OnSite CONSTRUCTION n.6 Settembre 2017

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SOMMARIO SETTEMBRE 2017 - N. 6

In copertina: RMC

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Editoriale

di Ettore Zanatta

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Notizie

50 Bomag

Forma e sostanza

di Pietro Gabrielli

102 FRC Macchine Industriali

ATTREZZATURE

Basilicata “coast to coast”

di Riccardo Lorenzi

68 Trevi Benne

La concretezza dei sogni

ON SITE

di Lorenzo Zacchetti

106 Una flotta di escavatori per il TAP

72 Negrini

Il Corridoio Meridionale del Gas

Il diaframma del dragone bianco

di Ettore Zanatta

di Stefano Vitali

114 Messa in sicurezza

COMPONENTI

dalle valanghe Al cospetto della Regina

76 Brigade Elettronica

di Pietro Gabrielli

FIERE

Sicurezza nell’innovazione

di Pietro Gabrielli

122 Ecomondo

80 GB Ricambi

L’Amazon dei ricambi

di Pietro Gabrielli

a cura di Liliana Rebaglia

TECNOLOGIE

ATTUALITÀ

84 DAT instruments

32 Mercato

Costruire la ripresa

di Lorenzo Zacchetti

Il punto di svolta

di Pietro Gabrielli

SERVIZI

MACCHINE

86 Anepla

38 Scania

La legge non è uguale per tutti

di Lorenzo Zacchetti

XT: la taglia “su misura”

di Ettore Zanatta

42 Vermeer Italia

Una tecnologia che “sbanca”

di Stefano Vitali

Nel segno della progettualità

di Lorenzo Zacchetti

DOSSIER

La sfida della tigre

Il futuro dopo la crisi

di Pietro Gabrielli

di Lorenzo Zacchetti

Responsabile di redazione Lorenzo Zacchetti - lorenzo.zacchetti@capoversoeditrice.it Responsabile commerciale Luisa Casazza - l.casazza@capoversoeditrice.it Hanno collaborato a questo numero: Saverio Bellante, Pietro Gabrielli, Gianni Gennari, Riccardo Lorenzi, Liliana Rebaglia, Stefano Vitali Ufficio amministrazione Roberta Fabbri - r.fabbri@capoversoeditrice.it tel. 0545 967722 Ufficio abbonamenti tel. 0545 967722 e-mail: info@capoversoeditrice.it

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ONSITECONSTRUCTION - aprile 2017

In cammino verso un futuro green

di Lorenzo Zacchetti

124 Prodotti

a cura di Liliana Rebaglia

“UPLOAD” DI EFFICIENZA

Abbonamenti Italia: euro 48,00 (IVA inclusa) Other countries: euro 60,00 (IVA inclusa) Stampa MDM - Forlì Periodicità Sono previsti 8 numeri/anno Registrazione Registrazione Stampa Tribunale di Ravenna n. 1432 del 6/12/16 Iscrizione Roc: 26887 Capoverso Editrice Srl ONSITE CONSTRUCTION Capoverso Editrice srl Piazza Gramsci, 7 48017 Conselice (RA) tel. 0545 967722 info@capoversoeditrice.it www.capoversoeditrice.it

Hands On

L’ESCAVATORE CINGOLATO VOLVO EC220E

84 Distribuzione

Direttore editoriale Ettore Zanatta - ettore.zanatta@capoversoeditrice.it

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Direttore responsabile Luigi Zaffagnini - l.zaffagnini@capoversoeditrice.it

DISTRIBUZIONE

C apoverso editrice

di Ettore Zanatta

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Responsabilità La riproduzione delle illustrazioni e degli articoli pubblicati su “ONSITE CONSTRUCTION”, traduzioni comprese, è riservata e non può avvenire senza autorizzazione scritta della Capoverso Editrice srl. Testi e materiali fotografici forniti in qualsiasi forma alla stessa non saranno restituiti, anche in caso di non avvenuta pubblicazione. La Capoverso Editrice srl non si assume responsabilità relative ai suddetti materiali, anche in caso di esemplari unici, e ad eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati. Il materiale redazionale pervenuto alla Capoverso Editrice srl senza preventivi accordi sono da intendersi gratuiti anche se pubblicati. I nomi e le ditte pubblicati sono citati senza responsabilità, a puro titolo informativo, allo scopo di rendere un servizio al lettore. Periodico associato a UNACEA



EDITORIALE

Ettore Zanatta direttore editoriale

L’autunno delle lente risposte

I

n quest’autunno di interrogativi, l’unica certezza che si ricava dalle proiezioni di fine estate (dall’Osservatorio congiunturale dell’Ance, per essere precisi) è la seguente: il settore delle costruzioni, in Italia, non riesce ancora ad agganciare la ripresa. La crescita degli investimenti prevista per la fine del 2017 si attesterà presumibilmente sullo 0,2%. “Un aumento del tutto trascurabile per parlare di effettiva ripresa”, tanto per parafrasare le considerazioni evinte dallo stesso rapporto di settore, dove si metaforizza – senza tema di smentita da parte delle voci più interessate – di “motori ancora spenti”. Nel 2018 potrebbe andare meglio, se si considerano attendibili le proiezioni su un incremento dell’1,5% complessivo per il comparto, ma sembra che non tutti credano a futuri (anche se auspicabili) miracoli e lo stesso presidente dell’Ance riferisce con preoccupazione di “uno stallo che va in controtendenza con l’attuale andamento positivo dell’economia in generale”. Eppure un altro osservatorio, quello del Cresme (dedicato alle vendite di macchine e impianti per le costruzioni), nel secondo trimestre del 2017 fa registrare – sempre su scala nazionale – l’ulteriore incremento del mercato interno di macchine per movimento terra e lavori stradali; un risultato che produce un avanzamento rispetto allo stesso dato riferito al 2016. In una situazione che si presenta alquanto complessa e in un mare di dati che in alcuni casi si contraddicono, a prima vista un elemento non va trascurato: i costruttori italiani di macchine per le costruzioni si stanno riprendendo oggi l’autorevolezza e le quote di mercato perdute negli anni di crisi. Il vero nodo, allora, con buona probabilità, sono le piccole e medie imprese della nostra povera (e spesso arretrata) edilizia, dove anche il minimo investimento in risorse e programmi a lungo termine è sovente considerato solo un costo. Per non parlare degli scandali legati alle cosiddette Grandi opere, terziarizzate senza criterio da alcuni “grandi” competitor nostrani (sempre gli stessi) a scapito della sicurezza e della qualità dei manufatti. Gli scandali criminali evinti dalle intercettazioni in merito ai cantieri della Salerno-Reggio Calabria, alla fine dello scorso anno, con gallerie a rischio crollo e l’utilizzo di “calcestruzzo che si presenta come colla” sono l’impietoso ritratto di un settore che non vuole cambiare. Quelli che pensano e producono sul serio valori e qualità hanno già preso il largo e la ripresa, loro malgrado, continuano a condurla da altre parti. Con rammarico, magari, guardando al tetro disimpegno e alla corruzione che sta consumando da tempo il nostro tessuto d’impresa.

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ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017



NOTIZIE

a cura di Liliana Rebaglia

INFRASTRUTTURE

MEF: una “lista della spesa” da 46 miliardi Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato la destinazione del Fondo Investimenti da 46 miliardi di euro. Se nel Dpcm 29 maggio 2017 c’era infatti solo un’indicazione di massima degli importi destinati ad ogni area di intervento, ora si entra nello specifico con dieci capitoli di spesa che impegneranno i Ministeri fino al 2032: -19 miliardi per trasporti, viabilità e mobilità sostenibile È la parte più consistente. 10 miliardi andranno al contratto di programma RFI, 5 miliardi al contratto di programma Anas per investimenti sulle infrastrutture stradali e la viabilità. Circa un miliardo verrà impiegato per il trasporto pubblico locale, 875 milioni per la manutenzione straordinaria delle strade (più 28 milioni per la sicurezza della rete stradale) e oltre 500 milioni per la riparazione delle strade danneggiate dal terremoto. -3 miliardi per infrastrutture e Fondo progettazione 860 milioni serviranno per il Fondo Progettazione previsto dal Codice Appalti per supportare l’attività dei piccoli Comuni, mentre circa un miliardo andrà alle infrastrutture per le telecomunicazioni e alle tecnologie informatiche per la sicurezza del Ministero della Difesa

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e della Polizia di Stato. Il resto dello stanziamento verrà suddiviso tra infrastrutture portuali (541 milioni), rifacimento della rete idrica (326 milioni) e infrastrutture per le telecomunicazioni e tecnologie informatiche (309 milioni). -5,2 miliardi per la prevenzione del rischio sismico Il programma Casa Italia sarà finanziato con 2 miliardi di euro. Inoltre, 986 milioni andranno agli interventi antisismici sulle scuole, 950 milioni alle verifiche della vulnerabilità degli immobili dello Stato e 802 milioni per l’ammodernamento infrastrutturale e l’adeguamento sismico di caserme, scuole e immobili della Difesa. -5,6 miliardi per l’edilizia pubblica e scolastica Il recupero e la ristrutturazione del patrimonio edilizio residenziale pubblico riceve 368 milioni di euro. Alla messa in sicurezza delle scuole vanno 341 milioni, mentre per

la sicurezza dei musei sono stati previsti 200 milioni. La maggior parte delle risorse viene destinata ad interventi su caserme e alloggi per il personale della Difesa, mentre 13 milioni sono destinati ai centri per migranti. -857 milioni per difesa del suolo, dissesto idrogeologico e ambiente Gli interventi per tutelare il suolo rispetto al dissesto idrogeologico beneficeranno di 240 milioni di euro. Stanziamenti anche per la bonifica dai sistemi d’arma (404 milioni), quella dell’amianto negli immobili pubblici (169 milioni) e il risanamento ambientale con l’eliminazione di varie sostanze inquinanti (44 milioni). -186,5 milioni per la riqualificazione delle periferie 100 milioni di euro vanno agli interventi di promozione dello sport in aree svantaggiate, 61,5 agli immobili dello Stato e 25 milioni ai grandi complessi edilizi. -150 milioni per la rimozione delle barriere architettoniche -1,4 miliardi per la ricerca In questo capitolo sono compresi, tra gli altri interventi: 800 milioni per il settore spaziale, 210 milioni per l’energetico e 3000 per la ricerca di base-PRIN. -9,3 miliardi per attività industriali tecnologiche e per il sostegno alle esportazioni Il sostegno agli investimenti esteri – Simest cuba 400 milioni di euro. Le forniture militari della Difesa ricevono 5,1 miliardi, più 2,8 miliardi di competenza del MISE e 231 milioni per la tecnologia spaziale. Al Mise andranno altri 700 milioni per interventi nell’industria dell’aerospazio. -1,3 miliardi per l’informatizzazione del sistema giudiziario L’amministrazione della Giustizia potrà contare su 947 milioni di euro da destinare all’informatizzazione dei sistemi, mentre altri 335 milioni andranno al processo telematico.


unstoppable The Global launch / 12 nov. 2017 / aGriTechnica


NOTIZIE VIABILITÀ

Anas riprende oltre 3.500 Km di strade regionali

Undici Regioni a statuto ordinario hanno avallato l’intesa con Ministero delle Infrastrutture e Anas, che riporta un totale di 3.523 Km di strade regionali sotto l’amministrazione centrale. In massima parte si tratta di strade che già erano gestite da Anas e che poi era-

APPALTI PUBBLICI

Obbligo di gara per l’80% del valore sopra soglia La sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 27 luglio, n.3703, riveste una notevole importanza per gli appalti pubblici. Ribaltando la pronuncia del TAR Veneto, i Giudici di Palazzo Spada dichiara immediatamente operante l’art. 177 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 “Codice dei contratti pubblici”, in forza del quale i concessionari pubblici e privati devono affidare mediante procedura ad evidenza pubblica una quota pari all’80% dei contratti di lavori, servizi e forniture relativi alle concessioni

no state trasferite agli enti locali sotto la spinta di un federalismo che oggi sembra davvero sopita. Con l’obiettivo di “ridurre ulteriormente la pluralità di gestori e migliorare l’esercizio dell’intera rete” è quindi stato sottoscritto un accordo che ora passa al Parlamento, per il parere delle Commissioni competenti. Proseguono il percorso precedente solo le quattro regioni del Nord (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna) e il ministro Delrio annuncia per la Rete stradale “una cu-

del Veneto, il termine di 24 mesi sarebbe stato da intendere come iniziale, ma il Consiglio di Stato ha ritenuto che la formulazione della norma (“le concessioni già in essere si adeguano alle predette disposizioni entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore del presente codice”) vada interpretata in senso più restrittivo: l’obbligo di adottare procedure ad evidenza pubblica “è immediatamente operativo e il termine di 24 mesi è soltanto un termine finale, entro (…) il quale deve essere raggiunta l’aliquota minima dell’80% di contratti affidati mediante gara”. Tale interpretazione si basa sul principio della par condicio tra concessionari. Pertanto, la “finestra” di 24 mesi riservata ai vecchi concessionari “riguarda non l’obbligo di gara in quanto tale, ma il rispetto del tetto dell’80%”. Pertanto, la verifica dell’Anac sull’osservanza di tale obbligo avverrà ai sensi del comma 3 dell’art.177 del codice ossia a partire dal 19 aprile 2018 e sulla base delle linee guida.

ra di manutenzione: il riferimento a un soggetto unico consentirà di ottimizzare la gestione e uniformare la qualità dei servizi per i cittadini che percorrono queste arterie”. Sulla stessa linea il presidente di Anas Gianni Armani: “L’obiettivo principale è quello di garantire la continuità territoriale degli itinerari di valenza nazionale che attraversano le varie regioni, come ad esempio le consolari, evitando la frammentazione delle competenze nella gestione delle strade e dei trasporti. Il cliente non si troverà più a dover fronteggiare interlocutori differenti, ognuno con un ventaglio di procedure diverse, e sarà possibile una più razionale gestione della rete, incrementando l’efficienza della manutenzione e dell’esercizio delle infrastrutture”.

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di importo superiore a 150.000 euro. La sentenza opera una vera e propria inversione a U rispetto al precedente grado di giudizio: il TAR, declinando la propria giurisdizione in favore del giudice ordinario, aveva stabilito che la disposizione non sarebbe stata applicabile prima del termine di adeguamento (24 mesi) previsto dallo stesso articolo 177, liberando la società appaltante (A4 Holding SpA) dall’obbligo di procedure ad evidenza pubblica, “sia perché non può essere definita come organismo di diritto pubblico (…) sia per la mancanza di una norma che la obblighi allo svolgimento di tali procedure in quanto titolare di una concessione autostradale”. Secondo il TAR

STAZIONI APPALTANTI

FS E ANAS A NOZZE ENTRO L’ANNO La fusione tra Ferrovie dello Stato e Anas sarà completata entro la fine dell’anno. Lo ha dichiarato Renato Mazzoncini, CEO di FS, nel corso di una conferenza stampa a Cernobbio. Mazzoncini ha spiegato che si sta chiudendo la perizia sul contenzioso che riguarda l’Anas, che sta valutando l’assenza di rischi finanziari. Secondo le sue previsioni, il percorso arriverà al termine tra ottobre e novembre, per giungere a pieno completamento entro la fine del 2017.


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NOTIZIE POST SISMA

379 milioni di euro per la ricostruzione Sono in vigore dal 9 settembre le ordinanze firmate da Vasco Errani, ormai ex commissario alla ricostruzione, relative a 321 cantieri di opere pubbliche e beni culturali per un totale di 379 milioni di euro. Saranno pronti entro gennaio i progetti esecutivi riguardanti il ripristino di opere pubbliche e beni culturali e luoghi di culto nel Centro Italia. Tra questi anche la chiesa di San Benedetto a Norcia, la cui ricostruzione vale 10 milioni di euro e che potrebbe essere oggetto di un concorso di progettazione. Dopo le dimissioni di Errani, sarà la sua sostituta, Paola De Micheli, a seguire la fase esecutive delle ordinanze. 170,6 milioni sono stati stanziati per i beni culturali, con un totale di 104 interventi ricompresi nel programmi affidato al Mibact come attore principale. I progetti possono essere redatti dalle strutture tecniche del ministero o affidate all’esterno, attraverso la trattativa privata (per la quale il decreto terremoto prevede una “corsia veloce”) o secondo le ordinarie procedure previste dal

codice appalti. La scelta dipende dal valore economico: per interventi fino a 209.000 euro si può procedere a trattativa privata, invitando almeno cinque professionisti, mentre per interventi di importo superiore è necessaria la gara. La direzione dei lavori rimarrà in capo alla Soprintendenza. Il progetto esecutivo deve essere approvato sia dalla conferenza permanente, sia dal commissario alla ricostruzione per la verifica della “congruità” del costo e il successivo via libera al finanziamento. Entro sette giorni dal decreto commissariale di concessione del contributo viene trasferita alla Soprintendenza la prima metà dello stanziamento, il resto dopo la firma del contratto con l’aggiudicatario.

Il progetto esecutivo viene quindi trasmesso a Invitalia che provvede alla gara di lavori. Ammonta a 208,3 milioni lo stanziamento per le opere pubbliche. Sono 217 gli interventi compresi in questo programma, il quale – come per i beni culturali – riceve subito un anticipo di 10,5 milioni di euro per finanziare le progettazioni. La differenza sta nel fatto che in questo caso l’anticipo viene trasferito alle quattro regioni interessate (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria), che agiscono in qualità di soggetti attuatori del programma. Pur essendo in teoria possibile l’esecuzione in house, anche per questo gruppo di interventi si seguiranno le medesime regole per l’affidamento mediante trattativa privata o gara. Anche i tempi del cronoprogramma coincidono con quelli del piano beni culturali: 120 giorni per completare i progetti esecutivi, che vanno poi approvati dal commissario, finanziati (in due tempi) e, infine, trasmessi a Invitalia per la pubblicazione del bando di lavori.

INFRASTRUTTURE

Milano accelera sui trasporti Sono numerosi i dossier riguardanti il settore dei trasporti sul tavolo del Sindaco Sala. L’obiettivo della Giunta milanese consiste nell’ottenere un miliardo di euro di contributi dal Governo, ma per farlo occorre completare entro l’anno lo studio di fattibilità del prolungamento della linea metropolitana 5 verso Monza (costo previsto: 1,2 miliardi) e della linea 1, il cui capolinea nella zona Ovest non sarebbe più alla fermata Bisceglie, ma nel quartiere Baggio (costo previsto: 550 milioni). Il ministro Delrio ha annunciato l’intenzione di inserire nella legge Finanziaria fondi per le infrastrutture la cui entità non è stata ancora definita, ma che secondo gli intendimenti dell’amministrazione meneghina potrebbero coprire fino al 60% dell’investimento totale. Sono allo studio anche due ulteriori prolungamenti, che tuttavia potrebbero seguire iter e tempistiche differenti: quello della linea 2 10 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

verso Vimercate, a nord della città, e quello della linea 4 (il cui completamento è previsto nel 2022) verso Corsico, ovvero a sud. Tra gli altri temi sui quali l’amministrazione-Sala sta lavorando, un nodo fondamentale riguarda Atm, perché le forze politiche che compongono la maggioranza si stanno confrontando sull’opportunità di rinnovare con un affidamento diretto la gestione del trasporto pubblico alla propria controllata o se aprire una gara. In questo secondo scenario potrebbe entrare in gioco anche FS, che con il Comune di Milano ha firmato lo scorso giugno un importante accordo riguardante la riqualificazione di sette scali ferroviari dismessi. Nel prossimo autunno è prevista la partenza dei lavori in esecuzione di tale progetto, dal quale si attende la creazione di un giro d’affari pari a 1,5 miliardi nei prossimi dieci anni.



NOTIZIE HYUNDAI

Un “gigante” nel Lussemburgo Démolition et terrassement XL Sàrl, con sede a Niederkorn (Lussemburgo), sta utilizzando un escavatore Hyundai R1200-9 da 118 t in un importante sito di demolizioni nel cuore finanziario della città di Lussemburgo dal mese di marzo 2017. Si tratta della prima vendita di una macchina Hyundai di queste dimensioni in Europa. Il sito, una volta terminato, ospiterà i nuovi uffici di Bank of China: situato all’incrocio tra Boulevard Royal e Rue Notre Dame, l’escavatore è utilizzato per demolire le fondamenta di cemento armato con un martello idraulico da 7 t. Il primo lavoro completato è un parcheggio sotterraneo a sei piani profondo 35 m. HMB, il concessionario belga e lussemburghese di macchine Hyundai, è molto orgoglioso di essere stato il primo concessionario europeo ad aver venduto un R1200-9. I suoi proprietari, Paul Verbiest e Tom Haesevoets, hanno

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commentato: “Carlos Alberto Rodrigues de Sousa, proprietario di Démolition et terrassement XL Sàrl, ci ha visitato al Bauma 2016 e in quell’occasione abbiamo concluso l’affare. De Sousa conosceva già la gamma Hyundai e la sua flotta contava 12 macchine Hyundai; per questo progetto speciale stava cercando una macchina dalle dimensioni considerevoli che gli consentisse di completare il lavoro. Gli aspetti che l’hanno convinto sono stati la combinazione di qualità ed efficienza delle macchine, il buon prezzo, il nostro servizio e l’ottimo rapporto che abbiamo con la sua società. Siamo molto orgogliosi di poter contribuire a questo progetto”. L’escavatore, alimentato da un motore diesel turbo da 567 kW a 1.800 giri/min (cilindrata di 23 l) è stato progettato per attività gravose di movimento terra, di scavo in posizione statica e di demolizione a lunga portata.

La macchina standard include pattini a doppia costola larghi 710, 800 e 900 mm. Per questo lavoro di demolizione particolare il cliente stava cercando pattini stretti che avrebbero potuto anche essere utilizzati per il lavoro successivo dell’escavatore in una cava nei pressi della città di Lussemburgo. L’escavatore R1200-9 si caratterizza anche per il sistema CAPO (Computer Aided Power Optimization system; ottimizzazione computerizzata della potenza). Questa funzione “intelligente” adatta l’equilibrio ideale del flusso idraulico per il funzionamento del braccio e della rotazione all’utilizzo. Il sistema controlla le funzioni idrauliche e adatta continuamente il flusso idraulico per garantire le prestazioni e la produttività migliori. L’escavatore è dotato di un braccio monoblocco da 7.750 mm e di un avambraccio da 3.400 mm e offre una capacità benna di 6,7 m³.


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NOTIZIE LIEBHERR

I 15 anni di Liebherr-EMtec Italia Liebherr-EMtec Italia ha festeggiato i suoi 15 anni di presenza sul mercato italiano con un evento organizzato presso la sua sede di Lallio (Bg), aperto a tutti i clienti, partner e collaboratori, con percorsi tematici, dimostrazioni e prove pratiche sul campo. Durante la manifestazione l’azienda ha esposto un’ampia gamma di prodotti: macchine movimento terra e industriali, gru cingolate fino 300 t, escavatori a fune e perforatrici speciali. Inoltre, ha colto l’occasione per presentare in modo più dettagliato la propria struttura di vendita, che copre

l’intero territorio nazionale. In concomitanza all’esposizione e dimostrazione del parco macchine, Liebherr-EMtec Italia ha offerto ai propri clienti la possibilità di provare i mezzi di nuova generazione (tra gli altri, in particolare, la pala gommata L 566 X-Power, l’escavatore cingolato R 920 Compact e gli escavatori gommati A 912 e A 914

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Compact) direttamente nel campo prove allestito a fianco della sede di Lallio. Ma Liebherr-EMtec Italia non si limita solo alla vendita: essendo anche una società di servizi offre ai propri clienti il servizio di noleggio di tutti i mezzi della gamma Liebherr: presenti, quindi, anche gli esperti di quest’attività, che si basa su un’ampia rete di assistenza

nazionale e di officine autorizzate, vero e proprio punto di forza del Service aziendale. Dal 2002 LiebherrEMtec Italia segue il mercato italiano per le macchine movimento terra e industriali, così come per le gru cingolate fino 300 t, gli escavatori a fune e le macchine perforatrici speciali; nel corso degli anni sono state inaugurate diverse filiali: in Emilia Romagna, Trentino e Piemonte, in modo da essere ancora più vicini al cliente per soddisfare con velocità ed efficienza tutte le locali e specifiche richieste. Nella sede di Lallio, su un’area di complessivi 8.500 m2, si trovano gli uffici amministrativi e commerciali, il magazzino ricambi e l’officina.



NOTIZIE RMC

Raddoppio di… Open House! Replicato lo scorso 9 settembre il successo che RMC aveva ottenuto in occasione del suo primo Open House della sua storia, organizzato nel 2016, quando circa 300 persone, tra clienti, fornitori e collaboratori erano accorsi presso la sede di Piacenza per godere di una giornata “informale” ma, allo stesso tempo, conoscere più da vicino l’azienda e la sua attività, focalizzata sulla commercializzazione di ricambi per movimento terra dei marchi più diffusi (Yanmar, Case, Doosan, Merlo, Bobcat) e nei servizi di assistenza, noleggio e commercio di macchine e attrezzature edili.

Anche quest’edizione ha fatto registrare il “tutto esaurito” e ha consentito all’azienda di illustrare tutte le novità proposte oggi sul mercato. Oltre a una gamma completa di attrezzature di marchi prestigiosi, quali Simex e Cangini, RMC ha colto l’occasione per esporre

la gamma di macchine Yanmar e far testare in un apposito campo prove le ultime novità della Casa francese. In particolare, è stato possibile provare le nuove pale gommate articolate V65 (peso di 5,4 t, carico di ribaltamento di 3.950 kg, capacità benna di 0,7-1 m3) e V80

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(peso di 4,9 t, carico di ribaltamento di 3.770 kg, capacità benna di 0,81,2 m3), entrambe dotate di propulsore Deutz, e il midi escavatore con braccio triplice posizionatore SV85 da 8,2 t (3.910 mm di profondità di scavo, 7.720 mm di portata, 46,2/53,2 kN di forza di scavo al braccio/benna). Questi tre modelli, nella fattispecie, derivano dalla recente acquisizione del marchio Schaeff da parte di Yanmar. Nell’area demo erano disponibili anche altri modelli dell’ampia gamma Yanmar, tra cui un midi escavatore SV100 e i miniescavatori VIO17, VIO57, SV08 e VIO38,

quest’ultimo dotato di una pinza da legna. Da evidenziare anche una competizione organizzata per dimostrate le proprie abilità operative: qui diversi ospiti ne hanno approfittato per testare il miniescavatore VIO25-6. Oltre ai prodotti, gli ospiti – provenienti dalle aree geografiche di competenza di RMC (Piacenza, Pavia, Parma, Cremona e Lodi) – hanno potuto vedere (o rivedere) da vicino le continue migliorie apportate all’organizzazione e alla struttura dell’azienda piacentina. Sviluppi che si ripercuoto positivamente sull’attività legata all’evasione degli ordini, alla rotazione dei ricambi in magazzino (oltre 40.000 articoli sono qui disponibili a stock), al servizio di noleggio a freddo e a caldo, all’assistenza e alla riparazione in officina.



NOTIZIE VENPA SUD

Ampliato il parco mezzi con JCB Con un nuovo ordine di macchine si consolida il rapporto di lunga durata che lega JCB a Venpa Sud, azienda specializzata nel noleggio e nella vendita di piattaforme aeree e macchine movimento terra. Fondata nel 1996 a Martina Franca (Ta) da Michele Marraffa, Venpa Sud è oggi tra le più strutturate organizzazioni attive non solo a livello nazionale, ma anche con importanti proiezioni a livello europeo. Il rapporto oggi si consolida ulteriormente con l’acquisizione da parte di Venpa

MICHELE MARRAFFA

TITOLARE DI VENPA SUD

Sud di un importante lotto di nuovi modelli: si parte Heavy con due esemplari di escavatori cingolati JS220 e una pala gommata JCB 437, per passare a un “evergreen” come la terna 3CX, poi i midi escavatori “new generation” 57C-1 e 67C-1 a cui si aggiunge un mini 8035ZTS. Non poteva mancare il “best seller” telescopico con due esemplari di movimentatore 535140, concludendo la fornitura con un rullo stradale compatto JCB Vibromax VM117 e tre carrelli elevatori a braccio telescopico Teletruk 35D. La nuova squadra di macchine JCB va ad affiancare un parco che già comprendeva oltre 50 macchine a marchio JCB tra escavatori delle classi 300 e 200, tra cui un JS370 (il primo in assoluto consegnato in Italia lo scorso anno), un JS360 e diversi JS220 e JS235, alcuni modelli della classe 140 e numerosi mini e midi delle classi 80, 60, 40, 30, oltre ad alcuni esemplari della gamma di telescopici.

ALLISON TRANSMISSION

Annunciato il nuovo CEO Il Consiglio di amministrazione di Allison Transmission Holdings Inc. ha annunciato il 30 agosto che David S. Graziosi, presidente e direttore finanziario, succederà a Lawrence E. Dewey nell’incarico di CEO a partire dal 1° giugno 2018. “Larry è un leader eccezionale che ha guidato con successo Allison in periodi di grandi cambiamenti, preparandola per il futuro. Con grande merito è stato per ben 18 anni il nostro CEO, di gran lunga il periodo più lungo per un ruolo simile nella nostra azienda”, ha detto Thomas W. Rabaut, capofila del Consiglio e oresidente del Comitato di Nomina e di Governo d’impresa di Allison. “Lo sostituirà Dave; da quando è entrato in Allison, nel 2007, ha dimostrato eccellenti doti di leadership, una profonda conoscenza dell’azienda e la capacità di crescere DAVID S. GRAZIOSI professionalmente”. “È un onore essere stato scelto per succedere a CEO DI ALLISON TRANSMISSION Larry come nuovo CEO di Allison”, ha detto Graziosi. “In oltre 100 anni di HOLDINGS INC. storia di Allison, Larry è il CEO con più anni di attività e ha stabilito degli standard e raggiunto prestazioni che innalzano l’impresa su qualsiasi altra realtà industriale. Ritengo che Allison e i suoi dipendenti siano nella posizione di concretizzare tutte le opportunità che abbiamo davanti, mantenendo la posizione di leadership sui mercati che serviamo e nelle comunità dove viviamo e lavoriamo”.

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NOTIZIE CASE CE

Nuovo Vice President per la regione EMEA

JOSÉ CUADRADO VICE PRESIDENT EMEA

Case Construction Equipment ha annunciato la nomina di José Cuadrado a Vice President EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) per il segmento macchine movimento terra di CNH Industrial. Cuadrado vanta oltre 15 anni di esperienza a livello internazionale nel settore dei macchinari per l’industria, le costruzioni e l’agricoltura. Nell’ultimo periodo ha ricoperto il ruolo di Vice President di Bobcat BU EMEA, all’interno del quale si è occupato di vendite, marketing di prodotto, engineering, program management e supply chain operations.

20 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

MANUALISTICA

L’importanza dei manuali d’uso Un nuovo prodotto ha sempre bisogno di essere accompagnato da una documentazione tempestiva, adeguata, chiara ed efficace. Un’azienda, oltre a mirare all’immediata soddisfazione del cliente offrendo un prodotto o un servizio di qualità, deve necessariamente fare i conti con la comunicazione, non solo pubblicitaria ma anche tecnicoscientifica. Oggi i documenti tecnici che accompagnano qualsiasi prodotto industriale sono essenziali e soggetti a norme specifiche e contribuiscono a determinare la qualità del prodotto che l’utente percepisce. Il manuale d’uso deve essere completo, preciso, accurato, chiaro, conciso, semplice, sobrio immediato e scritto secondo uno standard ben definito e chiaramente riconoscibile. Deve insegnare all’utente come far funzionare la macchina al meglio delle sue possibilità e senza pericoli. Ma chi può scrivere un documento di questo genere? “Quando qualcuno scrive di un argomento che non ha ben capito,

lo scritto sarà compreso soltanto dai lettori che ne sanno più di lui”. La prima legge della comunicazione di Whittington di Arthur Bloch lascerebbe pensare che il tecnico, l’ideatore della macchina, colui che ne conosce meglio caratteristiche, funzionalità e ovviamente pericoli, sia la persona giusta a scrivere un manuale d’uso. In realtà, nonostante la competenza, è difficile che riesca a comunicare nel modo corretto. Se parlasse con un suo collega, o con il suo responsabile, non ci sarebbero difficoltà di comprensione. Ma se la stessa spiegazione fosse fornita all’esterno, il risultato probabilmente sarebbe un documento estremamente tecnico, che da tante cose per scontate e quindi di difficile lettura e comprensione. Se è vero che tutti, fin dai primi anni di vita, impariamo come comunicare e continuiamo ad arricchire tale capacità per larga parte della nostra vita, la comunicazione di scopo, sia essa aziendale, politica o tecnico-scientifica, è una disciplina vera e propria. Affinché si compia correttamente la comunicazione occorre rispettare regole precise, di modo che venga espresso il giusto significato. Il messaggio, il testo, non solo deve contenere le informazioni rilevanti, ma deve esporle nel modo più idoneo, sia sulla base del messaggio, ma soprattutto facendo riferimento al destinatario. Ecco perché gli studi specializzati nella compilazione di manuali d’uso vengono incontro alle aziende, fornendo esperti qualificati, ferrati sì nel gergo tecnico, ma in grado di diffonderlo in modo più semplice e accessibile.



NOTIZIE WIRTGEN

Una W 100 CFi in Austria

Il potenziamento delle reti in fibra ottica sta conoscendo un vero e proprio boom in tutto il mondo; così è anche nel distretto di Schärding, in Alta Austria: i comuni limitrofi al confine con la Germania potranno a breve usufruire di servizi Internet a banda larga. Engelhartszell è il secondo comune in Austria a puntare sulla tecnologia del futuro. Anche l’impresa esecutrice dei lavori, la Hemmelmair Frästechnik GmbH di Linz, si serve delle tecnologie più avanzate, in questo caso in acciaio

e carburo metallico. L’azienda specializzata nella scarifica impiega per gli interventi stradali la W 100 CFi, un modello dell’ultima generazione di scarificatrici compatte dotato di un gruppo fresante in profondità che Wirtgen ha sviluppato per tale applicazione. “Abbiamo in servizio 15 scarificatrici a freddo Wirtgen; nel corso dell’ormai pluriennale collaborazione abbiamo imparato ad apprezzare le competenze risolutive della società distributrice e ci siamo rivolti anche stavolta al Wirtgen

22 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

Group in Austria”, spiega Manfred Grössing, AD di Hemmelmair. La W 100 CFi integra funzioni aggiuntive e automatiche che coadiuvano gli utenti nell’uso dei comandi e ottimizzano i processi operativi. In particolare, Wirtgen ha sviluppato una soluzione specifica per il metodo di trenching che prevede il montaggio

possono fresare trincee profonde fino a 600 mm e larghe fino a 300 mm. Il materiale di scavo viene convogliato verso l’alto dalla rotazione della ruota da taglio e scaricato a lato della trincea per mezzo di un deflettore in lamiera e di uno scivolo. Il controllo del gruppo fresante in profondità avviene per mezzo del classico quadro di comando.

di un carter che alloggia una sottile ruota da taglio dotata di denti standard W6 dietro il cingolo posteriore destro in posizione rientrata. Con un diametro del cerchio di taglio molto ampio (1.620 mm) si

Qui Wirtgen propone il Flexible Cutter System (FCS), che consente di cambiare in poco tempo i tamburi fresanti aventi larghezze operative o distanze tra le linee di taglio differenti. A seconda della macchina, l’operazione di cambio del tamburo fresante richiede solo da 30 a 90 minuti, ad esempio per trasformare la scarificatrice a freddo da un modello di serie a una macchina per la fresatura fine. La gamma di tamburi fresanti FCS è molto ampia, per cui il ventaglio delle possibili applicazioni delle scarificatrici a freddo è ampio.



NOTIZIE BKT

Nuovo impianto per il “carbon black”

Balkrishna Industries Limited (BKT), tra le principali aziende di pneumatici Off-Highway al mondo, costruirà un nuovo impianto destinato alla produzione di “carbon black”. Questa struttura avrà un’estensione di circa 8 ettari e sarà realizzata all’interno dello stabilimento di BKT a Bhuj, nello stato indiano del Gujarat. Il progetto è supportato da un investimento di circa 23 milioni di dollari circa e consentirà a BKT un’integrazione verticale a monte dell’intero processo produttivo: il nuovo impianto, infatti,

rifornirà in modo continuativo la materia prima per la produzione sempre crescente di pneumatici. Quest’impianto è un ulteriore tassello nella strategia di business a mediolungo termine dell’azienda già intrapresa con la costruzione dello stabilimento di Bhuj, inaugurato nel 2015 in un’area di oltre 120 ettari. Costato oltre 500 milioni di dollari, Bhuj è dotato di macchine e strutture produttive all’avanguardia ed è situato in posizione strategica a poca distanza dal porto commerciale di Mundra, già

importante hub logistico per l’export di BKT. Lo stabilimento di Bhuj è nato per soddisfare la domanda di pneumatici che è in costante crescita in tutto il mondo e con il nuovo impianto di “carbon black” – che ha una capacità produttiva stimata di 60.000 t/anno – BKT sarà in grado di rispondere puntualmente a questa richiesta. Questo impianto consentirà altresì all’azienda di garantire ancor meglio la qualità delle materie prime grazie a controlli a monte ancora più accurati dell’intero processo.

MB

Il giro del mondo in 80 applicazioni MB Crusher ha una soluzione per ogni applicazione: benne frantoio e vaglianti e pinze, tutti 100% made in Italy. Per vederle dal vivo, anche in vere e proprie aree dimostrative, MB Crusher dà appuntamento ai suoi clienti alle più importanti fiere di settore. In particolare, sono quattro gli eventi che stanno caratterizzando il settore Cave e Miniere, per il quale l’azienda italiana ha dedicato una speciale linea di prodotti: proprio i modelli più grandi della gamma, infatti, sono stati pensati per lavorare i materiali di scarto dell’estrazione, da riutilizzare poi per la costruzione e gestione

della rete viaria interna, la sistemazione delle piste, il riempimento di buche e scavi. Il primo appuntamento è stato il 30 agosto, alla fiera Steinexpo, dove la filiale tedesca MB Deutschland ha allestito un vero e proprio campo prove. MB Crusher volerà poi negli States, dove la filiale MB America parteciperà dal

24 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

26 al 29 settembre al The Mining operations forum. Sempre a fine settembre, dal 27 al 30, i prodotti MB saranno esposti al Marmomacc (Verona). Infine, la filiale francese MB France parteciperà dal 18 al 20 ottobre alla fiera Sim, a Metz. Per chi invece si occupa di riciclaggio, il primo appuntamento è stato il

Matexpo in Belgio; dal 20 al 21 settembre, invece, i prodotti MB Crusher hanno dato prova di sè in un vero e proprio campo prove alla fiera Salon B&TP, in Francia. Infine, ultimo appuntamento a novembre a Rimini, dove durante Ecomondo (7-10 novembre) MB presenterà la sua linea speciale per il riciclaggio. Per chi invece si occupa del mondo dell’edilizia, MB ha dedicato un’area speciale alla fiera NordBau in Germania; dal 3 al 10 ottobre invece sarà negli USA, alla fiera Icuee. Si concluderà l’anno in India, dove la filiale indiana MB India parteciperà alla fiera ExCon, dal 12 al 16 dicembre.



NOTIZIE DOOSAN BOBCAT

Road Show firmato DMO

Si sono svolte con successo le tre tappe del Road Show organizzato dalla concessionaria DMO, organizzate sabato 9 settembre presso la cava Luciano Manara a Limbiate (Mi) e il 12-14 settembre nelle provincie di Udine e Bergamo. Grazie a queste iniziative, gli operatori del settore hanno avuto l’opportunità di vedere e provare circa 20 diverse macchine Doosan e Bobcat. “Questi eventi

sono un’ottima occasione per scoprire l’ampia offerta di Bobcat e Doosan, nonché per provare di persona le grandi potenzialità delle macchine in campo”, ha dichiarato Gabriele Silvagni, titolare DMO. “Ad esempio, i clienti che hanno provato il dumper Doosan durante la tappa milanese ne sono rimasti particolarmente colpiti. Questo mezzo ha conseguito un grande successo all’estero e vogliamo

che questa fama arrivi anche in Italia”. Le tre tappe hanno visto un’area del campo prove dedicata all’ampia gamma di accessori Bobcat, utile per dimostrare ai visitatori dell’evento come le macchine della lince siano strumenti eclettici abili a soddisfare le esigenze di molte decine di diverse applicazioni. DMO opera nella vendita, il noleggio e l’assistenza di macchine e attrezzature movimento terra e stradali quali escavatori, miniescavatori, minipale, pale e sollevatori telescopici, nonché attrezzature, accessori e componenti; svolge la propria attività nelle sedi di Russi (Ra), Assago (Mi), Limena (Pd) e Crespellano (Bo) e possiede un magazzino con ampia disponibilità di tutta la gamma di ricambi originali Bobcat e Doosan.

DOOSAN INFRACORE

Consolidamento nei mercati EMEA Doosan Bobcat e Doosan Infracore hanno annunciato la loro intenzione di trasferire le operazioni della business unit Doosan Heavy da Doosan Bobcat a Doosan Infracore. Lo scopo è consentire alle due organizzazioni di concentrarsi in pieno sul rafforzamento delle rispettive competenze fondamentali. Il trasferimento diventerà effettivo a partire dal 1° gennaio 2018. In passato, Doosan Bobcat EMEA ha integrato in una singola struttura le attività di vendita e distribuzione delle macchine compatte e pesanti, in modo da ottimizzare le sinergie tra le due imprese e ottenere significativi miglioramenti nella regione EMEA. Poiché il settore delle macchine da costruzione sta crescendo rapidamente sia nel segmento compatto che in quello pesante, Doosan Bobcat EMEA è convinta di poter espandere la propria presenza e la propria quota di mercato nell’area grazie a questo trasferimento, per potersi così concentrare completamente sulle macchine compatte. Questa decisione consentirà inoltre a Doosan Infracore di rafforzare le capacità chiave della business unit Heavy facendo leva sulle proprie competenze funzionali e assumendosi piena responsabilità per l’intera catena di valore, dallo sviluppo e fabbricazione alla vendita, sotto una singola leadership globale. “L’obiettivo principale di questo cambiamento è concentrare l’attenzione sul nostro core business, affidandolo a un team gestionale globale integrato, sia per Doosan Infracore che per Doosan Bobcat”, ha commentato Alvaro Pacini, presidente di Doosan Bobcat EMEA. “Il team Doosan Bobcat EMEA continuerà a dedicare particolare attenzione e competenza ai prodotti Bobcat e al supporto di concessionarie e clienti. Questo cambiamento organizzativo dimostra il nostro impegno a garantire il successo a lungo termine della nostra azienda e dei nostri apprezzati partner commerciali. Non vi saranno modifiche che riguarderanno o avranno impatto sulle business unit delle linee Bobcat, Geith o Doosan Portable Power”.

26 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017


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NOTIZIE DAT INSTRUMENTS

LAURINI OFFICINE MECCANICHE

Datalogger a prova di bomba

Innovazioni a IPLOCA 2017

Due datalogger JET SDP / IB di DAT instruments (Cairate – Va) sono attualmente utilizzati in un particolare cantiere all’interno del porto di Taranto. Le perforatrici si trovano a operare nell’area ex Yard-Belleli, nel Porto polifunzionale di Taranto, dove - sotto la direzione di Astaldi - si sta portando a termine una bonifica ambientale bellica connessa alla presenza di bombe inesplose e propedeutica alla realizzazione di diaframmi di contenimento di una zona fortemente inquinata. Queste operazioni saranno seguite dal dragaggio di 15 m di fondale e dalla realizzazione di una nuova banchina, che dovrà contenere tutti i materiali di risulta. “Questi due strumenti - spiega Daniele Dal Boni, tecnico specializzato di DAT instruments - sono installati su una perforatrice Casagrande C6 e una Atlas Copco Mustang, chiamate a realizzare fori da 20-30 m di profondità in cui verranno posati appositi tubi plastici. Il primo scopo di queste perforazioni è permettere l’inserimento di georadar che dovrebbero individuare gli eventuali ordigni bellici da rimuovere. Le diagrafie prodotte dai datalogger JET SDP / IB serviranno anche per definire la fattibilità dei diaframmi e andranno a influire sulla scelta della tecnologia da adottare. Due le possibilità per i progettisti: il CSM (Cutting Soil Mixing) o la più classica benna mordente. Ovviamente, trattandosi di una bonifica, sarebbe più opportuno utilizzare il CSM, che non comporta l’asportazione di materiali che andrebbero poi trattati come rifiuti speciali, ma la scelta dipenderà dalle condizioni del terreno”. Il datalogger, che in quest’occasione è stato richiesto dalla direzione lavori, offre la possibilità di capire in modo preciso la conformazione dello strato da trattare. In tal caso risulta quindi fondamentale, in quanto si tratta di un riporto di materiali di cui si conosce molto poco. 28 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

Grande attesa per la 51a edizione della Convention Annuale di IPLOCA - International Pipe Line & Offshore Contractors Association, che si terrà a Città del Messico dal 25 al 29 settembre. Tra i protagonisti ci sarà Laurini Officine Meccaniche che, anche quest’anno, rinnova il proprio impegno come Main Sponsor e che darà vita a uno spettacolo d’intrattenimento durante la serata Caterpillar. Qui saranno svelate diverse novità, tra cui il raggiungimento di un importante obiettivo di produzione e il lancio di una nuova esperienza di realtà virtuale in grado di far conoscere da vicino l’azienda e i suoi progetti in una modalità sempre più coinvolgente e interattiva. La Convention sarà anche teatro della premiazione del concorso “New Technology Award 2017”, al quale Laurini Officine Meccaniche è candidato con il rivoluzionario sistema di posa automatico LLS – Laurini Laying System, presentato in anteprima lo scorso aprile ad Amsterdam al convegno The Novel Construction Initiative Spring Plenary Session di IPLOCA. Un macchinario innovativo che ha come obiettivo primario la sicurezza sul lavoro: la struttura è dotata di due cingoli – uno che lavora nello scavo e uno sulla pista – che sostituiscono l’utilizzo del braccio meccanico e dei cavi per sollevare a sbalzo i carichi sospesi, garantendo la stabilità della macchina e azzerando il rischio di rovesciamento. Laurini Laying System, inoltre, rappresenta un passo in avanti anche in fatto di ecosostenibilità ambientale: avvicinandosi allo scavo, riduce la carreggiata dei lavori di almeno 3 m, con la diminuzione di terreno da disboscare e piantumare. Un sistema efficace per contenere le emissioni di CO2, circa 30 miliardi di t/anno, provocate principalmente dalla combustione e dalla deforestazione.



NOTIZIE MARANGONI RETREADING SYSTEMS

Nuovo direttore per il Central Technical Service Marangoni Retreading Systems ha annunciato la nomina di Martin Kalagin quale direttore del Central Technical Service. Nel suo ruolo, riporterà all’amministratore delegato del Gruppo. Il Central Technical Service definirà e implementerà le regole e le linee guida globali, allineerà i piani e le risorse locali e coordinerà le attività di tutti i team di servizio tecnico della unità di business Marangoni Retreading Systems in Europa e nelle altre regioni, con una squadra e un approccio orientati al cliente. Con il fine di garantire un circolo virtuoso di miglioramento continuo, le tecnologie e attrezzature per la ricostruzione di Marangoni richiedono un servizio efficace e un costante feedback dagli utenti. Grazie al vasto know-how del proprio team, il nuovo servizio continuerà

MARTIN KALAGIN

DIRETTORE DEL CENTRAL TECHNICAL SERVICE

a supportare la produttività degli impianti partner e le capacità di processo, per assicurare la qualità del loro prodotto finale. È dal 2007 che Kalagin lavora in Marangoni, rivestendo diversi ruoli dirigenziali all’interno della società in Europa e in Asia. Prima di Marangoni, ha

lavorato con Bridgestone per 11 anni, inizialmente come European Field Engineering Coordinator e in seguito come Retread Business Development Manager della jointventure Bridgestone/Marangoni. “Grazie al suo bagaglio tecnico e a più di 30 anni di esperienza nel campo degli pneumatici e della ricostruzione, Martin comprende perfettamente le esigenze manifestate al servizio tecnico dai nostri clienti ed è idoneo a dirigere la sua organizzazione per rispondere alla domanda, sotto ogni aspetto”, ha dichiarato Dino Maggioni, CEO del gruppo Mrangoni. “La sua nomina a responsabile del Central Technical Service è un’ulteriore riprova del nostro impegno continuo nel fornire il massimo livello possibile di assistenza clienti nell’industria della ricostruzione”.

ASSODIMI

A ottobre il 25° Congresso Nazionale Si svolgerà a Bologna, venerdì 13 ottobre, il 25° congresso Nazionale di Assodimi. Si terrà nella storica Villa Zarri, risalente al 1578, dove tutt’oggi viene distillato uno dei pochi brandy italiani. La costanza nella sperimentazione con i tempi scanditi dalla ricerca e dalla lenta distillazione faranno da cornice e contrapposizione all’incontro di tutti i noleggiatori italiani su varie importanti tematiche: “nuovi metodi di comunicazione del noleggio”, “nuovi scenari del noleggio” e “visioni per il noleggio di domani”. Il 2017 rappresenta il 25° anniversario dalla creazione di Assodimi: sarà quindi dato spazio a come il noleggio si è evoluto (o poco evoluto) in questo frangente e come dovrà farlo per rappresentare un vero servizio professionale. Il programma comprenderà momenti di incontro formativi e divulgativi, ai quali parteciperà anche Capoverso Editrice in qualità di

30 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

partner. Interverranno peraltro partner di noleggio europei di riferimento, che si confronteranno con la platea su come la comunicazione dei concetti di noleggio sta cambiando e come il servizio noleggio viene organizzato in Paesi diversi dal nostro. Parteciperanno al forum, tra gli altri, Kiloutou e Riwal. Saranno inoltre mostrati i numeri del noleggio e gli scenari italiani, presentando il nuovo sforzo di Assodimi per la creazione di uno studio trimestrale indipendente. Importanti saranno altresì gli interventi del presidente di Assodimi, che evidenzierà com’è cambiato il noleggio in 25 anni e come può o deve ancora evolvere, e sarà focalizzata l’attenzione sul mondo della tecnologia, sui prototipatori di start-up, sulle novità tecnologie orientate al noleggio di casa nostra (app, marketplace, eccetera) e sulla velocità con cui il mondo sta cambiando.


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ATTUALITA’ Mercato

COSTRUIRE LA RIPRESA Esattamente dieci anni fa cominciava la più grave recessione del dopoguerra. Le conseguenze sono state drammatiche in tutto il mondo e il settore delle costruzioni ha subito un crollo senza precedenti. Tornare ai livelli pre-crisi sembra ancora utopistico, ma finalmente le nebbie cominciano a diradarsi e si può guardare al futuro con un ragionevole ottimismo: con gli opportuni correttivi, il mercato può tornare a crescere di Lorenzo Zacchetti

L

a recessione economica globale ha una data d’inizio precisa. Il 7 agosto 2007 la banca francese BNP Paribas informava i sottoscrittori di tre suoi fondi di investimento dell’impossibilità di rimborsarli, a causa di “una complessa evaporazione di liquidità”. Cosa era successo? Per via della crisi dei

32 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

mutui subprime, la banca non era nemmeno più in grado di calcolare il valore degli attivi sottostanti! Era la mossa che svelava un bluff storico dei principali istituti di credito mondiali: per anni avevano erogato allegramente prestiti ad altissimo rischio in favore di clienti sprovvisti di idonee garanzie, in una logica di breve respiro che puntava soprattutto

ad aumentare i ricavi immediati e le remunerazioni dei loro dirigenti di punta. Come in un contrappasso dantesco, le scelte dettate dall’avidità degli speculatori si sono trasformate in una recessione che ha progressivamente travolto tutte le attività produttive globali, con un letale effetto domino che in breve tempo si è allargato oltre ogni possibile previsione.


Italia: timori e speranze Particolarmente gravi sono stati i danni arrecati al settore delle costruzioni, così strettamente legato al mercato immobiliare la cui “bolla” era direttamente connessa alla scintilla scatenante del fenomeno. Il decennio di recessione è stato lungo, doloroso e costellato di incertezze: ancora oggi, gli analisti non concordano sull’effettiva uscita dagli anni di maggiore difficoltà e soprattutto sulla possibilità di recuperare i livelli di prosperità che caratterizzavano gli scenari pre-crisi. È dal 2014 che gli annunci riguardanti la ripresa si alternano a performance deludenti da parte dei mercati. Bce e Fed (le banche centrali di Unione Europea e Stati Uniti d’America) sono convinte che il peggio sia ormai alle spalle e sul fronte italiano va sottolineato il forte rilancio di Piazza Affari, balzata ai vertici mondiali sulla scia della ripresa delle nostre banche dopo anni da incubo. Senza eccedere in ottimismo, si parla di una ripresa economica sincronizzata sui vari scenari mondiali, seppure con significative differenze sia tra tipologie di aziende, sia tra Paesi che procedono spediti (come Cina, Canada e Australia) e altri che invece hanno il fiatone già nei primi metri dopo il via. Secondo il “Financial Times”, l’Italia appartiene a quest’ultima categoria, insieme a Grecia e Portogallo. L’autorevole testata britannica prevede che il PIL italiano del 2017 si attesterà a 6,2 punti percentuali sotto il livello di dieci anni fa, a distanza siderale dalle “locomotive” della ripresa occidentale: Germania, Francia e Stati Uniti. Con toni fortemente critici nei confronti delle politiche economiche e fiscali adottate dagli ultimi governi italiani, gli inglesi puntano il dito sulla disoccupazione e sul dramma sociale rappresentato dai 4,5 milioni di nostri connazionali che vivono in condizioni di “povertà assoluta”. Analogamente, Mediobanca sottolinea come le imprese italiane siano ancora in grande difficoltà a causa della perdita di fatturato, con conseguente stallo del comparto industriale e dei servizi. Dopo anni nei quali molti hanno guardato all’Europa e alla globalizzazione come a minacce incombenti, è proprio il traino della ripresa internazionale che rappresenta la speranza per un rilancio dell’economia anche nel nostro Paese. Maggiore ottimismo si riscontra invece in Banca

EXPORT ITALIANO: LA FRANCIA È ANCORA AL TOP Il dato riguardante i principali 30 Paesi di destinazione dell’export di macchine edili, rappresentativi del 79,4% dell’export italiano, a fronte di un decremento del -1,7% del totale, risulta in controtendenza e cresce del 1,6% rispetto al primo trimestre 2016. Nei primi tre mesi del 2017 il podio di questa classifica rimane stabile e le esportazioni risultano in crescita su tutti e tre i mercati principali. La Francia, che a fine 2016 era balzata al 2° posto della classifica per poi a gennaio salire al 1° posto, in questo primo trimestre con un incremento del +31,1% si conferma il primo Paese di destinazione di macchine italiane.

Pos Paese

1° trim. 16

1° trim. 17

Var. % 17/16

1

FRANCIA

52.850.532

69.274.409

+31,1

2

USA

62.810.138

64.145.664

+2,1

3

GERMANIA

48.559.270

55.219.595

+13,7

4

REGNO UNITO

46.712.698

41.385.067

-11,4

5

SVIZZERA

16.053.286

21.879.525

+36,3

6

BELGIO

15.898.792

20.550.116

+29,3

7

TURCHIA

17.619.430

17.199.433

-2,4

8

INDIA

6.024.922

16.152.923

+168,1

9

CINA

22.042.608

15.810.433

-28,3

10 ALGERIA

81.546.488

15.009.806

-81,6

11 PAESI BASSI

11.899.673

12.553.685

+5,5

12 AUSTRIA

9.753.422

11.890.222

+21,9

13 AUSTRALIA

7.055.989

11.327.235

+60,5

14 SPAGNA

10.316.667

11.151.077

+8,1

15 POLONIA

7.376.204

11.056.463

+49,9

16 RUSSIA

8.940.953

10.551.109

+18,0

17 ARGENTINA

4.066.944

10.181.313

+150,3

18 ROMANIA

7.899.671

9.589.193

+21,4

19 A. SAUDITA

5.123.320

8.825.240

+72,3

20 SVEZIA

5.289.429

8.451.809

+59,8

21 MESSICO

9.064.386

8.357.240

-7,8

234.997

8.273.380

+3.420,6

23 EM.ARABI

22 LAOS

5.463.201

8.039.122

+47,2

24 SINGAPORE

5.062.098

8.019.309

+58,4

25 NORVEGIA

8.149.385

7.803.206

-4,2

26 MAROCCO

5.687.202

6.910.048

+21,5

27 TUNISIA

5.840.705

6.813.379

+16,7

28 REP.CECA

6.366.430

6.812.597

+7,0

29 ISRAELE

6.623.294

6.749.686

+1,9

30 DANIMARCA

7.681.992

6.221.648

-19,0

Totale Top 30

508.014.126

516.203.932

+16

Totale Mondo

661.637.548

650.533.578

-1,7

% Top 30 su Mondo

76,8

79,4

Fonte: Elaborazioni CRESME su dati ISTAT

settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 33


ATTUALITA’ GENTILONI È OTTIMISTA: “LA CRISI È ALLE SPALLE” La fiducia che caratterizza questa fase

contraddittorio ad altissimo tasso di

economica si è rispecchiata anche nell’ul-

imprevedibilità geopolitica”, sottoline-

tima edizione del Forum The European

ando come sul piano economico vi sia

House Ambrosetti. Il tradizionale con-

“un andamento economico general-

vegno che dal 1975 si tiene nella prima

mente positivo nel mondo in particola-

settimana di settembre a Villa d’Este di

re nel continente europeo fino al punto

Cernobbio, sul Lago di Como, ospita

di tradursi in un più generale investi-

gli interventi di autorevoli economisti,

mento di fiducia”. Alludendo alla Brexit,

premi Nobel, ministri, capi di Stato e di

il Premier ha aggiunto: “C’è una più ge-

Governo. Particolarmente determinato è

nerale ripresa di investimento di fidu-

apparso Paolo Gentiloni: “In questo con-

cia sull’Europa. Non è ancora il rifiorire

testo favorevole, anche se non privo di

del progetto europeo, ma se guardiamo

rischi, l’Italia arriva lasciandosi alle spalle

agli ultimi 14-15 mesi siamo in un mo-

la crisi più acuta che abbiamo avuto nel

mento di maggior fiducia nell’Europa”.

dopoguerra”, ha affermato il Presidente

In conclusione, Gentiloni ha detto:

del Consiglio. “Tra i tanti indici per me il

“Io non sono un Presidente del Consiglio

più importante è l’indice di fiducia, che

che promette miracoli. I miracoli li fan-

è quello più impalpabile. Ma se cresce,

no le famiglie e le imprese. In questi

nonostante le ansie comprensibili e an-

ultimi giorni siamo stati sommersi da

che le paure seminate ad arte, è uno de-

un diluvio di dati e statistiche... la dire-

gli elementi più incoraggianti per chi

zione di fondo è di una forte correzio-

governa. L’Italia è certamente fuori dalle

ne in positivo. Penso che se ci fosse un

sue difficoltà. Non ha risolto il proble-

premio per l’alta correzione in positivo

ma del debito pubblico e del ritardo del

lo vincerebbe l’Italia. Possiamo poi di-

Mezzogiorno, tuttavia – andando all’es-

scutere se staremo nel gruppo di testa.

senziale – ci sono dei punti evidenti, e il

Di certo siamo partiti stando sicuramen-

primo è il ritorno della crescita”.

te più indietro perché da noi la crisi è

Rispetto al quadro internazionale,

stata più acuta e se parti da molto indie-

Gentiloni ha parlato di “un contesto

tro hai chanche maggiori di altri”.

d’Italia e Confindustria, le cui previsioni sono state riviste al rialzo: Palazzo Koch prevede un +1,4% per il 2017 e un +1,3% per il 2018, mentre gli industriali lo scorso giugno hanno corretto le proprie analisi prospettando un +1,3% per l’anno in corso e un +1,1% per il successivo. Le macchine più vendute Entrando nello specifico del settore del movimento terra, a suffragare l’ottimismo nei confronti della ripresa è il rapporto elaborato da Ascomac sui dati relativi al primo semestre del 2017, che con 5.164 macchine vendute segna un +6,6% rispetto all’anno precedente. La costante ripresa ha consentito di recuperare una parte significativa della quota di mercato persa durante gli anni di maggiore sofferenza. Analogamente positivo è lo studio realizzato da ISTAT sui dati del commercio estero: le importazioni di macchine per le costruzioni sono cresciute per tutto il 34 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

2016 (+18,9% rispetto al 2015) e nel primo trimestre 2017 hanno totalizzato un ulteriore incremento del +5,7%. Il valore delle esportazioni, ancora in calo a fine 2016 del 7,8%, ha subito nei primi mesi del 2017 un andamento piuttosto oscillante, per poi chiudere il trimestre con un calo dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2016. La tendenza temporale nella vendita delle macchine per il movimento terra rappresenta un ulteriore segnale da tenere in considerazione: se i primi segnali di ripresa si sono registrati nel primo trimestre 2014 (+23,7%), in seguito la crescita è proseguita con un ritmo sempre più convinto, rispecchiato anche dall’andamento dei noleggi. A valle di questo percorso il consuntivo del primo semestre 2017 vede, oltre al già citato +6,6% sul 2016, un ragguardevole +28,1% sul 2015. In particolare spolvero è il comparto delle macchine movimento terra tradizionali, che con

1.470 macchine vendute supera non solo il dato del primo semestre 2016 (+14,0%) e 2015 (+30,8%), ma persino quello del 2011, che aveva totalizzato 1.361 macchine vendute o noleggiate. Tra le tipologie di macchine del settore spicca il balzo dei dozer: dal -28% del 2016 al +50% nel raffronto tra il primo semestre del 2017 e la metà iniziale dell’anno precedente. Le macchine che registrano la miglior performance di vendita sono gli escavatori cingolati, con 917 unità, che rappresentano una crescita del 10,7% su base annua e del 29,7% rispetto al 2015. In forte recupero anche gli escavatori gommati, che nonostante il calo delle vendite registrato nel primo trimestre chiudono la prima parte del 2017 con 65 macchine, ovvero in crescita del 10,2% rispetto al 2016. Le pale gommate, con 471 macchine vendute, superano del 20,5% il dato del 2016 e del 35% quello del 2015. In parziale controtendenza il dato delle terne, che scendono del 3,4% rispetto al primo semestre 2016, pur registrando una crescita del 59,3% in confronto al 2015. Il rapporto di Ascomac attribuisce la decrescita rispetto all’anno precedente alle terne rigide, la tipologia più rappresentativa all’interno del settore, che registra un -15,8%. Le terne AWS invece crescono del 18,8%. I mini passano da 3.234 a 3.329 macchine vendute o noleggiate, con un aumento del 2,9%: rappresentano l’85,6% del totale di settore e crescono del 2,8% rispetto al 2016 e del 30,1% rispetto al 2015. Anche per questo settore il raffronto con il dato del 2011 è del tutto positivo: in quel periodo le macchine vendute o destinate alle flotte noleggio erano 3.246, quindi la crescita è stata del +2,6%. I rulli stradali, con 131 macchine vendute o noleggiate, superano il dato del 2016 del 13,9%, con i tandem che registrano un +2,2%. Crescono dell’1,5% rispetto al 2016 anche le vibrofinitrici, nonostante il calo dell’11,1% registrato nel secondo trimestre 2017. I dumper articolati, che avevano chiuso il 2016 in calo del 31,8% rispetto al 2015, con 27 macchine totalizzate nei primi sei mesi dell’anno recuperano energicamente mercato, raggiungendo un incremento del 107,7% nel raffronto con la prima metà del 2016. Anche i sollevatori telescopici, dopo aver terminato il


2016 con una variazione negativa rispetto al 2015 pari al -68,6%, nel primo semestre registrano un aumento delle vendite/noleggi del 43,2%. Mercato internazionale Torna a salire anche la domanda interna di macchine per le costruzioni e lavori stradali. Dopo la temporanea flessione delle importazioni che si era registrata a febbraio (-3,5% rispetto allo stesso mese del 2016), a marzo – con 82,2 milioni di euro di macchine importate – la domanda interna cresce del 13,1% rispetto allo stesso mese del 2016. Ripristinato il trend positivo, il valore delle macchine importate nei primi tre mesi del 2017 raggiunge i 184,7 milioni di euro, superando del 5,7% il valore delle importazioni del primo trimestre 2016. Le macchine per il movimento terra, con un valore pari a 124,2 milioni di euro, vedono crescere le importazioni del 22,4% rispetto al primo trimestre 2016. Per le macchine stradali la crescita delle importazioni si attesta al 29,2%, ma sono quelle per il calcestruzzo a registrare in questo primo trimestre dell’anno l’incremento percentuale più alto: +33,8% rispetto al 2016. È invece rilevante il decremento delle importazioni su base annua per gli altri settori del comparto: le macchine per le perforazioni calano del 51,4%, seguite dalle gru a torre (-39,5%) e dalle macchine per la lavorazione degli inerti (-38,2%). Lo scorso mese di marzo ha segnato un dato positivo per le esportazioni di mac-

GLI INVESTIMENTI NELLE COSTRUZIONI* Var.% in quantità rispetto all’anno precedente

(*) Investimenti in costruzioni al netto dei costi per trasferimento di proprietà (°) Stima Ance Elaborazione Ance su dati Istat

chine per le costruzioni e lavori stradali: con 282 milioni di euro, l’aumento rispetto al 2016 è del 2,1%. Inoltre, il dato segue il +19% di gennaio, che aveva interrotto una tendenza negativa che perdurava da luglio 2016. Dopo il clamoroso passo indietro di febbraio (-18,8%), si intravede una normalizzazione del processo di ripresa. Il consuntivo del primo trimestre 2017 vede un totale di 650,5 milioni di euro in macchine esportate, con una flessione dell’1,7% rispetto all’anno precedente, determinato dagli unici due settori in calo: le macchine per le perforazioni (-26,3%) e per il calcestruzzo (-2,6%). Per entrambi i

settori anche il 2016 si era chiuso con un dato negativo, ma mentre per le prime la variazione del primo trimestre è ben più negativa di quella del 2016, per le macchine per il calcestruzzo è notevolmente più positiva. Positive le variazioni su base annua per gli altri settori: +23,5% per le macchine per la lavorazione degli inerti, +15,8% per le macchine stradali, +9,9% per le macchine movimento terra e +1,7% per le gru a torre. È positivo anche il saldo commerciale del comparto macchine per le costruzioni e stradali, dopo due mesi di montagne russe con il +24,4% di gennaio e il -24% di febbraio, entrambi su base annua. A marzo la chiusura del primo trimestre si attesta a 465,9 milioni di euro, che rappresenta un calo dell’1,8 sul 2015 e del 4,3% sul 2016. Va però precisato che sono solamente due i settori che influenzano il dato negativo dell’intero comparto; le macchine per le perforazioni (-29,4% su base annua) e le macchine per il calcestruzzo (-9,7%), mentre tutti gli altri mantengono un saldo positivo: +32,5% per le macchine stradali, + 20% per le macchine per la lavorazione degli inerti, +23,1% per le macchine movimento terra e +6,2% per le gru a torre. Nel complesso, il primo trimestre 2017 registra un saldo commerciale del comparto macchine per le costruzioni e lavori stradali di 465,9 milioni di euro, con un -4,3% sul 2016. Le macchine per la lavorazione degli inerti, che hanno totalizzato un valore settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 35


ATTUALITA’ pari a 41,2 milioni di euro, sono a +41,2% su base annua, registrando l’incremento più alto del comparto. Anche per le macchine per il lavori stradali e per le gru a torre in questi primi tre mesi del 2017 il valore del saldo è stato superiore, rispettivamente, del 12,2% e del 5%. Il dato più negativo lo registrano le macchine per perforazioni, che totalizzano il -21% rispetto al primo trimestre 2016, seguite dalle macchine per il calcestruzzo con il -7,4%. Cresce anche il totale delle esportazioni (vedi tabella per il dettaglio), che segna un +1,6% rispetto al primo trimestre 2016. Il rilancio delle costruzioni L’andamento del mercato delle macchine è ovviamente strettamente legato a quello del settore edile, dal quale ci si attende un salto di qualità: dal 2014 le compravendite sono in costante crescita e per il 2017 Ance prevede un ulteriore +8,6%, confermato dal consuntivo del primo trimestre. Banca d’Italia stima che l’aumento di mutui per l’acquisto di un’abitazione, dopo il +20,6% del 2016, registrerà un ulteriore incremento dell’11,5% nel corso dell’anno. Le stime di Ance sull’industria delle costruzioni sono tuttavia state corrette al ribasso. Dopo aver inizialmente previsto una crescita dello 0,8%, si è reso necessario

abbassare la previsione a un più modesto +0,2%. Seppure ancora insufficiente per recuperare il drammatico crollo del mercato, si tratta comunque di un’inversione di tendenza significativa, dopo nove anni di crisi ininterrotta. Nel dettaglio, l’Osservatorio Congiunturale sull’Industria della Costruzioni curato da Ance prevede che rimanga negativo il dato sulla nuova edilizia residenziale (-1,5% sul 2016), con un lieve aumento da parte del non residenziale (+0,2%) e una leggera crescita anche nella riqualificazione del patrimonio abitativo esistente (+0,5%), che rappresenta il 37,7% del totale degli investimenti nel settore. Per effetto delle misure contenute nella Legge di Bilancio 2017 (con particolare riferimento agli interventi sulla sicurezza abitativa e idrogeologica), Ance prevede che nel 2018 gli investimenti in costruzioni aumentino dell’1,5%, concretizzando il tanto atteso punto di svolta per il settore. A sostenere l’ottimismo dei costruttori è la riapertura del canale del credito: nel 2016 le concessioni di mutui per l’acquisto di case sono aumentate del 27,3% rispetto all’anno precedente. Se alcune delle misure finanziarie adottate dalla BCE non stanno dando i risultati sperati – per stessa ammissione di Draghi – Ance con-

sidera positivamente la riforma del Fondo di Garanzia per le PMI messa a punto dal Ministero per lo Sviluppo Economico, così come il previsto aumento del 23,4% negli stanziamenti per nuove opere pubbliche, dopo il +9% registrato nel 2016 e l’ulteriore slancio determinato dal superamento del patto di stabilità interno. Sono addirittura pari a 100 miliardi di euro le risorse che nei prossimi quindici anni si prevede verranno destinate alle opere pubbliche, soprattutto grazie al Fondo Investimenti inserito nella manovra finanziaria. Ovviamente, nemmeno il più ottimista degli analisti può dipingere un quadro tutto rose e fiori. Permangono nodi insoluti, come i gravosi ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione e il contratto di programma Anas (ancora bloccato dal 2016), ma la sensazione è che si sia finalmente arrivati al giro di boa. Dopo dieci anni nei quali c’è voluto un vero e proprio eroismo solamente per mantenere in vita le imprese, in condizioni di assoluta incertezza e mancanza di programmazione, è finalmente giunto il momento di progettare il futuro. ■

EFFETTO-DOMINO:

COME TUTTO È COMINCIATO “7 agosto 2007: il giorno in cui il mon-

zione di liquidità da 95 miliardi di eu-

bre 2008 Lehman Brothers ha portato i

do è cambiato”. È questa l’efficace de-

ro immessa nel sistema bancario. Il 17

libri in tribunale, realizzando il più gran-

finizione coniata da Adam Applegarth,

agosto anche la Federal Reserve è sce-

de tracollo bancario nella storia degli

allora alla guida della banca inglese

sa in campo con un taglio del tasso di

Stati Uniti.

Northern Rock, per raccontare il pro-

interesse principale dal 6,25% al 5,75%.

Il dramma non è rimasto confinato al

cesso innescato dopo il già citato an-

Interventi straordinari di tale portata

settore finanziario, coinvolgendo tut-

nuncio di BNP Paribas. Come nel gioco

non si verificavano dal settembre 2001,

ti i settori produttivi in ogni angolo del

del domino, si è innescato un mecca-

nelle ore di panico susseguenti all’at-

mondo. Dal 2011 al 2013 si è verificata la

nismo che ha rapidamente sgretolato

tacco alle Torri Gemelle di New York, ma

crisi del debito sovrano in Europa, men-

una situazione consolidatasi nei decen-

era comunque troppo tardi. Il virus del-

tre nel 2015 è crollato il mercato aziona-

ni precedenti. Solo poche ore dopo la

la crisi aveva ormai infettato il mondo

rio cinese, in un Paese che, pur ponen-

decisione dei francesi, un altro fondo

della finanza in maniera irrimediabile.

dosi come nuovo leader mondiale, an-

europeo del valore di 750 milioni di eu-

Northern Rock è stata nazionalizzata,

cora oggi presenta un inquietante rap-

ro è stato congelato, mentre una banca

così come in seguito accaduto anche a

porto tra debito e Pil che supera il 300%.

dei Paesi Bassi ha ritirato i collocamen-

Fannie Mae e Freddie Mac; il numero

In un succedersi di eventi che hanno di-

ti previsti dopo aver riscontrato perdi-

uno di Merryl Lynch Stanley O’Neal si è

strutto imprese e attività di ogni genere

te dovute alla crisi dei subprime. Due

dimesso dopo aver comunicato perdi-

e dimensioni, causando perdite di posti

giorni dopo la Bce ha provato a tampo-

te per quasi otto miliardi di dollari e, in

di lavoro e nuove povertà, nessuno ha

nare la falla intervenendo con un’inie-

una drammatica escalation, nel settem-

più potuto considerarsi al sicuro.

36 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017


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XT:

la taglia “su misura” Il costruttore svedese ha avviato la seconda fase del lancio più importante della sua storia – iniziato nel 2016 con la presentazione della nuova generazione di veicoli per il lungo raggio – con l’introduzione di nuova gamma “modulare” pensata specificatamente per l’industria delle costruzioni. Siamo andati a provarla in Svezia di Ettore Zanatta

D

opo la prima fase del lancio della nuova generazione di veicoli avvenuta nel 2016, con la presentazione delle soluzioni per le applicazioni tipiche del lungo raggio, Scania prosegue il suo programma di rinnovamento introducendo i mezzi (e relativi servizi) pensati per l’industria delle costruzioni. Il costruttore svedese ha ridefinito i confini di questo segmento di mercato con Scania XT, una gamma modulare composta da mezzi (o meglio, da configurazioni) “su misura” caratterizzati da un

38 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

design robusto e rinforzato e che – sia dal punto di vista estetico che delle funzionalità – sono progettati per chi opera negli ambienti più gravosi. La gamma – disponibile per tutte le versioni delle cabine serie P (novità), G (introdotte lo scorso giugno), R e S (presentate nel 2016) e per tutte le motorizzazioni – è composta da veicoli dotati di un paraurti che attribuisce loro un aspetto inconfondibile, in grado di trasmettere una sensazione di resistenza e robustezza. Questo elemento rinnovato sporge di 150 mm e fornisce un angolo di attacco

di circa 25°, a seconda della configurazione di pneumatici e telaio, ed è uno degli elementi distintivi di questa serie. La parte frontale dei veicoli si presenta quindi robusta, in grado di resistere a forti impatti o collisioni. Nella parte centrale frontale, sotto la targa, si trova anche un gancio omologato per trainare fino a 40 t, basilare per l’eventuale movimentazione di emergenza del veicolo. L’affermazione del marchio Mentre nel segmento del lungo raggio il costruttore svedese è riconosciuto come


un fornitore di indubbio valore di veicoli efficienti e affidabili, in quello della cantieristica la sua di rinomanza non è attualmente ai livelli desiderati. Ma l’obiettivo è chiaro e preciso: “Il fatto che i prodotti Scania siano così apprezzati e rispettati a tutte le latitudini è un’ulteriore testimonianza del potenziale che avevamo ancora prima di questo lancio”, ha affermato Franco Fenoglio, presidente e AD di Italscania. “Con la gamma XT prevediamo di raggiungere anche i potenziali clienti dell’industria delle costruzioni nei mercati in cui siamo relativamente meno presenti e affermati, come ad esempio in quello italiano, dove alcune unità sono già a disposizione dei nostri clienti, pronte per essere sottoposte a prove sul campo. I veicoli appena lanciati non sono solo degli straordinari strumenti di lavoro, ma assicurano sia una migliore economia operativa totale che la massima sicurezza agli operatori. Ora tocca a noi imporre maggiormente il nostro marchio

anche nell’ambito delle costruzioni, dove non abbiamo nulla da invidiare (anzi) a quanto proposto da altri competitor più presenti, fino ad ora, in questo comparto”. Un mezzo per ogni esigenza L’approccio modulare che Scania ha adottato anche per lo sviluppo di questa generazione di veicoli offre un alto potenziale di personalizzazione, dunque. Al design di base, ad esempio, possono essere aggiunti due pacchetti di equipaggiamento esclusivi, uno per gli esterni e uno per gli interni. Il primo è caratterizzato da specchietti retrovisori extra-robusti, parasole esterno e luci supplementari incassate sul tetto, mentre quello per gli interni comprende ad esempio sedili in versione speciale, tappetini in gomma con bordi rialzati, vani porta-oggetti e un modulo supplementare che permette di estendere il cruscotto, per consentire l’installazione di comandi destinati all’azionamento dell’equipaggiamento supplementare e

dell’allestimento. Ma la libertà di scelta non si limita alle cabine (i cui interni sono stati ottimizzati ai fini del comfort, spostando la postazione in modo da esaltarne la comodità) e alle configurazioni degli assali; anche la gamma di motori tra cui optare è ampia e un XT può spaziare dalla nuova generazione di propulsori V8 a quelli da 9 l introdotti di recente, passando per i 13 l più efficienti in termini di consumi lanciati lo scorso anno con 4 livelli di potenza differenti: 370 CV, 410 CV, 450 CV e 500 CV. Ma non è tutto. Scania ha introdotto anche il suo primo freno di stazionamento elettronico della storia e ha prestato molta attenzione – dopo aver studiato alcune autovetture come VW e Audi – anche a fattori quali la maggiore facilità di ripartenza e, in generale, oltre ai vari componenti e soluzioni sviluppati specificatamente per l’industria delle costruzioni, ha incluso nuove soluzioni davvero rilevanti: tra queste rientrano

settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 39


MACCHINE

LA NUOVA GENERAZIONE DI MEZZI PER SFIDE GRAVOSE SCANIA XT SI DISTINGUE PER LA SUA MODULARITÀ E PER ALCUNE SPECIFICITÀ ADOTTATE, COME AD ESEMPIO LE SOSPENSIONI A BALESTRA PIÙ ROBUSTE, IL FRONTALE IRROBUSTITO, LE GRIGLIE DI PROTEZIONE, LE PRESE D’ARIA POSTERIORI E GLI SCARICHI VERTICALI. LE SOLUZIONI “SU MISURA” SONO DIVENTATE UNA SORTA DI MARCHIO DI FABBRICA PER SCANIA, COSÌ COME LA CAPACITÀ DI COMBINARE I COMPONENTI ESISTENTI IN MODO DA SODDISFARE LE DIVERSE ESIGENZE DEI SINGOLI CLIENTI, IN QUESTO CASO NELL’INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI

alcune opzioni come le prese d’aria posteriori in due versioni differenti (una delle quali progettata per le applicazioni più gravose) e, novità mondiale, il terzo pedale della frizione (Opticruise di V generazione con “Clutch on demand”), che l’operatore può decidere se utilizzare o meno, a suo piacimento e sensibilità. In più: ora Scania offre una sospensione meccanica a quattro punti in due versioni differenti: la versione HD, in particolare, consente un maggiore comfort, per attenuare le sollecitazioni più intense nella guida fuoristrada. Un’altra funzionalità apprezzata dagli operatori è la possibilità di personalizzare i passaruota e i bordi dei parafanghi in base alle ruote e alle sospen-

sioni. La scelta di sospensioni meccaniche o ad aria dipende da numerosi parametri e una configurazione piuttosto comune è rappresentata da una combinazione di entrambe, con sospensione parabolica anteriore e sospensione ad aria posteriore. Tuttavia, la Casa svedese ha introdotto una nuova opzione: la 2x33 per assali anteriori da 9 t, cioè una sospensione parabolica progressiva in acciaio con due balestre da 33 mm. Il risultato è un ideale bilanciamento tra comfort, caratteristiche fuoristrada e tenuta di strada. Anche una barra anti-rollio di nuova concezione per il secondo assale contribuisce ad aumentare la tenuta di strada dei veicoli con doppi assali anteriori sia su strade regolari che fuoristrada, ma soprattutto durante le fasi di scarico del ribaltabile su superfici irregolari. Scania, poi, consente ora di combinare un sistema di frenata elettronico (EBS) con freni a tamburo sui veicoli

ABBIAMO AVUTO LA POSSIBILITÀ DI TESTARE UNA SELEZIONE DI MEZZI NEL CIRCUITO DI PROVA DELLO STABILIMENTO SCANIA, A SÖDERTÄLJE. L’INTRODUZIONE DELLA GAMMA XT - GIÀ DISPONIBILE SUL MERCATO - SEGNA L’INIZIO DI UNA “OFFENSIVA” MIRATA CON SOLUZIONI SU MISURA DESTINATE AI CLIENTI PIÙ ESIGENTI DELL’INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI IN EUROPA

a 3 assi. Infine, sono stati introdotti ingranaggi elicoidali per i riduttori ai mozzi, che contribuiscono a ridurne la rumorosità e prolungarne la durata. L’importanza del servizio Gli Scania XT sono realmente veicoli realizzati “su misura”, poiché configurabili per un’ampia serie di applicazioni LA GAMMA XT DISPONIBILE PER TUTTE LE VERSIONI DELLE CABINE SERIE P, G, R E S E PER TUTTE LE MOTORIZZAZIONI E SI CARATTERIZZA PER UN ROBUSTO PARAURTI SPORGENTE DI 150 MM CHE ATTRIBUISCE AL VEICOLO UN ASPETTO INCONFONDIBILE, SINONIMO DI RESISTENZA E ROBUSTEZZA 40 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017


SCANIA HA AMPLIATO LA GAMMA DI CABINE DISPONIBILI PER I PROPRI VEICOLI DI NUOVA GENERAZIONE. LA FOTO MOSTRA L’INTERNO DELLA VERSIONE MEDIO-PROFONDA DI UNA CABINA G (CHE SI APPRESTA A ESSERE LA FAVORITA NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI) CON TETTO NORMALE

differenti, spesso estreme o gravose, sia in strada che fuoristrada. I mezzi operanti nell’ambito delle costruzioni, però, impongono requisiti specifici non solo in termini di configurazione e caratteristiche di guida differenti, ma anche di assistenza, sotto forma di servizi. Anche la manutenzione e le riparazioni, infatti, devono soddisfare aspettative elevate, in quanto i veicoli sono utilizzati anche (e soprattutto) in “L’introduzione della gamma XT segna l’inizio di un’offensiva mirata con soluzioni su misura, progettata da Scania nel corso degli ultimi 10 anni, destinate ai clienti più esigenti dell’industria delle costruzioni in Europa. L’obiettivo è raggiungere in questo segmento di mercato la medesima rinomanza conquistata in tutto il mondo nelle applicazioni del trasporto a lungo raggio. In particolare, contiamo di raggiungere una quota di mercato in Italia del 15% (il 18% in Europa) entro il 2020. La gamma è perfetta per affrontare le sfide più gravose e per i clienti che esigono mezzi affidabili, su cui poter sempre fare affidamento. Questo lancio rappresenta il secondo step di un progetto avviato nel 2016, con soluzioni per 11 applicazioni nel lungo raggio; ora, con l’introduzione delle nuove cabine Scania XT, delle sospensioni a balestra e dei doppi assali trattivi, gli operatori di questo settore potranno ordinare tutte le configurazioni desiderate,

cave e cantieri edili e quindi soggetti a livelli di usura considerevoli; allo stesso tempo, possono essere impiegati per migliaia di chilometri su strada e quindi è imperativo ridurre il consumo di carburante; per non parlare di contesti come i cantieri urbani, che impongono visibilità e manovrabilità. Bene, a fronte di tutto ciò, agli operato-

L’OPINIONE

specifiche per affrontare le varie sfide del loro lavoro quotidiano in cantiere. L’interesse nei confronti della nuova generazione è enorme, anche perché gli operatori dell’industria delle costruzioni attendevano da tempo le cabine medio-profonde, le nuove motorizzazioni e le tipiche configurazioni 6x4 o 8x4 di cui avevano bisogno. L’interesse è rafforzato dal fatto che abbiamo deciso di puntare su una stretta partnership con i clienti, ponendo sempre al centro la loro redditività sostenibile. Con questo lancio possiamo affermare di essere quasi a metà dell’opera: l’introduzione dell’intera nuova generazione di veicoli sarà infatti completata in tutti i mercati nel 2019, quando avremo sviluppato l’offerta più ampia a livello globale di soluzioni di trasporto all’avanguardia per i nostri potenziali clienti in più di 100 mercati. Ciò rappresenta un investimento combinato in

ri dell’industria delle costruzioni Scania offre – oltre a macchine di assoluta affidabilità e produttività – dei servizi mirati (uno su tutti, il Fleet Care), al fine di ottenere un’adeguata economia operativa, maggiore efficienza, un alto livello di utilizzazione dei veicoli e un quadro più completo di costi, ricavi e posizione della flotta. ■

formazione e relazioni con i clienti di ben oltre 1 miliardo di SEK (oltre 100 milioni di euro), che potrà consentire di elevare il marchio Scania e il potenziale dell’azienda a nuovi livelli in prospettiva globale”.

CHRISTIAN LEVIN

EXECUTIVE VICE PRESIDENT SALES AND MARKETING DI SCANIA

settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 41


MACCHINE Vermeer Italia

Una tecnologia

CHE “SBANCA” L’azienda veronese propone sul mercato un’ampia gamma di macchine e tecnologie destinate a più settori specializzati in ambito cantieristico. Tra queste, i cosiddetti Terrain Leveler, soluzioni all’avanguardia per la coltivazione delle cave e gli sbancamenti di Stefano Vitali

42 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017


T

rencher e perforatori orizzontali, ma anche cippatrici, trituratori e fresaceppi, oltre a un’ampia gamma di macchine destinate alla posa di sottoservizi e pipeline, alla lavorazione del legname per l’energia rinnovabile, alla realizzazione di strade, autostrade e linee ferroviarie: questo è quanto – attraverso la sua sede di Nogarole Rocca (Vr) e la sinergia con strutture logistiche a Roma, Bari e Caltanissetta, nonché con una rete di tecnici affiliati –

Vermeer Italia propone agli operatori del mercato nazionale, insieme a un professionale supporto tecnologico che consente ai clienti di svolgere il proprio lavoro nel miglior modo possibile, ottimizzandone le risorse in termini economici e di tempistiche. Citandolo, viene automatico associare il marchio Vermeer alla sua nutrita gamma di trencher e perforatori orizzontali, autorevoli e apprezzati esponenti a livello mondiale delle tecnologie HDD (Horizontal Directional Drilling), spesso la soluzione più efficace per installare sottoservizi, e No-Dig, per la posa di condotte senza bisogno di aprire scavi a cielo aperto: in questi ambiti, certamente l’azienda mette a disposizione degli operatori una serie molto diversificata di macchine e attrezzature; ma un comparto in cui l’azienda si sta distinguendo e accrescendo la sua quota di mercato è

quello della coltivazione delle cave e degli sbancamenti, dove propone sistemi all’avanguardia la cui applicazione consente di aumentare la capacità produttiva e ridurre i costi generali di cantiere. Parliamo dei cosiddetti Terrain Leveler. Una tecnologia produttiva Grazie ai sei modelli di frese Terrain Leveler proposti sul mercato da Vermeer Italia si possono ottimizzare le tempistiche di lavorazione e ridurre sensibilmente i costi, ottenendo una qualità di lavoro spesso e volentieri superiore, sia in cava che nei tradizionali interventi di sbancamento. Esemplare l’applicazione in quest’ultimo ambito, dove il Terrain Leveler rappresenta un mezzo che ha già collezionato diversi successi e dove i cantieri risultano essere più “veloci” e ordinati, con una quantità inferiore di mezzi all’opera.

IL TERRAIN LEVELER T1255 È IL MODELLO DI PUNTA DELLA PRODUZIONE VERMEER ED È STATO PROGETTATO PER MIGLIORARE LA COLTIVAZIONE DELLE CAVE, LA RIMOZIONE DI TERRENI SUPERFICIALI E LE LIVELLAZIONI PER LA PREPARAZIONE DI CANTIERI, LA COSTRUZIONE DI STRADE O L’ESECUZIONE DI INTERVENTI CORRETTIVI SUL SUOLO settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 43


MACCHINE

LA SCHEDA TECNICA I Terrain Leveler di Vermeer

T855III TL

T955III TL

T1055III TL

T1155III TL

T1255 TL

T1655 TL

Potenza motore:

350 HP

415 HP

415 HP

540 HP

600 HP

1.200 HP

Profondità di scavo max.:

81,3 cm

81,3 cm

81,3 cm

63,5 cm

68,6 cm

71,1 cm

Ampiezza di scavo max.:

259,1 cm

335,3 cm

335,3 cm

335,3 cm

365,8 cm

457,2 cm

Peso (range):

29.48342.637 kg

35.38049.441 kg

39,46356.245 kg

54.43177.110 kg

68.03992.986 kg

185.972 kg

In definitiva, scegliendo di eseguire uno sbancamento con un Terrain Leveler si possono ottenere molteplici vantaggi: si risparmia sui costi di cantiere; si porta a termine il lavoro in tempi più rapidi; serve un parco macchine molto ridotto (necessitano solo mezzi adibiti al caricamento e alla movimentazione del materiale di risulta), a garanzia di un abbattimento dei costi di manutenzione, gestione e acquisto; i volumi di carico, grazie alla pezzatura prodotta direttamente dalla macchina, vengono ottimizzati in tutte le fasi di trasporto. Grazie a queste frese, dunque, si eliminano molti passaggi e si ottiene parallelamente un materiale di pezzatura ridotta. Questi mezzi possono fresare in modo uniforme aree fino a 3,7 m di larghezza e 82 cm di profondità in un solo passaggio: il portafoglio prodotti Vermeer, infatti, mette a disposizione un ventaglio di soluzioni idoneo a qualsiasi tipologia di cantiere, dagli ampi spazi della cava al lavoro in galleria. L’equipaggiamento Terrain Leveler, peraltro, è molto versatile: ogni macchina può essere convertita in trencher e viceversa, offrendo varie applicazioni in un unico mezzo. Medesimo concetto generale vale nelle cave.

Nel sistema tradizionale, la coltivazione di questi siti estrattivi richiede passaggi di lavorazione piuttosto impegnativi. L’uso di esplosivi è sempre stato complicato (parliamo di regolamentazioni complesse, frutto di particolari cautele e procedure di sicurezza lunghe e costose e che implicano molte criticità nei confronti della pubblicazione amministrazione e delle popolazioni attigue ai siti) e oggi, spesso, è ancor più difficoltoso vista appunto la vicinanza a centri abitati; l’impiego di martelli demolitori idraulici e di impianti di frantumazione primaria, altresì, comporta investimenti onerosi e molti passaggi di lavorazione per poter ottenere il materiale richiesto. In tale contesto, il Terrain Leveler permette di eliminare del tutto sia l’uso di esplosivo che l’impiego di demolitori e impianti e, di conseguenza, anche l’iter produttivo. Nella fattispecie, questo sistema permette

di smantellare i mezzi di lavorazione obsoleti, dotandosi di un sistema all’avanguardia frutto di decenni di ricerca e sviluppo: durante le operazioni, grazie alla fresa a tamburo e agli appositi laser di rilevazione di pendenza e profondità collegati con il sistema operativo delle macchine, con pochi passaggi è possibile sbancare aree anche molto estese, ottenendo un materiale di pezzatura molto ridotta pronto per essere riutilizzato come fondo stradale su cui stendere l’asfalto. Sicuri ed economici Sono sei, dunque, le versioni di Terrain Leveler proposte da Vermeer Italia sul mercato. Si inizia dal modello T855III, dotato di motore a iniezione elettronica ATAAC CAT C9 ACERT Tier 3 e accessoriato con un’attrezzatura a fresa di superfice, in grado di ridurre i tempi delle attività di cava e idoneo per la preparazione di siti per costruzioni, la demolizione di strade o la sistemazione del suolo. Si continua con il T955III, dotato dello stesso motore CAT in grado di fornire tutta la coppia necessaria per scavi di superficie. Il T1055III, invece, è equipaggiato con un motore a iniezione elettronica CAT C13 ACERT Tier 3, che forni-

I TERRAIN LEVELER CONSENTONO IL RIPRISTINO DI CAVE DISMESSE, PERMETTENDO AL CONTEMPO DI OTTENERE UN RISULTATO OTTIMALE CON LA MASSIMA SICUREZZA ED ECONOMICITÀ 44 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017


sce la potenza necessaria per livellare superfici in cantiere o in cava; abbinato al sistema di taglio “top-down”, questo modello raggiunge una forza di penetrazione maggiore. Per la coltivazione di cave è poi indicato il T1155III: con una potenza di 540 HP conferita da un motore turbo CAT C15 ACERT Tier 3, presenta un’elettronica sofisticata che lo rende

una soluzione particolarmente interessante nel panorama delle frese di superficie. Il prodotto di punta in quest’ambito è però il T1255III, progettato specificatamente per migliorare la coltivazione di questi siti, la rimozione di terreni superficiali e le livellazioni per la preparazione di cantieri, la costruzione di strade o l’esecuzione di interventi correttivi sul suolo.

Quando serve eseguire una lavorazione a filomuro questa macchina lo consente, raggiungendo una profondità di scavo di 68,6 cm. Il modello più grande è invece il T1655III: costruito sul telaio del trencher Vermeer Commander 3 e abbinato a un’attrezzatura brevettata per lo scavo in superficie, questo Terrain Leveler poggia su una piattaforma comprovata e apprezzata dal mercato. I due motori CAT forniscono 1200 HP di potenza. La cabina, equipaggiata con un sistema operativo TEC Plus, consente di comunicare con tutti i moduli di controllo: durante l’attività, essendo dotata di sospensioni pneumatiche, consente all’operatore di lavorare in un ambiente confortevole nonostante le condizioni di lavoro notoriamente estreme dell’attività mineraria. ■ LE FRESE DA CAVA E SBANCAMENTI TERRAIN LEVELER CONSENTONO, GRAZIE ALLA LORO FLESSIBILITÀ, DI ESEGUIRE ANCHE LAVORAZIONI A FILOMURO

L’OPINIONE “Vermeer è una realtà affermata a livello mondiale e dalla sua sede di Pella, nello stato dell’Iowa (Stati Uniti), si è costantemente espansa in ogni continente e quasi in ogni paese del pianeta. Per la commercializzazione dei suoi prodotti ha creato una rete di dealer indipendenti legati al suo marchio, che promuovono e vendono tutta la gamma dei prodotti fornendo anche servizi altamente professionali in termini di post-vendita, assistenza, ricambistica, consulenza e formazione per gli operatori. Vermeer Italia è un esempio vincente di questa strategia distributiva e da diversi anni ha raggiunto un’importante quota di mercato sul territorio nazionale in ogni settore coperto dalle tecnologie Vermeer, nonostante la ben nota situazione di crisi che ha colpito il settore delle costruzioni negli ultimi anni. Grazie alle sue capacità commerciali, Vermeer Italia si è espansa anche in questo periodo, concorrendo peraltro all’apertura di nuovi concessionari in altri paesi del Mediterraneo (Marocco, Tunisia e Spagna), oltre che in Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Serbia e Montenegro. Tutto ciò, fornendo parallelamente a prodotti di altissima qualità un supporto al cliente sempre puntuale, nonché servizi tesi alla crescita professionale degli addetti ai lavori. Vermeer Italia, infatti, è da sempre impegnata nella promozione della sicurezza e nella formazione degli operatori, perché solo con una squadra preparata si portano

a termine i lavori senza rischi e nel migliore dei modi. Per questo motivo, da oltre 15 anni, organizziamo periodicamente corsi HDD per le imprese che andranno a utilizzare le macchine in cantiere, così come siamo promotori del progetto HDD Academy, per la formazione – già in età scolare – di ‘potenziali’ e futuri operatori, in sinergia con istituti tecnici. Grazie all’impegno e alla cooperazione di docenti e dirigenti stiamo ottenendo un notevole interesse da parte degli studenti, che hanno l’opportunità di conoscere il ‘mondo Vermeer’ e di inserirsi in un mercato in cerca di figure valide e specializzate”.

PIERLUIGI LELLI

AMMINISTRATORE DELEGATO DI VERMEER ITALIA

settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 45


MACCHINE Soilmec

LA SFIDA DELLA TIGRE Il titolo non richiama il primo libro della saga letteraria dello scrittore britannico Bernard Cornwell, bensì il nome della linea a cui appartiene la nuova idrofresa SC-135 Tiger, una macchina imprescindibile per ogni cantiere in cui è richiesto uno “specialista” nella realizzazione di diaframmi di Pietro Gabrielli

46 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017


L

a nuova idrofresa Soilmec SC-135 Tiger è un concentrato di innovazioni che permette di raggiungere nuovi traguardi nella realizzazione di diaframmi in cantieri quali, ad esempio, metropolitane, fondazioni per aree commerciali e residenziali, costruzione di porti e dighe. Questa nuova macchina – che racchiude in sé tutte le peculiarità del concetto “Hydromill” del costruttore di Cesena, una tecnologia che consiste in un avanzato sistema di scavo eseguito con idrofrese speciali ideate per aumentare lo spettro delle opportunità operative nei progetti infrastrutturali – consente di eseguire interventi con la massima precisione e il più accurato livello

di controllo della verticalità di scavo, in molteplici condizioni di suolo. Lo specialista dei diaframmi L’idrofresa SC-135 Tiger è stata realizzata per affrontare ogni genere di cantiere in cui vengono realizzati diaframmi, anche nei siti più congestionati. Ciò grazie a una serie di innovazioni apportate in fase di progetto. Quest’idrofresa, innanzitutto, raggiunge profondità importanti già nella versione standard: 100 m. Allestita con differenti kit, però, è in grado di raggiungere profondità di 120 m, per arriva-

re anche fino a quota 150 m. Inoltre, contrariamente a quanto accade in altre tipologie di macchine, qui l’impianto idraulico della base macchina non è a rischio di “contaminazione” con i fanghi di scavo: un sistema brevettato, questo, che evita costi gravosi e aggiuntivi e problematiche tecniche-operative spesso riscontrabili nell’utilizzo di questa tecnologia di scavo. Ma è tutto l’insieme che presenta diversi miglioramenti, frutto di anni di esperienza di Soilmec nel settore, nell’ottica di garantire la sicurezza degli operatori e l’operatività della macchina stessa. Controllo, prestazioni e affidabilità: questi gli obiettivi che si è posta Soilmec nella realizzazione della SC-135 Tiger.

settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 47


MACCHINE tutto nei cantieri di piccole dimensioni, dove il cambio di orientamento dell’idrofresa risulta essere un’operazione complicata, che aumenta le perdite di tempo e aumenta, di conseguenza, i costi. Una tecnologia importante, dunque, che si affianca al sistema DMS: esso consente il monitoraggio in tempo reale di tutti i parametri della fase di perforazione e del processo di produzione includendo un sensore di posizionamento a doppio asse o triassiale (opzionale) che controlla la geometria del pannello in funzione della profondità.

LA NUOVA IDROFRESA SOILMEC SC-135 TIGER È PROGETTATA PER OTTENERE LE PIÙ ALTE PRESTAZIONI NELLA REALIZZAZIONE DI DIAFRAMMI. IN VERSIONE STANDARD RAGGIUNGE I 100 M DI PROFONDITÀ, MA APPOSITAMENTE ALLESTITA PUÒ ARRIVARE ANCHE A 120 E 150 M

Oltre a quanto già citato, ciò viene assicurato ad esempio dai filtri ad alta pressione inseriti nelle linee idrauliche principali, che impediscono guasti causati dalla contaminazione dell’olio idraulico, garantendone la qualità costante. In generale, tutto il layout della macchina è pensato per essere facilmente accessibile e offrire un’adeguata manutenibilità, con un’attenzione particolare alla sicurezza: per questo motivo sono presenti piattaforme, scale e corrimano atti a garantire agli operatori una gestione ottimale del mezzo, nonché punti di aggancio e di sollevamento per consentirne l’adeguata movimentazione e il successivo trasporto. Il motore? L’idrofresa SC-135 Tiger è dotata di un propulsore CAT C27 ACERT da 708 kW: una potenza molto elevata, considerata appositamente per poter usufruire di energia in qualsiasi condizione operativa e climatica, anche la più gravosa. Struttura e operatività Dal punto di vista strutturale, è importante evidenziare la modularità dell’idrofresa SC-135 Tiger, che può essere smontata in più componenti in vista del suo trasporto: nonostante in fase di lavoro superi le 200 t, infatti, la macchina può essere agevolmente trasportata e il componente più grande (base macchina) risulta essere pesante “solo” 45 t. Quello raggiunto in tal senso è un eccellente risultato e comporta vari vantaggi 48 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

economici, in particolare in quelle aree dove le normative relative ai trasporti sono molto restrittive. Dal punto di vista operativo, invece, è bene sottolineare la conformazione del suo modulo di scavo. Il girevole idraulico qui presente, infatti, gli consente di ruotare di ±90°: questa caratteristica permette – specialmente in ambito urbano o nella realizzazione di pannelli a “T” o a croce – di poter lavorare senza muovere la macchina, ma semplicemente ruotando il modulo stesso. Questa caratteristica è utile soprat-

LA IDROFRESA SC-135 TIGER, UTILIZZATA RECENTEMENTE IN UN GROSSO PROGETTO CHE HA COINVOLTO L’AREA PORTUALE DI ISTANBUL

Una Tigre per Trevi Il progetto dell’area portuale Salipazari di Istanbul – circa 1.200 m di costa, per una superficie di circa 100.000 m2 – è un caso esemplare di efficacia offerta dall’idrofresa Soilmec SC-135 Tiger. Qui Trevi ha partecipato alla realizzazione di un moderno terminale per le navi da crociera, la costruzione di camminamenti sul lungomare (chiuso al pubblico da circa 200 anni), la riconfigurazione della piazza di Tophane, il restauro di edifici storici e la riqualificazione dell’area portuale Salipazari. Il nuovo terminal svolgerà un ruolo fondamentale nel progetto, in quanto costituirà il primo sistema di ponti d’imbarco sotterraneo per navi al mondo: i passeggeri potranno uscire ai pontili di imbarco e raggiungere la zona del terminal attraverso il tunnel che sarà costruito lungo il molo;

L’INTERO LAYOUT DELLA IDROFRESA SC-135 TIGER È STATO PENSATO PER ASSICURARE UNA FACILE ACCESSIBILITÀ E MANUTENTIBILITÀ


LA COMPLESSITÀ DEL PROGETTO IN CUI È STATA IMPIEGATA LA IDROFRESA SOILMEC HA PREVISTO LA REALIZZAZIONE DI STRUTTURE SOTTERRANEE SIA IN AREE APERTE CHE AL DI SOTTO DEGLI EDIFICI STORICI ESISTENTI E HA RICHIESTO L’IMPIEGO DI UNA VASTA GAMMA DI TECNOLOGIE PER LA REALIZZAZIONE DELLE OPERE DI SOSTEGNO DEGLI SCAVI, DI FONDAZIONE E DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO IN UN CONTESTO A ELEVATA SISMICITÀ

spostando tutte le operazioni del terminal e le aree doganali sottoterra, la costa sarà restituita alla città. L’impresa cesenate ha contribuito attivamente alla progettazione mettendo a disposizione la propria pluriennale esperienza e il suo know-how. La complessità del progetto – che ha previsto la realizzazione di strutture sotterranee sia in aree aperte che al di sotto degli edifici storici esistenti – ha richiesto l’impiego di una vasta gamma di tecnologie per la realizzazione delle opere di sostegno degli scavi, di fondazione e di consolidamento del terreno in un contesto a elevata sismicità. Le soluzioni adottate hanno richiesto l’impiego di attrezzature allestite per ottenere le più elevate prestazioni tra cui, appunto, la nuova idrofresa SC-135 Tiger con modulo fresante SH-40 e la nuova Soilmec SR-95 in allestimento TurboJet. ■

LA SCHEDA TECNICA SC-135 Tiger - Hydromill Peso operativo:

205.000 kg

SOTTOCARRO (carreggiata fissa): - Larghezza totale:

6.300 mm

- Larghezza pattini:

1.000 mm

- Lughezza totale cingoli:

7.200 mm

PROPULSORE (CAT C27 ACERT) - Potenza nominale:

708 kW a 1.800 giri/min

- Conformità motore:

EU Stage IIIB-US EPA Tier 4f

SISTEMA IDRAULICO - Portata (all'utensile di scavo):

3 x 460 l/min

- Portata (alla macchina base):

2 x 460 l/min

ARGANO PRINCIPALE (a discesa controllata) - Trazione nominale (primo strato):

297 kN

- Diametro fune:

26 mm

CONFIGURAZIONE DI TRASPORTO MACCHINA BASE - Larghezza:

3.500 mm

- Lunghezza:

8.600 mm

- Peso:

45.000 kg

PROFONDITÀ MASSIMA - Spessore pannello (range): - Lunghezza pannello (range): - Coppia (range): - Peso del modulo fresante (range):

150 m 700 / 2.000 mm 2.600 / 3.200 mm 78 - 153 kN 30.000 / 50.000 kg

settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 49


MACCHINE Bomag

FORMA E SOSTANZA Delineiamo lo stato dell’arte della produzione del costruttore tedesco nell’ambito dei rulli stradali attraverso un importante concessionario, la Maren di Treviolo, che da quasi 20 anni distribuisce e noleggia il marchio Bomag riscuotendo sempre grandi riscontri di Pietro Gabrielli

F

ondato nel 1957, il gruppo Bomag conta oggi oltre 2.000 dipendenti in tutto il mondo, più di 20 famiglie di prodotti, svariate filiali in Germania e diverse consociate estere e oltre 400 concessionari in 120 Paesi in tutto il mon-

50 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

do. In Italia è operativa Bomag Italia, ad Alfonsine (Ra), che commercializza su tutto il territorio nazionale la gamma completa di macchine (e tecnologie) per la compattazione di terreno, asfalto e rifiuti e stabilizzatrici/riciclatrici, nonché frese a freddo e finitrici stradali. Macchine e tec-

nologie che vengono utilizzate in molteplici campi: dal giardinaggio all’edilizia e arredo urbano, dalla costruzione stradale e di terrapieni alle discariche di ogni dimensione, oltre che nel riciclaggio di pavimentazioni stradali danneggiate e nella stabilizzazione del terreno.


I rulli stradali, in particolare, sono un vero vanto per Bomag, che rappresenta in questo settore un indiscusso punto di riferimento e, ancor di più, nel comparto dei monotamburo. Abbiamo incontrato Paolo e Marco Entrade – rappresentanti autorevoli di Maren / CMO (Treviolo Bg), concessionario Bomag per le aree di Bergamo, Brescia, Lecco e Sondrio – che ci hanno illustrato le peculiarità di questi prodotti, con un focus necessario su due modelli di nuova generazione, ordinati recentemente quest’anno: il BW 213 D-5 e il BW 219 D-5.

Maren è concessionario Bomag dall’inizio degli anni Duemila. Cosa vi ha spinto a fidelizzarvi in tal modo a questo marchio? “Sono quasi 20 anni che commercializziamo, e in particolar modo noleggiamo, macchine stradali Bomag. Nel nostro portafoglio prodotti sono presenti – in proporzioni diverse – sia le attrezzature leggere (dai vibrocostipatori alle piastre vibranti, ai compattatori multiuso), sia le varie soluzioni per asfalto (rulli tandem articolati da 1,8 a 13 t, rulli

gommati, finitrici stradali) e per la compattazione del terreno (rulli monotamburo), nonché frese a freddo, stabilizzatrici e riciclatrici. Uno dei motivi principali che ci rendono soddisfatti di questa collaborazione è senza dubbio l’affidabilità assoluta di questi mezzi. Bomag, peraltro, ha recentemente rinnovato la sua gamma di macchine e implementato ulteriori innova-

UN PARTNER SU MISURA Maren è al servizio del movimento terra dal 1961, anno in cui Luigi Mariolini e Bonaventura Entrade costituiscono l’azienda a Costa Volpino (Bg), in qualità di officina di riparazioni. Nel 1973 viene aperta la filiale di Curno (Bg), dotata di officina di riparazioni, magazzino ricambi, esposizione e vendita. Anno importante è il 1990: viene costituita la CMO – Centro Macchine Operatrici, specializzata nella vendita e noleggio di macchine compatte e sollevatori telescopici e inizia un fattivo rapporto tecnico-commerciale “interno” tra le due realtà. Un nuovo punto vendita viene aperto nel 2003 a Montichiari (Bs), MARCO (A SINISTRA) E PAOLO mentre si registra un’espansione delle attività anche in Liguria, con punti ENTRADE, RISPETTIVAMENTE SOCIO E vendita e assistenza a Serra Riccò (Ge) e Sanremo (Im). È del 2008, invece, PRESIDENTE DI CMO E TITOLARE DI MAREN l’apertura della nuova sede di Treviolo (Bg), dislocata su un’area di 8.000 m2, mentre nel 2012 l’attività si sviluppa anche nelle province di Belluno, Verona e Treviso e, successivamente, di Mantova e Sondrio. Oggi, dopo oltre 50 anni di attività, Maren si propone come una delle principali realtà italiane operanti nel settore della vendita, del noleggio, dell’usato, dell’assistenza, della riparazione e della fornitura di ricambi di macchine movimento terra, edili e stradali, nonché di attrezzature di varia natura, rappresentando marchi primari quali Bomag, Case, Merlo e Doosan. Tutto ciò grazie a un parco mezzi di circa 300 unità, ma anche a un magazzino di oltre 2.000 m2, con oltre 25.000 item disponibili in pronta consegna, a un team di circa 20 meccanici e al supporto di 15 automezzi attrezzati per eseguire tempestivamente interventi direttamente in cantiere. settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 51


MACCHINE

DA OLTRE 60 ANNI BOMAG FA PARTE DELLA STORIA DELLA COSTRUZIONE DI STRADE E DELLA TECNOLOGIA DI COMPATTAZIONE

mente e, di conseguenza, ha più senso noleggiarle anziché acquistarle”.

IL RULLO MONOTAMBURO BOMAG BW 213 D-5 È UTILIZZATO PER LAVORI DI COMPATTAZIONE MEDIO-PESANTI. PUÒ ESSERE CORREDATO DI PIASTRE SUPPLEMENTARI CHE CONSENTONO DI COMPATTARE IN MAGGIORE PROFONDITÀ E DI CHIUDERE LA SUPERFICIE IN UN’UNICA PASSATA, CON UN NOTEVOLE RISPARMIO DI TEMPO E COSTI

zioni e migliorie; di conseguenza, anche noi stiamo gradatamente aggiornando il nostro parco mezzi con soluzioni di ultima generazione. In particolare, la nostra attività è focalizzata sulla gamma dei rulli stradali e, ancor più nello specifico, su quella dei modelli monotamburo, essendo la categoria di macchine maggiormente richiesta a noleggio nelle nostre aree di competenza”. Qual è la ragione che spinge i vostri clienti a noleggiare principalmente questa categoria di macchina anziché una finitrice o un’altra tipologia di mezzo stradale? “Macchine come le vibrofinitrici sono utilizzate da clientele specializzate che normalmente hanno già nel loro parco di proprietà questo genere di mezzo. I rulli, invece, sono macchine di ‘supporto’, seppur necessarie e determinanti in 52 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

qualsiasi processo di costruzione stradale, oltre che più semplici da utilizzare, quindi vengono impiegate occasional-

Tutte le infrastrutture hanno una cosa in comune: il sottofondo deve essere portante. Per questo motivo i rulli giocano un ruolo determinante nel processo di costruzione. Le esigenze sono però diverse: chi costruisce in prossimità di un edificio deve compattare in modo diverso rispetto a chi costruisce strade extraurbane. Quali sono, in tal senso, le principali soluzioni offerte da Bomag in questo segmento di prodotto? “Il costruttore tedesco offre una vasta gamma di rulli monotamburo per ogni esigenza: versioni maneggevoli, per compattare strati medio-sottili nei centri ur-

IL RULLO MONOTAMBURO BW 219 D-5 È UN PARTNER IDEALE PER I GRANDI PROGETTI ED È IMPIEGATO NEI LAVORI PESANTI DI COMPATTAZIONE CON ALTI STRATI DI RILEVATO


bani, o pesanti e potenti per costruire dighe, con tamburo liscio, a piedi di montone o poligonale (esclusiva Bomag). Con queste macchine un’impresa è in grado di affrontare qualsiasi lavoro. Le soluzioni disponibili sono molteplici: dal richiestissimo BW 90 SC-5 ai due modelli che, ad esempio, sono stati oggetto di un nostro importante ordine a Bomag Italia: il BW 213 D-5 e BW 219 D-5. Nel primo caso, si tratta di un rullo da 1,6 t di peso operativo CECE con carico statico lineare di 9,2 kg/cm, larghezza di lavoro di 960 mm e raggio di sterzata interno di 2.000 mm. Qui la Casa tedesca ha espressamente ‘ascoltato’ le esigenze del mercato italiano realizzando un mezzo caratterizzato dal doppio filomuro e soddisfacendo così le necessità sia delle piccole che delle medio-grandi imprese. Gli altri due modelli citati – l’ordine è consistito in ben due BW 213 D-5 e quattro BW 219 D-5 – rappresentano i ‘campioni’ di altrettante categorie di peso particolarmente richieste a noleggio e che racchiudono in sé tutte le innovazioni e le tecnologie che rendono uniche queste macchine: l’elevata produttività per metro cubo; l’adattamento automatico dell’ampiezza con il sistema Variocontrol; la misurazione e documentazione in tempo reale del lavoro con gli optional Terrameter e BCM 05, che consentono una compattazione omogenea di tutto il cantiere ed evitano passate inutili; la nuova cabina, ergonomica, climatizzata e silenziosa, con visuale a 360°; i motori Stage IV di ultima generazione, in grado di garantire un risparmio di carburante fino al 30% (grazie anche sia al sistema di spegnimento automatico Ecostop che al sistema Ecomode, per la regolazione del numero di giri); l’elevata trazione - sia in marcia avanti che in retromarcia - e le altissime prestazioni in salita, anche in presenza di pendii ripidi, grazie all’implemento di una tecnologia a doppia pompa che consente di superare pendenze del 60% e oltre”.

nologicamente all’avanguardia aumentano l’efficienza di lavoro e il risparmio di carburante. Poi, il concetto di manutenzione: intervalli di manutenzione prolungati e nessuna lubrificazione significano meno assistenza e meno tempi di fermo. Terzo, la facilità di comando: la postazione di lavoro, ben strutturata, comporta un notevole risparmio dei co-

sti di formazione dell’operatore. Infine, la tecnologia di misurazione, altro punto che contribuisce a ottimizzare il lavoro. In sostanza, un rullo monotamburo Bomag è quanto di meglio possa scegliere un’impresa che, acquistandolo o noleggiandolo, sceglie una soluzione di ‘sostanza’, di altissima qualità e senza compromessi”. ■

LA SCHEDA TECNICA Gli ultimi arrivati in Maren

BW 213 D-5

BW 219 D-5

Peso operativo max.:

14.800 kg

22.000 kg

Peso operativo CECE con cabina ROPS:

12.510 kg

19.400 kg

7.500/5.010 kg

12.800/6.600 kg

Carico statico lineare CECE:

35,2 kg/cm

60,1 kg/cm

Larghezza di lavoro:

2.130 mm

2.130 mm

Raggio di sterzata interno:

3.680 mm

4.120 mm

Carico assale tamburo/ruote CECE:

Angolo di sterzata/oscillazione: Velocità max.: Pendenza superabile max. (con/senza vibr.): Motore: Potenza motore (ISO 3046): Trasmissione:

35°/12° 11 km/h

10 km/h

45%/43%

50°/48°

Deutz TDC 3.6 L4 Deutz TCD 6.1 L6 Stage IV Stage IV 95 kW

150 kW idrostatica

Frequenza:

30/34 Hz

26/31 Hz

Ampiezza:

2,10/1,10 mm

2,10/1,20 mm

285/196 kN

328/266 kN

Forza centrifuga: Tamburo motore: Dimensioni:

serie 5.870 x 2.270 x 2.990 mm

6.500 x 2.300 x 3.034 mm

I rulli monotamburo Bomag non si distinguono solo nella compattazione, ma anche nel risparmio dei costi. In che modo? “Sono quattro i fattori che contribuiscono in maniera sostanziale a ridurre i costi. Innanzitutto, la tecnologia innovativa: i motori e i sistemi di trazione tecsettembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 53


INVESTIMENTO LEGGERO

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Lo sai che un incremento anche dell’1% della pubblicità su carta stampata ti dà diritto a credito d’imposta fino al 75% dei costi sostenuti? Grazie a un recente provvedimento legislativo*, se investi in pubblicità almeno l’1% in più rispetto all’anno precedente puoi godere del beneficio fiscale del credito d’imposta fino al 75% sul costo degli investimenti incrementali, e puoi utilizzarli per saldare contributi erariali o previdenziali. *D.L. n. 50/2017, At. 57-bis, conv. in legge, con modificazioni, dalla Legge n.96/2017.


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Hands On L’escavatore Volvo EC220E è progettato per lavorare con grande efficienza e per durare a lungo

“UPLOAD” di efficienza

ETTORE ZANATTA

L’ESCAVATORE CINGOLATO EC220E DI VOLVO CONSTRUCTION EQUIPMENT DERIVA DAL PRECEDENTE MODELLO DELLA SERIE D, GIÀ APPREZZATO PER LE SUE RIDOTTE EMISSIONI, LA SUA POTENZA E PRODUTTIVITÀ. IL RISULTATO? ANCORA PIÙ EFFICIENZA GARANTITA IN CANTIERE 56 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017


L’ESCAVATORE CINGOLATO VOLVO EC220E

L’

escavatore cingolato EC220E di Volvo Construction Equipment – visionato per questo Hands On nella versione “NL”, proveniente dal parco noleggio di Volvo Rents e da una lunga e impegnativa applicazione in acciaieria – ha un peso operativo di 22 t ed è dotato di un propulsore Volvo D6 Stage IV (Tier 4 Final) conforme alle rigorose normative sulle emissioni sia del Nord America che dei mercati europei regolamentati. Si tratta di una macchina che rappresenta senza dubbio un esempio di estremizzazione dell’economicità,

57


Hands On che nulla però compromette in termini di potenza. L’impianto idraulico ottimizzato e la modalità ECO, ad esempio, erogano la potenza necessaria esattamente per eseguire il lavoro richiesto, mentre la funzione di spegnimento automatico del motore contribuisce a ridurre il consumo di carburante e le emissioni quando l’escavatore rimane inattivo per un periodo di tempo preimpostato.

La potenza di ingresso aumentata della pompa, inoltre, consente un funzionamento preciso, per una maggiore produttività e tempi ciclo ottimali.

Con la funzione braccio flottante è possibile risparmiare la potenza della pompa per abbassare il braccio stesso o utilizzarla per altre funzioni, riducendo così i tempi ciclo.

Il motore è un Volvo D6 Stage IV, in grado di erogare un’elevata potenza contenendo i consumi di carburante

La funzione braccio flottante consente di preservare la potenza della pompa richiesta per l’abbassamento del braccio o di utilizzarla per altre funzioni, riducendo i tempi di ciclo. Anche le operazioni di livellamento possono essere semplificate

QUESTIONE DI FEELING Il distributore principale dell’escavatore cingolato Volvo EC220E è compatibile con il software installato sulla macchina. Ciò agevola la controllabilità, garantendo un funzionamento sempre regolare e semplice. Oltre alla maggiore forza di scavo e rotazione, l’EC220E presenta anche le valvole di priorità per i movimenti dell’avambraccio e della rotazione. Questo particolare migliora la controllabilità della rotazione e il funzionamento del braccio, facendone il mezzo ideale per il caricamento di autocarri. La maggiore potenza in ingresso della pompa assicura peraltro la massima reattività di funzionamento, con una produttività superiore e tempi di ciclo più rapidi. Per limitare il consumo di carburante, poi, il motore si spegne automaticamente nel caso in cui l’escavatore rimanga inattivo per un periodo di tempo prestabilito (cinque minuti nell’impostazione predefinita). 58 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017


L’ESCAVATORE CINGOLATO VOLVO EC220E

Il design del braccio comprende piastre interne disposte in modo da sostenere i punti maggiormente sollecitati nel corso delle varie applicazioni. Ciò contribuisce a disperdere la sollecitazione dalle aree maggiormente critiche di braccio e avambraccio, per garantire un’adeguata produttività nelle applicazioni più gravose

L’impianto idraulico, abbinato al sistema di comando completamente elettronico e alla modalità ECO avanzata, è stato ottimizzato per operare in sinergia con il motore D6 Stage IV, per adeguarsi alla potenza del motore, ridurre la perdita di potenza e migliorare la controllabilità e il tempo di risposta

L’importanza del comfort Un operatore che lavora in un ambiente confortevole rappresenta un “elemento” produttivo: per questo, per l’escavatore cingolato EC220E, Volvo Construction Equipment ha messo questo fattore al centro della progettazione.

Tutte le interfacce della macchina – compresi i joystick, la tastiera e il monitor LCD di facile lettura da 8” – sono ergonomiche e possono essere impostate in funzione delle preferenze dell’operatore. Anche il numero di interruttori è stato ridotto, mentre il climatizzatore

è integrato nella tastiera per consentire una regolazione senza fatica. Per una comodità ancora maggiore è possibile assegnare un tasto di scelta rapida sul joystick a tutte le funzioni come i tergicristalli, le telecamere, il silenziamento automatico o la funzione di massima posettembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 59


Hands On FUNZIONE BRACCIO FLOTTANTE

PIASTRE INTERNE IN BRACCIO E AVAMBRACCIO

LAMIERE ANTISCIVOLO IN ACCIAIO

SISTEMA DI GESTIONE DELLE ATTREZZATURE

60 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

IDRAULICA OTTIMIZZATA


L’ESCAVATORE CINGOLATO VOLVO EC220E PARAPETTI PIEGHEVOLI “FULL SIZE”

MOTORE VOLVO D6 STAGE IV SPEGNIMENTO MOTORE AUTOMATICO

TELECAMERA LATERALE

FILTRI RAGGRUPPATI

CABINA ROPS

SISTEMA DI RAFFREDDAMENTO A STRATO SINGOLO

I PUNTI DI FORZA I BASSI CONSUMI

TELAIO INFERIORE A “X”

IL DESIGN DELLA CABINA

L’ELEVATA PRODUTTIVITÀ

L’IMPIANTO IDRAULICO OTTIMIZZATO

L’INTERFACCIA UOMO/MACCHINA (HMI)

I CIRCUITI AUSILIARI ALL’AVANGUARDIA settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 61


Hands On

La cabina è di tipo ROPS: la struttura rinforzata in acciaio assicura la protezione dell’operatore e soddisfa al tempo stesso le prescrizioni di sicurezza delle norme ISO

Particolare dei pedali. Il pedale elettrico di cui è dotato l’escavatore EC220E offre un controllo di precisione, per consentire l’uso di un’ampia gamma di attrezzature

tenza. Ciò consente all’operatore di selezionare una funzione durante l’esecuzione di un lavoro senza interromperlo. Per la sicurezza sia sua che del personale presente in cantiere, poi, l’escavatore cingolato EC220E è dotato anche di una telecamera laterale, oltre a quella posteriore, che copre i punti ciechi (entrambe le aree vengono visualizzate sul monitor a colori). La sicurezza dell’operatore è stata inoltre migliorata dall’allarme per la cintura di sicurezza, che suona in contemporanea con una segnalazione ottica se l’accensione viene attivata senza che la cintura sia stata allacciata. La cabina è conforme alle norme ROPS e ISO, per 62 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

La sensibilità della risposta dell’attrezzatura è regolabile da tastiera. Ciò consente all’operatore di personalizzare la risposta della macchina, in modo da ottimizzare l’efficacia nei vari ambienti

assicurare che l’operatore sia completamente protetto nel caso di ribaltamento del mezzo. Robustezza senza compromessi L’escavatore cingolato EC220E non è solo uno strumento molto produttivo nel

breve periodo, ma è una macchina progettata per lavorare con grande efficienza e per durare a lungo. Quando si lavora in condizioni impegnative, ogni componente è importante e Volvo presta molta attenzione a ogni dettaglio durante i processi di progettazione e costruzione dei suoi mezzi. Per prevenire la corro-


L’ESCAVATORE CINGOLATO VOLVO EC220E

Tutte le interfaccia presenti sulla macchina sono progettate ergonomicamente per garantire controllo ed efficienza, con una conseguente maggior produttività e comfort sul posto di lavoro. Il numero di interruttori è stato ridotto. Il comando del climatizzatore è integrato nella tastiera, per facilitare le regolazioni

Oltre alla telecamera posteriore, su richiesta è possibile montare una telecamera laterale che copre i punti ciechi. Entrambe le immagini vengono visualizzate sul monitor a colori in cabina

COSTRUITO PER DURARE Quando si opera in condizioni gravose, ogni singolo componente fa la differenza. Per questo motivo Volvo CE presta la massima attenzione a ogni minimo dettaglio durante i processi di progettazione e realizzazione delle macchine. La casa svedese utilizza sigillanti al silicone, per prevenire la formazione di

sione, ad esempio, viene eseguita una sigillatura con silicone, mentre i fasci di cavi e i raccordi impermeabili sono di serie. La progettazione prevede anche cerniere Heavy Duty per le portiere e una protezione imbullonata per le luci del telaio. Il telaio inferiore a “X” consente una distribuzione omogenea del peso, per una maggiore stabilità e durata. contribuisce inoltre a prevenire i danni dovuti a rocce e detriti. Il sottocarro heavy duty crea una forza di trazione eccellente sui terreni impegnativi.

ruggine, cablaggi e collegamenti impermeabili, come pure cerniere rinforzate per le porte e protezioni imbullonate per le luci di lavoro sul telaio. È possibile inoltre adattare la macchina per consentire l’installazione di un’ampia gamma di tubazioni idrauliche, tra cui quelle per martello e cesoia e per il rotator, che vengono installate di fabbrica. I circuiti ausiliari all’avanguardia forniscono la portata e le pressioni corrette per attrezzature speciali, tra cui falciatrici e fresatrici, cesoie, pinze demolitrici e tilt rotator. Si può selezionare la portata a una o due pompe, per ottimizzare profitti e produttività.

La configurazione a “X” del telaio inferiore consente la regolare distribuzione del peso, aumentando stabilità e durata ed evitando possibili danni provocati da rocce e detriti

settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 63


Hands On LA SCHEDA TECNICA EC220E NL Motore:

Volvo D6J - Stage IV

Potenza netta:

kW

128 kW / 174 CV a 1.800 giri/min

Sbraccio massimo:

mm

9.550

Sbraccio massimo al suolo:

mm

9.380

Profondità di scavo max.:

mm

6.330

Altezza di taglio/scarico max.:

mm

9.220/6.430

Raggio di rotazione anteriore min.:

mm

3.670

Forza di strappo alla benna/avambraccio (normale SAE J1179):

kN

125/117

Capacità benna max.:

m3

1,44

Pendenza superabile max.:

°

35

Angolo di rotazione della benna:

°

175

Raggio della benna:

mm

1.528

Capacità benna max.:

m3

1,44

Portata max.:

l/min

2 x 207

Livello di rumorosità interno cabina, LpA (standard)

db(A)

69

Livello di rumorosità esterno, LwA (standard)

db(A)

102

Pressione al suolo max.:

kPa

55

Peso operativo max.:

kg

22.150

* con braccio monolitico da 5,7 m, avambraccio da 2,5 m, pattini da 500 mm, contrappeso da 5.000 kg

64 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

Il robusto design del braccio e dell’avambraccio prevede la presenza di piastre interne che supportano i punti di pressione durante un’ampia gamma di applicazioni. Queste piastre contribuiscono a disperdere la pressione per assicurare la massima produttività e disponibilità operativa dall’escavatore, sempre. Ispezione semplificata Per garantire una lunga durata e il massimo della disponibilità operativa è necessario eseguire ispezioni di servizio regolari, al fine di identificare i problemi potenziali prima che si possano verifi-

Lamiere antiscivolo punzonate in posizioni strategiche assicurano aderenza e una lunga durata. Il design facilita la pulizia aumentando al tempo stesso la sicurezza. Sulla sinistra si nota il serbatoio AdBlue, posto in prossimità della scaletta di accesso alla torretta


L’ESCAVATORE CINGOLATO VOLVO EC220E Il mantenimento di un buon livello di controllo è importante per la longevità della macchina. Per questo, Volvo CE ha raggruppato tra loro i filtri, in modo da renderli facilmente accessibili per i regolari controlli, al fine di ridurre al minimo i fermi macchina

care. Con l’escavatore Volvo EC220E i controlli di servizio quotidiani diventano semplici e rapidi da eseguire, grazie ai filtri raggruppati e facilmente accessibili da terra. Anche l’impianto di raffreddamento con gli elementi posti allo stesso livello è accessibile facilmente da terra, semplicemente aprendo lo sportello laterale. Il radiatore, l’intercooler e l’unità di raffreddamento dell’olio idraulico sono situati l’uno accanto agli altri per assicurare la massima efficienza, ridurre le ostruzioni e facilitare la pulizia. Se un tecnico o un operatore deve accedere alla struttura superiore per eseguire un’ispezione o un’operazione di manutenzione, le ampie protezioni contribuiscono a mantenere un contatto a tre punti in qualsiasi momento, mentre le piastre perforate e ben posizionate offrono una buona presa. Anche le segnalazioni di necessità dell’assistenza in tempo reale di Volvo

contribuiscono a promuovere un buon servizio di assistenza e la manutenzione ordinaria. Le segnalazioni dei controlli diagnostici, in particolare, sono visualizzate sul monitor a colori per il filtro dell’olio motore, il separatore acqua-carburante, l’olio idraulico e il relativo filtro. Attrezzature “mix-and-match” Oltre alla durata della macchina e alla facilità di manutenzione, la versatilità dell’escavatore EC220E assicura la massima disponibilità operativa e produttività. È possibile regolare la macchina per alloggiare una grande varietà di linee idrauliche montate in fabbrica con condutture per martello demolitore e cesoie e per il rotator. Queste condutture ausiliarie di ultima generazione offrono la portata e la pressione corrette per le attrezzature speciali come tosaerba e cavaceppi, cesoie, frantumatori e tilt rotator.

SISTEMA DI GESTIONE DELLE ATTREZZATURE

Il sistema di gestione, protetto da password, consente di memorizzare le impostazioni relative a un massimo di 20 diverse attrezzature. È possibile preimpostare i valori e regolare portata e pressione idraulica della cabina (opzionale), consentendo così l’uso delle varie attrezzature per una maggiore versatilità. Avvisi di manutenzione in tempo reale sono visualizzati sul monitor a colori per consentire i controlli diagnostici. I diversi intervalli di manutenzione riguardano: olio motore/filtro, filtro carburante/separatore acqua, olio idraulico e relativo filtro. Ciò assicura tranquillità e fermi macchina minimi.

Mancorrenti e parapetti pieghevoli consentono un accesso sicuro e semplice alla torretta, per le operazioni di controllo e manutenzione. Il parapetto pieghevole consente inoltre di ridurre l’altezza di trasporto, quando in posizione ripiegata

Un sistema di gestione delle attrezzature protetto da password preimpostata permette la regolazione della portata idraulica e della pressione, memorizzando fino a 20 diversi livelli. La sensibilità di risposta è regolabile mediante tastiera e permette all’operatore di personalizzare la risposta della macchina, per avere il massimo impatto in ambienti diversi. ■

Radiatore, scambiatore di calore aria e olio idraulico sono disposti affiancati tra loro, al fine di ottimizzarne l’efficienza, ridurne le ostruzioni e agevolarne la pulizia. Il sistema è facilmente accessibile da terra, semplicemente aprendo lo sportello laterale

settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 65



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ATTREZZATURE Trevi Benne

LA CONCRETEZZA

DEI SOGNI Lo scorso luglio l’azienda vicentina ha festeggiato i suoi primi 25 anni di attività. Un traguardo importante, ma oltre a celebrare i successi già conseguiti si guarda già ai traguardi futuri. Il primo passo? L’inaugurazione di una nuova ala dello stabilimento, attrezzata per far fronte alle esigenze di un mercato in continua evoluzione di Lorenzo Zacchetti

N

oventa Vicentina è un piccolo e pittoresco comune dalla tradizione molto antica, con tracce che risalgono addirittura alla preistoria. Attualmente vi risiedono meno di 9.000 persone, ma in occasione della “festa di compleanno” di Trevi Benne – tenutasi lo scorso 15 luglio ‒ la popolazione locale è cresciuta di oltre 1.500 unità. Per celebrare il suo 25° compleanno, infatti, l’azienda vicentina ha organizzato uno spettacolare evento, come da tradizione ormai a ogni lustro, che ha coinvolto clienti, fornitori, partner commerciali e numerosi operatori del settore. L’occasione è stata propizia per fare il punto sulle prospettive di una realtà che si è dimostrata capace di reagire in maniera proficua ai cambiamenti del mercato e che ‒ più che sugli allori conquistati nel passato ‒ intende focalizzarsi su un’ulteriore fase di sviluppo, grazie a un rilevante ampliamento della propria struttura produttiva. Matura sul piano delle strategie commerciali, eppure giovanile e dinamica nel suo modo di porsi sul mercato: è questa la doppia veste di Trevi Benne, così come ci viene raccontata dal suo 68 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

anche quello di un intero gruppo di persone. Abbiamo fatto un sogno, 25 anni fa, e l’abbiamo realizzato insieme, diventando un punto di riferimento a livello internazionale nel settore delle benne e attrezzature da scavo, demolizione e riciclaggio”.

CHRISTIAN TADIOTTO

MARKETING MANAGER DI TREVI BENNE

Marketing Manager, Christian Tadiotto: “È già successo quando l’azienda ha compiuto 15 anni e poi a ogni lustro successivo: abbiamo sempre festeggiato affermando sempre di essere un’azienda ‘giovane’, perché gli anni passano, ma lo spirito rimane sempre lo stesso. Abbiamo sempre l’immutata voglia di essere protagonisti e di dimostrare che crediamo fortemente in quest’attività. Parlare ancora oggi della nostra ‘gioventù’ non è quindi una forma di autocelebrazione, bensì un modo per far capire ai nostri interlocutori che è possibile lavorare insieme ed essere consapevoli del fatto che il risultato del singolo è

Sempre più internazionali Nell’arco di un quarto di secolo, Trevi Benne è passata (indenne) attraverso una serie di cambiamenti che hanno riguardato non solo il suo specifico settore di competenza, ma anche lo scenario economico italiano ed europeo nel suo complesso. Va reso merito all’azienda veneta di aver adeguato il proprio approccio a una situazione complessa, che ha compromesso l’attività di numerosi altri player: “In questi 25 anni è cambiato molto, se non tutto”, conferma Christian Tadiotto. “È cambiata la tipologia e la mentalità della clientela, così come il modo di selezionare e scegliere le attrezzature. Il cambiamento più significativo ha riguardato il passaggio da una dimensione che fin dagli inizi della nostra storia era prettamente nazionale a una che oggi è di respiro fortemente internazionale. Oggi quasi l’80% del nostro fatturato deriva da attività svolte verso il mercato estero”.


Il focus dell’impresa vicentina sulle esportazioni ormai è consolidato, anche perché nell’Italia degli ultimi anni è stato molto difficile “fare impresa”: “I problemi relativi alla tassazione, alle legislazioni, alla difficoltà nel far partire grossi lavori e ad altri aspetti similari hanno comportato un netto calo della domanda; all’estero, invece, ci sono maggiori certezze, quando un lavoro deve iniziare… inizia!”. La visione di Tadiotto del mercato nazionale, tuttavia, non è affatto pessimistica, anzi: “Oggi la situazione è in netto miglioramento; lo si percepisce dai numeri, ma ancor più dal crescente livello di interesse e, soprattutto, dalla pianificazione. Negli scorsi anni ricevevamo ordini per il giorno successivo o comunque con brevissimo anticipo, perché oggettivamente mancava un quadro contestuale di certezze necessarie per progettare il futuro. Oggi il lavoro sta ritornando a essere certo e, di conseguenza, pianificabile”. Finestra sulla qualità Visto il suo spiccato carattere internazionale, l’azienda è certificata CE per ciò che riguarda la conformità alle normative europee, GOST-R per i requisiti del mercato russo e TUV-Sud, marchio internazionale per la gestione aziendale. Tutti ingranaggi di un meccanismo ormai rodato, eppure in costante evoluzione.

TREVI BENNE HA FESTEGGIATO I SUOI PRIMI 25 ANNI DI ATTIVITÀ E, PER CELEBRARLI ADEGUATAMENTE, HA ORGANIZZATO PRESSO LA SUA SEDE DI NOVENTA VICENTINA UN GRANDE EVENTO CHE HA COINVOLTO CLIENTI, FORNITORI, PARTNER COMMERCIALI E NUMEROSI OPERATORI DEL SETTORE. NELLA FOTO, IL TAGLIO DEL NASTRO, SOTTO GLI OCCHI DI LUCA E LUCIA VACCARO, PRESIDENTE E VICEPRESIDENTE DELL’AZIENDA

“Il percorso della certificazione – spiega Christian Tadiotto – ha aiutato molto, conferendo all’azienda un’immagine ancora più professionale e focalizzata sul business. Ci siamo organizzati sulle metodologie di lavoro, sulla selezione di fornitori con determinati requisiti e standard e sul processo qualitativo di step produttivi interni all’azienda. Questo percorso ha portato benefici anche nella gestione dei tempi e dei costi”.

Anche sul fronte produttivo gli ultimi anni hanno segnato un’evoluzione significativa: “Il fatturato legato al prodotto ‘benna’ ha pareggiato quello delle attrezzature per la demolizione e il riciclaggio, quando prima il rapporto era intorno al 65%35%. L’ultimo lustro ha fatto registrare una decisa crescita della domanda nel settore dell’escavazione, soprattutto all’estero, dove costruttori di macchine di primaria importanza utilizzano prodotti Trevi Benne”.

IN OCCASIONE DELL’EVENTO DI LUGLIO, TREVI BENNE HA COLTO L’OCCASIONE PER INAUGURARE UFFICIALMENTE LA NUOVA ALA DELLO STABILIMENTO PRODUTTIVO DI NOVENTA VICENTINA, DOTATA ANCHE DI DUE CARROPONTI INDUSTRIALI. LA NUOVA STRUTTURA HA UNA SUPERFICIE DI 1.000 M² COPERTI, OLTRE A CIRCA 400 M² DI AREA ESTERNA settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 69


ATTREZZATURE

TREVI BENNE È UN PUNTO DI RIFERIMENTO NEL SETTORE DELLE ATTREZZATURE PER MACCHINE MOVIMENTO TERRA. OFFRE UN’AMPIA GAMMA DI BENNE E DI ATTREZZATURE PER LA DEMOLIZIONE, LO SCAVO E IL RICICLAGGIO, OLTRE CHE PER IL SETTORE FORESTALE, LE CAVE E LE MINIERE

Ampliamento strutturale L’evento di luglio ha rappresentato anche l’occasione per inaugurare ufficialmente la nuova ala dello stabilimento, che peraltro era operativa già dal me70 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

se di aprile: “Abbiamo deciso di dare il via a un significativo ampliamento strutturale, con una decina di postazioni di lavoro aggiuntive, per aumentare il processo produttivo all’interno


della nostra sede”, continua Christian Tadiotto. “La nuova struttura ha una superficie di 1.000 m² coperti, oltre a circa 400 m² di area esterna. Ci siamo dotati anche di due carroponti industriali, uno da 10 t e un altro da 35 t, in grado di operare anche sinergicamente. Questa scelta dipende dal fatto che l’azienda negli ultimi tempi ha spostato la sua attenzione verso le costruzioni ‘pesanti’, sia per quanto riguarda le benne che per le attrezzature per la demolizione”. ■

VOGLIA DI CRESCERE

Fondata nel 1992, Trevi Benne produce e commercializza tecnologie e attrezzature per macchine movimento terra diversificandole in tre linee principali di prodotto. La prima include attrezzature da demolizione, movimentazione e riciclaggio (pinze, cesoie, benne vagliatrici e benne frantoio); la seconda riguarda benne da scavo e carico, attacchi rapidi e applicazioni speciali per macchine operatrici, benne con profilo a richiesta e spessori maggiorati, realizzate con materiali antiusura per impieghi gravosi e di precisione; la terza è dedicata al settore forestale, per il taglio e la riduzione volumetrica di tronchi, alberi e la manutenzione stradale e boschiva. Il protrarsi del suo successo nel corso del tempo è legato al cambiamento di approccio al mercato: dalla produzione standard in serie, l’azienda si è evoluta fino a creare attrezzature ad hoc, studiate per ogni esigenza e condizione lavorativa. Tutto questo per poter offrire una soluzione alternativa a ogni richiesta specifica, personalizzando il prodotto come “un abito su misura”. Oggi Trevi Benne può tradurre le singole esigenze del cliente in un prodotto unico ed efficace e ciò si rispecchia in un fatturato in costante crescita.

settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 71


ATTREZZATURE Negrini

IL DIAFRAMMA

DEL DRAGONE BIANCO Una benna per diaframmi denominata Dragon White è stata realizzata “su misura” e utilizzata per eseguire una serie di diaframmi nei cantieri della metropolitana 4 di Milano. Un altro traguardo raggiunto dal costruttore emiliano, dal 1967 specializzato nella produzione di attrezzature speciali di Stefano Vitali

72 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017


D

a alcuni anni la città di Milano è sempre più proiettata in uno scenario di respiro europeo, in particolar modo dal punto di vista dei servizi destinati a garantire la migliore mobilità sostenibile. Una delle più recenti migliorie che ha coinvolto le infrastrutture cittadine è rappresentata dalla Metro 4 (M4, o “Linea Blu”), che permetterà al capoluogo lombardo di confrontarsi alla pari con altre capitali europee anche dal punto di vista dei trasporti. Tra gli obiettivi dichiarati della M4 Spa – la società che gestisce i lavori e che è stata costituita nel 2014 dal Comune di Milano, in qualità di socio di maggioranza – c’è la diminuzione del traffico su ruote a vantaggio del trasporto pubblico, con una previsione di 30 milioni di spostamenti in meno all’anno, e la riduzione delle emissioni inquinanti del 2%, circa 16 milioni di tonnellate in meno di combustibile (cifre, queste, che comprendono però anche l’apporto fornito dal servizio della M5). Diaframmi “Tricolore” Se la stazione Washington-Bolivar costituisce la porta di accesso alla zona Ovest della città, la stazione Tricolore – nel cui cantiere abbiamo visto all’opera la benna idraulica Negrini – è certamente la

LA BENNA IDRAULICA DRAGON WHITE UTILIZZATA NEL CANTIERE DELLA M4 TRICOLORE DI MILANO È STATA CONFIGURATA CON UN “EXTRA BODY” (PARTE CENTRALE DELL’ATTREZZATURA), CHE NE HA AUMENTATO L’ALTEZZA DI CIRCA 3 M

porta che consente di accedere alla zona Est di Milano. Da qui sarà possibile raggiungere il vicino corso Indipendenza e i suoi giardini. Conclusa la fase di spostamento dei sottoservizi presenti nell’area, da febbraio

2017 il cantiere ha cambiato configurazione. Al momento della nostra visita era stata completata la bonifica per il ritrovamento di eventuali ordigni bellici ed era iniziata la realizzazione dei diaframmi, le pareti in cemento armato poste lungo il perimetro delle stazioni e dei manufatti che sostengono il terreno durante lo scavo e le successive attività di costruzione. Per eseguire questo genere di interventi la S.A.O.S. (Società Appalti Opere Specializzate) – impresa specializzata nelle fondazioni speciali e che svolge un ruolo di (affidabile) interlocutore di grandi imprese di costruzioni generali per la realizzazione di fondazioni speciali - ha acquistato una speciale benna idraulica dalla Negrini di Castelfranco Emilia (Mo), azienda attiva sul mercato dal 1967 e punto di riferimento made in Italy nella progettazione e costruzione di attrezzature di vario genere e per molteplici contesti applicativi: da benne da scogliera a dragline, per l’ecologia e il sollevamento di rifiuti e rottami, da benne tradizionali per l’edilizia ad attrezzature per cave, nonché polipi meccanici e per il sollevamento di merci di varia natura fino ad arrivare, appunto, alle benne mordenti idrauliche e meccaniche e per diaframmi.

L’OPINIONE

“La benna idraulica Dragon White fornita alla S.A.O.S. è frutto di un accurato studio e di un efficace processo svolto in collaborazione con l’impresa committente. Come per ogni attrezzatura prodotta da Negrini, anche per questa benna idraulica da diaframmi tutti gli elementi – inclusi i disegni – sono stati studiati e pianificati in totale sinergia, al fine di garantire i tempi di consegna, l’affidabilità del prodotto e il migliore utilizzo delle risorse. Il risultato è uno strumento altamente efficace e produttivo, realizzato seguendo le specifiche peculiarità degli interventi da eseguire. Tra le (molte) particolarità di questa benna è importante sottolineare due aspetti di particolare rilevanza. Innanzitutto, si può osservare che i pistoni sono ribaltati e lo stelo è rivolto verso l’alto: in tal modo, esso rimane protetto all’interno della benna stessa (la canna di grosso spessore del pistone fuoriesce ma è resistente agli urti). Inoltre, la testa orientabile consente la rotazione dell’attrezzatura e il suo riallineamento allo scavo al termine del ciclo: collegata all’asta kelly, essa permette un maggiore controllo e non è più necessaria la presenza di un uomo a terra. La testa orientabile, dunque, offre molteplici vantaggi: prima rotazione di allineamento allo scavo (da +90° a -90°); memorizzazione della posizione di scavo; rotazione da 0° a 180° al termine dello scavo; comandi tramite controllo remoto; assenza di qualsiasi genere di cavo elettrico”.

MASSIMO NEGRINI, TITOLARE DELLA NEGRINI DI CASTELFRANCO EMILIA (MO) settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 73


ATTREZZATURE Una benna “su misura” “Le benne per diaframmi – spiega Massimo Negrini, titolare dell’azienda emiliana – rappresentano una soluzione ottimale durante gli scavi di fondazioni e il consolidamento del terreno e sono applicabili a ogni genere di gru cingolata a fune. Nel cantiere della M4 Tricolore qui visitato, nella fattispecie, l’attrezzatura – che è stata denominata Dragon White ed è stata preventivamente modificata in base a specifiche esigenze del cliente – era applicata a un escavatore Liebherr HS 8100 HD ed era utilizzata per eseguire diaframmi da 2.800 x 1.000 mm”. La Dragon White di Negrini è una benna idraulica modulare che viene facilmente integrata nella macchina operatrice senza dover modificare alcuna struttura di supporto o dover certificare nuovamente bracci o teste dell’escavatore. Può essere peraltro implementata con diversi accessori opzionali per aumentarne le prestazioni ed è composta essenzialmen-

LA TESTA ORIENTABILE CONSENTE LA ROTAZIONE DELLA BENNA PER IL CORRETTO RIALLINEAMENTO ALLO SCAVO AL TERMINE DEL CICLO

LA BENNA DRAGON WHITE DI NEGRINI È STATA UTILIZZATA PER REALIZZARE DIAFRAMMI DA 2.800 X 1.000 MM. LA SUA PARTICOLARE CONFIGURAZIONE HA CONSENTITO DI MANTENERE UN’ADEGUATA VERTICALITÀ ANCHE A PROFONDITÀ IMPORTANTI 74 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017


te da un corpo centrale e da un gruppo di scavo suddiviso in: valve (nel caso in oggetto sono state utilizzate valve speciali del cliente, cosa che ha comportato alcune modifiche speciali nella parte inferiore dell’attrezzatura); espulsori; supporto valve (cambiando tale supporto si può variare lo scavo da dimensioni minime di 500 x 2.500 mm a dimensioni massime di 1.800 x 3.600 mm e ciò rende questo modello particolarmente versatile); carenatura. “Inserendo un apposito dispositivo di movimentazione della carenatura – spiega Negrini – si può anche correggere il difetto di verticalità dello scavo utilizzando carenature guida standard. La loro movimentazione avviene in remoto (quindi non utilizzando cavi elettrici e assicurando una maggiore sicurezza generale) direttamente dall’operatore in cabina: senza scendere dall’escavatore e sfruttando la parte ‘trasmittente’ integrata nel ‘sistema macchina’ e nei joystick in dotazione, egli può gestire tutte le operazioni di scavo. La parte ricevente è invece integrata in un box a chiusura ermetica posto all’interno della testa della benna”. Tutti gli accessori sono intercambiabili tra benna idraulica e benna meccanica: un vantaggio economico rilevante, questo, poiché si possono utilizzare i gruppi di scavo sia sulla prima che sulla seconda. Una specifica prolunga, una sorta di “extension” della benna, permette un aumento dell’altezza dell’attrezzatura stessa, consentendo una maggiore verticalità dello scavo a profondità elevate. In presenza di terreni duri o di profondità particolarmente elevate, infine, è possibile applicare delle zavorre aggiuntive, aggiungendo peso e abbassando ulteriormente il baricentro della benna, trasformandola – come in questo caso – in uno strumento altamente versatile ed efficace. ■ GLI AVVOLGITORI PRESENTI SULL’ESCAVATORE A FUNE SONO COMPLETAMENTE COMPATIBILI CON IL BRACCIO E RAPPRESENTANO UNA PARTE MOLTO IMPORTANTE E IMPEGNATIVO DEL PROGETTO REALIZZATO “SU MISURA” PER QUESTO CLIENTE. ESSENDO VERSATILI, È POSSIBILE MODIFICARE LA LORO STRUTTURA E RENDERLI IDONEI PER BRACCI DI MACCHINE DI OGNI MARCHIO settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 75


COMPONENTI Brigade Elettronica

SICUREZZA

nell’innovazione La piacentina Euro Pipeline Equipment vince le sue sfide sul campo mondiale del pipeline grazie all’adozione di sistemi in grado di garantire efficacia ai propri mezzi innovativi, ma anche di strumenti che garantiscono il più alto livello di sicurezza di Pietro Gabrielli

76 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017


E

uro Pipeline Equipment è una giovane realtà di Carpaneto Piacentino (Pc) che produce macchine posatubi destinate ai più importanti e prestigiosi progetti di pipeline a livello globale. La fondazione della società è recente (2014), ma questa “giovinezza” non deve trarre in inganno: la Euro Pipeline Equipment, infatti, è già un referente importante nel settore e opera costantemente in sinergia con i contrattisti di maggior rilievo in tutto il mondo. Ad esempio, si è aggiudicata la fornitura di pipelayer per due impianti strategici in Arabia Saudita e Turchia: il primo, denominato TANAP (Trans Anatolian Pipeline), collegherà le riserve del Mar Caspio alla rete europea; il secondo, Fadhili, trasporterà il gas dal Golfo Persico al Mar Rosso.

LA EURO PIPELINE EQUIPMENT SI È AFFIDATA ALLA SICUREZZA DI BRIGADE ELETTRONICA, AZIENDA SPECIALIZZATA DA OLTRE 40 ANNI IN SISTEMI DI SICUREZZA VEICOLARE, MONTANDO IL SUO NUOVO SISTEMA RADAR DI RILEVAMENTO OSTACOLI BACKSENSE SU TUTTI I SUOI MEZZI

Per affrontare gli impegni previsti per entrambe le commesse, la Euro Pipeline Equipment si è affidata alla sicurezza di Brigade Elettronica, azienda specializzata da oltre 40 anni in sistemi di sicurezza veicolare, montando il suo nuovo sistema radar di rilevamento ostacoli Backsense, uno strumento che segnala la presenza di ostacoli in un’area variabile tra 3 e i 30 m di lunghezza e tra i 2 e i 10 m di larghezza e che, peraltro, funge da sistema anticollisione. Coppia d’assi La Euro Pipeline Equipment, per affrontare in totale sicurezza le operazioni previste dal progetto, ha deciso di installarne addirittura due sistemi di Brigade Elettronica – uno frontale e uno posteriore –, ambedue nella versione top di gamma programmabile, che permette anche di escludere oggetti fissi o elementi della carrozzeria. Il sensore è solido, resistente alle vibrazioni e alle alte e basse temperature, nonché impermeabile ad acqua, fumo, sabbia, polvere e fango. Questo strumento si collega a un display alloggiato in cabina che, a sua volta, è di semplice lettura, caratterizzato da cinque LED corrispondenti ad altrettante aree intorno alla macchina operatrice, che consentono di individuare immediatamente la parte a rischio collisione. Backsense, inoltre, prevede un avvertimento sonoro, con un

cicalino regolabile da 65 a 90 dB, che può essere udito anche negli ambienti molto rumorosi. È importante sottolineae che se per il progetto Fadhili questo sistema andava obbligatoriamente montato per essere a norma, per quanto concerne TANAP si è trattata di una scelta di Euro Pipeline Equipment, che ha voluto garantire la massima sicurezza, ben oltre i requisiti minimi necessari. Euro Pipeline Equipment, infatti, è molto attenta alle esigenze di cantiere, con particolare riguardo alla salvaguardia degli operatori, e recepisce immediatamente le richieste dei clienti, arrivando addirittura, spesso e volentieri, ad anticiparle. Parte del suo successo, infatti, è legato proprio alla prontezza con cui accetta – e vince – le sfide più difficili. Così è nato il Performer GPL 980 e così Euro Pipeline Equipment sta proseguendo nella sua crescita continua. L’unione di due “mondi” Dinamica e intraprendente, l’S.p.A. oggetto di questo progetto deriva dalla fusione di una preesistente società, la Euro Pipeline Equipment (che si rivolgeva sostanzialmente al mercato italiano), con la Iron Component, costruttrice di strutture in conto terzi: l’unione di queste due realtà ha dato vita a una nuova azienda di respiro internazionale, che si sta strutturando per garantire una presenza più diretta (già conta un ufficio in Messico e disettembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 77


COMPONENTI LE CARATTERISTICHE DI BACKSENSE

I sistemi di sensori radar Backsense di Brigade sono studiati per captare la presenza di persone e oggetti negli angoli ciechi, riducendo sensibilmente il numero di incidenti. Sono in grado di rilevare sia oggetti stazionari che in movimento. Tra le sue peculiarità: • zona di rilevamento definita, combinata con fascio radar specificatamente configurato; • configurazione a fascio ristretto del radar per ridurre al minimo i falsi allarmi; • rilevamento a distanza ravvicinata; • tecnologia radar a onda continua modulata in frequenza; • può attivare altri dispositivi di sicurezza del mezzo; • elimina la possibilità di interferenza da parte dell’operatore; • visualizzatore di facile lettura e avvisatore acustico con ampia gamma di volume; • utilizzabile sia su strada che in cantiere; • design robusto, per condizioni climatiche difficili e tutti i tipi di terreno; • l’autodiagnostica avverte l’operatore di eventuali errori del sistema; • estensione del campo di rilevamento programmabile; • display audiovisivo a cinque stadi; • certificazione completa.

IL SISTEMA RADAR DI RILEVAMENTO OSTACOLI BACKSENSE SEGNALA LA PRESENZA DI OSTACOLI IN UN’AREA VARIABILE TRA 3 E I 30 M DI LUNGHEZZA E TRA I 2 E I 10 M DI LARGHEZZA E FUNGE DA SISTEMA ANTICOLLISIONE 78 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

verse rappresentanze in Algeria, Russia, Argentina e Pakistan), pur mantenendo la base nella sede italiana. Uno dei principali punti di forza di Euro Pipeline Equipment è la produzione totalmente interna: ciò comporta una considerevole riduzione dei costi, rende le macchine molto competitive in termini di rapporto qualità/prezzo e offre al contempo la possibilità di mostrare i prototipi ai committenti e variarli in corso d’opera. È stata perfino allestita un’area test adiacente allo stabile del quartier generale di Carpeneto Piacentino, al fine di verificare le prestazioni dei mezzi e, eventualmente, apportare delle modifiche. Il posatubi Performer GPL 980 è un frutto di questo studio costante: si tratta di un’esclusiva brevettata di Euro Pipeline Equipment ed è stato sviluppato su una specifica richiesta, appositamente per essere smontato: da un foglio bianco è divenuto realtà ed è unico nel suo genere, poiché se ne possono scomporre fa-

cilmente braccio, contrappeso, cingoli e corpo centrale e, quindi, può essere trasportato in container. Ma il Performer GPL 980 è solo l’inizio: a breve Euro Pipeline Equipment presenterà la versione più snella, da 70 t. Per migliorare l’aspetto della sicurezza e della visibilità, inoltre, l’azienda sta vagliando l’adozione del sistema di visione a 360° di Brigade Elettronica, il Backeye 360 Select, ovvero quattro telecamere che, grazie a un software intelligente, riproducono nel monitor le riprese di ognuna, riunendole in un’unica immagine con visuale dall’alto del mezzo, azzerando in tal modo gli angoli ciechi. Che la scelta ricada su Backeye 360 Select oppure sulle due telecamere solitamente installate sul lato sinistro per vedere lo scavo, Euro Pipeline Equipment, comunque, per vincere le proprie sfide e continuare a riscuotere consensi punterà sulla sicurezza e sulla qualità di Brigade Elettronica. ■


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Fondata nel 1962, l’azienda modenese ha saputo adeguare il proprio modello di business ai rapidi cambiamenti del mercato e ora agisce prevalentemente online. Il suo spirito innovativo le ha consentito di uscire da una situazione di difficoltà, per riprendere la propria marcia con più successo di prima. E con un benchmark decisamente impegnativo di Riccardo Lorenzi

C

on oltre 136 miliardi di dollari di fatturato all’anno, Amazon è un punto di riferimento non solo nel settore dell’e-commerce, ma in ge-

80 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

nerale per tutto il mondo economico. La più grande piattaforma di vendita online del mondo è fonte di ispirazione per il business moderno e lo è anche per GB Ricambi (www.gbricambi.it), che pu-

re da 55 anni opera in un ambito ben diverso come quello delle parti di ricambio. L’azienda di Nonantola (Mo) ha saputo fare di necessità virtù, uscendo alla grande dal difficile bivio nel quale si era venuta a trovare sette anni fa. Nel 2010 la morte del titolare Filippo Borghi e la concomitanza con il periodo più difficile della drammatica crisi economica avrebbero potuto disorientare GB Ricambi, mettendo a rischio il futuro di un leader della ricambistica aftermarket. Invece, la moglie e il fratello di Borghi (unici azionisti) hanno visto giusto nell’affidare il delicato ruolo di amministratore delegato a Fabrizio Saporita.


Rilancio e assunzioni Nell’arco dei sette anni della sua gestione, l’azienda ha restituito agli istituti di credito 90 milioni di euro, portando il livello di indebitamento agli attuali 30 milioni, che conta di rendere nei prossimi anni. Inoltre, questo difficile percorso di ristrutturazione del debito è avvenuto senza alcun licenziamento e senza il ricorso agli ammortizzatori so-

ciali. Al contrario, GB Ricambi ha perfino fatto una sessantina di nuove assunzioni, per portare a bordo le professionalità necessarie a sostenere il proprio percorso di rilancio. Un successo su tutta la linea, dovuto sia alla collaborazione con lo studio commercialista del Dott. Domenico Livio Trombone, sia a un’efficace strategia che ha portato a recuperare 43 milioni di euro attraverso la cessio-

DALLA VIA EMILIA AL WEST

ne di partecipazioni in società estere. La rinascita del business si è legata soprattutto a un cambio di orizzonte, grazie alla costituzione di un vero e proprio ufficio marketing, all’inserimento di figure specificatamente dedicate alle funzioni commerciali e, in particolar modo, alla focalizzazione sull’e-commerce. Un percorso virtuoso di sviluppo che è ancora in corso, a conferma dell’ambizione di crescita dell’azienda. Sfruttando i propri magazzini verticali e orizzontali, GB Ricambi è in grado di consegnare entro 24 ore in Italia (48 nelle isole) per sette giorni su set-

È impressionante la crescita che l’azien-

lizzata nella distribuzione di ricambi in-

e di valorizzare il brand CGR Ghinassi.

da modenese ha avuto a partire dalla

tercambiabili per macchine Caterpillar;

Le scelte aziendali hanno pagato: dai

sua nascita nel 1962, quando produceva

la seconda ha visto l’incorporazione del-

17 miliardi di lire che rappresentavano

unicamente pezzi di ricambio per mac-

la Teran Tractor di Miami, fortemente ra-

il giro di affari del 1999, nel nuovo mil-

chine agricole Fiat. Oggi GB Ricambi fa

dicata nell’area latinoamericana. In en-

lennio il Gruppo (diventato holding) è

parte di un gruppo formato da quattro

trambi i casi, l’operazione ha riguardato

cresciuto fino ai 250 milioni di euro del

aziende diverse e complementari tra di

gli aspetti di commercializzazione e di-

2008, per poi superare felicemente la so-

loro, che hanno dato vita a proficue si-

stribuzione dei prodotti, mentre la pro-

pra descritta crisi del 2010, che grazie al-

nergie su scala internazionale. Dal 1999,

duzione è rimasta saldamente ancorata

le felici intuizioni del management si è

con il passaggio del timone ai fratelli

all’Emilia Romagna, allo scopo di man-

trasformata in un’opportunità di rilancio

Filippo e Stefano Borghi, l’azienda ha

tenere un efficace controllo di qualità

per GB Ricambi e tutto il gruppo.

allargato la propria clientela nel bacino del Mediterraneo, per poi incorporare la storica CGR Ghinassi di Ravenna, specializzata nella produzione di ricambi intercambiabili di tipo Caterpillar. Nel 2002 è stato il turno di Cervetti Ricambi di Anzola Emilia, distributore di ricambi per macchine movimento terra, con un solido serbatoio di clienti nel mercato europeo. Consolidata la propria esperienza nel Vecchio Continente, GB Group (www.gbgroup.it) ha spiccato il volo verso gli Stati Uniti, realizzando due importanti acquisizioni nel biennio 2004/2006. La prima è stata quella di American Crane & Tractor Parts (A.C.T.P.), speciasettembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 81


COMPONENTI L’OPINIONE

FABRIZIO SAPORITA

AMMINISTRATORE DELEGATO DI GB RICAMBI GROUP

“Con un fatturato complessivo di oltre 70 milioni di euro, cinque filiali negli Stati Uniti e 8.000 clienti localizzati nei cinque continenti, siamo leader nel mercato aftermarket delle macchine agricole e movimento terra. Il mercato dei ricambi per le macchine movimento terra è reduce da una forte crisi, ma negli ultimi sei mesi abbiamo potuto constatare chiari segnali di risveglio, anche per quello che riguarda il mercato italiano. Anche la deflazione sembra arrestarsi e invertire il trend grazie agli ordinativi delle grandi case costruttrici. L’azienda punta ad acquisire nuove quote di mercato in Europa e Russia, tramite l’ampliamento della gamma di prodotto a stock e la trasformazione della società in retailer multibrand. Fino a cinque anni fa il nostro Gruppo trattava solo alcuni marchi tra cui Fiat e Caterpillar, ora invece siamo diventati multimarca, con oltre 300.000 articoli messi inseriti nella gamma nei soli ultimi due anni. Con 300 dipendenti all’attivo e 40 milioni di merci in magazzino in pronta consegna, abbiamo in portafoglio oltre 2 milioni di referenze. La nostra logistica si basa su magazzini orizzontali e verticali e ci permette di servire i clienti in tempi rapidi ovunque nel mondo. Per questo stiamo cercando di ampliare l’organico, cercando figure specifiche per sviluppare nuove gamme di prodotto. In particolare, vorremmo ampliare la forza commerciale e l’ufficio acquisti, attraverso l’inserimento di specialisti nel settore delle guarnizioni”. 82 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

te e ormai gestisce attraverso il commercio online il 70% dei propri clienti. Con un fatturato di circa 70 milioni di euro all’anno, i suoi principali mercati di riferimento (oltre all’Italia) sono gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita, ma nei prossimi anni conta di espandersi ulteriormente sul mercato europeo. Se fino a cinque anni fa trattava soprattutto Fiat per il settore agricolo e Caterpillar per quello industriale, oggi l’azienda è in grado di soddisfare le esigenze di Same, Landini, John Deere, Ford, Volvo, Cummins, Komatsu, Case, Benfra e tutti gli altri principali marchi. GB Ricambi è ancora oggi fortemente le-

gata al proprio territorio, al punto da coniare il nomignolo di “Nonantola Team” per il proprio staff, costituito da circa 200 dipendenti. Il suo quartier generale, che è anche la sede centrale del gruppo, si estende su una superficie di 120.000 m2 (dei quali 25.000 coperti), realizzato con un investimento di 30 milioni di euro. Qui si trovano impianti produttivi di ultima generazione, come il magazzino a elevata automazione e il magazzino automatico verticale (Traslo), dotato di una tecnologia all’avanguardia, c on u n a capacità di stoccaggio ricambi di 42.000 cassette, che consentono il prelievo del materiale in tempi estremamente rapidi. ■


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TECNOLOGIE DAT instruments

Il punto di svolta L’azienda di Cairate presenta un nuovo datalogger con monitor touch-screen da 18,5” versatile, resistente, espandibile, ideale per qualsiasi tecnologia e, cosa importante, molto facile da usare di Pietro Gabrielli

A

utentico punto di svolta per la Ricerca e Sviluppo DAT instruments, il nuovo datalogger progettato e realizzato dalla società varesina è nato dall’ascolto dei clienti. Il DAT WideLog, questo il suo nome, è un progetto scaturito dalla specifica richiesta di un cantiere di perforazione orizzontale in cui si è manifestata la necessità di registrare molteplici parametri e visualizzarli contemporaneamente sul monitor. Da qui la creazione di un monitor Wide e di molte altre migliorie. Un datalogger da record La denominazione DAT WideLog identifica immediatamente la principale caratteristica del nuovo prodotto: un monitor touch-screen da 18,5” (pari a 41 x 23 cm) che permette di mostrare in maniera chiara e dettagliata una notevole quantità di grafici, valori numerici, strumenti a lancetta e tutto ciò che serve agli operatori per perforare o iniet-

84 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

tare in modo preciso. Si tratta di un datalogger completamente a colori e con caratteristiche che ne semplificano al massimo l’utilizzo: il touchscreen, come tutti i prodotti DAT instruments, pensato per il cantiere, è resistente e può essere utilizzato anche indossando i guanti. Allo stesso tempo, il monitor di grosse dimensioni e la sua elevata definizione (è full HD) consentono di visualizzare molti dati contemporaneamente, con i grafici che danno un’immediata percezione del valore massimo, medio e minimo, nonché del valore impostato a cui devono tendere tutti i parametri. La memoria interna di generose dimensioni registra svariati dati ed è allo stato solido, a tutto vantaggio della robustezza e della resistenza agli shock. La trasmissione dei dati può avvenire tramite pen drive USB o via internet: il DAT WideLog, infatti, è dotato sia di porta Ethernet che di antenna Wi-Fi per il collegamento alla rete (è possibile installare

IL MONITOR DI GROSSE DIMENSIONI DEL DAT WIDELOG E LA SUA ELEVATA DEFINIZIONE CONSENTONO DI VISUALIZZARE MOLTI DATI CONTEMPORANEAMENTE, CON GRAFICI CHE DANNO UN’IMMEDIATA PERCEZIONE DEL VALORE MASSIMO, MEDIO E MINIMO, NONCHÉ DEL VALORE IMPOSTATO A CUI DEVONO TENDERE TUTTI I PARAMETRI

anche un modem 3G-4G). In fase operativa i dati vengono trasferiti a ogni singolo foro e risultano disponibili in tempo reale anche in ufficio. La visualizzazione può avvenire su qualsiasi dispositivo: PC fissi, smartphone o tablet e i file sono compatibili con Microsoft Excel e OpenOffice Calc. Un design moderno Alle importanti caratteristiche accennate si deve aggiungere il fatto che il datalogger DAT WideLog è esteticamente molto curato: beneficia di un design moderno, sottile, che racchiude la tecnologia più evoluta. L’aspetto estetico non deve però trarre in inganno: come avviene per tutti i datalogger DAT instruments, anche il


nuovo DAT WideLog è molto resistente. Il corpo - realizzato in acciaio inox (per la parte frontale) e in alluminio (per la zona posteriore) - garantisce un’elevata resistenza meccanica e alle intemperie. Inoltre, beneficiando dell’esperienza internazionale di DAT instruments, che vende i propri prodotti in tutto il mondo, il nuovo datalogger è predisposto per funzionare anche in presenza di salsedine, temperature elevate o fredde, sabbia, acqua e nelle più diverse condizioni atmosferiche e di ambiente di lavoro. I materiali utilizzati sono inossidabili e la tenuta all’acqua è garantita da opportune guarnizioni e connettori IP68. Alta versatilità Il nuovo DAT WideLog si trova a proprio agio in qualsiasi cantiere. È infatti possibile utilizzarlo in tutte le applicazioni in cui normalmente si doveva ricorrere a più datalogger: jet-grouting,

LA TRASMISSIONE DEI DATI PUÒ AVVENIRE TRAMITE PEN DRIVE USB O VIA INTERNET. IL DAT WIDELOG È DOTATO SIA DI PORTA ETHERNET CHE DI ANTENNA WI-FI PER IL COLLEGAMENTO ALLA RETE

“DAT instruments utilizza solo materiali di elevata qualità, perché non si può fermare un cantiere per colpa di uno strumento. Molto spesso si trovano in commercio apparecchiature elettroniche poco affidabili e ciò accade perché vengono utilizzati componenti commerciali di scarsa qualità, applicati a progetti che hanno come primario obiettivo il massimo guadagno. Al contrario, la progettazione dei nostri strumenti si fonda su un’elettronica robusta, sovradimensionata e collaudata. La nascita di DAT WideLog,

iniezioni di cemento, pali valvolati, trivellazioni, DAC test, CFA, deep mixing, soil mixing, vibroflottazione, diaframmi, idrofrese, prove Lugeon e Lefranc. A seconda della tecnologia impiegata, infatti, sarà sufficiente installare il set sensori adatto alla propria applicazione. Inoltre, il DAT WideLog non ha un numero di canali di ingresso limitato, ma questi sono espandibili tramite opportune schede di interfaccia, sempre prodotte da DAT instruments, che consentono di utilizzare il datalogger per registrare molteplici parametri oltre a quelli standard. Ad esempio, è possibile registrare il numero dei giri del motore, la temperatura dell’acqua e dell’olio o altri dati a scelta del cliente. Questo strumento è anche configurabile da remoto e può essere supportato in teleassistenza da parte dei tecnici DAT instruments, per quanto riguarda le impostazioni, la manutenzione o la creazione di funzioni personalizzate. Il nuovo DAT WideLog è uno strumento con infinite funzionalità. Al top della gamma DAT instruments, il DAT WideLog permette di eseguire più operazioni diverse con un unico strumento: è quindi ideale per tutti coloro che hanno la necessità di realizzare lavori con la massima precisione, con i dati sempre e ovunque disponibili. I comandi e i menù touch-screen sono intuitivi e velocizzano il lavoro dell’operatore sulla mac-

CHI È DAT INSTRUMENTS Fondata nel 2001, DAT instruments è l’azienda di Cairate (Va) specializzata nella produzione e progettazione di strumenti elettronici e software usati per realizzare lavori di fondazioni speciali, quali: iniezioni di cemento, jet-grouting, CFA, soil mixing, vibroflottazione, perforazione a scopo di sondaggi geognostici, diaframmi, miscelazione del cemento, misura delle inclinazioni, controllo della verticalità e sollevamento. Attualmente, oltre 20 paesi nei cinque continenti vengono serviti direttamente dall’azienda o in affiancamento tramite rivenditori.

china, mentre i dati disponibili in tempo reale in ufficio rendono il lavoro più agevole agli impiegati, che possono presentare al committente le rendicontazioni in tempi rapidi. Per chi invece avesse minori esigenze, DAT instruments propone gli economici JET DSP 100 e JET SDP o il datalogger di fascia media JET 4000 AME. ■

L’OPINIONE in particolare, è un punto di svolta per DAT instruments. Uno strumento così completo e funzionale ha subito riscosso un notevole interesse da parte delle imprese impegnate nella realizzazione di opere nel sottosuolo attente alla qualità del lavoro. Da parte nostra, abbiamo sempre prodotto strumenti conosciuti per la loro robustezza e per l’eterna disponibilità di ricambi e oggi, con il nuovo DAT WideLog, intendiamo migliorare ulteriormente le nostre peculiarità, aggiungendo anche un aspetto estetico importante. Lo strumento

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in sé è molto piacevole da vedere, ma le visualizzazioni del monitor sono davvero d’impatto: dirette, colorate e molto gradevoli. I pulsanti touch sono di grandi dimensioni, per un utilizzo semplice e piacevole.

settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 85


SERVIZI Anepla

LA LEGGE

non è uguale per tutti La questione ambientale e quella economica. Le regole da rispettare con terre e rocce da scavo. Il difficile equilibrio tra la dimensione europea e quella nazionale, a sua volta spezzettata in diverse realtà regionali. Di tutti questi temi si è discusso nella tavola rotonda organizzata da ANEPLA (Associazione Nazionale Estrattori Produttori Lapidei), dalla quale è emersa una forte esigenza di uniformità e coordinamento tra i diversi legislatori di Lorenzo Zacchetti

I

l tema delle terre e rocce da scavo è di fondamentale importanza nel settore delle costruzioni e quindi rivestono un particolare interesse i temi affrontati nel corso della tavola rotonda recentemente organizzata da ANEPLA a Piacenza. La location non è stata scelta in modo casuale: come spiegato dal moderatore Claudio Bassanetti, vicepresidente della sezione locale di Confindustria, “anche se oggi le cose sono cambiate, Piacenza in passato è stata patria delle cave, quando erano in voga le attività estrattive nel fiume”. I cambiamenti del mercato sollecitano una continua attenzione da parte di chi è chiamato a regolamentarlo con delle leggi e quindi bisogna confrontarsi in maniera propositiva con i protagonisti del settore. Va in questa direzione l’iniziativa di mettere faccia a faccia i rappresentanti delle principali regioni italiane, per confrontare le diverse normative e i diversi approcci sul tema. Questo metodo di lavoro serve anche a colmare alcune carenze a livello di legislazione naziona-

86 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

le: “Della legge nazionale sulle cave si parla da quando ero bambino e la considero ormai defunta”, ha proseguito Bassanetti. “A maggior ragione diventa importante il confronto con le varie Regioni, con le quali è fondamentale confrontarci. Ci sono alcuni temi a noi molto cari, non ultimo quello ambientale, sul quale però a nostro avviso oggi non basta l’approccio tradizionale. Le Regioni devono affrontare anche altri due problemi, la sostenibilità economica e la formulazione di un percorso chiaro, con norme che permettano alle nostre aziende di fare investimenti, programmando gli ammortamenti in base a norme certe, limpide e compatibili con le tempistiche che caratterizzano la nostra attività”. Per comprendere meglio la situazione italiana nel contesto europeo e le notevoli (forse troppo) differenze tra le singole realtà regionali, ANEPLA ha invitato i rappresentanti di Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia a un confronto, arricchito dal punto di vista internazionale portato dalla UEPG. Ne è uscito un dibattito ricco di spunti.


Emilia-Romagna: Katia Tarasconi Dal 2013 Katia Tarasconi fa parte dell’Assemblea Nazionale del PD. Consigliera Regionale dell’Emilia-Romagna, è membro della Terza Commissione, che si occupa di territorio, ambiente e mobilità. Il suo contributo è partito dalla questione della legalità, tema particolarmente delicato in una regione che, rappresentando una delle aree più ricche d’Europa, fa molta gola anche alla criminalità organizzata. “Su questo tema – ha esordito – la Regione Emilia-Romagna ha approvato la legge 18 del 28.10.2016, che potenzia e coordina tutti i mezzi di contrasto nei confronti di criminalità e mafia. Lo scopo consiste nel dotare il territorio di anticorpi efficaci per contrastare le infiltrazioni criminali. La norma prevede tra l’altro l’obbligo di trasmettere all’Agenzia Regionale i dati identificativi di tutti i mezzi utilizzati dalle imprese per il trasporto dei materiali derivanti dall’attività di cava”. L’art.41 comma 3 di questa legge riguarda le severe sanzioni nelle quali si può incorrere. Il Comune o l’Unione di comuni competente, anche su segnalazione dell’Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, dispone la sospensione dell’attività estrattiva per un periodo compreso tra un minimo di un mese e un massimo di sei mesi qualora risulti che i dati identificativi dei mezzi utilizzati dalle imprese di autotrasporto non siano stati trasmessi o non corrispondano al vero, fatta salva la possibilità di correzione di errore materiale di trasmissione entro

KATIA TARASCONI

CONSIGLIERA REGIONALE DELL’EMILIAROMAGNA E DIRIGENTE NAZIONALE DEL PD

CLAUDIO BASSANETTI, (A SINISTRA) VICEPRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA PIACENZA, E PAOLO ZAMBIANCHI, PRESIDENTE DI ANEPLA il termine di 15 giorni dalla segnalazione. Lo stesso provvedimento può essere adottato qualora risulti che il soggetto autorizzato si sia avvalso di imprese di autotrasporto non aventi i requisiti previsti dall’articolo 36, comma 1, che a sua volta riprende precedenti normative finalizzate a garantire il corretto operato delle aziende. Claudio Bassanetti ha espresso il proprio apprezzamento per una normativa che, a seguito dell’iter di confronto con gli attori del settore, oltre alle sanzioni prevede anche una premialità per comportamenti virtuosi, ovvero la riduzione del 10% degli oneri estrattivi. “C’è anche un ‘elenco di merito’ che sarà istituito dalla Regione – ha proseguito Tarasconi – che riguarderà tutti i settori esposti al rischio di infiltrazioni, tra cui appunto quello delle attività estrattive. Le aziende dovranno garantire l’accesso e il sopralluogo da parte di organismi paritetici, il rispetto dei contratti collettivi nazionali di lavoro e di quelli territoriali di settore nel rapporto con i propri dipendenti”. A seguito delle direttive di recepimento necessarie, a partire dal 2018 la norma potrà anche accogliere la richiesta (che viene soprattutto da Confindustria Piacenza) di estendere la riduzione del 10% degli oneri non solo alle nuove attività, ma anche a quelle già in corso: “Lo faremo nel nuovo anno, perché tale provvedimento inciderà sul bilancio dei comuni interessati e quindi non si poteva determinare un effetto retroattivo”. La collaborazione tra la Pubblica Amministrazione e gli attori del settore estrattivo è stata indicata da Tarasconi come un elemento fondamentale di un

settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 87


SERVIZI processo operativo che ha già visto l’approvazione di una normativa finalizzata a incentivare il riutilizzo dei sottoprodotti: “Il 16 ottobre 2015 abbiamo approvato, anticipando anche l’Europa, la legge regionale sull’economia circolare. Lo scopo del provvedimento è che gli scarti del processo produttivo diventino nuove risorse, anziché rifiuti. In tutto questo cammino è importante la definizione di sottoprodotto. Infatti, solo per alcuni processi produttivi abbiamo già oggi degli elenchi di cosa va considerato sottoprodotto, cosa che invece manca completamente per quest’ambito operativo. Il compito di definirli spetta al tavolo di coordinamento del quale fa parte anche Confindustria. È già stata accolta la richiesta di ANEPLA di condividere le esperienze in tema di attività estrattiva. Siamo disponibili a individuare possibili filiere che non siano già state comprese nel regolamento nazionale, di prossima pubblicazione, approvato lo scorso 19 maggio dal Consiglio dei Ministri”. L’obiettivo sottostante a tutti questi sforzi è sburocratizzare le procedure, un passaggio che sarebbe gradito dagli imprendito-

ri (non solo in questo settore). Tuttavia, a questo riguardo Tarasconi non ha mancato di sottolineare un paradosso: “A volte ho la sensazione che nel tentativo di semplificare le cose si legiferi molto… con il risultato che poi tutte queste norme sortiscano l’effetto opposto! Dovremmo trovare un punto di equilibrio”. Sul piano istituzionale, Tarasconi suggerisce di riflettere sulle differenze normative esistenti tra le varie regioni: “A mio avviso fanno male su qualunque argomento, non solo in questo settore. Il problema riguarda qualsiasi tema, dalla sanità all’economia, perché ne soffrono non solo gli imprenditori, ma tutto il Paese. Quindi è giusto lavorare insieme, per dare risposte coordinate”. Piemonte: Domenico Rossi Nato in provincia di Matera e novarese d’adozione, Rossi è alla sua prima esperienza politica, come consigliere regionale del PD in Piemonte. A soli 39 anni, è già diventato un punto di riferimento per il settore, grazie alla legge regionale sulle attività estrattive (di cui è stato relatore) che in questa tavola rotonda è stata pre-

L'OPINIONE DI

sentata come una best practice alla quale ispirarsi anche in altre regioni. Stupisce notare come il suo interesse per questo tema non derivi affatto da un background professionale: “In verità non sarebbe la mia materia, dato che sono laureato in filosofia. Ho iniziato a interessarmi delle problematiche inerenti a cave e rifiuti perché sono stato referente di Libera sul mio territorio e nel 2010 ho iniziato a interessarmi dell’omicidio di un imprenditore, avvenuto con modalità paramafiose proprio in una cava. Ho scoperto la questione del ciclo dei rifiuti e la necessità di una nuova normativa sul tema. Quella precedente era obsoleta, risalendo al 1978 e risentendo dell’impostazione culturale di quel periodo, nonostante le successive rivisitazioni, anche strutturali. Andava rivisto il rapporto tra economia e ambiente e mi ha colpito vedere che gli altri relatori presenti oggi a Piacenza nei loro consigli regionali si occupano del tema nella Commissione Ambiente: anch’io ne faccio parte, ma in Piemonte il tema è di competenza della Commissione Attività Produttive, il che fa una certa differenza”.

aggiornare l’attività estrattiva. Ciò perché – come tutti sanno – soprattutto negli ultimi anni il materiale non ha barriere, si muove liberamente da una regione all’altra. Quindi il fatto

PAOLO ZAMBIANCHI PRESIDENTE ANEPLA

che esistano normative, approcci e fiscalità diverse rischia di acuire le difficoltà che il settore già sta avendo. Da qui nasce il nostro sforzo trasversale di dialogare con gli Enti e con le regioni interessate, per cercare un’uniformità che secondo noi

“In merito ai sottoprodotti e alla legge sulle cave c’è bisogno

è fondamentale. Siamo in totale accordo con l’obiettivo di ar-

di aggiornare il quadro normativo. Da tempo stiamo collabo-

rivare al maggiore riciclo di materiale possibile. Il problema

rando coi ministeri coinvolti a una legge-quadro che superi

che abbiamo in Italia è di tipo normativo, legato al concetto

il Regio Decreto del 1927, tuttora in vigore. Definire ‘datata’

di End of Waste: quando un materiale cessa di essere rifiuto e

questa normativa di riferimento è quantomeno eufemistico.

diventa prodotto? Nel nostro ciclo produttivo delle cave sono

Su questo sfondo, le diverse regioni hanno utilizzato la pro-

già in essere impianti di demolizione e riciclaggio, ma basta

pria delega in tema di cave sviluppando ognuna delle pro-

fare un giro sul territorio per trovare cataste di rifiuti di cava

prie normative, ma senza un contesto formato da una serie

che non riescono a essere riutilizzati: ciò accade perché fino a

condivisa di paletti.

quando non c’è certezza da parte dell’utilizzatore finale, la re-

Il Piemonte ha appena legiferato, la Lombardia lo sta facen-

sponsabilità rimane in capo al produttore, nonostante ci siano

do e lo stesso percorso, anche se più complesso e articolato,

certificazioni, marcature, eccetera. Finché non si risolve que-

lo sta facendo il Veneto. Qui c’è in discussione un progetto di

sto problema continueremo ad aprire cave di prestito, anche

legge, ma tutto è viziato da un ricorso alla Corte Costituzionale

se sono 20 anni che facciamo battaglie su questo tema insie-

sul ‘famoso’ art. 95, messo in campo per far fronte all’assenza

me a WWF, Legambiente, Italia Nostra e tutte le associazioni

di pianificazione sulle cave. Un paio di anni fa ha legiferato in

coinvolte. L’ultima vittoria l’abbiamo ottenuta a Brescia, dove

merito anche la Regione Toscana, con la legge 35.

sull’Alta Velocità siamo riusciti ad evitare 7 milioni di metri cu-

Dal nostro punto di vista, è davvero curioso pensare che re-

bi di nuove cave. Ma per mettere un punto definitivo a queste

gioni confinanti usino criteri diversi tra loro per normare o per

vicende serve fare chiarezza sul piano normativo”.

88 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017


Per giungere all’approvazione di questa legge, Rossi ha dovuto mediare tra le esigenze del settore estrattivo, agricolo e ambientale, prima come esponente della società civile e poi da consigliere. Il risultato è stato ottimale, perché il provvedimento è nato come proposta consiliare (caso davvero unico su questi temi) e poi stato approvato all’unanimità, superando le perplessità iniziali dell’opposizione. Il cambiamento è stato notevole: “Sul tema della legalità eravamo molto indietro. Fino al 2015 era in vigore un sistema per il quale qualsiasi scavo di tipo abusivo o in difformità rispetto a quello autorizzato veniva sanzionato con una multa di circa 1.000 euro. In quel regime, bastava autodenunciarsi per cavarsela con questa sanzione minima e ciò ha portato a casi con centinaia di migliaia di metri cubi gestiti in questa maniera nel corso degli anni”. Anche sul versante dei controlli la situazione non era certo incoraggiante: “I Comuni, che fino al 2015 avevano la leva delle autorizzazioni, ci dicevano di non riuscire a esercitare alcuna vigilanza, a causa di una mancanza di mezzi che riguardava specialmente i più piccoli, ma non solo. Abbiamo quindi istituito i servizi di vigilanza, funzione che con la legge di applicazione della Delrio è stata assegnata alle province e alle Città Metropolitane, peraltro nel momento di massima fragilità di tali istituzioni. Oggi c’è un’oggettiva difficoltà, perché anche a loro manca il personale formato e quindi questa funzione potrebbe essere riavocata a sé dalla Regione. La norma prevede che ogni Provincia, in forma associata, abbia un servizio di vigilanza che deve visitare la cava per accertarsi che si stia lavorando secondo quanto autorizzato, coordinandosi con gli altri enti che abitualmente si occupano dei controlli (ARPA, polizia mineraria…)”. Per aggiornare una normativa vetusta è stato necessario anche regolamentare le autorizzazioni secondo criteri che, seppure di buon senso, non erano mai stati messi nero su bianco: “In assenza di regole,avevamo diversi imprenditori che da anni non pagavano gli oneri estrattivi, eppure continuavano a chiedere autorizzazioni ai comuni. Abbiamo quindi inserito alcuni elementi come la regolarità dei pagamenti alla Pubblica Amministrazione e del DURC, l’assenza di condanne per reati

DOMENICO ROSSI

CONSIGLIERE DEL PD E RELATORE DELLA RECENTE LEGGE DELLA REGIONE PIEMONTE SULLE ATTIVITÀ ESTRATTIVE

contro la P.A. o di tipo ambientale e altri parametri che, pur non risolvendo il problema, stringono le maglie e costringono le imprese a lavorare in maniera corretta”. L’inasprimento delle sanzioni è stato un passaggio cruciale, ma non esaustivo: “Abbiamo inserito un criterio di proporzionalità: più vai oltre il consentito, più paghi. A fronte dei 1.000 euro precedenti, la prima multa data con la nuova legge è stata di 230.000 euro e l’ultima da un milione e mezzo. Questi sono casi-limite, ma in generale si è segnata una significativa differenza, nel rispetto di chi lavora secondo le regole. Abbiamo inoltre inserito una premialità rispetto al riutilizzo dei sottoprodotti. Sanzionare non basta e in tal senso va lo sconto del 10% sugli oneri di estrazione per chi ha impianti di riciclo e per chi ha le certificazioni previste, che sono le stesse richieste anche dalla Regione Toscana (a proposito di uniformità e circolazione delle buone pratiche…). Chi ricicla inerti, oltre ad avere

uno sconto sugli oneri, ha anche un surplus di autorizzazione: dal massimo di 15 anni si sale a 17”. Un altro punto fondamentale riguarda il piano di approvvigionamento degli inerti per le opere pubbliche: “Su questo abbiamo approvato una norma che è stata molto discussa e che prevede che sia usato prioritariamente almeno il 50% di materiale già esistente in cava”, ha proseguito Rossi.“Prima di creare una nuova cava si deve utilizzare il materiale che è già disponibile sul territorio, sempre con il dovuto equilibrio ambientale, ovvero secondo il criterio della vicinanza nei siti compatibili, tra quelli indicati dalla Conferenza dei Servizi. Sulla programmazione, viste le carenze relative a varie province, abbiamo scelto di avere un piano unico regionale e quindi una maggiore linearità. Sono d’accordo con quanto detto dalla collega Tarasconi sul punto: mentre a livello di assessorato e nella Conferenza Stato-Regioni questo si può fare (se c’è la volontà politica), a livello consigliare forse mancano i luoghi nei quali ciò possa accadere”. In un percorso certamente non in discesa, Rossi ha anche spiegato di aver mutato posizione su alcuni argomenti: “Io ero tra quelli che in Piemonte chiedevano l’innalzamento degli oneri, una posizione che ovviamente ha fatto discutere. Alla fine abbiamo scelto di non toccarli, soprattutto perché il momento di crisi è innegabile, ma anche per conformità con le regioni confinanti: io abito a Novara, a 10 minuti di macchina da Magenta, in Lombardia, e non ha senso che gli oneri siano differenti dal nostro territorio al loro. Molti imprenditori mi dicono che a loro poco interessa

LA TAVOLA ROTONDA DI ANEPLA SI È SVOLTA PRESSO LA SEDE DELLA CONFINDUSTRIA DI PIACENZA, IL CUI VICEPRESIDENTE BASSANETTTI HA MODERATO IL DIBATTITO settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 89


SERVIZI quanto debbono pagare, mentre interessa molto di più avere un quadro normativo semplificato, nel quale si sa cosa si deve fare e lo si fa in maniera semplice, veloce e funzionale. Ma il lavoro da fare su questi temi è ancora tanto. Personalmente, credo che abbia ragione il presidente Chiamparino quando indica nella Macroregione una possibile soluzione istituzionale”. Le difficoltà di una Pubblica Amministrazione che funziona “a canne d’organo”, secondo un modello che Rossi definisce “ottocentesco”, riguarda anche i rifiuti speciali: “Stiamo per discutere il piano regionale. In Piemonte ci sono circa 4 milioni di tonnellate di materiale da costruzione, che rappresentano il 44% dei rifiuti speciali regionali. È tanto, ma va detto che la maggior parte è già in un percorso di riutilizzo. Il problema sono le terre e rocce da scavo, che per l’87% ancora finiscono in discarica. Ce ne stiamo occupando in Commissione ed entro fine anno il piano regionale dei rifiuti speciali sarà pronto”. Per Rossi, l’elemento centrale è la questione delle opere pubbliche, nelle quali va incentivato il riutilizzo: “Dobbiamo spingere in questa direzione. Nei prossimi 10 anni in Piemonte ci saranno investimenti forti nell’edilizia sanitaria, per più di un miliardo di euro. Se non inseriremo questo elemento – come vincolo o come incentivo – questo settore rischierà di restare al palo, vittima anche di alcuni pregiudizi. Le Regioni devono coinvolgere, anche dal punto di vista della formazione, le stazioni appaltanti più piccole: nei piccoli Comuni c’è ancora scarsa conoscenza su questi temi e vanno aiutati. Già nella legge di governance sui rifiuti si stanno inserendo richiami ai concetti di economia circolare, ma bisogna proseguire su questa strada”.

FEDERICO LENA

CONSIGLIERE PER LA LEGA NORD IN REGIONE LOMBARDIA, HA LAVORATO NEL SETTORE NEL SETTORE INFORMATICO-ELETTRONICO

Lombardia: Federico Lena Il consigliere della Lega Nord ha raccontato del lavoro che la Regione Lombardia sta cercando di fare con il suo recente progetto di legge finalizzato all’aggiornamento della disciplina per le coltivazioni in cava. Infatti, si punta a superare la legge 14 sulle cave, che fa parte di un quadro che Lena delinea in questo modo: “La situazione attuale merita senza dubbio una revisione. Abbiamo 26 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi (circa il 20% del prodotto nazionale), dei quali 12 milioni di tonnellate (circa il 45%) sono derivanti da costruzione o demolizione, mentre a essere smaltiti in discarica sono 10 milioni di tonnellate (a fronte dei 2,7 milioni di tonnellate sul territorio nazionale), di cui 75.000 tonnellate derivano da costruzione o demolizione”. Queste terre e rocce da scavo provengono sia da attività con materiali che sono considerati sottoprodotti (e non rifiuti) in base al DM 161/2012, sia da quelli che provengono da attività differenti e per i

quali bisogna dimostrare il rispetto di alcune condizioni: la certezza della destinazione dei materiali, il mancato superamento di determinati valori di contaminazione e che non ci sia la necessità di dover trattare questi materiali. Tutte queste condizioni sono autocertificate dal produttore e trasmesse all’ARPA. Per quanto riguarda gli inerti da cava, la Lombardia è prima in Italia per sabbia e ghiaia: 19 milioni e mezzo di metri cubi annui, con oltre 600 cave attive e circa 3.000 siti dismessi o abbandonati. Il modello di pianificazione è su base provinciale, mentre solo dopo parte l’iter in Regione: nella procedura accompagnatoria (che compete sia alla Direzione Generale Ambiente che alla Direzione Generale Territorio) vengono analizzati i fabbisogni, lo sfruttamento dei giacimenti e l’impatto ambientale. L’ultimo passaggio è in Commissione Ambiente e poi si va in Consiglio Regionale, per l’approvazione finale. Secondo Lena, questo metodo presenta varie criticità: “In primo luogo ci sono le tempistiche dei piani provinciali. Le difficoltà delle province ricadono sugli operatori, che devono fare pianificazione. C’è bisogno di semplificare le procedure, magari evitando il passaggio in Consiglio Regionale”. Per questo motivo, la Regione Lombardia punta a un ribaltamento completo del modello operativo: “Si partirà dalle linee guida del Consiglio Regionale – ha spiegato Lena – e poi si passerà alla pianificazione che sarà in capo alla Giunta Regionale, quindi con una visione più ampia rispetto agli ambiti ristretti che ci sono attualmente. La pianificazione sarà elaborata per settore merceologico: ad esempio, per sabbia e ghiaia si andrà per

INSIEME PER LO SVILUPPO DEL SETTORE ANEPLA – Associazione Nazionale

ciato effettivo di Confindustria e partecipa,

conseguimento di tre obiettivi:

Estrattori Produttori Lapidei Affini (www.

insieme agli altri membri, al processo di

a) esprimere adeguata ed efficace rap-

anepla.it) è formata dalle imprese che ope-

sviluppo della società italiana, contribuen-

presentanza dei propri soci in tutte le se-

rano nei settori delle cave con l’estrazione

do all’affermazione di un sistema impren-

di di interlocuzione esterna, interagendo,

e lavorazione di sabbia e ghiaia, pietrischi,

ditoriale innovativo, internazionalizzato,

nei rispettivi livelli di competenza, con

pietre da costruzioni non ornamentali e

sostenibile, capace di promuovere la cre-

Confindustria e con le altre componenti

inerti da riciclo, così come identificati dai

scita economica, sociale civile e culturale

del sistema confederale;

codici Ateco assegnati da Confindustria

del Paese. L’organizzazione è autonoma,

b) assicurare solida identità e diffuso sen-

alla competenza organizzativa e di rap-

apartitica e indipendente da ogni condi-

so di appartenenza associativa attraverso

presentanza della stessa. ANEPLA è asso-

zionamento esterno, nonché finalizzata al

ogni utile azione di sviluppo e di miglio-

90 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017


Europa: Dirk Fincke UEPG (Union Européenne des Producteurs de Granulats) è la federazione europea che raggruppa tutte le as-

sociazioni nazionali di produttori di granulati. Il segretario generale Dirk Fincke ha spiegato come il settore degli aggregati sia di gran lunga il più esteso nell’ambito delle industrie energie non estrattive, con 7.220.000 impiegati su scala europea e 2,7 milioni di tonnellate di materiale annue, pari a 5 tonnellate procapite ogni anno. Sono 15.000 le aziende affiliate a UEPG, con 26.000 siti produttivi in tutta Europa. Di questo vasto settore fanno parte diverse realtà, accomunate da un modello di economia circolare basato sul concetto “Zero Waste”. UEPG è determinata sul tema della gerarchia dei rifiuti e, laddove sostenibile sul piano tecnico, economico e ambientale, del riciclo. L’Unione ha inoltre fornito il proprio endorsement ufficiale al Protocollo di Trattamento dei rifiuti del settore costruzione e demolizione elaborato dall’Unione Europea. Inoltre, è partner della EDA (European Demolition Association) nel Forum DDR (Demolition, Decontamination and Recycling).

Nel contesto degli obiettivi europei per il 2020, UEPG si focalizza sulla necessità di arrivare al 70% di rifiuti riciclati entro la fatidica scadenza. Ma a che punto siamo, a soli tre anni dalla deadline? Per percentuale di riciclo degli aggregati, l’Italia è nella parte bassa della classifica, abbondantemente sotto il 5%. I paesi più virtuosi sono Malta, Olanda e Regno Unito, che si collocano tra il 20% e il 25%, mentre il fanalino di coda è rappresentato da Portogallo e Lussemburgo, di poco sopra quota zero. Appena migliori sono le performance di paesi importanti come Grecia, Slovacchia, Norvegia e Spagna. “Anche raggiungendo la soglia massima di aggregati riciclati non sarebbe comunque possibile rimpiazzare del tutto quelli naturali”, ha spiegato Fincke. “Solo il 15-20% della domanda complessiva potrebbe essere assorbito e comunque bisogna valutare anche l’impatto ambientale determinato dal trasporto di questi materiali, che su lunghe distanze potrebbe inoltre diventare insostenibile sul piano economico. L’ipotesi di una tassa sulle materie prime potrebbe non produrre il desiderato aumento delle quote di riciclo, mentre va ricordato che la Germania è riuscita a ottenere risultati significativi pur senza introdurre tasse di questo tipo”. Anche a livello europeo, nella visione di Fincke è necessario un coordinamento specifico per evitare discrepanze potenzialmente nocive: “Tutti gli stati membri dell’Unione dovrebbero adottare i medesimi criteri in tema di End of Waste, oltre a condividere conoscenze e best practice, in un’ottica di lungo termine che risulterebbe fondamentale per gestire al meglio il fondamentale tema della sostenibilità ambientale”. ■

ramento dei modelli organizzativi interni;

la quale vi diamo conto in queste pagine.

Il presidente Paolo Zambianchi ha for-

c) erogare efficienti servizi di rappresen-

Nella parte privata, oltre agli adempimenti

nito un’esaustiva relazione, ripercorren-

tanza e di servizio, anche promuovendo e

relativi al Bilancio, si è provveduto al rin-

do le tappe più significative di vita as-

sperimentando sinergie e collaborazioni

novo del Consiglio Generale di ANEPLA,

sociativa e i temi più sensibili sui qua-

all’interno del sistema confederale.

del Collegio dei revisori dei conti e dei

li è ancora impegnata l’associazione.

L’Assemblea ordinaria dell’associazione

Probiviri, in omaggio alle nuove regole

A chiudere i lavori sono state la relazio-

per l’anno 2017 si è svolta presso la sede

statutarie che, per agevolare un maggiore

ne del presidente della sezione “Beni e

della Confindustria di Piacenza e, come da

avvicendamento all’interno delle cariche

Servizi”, Giorgio Manara, e la presenta-

prassi consolidatasi negli ultimi anni, l’e-

sociali prevede che la presidenza sia elet-

zione da parte di Dirk Fincke (segretario

vento è stato suddiviso in una prima parte

ta per un biennio (rinnovabile) negli an-

della UEPG, della quale ANEPLA fa par-

privata (riservata ai soci) e una seconda

ni pari e che il Consiglio invece sia eletto

te) dei temi più importanti per il settore

parte pubblica, con la tavola rotonda del-

negli anni dispari.

a livello europeo.

Provincia,mentre per altri settori – come quello minerale e industriale – per Regione. Puntiamo alla semplificazione e alla riduzione dei tempi attraverso l’eliminazione degli ATE, poi si passerà all’approvazione della pianificazione da parte delle province e della Città Metropolitana. La vigilanza sarà assegnata ai Comuni,perché sono i più vicini ai territori, mentre per le cave il monitoraggio sarà in capo all’ARPA”. Ma quali sono gli obiettivi che la regione Lombardia si pone con questa nuova legge? Lena li sintetizza in questo modo: “In primo luogo, ovviamente, bisogna perseguire la coerenza con le norme europee. Altrettanto importante è saper fare pianificazioni sufficientemente stabili per favorire gli operatori, ma nello stesso tempo flessibili, per adeguarsi alle esigenze di mercato e dei suoi picchi. È necessario valutare i fabbisogni su zone più ampie, individuando anche modalità di risarcimento ambientali e fidejussioni a garanzia. Bisogna promuovere la partecipazione diffusa e una maggiore condivisione tra enti locali e cavatori, nonché introdurre premialità su materiali di recupero, visto anche che in Lombardia ce ne sono 15 milioni di metri cubi l’anno. Il riutilizzo degli inerti darà diritto a una proroga della concessione per tre anni oltre la scadenza prefissate; inoltre, vogliamo raddoppiare gli inerti riciclati nelle opere pubbliche (dal 15% al 30%) e – in linea più generale – realizzare una pianificazione più attenta nei confronti dell’ambiente”.

DIRK FINCKE

È SEGRETARIO GENERALE DI UEPG. DI NAZIONALITÀ BELGA, HA STUDIATO IN GERMANIA, FRANCIA E GRAN BRETAGNA

settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 91


SERVIZI TeknoGRC

NEL SEGNO

della progettualità In oltre 30 anni di esperienza, l’azienda bergamasca è riuscita ad affermarsi grazie alla propria capacità di adattarsi a qualsiasi richiesta da parte dei clienti, aiutandoli a perseguire l’eccellenza nei rispettivi settori di pertinenza di Lorenzo Zacchetti

O

ltre 900 autogrù, 289 macchine da perforazione, 107 macchine speciali, 394 piattaforme aeree: questi sono solo alcuni dati che riassumono efficacemente l’intensa storia e attività di TeknoGRC, azienda specializzata nella produzione e assemblaggio di macchinari conto terzi. Fondata nel 1981, fin dalla sua nascita la società di Bariano (Bg) ha potuto contare sull’esperienza trentennale del 92 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

suo fondatore, Giuseppe Corna, nel settore dei montaggi di macchinari; divenuto imprenditore, per i primi 10 anni di attività il capostipite di questa realtà lombarda – tuttora a gestione familiare – ha lavorato per conto di marchi quali Hyco (eseguendo il montaggio di tutti i modelli del brand), Demag e Krupp, toccano nei momenti di punta quota 12 autogrù chiavi in mano al mese. Oggi che a sua volta TeknoGRC ha superato il traguardo delle tre decadi di atti-

vità, l’expertise aziendale spazia nella costruzione di macchine di qualsiasi genere e per qualunque settore. Partendo da un progetto definito dal cliente, ma anche da una sua semplice idea solo abbozzata, l’azienda è in grado di realizzare prototipi e di produrre in serie qualsiasi tipo di macchinario. Lo sviluppo del business è stato reso possibile dalla visione aziendale della famiglia Corna, che si è mantenuta in continua evoluzione organizzativa nell’arco del tempo anche gra-


zie all’avvento alla guida dei figli del fondatore: Paola, nel ruolo di amministratore delegato, e Silvio, in quello di CEO. A partire dal 2014, quando la denominazione sociale è stata mutata dall’originale GRC nell’attuale TeknoGRC. Collaborazioni prestigiose Grazie alla sua capacità di evolversi per continuare a rimanere al passo con i tempi, TeknoGRC è riuscita a passare attraverso la crisi che ha caratterizzato gli ultimi anni con una flessibilità che le ha consentito di intercettare un mercato in netta contrazione. Oggi l’azienda è in grado di costruire e assemblare conto terzi macchinari appartenenti a diversi settori: perforazione, movimento terra, veicoli industriali e speciali, ferroviario, agricolo, sollevamento, energetico, pipeline e industriale. Nel corso della sua evoluzione, TeknoGRC ha raggiunto l’apice della produzione grazie alla collaborazione con Krupp, che l’ha portata a costruire tre autogrù complete a settimana. Negli anni Novanta il suo portafoglio clienti si è ampliato grazie alle collaborazioni con CT (montaggio veicoli multistrada), Oil&Steel, Cella, Platform Basket (piattaforme aeree) e PMI (macchine movimento terra). A partire dal 2000, inoltre, la professionalità dei suoi tecnici ha consentito all’azienda di diventare anche concessionario Grove per il nord e il sud Italia. Uno dei sui fiori all’occhiello è anche la collaborazione attivata con il gruppo

GRAZIE AL SUO COSTANTE IMPEGNO PER ASSECONDARE LE RICHIESTE DEI PROPRI CLIENTI, TEKNOGRC È IL PARTNER IDEALE PER TROVARE LA STRADA GIUSTA IN QUALUNQUE SETTORE

cesenate Trevi. Per il leader mondiale del settore delle opere ingegneristiche relative al sottosuolo TeknoGRC ha realizzato negli ultimi 10 anni prototipi e macchine in serie di diverse soluzioni per la perforazione e le fondazioni. Dal 2014 TeknoGRC ha poi iniziato a costruire diversi prodotti per la New Sorema Ferroviaria, destinati al mercato turco, per poi realizzare in collaborazione con CLF l’impianto di saldatura di binari per la più lunga linea ferroviaria algerina. La sua esperienza nel settore ferroviario e del sollevamento si

NEL 2014 LA GRC È DIVENUTA TEKNOGRC, BRAND CON IL QUALE HA REALIZZATO PER LA NEW SOREMA FERROVIARIA DIVERSI MACCHINARI PER IL SETTORE IN CUI ESSA OPERA E RINCALZATRICI DESTINATE AL MERCATO TURCO

è sposata con la realizzazione di piattaforme a uso ferroviario per Platform Basket, per poi consolidarsi nel settore pipeline realizzando macchinari per EuroPipeline Equipment. Rilevante è anche l’allestimento di veicoli industriali alla Farck. Le imprese che si avvalgono del supporto di TeknoGRC possono concentrare le proprie risorse nel core business aziendale, nella certezza di avere a che fare con un partner che fa di qualità, puntualità delle consegne e riduzione del lead time delle commesse i propri obiettivi principali. Servizi a 360° Nei propri costanti sforzi di miglioramento, TeknoGRC si è recentemente dotata di un tunnel di verniciatura alto 10 m e lungo 22 m, con una larghezza di 10 m, che consente di eseguire un servizio di alta qualità per quanto riguarda la verniciatura di macchinari di qualsiasi dimensione e peso. Tra le proprie attività per conto terzi si conta anche il servizio di verniciatura di macchine edili, carpenterie di piccole medie e grandi dimensioni e impianti industriali. È davvero ampia la gamma dei servizi offerta ai clienti: si spazia dalla consulenza alla fornitura di prototipi, passando per la gestione di materie prime e semilavorasettembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 93


SERVIZI

L'OPINIONE DI

È DAL 1981 CHE TEKNOGRC COSTRUISCE MACCHINARI CONTO TERZI IN DIVERSI SETTORI. IN OLTRE 30 ANNI DI ATTIVITÀ, L’AZIENDA HA COLLABORATO CON IMPORTANTI BRAND MONDIALI NELLA REALIZZAZIONE DI SVARIATE TIPOLOGIE DI MACCHINE E MACCHINARI

SILVIO CORNA GENERAL MANAGER DI TEKNOGRC

“Siamo un’impresa con un glorioso passato alle spalle, ma orientata all’avvenire, nel segno della progettualità, della diversificazione di gamma e dalla continuità generazionale. È questo, peraltro, il biglietto da visita diTeknoGRC, fondata da mio padre Giuseppe nel 1981 e attualmente gestita anche da me e mia sorella Paola. Siamo specializzati nella costruzione e nell’assemblaggio di macchinari per conto terzi. Gli strumenti a nostra disposizione ci permettono di produrre macchinari di vario genere, destinati a svariati settori: dal sollevamento al ferroviario, dalla perforazione civile a quella petrolifera, dall’edilizia agli impianti portuali, dalle macchine posatubi a veri e propri impianti industriali. La professionalità, la flessibilità e la capacità di pro-

ti, così da alleggerire le aziende partner da gravose incombenze. Con tre carroponti per campata, due autogrù da 50 t e i 22 m di lunghezza della citata cabina di verniciatura, TeknoGRC è in grado di eseguire la movimentazione e la gestione di macchinari di grosse dimensioni. I 10.000 m² di area complessiva consentono peraltro lo stoccaggio di semilavorati e prodotti finiti, mentre l’ampio piazzale le permette di organizzare il collaudo e l’esposizione dei macchinari prodotti. L’elevato standard formativo dello staff consente a TeknoGRC di montare le macchine nella propria sede offrendo così tutta l’esperienza e la capacità di organizzazione del lavoro acquisita nel corso degli anni (in alternativa, i tecnici specializzati sono in grado di realizzare prodotti anche presso la sede del cliente). La profonda conoscenza di ogni singolo componente consente

all’azienda di offrire soluzioni alternative e innovative nella realizzazione di qualsiasi tipo di impianto, mentre la sua flessibilità e capacità di problem solving consente di soddisfare le più svariate esigenze dei clienti, affiancandoli durante tutto il ciclo produttivo e offrendo soluzioni alternative al progetto. Partendo dalla carpenteria e dagli impianti fino all’allestimento delle cabine di comando, il servizio comprende il collaudo di tutta l’insieme, il controllo estetico e la spedizione direttamente all’utilizzatore finale. Le competenze dei tecnici in forza a TeknoGRC rendono l’azienda performante anche nel settore della riparazione e del revamping: il ricondizionamento parte da una prima analisi del macchinario per poi proseguire con la sostituzione dei particolari meccanici danneggiati e la ricostruzione dei particolari di carpenteria. ■

blem solving dei nostri tecnici e del suo staff consente aTeknoGRC di produrre sia prototipi che macchinari finiti per i nostri clienti: abbiamo realizzato ben 2.000 macchinari per committenti di diversi settori. Oggi la nostra parola d’ordine è ‘diversificare’: se prima della crisi eravamo concentrati nella cantieristica e in comparti specifici, oggi ci proponiamo come partner produttivo per qualsiasi settore. Dunque non più ‘pochi progetti per pochi’, ma più clienti e più prodotti. Con l’avvento della crisi che ha caratterizzato gli scorsi anni ci siamo dimostrati versatili, adattandoci alle esigenze del mercato in evoluzione (o involuzione). In futuro miriamo ad ampliare il nostro target di clientela, offrendo un servizio sempre di altissima qualità, puntuale e con personale estremamente qualificato”. 94 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

TRA GLI ALTRI SERVIZI, TEKNOGRC OFFRE UN SERVIZIO DI VERNICIATURA DI ALTA QUALITÀ DI MACCHINE EDILI DI QUALSIASI MARCA, NONCHÉ LA VERNICIATURA DI CARPENTIERE DI PICCOLE, MEDIE E GRANDI DIMENSIONI E LA COSTRUZIONE E ASSEMBLAGGIO DI MACCHINARI PER CONTO TERZI


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Dossier

IL FUTURO dopo la crisi

Negli ultimi anni il comparto della distribuzione di macchine movimento terra e per la cantieristica è stato messo a dura prova da uno scenario in rapida mutazione, che ha obbligato le aziende a destreggiarsi tra ostacoli imprevisti. Ma la capacità di evolvere insieme al contesto è da molto tempo una caratteristica fondamentale per chi opera in quest’ambito. Sul tema abbiamo raccolto le esperienze e le opinioni degli operatori del settore di Lorenzo Zacchetti

96 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017


DISTRIBUZIONE

I

n un comparto letteralmente trasformato dallo tsunami della crisi, iniziata ormai un decennio fa, assume un’importanza strategica fare una profonda riflessione che coinvolga anche le attività di distribuzione. Se il mercato delle costruzioni nel suo complesso si è trovato di fronte a scenari del tutto inaspettati, su questo versante è stato necessario fronteggiare un percorso irto di difficoltà senza precedenti. Nell’arco di dieci anni, ovvero da quando è esplosa la recessione globale, il settore è stato letteralmente falcidiato da un crollo che ha ridotto il giro d’affari a meno della metà dei volumi precedenti. Come ovvia conseguenza di questo repentino cambiamento sussistono una diffusa incapienza e altrettanto cronici ritardi nei pagamenti, sia da parte dei privati che da parte della Pubblica Amministrazione. In un contesto particolare come quello italiano il problema della carenza di liquidità non fa che accentuare l’estrema frammentazione del mercato, popolato da aziende piccole o addirittura piccolissime e che nemmeno lavorando in rete sono riuscite a scrollarsi di dosso un’impostazione generale di piccolo cabotaggio che certo non favorisce il decollo imprenditoriale. Dato per acquisito un quadro di questo genere, occorre sviluppare strategie ad hoc e, soprattutto sul mercato nazionale, la soluzione più interessante sembra quella della customizzazione. Un equilibrio difficile Facendo di necessità virtù, le aziende tendono a concentrarsi su nicchie di mercato sempre più specifiche, sviluppando competenze che da un lato consentono loro di riposizionarsi sul mercato e dall’altro impediscono di uscire da cerchie piuttosto ristrette. Ci sono anche imprese che riescono a viaggiare su un doppio binario, agendo sia in un’ottica generalista che secondo una filosofia di iper-specializzazione, ma ciò richiede sforzi davvero enormi in termini di differenziazione e innovazione dei propri servizi, con ritorni economici meno gratificanti. Puntando su nicchie ben definite bisogna distinguersi per la grande atten-

zione alla qualità, ma i margini si abbassano e quindi bisogna lavorare molto anche sulla quantità. Allo stesso modo, a chi opera nella distribuzione viene richiesto sia di essere efficacemente presente sui canali comunicativi più attuali (a partire ovviamente da Internet), sia di presidiare con attenzione quelli tradizionali e quindi rimanere ben radicati sui territori e nelle dimensioni locali. Di fronte a un panorama così complesso è del tutto normale che anche i più ferrati operatori del settore si dimostrino destabilizzati e con le idee confuse. È davvero difficile immaginare quale possa essere il futuro di questo comparto, vista anche la rapidità con la quale i punti di riferimento consolidati si sono man mano sgretolati. Nemmeno i segnali di ripresa forniti dal mercato paiono rasserenare gli operatori del settore, che ancora devono superare il trauma dovuto alla sparizione degli equilibri (e soprattutto volumi) economici pre-crisi, e individuare nuove strategie per continuare il proprio percorso in uno scenario radicalmente diverso. Una rivoluzione copernicana che coinvolge tutti i processi della filiera, rendendo necessaria l’adozione di nuove tecnologie, il passaggio a un ventaglio sempre più variegato di medi e piccoli operatori e, quindi, anche a strategie commerciali profondamente differenti. Solo attraverso un profondo adeguamento delle reti distributive a questa mutata realtà è possibile presidiare il territorio in maniera produttiva, tendenza che ha comportato una progressiva aggregazione del mercato su sempre meno player, di dimensioni sempre maggiori, in controtendenza rispetto alle abitudini italiane. Flessibilità e qualità Secondo Davide Battistotti, socio amministratore della Orma – società con sede a Piacenza, dealer per importanti marchi come JCB, Manitou e altri – la concentrazione del mercato non sta producendo soggetti “più grossi” nel senso di maggiori dimensioni, bensì in termini di fatturato: “Si tratta di una strada obbligata, in un contesto di mercato che si è radicalmente contratto”, ci spiega Battistotti.“La situazione attuale comporta che un con-

cessionario debba necessariamente estendere la propria merceologia o allargare la propria zona di competenza. Noi abbiamo fatto entrambe le cose ed è per questo che, nonostante la crisi, siamo riusciti a crescere. Allo stesso modo, non è più possibile per un concessionario agire senza avere alle spalle una struttura adeguata a rispondere alle più disparate esigenze del cliente. La necessità di essere molto flessibili e capaci di fare fronte a bisogni eterogenei è quanto mai reale”, continua il dealer piacentino. In questo difficile equilibrio viene anche messa in discussione la cultura imprenditoriale che potrebbe aiutare a superare le nuove sfide imposte da un mercato in mutamento. Secondo lo stesso Battistotti, “spesso prevale una visione miope, nella quale si applicano prezzi troppo bassi al solo scopo di vendere, ma senza una visione di lungo termine. La parte commerciale rappresenta i due terzi del fatturato e non si può pretendere che il rimanente terzo generi da solo la redditività desiderata. All’estero è diverso, specialmente per quanto riguarda i prezzi applicati. È molto raro che il costo della manodopera sia inferiore ai 60 euro l’ora, anche se generalmente l’incidenza del personale è inferiore rispetto a quella italiana, per l’annoso problema della pressione fiscale. Eppure da noi spesso si gioca al ribasso per convincere gli uffici acquisti dei clienti. Io, invece, resto convinto del fatto che si debba puntare sulla qualità”. Eppure, la leva del prezzo continua a essere un argomento centrale e ineludibile in un contesto di questo genere, come ci spiega Enrica Oderda, Business Director Italy CNH Industrial – CASE&NH Construction: “Sicuramente la forte e prolungata crisi di mercato iniziata nel 2008 ha messo a dura prova i distributori in tutta Europa e in particolar modo in Italia. I margini dell’intera filiera si sono ridotti fortemente, a causa di una maggiore concorrenza su volumi più bassi e a una maggiore attenzione da parte dei clienti al prezzo. Nello stesso tempo la crisi ha costretto le aziende che sono sopravvissute a essere più attente a ciò che acquistano, richiedendo più servizi a parità di prezzo”. settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 97


Dossier Nuovi parametri Sulla base della propria esperienza nel settore, Davide Battistotti è convinto che il mercato nazionale si sia ormai assestato su quelli che sono destinati a rimanere come i nuovi standard. L’incremento dei volumi registrato lo scorso anno viene attribuito in parte alla leva rappresentata dal superammortamento e in parte anche al fatto che molte aziende avevano un parco macchine obsoleto. Oggi, però, queste spinte paiono esaurite e c’è la sensazione di aver raggiunto una nuova dimensione, pressoché definitiva. Almeno fino al prossimo scossone, positivo o negativo che sia. Dal punto di vista di Gabriele Fermi, general manager di RMC – società specializzata in ricambistica e dealer di marchi come CNH-Case, Yanmar, Merlo e altri –, non siamo di fronte a un cambiamento strutturale del settore, bensì ad una selezione degli operatori: “In una situazione nella quale non si fa marginalità con le vendite, bensì con il post-vendita e altre attività, diventa necessario strutturarsi per sopravvivere. Chi è bravo ad organizzarsi in modo da contenere i costi sta in piedi, gli altri no. È una sorta di processo di selezione naturale che è partito ormai da tempo e che credo stia arrivando al termine. Alla fine, rimarranno in campo pochi soggetti, ma buoni”. Battistotti di Orma inquadra la situazione da un’angolazione maggiormente positiva: “C’è sicuramente più lavoro, anche se ci sono in circolazione meno clien-

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DAVIDE BATTISTOTTI

AMMINISTRATORE ORMA

“In un mercato estremamente contratto, i concessionari devono necessariamente adottare la massima flessibilità nel fare fronte agli svariati bisogni dei clienti” ti e meno distributori. Ci sono stati netti miglioramenti anche sul delicato fronte dei pagamenti e auspico che l’ingresso sul nostro mercato di diversi player stranieri contribuisca a normalizzare questo aspetto. Un’altra tendenza che mi pare ormai consolidata è che i distributori abbiano adottato un approccio multimarca, sebbene i costruttori non ne siano felicissimi”.

Un costruttore che, invece, ha accettato serenamente questo genere di evoluzione è Case: “Noi siamo favorevoli a distributori di medie o grandi dimensioni, che possiedano diversi marchi del movimento terra, ovviamente non concorrenti al nostro, ma al contrario complementari tra loro”, ci spiega Enrica Oderda.“In tal modo garantiscono una migliore offerta al cliente e, di conseguenza, una maggiore competitività del distributore stesso sul mercato. Inoltre, in Italia possiamo vantare di possedere molti concessionari che oltre a mandati complementari del settore del movimento terra, in aggiunta a quello Case, commercializzano anche marchi di altri settori del gruppo CNH Industrial di cui facciamo parte, come ad esempio Iveco, per il settore Truck, o New Holland AG per il settore agricolo, a tutto vantaggio della loro capacità di diversificare e compensare gli andamenti del mercato”. In un contesto come quello che abbiamo descritto i distributori di dimensioni più grosse possono contare su maggiori economie di scala, anche se questo non basta, perché anche per loro il rischio di costi fissi elevati da ammortizzare può rendere la gestione difficoltosa. Sicuramente coloro che possiedono più marchi – e magari relativi a settori differenti – sono più facilitati a compensare le differenti fasi cicliche del mercato. Avere a che fare con più brand è quindi una conseguenza naturale: per far quadrare i conti è necessario allargareil proprio bacino d’utenza, ma uscendo dal proprio territorio abituale è inevitabile sbarcare dove il mandato da parte di una specifica azienda è già stato assegnato ad altri. Orma ha saputo trovare un punto di equilibrio tra questa situazione e la necessità di offrire un servizio di qualità, con una forte localizzazione. Spiega Battistotti: “In precedenza lavoravamo solo nelle aree di Piacenza e Cremona, mentre ora siamo presenti anche a Milano Sud, Lodi e Pavia: abbiamo esteso la nostra zona di influenza, ma siamo rimasti comunque nel raggio di 60 km, mantenendo quindi uno stretto rapporto con il territorio, il che ci permette di essere sempre pronti e performanti nel soddisfare le esigenze della clientela”. La voce fuori dal coro è quella di Gabriele Fermi di RMC, che invece invita ad af-


DISTRIBUZIONE francarsi da una logica secondo la quale crescere in dimensione sia l’unica strada possibile: “È vero che c’è in atto questo meccanismo, ma non sono convinto del fatto che ciò porti per forza a conseguenze positive. A me pare di vedere anche molta approssimazione, per cui molti dealer, nel tentativo di seguire un territorio più grande, finiscono con l’appoggiarsi a realtà locali di spessore inferiore, con risultati controproducenti. Noi siamo un’azienda piccola, di venti persone, ma questa è la dimensione che troviamo giusta per il nostro settore di pertinenza. Nel campo dei miniescavatori è difficile che qualcuno compri a 200 o 300 km di distanza dalla propria sede”. Pur seguendo un percorso alternativo, anche RMC è convinta di arrivare ai risultati positivi che da tempo il mercato auspica. “Nell’ultimo anno abbiamo assistito a dei cambiamenti notevoli, soprattutto in Italia”, continua Fermi. “Nel nostro settore si sta diffondendo un forte ottimismo, che non può lasciare indifferenti. Solamente un anno fa, sarebbe stato inimmaginabile pensare a uno sviluppo del genere. C’è più lavoro, girano più soldi, ma sicuramente è sul piano dell’approccio che le cose stanno cambiando più rapidamente. Il clima positivo spinge gli imprenditori del movimento terra, del settore edile e i giardinieri (ovvero i nostri clienti) a guardare al futuro con più serenità e a valutare l’acquisto di nuove macchine”. È decisamente incoraggiante anche il punto di vista di Marco Ferroni, responsabile commerciale e marketing di Kobelco Construction Machinery per Italia, Spagna, Portogallo e Israele. Dal suo punto di vista, questo genere di evoluzione del mercato non è solo naturale (visto che questo business ha già da tempo assunto queste caratteristiche in altri Paesi, ad esempio negli Stati Uniti e in Francia), ma anche positivo: “La competenza sul territorio è diventata professionalità e, tralasciando il driver primario in questo contesto (ovvero la domanda), i clienti si rivolgono ai professionisti. Nonostante ciò, nella nostra esperienza – soprattutto in Italia, pur non essendo Kobelco un full-liner – abbiamo avuto l’opportunità di nominare concessionari che da tempo erano presenti sul mercato come sub-dealer di dealer che distribuiscono marchi full-liner”.

Scenari in evoluzione Anche Paolo Entrade, titolare di MarenCMO – dealer con sede nella bergamasca di marchi quali Doosan, Bobcat, Bomag, Case-CNH e altri – è convinto del fatto che gli scossoni siano ormai alle spalle. La sensazione diffusa è quella di aver scollinato gli anni più difficili della crisi e di cominciare a intravedere la ripresa. La discesa sembra essere finita e, seppure “a strappi”, si comincia a recuperare ENRICA ODERDA

BUSINESS DIRECTOR ITALY CNH INDUSTRIAL - CASE&NH CONSTRUCTION

“Noi siamo favorevoli ai distributori che nel settore del movimento terra si occupano di diversi marchi, ma ovviamente non concorrenti al nostro” GABRIELE FERMI

GENERAL MANAGER DI RMC

“Non c’è un modo solo di stare vicino ai propri dealer, perché ognuno ha le proprie problematiche specifiche. Nessuno, però, è nelle condizioni di fare stock agevolmente” terreno. Tuttavia, appare ancora piuttosto difficile fare programmazione a lungo termine: “Magari ci sono un mese o due molto buoni, poi ne arrivano altri di calo, senza motivazioni apparenti”, racconta il titolare di Maren-CMO. “Lo stesso vale per i nostri clienti, ma rispetto a tre anni fa la situazione è certamente molto migliorata. I clienti si sono un po’ stabilizzati, le banche sembrano più disponibili a prestare denaro, il superammortamento del 140% dell’anno scorso ha aiutato molto e il fatto che sia stato confermato anche per quest’anno credo darà un ulteriore stimolo, probabilmente concentrato negli ultimi mesi del 2017”. Lo scenario attuale comprende diversi incentivi per il mercato: il superammorta-

mento, la Legge Sabatini, i bandi INAIL e anche il fatto che il denaro abbia un costo bassissimo. Tuttavia, questi stimoli da soli non bastano, perché è ovvio che se un’impresa non ha commesse, comunque non compra. L’importante crescita registrata nel 2016 sul 2015 è comunque un segnale importante e ci si aspetta un ulteriore miglioramento a consuntivo 2017. Nel 2018, quando questi stimoli verranno meno, le cose potrebbero cambiare: “Noi speriamo che questi strumenti vengano prorogati, anche perché i fondi della Legge Sabatini sono già ora prossimi all’esaurimento e quindi bisognerà continuare a sostenere il mercato”, commenta Entrade. “Noi siamo concessionari Case, Bomag e Merlo e da parte dei costruttori non si possono attendere stimoli eccessivi: i numeri sono limitati e tutti fanno più fatica a far tornare i conti. Tuttavia, da parte dei costruttori sono state messe in campo agevolazioni che vanno dal tasso zero sul leasing alle garanzie estese. Vengono realizzate delle campagne a tempo che, in base al periodo, cercano di stimolare la commercializzazione di un determinato prodotto. Gli sforzi ci sono, ma ovviamente non possono risolvere il problema della mancanza di opere commissionate. Qualche appalto pubblico c’è, ma la nuova normativa mette


Dossier non hanno più una configurazione-finanziaria tipo. È un concetto che non esiste più”. In questa nuova impostazione il concessionario diventa sempre più spesso un partner integrante delle commesse, in quanto è in grado di vendere il nuovo, di vendere e ritirare l’usato, di noleggiare, fare assistenza e agire, in sintesi, da partner/consulente.Il punto di vista di Kobelco è quello del costruttore di un prodotto definito ‘premium’: “Nella nostra gamma abbiamo PAOLO ENTRADE

AMMINISTRATORE DI MAREN–CMO

“Il mercato è ancora piuttosto fasico. Bisogna insistere nel sostenerlo con gli strumenti messi in campo da parte dello Stato e delle imprese private” in difficoltà le stesse stazioni appaltanti, che hanno problemi a capirne il funzionamento. Tuttavia, rispetto al 2012/2013, anche sotto questo profilo la situazione è migliorata. Anche nell’edilizia privata pare si stia arrestando la caduta, ma ancora non vediamo seri segnali di ripresa. Il fatto che ci sia ancora molto invenduto non fa presagire una rapida inversione di tendenza. Noi lavoriamo anche con qualche industria e in quel settore va molto meglio, soprattutto per chi opera con l’estero”. Vantaggi per il cliente Il cambiamento del modello di business porterà dei cambiamenti sempre più vantaggiosi per il cliente finale. In termini di acquisto e gestione della flotta, attualmente si possono gestire gli asset in molti modi: “Fino agli anni Novanta – prosegue Marco Ferroni di Kobelco – era fondamentale per le grandi società del movimento terra dimostrare al committente la proprietà di grandi flotte di mezzi e quindi i loro bilanci avevano numeri importanti alla voce ‘assets’. A cavallo del nuovo secolo sono iniziate le grandi operazioni di leasing e sono apparse le prime grandi società di noleggio indipendenti, sia in Europa che in Italia. Oggi le società che si occupano di movimento terra 100 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

MARCO FERRONI

RESPONSABILE COMMERCIALE E MARKETING DI KOBELCO CONSTRUCTION MACHINERY PER ITALIA, SPAGNA, PORTOGALLO E ISRAELE

“Pur non essendo un full-liner, abbiamo avuto l’opportunità di nominare concessionari che da tempo erano presenti sul mercato come sub-dealer di dealer che distribuiscono marchi full-liner” solo escavatori, che al momento vanno dalla classe 0,8 t a 50 t: questo ci consente di rispondere al 70% circa del mercato del movimento terra. Proponiamo soluzioni innovative sull’idraulica e abbiamo recentemente presentato il nostro primo escavatore ibrido. La qualità, l’affidabilità e i bassi consumi sono gli strumenti che diamo ai nostri concessionari per poter servire i clienti finali. Per il service e il post-vendita abbiamo una disciplina da seguire, che trasmettiamo ai nostri concessionari attraverso una formazione continua e attraverso l’utilizzo di sistemi di analisi da remoto che montiamo di

serie sugli escavatori da 7 t in avanti. Inoltre, sulla stessa fascia di prodotto forniamo due anni di garanzia di serie”. La centralità del post-vendita viene sottolineata anche da Enrica Oderda di Case: “Essa rappresenta, molto più della vendita, un generatore di redditività e nel medio-lungo termine di ulteriori vendite. Sicuramente la gestione del post-vendita (quindi sia l’assistenza che la commercializzazione dei ricambi e accessori) ha un ruolo centrale nella generazione di marginalità. Ciò vale sempre, ma in misura ancora maggiore in un momento storico di contrazione dei margini. L’attività del post-vendita da sola dovrebbe essere in grado di assorbire il 100% dei costi fissi di una concessionaria, per garantirne la massima solidità finanziaria. Non sempre si arriva a queste percentuali, ma quella deve essere la direzione”. Sostegno ai distributori Per raggiungere questi obiettivi bisogna però supportare attivamente i distributori, in modo che possano sviluppare il post-vendita ai massimi livelli e, dove necessario, realizzare programmi di “coaching”per sviluppare quelle attività, quei processi o quelle competenze che servono per raggiungere questi numeri di service absorption. Ciò non può che andare a vantaggio del mercato stesso e delle esigenze del cliente finale, che richiede sempre più un supporto sulle attività di assistenza e che sceglie un distributore anche in funzione della tranquillità che esso gli può generare durante il ciclo di vita del mezzo acquistato. Il post-vendita è il canale di venditapiù forte per tenere la clientela legata al distributore, per generare fidelizzazione della clientela; è l’elemento che può fare la differenza per un concessionario sul territorio. “Noi cerchiamo di stimolare i concessionari allo sviluppo, al miglioramento e al rispetto di determinati standard qualitativi anche sul post-vendita, oltreché della vendita”, continua Enrica Oderda di Case. “Cerchiamo di integrare le eventuali lacune con corsi di formazione volti a sviluppare le capacità manageriali in officina e nella gestione e vendita dei ricambi. Sviluppiamo programmi commerciali indirizzati al cliente finale che sviluppino una domanda di pacchetti di garanzia estesa e di contratti


DISTRIBUZIONE di manutenzione, con l’obiettivo di generare traffico nell’officina del distributore non soltanto legato alle emergenze e alle riparazioni, ma anche legato a attività programmabili e di prevenzione”. Ma qual è il punto di vista dei diretti interessati, i distributori, su questo argomento? Paolo Entrade di Maren-CMO è reduce da un 2016 davvero ottimo: “Nell’ultimo trimestre abbiamo fatturato il doppio rispetto ai mesi precedenti. Forse per l’entusiasmo, anche il primo trimestre 2017 è andato molto bene, mentre nel secondo c’è stato un calo. Tutti aspettavano i risultati del bando INAIL, il famoso ‘click-day’, e se da un lato questo ha aiutato, incentivando tutti a comprare, il fatto che gli acquisti precedenti alla data del ‘click-day’ non possono rientrare nel bando invece penalizza perché per qualche mese nessuno compra, in attesa dei risultati del bando stesso. Anche chi normalmente avrebbe acquistato ha preferito aspettare qualche mese, vista la possibilità di ottenere un contributo del 65%. Adesso che finalmente i risultati sono arrivati pare proprio che il mercato abbia ricominciato a muoversi, sia per chi è riuscito a rientrare nel bando, sia per chi invece è rimasto fuori e comunque ha bisogno di comprare”. Da distributore, Gabriele Fermi di RMC spinge invece su un approccio individualizzato: “Non c’è un solo modo di stare vicini ai propri dealer, perché ognuno ha le sue problematiche che vanno considerate nel dettaglio. In generale, bisogna evitare di pensare che i concessionari possano fare stock, perché è una cosa sempre più difficile, soprattutto finanziariamente. Poi, però, ognuno ha la propria realtà e, per quanto riguarda noi, stiamo discutendo della possibilità di avere delle macchine ‘demo’ da utilizzare per le prove con i clienti, accanto a quelle che compriamo”. Concludendo l’analisi generale di questo sviluppo strutturale del mercato, Marco Ferroni di Kobelco conferma il proprio ottimismo: “Il percorso fatto con diverse realtà precedenti mi ha permesso di apprezzare questo business attraverso diversi punti di vista. Mi riferisco per esempio al noleggio indipendente nazionale e internazionaleo al tentativo di unire sotto lo stesso concessionario prodotti simili di business simili, unire l’agricolo al construction e ai veicoli industriali. Sono convinto che si ■ tratti di un cambiamento molto positivo”.

L'OPINIONE DI RUGGERO RIVA PRESIDENTE DI ASCOMAC - FEDERAZIONE NAZIONALE COMMERCIO MACCHINE “La tendenza del mercato che va verso una sempre più netta concentrazione di concessionari, con meno operatori e di più grosse dimensioni, rappresenta un processo ‘naturale’. Esso è guidato e obbligato (grazie alla straordinaria accelerazione della complessità delle macchine) dalla necessità d ​ i avere strutture, organizzazione, attrezzature e competenze del personale sempre più di livello elevato che la piccola azienda – spesso a conduzione familiare – non si può permettere, avendo un giro d’affari proporzionale alle dimensioni e, quindi, una capacità di investimento altrettanto proporzionale.​ Si pensi ad esempio agli i nv e s t i m e n t i necessari per avere una flotta adeguata di macchine e attrezzature da noleggiare, agli investimenti in tecnici e formazione continua per avere un’assistenza eccellenteo agli investimenti necessari per dare concretezza alle nuove tecnologie, macchine connesse, controllo remoto, eccetera. Sono ormai anni, se non decenni, che il modello di business dei concessionari va concentrandosi verso attività come servizi, assistenza e noleggio in primis. Sul mercato ​sono rimaste e ​rimarranno quindi le aziende che si sono sapute adeguare o addirittura hanno precorso i tempi, offrendo servizi sempre più ‘avanzati’ e difficilmente replicabili.​In questo percorso, ASCOMAC si occupa di aiutare dove possibile i soci meno strutturati fornendo loro strumenti di formazione, continuando ovviamente a dare tutto il supporto possibile per chiarire e interpretare le norme legislative e (​ ​qualora richiesto e ritenuto utile​)​proponendo modifiche o integrazioni d ​ elle norme/leggi a ​ ll’autorità c​ ompetente.​D’altra parte, è ​​ il mercato con le sue mutate esigenze che porta al cambiamento vitale che può essere anticipato (mai contrastato) cogliendo tutti i segnali, anche deboli​. Chi non si adegua ​è destinato a uscirne. L’Italia non fa eccezione. Forse a livello europeo siamo un comparto più lento nel recepire servizi nuovi (si pensi ad esempio al noleggio) che nel mondo anglosassone hanno avuto un impatto ben più immediato e importante che qui da noi. Ma già vediamo i nostri clienti alla ricerca di servizi avanzati che li aiutino anche a uscire dalla crisi devastante che ha colpito il nostro settore e che con grande fatica stiamo superando”.

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DISTRIBUZIONE FRC Macchine Industriali

BASILICATA “COAST TO COAST”

N

on è stato semplice trovare l’attimo giusto per incontrare Michele Falasca, co-fondatore di FRC Macchine Industriali, società di Montalbano Jonico (Matera) che nel periodo estivo appena trascorso era alle prese con la costruzione di una nuova sede operativa, in ossequio a un modello operativo che punta a un duplice traguardo: coprire al meglio e con un piano di costi sostenibile un territorio molto esteso e accontentare tutti (ma proprio tutti) i clienti. È davvero interessante il punto di vista di quest’azienda lucana, che pur essendo sorta nel pieno della crisi economica che ha attanagliato il settore è riuscita a ritagliarsi nel mercato nazionale uno spazio di tutto rispetto.

L’azienda di Montalbano Jonio è una realtà giovane ma basata sulla lunga esperienza dei suoi fondatori. Il dealer Scai opera secondo un modello forgiato nei momenti più duri della crisi, capace di ottenere risultati straordinari, anche grazie a un servizio di alta qualità offerto ai propri clienti

Come e quando è nata FRC Macchine Industriali? “La società è nata nel febbraio del 2010 e da sempre commercializza macchine per il movimento terra. Inizialmente ci occupavamo anche di usato e seminuovo, ma il grosso cambiamento si è verificato a partire dal 1 gennaio 2011: quel giorno siamo diventati dealer locali per Scai, concessionario per l’Italia di Hitachi, dando il via a un rapporto che

continua ancora oggi, con grande soddisfazione da parte di entrambi”.

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di Riccardo Lorenzi

Qual è la vostra area di competenza come dealer Scai? “Abbiamo iniziato dalla Basilicata, precisamente da Potenza e Matera. Dopo i primi sei-sette mesi di attività, in virtù del buon lavoro svolto insieme, abbiamo esteso la nostra zona di competenza includendo anche la Campania”.

Con quali strategie gestite un territorio così ampio? “Il nostro quartier generale è a Montalbano Jonico (Matera), dove sorge la sede legale; ci sono poi delle sedi secondarie che agiscono sia come officine, sia come aeree da esposizione. Abbiamo fatto questa scelta per coprire al meglio una zona piuttosto vasta e non costringere i nostri clienti a fare viaggi di centinaia di chilometri per visionare magari un semplice miniescavatore, ad esempio. Con questo tipo di organizzazione, invece, le aziende possono esaminare le macchine a cui sono interessate rimanendo nel proprio territorio e recandosi in officine autorizzate Hitachi, che quindi sono anche i punti di riferimento ai quali rivolgersi per l’assistenza post-vendita. È una comodità, ma non un vincolo: in caso di necessità si può comunque utilizzare qualunque nostra officina. Lo scopo è limitare il più possibile i fermi macchina, anche fuori dal nostro territorio: ad esempio, se vendiamo una macchina a un’azienda della Basilicata che la usa per un intervento in Sicilia, l’assistenza viene eseguita attraverso le officine che ci mette a disposizione Scai”. Dove si trovano precisamente queste sedi secondarie?


“Una la stiamo costruendo a Potenza, dove abbiamo in mente di stabilire anche la sede amministrativa; un’altra si trova a Contursi e segue le aree del Potentino e del basso salernitano. La zona nord di Salerno è invece seguita dalla struttura di Eboli e, infine, c’è l’officina di Nola (Na), che si occupa delle aree di Napoli e Caserta. Avremmo anche potuto scegliere di esporre le macchine presso dei commercianti locali, invece abbiamo perseguito questa strada per interpretare al meglio il mandato ricevuto da Scai. Nell’ambito della struttura delle officine autorizzate dal marchio giapponese utilizziamo il piazzale per l’esposizione e la parte interna come ufficio”. Come ha fatto un’azienda come la vostra a svilupparsi negli anni più duri della crisi? “Se siamo riusciti ad arrivare fino a qui è stato grazie alla nostra esperienza nel settore. L’azienda è giovane, ma noi soci abbiamo alle spalle 35 anni di lavoro come dipendenti in questo settore. Le strategie che abbiamo usato per gestire l’azienda in questi anni difficili si possono riassumere in due punti: selezionare la clientela e, soprattutto, ottimizzare

i costi. Non ci sono molte altre cose da fare in situazioni simili. Abbiamo evitato di caricarci di costi fissi, gestendo in prima persona la parte commerciale e amministrativa, seppur con l’ausilio di un consulente e di un collaboratore. Tutta la parte commerciale, anche per quanto riguarda il post-vendita, viene seguita attraverso la già citata rete di officine autorizzate. Siamo sempre noi a gestire l’assistenza ma, che sia in garanzia o meno, l’officina in questione ha con noi un rapporto di fatturazione degli interventi. La nostra forza-lavoro è composta da quattro persone quindi, come dicevo, non ci siamo caricati di costi fissi. Non ci avvaliamo di venditori, ma solo di ‘segnalatori’, che possono essere le stesse officine autorizzate o altri operatori esterni che ci evidenziano una particolare necessità. Della vendita, però, ci occupiamo noi in modo diretto”. Avete scelto di non fare attività di noleggio e di dedicarvi esclusivamente alla vendita: quali sono i modelli che riscuotono maggiore successo? “Vendiamo macchine di categorie molto diverse, che vanno dai 400 q fino agli escavatori da oltre 10 t. Nella categoria

da 400 q abbiamo venduto gli ZX 350-6, mentre tra le pale gommate sono molto richieste le ZW 310-6 e le ZW 150-5. Le pale ZW sono macchine impiegate prevalentemente in cava, ma sono state usate anche nei cantieri dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria; gli escavatori sono invece stati forniti sia per i lavori sull’A2, sia per interventi nella cosiddetta ‘zona del petrolio’ della Basilicata, realizzati sia da imprese che lavorano con Eni che da realtà che lavorano direttamente con Total. In quest’ultimo ambito abbiamo fornito due macchine, impegnate nella costruzione dell’oleodotto che va da Tempa Rossa fino all’allacciamento della raffineria di Taranto”. Com’è composto il vostro parco mezzi? “Lo scorso anno Scai ci ha consegnato circa 80 macchine e, in media, ogni mese esponiamo a rotazione dalle cinque alle sette macchine. In genere, per le macchine fino a 80 q abbiamo una disponibilità immediata, mentre per le macchine di portata superiore può essere necessario attendere un po’ di più. Anche sotto quest’aspetto la collaborazione con Scai è fondamentale per soddisfare il cliente il più rapidamente possibile”.

LA SEDE DI FRC MACCHINE INDUSTRIALI A MONTALBANO JONICO (MATERA)

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DISTRIBUZIONE

FRC MACCHINE INDUSTRIALI È NATA NEL FEBBRAIO 2010 E DA SEMPRE COMMERCIALIZZA MACCHINE PER IL SETTORE MOVIMENTO TERRA

Quali sensazioni avete rispetto all’andamento del mercato? “Sicuramente c’è stata una ripresa rispetto al momento più difficile, che per noi è stato nel 2014. Dobbiamo però dire grazie a Scai, che è intervenuta e ci ha consentito di sostenere uno sviluppo che non può essere legato solo agli andamenti del mercato. Qualche segnale positivo arriva anche dall’Italia, ma con significative differenze rispetto alle zone geografiche. Per quanto riguarda la Campania, a Napoli ancora la situazione è in fase di stallo, mentre a Salerno va un po’ meglio. In Basilicata qualcosa si

è mosso grazie ai lavori legati a Tempa Rossa e alla Salerno-Reggio Calabria, ma al di là di questo l’apporto dei lavori pubblici è in calo. Certe scelte fiscali non agevolano la ripresa, anzi. Dei segnali di ripresa ci sono, ma non c’è nulla che faccia pensare a un cambiamento duraturo. Siamo sempre legati agli impegni del settore pubblico, che poi… non vengono mantenuti. Basti pensare al fatto che si è ricominciato a ritardare i pagamenti della Pubblica Amministrazione. Le scelte sull’Iva, poi, stanno mettendo in seria difficoltà le imprese. Mi riferisco al fatto che quando un’impresa

fattura ad ANAS o ad altri enti pubblici l’Iva viene versata direttamente allo Stato, ma ciò non avviene per l’Iva che quest’impresa deve pagare subito ai suoi fornitori: questo comporta il fatto che il soggetto in questione debba anticipare dei soldi che potrà recuperare solo dopo sei-otto mesi. In tal modo, però, solo chi ha una forte disponibilità di liquidi può riuscire a lavorare e gli altri vengono esclusi. Tra questi ci sono sicuramente le piccole e medie imprese che si occupavano di lavori pubblici e che rappresentavano il motore dell’economia. Oggi come fanno?”. ■

SCAI: UNA SOLUZIONE PER OGNI ESIGENZA Concessionario per l’Italia di Hitachi, Scai (Bastia Umbra – Pg) è da oltre 70 anni protagonista nel settore del movimento terra e dell’agricoltura. La consolidata esperienza dell’azienda umbra rappresenta una garanzia di efficienza che viene apprezzata da clienti sia in Italia che all’estero. Sono oltre 20.000 i clienti che hanno scelto la sua expertise. Nel corso del tempo, infatti, Scai ha sviluppato una rete organizzativa solida e performante, anche dal punto di vista del risparmio e del rispetto dell’ambiente. Proprio per il suo ruolo di distributore unico di diversi rinomati marchi internazionali e per l’allargamento ai mercati 104 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017


LA SCHEDA TECNICA UNA SU TUTTE: LA PALA GOMMATA ZW310-6 Peso operativo:

24.140 – 24.590 kg

Capacità benna (a colmo ISO):

3,2 - 4,5 m³ Cummins QSL9, 4 tempi, 6 cilindri, Stage IV

Motore:

222 kW (302 HP) a 1.600 giri/min

Potenza motore netta (ISO 14386): Raggio di sterzata:

6.270 mm

Altezza da terra:

505 mm

Altezza di scarico max. a 45°:

3.530 mm

Profondità di scavo max. (angolo orizzontale):

120°

Forza di strappo max:

223kN

Carico di ribaltamento statico:

19.380 kg

DAL 1 GENNAIO 2011 FRC MACCHINE INDUSTRIALI È DEALER DI SCAI, CONCESSIONARIO PER IL MARCHIO HITACHI IN ITALIA

esteri, Scai ha sviluppato un approccio

capacità di fornire nell’arco di sole 24

termine di gestione dei costi, che si inca-

dinamico e innovativo nei confronti del

ore qualunque ricambio sia per mezzi

strano con i diversi business plan delle

settore. Con un marcato focus sui temi

agricoli che industriali. La medesima

aziende clienti. Anche nel settore dell’as-

del riciclo, Scai commercializza mezzi

versatilità viene garantita nell’attività

sistenza, Scai offre soluzioni personaliz-

biodegradabili al 98%, con sofisticate

di noleggio, grazie ad una flotta estre-

zate, attraverso pacchetti di manutenzio-

tecnologie attente alla salute e benes-

mamente completa e, oltretutto, perso-

ne ordinaria e programmata per mante-

sere dell’uomo, finalizzate a lavorare in

nalizzabile in base alla livrea e alle esi-

nere le macchine in efficienza e ridurre i

sicurezza e ai massimi livelli di qualità.

genze del cliente. L’approccio di Scai è

costi d’esercizio. Grazie al controllo re-

La severa e consapevole applicazione

di tipo consulenziale, con un vero e pro-

moto del mezzo è possibile controllare i

delle procedure hanno consentito al

prio affiancamento delle aziende-part-

consumi, l’usura dei componenti ed evi-

brand perugino di ottenere le certifica-

ner per aiutarle a conseguire i loro obiet-

tare inutili fermo macchina. Le possibi-

zioni ISO 9001 e OHsas 18001, un fiore

tivi. Questo modo di lavorare si traduce

lità di estensione garanzia Power Train

all’occhiello di un player che si struttu-

in contratti di noleggio estremamente

o Standard Plus rappresentano un’ulte-

ra attraverso un network di 85 officine,

flessibili: di breve, medio, lungo termi-

riore opzione per customizzare la sua of-

10 punti noleggio, un catalogo di 1.200

ne e anche stagionali. Ognuna di queste

ferta rispetto alle singole esigenze degli

mezzi per ogni tipo di applicazione e la

formule presenta peculiari vantaggi in

operatori coinvolti. settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 105


ON SITE Una flotta di escavatori per il TAP

IL CORRIDOIO MERIDIONALE DEL GAS

P

roseguendo il percorso intrapreso dal tratto sud caucasico SCPX prima (comprendente gli stati di Azerbaijan e Georgia) e dal TANAP poi, che dal Mar Caspio giunge fino alla zona di confine tra Grecia e Turchia, il progetto TAP (Trans Adriatic

106 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

Pipeline) prevede di trasportare gas naturale dalla regione del Mar Caspio in Europa. Il gasdotto – la cui costruzione è iniziata nel 2016 – attraverserà la Grecia settentrionale, l’Albania e l’Adriatico per approdare sulla costa meridionale italiana e collegarsi alla rete nazionale. Una volta terminato, costituirà il colle-

gamento più diretto ed economicamente vantaggioso alle nuove risorse di gas dell’area del Mar Caspio, aprendo il cosiddetto Corridoio Meridionale del Gas. L’azionariato TAP annovera le principali società del settore energetico – SOCAR, Snam, BP, Fluxys, Enagás e Axpo – con consolidata esperienza nel-


Il progetto Trans Adriatic Pipeline (TAP) consiste nella realizzazione di una parte del gasdotto che trasporterà gas naturale dalla regione del Mar Caspio in Europa. Oltre 50 escavatori Doosan sono impegnati in una parte del tracciato, in Grecia, che prevede la costruzione di circa 360 km di condotte di Ettore Zanatta la realizzazione di complessi progetti internazionali. Inoltre, è stato scelto di aderire, su base volontaria, agli standard internazionali della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERD) e di altri istituti finanziari internazionali. Il progetto è stato pensato sulla base di criteri di sicurezza riconosciuti a livel-

lo nazionale e internazionale e in linea con le migliori prassi in uso nel settore. TAP ha definito con accuratezza il tracciato, garantendo le migliori scelte tecniche e opportunità commerciali, con l’obiettivo di minimizzare l’impatto sociale e ambientale del progetto, nel rispetto dei territori attraversati. Con una

lunghezza complessiva di 878 km, TAP raggiungerà la massima altitudine di 1.800 m tra i rilievi albanesi e la massima profondità di 820 m sotto il Mare Adriatico. L’investimento totale è di 4,5 miliardi di euro e coinvolge 5.500 persone impegnate nei lavori. Il gasdotto avrà una capacità iniziale di trasporto di settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 107


ON SITE

IL GASDOTTO TAP (TRANS ADRIATIC PIPELINE) PREVEDE LA COSTRUZIONE DI CIRCA 360 KM DI CONDOTTE IN GRECIA

10 miliardi di metri cubi di gas naturale l’anno, equivalenti al consumo energetico di circa 7 milioni di famiglie in Europa. In futuro, con l’aggiunta di altre due stazioni di compressione, la quantità trasportata potrà essere duplicata fino a 20 miliardi di metri cubi, a fronte di ulteriori forniture disponibili nella più vasta area caspica. Grazie al cosiddetto “reverse flow” (flusso fisico inverso), in caso di interruzioni di fornitura a monte o di richiesta di una maggiore capacità 108 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

per volumi aggiuntivi, sarà possibile attivare il flusso contrario del gas dall’Italia all’Europa sudorientale. Le aree coinvolte I​ n Grecia il gasdotto sarà lungo 550 km, partendo da Kipoi al confine con la Turchia per terminare al confine con l’Albania, a sud ovest di Ieropigi. In Albania, il gasdotto sarà lungo 215 km, partendo da Bilisht Qendër nella regione di Korça, al confine con la Grecia, per ap-

prodare a 17 km a nord ovest di Fier, fino a 400 m verso l’entroterra rispetto alla linea di costa (il tratto sottomarino nelle acque territoriali albanesi misurerà circa 37 km). Nell’attraversamento dell’Adriatico il gasdotto percorrerà 105 km di fondali dalla costa albanese a quella italiana. E veniamo all’Italia: il punto di approdo del gasdotto in Italia sarà San Foca, Marina di Melendugno, in provincia di Lecce. In prossimità del litorale italiano, la condotta sottomarina, dopo aver attraversato l’Adriatico, passerà sotto la costa attraverso un microtunnel di approdo dedicato, lungo 1,5 km, che sarà scavato da terra a circa 700 m dalla spiaggia nell’interno e uscirà in mare a circa 800 m, a una profondità di 25 m. Questa tecnologia innovativa permette di evitare lavori di scavo sulla spiaggia e la tutela della fascia costiera, in particolare delle praterie di posidonia in mare e della macchia mediterranea a terra. Il gasdotto sarà sempre interrato e non sarà visibile dalla costa e per l’intero percorso del tracciato. La lunghezza complessiva della condotta interrata in territorio italiano sarà di circa 8 km, con una valvola di intercettazio-


ne in prossimità del punto di approdo e un Terminale di Ricezione (PRT) nel comune di Melendugno (Le), a 8,2 km dalla costa. Il PRT costituirà il centro di supervisione e controllo dell’intero gasdotto: situato su un’area di 12 ettari, è stato pensato per integrarsi con il paesaggio circostante e limitarne l’impatto visivo. La scelta della localizzazione del punto di approdo e del tracciato a terra è stata fatta tra diverse alternative, al fine di individuare la più idonea sotto il profilo ambientale, sociale e della sicurezza. Tutti i Paesi coinvolti beneficeranno della presenza di TAP, acquisendo un’importanza strategica sulla mappa energetica europea. Tra i vantaggi che TAP apporterà: contributo diretto al PIL, attraverso il gettito fiscale; occupazione diretta e indiretta durante l’esecuzione dei lavori e l’esercizio; acquisto di beni e servizi attraDUE ESCAVATORI CINGOLATI DOOSAN IMPEGNATI NELLO SCAVO DI TRINCEE E IN OPERAZIONI DI MOVIMENTO TERRA SUL DIFFICILE TERRENO DELL’AREA DI KAVALA

verso fornitori eleggibili, in linea con i requisiti richiesti; programmi di potenziamento delle capacità (nuove competenze per aziende e lavoratori); investimento sociale e ambientale (programmi di investimento sul territorio); miglioramento delle infrastrutture locali, come strade di accesso e ponti in Albania; rilancio dei Paesi attraversati quali snodi energetici. Imprese e macchine Una società costituita in joint-venture dall’italiana Bonatti e J&P-Avax Group si è aggiudicata il contratto EPC (Engineering, Procurement, Construction) per questa sezione del TAP nel marzo 2016. Dopo aver condotto un confronto comparativo di otto dei maggiori produttori di escavatori, Bonatti-J&P Avax ha scelto il marchio Doosan per fornire la potenza e l’affidabilità necessarie per l’esecuzione del contratto, acquistando 52 nuovi escavatori cingolati da utilizzare nei lavori di scavo e di posa dei tubi da 1,2 m di diametro previsti nel progetto.

IL SISTEMA TELEMATICO DOOSANCONNECT Disponibile di serie su tutti gli escavatori da 14 t in su, le pale gommate e i dumper articolati Doosan di nuova generazione conformi Stage IV, il sistema telematico DoosanConnect consente ai gestori delle flotte di comunicare con le macchine e generare una serie di report analitici, tra cui lo stato della flotta, i dettagli della macchina, le ore d’esercizio, l’utilizzo del carburante, il tempo di permanenza del motore al minimo rispetto al tempo di impiego operativo, i codici errore della macchina, il sistema di allarme motore, la cronologia della manutenzione e i report di utilizzo. I clienti possono monitorare la posizione geografica delle loro macchine Doosan ac-

SCHERMATA DI DOOSANCONNECT CON INDICATA LA POSIZIONE DELLE MACCHINE DELLA FLOTTA E ALCUNI DEI DETTAGLI DISPONIBILI, RIFERITI A UN MESE DI UTILIZZO DEGLI ESCAVATORI

certandosi che siano dove dovrebbero

sibile determinare se gli operatori posso-

ri. Il sistema permette anche di accedere

essere, cosa che contribuisce a preveni-

no affinare il loro uso delle macchine per

alla cronologia della manutenzione della

re il furto dei mezzi.

riuscire a eseguire lo stesso lavoro con

macchina e aiuta nella programmazione

I dati operativi consentono ai proprietari

meno carburante. Report accurati sull’im-

degli interventi di assistenza di routine,

di monitorare nel dettaglio l’efficienza dei

piego delle macchine, come il numero di

eliminando la necessità di controllare fi-

consumi della macchina e le modalità di

ore di utilizzo di un escavatore per un par-

sicamente i livelli di carburante, in quanto

erogazione della potenza utilizzata nelle

ticolare lavoro, aiutano a preparare stime

le informazioni possono essere visualiz-

diverse applicazioni. In tal modo è pos-

più precise per la pianificazione dei lavo-

zate da remoto. settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 109


ON SITE

L'OPINIONE

FRANCK ADAM

KEY ACCOUNTS DIRECTOR DI DOOSAN BOBCAT EMEA

“Questo successo è un’ulteriore conferma della qualità dei prodotti Doosan e del supporto assicurato dalla nostra rete di concessionarie, che in questo caso vede in prima linea Ergon Tzanidakis Ltd, nostro rivenditore greco, cui è affidata la responsabilità per la manutenzione di tutte le macchine Doosan impegnate nel progetto. Il contratto in oggetto è il risultato della stretta collaborazione tra i diversi ‘attori’ che, da giugno a novembre dello scorso anno, sono riusciti a organizzare le procedure necessarie per completare quest’importante contratto in un arco temporale molto ristretto. La rapida disponibilità delle macchine e la corrispondenza delle loro prestazioni e specifiche con quanto richiesto dai lavori del progetto sono stati tra i fattori chiave che hanno portato Doosan a vincere l’assegnazione del contratto”.

110 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

GLI ESCAVATORI DOOSAN ACQUISTATI DA BONATTI-J&P AVAX SONO EQUIPAGGIATI CON UN GRUPPO DI LAVORO PER ESCAVAZIONE “MASSIVA”

La Bonatti è uno dei maggiori general contractor internazionali del settore della costruzione di condotte, con una solida reputazione consolidatasi con le migliaia di chilometri di tubi posati nel mondo nelle più critiche condizioni ambientali e logistiche, superando sfide analoghe a quelle poste dal TAP, la cui realizzazione comporterà l’attraversamento di molte strade e fiumi lungo il suo percorso. J&P-Avax Group, invece, è uno dei principali gruppi industriali greci del settore delle costruzioni, con vaste attività anche all’estero. Presente nel principale listino del mercato azionario della borsa di Atene dal 1994, J&P-Avax vanta ampia esperienza sia nella costruzione di oleodotti e

gasdotti, sia di stazioni GNL e centrali termoelettriche. I lavori di costruzione di questo gasdotto presentano non poche sfide e per semplificarne l’esecuzione Bonatti-J&P Avax ha acquistato la citata flotta di escavatori cingolati Doosan da 30 a 55 t (10 DX300LC-5, 20 DX340LC-5, 10 DX380LC-5 e 12 DX530LC-5), basando la sua scelta principalmente su requisiti quali la produttività, la facilità d’uso e l’affidabilità. Gli escavatori Doosan “Il processo decisionale che ci ha portato a scegliere il marchio degli escavatori da acquistare è iniziato con un’analisi di otto costruttori di escavatori leader. Abbiamo scelto Doosan dopo

UN ESCAVATORE CINGOLATO DX300LC-5 IMPEGNATO NEL CARICO DI MACCHINE PER LA FRANTUMAZIONE E LA VAGLIATURA UTILIZZATE PER PRODURRE MATERIALI DI RINTERRO PER IL RIEMPIMENTO DELLE TRINCEE DOPO LA POSA DELLE TUBAZIONI


ESCAVATORI DOOSAN AL LAVORO PER LA PREPARAZIONE DEL SITO PER LA POSA DELLE CONDOTTE MEDIANTE LIVELLAMENTO E SCAVO DI TRINCEE

un’accurata valutazione delle caratteristiche tecniche e del pacchetto post-vendita offerto”, ha dichiarato John Joannou, Procurement Manager J&P-Avax SA. “Queste macchine offrono un ottimo rapporto qualità/prezzo, in particolare quando si analizzano le prestazioni e il consumo di carburante che, dopo diversi mesi di utilizzo degli escavatori, possiamo confermare essere in linea con i valori riportati nelle schede tecniche. Ad esempio, per la movimentazione dei tubi con i sollevatori a vuoto, Doosan è stata l’unica a soddisfare i requisiti indicati con macchine da 53 t, rispetto ai modelli da 60-70 t della concorrenza, consentendoci di risparmiare prima sul prezzo di acquisto e ora anche sui consumi di carburante”. L’escavatore cingolato DX530LC-5 da 53 t offre un carro particolarmente ampio: con 3,9 m di larghezza in configurazione estesa, garantisce capacità di sollevamento ai vertici della sua categoria. I 12 escavatori DX530LC-5 acquistati da Bonatti-J&P Avax, sono equipaggia-

ti con un gruppo di lavoro per escavazione “massiva” (braccio da 6,3 m e bilanciere corto da 2,4 m) che assicura le prestazioni idrauliche superiori necessarie per movimentare tubi in acciaio da 14 t e lunghi 18 m allo sbraccio massimo e su 360°, alle altezze e alle distanze richieste con l’ausilio di vacuum lifter. “Confrontare le macchine in base al peso dei modelli si è rivelato poco utile; ad esempio, abbiamo scoperto che gli escavatori DX340LC-5 da 34 t sono equivalenti ai modelli da 38 t degli altri mar-

chi”, ha aggiunto Joannou. “Utile si è invece rivelato il poter contare su una gamma di escavatori che, come quella Doosan, offre sei diversi modelli tra le 30 e le 55 t, cosa che ci ha consentito di non sovradimensionare il nostro parco mezzi. Doosan è stata poi anche in grado di soddisfare le nostre esigenze di consegna urgente delle macchine: una volta confermato l’accordo, gli escavatori sono arrivati entro un mese, tra ottobre e novembre dello scorso anno”. Gli escavatori Doosan sono ora impegnasettembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 111


ON SITE

UN ESCAVATORE CINGOLATO DX530LC-5 MENTRE MOVIMENTA UNA TUBAZIONE DA 14 T ALL’INTERNO DEL CANTIERE

ti in una serie di applicazioni che vanno dai lavori preparatori (livellamento, rimozione alberi e pulizia del sito) al sollevamento dei tubi da collocare o sistemare in “stringa”, dallo scavo di trincee per mezzo di martelli idraulici e benne al carico delle macchine da frantumazione

e vagliatura utilizzate per produrre materiali di rinterro per il riempimento delle trincee dopo la posa dei tubi. A quasi un anno dall’inizio del progetto, gli operatori hanno confermato che i vantaggi principali delle macchine Doosan risiedono nelle loro elevate forze di scavo e

di trazione e nella potenza idraulica, fattori che assicurano risposte rapide, fluide e precise. Gli operatori hanno inoltre avuto modo di apprezzare il comfort e la facilità d’uso della cabina degli escavatori Doosan, dotate di uno dei più quadri comando più ampi del mercato.

LA DOMANDA DI GAS NATURALE IN EUROPA L’Europa necessita di nuove fonti di gas naturale per soddisfare la domanda energetica nel lungo periodo, compensare la produzione interna in calo, rilanciare la crescita e diversificare gli approvvigionamenti. La quota di gas nel mix energetico europeo è destinata a crescere nei prossimi decenni. Il gas è il più pulito dei combustibili fossili, ha quindi una marcia ambientale in più rispetto a carbone e petrolio e, sopratA FRONTE DI UNA CRESCITA ECONOMICA ENERGIVORA E DI UN’ASPIRAZIONE COLLETTIVA A FAR PARTE DELL’UE, L’EUROPA SUDORIENTALE DOVRÀ DOTARSI DI UN PORTAFOGLIO ENERGETICO BILANCIATO CHE INCLUDA IL GAS NATURALE 112 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017


Uno degli operatori interpellati ha così commentato: “Personalmente, prima di questo progetto non avevo mai usato un escavatore Doosan; ora che vi ho

lavorato per oltre 600 ore posso dire che sono rimasto favorevolmente colpito dalla semplicità dei comandi della macchina. Oltre a essere molto spazio-

DA SINISTRA A DESTRA: JOHN JOANNOU, CORPORATE PROCUREMENT MANAGER DI BONATTI-J&P AVAX; SANDRO LOMBARDO, SITE LOGISTICS MANAGER DI BONATTI-J&P AVAX; FRANCK ADAM, KEY ACCOUNTS DIRECTOR DI DOOSAN BOBCAT EMEA; MATHIEU VERDEYEN, SERVICE MANAGER DI DOOSAN; DIMITRIS TZANIDAKIS, PROJECT MANAGER DI ERGON TZANIDAKIS; YIANNIS PANAYIOTOPOLOS, SITE PLANT MANAGER DI BONATTI-J&P AVAX; AKIS ASVESTOPOULOS, SALES MANAGER DI ERGON TZANIDAKIS

tutto, è un’opzione energetica valida

ad aprire una nuova rotta e offrendo

e flessibile, insieme alle rinnovabi-

all’Europa maggiori risorse di gas.

li. Le grandi risorse energetiche del

Molti Paesi dell’Europa Sudorientale

Mar Caspio offrono all’Europa un’op-

dipendono da un’unica fonte di ap-

portunità per vincere la sfida energe-

provvigionamento, il che li rende vul-

tica. A fronte di una crescita econo-

nerabili a eventuali interruzioni delle

mica energivora e di un’aspirazione

forniture e a prezzi non concorrenzia-

collettiva a far parte dell’UE, l’Europa

li. Altri, come l’Albania, non dispon-

Sudorientale dovrà dotarsi di un por-

gono nemmeno di una rete interna

tafoglio energetico bilanciato che in-

di distribuzione del gas e si affidano

cluda il gas naturale.

a carbone e petrolio per soddisfare il

Affiancando i gasdotti che già collega-

fabbisogno energetico. TAP spiane-

no i mercati europei a Russia, Africa

rà la strada all’afflusso di nuove fon-

e mare del Nord, il nuovo corridoio

ti di energia in questi mercati, pro-

energetico del mar Caspio assicurerà

muovendo lo sviluppo del comparto

una diversificazione degli approvvi-

e contribuendo al bilancio ambientale

gionamenti, riducendo la dipenden-

grazie alla sostituzione di fonti fossili

za da un’unica fonte, concorrendo

molto inquinanti.

TRE DEI 52 ESCAVATORI DOOSAN IN UNO DEI CANTIERI DEL TAP CON OPERATORI E DIRIGENTI DI DOOSAN, ERGON TZANIDAKIS E BONATTI-J&P AVAX

sa, poi, la cabina offre grande visibilità ed è molto silenziosa”. Il contratto per i 52 nuovi escavatori Doosan include un pacchetto assistenza che prevede due anni di garanzia con possibilità di estensione per un ulteriore anno e un team assistenza dedicato disponibile 24 ore su 24. Il servizio è gestito direttamente da Ergon Tzanidakis, concessionaria Doosan per la Grecia. “Per questo contratto – ha dichiarato Dimitris Tzanidakis, Project Manager dell’azienda – abbiamo acquistato due nuovi furgoni attrezzati e abbiamo assunto quattro nuovi tecnici di assistenza che, insieme a me, sono completamente dedicati a questo progetto. La disponibilità di pezzi di ricambio rappresenta un ulteriore valore aggiunto e possiamo contare su un magazzino ricambi situato direttamente nel cantiere principale del progetto, oltre che sul magazzino di Ergon Tzanidakis ad Atene e sul centro logistico Doosan di Lipsia, in Germania, da dove i ricambi possono essere consegnati dalla sera alla mattina, in meno di 24 ore”. Oltre alle macchine e al pacchetto assistenza, Bonatti-J&P Avax ha apprezzato anche le funzionalità offerte da DoosanConnect, il sistema di gestione flotte basato sul web che consente il monitoraggio in remoto delle prestazioni e delle condizioni di sicurezza delle macchine Doosan e ne promuove la manutenzione preventiva. È altresì importante ricordare che il general contractor Bonatti è un cliente storico di DMO, la concessionaria Doosan per l’Emilia Romagna, il Veneto e parte della Lombardia. Un fattore, questo, che nelle fasi iniziali è stato facilitante nel connettere gli attori per quest’importante trattativa. ■ settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 113


ON SITE Messa in sicurezza dalle valanghe

Al cospetto della

Regina di Ettore Zanatta

Sono partiti la scorsa primavera i lavori per la messa in sicurezza dalle valanghe dei versanti a monte della strada statale 641 del Passo Fedaia, ai piedi della Marmolada. L’intervento prevede la rettifica del tratto stradale e la realizzazione di una nuova galleria artificiale paravalanghe. L’opera si è resa necessaria in quanto quest’area è già stata interessata in passato da fenomeni distruttivi 114 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017


I

L’INTERVENTO SI SVOLGE AI PIEDI DELLA MARMOLADA, GRUPPO MONTUOSO DENOMINATO LA “REGINA DELLE DOLOMITI”. TRA LE MACCHINE OPERATRICI UTILIZZATE, DIVERSI ESCAVATORI LIEBHERR (NELLA FOTO, IL MODELLO R 924 LITRONIC)

l passo Fedaia è un valico sito a 2.057 m s.l.m. di altitudine che mette in comunicazione la Val di Fassa all’Agordino. Situato al confine tra il Trentino-Alto Adige e il Veneto, tra le province di Trento e Belluno, si trova al cospetto del ghiacciaio della Marmolada, la cosiddetta “Regina delle Dolomiti”. Il passo è formato da un pianoro di circa 2,5 km presso il quale si trova un lago artificiale lungo 1,85 km, il Lago Fedaia, utilizzato per la produzione di energia idroelettrica: nel 1950, infatti, la SADE (Società Adriatica di Elettricità) - che all’epoca aveva il monopolio nel Triveneto della produzione e della distribuzione dell’energia elettrica - iniziò la costruzione della diga del Fedaia per ottenere energia idroelettrica immagazzinando le acque di disgelo della Marmolada; fu costruito ai piedi della diga stessa un laboratorio per lo studio dei raggi cosmici, che poteva disporre di grandi quantità di energia elettrica e che consentiva di separare la materia dall’antimateria carica (nel laboratorio, attivo fino al 1955, lavorarono fisici di varie università e nazioni, tra cui anche i premi Nobel Fermi, Blackett e Powell). Sul versante nord della Marmolada si trova una famosa zona sciistica servita da un’unica cabinovia molto frequentata dalla fine di febbraio ai primi di maggio, quando regala panorami e condizioni di innevamento ineguagliabili. Questo è un

settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 115


ON SITE

IL SUCCESSO DEGLI INTERVENTI, ESEGUITI DALLA ZUGLIANI SRL DI IMER (TN), SI DEVE ANCHE ALL’IMPIEGO DI MACCHINE E ATTREZZATURE EFFICACI E AFFIDABILI. NELLA FATTISPECIE, TRA GLI ALTRI, DIVERSI ESCAVATORI CINGOLATI LIEBHERR - TRA CUI IL MODELLO R 926 LITRONIC ACQUISTATO DA EM-TEC ITALIA A MARZO PROPRIO PER AFFRONTARE QUESTI LAVORI - E UN MARTELLO DEMOLITORE IDRAULICO MONTABERT XL1700, FORNITO ANCH’ESSO - IN QUESTO CASO DALLA SEFI DI LOMBARDORE, IN PROVINCIA DI TORINO - IN VISTA DELLE DEMOLIZIONI DA ESEGUIRE A PASSO FEDAIA, IN PARTICOLARE PER LA DEMOLIZIONE DEL PONTE, DELLE SPALLE E DEI PULVINI DEL PONTE DEMOLITO PRECEDENTEMENTE DA UNA SLAVINA

vero paradiso per gli appassionati dello sci fuori pista e per le salite con le pelli di foca, mentre in estate è meta obbligatoria per escursionisti appassionati di percorsi e tracce dei conflitti mondiali. Anche per questo motivo sono stati recentemente avviati i lavori per la messa in sicurezza dalle valanghe dei versanti a monte della strada statale del passo. “I lavori – precisa Luca Zugliani, amministratore delegato della Zugliani srl di Imer (Tn), azienda che si è resa protagonista in occasione degli interventi previsti da questo progetto – sono stati eseguiti evitando per quanto possibile la chiusura della statale nel tratto interessato e utilizzando macchine e attrezzature scelte (e in alcuni casi, acquistate) specificatamente per affrontare i lavori commissionati”. I dettagli del progetto “A marzo 2016 – spiega Luca Zugliani – siamo stati invitati a partecipare alla gara (poi vinta) di ‘messa in sicurezza dalle valanghe a monte della strada statale del Passo Fedaia dal km 6+000 al km 13+000, intervento 5d opera s.286’, con progetto redatto dal Dott. Ing. Nicola Simoni dell’Agenzia Provinciale Opere Pubbliche Servizio Opere Stradali e Ferroviarie della Provincia autonoma di Trento. Progetto – per un importo tota116 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

le che ammonta a 2.500.000 euro – il cui termine dei lavori è previsto per ottobre 2018. Esso consiste nella realizzazione di una galleria artificiale di 120 m finalizzata a risolvere il problema delle slavine di neve che in inverno periodicamente provocano la chiusura della strada, e quindi del passo, causando disagi ai turisti e agli abitanti della zona. Già in passato erano stati eseguiti degli interventi per risolvere questo problema: anche un ponte viadotto che però, a seguito di una slavina, appunto, è stato letteralmente trascinato a valle lasciando, oltre che la strada bloccata, anche cumuli di detriti a vista in un contesto paesaggistico naturale di pregio”. Da diversi anni il Comune di Canazei e la val di Fassa avevano chiesto la risoluzione di tale problematica; finalmente quest’anno i lavori sono partiti. “Sono previsti da contratto due anni di lavoro (tenendo conto del luogo dove si lavora), alla quota di 1.900 m s.l.m.”, spiega IL PROGETTO CONSISTE NEL REALIZZARE UNA GALLERIA ARTIFICIALE DI 120 M FINALIZZATA A RISOLVERE IL PROBLEMA DELLE SLAVINE DI NEVE CHE PROVOCANO PERIODICAMENTE LA CHIUSURA DELLA STRADA STATALE 641 DEL PASSO FEDAIA, E QUINDI DEL PASSO, CAUSANDO DISAGI AI TURISTI E AGLI ABITANTI DELLA ZONA


Zugliani. “Il progetto prevede essenzialmente: una galleria artificiale paravalanghe in cemento armato del tipo a tettoia con finestrature verso valle con dei pilastri che si innestano sui muri di sostegno e a monte da un muro di controripa; la chiusura della sezione, superiormente, tramite una soletta in cemento armato; muri di sostegno della carreggiata stradale in cemento armato fondati su fondazioni superficiali; muri di controripa in cemento armato fondati su fondazioni superficiali; la rinaturalizzazione dell’area attraverso il ricoprimento del riempimento a monte della galleria artificiale, con terra vege-

tale; la demolizione, rimozione e smaltimento del ponte crollato e a oggi presente in loco, a lato dell’attuale tracciato stradale e in parte interferente con il tracciato di progetto”. Tra le principali caratteristiche geometriche e di utilizzo dei materiali citiamo: lo sviluppo della galleria artificiale (120 m), la sede stradale a due corsie di larghezza (3,1 m), la fascia di allargamento per ogni corsia (0,65 m), la rinaturalizzazione dell’area a monte della galleria artificiale (3.440 m2), il volume complessivo dei materiali di riempimento (19.270 m3), la demolizione, rimo-

zione e smaltimento del ponte crollato (637 m3) e la tubazione di scarico (diametro 1 m, lunghezza 62 m). Identikit di uno specialista La Zugliani srl ha festeggiato quest’anno i 60 anni di un’attività che fonda le sue radici nel settore dell’edilizia (lo scorso 10 giugno, per l’occasione, ha inaugurato la sua nuova sede, moderna, funzionale e tecnologica, mentre i vecchi uffici sono stati completamente demoliti). L’attività viene avviata il 24 giugno 1957 sotto forma di ditta individuale grazie all’intuito imprendito-

settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 117


ON SITE L’ESCAVATORE CINGOLATO R 924 IN AZIONE. IL PARCO MEZZI DELLA ZUGLIANI SRL VANTA NUMEROSI MODELLI DEL MARCHIO TEDESCO, QUASI ESCLUSIVAMENTE DI PROPRIETÀ

L’OPINIONE

LUCA ZUGLIANI

AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA ZUGLIANI SRL

“L’azienda ha sempre investito molte risorse in mezzi altamente specializzati, essenzialmente di proprietà, in modo da garantire un parco macchine sempre aggiornato. Lo ha fatto anche – e soprattutto – in questi ultimi anni di crisi, differenziandosi sempre più da altri che invece hanno deciso di bloccare i propri investimenti. Abbiamo investito molto anche in risorse umane, oltre nella nuova sede e al rinnovamento di tutte le proprietà immobiliari: questo ci ha permesso di conseguire il sistema di certificazione qualità ISO 9001, quello ambientale ISO 14001 e di sicurezza OHSAS 18001, tutti con SGS e accreditati ACCREDIA, quindi secondo il rispetto della normativa italiana in vigore. Per quanto riguarda il progetto di Passo Fedaia, l’organizzazione, la professionalità, i mezzi e le attrezzature considerate in questo contesto (in particolare gli escavatori cingolati Liebherr e il martello demolitore Montabert, che si distinguono per la loro affidabilità ed efficacia) hanno premesso di poter eseguire questa particolare operazione in tempi brevi e garantendo un lavoro preciso e definitivo”.

118 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

riale di Giovanni Zugliani, che fonda un’impresa edile denominata Zugliani Giovanni & C. In origine l’azienda si occupa di piccoli lavori edili (costruzione e ristrutturazione di abitazioni e realizzazione e sistemazione di strade) e ha alle sue dipendenze circa sette operai che utilizzano, a supporto, le piccole attrezzature a disposizione. Con il trascorrere degli anni l’attività cresce, mantenendo sempre il settore di origine ma con un’espansione nel mondo della falegnameria: il numero degli operai aumenta in modo esponenziale (anche un centinaio negli anni in cui la manodopera prevale ancora sull’utilizzo delle macchine) e gli investimenti si fanno rilevanti. Nel 1985 viene costituita l’impresa Zugliani Giovanni & C. sas, con il conferimento della ditta individuale di origine e la partecipazione dei due fratelli di Giovanni: Camillo e Damiano. Nel 1988 si costituisce l’attuale Zugliani srl, sempre gestita dai tre fratelli. Ognuno di loro, oltre a portare avanti, insieme, l’attività nel suo com-

plesso, si impegna in ruoli precisi: l’amministrazione (Giovanni), la costruzione di edifici (Camillo) e strade, acquedotti e fognature (Damiano). L’azienda acquisisce così, nel corso degli anni, alti livelli di qualità organizzativa e tecnologica, tali da garantire l’esecuzione di opere anche complesse con tecniche di esecuzione moderne. Tutto ciò permette di arrivare al 2003, quando i tre soci storici decidono di lasciare l’azienda in mano ai rispettivi figli: Luca, di Giovanni; Mauro e Rosanna, di Camillo; Daniela, Stefano e Marco, di Damiano. In seguito alla variazione della situazione economica generale, che crea non poche difficoltà a ogni livello, l’azienda si organizza in modo da comprendere attività diversificate: oltre al settore tradizionale dell’edilizia, si amplia il magazzino per la rivendita di materiali edili, si apre per la vendita a terzi l’impianto di betonaggio e si punta sulla gestione di un impianto di recupero del materiale inerte. Oggi la Zugliani srl conta circa 50 dipen-


IL MARTELLO DEMOLITORE MONTABERT XL1700 ACQUISTATO DALLA ZUGLIANI SRL È STATO SCELTO PER LA SUA AFFIDABILITÀ E POTENZA, OLTRE CHE PER IL SERVIZIO PUNTUALE E L’ASSISTENZA NOTORIAMENTE FORNITI DAL CONCESSIONARIO PIEMONTESE SEFI. L’ESCAVATORE CINGOLATO LIEBHERR R 926 ASSICURA ANCH’ESSO AFFIDABILITÀ E POTENZA, OLTRE CHE UN’ELEVATA PRODUTTIVITÀ A BASSI COSTI COMPLESSIVI D’ESERCIZIO, GRANDE VISIBILITÀ, CICLI DI LAVORO PARTICOLARMENTE RAPIDI, NONCHÉ LA POSSIBILITÀ DI LAVORARE IN SAGOMA

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ON SITE

LA SCHEDA TECNICA XL1700 - Blue Line Peso macchina operatrice min-max:

18-28 t

Peso in ordine di lavoro:

1.660 kg

Diametro utensile:

137 mm

Portata idraulica min-max:

100-150 l/min

Frequenza:

600 colpi/min

Pressione di lavoro:

180 bar

Potenza:

45 kW

Energia per colpo:

3.400 J

UN DISTRIBUTORE “ESCLUSIVO”

Presente da oltre 20 anni sul mercato nazionale, la Sefi (Lombardore – To) è specializzata nella commercializzazione, vendita, assistenza e noleggio di martelli idraulici Montabert, oltre che di perforatrici, motocompressori e generatori Doosan e di attrezzature da cantiere. Avvalendosi di una lunga esperienza tecnico-commerciale nel campo della perforazione e spinta dalla volontà di offrire ai suoi clienti un servizio sempre più completo, ormai da anni la Sefi si è specializzata nel noleggio a breve, medio e lungo termine di macchine di perforazione, motocompressori e impianti di miscelazione/iniezione di cemento. Non solo vendita, quindi: il servizio post-vendita riveste un ruolo fondamentale nell’organizzazione dell’azienda piemontese ed è composto da personale specializzato che si occupa di offrire a tutti i clienti un servizio veloce ed efficiente, con interventi effettuati direttamente presso il cantiere o presso la sede, dov’è inoltre in grado di eseguire revisioni totali e riparazioni in genere.

120 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017

denti e vanta un parco macchine di oltre 100 unità, tra mezzi di trasporto, movimento terra e attrezzature speciali. “Il ventaglio d’azione è ampio – precisa Marco Zugliani – e spazia dalle costruzioni civili a quelle stradali, alle fognarie, ma anche carpenteria in legno e strutture in acciaio, ponti, demolizioni e opere anche complesse, dove l’organizzazione è fondamentale. Negli ultimi anni l’azienda è diventata anche impresa di servizi per altre ditte: dal confezionamento e trasporto di calcestruzzo alla rivendita di materiali edili, al centro di riciclaggio e recupero d’inerti”. Macchine e attrezzature L’esperienza e la competenza non bastano quando si devono affrontare determinati interventi. In ogni progetto è fondamentali anche utilizzare strumenti adeguatamente efficaci. Così racconta Marco Zugliani, socio e responsabile del parco mezzi e della logistica della Zugliani srl: “Gli interventi previsti si sono manifestati in più fasi, ognuna delle quali ha previsto l’utilizzo di particolari macchine e/o attrezzature. In particolare, per quanto riguarda la demolizione del ponte, delle spalle e dei pulvini del ponte demolito dalla slavina abbiamo utilizzato un martello demolitore idraulico Montabert XL1700, acquistato proprio per questo lavoro dalla Sefi di Lombardore (To), nostro referente di fiducia relativamente a questo marchio, che ci ha supportato come sempre in modo esaustivo nell’individuazione della soluzione più idonea, in base agli interventi da eseguire e all’accoppiamento ideale con le macchine operatrici con-

siderate nel progetto. Lo scavo - in materiale naturale e roccia - della fondazione dei muri a valle del nuovo tratto stradale è stato eseguito tramite un escavatore cingolato Liebherr R 926 Litronic da 28 t, dotato di motore conforme alle ultime normative di emissione Stage IV, acquistato anche in questo caso, nella fattispecie lo scorso marzo, proprio per affrontare questi interventi dalla Liebherr EM-Tec Italia di Lallio (Bg), marchio a cui ci stiamo riferendo per la sostituzione di molti mezzi presenti nel nostro parco macchine. Si tratta di una macchina scelta per via della sua potenza, reattività, affidabilità e prestazioni operative generali, certo, ma anche per la produttività garantita a bassi costi complessivi d’esercizio, le dimensioni (la macchina è in sagoma, caratteristica fondamentale per affrontare cantieri come quello in oggetto) e la sua facilità di trasporto. Un ulteriore fase ha riguardato poi l’esecuzione della fondazione stradale e dei muri d’elevazione a valle per l’appoggio del banchettone stradale parte della galleria centrale. Altri mezzi specifici sono stati impiegati infine per la chiusura completa del traffico e la demolizione del fronte roccioso a sud e a nord della galleria, per addolcire le curve di imbocco alla strada attuale. Parlo, oltre che del modello R 926, degli escavatori cingolati Liebherr R 924 e R 914 (in questo caso noleggiato da Liebherr EM-Tec Italia), sempre con martello demolitore Montabert XL1700. Gli altri interventi relativi a questa fase hanno riguardato anche lo scavo in roccia e su materiale naturale del banchettone nel-


LA SCHEDA TECNICA TRA LE MACCHINE OPERATRICI PRESENTI IN CANTIERE, ANCHE L’ESCAVATORE CINGOLATO LIEBHERR R 914, L’UNICO A ESSERE STATO NOLEGGIATO ANZICHÉ ACQUISTATO

la zona centrale della galleria, il raccordo della nuova strada provvisoria per il traffico veicolare, lo scavo e la posa di tubi da 1.000 mm in cemento rinforzato per la raccolta delle acque provenienti dal monte e fatte defluire sotto la nuova galleria”. Grazie a queste fasi fondamentali – che sono state portate a termine in 10 giorni lavorativi, anticipando i tempi previsti dal progetto e diminuendo i disagi causati dalla chiusura del passo – è ora possibile eseguire gran parte dei lavori restanti senza chiudere la strada o, al limite, sfruttando un senso di marcia alternato. “Le fasi successive riguarderanno il completamento della fondazione a valle, la realizzazione della fondazione a monte, le elevazioni e successiva posa e getto della soletta autoportante”, conclude Luca Zugliani. “La fase finale, invece, riguarderà il riempimento a monte della galleria in modo da interrarla parzialmente, garantendo il deflusso di eventuali slavine senza bloccare il passaggio veicolare”. ■

Liebherr R 926 Peso operativo: Motore:

26.050-29.350 kg Liebherr D934 A7 - Stage IV

Potenza motore:

140 kW (190 CV)

Capacità benna:

0,55-1,75 m3

Profondità di scavo max.:

6,45 m

Sbraccio max. a livello terreno:

9,70 m

Altezza di lavoro max.:

6,50 m

Altezza di scavo max.:

9,55 m

Forza di penetrazione/strappo max.:

143/165 kN

settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 121


FIERE Ecomondo

In cammino verso un futuro green

Dal 7 al 10 novembre Rimini Fiera ospita la 21° edizione di Ecomondo, il punto di riferimento per chi opera nel settore dell’economia sostenibile e circolare. In contemporanea, negli stessi padiglioni è possibile visitare anche Key Energy, per quattro giornate di sicuro interesse di Lorenzo Zacchetti

A

lla Fiera di Rimini è in arrivo la nuova edizione di Ecomondo, la fiera che rappresenta il punto di riferimento per la green e circular economy nell’area euro-mediterranea. Quello organizzato da Italian Exhibition Group, la SpA nata dalla fusione di Rimini Fiera e della Fiera di Vicenza, è un evento internazionale che riunisce in un’unica piattaforma tutti gli ambiti di questo settore, dal recupero di materia ed energia allo sviluppo sostenibile. Non tutti sanno che l’Italia è tra i primi posti in Europa per ciò che riguarda questo specifico comparto economico, in particolare nell’efficienza energetica, nel riciclo dei rifiuti e nella produttività delle risorse. Con 47 milioni di tonnellate di rifiuti riciclati – e conseguen-

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te risparmio di energia pari a 17 milioni di tonnellate di petrolio – il nostro Paese è orgogliosamente al primo posto per il contributo fotovoltaico (8% del mix elettrico nazionale). Sono 385.000 le aziende italiane che operano nella gre-

en economy italiana, un settore che vale oltre 190 miliardi di euro, ovvero il 13% dell’economia nazionale. Sono addirittura 199.000 i posti di lavoro creati dall’economia circolare. Anche in ragione di questo interessan-


Solar (novità di quest’anno, dedicata alle tecnologie solari più innovative) e Key Efficiency (sull’uso intelligente delle risorse). Nel suo complesso, il settore delle energie rinnovabili corrisponde a oltre 9,95 miliardi di euro di investimenti, a ulteriore conferma del fatto che il concetto di industria sostenibile non risponde “solo” a logiche ambientali, ma anche di produttività ed efficienza. Un’agenda ricca di appuntamenti Fin dal 2009 Ecomondo propone un modello ideale di “città sostenibile”, all’interno di uno spazio espositivo che mostra modelli di urbanizzazione, soluzioni tecnologiche, progetti, piani di mobilità, che consentono di migliora-

zione fra energie rinnovabili ed energie tradizionali. Rispetto alla prevenzione dei rischi, Ecomondo ha lanciato un nuovo settore, dedicato ai sistemi di prevenzione nei confronti di fenomeni quali inondazioni ed erosione delle coste. Grazie ai lavori di ampliamento realizzati nel quartiere fieristico, aumenta la superficie a disposizione della rassegna, nella quale sono stati confermati gli Stati Generali della Green Economy, organizzati per il 7 e l’8 novembre dal Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 64 associazioni di imprese green, in collaborazione con i ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, con il supporto tecnico della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile presieduta da Edo Ronchi. Nel complesso, sono oltre 200 gli appuntamenti in programma, con un migliaio di relatori facenti parte di un’offerta convegnistica concentrata su focus tematici con la guida dei Comitati Tecnico Scientifici presieduti da Fabio Fava (Ecomondo) e Gianni Silvestrini (Key Energy). ■

LA CARTA D’IDENTITÀ LORENZO CAGNONI

PRESIDENTE DI IEG

te contesto, Ecomondo rappresenta un passaggio obbligato per i player internazionali che desiderano incontrare i leader di mercato e scoprire di persona le nuove tecnologie e i nuovi prodotti messi sul mercato. A rendere ancora più interessante l’appuntamento di Rimini c’è il fatto che in contemporanea gli stessi padiglioni ospitano Key Energy, il Salone dell´Energia e della Mobilità Sostenibile che, sotto l’ampio cappello del tema rappresentato dai cambiamenti climatici, presenta soluzioni industriali e applicazioni anche urbane di efficienza energetica, energie rinnovabili, mobilità e città sostenibile. A sua volta, Key Energy comprende anche: Key Wind (l’evento italiano di riferimento per le aziende del settore eolico), Key Storage (sui sistemi di accumulo nelle rinnovabili), Key

re la vita dei cittadini e favorire lo sviluppo dei territorio in chiave sostenibile. Le sfide riguardanti l’approvvigionamento e il riciclo delle materie per un’economia sostenibile e circolare sono raccolte da Ecomondo con lo sviluppo di tecnologie nuove e sostenibili, finalizzato alla riduzione della dipendenza dell’industria manifatturiera europea dall’approvvigionamento estero. Per l’edizione 2017, i temi centrali saranno biometano e rischio idrogeologico. Per quanto riguarda il biometano, verranno messe in luce le opportunità del mercato, individuando i prossimi step e le iniziative insieme alla Piattaforma Nazionale del Biometano, già lanciata nell’edizione 2016. L’obiettivo consiste nel potenziare l’alleanza strategica con l’industria del gas naturale, considerando il biometano come punto di transi-

• Organizzatore: Italian Exhibition Group • Luogo/data evento: Rimini Fiera, dal 7 al 10 novembre 2017 • Orari: dalle ore 9.00 alle ore 18.00 • Periodicità: annuale • Edizione: 21° • Settori merceologici: rifiuti e risorse, biobased industry, bonifica e grandi rischi, acqua, key energy • Visitatori ultima edizione: 105.574 • Espositori ultima edizione: 1.200

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PRODOTTI

a cura di Liliana Rebaglia

CASE

Il nuovo escavatore CX750D Case CE ha lanciato il CX750D, l’escavatore più grande e più potente della sua gamma. Come tutte le versioni della Serie D, è progettato per raggiungere cicli di lavoro più rapidi e per massimizzare la produttività: una pompa controllata elettronicamente e valvole solenoidi e di controllo più grandi aumentano la forza di strappo e di sollevamento e migliorano la risposta ai comandi. Il sistema di gestione dell’idraulica Case Intelligent Hydraulic System e i suoi quattro sistemi di controllo integrati utilizzano al meglio la potenza idraulica e la quantità di moto della macchina, per una maggiore forza e la massima efficienza dei consumi. Sospinto da un motore da 512 HP, il CX750D è disponibile in configurazione standard con forza di scavo alla benna da 335 kN (con Power Boost)

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e configurazione “mass excavation” con forza di scavo alla benna da 366 kN (con Power Boost). Il braccio più corto consente forze di strappo superiori ed è in grado di gestire benne più grandi. Il braccio e il bilanciere, oltre al sottocarro, sono più robusti; i cilindri di braccio e bilanciere sono più grandi. La macchina può essere utilizzata in tre diverse modalità operative: Speed Priority (che incrementa velocità e potenza), Heavy (per lavori gravosi) e Automatic (per lavori di livellamento, sollevamento e precisione). Il CX750D adempie alla normativa sulle emissioni Tier 4 Final tramite una combinazione di SCR (riduzione catalitica selettiva) e DOC (catalizzatore di ossidazione del gasolio). Inoltre, non essendoci filtro antiparticolato (DPF),

vengono eliminati i costi per la rigenerazione e la manutenzione dello stesso filtro. La struttura rinforzata, in particolar modo del sottocarro retraibile e dell’attrezzatura frontale, assicura affidabilità anche nelle applicazioni gravose. Il nuovo CX750D ha una cabina migliorata rispetto alle altre macchine Case di questo tonnellaggio e offre una postazione di lavoro regolabile con un nuovo sedile a schienale alto. Le telecamere a visione posteriore e laterale di serie sono collegate a uno schermo da 7” che fornisce informazioni in tempo reale su importanti parametri come consumi e ore operative. È disponibile su richiesta la telecamera Case “maximum view”, un sistema a tre telecamere che migliora la visibilità e la sicurezza intorno al mezzo.


ATG

I lavori in cantiere corrono sui Galaxy Marathoner Quando il settore delle costruzioni è alla ricerca di pneumatici affidabili ed efficienti da montare su terne, trattori utilitari e minipale multifunzione in condizioni operative estremamente difficili e spesso nel fango, una risposta è Galaxy Marathoner di ATG. Il disegno del battistrada “Mud Breaker” espelle praticamente tutto il fango assicurando di conseguenza aderenza e trazione in ogni condizione, il che rende il Galaxy Marathoner uno dei migliori pneumatici della sua classe per minipale multifunzione. Oltre allo speciale battistrada, i fianchi rinforzati a 10 tele assicurano un’elevata resistenza alle forature.

Grazie ai materiali altamente resistenti all’usura, inoltre, i Galaxy Marathoner fanno pienamente onore al loro nome, garantendo una lunga e affidabile vita di esercizio. I Galaxy Marathoner vantano l’invidiabile record di essere gli pneumatici OEM esclusivi sulle macchine John Deere. Grazie alla reperibilità quasi generale sul mercato post vendita per qualsiasi marchio e cliente, i Galaxy Marathoner hanno

già riscosso un notevole successo da quando è stata lanciata la prima misura. E ciò vale per molti settori, ben oltre quello dei cantieri di costruzione. Oggi sono disponibili oltre 15 misure per le minipale multifunzione, così come pneumatici anteriori per terne e trattori utilitari. Si sono dimostrati particolarmente efficienti in tutti i tipi d’impiego, dai cantieri di costruzione ai lavori stradali, sugli spazzaneve, sui trattori per la paesaggistica e da giardinaggio, oltre che in vari compiti del settore agricolo.


PRODOTTI KOBELCO

L’escavatore SK140SRLC-5 Fino dal 1995, Kobelco ha rivolto la sua attenzione allo sviluppo di escavatori a raggio ridotto (SR) e il recente modello introdotto della serie 5 attesta ulteriormente il suo successo. Il modello SK140SR-5 è in grado di operare in spazi limitati e offre prestazioni di grande potenza, stabilità, fluidità di manovra, rumorosità bassa e maggiore efficienza nei consumi di carburante. L’SK140SRLC-5 è dotato del sistema iNDr (Integrated Noise and Dust Reduction) di Kobelco, che assicura bassa rumorosità, efficienza di raffreddamento del motore, affidabilità e comfort per l’operatore, caratteristiche paragonabili a una macchina della serie -3. E, sebbene la Serie 5 monti un set di dotazioni aggiuntive, il suo profilo affusolato non ha subito compromessi grazie a un layout dei componenti interamente rinnovato. Il nuovo allestimento della macchina include anche il riposizionamento del serbatoio dell’urea, un catalizzatore DOC (diesel oxidation catalyst) montato verticalmente e un sistema di riduzione catalitica

selettiva (SCR, selective catalyst reduction). La telecamera posteriore garantisce visibilità, mentre quella montata sul lato destro (standard) offre una più ampia visibilità tutto intorno alla macchina. L’escavatore SK140SRLC-5 è conforme allo Stage IV della normativa sulle emissioni di gas di scarico. Il motore vanta un incremento nelle prestazioni da 74 a 78,5 kW. Nel commentare l’introduzione del modello SK140SRLC-5, Peter Stuijt, KCME Product Marketing Manager, ha dichiarato: “Dall’introduzione della tecnologia SR, oltre 20 anni fa, abbiamo lavorato per perfezionare il concetto di corto raggio di rotazione per i siti di lavoro in aree urbane. I modelli della Serie 5 rappresentano il culmine delle nostre più significative tecnologie e innovazioni, inclusi un filtro dell’olio idraulico di dimensioni generose e il nostro innovativo sistema iNDr”.

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DOOSAN

La gestione flotte con DoosanConnect Per soddisfare la crescente domanda di sistemi per il monitoraggio delle flotte, comunicazione da macchina a macchina e monitoraggio e analisi a distanza delle macchine, Doosan ha sviluppato DoosanConnect, un sistema wireless per la gestione di flotte e risorse disponibile per gli escavatori, le pale gommate e i dumper articolati Doosan. Il sistema DoosanConnect è uno strumento basato su piattaforma web per la gestione delle flotte che consente il controllo in remoto delle prestazioni e della sicurezza delle macchine e semplifica la manutenzione preventiva. DoosanConnect è ora disponibile di serie su tutti gli escavatori (da 14 t in su), su tutte le pale gommate e i dumper articolati Doosan Stage IV di nuova generazione. Disponibile anche in kit di retrofit, il sistema è

fornito con abbonamento gratuito triennale e l’associato account personale permette a ciascun cliente di gestire autonomamente il proprio parco macchine. Allo scadere del periodo gratuito di tre anni, i clienti hanno la possibilità di acquistare una proroga del servizio. DoosanConnect include diversi elementi, tra cui: un’unità GPS per monitorare la posizione della macchina e aumentarne la sicurezza attraverso la creazione di un recinto virtuale (geo-fence); un modem dati wireless

Q-Pro per inviare al sito telematico DoosanConnect i dati raccolti dalle unità di controllo elettronico della macchina; un’antenna satellitare che assicura la comunicazione anche quando la macchina lavora in località remote, dove la rete di telefonia cellulare non è disponibile; il sito web DoosanConnect, che consente ai clienti Doosan l’accesso alle diverse tipologie di report disponibili e ai parametri più importanti della macchina. Il sistema telematico DoosanConnect permette ai gestori di flotte di compilare numerosi report, tra cui: stato della flotta, dettagli della macchina, posizione della macchina, ore di servizio, consumo di carburante, tempo di inattività e tempo di lavoro del motore, codici di errore della macchina, sistema di allarme motore, cronologia della manutenzione e report di utilizzo.


PRODOTTI CATERPILLAR

La nuova pala gommata 988K XE La nuova 988K XE è la prima pala gommata proposta da Caterpillar con un sistema di trazione elettrica ad alta efficienza: al pari dei modelli 988K e 986K, lanciati recentemente sul mercato, è una scelta ideale in termini di rapporto qualità-prezzo per qualsiasi applicazione. Caratterizzata da un’elevata produttività in tutte le applicazioni di carico, la 988K XE è consigliata per i cantieri più impegnativi, in cui l’efficienza dei consumi fa la differenza quanto a costi operativi complessivi della macchina. La nuova pala presenta la tecnologia SR (Switched Reluctance) e sfrutta gli oltre 15 anni di esperienza Caterpillar nello sviluppo di modelli a trazione elettrica e più di quattro anni di collaudi in un’ampia gamma di applicazioni che ne testimoniano l’affidabilità sul campo. Il motore C18

ACERT, la scatola di trasferimento meccanica, la trasmissione e gli assali del modello 988K, collaudati e sperimentati sul campo, sono riproposti in questa macchina a trazione elettrica per assicurare un funzionamento senza problemi. Oltre a una maggiore efficienza in termini di carico su dumper e carico/ trasporto in generale, la nuova 988K XE aumenta l’efficienza complessiva del 25% e fino al 49% in applicazioni di carico frontale rispetto al modello 988K. Queste caratteristiche riducono i costi e contribuiscono a

diminuire le emissioni di gas serra e l’impronta di carbonio. Allo stesso tempo, secondo gli studi Caterpillar sulla produttività la nuova pala consente un aumento della produttività fino al 10% nelle applicazioni di carico e trasporto. La nuova 988K XE offre benne con capacità che variano da 4,7 a 13 m3; il carico utile nominale, con braccio lungo e standard, raggiunge le 11,3 t quando si lavora con materiale di superficie e 14,5 t con materiale sciolto. La pala offre inoltre il caricamento efficiente in tre passate del modello CAT 770G da 38,6 t e quello in quattro passate del CAT 772 da 46,3 t. La configurazione con braccio lungo offre il caricamento in cinque passate del modello CAT 773G da 55,3 t e quello in sei passate del CAT 775G da 64 t.

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WACKER NEUSON

Le pale gommate WL60 e WL70 I due modelli più grandi di pale gommate di Wacker Neuson WL60 e WL70, con peso d’esercizio di 6 e 7 t, sono equipaggiati con nuovi motori e optional supplementari e sono quindi conformi alle norme sui gas di scarico in vigore. Le due pale sono ideali anche per lavori complessi, data la struttura robusta e potente nelle prestazioni, nonché la benna con volume compreso tra 1,0 e 1,1 m3, oltre all’altezza di sollevamento rilevante. Per le pale gommate sono ora disponibili tre nuovi motori Perkins: la variante da 55 kW corrisponde alla fase IIIB della norma sui gas di scarico, mentre le varianti da 75 e 90 kW sono conformi alla fase IV. Mentre le varianti da 55 kW utilizzano la tecnologia DPF, nelle due di motore di grandi dimensioni il post-trattamento dei gas di scarico è realizzato con un catalizzatore di ossidazione diesel (DOC) in combinazione con un catalizzatore SCR (riduzione catalitica selettiva). Entrambe le pale gommate offrono un’elevata stabilità, grazie all’ottimale distribuzione del peso. L’impiego di un impianto con freni a disco consente di ottenere un migliore effetto frenante. Ciò assicura una maggiore sicurezza durante l’impiego della macchina, come risulta evidente nelle aree cittadine. Un display a colori da 3,5” con più funzioni e spie luminose facilitano il lavoro al conducente. Il pulsante girevole a pressione “Jog Dial” assicura un maggiore comfort: quando la portata dell’olio idraulico per un determinato attrezzo è stata impostata una volta, può essere richiamata in qualsiasi momento premendo un pulsante. La regolazione della quantità di olio è un vantaggio soprattutto quando la macchina utilizza strumenti accessori idraulici che non richiedono la massima potenza idraulica della macchina come, ad esempio, una spazzatrice. Il conducente può quindi utilizzare la macchina e lo strumento accessorio con estrema sensibilità e risparmiando risorse. Il dispositivo di bloccaggio differenziale al 100% può essere attivato per lavorare in modo sicuro anche su terreni difficili, se necessario. Il risultato è la massima forza di spinta con un’eccezionale aderenza al terreno. Durante la guida normale il blocco non è attivato per proteggere non solo gli pneumatici da un’usura superflua, ma anche il terreno.

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PRODOTTI HYUNDAI

La pala gommata HL965 Hyundai Construction Equipment ha recentemente ampliato la sua gamma di pale gommate con la nuova HL965, progettata e concepita per essere efficiente e garantire una maggiore durata, costi operativi ridotti e una produttività migliorata. Questo modello ha un peso operativo di 20.100 kg ed è alimentato da un motore diesel Euro IV Cummins QSL9 controllato elettronicamente di nuova generazione, con potenza netta di 200 kW a 2.100 giri/min. La massima capacità di carico dell’assale è 44.000 kg sulla parte anteriore e 35.000 kg sulla parte posteriore, con pneumatici standard 23.5 R25, L3. La nuova cabina ROPS/FOPS è più grande del 10% rispetto alla serie -9°, è completamente insonorizzata e garantisce il massimo silenzio quando si lavora in ambienti rumorosi, quali cave o discariche. Il nuovo sistema di condizionamento dell’aria massimizza le prestazioni di riscaldamento e raffreddamento ottimizzando il flusso d’aria nella cabina. La pala gommata HL965 è ottimizzata per consentire agli operatori di accedere in tempo reale a dati accurati sulle attrezzature, caratteristica importante per migliorare la produttività in ambienti difficili. Il sistema di

Infotainment consente all’operatore di utilizzare il sistema Miracast, che funziona mediante il Wi-Fi dello smartphone dell’operatore e agevola l’utilizzo delle funzionalità dello stesso sullo schermo grande, tra cui navigatore, esplorazione Web, riproduzione di video e musica. Il nuovo modello dispone inoltre di comandi joystick per il braccio principale, la benna e per il terzo collegamento idraulico di serie. Tutti i modelli della serie HL possono essere inoltre dotati di sterzata mediante joystick come opzione. Tutti i modelli della serie Hyundai HL900 sono dotati di sistema di pesa a bordo di proprietà Hyundai come attrezzatura standard. Preciso al +/- 1%, il sistema si distingue per impostazioni manuali e automatiche per il monitoraggio del peso di carico individuale e cumulativo della benna. Le misurazioni del sistema vengono visualizzate sullo schermo multifunzione presente nella cabina, garantendo un’affidabilità nel monitoraggio del peso del carico sufficiente a supportare la gestione della produzione. La nuova pala gommata è disponibile anche nella versione XT (braccio principale lungo per altezza di scarico superiore).

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JCB

La (rinnovata) pala compatta 403 JCB ha rinnovato la pala gommata compatta 403: questa macchina ora combina, in una nuova configurazione, componenti di trasmissione di alta qualità, un nuovo design della cabina e nuove funzioni di controllo. La JCB 403 è una pala gommata compatta a telaio articolato da 2,5 t in grado di lavorare in modo efficiente negli spazi limitati. Nella versione rinnovata, è dotata di: motore Kubota compatto 4 cilindri da 26 kW (36 CV) e coppia di 92 Nm; nuova trasmissione idrostatica nuova a due gamme di velocità (20 o 30 km/h); bloccaggi manuali o aperti del differenziale in assali per lavori pesanti, adatti per operazioni su superfici dure e su terreni a bassa consistenza; controlli di manutenzione giornaliera effettuati

sotto un unico cofano posteriore con cerniere; possibilità di scegliere una piattaforma aperta con protezione ROPS/FOPS o una cabina vetrata e insonorizzata; controller joystick e bracciolo con levetta di selezione a una mano e modo di funzionamento alto/basso; possibilità di scegliere tra bracci pala Standard o High Lift con sollevamento parallelo e attacco rapido idraulico. Tra gli altri elementi costruttivi: il sollevamento

parallelo, il funzionamento del perno dell’attrezzatura idraulica, il sistema idraulico con joystick e il controllo di trasmissione, tutti di serie. La pala gommata compatta JCB 403 utilizza una cabina ROPS/FOPS completamente nuova. Anche con la cabina installata, la macchina ha un’altezza inferiore a 2,2 m e una larghezza di 1,1 m, quando monta pneumatici stretti, caratteristica che le consente di accedere agli spazi più limitati del cantiere. Inoltre, offre una portata di 610 kg (521 kg con i bracci lunghi) e un carico di ribaltamento a macchina sterzata di 1.219 kg (1.041 kg sempre con i bracci lunghi). Il peso operativo ridotto della JCB 403 ne consente il trasporto su un rimorchio trainato da un veicolo 4x4 o un veicolo commerciale leggero.

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PRODOTTI CATERPILLAR

Il “tablet rugged” T20 Caterpillar ha annunciato l’immissione sul mercato di Caterpillar T20, il suo primo tablet rugged, dotato di sistema operativo Windows 10 e LTE e sviluppato specificatamente per chi lavora in situazioni e ambienti in cui è necessario un dispositivo resistente. Progettato per le condizioni di lavoro più avverse, il Caterpillar T20 è un tablet rugged in grado di assicurare alte performance, anche nelle condizioni atmosferiche peggiori e a temperature elevate o molto basse. Certificato IP67, resiste all’acqua per 30 minuti a una profondità di 1 m, all’umidità, alla sabbia e alla polvere e risponde ai requisiti dello standard militare MIL SPEC 810G. Sopporta cadute

da un’altezza di 1,8 m; può resistere alle vibrazioni, ai liquidi e all’acqua salata, nonché a livelli estremi di pressione dell’aria. “I nostri clienti lavorano in settori come edilizia, produzione, logistica e trasporti, dove c’è una grande richiesta di tablet resistenti. Con Caterpillar T20 rispondiamo alla loro necessità di disporre di un

tablet robusto, da poter utilizzare in ogni situazione lavorativa e in qualsiasi condizione atmosferica,” spiega Peter Stephens, CEO di Bullitt Group, licenziatario globale per i prodotti mobile Caterpillar. Il nuovo tablet rugged T20 è ideale anche in quei settori – aviazione, edilizia sotterranea, minerario, produzione di energia e trasporti marittimi – che, occasionalmente, prevedono la presenza di condizioni estreme, alle quali un tablet tradizionale non saprebbe resistere: grandi variazioni di temperatura e pressione dell’aria, sabbia, polvere, liquidi contaminati e acqua salata. La dotazione del prodotto include una pratica maniglia, un cavo micro USB 3.0, caricabatteria, guida rapida e garanzia.

DAL 1958, SPECIALISTI NEI RICAMBI D’USURA PER MACCHINE MOVIMENTO TERRA E IMPIANTI, AL SERVIZIO DI CAVE E CANTIERI

Filiale in Liguria: Via Enzo Ferrari, 3/R -17052 Borghetto S. Spirito (SV) Tel. 0182.971734 - Fax 0182.973295 - gnliguria@giorgionovara.com GIORGIO NOVARA Srl Via G. Di Vittorio, 13 10090 Cascine Vica - Rivoli (TO) Tel. 011.9504400 - Fax 011.9575800 info@giorgionovara.com www.giorgionovara.com

RAM ITALIA Srl C/da Mancogna 98074 Naso (ME) Tel. 0941.955024 - Fax 0941.955177 ramitaliasrlvirgilio.it www.ram-italia.com

Filiale in Emilia Romagna: Centro di produzione - Via Roma, 544 - 29010 Alseno (PC) Tel. 0523.949123 - Fax 0523.949390 - gnemilia@giorgionovara.com Filiale in Toscana: Via Bruno Sarri, 14 - 50019 Sesto Fiorentino (FI) Tel. 055.4200484 - Fax 055.4204495 – gntoscana@giorgionovara.com


MOSA

L’evoluzione della specie La prossima edizione di Schweissen&Schneiden, il più importante appuntamento fieristico dedicato al mondo della saldatura in programma dal 25 al 29 settembre a Dusseldorf, rappresenterà il palcoscenico ideale per il lancio in anteprima mondiale della nuova serie di motosaldatrici “TS EVO” e “TS EVO MULTI4” di MOSA, azienda italiana di riferimento a livello internazionale per la produzione di motosaldatrici, gruppi elettrogeni e torri faro attiva a Cusago (Mi) dal 1963. Frutto della costante attività di innovazione e ricerca condotta da Mosa, le nuove motosaldatrici a elettrodo “TS EVO” si configurano come l’evoluzione della serie TS, che ha contribuito nel tempo all’affermazione di questo

CINGOLI IN GOMMA MINITOP: QUALITÀ E AFFIDABILITÀ PER OGNI SITUAZIONE DI LAVORO

marchio nel mondo. A caratterizzarle è innanzitutto l’innovativo sistema di controllo della corrente di saldatura, reso possibile dalla nuovissima scheda elettronica, totalmente rivestita da resina solida per una completa protezione meccanica ed elettrica: essa garantisce elevati livelli di affidabilità e un’eccellente qualità della lavorazione, assicurando sempre una temperatura ottimale del bagno di fusione, come dimostrato dai numerosi test effettuati. L’utilizzo della tecnologia ad alternatori asincroni, che da sempre distingue le motosaldatrici Mosa, assicura inoltre la massima affidabilità e durata nel tempo della motosaldatrice, grazie all’assenza di componenti soggetti

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al consumo e all’usura, oltre a rispondere in modo ottimale alle specifiche esigenze del processo di saldatura. Alla stessa serie appartiene inoltre la gamma di motosaldatrici “TS EVO MULTI4”, dotate di scheda digitale frontale attraverso la quale è possibile scegliere la tipologia di saldatura più idonea da utilizzare: a elettrodo, MIG, FluxCored e TIG (a striscio o ad arco pulsato). La gamma “TS EVO MULTI4” prevede modelli a postazione singola e un modello a doppia postazione, consentendo quest’ultimo di ottimizzare la macchina sfruttando l’operatività contemporanea di due saldatori.


PRODOTTI LEISTER

Qualità accessibile a tutti Leister, multinazionale svizzera leader nella produzione di soluzioni per la saldatura della plastica e il calore di processo, da sempre offre una gamma completa di prodotti di qualità per uso industriale e professionale. Da qualche anno è emersa da parte del mercato anche la domanda di soluzioni adatte a un uso meno intensivo e capaci di coniugare un livello di qualità adeguato a un prezzo accattivante. Come conciliare gli elevati standard di Leister, non negoziabili per l’azienda, con la richiesta di questa fascia di mercato dalle esigenze diverse rispetto all’industria e all’utenza professionale? La risposta si chiama Weldy: una gamma di apparecchi manuali ad aria calda facili da usare, di alta qualità e

dal prezzo adatto a tutte le tasche. I progettisti Leister, davanti alla sfida di comporre le esigenze di economicità e funzionalità, hanno trovato la soluzione ottimale, con una delocalizzazione della produzione, ma senza compromessi dal punto di vista qualitativo: dal 2004 le soluzioni Weldy sono infatti prodotte da Leister Technologies Ltd. in una fabbrica tecnologicamente

all’avanguardia a Shanghai, dove i rigidi standard Leister sono scrupolosamente rispettati. Il cuore di Weldy è comunque in Svizzera, dove ha sede la casa madre Leister Technologies AG, distributrice di Weldy in tutto il mondo, e dove vengono tuttora prodotte le soluzioni a marchio Leister.


CANGINI

La lama dozer è… laser Per i lavori di livellamento, sbancamento e/o rinterro o per rendere uniformi i piani di lavorazione nei settori più diversi, dalle opere stradali a quelle agricole, si utilizzano principalmente attrezzature specifiche come dozer e grader. Negli ultimi anni però, la ricerca ha anche ottimizzato attrezzature che permettono di eseguire questi lavori con pale compatte e minipale. Con l’obiettivo di rispondere all’esigenza di aumentare il livello di precisione nell’esecuzione del piano, le maggiori case costruttrici di macchine e attrezzature per il movimento terra hanno studiato e lanciato sul mercato sistemi capaci di garantire il controllo integrato del livellamento. Nel 2012 la Cangini (Sarsina – Fc), forte del suo staff interno di Ricerca & Sviluppo, ha progettato la propria Lama Dozer Laser: stessa resistenza di un dozer, ma con il valore aggiunto di un sistema multi-sensore di livellamento laser di ultima generazione che permette un altissimo livello di precisione. Grazie alle continue sperimentazioni in campo prova, al costante lavoro di implementazione

tecnologica e al confronto con i clienti che spesso affiancano l’azienda nei test sul campo, la Lama Dozer Laser è diventata una delle attrezzature di punta dell’azienda romagnola, che vanta un catalogo di oltre 80 attrezzature per le applicazioni e i settori più diversi, dal movimento terra al riciclo, fino alla manutenzione del verde. Queste attrezzature, che vanno montate e regolate con grande precisione, sono

spesso “accompagnate” alla loro destinazione dal Service Mobile Cangini: un servizio non solo, come comunemente inteso, di assistenza tecnica ma, nell’ottica del costruttore di Sarsina, composto da un vero e proprio staff mobile di formazione tecnica al servizio del cliente. I tecnici Cangini del Service, infatti, sono in grado di affiancare il cliente e mostrargli i momenti essenziali dell’installazione e il corretto utilizzo dell’attrezzatura.

settembre 2017 - ONSITECONSTRUCTION 135


INSERZIONISTI Azienda

Pagina

Autoperforanti Sirive

83

BKT Europe

11

Bomag Italia

37

Brigade Elettronica

129

Cangini

129

Clark Cemas

27

CM

131

Ecomondo 2017

66

Espi Engineering

67

Europarts

31

Giorgio Novara

126, 132

Gruppo Minitop

133

H.P.S. Centro Oleodinamico

29

Hyundai CE

IV Copertina

Kohler Engines

7

Indeco Ind.

19

Intermat 2018

95

Iveco Orecchia

21

Jaderparts

25

JCB

9

MB

3

Merlo

17

MP Filtri

127

Officine Malaguti

128

OSA Demolition Equipment Pressoil RMC Samep Tools

III Copertina 79 I Copertina, 134 II Copertina

Sandvik

5

Scai

1

Simex

15

Tecnoricambi

130

Trevi Benne

23

Wirtgen Macchine

13

136 ONSITECONSTRUCTION - settembre 2017




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