli eventi detti “geofisici”.
È fondamentale, dunque, riconoscere che sia le città che le istituzioni nazionali, devono e dovranno essere parte della soluzione, pianificando un’urbanizzazione che può offrire molteplici opportunità per lo sviluppo di strategie volte alla mitigazione e all’adattamento, attraverso una “pianificazione e progettazione “pianificazione e progettazione urbana sostenibile”
Monte Zackenberg, Groenlandia Monte Groenlandia
Situato nella Groenlandia orientale, il monte si riflette nelle acque di uno dei nuovi laghi formatosi per il disgelo del strato del permafrost.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Le dinamiche del cambiamento
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70%
Quasi il 70 per cento della produzione di gas serra deriva dalle città 60%
Quasi il 60 per cento delle terre emerse globali si trova a rischio desertificazione e siccità 87%
Dal 2014, l’87 per cento dei disastri naturali globali sono dovuti ai cambiamenti climatici
1.2F RISCHIO E INSICUREZZA URBANA
Un’altra delle questioni urbane emergenti riguarda l’insicurezza e l’aumento del rischio urbano. Negli ultimi due decenni, la continua crescita della popolazione urbana e gli effetti della globalizzazione hanno contribuito nel peggiorare le complessità e le manifestazioni della criminalità e delle violenze nelle città; la paura del crimine e della violenza è diventata una delle principali preoccupazioni nella vita quotidiana dei cittadini.
Uno studio, infatti, ha mostrato che più del 60% dei residenti urbani sono stati vittime di reati, soprattutto in quei paesi ancora in via di sviluppo o di transizione dove vi è un rapido e crescente aumento demografico. I nuovi e diffusi rischi che colpiscono le città nella maggior parte del mondo includono il terrorismo, la guerriglia urbana e l’aumento delle malattie e delle pandemie, che ne minano la sostenibilità a lungo termine.
La rapida crescita urbana e la natura globalizzata delle città aumentano ed aggiungono anche nuovi rischi per la salute e per la qualità di vita urbana; talvolta la diffusione di malattie e pestilenze, come per esempio le infezioni respiratorie correlate all’inquinamento atmosferico, spesso si verificano a causa di infrastrutture e servizi sanitari pubblici inadeguati ed un’urbanizzazione povera ed inefficiente.
Spostando l’attenzione verso un’altra rilevante problematica, ad oggi, le città sono diventate
sempre più “bersagli” di attacchi terroristici, in quanto riesco a fornire alti livelli di visibilità e di impatto sociale a causa della loro importante centralità sociopolitica; un’elevata concentrazione di popolazione e di infrastrutture lasciano molto spesso le città vulnerabili a tali attacchi che con il passare degli anni diventano sempre più devastanti. Dal 2000 il numero di morti per attacchi terroristici è aumentato di oltre 9 volte, da 3.329 a 32.658 nel 2014. L’impatto negativo del terrorismo non si estende solo alle “cause civili-sociali” o alla sicurezza dei cittadini, ma va anche ad intaccare l’operatività funzionale della città, andando a minacciare l’interruzione dei servizi vitali urbani.
Di conseguenza, in risposta a questi crescenti eventi di violenza, molte nazioni iniziano ad attuare piani di “militarizzazione urbana” “militarizzazione urbana” che comportano l’estensione delle idee militari di tracciamento, identificazione e di targeting nello spazio urbano quotidiano; tale fenomeno è notevolmente evidente nelle misure di sicurezza adottate e pianificate per gli eventi sportivi mondiali come le Olimpiadi, nelle fortificazioni delle frontiere e nel dispiegamento di ingenti forze di sicurezza durante importanti vertici internazionali.
Amburgo, Germania Germania
I continui scontri per le strade di Amburgo in occasione del Summit del G20, impegnarono un’importante dispiegamento di forze di sicurezza in tutta la città.
PARTE I PARTEII PARTEIIIPARTEIV Le dinamiche del cambiamento
30
1.2G MIGRAZIONI INCONTROLLATE
L’aumento delle “migrazioni “migrazioni forzate” attraverso i confini internazionali è un’altra questione emergente con notevoli implicazioni in tutte le città presenti nel mondo. Mentre prima si poteva parlare di migrazione “volontaria” che poteva essere legata a questioni economiche o turistiche, ora, soprattutto in Europa si assiste ad un fenomeno sempre più crescente di migrazioni dovute a particolari situazioni di conflitto interno o di degrado sociale. Tuttavia, la maggior parte di questa crisi umanitaria sta colpendo principalmente i paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, in particolare la Siria; infatti, i rifugiati siriani comprendono, ad oggi, il maggior numero di migranti, stimando che dal 2015 più di 2 milioni di siriani si erano spostati in Turchia, 1,11 milioni in Libano, 0,63 milioni in Giordania, 0,25 milioni in Iraq e 0,12 milioni in Egitto.
In Europa si è stimato che gli arrivi dal 2015 comprendono un numero di circa 1,8 milioni di rifugiati principalmente arrivati per mare, come sostenuto anche dall’Agenzia Europea della Guardia Costiera. La destinazione “preferita” risulta essere la Germania in quanto ha ricevuto più di 1,1 milione di migranti solo nel 2015, ovvero più dell’un percento della sua popolazione. Ciò può essere in parte attribuito ad un approccio iniziale d’accoglienza più efficacie ed organizzato in un sistema di quote stabilite per la distribuzione dei richiedenti asilo tra i suoi stati federali, in base al reddito fiscale e alla densità demografica e ad una situazione economica interna più stabile.
Esistono innumerevoli ragioni, complesse e molto spesso sovrapposte, per cui sempre più un gran numero di persone è disposto a pagare sostanziose cifre per intraprendere dei viaggi così pericolosi, tra cui l’alta disoccupazione giovanile, l’elevata inuguaglianza sociale, l’eccessiva povertà, la mancanza di opportunità, il senso della disperazione e i continui cambiamenti climatici che stanno rendendo invivibili alcuni parti del pianeta per l’eccessive temperature, per l’aumento della desertificazione e per la scarsità di acqua. Anche la grande forza-lavoro del “mercato nero” rappresenta un importante fattore attrattivo verso l’Europa che generalmente viene rafforzata dall’idea di una migliore qualità di vita e una maggiore prosperità.
Fattore molto allarmante però, è costituito dall’elevato tasso di mortalità che stanno creando questi continui e sempre più frequenti viaggi migratori, soprattutto verso le zone costiere dalla Spagna, dell’Italia e della Grecia: infatti, quasi i tre quarti delle morti registrate nei flussi migratori globali si sono verificate nel Mar Mediterraneo; nei primi mesi del 2015, le perdite di vite umane erano già arrivate a 2.373 persone, morte o disperse.
Siria, Africa Africa
Viene definito “l’esodo”. Migliaia di persone ogni giorno in fuga dalle guerre civili, dalla povertà e dal continuo aumento del cambiamento climatico che rende invivibili alcune zone dei loro paesi.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Le dinamiche del cambiamento
32
1871 Confine Usa-Messico 458 567 Caraibi America Centrale 62 Sud America 3993 Nord Africa
426 Europa 17664 Mar Mediterraneo 531 Medio-Oriente 1548 Sud Africa 1088 Corno d’Africa 52 Asia Centrale 31 Asia Orientale 47 Sud Asia 2192 Asia Sud-Orientale PROSPETTO GLOBALE MORTALITA’ NEI FLUSSI MIGRATORI Gennaio 2014 - Dicembre 2018 (Dati: iDMC International Displacement Monitoring Centre, 2018)
1.2H SISTEMI DI TRASPORTO INEFFICIENTI
Una delle sfide più critiche che devono affrontare le città in tutto il mondo è la dipendenza dallo sviluppo urbano delle automobili. Tale strategia di crescita, che pur ha generato dei meccanismi rilevanti per la diffusione del benessere quotidiano, ha anche condotto alla diffusione di spazi urbani su territori troppo estesi, rendendo difficile, se non in alcuni casi impossibile, un corretto utilizzo del trasporto pubblico collettivo, che non è stato in grado di soddisfare la struttura di una domanda di mobilità, se non nelle zone metropolitane più centrali, con una coerente qualità di servizio offerto, in termini di frequenza e di tempi di attraversamento.
In una prospettiva decennale, si rischia uno sviluppo esponenziale della motorizzazione di massa, soprattutto nei paesi di nuova industrializzazione con numeri potenzialmente devastanti per l’equilibrio sostenibile del pianeta: i tassi di motorizzazione, soprattutto in India e in Cina, viaggiano al ritmo di crescita del 20% all’anno, ed al 2050 si stima che solo in Cina circoleranno oltre 900 milioni di veicoli, vale a dire più della somma totale di tutti i veicoli nel mondo oggi.
Serve quindi delineare altri modelli di sviluppo urbano, orientati verso la sostenibilità, la tutela dell’ambiente, la crescita economica e la qualità della vita dei cittadini. Rendere reversibile la dipendenza dalle automobili non è affatto semplice, basti pensare che, secondo uno
studio recente, a Mosca più del 45% dei cittadini trascorre in media 3 ore al giorno nel traffico; servono dunque strategie ben differenziate, a secondo anche delle dimensioni urbane e delle funzioni metropolitane che le città intendono costruire e gestire.
Andare in questa direzione significa cambiare la cultura fino ad oggi dominante. I dipartimenti dei trasporti spesso hanno una scarsa conoscenza della pianificazione urbanistica, mentre i pianificatori urbani hanno una scarsa conoscenza dei sistemi di trasporto e delle regolamentazioni tra domanda/offerta; il dialogo tra queste due significanti componenti diventa essenziale in un’ottica di sviluppo futuro sostenibile.
L’integrazione tra trasporto pubblico ed uso del territorio è una delle iniziative strategiche più rilevanti per il futuro sviluppo sostenibile delle aree metropolitane; lo sostiene anche il recente rapporto della Banca Mondiale, il “Transforming Cities with Transit. Transit and Land-use integration for Sustainable Urban Development”.
Pechino, Cina Cina
Ogni giorno, migliaia di veicoli rimangono bloccati in ingorghi stradali che possono durare anche delle ore, creando disagi ed emissioni eccessive.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Le dinamiche del cambiamento
36
20% Tasso di crescita della motorizzazione globale annuale 900 milioni Il numero di veicoli che circoleranno solo in Cina entro il 2050 40% L’emissioni di CO2 legate al sistema dei trasporti saliranno del 40 per cento tra il 2019 e il 2040
COSA NE DERIVA?
PARTE II 2.1 UN’IDEA DI SVILUPPO SOSTENIBILE 2.2 AGENDA URBANA 2030 2.3 LA CITTÀ SOSTENIBILE 2.4 RIGENERAZIONE URBANA SOSTENIBILE
PARTE I PARTE II PARTE
Un’idea di sviluppo sostenibile
2.1 UN’IDEA DI SVILUPPO SOSTENIBILE
Partendo dalla definizione della commissione Burtland (Conferenza di Rio, 1992) del termine “sviluppo sostenibile” “sviluppo sostenibile”, quale “sviluppo che va incontro alle necessità del presente senza compromettere le possibilità delle generazioni future”, possiamo definire sostenibili, quindi, quelle scelte di sviluppo economico, tecnologico e sociale che non alternano in modo irreversibile la qualità della risorse planetarie, in maniera tale da compromettere le possibilità di sviluppo delle generazioni future.
Con le successive elaborazioni di Agende e Rapporti come l’Agenda 21 (2002) o il Protocollo di Kyoto (2005), fino ai molteplici provvedimenti legislativi che compongono ora il quadro normativo, la sostenibilità è stata intesa come un unico e complesso sistema di approcci, politiche e comportamenti che, in ogni campo della vita e dalla macro alla micro-scala, si prefigurasse lo scopo di raggiungere il fine comune della salvaguardia ambientale. Pensiero ormai mutato poichè, ad oggi, lo sviluppo sostenibile deve essere considerato come un processo volto, sì ad armonizzare aspetti ambientali, ma anche quelli economici e sociali, stabilendo un “processo virtuoso di relazioni” nel quale si intrecciano queste tre dimensioni fondamentali. Al di là delle strategie energetiche innovative e delle applicazioni sostenibili nella progettazione architettonica, siamo di fronte alla necessità di una vera e propria scelta di un “modello sociale” “modello sociale”. Sostenere la “filosofia della sostenibilità” comporta una
trasformazione complessiva dei modelli di vita quotidiana che ci sono stati imposti dalla società odierna.
Oggi, l’urbanistica dunque, come l’architettura, l’economia, la sociologia e la politica, si devono necessariamente confrontare anche con gli “aspetti ecologici” “aspetti ecologici”, allo scopo di utilizzare razionalmente le risorse disponibili, con la consapevolezza della loro “limitatezza” nel tempo e nello spazio.
L’alternativa ecologica va ben oltre la scala architettonica, e l’approccio sostenibile, attraverso cui si concretizza, deve essere fondato su una strategia a livello globale e interdisciplinare che inizia proprio con la pianificazione urbana. Detto ciò, molti aspetti della nostra vita risultano essere coinvolti in questo processo:
• Le infrastrutture. • infrastrutture
• Le strategie energetiche. • Le strategie energetiche
• L’industria e le produzioni.
• L’industria e le produzioni
• L’uso di risorse naturali. • risorse naturali
• L’educazione. • L’educazione
•
• La salute.
• Le strutture sociali. • strutture sociali
IV
III PARTE
41
1976
HABITAT I
L’ Avvio di “UN-Habitat” “UN Habitat” durante la prima durante la prima confe renza delle Nazioni Unite renza sugli insediamenti umani. insediamenti umani
1996
HABITAT II
La Seconda conferenza delle Nazioni Unite sugli Unite insediamenti umani. umani
2000
OBIETTIVI DI SVILUPPO
DEL MILLENNIO
Otto obiettivi di sviluppo Otto obiettivi di (MDGs) concordati da tutti tutti gli stati membri dell’ONU. stati membri dell’ONU
SVILUPPO DEGLI INSEDIAMENTI UMANI
SVILUPPO VERSO LA SOSTENIBILTA’
2002 VERTICE MONDIALE SULLO
SVILUPPO SOSTENIBILE
Primo vertice mondiale vertice sullo sviluppo sostenibile, sullo sostenibile, Agenda 21, e integrazioni 21, e dei servizi igenico-sanitari dei servizi igenico sanitari come chiave prioritaria come chiave prioritaria dello sviluppo. dello sviluppo
2012 RIO+20
La Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sosteni Unite sullo sosteni bile riconosce che la battaglia contro i cambia contro i cambia menti climatici e sociali sarà menti climatici e sociali vinta o persa nelle città. vinta o persa nelle città
2015 OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILI - AGENDA
URBANA 2030
Diciassetti nuovi obiettivi di nuovi sviluppo sostenibile (SDGs) sostenibile vengono sottoscritti da più di vengono sottoscritti da di 193 stati membri dell’ONU. stati dell’ONU
2.2 L’AGENDA URBANA 2030
Gli obiettivi dell’Agenda Urbana 2030 sono stati pensati come proseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio, otto “target” che nel 2000 tutti gli stati membri dell’ONU si erano impegnati a realizzare entro il 2015. Da quando tali obiettivi si sono adottati, sono stati raggiunti importanti traguardi, tuttavia non completamente realizzati. È da questo parziale fallimento e da una sempre più grande crisi globale, sia a livello ambientale che a livello sociale, che nasce il desiderio e il bisogno di fare di più.
Questi target, sottoscritti da più di 150 paesi nel settembre del 2015, presentano un’agenda molto più ambiziosa, in quanto per esempio cercano di eliminare la povertà più che ridurla, ed includono anche traguardi più impegnativi sulla sanità, sull’educazione, sull’assetto sostenibile delle città, sulla parità di genere (…). Rispetto ai target precedenti, questi nuovi obiettivi sono ritenuti universali poiché riguardano tutti i paesi e tutti i loro abitanti del pianeta. Sono, inoltre, più complessi e completi perché riguardano anche tematiche più attuali come il cambiamento climatico, l’immigrazione incontrollata, l’innovazione in tutti i campi e l’importanza di assicurare pace e giustizia a tutti.
Un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità; essa ingloba 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDGs) per un totale di 169 “target” “target”. L’avvio ufficiale ha coinciso con il 2016, guidando il mondo sulla strada da percor-
rere nell’arco del prossimo decennio: i paesi aderenti, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.
Gli obiettivi, interconnessi e indivisibili, bilanciano le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile:
• Tutela ambientale. •
• Inclusione sociale. • sociale
• Crescita economica. • economica
Importantissimo fatto perché dal solo pilastro sociale, che avevano i precedenti target del Millennio, si sono introdotte anche altre due questioni fondamentali, come già detto in precedenza, quali il fattore ambientale e quello economico.
In questo elaborato, è stato preso in analisi principalmente l’obiettivo 11, rendere le “Città e “Città e le Comunità Sostenibili” le Sostenibili” entro il 2030. Le città giocheranno un ruolo fondamentale per il raggiungimento di tutti gli obiettivi di sviluppo ed è in queste ultime che si dovranno cercare di “vincere” le battaglie contro l’aumento demografico, il cambiamento climatico, la crescente povertà e l’aumento delle disegualianze e dell’insicurezza.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV L’agenda urbana 2030 44
4.2 miliardi
Nel 2018, 4,2 miliardi di persone, il 55 percento Nel 2018, 4,2 miliardi di persone, il 55 percento della popolazione mondiale, viveva nelle città. della popolazione mondiale, viveva nelle città Entro il 2050, la popolazione urbana dovrebbe Entro il 2050, la urbana dovrebbe raggiungere i 6,5 miliardi. i 6,5 miliardi
828 milioni
Si stima che 828 milioni di persone vivono in Si stima che 828 milioni di persone vivono in “insediamenti informali” e il numero è in aumento. e il numero in aumento
3 %
Le città occupano solo il 3 percento della terra, Le città occupano solo il 3 percento della terra, ma rappresentano dal 60 all'80 percento del ma dal 60 all'80 del consumo di energia e circa il 70 percento delle consumo di e circa il 70 delle emissioni di carbonio. carbonio
90 %
Nei prossimi decenni, il 90 percento dell'espan Nei prossimi decenni, il 90 percento sione
urbana avverrà nei paesi in via di sviluppo. sione urbana avverrà nei paesi in via di sviluppo 33
PARTE II PARTE III PARTE IV L’agenda urbana 2030 45
Nel 1990 c'erano 10 città con 10 milioni di persone Nel 1990 c'erano 10 città con 10 milioni di persone o più; nel 2018, il numero di megalopoli era salito o nel 2018, il numero di megalopoli era salito a 33. In futuro, 9 mega-città su 10 saranno nei a 33 In futuro, 9 mega città su 10 saranno nei paesi in via di sviluppo. in via di sviluppo 80 % Il ruolo economico delle città è significativo. Il ruolo economico delle città è significativo Generano circa l'80 percento del PIL globale. Generano circa l'80 del PIL globale
2.3 LA CITTÀ SOSTENIBILE
Ogni società, ogni generazione, sviluppa la propria tipologia di “habitat” “habitat” e costruisce un proprio modello di ambiente di vita in linea con le condizioni economiche, sociali ed urbane del suo tempo. Uno dei concetti cardine del nostro tempo, ovvero lo sfruttamento delle risorse naturali non rinnovabili, sta indubbiamente cambiando, transitando verso un nuovo concetto di qualità di vita, il quale nasce dalla relazione di un nuovo modello di sviluppo compatibile con l’ambiente e con la società odierna, uno sviluppo di città sostenibile.
Gli obiettivi dell’Agenda Urbana 2030 nell’ambito della sostenibilità sono probabilmente i più ambiziosi; il successo di questa “impresa” dipende dalle città e dagli ambienti urbani che sono i luoghi in cui si concentrano la maggior parte dei nostri problemi ambientali, economici, sociale e culturali. Secondo quest’ottica non è più pensabile uno sviluppo della città di tipo puramente “espansivo”:
• Forme e dimensioni possono essere ripensa • Forme e dimensioni possono essere ripensa te allo scopo di rendere più intenso l’uso di te allo scopo di rendere intenso l’uso di risorse. risorse
• Tecnologie ed infrastrutture avanzate posso • ed infrastrutture avanzate posso no essere adottate per aumentare l’efficienza no essere adottate per aumentare l’efficienza ambientale;
• Processi sociali e culturali possono essere • Processi sociali e culturali possono essere stimolati nella direzione di migliorare la capaci stimolati nella direzione di la tà di gestione e manutenzione della qualità tà di gestione e manutenzione della urbana ed il senso civico di appartenenza. urbana ed il senso civico di appartenenza
Le città risultano essere centri per nuove idee, per il commercio, la cultura, la scienza, la produttività, lo sviluppo sociale e molto altro. Tuttavia come già detto, esistono molte sfide per mantenere i centri urbani come luoghi di vita e prosperità, e che allo stesso tempo non danneggino il territorio e le risorse. Le sfide poste dall’ambiente urbano includono il traffico, la mancanza di fondi per fornire i servizi di base, la scarsità di alloggi adeguati, il degrado delle infrastrutture.
Le sfide che le città affrontano e dovranno affrontare possono essere “vinte” in modo da permettere loro di continuare a prosperare e crescere. Il futuro che vogliamo, include città che offrono opportunità per tutti, con accesso ai servizi di base, all’energia, all’abitare urbano, ai trasporti.
La nuova città sostenibile necessita di una connessione tra scenari globali e scenari locali, il riavvio della sue risorse e di un nuovo modello di cooperazione tra pubblico e privato con lo scopo di generare nuovi “punti di forza” “punti di forza” in grado di promuovere e riattivare nuovi scenari culturali, sociali, tecnologici ed ecomonici. La città del “futuro” dovrà essere quindi più “intelli “intelli gente” gente”, più “sostenibile” “sostenibile” e più “solidale” “solidale”; un luogo generatore di nuovi valori che dovrà essere in grado di competere anche a livello internazionale attraverso una costante relazione tra “identià” e “innovazione” e di generare nuovi orizzonti sostenibili per le generazioni presenti e future.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV La città sostenibile 46
RIDURRE IDURRE LA L A DISPARITÀ SOCIALE E TERRITORIALE IMITARE L’IMPATTO IMPATTO AMBIENTALE OFFRIRE FFRIRE SERVIZI ED INFRASTRUTTURE DI QUALITÀ RIGENERAZIONE IGENERA ZIONE URBANA “ “DINAMICADINAMICA” INTERCETTARE NTERCETTARE RISORSE ECONOMICHE GLOBALI ICHE PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV La città sostenibile 47
2.4 RIGENERAZIONE URBANA SOSTENIBILE
Nel progetto urbanistico, la rigenerazione urbana è diventata una dei temi cardine e viene inteso ormai a tutti gli effetti come una “politica” “politica” che mira al perseguimento di uno sviluppo sostenibile. Con il termine “rigenerazione urbana” vogliamo intendere quel processo attraverso cui si agisce sulla città per darle un aspetto nuovo e competitivo: perciò risulta essere un’attività che non punta solamente ad una riqualificazione fisica, necessaria per rilanciare l’immagine urbana dal solo punto estetico, ma viene affiancata da interventi di natura culturale, sociale, economica ed ambientale, finalizzati ad un incremento della qualità di vita nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale e partecipazione sociale.
I processi di pianificazione dunque devono essere integrati con programmi di comunicazione e partecipazione, con il principale scopo di attivare delle trasformazioni strettamente connesse ai bisogni che emergono dalla “vita “vita reale” degli abitanti urbani.
L’idea di base è che sia la città a ripensare sè L’idea di base è che sia la città a ripensare sè stessa. stessa
La consapevolezza di un nuovo modello urbano basato sull’inevitabile applicazione del concetto di sviluppo sostenibile, dunque, è un processo che necessita un “lavoro partecipa “lavoro to” to”, una stretta collaborazione tra diverse competenze e personalità; la diffusione ed il successo della qualità ambientale nell’ambito
urbano dipendono, dunque, dalla capacità di instaurare solidi “partenariati” “partenariati” e da una buona partecipazione alle attività di trasformazione, che si devono instaurare innanzitutto tra lo Stato e i cittadini.
È utile riflettere, soprattutto per le città dei paesi europei, su un differente modello basato sulla rigenerazione urbana in “chiave sostenibile” “chiave sostenibile” Il concetto di rigenerazione urbana, in campo architettonico e urbanistico, consiste in differenti tematiche e questioni che fanno riferimento per lo più a:
• Trasformazioni dell’urbanizzato. • dell’urbanizzato
• Miglioramenti ambientali e paesaggistici. • ambientali e paesaggistici
• Riqualificazione e potenziamento delle • e potenziamento delle infrastrutture pubbliche. infrastrutture pubbliche
• Rinnovo dei tessuti urbani. • tessuti urbani
• Rigenerazione e riqualificazione delle periferie • e delle “moderne” e delle zone industriali dismesse. “moderne” e zone dismesse
• Sviluppo locale. • locale
Vancouver, Canada Canada
Nel 2012 ha stabilito, con un preciso piano d’azione, gli obiettivi per diventare entro il 2020 la città più verde, tra i quali, la riduzione delle emissioni di gas serra e la diffusione di ‘edifici verdi’ in tutta la città.
PARTE II PARTE III PARTE IV
sostenibile 49
PARTE I
Rigenerazione urbana
La rigenerazione urbana può rappresentare, inoltre, l’occasione per risolvere problemi come l’assenza di identità di un quartiere, la totale mancanza di spazi pubblici, ’elevata densità edilizia e la realizzazione di aree verdi, soluzioni utili per favorire maggiori situazioni di integrazione e per aumentare la qualità di vita urbana.
È necessario “governare il territorio e il cambia “ governare il territorio e il cambia mento” con strumenti urbanistici adeguati, in grado di frenare le nuove costruzioni al di fuori di programmi di rigenerazione del patrimonio edilizio per evitare altri consumi di suolo non urbanizzato. Programmi che, oltre alla riqualificazione urbanistica ed edilizia, l’utilizzo di materiali sostenibili, il ricorso a energie alternative e lavori di partecipazione comunitaria e statale, favoriscono l’eliminazione del disagio sociale, ambientale ed economico.
In quest’ottica la rigenerazione urbana sostenibile rappresenta un “nodo essenziale” “nodo essenziale” per lo sviluppo futuro, con la consapevolezza che una politica di rinnovamento del patrimonio edilizio è importante e funzionale se tiene conto, contemporaneamente, di tre differenti aspetti:
• AMBIENTALE, • gli interventi di adeguamento interventi di strutturale ed impiantistico, con criteri di soste strutturale ed impiantistico, con criteri di soste nibilità ambientale, di sicurezza statica e di nibilità ambientale, di sicurezza statica e di efficienza energetica, contribuiscono alla efficienza energetica, contribuiscono alla riduzione di costi, consumi ed emissioni. riduzione di costi, consumi ed emissioni
• SOCIALE, • il recupero urbanistico ed edilizio il recupero urbanistico ed edilizio rappresenta uno dei punti principali per il supe rappresenta uno dei per il supe ramento di situazioni di degrado e di margina ramento di situazioni di e di margina lizzazione comunitario. comunitario
• ECONOMICO, • il settore della rigenerazione il settore della rigenerazione urbana rappresenta un “motore” per l’econo urbana rappresenta un “motore” per l’econo mia della città e del paese. mia della città e del paese.
Gli interventi quindi devono mirare alla relazione tra nuova e vecchia identità, al rispetto del sistema economico e alla tutela e alla salvaguardia di tutti gli aspetti ecologici, creando programmi di sensibilizzazione civica e di partecipazione attiva. In questo modo il cittadino non si sentirà mai “escluso” dalla dimensione progettuale e urbana, ma entrerà gradualmente a far parte di un nuovo sistema in equilibrio con i suoi valori e i suoi bisogni.
Gli spazi urbani assumono, dunque, un nuovo ruolo fondamentale, rispettando la qualità della vita e portando ad una sostenibilità dello sviluppo compatibile con le necessità ambientali. Non vi è quindi solo una trasformazione fisica o economica, ma un rapporto diretto tra società e intervento. È chiaro come la rigenerazione urbana sia il procedimento più complesso e come tenga conto di molti più fattori. La multidisciplinarietà è fondamentale per rispondere a tutti i requisiti. Si tratta di trovare un equilibrio tra le necessità pubbliche e private, senza minare i bisogni dei residenti o della comunità.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Rigenerazione urbana sostenibile 50
COMPETENZE
Pianificazione e politiche urbane
Valutazione economica e finanziaria
Analisi del contesto (fisico, economico e sociale)
Partecipazione ed attivazione sociale
Progettazione urbana ed architettonica
RIGENERAZIONE URBANA
ATTORI
DIMENSIONI
Enti ed amministrazioni politiche
Operatori economici Associazioni e operatori del terzo settore
Cittadini e comunità
Pianificatori, urbanisti, architetti
Pubblici e privati Permanente e temporanea
Formale e informale Permanente e temporanea Macro-scala e micro-scala
51
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Rigenerazione urbana sostenibile
COME SI SVILUPPA? COPENHAGEN Nordhavn C No AMBURGO HafenCity A Ha LONDRA Parco Olimpico 2012 King Cross District A 12 ct MILANO Milano-Porta Nuova Milano-Sesto M M M TORINO Parco Dora O a
PARTE III
3.1 CASI STUDIO
HAFENCIT
Y
Pur es e se s nddo ut u ilizzati spessso come sinnonimimi i i cooncncet e ti i di es e cl c usio i ne e sociaale l e povver e tà non o c cooinncciiddono no esasatttamamente, ma desescr c ivvonno o conddi zi z onni i ca cararatttteerizzza z te da u un rapppo p rtto di causa ed eff effettto Le L nuouove ve povoveerrtà à son o o la dirretta ta cononse gu g ennzza a di i di d na n mi michhe, e dov o ute al sisisteema m del mercrcat a o glob l al a e, e che e pososso s n no o det e er e minanare re il re r peent n inno caambmbiiaamementnto d di i fattoori ecoconnoommici c , de d moogr g afici c e sociali i L Le e caatteeggor o ie i più ù vulnenerra a b biili li sonono o ma maggggioiorm r en ente te sogoggegetttte al risischchio io Si traratttta d di i prrooblblememataticichhe e mululttiiddiimemennssionali li e in cost staanntte e divivenenirire h ch c e po possssononoo, , pereròò, , esssseerre m mooddiificficaatte a atttrtravaveerrsso o adeguatate e s sccelte te poollititi c chhee. . L’addoozziioonne di intntererve vent nti ec econonomomicici e s soocicia l li i effifficcacaci, i, in n gr gradado d di i arrrrees stare il m mooltltipipliliccaarrssi d deei i pr prococesesssi i di i em emaarrginanazziione, e, è la vi via pr p in i ci c p paalle e d da a peerrccoorrerere pe per r f faavovoririre re la re reinteteggrrazazione ne deei i c coosiddddetettti i esscclulussi i P Peer r qu quesesto to neeggli li ultltimi i an annni i il t teema deellla la loottta ta a allla la poovveer rtà e allll’escsclu lu i si s o onne s soociciaalle ha assssununto to un ruuoolo lo cenentrtrale al all’iinnteternrno o d deelllle a aggeenndde e poollititi ch chee, , sia ia a livivelello nazazionnaale le che he glolobale le P Peer r so soststeennerere e co cont nt i ri r b buuirire al all’aatttutuaazziioone ne di i i mi m su sure re vo voltlte e a fa favvooririre re il l re realale mi miggl l o io i ra rammeentnto d deelllle e co connddiz izio ioni ni di v viita ta di m miililiononi d di i perersosonne e neel l mo mondndo, o, l’O’Onu nu ha in indidivviiduduatato un una se serie d di i obbiiet et ti tivvi i pririororititarari da ragaggigiununggeere re entntro ro il 20 20330 0
Fa Fame me e mal a nu nutrtrizizio io e ne n Se Secocondndo l’ l’OrOrgaganinizzzzazazioione ne Monondidialale de dellllaaSSanani tà (OM O S) S), og o gi gi, ci circrca a 87 8 0 mi mili l on oni i d di i perersosonene, , o ovvvevero ro 1 pererso s na su u 8, 8 cononti t nu nuanano a so soffr ff irre la fa fame me
3.1A HAFENCITY
INTRODUZIONE
Il ruolo storico di Amburgo come importante porto europeo, risalente a 800 anni fa circa, è stato ripensato, solo recentemente, a seguito della globalizzazione, dei cambiamenti del mercato europeo e della messa a punto di nuove attività portuali. Situato sul fiume Elba, il porto rimane un’importantissima meta tra le rotte marittime europee, anche se parti significative delle aree portuali si presentano come grandi vuoti urbani e quindi lasciati tali in previsione di un piano di riqualificazione a livello urbano iniziato alla fine degli anni '90.
Hafencity, la “striscia” “striscia” di 3,2 km di oltre 150 ettari di terra sul lungomare, ha fornito una rara opportunità per espandere il nucleo della città del 40%, collegando il centro storico all'acqua, rivitalizzando l'area con un quartiere ad uso misto progettato per promuovere posti di lavoro, investimenti interni e una nuova dimensione di qualità urbana in città. Numerosi magazzini di granai presenti nell’area e in prossimità dell'acqua hanno offerto innumerevoli opportunità per ricollegarsi al passato storico della città.
La riqualificazione dell’intera area portuale è stata gestita da HafenCity Hamburg GmbH, una società interamente di proprietà della città pubblica e anseatica di Amburgo.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - HafenCity 55
HafenCity Hamburg GmbH ha elaborato un piano generale per l'intera area, definendo le altezze degli edifici, gli usi del piano terra, le larghezze delle strade, i percorsi pubblici e gli spazi aperti paesaggistici.
I collegamenti da e verso il centro storico dovevano essere preservati e migliorati, tenendo conto anche dei rischi di alluvione. All'interno di questo quadro generale, sono state organizzati concorsi pubblici aperti per tutte le parti interessate (pianificatori, investitori e architetti) i cui progetti dovevano rispettare le rigide linee guida di progettazione imposte dal piano generale. Circa il 50% del terreno disponibile è stato venduto come "terreno edificabile"
Il risultato del processo è architettonicamente vario e urbanisticamente coerente all’identità del luogo. Nella pianificazione di HafenCity c'è dunque una forte volontà di creare legami, osmosi, capacità di comunicazione tra diversi gruppi sociali realizzando una "continuità "continuità integrativa" del tessuto urbano, ricostruendo relazioni tra lo spazio privato e quello della frequentazione pubblica, sperimentando forme innovative di governance.
La riqualificazione di HafenCity svolge, inoltre, un ruolo importante non solo da un punto di vista "ecologico" poiché, riutilizzando aree dimesse, protegge quelle circostanti dal consumo di suolo, ma soprattutto perché conserva l'identità originale del luogo.
1997 - Avvio del progetto 1999 - Vincitore del masterplan: ASTOC 2000 - Adozione del masterplan da parte del Senato 2004 - Approvazione del primo piano di zonizzazione 2007 - Costruzione zona centrale Uberseequartier 2009 - Completamento globale del primo quartiere 2011 - Completamento di altri tre quartieri 2012 - Inizio costruzione Lohsepark 2013 - Apertura quartiere residenziale e costruzione di due ponti 2014 - Apertura della HafenCity University e inizio costruzione edifici Bakeenhafen 2025 - Data stimata completamento dell’intero progetto urbano
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - HafenCity 56
STRATEGIC VISIONS
CONTINUITA’ E INTEGRAZIONE
Uno dei principali obiettivi del progetto è quello di dare una continuità urbana tra il nuovo distretto HafenCity e il centro storico di Amburgo. L’idea di base è quella di farlo apparire come una “naturale espansione” “naturale verso il fiume Elba.
MESCOLANZA INSEDIATIVA
Lo scopo è quello di creare un nuovo distretto, appartente alla città, caratterizzato da un elevato “mix” “mix” di funzioni (residenziali, commerciali, pubbliche) in stretta relazione fra loro e che presentano elevati standard sia dal punto di vista qualitativo, innovativo che architettonico.
PRESERVARE L’IDENTITA’
Possiamo definarlo uno dei punti cardine dell’intero processo progettuale che interessa HafenCity. L’importanza di creare e riproporre un nuovo distretto innovativo e sostenibile della città, per decenni dismesso ed inagibile, ai suoi cittadini e ai turisti senza però andare a compromettere la propria identità storica, preservando e restaurando edifici ed infrastrutture portuali, quali magazzini, bacini, argini e gru.
SPAZI PUBBLICI E ACQUA
Di notevole importanza risulta essere anche la stretta relazione che si instaura tra spazi pubblco e l’acqua. Questi spazi, che siano pubblici o privati, quali piazze, viali e parchi sono importanti non solo per il ruolo di collegamento tra
differenti architetture e funzioni, ma anche perché rappresentano elementi di elevata qualità ambientale.
ELEVATA CONNETTIVITA’
Altra questione fondamentale che viene affrontata è la pianificazione, il potenziamento e il miglioramento della connessione stradale e fluviale tra il nuovo distretto e il centro storico. Si decide per il mantenimento degli storici assetti stradali, potenziandol, dove si poteva, con l’impiego e la costruzione di nuovi ponti. Vengono potenziate le infrastrutture pubbliche con la creazione di due linee della metropolitana: una sotteranea e una di superficie; introdotte nuove linee di autobus e battelli ad idrogeno.
ARCHITETTURE SOSTENIBILI
HafenCity con la sua progettazione urbana soddisfa gli standard costruttivi con tecnologie a basso impatto ambientale e con attenzione al risparmio energetico, rispettando l’obiettivo fissato per la tutela del clima, ovvero la riduzione delle emissioni di C02 del 80% entro il 2050.
PARTECIPAZIONE E CULTURA
La sua pianificazione innovativa e le metodolgie di sviluppo si caratterizzano per la combinzione tra coinvolgimento di investitori privati, autorità locali e cittadini. Con azioni volte a promuovere la cultura, HafenCity è diventato uno dei distretti più “dinamici” “dinamici” della città di Amburgo.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - HafenCity
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KING CROSS
Pur essendo utilizzati spesso come sinonimi i cooncetti di esclusione sociale e povertà non coin i cidoono esattamentte, ma a desscriivono condi zioni caratterizzate da un rapporto di causa ed effetto. Le nuove povertà sono la diretta conse guenza di dinamiche, dovute al sistema del mercato globballe, che pos o so s no determi m naare il repentntinino c ca amb mbiiaame ment nto di d fatttoori ri ecoconnoomiici c , de demogrgrafiafici ci e socociaialli i L Le e c t at a eg e or orie e più ù vul u neera ra b bili sono o ma magg g ioormmennte e sog o geett t e a al rischhio Si S traatt t a di prooblblem e at aticiche h muultidi d menssioonanali li e in costtannte divveenir i e ch che po s ss s o onnoo, , peerròò, , esssseerre e m moodidifific c t at a e at atttrraavverersso o addeeguguatate e sc sceelltte e pololiitti h ch c e. L’a ’adodozziionone di inntterervveentnti e eccoonnomomicici e so socicia li efficfficaacci, i, in n g grraaddo d di i arrrrestta a e re r il m moolt lt p ip i li licacarrssi d deei i pr prococesssi i di e emmararginna azi zione, è la vi via p prrinincciippaalle e d da a peerrcocorrrreerre e p peer fa favo vo i ri r re la re reinintteeggrraaz z o io i ne deei i c co osiddddetettti i esscclulussi i Pe Per r qu quesesto to neeggli li ullttimimi i an annni i il te temma a delella la lototta ta al alla la povoverertà tà e allll’e e ’ s sccluusisioonne s soocicialale ha assssununtto o un r o uo u lo cenentrtralale al a l’ l’ininteternrno o de delllle ag agenende de pololititi c chhee, , sia ia a livivelllo o naazzioionanale le che he glolobabale le Pe Per r s soossttenenerere e co connttrriibbuuirire a alll’l’atatttuuaazziioone ne di i mi misusure re vo volte e a f faavvooriirre e il l re realale m mi igliioorraame me t nt n o d deelle c coonnddiizzionni i di vi vita ta di milioonni di perersosonne e neel l m moondndoo, , l’OOnnu u ha i inndidivividuaatto u unna se serie d di i obbiieet t t tiivvi i p i ri r o orrititarari d da a ragaggigiununggeerre e ennttro ro il 20 20330 0
Fa F me m e malnuuttrriizio i ne e Se Seco c nd ndo l’ l’Orggaaninizzzazazioione ne Moonndidialale d deellllaSaSani tà à (OMOMS)S), o oggggii, c circrca a 87 870 m miililioonni i d di i peerrsosonnee, , ovvve v ro 1 peerrssoonna a su u 8, 8 cononti t nu nuanano a s sooffffrririre la fa fame me
3.1B KING CROSS DISTRICT
INTRODUZIONE
King's Cross occupa un'area molto importante in termini di connettività all'interno della città di Londra. Oltre ad essere infatti non distante dalla zona storica ottocentesca, sulle riva Nord del Tamigi, gode di una buona accessibilità dovuta principalmente allo scalo ferroviario di Saint Pancras e quello di King's Cross per l'appunto, ed è per questo motivo che è stata oggetto di diverse proposte di rigenerazione nel corso degli anni, sin dall'avvio del progetto dell'alta velocità che collega Londra a Parigi passando dalla Manica.
King Cross è un progetto ad uso misto di rigenerazione urbana con l’obiettivo di rilancio della cultura e del patrimonio storico locale ma stà diventando anche uno dei maggiori “hub” “hub” di trasporto della città di Londra.
Un area di 67 ettari circa che insiste su ex impianti ferroviari ed industirali. La riqualificazione, attualmente in corso, prevede il restauro di edifici storici e la pianificazione di nuove costruzioni innovative e sostenibili sia dal punto di vista ambientale che sociale. Il masterplan ha definito una struttura ed un “layout” fondati sulla connettività, sulla permeabilità, la progettazione urbana e la sostenibilità. Il piano prevede una reta di spazi pubblici aperti, strade, piazze e parchi che, attraversando gli isolati urbani, definiscono dei precisi collegamenti con le aree limitrofe della città. Le funzioni principali
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del progetto sono residenziali (42% social housing) e terziarie, spazi commerciali per il tempo libero, servizi per assistenza sanitaria e scuole per la formazione.
Il disegno è molto chiaro e il modello di città che propone è molto compatto e denso fatto per isolati a blocchi compatti con edifici ad altezza variabile tra gli otto e i dieci piani. In questo tipo di schema, che richiama la città ottocentesca, grande importanza assumono il fronte stradale e l'attacco a terra degli edifici che ospitano funzioni pubbliche. La circolazione primaria carrabile avviene quasi interamente all'esterno, “penetrando” solo in alcuni punti di accesso in cui vi sono parcheggi multipiano. In questa maniera si riesce ad innescare un processo di valorizzazione dell'area anche tramite il cambiamento di percezione e renderla maggiormente attrattiva sia per gli investitori, sia per gli abitanti che per i turisti. Vengono pensate e progettate venti nuove strade e dieci nuove piazze, tutte con altissimi standard di qualità urbana, pensate principalmente come luoghi d’interesse e di aggregazione collettiva.
Grazie all’intervento di rigenerazione, il nuovo sviluppo, che si completerà nel 2020, attirerà oltre 45.000 persone ogni giorno. La creazione di un nuovo hub ad uso misto e la valorizzazione degli spazi pubblici, sono considerati elementi prioritari per garantire un miglioramento della vita urbana, requisito essenziale per uno sviluppo economico dell’area.
1970 - Declino e abbandono delle attività industriali e ferroviarie 1996 - Decisione di costruire il Channel Tunnel Rail Link 2001 - Avvio piano di sviluppo e di gestione
2006 - Approvazione del masterplan 2007 - Rinnovo stazione internazionale di King Cross/St. Pancras
2011 - Apertura primo edificio Granary Building 2012 - Apertura stazione internazionale di King Cross/St. Pancras
2013 - Google acquista una zona nel sito 2014 - Prima fase completata
2020 - Data stimata completamento dell’intero progetto urbano
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STRATEGIC VISIONS
CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO
Il “mix” “mix” di edifici storici e moderni conferisce all’area un carattere unico e distintivo: più di 10 edifici sono stati ristrutturati e riaperti al pubblico. Si tratta di spazi che conservano la memoria industriale del luogo in un contesto di utilizzo misto contemporaneo.
INTEGRAZIONE URBANA URBANA
Il nuovo distretto risulta essere collegato con le zone circostanti mediante un asse fondamentale nord-sud. Lo scopo principale è quello di integrare l’intera nuova area con i quartieri limitrofi attraverso la pianificazioni di spazi aperti pubblici e la creazione di nuovi assi pedonali e ciclabili.
RICONNESSIONE FLUVIALE RICONNESSIONE
Il Regent Canal attraversa Londra da est ad ovest; nel progetto questo fondamentale corso d’acqua viene integrato e riconnesso attraverso la riqualificazione di percorsi per il tempo libero, pedonali e ciclabili. Il canale risulta essere uno dei più importanti punti d’accesso per i visitatori: l’ aree adiacenti fornisco un mix di servizi e di spazi pubblici che lo rendono una delle principali mete londinesi e turistiche.
SPAZIO PUBBLICO
Una buona parte del progetto (circa il 40%) è destinata a spazi pubblici, parchi e aree verdi che incentivano le attività di svago ed incrementano la qualità e la vivibilità del quartiere. Inoltre, le nuove aree residenziali, collegate in
prossimità dei servizi e degli spazi commerciali, risultano progettate per essere integrate perfettamente con il sistema degli spazi verdi.
MIXIT MIXITÈ E SOCIAL HOUSING È E SOCIAL HOUSING
L‘intervento è stato pensato con lo scopo di attrarre gruppi sociali diversi e di favorire l’integrazione e il “mix” “mix” sociale grazie ad una varietà dei tipi edilizi, accessibili a tutte le fascie reddituali.
ASPETTI SOSTENIBILI
L’aspetto sostenibile risulta essere un fattore predominante dell’intero progetto: riduzione delle emissioni di carbonio, impiego di energie rinnovabili e realizzazioni di abitazioni secondo i principi di efficienza energetica (fotovoltaico, pompe di calore, solare, eolico, coperture verdi). Lo scopo principale è quello di ridurre le emissioni di C02 del 60% entro il 2050.
PARTECIPAZIONE ATTIVA
Aspetto interessante del progetto è stato anche la capacità di integrare all’interno del processo decisionale, attori la cui partecipazione non era stata inizialmente prevista, conferendo maggiore qualità progettuale tramite nuove visione e nuove sperimentazioni.
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OLYMPIC
2012
PARK
Pur e esseendo ut u illizzaati i spepesso come m sininononimi i i concncetetti t di escllus u ione n sociale e poovveerrtà tà non o co coiin n i ci c d dono o esattamenntee, ma m desescrivvoonno o c coonnddi ziioni ca carraatttter e izzaate te da un raapppo p rto di cauausa sa ed eff e ettto o L Le e nuouove ve povoverertà tà sonono o la direetttta a coonnse guenenzza a di d diinanamimichche, e, doovvutute a al siisstteema ma del e meerc r at ato g glloobbaallee, , chhe e pososssoono no deteterermminnaare e il reepennttinno c caammbbiaiammeentnto di faattoori ecoconnoommicici, , demomogrgrafiafici ci e socociaialli i L Le e c t at a eg egororie ie più iù vuullnera r bili sonono o ma maggggioiormrmenentte e sogoggegetttte al risiscchhio io Si trraatttta d di i prorobblleemmaatticichhe e muullttiidi d me mensnsioionanali li e in co t st s an ante te divivenenirire ch che po posssonnoo, , pereròò, , esssserere mo modidificficatate a atttrtravaveerrso so adedegu gu t at a e scel eltte e poollititi ch chee. . L’a’addo o i zi z on one d di i intntererve ve t nt n i eccononoommiicci e so socicia li effifficcacacii, , in n gr gradado d di i arrrresestatarre e il m mooltltipiplilicacarsrsi de dei pr prococesessi si di i e emmaar r i gi g na nazziiononee, è la vi via p prrinincciipapale le da peerrcocorrrrerere e pe per r fa favvo ori rirre e la r reeinnteteggrrazazioionne e deei i co cossiiddetetti ti escsclulusi si P Peer r qu queesstto o negeglli i ultltimimi i an annni il teemma a del e l la a lototta ta al allla a poovverertà tà e allll’e ’ escsclulusisioonne so soci c al a e h ha a assssununto to un n ruuoolo lo cenenttrral a e al all’ l in intteernno o de delle aggenende de politti ch che, e sia ia a livvelello lo nazazioionanale e che glolobbaale le Pe P r soosttenner e e e co contntriibubuirire a alll’l’at a tu t az a ioonne e di i mi missure r v vooltte e a fa favovoriire il l reeal a e mi m gl gliooraammeentnto d dellle e co conddizizioioni n di vi v ta di m mililion o i di peersonne e nel e moondndoo, l’OOnu nu ha i inndi d v vidu d atto unna se seririe di obibiet et tivi priiorrittarri da d raggiunngere e ent n ro o il 20 2030 30
Faame e e malalnu n tr trizzioonne Seeconddo l’ l’Orrgaganinizzzzazazio i ne Mondidialale deelllaSaSaanni tà à (OOMS)S), ogggigi, ci c rc r a 87 8 0 mi m liioonni i di d perrssonee, , ovvvevero r 1 per e soona a su u 8, 8 coonntitinnuuaanno a soffriirre la a faame m
3.1C PARCO OLIMPICO 2012
INTRODUZIONE
Il Parco Olimpico Regina Elisabetta era inizialmente un complesso sportivo costruito e predisposto per accogliere i Giochi Olimpici e Paraolimpici svoltisi a Londra nel 2012. L’area presa in esame, di circa 230 ettari, occupa un quinto dell’intera zona rigenerativa Lower Lea Valley ed è fiancheggiata per più di 2 km dal fiume Lea. Oltre al fiume, il sito incorpora una rete di canali e una densa rete di infrastrutture tra cui linee elettriche, strade, reti fognarie e reti ferroviarie. Era un’area caratterizzata da edifici in rovina e in stato di abbandono, circondata da alcune delle comunità più povere dell’intera città. Questi quartieri hanno sofferto per il forte tasso di disuccupazione, la mancanza di serivizi pubblici e gli insufficienti collegamenti con le aree limitrofe e con il resto di Londra.
Nel 2004 l’intera area entra a far parte di un processo di rigenerazione molto più ampio che coinvolgeva principalmente le sole aree della Thames Gateway all’interno della regione metropolitana di Londra. Il piano è stato costruito principalmente sulla base delle previsioni del Sustainable Communities Plan, del piano metropolitano (London Plan) e dei piani dei boroughs londinesi, con gli obiettivi principali di recuperare le vaste aree dismesse e di realizzare zone residenziali e servizi nelle aree rigenerate.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - HafenCity 71
Nel 2005 l’assegnazione dei Giochi Olimpici di Londra diventano l’occasione per avviare un significativo processo di rigenerazione dell'area e un catalizzatore di investimenti in nuovi progetti di sviluppo, finanziati sia dal settore pubblico che da quello privato, con lo scopo di espandere, rinnovare e rigenerare le infrastrutture, gli spazi pubblici, il patrimonio abitativo, le opportunità commerciali e le strutture sportive, culturali ed educative dell’area.
Il progetto dei Giochi è stato articolato in tre masterplan: il primo è il masterplan dei Giochi Olimpici; il secondo della fase cosiddetta di Transizione ed il terzo è il masterplan della Legacy (eredità). Il primo si doveva occupare delle Olimpiadi vere e proprie e detta i tempi e gli spazi legati al periodo di svolgimento dei giochi. Il secondo si occupa della trasformazione (fase di transizione) del sito da Parco Olimpico a zona urbana dotata di residenze, uffici, negozi, esercizi commerciali, laboratori industriali, alberghi, ed è gestito dall’ODA (Olympic Delivery Authority) l’ente, incaricato della gestione del Parco Olimpico nonché del processo di adattamento del sito alle future esigenze della città. Il terzo, della “Legacy” “Legacy”, è il vero masterplan del progetto, l’obiettivo è sempre stato quello di fare di un’area tra le più sottosviluppate del Regno Unito una zona verde urbana ad elevata qualità e sostenibilità, incoraggiando la mobilità pedonale e ciclabile attraverso percorsi sicuri ed accessibili a tutti.
1970 - Declino e abbandono delle attività industriali e ferroviarie
2004 - Concessione permesso di pianificazione
2005 - Assegnazione Giochi Olimpici e revisione del masterplan
2006 - Pianificazione e definizione dell’area olimpica
2007 - Inizio dei lavori, delle bonifiche e delle demolizioni
2008 - Inizio edificazione delle strutture del Parco Olimpico
2009 - Revisione del London Plan Legacy 2011 - Completamento del Parco Olimpico 2013 - Inizio trasformazione post-giochi
2014 - Attuazione del programma di Legacy urbanistica
2032 - Data stimata completamento dell’intero progetto urbano
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - Parco Olimpico 2012 72
STRATEGIC VISIONS
INTEGRAZIONE E BONIFICA
L’area presa in considerazione, non è un’area verde al margine della città o un’area centrale consolidata ma una zona periferica dismessa, un’area altamente contaminata in una delle zone più povere di Londra. Da qui nasce l’esigenza e la necessità di creare una nuova identità sostenibile,con azioni di bonifica avanzata, che si integri con le aree urbane limitrofe.
NUOVA IDENTITA’
Una delle caratteristiche principali che il progetto assume è quella di una visione di sviluppo futura tenendo in considerazione l‘importanza di creare e dare una nuova identità a tutta l’area, puntando sia sul rilancio economico che su quello sostenibile come nuovo polo verde all’interno della città di Londra.
CREAZIONE DI NUOVI QUARTIERI DI
Cinque nuovi quartieri multifunzionali sono previsti all’interno del parco. Ciascun quartiere sarà dotato di spazi pubblici e servizi per la comunità. Le strutture e i servizi sono progettati ai confini del sito così da renderli “centrali” “centrali” rispetto ai quartieri limitrofi all’area.
MIXITE’ FUNZIONALE
il progetto prevede l‘inserimento di ediliza residenziale (6.000 nuove abitazioni), edilizia commerciale, infrastrutture pubbliche e edifici dedicati a differenti tipi di business (31.000 nuovi posti di lavoro). Vengono pianificati spazi pubblici aperti di elevata qualità urbana.
CONNETTIVITA’ VERDE
Viene pianificato l‘utilizzo di “greenway” “ greenway ” per il potenziamento e il miglioramento della “mobili “mobili tà dolce” dolce”: percorsi pedonali, piste ciclabili e corsi d’acqua navigabili vengono resi sicuri e accessibili a tutti, sia per gli abitanti, per i turisti che per i lavoratori. Percorsi che mirano ad aumentare la biodiversità del sito, la permeabilità dell’intera area, soprattutto con i quartieri limitrofi, e la definizione di precisi spazi pubblici aperti.
BIOEDILIZIA E ARCHITETTURE SOSTENIBILI
La bioedilizia e la progettazione architettonica degli edifici e delle infrastrutture mirano ad una riduzione sostanziale delle emissioni di carbonio. Vengono, inoltre, pianificati impianti combinati di riscaldamento/raffreddamento ad energia ed infrastrutture per la riduzione, riuso e reciglaggio dei rifiuti.
PATRIMONIO SPORTIVO
Con il termine dei giochi olimpici, sono rimaste cinque importanti strutture sportive: lo Stadio, il Centro Acquativo, il CopperBox, il Velopark e il Centro di tennis e hockey. Lo scopo è quello di riconvertire, a beneficio delle comunità e dell’intera città, questi luoghi e di integrarli per essere usati da un “elitè sportiva” “elitè sportiva”. La visione a lungo termine è quella di trasformare il parco in uno dei luoghi principali per le attività aportive londinesi e del Regno Unito.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - HafenCity
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PARCO DORA
Pur es essendndo ut utiillizizzazati ti spepesssso c coome me siinnononimimi i i c concncetettti i di es esclcluussiioone ne soocciaiale le e povoverertà tà noon n cooinncciiddoono no esasattttameennttee, m ma a deessccrrivivonono o co condndi ziioonni i ca cararatttteerrizizzazatte e da un raappppoorrtto d di i cauausa sa ed e eff ff t et e t to o Le nuouovve e poovvererttà à soonno o la diriretettta a cononse se g guuenenzza a di i di dinnaamicchhee, , doovvutute al siisstteemma a deel l m meercrcaatto g glloob bal alee, , chhe e pososssoonno o deetteerrmmiinna a e re r il r reepepentntinino c caammbbiaiamme e t nt n o di fatatttoori ri ecoconnoomimiccii, , de demomogrgraafifici ci e soocciiaalli i L Le e catateeggororie ie più iù vululnneerra a bi bili li soonno m maaggggioiormrmeennte te sogogggeetttte a al l risiscchhio io S Si i traratttta di proroblbleemmaatticchhe e muullttiiddiimemensnsioionanalli i e in c coossttanante te div iveneniirre ch che p poossssoonnoo, peerrò, ò esssserere e mo moddiificficaatte at attrtravaverersso o adedeguguatate e sc l el e te pol o it iti c chhee. . L’’aaddo ozi zionone d di i int ntererveventnti ec ecoonnom omic ici e so socicia l li i effifficcaaccii, , in n g grradado d di i arrrrestatarre e il mo moltltipipliliccaarsrsi de dei i pr prococesssi i di i em emaarrggiinnaazizionone, e, è la vi via p prrinincicipapale le da percocorrrreerre e p peer r fa favvooririre la re reiinntetegrgrazazioione ne dei e co cossiiddddeet t i ti t escsclulussi i Pe Per r qu queessto to negegli li ultltiimmi a annni ni il t teemma a delellla a lootttta a al alla la poovver e tà e allll’e’escsclulusisioonne so socicialale h ha a ass ss n un u t to o un ruouolo lo cenentrtraalle al all’innteternno o de delllle ag ageennde de pololititi c chhe, e, sia ia a liivvelello lo nazazioonanale e che he glloobabale e Pe Per r so soststeennerere e co cont nt i ri r bu buiirre al all’l’atattutuazazioionne e di i mi misusurre e vo voltlte e a fa favovoririre re il re realale m miiglglioioraramme ent nto de delllle e co condndizizioioni n di vi v ta di m miilliioonni d di i peerrsosone ne nel el mond ndo, o, l’OOnu nu ha i inndi d vi vidduuatato un una s seeririe d di i obibiet et t tivvi i pririororititaarri da ragagggiiunungegere re entntrro o il 20 2030 30 F Faame m e maalnunuttrriizzioone ne Se Secocondndo l’ l Or O g ganinizzzzazazioione ne Moonnddiialale de dellllaSaSanani tà (OOMMS)S), o ogggi g , c ciirrcca a 8 8770 i mi m l liiononi i di d peersoonee, ov ovvevero r 1 per e soona na su u 8, cononti t nuuanno a so s ffr ff irre la a fa fame me
3.1D PARCO DORA
INTRODUZIONE
Il progetto di riqualificazione del Parco Dora, a Torino, si inserisce nel più complesso quadro di trasformazione del P.Ri.U. (Programma di Riqualificazione Urbana) che ha investito tutta l’area della Spina 3. L’ottenimento di fondi ministeriali e l’impegno della Città alla realizzazione di importanti opere pubbliche infrastrutturali, ha permesso la riconversione e rigenerazione dell’intera area. La Città ha voluto, in effetti, dotare l’area di Spina 3 di ampi spazi pubblici: prima della trasformazione l’80% del territorio era di proprietà privata e il 20% pubblico, dopo la trasformazione le proporzioni sono cambiate in 40% privato e 60% pubblico. Un grande sforzo per dotare tutta la città di nuovi servizi. In quest’ottica si inserisce il grande parco di Spina 3, 45 ettari lungo il fiume Dora che riqualificano l’ambiente urbano divenendo servizio pubblico per tutta la città.
Il progetto per il Parco Dora prevede sì di evidenziare le peculiarità e le caratteristiche delle singole zone, ma di realizzare comunque una struttura di collegamento che sarà il segno distintivo dell’intero sito. La sua progettazione consiste in una sovrapposizione di differenti livelli di progetto considerando gli elementi centrali del parco: l’integrazione del fiume Dora, la metamorfosi di quanto è già esistente e la connessione del parco con la città di Torino.
PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - Parco Dora Spina 3 79
Il parco postindustriale della Dora costituisce l’opera di maggior rilievo nell’ambito della trasformazione urbanistica della Spina 3 e rappresenta uno dei più vasti polmoni verdi della città.
Realizzato sulle aree un tempo occupate dai grandi stabilimenti produttivi, il parco è costituito da cinque lotti che di questi conservano il nome: Vitali Vitali, Ingest Ingest, Valdocco Valdocco (corrispondenti ai tre lotti delle Ferriere Fiat), Michelin Michelin e Mortara Ogni comparto integra ambienti naturalistici e preesistenze derivanti dal passato industriale della zona, conservate e rifunzionalizzate; tra queste la torre di raffreddamento della Michelin, la grande struttura dello strippaggio e la centrale termica delle acciaierie Fiat. Il confronto con la storia del luogo e il suo carattere industriale è una componente sostanziale del progetto, che si riflette nella scelta dei materiali, nel disegno lineare di percorsi e spazi verdi e nella scansione regolare delle piantumazioni.
Un altro elemento fondamentale per il parco è il fiume Dora, che viene valorizzato mediante la riqualificazione delle sponde e, per un tratto della riva sud, reso accessibile. Il tema dell’acqua è ripreso inoltre con la creazione di fontane, canali e giochi d’acqua all’interno del parco. La riqualificazione delle sponde del fiume si inserisce nel più vasto progetto “Torino-Città d’Acque” “Torino Città e prevede la realizzazione di un percorso ciclopedonale che unirà l’area di Spina 3 ai tratti ciclabili già esistenti lungo il corso della Dora.
1995 - Avvio programma riqualificazione Spina 3 e “Polmone Verde”
2003 - Approvato piano di riqualificazione urbana
2004 - Avvio concorso internazionale per il progetto
2005 - Aprrovato progetto preliminare di Peter Latz + Partner
2007 - Aprrovato il progetto definitvo
2008 - Avvio dei primi cantieri e delle prime azioni di bonifica
2011 - Opera parzialmente completa
2014 - Completamento del parco Dora
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - Parco Dora Spina 3 80
STRATEGIC VISIONS
INTEGRAZIONE NATURALE NATURALE
Come già detto in precedenza, uno degli obiettivi principali del progetto è quello di integrare il “nuovo parco” “ nuovo parco ” con il fiume Dora, un elemento di vitale importanze. Valorizzato e reso accessibile con la riqualificazione delle battigie, si inserisce in un progetto più ampio che prevede la realizzazione di un percorso ciclo-pedonale che unisce l’area di Spina 3 ai tratti, già esistenti, lungo il corso del fiume.
METAMORFOSI E RISPETTO
Lo scopo è quello di creare per Torino un parco unico nel suo genere, scaturito dalla sua storia e dalla sua trasformazione. Ecco dunque che il confronto con il passato e la metamorfosi del luogo, passato dallo sfruttamento industriale al “godimento” del tempo libero, sono gli elementi fondamentali della pianificazione. Di grande importanza sono la conservazione e trasformazione degli edifici esistenti. Esse offrono possibilità d’identificazione, ma possono anche offrire impulsi positivi ed innovativi grazie a nuove utilizzazioni e funzioni (edificio adibito a giardino, edificio usato per il tempo libero, edificio come opera d’arte).
IMPLEMENTARE L‘ ACCESSIBILITA’
Esiste un’ottima connessione del parco alla rete dei trasporti pubblici e quindi un collegamento diretto anche con il resto della città. I rapporti con i confini del parco, il collegamento fra le singole parti dello stesso ed il coinvolgimento dei quartieri limitrofi risultano di
notevole importanza per il suo funzionamento. Inoltre i diversi settori sono collegati da percorsi principali, passerelle, rampe e ponti, privi di barriere ed agibili senza limitazioni da parte di tutti i visitatori del parco favorendo soprattutto la “mobilità dolce” “mobilità
INNOVAZIONE ED ENERGIA SOSTENIBILE ED
L’impiego di energia alternativa e l’applicazione di nuove tecnologie innovative permette di minimizzare i costi progettuali, gestionale e di manutenzione. Come già menzionato, l’acqua è un elemento importante del progetto complessivo. Essa rappresenta il filo conduttore che ricompare continuamente sotto forma di giardini acquatici e bacini, canali e pozzi. L’acqua piovanavviene raccolta nelle aree edificate dei dintorni ed all’interno del parco stesso per irrigarlo. Le pompe che muovono l’acqua nei canali e nei bacini sono alimentate dall’energia fotovoltaica. Anche l’illuminazione del parco è in parte fornita in forma fotovoltaica.
SCELTE MATERICHE
Nella scelta dei materiali si tiene conto delle strutture esistenti e del carattere industriale. Sono stati impiegati, dunque, materiali semplici e sobri, come il calcestruzzo, ghiaia oppure acciaio. La realizzazione di ponti, passerelle e scale si sono ispirate all’architettura industriale. La conservazione ed il riutilizzo di materiali preesistenti offre la possibilità di effettuare una progettazione più “cauta” puntando al risparmio di costi e di sprechi edilizi.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - Parco Dora Spina 3
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PORTA NUOVA
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3.1E MILANO PORTA NUOVA
INTRODUZIONE
Porta Nuova è un vasto progetto di riqualificazione urbana che interessa un'area, di circa 29 ettari circa, a nord del centro di Milano e che consente di riallacciare il tessuto urbano di tre quartieri separati da oltre quarant’anni: Garibaldi-Repubblica, Varesine e Isola. Sorge su’area dismessa, vuoto storico, generato dai cambiamenti degli assetti ferroviari locali e nazionali. Risulta essere un ambizioso processo di ricucitura naturale, sociale ed urbana che ha visto la partecipazione di un team di professionisti internazionali.
Il tema del progetto si inserisce in un contesto urbano molto più ampio, quello denominato “Raggi Verdi di Milano” Verdi di Milano” che si basa sull’idea che la densificazione può essere lo strumento per raggiungere la sostenibilità e migliorare la qualità della vita urbana: otto raggi verdi forniscono la permeabilità necessaria per l’attivazione dello spazio pubblico e per collagare tutti gli altri vuoti urbani che risulterebbero, altrimenti, isolati e dimenticato dalla città. L’intervento, dunque, è definito da una forte permeabilità degli spazi urbani e l’intera riqualificazione dell’area di Porta Nuova è vista come una “naturale evoluzione” “naturale dei quartieri esistenti, ognuno con la propria storia ed identità, da essere salvaguardata e rafforzata attraverso la definizione di spazi pubblici di alta qualità urbana ed architettonica.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - Milano Porta Nuova 87
Tra i principi fondamentali alla base del masterplan si evidenziano i criteri di connessione, di pedonalità, di eccellenza architettonica e di nuova centralità che il progetto ha posto e ha voluto perseguire sin dalle iniziali fasi di definizione. L’identificazione di soluzioni progettuali in grado di ricostruire connessioni dirette tra i quartieri limitrofi e circostanti al sito, ha proposto la “mobilità dolce” “mobilità dolce” come elemento centrale della qualità urbana, come tema cardine per assicurare il rispetto della scala umana e la vivibilità degli spazi aperti.
Due città sovrapposte, ma ugualmente ricche: la città dell’abitare, del parco, degli uffici, delle sedi istituzionali sopra. Sotto, altrettanto vitale e ricca, la città di passaggio, di una fruizione occasionale, di viaggiatori, di pendolari, di tutti coloro che usufruiscono dei numerosi terminal dei trasporti pubblici. L’obiettivo è di produrre non solo una zona di passaggio, ma un “punto “punto centrale” centrale”, un luogo d’incontro e di socializzazione che contiene tre concetti basi della sostenibilità: quella urbana, quella infrastrutturale e quella ambientale.
Il progetto include un sistema pedonale continuo di 170.000 mq, caratterizzato da aree verdi, piazze, ponti e un parco di circa 90.000 mq che garantisce un collegamento sicuro e facile tra i diversi quartieri. Porta Nuova è costituita prevalentemente da uffici e residenze, oltre che da diversi spazi espositivi e culturali e nuovi spazi commerciali.
1961 Dismissione stazione Porta Nuova 1973 Dismissione scalo merci Varesine 1999 - Inizio processo di pianificazione
2000 - Definizione masterplan urbanistico della zona Garibaldi
2004 - Inizio progettazione zona Garibaldi 2006 - Inizio progettazione zona Varesine
2007 - Tre masterplan uniti in un unico progetto “Porta Nuova”
2012 - Inizio progettazione zona centrale Gae Aulenti
2013 - Termine lavori Garibaldi-Repubblica 2014 - Termine lavori Varesine-Isola
2018 - Inaugurazione Biblioteca degli Alberi 2025 - Data stimata per il completamento dei lavori (ancora molto flessibile nel tempo)
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - Milano Porta Nuova 88
STRATEGIC VISIONS
CONTINUITA’ ED INTEGRAZIONE
Il progetto promuove la costruzione e la definizione di un sistema della spazio aperto in continuità con gli ambiti urbani circostanti, favorendo la ricomposizione delle connessioni pedonali e ciclabili, e contribuendo a mettere in relazione la città storica con i nuovi ambiti di trasformazione urbana.
SPAZIOSITA’ PUBBLLICA
Uno degli obiettivi è quello di ridare un nuovo significato al concetto di spazio pubblico modificando la percezione dei luoghi, puntando nuovamente sulla “mobilità dolce” “mobilità e aprendo un nuovo ambito urbano dimenticato dai cittadini milanesi per renderlo fruibile e che accolga e ricrei socialità, cultura ed innovazione.
PERMEABILITA‘ URBANA PERMEABILITA‘ URBANA
Si vuole definire una forte permeabilità degli spazi urbani, con la pianificazione e la creazione di un sistema accessibile e fortemente permeabile, basato sulla continuità delle corte vecchie e dei giardini e di connessione al nuovo parco della Biblioteca degli Alberi.
RUSTICITA’ E STORIA
Mineralità estesa e naturalità diffusa, all‘interno del progetto, ripropongono quel carattere rustico milanese tipico degli spazi urbani del centro cittadino, promuovendo così una continuità qualitativa degli spazi pedonali attraverso accurate scelte progettuali.
ATTRATTIVITA’
Il sistema degli spazi aperti contiene in sè una molteplicità di qualità spaziali, definendosi come un connettore ma allo stesso tempo attrattore: dalle piccole oasi di natura urbana di Isola e del quartiere delle Varesine, ai grandi spazi pubblici di piazza Gae Aulenti e del parco della Biblioteca degli Alberi. Ogni ambito risulta essere pensato per rispondere alla collettività, ai loro bisogni, reinterpretandoli attrraverso nuove forme e visioni urbane.
DIMENSIONE MULTIFUNZIONALE
Il sito è destinato ad essere occupato da oltre venti edifici tra grattacieli, uffici, centri culturali e ville urbane. Quasi la totalità degli edifici si caratterizza per la grande altezza. Tra questi, gli edifici più rilevanti sono: il “Bosco Verticale” “Bosco Verticale” nel quartiere Isola, “Torre Diamante” “Torre Diamante” nel quartiere Varesine e la “Torre Unicredit” progettata da Caesar Pelli nel quartiere Garibaldi.
BIOEDILIZIA E SOSTENIBILTA’
Tecnologia e ambiente convivono in modo “virtuoso”, grazie a un progetto studiato in base alle più avanzate tecnologie eco-sostenibili. Sfruttamento di fonti rinnovabili, utilizzo di pannelli fotovoltaici, isolamento termico, scelta di materiali edili biodegradabili e non inquinanti, raccolta d’acqua piovana per l’irrigazione delle aree pubbliche. Tali soluzioni hanno permesso ai progetti dell’area Porta Nuova di ottenere una prestigiosa pre-certificazione di sostenibilità internazionale (LEED).
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - Milano Porta Nuova
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NORDHAVN
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3.1F NORDHAVN
INTRODUZIONE
Nordhavn è una penisola situata sulla costa nord-est di Copenhagen, a soli 4 km dal centro città. Il contesto, prevalentemente adibito al trasporto navale e all’industria, presenta al suo interno molte aree dismesse, in stato di abbandono e sottoutilizzate. Il progetto di rigenerazione urbana, promosso da CHP City e Port Development, è centrato sulla riconversione dell’intera area portuale di Nordhavn in un “distretto residenziale sostenibile” sostenibile”, rispettando alcune linee guida: il divieto di costruire edifici di frandi dimensioni, utilizzare una progettazione di spazi urbani e aree ricreative di elevata qualità paesaggistica e la realizzazione di un sistema di trasporto pubblico efficiente.
Il progetto risulta essere molto interessante soprattutto per l’aspetto “olistico” “olistico” nel quali sistemi di produzione, di consumo e di mobilità vengono considerati nella loro globalità. Il programma di rigenerazione prevede, inoltre, uno sviluppo urbanistico misto per circa 400.000 abitanti (in risposta al consistente aumento demografico futuro) su una superficie complessiva di circa 400 ettari.
Il distretto è suddiviso in undici “isole-quartieri” “isole quartieri” mediante numerose opere di canalizzazione. Ogni isola è stata pensata e progettata per essere autosufficiente e fornire ai residenti un “mix” “mix” di funzioni distribuite in modo capillare in prossimita
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - Nordhavn 95
mità delle residenze, così da poter limitare al massimo gli spostamenti degli abitanti. La “vision globale” “vision di Nordhavn è quella di una “città modello” “città modello” per lo sviluppo sostenibile futuro; ciò non significa che deve occuparsi solamente della responsabilità ambientale ma anche della creazione di “diversità sociale” e di “valori comunitari” “valori comunitari”, ripensando nuovi modi di vivere che possono essere legati alle energie sostenibili, all’ambiente, alle soluzione per la diminuzione del traffico veicolare ed al paesaggio urbano.
Il quartiere, totalmente ad emissioni zero di CO2, è caratterizzato da fonti di energia pulita e rinnovabile (eolica e solare) e dall’utilizzo ottimale delle risorse, puntando a diventare una “eco-metropoli” “ eco metropoli” a livello globale e leader dello sviluppo urbano sostenibile.
Una rete di aree verdi, spazi pubblici e canali, connessi al tessuto urbano, contribuiscono ad arricchire la qualità ambientale e paesaggistica. Il progetto si caratterizza, anche, per lo stretto rapporto, fondamentale, con l’acqua che diventa parte integrante della pianificazione per lo sviluppo urbano dell’intera area.
Per raggiungere la visione di una città sostenibile del futuro, è stata formulata una strategia chiara per lo sviluppo di Nordhavn, creando coesione tra le varie sfide presenti e coerenza nella pianificazione urbana, per garantire una struttura robusta ma flessibile per lo sviluppo.
2007 - Azioni di sviluppo urbano
2008 - Avvio concorso internazionale di idee
2009 - Vincitorori del concorso: COBE, SLETH e Ramboll
2011 - Definizione del masterplan e delle startegie urbane
2012 - Inizio realizzazione del progetto urbano
2016 - Completato il Park ’n’ Play, JAJA Architects
2017 - Completato The Silo, COBE
2018 - Completata la Copenhagen International School Nordhavn
2050 - Previsione completamento dei lavori
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - Nordhavn 96
STRATEGIC VISIONS
CITTA’ BLU E VERDE
Lo scopo è quello di costruire un “ciclo verde” “ciclo verde” come elemento unificante e creatore dell‘identità dell’intera area urbana. Panificare, dunque, un “circuito” “circuito” che collega i vari quartieri con il resto della città., il quale al suo interno contiene i principali sistemi di trasporto pubblico e ciclo-pedonali. Alle intersezioni di tali percorsi vi sono localizzate le strutture educative, sportive, commerciali e culturali, con lo scopo di creare spazi urbani “dinamici e vivavi” “dinamici e vivavi” con un “mix” “mix” di funzioni diversificate. Anche l‘impiego di canali e bacini crea esperienze paesaggistiche diversificate come spiagge o grandi aree panoramiche. La struttura blu/verde, dunque, offre una serie di esperienze urbane e paesaggistiche diversificate, disegnandone l’intero sistema naturale.
CITTA’ SULL’ACQUA
Il concetto strutturale è quello di “tagliare” lo spazio portuale con bacini e canali, così da dividere l’area in piccole “isole-quartieri” “isole quartieri” che agiscono come “unità” “unità” e garantiscono la vicinanza all’acqua su tutti i lati. Ciascuno degli isolotti presenta qualità specifiche ed esperienze spaziali diversificate che mediante le diverse larghezze dei canali, favoriscono buone condizioni per le attività sportive marittime o aree più “intime” per la socializzazione.
IDENTITA’ E STORIA IDENTITA’ E
L’area portuale presenta tracce distintive della cultura danese che rappresentano un punto di
partenza per l‘intera riconversione da zona industriale a distretto urbano. La strategia rispetta la natura locale del luogo, reinterpretandola e sottolineandone le qialità urbane ed architettoniche rendendole parte attiva del nuovo distretto. Da qui la necessità di preservarli con lo scopo di renderli dei “landmark” “landmark” caratterizzanti le diverse aree.
MOBILITA’ SOSTENIBILE
Definita la “città dei cinque minuti” “città dei cinque minuti”, l‘intera area si basa sul concetto di pianificare un sistema di mobilità sostenibile. Questo è il motivo per cui brevi distanze, da abitazioni e luoghi di lavoro a trasporti pubblici, piste ciclabili, aree verdi e strutture commerciali, sono caratteristiche fondamentali per l’intero sito. Stimolare e promuovere il camminare, il ciclismo e l’utilizzo dei trasporti pubblici a scapito delle auto privare, ha lo scopo di creare una “struttura urbana “struttura urbana dinamica, vibrante e diversificata” vibrante e diversificata”
ECO-SOSTENIBILITA‘ ENERGETICA ECO SOSTENIBILITA‘
La strategia adottata consiste nell’implementare soluzioni energetiche sostenibili per edifici ed infrastrutture che limitino il consumo di risorse, la produzione di rifiuti e al tempo tempo in grado di adattarsi alle esigenze dei cambiamenti futuri. L’attenzione viene focalizzata anche sulle fonti energetiche rinnovabili locali, quali turbine eoliche o celle solari, che garantiscono bassi consumi, senza andare a compromettere la qualità estetica architettonica e la funzionalità urbana.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - Nordhavn
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MIL ANO-SESTO
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3.1G MILANO-SESTO
INTRODUZIONE
L’area Ex Falck, situata tra Milano e Sesto San Giovanni, ha rappresentato la “capitale” “capitale” della prima industrializzazione e del “boom” economico che ha permesso all’Italia di risollevarsi economicamente alla fine della seconda guerra mondiale. Le acciaierie e le ferrerie, sono tutt’oggi, il simbolo del grande sviluppo tecnologico, industriale e sociale della città. Tale memoria, dunque, deve essere preservata e nuovamente rivalorizzata. È un progetto che si estende su’area di circa 145 ettari e che ha lo scopo di far nascere una nuova città progettata secondo i più elevati standard di risparmio energetico e “immersa” “immersa” in un oasi verde di circa 65 ettari. Si tratta di una delle più vaste e profonde operazioni di riqualificazione e di rigenerazione urbana di tutta Europa. Gli edifici storici, inoltre, candidati dall’UNESCO a patrimonio dell’umanità, saranno recuperati e ristrutturati, integrandosi perfettamente nel tessuto della nuova città ed ospitando attività e servizi di interesse collettivo.
ll progetto è concepito come uno schema urbano aperto articolato in Unità di Coordinamento Progettuale, che a loro volta si articolano tra di loro a costituire dei nuovi quartieri legati tra di loro da una struttura viaria che a volte riprende assi già esistenti mentre altre volte segue un nuovo disegno di completamento o di nuova impostazione.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - Milano Sesto 103
Uno dei principali obiettivi che si pone il progetto è quello di riconnettere tutte quelle aree della città fino a oggi separate dalla ferrovia e dalle ex aree industriali Falck e Marelli.Due sono gli assi fondamentali della nuova struttura urbana su cui si concentrano le attività:
• Asse Nord-Sud: • Nord Sud: si configura come la "spina dorsale" dell'intero progetto, sulla quale si innestano tutte le aree d'intervento. Un asse alberato, una "Rambla" "Rambla" della lunghezza di 2 km, con forte presenza pedonale, trasporto pubblico e traffico privato moderato. Prevalentemente residenziale e commerciale.
• Asse Est-Ovest: Est Ovest: unisce trasversalmente, le tre parti di città oggi separate dalla ferrovia e dalle ex aree industriali. E' prevalentemente destinato a funzioni pubbliche di eccellenza e terziario direzionale (università, laboratori di ricerca, ecc.).
Spazi verdi ed “armonia” tra gli edifici sono i capisaldi del masterplan. Il parco e le areee verdi, dumque, diventano gli elementi che tengono insieme le varie aree urbane caratterizzate dalla presenza di un “mix” “mix” di differenti tipologie di edifici (pubblico, privato) e di destinazioni d’uso (residenziale, commerciale, produttivo, ricreativo). Nella realizzazione del masterplan, inoltre, è stato fondamentale il processo di comprensione del territorio in cui si inserisce e delle necessità delle persone che vi ci abitano.
2009 - PGT definisce le norme del recupero dell’area Falck
2011 - Aprrovazione del PII Falck
2012 - Accordo di realizzazione Città della Salute e della Ricerca
2013 - Variazione PGT per accogliere la Città della Salute e della Ricerca 2016 - Aprrovazione PII variato
2017 - Inizio opere di bonifica e di cantiere
2018 - Approvati cinque progetti defintiivi
2019 - Inizio lavori per stazione, parco, scuola e area scientifica
2021 - Data prevista per la realizzazione delle prime due fasi
2030 - Data stiamata completamento dell’area Milano-Sesto
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - Milano Sesto
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STRATEGIC VISIONS
RECUPERARE
Parte della strategia iniziale è basata sul concetto del recupero dei “grandi vuoti urbani” “grandi vuoti urbani” dovuti alla destrutturazione delle grandi industrie presenti nel sito. L’idea è quella della città che, smettendo di espandersi verso l‘esterno consumando risorse e suolo, recupera nuovi spazi urbani e nuove centralità.
RICONNETTERE
Le proposte progettuali di realizzare una nuova stazione ferroviaria “a ponte” “ a e un nuovo sottopasso viario, seguono la necessità di ricollegare, in maniera più agevolata e natuale, le due città: la Sesto storica e consolidata e quella nuova che verrà. È prevista, inoltre, una vera e propria rete di trasporto pubblico ad alta frequenza, con mezzi di nuova concezione, agili ed ecologici, che serviranno l'intera area.
RIQUALIFICARE
Il nuovo parco urbano, la costante presenza di aree verdi e di alberature, la riqualificazione degli arredi urbani e degli assetti viari, rappresentano i materiali progettuali utilizzati per rendere chiara e percepibile tale azione. In senso più generale appartiene a questo tema anche la proposta di ripensare gli edifici storici tutelati come memoria delle fabbriche, non solo come monumenti archeologici ma, rivalorizzati, come contenitori nuovi, attivi e predisposti per le esigenze della comunità: scuole, biblioteche, spazi per l’arte, la musica, lo sport e la ricerca.
FUNZIONI D’ECCELLENZA
Grazie a funzioni pubbliche di eccellenza, l'ex area Falck si trasformerà in una futura “Fabbrica “Fabbrica delle Idee” (Città della Salute e della Ricerca), preservando in un certo senso le caratteristiche innovative e tecnologiche che, dagli inizi del secolo scorso, caratterizzano Sesto. Un “hub” composto da università, laboratori di ricerca ed imprese commerciali con lo scopo di risollevare l’economia dell’area e creare un nuovo punto di centralità anche per le comunità limitrofe.
ECO-ARCHITETTURE VERTICALI ECO ARCHITETTURE
La tipologie che dominano sono quelle delle "case alte" e dell’edificio a corte. nel primo caso si tratta di edifici di 12 metri circa di altezza, al di sopra del “tappeto vegetale” “tappeto vegetale”, tesi verso l'alto alla ricerca della luce, dell'aria e di una vista che domina il parco e l'arco alpino verso Nord. Sulla sommità delle case alte trovano posto i giardini pensili. Gli edifici a corte, di otto piani fuori terra come altezza massima, sono in prevalenza aperti verso il parco e si ispirano al medesimo concetto di "trasparenza" e di "luminosità" previsto per le case alte.
ENERGIE RINNOVABILI E LOCALI
Il progetto è caratterizzato da una visione strategica tesa ad una possibile autonomia energetica, attraverso l'utilizzo di sistemi che coniugano bassa dispersione e alto rendimento energetico.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Casi studio - Milano Sesto
109
CONCLUSIONI
PARTE IV
4.1 CONCLUSIONI 4.2 FONTI
4.1 CONCLUSIONI
È stato ampiamento riconosciuto che il modello di sviluppo globale attuale è caratterizzato da un inaccettabile grado di insostenibilità. La crescente urbanizzazione, abbinata alle questioni del cambiamento climatico, della penuria d’acqua, del degrado ambientale, delle “ristrutturazioni” economiche e dell’ emarginazioni sociali che interessano, ormai, tutto il pianeta, impongono un esame approfondito sul futuro delle città, in particolare in un territorio fortemente antropizzato. Per preservare le risorse e la protezione dell’ambiente occorre, quindi, inserire ed esaminare il concetto di sviluppo sostenibile in una visione di pianificazione urbana basata su azioni di rigenerazione, intese non soltanto sul recupero del patrimonio esistente ma anche attraverso il recupero di porzioni di tessuto urbano che i nuovi processi produttivi hanno trasformato in aree dismesse o in stato di abbandono, generando vuoti urbani e creando situazioni di frammentazione e di degrado.
L’idea di sostenibilità nei modelli di pianificazione urbana analizzati ha comportato delle relazioni con gli interventi per il riassetto del tessuto urbano della città e con fattori ambientali, paesaggistici, della gestione ottimale delle risorse naturali, della promozione, della coesione sociale e della partecipazione attiva dei cittadini. L’aumento della qualità urbana rappresenta, dunque, un fattore centrale che nelle città, già densamente popolate, permette di allentare la pressione sul territorio periferico e
rurale: una densifiicazione di alto livello qualitativo accompagnata da una maggiore “mixitè” funzionale, più spazio pubblico, migliore accessibilità e ampi spazi verdi deve andare a pari passo con misure volte a contenere la dispersione della città ed il consumo di suolo. L’azione di rigenerazione urbana deve essere, quindi, di tipo intelligente, sostenibile ed inclusiva permettendo di trasformare una situazione problematica in un’occasione di sviluppo collettivo.
Oggi “l’attenzione ai temi dell’abitare ha ormai superato l’interesse soggettivo e si proietta decisamente sulla dimensione condivisa della città, luogo fisico e relazionale nel quale si sviluppano le nostre esigenze”. La bio-edilizia e gli spazi pubblici verdi rappresentano risorse indispensabili per il miglioramento della qualità dell’ambiente urbano. C’è da dire che data la complessità dell’intero processo di pianificazione molte volte risulta più “facile” intervenire su elementi a piccola scala tendendo conto però che ogni “sfida” che sia di carattere sociale, economico o ambientale, non può e non deve essere affrontata solo a livello di quartiere, ma anche in un più ampio contesto territoriale.
Attraverso l'analisi di alcuni casi studio significativi, a livello europeo ed italiano, è stato possibile identificare alcuni degli obiettivi obiettivi principali a cui il progetto di rigenerazione deve rispondere. Di conseguenza, di rilevare ed analizzare una serie di principi guida principi di intervento che
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Conclusioni 112
risultano essere determinanti per risolvere i “fattori critici” del processo di rigenerazione urbana. Tali “visions” possono essere “largamente” considerate strumenti utili ed indispensabili per il progettista a cui è richiesto, in misura maggiore, un ruolo di gestione di un processo che necessita differenti specializzazioni a più scale e ambiti disciplinari.
GLI OBIETTIVI
PARTE II PARTE III PARTE IV Conclusioni
RILANCIO ECONOMICO
RIGENERAZIONE SOCIALE
RICOSTRUIRE IL TESSUTO URBANO CREARE UN HUB INFRASTRUTTURALE
MASSIMIZZARE IL VERDE
MIX FUNZIONALE
SCALA UMANA
RAFFORZARE L'IDENTITÀ
CORRIDOIO ECOLOGICO
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NUOVA CENTRALITÀ
FOCUS SUI CASI STUDIO
HAFENCITY HAFENCITY, AMBURGOKING CROSS DISTRICT KING CROSS DISTRICT, LONDRA
RIGENERAZIONE SOCIALE
RILANCIO ECONOMICO
RICOSTRUIRE IL TESSUTO URBANO MIX FUNZIONALE
RAFFORZARE L'IDENTITÀ
MASSIMIZZARE IL VERDE RICOSTRUIRE IL TESSUTO URBANO CREARE UN HUB INFRASTRUTTURALE MIX FUNZIONALE
RAFFORZARE L'IDENTITÀ
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Conclusioni 114
SCALA UMANA
PARCO OLIMPICO 2012 2012, LONDRAPARCO DORA PARCO DORA, TORINO
RILANCIO ECONOMICO
RILANCIO ECONOMICO
RIGENERAZIONE SOCIALE MASSIMIZZARE IL VERDE CREARE UN HUB INFRASTRUTTURALE MIX FUNZIONALE CORRIDOIO ECOLOGICO
RIGENERAZIONE SOCIALE MASSIMIZZARE IL VERDE RAFFORZARE L'IDENTITÀ CORRIDOIO ECOLOGICO
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Conclusioni 115
PORTA NUOVA NUOVA, MILANONORDHAVN NORDHAVN, COPENHAGEN
RILANCIO ECONOMICO
RIGENERAZIONE SOCIALE
RIGENERAZIONE SOCIALE MASSIMIZZARE IL VERDE MIX FUNZIONALE
MASSIMIZZARE IL VERDE CREARE UN HUB INFRASTRUTTURALE MIX FUNZIONALE
NUOVA CENTRALITÀ
RAFFORZARE L'IDENTITÀ
CORRIDOIO ECOLOGICO
CORRIDOIO ECOLOGICO
SCALA UMANA
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Conclusioni 116
MILANO-SESTO MILANO SESTO, MILANO
RILANCIO ECONOMICO
RIGENERAZIONE SOCIALE
MASSIMIZZARE IL VERDE
CREARE UN HUB INFRASTRUTTURALE
MIX FUNZIONALE
CORRIDOIO ECOLOGICO
RAFFORZARE L'IDENTITÀ
PARTE II PARTE III PARTE IV Conclusioni 117
PRINCIPI GUIDA
Successivamente alla fase di analisi dei casi studio, oltre a cercare di sintetizzare alcuni dei principali obiettivi dei processi di rigenerazione urbana, si è tentato di stabilire quali potessero essere alcune delle linee guida fondamentali e delle azioni necessarie per una “buona pianificazione urbana” e per un approccio corretto, funzionale e sostenibile al progetto rigenerativo. Tale processo è la sintesi di una soluzione possibile, da declinare con un lavoro di ricerca e proposta che ci conduca ad un progetto per i prossimi vent’anni: ovvero la possibilità di compiere delle azioni progettuali all’interno del tessuto urbano, riqualificando e rigenerando le costruzioni e i vuoti, senza più consumare suolo, risparmiando energie e risorse, con strategie intelligenti e sostenibili sulla mobilità, sull’edilizia, sulla gestione degli spazi verdi; in un disegno a scala territoriale vasta declinato in realizzazioni puntuali: impresa difficile e molto complessa ma possibile che necessita di un lavoro profondo di ricerca, di sperimentazione e di partecipazione attiva tra lo stato o le aziende private e i cittadini o le comunità interessate.
01 Qualita urbanistica e architettonica urbanistica e architettonica
Tutelare e valorizzare la ricchezza del patrimonio storico, identitario e culturale con azioni di elevatà qualità anche nelle attività di recupero e di risanamento. È indispensabile avere un quadro ampio e completo delle relazioni che caratterizzano il sistema urbano e territoriale al fine di individuare, tutelare e valorizzare la sua
qualità, con proposte di intervento che mirano ad aumentare il capitale economico locale e quello ambientale, soprattutto quando si interviene in zone periferiche o in aree dismesse e in stato di abbandono.
AZIONI
• Riconoscimento del patrimonio culturale e identitario del contesto.
• Definizione di funzioni, criteri e standard per aumentare la qualità architettonica ed urbanistica dell’ambiento urbano.
• Promozione di un’economia della cultura, della ricerca e dello sport.
• Promozione di equità e omogeneità nella distribuzione della qualità urbana.
02 Adeguate infrastrutture verdi urbane infrastrutture verdi urbane Nei processi rigenerativi, la valorizzazione, il potenziamento e la pianificazione del sistema verde, dall’infrastruttura alla biodiversità, riveste un ruolo chiave necessario per l’incremento della qualità ambientale e in molti casi può diventare un’occasione per ricostruire un’immagine unitaria in contesti, magari, frammentati o privi di una forte identità.
AZIONI
• Potenziamento e pianificazione di sistemi verdi pubblici per aumentare l’attrattività sociale ed economica.
• Promozione e valorizzazione di corridoi ecologici in relazione al contesto urbano.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Conclusioni 118
03 Rendere sostenibile la mobilità urbana Rendere sostenibile la urbana Occorre puntare alla riduzione del numero delle auto private, limitandone la circolazione e aumentando un’offertà di mobilità collettiva e sostenibile: da quella ciclo-pedonale al trasporto pubblico locale. Risulta essere un fattore essenziale per la riduzione di consumi energetici e delle risorse, l’accessibilità ai servizi e la riduzione deil’emissioni di CO₂. Inoltre la riduzione del traffico veicolare privato fa si che strade e piazze riacquistino quella pluralità di funzioni che le caratterizzava in passato.
AZIONI
• Limitazione della circolazione delle auto private e promozione della mobilità tramite mezzi pubblici.
• Incremento delle reti di percorsi ciclabili e pedonali tramite il potenziamento di quelli già esistenti e la pianificazione di nuovi.
04 Azioni rigenerative e tutela del suolo Azioni e tutela del suolo Vanno pianificate strategie integrate con le diverse politiche settoriali, in grado di affrontare la crescente domanda di trasformazioni in modo innovativo, intelligente e sostenibile. Occorre, quindi, una pianificazione volta a garantire sia un’elevata qualità ecologica ridando capacità attrattiva con il riutilizzo e l’uso efficiente delle risorse, che il miglioramento della qualità urbana con azioni mirate ad affrontare fenomeni di degrado, di declino funzionale e di ricomposizione marginale; il tutto cercando
di azzerare il consumo ulteriore di suolo.
AZIONI
• Densificazione dei tessuti urbanizzati e rigenerazione dei “vuoti” e dei “non-luoghi” urbani.
• Inserimento di mixitè funzionale e mix di attività e di usi.
• Riqualificazione degli spazi urbani e delle infrastrutture dismesse o in degrado, nella loro trasformazione fisica e d’uso.
05
Riqualificare, recuperare e mantenere il recuperare e mantenere il patrimonio esistente esistente
Il processo rigenerativo viene incrementato e migliorato anche attraverso delle azioni di riqualificazione, di recupero e di riuso del patrimonio edilizio esistente, sia pubblico che privato, con interventi integrati per l’efficienza energetica, per l’uso efficiente dell’acqua, e per il miglioramento di altre caratteristiche ecologiche, dalla qualità al confort abitativo.
AZIONI
• Riqualificazione e riuso del patrimonio edilizio esistente per rispondere ai nuovi bisogni sociali, ambientali e economici.
• Programmazione di interventi per aumentarne la durata e la qualità.
• Pianificazione e promozione diffusa delle azioni di recupero e di riuso.
PARTE I PARTE II PARTE III PARTE IV Conclusioni
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06 Ridurre le emissioni di gas serra Ridurre le emissioni di gas serra Vanno fissati degli obiettivi di riduzione delle emissioni e del consumo a lungo termine 2030-2050, coerenti con gli impegni sia nazionali che internazionali. Deve essere svolto, inoltre, un programma attivo di sensibilizzazione dei cittadini e delle amministrazioni sia pubbliche che private, necessario per accelerare i processi per abbattere i consumi energetici e aumentare la produzione e l’uso di fonti rinnovabili.
AZIONI
• Incremento e potenziamento delle zone verdi con sottrazione di CO2.
• Incremento del rapporto tra mobilità urbana sostenibile e motorizzazione veicolare privata.
07 Ridurre i consumi energetici Ridurre i consumi energetici Devono essere promosse riqualificazioni energetiche del patrimonio edilizio esistente con l’integrazione e l’utilizzo di tecnologie e materiali innovativi. Inoltre i nuovi edifici vanno pensati e progettati con standard flessibili nel tempo in grado di adattarsi ai cambiamenti ambientali e sociali con lo scopo di una maggiore salvaguardia ed efficienza.
AZIONI
• Miglioramento energetico e riduzione dei consumi degli edifici.
• Uso di soluzioni bioclimatiche innovative e sostenibili.
08 Produzione e utilizzo di fonti rinnovabili e di Va promosso e aumentato l’impiego di fonti rinnovabili con un utilizzo più esteso per la mobilità, per il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici e per l’utilizzo di carburanti e combustibili rinnovabili, adottando nuove tecnologie e rinnovando e migliorando quelle già presenti nelle aree urbane.
AZIONI
• Utilizzo delle tecnologie di produzione energetica da fonti rinnovabili di tipo solare, eolico, geotermico, idrico e ad idrogeno.
09 Promuovere una partecipazione attiva Promuovere una partecipazione attiva Un ruolo fondamentale è svolto dalla partecipazione attiva dei cittadini e dal coinvolgimento di importanti stakeholders. Il concetto della partecipazione si basa sull’idea che sia il cittadino o la comunità interessata a cercare un dialogo con le istituzioni, e viceversa, per la pianificazione e la progettazione di infrastrutture, spazi pubblici e verdi, consoni alle esigenze reali e quotidiane.
AZIONI
• Creare e promuvere sistemi informativi per la pianificazione del processo rigenerativo.
• Ipotizzare scenari di sviluppo futuri e condividere la loro definizione con i propri abitanti.
• La condivisione di scelte con la comunità locale deve intendersi come partecipazione continua e ricorrente.
PARTE II PARTE III PARTE IV Conclusioni 120
SOSTENIBILE
IDENTITARIA AVITTARTTA ELIBIVIV
LA CITT CITTÀ SOSTENIBILE
SI RIGENERA AL SUO AL INTERNO È OLISTICA E E ACCESSIBILE
PARTE II PARTE III PARTE IV Conclusioni 121
È PARTECIPATA È RESILIENTE
4.2 FONTI
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