Il diritto della persona di nascere da un atto di amore aspetti antropoligici ed etici (1)

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Protetta Copyright! www.filozofski-pogledi.op.rs IL DIRITTO DELLA PERSONADI NASCERE DA UN ATTO DI AMORE ASPETTI ANTROPOLOGICI ED ETICI DELL’INFERTILITÀ DI COPPIA Giorgio Giovanelli* - Anita Titomanlio**

La medicina di inizio vita è, oggi, sempre più caratterizzata dalla diagnosi di infertilità. Essa costituisce una tra le maggiori difficoltà che la coppia si trova a vivere. Gli studi rilevano che la sua incidenza è in aumento sia nei Paesi industrializzati – dove raggiunge il 15% - che nei Paesi in via di sviluppo, con un tasso che varia dal 9 al 30% 1 . Definire, oggi, l’infertilità è alquanto problematico per l’assenza, all’interno della comunità scientifica, di una definizione concordata e condivisa 2 ; nonostante questa difficoltà facciamo nostra la definizione maggiormente utilizzata che pone la diagnosi di infertilità nella coppia che non riesce a concepire dopo un tempo minimo di dodici mesi di rapporti sessuali non protetti 3 . L’infertilità costituisce, senza dubbio, una delle più grandi sofferenze di tutte quelle coppie che, desiderose di trasmettere la vita, si trovano nell’impossibilità di farlo. Tale quadro clinico esige, pertanto, una trattazione adeguata ed approfondita sia dal punto di vista medico che etico. In questa linea si inserisce l’obiettivo del presente scritto il quale intende, dopo aver analizzato il dato medico, offrire delle riflessioni circa la verità ed il senso del generare umano. Da qui vedremo, poi, tutto ciò che sarà possibile e doveroso compiere con l’intento di sollevare la coppia da una profonda sofferenza e tutto ciò che, invece, dovrà essere evitato nel rispetto della verità insita nella procreazione che, sempre, attinge dalla verità della stessa persona, compresa quella che si desidera chiamare all’esistenza.

*Ph.D. in Teologia Morale e Bioetica. Delegato Vescovile per il Centro di Bioetica di Fano, Italia. Già Officiale di Studio presso la Pontificia Academia Pro Vita, Città del Vaticano. Indirizzo per la corrispondenza: giorgio.giovanelli@gmail.com ; account Twitter: @DonGiovanelli **Giurista presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli. Specializzanda in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense. Indirizzo per il contatto: anitatito@live.it; account Twitter: @AnitaTitomanlio 1 Cfr. PETRAGLIA F., SEROUR G.I., CHAPRON C., The Changing Prevalence of Infertility in PONTIFICIA ACADEMIA PRO VITA, The management of Infertility today in Abstract Book, 24 febbraio 2012: 5. 2 Cfr. GURUNATH S., PANADIAN Z., ANDERSON RA., et al., Defining infertility – a systematic review of prevalence studies in Hum. Reprod. Update, 2011 Sept-Oct; 17 (5): 575-88. 3 Cfr. ZEGERS-HOCHSCHILD F., ADAMSON GD., DE MOUZON J. et al., International Committee for Monitoring Assisted Reproductive Technology (ICMART) and the World Health Organization (WHO) revised glossary of ART terminology, 2009 in Fertil. Steril. 2009; 92:1520-4.

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IL DATO MEDICO A) EZIOPATOGENESI E DIAGNOSI DI INFERTILITÀ

La crescente medicalizzazione dell’infertilità ha condotto, già da tempo 4 , alla considerazione di questa come malattia e alla sua equiparazione con la disabilità 5 . Questa opinione costituisce la sintesi dell’interrelazione, nell’infertilità, del dato medico e di quello sociale. Medicalmente parlando, infatti, l’infertilità, sia essa causata da traumi e altre condizioni cliniche, richiede interventi terapeutici da parte dei professionisti; siamo, secondo la letteratura citata, di fronte ad una patologia e ad una disabilità. D’altra parte, dal punto di vista sociale, l’infertilità determina una serie di conflittualità sia nella persona che nella coppia; basti pensare alle difficoltà che insorgono nella vita domestica, alle crisi di identità dovute al conflitto tra il senso ideale e reale del sé, all’oppressione sociale dovuta alla stigmatizzazione dell’infertilità che, non di rado, conduce a separazioni, divorzi e, anche, a condotte suicidarie 6 . Un panorama variegato che necessita di interventi sempre più specializzati per l’assistenza sociale e psicologica alle persone coinvolte 7 . L’infertilità è, dunque, una patologia le cui cause sono molteplici. Nell’ambito maschile 8 tra esse possiamo annoverare: a) patologie delle vie genitali quali il varicocele, tumore al testicolo, anticorpi antisperma, infezioni; b) difetti dello sviluppo e della struttura della ghiandola sessuale come il criptorchidismo, arresto della spermatogenesi, anomalie nella struttura dello sperma; c) cause ormonali come l’iperprolattinemia, l’ipogonadismo ipogonadotropo, iperplasia adrenale congenita; d) fattori ambientali come i prodotti inquinanti e le abitudini di vita quali il fumo di sigaretta 9 , l’obesità 10 ; e) infertilità da impotentia coeundi derivante da disfunzioni erettili. In ambito femminile tra le cause più comuni di infertilità abbiamo: a) polipi endometriali 11 ; b) invecchiamento ovarico 12 ; c) difetti nella ricettività endometriale13 ; d) sono presenti studi che vedrebbero associate l’infertilità con la trombofilia ereditaria 14 ; e) ovaio policistico 15 ; f) disfunzioni nell’ovulazione 16 ; g) fattori cervicali, tubarici e peritoneali. 4

Cfr. BECKER G, NACHTIGALL RD. Eager for medicalisation: the social production of infertility as a disease in Sociology of Health & Illness. 1992;14(4):456–71. Cfr. MALIN M., HEMMINKI E, RAIKKONEN O, SIHVO S, PERALA ML. What do women want? Women's experiences of infertility treatment in Soc Sci Med. 2001;53:123–33. Cfr. MIALL CE. The stigma of involuntary childlessness in Social Problems. 1986;33(4):268–282. Cfr. WOOUETT A, BOYLE M.. Editorial introduction: Reproduction, women's lives and subjectivities in Feminism & Psychology. 2000;10(3):307-11 5 Cfr. KHETARPAL A., SINGH S., Infertility: Why can’t we classify this as disability? in Austr. Med. Journ. 2012, 5 (6): 334-39. 6 Cfr. Idem. 7 Cfr. KAMEL RM. Mangement of the infertile couple: an evidence-based protocol in Reproductive Biol. and Endocrinol. 2010, 8:21. 8 Cfr. JUNGWIRTH A., DIEMER T., DOHLE G.R. et al. Guidelines on male infertility, European Association of Urology, 2012, reperibili al sito web http://www.uroweb.org/guidelines/online-guidelines. Cfr. MAKAROW M., HØJGAARD L., Male Reproductive Health in Science Policy Briefing, Sept. 2010. 9 Recenti studi condotti su pazienti affetti da varicocele attestano una peggior qualità di sperma nei pazienti fumatori rispetto a quelli non fumatori. Cfr. FARIELLO RM., PARIZ JR., SPAINE DM.et al. Effect of smoking on the functional aspects of sperm and seminal plasma protein profiles in patients with varicocele in Hum. Reprod., 2012 Aug 3. 10 Cfr. KOCEŁAK P., CHUDEK J., NAWORSKA B. et al., Psychological disturbances and quality of life in obese and infertile Women and Men in Int. J. Endocrinol., 2012 (2012), Art. ID 236217. 11 Cfr. ALANSARI LM., WARDLE P., Endometrial polyps and subfertility in Hum. Fertil. (Camb) 2012 Jul 11. 12 Cfr. YOUNIS JS. Ovarian aging and implications for fertility female health in Minerva Endocrinol 2012 Mar, 37 (1): 41-57. 13 Cfr. REVEL A., Defective endometrial receptivity in Fertil. Steril. 2012 May; 97 (5):1028-32. 14 Cfr. FATINI C., CONTI L., TURILLAZZI V. et al., Unexplained infertility: association with inherited thrombophilia in Thromb. Res. 2012 May; 129 (5): 185-8.

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A questi vanno aggiunti, sia in ambito maschile che femminile, i fattori immunologici 17 , i trattamenti chemioterapici, anche in giovani soggetti 18 , in diagnosi oncologica e l’incremento, nell’ambito analgesico, dell’uso dei derivati dell’oppio 19 . Oltre a tutte queste cause non vanno sottovalutate: la tendenza a ritardare la prima gravidanza che influisce sulla fertilità sotto un duplice punto di vista: i fattori infettivi ambientali hanno un tempo più lungo per esercitare la loro influenza e i fattori biologici relativi all’età diminuiscono la capacità di concepire; il crescente numero di gravidanze ectopiche che, in caso di chirurgia demolitiva, compromettono la possibilità di nuove gravidanze 20 . A queste va anche aggiunto il comportamento sessuale rilevato nella contemporaneità: l’età dei primi rapporti è diminuita così come è aumentata la contraccezione e il numero di partner sessuali. La conseguenza di ciò è l’aumento del contagio di malattie sessualmente trasmissibili con le infiammazioni pelviche che ne derivano 21 . Per giungere alla diagnosi di infertilità di coppia è necessario un iter 22 di raccolta dati, sia a livello anamnestico che clinico, per giungere, così, ad una evidenza clinica in vista di una scelta terapeutica appropriata. Il primo step è dato dalla compilazione, sia per l’uomo che per la donna, dell’anamnesi remota e prossima dove vengono raccolti i dati recenti e passati con particolare riguardo, nella donna, per le vicende ginecologiche, ostetriche, abitudini sessuali, utilizzo di contraccettivi, sistemi intrauterini. Nell’uomo l’anamnesi è volta a indagare circa precedenti esami spermatici e loro risultati; malattie quali il diabete, l’ipertensione, l’abitudine al fumo, consumo di caffeina; indagini circa la funzionalità erettile, problemi nell’eiaculazione, perdita di libido, utilizzo di contraccettivi temporanei o permanenti come la vasectomia; indagini circa la presenza di varicocele, idrocele, precedenti interventi per ernia inguinale. Successivamente la coppia viene sottoposta agli esami clinici generali e genitali. Dall’esame dei segni vitali, peso corporeo, pressione e pigmentazione del derma, valutazione della tiroide agli esami addominali con valutazione degli organi interni. La donna viene poi sottoposta all’esame genitale per la verifica del clitoride, dell’imene, della vagina a cui segue l’esame della mobilità e morfologia dell’utero, della presenza di eventuali masse negli annessi, noduli nel cul de sac e di endometriosi. Viene esaminato anche il seno per escludere la presenza di patologie occulte. L’uomo viene sottoposto alla valutazione dei parametri vitali, con particolare attenzione alla pressione arteriosa, al peso e alla tiroide. Si verifica la presenza o meno della ginecomastia per poi effettuare una valutazione a livello genitale circa la taglia del pene, del prepuzio, del meato urinario 15

Cfr. McFARLAND C., Treating polycystic ovary syndrome and infertility in Am.J. Matern. Child Nurs. 2012 MarApr; 37 (2):116-21. 16 THE PRACTICE COMMITTEE OF THE AMERICAN SOCIETY FOR REPRODUCTIVE MEDICINE, Optimal Evaluation of the Infertile Female in Fertility and Sterility, Vol. 82, S. 1, September, 2004, p. S169. 17 Cfr. KOCKU A., YAVUS E., CELIK H. et al., A panoramic view to relationships between reproductive failure and immunological factors in Arch. Gynecol. Obstet. 2012 Jul 28. 18 Cfr. FISH JD. Fertility preservation for adolescent women with cancer in Adolesc. Med. State Art. Rev. 2012 Apr 23 19 Cfr. SMITH HS., ELLIOTT JA., Opioid-Induced Androgen Deficiency in Pain Physician. 2012 Jul; 15 (3 Suppl): ES 145-56. 20 Cfr. GIOVANELLI G., La gravidanza ectopica nella tradizione e nel dibattito bioetico contemporaneo, Fano, 2006. Cfr. GIOVANELLI G., Gravidanza tubarica. Un contributo al dibattito attuale in Medicina e Morale 2008 (5): 101348. 21 Cfr. ARAMINI M., La procreazione assistita. Scoprire il senso di un nuovo modo di nascere, Edizioni Paoline, Torino, 1999:42-4. 22 Cfr. . KAMEL RM. Mangement of the infertile couple: an evidence-based protocol in Reproductive Biol. and Endocrinol. 2010, 8:21.

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e del volume del testicolo; si effettua la palpazione dell’epididimo e dei dotti deferenti per escludere la presenza di varicocele ed idrocele; si esamina la zona perineale nonché la prostata attraverso esplorazione rettale. Raccolti questi dati si effettuano, nella donna, gli esami ematici e la titolazione dell’LH e del FSH; si effettua l’ecografia trans-vaginale e, se necessaria, l’isterosalpingografia con o senza mezzo di contrasto. Si verificherà la prolattina, il testosterone, l’SHBG, il DHEA e DHEAS se si sospetta la sindrome dell’ovaio policistico. In caso di polipi o di masse anomale in cavità uterina si procederà con l’isteroscopia. L’uomo viene, invece, sottoposto agli esami ematici e all’analisi del seme per la valutazione della motilità, vitalità, morfologia e quantità di spermatozoi nel liquido seminale. Si potrà inoltre procedere con il post-coital test, con la ricerca di anticorpi antispermatici, alla titolazione del FSH, LH, testosterone, TSH e prolattina. Si potrà procedere anche ad una biopsia del testicolo per verificare la presenza di una azoospermia da cause occlusive o meno.

B) PROPOSTE TERAPEUTICHE

Una volta diagnosticata l’infertilità la coppia si trova di fronte diverse opzioni terapeutiche le prime delle quali tentano di condurre la situazione in una condizione di normalità perché la coppia possa concepire senza ulteriori difficoltà. Nella donna con disfunzioni nell’ovulazione si procederà ad indurla. In caso di malformazioni dell’utero o delle tube si potrà procedere al trattamento chirurgico laparoscopico; nell’uomo, oltre ai consigli di un sano tenore di vita che può contribuire ad un miglioramento della qualità del seme, si possono somministrare – se previsto dal quadro clinico – acido folico, vitamina E, Zinco e Selenio che hanno capacità migliorative del seme. Gli studi, come affermano le linee Guida della Società Europea di Urologia 23 , non confermano un miglioramento in termini di qualità del seme a seguito di somministrazione di HMG/HCG, androgeni, clomifene e tamoxifene, inibitori della prolattina e steroidi. Comunque, alcune patologie endocrine, potranno essere trattate con la somministrazione di clomifene citrato o tamoxifene in caso di livelli bassi di testosterone; con HCG, HMG o FSH fino a che la spermatogenesi sia avvenuta, in caso di ipogonadismo ipogonadotropo. Nei pazienti con anticorpi antisperma non sono consigliate alte dosi di corticosteroidi a causa dei seri effetti collaterali che si possono verificare. Oltre al trattamento farmacologico si può ricorrere a quello chirurgico per la terapia del varicocele, per la ricanalizzazione in caso di vasectomia, in caso anche di cisti prostatiche. La diagnosi di infertilità prevede anche il ricorso alle metodiche di inseminazione artificiale omologa ed eterologa; di fecondazione artificiale omologa ed eterologa; di crioconservazione dei gameti, degli embrioni. Recenti studi alimentano speranze attingendo dall’ambito delle cellule staminali utilizzabili per la creazione dei gameti 24 . Non da ultima la proposta delle NaProTechnology.

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Cfr. JUNGWIRTH A., DIEMER T., DOHLE G.R. et al. Guidelines on male infertility, European Association of Urology, 2012, reperibili al sito web http://www.uroweb.org/guidelines/online-guidelines. 24 Cfr. FENG HL., HAN YB., HERSHLAG A. et al., New hope for infertility therapy: fabricating gametes from stem cells in Arch. Androl. 2006 Jul-Aug; 52 (4): 233-8. Cfr.HAYASHI Y., SAITOU M., YAMANAKA S., Germline development from human pluripotent stem cells toward disease modeling infertility in Fertil. Steril. 2012 Jun; 97 (6): 1250-9.

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Guardando più da vicino le varie metodiche 25 che la moderna medicina mette a disposizione diciamo che, per quanto riguarda l’inseminazione artificiale, dobbiamo distinguere quella omologa (IAO) da quelle eterologa (IAE). Nell’inseminazione artificiale omologa i gameti sono quelli della coppia mentre in quella eterologa subentra la figura di un terzo rispetto alla coppia: il donatore. Rinviando la discussione etica nella parte finale di questo articolo ricordiamo che, medicalmente parlando, l’inseminazione artificiale omologa è indicata in alcune forme di sterilità femminile (vaginismo, malformazioni e patologie infiammatorie della vagina o della cervice uterina o dell’utero), di sterilità maschile (impotentia coeundi di origine psicogena e organica, eiaculazione retrograda, ipospadia, oligoastenospermia) e di coppia (produzione da parte della donna di anticorpi contro il seme del marito). Esistono, ovviamente, anche delle controindicazioni all’inseminazione artificiale quali, ad esempio, l’impervietà tubarica, la presenza nella donna di endocrinopatie, età troppo avanzata della donna. Per quanto concerne la tecnica di realizzazione essa ha il suo inizio con il prelievo del seme maschile che può avvenire in diversi modi, non tutti moralmente equivalenti. Il prelievo può avvenire: a) in connessione con il rapporto sessuale in seguito a coitus interruptus e successiva immediata raccolta del seme in capsula sterile. Con il coito ‘condomato’ cioè con l’uso del preservativo. Con ‘condom’ perforato che permette al raccolta di parte del seme; b) dopo un rapporto coniugale: prelevando lo sperma dal fondo della vagina; raccolta dello sperma residuo nell’uretra maschile; nel caso di eiaculazione retrograda, con la raccolta del seme all’interno della vescica insieme alle urine trattate preventivamente con una ‘base’ antiacida, e successiva separazione; c) separatamente dal rapporto coniugale: mediante masturbazione; mediante prelievo dello sperma nell’uretra dopo polluzione involontaria; con elettroeiaculazione; mediante spremitura della prostata e vescichette seminali; con puntura dell’epididimo o del dotto deferente; mediante biopsia del testicolo. È da notare che la puntura dell’epididimo offre dei gameti che non hanno completato il loro ciclo di maturazione. Una volta prelevato, il seme viene trasferito nelle vie genitali femminili, nel momento del ciclo mestruale più prossimo all’ovulazione spontanea o indotta mediante somministrazione di ormoni quali hMG e successivamene hCG o con solo clomifene citrato. Lo sperma può essere deposto in diversi tratti delle vie genitali femminili a seconda dell’ostacolo che si vuole superare: nella vagina, a livello intracervicale per impervietà dell’ostio uterino (Inseminazione artificiale intrauterina – IUI) o tubarico (Inseminazione artificiale intratubarica - ITI) per gravi oligoastenospermie, a livello intraperitoneale (Inseminazione intraperitoneale diretta o DIPI) da dove gli spermatozoi risalgono a ritroso nella tuba, oppure in sedi multiple contemporaneamente. Il successo della IAO varia a seconda della tecnica utilizzata e delle indicazioni. I risultati migliori si ottengono in coppie con partner maschile normospermico.

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Cfr. ZSOLT P.N., VARGHESE A.C. AGARNAL A (edd.). Practical Manual of In Vitro Fertilization. Advanced Methods and Novel Devices, April 2012, Springer, N.Y. Per tale sezione mi avvalgo, inoltre, di SGRECCIA E., Manuale di Bioetica. Fondamenti ed Etica Biomedica. Vol. 1, Vita e Pensiero, Roma, 2007: 618-24. Su tale argomento esiste una sterminata letteratura che, anche se alquanto datata, rimane tuttora valida: Cfr. DIAMOND M., CHRISTIANSON C., DANIELL J.F., Pregnancy following use of the cervical cup for home artificial insemination utilizing homologous semen in Fertil. Ster., 1983 (4): 480 ss. Cfr. TRAINA V., MANCINI C., MINIELLO G., L’inseminazione artificiale. Timing e tecnica in Atti del XIII Congresso Nazionale della Società Italiana per lo Studio della Fertilità e la Steritilà (SIFES), Salsomaggiore Terme 1986. Cfr. BOMPIANI A., Problemi biologici e clinici dell’ingegneria genetica in CONCETTI G., Bambini in provetta, Roma, 1986: 63-73. Cfr. ISIDORI A., L’inseminazione artificiale omologa e eterologa nella sterilità maschile: aspetti medici e psicologici in Medicina e Morale, 1993 (1): 75-96. Cfr. HULL M.G.R., Efficacia dei trattamenti per l’infertilità: scelta e analisi comparativa in Giorn. It. Ost. Gin., 1995: 567-76.

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Per quanto riguarda le tecniche di fecondazione artificiale, che distinguo dall’inseminazione artificiale sia essa omologa che eterologa, Testart 26 , tra le altre, segnalava la FIVET 27 (fecondazione in vitro con embryo tranfert in utero), la GIFT (trasferimento intratubarico dei gameti), la LTOT (trasferimento ovocitario nella tuba prossimale), la TIUG (trasferimento intrauterino dei gameti), la ICSI (iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi), Una volta condotti gli accertamenti necessari 28 per la FIVET, la paziente viene sottoposta a trattamento farmacologico con clomifene citrato, hMG e hCG per indurre l’ovulazione ed ottenere, cosi, più ovociti 29 . La paziente viene successivamente ospedalizzata e quando l’esame ultrasonico evidenzia un diametro follicolare di circa 1,7 cm si procede con il prelievo degli ovociti per via laparoscopica. Il timing dell’ovulazione è quindi un momento molto importante per il prelievo dell’uovo maturo: laparoscopia, esami ultrasonici, esami ematici per il dosaggio ormonale, esami urinari, correlazione con il muco cervicale, il tutto deve essere minuziosamente eseguito. Punto il follicolo ed aspirati gli ovociti vengono posti in terreno di coltura. Nel frattempo, qualche ora prima della fertilizzazione, viene effettuata la raccolta del seme, solitamente tramite masturbazione30 , ovviamente in caso di FIV omologa. Prima di essere fecondato, l’uovo viene lasciato in terreno di coltura per 5 o 6 ore, dopodiché viene introdotto il seme in presenza dell’ovocita per far si che avvenga la fecondazione. Il transfer dell’embrione concepito in vitro avviene per via transcervicale e transuterina mediante catetere o tubi coassiali. Dopo un periodo di riposo di 24 ore la donna, dal 10º - 12º giorno, viene sottoposta ai controlli ematici di routine per controllare l’effettiva gravidanza. Tra le tecniche di fecondazione artificiale si trova anche la GIFT che è una tecnica di fecondazione artificiale intracorporea che comporta il trasferimento simultaneo, ma separato, dei gameti maschili e femminili all’interno della Tuba di Falloppio. Una volta ottenuti i gameti si effettua il loro trasferimento all’interno della tuba mediante un piccolo catetere dove le cellule uovo e gli spermatozoi sono separati da una bolla d’aria. In questo modo la fecondazione avviene quando, in tuba, i gameti sono lasciati liberi di venire a contatto tra loro. Tra le altre tecniche sono la LTOT e la TIUG. La prima è una tecnica che si basa sul trasferimento di ovociti nella tuba o nell’utero. Gli ovociti vengono prelevati per via laparoscopica, previa stimolazione, e poi trasferiti nella parte più alta dell’utero o nel terzo prossimale della tuba. Si invita poi la coppia ad avere un rapporto sessuale. Se avviene la fecondazione ne segue, poi, un normale impianto. La LTOT trova indicazioni nel caso di occlusioni tubariche bilaterali, aplasia tubarica bilaterale, endometriosi uterina, sterilità idiopatica. La TIUG consiste nel trasferimento contemporaneo, ma separato, della cellula uovo e degli spermatozoi nell’utero dopo 30 minuti di permanenza dei gameti in una provetta. Tra le micromanipolazioni gametiche segnalo l’ICSI che prevede l’iniezione dello spermatozoo nel citoplasma della cellula uovo. 26

Cfr. TESTART J., Le chaparnaum des fécondations artificielles in Le Monde, 3 gennaio 1990 citata in E. SGRECCIA, Manuale di Bioetica, cit.: 509. 27 Cfr. ZSOLT P.N., VARGHESE A.C. AGARNAL A (edd.). Practical Manual of In Vitro Fertilization. Advanced Methods and Novel Devices, April 2012, Springer, N.Y: 297-305. 28 Gli accertamenti che vengono effettuati sulla donna sono normalmente i seguenti: si verifica se è effettuabile la laparoscopia per la captazione degli ovociti; se occorre si pratica l’intervento di lisi per le aderenze (adesiolisi) per liberare le ovaie. Si esamina, poi, la curva della temperatura basale per tre cicli, per accertare la regolarità dell’ovulazione. Qualora si riscontrino anovularietà o iperprolattinemia si dovrà effettuare la terapia del caso prima di inserire la donna nel programma FIVET. Gli accertamenti sull’uomo riguardano il liquido seminale. Una volta effettuati gli accertamenti si inizia il trattemento. Notizie cliniche tratte da SGRECCIA E., Op. cit..: 530-31. 29 L’induzione dell’ovulazione, come vedremo nella parte etica, non è indifferente dal punto di vista morale. 30 Tale metodica ha delle implicazioni morali che vedremo nella parte etica.

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I recenti studi condotti sulle cellule staminali stanno alimentando delle speranze circa la possibilità di creazione di gameti da tali cellule, a tutt’oggi siamo però ancora in fase di ricerca sia dell’effettiva possibilità che, poi, delle eventuali metodiche da utilizzare 31 . Un ultimo cenno lo dobbiamo alle Natural Procreative Technology (NaProTechnology) 32 . Si tratta di un approccio integrato all’infertilità sulla base dello studio dell’integrità e della salute ginecologica della donna. Le NaProTechnology si basano su dettagliati studi di ciò che avviene nella donna 33 durante l’ovulazione ed in tutto il periodo mestruale 34 . I pazienti vengono informati circa la loro fertilità e viene loro insegnato a monitorarne i biomarcatori. La coppia giunge alle NPT per anormalità del sistema riproduttivo femminile. Le anomarlità spesso diagnosticate riguardano, ad esempio, la diminuzione dell’estrogenico muco cervicale, sanguinamento e spotting, corte o variabili fasi luteali, bassi livelli di ormoni estrogeni e di progesterone 35 . Il medico specializzato in NPT cercherà una proposta terapeutica volta alla correzione di queste anomalie per massimizzare la qualità delle condizioni fisiologiche per il concepimento in vivo. Tali trattamenti possono prevedere l’induzione dell’ovulazione; il miglioramento della produzione di muco cervicale; somministrazione di ormoni nella fase luteale. Le dosi dei farmaci vengono aggiustate sulla base della risposta dei biomarcatori e dei livelli sierici di estrogeni e progesterone. La coppia, consapevole dei biomarcatori e della condizione fisiologica femminile, programmerà rapporti coniugali così da innalzare al massimo la capacità di concepimento. In caso di endometriosi, ovaio policistico o in caso di estese aderenze pelviche le NPT si avvalgono di near adhesion free reconstructive pelvic surgery 36 . Recenti studi 37 attestano il successo della NPT nel trattamento dell’infertilità. Considerati i maggiori dettagli medici entriamo, ora, nella parte antropologica per giungere, infine, alla dimensione etica.

LA GENERAZIONE NELLA SACRA SCRITTURA

La questione della sterilità e della fecondità è una questione di primaria importanza nell’Oriente antico tanto che anche alla Sacra Scrittura non sfugge questo aspetto. In Essa troviamo tre grandi gruppi 38 che affrontano il tema di nostro studio: il primo gruppo è costituito dai racconti del libro della Genesi al primo capitolo e quelle riguardanti Sara, Lea e Rachele. Il secondo gruppo è composto dai testi dei Libri Profetici mentre il terzo gruppo lo si trova nei Libri Sapienziali.

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Cfr. FENG H.L., HAN Y., HERSHALG A., YAHNG H., New hope for infertility therapy: fabricating gametes from stem cells in Arch. Androl. 2006, 52 (4): 233-8. 32 Per un approfondimento delle NaProTechnology si veda: HILGERS T.W. (ed.), The Medical and Surgical practice of NaProTechnology, Omaha (NE), Pope Paul VI Institue Press, 2004. 33 Le NPT sono escluse per uomini affetti da azospermia. 34 Cfr. STANFORD J.B. PARNELL T.A., BOYLE C, Outcomes from treatment of infertility with Natural Procreative Technology in an Irish General Practice in JABFM, 2008, 21 (5): 375-84. 35 Cfr. Idem. 36 Cfr. HILGERS T.W., The new women’s health science of NaProTECHNOLOGY IN Arch. Of Perinatal Medicine 2011, 17 (4): 191-8. 37 Cfr. BOYLE P., STANDORD J., Naprotechnology – a multifactorial approach to the chronic problem of infertility in Sveikatos Mosklai, 2011, 21 (3): 61-8. Cfr. HILGERS T.W., The new women’s health science of NaProTECHNOLOGY IN Arch. Of Perinatal Medicine 2011, 17 (4): 191-8. 38 Per questa sezione mi avvalgo dello studio di Jean Baptiste EDART, La benedizione del padre: fecondità e sterilità nella Bibbia in NORIEGA J., DI PIETRO M.L., Op. cit.: 9-20. Cfr. TOSATO A., Il matrimonio israelitico: una teoria generale, Editrice Pontificio Istituto Biblico, Roma, 2001: 163-69.

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Il racconto delle origini contenuto nel libro della Genesi ci riporta alla benedizione originaria di Dio associata al concetto della fertilità: “Quindi Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela»” 39 . Tale benedizione iniziale vede come corrispettivo l’esultanza di Eva che, in Gen 4, 1, esclama la sua gioia per aver “acquistato un uomo (con) il Signore”. Da questi testi si evince che la questione della fecondità della carne prevede un’azione diretta del Creatore. Dio è l’agente principale e l’unione dell’uomo con la donna è solo contingente e strumentale; tale concetto emerge chiaramente dalla descrizione che la Genesi pone riguardo la nascita del terzo figlio Set: “Adamo conobbe ancora sua moglie ed ella partorì un figlio che chiamò Set, perché, ella disse: «Dio mi ha dato un altro figlio al posto di Abele, che Caino ha ucciso»” 40 . Interessante la notazione di Edart quando sottolinea che la figura di Adamo è posta in secondo piano in tali racconti; ciò è strano, in special modo nella Bibbia, dove si parla sempre dalla discendenza ‘del padre’. Edart vede in questo la sottolineatura e l’eco della promessa che Dio fece ad Eva e cioè che sarà la sua discendenza a schiacciare il capo del serpente 41 . Questo mettere il padre in secondo piano servirebbe, secondo l’autore citato, a sottolineare come la generazione è frutto dell’azione divina. Il libro della Genesi ha, in sé, diversi racconti di donne sterili che, poi, concepiscono e partoriscono. Ricordiamo la storia di Sara, sposa di Abramo e madre di Isacco. A ben vedere, sottolinea Edart 42 , la storia di Abramo è la storia della promessa di una discendenza e di una terra dove vivere. Si tratta di una storia che occupa i capp. 12-25 del libro della Genesi che ha a cuore la questione della promessa. Si tratta di una storia che va letta nel suo insieme, senza cadere nell’errore di evidenziare un tratto a discapito dell’altro. Apre, così, il capitolo 12 dove si enuncia il programma fondamentale: Dio promette una terra e una discendenza. Una storia che passa attraverso diverse vicissitudini ed incomprensioni e che vede il suo culmine nel sacrificio di Isacco. Questo evento ci permette di porre delle riflessioni sulla filiazione di Isacco. La narrazione inizia con l’affermazione: “Dio mise Abramo alla prova” 43 e questo riporta al lettore il fatto che Isacco non sarà ucciso. E’ Abramo che deve essere provato; Isacco ne è inconsapevole, tanto che domanda con insistenza lungo il cammino quale animale avrebbe costituito il sacrificio. Tutto questo racconto vuole sottolineare il valore della fede di Abramo che si vede dalle due risposte; la prima a Dio “Eccomi” 44 ; la secondo al figlio circa la provvidenza di Dio per l’agnello: “Figlio mio, Dio stesso provvederà l’agnello per l’olocausto” 45 . Dio mette alla prova la fede di Abramo. Infatti Dio ha dato ad Abramo un figlio, manifestazione concreta della Sua benedizione. La fede di Abramo nella promessa, sottolinea Edart, non è stata caratterizzata da un vero timore di Dio e da una totale apertura e obbedienza ai suoi comandamenti. 39

Gen 1, 28. Gen 4, 25. 41 Cfr. EDART J.B., Op. cit.: 12. 42 Cfr. Idem. 43 Gen 22, 1. 44 Idem. 45 Cfr. Gen 22, 8. 40

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La storia di Isacco vuole porre al centro la questione fondamentale: la fecondità è un dono divino, una benedizione di Dio. Dai testi della Genesi ricaviamo che, nella generazione di un figlio, oltre alla paternità carnale vi è una dimensione spirituale della fecondità. La promessa della discendenza viene rinnovata da Dio quando scorge un vero timore in Abramo. In realtà nella vicenda di Isacco si compie un sacrificio; il sacrificio, in Abramo, del suo modo ‘troppo umano’ di considerare la paternità. Per la sua obbedienza Abramo riconoscerà la vera origine del dono di un figlio. Solo la riconoscenza della fonte di questo dono concede al Patriarca di vantare su di esso un diritto pieno. Il valore della generazione si ritrova nella storia del grande Re Davide con la promessa di un discendente 46 . Dio promette a Davide un figlio associando a questa promessa anche quella della stabilità della sua casa. Tale speranza crollerà con l’esilio e la scomparsa della casa di Davide. Il libro del profeta Isaia tenta di capire, nella sua prima parte, perché questa speranza non si sia potuta realizzare ma non si limita solo a questo. Si assiste, infatti, al tentativo di trasformare lo stesso lettore nell’erede delle promesse narrate. Il figlio promesso diviene, così, il popolo aprendo verso la prospettiva di una salvezza universale. In questa prospettiva anche la dimensione della fecondità viene reintepretata: essa assume una nuova dimensione, quella spirituale 47 . Così, l’eunuco e lo straniero – escluso dal culto e dall’assemblea d’Israele, si vede promettere la possibilità della salvezza. Dio promette all’eunuco un nome eterno ma pone una condizione: l’osservanza dei comandamenti. Abbiamo qui una nuova formulazione del concetto di fecondità: quella carnale permetteva la continuazione del nome; da qui inizia la concettualizzazione di una fecondità spirituale che si manifesta con l’appartenenza ad un altro genere di vita: la vita eterna. I Libri Sapienziali, con la loro riflessione, portano a maturazione il concetto di fecondità spirituale. Il libro della Sapienza riprende la promessa fatta all’eunuco in Is 56 48 dandole una valenza più larga. In Sap 3, 14 riprende Is 56 e lo universalizza. Non si parla più dell’osservanza del sabato e anche l’eunuco può trovare posto nel tempio celeste. “Ciò che diviene decisivo non è la posterità carnale ma la partecipazione personale alla nuova assemblea di Dio” 49 . Avviene, così, una riabilitazione gloriosa dell’eunuco. L’eunuco che non fa il male o la donna sterile che rimane pura sono certi di portare un frutto e la loro fecondità è assicurata nell’eternità. Tornano anche qui la visione spirituale della fecondità di Abramo. In tutti questi casi è la fedeltà al Signore che permette una fecondità vera e duratura. In sintesi: come in tutte le culture antiche, per una serie di cause sociali ed economiche, anche in Israele il desiderio del figlio è un fatto centrale nella vita degli uomini. Al di là della situazione sociale dobbiamo però dire che la fede di Israele è particolarmente legata al figlio e alla discendenza. Nella Scrittura il figlio, oltre ad essere frutto dell’amore coniugale racchiude in sé la benedizione di Dio: è un dono Suo e il testo di Gen 1, 28 ce ne parla in modo evidente: qui il figlio è in un contesto di benedizione, è egli stesso espressione della benedizione di Dio. Questo dono rimane anche dopo il peccato originale come segno di un’alleanza che, da parte di Dio, non viene meno. La Scrittura ci fa vedere il figlio come benedizione di Dio ma dichiara anche che, prima dello stesso figlio è necessario il timore del Signore; non a caso il capitolo terzo del libro

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Cfr. 2 Sam 7, 13-15. Isaia 56, 1-7 illustra questo fatto. 48 Sap 3, 13-15: “Beata la sterile non contaminata, che non ha conosciuto unione nel peccato, perché avrà il frutto nella visita delle anime. Beato anche l’eunuco, che non ha operato misfatti con le mani e non ha rivolto pensieri malvagi contro il Signore; a lui infatti per la fedeltà sarà data una grazia speciale e una sorte graditissima nel tempio del Signore. Poiché glorioso è il frutto delle buone fatiche e imperitura la radice dell’intelligenza” 49 FELDMANN F., EHAT, XIV: 199. 47

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della Sapienza si rivolge alle sterili dichiarandole beate. Meglio essere sterili che non possedere il timore del Signore, fonte della vera sapienza. Strettamente connessa alla figura della benedizione si trova l’idea della promessa di Dio: il figlio appare una benedizione perché esprime e realizza la promessa del Signore. La promessa del figlio trova il suo compimento nella persona di Gesù; Egli è il Figlio che si dedica in modo pieno e totale alla costruzione del Regno di Dio; è un Figlio dedicato alla causa del Regno: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” (Lc 14, 26). Queste parole, di per sé scandalose, non vogliono suscitare odio per nessuno. Esse possono essere interpretate mediante questa parafrasi: “Chi vuol essere mio discepolo non può mettere tra sé e Me alcuna difesa; alcun bene da lui apprezzato non può essere messo al di sopra della fede nel mio Vangelo e quindi anche difeso nei confronti delle esigenze stesse del Vangelo” 50 . Nell’ottica del Vangelo anche il bene del figlio viene ricondotto alla prospettiva del bene assoluto del Regno di Dio. Nella radicalità della fede si apre all’uomo la possibilità di apprezzare gli altri doni di Dio. È a partire da questa dedizione che ogni figlio dovrà, poi, discernere come concretizzare la propria riconoscenza ai suoi genitori. Lo stesso atteggiamento è richiesto dagli scritti del Nuovo Testamento ai genitori nei riguardi dei propri figli.

IL SENSO DEL GENERARE UMANO

Può essere sorprendente definire la generazione un atto di fede in un’epoca che sottolinea continuamente il carattere di scelta privata della decisione di generare. In realtà per alcuni, forse per molti, la generazione è un atto di fede forse nel senso più superficiale, cioè un atto non del tutto sotto controllo; un atto che si fa con un misto di preoccupazione e di speranza. Il significato dell’atto di fede che si propone come definizione della generazione si situa ad un livello più profondo: è il fare un atto di fede nella vita. La generazione appare subito come un fatto creativo e si colloca non tanto fra le cose che la persona fa ma tra le cose che esprimono l’essere stesso della persona che agisce. Se in ogni azione dell’uomo c’è una mescolanza di senso e di scopo si può dire che nella generazione ci troviamo all’estremo in cui emerge in tutta la sua potenza l’appello a compiere un’azione per il suo significato e non per il suo scopo. Generare un figlio significa, proprio in quanto atto della libertà, fare un atto di fede. In questo atto di fiducia la vita stessa scopre la sua verità più profonda: “Il figlio costituisce una grazia, perché solleva l’uomo e la donna dal dubbio che la loro vita si consumi inutile. La vita, infatti, non si può trattenere come più volte s’è detto; a meno di trovare a chi dedicarla; essa è consumata nel tempo che passa. Ma a chi dedicarla? (…) Una risposta persuasiva a questa domanda la dà solo il figlio. Ogni altra possibile forma di dedizione porterà il riflesso di questa” 51 .

50 51

ANGELINI G., Il figlio. Una benedizione, un compito, Vita e Pensiero, Milano, 1991: 144. ANGELINI G., Op. Cit.:167.

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Senza la capacità di compiere questo atto di fiducia la vita stessa rischia di trovarsi priva di senso, di gusto: una chiusura pregiudiziale alla generazione comporterebbe infatti negare fiducia alla vita considerandola come qualcosa non degna di essere vissuta. Questo atto di fiducia comporta anche che si accetti il figlio senza nessuna condizione: solo così la procreazione realizza la fecondità dell’uomo: accoglienza che fa vivere l’altro così come egli è. Contro la riduzione della fecondità a un fatto biologico bisogna riaffermare che essa è innanzitutto coinvolgimento delle persone in atteggiamento di accoglienza; in particolare la fecondità della procreazione richiede il dono reciproco delle due libertà personali del padre e della madre: “Essi non si sono cercati fin dall’inizio, si sono invece prima di tutto trovati. Soltanto ricordando questo originario e sorprendente evento, essi possono e devono poi anche cercarsi, volersi, amarsi, in un senso che non è più psichico ma libero e spirituale” 52 . La generazione umana non è solamente un fatto biologico, ‘naturale’: dietro la generazione di un uomo si staglia un senso: il senso del dono. Afferma saggiamente Chiodi: “Generare è, anzitutto, un atto umano nel quale si istituisce una relazione: e in questa relazione c’è chi dà, chi riceve, e sempre c’è in gioco ciò che si dà. In questo caso, quel che si dà è l’altro a se stesso (corsivo mio), appunto perché gli si dona la vita. E non solo nel senso biologico: la generazione è una consegnare all’altro l’inizio della sua storia (…). Sullo sfondo del generare come relazione con quell’altro che è il figlio, si possono comprendere le tentazioni e le forme distorte di tale relazione: dalla pretesa di possedere l’altro senza riconoscerne la differenza da sé, alla tentazione di voler tutto controllare e programmare (…)” 53 . Molto bello, poi, il passo in cui Chiodi offre un’interpretazione alternativa, senza farne un elogio, della sterilità: “La generazione come relazione si rivela anche nell’assenza della generazione. C’è infatti un senso nascosto anche nel venir meno del generare: esso (…) si rivela paradossalmente nella sterilità. È infatti proprio quando l’altro manca che si scopre tutta l’importanza e la bellezza della sua presenza: come nella malattia si scopre la preziosità della salute, così è nella sterilità (…) che si scopre il figlio” 54 . La generazione porta in sé la dimensione del dono; generare significa ricevere un dono; anche il generato riceve un dono: il dono di se stesso. Anche i genitori si devono, necessariamente, porre in questa situazione perché, se è vero che desiderano un figlio, non basta però volerlo perché arrivi: un figlio richiede uno speciale atto della Grazia. In più, questa condizione di passività nella generazione ci riporta al fatto che ogni genitore è figlio e sul fatto che, prima di generare si è generati. Questa riflessione, sottolinea Chiodi 55 , consente di ‘chiudere il cerchio’ sull’esperienza della genitorialità perché ci riconduce alla nostra esperienza originaria. Così ci accorgiamo che la condizione filiale è la verità ontologica dell’uomo ed è proprio su questa condizione che si deve 52

ANGELINI G., Op. Cit.:171. Idem: 24-25. 54 Idem. 55 Idem. 53

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tornare per capire in pieno la genitorialità. Ogni uomo, per il fatto di essere figlio, è donato a se stesso. Ogni uomo è radicalmente dono. Il fatto che l’uomo è radicalmente dono ci dona di scoprire il segreto della sua felicità; il modo per raggiungere l’autentica e vera realizzazione di se stesso: si tratta proprio del dono di sé. Possiamo dire con certezza che il dono di sé è la radice della fecondità e della felicità dell’uomo. Il personalismo a cui si ispira la nostra impostazione bioetica ce lo ricorda costantemente: siamo nati per farci dono e nasciamo per il dono di sé che i nostri genitori si sono reciprocamente fatto. La persona porta nella sua struttura questa vocazione ineludibile; la chiamata ad uscire da se stessa per incontrare l’altro; solo così può raggiungere la sua felicità, la felicità che deriva dal vivere non perché si deve ma perché così è la vita umana. Tutto ciò si presenta, con particolare forza, nella paternità e maternità: in esse non può esservi altro che il desiderio di rispondere a questa vocazione 56 . Molto bello, a mio avviso, il passaggio in cui Zucchetti ricorda che il dono di sé per avere un senso pieno deve necessariamente riferirsi ad una differenza sessuale; è lo stesso Cardinale Angelo Scola a ricordarci che la “differenza sessuale dice che l’io è strutturalmente riferito ad un tu. Dice che la relazione non è qualcosa di estrinseco ed accidentale ma di intrinseco e costitutivo 57 . Il Cardinale di Milano, giustamente, ricorda che: “Differenza sessuale, amore e procreazione: tre fattori fra loro essenzialmente correlati, così che non è possibile, in senso oggettivo ed assoluto, sottrarne anche uno solo alla circumsessione dei tre senza alterarne l’essenza in maniera sostanziale. Che una coppia non possa avere figli significherà solo che la fecondità dell’amore, in cui la loro sessualità si esprime, dovrà trovare altre forme, ma non muterà l’oggettivo ordine del desiderio. Analogamente, che un uomo o una donna siano chiamati alla verginità consacrata, documenterà come la natura sponsale dell’amore verginale – che non passa attraverso l’atto coniugale e non crea nella procreazione la fecondità – è chiamata ad altra forma per realizzare la sessualità e dare frutto. 58 ”

La radice delle fecondità, dunque, è il dono di sé; Giussani affermava che la “Fecondità è il dono della propria vita ad un altro, perché si crei una nuova vita, perciò un nuovo destino” 59 . La fecondità richiede, così, una positività di partenza. Drammatico, invece, il caso in cui, dietro il desiderio di una coppia di vivere questa positività emerge, invece, l’impossibilità di realizzare questo grande desiderio. Affrontiamo, ora, questo aspetto entrando, così, nella parte etica, cuore del presente scritto. LA DIMENSIONE ETICA DELLA GENERAZIONE UMANA

La “procreazione non è un fatto meramente biologico dell’uomo”; esso è “un atto personale” ossia deve coinvolgere liberamente e responsabilmente la totalità delle singole persone; la procreazione è compito essenziale ed esclusivo dei coniugi che sono chiamati a parteciparvi con il 56

Cfr. ZUCCHETTI R., Paternità adottiva e paternità biologica in NORIEGA J., DI PIETRO M.L., Op. cit.: 43-58. Cfr. SCOLA A., Uomo-Donna. Il caso serio dell’amore, Marietti, Milano, 2002. 58 Idem: 96. 59 GIUSSANI L., «Tu» (o dell’amicizia), Rizzoli, Milano, 1997: 261. 57

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dono totale del loro essere personale: corpo, cuore e spirito. La componente biologica viene ad iscriversi nella totalità della componente personale. 60 La fecondazione è quindi voluta lecitamente quando è il termine di un atto coniugale di per sé idoneo alla generazione stessa; è invece privata della sua perfezione quando non è voluta come il frutto dell’atto coniugale. Moralità, dice Sgreccia, vuol dire unità e totalità 61 . L’unione sessuale dei coniugi non ha solamente valore fisico-genitale; essa significa anche, ed essenzialmente, una fusione psicologica e spirituale delle persone dei due coniugi: una fusione che è posta in essere dal dono che ognuno fa di sé all’altro. “La congiunzione sessuale coniugale esiste in una triplice dimensione fisica, psicologica e spirituale, non giustapposte ma unificate da un atto di libertà della persona che fa dono di sé all’altro. È questo il termine che congiunzione sessuale ha nell’etica” 62 .

Solo questo atto è degno di dare origine ad una vita umana: ogni altro atto è gravemente illecito; tra la persona e l’atto che le dà origine deve esserci un’adeguata corrispondenza. Quale atto la possiede? Solo un atto di amore perché è proprio questa la definizione dell’amore: volere l’altro per se stesso. 63 L’indiscussa importanza di tale dimensione ha condotto più volte l’autorevole Magistero della Chiesa a pronunciarsi sull’argomento. Storicamente parlando il primo intervento del Magistero cattolico è quello della Congregazione per la dottrina della Fede risalente al 24 marzo 1897 64 : nel Decreto, in modo preciso e alquanto breve, si afferma che non è lecita l’inseminazione artificiale. Si riteneva che la condanna a ciò fosse per due ordini di motivi: il modo di prelievo del seme (mediante masturbazione) e il venir meno dell’atto coniugale. Pio XII intervenne più volte in merito. Nell’Allocuzione rivolta ai partecipanti al IV Congresso Internazione dei medici cattolici del 29 Settembre 1949 65 precisò i diversi punti: • • • • •

la fecondazione artificiale nell’uomo deve essere valutata anche sotto l’aspetto giuridico e morale; la fecondazione artificiale fuori del matrimonio è, in ogni caso, immorale; anche nel matrimonio, la fecondazione artificiale è da condannare se l’atto compiuto dal medico si presenta come sostitutivo dell’atto coniugale; è illecita la masturbazione per il prelievo del seme; non sono illeciti gli atti artificiali che hanno il solo scopo di facilitare o di condurre a termine l’atto naturale compiuto normalmente.

Quest’ultimo punto lasciava aperta la possibilità di utilizzare alcune tecniche di sostegno dell’atto coniugale. Il Concilio Vaticano II è intervenuto in materia indicando che la verità del nascere dell’uomo si ricava dalla sua natura stessa per cui i comportamenti morali non si giudicano solo sulla base delle intenzioni sincere ma anche in base a criteri oggettivi 66 . Paolo VI ha esplicitato l’insegnamento sui criteri oggettivi relativi alla nascita dell’uomo, individuando come criterio fondamentale l’inscindibilità dei significati unitivo e procreativo dell’atto coniugale. Quindi non si 60

Cfr. E. SGRECCIA, Op. cit:514. Idem: 515. 62 D. TETTAMANZI, Il procreare umano e la fecondazione in vitro, in Medicina e Morale, 1986, 2: 357. 63 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Lettera alle Famiglie, Ed. Piemme, Casale Monferrato, 1994, n. 17. 64 Cfr. Risposta del S. Uffizio del 17 marzo 1897, in H. DENZINGER, Enchiridion Symbolorum. Definitionum et declarationum de rebus fidei et morum, a cura di P. HUNERMANN, Edizioni Dehoniane Bologna, Bologna, 1996, n. 3323. 65 Cfr. PIO XII, Discorso al IV Congresso internazionale dei medici cattolici del 29 settembre 1949, in H. DENZINGER, Op. cit., n. 3873 a. 66 Costituzione pastorale Gaudium et Spes, parte I: la Chiesa e la vocazione dell’uomo in Enchiridion Vaticanum, I: 791-3; Edizioni Dehoniane Bologna, Bologna, 1976. 61

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può realizzare lecitamente la dimensione procreativa separandola da quella unitiva 67 . Una precisazione importante a questo insegnamento ci proviene da San Giovanni Paolo II che, nella Familiaris Consortio, afferma che l’inscindibilità dell’atto coniugale non deriva da una struttura biologica ma dalla vocazione della persona a essere essa stessa dono 68 . Una tappa importante dell’insegnamento magisteriale è data dalla pubblicazione dell’Istruzione Donum Vitae del 22 febbraio 1987 da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede su “Il rispetto della vita nascente e la dignità della procreazione. Risposte ad alcune questioni di attualità” 69 . L’istruzione non pretende di raccogliere e presentare tutto l’insegnamento della Chiesa sulla particolare dignità della vita nascente e della procreazione ma intende offrire una risposta ai vari quesiti che sono stati posti su tali problemi alla Congregazione. La prima questione che si affronta, nell’Introduzione, è quella dell’autonomia della ricerca scientifica. Essa è chiaramente riconosciuta come espressione della signoria dell’uomo sul creato; altrettanto chiaramente si afferma che la sola scienza non può indicare il senso dell’esistenza e del progresso umano: esse hanno per l’uomo il valore di strumento che deve essere usato secondo i criteri fondamentali della moralità: devono essere al servizio della persona, dei suoi diritti e del suo vero bene integrale. Le conseguenze di queste affermazioni sono due: è sbagliato ritenere la ricerca scientifica e le applicazioni tecniche come moralmente neutre e poi non si possono desumere i criteri di orientamento dalla semplice efficienza tecnica o dall’utilità che possono arrecare ad alcuni a danno di altri. Si affronta poi il tema dell’identità della persona che non può essere guardata solo dal punto di vista biologico. L’uomo, infatti, non è solo un insieme di tessuti, organi e funzioni ma è al tempo stesso corpo e spirito. Le leggi che regolano la sua vita non sono solo quelle biologiche ma anche quelle che difendono la sua dignità, le sue finalità, i suoi diritti e doveri. È alla base di questa visione antropologica che si devono ricercare i criteri fondamentali per la decisione da prendere. In questo contesto ecco che la procreazione non è evento solamente biologico ma un evento in cui i coniugi mettono in atto i valori fondamentali dell’amore e della vita. Tali valori determinano il senso e il limite degli interventi umani sulla procreazione e sull’inizio della vita umana. Lascio da parte, per esigenze di trattazione, la questione che l’istruzione affronta circa la dignità dell’embrione per puntare esclusivamente agli interventi sulla procreazione umana. In questo caso l’intenzione dell’Istruzione è quella di esprimere una valutazione morale circa la fecondazione artificiale sia eterologa che omologa. Questa pratica presuppone abitualmente, come abbiamo visto nel primo capitolo, un’iperovulazione della donna: più ovuli sono prelevati, fecondati e coltivati in vitro per alcuni giorni e non sono tutti trasferiti nel corpo della donna; alcuni embrioni chiamati “soprannumerari” sono distrutti o congelati. Tale distruzione volontaria della vita umana è contraria al comandamento di Dio e alla dottrina della Chiesa. La preoccupazione per il destino degli embrioni è il primo motivo che induce a considerare negativamente le tecniche fecondative. In primo luogo, l’Istruzione, respinge sia la fecondazione artificiale che l’inseminazione eterologhe perché contrastano con l’essenza del matrimonio. Il vincolo sacro chiede agli sposi la donazione totale: da ciò discende che essi debbono rispettare il diritto reciproco a diventare padre e madre, soltanto l’uno attraverso l’altro. La presenza del donatore viola anche il diritto del figlio a essere procreato ed educato nel matrimonio. Alla luce di queste argomentazioni sono dichiarate illecite la fecondazione di una donna con il seme di un terzo; la fecondazione con il seme del marito dell’ovulo di una donna estranea; la fecondazione di una donna non sposata. Per le stesse ragioni va esclusa la maternità sostitutiva. 67

PAOLO VI, Humanae Vitae, Ed. Paoline, Milano, 1987. GIOVANNI PAOLO II, Familiaris Consortio, in Enchiridion Vaticanum, VII, 1982: 1461-62. 69 CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Donum Vitae in Enchiridion Vaticanum, X, 1987: 81823. 68

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Dopo l’esclusione delle tecniche eterologhe, l’Istruzione affronta il cosiddetto “caso semplice”: la fecondazione artificiale e l’inseminazione artificiale omologhe. Si dice “semplice” perché è un caso che non richiede il concorso di gameti di terze persone. Analizzando l’entità dell’atto coniugale e dei suoi significati unitivo e procreativo la Congregazione dà risposta negativa alla fecondazione artificiale omologa perché comporta la dissociazione di questi due significati. Questa permette a terze persone di svolgere un ruolo decisivo e si stabilisce un dominio della tecnica sull’origine e sul destino della vita umana. Tale carattere di illiceità non può e non viene cancellato dalla “buona intenzione” degli sposi. L’Istruzione affronta poi l’inseminazione omologa e qui viene operata una distinzione tra mezzi che cooperano al raggiungimento del fine dell’atto coniugale e mezzi che lo sostituiscono. I primi sono ritenuti leciti appoggiandosi qui a quanto detto da Pio XII. Al contrario, i mezzi sostitutivi, sono illeciti perché anch’essi operano la dissociazione tra i due significati dell’atto coniugale. Il Magistero precisa che l’intervento del medico è lecito solo se si propone di aiutare e non di sostituire il compimento dell’atto fra i coniugi. Il Magistero torna sull’argomento di nostro studio con l’Enciclica Evangelium Vitae, pubblicata nel 1995, che Giovanni Paolo II ha dedicato al valore e all’inviolabilità della vita umana. Un intervento magisteriale ampio e profondo sull’intera problematica della bioetica. Una delle intenzioni che il Santo Padre aveva nel pubblicare questo documento era quella di fare dell’Enciclica un appassionato appello rivolto a tutti e a ciascuno, in nome di Dio, a rispettare, difendere, amare e servire la vita umana. Per quanto concerne la parte dottrinale nell’enciclica si riafferma quanto detto dalla Donum Vitae circa la difesa della vita degli embrioni e l’inscindibilità dei significati unitivo e procreativo dell’atto coniugale. Le nuove tecnologie biomediche introdotte nell’ambito della medicina di inizio vita hanno portato alla stesura di una nuova Istruzione da parte della Congregrazione per la Dottrina della Fede. Si tratta della Dignitas Personae 70 che, riaffermando i principi antropologici e morali della Donum Vitae, li applica alle nuove metodiche presenti nell’ambito scientifico. Per quanto riguarda la cura dell’infertilità l’Istruzione ribadisce tre principi fondamentali che le tecniche mediche devono rispettare: a) il diritto alla vita e all’integrità fisica di ogni essere umano dal concepimento al naturale declino; b) l’unità del matrimonio che comporta il diritto dei coniugi di diventare padre e madre soltanto l’uno attraverso l’altro; c) i valori specificamente umani della sessualità che esigono che la procreazione di una persona umana debba essere perseguita come il frutto dell’atto coniugale specifico dell’amore tra gli sposi 71 . L’Istruzione riafferma che non sono da rifiutare quelle tecniche che si presentano come aiuto dell’atto coniugale mentre saranno da escludere tutte le tecniche di fecondazione artificiale eterologa ed omologa che si presentano come sostituzione dell’atto coniugale 72 . La Congregazione dichiara lecita, in quanto autentica terapia, tutti gli interventi volti a rimuovere le cause della sterilità come, ad esempio, la cura ormonale dell’infertilità di origine gonadica, la cura chirurgica dell’endometriosi, la disostruzione delle tube, la ricostruzione microchirurgica delle stesse 73 . Così la Dignitas Personae, in linea con la tradizione magisteriale, dichiara illecita la FIVET sia per il fatto dell’esclusione dell’atto coniugale che per la perdita di embrioni che essa comporta. Tra le recenti tecniche viene presa in esame l’ICSI, divenuta la più utilizzata nell’ottica della miglior efficacia. L’ICSI costituisce una variante della FIVET e, come questa, è una metodica moralmente illecita 74 .

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CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Istruzione Dignitas Personae su alcune questioni di bioetica, Roma, 8 settembre 2008. 71 Cfr. Idem, 12. 72 Cfr. Idem. 73 Cfr. Idem. 74 Cfr. Idem, 17.

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Si affronta, altresì, la procedura di congelamento di ovociti che viene dichiarata moralmente inaccettabile per i motivi sopraesposti: la fecondazione sarebbe extracorporea e al di fuori dell’atto coniugale. Per quanto riguarda la G.I.F.T.,ì diversi moralisti sostengono che potrebbe essere invece utilizzata nell’ambito della coppia legittima riducendo al massimo la manipolazione dei gameti e rispettando l’atto coniugale. Si dovrebbero prelevare pochi ovociti e, con un piccolo intervallo di tempo, introdurli nelle tube insieme ai gameti maschili prelevati durante o subito dopo l’atto coniugale. Osservando questi criteri, la G.I.F.T. potrebbe costituire una forma di aiuto e non di sostituzione dell’atto coniugale ma non tutti sono d’accordo. Recentemente il Santo Padre Benedetto XVI nel Discorso ai partecipanti all’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita 75 ha ribadito la necessità della considerazione morale della questione della sterilità di coppia per la salvaguardia di tutti gli esseri umani coinvolti. Solo l’unione di un uomo e di una donna, ricorda il Pontefice, costituisce il luogo degno per la nascita della persona umana. Qualora le condizioni cliniche non consentano l’inseminazione artificiale la coppia potrà essere aiutata nell’elaborazione di una scelta di adozione. Significative, in merito le parole di Familiaris Consortio, 14: “Non si deve, tuttavia, dimenticare che anche quando la procreazione non è possibile, non per questo la vita coniugale perde il suo valore. La sterilità fisica infatti può essere occasione per gli sposi di altri servizi importanti alla vita della persona umana, quali ad esempio l'adozione, le varie forme di opere educative, l'aiuto ad altre famiglie, ai bambini poveri o handicappati” 76 . Illuminati dall’autorevole Magistero abbiamo tratto le implicazioni etiche della dimensione della sterilità di coppia. Siamo perfettamente consapevoli che l’accettazione di una condizione di infertilità costituisce uno dei dolori più grandi che la coppia può trovare nel suo percorso. Si tratta di una ferita che, anche se lenita da un valido accompagnamento affiancato da proposte rispettose della verità umana, difficilmente si potrà guarire in toto; questo fatto, però, non potrà divenire il motivo che conduce a considerare giusto tutto ciò che è tecnicamente fattibile. Siamo chiamati a proporre con sempre maggior forza la verità della persona umana anche quando il rispetto di tale verità comporta grandi fatiche. Potrà suonare come un paradosso, ma solo nel rispetto di questa verità si potrà giungere a quella libertà che caratterizza, appunto, il nostro essere persone umane: libertà, però, non come libertinismo ma come possibilità di fare il bene 77 .

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BENEDETTO XVI, Discorso ai partecipanti all’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, Roma, 25 febbraio 2012. 76 GIOVANNI PAOLO II, Familiaris Consortio, 12 novembre 1981, n. 14. 77 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1732.

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