SOMMARIO LUGLIO-SETTEMBRE 2017 - N. 4
MACCHINE
22 Platform Basket
L’unico limite è il cielo
di Lorenzo Zacchetti
28 Airo
Alzarsi, sollevarsi, innalzarsi
di Lorenzo Zacchetti
32 C.E.M. In copertina: Platform Basket
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Editoriale
di Ettore Zanatta
8
Notizie
Il fascino discreto dell’alluminio
di Gianni Gennari
36 JMG Cranes
Innovazioni in movimento
di Pietro Gabrielli
40 Liebherr
La celebrazione del futuro
a cura di Liliana Rebaglia
di Ettore Zanatta
ATTUALITÀ
46 Manitou
16 Mercato
Costruire la ripresa
di Lorenzo Zacchetti
Nuovi plus di privilegio
di Stefano Vitali
50 Socage
Rivoluzione industriale
di Pietro Gabrielli
COMPONENTI
64 Panolin
Protagonisti nella sostenibilità
di Riccardo Lorenzi
TECNOLOGIE
68 JCB
How it’s made: il telescopico JCB Loadall
di Ettore Zanatta
SERVIZI
74 O.MEC.
La chiave del successo
di Saverio Bellante
DOSSIER
78 Sicurezza
Dall’alto della sicurezza
di Lorenzo Zacchetti
ON SITE
86 Posa di coperture in ambito industriale
Versatilità intermodale
di Ettore Zanatta
94 Sollevamento versatile in cantiere
Direttore responsabile Luigi Zaffagnini – l.zaffagnini@capoversoeditrice.it Direttore editoriale Ettore Zanatta – ettore.zanatta@capoversoeditrice.it Responsabile di redazione Lorenzo Zacchetti – lorenzo.zacchetti@capoversoeditrice.it Responsabile commerciale Luisa Casazza – l.casazza@capoversoeditrice.it Hanno collaborato a questo numero: Saverio Bellante, Pietro Gabrielli, Gianni Gennari, Riccardo Lorenzi, Liliana Rebaglia, Stefano Vitali Ufficio amministrazione Roberta Fabbri – r.fabbri@capoversoeditrice.it Tel. 0545 967722 Ufficio abbonamenti Tel. 0545 967722 E-mail: info@capoversoeditrice.it
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ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
Dove “la blu” si tinge di verde
di Ettore Zanatta
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54
di Ettore Zanatta
In cammino verso un futuro “green”
di Lorenzo Zacchetti
Abbonamenti Italia: euro 30,00 (IVA compresa) Other countries: euro 42,00 (IVA compresa) Stampa MDM - Forlì Periodicità Sono previsti 5 numeri/anno Registrazione Registrazione Stampa Tribunale di Ravenna n. 26887 del 6/12/16 Iscrizione Roc: 26887 Capoverso Editrice Srl ONSITE LIFT Capoverso Editrice srl Piazza Gramsci, 7 48017 Conselice (RA) Tel. 0545 967722 info@capoversoeditrice.it www.capoversoeditrice.it
C apoverso editrice
a cura di Liliana Rebaglia
Responsabilità La riproduzione delle illustrazioni e degli articoli pubblicati su “ONSITE LIFT”, traduzioni comprese, è riservata e non può avvenire senza autorizzazione scritta della Capoverso Editrice srl. Testi e materiali fotografici forniti in qualsiasi forma alla stessa non saranno restituiti, anche in caso di non avvenuta pubblicazione. La Capoverso Editrice srl non si assume responsabilità relative ai suddetti materiali, anche in caso di esemplari unici, e ad eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati. Il materiale redazionale pervenuto alla Capoverso Editrice srlsenza preventivi accordi sono da intendersi gratuiti anche se pubblicati. I nomi e le ditte pubblicati sono citati senza responsabilità, a puro titolo informativo, allo scopo di rendere un servizio al lettore.
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EDITORIALE
Ettore Zanatta direttore editoriale
La coscienza della sicurezza
Q
uanto è cresciuta la coscienza della sicurezza nelle imprese che utilizzano le piattaforme aeree, a fronte dell’evoluzione evidente dei prodotti? Poco, secondo molti, o quantomeno non sufficientemente rispetto all’urgenza che il nostro Paese ha di adeguarsi ai naturali standard di prevenzione riferiti alla salute dell’operatore e dell’ambiente di lavoro. La ripresa (e la trasformazione) del mercato italiano del noleggio non avviene ancora in misura così significativa per consentire agli osservatori di indicare un reale progresso sul fronte di un rinnovo deciso delle flotte e di un incremento degli investimenti; spesso si lavora in quota ancora con macchine troppo vecchie e inadeguate, come inadeguato è ancora il livello di preparazione e di responsabilità di alcuni (forse troppi) lavoratori. E irrimediabilmente insufficiente è la richiesta di vera formazione da parte delle aziende e dei datori di lavoro. Guardando all’impulso tecnologico attuale impresso dai costruttori alle nuove linee di PLE non possiamo che meravigliarci per la spinta prodigiosa che fa uscire dalle fabbriche modelli nuovi o rinnovati. Piattaforme più sicure e più ecologiche e sicuramente più convenienti già nel medio termine, dal lato dei consumi e del rendimento economico complessivo. Le abbiamo toccate con mano anche in occasione delle più recenti manifestazioni fieristiche, dove ne abbiamo sondato l’evoluzione tangibile e non ancora esaurita, parlando con progettisti e responsabili di prodotto. Eppure, il dubbio che questo sforzo non venga percepito adeguatamente da chi opera effettivamente nei nostri cantieri, nelle manutenzioni delle città e dei territori, nelle sedi industriali e logistiche, è forte. Allora vogliamo lanciare una provocazione che ci auguriamo sia raccolta con la giusta prospettiva dai protagonisti delle costruzioni e dell’industria nostrana: che cosa spinge a scegliere una professione così importante per impegno e responsabilità coloro che invece non hanno né impegno, né responsabilità, né passione nello svolgimento del proprio malfatto e mal concepito lavoro quotidiano? Le prospettive di guadagno? L’improvvisazione che spinge ancora troppi italiani verso l’arte dell’arrangiarsi? Una mal sopportata tradizione familiare (o, per meglio dire, familistica)? Attendiamo con curiosità una risposta credibile, magari anche da chi ha recentemente provocato, con la sua trascurata coscienza imprenditoriale, la morte di un povero operaio a Milano, schiacciato dal crollo di un ponteggio montato e gestito malamente. Uno dei tanti. Anche le crisi sono utili quando ripuliscono per bene l’aria infestata da un eccesso di “parassiti”: quella del nostro Paese ha proprio bisogno di una simile pulizia. Allora, forse, anche le nuove generazioni di piattaforme aeree ritorneranno a volare dalle nostre parti in un cielo più terso. 4
ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
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NOTIZIE COMETTO
Batte un “cuore” Scania Il 2017 ha visto la nascita di un rapporto di collaborazione tra Italscania e Cometto, con la consegna dei primi 12 motori Scania DC09 e DC13, con livelli di emissione Stage IIIA e Stage IV / Tier 4F. “La nostra proposta al management Cometto è stata quella di fornire una soluzione completa e razionale che rispondesse in pieno alle loro richieste”, ha spiegato Riccardo Moraglia, responsabile vendite motori industriali e marini di Italscania. Ciò viene confermato dall’Ing. Fabrizio Lippi, direttore tecnico di Cometto: “L’anno scorso, a seguito dell’evoluzione della legislazione in materia di emissioni, abbiamo effettuato una ricerca per individuare quale marchio potesse ottemperare a due requisiti fondamentali: il rispetto della normativa e dei vincoli costruttivi. I nostri semoventi modulari elettronici, meglio conosciuti con l’acronimo MSPE, devono infatti avere un’altezza che permetta loro di infilarsi sotto una struttura portante per poi sollevarla. Scania è l’unico marchio che ci permette di produrre semoventi modulari e speciali con potenze che vanno dai 200 ai 405 kW con un ingombro verticale
dei motori ottimale, garantendoci al contempo il rispetto della normativa in tema di emissioni”. Cometto, azienda cuneese dalla lunga tradizione nella produzione di semoventi modulari e semoventi speciali per trasporti industriali pesanti, dal marzo di quest’anno è entrata a far parte del gruppo industriale belga Faymonville. L’ing. Guy Fickers, responsabile tecnico del Gruppo, segue il processo di integrazione tra le due aziende: “Grazie a questo ‘matrimonio’ il nostro Gruppo presenta dei punti di forza che ci fanno guardare al futuro con grande ottimismo: il nostro portfolio si arricchisce di nuove famiglie di prodotti, le rispettive competenze tecniche porteranno a sinergie importanti e non
ultimo l’area commerciale si allargherà notevolmente. L’ingresso di Scania in questo scenario in rapida evoluzione non può che essere estremamente positivo per il Gruppo”. “Questa prima fornitura di motori Scania a Cometto ha per noi un valore che va oltre il semplice rapporto commerciale tra cliente e fornitore, poiché entrambi abbiamo messo in campo le rispettive competenze per la realizzazione di soluzioni tecniche specifiche, come quella di un pacchetto di raffreddamento ribassato e comune per l’intera gamma di potenza”, spiega Riccardo Moraglia, mentre Paolo Carri, direttore motori marini e industriali, conclude: “La nostra collaborazione con un’azienda dalla lunga tradizione come Cometto e ora anche con il prestigioso gruppo Faymonville, è per noi motivo di orgoglio. Sono certo che il prodotto e i servizi Scania forniranno un valido supporto ai loro ambiziosi programmi di espansione produttiva e commerciale”.
GSR
Grande successo ai Platformers’ Days GSR ha esposto le nuove piattaforme telescopiche B180T e B200T su veicoli da 3,5 t alla fiera Platformers’ Days, svoltasi i giorni 8 e 9 settembre scorsi a Hohenroda, in Germania.
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ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
Con prestazioni che la pongono ai vertici della sua categoria, la nuova gamma può essere montata su mezzi standard Nissan, Mercedes e Iveco. I nuovi modelli, in particolare, sono
robusti e progettati per soddisfare le più attuali esigenze in termine di portata, sbraccio, semplicità, dimensioni compatte e bassi costi di gestione. La stabilizzazione variabile è sempre disponibile, oltre a ulteriori interessanti opzioni come la stabilizzazione automatica e la messa a riposo automatica. Il costruttore di Rimini ha accolto i propri clienti nel suo stand, a fianco del suo partner Rothlehner, con una gamma ampia e novità anche su rimorchi e nel comparto delle piattaforme cingolate.
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PIACENZA, 5-7/10/2017
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NOTIZIE MANUALISTICA
L’importanza dei manuali d’uso Un nuovo prodotto ha sempre bisogno di essere accompagnato da una documentazione tempestiva, adeguata, chiara ed efficace. Un’azienda, oltre a mirare all’immediata soddisfazione del cliente offrendo un prodotto o un servizio di qualità, deve necessariamente fare i conti con la comunicazione, non solo pubblicitaria ma anche tecnicoscientifica. Oggi i documenti tecnici che accompagnano qualsiasi prodotto industriale sono essenziali e soggetti a norme specifiche e contribuiscono a determinare la qualità del prodotto che l’utente percepisce. Il manuale d’uso deve essere completo, preciso, accurato, chiaro, conciso, semplice, sobrio immediato e scritto secondo uno standard ben definito e chiaramente riconoscibile. Deve insegnare all’utente come far funzionare la macchina al meglio delle sue possibilità e senza pericoli.
Ma chi può scrivere un documento di questo genere? “Quando qualcuno scrive di un argomento che non ha ben capito, lo scritto sarà compreso soltanto dai lettori che ne sanno più di lui”. La prima legge della comunicazione di Whittington di Arthur Bloch lascerebbe pensare che il tecnico, l’ideatore della macchina, colui che ne conosce meglio caratteristiche, funzionalità e ovviamente pericoli, sia la persona giusta a scrivere un manuale d’uso. In realtà, nonostante la competenza, è difficile che riesca a comunicare nel modo corretto. Se parlasse con un suo collega, o con il suo responsabile, non ci sarebbero difficoltà di comprensione. Ma se la stessa spiegazione fosse fornita all’esterno, il risultato probabilmente sarebbe un documento estremamente tecnico, che da tante cose per scontate e quindi di difficile lettura e comprensione. Se è vero che tutti, fin dai primi anni
di vita, impariamo come comunicare e continuiamo ad arricchire tale capacità per larga parte della nostra vita, la comunicazione di scopo, sia essa aziendale, politica o tecnicoscientifica, è una disciplina vera e propria. Affinché si compia correttamente la comunicazione occorre rispettare regole precise, di modo che venga espresso il giusto significato. Il messaggio, il testo, non solo deve contenere le informazioni rilevanti, ma deve esporle nel modo più idoneo, sia sulla base del messaggio, ma soprattutto facendo riferimento al destinatario. Ecco perché gli studi specializzati nella compilazione di manuali d’uso vengono incontro alle aziende, fornendo esperti qualificati, ferrati sì nel gergo tecnico, ma in grado di diffonderlo in modo più semplice e accessibile.
HBC-RADIOMATIC
70 ANNI “SOTTO CONTROLLO” HBC-radiomatic ha festeggiato quest’anno i 70 anni di attività e ha celebrato l’anniversario organizzando un evento presso la sua sede di Crailsheim, in Germania. Fondata nel 1947, HBC-radiomatic è specializzata nel settore dei radiocomandi per gru edili, ma i suoi prodotti sono destinati a molteplici mercati. Dal 1953 la società è proprietà al 100% della famiglia di uno dei due fondatori, Martin Brendel, il cui figlio, Wolfgang, è attualmente proprietario e CEO. I suoi
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figli, Friederike Brendel e Dorothee Roels, sono anch’esso membri del consiglio di amministrazione. In occasione dell’evento, Brendel ha dichiarato: “È un momento storico molto importante per l’azienda; negli ultimi anni abbiamo realizzato un sito produttivo innovativo qui a Crailsheim: questo progetto rappresenta una vera sfida per il nostro staff e quest’anniversario è una buona occasione per festeggiare insieme qualcosa di davvero importante”.
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NOTIZIE TEKNOGRC
Nel segno della progettualità In oltre 30 anni di esperienza, TeknoGRC è si è affermata grazie alla sua capacità di adattarsi a qualsiasi richiesta da parte dei clienti. Oltre 900 autogrù e 394 piattaforme aeree, oltre a 289 macchine da perforazione e 107 macchine speciali: questi sono solo alcuni dati che riassumono storia e attività di quest’azienda specializzata nella produzione e assemblaggio di macchinari conto terzi. Fondata nel 1981, fin dalla sua nascita l’azienda ha potuto contare sull’esperienza del suo fondatore, Giuseppe Corna, nel settore dei montaggi di macchinari; divenuto imprenditore, per i primi 10 anni di attività il capostipite di questa realtà lombarda – tuttora a gestione familiare – ha lavorato per conto di marchi quali Hyco, Demag e Soimi. Oggi che a sua volta TeknoGRC ha superato il traguardo delle tre decadi di attività, l’expertise aziendale spazia nella costruzione di macchine di qualsiasi genere e per qualunque
settore. Partendo da un progetto definito, ma anche da una sua semplice idea abbozzata, l’azienda è in grado di realizzare prototipi e di produrre in serie qualsiasi tipo di macchinario.
Lo sviluppo del business è stato reso possibile dalla visione aziendale della famiglia Corna, che si è mantenuta in continua evoluzione nell’arco del tempo anche grazie all’avvento alla guida dei figli del fondatore: Paola,
nel ruolo di AD, e Silvio, in quello di CEO. A partire dal 2014, quando la denominazione sociale è stata mutata dall’originale GRC nell’attuale TeknoGRC. Oggi l’azienda è in grado di costruire e assemblare conto terzi macchinari appartenenti a diversi settori: perforazione, movimento terra, veicoli industriali e speciali, ferroviario, agricolo, sollevamento, energetico, pipeline e industriale. Nel corso della sua evoluzione, TeknoGRC ha raggiunto l’apice della produzione anche grazie alla collaborazione con Krupp. Negli anni Novanta il suo portafoglio clienti si è ampliato grazie alle collaborazioni con CT (montaggio veicoli multistrada), Oil&Steel, Cella, Platform Basket (piattaforme aeree) e PMI (macchine movimento terra). A partire dal 2000 la professionalità dei suoi tecnici ha consentito all’azienda di diventare anche concessionario Grove per il nord e il sud Italia.
ASSODIMI
A OTTOBRE IL 25° CONGRESSO NAZIONALE Si svolgerà a Bologna, venerdì 13 ottobre, il 25° congresso Nazionale di Assodimi. Si terrà nella storica Villa Zarri, risalente al 1578, dove tutt’oggi viene distillato uno dei pochi brandy italiani. La costanza nella sperimentazione con i tempi scanditi dalla ricerca e dalla lenta distillazione faranno da cornice e contrapposizione all’incontro di tutti i noleggiatori italiani su varie importanti tematiche: “nuovi metodi di comunicazione del noleggio”, “nuovi scenari del noleggio” e “visioni per il noleggio di domani”. Il 2017 rappresenta il 25° anniversario dalla creazione di Assodimi: sarà quindi dato spazio a come il noleggio si è evoluto (o poco evoluto) in questo frangente e come dovrà farlo per rappresentare un vero servizio professionale. Il programma comprenderà momenti di incontro formativi e divulgativi, ai quali parteciperà anche Capoverso Editrice
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in qualità di partner. Interverranno peraltro partner di noleggio europei di riferimento, che si confronteranno con la platea su come la comunicazione dei concetti di noleggio sta cambiando e come il servizio noleggio viene organizzato in Paesi diversi dal nostro. Parteciperanno al forum, tra gli altri, Kiloutou e Riwal. Saranno inoltre mostrati i numeri del noleggio e gli scenari italiani, presentando il nuovo sforzo di Assodimi per la creazione di uno studio trimestrale indipendente. Importanti saranno altresì gli interventi del presidente di Assodimi, che evidenzierà com’è cambiato il noleggio in 25 anni e come può o deve ancora evolvere, e sarà focalizzata l’attenzione sul mondo della tecnologia, sui prototipatori di start‐up, sulle novità tecnologie orientate al noleggio di casa nostra (app, marketplace, eccetera) e sulla velocità con cui il mondo sta cambiando.
VERLINDE
L’Eurobloc VM3 è… Essential Grazie a un paranco elettrico a cavo Eurobloc VM3 Essential e a un kit gru Verlinde uno stabilimento di stampaggio a iniezione del Regno Unito sta conoscendo un aumento della produzione. Il paranco, di 10 t di portata e altezza di sollevamento di 9 m, è utilizzato dalla Goodfish Ltd per sollevare gli attrezzi di stampaggio nei diversi macchinari di stampaggio a iniezione dell’azienda. Il paranco è installato su una gru a portale con campata di 19 m e altezza di sollevamento di 4,3 m, progettata, realizzata e installata da Pelloby, distributore UK di Verlinde. “La gru è una novità per Goodfish, probabilmente la più importante che abbiamo introdotto fino a oggi”, ha dichiarato il responsabile tecnico Kevin Turner. “Il metodo di sostituzione degli attrezzi che utilizzavamo consisteva nel sollevare gli stessi divisi nelle nostre macchine di stampaggio a iniezione con una gru a cavalletto da 3 t, ma si trattava di un’operazione lenta e ingombrante”. La scelta di due velocità trasversali (20 e 5 m/min) e di due velocità di sollevamento (5 e 0,83 m/min) del paranco Eurobloc VM3 Essential consente di ottimizzare il processo di produzione. “Non solo aumenteranno i tempi di produzione, ma la maggiore capacità di sollevamento di 10 t ottenuta grazie al paranco Verlinde consentirà di acquisire nuovi ordinativi e clienti”, ha dichiarato Turner. Un altro vantaggio derivante dal nuovo paranco riguarda la sicurezza: Turner ha affermato che il metodo di sollevamento precedentemente utilizzato dall’azienda (una gru a cavalletto da 3 t) comportava rischi per la sicurezza. Grazie all’investimento nella nuova gru Verlinde questi problemi sono stati superati. Il sistema, comandato a distanza via radio tramite un dispositivo a impugnatura manuale, ha presentato non pochi problemi di installazione. Ad esempio, per aumentare al massimo l’altezza di sollevamento, per la progettazione della gru è stata adottata una soluzione a gambe ad altezza maggiorata rispetto a quella della maggior parte delle gru. Anche se quest’altezza avrebbe potuto essere raggiunta utilizzando colonne autoportanti più alte, dal momento che ne servivano 18 per sostenere il peso della gru (oltre a un carico massimo di 10 t), ciò avrebbe comportato l’uso di molto più acciaio e, in ultima analisi, il rapporto costi/ benefìci sarebbe risultato inferiore. Sono invece state utilizzate colonne più corte con basamento rinforzato più ampio, il che ha anche contribuito a ridurre il punto di capovolgimento della gru.
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COSTRUIRE LA RIPRESA ESATTAMENTE DIECI ANNI FA COMINCIAVA LA PIÙ GRAVE RECESSIONE DEL DOPOGUERRA. LE CONSEGUENZE SONO STATE DRAMMATICHE IN TUTTO IL MONDO E IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI HA SUBITO UN CROLLO SENZA PRECEDENTI. TORNARE AI LIVELLI PRE-CRISI SEMBRA ANCORA UTOPISTICO, MA FINALMENTE LE NEBBIE COMINCIANO A DIRADARSI E SI PUÒ GUARDARE AL FUTURO CON UN RAGIONEVOLE OTTIMISMO: CON GLI OPPORTUNI CORRETTIVI, IL MERCATO PUÒ TORNARE A CRESCERE
di Lorenzo Zacchetti
L
a recessione economica globale ha una data d’inizio precisa. Il 7 agosto 2007 la banca francese BNP Paribas informava i sottoscrittori di tre suoi fondi di investimento dell’impossibilità di rimborsarli, a causa di “una complessa evaporazione di liquidità”. Cosa era successo? Per via della crisi dei mutui subprime, la banca non era nemmeno più in grado di calcolare il valore degli attivi sottostanti! Era la mossa che svelava un bluff storico dei principali istituti di credito mondiali: per anni avevano erogato allegramente prestiti ad altissimo rischio in favore di clienti sprovvisti di idonee garanzie, in una logica di breve respiro che puntava soprattut-
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to ad aumentare i ricavi immediati e le remunerazioni dei loro dirigenti di punta. Come in un contrappasso dantesco, le scelte dettate dall’avidità degli speculatori si sono trasformate in una recessione che ha progressivamente travolto tutte le attività produttive globali, con un letale effetto domino che in breve tempo si è allargato oltre ogni possibile previsione.
Italia: timori e speranze Particolarmente gravi sono stati i danni arrecati al settore delle costruzioni, così strettamente legato al mercato immobiliare la cui “bolla” era direttamente connessa alla scintilla scatenante del fenomeno. Il decennio di recessione è sta-
to lungo, doloroso e costellato di incertezze: ancora oggi, gli analisti non concordano sull’effettiva uscita dagli anni di maggiore difficoltà e soprattutto sulla possibilità di recuperare i livelli di prosperità che caratterizzavano gli scenari pre-crisi. È dal 2014 che gli annunci riguardanti la ripresa si alternano a performance deludenti da parte dei mercati. Bce e Fed (le banche centrali di Unione Europea e Stati Uniti d’America) sono convinte che il peggio sia ormai alle spalle e sul fronte italiano va sottolineato il forte rilancio di Piazza Affari, balzata ai vertici mondiali sulla scia della ripresa delle nostre banche dopo anni da incubo. Senza eccedere in ottimismo, si parla di una ripresa economica sin-
cronizzata sui vari scenari mondiali, seppure con significative differenze sia tra tipologie di aziende, sia tra Paesi che procedono spediti (come Cina, Canada e Australia) e altri che invece hanno il fiatone già nei primi metri dopo il via. Secondo il “Financial Times”, l’Italia appartiene a quest’ultima categoria, insieme a Grecia e Portogallo. L’autorevole testata britannica prevede che il PIL italiano del 2017 si attesterà a 6,2 punti percentuali sotto il livello di dieci anni fa, a distanza siderale dalle “locomotive” della ripresa occidentale: Germania, Francia e Stati Uniti. Con toni fortemente critici nei confronti delle politiche economiche e fiscali adottate dagli ultimi governi italiani, gli inglesi puntano il dito sulla disoccupazione e sul dramma sociale rappresentato dai 4,5 milioni di nostri connazionali che vivono in condizioni di “povertà assoluta”. Analogamente, Mediobanca sottolinea come le imprese italiane siano ancora in grande difficoltà a causa della perdita di fatturato, con conseguente stallo del comparto industriale e dei servizi. Dopo anni nei quali molti hanno guardato all’Europa e alla globalizzazione come a minacce incombenti, è proprio il traino della ripresa internazionale che rappresenta la speranza per un rilancio dell’economia anche nel nostro Paese. Maggiore ottimismo si riscontra invece in Banca d’Italia e Confindustria, le cui previsioni sono state riviste al rialzo: Palazzo Koch prevede un +1,4% per il 2017 e un +1,3% per il 2018, mentre gli industriali lo scorso giugno hanno corretto le proprie analisi prospettando un +1,3% per l’anno in corso e un +1,1% per il successivo.
Le macchine più vendute Entrando nello specifico del settore del movimento terra, a suffragare l’ottimismo nei confronti della ripresa è il rapporto elaborato da Ascomac sui dati relativi al
EXPORT ITALIANO: LA FRANCIA È ANCORA AL TOP Il dato riguardante i principali 30 Paesi di destinazione dell’export di macchine edili, rappresentativi del 79,4% dell’export italiano, a fronte di un decremento del -1,7% del totale, risulta in controtendenza e cresce del 1,6% rispetto al primo trimestre 2016. Nei primi tre mesi del 2017 il podio di questa classifica rimane stabile e le esportazioni risultano in crescita su tutti e tre i mercati principali. La Francia, che a fine 2016 era balzata al 2° posto della classifica per poi a gennaio salire al 1° posto, in questo primo trimestre con un incremento del +31,1% si conferma il primo Paese di destinazione di macchine italiane. Pos Paese
1° trim. 16
1° trim. 17
Var. % 17/16
1
FRANCIA
52.850.532
69.274.409
+31,1
2
USA
62.810.138
64.145.664
+2,1
3
GERMANIA
48.559.270
55.219.595
+13,7
4
REGNO UNITO
46.712.698
41.385.067
-11,4
5
SVIZZERA
16.053.286
21.879.525
+36,3
6
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20.550.116
+29,3
7
TURCHIA
17.619.430
17.199.433
-2,4
8
INDIA
6.024.922
16.152.923
+168,1
9
CINA
22.042.608
15.810.433
-28,3
10 ALGERIA
81.546.488
15.009.806
-81,6
11 PAESI BASSI
11.899.673
12.553.685
+5,5
12 AUSTRIA
9.753.422
11.890.222
+21,9
13 AUSTRALIA
7.055.989
11.327.235
+60,5
14 SPAGNA
10.316.667
11.151.077
+8,1
15 POLONIA
7.376.204
11.056.463
+49,9
16 RUSSIA
8.940.953
10.551.109
+18,0
17 ARGENTINA
4.066.944
10.181.313
+150,3
18 ROMANIA
7.899.671
9.589.193
+21,4
19 A. SAUDITA
5.123.320
8.825.240
+72,3
20 SVEZIA
5.289.429
8.451.809
+59,8
21 MESSICO
9.064.386
8.357.240
-7,8
234.997
8.273.380
+3.420,6
23 EM.ARABI
22 LAOS
5.463.201
8.039.122
+47,2
24 SINGAPORE
5.062.098
8.019.309
+58,4
25 NORVEGIA
8.149.385
7.803.206
-4,2
26 MAROCCO
5.687.202
6.910.048
+21,5
27 TUNISIA
5.840.705
6.813.379
+16,7
28 REP.CECA
6.366.430
6.812.597
+7,0
29 ISRAELE
6.623.294
6.749.686
+1,9
30 DANIMARCA
7.681.992
6.221.648
-19,0
Totale Top 30
508.014.126
516.203.932
+16
Totale Mondo
661.637.548
650.533.578
-1,7
% Top 30 su Mondo
76,8
79,4
Fonte: Elaborazioni CRESME su dati ISTAT
luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 17
ATTUALITÀ
primo semestre del 2017, che con 5.164 macchine vendute segna un +6,6% rispetto all’anno precedente. La costante ripresa ha consentito di recuperare una parte significativa della quota di mercato persa durante gli anni di maggiore sofferenza. Analogamente positivo è lo studio realizzato da ISTAT sui dati del commercio estero: le importazioni di macchine per le costruzioni sono cresciute per tutto il 2016 (+18,9% rispetto al 2015) e nel primo trimestre 2017 hanno totalizzato un ulteriore incremento del +5,7%.
Il valore delle esportazioni, ancora in calo a fine 2016 del 7,8%, ha subito nei primi mesi del 2017 un andamento piuttosto oscillante, per poi chiudere il trimestre con un calo dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2016. La tendenza temporale nella vendita delle macchine per il movimento terra rappresenta un ulteriore segnale da tenere in considerazione: se i primi segnali di ripresa si sono registrati nel primo trimestre 2014 (+23,7%), in seguito la crescita è proseguita con un ritmo sempre più convinto, rispecchiato anche dall’andamento dei noleggi. A valle di questo percorso il consuntivo del primo semestre 2017 vede, oltre al già citato +6,6% sul 2016, un ragguardevole +28,1% sul 2015. In particolare
GENTILONI È OTTIMISTA: “LA CRISI È ALLE SPALLE” La fiducia che caratterizza questa fase economica si è rispecchiata anche nell’ultima edizione del Forum The European House Ambrosetti. Il tradizionale convegno che dal 1975 si tiene nella prima settimana di settembre a Villa d’Este di Cernobbio, sul Lago di Como, ospita gli interventi di autorevoli economisti, premi Nobel, ministri, capi di Stato e di Governo. Particolarmente determinato è apparso Paolo Gentiloni: “In questo contesto favorevole, anche se non privo di rischi, l’Italia arriva lasciandosi alle spalle la crisi più acuta che abbiamo avuto nel dopoguerra”, ha affermato il Presidente del Consiglio. “Tra i tanti indici per me il più importante è l’indice di fiducia, che è quello più impalpabile. Ma se cresce, nonostante le ansie comprensibili e anche le paure seminate ad arte, è uno degli elementi più incoraggianti per chi governa. L’Italia è certamente fuori dalle sue difficoltà. Non ha risolto il problema del debito pubblico e del ritardo del Mezzogiorno, tuttavia – andando all’essenziale – ci sono dei punti evidenti, e il primo è il ritorno della crescita”. Rispetto al quadro internazionale, Gentiloni ha parlato di “un contesto 18 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
contraddittorio ad altissimo tasso di imprevedibilità geopolitica”, sottolineando come sul piano economico vi sia “un andamento economico generalmente positivo nel mondo in particolare nel continente europeo fino al punto di tradursi in un più generale investimento di fiducia”. Alludendo alla Brexit, il Premier ha aggiunto: “C’è una più generale ripresa di investimento di fiducia sull’Europa. Non è ancora il rifiorire del progetto europeo, ma se guardiamo agli ultimi 14-15 mesi siamo in un momento di maggior fiducia nell’Europa”. In conclusione, Gentiloni ha detto: “Io non sono un Presidente del Consiglio che promette miracoli. I miracoli li fanno le famiglie e le imprese. In questi ultimi giorni siamo stati sommersi da un diluvio di dati e statistiche... la direzione di fondo è di una forte correzione in positivo. Penso che se ci fosse un premio per l’alta correzione in positivo lo vincerebbe l’Italia. Possiamo poi discutere se staremo nel gruppo di testa. Di certo siamo partiti stando sicuramente più indietro perché da noi la crisi è stata più acuta e se parti da molto indietro hai chanche maggiori di altri”.
spolvero è il comparto delle macchine movimento terra tradizionali, che con 1.470 macchine vendute supera non solo il dato del primo semestre 2016 (+14,0%) e 2015 (+30,8%), ma persino quello del 2011, che aveva totalizzato 1.361 macchine vendute o noleggiate. Tra le tipologie di macchine del settore spicca il balzo dei dozer: dal -28% del 2016 al +50% nel raffronto tra il primo semestre del 2017 e la metà iniziale dell’anno precedente. Le macchine che registrano la miglior performance di vendita sono gli escavatori cingolati, con 917 unità, che rappresentano una crescita del 10,7% su base annua e del 29,7% rispetto al 2015. In forte recupero anche gli escavatori gommati, che nonostante il calo delle vendite registrato nel primo trimestre chiudono la prima parte del 2017 con 65 macchine, ovvero in crescita del 10,2% rispetto al 2016. Le pale gommate, con 471 macchine vendute, superano del 20,5% il dato del 2016 e del 35% quello del 2015. In parziale controtendenza il dato delle terne, che scendono del 3,4% rispetto al primo semestre 2016, pur registrando una crescita del 59,3% in confronto al 2015. Il rapporto di Ascomac attribuisce la decrescita rispetto all’anno precedente alle terne rigide, la tipologia più rappresentativa all’interno del settore, che registra un -15,8%. Le terne Aws invece crescono del 18,8%. I mini passano da 3.234 a 3.329 macchine vendute o noleggiate, con un aumento del 2,9%: rappresentano l’85,6% del totale di settore e crescono del 2,8% rispetto al 2016 e del 30,1% rispetto al 2015. Anche per questo settore il raffronto con il dato del 2011 è del tutto positivo: in quel periodo le macchine vendute o destinate alle flotte noleggio erano 3.246, quindi la crescita è stata del +2,6%. I rulli stradali, con 131 macchine vendute o noleggiate, superano il dato del 2016 del 13,9%, con i tandem che registrano un +2,2%. Crescono dell’1,5% rispetto al 2016
anche le vibrofinitrici, nonostante il calo dell’11,1% registrato nel secondo trimestre 2017. I dumper articolati, che avevano chiuso il 2016 in calo del 31,8% rispetto al 2015, con 27 macchine totalizzate nei primi sei mesi dell’anno recuperano energicamente mercato, raggiungendo un incremento del 107,7% nel raffronto con la prima metà del 2016. Anche i sollevatori telescopici, dopo aver terminato il 2016 con una variazione negativa rispetto al 2015 pari al -68,6%, nel primo semestre registrano un aumento delle vendite/noleggi del 43,2%.
Mercato internazionale Torna a salire anche la domanda interna di macchine per le costruzioni e lavori stradali. Dopo la temporanea flessione delle importazioni che si era registrata a febbraio (-3,5% rispetto allo stesso mese del 2016), a marzo – con 82,2 milioni di euro di macchine importate – la domanda interna cresce del 13,1% rispetto allo stesso mese del 2016. Ripristinato il trend positivo, il valore delle macchine importate nei primi tre mesi del 2017 raggiunge i 184,7 milioni di euro, superando del 5,7% il valore delle importazioni del primo trimestre 2016. Le macchine per il movimento terra, con un valore pari a 124,2 milioni di euro, vedono crescere le importazioni del 22,4% rispetto al primo trimestre 2016. Per le macchine stradali la crescita delle importazioni si attesta al 29,2%, ma sono quelle per il calcestruzzo a registrare in questo primo trimestre dell’anno l’incremento percentuale più alto: +33,8% rispetto al 2016. È invece rilevante il decremento delle importazioni su base annua per gli altri settori del comparto: le macchine per le perforazioni calano del 51,4%, seguite dalle gru a torre (-39,5%) e dalle macchine per la lavorazione degli inerti (-38,2%). Lo scorso mese di marzo ha segnato un dato positivo per le esportazioni di macchine per le costruzioni e lavori stradali: con 282 milioni di eu-
GLI INVESTIMENTI NELLE COSTRUZIONI* Var.% in quantità rispetto all’anno precedente
(*) Investimenti in costruzioni al netto dei costi per trasferimento di proprietà (°) Stima Ance Elaborazione Ance su dati Istat
ro, l’aumento rispetto al 2016 è del 2,1%. Inoltre, il dato segue il +19% di gennaio, che aveva interrotto una tendenza negativa che perdurava da luglio 2016. Dopo il clamoroso passo indietro di febbraio (-18,8%), si intravede una normalizzazione del processo di ripresa. Il consuntivo del primo trimestre 2017 vede un totale di 650,5 milioni di euro in macchine esportate, con una flessione dell’1,7% rispetto all’anno precedente, determinato dagli unici due settori in calo: le macchine per le perforazioni (-26,3%) e per il calcestruzzo (-2,6%). Per entrambi i settori anche il 2016 si era chiuso con un dato negativo, ma mentre per le prime la variazione del primo trimestre è ben più negativa di quella del 2016, per le macchine per il calcestruzzo è notevolmente più positiva. Positive le variazioni su base annua per gli altri settori: +23,5% per le macchine per la lavorazione degli inerti, +15,8% per le macchine stradali, +9,9% per le macchine movimento terra e +1,7% per le gru a torre. È positivo anche il saldo commerciale del comparto macchine per le costruzioni e stradali, dopo due mesi di montagne russe con il +24,4% di gennaio e il -24% di febbraio, entrambi su base annua. A marzo la
chiusura del primo trimestre si attesta a 465,9 milioni di euro, che rappresenta un calo dell’1,8 sul 2015 e del 4,3% sul 2016. Va però precisato che sono solamente due i settori che influenzano il dato negativo dell’intero comparto; le macchine per le perforazioni (-29,4% su base annua) e le macchine per il calcestruzzo (-9,7%), mentre tutti gli altri mantengono un saldo positivo: +32,5% per le macchine stradali, + 20% per le macchine per la lavorazione degli inerti, +23,1% per le macchine movimento terra e +6,2% per le gru a torre. Nel complesso, il primo trimestre 2017 registra un saldo commerciale del comparto macchine per le costruzioni e lavori stradali di 465,9 milioni di euro, con un -4,3% sul 2016. Le macchine per la lavorazione degli inerti, che hanno totalizzato un valore pari a 41,2 milioni di euro, sono a +41,2% su base annua, registrando l’incremento più alto del comparto. Anche per le macchine per il lavori stradali e per le gru a torre in questi primi tre mesi del 2017 il valore del saldo è stato superiore, rispettivamente, del 12,2% e del 5%. Il dato più negativo lo registrano le macchine per perforazioni, che totalizzano il -21% rispetto al primo trimestre 2016, seguite dalle luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 19
ATTUALITÀ macchine per il calcestruzzo con il -7,4%. Cresce anche il totale delle esportazioni (vedi tabella per il dettaglio), che segna un +1,6% rispetto al primo trimestre 2016.
Il rilancio delle costruzioni L’andamento del mercato delle macchine è ovviamente strettamente legato a quello del settore edile, dal quale ci si attende un salto di qualità: dal 2014 le compravendite sono in costante crescita e per il 2017 Ance prevede un ulteriore +8,6%, confermato dal consuntivo del primo trimestre. Banca d’Italia stima che l’aumento di mutui per l’acquisto di un’abitazione, dopo il +20,6% del 2016, registrerà un ulteriore incremento dell’11,5% nel corso dell’anno. Le stime di Ance sull’industria delle costruzioni sono tuttavia state corrette al ribasso. Dopo aver inizialmente previsto una crescita dello 0,8%, si è reso necessario abbassare la previsione a un più modesto +0,2%. Seppure ancora insufficiente per recuperare il drammatico crollo del mercato, si tratta comunque di un’inversione di tendenza significativa, dopo nove anni di crisi ininterrotta.
Nel dettaglio, l’Osservatorio Congiunturale sull’Industria della Costruzioni curato da Ance prevede che rimanga negativo il dato sulla nuova edilizia residenziale (-1,5% sul 2016), con un lieve aumento da parte del non residenziale (+0,2%) e una leggera crescita anche nella riqualificazione del patrimonio abitativo esistente (+0,5%), che rappresenta il 37,7% del totale degli investimenti nel settore. Per effetto delle misure contenute nella Legge di Bilancio 2017 (con particolare riferimento agli interventi sulla sicurezza abitativa e idrogeologica), Ance prevede che nel 2018 gli investimenti in costruzioni aumentino dell’1,5%, concretizzando il tanto atteso punto di svolta per il settore. A sostenere l’ottimismo dei costruttori è la riapertura del canale del credito: nel 2016 le concessioni di mutui per l’acquisto di case sono aumentate del 27,3% rispetto all’anno precedente. Se alcune delle misure finanziarie adottate dalla BCE non stanno dando i risultati sperati – per stessa ammissione di Draghi – Ance considera positivamente la riforma del Fondo di Garanzia per le PMI messa a punto dal Ministero
per lo Sviluppo Economico, così come il previsto aumento del 23,4% negli stanziamenti per nuove opere pubbliche, dopo il +9% registrato nel 2016 e l’ulteriore slancio determinato dal superamento del patto di stabilità interno. Sono addirittura pari a 100 miliardi di euro le risorse che nei prossimi quindici anni si prevede verranno destinate alle opere pubbliche, soprattutto grazie al Fondo Investimenti inserito nella manovra finanziaria. Ovviamente, nemmeno il più ottimista degli analisti può dipingere un quadro tutto rose e fiori. Permangono nodi insoluti, come i gravosi ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione e il contratto di programma Anas (ancora bloccato dal 2016), ma la sensazione è che si sia finalmente arrivati al giro di boa. Dopo dieci anni nei quali c’è voluto un vero e proprio eroismo solamente per mantenere in vita le imprese, in condizioni di assoluta incertezza e mancanza di programmazione, è finalmente giunto il momento di progettare il futuro. ■
EFFETTO-DOMINO:
COME TUTTO È COMINCIATO “7 agosto 2007: il giorno in cui il mondo è cambiato”. È questa l’efficace definizione coniata da Adam Applegarth, allora alla guida della banca inglese Northern Rock, per raccontare il processo innescato dopo il già citato annuncio di BNP Paribas. Come nel gioco del domino, si è innescato un meccanismo che ha rapidamente sgretolato una situazione consolidatasi nei decenni precedenti. Solo poche ore dopo la decisione dei francesi, un altro fondo europeo del valore di 750 milioni di euro è stato congelato, mentre una banca dei Paesi Bassi ha ritirato i collocamenti previsti dopo aver riscontrato perdite dovute alla crisi dei subprime. Due giorni dopo la Bce ha provato a tamponare la falla intervenendo con un’iniezione di liquidità 20 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
da 95 miliardi di euro immessa nel sistema bancario. Il 17 agosto anche la Federal Reserve è scesa in campo con un taglio del tasso di interesse principale dal 6,25% al 5,75%. Interventi straordinari di tale portata non si verificavano dal settembre 2001, nelle ore di panico susseguenti all’attacco alle Torri Gemelle di New York, ma era comunque troppo tardi. Il virus della crisi aveva ormai infettato il mondo della finanza in maniera irrimediabile. Northern Rock è stata nazionalizzata, così come in seguito accaduto anche a Fannie Mae e Freddie Mac; il numero uno di Merryl Lynch Stanley O’Neal si è dimesso dopo aver comunicato perdite per quasi otto miliardi di dollari e, in una drammatica escalation, nel settembre
2008 Lehman Brothers ha portato i libri in tribunale, realizzando il più grande tracollo bancario nella storia degli Stati Uniti. Il dramma non è rimasto confinato al settore finanziario, coinvolgendo tutti i settori produttivi in ogni angolo del mondo. Dal 2011 al 2013 si è verificata la crisi del debito sovrano in Europa, mentre nel 2015 è crollato il mercato azionario cinese, in un Paese che, pur ponendosi come nuovo leader mondiale, ancora oggi presenta un inquietante rapporto tra debito e Pil che supera il 300%. In un succedersi di eventi che hanno distrutto imprese e attività di ogni genere e dimensioni, causando perdite di posti di lavoro e nuove povertà, nessuno ha più potuto considerarsi al sicuro.
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MACCHINE PLATFORM BASKET
L’UNICO LIMITE È IL CIELO CON LA CONSEGNA DI UNO SPIDER 33.15 ALLA O.MEC DI ANCONA, L’AZIENDA REGGIANA CONTINUA LA SUA COSTANTE CRESCITA IN UN SETTORE NEL QUALE È ORMAI UN PUNTO DI RIFERIMENTO RICONOSCIUTO A LIVELLO INTERNAZIONALE. FLESSIBILITÀ E ASCOLTO DELLE ESIGENZE DEL CLIENTE SONO LE CHIAVI DI UN SUCCESSO COSTRUITO NEL TEMPO di Lorenzo Zacchetti
“I
n questa piattaforma confluiscono tutte le tecnologie e gli accorgimenti che contraddistinguono i migliori ragni”, afferma soddisfatto Gianfranco Bronzini. Con queste parole l’amministratore unico di O.MEC ci spalanca le porte della sede della sua società ad Ancona, dove da poche settimane fa bella mostra di sé la piattaforma acquistata da Platform Basket per completare una già ampia flotta di macchine a noleggio. “Abbiamo scelto di puntare sul modello Spider 33.15 perché presenta una conformazione geometrica davvero molto interessante, similare a quella di una macchina di fabbricazione
22 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
LA MACCHINA RICHIUSA HA UNA LUNGHEZZA DI 7,13 m (6,57 m CON NAVICELLA SMONTATA)
tedesca con la quale ci troviamo particolarmente bene. Di recente, anche i costruttori italiani si stanno orientando su queste tipologie di macchine e, nel caso specifico, Platform Basket ne ha realizzata una con caratteristiche straordinarie per il lavoro aereo. Flessibilità, estrema capacità di superare ogni ostacolo, una geometria che permette di eseguire discese in
un’unica manovra, doppia alimentazione, radiocomandi specifici per la stabilizzazione, carro autolivellante che permette di destreggiarsi su terreni anche in pendenza: questo ragno è davvero capace di adattarsi alle più svariate esigenze e per noi noleggiatori ciò è fondamentale.
Nella nostra gamma di macchine per il noleggio mancava una versione di media grandezza come questa e credo che prossimamente inseriremo altre unità”. Affacciata sul porto dorico, la sede di O.MEC ci permette di osservare direttamente alcuni dei possibili ambiti di applicazione di una macchina progettata per risolvere i problemi di chi lavora in spazi angusti come capannoni, stabilimenti industriali e cantieri in zone urbane. “La caratteristica principale di questa macchina è il doppio braccio telescopico, che offre un’altezza di scavalco che altri mezzi non sono in grado di raggiungere”, ci spiega Carlo Molesini, Managing and Sales Director di Platform Basket. “Con questo ragno riusciamo ad andare a 19 m di altezza e sbracciare orizzontalmente di 15 m. Ciò fa sì che nei lavori nei centri abitati si possano superare agevolmente gli edifici, mentre con una macchina telescopica tradizionale ci sono ben altre limitazioni. O.MEC ha scelto la versione
L’OPINIONE
“Questa macchina mi ha subito colpito per la sua elevata stabilità in quota. In genere, il problema che si riscontra nell’utilizzo delle piattaforme aeree è il cosiddetto ‘colpo di frusta’, che si verifica se l’operatore compie movimenti bruschi e frettolosi. In questi casi c’è il rischio di cadere dalla navicella o che quantomeno vi caschino gli attrezzi ivi ricoverati, con tutti i pericoli facilmente immaginabili. Mentre manovravo questa macchina, invece, riuscivo a eseguire quattro movimenti in contemporanea senza perdere nulla in fluidità e senza alcun tipo di problema. Oltre a questa importante caratteristica, ci sono molte ragioni che rendono la macchina particolarmente interessante: è ibrida e, grazie al doppio telescopico offre la possibilità di lavorare ‘in negativo’, ovvero di scendere nel sottosuolo fino a 5 m di profondità. Inoltre, garantisce la chiusura completa e la stabilizzazione in automatico, cosa molto importante soprattutto nel caso del noleggio ‘a freddo’: basta premere un pulsante per chiudere la macchina senza bisogno di operatori. Il diffondersi di questa tipologia di noleggio richiede macchine il cui utilizzo sia abbastanza semplice da non comportare tempi di formazione troppo lunghi. Per una macchina come questa, che è già piuttosto impegnativa, ci vuole circa una giornata di formazione, salvo
che io non mi renda conto che ciò non è sufficiente: in quel caso, si continua fino a quando l’interessato non è pronto per ricevere il patentino IPAF. Un altro aspetto che mi sento di sottolineare è che la macchina offre equipaggiamenti di sicurezza decisamente notevoli, come le piastre di teflon, che non tutte le case costruttrici forniscono in dotazione”.
ANDREA PETTINARI FORMATORE E ISTRUTTORE IPAF
luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 23
MACCHINE
L’OPERABILITÀ DELLA MACCHINA È FACILITATA DAI VANI A CUI SI ACCEDE APRENDO GLI SPORTELLI CORRISPONDENTI. ANCHE PER QUESTO, IL NOLEGGIO “A FREDDO” È POSSIBILE DOPO UN ADDESTRAMENTO MINIMO DEGLI OPERATORI INCARICATI DA SINISTRA: CARLO MOLESINI (MANAGING AND SALES DIRECTOR DI PLATFORM BASKET, A SINISTRA) E GIANFRANCO BRONZINI (AMMINISTRATORE UNICO DI O.MEC) SODDISFATTI DOPO LA CONSEGNA DEL RAGNO PRODOTTO DALL’AZIENDA REGGIANA
ibrida, ovvero motorizzata diesel e con una batteria al litio da 400 A, che offre la possibilità di lavorare anche mezza giornata senza ricarica. Sono due impianti completamente indipendenti e nei contesti urbani la motorizzazione al litio permette di evitare tutte le problematiche legate al rumore. Per le sue caratteristiche, un ragno di questo genere può agevolmente essere utilizzato per lavori di manutenzione (o, meglio ancora, di ispezione) all’interno di centri commerciali o chiese, ma anche in ambiti portuali, industriali o in cantieri che si trovano in zone fittamente abitate, dove non è facile muoversi scavalcando gli ostacoli”.
Maneggevole e sicura A rendere questa soluzione particolarmente versatile è il fatto che sia equipaggiata con cingoli antitraccia, utilizzabili indifferentemente su qualunque tipo di fondo stradale, dal più sconnesso al più delicato. L’unico compito dell’oGRAZIE AL SUO DOPPIO BRACCIO TELESCOPICO, IL RAGNO SPIDER 33.15 È IN GRADO DI ADATTARSI A QUALUNQUE SITUAZIONE OPERATIVA, SIA SCAVALCANDO OSTACOLI CHE PER ALTRE MACCHINE SONO PROIBITIVI, SIA LAVORANDO “IN NEGATIVO” 24 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
IL VANO MOTORE DELLO SPIDER 33.15 È FACILMENTE ACCESSIBILE, CARATTERISTICA CHE CONSENTE ALL’OPERATORE DI ESEGUIRE QUALUNQUE OPERAZIONE DI CONTROLLO E MANUTENZIONE CHE SI RENDA NECESSARIA IN CORSO D’OPERA
LA SCHEDA TECNICA Spider 33.15 Altezza max di lavoro
32,40 m
Altezza piano calpestio
30,40 m
Sbraccio laterale max
15,60 m
Lunghezza richiusa
LA SICUREZZA DELL’OPERATORE È UN VALORE FONDAMENTALE: GRAZIE A QUESTO RADIOCOMANDO LA MACCHINA È GESTIBILE ANCHE DA TERRA E, IN CASO DI MALORE, SI PUÒ RIPORTARE LA NAVICELLA AL SUOLO SENZA PROBLEMI
peratore consiste nel tenerli puliti, perché in ogni caso non lasciano tracce al suolo. Per garantire ulteriormente la sicurezza di chi usa la macchina, Platform Basket vi ha installato una console di comando che consente di gestire da terra tutte le funzioni del carro, ma anche di riportare a terra la cesta in casi di emergenza, come ad esempio in caso di eventuale malore dell’operatore. Il radiocomando è alloggiato in uno spazio apposito, dove si trova anche un caricabatteria e una batteria di scorta, per ridurre a zero il rischio di rimanere senza energia. In un altro sportello è presente anche il cavo elettrico. Inoltre, la ricarica può avvenire a
7,13 m (Navicella smontata 6,57 m)
Larghezza
1,39 m
Altezza minima richiusa
1,99 m
Ingombro
4,21 x 4,58 m
Stabilizzazione
3,07 x 6,26 m
Pendenza max superabile
16° (29%)
Pendenza laterale max
17° (31%)
Velocità max
2,0 Km/h (versione base)
Velocità max
1,2 Km/h (versione elettrica)
Velocità max
2,0 Km/h (versione ibrida)
Motore
D902 Kubota diesel 22 CV/3600 giri/min
Motore elettrico
380 V AC - 15 CV/380 V
Motore elettrico
24 V DC - 7,4 CV/24 V
luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 25
MACCHINE
QUALITÀ SENZA CONFINI Platform Basket (www.platformbasket.com) è nata nell’ottobre 2005, dall’acquisizione di un ramo d’azienda di Basket srl. La famiglia Scillia e Carlo Molesini, già titolari di una carpenteria metallica per apparecchi di sollevamento, hanno puntato con decisione sul rilancio del marchio. Grazie al rebranding, al successivo assetto societario definitivo e soprattutto alla focalizzazione sul settore dei ragni, l’azienda di Poviglio (Re) ha iniziato una costante crescita sia dal punto di vista della gamma dei prodotti, sia nell’espansione sul mercato internazionale. Oltre all’Italia e all’Europa, oggi Platform Basket ha il suo principale mercato negli Stati Uniti, dove nel 2016 ha realizzato quasi il 25% del proprio fatturato, ed è fortemente presente anche in Australia, dove in circa otto anni si è guadagnata una riconosciuta leadership di settore. La scelta di partner locali con i quali condividere un approccio al business incentrato su qualità, serietà e affidabilità si è dimostrata vincente. In particolare, la produzione di Platform Basket si basa sul concetto di flessibilità, per essere sempre in grado di rispondere al meglio alle esigenze di clienti molto diversi tra loro. “La versatilità per noi è una regola imprescindibile”, spiega Carlo Molesini. “Gli americani utilizzano le nostre macchine prevalentemente per la potatura degli alberi e quindi prediligono il motore a scoppio. In Medio Oriente il loro impiego tipico è nei grandi centri commerciali, quindi esigono il motore elettrico. In Australia, invece, la regola è avere macchine ibride. Visto che intendiamo essere protagonisti su tutti questi fronti, dobbiamo sempre essere capaci di fornire a ogni cliente ciò che vuole”. Seppure specializzata nei ragni, l’azienda reggiana ha costituito anche una divisione dedicata al settore ferroviario: “A inizio 2010 abbiamo costruito un mezzo semovente per uso combinato (stradale e ferroviario), credendo negli input del nostro dealer inglese. Grazie al suo impegno nel commercializzarlo, a distanza di sette anni stiamo raccogliendo frutti che davvero non ci aspettavamo. Quest’anno il mercato è esploso e abbiamo triplicato il numero di macchine fabbricate”. La crescita della forza-lavoro rispecchia il successo dell’azienda, passata negli ultimi mesi da un gruppo di 30-35 persone alle attuali 50, più le 25 unità che lavorano nell’affermata carpenteria dei soci di riferimento. Altrettanto esplicativo della vocazione internazionale e dei parametri di eccellenza dell’azienda è l’ottenimento di certificazioni quali la qualifica di sistema di qualità ISO 9001, la conformità con la normativa europea EN 280, quella per il mercato canadese CS354 e quella per l’Australia AS1418. Nel settore ferroviario, la piattaforma Rail Road 14 EVO ha ottenuto l’approvazione in Inghilterra dall’Ente Network Rail, secondo la RIS 1530.
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basso o ad alto amperaggio, a seconda del fatto che ci si trovi in zona urbana o in uno stabilimento industriale. Garantire la massima facilità di utilizzo è stata la linea guida nella progettazione di questa macchina, il cui motore trasversale è facilmente accessibile per qualunque tipo di verifica e intervento. Ingranaggi e filtri sono a portata di mano, così come la doppia pompa, pensata per gestire sia il braccio che l’autolivellamento della navicella. “Il procedimento di verniciatura è stato eseguito interamente a polvere - spiega Carlo Molesini - tranne i pezzi troppo lunghi che, per ovvie ragioni, sono stati verniciati a liquido”. L’ascolto delle necessità espresse dagli utilizzatori delle macchine è un altro pilastro sul quale Platform Basket impernia non solo la produzione di questo ragno, ma tutta la propria filosofia: “Il suggerimento che abbiamo ricevuto oggi dall’istruttore IPAF Andrea Pettinari (vedi box, ndr) è molto interessante: inserire un motogeneratore è una cosa fattibile e che consentirebbe di facilitare ulteriormente il lavoro in cantiere. Allo stesso modo, spesso ci capita che su queste macchine ci chiedano di inserire una sim card grazie alla quale possiamo fornire assistenza a distanza all’operatore, aiutandolo a usare gli strumenti nella maniera più appropriata alle sue esigenze. Per noi è fondamentale lavorare in questo modo, perché una progettazione solo teorica rischierebbe di non tenere in debito conto il patrimonio derivante dall’esperienza di chi da anni utilizza queste macchine per il proprio lavoro. La fluidità di movimento che si fa apprezzare in questo ragno è il frutto di un’oleodinamica di alto livello, proveniente da un’azienda tedesca. Ogni singolo componente rappresenta un passo meditato, sul quale abbiamo investito molto sia dal punto di vista economico che sul piano della ricerca e sviluppo. D’altronde, siamo convinti del fatto che ci sia un solo modo per raggiungere il successo: fare prodotti di qualità”. ■
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MACCHINE AIRO
ALZARSI, SOLLEVARSI, INNALZARSI È IL SIGNIFICATO IN GRECO ANTICO DELLA DENOMINAZIONE DELL’AZIENDA EMILIANA CHE È PASSATA DA REALTÀ A CONDUZIONE FAMILIARE A MULTINAZIONALE. MA ESSERE PROTAGONISTA SUL MERCATO NON È SUFFICIENTE, L’OBIETTIVO È CRESCERE ANCORA di Lorenzo Zacchetti
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L
a forza del brand Airo è tale che, per metonimia, è abituale chiamare così l’azienda di Luzzara (Re), facendo dimenticare la vera denominazione della ragione sociale proprietaria del marchio: Tigieffe srl. Nata negli anni Ottanta, come tante altre realtà italiane conosciute a livello internazionale ha cominciato come piccola azienda a conduzione familiare e, anno dopo anno, ha saputo conquistare una fetta sempre più grande di mercato delle piattaforme aeree in Italia e all’estero (soprattutto in Francia e in Germania) grazie all’unicità dei suoi prodotti e agli alti standard qualitativi in termini di servizi e prodotti offerti ai suoi clienti. Naturalmente, conseguentemente all’espansione del mercato del brand Airo è cresciuta anche la sua “fama” a livello estero, che a sua volta ha portato anche all’interessamento da parte di quei grossi gruppi internazionali sempre alla ricerca di nuovi e redditizi investimenti e che per le eccellenze italiane come Airo hanno sempre avuto un occhio di riguardo. Interessamenti che alla fine si sono concretizzati prima nel 2012 quando Tigieffe, con l’entrata di un nuovo socio, è diventata parte di un grosso gruppo industriale internazionale e successivamente, nel 2014, con l’acquisizione del 100% di Tigieffe da parte del nuovo socio che ne è diventato così unico proprietario. Si è trattato di un vero e proprio salto di qualità per chi già faceva parte dell’azienda, come spiega il suo direttore vendite, Oscar Prigione: “Oggi posso affermare con assoluta convinzione che, rispetto alle modeste possibilità di un’azienda a conduzione familiare, la situazione è decisamente migliorata: la nuova proprietà ci ha dato una forte spinta verso la crescita, avendo però l’intelligenza di mantenere una forte identità locale, con un management formato da figure storiche dell’azienda che riportano a un direttore generale che, a sua volta, fa da ponte con
la proprietà”. Con radici saldamente piantate in Italia, Airo ha però sempre più lo sguardo rivolto all’estero: il primo traguardo di crescita è ovviamente rappresentato dagli altri paesi europei ma, logicamente, ragionando in un’ottica più “global”, sono già state acquisite fette di mercato interessanti in Medio Oriente, Asia, America latina e si sta lavorando all’apertura di un nuovo canale commerciale per il Nord America.
Per giocare in quella che Prigione definisce “la Serie A” del mercato delle piattaforme aeree, Airo ha scelto di sviluppare nuovi modelli, di aggiornare quelli esistenti e di puntare molto sulla customizzazione del prodotti sulla base delle specifiche esigenze dei clienti, accentuando ancor di più una di quelle caratteristiche che dalla sua nascita l’hanno sempre aiutata a contraddistinguersi rispetto la concorrenza.
L’AMPIA GAMMA AIRO COMPRENDE OGGI OLTRE 60 MODELLI DI PIATTAFORME, DISTRIBUITI TRA LE VERSIONI A FORBICE (SERIE “X”) E LE GIREVOLI ARTICOLATE (SERIE “A”). TRA QUESTE ULTIME SPICCANO LE A15 JE E A21 JRTE (NELLE FOTO) luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 29
MACCHINE
L’OPINIONE
OSCAR PRIGIONE DIRETTORE VENDITE DI AIRO
“Da quando è subentrata la nuova proprietà stiamo registrando una notevole crescita e oggi siamo in grado di proporre una gamma davvero completa, specialmente in alcuni segmenti di mercato. Non tutte le aziende del nostro settore possono affermare altrettanto. Ciò ovviamente ha richiesto uno sforzo notevole anche sul piano della produzione, ma in azienda siamo tutti convinti
Strategie differenziate Per far crescere il brand Airo nel mercato asiatico Tigieffe, assieme alla nuova proprietà, ha deciso nel 2014 di aprire un nuovo stabilimento in Cina, che oltre alla gestione commerciale dei clienti locali è in grado di produrre le macchine prodotte attualmente in Italia con gli stessi standard tecnici-qualitativi di Tigieffe. Per raggiungere tale risultato l’azienda ha provveduto a inviare in Oriente del personale italiano, al fine di gestire e organizzare la nuova azienda e formare il personale locale secondo gli standard consolidati. Se la filiale cinese si occupa del mercato di Asia e Oceano Pacifico, il resto del mondo è seguito dal quartier generale nel nostro Paese. Negli ultimi tre anni Airo ha intensificato notevolmente anche il business in Francia, dove era già presente fin dal 2001. Il salto in avanti è stato sicuramente molto supportato dalALLA SERIE “A” APPARTENGONO ANCHE I MODELLI ELETTRICI V6 E E V10 E 30 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
della possibilità di fare ancora molta strada. Per sostenere questo percorso stiamo ulteriormente incrementando tutti quelli che sono i supporti alla vendita al fine di equipararli alla forte crescita di questi ultimi anni. È un lavoro impegnativo, soprattutto per chi era abituato a una dimensione aziendale ‘a conduzione familiare’ e oggi deve fare un grosso cambio di mentalità, cercando di ragionare in modo molto più ‘largo’ rispetto a prima. Attualmente in azienda lavorano circa 60 persone; la nuova proprietà ha aumentato il numero di venditori, che oggi sono sei, così come si è investito molto nei dipartimenti di progettazione e service, per servire i nuovi mercati dove prima non eravamo presenti con gli stessi standard di quelli storici. Crescere su una dimensione internazionale significa anche imparare a fare i conti con problematiche nuove. Un esempio? Basta considerare la semplice
questione del fuso orario: ciò fa sì che un’azienda come la nostra - se vuole operare in campo internazionale – debba essere pronta a rispondere anche quando qui da noi è notte fonda. Non è ‘solo’ una questione di mole di lavoro in aumento: bisogna anche implementare le metodologie operative. Gli strumenti informatici sono fondamentali, affinché il dealer possa accedere in qualunque momento alle ordinazioni dei ricambi e a tutti gli altri dati dei quali può aver bisogno per accontentare i clienti. Senza un service all’altezza della situazione non è possibile crescere, perché inevitabilmente si finisce con il deludere le aziende, che dopo il primo acquisto rischiano di rivolgersi altrove. Per offrire il miglior servizio possibile, con tempi di fermo-macchina sempre più ridotti, stiamo investendo molto anche sulla formazione dei tecnici dei nostri dealer in merito alla riparazione delle macchine”.
la nuova disponibilità di risorse finanziarie e mezzi forniti dalla nuova proprietà, ma è stato possibile
anche grazie a un lavoro più accurato svolto dal personale interno di Tigieffe sulle esigenze specifiche dei
potenziali nuovi clienti presenti su questo mercato, cercando di intercettare quelle esigenze particolari che non potevano essere soddisfatte dagli altri costruttori. Il mercato francese vale circa 6.000-8.000 macchine l’anno e quindi merita di essere gestito accuratamente e con rispetto per le dinamiche locali. Un’azienda che punta a crescere non solo con il supporto di strumenti finanziari, ma cercando di adattarsi alle esigenze e alle mentalità dei singoli mercati, deve anche tener conto del fatto che ogni Paese ha le sue contingenze specifiche, che vanno conosciute nei dettagli e gestite in modo adeguato. Nel suo percorso di crescita il marchio Airo sta ottenendo riscontri importanti nei confronti di diverse tipologie di macchine, dalle verticali a pantografo elettriche a quelle elettriche a braccio articolato, entrambe prevalentemente utilizzate in ambienti industriali, per la manutenzione o per l’installazione di impianti. Un altro segmento di mercato in forte espansione è rappresentato dalle cosiddette “Rough Terrain” ovvero le macchine da cantiere
“fuoristrada”. Per i modelli elettrici, in particolare, si punta su macchine dalle dimensioni ridotte, per via di un’analisi di mercato che – a parte qualche costruttore – vede Airo raffrontarsi principalmente con concorrenti americani. La tendenza tipica dei produttori statunitensi consiste nel realizzare macchine pensate in primo luogo per il mercato nazionale (che vale intorno al 70% del totale) e poi lavorare sull’esportazione del prodotto, anche se in Europa c’è una problematica legata alle dimensioni dei mezzi che Oltreoceano non sussiste. Per questo motivo, oltre che sulla qualità, Airo punta su segmenti di
mercato ancora scoperti, ponendosi l’obiettivo di realizzare macchine che si possano distinguere da quelle della concorrenza per prestazioni e caratteristiche di ingombri e funzionalità, ovviamente mantenendo come comune denominatore la sicurezza. Dati i risultati ottenuti negli ultimi anni, sembra che la strada intrapresa sia quella giusta e che i frutti che Tigieffe sta raccogliendo, in termini di aumento di fatturato e continua espansione del proprio mercato, ne siano la conferma. Per un’azienda come Tigieffe, che nonostante la sua “globalizzazione” ha sempre tenuto a mantenere una sua “identità locale”, è molto piacevole sottolineare come anche qui in Italia – così come nel resto d’Europa – si comincino a vedere gli effetti di una ripresa economica per troppo tempo attesa invano. ■
LA SCHEDA TECNICA La piattaforma a forbice x16 EW Portata totale
250 kg
Num. max di persone
2
Velocità sollevamento (vuoto)
70
Velocità discesa
70
Batteria
4x6 V
LA SCHEDA TECNICA LA PIATTAFORMA A FORBICE X14 RTD
Max pressione idraulica
230 bar
Altezza max. piano calpestio:
12.000 mm
Velocità traslazione (veloce)
3 km/h
Altezza max. lavoro:
14.000 mm
Velocità di sicurezza Inclinazione longitudinale Inclinazione trasversale
0,6 km/h 1,5° 1°
Portata totale:
400 kg
N° max. operatori:
3
Motorizzazione diesel:
17 kW
Max pressione idraulica:
240 bar 4,5 km/h
Pendenza superabile
23%
Dimensioni gomme
410x150 mm
Velocità traslazione (veloce):
Tipo gomme
Cushion Soft
Inclinazione longitudinale:
Peso totale
3.600 kg
Peso totale (con/senza bilancieri):
30% 4.530/4.180 kg
luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 31
MACCHINE C.E.M.
IL FASCINO DISCRETO
DELL’ALLUMINIO D IN OCCASIONE DEL SUO DECENNALE, L’AZIENDA DI SETTIMO MILANESE HA PRESENTATO IMPORTANTI NOVITÀ, COMPRESA UNA GAMMA DI AUTOGRÙ PRODOTTA IN GERMANIA E SULLA QUALE SCOMMETTE ANCHE PER IL MERCATO ITALIANO. GRAZIE ALLA SUA CAPACITÀ DI ASCOLTO E AL RAPPORTO ESCLUSIVO CON I MARCHI PAUS E AMAK, L’AZIENDA LOMBARDA PUNTA A SODDISFARE TUTTE LE ESIGENZE DEI CLIENTI
di Gianni Gennari
ieci anni di attività professionale rappresentano sempre un traguardo prestigioso. A maggior ragione se si considera la dura crisi che ha investito il settore proprio in questo lasso temporale: se un’azienda nasce e cresce in queste circostanze è indubitabile che abbia delle competenze davvero speciali. “In effetti, uscire indenni da anni così difficili non è stato sempli-
AMAK 35-5 È UNA DELLE AUTOGRÙ IN ALLUMINIO CHE, DOPO IL SUCCESSO RISCOSSO IN GERMANIA, C.E.M. VUOLE IMPORTARE IN ITALIA
32 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
ce, siamo stati molto bravi a gestire questo periodo di crisi”, ci racconta Loris Manocchia, amministratore di C.E.M. – Centro Elevatori Milanese.“La cosa che personalmente mi dà maggiore soddisfazione è che i clienti siano tornati (e tornino costantemente) da noi per acquistare altre macchine: parliamo di prodotti dal valore importante, quindi evidentemente sono soddisfatti della professionalità e del servizio avuto dall’azienda!”. Un’altra chiave fondamentale è la gestione di tipo familiare dell’azienda, che fa capo alla stessa proprietà della nota Russo Traslochi, da oltre mezzo secolo specializzata nel proprio settore. Il gruppo costituito dai fratelli Manocchia è formato da una decina di persone, compresi i figli dei titolari, che fanno della sede di Settimo Milanese; una sorta di “grande famiglia” nella quale tutti fanno il massimo per andare incontro alle esigenze dei clienti.
DA SINISTRA: LORIS MANOCCHIA, AMMINISTRATORE DI C.E.M. – CENTRO ELEVATORI MILANESE, E ANDREA ILARI, RESPONSABILE DELLE VENDITE
Duttilità estrema Grazie al suo ruolo di importatore esclusivo per l’Italia dei marchi Amak e Paus, C.E.M. – in occasione del proprio decennale – ha presentato al mercato delle novità particolarmente interessanti.
La più originale, in senso letterale, è rappresentata dallo scarrabile progettato e realizzato dall’azienda stessa: “Si tratta di una scala Paus montata su pick-up, progettata con lo scopo di fornire al cliente due mezzi indipendenti”, spiega Andrea Ilari,
LO SCARRABILE PROGETTATO E REALIZZATO DA C.E.M., CHE HA MONTATO UNA SCALA PAUS SU PICK-UP PER FORNIRE DUE MEZZI INDIPENDENTI
luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 33
MACCHINE
LA SCHEDA TECNICA L’autogrù in alluminio AMAK 120 Carico al gancio (standard/opzionale):
2,0 t/3,5 t
Altezza del gancio:
40,0 m
Larghezza min di stabilizzazione:
2,94 m
Larghezza max di stabilizzazione:
5,28 m
Trazione max del verricello: Velocità del verricello:
2,0 t 60 m/min
Braccio (2.000 kg):
4,81 m
Sfilo 1 (1.000 kg):
7,51 m
Sfilo 2 (500 kg):
10,66 m
Peso totale:
11,99 t
nio. Per l’Italia si tratta di una novità assoluta: “Sono prodotti di concezione tradizionalmente tedesca”, continua Ilari. “In Italia, invece, si è sempre lavorato con carrelli telescopici o con le classiche gru classiche. Si tratta di una questione di abitudine, per questo motivo il lancio di questa gamma anche in Italia rappresenta la grande sfida di C.E.M.: siamo convinti che sarà apprezzata per le sue qualità, ma bisogna farla conoscere. Si tratta certamente di un mercato in forte evoluzione”. La scelta di entrare in un segmento ancora tutto da esplorare deriva dalla consolidata expertise aziendale e dalla capacità di intercettare le necessità dei clienti. Nella visione di C.E.M., la scala da trasloco diventerà un prodotto sempre più appetibile anche per il mercato edile, in particolare per chi lavora su tetti e coperture, nella rimozione dell’amianto e in piccoli interventi di manutenzione. Queste macchine vengono chiamate “gru multifunzione” perché possono eseguire sia le operazioni di sollevamento, sia la movimentazione di persone e materiali. Ne esiste una gamma autocarrata, con diversi modelli da 75, 120 e 160 q; poi ci sono le macchine al traino, che invece hanno pesi da 35 q. La caratteristica distintiva di questi mezzi è rappre-
responsabile vendite dell’azienda milanese. “Quando l’operatore arriva sul luogo del trasloco con questo mezzo può staccare la scala e andarsene con il pick-up;questa è una novità che abbiamo realizzato in proprio, dopo averla studiata sotto ogni suo aspetto, a partire dai pesi operativi. Compiuti gli ultimi ritocchi, la scala ora è in grado di lavorare in modo autonomo, senza necessità del mezzo di supporto”.
La grande sfida La vera e propria sfida lanciata quest’anno è però rappresentata dalla gamma di autogrù della tedesca Amak, composta da macchine realizzate interamente in allumi34 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
C.E.M. FA CAPO ALLA STESSA PROPRIETÀ DELLA CELEBRE RUSSO TRASLOCHI E LA SUA ESPERIENZA È GARANZIA DI QUALITÀ
sentata dall’abbinamento tra la loro multifunzionalità e la loro estrema leggerezza, proprio perché realizzate totalmente in alluminio. Il fatto
che una macchina dalla portata nominale di 1.500 kg e un’altezza di 32 m pesi solamente 35 q lo dimostra in modo inequivocabile. ■
AMAK-160 È L’AUTOGRÙ E PIATTAFORMA AEREA IN ALLUMINIO CARATTERIZZATA DAL CONTROLLO ELETTRONICO DELLA STABILITÀ D’APPOGGIO (ASC), NONCHÈ DA UN SISTEMA DI STABILIZZAZIONE ALL’AVANGUARDIA
AL SERVIZIO DEI CLIENTI C.E.M. (Centro Elevatori Milanese) è nata come officina meccanica dieci anni or sono e, nell’arco di questo periodo, è divenuta una grossa realtà commerciale conosciuta in tutta Italia, con officine autorizzate in nove regioni (concentrate in particolare nell’area del Centro Nord, dove l’azienda rappresenta un importante punto di riferimento nel settore).
Oggi l’azienda – che svolge anche un’intensa attività di noleggio e di vendita di macchine usate – commercializza una vasta gamma di macchine, tra scale aeree, gru e autogrù ed elevatori componibili, tutti progettati e costruiti per soddisfare le più svariate esigenze. La consolidata competenza tecnica del suo staff e la collaborazione con Safety Partner
si è tradotta nell’organizzazione di corsi di formazione per addetti ai traslochi, con rilascio di appositi attestati. C.E.M. garantisce assistenza tecnica su tutte le marche in caso di guasti o malfunzionamenti, intervenendo con tecnici specializzati, attrezzature e automezzi dedicati allo scopo, nonché ricambi forniti dalle case madri. Le possibilità di intervento comprendono il servizio SOS attivo 24 ore su 24, la fornitura di macchine sostitutive e l’impiego dell’officina mobile per risolvere i guasti sul posto. Nell’ottica di un servizio a 360° per i propri clienti, C.E.M. è attiva anche nel commercio di macchine usate, di una vasta gamma di prodotti per l’imballaggio (dalle scatole di cartone ai fogli di pluriball), nonché di attrezzature e accessori per la sicurezza e il trasloco, che si possono acquistare direttamente presso la sede aziendale. luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 35
MACCHINE JMG CRANES
INNOVAZIONI
IN MOVIMENTO
36 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
È SICURAMENTE UNA DELLE AZIENDE MADE IN ITALY CHE SI SONO RESE PROTAGONISTE NEL 2017 IN ITALIA E NEL MONDO. L’AZIENDA PIACENTINA, SPECIALIZZATA NELLA COSTRUZIONE DI GRU PICK & CARRY, CONTINUA IL SUO PERCORSO ALL’INSEGNA DELL’INNOVAZIONE, CON DUE NOVITÀ CHE BEN RAPPRESENTANO LA SUA VISIONE INGEGNERISTICA di Pietro Gabrielli
È
il 2007 quando Maurizio Manzini, basandosi su una personale esperienza ventennale nel settore delle gru pick & carry, fonda la JMG Cranes. Con un unico e chiaro obiettivo: perseguire l’innovazione. Nel 2010 l’azienda piacentina brevetta il braccio con uscita proporzionale, progettato per far sì che le macchine possano sollevare e movimentare carichi con precisione millimetrica. Tre anni dopo, facendo seguito alla costituzione di JMG Cranes France, focalizzata sul mercato francese, viene inaugurata la sede di Sarmato (Pc), tuttora quartier generale dell’azienda. Il 2014 si caratterizza per la realizzazione della gru pick & carry MC 450 da 45 t di portata, che racchiude in sé prestazioni “straordinarie” in rapporto alle sue dimensioni. Il processo di espansione prosegue nel 2015, con la nascita di JMG Cranes Deutschland, dedita al mercato tedesco, e lo scorso anno, con l’acquisizione di Lige, azienda con esperienza di 70 anni alle spalle nella costruzione di questa particolare categoria di macchine. Il 2017, che non è ancora finito e promette di riservare ulteriori sorprese, soprattutto in termi-
ni di vendite e riscontri, si è distinto per due importanti novità. In ordine di tempo: la realizzazione della gru semovente elettrica a batteria MC 580 da 58 t di portata, top di gamma della categoria delle “gru mobili cabinate” giunta in finale allo Swedish Steel Prize di SSAB, e il lancio della MC 130 S, gru semovente da 13 t appartenente alla linea di macchine compatte radiocomandate.
Una cabinata sul podio La MC 580 è una gru semovente elettrica a batteria che si è ben meritata il podio in occasione dell’edizione 2017 dello Swedish Steel Prize, il prestigioso riconoscimento conferito da SSAB e che premia ogni anno le tecniche più innovative a livello internazionale. Grazie alla sua portata di 58 t, questo modello è al top di una gamma che include altri sette modelli (MC 45, MC 60, MC 85, MC 110, MC 160, MC 250 e MC 350, con portate da 4,5 a 35 t). Con un peso di 39 t (incluse 12 t di contrappeso), la MC 580 è una pick & carry in grado di muoversi all’interno e all’esterno degli edifici e di trasportare al contempo carichi pesanti. Come citato dalla giuria dello Swedish Steel Prize, “la gru
EMILIO BERTI, TECHNICAL MANAGER DI JMG CRANES, ILLUSTRA A UN CLIENTE I BENEFICI GARANTITI DALLA GRU SEMOVENTE MC 130 S IN OCCASIONE DI UN RECENTE OPEN HOUSE TENUTOSI PRESSO LA SEDE DI SARMATO (PC) luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 37
MACCHINE
L’OPINIONE
EMILIO BERTI TECHNICAL MANAGER DI JMG CRANES
“Il 2017 è un anno importante per la storia di JMG Cranes. Oltre al recente lancio della gru MC 130 S, lo scorso maggio l’azienda è arrivata in finale allo Swedish Steel Prize - il premio internazionale conferito da SSAB che onora la tecnica ingegneristica e innovativa nell’industria siderurgica grazie allo sviluppo della gru semovente elettrica MC 580, presentata in anteprima a febbraio durante lo scorso SaMoTer di Verona. Il mercato richiedeva una gru di dimensioni compatte ma con grandi portate, una tara ridotta e la capacità di spostarsi agevolmente da un luogo all’altro. Questa macchina, che è in grado di sollevare fino a 58 t, è stata progettata appositamente per assicurare queste prestazioni ed è al top di gamma nella sua categoria. Per la sua costruzione ci si è avvalsi di acciaio altoresistenziale Strenx 700 e 900, appunto, sia per il braccio che per il telaio. Siamo molto orgogliosi di essere stati in grado di creare una gru con prestazioni che superano i nostri modelli precedenti. Il design snello, combinato al sistema di trasmissione elettrica e all’eccellente manovrabilità, ne permette l’impiego sia all’interno che all’aperto, in un range di applicazioni davvero esteso. Sia questo modello che la MC 130 S da 13 t (che è la naturale evoluzione della MC 110 da 11 t) hanno già ricevuto importanti riscontri sia in Italia che all’estero e confermano la vocazione di JMG Cranes di saper intercettare le esigenze del mercato e di incanalarle nella progettazione di macchine uniche e altamente produttive”. 38 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
TRA I MUST DELLA GRU ELETTRICA A BATTERIA MC 130 S SI EVIDENZIANO LE ZAVORRE SMONTABILI, LA BARRA STABILIZZATRICE FRONTALE E IL BRACCIO CON SFILO PROPORZIONALE
MC 580 è una macchina compatta in grado di affrontare un ampio ventaglio di applicazioni. Combina una trasmissione elettrica a un’eccellente manovrabilità, con una rilevante capacità di sollevamento. Le notevoli prestazioni in rapporto al peso sono state ottenute grazie a un design ottimizzato che ha previsto l’impiego di acciai ultraresistenziali per il telaio e il braccio, costituito da quattro elementi telescopici di cui uno fisso orientabile e tre a telescopaggio idraulico proporzionale (angolo di inclinazione +60°/-3°). Il trasporto su strada e la sua movimentazione sono facilitati dalla zavorra posteriore removibile, concepita per il rapido montaggio/smontaggio e per l’ottimizzazione del carico sugli assi e della pressione a terra”.
La MC 580 si distingue anche per la robusta cabina e per la trazione anteriore assicurata da due motori elettrici da 16 kW – 96 V AC (classe d’isolamento H), nonché per il gruppo posteriore estendibile tramite cilindri idraulici comandati da distributore, il sistema di frenatura (freno di servizio idraulico con comando a pedale su tutte le ruote; freno di stazionamento e soccorso idraulico con comando automatico su tutte le ruote), l’impianto idraulico alimentato da pompa a ingranaggi silenziata (35 kW) e l’impianto di sterzatura posteriore comandato tramite motore idraulico controllato da idroguida di tipo idrostatico con valvola prioritaria Load Sensing.
LA GRU SEMOVENTE CABINATA MC 580 DA 58 T, ARRIVATA TRA LE FINALISTE DEL PREMIO SWEDISH STEEL PRIZE 2017
LE PECULIARITÀ DELLA MC 130 S • Contrappeso posteriore removibile • Barra stabilizzatrice frontale • Braccio e telaio in lamiera d’acciaio piegata e saldata • Sterzatura posteriore tramite motore elettrico • Angolo di sterzatura di +90°/-90° • Radiocomando a console • Impianto idraulico con pompa a ingranaggi silenziata • Batteria a piastre corazzate 80V – 900 Ah • Sistema automatico di frenatura • Elettropompa: motore elettrico 19 kW 80 V AC • Peso: 14.000 kg (inclusi 4.000 kg di zavorra) • Portata: 13 t
Novità radiocomandata Altra attrazione su cui si è incentrato un recente Open House organizzato da JMG Cranes è la gru MC 130 S, una macchina diversa dalla MC 580 come concezione (è una compatta elettrica a batteria, quindi non cabinata, e radiocomandata senza operatore a bordo) ma che condivide con quest’ultima alcuni aspetti progettuali, come la presenza degli stabilizzatori, solitamente non presenti nelle versioni radiocomandate, e il braccio a quattro elementi, concetto normalmente considerato per le gru di maggiori dimensioni e qui utilizzato per poter utilizzare una forza di dimensioni consistenti (8 t, con baricentro di 600 mm) senza penalizzare le prestazioni in termini di estensione del braccio, costituito da quattro elementi telescopici di cui uno base e tre a sfilamento idraulico proporzionale (angolo di inclinazione di +65°/-5°). La gru si caratterizza anche per la barra stabilizzatrice frontale, che assicura diversi vantaggi in termini di posizionamento del mezzo e delle tempistiche, nonché per il sistema di sterzatura posteriore tramite motore elettrico (angolo di sterzatura +90/-90°) e per l’im-
LA MC 580 È UNA GRU INNOVATIVA CHE GARANTISCE ALL’OPERATORE UN’ELEVATA VISIBILITÀ. TUTTI I MOVIMENTI POSSONO ESSERE CONTROLLATI TRAMITE RADIOCOMANDO
pianto oleodinamico alimentato da una pompa a ingranaggi silenziata. La MC 130 S da 13 t si pone al top della gamma delle compatte JMG Cranes, che comprende anche le versioni MC 22S, MC 25S, MC 32S, MC 45S, MC 60S e MC 90S, con portate che vanno dalle 2,2 alle 9 t. Elementi esclusivi sono il contrappeso removibile e la possibilità di lavorare con una, due o senza zavorre, grazie anche alla presenza della bar-
ra stabilizzatrice frontale citata, che consente di operare anche in situazioni delicate. Compatta e versatile, la gru ha un peso di 14 t (di cui 4 t di contrappeso) e, come accennato, è manovrabile tramite un radiocomando che rende possibile il controllo simultaneo e proporzionale dei movimenti di trazione e sterzatura, di telescopaggio, di salita/discesa del braccio e degli eventuali accessori opzionali. ■ luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 39
MACCHINE LIEBHERR
LA CELEBRAZIONE
DEL FUTURO LIEBHERR ITALIA HA RECENTEMENTE ORGANIZZATO PRESSO LA SUA SEDE DI MONFALCONE I CUSTOMER DAYS 2017. IN OCCASIONE DELL’EVENTO, L’AZIENDA HA PRESENTATO DIVERSE IMPORTANTI NOVITÀ IN TERMINI DI PRODOTTO E HA FESTEGGIATO UN TRAGUARDO STRAORDINARIO: LA CONSEGNA DELL’AUTOGRÙ N. 1.000! di Ettore Zanatta
D
imostrazioni e prove pratiche di macchine, importanti novità in anteprima mondiale e la consegna dell’autogrù n. 1.000 da quando l’azienda è stata fondata, nel 1984. Questo (e tanto altro) è stato al centro di un evento organizzato da Liebherr Italia che ha visto accorrere – nell’arco di due intense giornate – circa 400 clienti nella sede di Monfalcone, vero e proprio fiore all’occhiello del costruttore tedesco. Qui abbiamo incontrato Fabio Fenzi, direttore generale di Liebherr Italia, che ci ha evidenziato sentimenti, sensazioni e intenzioni di una realtà che ha raggiunto un traguardo, e importante, ma che lo vuole intendere come un “giro di boa”. Ora la strada deve necessariamente portare verso il futuro, verso nuovi obiettivi, sempre più ambiziosi.
40 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
I Customer Days hanno assunto un’importanza particolare quest’anno. Sono davvero molteplici i motivi che hanno portato a festeggiare quest’evento in modo speciale… “Sì. È stato un enorme piacere accogliere così tanti clienti in occasione di un traguardo così importante: la millesima autogrù
consegnata da Liebherr Italia – nella fattispecie, una LTM 1750-9.1, all’azienda Lorefice & Ponzio di Gela - dall’atto della sua fondazione, avvenuta nel 1984. Gli esponenti di questa autorevole realtà siciliana, insieme a tutti gli intervenuti, hanno potuto partecipare a una ‘due giorni’ di approfondimento del mondo Liebherr: non solo scoprendone le più recenti innovazioni, ma anche intensificando la conoscenza delle persone che quotidianamente rappresentano l’azienda. Tutti i presenti hanno in qualche modo contribuito al successo del marchio e di Liebherr Italia, riservando nei suoi prodotti sempre una grande fiducia. Sappiamo che l’acquisto di un’autogrù è sempre un’occasione di investimento importante, che va affrontato con la dovuta attenzione e valutazione dei rischi, delle opportunità e dei lavori in programma, per non parlare di tutti gli aspetti finanziari che gravitano intorno all’acquisto di mezzi di questo genere. Lì ci siamo noi, che dobbiamo assistere il cliente sia nel momento della consegna del prodotto che nel servizio post-vendita. Sappiamo che non esistiamo solo noi come fornitori, anzi ci sono concorrenti di tutto rispetto sul mercato. Ma, e lo dico con con-
vinzione, è nostro dovere visitare le aziende anche in caso di acquisto di un altro marchio. È sempre importante capire le motivazioni che hanno portato a un determinato acquisto anziché a un altro, per potersi migliorare e perfezionare continuamente”. Le aziende che acquistano autogrù operano frequentemente in ambiti complessi e il prezzo, talvolta, non è il principale fattore di decisione, anche se ovviamente è un elemento importante in qualsiasi trattativa…
FABIO FENZI DIRETTORE GENERALE DI LIEBHERR ITALIA
“È esattamente così e ci riempie di grande soddisfazione vedere che, statistiche alla mano, il marchio Liebherr rappresenta spesso la scelta preferita dagli operatori del mercato. Quest’evento è stato anche luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 41
MACCHINE un’occasione per far conoscere meglio i nostri dipendenti: in tutti quanti c’è la passione per il proprio lavoro ed è questo che ci spinge al continuo miglioramento, tramite una formazione del personale e investimenti che hanno portato a un altissimo livello di qualità, sia in termini di prodotto che di operatività”.
L’OPINIONE L’AUTOGRÙ LTM 1750-9.1 È STATA AL CENTRO DEI FESTEGGIAMENTI DEI CUSTOMER DAYS 2017 ORGANIZZATI DA LIEBHERR ITALIA. È LA MILLESIMA MACCHINA CONSEGNATA DALL’AZIENDA DI MONFALCONE DA QUANDO È STATA COSTITUITA L’AZIENDA, NEL 1984
PATRICIA RÜF MEMBRO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI LIEBHERR-INTERNATIONAL AG
“L’evento rappresentato dai Customer Days 2017 organizzati quest’anno racchiude in sé molti significati, oltre alla (ovviamente) importante occasione di festeggiamento della millesima gru consegnata da Liebherr Italia dall’atto della sua costituzione, avvenuta nel 1984. È l’ennesima dimostrazione di come i clienti siano sempre al centro delle attività professionali e di tutti gli sforzi di business profusi dall’azienda. Attraverso i suoi prodotti e servizi, Liebherr intende - da sempre instaurare e consolidare relazioni a lungo termine con i propri clienti, basando ogni aspetto della relazione sulla fiducia e sulla correttezza. Per Liebherr - e per Liebherr Italia, nella fattispecie - è un grande onore che così tante persone abbiano trovato il tempo di venire a festeggiare questo evento. Un particolare e doveroso ringraziamento va all’intero staff di Liebherr Italia di Monfalcone. Grazie ai loro sforzi e al lavoro svolto quotidianamente con la massima passione e professionalità, tutti i suoi componenti hanno fortemente contribuito al successo del marchio”. 42 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
Il perseguimento del continuo miglioramento è un elemento fondamentale, anche e soprattutto per i leader di settore. Quanto conta il supporto e la fiducia della casa madre nel continuo sforzo di diventare sempre più “bravi” da parte di Liebherr Italia? “È imprescindibile. Il risultato festeggiato in quest’occasione, che io definisco ‘primo traguardo’, non sarebbe stato possibile senza la visione della famiglia Liebherr, che di generazione in generazione ha guidato con successo la crescita del Gruppo e che è stata rappresentata durante i Customer Days da Patricia Rüf, membro del consiglio di amministrazione dell’azienda.
LA LTM 1090-4.2 È UN’AUTOGRÙ DA 90 T VERSATILE E FLESSIBILE, UTILIZZABILE IN TUTTO IL MONDO, CHE INCORPORA CARATTERISTICHE TECNOLOGICHE ALL’AVANGUARDIA
L’ambizione di tutto il Gruppo è fornire ai propri clienti un valore che si rinnovi nel tempo, derivante dalla posizione di successo che l’azienda ha nel mondo, da decenni. Liebherr è un’azienda familiare, come la quasi totalità delle aziende intervenute a Monfalcone, e nello sviluppo della sua attività si pone solo obiettivi a lungo termine, a partire dal mantenimento di relazioni forti e stabili con i propri clienti e i fornitori. Ora, raggiunto l’obiettivo della consegna n. 1.000, l’azienda è già concentrata nella consegna n. 1001, per poi proseguire senza indugi verso il futuro”. La consegna n. 1.000 non è stato l’unico motivo di festeggiamento durante questi Customer Days. Gli ospiti hanno potuto assistere a varie dimostrazioni effettuate con macchine presentate in anteprima mondiale. Di cosa si tratta? “A Monfalcone abbiamo esposto alcune macchine presentate in anteprima mondiale al Conexpo di Las Vegas, lo scorso marzo: si tratta dell’autogrù LTM 1090-4.2 e dei modelli fuoristrada LRT 1090-2.1 e LRT 1100-2.1, entrambi disponibili sul mercato a partire dal 2018. La prima è un’autogrù da 90 t molto versatile e flessibile, utilizzabile in tutto il mondo, che incorpora caratteristiche tecnologiche all’avanguar-
dia. Nella fattispecie, è la più potente 4 assi con 12 t di carico per asse (circolazione su strada con carico assiale da 10 t) e che presenta un motore unico (330 kW/449 HP), una larghezza del carro di 2,55 m con ruote da 16” e un braccio da 60 m di lunghezza. In questa macchina sono presenti tecnologie già note di Liebherr, quali il sistema VarioBase (con il quale sono possibili il controllo e l’ottimizzazione delle portate con stabilizzatori asimmetrici) e il sistema VarioBallast (con cui è possibile posizionare in modo ottimale il contrappeso al fine di variare
L’OPINIONE
DOMENICO LOREFICE TITOLARE DELLA LOREFICE & PONZIO SRL
“Siamo molto orgogliosi di essere un cliente importante per Liebherr, marchio a cui siamo storicamente fidelizzati e che riteniamo il nostro ‘interlocutore di fiducia’, e di essere i protagonisti di un traguardo storico così rilevante. L’autogrù LTM 17509.1 è una macchina imponente e particolarmente produttiva, con un’altezza di sollevamento di 52 m e una capacità di 750 t. Dotata di
due propulsori (270 kW/367 HP e 500 kW/680 HP) e in configurazione 18 x 8 x 18, è la prima unità di una flotta di sette macchine ordinate recentemente alla Casa tedesca. Dalla sua sede di Gela, in provincia di Caltanissetta, la nostra azienda si occupa fin dall’inizio degli anni Settanta di sollevamenti speciali e opera in molteplici ambiti in Italia e non solo: bonifiche ambientali, ecologia e antinquinamento marittimo, tra gli altri. Operando in sinergia con imprese ed enti di particolare importanza, l’attenzione è ovviamente sempre focalizzata sulle novità tecnologiche e su fattori quali le portate, l’altezza e gli sbracci, ma grande rilevanza è riservata alla sicurezza in ambito lavorativo. E Liebherr, indubbiamente, è riconosciuta a livello mondiale per l’estrema affidabilità dei suoi mezzi”.
L’AUTOGRÙ LRT 1090-2.1 SI EVIDENZIA PER 47 M DI BRACCIO, IDRAULICO CON MECCANISMO A FUNE, E UN CONTRAPPESO DA 12 T. IN QUESTO MODELLO, COME NELL’LRT 1100-2.1, VIENE UTILIZZATA DI SERIE LA TECNOLOGIA VARIOBASE, NOVITÀ ASSOLUTA PER QUESTA CATEGORIA DI MACCHINA
il raggio delle zavorre, ottimizzando quindi le portate e, dove serve, lo spazio di manovra), oltre che la procedura di zavorramento automatico e il controllo automatico dei pesi delle zavorre. I due modelli fuoristrada, invece, sono l’autogrù LRT 1090-2.1, con 47 m di braccio, idraulico con meccanismo a fune e contrappeso da 12 t, e la LRT 1100-2.1, da 50 m di braccio completamente telematico e 14 t di zavorra. Anche in questi casi viene utilizzata di serie la tecnologia VarioBase, novità assoluta per questa categoria di macchina. Entrambi si caratterizzano per le portate ottimali con bracci telescopici lunghi (con cilindro idraulico e sistema idromeccanico a fune a doppio stadio
DOMENICO LOREFICE (SECONDO DA DESTRA), INSIEME A FABIO FENZI (SECONDO DA SINISTRA) E AL TEAM DELLA LOREFICE & PONZIO SRL nel primo modello; con sistema di sfilo telescopico Telematik nel secondo), la semplicità di utilizzo, la cabina ampia e reclinabile di 20°, l’adattabilità su tutti i tipi di terreno, la logistica di trasporto efficiente in tutto il mondo e lo standard di sicurezza universale, in conformità alle normative vigenti in tutti i Paesi”.
Una novità assoluta per l’Italia è anche la gru automontante MK 140. Quali sono le sue principali caratteristiche? “La MK 140 è una gru a torre mobile frutto dell’esperienza Liebherr nei settori delle gru a torre e delle autogrù, dotata di un innovativo braccio a portata variabile. In particolare, questa macchina si mette in evidenza per la velocità luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 43
MACCHINE
L’AUTOGRÙ LIEBHERR LTM 1250-5.1 DA 250 T DI CAPACITÀ E 60 M DI BRACCIO
di montaggio del braccio stesso e per la sua idoneità a soddisfare molteplici campi d’applicazione: cantieri cittadini e notturni, raffinerie e impianti chimici, montaggio di pannelli solari, lavori di manutenzione e riparazione, costruzione di finestre e facciate, preparazione di cantieri e molto altro. Si evidenzia inoltre per l’adozione del VarioJib: con questo sistema, in modalità ‘altalena’ è possibile uno sbraccio di 65 m e un’altezza gancio di 94,4 m. Grazie al VarioJib, inoltre, si ha la possibilità di scegliere tra le modalità di traslazione ‘carrello’ e la regolazione progressiva del braccio nella citata modalità ‘altalena’”. Oltre a tutto ciò, erano esposte ulteriori novità, sia in termini di prodotto che si componentistica e servizio. Quali erano le principali attrazioni su cui ha puntato l’attenzione Liebherr Italia? “Nella ‘due giorni’ di Monfalcone i clienti hanno potuto assistere a prove pratiche che hanno coinvolto diversi modelli di autogrù, tra cui una LTM 1250-5.1 da 250 t di capacità e 60 m di braccio (per una potenza di 400 kW/544 HP), una LTM 1350-6.1 da 350 t e 70 m (per una potenza di 180 kW/245 44 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
L’AUTOGRÙ LIEBHERR LTM 1130-5.1 DA 130 T DI CAPACITÀ E 60 M DI BRACCIO
HP + 450 kW/612 HP) e una LTM 1130-5.1 da 130 t e 60 m (per una potenza di 129 kW/175 HP + 370 kW/503 HP), la prima in Italia e tra le prime al mondo a essere dotata di guida dalla torretta. Peculiarità, questa, presente su tutti i modelli Liebherr fino a 100 t, ma che oggi è presente anche su questa versione che, inoltre, era equipaggia-
LA MK 140 È UNA GRU A TORRE MOBILE FRUTTO DELL’ESPERIENZA LIEBHERR NEI SETTORI DELLE GRU A TORRE E DELLE AUTOGRÙ, DOTATA DI UN INNOVATIVO BRACCIO A PORTATA VARIABILE
ta con una telecamera posta nella parte apicale del braccio (altra novità in termini di accessoristica). Da segnalare, inoltre, la presenza di un’autogrù LTM 1100-4.1 del 2006, di proprietà della Fratelli Paradiso di Canosa di Puglia (Bt). La particolarità di questa macchina? Pur presentandosi praticamente come nuova, è stata completamente ricondizionata nell’officina di Monfalcone ed è una dimostrazione pratica dell’elevato livello di competenza raggiunto dai tecnici Liebherr nell’ambito dell’usato. Uno spazio importante, infine, è stato riservato ai nuovi sedili Liebherr con comandi posizione/ aerazione nella parte inferiore anteriore, al nuovo cambio di nuova generazione ZF TraXon e al nuovo portale MyLiebherr, grazie al quale è possibile gestire in modo personalizzato tutte le informazioni sulle macchine, inviare richieste e ordini al proprio Service Partner (anche dai dispositivi portatili), accedere e aggiornare i propri dati in sicurezza, ottenere documentazioni tecniche e consultare il listino prezzi e la disponibilità di magazzino dei ricambi”. ■
LA LTM 1100-4.1 (2006) ESPOSTA, DI PROPRIETÀ DELLA FRATELLI PARADISO DI CANOSA DI PUGLIA (BT), COMPLETAMENTE RICONDIZIONATA NELL’OFFICINA DI MONFALCONE
è online! OnSite è il nuovo progetto media specializzato rivolto agli imprenditori, agli operatori, ai tecnici e a tutti coloro che operano ogni giorno “sul campo” nella filiera del cantiere e del sollevamento NEWS AFTERMARKET
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MACCHINE MANITOU
NUOVI PLUS
DI PRIVILEGIO di Stefano Vitali
46 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
IN OCCASIONE DI UNO SPECIALE EVENTO ORGANIZZATO AD ANCENIS, IL GRUPPO FRANCESE HA ANNUNCIATO IL LANCIO MONDIALE DI DUE NUOVI SOLLEVATORI TELESCOPICI DELLA LINEA PRIVILEGE PLUS, PROGETTATI APPOSITAMENTE PER IL MERCATO DELLE COSTRUZIONI
È
in occasione di una speciale “Keynote” organizzata presso la sua sede di Ancenis, in Francia, che il gruppo Manitou ha presentato i suoi due nuovi sollevatori telescopici rotativi MRT 2470 e MRT 3050. Lo ha fatto, infatti, di fronte a un pubblico di 200 persone durante un evento del tutto inusuale, durante il quale i team marketing dell’azienda hanno realizzato una presentazione diffusa su tutte le sue reti sociali e presso le sue filiali consentendo a diverse migliaia di internauti di seguire in diretta la presentazione. È la prima volta che un’azienda attiva in quest’ambito impiega questo strumento per annunciare il lancio dei suoi prodotti.
Questi due nuovi modelli completano una gamma di telescopici già molto ampia e idonea ad affrontare qualsiasi applicazione in altezza. Manitou, in particolare, si distingue nella fattispecie per essere il primo costruttore a proporre una macchina rotativa telescopica con capacità di carico di 7 t per un’altezza superiore a 20 m.
L’OPINIONE
Focus sull’edilizia Per rispondere alle esigenze di un mercato edilizio particolarmente dinamico in Europa, Manitou propone ora un modello in grado di sollevare fino a 5 t e con un’altezza lavoro massima pari a 30 m. Polivalente, il sollevatore telescopico rotativo MRT 3050 riunisce in sé precisione e sicurezza grazie a un accesso facilitato alla manutenzione per l’operatore e a stabilizzatori in grado di dispiegarsi fino a 6,25 m. Questi ultimi saranno d’ora in poi dotati di un sistema di estensimetri in grado di garantire un rilevamento più preciso e sicuro della pressione a terra degli stabilizzatori stessi. L’operatore può verificare la portata della macchina tramite una visualizzazione sul quadro strumenti posto in cabina. Dotato di una trasmissione idrostatica a due rapporti, l’MRT 3050 raggiunge una velocità massima di 40 km/h e risponde a una richiesta particolarmente elevata in Europa del Nord, mercato caratterizzato da applicazioni di varia natura quali la costruzione di immobili residenziali, industrie, coperture e strutture metalliche. L’ufficio tecnico della filiale ita-
ARNAUD BOYER VICEPRESIDENTE DEL DIPARTIMENTO MARKETING & SVILUPPO PRODOTTI
“Per apportare le migliori soluzioni ai nostri clienti, abbiamo integrato diverse innovazioni nei due nuovi sollevatori telescopici rotativi MRT 2470 e MRT 3050. Questi modelli garantiscono agli operatori migliori prestazioni e una maggiore sicurezza. Grazie alla notevole capacità di carico del modello MRT 2470, in particolare, il gruppo Manitou entra in una nuova era nell’ambito dei sollevatori telescopici rotativi”.
liana del Gruppo, con sede a Castelfranco Emilia (Mo), ha lavorato in stretta collaborazione con i team di marketing per proporre un altro prodotto innovativo: con un braccio che raggiunge 24 m, per una capacità di carico di 7 t, il sollevatore telescopico rotativo MRT 2470 rappresenta una risposta alle esigenze di edilizia pesante in altezza. A differenza del modello MRT 3050, questo sfrutta un nuovo telaio: associato a un contrappeso con design riprogettato, questo telescopico conserva
luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 47
MACCHINE scalino supplementare che scorre quando sono impiegati gli stabilizzatori, facilitando l’ingresso e l’uscita dalla cabina (la macchina può così sollevarsi di 23 cm quando gli stabilizzatori sono completamente estesi). Per applicazioni da interni è ugualmente disponibile un motore a doppia alimentazione con sistema elettrico come optional, che consente di ridurre i rumori e le emissioni di gas inquinanti, riducendo il costo totale di possesso (TCO). Anche l’accesso alla manutenzione è facilitato: l’operatore può infatti sostituire facilmente i vari filtri e i punti soggetti a lubrificazione sono stati posizionati in modo da essere facilmente identificati. Uno schermo situato sul quadro strumenti, inoltre, consente una migliore manutenzione preventiva, con informazioni relative agli intervalli di sostituzione dei pezzi in funzione del loro utilizzo. Per questi due modelli sono disponibili numerosi servizi, con la soluzione connessa di Easy Manager e un’estensione di garanzia disponibile sull’intera gamma MRT con la possibilità di scegliere tra due, tre e cinque anni supplementari.
LA GAMMA PRIVILEGE PLUS DI MANITOU SI ARRICCHISCE DI DUE NUOVI MODELLI DI SOLLEVATORI TELESCOPICI ROTATIVI, GLI MRT 2470 E MRT 3050. SONO STATI PRESENTATI RECENTEMENTE AD ANCENIS IN OCCASIONE DI UN EVENTO SPECIALE ORGANIZZATO DAL GRUPPO FRANCESE
una stabilità ottimale anche a pieno carico a 24 m. Dotato (optional) di una trasmissione idrostatica “shift on fly”, questo modello consente all’operatore di scegliere tra un cambio manuale e uno automatico. Con due rapporti, la velocità massima raggiungibile dall’MRT 2470 è di 40 km/h. L’accesso alla cabina è facilitato grazie a una pedana più ampia e allineata alla cabina stessa. Come ulteriore optional, l’operatore può beneficiare di una scala elettrica con uno 48 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
I SOLLEVATORI TELESCOPICI ROTATIVI MRT SONO PROGETTATI PER ADATTARSI A TUTTE LE SITUAZIONI OPERATIVE. LA TRASMISSIONE IDROSTATICA, IL TELAIO E LA POTENZA DEL MOTORE CONSENTONO ALLE MACCHINE DI AFFRONTARE CON PRECISIONE TUTTE LE TIPOLOGIE DI INTERVENTO E DI TERRENO
I DUE NUOVI SOLLEVATORI TELESCOPICI MANITOU SONO DOTATI DI MOTORE MERCEDES OM 934 E4-5 STAGE IV (TIER 4 FINAL), IN GRADO DI SPRIGIONARE UNA POTENZA DI 129 KW (176 CV)
Accessori innovativi Parallelamente ai due nuovi sollevatori telescopici rotativi, il gruppo Manitou ha sviluppato una nuova piastra porta-forche a rotazione continua CAT 1200/4000 R. Ruotando a 360°, questo accessorio consente di aumentare la produttività riducendo i movimenti di movimentazione e facilitando il posizionamento di carichi lunghi. Questo modello presenta una larghezza di 1,2 m per una capacità di carico frontale di 4 t (a circa 15°). La sua capacità passa a 2.500 kg sulla restante rotazione (quando l’angolo di rotazione è superiore a 15°). Questo modello è destinato alla movimentazione di carichi pallettizzati in ambienti industriali e nei cantieri edili. In collaborazione con il suo ufficio tecnico, il team della divisione Accessori di Manitou ha concepito uno strumento collegato con l’aiuto di un dispositivo di riconoscimento, di un sensore di rotazione CANbus e di un software integrato. La posizione e il peso del carico, l’angolo di rotazione della forca e la sua posizione sono controllati numerose volte al secondo, garantendo all’operatore sicurezza e stabilità del carico. Questo sistema, inoltre, impedisce sovraccarichi (in funzione dell’angolo di rotazione) e qualsiasi abbassamento delle forche quando il relativo angolo di rotazione è superiore a 90°.
Il Gruppo ha inoltre sviluppato un nuovo cestello-piattaforma estensibile rotativa in alluminio “PSE 4200 / 365 ALU”, destinato ai sollevatori telescopici MRT. La scelta dell’alluminio per l’insieme della struttura del cestello (la rotazione rimane in acciaio), consente un guadagno di peso si-
gnificativo di 150 kg, mantenendo al tempo stesso una capacità di carico di 365 kg. Lo sbraccio è così aumentato in maniera significativa, consentendo agli operatori di ottimizzare la loro efficacia durante il lavoro e di utilizzare in modo ottimale le capacità del loro sollevatore telescopico. ■
LA SCHEDA TECNICA I nuovi sollevatori telescopici Privilege Plus Capacità max. / baricentro:
MRT 2470
MRT 3050
7.000 kg/600 mm 4.999 kg/500 mm
Altezza di sollevamento max.:
24,80 m
29,50 m
Sbraccio max.:
20,50 m
25,80 m
Raggio di sterzata interno:
6,50 m
Altezza libera dal suolo:
0,35 m
Motore: Potenza motore:
Mercedes OM 934 E4-5 Stage IV 129 kW (176 CV)
Trasmissione:
Idrostatica
Portata idraulica:
180 l/min
Forza di trazione:
9.500 daN
Dimensioni (lunghezza x larghezza x altezza):
7,55 x 2,49 x 3,05 m
7,82 x 2,49 x 3,05 m
Peso operativo:
21.760 kg
21.810 kg
luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 49
MACCHINE SOCAGE
RIVOLUZIONE
INDUSTRIALE
QUEST’ANNO L’AZIENDA EMILIANA HA LANCIATO SUL MERCATO MOLTE NOVITÀ, IN TERMINI DI PRODOTTO E DI INNOVAZIONI. MA LE SORPRESE SONO APPENA INIZIATE: IL COSTRUTTORE, INFATTI, HA AVVIATO UN PROCESSO CHE LO PORTERÀ A INSEDIARSI IN UNA NUOVA SEDE ALL’AVANGUARDIA E A DIVENTARE PROTAGONISTA ANCHE NEL SETTORE DELLE... AUTOGRÙ!
di Pietro Gabrielli
T
utto (quest’anno) è iniziato all’Apex 2017: in quell’occasione, Socage aveva presentato al mercato internazionale le sue ultime innovazioni nell’ambito delle piattaforme aeree. In particolare, ad Amsterdam era stata esposto per la prima volta il modello ForSte 47TJJ, una piattaforma aerea telescopica da 47 m con doppio jib installabile su autocarri con PTT minima di 26 t. Si tratta, nello specifico, di una
50 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
macchina equipaggiata con verricello idraulico montato su jib, con capacità di 900 kg, che vanta uno sbraccio di 36 m, una capacità massima di carico di 600 kg (pari a sei operatori con relativi attrezzi) e una rotazione della parte aerea di 700°. Oltre a questa, l’azienda emiliana aveva esposto anche la Serie VT-VTJ, gamma di piattaforme aeree telescopiche installate su Van ideali per eseguire lavori di manutenzione a impianti elettrici e luminarie su strade urbane: nello stand si era potuta vedere la ForSte 15VTJ, peraltro già presentata a Monaco in occasione del Bauma 2016: con un’altezza di 15 m, questa versione è dotata di jib.
IL TELAIO CON L’“X-FACTOR”
Le ragioni per le quali il telaio a “X” brevettato da Socage ha destato grande interesse non risiedono solo nella sua fisionomia, ma anche – e soprattutto – nelle innovazioni tecniche che esso incorpora. Questo sistema, infatti, comprende quattro stabilizzatori telescopici tangenziali alla ralla di rotazione della parte aerea della piattaforma che, in estensione, acquistano un’extra-corsa rispetto agli stabilizzatori dei telai convenzionali. Questa extra-corsa determina una maggiore area di appoggio della macchina e, di conseguenza, una maggiore stabilità. Ne consegue un incremento delle prestazioni in termini di sbraccio, con un aumento della distanza dalla linea di stabilità raggiungibile dalla cesta. Altro aspetto importante di questo telaio è rappresentato dal fatto che la maggiore area di appoggio viene ottenuta contestualmente a una diminuzione dell’ingombro e a una riduzione dei pesi che gravanti sull’autocarro. Il telaio “X-Factor”, infatti, viene montato direttamente sullo chassis dell’autocarro e non necessita dell’impiego di longheroni, traverse o controtelai che fino a ora erano indispensabili per questo tipo di allestimento.
TRA LE PIÙ RECENTI NOVITÀ SOCAGE, LA PIATTAFORMA AEREA FORSTE 75TJJ. NELLA FOTO, IL MODELLO CON DOPPIO JIB CONSEGNATO A TECNOGRONDA, DOTATO DI CONVERTIBLE BASKET (BREVETTO SOCAGE). SI TRATTA DI UN CESTO IN ALLUMINIO ALLARGABILE IDRAULICAMENTE E CON PARAPETTO SOLLEVABILE PER AGEVOLARE IL CARICO: UN’INNOVAZIONE PENSATA PER CHI LAVORA CON I PANNELLI DI ETERNIT, AL FINE DI OPERARE SUI TETTI E CARICARE SUL CESTO LE LASTRE DA SMALTIRE luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 51
MACCHINE
L’OPINIONE
FIORENZO FLISI PRESIDENTE DEL GRUPPO SOCAGE
“Il 2017 rappresenta un anno strategicamente importante. Oltre alle novità di prodotto che stiamo lanciando sul mercato nel comparto delle piattaforme aeree, è in atto un processo che porterà al coronamento di un mio “antico” desiderio: realizzare una gamma competitiva di autogrù fuoristrada. Per questo motivo il Gruppo Socage ha acquisito l’azienda Manotti Industrial, specializzata in quest’ambito, con un duplice obiettivo: posizionarsi in questo mercato che, soprattutto all’estero, evidenzia segnali di crescita, e accentrare in un unico polo produttivo diverse realtà operative, con evidenti ottimizzazioni in termini economici e produttivi (il piano industriale triennale di Socage prevede inoltre la sua trasformazione in S.p.A.). Con l’acquisizione di Manotti Industrial è partito un progetto ambizioso che porterà il Gruppo a diversificare la propria offerta, completandola con una
LA SCORSA PRIMAVERA ERA STATA GIÀ LANCIATA SUL MERCATO LA FORSTE 20D, UNA PIATTAFORMA AEREA DOPPIO ARTICOLATA DELLA SERIE EXTREME DA 20 M, CON SBRACCIO DI 9 M. GRAZIE AI PROFILI SPP E A UN TELAIO CON STABILIZZATORI H+H, QUESTA MACCHINA - INSTALLATA SU AUTOCARRO DA 3,5 T - SI DISTINGUE PER LA LEGGEREZZA E LA PORTATA DEL CESTO STANDARD DI 230 KG
All’Apex era stata presentata anche l’innovativa Serie E (eXtreme), in una nuova versione completamente rivoluzionata. Si tratta di piattaforme aeree autocarrate su 3,5 t con portata di 300 kg montate sul 52 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
produzione rinnovata di autogrù, che si presenterà sul mercato con il marchio Socage Crane. Con l’azienda di Boretto, Socage – oltre al complesso immobiliare – si è assicurata macchine utensili di alto valore tecnologico e personale specializzato; grazie all’implementazione del sistema gestionale e a una capillare riorganizzazione interna si potranno coordinare in modo ottimale tutti i processi aziendali, compresa l’attività di assistenza post-vendita e ricambi gestita dalla società appositamente costituita nel 2016 e denominata Socage Customer Service. Lo stabile di 13.000 m2 di Boretto sarà la sede produttiva delle autogrù, mentre tutta l’attività legata alla prototipazione e alle piattaforme aeree sarà totalmente trasferita da Sorbara a una nuova sede avveniristica a Carpi. Con questo nuovo prodotto Socage ha l’obiettivo di porsi ai primi posti sul mercato italiano, di consolidare le proprie filiali in Germania, Francia, Tunisia, Brasile e Stati Uniti e, naturalmente, di sviluppare l’attività nei Paesi in cui era già presente Manotti Industrial, quali Nord Africa, Medio Oriente e Sud Est Asiatico. Tramite una forte presenza in Russia, la filiale in Asia e l’apertura di quella in India, peraltro, Socage ribadisce la sua espansione in ambito internazionale”.
telaio X-Factor, brevettato in esclusiva da Socage: questo, con la forma tipica a “X” (ME+ME), consente di garantire un’installazione universale per qualsiasi autocarro, di avere i “piedi” verticali e di poter lavorare in sagoma. Altra innovazione esclusiva delle piattaforme aeree Serie E è rappresentata dai profili SPP (Socage Project Profile), realizzati utilizzando lamiere di acciaio altamente performante (Strenx) e grazie alla collaborazione tra Socage e Welser Profile GmbH. Si tratta di profili tubolari in materiale altoresistenziale progettati con l’obiettivo di rendere il telaio di queste piattaforme ultraleggero (il loro processo di realizzazione ha inizio con l’utilizzo della tecnica di profilazione a rulli, prosegue con la saldatura a laser del giunto, il taglio laser del profilo e con la saldatura a robot). I vantaggi della tecnologia SPP? La modularità delle macchine, una riduzione dal 30% al 50% del peso della parte aerea e una diminuzione del consumo dell’autocarro. Rappresentante della Serie E era stata la ForSte 20TJ eXtreme, una piattaforma aerea telescopica con jib installata su telaio X-Factor: capace di un’altezza massima di lavoro di 19,5 m e di uno sbraccio di lavoro di 13,5 m, offre una capacità di carico di 300 kg (due operatori + attrezzi) ed è installabile su camion da 3,5 t. La sorpresa più grande all’Apex era
stata però la ForSte 20D, piattaforma aerea doppio articolata (sempre della Serie E) da 20 m, con uno sbraccio di 9 m: grazie ai profili SPP e a un telaio con stabilizzatori H+H, questa macchina – installata su autocarro da 3,5 t – si distingue per la leggerezza e la portata del cesto standard di 230 kg. Quest’ultima, come le precedenti citate, era solo però una piccola anticipazione di una serie di altre novità che Socage sta presentando in questo periodo autunnale.
“Collezione” autunno-inverno La citata introduzione della Serie E ha ampliato la gamma di prodotti offerti da Socage dando la possibilità agli operatori di scegliere tra piattaforme aeree standard ed eXtreme. Come evidenziato, “eXtreme” significa innanzitutto innovazione e maggiori prestazioni: le piattaforme di questa linea sono installate su autocarri da 3,5 t con portata di 300 kg e utilizzano lo speciale telaio X-Factor brevettato in esclusiva da Socage. In linea con questo concetto progettuale, il costruttore presenta oggi la ForSte 24DJ eXtreme, una piattaforma aerea doppio articolata con jib, altezza massima di 24 m, equipaggiata con un telaio a “X” (ME+ME), sbraccio massimo di lavoro 13 m e portata massima del cestello di 300 kg. Altra novità particolarmente interessante è la piattaforma aerea
LA NUOVA FORSTE 24DJ EXTREME È UNA PIATTAFORMA AEREA DOPPIO ARTICOLATA CON JIB, ALTEZZA MASSIMA DI 24 M, EQUIPAGGIATA CON UN TELAIO A “X” (ME+ME)
NOVITÀ 2017 È ANCHE IL MODELLO FORSTE 47TJJ, UNA PIATTAFORMA AEREA TELESCOPICA DA 47 M CON DOPPIO JIB INSTALLABILE SU AUTOCARRI CON PTT MINIMA DI 26 T
LA SCHEDA TECNICA Le ultime novità Socage
ForSte 24DJ eXtreme
ForSte 75TJJ
Altezza max di lavoro:
23,5 m
75 m
Sbraccio max di lavoro:
13 m
40 m
Portata in cesta:
300 kg
600 kg
Dimensioni cesta:
1,4 x 0,7 x 1,1 m
2,3/3,6 x 0,9 x 1,1 m
Rotazione piattaforma:
700°
Rotazione cesta:
90°+90°
360°
Telaio:
ME + ME
HE + HE
Comandi:
elettrici
ForSte 75TJJ, una delle macchine che Socage dedica alle esigenze di chi lavora ad altezze considerevoli. Questa piattaforma aerea telescopica presenta un doppio jib, raggiunge i 75 m di altezza ed è installabile su autocarri con PTT minima di 32 t. La ForSte 75TJJ vanta peraltro uno sbraccio di 40 m, ha una capacità massima di carico di 600 kg (pari a sei operatori con relativi attrezzi) e una rotazione della parte aerea di 700°. Inoltre, può essere equipaggiata con verricello idraulico montato su jib, con capacità di 900 kg. Queste sono solo alcune delle innovazioni che Socage ha in serbo per i propri clienti. La dinamica azienda emiliana, infatti, vanta un’ampia gamma di piattaforme aeree altamente performanti, in costante evoluzione: parliamo di piattaforme telescopiche su Van (Serie VT), telescopiche con jib (Serie TJ-TJJ), telescopiche (Serie T), cingolate (Serie SPJ), con comandi elettrici (Serie E), doppio articolate con jib (Serie DJ), doppio articolate (Serie DA-D), articolate (Serie A314) e senza stabilizzatori (Serie A), X-Factor (Serie 4). Il tutto, per rispondere alle esigenze più diverse di chi lavora in altezza. ■ luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 53
Hands On
ECCELLENZA DI SERIE CON QUASI 18 M DI ALTEZZA DI SOLLEVAMENTO E UNA CAPACITÀ DI 4 T, IL SOLLEVATORE TELESCOPICO T40.180SLP OFFRE PRESTAZIONI AL TOP PER LAVORI A GRANDI ALTEZZE. GLI STABILIZZATORI COMPATTI, IL CORRETTORE D’INCLINAZIONE DEL TELAIO E IL SISTEMA DI POSIZIONAMENTO DEL BRACCIO SONO SOLO ALCUNE DELLE SOLUZIONI PROGETTATE PER OFFRIRE UN’ELEVATA PRODUTTIVITÀ NEL SOLLEVAMENTO DI CARICHI E PERSONE
di Ettore Zanatta
54 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
IL SOLLEVATORE TELESCOPICO BOBCAT T40.180SLP
B
obcat vanta oltre 50 anni di esperienza nella progettazione di macchine compatte e i sollevatori telescopici si inseriscono perfettamente nel suo core business aziendale. Stabilità, equilibrio, versatilità, compattezza, affidabilità e produttività: sono gli elementi su cui si basa la produzione del costruttore, realizzata negli stabilimenti di Pontchâteau (Francia) con lo scopo di offrire grandi prestazioni nelle condizioni più impegnative nelle applicazioni agricole, nel settore delle costruzioni, nella gestione dei rifiuti e in svariati contesti industriali.
Nel settore delle costruzioni e del noleggio, in particolare, i telescopici Bobcat sono apprezzati per le loro doti di sbraccio, agilità e robustezza. Non fa eccezione il modello T40.180SLP, dove T significa “Telescopic Handlers”, 40 indica la capacità massima in quintali, 180 indica i 18 m di altezza di sollevamento e le lettere SLP indicano i termini Stabilizers, Levelling e Positioning.
Un “cuore” robusto Il telescopico Bobcat T40.180SLP si mette in evidenza per molteplici peculiarità riferite alle sue prestazioni, al comfort e alla disponibilità operativa.
Il telescopico Bobcat si distingue per una struttura particolarmente protetta e presenta: un telaio scatolato con piastre di protezione del fondo in acciaio; un design integrato per la testa del braccio; pattini di usura a lunga durata, bulloni a grande resistenza; inserti in acciaio di grosse dimensioni
luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 55
Hands On La trasmissione Danfoss Sauer è idrostatica, per una guida comoda e semplice. Gli assali sono Dana Spicer. Il design compatto dell’insieme consente una facile integrazione, migliorando la visibilità. Inoltre, la sua semplicità la rende affidabile. Questa struttura offre: una transizione fluida e veloce della velocità dalla gamma bassa a quella alta, senza cambio marcia (tranne nel modello TL35.70), con riduzione dell’usura degli pneumatici; una gestione automatica e intuitiva della trazione in funzione delle esigenze di coppia e velocità che consente all’operatore di concentrarsi sul lavoro da compiere; freno motore e funzione di inching combinata, che riduce l’usura dei dischi dei freni
La trasmissione idrostatica per impieghi gravosi di cui è dotato, ad esempio, eroga potenza in modo fluido e rapido, quando se ne ha bisogno, assicurando una coppia elevata alle ruote per lo scavo e la spinta. L’utilizzo è semplice, con caratteristiche aggiuntive che rendono il lavoro efficiente: due gamme di velocità, scalata automatica in presenza di condizioni di carico pesanti, sistema di gestione della velocità SMS, frenata dinamica e pedale di inching. Importante è poi il motore turbocompresso: sfruttando i suoi 50
anni di esperienza nello sviluppo di propulsori, Bobcat ha progettato il D34 – disponibile in versione da 75, 100 e 130 HP – puntando a creare un motore dalle grandi prestazioni ma con consumi ridotti. I motori di questa famiglia soddisfano i requisiti Stage IV/Tier 4 Final grazie a un pacchetto integrato per la riduzione delle emissioni che fa a meno del filtro antiparticolato diesel (DPF) e che include il
ricircolo dei gas di scarico (EGR), il catalizzatore di ossidazione diesel (DOC) e la riduzione catalitica selettiva (SCR). La coppia elevata è raggiunta grazie al sistema d’iniezione elettronica Common Rail ad alta pressione (HPCR) e al turbocompressore che regola l’aspirazione dell’aria. Il design compatto consente un’integrazione ottimizzata del motore sulla macchina, con un’ottimale accessibilità e visibilità sul lato destro della cabina.
Concetti innovativi Due sistemi applicati al sollevatore T40.180SLP ne esaltano le prestazioni. Il sistema SMS (Speed Management System), ad esempio, mantiene il motore a pieno regime anche durante la traslazione lenta. Grazie a ciò, dunque, è
BOBCAT D34:
UN MOTORE “IN-HOUSE DESIGN”
Bobcat ha progettato i suoi propulsori Stage IV con turbocompressore per rispondere specificatamente alle richieste degli utenti dei suoi sollevatori telescopici: prestazioni ottimizzate, estrema affidabilità, bassi consumi e manutenzione efficiente. Il tutto, racchiuso in un design compatto che migliora la visibilità. Il centro di progettazione Bobcat, d’altronde, vanta una vasta competenza nel settore: 50 anni di esperienza nello sviluppo dei motori e altrettanti in quello di macchine compatte, oltre a più di un milione e mezzo di motori prodotti come fabbricante OEM in diversi settori industriali: macchine industriali, mezzi 56 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
militari, veicoli commerciali, impianti per la generazione elettrica e applicazioni marine. Le versioni disponibili (Stage IIIB/Tier 4 Final da 55,2 kW/75 HP e Stage IV/ Tier 4 Final da 74,5 kW/100 HP, entrambi a 2.400 giri/min) offrono un costo totale di possesso “sotto controllo” (consumi e costi di manutenzione inferiori e assenza di fermo macchina), tecnologie applicate avanzate (aspirazione aria gestita da turbocompressore + gestione elettronica dell’iniezione con sistema Common Rail ad alta pressione), un sistema di combustione brevettato con produzione estremamente bassa di particolato
(non richiede DPF) e grande potenza, con una coppia elevata a basso regime. È disponibile anche una versione a controllo meccanico Perkins 1104D-44TA, Stage IIIA/Tier 3 da 74,5 kW/100 HP a 2.200 giri/min.
IL SOLLEVATORE TELESCOPICO BOBCAT T40.180SLP
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possibile regolare la velocità di traslazione della macchina indipendentemente dal regime di rotazione del motore: è
sufficiente regolare la velocità del motore secondo le impostazioni ottimali per l’accessorio in uso e poi inserire la velocità di traslazione desiderata. Il sistema è utile quando si impiegano accessori che richiedono una traslazione lenta e costante, ma con un regime motore elevato. Il sistema brevettato BPS (Boom
Il sollevatore telescopico Bobcat T401.80SLP può essere equipaggiato con un’ampia gamma di accessori, per soddisfare la maggior parte delle applicazioni nel settore delle costruzioni. È dotato di attacco rapido Quick-Tack, un sistema facile, ma potente, per cambiare rapidamente l’attrezzatura. Il cambio degli accessori non idraulici può essere eseguito direttamente dalla cabina di guida
Gli ingegneri Bobcat hanno progettato un motore compatto dalle grandi prestazioni, garantendo al contempo un facile accesso a tutti i punti di manutenzione. All’interno del vano si trova il pre-filtro aria ciclonico incorporato, per assicurare un filtraggio efficiente in ambienti polverosi e una più lunga vita utile, grazie a: filtraggio a tre stadi; pre-filtri che rimuovono fino al 95% della polvere prima di raggiungere i filtri; facile accesso e sostituzione dei filtri; flusso d’aria a percorso diretto, che permette di contenere il mezzo filtrante in uno spazio più compatto, con un profilo più efficiente e una manutenzione più facile 1. pre-filtro aria ciclonico 2. SCR 3. serbatoio refrigerante 4. scambiatore di calore del carburante 5. condensatore AC 6. turbo 7. filtro gasolio 8. DOC 9. serbatoio AdBlue 10. compressore AC 11. filtro olio 12. motore montato longitudinalmente
Positioning System), invece, assicura un salto in avanti in termini di produttività: conferisce una capacità di traslazione laterale utile per collocare il braccio – e quindi il carico – esattamente dove desiderato. A differenza dei traslatori convenzionali, il telaio BPS è integrato nel mezzo e non comporta alcuna perdita in termini di capacità di sollevamento.
Il sistema di posizionamento del braccio (BPS) consiste in un esclusivo traslatore che consente lo spostamento laterale dei carichi movimentati in altezza sulle forche senza dover spostare la macchina. È efficace su ruote come su stabilizzatori
luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 57
Hands On
CONCETTO “TOOL CARRIER” (ACCESSORI) LINEA IDRAULICA AUSILIARIA SULLA TESTA DEL BRACCIO
JOYSTICK “ALL-IN-ONE” NUOVI MOTORI BOBCAT D34 - STAGE IV COFANO MOTORE CON PROFILO OTTIMIZZATO
STABILIZZATORI COMPATTI
COMPENSAZIONE DELL’INCLINAZIONE DEL TELAIO
TRASLATORE INTEGRATO PER RUOTE E STABILIZZATORI 58 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
IL SOLLEVATORE TELESCOPICO BOBCAT T40.180SLP I PUNTI DI FORZA
LA CAPACITÀ OPERATIVA LA FUNZIONE DI LIVELLAMENTO GLI ASSALI PER IMPIEGHI GRAVOSI IL SISTEMA DI POSIZIONAMENTO DEL BRACCIO (BPS) IL SISTEMA SHS (SMART HANDLING SYSTEM)
CABINA ROPS/FOPS A VISIBILITÀ PANORAMICA
MODALITÀ “ECO”
TRASMISSIONE IDROSTATICA
TELAIO SCATOLATO E SALDATO
QUATTRO RUOTE STERZANTI
luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 59
Hands On
Gli stabilizzatori compatti e di facile impiego assicurano la piena capacità di utilizzo della macchina anche negli spazi più angusti
La funzione di livellamento è utile per i lavori su terreni irregolari con pendenze. Compensando l’inclinazione del suolo, questo sistema mantiene la macchina in posizione orizzontale, migliorandone la stabilità
Il T40.180SLP si caratterizza per il rilevamento della pressione al suolo degli stabilizzatori: un sensore controlla costantemente la pressione per assicurare che non si verifichino perdite o cali e garantire così la stabilità in qualunque condizione
Una struttura efficiente A rendere efficiente e sicuro il T40.180SLP concorrono molti altri elementi. Gli stabilizzatori compatti assicurano il pieno utilizzo delle capacità del mezzo anche
nelle aree di lavoro più anguste e in prossimità di muri; oltre a contribuire a un lavoro sicuro, offrono vantaggi quando occorre avvicinarsi a un edificio senza ridurre lo sbraccio.
Quando il sollevatore lavora su superfici inclinate, poi, è possibile compensare l’inclinazione orizzontale del telaio: questo sistema mostra sul display l’angolo del telaio e gestisce automaticamente velocità
L’utilizzo degli accessori idraulici è reso più semplice grazie al sistema di accoppiamento rapido Bobcat FCS (Fast Coupling System), con rilascio automatico di pressione. L’operatore può regolare la portata idraulica della linea ausiliaria direttamente tramite il joystick
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IL SOLLEVATORE TELESCOPICO BOBCAT T40.180SLP Il radiocomando può essere impiegato con la piattaforma porta-persone per posizionare con precisione carichi in spazi confinati. Il comando remoto controlla tramite radiocomando i movimenti del braccio, le funzioni ausiliarie e il sistema di compensazione dell’inclinazione La predisposizione per il comando remoto e la piattaforma porta-persone opzionale trasformano il sollevatore telescopico T40.180SLP in una soluzione “plug&play” per i lavori aerei e le applicazioni di sollevamento di precisione, senza dover fare affidamento sugli avvolgi-cavo
La piattaforma porta-persone può essere fissa, rotante e/o estensibile (come nel caso della versione analizzata in questo Hands On)
e ampiezza dell’angolo di compensazione dell’inclinazione. Per garantire lunga durata anche nelle applicazioni impegnative, questa macchina è dotata di assali per impieghi gravosi Dana Spicer, che offrono: ingranaggio
differenziale centrale; freni di servizio a bagno d’olio; tre ingranaggi planetari nei mozzi; un cilindro di sterzo protetto in posizione superiore; sensore di posizione per il riallineamento delle ruote al cambio della modalità di sterzo. Da citare anche la linea idraulica ausiliaria sulla testa del braccio, che rende il lavoro più efficiente e sicuro. Altro esempio dei vantaggi delle soluzioni tecnologiche Bobcat è il sistema FCS (Fast Connect System): garantisce il cambio facile e veloce degli accessori idraulici grazie al sistema integrato di accoppiamento rapido a rilascio di pressione. Il cilindro di inclinazione nella testa del braccio e la maggior parte dei componenti idraulici del sollevatore T40.180SLP sono integralmente protetti
ECCELLENZA NEL SOLLEVAMENTO Tutti i sollevatori telescopici rigidi Bobcat sono progettati e fabbricati nel Centro di Eccellenza di Pontchâteau, in Francia. Con più di 50 anni di esperienza nella costruzione di macchine per la movimentazione di materiali, questo stabilimento certificato ISO 9001 applica gli elevati standard di qualità che da sempre caratterizzano l’operato del costruttore. Con una forte integrazione tecnologica che va dalla saldatura di telaio e braccio all’assemblaggio finale, produttività e qualità delle macchine sono assicurate da attrezzature moderne come
robot saldatori, linea per granigliatura, cabine di verniciatura a due strati e componenti integrati. Ogni macchina prodotta in questa fabbrica è sottoposta prima della consegna a controlli estensivi e rigorosi che includono conformità normativa, verifica delle prestazioni, controllo di qualità e verifiche funzionali. Il livello di eccellenza raggiunto dai suoi sollevatori telescopici ha indotto Bobcat a offrire una garanzia standard di tre anni o 3.000 ore. La gamma attuale comprende versioni compatte da 2,6 t di capacità di
sollevamento (TL26.60) e 3 t (TL30.60), versioni per medie altezze da 3,5 t (TL35.70, T35.105S, T35.105SL e T36.120SL) e per grandi altezze da 3,5, 4,1 e 4 t (T35.130S, T35.130SLP, T35.140S e T41.140SLP, oltre al T40180SLP in oggetto). luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 61
Hands On Il cruscotto elettronico è di facile utilizzo e consente di gestire la compensazione dell’angolo del telaio e del braccio, il regime motore, la velocità della macchina, l’impostazione della portata idraulica ausiliaria e molto altro. Basta il tocco di un pulsante per ottenere una chiara panoramica su tutti i parametri operativi La cabina è particolarmente ergonomica. Da evidenziare: il comando FNR su joystick, per una massima capacità di controllo direttamente sulla punta delle dita dell’operatore (per selezionare la direzione di marcia è sufficiente premere un pulsante, mentre l’operatore può continuare a tenere le mani contemporaneamente sul volante e sul joystick, migliorando sicurezza e produttività); il comando della portata ausiliaria è controllato con facilità e precisione dal joystick; lo sterzo regolabile; la disposizione ordinata di tutti i comandi
levamento, inclinazione, sfilo), comando integrato FNR (marcia avanti/retromarcia/folle), controllo delle funzioni ausiliarie e delle imposta-
zioni della macchina; il riallineamento semiautomatico delle ruote, che assiste l’operatore nell’assicurare il corretto allineamento nel passag-
Comfort e operatività Molti altri fattori portano il T40.180SLP a essere apprezzato per il suo comfort e la sua sensibilità operativa. Tra questi: la visibilità della cabina panoramica ROPS/ FOPS; lo schermo LCD multifunzione; il joystick elettro-proporzionale, ergonomico e multifunzione, con comando integrale del braccio (sol-
Il sistema di gestione dei movimenti aggravanti (AMA) assicura sicurezza di utilizzo in qualunque condizione, a prescindere dal carico. Il display, accuratamente posto per garantirne la massima visibilità, fornisce informazioni sulla gestione del carico in modo chiaro e continuo
RIALLINEAMENTO SEMIAUTOMATICO Il sollevatore telescopico Bobcat T40.180SLP offre tre modalità di sterzata con riallineamento semiautomatico delle ruote. Questo sistema aiuta l’operatore a riallineare con facilità le ruote anteriori e posteriori nel passaggio tra le tre modalità di sterzata: modalità a due ruote sterzanti per i trasferimenti su strada e gli impieghi ad alta velocità; modalità a quattro ruote sterzanti per un raggio di sterzata minimo; modalità a granchio per semplificare il posizionamento lungo muri e in spazi confinati.
La cabina è panoramica e dotata di parabrezza ampio e dal profilo arrotondato. Presenta inoltre un ampio lunotto posteriore e una griglia di protezione superiore che assicura la massima protezione e migliora la visibilità a piena altezza
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IL SOLLEVATORE TELESCOPICO BOBCAT T40.180SLP Lo Smart Handling System (SHS) è un Sistema esclusivo che adatta la macchina al lavoro da svolgere, combinando produttività e precisione. Consente l’impostazione della velocità del braccio telescopico (sollevamento, estensione, brandeggio) tramite i pulsanti “+” e “-” del joystick
gio tra le diverse modalità di sterzata (può essere eseguito anche manualmente); la modalità ECO, che consente di risparmiare carburante; la tecnologia CANBus, che limita il numero di cavi e connettori presenti sulla macchina; i fari di lavoro sul tetto della cabina (due davanti e uno dietro).
A tutto ciò si aggiungono il freno di stazionamento automatico, il telaio scatolato saldato, il sistema AMA di arresto dei movimenti aggravanti, l’interruttore elettronico della batteria (EBD), il prefiltro dell’aria ciclonico, la concezione robusta del braccio, il sistema di diagnostica attiva e l’attacco per accessori Quick-Tack. ■
LA SCHEDA TECNICA Il sollevatore telescopico Bobcat T40.180SLP Altezza di sollevamento (su stabilizzatori/pneumatici): Portata nominale: Capacità ad altezza massima (su stabilizzatori/pneumatici): Capacità a sbraccio massimo (su stabilizzatori): Sbraccio massimo su pneumatici: Motore: Potenza motore: Trasmissione: Pneumatici standard: Velocità di traslazione (prima marcia, gamma di bassa/alta velocità):
17.466/16.200 mm 4.000 kg 2.500/1.250 kg 560 kg 12.800 mm Bobcat D34, 4 cilindri - Stage IV 74,5 kW (100 HP) a 2.400 giri/min * idrostatica Dunlop 400/80-24 156B T37 8,5/30 km/h
Tempo di sollevamento/abbassamento (senza carico):
12,8/8,4 secondi
Tempo ingresso telescopico a distanza/sbraccio massimo (senza carico):
20,3/17,7 secondi
Tempo di estensione telescopico a sbraccio massimo (senza carico):
29 secondi
Tempo uscita telescopico ad altezza massima (senza carico):
29 secondi
Distanza da terra:
509 mm
Raggio di sterzata esterno (con forche a distanza di 1.040 mm):
5.840 mm
Raggio di sterzata esterno (agli pneumatici):
4.150 mm
Raggio di sterzata interno:
1.519 mm
Livello sonoro operatore (LpA - EN 12053): Dimensioni complessive (con forche): Peso:
78 dB(A) 7.425 x 2.418 x 2.673 mm 10.950 kg
* disponibile anche in versione da 55,2 kW (75 HP), senza SCR/post-trattamento AD-Blue
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COMPONENTI PANOLIN
PROTAGONISTI
nella sostenibilità
SI È RILEVATA AZZECCATA LA CONVERSIONE DA UN FLUIDO IDRAULICO MINERALE A PANOLIN HLP SYNTH FLUIDO IDRAULICO ECOLOGICO, DI UN TRASPORTATORE INDUSTRIALE COMETTO DA PARTE DEL LA CISA TRASPORTI INDUSTRIALI. I BENEFICI SONO STATI RILEVANTI SIA IN TERMINI ECONOMICI CHE AMBIENTALI di Riccardo Lorenzi 64 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
S
e c’è una parola che da sola è capace di racchiudere le molteplici sfide dell’imprenditoria odierna, questa è senza dubbio “sostenibilità”. Trovare l’esatto bilanciamento tra l’equilibrio economico e quello ambientale è un compito arduo, ma reso necessario dal contesto attuale. Centrare il bersaglio è difficile, ma non impossibile. Passando dalla teoria alla pratica, è interessante il caso concreto rappresentato dall’ap-
plicazione del concetto “Panolin Greenmachine”, ovvero la scelta di un lubrificante ecologico come Panolin HLP Synth da parte de La Cisa Trasporti Industriali, azienda con un solido background nel settore della logistica. I vantaggi connessi a tale scelta sono tangibili su entrambi i versanti, visto che migliorano la competitività dell’azienda consentendole, al contempo, di rispettare i più elevati standard ambientali. Fondata nel 1969, La Cisa ha iniziato la sua attività nel settore dei
trasporti per poi estenderla alla movimentazione industriale, in particolare nel ramo siderurgico e in quello dei prefabbricati, che oggi rappresenta il suo core business. L’attività di logistica viene svolta tramite macchinari moderni e operatori qualificati garantendo tutte le fasi della movimentazione di semilavorati e prodotti finiti. La Cisa si occupa inoltre di spedizione, identificazione e stoccaggio del materiale e gestione del piazzale informatizzata sui carrelli elevatori e semoventi; grazie alle sue 10 sedi operative, è in grado di garantire una copertura totale per qualsiasi tipo di manutenzione sui mezzi.
Alte prestazioni Il know-how accumulato da La Cisa durante quasi mezzo secolo di attività rappresenta un asset a disposizione dei clienti, ma in un mercato complesso è sempre necessario guardare al futuro con la voglia di migliorarsi per crescere. Di questo percorso fa parte anche l’impegno nei confronti dei temi
ambientali, che si manifesta anche attraverso investimenti importanti e un’attenzione per l’innovazione che ha visto l’azienda essere scelta come tester in anteprima nazionale del primo trattore portuale completamente elettrico, nel 2016. In questo filone s’inserisce anche la decisione di considerare il fluido biodegradabile Panolin, che garantisce molteplici vantaggi: la possibilità di raggiungere intervalli di 20.000 ore tra un cambio e l’altro; la semplificazione delle procedure di messa in sicurezza in caso di sversamenti; la limitazione dei fenomeni di deterioramento dell’asfalto, che caratterizzano le perdite di olio minerale. Prima della conversione, il trasportatore industriale semovente Cometto ETL3 (veicolo semovente a 3 assi configurato con un telaio ottimizzato per impieghi gravosi e le movimentazioni d’acciaieria) utilizzato come test operava all’interno di un impianto siderurgico nel quale la velocità è limitata a 18 km/h; conseguentemente, il
motore diesel con cui era equipaggiato girava a 2.350 giri/min, mentre a seguito della conversione la macchina riusciva a raggiungere – a pari giri – quasi 4 km/h in più, quindi con un aumento delle prestazioni e delle produttività. Per non infrangere il suddetto limite di velocità, si è ridotto del 9% il numero massimo di giri, scendendo a 2.150 giri/min (-9%), riducendo quindi sia il consumo di carburante che le emissioni di inquinanti. Inoltre, grazie alla conversione operata, La Cisa può ora contare su una serie di vantaggi rappresentati dalla riduzione dei fermi macchina, dalle minori quantità di olio acquistato, utilizzato e smaltito: tutti fattori che, sommati tra loro, rendono possibile centrare il duplice obiettivo del risparmio economico e della riduzione dell’impatto ambientale.
I biodegradanti Panolin L’aumentata efficienza sperimentata da La Cisa deriva dalle caratteristiche del fluido idraulico
LA SOSTENIBILITÀ DI PANOLIN HLP SYNTH Panolin HLP Synth è un fluido idraulico completamente sintetico, senza zinco, non inquinante e ad alta efficienza a base di esteri saturi, combinati con speciali additivi.Panolin HPL Synth è certificato Blauer Engel, il marchio tedesco di qualità
ecologica. Il suo impiego impedisce – anche a elevate temperature d’esercizio e nel lungo periodo – la formazione di depositi o resine tipico di esteri insatuti o oli vegetali. Ulteriori vantaggi connessi alla sua scelta sono la lunga
durata di servizio, le ridotte emissioni di CO2, le grandi riserve di rendimento rispetto agli oli idraulici a base minerale, l’ottimale rispondenza ad alte pressioni, così come la fluidità a freddo (grazie al punto di scorrimento molto basso) e la notevole stabilità nell’ossidazione ad alte temperature. In questa occasione è stata eseguita la procedura di conversione scarico olio minerale usato con drenaggio dei cilindri di sollevamento; introduzione olio di flussaggio Hydroflush 32 con sostituzione filtri idraulici; lavoro per un giorno su due turni della macchina con olio di flussaggio per effettuare la decontaminazione dell’impianto; scarico olio di flussaggio; introduzione Panolin HLP Synth 46 e sostituzione filtri; campionamento dell’olio per analisi per comprovare il successo dell’operazione. luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 65
COMPONENTI
COMETTO & FAYMONVILLE: SINERGIA PER LA MOVIMENTAZIONE Fondata nel 1954, la Cometto è un’azienda di riferimento nella produzione di rimorchi semoventi, modulari pesanti e attrezzature speciali semoventi per applicazioni industriali.Il suo brand si è affermato su scala mondiale a partire dagli anni Ottanta grazie, tra le altre, alla fornitura alla NASA del trasportatore Space Shuttle Orbitere, nel decennio successivo, attraverso il coinvolgimento nei progetti ARIANE. L’azienda di Borgo San Dalmazzo (Cn) è stata acquisita quest’anno dal Gruppo Faymonville, il colosso internazionale della produzione di semirimorchi per trasporti speciali: l’operazione ha consentito all’azienda lussemburghese di espandersi sia nel segmento del rimorchio modulare semoventeche sul piano geografico. Già presente in numerosi paesi europei, Faymonville comprende soluzioni di trasporto da 15 a più di 15.000 t. La sua superficie produttiva si estende su oltre 150.000 m² in cinque diversi stabilimenti, con una capacità produttiva di oltre 3.000 unità l’anno. Il portafoglio prodotti Faymonville si distingue per il brand MAX. L’integrazione tra le due aziende determinerà “una maggiore capacità produttiva, insieme a una migliore qualità: quest’acquisizione aumenterà in modo significativo la nostra posizione sul mercato”.
LA SCHEDA TECNICA COMETTO ETL3 Portata utile:
60 t
Tara:
22.5 t circa
Peso complessivo:
82.5 t circa
Numero di assi: Numero di sospensioni: Numero di sospensioni motorizzate/frenate: Pneumatici tipo: Numero di pneumatici:
3 6 (0 folli) 2/4 355/65-15 “CSE” Super-Elastic 12
Raggio interno di sterzatura:
2,000 mm ca
Raggio esterno di sterzatura:
7,850/7,200 mm ca
Lunghezza totale:
12,450 mm
Lunghezza piano di carico:
12,450 mm
Larghezza piano di carico:
2,500 mm
Altezza minima piano di carico:
1,320 mm ca
Altezza piano di carico in condizione di marcia:
1,600 mm ca
Altezza massima piano di carico: Corsa sospensione: Motore:
1,900 mm 580 mm
Volvo Penta TAD750VE ICFN170 kW @ 2.300 rpm, emission Epa III
Pendenza massima superabile a pieno carico: Velocità max su pendenza 0% a vuoto: Velocità max su pendenza 0% a pieno carico:
66 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
8% circa 20 km/h circa 6 km/h circa
Panolin HLP Synth 46, a base di esteri saturi, con coefficiente d’attrito inferiore fino al 46% rispetto a un minerale di pari viscosità e un migliore comportamento a temperature medio-alte. I lubrificanti Panolin ECLs sono biodegradabili al 100%, sviluppati per garantire livelli prestazionali superiori rispetto a un corrispondente olio minerale, garantendo maggiore stabilità del prodotto alle variazioni di temperatura, maggiore durevolezza e mantenimento delle caratteristiche nel tempo, filtrabilità e maggiore protezione dei macchinari. Tali caratteristiche permettono di allungare le ore stimate di vita utile dell’olio in misura non inferiore a cinque volte. Rispetto a un HLP o HVLP DIN 51524, con una vita stimata di circa 2.000 ore, secondo Panolin HLP Synth (HEES secondo ISO 15380) arriva a oltre 20.000 ore, aumentando la durata degli intervalli tra un cambio d’olio e l’altro, diminuendo i fermi macchina, riducendo la quantità di olio da smaltire e andando a incidere positivamente sui costi d’esercizio e sugli impatti ambientali. Importatore e distributore esclusivo per l’Italia dei lubrificanti Panolin è E.C.O. Italia (Castelmaggiore - Bo): fondata nel 2000, due anni dopo ha iniziato lacommercializzazione di prodotti lubrificanti e affini e nel 2003, la partnership con Panolin. ■
TECNOLOGIE JCB
HOW IT’S MADE:
il telescopico JCB Loadall IL MOVIMENTATORE TELESCOPICO È SOLO UNO DEI PRODOTTI INNOVATIVI DEL COSTRUTTORE BRITANNICO CHE, DAI TEMPI DELLA PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE TECNICA DEL PRIMO MODELLO, AVVENUTA NEL 1977, HA AMPIAMENTE SUPERATO LO STORICO TRAGUARDO DELLE 200.000 UNITÀ PRODOTTE di Ettore Zanatta
I
l reparto produttivo dei movimentatori telescopici è da 40 anni il fulcro dello stabilimento JCB di Rocester, nello Staffordshire. Qui oggi vengono prodotti oltre 30 modelli base; tuttavia, il numero delle opzioni proposte per motore, cambio, braccio e cabina danno vita a oltre 1.000 configurazioni realizzate lungo la linea di produzione. Ma come si costruisce e cosa implica per JCB la costruzione di una macchina di questo genere?
68 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
Di seguito, il racconto di questo processo: dalla lamiera d’acciaio all’approvazione del cliente finale, per capire cosa rende il
telescopico del costruttore britannico uno strumento imprescindibile in qualsiasi cantiere moderno.
IL PROCESSO DI PRODUZIONE INIZIA CON LA FORNITURA DELL’ACCIAIO IN LASTRE
LA PRESSA PER LA LAVORAZIONE DEGLI ELEMENTI CHE COMPONGONO IL BRACCIO INTERNO
PIASTRE SAGOMATE DEL TELAIO IN ATTESA DI ESSERE POSIZIONATE PER LA SALDATURA
LE LASTRE DI ACCIAIO VENGONO MOVIMENTATE CON GRU DALL’OPERATORE
I MACCHINARI UTILIZZATI DA JCB ASSICURANO AL TELAIO UNA SALDATURA ACCURATA E DI ALTA QUALITÀ
Il processo produttivo Il processo produttivo di JCB ha inizio da lamiere d’acciaio di alta qualità che arrivano ogni giorno presso la sede di Rocester: durante l’anno la sola linea di produzione del telescopico “consuma” oltre 35.000 t di questo materiale per la costruzione di telai, stabilizzatori e di bracci ad alta resistenza. Com’è tipico dei costruttori a “integrazione verticale”, poi, altre strutture JCB nei dintorni della sede dello Staffordshire forniscono i motori, le trasmissioni, gli assali e le cabine, nonché tutti i pistoni e i cilindri idraulici. Ciò consente ai progettisti e agli ingegneri della Casa inglese un’accurata messa a punto dei componenti, per garantirne un funzionamento ottimale una volta assemblati, aumentando prestazioni e produttività (nella sede di produzione dei telai e dei bracci si effettuano due turni, per mantenere un
turno di assemblaggio unico nel reparto di fornitura). La lamiera d’acciaio arriva su camion e viene conservata sotto una copertura all’esterno dell’edificio di produzione; viene quindi immessa in due linee di produzione
TAGLIO LASER DI UNA PIASTRA LATERALE DEL TELAIO
specifiche, per i bracci e per i telai, con un’area di produzione collaterale dedicata agli stabilizzatori. L’attenta pianificazione assicura un livello minimo di rifiuti in fase di taglio, poiché la progettazione su computer combina vari componenti in ogni lamiera d’acciaio allo scopo di utilizzare fino al 77% del materiale in ingresso. L’acciaio di scarto viene restituito ai fornitori per essere riciclato. Le lamiere con spessore non superiore a 15 mm vengono tagliate mediante quattro macchine da taglio laser controllate da computer, mentre il taglio di quelle da 20-40 mm avviene tramite macchine da taglio CNC al plasma. JCB, infatti, ha recentemente investito più di un milione di sterline in attrezzature da taglio laser e al plasma per la sua linea di telescopici; queste ultime, in particolare, sono in grado di realizzare anche angoli conici, che miglio-
ULTIMATA LA FASE DI ASSEMBLAGGIO I COMPONENTI ASSEMBLATI VENGONO INVIATI AL REPARTO VERNICIATURA luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 69
TECNOLOGIE
Bracci, telaio e stabilizzatori attraversano un processo di verniciatura di due ore che inizia con una leggera spruzzatura per
rimuovere qualsiasi contaminazione e preparare la superficie d’acciaio all’applicazione della vernice. Originariamente le macchine venivano verniciate una volta costruite, ma ora tutti i componenti sono pre-verniciati prima dell’assemblaggio, per garantire una finitura di qualità superiore. JCB ricorre all’applicazione doppia di vernice acrilica e lo stabilimento impiega 73.000 l di primer e 50.000 l di lucidante l’anno per la loro verniciatura. I componenti finiti vengono trattati a una temperatura compresa tra 90°C e 120°C, al fine di fornire uno strato coprente robusto e protettivo per la macchina. Se il “giallo JCB” è di gran lunga il colore più richiesto, i clienti possono ordinare le macchine anche con i propri colori, verniciati con i medesimi rigorosi standard di finitura. L’impianto di verniciatura consente il cambio di colore anche per una sola macchina; in genere, però, quand’è richiesto un cambio di colore i componenti dei telescopici vengono introdotti in lotti, se possibile, per ridurre al minimo le interruzioni.
IL BRACCIO VIENE MOVIMENTATO CON GRU PER PROCEDERE CON LE DIVERSE SALDATURE
LA FASE DI SALDATURA DEL BRACCIO È ULTIMATA
RUOTE IN ATTESA DI ESSERE ASSEMBLATE SUGLI ASSALI E QUINDI ALLO CHASSIS
GLI ELEMENTI DEL TELAIO LASCIANO IL REPARTO VERNICIATURA
FASE DI SALDATURA DEGLI ELEMENTI DEL BRACCIO
rano l’efficienza della saldatura nelle fasi successive del processo di produzione. L’acciaio del braccio tagliato con attrezzature laser passa quindi attraverso una pressa da 650 t per la realizzazione della sezione scatolare del braccio, le cui sezioni sono saldate per punti, con il montaggio iniziale delle boccole, mentre ai lati del telaio vengono trapanati e maschiati tutti i fori necessari (in media, la realizzazione dei lati del telaio richiede 45 minuti, mentre occorrono altri 7-12 minuti per trapanare e maschiare i fori in base al modello). Tutte le strutture di telaio e braccio sono saldate per punti, a mano, con l’uso di maschere complesse multi-modello che mantengono ogni pezzo d’acciaio perfettamente in posizione. Fino al 70% delle saldature del telaio e del braccio viene quindi eseguito da macchine saldatrici robotizzate, mentre gli operatori completano il rimanente 30% a mano, nei punti di difficile accesso (ogni anno nello stabilimento di produzione dei telescopici si utilizza una quantità di filo per saldature pari a 14.509.818 m). Una volta saldato il telaio, una doppia alesatrice completa l’alesaggio finale dei punti di montaggio del braccio per garantire che i due 70 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
fori siano perfettamente allineati; successivamente, due centri di lavoro da 1,2 milioni di sterline controllati da computer eseguono la fresatura, maschiatura e finitura delle sezioni del braccio in modo che siano pronte per l’assemblaggio.
Giallo JCB
UN ASSALE IN ATTESA DI RAGGIUNGERE LA LINEA DI MONTAGGIO PRINCIPALE
INIZIO DEL PROCESSO DI MONTAGGIO CON L’ALLESTIMENTO DEL CABLAGGIO PRINCIPALE
SUGLI ASSALI VENGONO MONTATE LE RUOTE
FASE DI ASSEMBLAGGIO DEL TELAIO PER IL BRACCIO
LO CHASSIS COMPLETO È POSIZIONATO SULLA LINEA DI MONTAGGIO PRINCIPALE
PARTICOLARE DELLA FASE DI PREPARAZIONE DEI MOTORI
La fase di assemblaggio
scopico in scala reale, con versioni diverse che si avvicendano durante il processo (esiste anche una linea secondaria per i modelli compatti). Gli assali JCB provenienti dalla sede aziendale di Wrexham sono dotati di ruote e fissati al telaio nelle prime fasi, quindi il telaio viene capovolto e avviato sulla seconda linea di assemblaggio; i distributori, i pistoni e i cilindri idraulici del reparto idraulico dell’azienda, nella sede di Rocester, vengono assemblati successivamente. I motori di JCB Power Systems, nei pressi di Derby, vengono collegati ai cambi di JCB Transmissions nello stabilimento di Wrexham, mentre gli scarichi e altri componenti ausiliari vengono aggiunti sulle linee di sotto-assemblaggio. In ogni telescopico JCB possono essere presenti fino a 3.000 componenti singoli e, considerato che
le configurazioni disponibili possono essere anche 1.000, la realizzazione di ogni macchina viene accuratamente coordinata per garantire che le parti corrette pervengano sulla linea al momento opportuno. Con 35 fasi di realizzazione, l’assemblaggio completo di un telescopico richiede circa otto ore. Le cabine pervengono già finite dallo stabilimento JCB di Rugeley e installate assieme al gruppo di raffreddamento; un sotto-assemblaggio del braccio viene trasportato lungo la linea dei telai, vengono installate due, tre o quattro sezioni e viene realizzata la struttura, che è già pronta a essere posta sul telaio dopo gli stabilizzatori. Sulla linea di assemblaggio sono presenti tre punti di controllo qualità diversi per garantire che ogni macchina soddisfi i rigorosi standard di qualità di JCB.
Se circa 300 persone lavorano nella sede di produzione dei telescopici, producendo bracci e telai, le linee di assemblaggio impiegano oltre 460 persone. Tutti i lavoratori addetti all’assemblaggio sono formati per svolgere almeno tre funzioni principali, in modo da potersi spostare all’occorrenza lungo la linea di produzione. I cavi sono i primi componenti a essere montati sul telaio: le sezioni di sotto-assemblaggio si trovano una accanto all’altra sulle linee di assemblaggio principali e servono a predisporre cavi, motori e cambi, cabine e gruppi assale. Queste sezioni di sotto-assemblaggio vengono immesse sulle linee principali in base alle esigenze, in modo tale che la produzione proceda rapidamente. Sulla linea è possibile costruire qualsiasi modello di tele-
luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 71
TECNOLOGIE
BRAKE TEST E VERIFICA DEGLI ASSALI DEL SOLLEVATORE TELESCOPICO
TELESCOPICI JCB LOADALL SULLA LINEA DI MONTAGGIO
LE MACCHINE ENTRANO NEL CUSTOMER FOCUS CENTER
Durata dei test
travioletta per verificare l’integrità della componentistica idraulica (i fluidi iniziali contengono un additivo di tracciatura facilmente visibile ai raggi UV). Solo dopo il completamento di questo controllo vengono montati i componenti finali della carrozzeria e le coperture del motore. Le macchine possono quindi lasciare la linea di assemblaggio e dirigersi verso una struttura di collaudo esterna dove operatori qualificati eseguono prove operative intensive su ogni modello. Le prove includono il ri-
scaldamento, il collaudo dello sterzo e un test con carico, durante il quale la macchina regge un peso di prova alla massima altezza e in estensione completa per 10 minuti. Inoltre, in questa fase vengono installate e collaudate eventuali attrezzature ordinate dal cliente da spedire assieme alla macchina. Le macchine, quindi, entrano in una seconda camera oscura UVXPOSE per un ulteriore controllo di qualità finale, prima di essere condotte al Centro PDI (Pre-Delivery Inspection, Controllo pre-consegna), che prevede un controllo completo della macchina affinché sia pronta per la spedizione.
Una volta completata la macchina vengono aggiunti gli oli e i fluidi e il motore viene avviato per la prima volta; ogni telescopico quindi viene immesso in una delle due piste di rullaggio della trasmissione, le macchine vengono fissate e il motore e cambio sono sottoposti a 13 minuti di prove di rullaggio alla velocità massima su strada, per calibrare la trasmissione. Dopo un riscaldamento completo, le macchine accedono a una cabina UVXPOSE, che utilizza luce ul-
Orientamento al cliente
PROVA DI STERZATURA DELLE MACCHINE COMPLETATE
VIENE TESTATA LA PORTATA DEL TELESCOPICO 72 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
UN JCB LOADALL ULTIMATO IN FASE DI TEST
A marzo 2016 il reparto dei telescopici JCB ha inaugurato il CFC (Customer Focus Centre - Centro di orientamento al cliente), dove la macchina viene ricontrollata accuratamente, vengono applicate le decalcomanie e la personalizzazione può essere completata, con l’aggiunta di scatole degli attrezzi, ulteriori luci e altre dotazioni opzionali. Tutti i modelli ricevono un servizio di tipo automobilistico prima della spedizione, per fare in modo che pervengano ai clienti nelle migliori condizioni possibili. A questo punto vengono scattate varie fotografie per garantire che non si verifichino danni durante il trasporto. La vera innovazione nell’ambito del CFC, però, è il Centro di comando. Ogni macchina integra il sistema telematico LiveLink di JCB, che invia informazioni al Centro; i dati vengono importati anche dal centro assistenza tecnologica web
LE MACCHINE VENGONO VERIFICATE NEL CUSTOMER FOCUS CENTER
I TELESCOPICI ATTENDONO L’ISPEZIONE PRE-CONSEGNA
IL CENTRO DI CONTROLLO DEL CUSTOMER FOCUS CENTER
LE MACCHINE VENGONO SOTTOPOSTE ALL’ ISPEZIONE FINALE
di JCB e dalle chiamate del cliente. Un team raccoglie tutte le informazioni disponibili provenienti dai telescopici presenti in tutto il mondo. Se viene identificato un problema, si avvia un’indagine per ricercarne la causa; se quest’ultima
è legata alla produzione, l’informazione può essere inviata alla fabbrica in tempi rapidi. In seguito, il Centro di comando monitora la successiva ondata di macchine da produrre per garantire che la qualità sia mantenuta ai massimi li-
velli. Tra l’altro, vengono inviate istruzioni fotografiche e scritte ai tablet della linea del CFC per far sì che le macchine siano ispezionate e controllate. Questo sistema aumenta la velocità dei feedback sul campo, che in passato avrebbero impiegato settimane per giungere di nuovo alla produzione. Una volta completata l’ispezione finale presso il CFC le macchine vengono trasferite nell’area di spedizione, per essere inviate a concessionari e clienti in tutto il mondo. Anche qui vengono effettuati controlli a campione per garantire che siano stati mantenuti gli standard di qualità più rigorosi di JCB. ■
I MOVIMENTATORI TELESCOPICI JCB LOADALL IN ATTESA DELLA SPEDIZIONE AI CLIENTI luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 73
O.MEC. SERVIZI
LA CHIAVE DEL SUCCESSO GRAZIE ALLE ULTIME MACCHINE INSERITE NELLA PROPRIA FLOTTA, IL NOLEGGIATORE DI ANCONA CONTINUA A CRESCERE. PARLIAMO DELL’AZIENDA CHE È IL FULCRO INTORNO AL QUALE SI È SVILUPPATO IL GRUPPO BRONZINI CHE, DOPO AVER SUPERATO BRILLANTEMENTE I MOMENTI DIFFICILI DELLA CRISI, OGGI PUNTA A UN’ULTERIORE ESPANSIONE, CHE PORTERÀ – TRA LE ALTRE COSE – ANCHE ALLA REALIZZAZIONE DI UNA NUOVA SEDE di Saverio Bellante
GIANFRANCO BRONZINI TITOLARE DI O.MEC., RICEVE UNA SIMBOLICA CHIAVE DELLE AUTOGRÙ GROVE 4100 L/1 E GMK 5250 L DA ENRICO ANGIOLINI (SALES DIRECTOR SOUTH EUROPE DI MANITOWOC CRANES, ALLA SUA SINISTRA) E DA ADRIANO FILESI (TITOLARE DI FIMI). 74 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
L
a O.MEC. – e più in generale il Gruppo Bronzini – sono realtà animate da una costante voglia di crescere. Lo testimoniano anche i recenti acquisti finalizzati ad ampliare la flotta destinata al noleggio: due autogrù Grove – una GMK 4100 L/1 e una GMK 5250 L (ne abbiamo parlato sul numero 3 di OnSite LIFT) – e uno Spider 33.15 di Platform Basket (di cui parliamo nella sezione Macchine di questo numero). La consegna di questi mezzi ha rappresentato l’occasione per conoscere meglio sia l’azienda di Ancona che il suo titolare, Gianfranco Bronzini. Con lui abbiamo discusso dello sviluppo di una realtà che affonda le proprie radici nel settore petrolifero, petrolchimico ed energetico, per i quali costruisce mezzi per il trasferimento di liquidi e gas: specializzandosi nella manutenzione di queste macchine, è entrato tra i primi cinque protagonisti del settore a livello nazionale. In seguito, con la Cos.M.I. (Costruzioni Montaggi Industriali), il Gruppo ha avviato anche la costruzione di impianti petrolchimici utilizzando, a seconda delle specifiche di progetto, parti realizzate in acciai a carbonio, legati, inox, oltre a leghe di nichel e di cobalto, e dotandosi delle relative procedure di saldatura, nonché la costruzione e manutenzione di ap-
parecchiature come forni ad altissima temperatura, accumulatori e scambiatori di calore. Quando e perché avete deciso di entrare nel settore del noleggio? “Abbiamo iniziato la nostra attività in questo comparto nel 2000, a valle di un progetto nato quattro anni prima, in occasione di un mio viaggio a Orlando (Stati Uniti) per una conferenza dedicata al concetto dell’utilizzo temporaneo che stava sostituendo la proprietà. Sono andato a visitare un noleggiatore americano, che aveva iniziato l’attività da otto anni e aveva già una flotta costituita da 12.000 unità. Una persona di media cultura che, avendo intuito la portata del cambiamento in atto, aveva presentato un progetto interessante insieme a un noto costruttore del settore del sollevamento e a un gruppo finanziario, ricevendo un finanziamento da 1 miliardo e 200 milioni di dollari in cinque anni. Ciò spiega bene sia la sua rapida crescita, sia la differenza tra la situazione italiana e quella americana!” Come vi siete mossi, in un contesto così diverso come quello italiano? “Trattare solo piattaforme aeree non sarebbe stato possibile, quindi ho cercato di proporre una gamma completa di macchine destinate
INSIEME PER VINCERE Fondata nel 1989, O.MEC. è stata la prima azienda del Gruppo Bronzini. Inizialmente, la sua missione consisteva nell’offrire servizi attinenti alla manutenzione ordinaria, straordinaria e predittiva per macchinari, impianti e attrezzature, servizi costruiti su misura per i settori petrolchimico, alimentare, saccarifero, dell’industria cartiera, navale e altri. Nel 1992, accogliendo specifiche richieste da parte dei clienti più importanti e dall’importante sviluppo del settore, è nata la seconda società, la CoSmi srl, che tuttora si occupa di produzione, costruzione e assemblaggio di carpenteria leggera e pesante, assistenza, riparazioni e montaggi all’interno delle industrie, degli stabilimenti e dei cantieri. Nel 2000 l’unione tra la divisione Manutenzione, l’utilizzo di questa tipologia di mezzi e un’elevata conoscenza delle parti strutturali e meccaniche ha reso possibile la nuova e importante scelta imprenditoriale: la creazione della divisione Noleggi, seguita da un gruppo di lavoro appositamente scelto e dedicato. In seguito sono nate la divisione Formazione, la divisione Manutenzione e l’unità API Raffineria. A breve, tutte le realtà del Gruppo saranno unificate presso la nuova sede che, come spiega Gianfranco Bronzini, “permetterà un ulteriore sviluppo, con l’allargamento della presenza sul territorio e una migliore logistica. Sarà un polo tecnologico capace di assecondare tutte le aspettative del parco mezzi, ma anche del cliente. Ci saranno aree tecniche a disposizione del cliente e quindi anche politiche nuove, più in linea con i cambiamenti del mercato e, speriamo, con una decisa ripresa economica”.
luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 75
O.MEC vazioni hanno portato delle novità e interrotto dei rapporti consolidati che esistevano con altri soggetti imprenditoriali. Ci siamo adoperati tutti quanti per gestire queste situazioni, consolidando la nostra posizione con calma e perseveranza”.
GIANFRANCO BRONZINI POSA ACCANTO ALLO SPIDER 33.15, CHE O.MEC. HA RECENTEMENTE ACQUISTATO DA PLATFORM BASKET
al sollevamento di persone o carichi, mettendo a frutto la conoscenza del mercato che avevo maturato nel corso degli anni in quanto utilizzatore delle stesse. Questo ci ha consentito di uscire indenni dalla crisi che successivamente si è verificata, insieme alla capacità di modificare il parco mezzi in corso d’opera. Non è stato semplice, perché teoricamente la possibilità di investire in quel momento era nulla; tuttavia, grazie a un progetto convincente – basato su una solida conoscenza del mercato – che ci ha consentito di conservare la fiducia del sistema creditizio, il parco macchine è stato rinnovato con l’obiettivo di poter ‘aggredire’ con successo il mercato più forte all’epoca, quello delle energie alternative. Abbiamo fatturato un totale pari a tre volte l’investimento fatto. Grazie all’ingresso nel settore del noleggio siamo riusciti anche a normalizzare il ciclo di alternanza legato alle manutenzioni industriali tra picchi alti e bassi di lavoro, utilizzando le competenze già presenti all’interno dell’azienda e impegnando lo staff in modo costante”. Quali sono state le tappe della vostra crescita? “Abbiamo iniziato a fare noleggi in forma importante in collaborazione con le grandi imprese, che conoscevamo bene. Poi si sono aggiunte realtà appartenenti all’industria manifatturiera, proprie del nostro tessuto imprenditoriale. Oggi disponiamo di oltre 80 macchine per il solle76 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
vamento senza operatore. L’altro aspetto rilevante della nostra attività è la capacità di fornire al cliente una gamma di servizi che va oltre il mero noleggio della macchina: gestione completa dell’assistenza (anche in cantiere), controllo e gestione del magazzino e formazione in varie lingue”. Come siete riusciti a espandervi all’estero, traguardo non semplice per un’impresa italiana? “Grazie alla capacità di rimetterci in gioco, di cambiare il nostro modo di agire e soprattutto di convincere i fornitori ad avere fiducia nei nostri progetti, perché si tratta di investimenti costosi. I risultati sono andati oltre le aspettative e i clienti hanno sposato la nostra politica. Ci sono anche state delle resistenze, naturalmente, perché queste nostre inno-
In che modo, invece, avete superato la crisi del settore? “Il nostro business plan anticrisi è nato nell’ottobre del 2008 e prevedeva un calo del 45% nel volume d’affari. Se lo stesso lavoro lo avessimo svolto nella primavera del 2009, probabilmente ora non saremmo qui a raccontarlo. Farlo subito è stato fondamentale, perché già a metà del 2009 i progetti ipotizzati sulle energie alternative sono andati a regime, compensando molto bene quel 45% che in effetti il mercato del noleggio ha davvero perso. Ne siamo usciti puntando sulle alternative, rinnovando il parco mezzi e inserendo macchine elettriche, ad esempio. In tal modo abbiamo potuto intraprendere dei progetti all’estero che hanno compensato le perdite registrate su altri fronti. L’escalation della crisi è stata talmente rapida che, senza la nostra prontezza iniziale nel reagire, non ci saremmo salvati. Siamo un gruppo con una base di 150 persone, che salgono a 180 nei momenti di picco, grazie all’indotto. Il nostro ‘zoccolo duro’ è rimasto tale anche nei mo-
O.MEC. HA SEDE DI FRONTE AL PORTO DI ANCONA. TRA I PROGETTI DI BRONZINI C’È LA REALIZZAZIONE DI UN NUOVO QUARTIER GENERALE PER TUTTE LE AZIENDE DEL GRUPPO
menti difficili. Non abbiamo usufruito di ammortizzatori sociali e non abbiamo perso alcuna risorsa”. Con quale spirito guardate al futuro, a quasi 10 anni di distanza da quel momento così difficile? “O.MEC. ha in atto un progetto di ‘restyling’ piuttosto importante. Vogliamo installare una nuova piattaforma ERP che ci consenta di gestire i processi in maniera performante. Questa sta nascendo all’interno del la nostra azienda: è supportata da una software house, ma si basa su nostre specifiche. Il progetto è concepito per supportare una rete di filiali più numerosa e distribuita su tutto il territorio italiano, in grado di fornire ulteriori servizi oltre al noleggio, nonché di consentire una migliore collaborazione e integrazione i nostri fornitori. Il nostro Paese ha bisogno di
innovazioni, quindi oltre a creare questa rete conto di poter portare anche servizi nuovi, aggiungendo qualcosa di inedito nel rapporto tra fornitore e cliente, per stare sul mercato con credibilità e autorevolezza. O.MEC. sta anche per inaugurare una nuova sede: si tratta di un’idea che avevo da tempo e che abbiamo dovuto sospendere nel 2008, a causa della crisi. Abbiamo acquistato un terreno di 30.000 m2 e qui realizzeremo tutte le facilities destinate a ospitare tutte le aziende del gruppo: O.MEC. Rent, Service, Cos.M.I e tutte le altre società. Andremo a centralizzare le attività del gruppo Bronzini in questa nuova sede”. Si prevedono anche nuove assunzioni? “Sì. Puntiamo ad aprire 15 nuo-
ve filiali e a potenziare l’area marketing interna, che sarà maggiormente integrata con quella commerciale, al fine di offrire un migliore supporto alla direzione aziendale. Ciò significherà inserire altre 25-30 unità in azienda. Siamo carichi di voglia di fare, ma teniamo i piedi per terra. Questi sono i nostri progetti che andranno poi attuati in misura compatibile con il trend del mercato e del Paese. Vogliamo crescere ancora, per passare dallo status di piccolamedia impresa a quello di una realtà con una sua posizione di riferimento e una presenza capillare sul territorio e che faccia sì che si possa essere presi in considerazione in occasione delle opere che si dovranno necessariamente realizzare nel prossimo futuro”. ■
L’OPINIONE
“Quando parliamo di clienti importanti come O.MEC. cerchiamo di andare incontro alle loro necessità e di capirle a fondo, per trovare assieme a loro le soluzioni migliori per lo svolgimento di tutte le attività che riguardano una sinergia di successo. In passato, grazie al prezioso supporto di Adriano Filesi di FIMI, abbiamo realizzato per O.MEC. modelli di gru fuoristrada quasi sartoriali. In questo siamo stati molto agevolati dall’avere uno stabilimento di produzione in Italia, caratteristica che ci consente di essere sempre in stretto contatto con i nostri clienti locali. La vendita della macchina è ovviamente molto importante, ma non bisogna trascurare tutti i servizi accessori, a partire dall’assistenza. Quando abbiamo incominciato a interessarci di autogrù, nei primi anni del 2000, eravamo ‘vergini’ di questo settore. Per affermarci in quest’ambito, seguendo gli input che ci venivano da O.MEC. e da altri soggetti con cui ci interfacciavamo, abbiamo dovuto formare i tecnici, con un lavoro impegnativo ma appassionante. La capacità di adattarsi è fondamentale, anche rispetto ai diversi mercati nazionali. In America ci sono 4-5 grandi concessionari che fanno il mercato, mentre in Paesi come l’Italia o la Francia le esigenze sono totalmente diverse. Quando ci si rapporta con una multinazionale bisogna essere capaci di far capire le differenze locali, altrimenti si può pensare che anche in Italia si possa soddisfare il mercato con soli due o tre concessionari sul territorio. Già è difficile spiegare agli americani come ‘funziona l’Europa’, figuriamoci un singolo Paese come l’Italia! Da noi c’è una differenza enorme tra nord e sud, infatti nel Centro Sud non c’è più nessuno che si occupi di noleggio, bensì tanti piccoli proprietari. Sapersi interfacciare con i vari dealer è molto importante, perché ciò dà il polso del mercato in anticipo. Se non si è capaci di fare questo, ci si trova di fronte a situazioni di difficoltà. Basti dire che nel 2008 i grandi gruppi multinazionali non sono stati in grado di anticipare l’arrivo della crisi: nel marzo di quell’anno avevamo fatto un’indagine di mercato che coinvolgeva i principali brand (in quanto erano stati loro a commissionarla) e ne emergeva un quadro di espansione che sarebbe durato fino al 2015. Quattro mesi dopo c’è stato il crollo totale. Siamo riusciti a ricreare in questo settore la medesima mentalità che avevamo nel comparto delle gru edili con il marchio Potain, anche a livello di assistenza e distribuzione. Dobbiamo ringraziare soprattutto Adriano Filesi, perché all’inizio non sapevamo nulla di quest’ambito e i suoi consigli sono stati preziosi. Poi ha iniziato a spingerci a fondare la fabbrica e, nonostante le resistenze iniziali, nel 2005 ING. DIEGO BORGNA l’abbiamo realizzata e si è rivelata un successo”. MANAGING DIRECTOR ITALY, MANITOWOC CRANES luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 77
Dossier
DALL’ALTO
DELLA SICUREZZA GARANTIRE L’INCOLUMITÀ DEGLI OPERATORI NEI CANTIERI È UN ASPETTO FONDAMENTALE QUANDO SI LAVORA UTILIZZANDO PIATTAFORME AEREE. SAPENDO DI ESSERE VALUTATI CON PARTICOLARE ATTENZIONE ANCHE SOTTO L’ASPETTO DELLA SICUREZZA, I COSTRUTTORI ADOTTANO (E PROGETTANO) TUTTE LE SOLUZIONI POSSIBILI AL FINE DI RENDERE SICURO L’UTILIZZO DELLE LORO MACCHINE. VEDIAMO ALCUNI DEI SISTEMI OGGI UTILIZZATI di Lorenzo Zacchetti
78 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
SICUREZZA
I
l decreto legislativo 81 del 2008 fornisce una chiara definizione di “lavoro in quota”. Secondo l’art. 107, infatti, “s’intende per lavoro in quota l’attività lavorativa che espone il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore a 2 m rispetto a un piano stabile”. La soglia dei 2 m, quindi, è quella che fa scattare le necessarie tutele della sicurezza, con le misure collettive (ponteggi, parapetti, eccetera) che diventano prioritarie rispetto a quelle individuali, come cinture di sicurezza e linee-vita. Rispetto ad altre opere provvisionali, le piattaforme aeree presentano vantaggi significativi legati all’aspetto della versatilità, ma l’altra faccia della medaglia è rappresentata dagli svantaggi costituiti dalla limitazione nel movimento dei carichi (la macchina non può essere dedicata unicamente a quello) e la necessità di una manuten-
zione costante, con i costi annessi. Il personale addetto a queste funzioni deve essere opportunamente formato, equipaggiato e anche monitorato nel proprio stato di salute psicofisico, visto l’elevato tasso di rischio connesso a questo genere di attività. Che si tratti di una piattaforma aerea semovente o autocarrata, è necessaria la contemporanea sussistenza dei requisiti individuali dell’operatore, ovvero la sua abilitazione all’uso della macchina in questione, e delle certificazioni di sicurezza che rappresentano gli standard dell’Unione Europea. Al di là degli obblighi normativi, la crescente attenzione sui temi legati alla sicurezza fa sì che i vari brand si producano in innovazioni finalizzate a creare un valore aggiunto rispetto ai requisiti minimi, nella consapevolezza che questi sforzi sono decisamente graditi da parte delle aziende clienti.
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Dossier Sicurezza sulle PLE
AIRO / S.A.F.E. E SENTINEL S.A.F.E. (Self Adjustment From Entrapment) è un dispositivo antischiacciamento ideato per le piattaforme a forbice basato sul concetto che, operando in aree dove c’è il rischio di essere schiacciati durante il sollevamento, il sistema elettronico permette di regolare l’altezza massima, prevenendo collisioni accidentali. L’operatore raggiunge l’altezza desiderata e aziona il sistema premendo per tre secondi un pulsante posto sulla scatola comandi. La piattaforma può essere sollevata/abbassata quanto necessario (limitatamente alla sua nuova altezza) fino a quando il sistema
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non viene resettato, tenendo premuto nuovamente il pulsante. Selezione e deselezione devono avvenire con la piattaforma in posizione stazionaria. Il sistema può essere applicato su tutte le piattaforme Airo della serie XS e X. Sentinel, invece, è il nome di un sistema che interrompe le funzioni del braccio e si attiva premendo contro il dispositivo sito sopra la scatola comandi. Il sistema inverte automaticamente il movimento precedente, dando all’operatore maggiore spazio tra la scatola comandi e l’ostacolo, allertando anche gli altri colleghi tramite una luce intermittente e una sirena.
I dispositivi di sicurezza presenti sulle PLE – applicati a telaio e stabilizzatori, in particolare – variano in base alla tipologia e al costruttore, ma la norma UNI EN 280 è chiara nella loro distinzione. Il blocco di spostamento, ad esempio, è un dispositivo di sicurezza automatico per impedire lo spostamento del carro delle PLE di tipo 2 (con controlli a terra, anche della traslazione del carro) e delle PLE di tipo 1 (spostamento consentito solo con il cestello in posizione di trasporto) quando la piattaforma di lavoro non è nella posizione di trasporto. L’indicatore di inclinazione, invece, indica se l’inclinazione del telaio rientra nei limiti stabiliti dal fabbricante (per le PLE con stabilizzatori motorizzati, l’indicazione deve essere visibile da ciascuna posizione di comando degli stessi; sulle PLE di tipo 3, in particolare, con postazione di comando sul cestello, questo dato dev’essere fornito mediante un segnale acustico percepibile dal cestello). Le PLE sono dotabili anche di limitatore di velocità di spostamento, che impedisce di superare automaticamente le velocità stabilite dalla norma in base al genere di piattaforma, alla postazione di comando e alla posizione della piattaforma per lo spostamento (PLE tipi 1 e 2). L’interblocco tra stabilizzatori e struttura estensibile, poi, impedisce il funzionamento della piattaforma al di fuori delle posizioni consentite: in caso di avaria al sistema di interblocco, in genere, si attiva una spia sul quadro comandi e un segnale acustico continuo. Gli stabilizzatori motorizzati devono essere dotati di un dispositivo di blocco che ne impedisca gli spostamenti quando la PLE è in posizione di lavoro, esclusi i casi relativi alle operazioni consentite senza stabilizzatori (il blocco deve avvenire per mezzo di arresti meccanici).
SICUREZZA ALMAC ITALIA / FUNZIONI “BI-LIVELLANTI” Oltre al livellamento automatico di serie su tutti i suoi modelli bilivellanti, che permette di operare in sicurezza fino a 20° di pendenza in longitudinale e 15° in laterale, Almac Italia adotta diversi sistemi di sicurezza sui suoi scissor. Pro-Active Levelling è una funzione di livellamento automatico della navicella in quota (fino a 7 m di altezza lavoro) che stravolge quello che è il concetto del lavoro in movimento delle classiche piattaforme semoventi 4x4 verticali o articolate, sia con assale fisso che oscillante, in quanto l’operatore ha la possibilità di muoversi anche con cambi di inclinazione del suolo, a una velocità massima controllata di 0,5 km/h. La macchina, grazie a un sistema elettroidraulico, riallinea la cesta in ogni condizione con inclinazione massima longitudinale di 15°-20° e 14° in laterale. Nel momento in cui il cambio d’inclinazione durante la marcia supera il grado, il doppio accelerometro elettronico ridondante rileva il valore e la traslazione viene arrestata per la correzione automatica del livellamento; non appena la cesta è di nuovo in piano,
la macchina è nuovamente pronta per proseguire la marcia. Dynamic Levelling, invece, è un sistema con il quale è possibile – durante lo spostamento – mantenere la cesta a livello. Easy Access è un sistema di abbassamento automatico della navicella nel lato posteriore per una salita facilitata e in totale comfort e sicurezza per gli operatori, mentre la modalità ausiliaria di gestione elettronica della traslazione
Direction Control System permette di gestire la trazione di entrambi i cingoli pilotandoli con un unico joystick, in marcia avanti o indietro, a una velocità superiore (fino a 2,7 km/h). Questa funzione – durante il carico/scarico della macchina su camion tramite rampe – permette di evitare incidenti dovuti a sterzate indesiderate che provocano l’accidentale caduta del mezzo.
Le PLE montate su veicolo devono possedere, all’interno della cabina e visibile dai comandi, un indicatore della posizione di trasporto che si attivi se uno o più componenti della piattaforma di lavoro mobile elevabile non è nella posizione di trasporto. Ovviamente, le PLE semoventi devono essere dotate di freni su almeno due ruote dello stesso asse, che entrano in funzione quando manca l’alimentazione al loro impianto al fine di fermarla e mantenerla in posizione di arresto. Devono essere previste anche delle protezioni, delle parti calde o di altri elementi pericolosi, come i sistemi di trasmissione, contro il contatto da parte delle persone nelle posizioni di comando, luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 81
Dossier a terra vicino alla PLE o in altri eventuali punti di accesso. Le piattaforme di lavoro mobili elevabili sono in genere dotate anche di dispositivi di segnalazione o dispositivi aggiuntivi che, ad esempio, scolleghino la piattaforma di lavoro mobile elevabile in modo sicuro dalla sorgente di alimentazione fornita dal motore dell’autocarro.
CTE / LA STABILIZZAZIONE “INTELLIGENTE”
Lavorare in altezza in sicurezza con una piattaforma che si adatta in tempo reale alle condizioni di utilizzo, di carico e di geometria in maniera autonoma: è il concetto su cui si basa S3, Smart Stability System, il sistema di limitazione geometrica delle prestazioni della macchina di CTE che permette di sfruttare le potenzialità di ogni piattaforma, indipendentemente dalle caratteristiche del mezzo su cui è montata e dalla geometria della sovrastruttura. Monitorando la posizione degli stabilizzatori e di ogni singola parte della macchina e tenendo conto del carico in cesta, il sistema permette di raggiungere ottimali condizioni di sicurezza in ogni punto della superficie di sviluppo di Dispositivi strutturali lavoro. Quest’evoluzione nel sistema di Le PLE devono essere dotate anstabilizzazione è avvenuta insieme alla che di dispositivi di sicurezza rivoluzione applicata ai sistemi elettrici e idraulici con l’introduzione di un sistema che eliminino o riducano il ridi gestione CANBus e un sistema di schio di ribaltamento dovuto algestione idraulico alle piattaforme la struttura estensibile e di suautocarrate ZED e B-LIFT. Le interfacce peramento delle sollecitazioni utente di entrambe le gamme sono ammesse. identiche, con comandi elettroidraulici proporzionali, motore a regime variabile a seconda delle manovre utilizzate, manovre rampate in accelerazione e decelerazione, PTO elettrica. Grazie alla sua consolidata esperienza nell’installazione di controsoffitti, Bravi Una console remota trova spazio in uno Platforms ha realizzato SOLO GYPS, un dispositivo progettato per essere usato specifico scomparto in pianale. sulle piattaforme Leonardo e Bravi Lite. Installare il cartongesso su un soffitto di Per semplificare la gestione del service è solito richiede l’impiego di almeno due persone: con SOLO GYPS si semplifica stata studiata una diagnostica comune il posizionamento dei pannelli lasciando che sia un solo uomo a svolgere il alle tutte le piattaforme CTE (ZED, lavoro, senza assistenza. L’installazione di questo dispositivo non richiede alcun TRACCESS, B-LIFT). strumento ed è veloce; una volta che il lavoro è completato si può smontare
BRAVI PLATFORMS / C’È SOLO GYPS
rapidamente dalla piattaforma. Il peso del dispositivo completo è di 45 kg. SOLO GYPS può essere regolato per portare pannelli lunghi fino a 3,65 m e può sollevare fino a 40 kg; si può regolare in tre diverse posizioni di altezza. Attivato dalla piattaforma con una semplice pressione di un pulsante, la lastra di cartongesso viene sollevata e posizionata fin sopra la testa dell’operatore, pronta per il lavoro da svolgere.
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SICUREZZA Tra questi, ad esempio, il regolatore di posizione: arresti meccanici o non che limitano automaticamente le posizioni consentite della struttura estensibile. O il dispositivo di rilevamento del carico, che blocca qualsiasi movimento al raggiungimento del carico no-
minale, e quello di rilevamento del momento che, al raggiungimento della sollecitazione massima ammessa dovuta al momento di ribaltamento emette un segnale visivo e consente alla piattaforma solo i movimenti che riducono tale momento.
HAULOTTE GROUP / INNOVAZIONE NELLA SICUREZZA
GENIE / SISTEMA DI ALLARME A CONTATTO Il sistema di Allarme a Contatto “Lift Guard” di Genie è il primo modello di una serie di accessori di nuova generazione proposti dal costruttore statunitense, uno strumento che in alcune circostanze garantisce una protezione supplementare agli operatori. Si tratta di un dispositivo elettronico di protezione secondaria che attiva un allarme qualora un operatore necessitasse di assistenza, è di serie nella maggior parte delle nuove piattaforme a braccio Genie Z (articolate) e S (telescopiche) e viene abilitato ogni volta che si esercita pressione sull’interruttore a pedale in piattaforma. Il sistema è dotato di un cavo di attivazione posto sopra la scatola comandi in piattaforma; il cavo si scollega dal suo alloggiamento quando gli viene applicata
pressione, attivando così il sistema di allarme. Quando il sistema è in funzione, tutte le funzioni di sollevamento e traslazione della macchina vengono bloccate per impedire ulteriori movimenti della piattaforma. Inoltre, viene attivato un allarme luminoso e sonoro che avvisa tutti coloro che si trovano nei pressi della piattaforma Genie che l’operatore potrebbe aver bisogno di assistenza. Il sistema è abilitato solo quando viene applicata pressione sull’interruttore a pedale e le funzioni non riprendono senza l’intervento umano. Gli allarmi e la limitazione delle funzioni continuano fino a che il sistema viene resettato, reinserendo in sede il cavo di attivazione (non occorre riavviare il motore o spegnere e accendere l’alimentazione per riportare in funzione la macchina). Se necessario, è possibile mettere in funzione la macchina da terra.
Proposto da Haulotte Group, ACTIV’Shield Bar è un accessorio di prevenzione degli infortuni causati da intrappolamento e schiacciamento delle persone durante l’utilizzo di piattaforme aeree. Il sistema proposto dal costruttore francese avverte e protegge l’operatore in caso di potenziali situazioni di rischio da intrappolamento ed è dotato di un “safety gap” in grado consentirgli di mettersi in salvo. Con l’allarme attivato sono consentiti solo i movimenti di discesa, in modo da permettere all’operatore - anche in caso di panico - di mettersi in salvo senza peggiorare la situazione. Dopo l’attivazione il sistema può essere facilmente resettato e riattivato dalla cesta, evitando qualsiasi fermo macchina. Il sistema è stato progettato in modo da evitare qualsiasi modifica alla macchina e preservare un facile accesso ai comandi, senza costringere l’operatore a cambiare le proprie abitudini di lavoro. Le piattaforme Haulotte, peraltro, sono conformi alle più recenti normative in tema di sicurezza, sia a quelle europee (marcatura CE, EN 280) che ai principali standard internazionali (ANSI, CSA, AS, eccetera).
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Dossier IPAF:
JLG / LA PROTEZIONE SECONDO SKYGUARD
Quando si parla di sicurezza non si può non parlare di IPAF (International Powered Access Federation), federazione che promuove in tutto il mondo – e nel modo più ampio – l’uso sicuro ed efficace dei mezzi mobili di accesso aereo. Lo fa fornendo consulenza e informazioni, nonché influenzando e interpretando legislazioni e norme con le sue iniziative per la sicurezza e i suoi programmi di formazione. Costituita nel 1983, IPAF è un’organizzazione di membri associati senza scopo di lucro che rappresenta gli interessi di produttori, distributori, utilizzatori, noleggiatori e società di formazione e agisce da forum per tutte le persone attive nel mondo delle piattaforme di lavoro mobili elevabili (PLE). IPAF ha avuto un ruolo chiave nel promuovere molte procedure di progettazione, sicurezza e collaudo che nel frattempo sono state adottate dall’industria dei mezzi mobili di accesso aereo. Tra le sue iniziative, i programmi di formazione (oltre 100.000 operatori vengono formati ogni anno attraverso una rete mondiale di più di 600 centri) e la carta PAL (Powered Access Licence) che, con una validità di cinque anni, indica le categorie di macchine sulle quali l’operatore è stato formato.
Disponibile su tutti i sollevatori a braccio JLG, SkyGuard offre agli operatori una maggiore protezione del pannello di controllo. Risultato di un’ampia ricerca e di numerosi test, il sensore SkyGuard – se attivato da una forza di circa 23 kg – arresta tutte le funzioni attive in quel momento: dopo aver arrestato la macchina, inverte temporaneamente (o meglio, “annulla”) la maggior parte delle funzioni che erano in uso al momento dell’attivazione in meno di un secondo. Il sistema di controllo accede automaticamente alle funzioni utilizzate dall’operatore al momento dell’attivazione di SkyGuard e, per un
IL PUNTO DI RIFERIMENTO
breve periodo, è in grado di invertirne la sequenza, eccezion fatta per alcune funzioni. Molteplici i vantaggi offerti da questo sistema: può essere attivato da varie angolazioni e offre ulteriore protezione senza impedire o ridurre l’inviluppo di lavoro del sollevatore a braccio; poiché sprovvisto di parti mobili non è necessario programmare o aggiungere interventi di manutenzione; prevede una funzione di distacco per condizioni di emergenza; si ripristina azionando l’interruttore a pedale o l’arresto di emergenza (E-stop); non aumenta il profilo della piattaforma e non ne limita l’uso.
Nei punti in cui sussiste il rischio di intrappolamento e/o di cesoiamento tra la struttura estensibile, il telaio e la piattaforma di lavoro, devono essere previsti dei ripari, mentre tutti i sistemi di trasmissione della struttura estensibile devono essere dotati di dispositivi frenanti che entrano in funzione quando il sistema non riceve più energia. Altri dispositivi previsti per le PLE sono poi le valvole di blocco, che impediscono movimenti incontrollati in caso di perdita di pressione del fluido idraulico. Diversi, infine, i dispositivi di sicurezza presenti sulla piattaforma di lavoro: i dispositivi di livellamento; 84 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
SICUREZZA PALAZZANI INDUSTRIE / UN SISTEMA LASER DI PROTEZIONE Per il miglioramento delle misure di sicurezza, Palazzani Industrie – oltre ad applicare rigorosamente le normative vigenti – mette in campo anche la lunga esperienza nella costruzione di ragni e si tiene costantemente aggiornata riguardo alle numerose novità presenti nel campo del sollevamento. Analizzando le cause che hanno provocato incidenti l’azienda ha notato che un’alta percentuale è dovuta allo schiacciamento degli operatori contro un soffitto o un ostacolo generico
posto in quota: per ridurre tale rischio, ha studiato un sistema di protezione degli operatori che funziona in questo modo: ai quattro angoli del cestello sono installati quattro sensori laser che impediscono l’avvicinamento del cestello a un ostacolo posto a una distanza di 3 m; in tal modo, gli operatori che si trovano all’interno di quest’area sono protetti dal rischio di schiacciamento. I sensori laser generano un segnale di avviso all’operatore della presenza di un ostacolo dopodiché, a una distanza
SOCAGE / SICUREZZA SENZA LIMITI Socage garantisce sulle proprie piattaforme elevati standard qualitativi e di prestazioni. In particolare, tra i principali sistemi di sicurezza applicati c’è il Limitatore di Momento (Moment Sensing System) che, come indica il termine, limita automaticamente tutte le operazioni che portano al sovraccarico e al possibile ribaltamento della macchina. Grazie a questo strumento l’area di lavoro della piattaforma è gestita automaticamente, proporzionando lo sbraccio al carico del cesto e garantendo le prestazioni più efficienti in totale sicurezza. Accanto a questo sistema c’è poi il Limitatore di carico, un dispositivo che impedisce di manovrare la piattaforma con carichi che superano le capacità nominali del cestello, garantendo l’incolumità dell’operatore e il corretto funzionamento della macchina. In entrambi i casi si tratta di strumenti
compatti e affidabili che svolgono un ruolo decisivo nella sicurezza sul lavoro per chi opera con le piattaforme aeree.
minima di sicurezza, ne impediscono un ulteriore avvicinamento. Le normative vigenti non contemplano nello specifico questo tipo di rischio, ma vista la frequenza di incidenti Palazzani Industrie ha la possibilità di offrire alla propria clientela un’adeguata protezione al rischio di schiacciamento/ intrappolamento degli operatori. L’azienda ha studiato anche un sistema di protezione degli oggetti e della stessa piattaforma in caso di urto: i suoi cestelli possono essere equipaggiati con sensori a ultrasuoni che impediscono l’urto della navicella con ostacoli che si trovano nelle vicinanze, in particolare se si lavora in prossimità di finestre e/o vetrate sensibili agli urti che, oltre al danno materiale, potrebbero provocare danni fisici agli operatori. Anche in questo caso – quando la navicella arriva in prossimità di una vetrata, parete o ostacolo generico – l’operatore è allertato da un segnale acustico e se la distanza si riduce ulteriormente vengono bloccate le manovre di avvicinamento all’ostacolo.
le protezioni perimetrali (parapetti e corrimano); i cancelli e le scale di accesso; la chiave di interblocco comandi; l’arresto di emergenza; il sistema di discesa di emergenza; i supporti antivibrazioni; i dispositivi di segnalazione. ■
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ON SITE POSA DI COPERTURE IN AMBITO INDUSTRIALE
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VERSATILITÀ INTERMODALE di Ettore Zanatta
SICUREZZA DELL’OPERATORE E PRODUTTIVITÀ IN CANTIERE: QUESTI SONO ALCUNI DEGLI ASPETTI OPERATIVI CHE LA NUOVA PIATTAFORMA ARTICOLATA DIESEL HAULOTTE HA26 RTJ PRO HA SODDISFATTO IN OCCASIONE DELL’AMPLIAMENTO DI UN FABBRICATO A USO LOGISTICO ALL’INTERNO DELL’INTERPORTO DI BOLOGNA
L’
Interporto di Bologna è una struttura di scambio per trasporti intermodali, tipicamente strada-rotaia, sita nel comune di Bentivoglio. L’area è dotata di tre terminal ferroviari da dove, dopo le opportune manovre di carico dei container dagli autocarri sugli appositi carri ferroviari, i treni vengono inviati nelle diverse direzioni; viceversa, lo scarico dei container dai carri ferroviari e il relativo carico su autocarri permette una veloce distribuzione delle merci a distanza relativamente contenute nell’hinterland locale. Oggi l’Interporto di Bologna è una delle piattaforme logistiche e intermodali più grandi a livello internazionale, sita in una posizione particolarmente strategica (il collegamento autostradale è assicurato luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 87
ON SITE
ALL’INTERNO DEL CANTIERE DELL’INTERPORTO DI BOLOGNA LE LASTRE, DOPO ESSERE STATE PREPARATE E AGGANCIATE DAGLI OPERAI A TERRA, VENGONO SOLLEVATE E POSIZIONATE IN QUOTA TRAMITE UN’AUTOGRÙ TEREX AC 80-2, PER POI ESSERE ASSICURATE ALLA COPERTURA GRAZIE ALL’OPERATORE PRESENTE SULLA PIATTAFORMA HAULOTTE HA26 RTJ PRO
dal casello “Bologna Interporto” sull’Autostrada A13 BolognaPadova e dalla strada Provinciale 44), in una delle regioni più industrializzate d’Europa, e si estende su una superficie totale di oltre 4 milioni di metri quadrati. L’attività principale svolta dalla proprietà è di tipo immobiliare e consiste nella vendita e affitto di terreni e magazzini per il trasporto e la logistica all’interno della piattaforma; tale offerta è affiancata da una proposta di servizi ampia e strutturata, gestiti dal 1971 dal Gruppo Interporto di Bologna. Più
di 100 aziende hanno scelto questo sito per la loro offerta di magazzini e uffici progettati e realizzati su misura per le loro esigenze, per l’alto livello di sicurezza e dei servizi presenti e per la sua posizione centrale lungo le direttrici del traffico merci nazionale ed europeo. Magazzini e capannoni il cui numero è in costante crescita. Una delle più recenti strutture in fase di realizzazione è quella che ospiterà la Yoox Net-A-Porter Group (YNAP S.p.A.), azienda italiana attiva nel settore delle vendite online di beni di moda, lusso e design. Per la
realizzazione dell’ampliamento del suo fabbricato a uso logistico, su una superficie di 33.100 m2, in particolare per la posa delle lastre di copertura, si sta utilizzando una piattaforma articolata diesel Haulotte HA26 RTJ PRO, noleggiata dallo specialista SAS Group di Novi Ligure alla piacentina SDS Montaggi Industriali.
Uno strumento versatile “La nuova piattaforma Haulotte HA26 RTJ PRO – spiega Matteo Asteriti, uno dei titolari della SDS Montaggi Industriali – ci soddisfa
AFFIDABILITÀ, PRESTAZIONI, RISULTATI SAS Group è, da oltre 30 anni, una delle principali realtà italiane nel settore del sollevamento; con sede a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, vanta anche una filiale di Sannazzaro de’ Burgondi (Pv), un deposito a Roma e numerosi punti noleggio attivi tra Torino, Milano, Genova, Savona e Cagliari. L’azienda piemontese è presente in modo capillare su tutto il territorio italiano ed è in grado di offrire alla propria clientela una serie di servizi di alto livello qualitativo, quali: noleggio a breve e lungo termine con e senza operatore, consegna e ritiro mezzi 88 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
in tutta Italia, assistenza con ricambi originali delle principali marche e officine mobili attrezzate per l’assistenza rapida in cantiere, corsi di formazione accreditati dalla Regione Piemonte per la conduzione di autogrù, carrelli semoventi e piattaforme aeree, consulenza tecnica con sopralluogo in cantiere e redazione di un idoneo e specifico piano di sollevamento e reperibilità 24 su 24, sette giorni su sette. La sicurezza è al primo posto nell’attività di SAS Group: ogni mezzo è dotato di tutte le certificazioni richieste dalle normative vigenti (CE rilasciato dal
costruttore, libretti I.N.A.I.L., verifiche periodiche annuali) ed è sottoposto a manutenzioni e controlli periodici secondo le indicazioni fornite dai costruttori, attraverso un programma di gestione che consente di monitorarne costantemente lo stato. SAS Group, dal 2004, ha adottato un Sistema Qualità conforme alla norma ISO 9001 certificato dall’Organismo di Certificazione RINA.
sia in termini di prestazioni che di sicurezza e bassi costi di gestione. Per lo svolgimento delle nostre attività di montaggio di prefabbricati e di posa di lastre di copertura necessitavamo di una macchina che potes-
se destreggiarsi all’interno di cantieri congestionati e che fosse in grado di arrivare fino a oltre 20 m. In questo sito specifico, l’altezza massima di lavoro è inferiore (circa 15-18 m), ma talvolta siamo costretti a operare
sbracciando orizzontalmente, quindi questa piattaforma, che abbiamo noleggiato da SAS Group, è ideale per la nostra attività”. La nuova piattaforma articolata HA26 RTJ PRO si basa sugli stessi
UNITAMENTE AL PESO COMPLESSIVO CONTENUTO IN RELAZIONE ALLE DIMENSIONI, IL DESIGN DELLA PIATTAFORMA HAULOTTE HA26 RTJ PRO OFFRE LA POSSIBILITÀ DI MUOVERSI IN UN’AREA DI LAVORO OTTIMIZZATA. IL TELAIO DELLA CESTA E I COFANI SONO COSTITUITI DA COMPONENTI FACILMENTE SMONTABILI: IN CASO DI SOSTITUZIONI DOVUTE A USURA È SUFFICIENTE SMONTARE IL SOLO COMPONENTE DANNEGGIATO luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 89
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ANCHE SE IL CONTESTO OPERATIVO NELL’INTERPORTO DI BOLOGNA NON PRESENTA PARTICOLARI PROBLEMATICHE DI SUOLO, LA HA26 RTJ PRO È STATA PROGETTATA PER SPOSTARSI FACILMENTE ANCHE SU TERRENI ACCIDENTATI O AREE DIFFICILMENTE ACCESSIBILI, GRAZIE ALL’ASSALE OSCILLANTE, AL BLOCCAGGIO IDRAULICO DEL DIFFERENZIALE, ALL’ELEVATA ALTEZZA DA TERRA, AL RAGGIO DI STERZATURA RIDOTTO, AL TELAIO OTTIMIZZATO E ALLA PENDENZA SUPERABILE FINO AL 45%
(elevati) standard di progettazione, configurazione e prestazioni che hanno portato al successo i modelli HA16 e HA20, da 16 e 20 m, lanciati recentemente sul mercato, ed è stata progettata per soddisfare le aspettative degli operatori in termini di prestazioni, garantendo vantaggi economici nell’investimento per le società di noleggio. “La piattaforma – precisa Asteriti – è utilizzata in questo cantiere per raggiungere la sommità della copertura del capannone, al fine di posare le relative lastre da 13,8 m di lunghezza movimentate e portate in quota da un’autogrù Terex AC 80-2. 90 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
La macchina è molto versatile, anche grazie alle quattro ruote motrici e direttrici, e si è rivelata essere uno strumento importante per i vari ambiti applicativi in cui operiamo quotidianamente”. In generale, infatti, la piattaforma HA26 RTJ PRO rappresenta un valore aggiunto in molteplici contesti: non solo applicazioni industriali, ma anche costruzioni, finiture, manutenzioni e ristrutturazioni, demolizioni e manutenzione del verde.
Sicurezza al primo posto Per semplificare le operazioni tipiche di una piattaforma aerea ga-
rantendo la massima sicurezza degli operatori, Haulotte Group ha sviluppato diverse soluzioni che risultano essenziali in ogni cantiere, compreso quello visitato all’Interporto di Bologna. L’ACTIV’Lighting System-Safe Load, ad esempio, è un innovativo sistema di illuminazione ad altissime prestazioni: con diversi punti luce collocati intorno alla macchina, questo sistema illumina perfettamente i comandi e l’intera area intorno al braccio, consentendo agli utilizzatori di operare in tutta tranquillità, in qualsiasi condizione di luce e in qualunque
momento della giornata lavorativa. Perfettamente integrato nel quadro comandi superiore, poi, la nuova generazione del sistema di protezione secondaria Haulotte Activ’Shield Bar 2.0 offre una protezione aggiuntiva, tutelando gli utilizzatori da qualsiasi rischio di schiacciamento senza compromettere la produttività. Quando si lavora ad altezze considerevoli per diverse ore, come nel caso del cantiere in oggetto (ma specie se in spazi complessi o difficili da raggiungere), sentirsi al sicuro è essenziale: ecco perché molta attenzione è stata posta dal costruttore nel garantire al braccio movimenti fluidi, simultanei e proporzionali. Conferma Matteo Asteriti: “Tra gli elementi essenziali della nuova piattaforma che più ci hanno colpito e che garantiscono sicurezza e comfort sono da mettere in evidenza la rigidità del braccio, la cinematica del braccio perfettamente regolata grazie al computer incorporato e lo smorzamento automatico del movimento del braccio quando si avvicina all’estensione completa. In questa fase non si verifica alcuno sobbalzo, solo movimenti fluidi. Una comodità, questa, perché possiamo lavorare con la massima tranquillità”. A causa delle dimensioni del braccio, poi, nelle piattaforme in genere gli utilizzatori potrebbero non ave-
I PROTAGONISTI IN CANTIERE
MATTEO ASTERITI TITOLARE DI SDS MONTAGGI INDUSTRIALI
Il binomio vincente in questo cantiere è costituito dalla sinergia tra due aziende di Rottofreno, in provincia di Piacenza: la BLS Building Lift – Cycle Service e la SDS Montaggi Industriali. La prima nasce nel 2010, forte della pluriennale esperienza dei soci fondatori: l’attività si sviluppa fin da subito su larga scala partecipando alla costruzione e riqualificazione di numerosi edifici industriali e commerciali. Oggi, l’azienda piacentina – che è in grado di eseguire servizi manutentivi programmati coprendo anche interventi e verifiche su strutture
re la massima visibilità durante la guida. Condizione potenzialmente pericolosa, come si può ben immaginare. “In questa piattaforma il braccio può essere sollevato in posizio-
portanti e di rivestimento – ha sviluppato un proprio know-how per molteplici tipologie innovative di fabbricati industriali eseguendo lavori su nuovi insediamenti per oltre 200.000 m2 nell’ultimo anno e, in continuità con il proprio DNA, ha investito in personale qualificato, macchine e attrezzature specialistiche occupandosi di ristrutturazioni e/o di riqualificazioni di edifici danneggiati o obsoleti. Partendo da una collaudata e trasparente fase di preventivazione, BLS gestisce e garantisce, con il proprio organico o mediante partner consolidati, la migliore esecuzione dei lavori previsti garantendone la rispondenza alle normative vigenti. Tra i partner privilegiati di BLS c’è la SDS Montaggi Industriali, fondata nel 2015 e che, grazie alla professionalità di una decina di tecnici specializzati e di un parco mezzi a noleggio, è in grado di eseguire con precisione e affidabilità ogni genere di montaggio di prefabbricati e lastre e pannelli di copertura.
ne verticale anche quando la macchina si muove a piena velocità – spiega Asteriti – e quindi possiamo beneficiare di una maggiore visibilità, risparmiando tempo durante le manovre”. IL SISTEMA DI PROTEZIONE HAULOTTE ACTIV’SHIELD BAR 2.0 OFFRE UNA PROTEZIONE AGGIUNTIVA, TUTELANDO GLI UTILIZZATORI DA QUALSIASI RISCHIO DI SCHIACCIAMENTO PER SEMPLIFICARE LE OPERAZIONI DI CARICO E SCARICO GARANTENDO SICUREZZA AGLI OPERATORI, HAULOTTE HA SVILUPPATO UN SISTEMA DI ILLUMINAZIONE AD ALTISSIME PRESTAZIONI, L’ACTIV’LIGHTING SYSTEM-SAFE LOAD
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ON SITE La piattaforma è stata progettata per spostarsi facilmente anche su terreni accidentati o aree difficilmente accessibili; qui offre vari vantaggi: assale oscillante, per i terreni più impervi; bloccaggio idraulico del differenziale, per distribuire in modo più efficace la potenza alle ruote; elevata altezza da terra, per superare ogni ostacolo; raggio di sterzatura ridotto e telaio ottimizzato, per manovrare in spazi ristretti; pendenza superabile fino al 45%. Come optional, per facilitare il lavoro degli utilizzatori, Haulotte Group ha sviluppato anche molteplici allestimenti opzionali, come ad esempio il kit per vetrai, quello per impiantisti idraulici e/o per ambienti ostili, gli pneumatici anti-impronta, le prese di forza e la presa aria compressa sulla piattaforma.
Una gestione efficiente
DETTAGLI DELLA PROPULSIONE E DELL’IDRAULICA DELLA PIATTAFORMA HA26 RTJ PRO. LA MACCHINA È EQUIPAGGIATA CON IL SISTEMA DI DIAGNOSTICA DI BORDO ACTIV’SCREEN, CHE FORNISCE ACCESSO A: DETTAGLI E PROCEDURA COMPLETA DI RISOLUZIONE DEI GUASTI; IMPOSTAZIONI DELLA MACCHINA; AVVISI DI MANUTENZIONE E INTERVALLI DI MANUTENZIONE; PERSONALIZZAZIONE DELLE IMPOSTAZIONI GENERALI
Elevata produttività Unitamente al peso complessivo contenuto in relazione alle dimensioni, il design della nuova piattaforma articolata HA26 RTJ PRO offre la possibilità di muoversi in un’area di lavoro ottimizzata, caratteristica che si traduce in un’elevata produttività e ampiezza dello spazio di manovra senza necessità di muovere la macchina. Il nuovo modello evidenzia alcuni precisi punti di forza: altezza di lavoro fino a 26,4 m; escursione verticale del jib di 9,3 m, per superare fa92 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
cilmente ogni ostacolo; sbraccio orizzontale massimo di 17,5 m, per raggiungere le zone più inaccessibili. A causa dei limiti di portata della macchina, poi, gli utilizzatori non possono sempre caricare contemporaneamente tutte le loro attrezzature: il nuovo modello di Haulotte risolve questo problema offrendo in via opzionale la duplice modalità di carico 230 kg/350 kg (nella seconda, la capacità di sollevamento della piattaforma viene aumentata di un ulteriore 40%).
Quando gli operatori stanno lavorano in quota il motore spesso rimane attivo senza necessità, con un conseguente spreco di risorse; per questo motivo, la piattaforma HT28 RTJ PRO è equipaggiata con il sistema STOP Emission System, che arresta e riavvia automaticamente il motore. “Questa soluzione – conferma Matteo Asteriti – riduce l’uso di motore e componenti fino al 20%, prolungandone così la vita e mantenendo un elevato valore residuo della macchina, diminuendo parallelamente i consumi di carburante e i costi operativi. Poiché la macchina presenta emissioni acustiche ridotte fino al 20%, possiamo lavorare an-
LA PIATTAFORMA È DOTATA DI PNEUMATICI RIGIDI CON STRUTTURA ALVEOLARE PER FUORISTRADA (385/65-22,5)
LA PIATTAFORMA HA26 RTJ PRO OFFRE UNA CAPACITÀ IN CESTA DI 230 KG; CON L’OPZIONE DA 350 KG LA CAPACITÀ DI SOLLEVAMENTO DELLA PIATTAFORMA VIENE AUMENTATA DI UN ULTERIORE 40%
LA SCHEDA TECNICA La piattaforma articolata Haulotte HA26 RTJ PRO Altezza di lavoro/piano di calpestio:
26,4/24,4 m
Sbraccio laterale massimo:
17,5 m
Punto di articolazione:
9,3 m
Portata massima in cesta:
250 kg
Dimensioni cesta: Escursione jib: Rotazione cesta/torretta:
2,44 x 0,91 m 133° (-65°/+68°) 180°/360° continua
Sbalzo anteriore:
0,76 m
Interasse:
2,8 m
Altezza da terra:
48 cm
Inclinazione massima operativa: Velocità di traslazione: Pendenza massima superabile: Raggio angolo esterno di sterzata: Motore/Potenza motore: Peso totale:
4° 5 km/h 45% 4,35 m Kubota Stage IIIA / 36,5 kW 15.500 kg
che in aree sensibili come ospedali, scuole e/o edifici per uffici”. La nuova piattaforma di Haulotte è inoltre equipaggiata con il sistema di diagnostica di bordo ACTIV’Screen, uno strumento che fornisce accesso a dettagli e procedura completa di risoluzione dei guasti, impostazioni della macchina, avvisi di manutenzione e intervalli di manutenzione e personalizzazione delle impostazioni generali, quali lingua dell’interfaccia e unità di misura. ACTIV’Screen è quindi un vero e proprio assistente in grado di supportare gli utilizzatori nello svolgimento delle operazioni di manutenzione quotidiana. Per applicazioni di gestione flotte, infine, la piattaforma HA26 RTJ PRO è dotata di un connettore telematico universale come standard: adattabile a ogni tipologia di sistema telematico, questo sistema consente di collegare ogni dispositivo alle macchine Haulotte, offrendo la possibilità di gestirle senza necessità di utilizzare una soluzione telematica specifica. ■ luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 93
ON SITE SOLLEVAMENTO VERSATILE IN CANTIERE
DOVE “LA BLU” SI TINGE
DI VERDE di Ettore Zanatta
94 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
UNA GRU TELESCOPICA SENNEBOGEN 643 R È STATA RECENTEMENTE ACQUISTATA DALL’IMPRESA S.A.O.S. PER ESEGUIRE GLI INTERVENTI DI MOVIMENTAZIONE E SOLLEVAMENTO ALL’INTERNO DEI CANTIERI DELLA LINEA METROPOLITANA 4 DI MILANO. UN CASO ESEMPLIFICATIVO DI EFFICACIA E VERSATILITÀ
D
a alcuni anni la città di Milano è sempre più proiettata in uno scenario di respiro europeo, in particolar modo dal punto di vista dei servizi e delle infrastrutture destinate a garantire la migliore mobilità sostenibile. Una delle più recenti migliorie che ha coinvolto le infrastrutture cittadine è rappresentata dalla Metro 4 (M4, o “Linea Blu”), che permetterà al capoluogo lombardo di confrontarsi alla pari con altre capitali europee anche dal punto di vista dei trasporti. A due anni di distanza dall’inaugurazione della Linea M5 (detta anche “Lilla”), ora gli sforzi dell’amministrazione comunale sono concentrati proprio sulla Metro 4, quarta per numero ma quinta in ordine di realizzazione. Tra gli obiettivi dichiarati della M4 Spa – la società che gestisce i lavori e che è stata costituita nel dicembre 2014 dal Comune di Milano, in qualità di socio di maggioranza – c’è la diminuzione del traffico su ruote a vantaggio del trasporto pubblico, con una previsione di 30 milioni di spostamenti in meno all’anno, e la riduzione delle emissioni inquinanti del 2% (circa 16 milioni di tonnellate in meno di combustibile). Cifre, queste, che comprendono però anche l’apporto fornito dal servizio della M5.
Automatismo integrale La Linea M4 è una “metropolitana leggera ad automatismo integrale”: si tratta di un sistema tecnologico che conserva le caratteristiche della metropolitana classica ma con standard tecnici e prestazionali più elevati e meno dispendiosi. L’innovativo sistema di guida automatica driverless – cioè senza conducente – adotta una tecnologia per il controllo “intelligente” del traffico che garantisce ai passeggeri i più elevati standard di sicurezza(ad esempio, le porte delle carrozze si aprono esclusivamente alla fermata dei treni in staluglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 95
ON SITE zione annullando il rischio di cadute o infortuni, mentre la banchina di salita e discesa è completamente separata dai binari e dai vagoni in movimento, garantendo l’incolumità delle persone). La nuova linea seguirà un percorso che metterà in collegamento la parte est della città con quella ovest, passando attraverso il centro storico, con i due capolinea rappresentati dalla stazione di Linate (con collegamento all’aeroporto) e dalla stazione di San Cristoforo, direttamente sul Naviglio Grande. L’ultimazione dei lavori e la completa operatività della linea è prevista per il 2022. Grazie alla realizzazione di quest’infrastruttura, dunque, la metropolitana di Milano godrà di un totale di 118 km di linea, di 136 stazioni, di un aumento della rete del 34% in 10 anni e di un ritmo di sviluppo tra i più alti d’Europa.Entro il 2022 la rete metropolitana di Milano sarà la sesta in Europa e – nella fattispecie – la M4 avvicinerà ancor più Milano agli standard qualitativi delle altre grandi capitali d’Europa.
ESPI ENGINEERING:
Metodologie di scavo La Linea M4 è realizzata interamente con scavo in sotterraneo “a foro cieco” tramite TBM, tranne gli scavi per la realizzazione delle stazioni, dei sottoservizi e dei manufatti, che sono “a cielo aperto”. Per quanto riguarda le opere civili e, in particolare, i metodi costruttivi delle gallerie, si opera oggi nell’ottica di minimizzare l’impatto ambientale degli scavi. Per questa ragione è sempre meno frequente il ricorso alla soluzione di gallerie a cielo aperto scavate secondo il Metodo Milano (più noto oggi come “cut and cover”). Questo metodo – studiato da MM nella seconda metà degli anni Cinquanta per la realizzazione della M1 e successivamente adottato a livello mondiale – viene oggi utilizzato in ambiti urbani meno congestionali e quasi sempre periferici. L’accentuarsi di problemi di traffico urbano e la conseguente neces-
LA GRU TELESCOPICA CINGOLATA SENNEBOGEN 643 R, DISTRIBUITA IN ITALIA DA ESPI ENGINEERING (CASTELFRANCO EMILIA – MO) E ACQUISTATA DALLA SOCIETÀ S.A.O.S. PER ESEGUIRE GLI INTERVENTI DI MOVIMENTAZIONE E SOLLEVAMENTO ALL’INTERNO DEL CANTIERE DELLA M4 (STAZIONE TRICOLORE)
UNA GUIDA SICURA
La nostra visita all’interno del cantiere della nuova linea metropolitana M4 alla scoperta della gru Sennebogen 643 R è stata resa possibile grazie a colui che questa macchina la distribuisce sul mercato italiano. Parliamo di Stefano Govoni, amministratore della Espi Engineering di Castelfranco Emilia (Mo), dinamica azienda attiva sul mercato nazionale – ma anche internazionale – da oltre 30 anni e concessionario unico del marchio tedesco in Italia per ciò che concerne le gru HD (gru per lavori pesanti, dragline, fondazioni speciali), le gru cingolate tralicciate(sollevamento) e cingolate telescopiche(sollevamenti speciali)e Multicranes. L’azienda emiliana svolge un’attività che consente di 96 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
garantire ai propri clienti l’assemblaggio, il collaudo e la consegna in situ di macchine e attrezzature- in vendita o a noleggio – destinate a interventi che richiedono specifiche tecnologie e strumenti di lavoro curandone, ove necessario o richiesto, anche la manutenzione. Per fare tutto ciò, Espi Engineering attinge da un ampio magazzino di proprietà tutti i ricambi necessari. Inoltre, fornisce macchine destinate ad applicazioni speciali e un’attività di noleggio a freddo, sia in Italia che all’estero. Espi Engineering, peraltro, offre anche un servizio di ricondizionamento integrale cui possono essere sottoposte le macchine usate: grazie all’approfondita
STEFANO GOVONI AMMINISTRATORE DI ESPI ENGINEERING
SPECIALISTA DELLE FONDAZIONI SPECIALI La laboriosità tipicamente artigiana e l’esperienza acquisita in lunghi anni di intenso lavoro attraverso le realtà imprenditoriali più conosciute della penisola hanno permesso nel 1983 a Franco Benito di mettere a frutto il suo patrimonio di competenze, attraverso la costituzione di un’impresa su base familiare:nasce così la Società Appalti Opere Specializzate (S.A.O.S.), che oggi ha assunto un ruolo di (affidabile) interlocutore di grandi imprese di costruzioni generali per la realizzazione di fondazioni speciali. L’impresa con sede a Pontecorvo (Fr) §basa la sua attività su una lunga esperienza sul campo e su ampio parco macchine e attrezzature. Il livello di specializzazione raggiunto nella realizzazione di pali di piccolo e grosso diametro, diaframmi e ogni altro genere di opera specializzata – in qualsiasi tipo di terreno e con qualsiasi tecnica – è garantito e testimoniato dal continuo aggiornamento professionale che coinvolge tutto il personale e dal continuo rinnovamento dello stesso parco mezzi.
conoscenza di marchi e modelli, a una vasta disponibilità di ricambi e alla capacità di provvedere alla ricostruzione o modifica delle carpenterie, è infatti in grado di rinnovare e modificare in modo quasi “sartoriale” ogni mezzo. L’attività di Espi Engineering è dunque molto variegata: oltre a vendere le macchine originali in catalogo, come nel caso di Sennebogen, l’azienda smonta e analizza le macchine in modo dettagliato, ne controlla il grado d’usura e la funzionalità residua, sostituisce i vari componenti eseguendone la rettifica, dall’adattamento di nuove motorizzazioni all’eventuale rifacimento dell’impianto oleodinamico, al fine di fornire chiavi in mano degli strumenti che, talvolta, offrono possibilità d’impiego che non erano contemplate neppure in origine.
sità di limitare l’impatto dei nuovi lavori sulla viabilità ha comportato l’esigenza di adottare tecniche meno invasive, come lo scavo a foro cieco. A seconda della lunghezza della galleria, dell’esistenza di edifici intorno allo scavo o della diversa coesione del terreno, gli scavi a foro cieco vengono realizzati con diverse modalità. Può essere adottata la tecnica del consolidamento del terreno con miscele cementizie o la tecnologia dello scavo meccanizzato con TBM (Tunnelling Boring Machine), a pressione di terra bilanciata. Per manufatti minori e per sottopassi particolari si ricorre alla tecnica dello spingi-tubo. In presenza di particolari condizioni geologiche e allo scopo di evi-
tare frane, MM ha sperimentato la tecnica del congelamento del terreno alla temperatura di -196°C mediante azoto liquido:questa sperimentazione è avvenuta sia durante la costruzione della metropolitana di Napoli, dove si rilevava nel sottosuolo la presenza di rocce tenere come la pozzolana e il tufo, sia durante la costruzione dalla Linea 3 di Milano, per la presenza di terreni argillosi in corrispondenza della falda del sottosuolo. Per la realizzazione della M4 vengono utilizzate TBM di diametro differente, a seconda della tratta oggetto di scavo. In occasione degli scavi nella stazione Tricolore, da noi visitata lo scorso giugno, il diametro era di 9,15 m, per un diametro galleria di 8,15 m. luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 97
ON SITE
LA GRU TELESCOPICA SENNEBOGEN 643 R DURANTE LE OPERAZIONI DI SOLLEVAMENTO, MOVIMENTAZIONE E POSA DELLE GABBIE D’ARMATURA ALL’INTERNO DEI DIAFRAMMI. LA MACCHINA SI È MESSA IN EVIDENZA PER LA SUA VERSATILITÀ E RAPIDITÀ D’ESECUZIONE
La stazione Tricolore Se la stazione Washington-Bolivar costituisce la porta di accesso alla zona Ovest della città, la stazione Tricolore è certamente la porta che consente di accedere alla zo98 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
na Est di Milano. Da qui sarà possibile raggiungere il vicino corso Indipendenza e i suoi giardini. Conclusa la fase di spostamento dei sottoservizi (fognatura, cavi elettrici, cavi delle telecomunica-
zioni, acqua e gas) presenti nell’area, da febbraio 2017 il cantiere ha cambiato configurazione. Al momento della nostra visita era stata completata la bonifica per il ritrovamento di eventuali ordigni bellici ed era iniziata la realizzazione dei diaframmi,le pareti in cemento armato poste lungo il perimetro delle stazioni e dei manufatti che sostengono il terreno durante lo scavo e le successive attività di costruzione. Durante quest’attività vengono spostati svariati materiali voluminosi, rappresentati sia dalle palancole, le lastre in acciaio che contengono il calcestruzzo a sostegno del terreno appena scavato, che dalle “gabbie”, sempre in acciaio, che vanno a costituire l’armatura del diaframma. Per eseguire questo genere di interventi, la S.A.O.S. – impresa specia-
I NUMERI DELLA “BLU” M4 Spa è la società per azioni costituita il 16 dicembre 2014 dal Comune di Milano, socio pubblico di maggioranza, e da soci privati per la realizzazione della linea 4 della metropolitana di Milano. La Convenzione di concessione dell’opera pubblica realizzata mediante finanza di progetto è stata stipulata con il Comune di Milano, in qualità di Concedente, il 22 dicembre 2014. Da quella data M4 Spa ha acquisito a tutti gli effetti la qualifica di società concessionaria della progettazione, costruzione e gestione della linea M4. La Società ha come oggetto sociale la progettazione, costruzione, manutenzione e gestione tecnica, amministrativa, economica e finanziaria della linea metropolitana 4 di Milano, nonché l’erogazione del relativo servizio di trasporto pubblico, in concessione dal Comune di Milano. Questi i numeri del progetto:
15 i chilometri di estensione 21 le stazioni 30 i manufatti di linea 86 i milioni di passeggeri l’anno 1 il deposito-officina (San Cristoforo) 47 i veicoli (40 + 7) bidirezionali composti da quattro casse intercomunicanti
TERMINATE LE ATTIVITÀ PRELIMINARI, ALL’INTERNO DEL CANTIERE È INIZIATA LA COSTRUZIONE DEI DIAFRAMMI, OVVERO DELLE PARETI ESTERNE IN CEMENTO ARMATO POSTE LUNGO IL PERIMETRO DELLE STAZIONI E DEI MANUFATTI ATTI A SOSTENERE E CONTENERE IL TERRENO EVITANDO CHE POSSA CEDERE DURANTE LO SCAVO E LE SUCCESSIVE ATTIVITÀ DI COSTRUZIONE. DOPO CHE UN ESCAVATORE HA REALIZZATO UNO SCAVO IN VERTICALE A PIANTA RETTANGOLARE - IN QUESTO CASO, DI DIMENSIONI PARI A 30 M DI PROFONDITÀ, PER UNA LARGHEZZA DI 1.000 MM E UNA LUNGHEZZA DI 2.800 MM - INSERENDO AL POSTO DELLA TERRA DEL MATERIALE ARGILLOSO (NELLA FATTISPECIE, UNA MISCELA DI ACQUA E BENTONITE) IN GRADO DI SOSTENERE LA PRESSIONE ESERCITATA DAL TERRENO, VENGONO CALATE LE GABBIE D’ACCIAIO CHE COSTITUISCONO L’ARMATURA DEL DIAFRAMMA (E QUI ENTRA IN GIOCO LA 643 R, UTILIZZATA PER TUTTE LE OPERAZIONI DI MOVIMENTAZIONE). LO SCAVO, INFINE, VIENE RIEMPITO CON CALCESTRUZZO
lizzata nelle fondazioni speciali e commissionata a eseguire le lavorazioni – ha recentemente acquistato una gru telescopica cingolata Sennebogen 643 R, una macchina che ha rappresentato una soluzione ideale per l’esecuzione efficace di tutte le operazioni in cui è stata coinvolta.
Protagonista in cantiere Protagonista all’interno del cantiere della stazione Tricolore, per quanto riguarda le operazioni di movimentazione e sollevamento di materiali, è stata dunque la gru telescopica cingolata Sennebogen 643 R. Si tratta di una macchina di ultima generazione, di recente im-
6 i punti di interscambio 2 le gallerie di linea a binario singolo 90 i secondi di frequenza d’esercizio nelle ore di punta
75 i secondi di frequenza minima 80 i chilometri orari di velocità massima 1.543.552.812: l’investimento complessivo del progetto (al netto IVA)
missione sul mercato italiano grazie all’attività di Espi Engineering, che del costruttore tedesco è il concessionario unico per l’Italia. Nella fattispecie, questa gru da 40 t di portata e 30 m di altezza di sollevamento sta eseguendo tutte le operazioni inerenti lo spostamento e la posa delle gabbie d’armaluglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 99
ON SITE
LA SCHEDA TECNICA La gru cingolata telescopica Sennebogen 643 R Portata max.:
40 t
Altezza di sollevamento max.:
30 m
Motore:
Deutz TCD 2012 L06 2V - Tier III
Potenza motore:
128 kW (174 HP) a 2.000 giri/min
Portata idraulica:
280 l/min
Pressione d'esercizio: Braccio telescopico:
330 bar quattro sezioni, azionate idraulicamente
Estensioni:
23,4 m - 30 m
Jib:
6,5 m - 13 m
Cabina:
MaxCab, inclinabile 15°
Velocità di traslazione:
0-1,2 km/h / 0-2,7 km/h
Dimensioni (Larghezza x Altezza x Lunghezza):
4.500 x 3.226 x 9.728 mm
Peso operativo (contrappeso da 5,4 t / 7 t + 4 t) *:
36.900 kg / 42.500 kg
* con braccio telescopico da 30 m e gancio di sollevamento da 20 t, pattini da 700 mm tripla costolatura
100 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
IL CARRO DELLA GRU TELESCOPICA SENNEBOGEN 643 R È ESTENSIBILE IDRAULICAMENTE E PRESENTA UNA STRUTTURA HEAVY DUTY CON CINGOLI EXTRA STRONG
tura – aventi pesi variabili fino a 14 t – posizionate successivamente all’interno degli scavi, nonché di tutto il materiale necessario a questa fase di lavorazione. “La gru telescopica 643 R sta eseguendo tutte quelle operazioni che in altre occasioni vengono – o,per meglio dire, venivano – gestite tradizionalmente da una gru tralicciata”, spiega Stefano Govoni, amministratore di Espi Engineering. “L’impiego della gru 643 R, infatti, è un’alternativa efficace a questo genere di mezzo, poiché evita alle imprese di dover smontare completamente le macchine (bracci, contrappesi e componenti varie) per poi doverle riassemblare in un’altra area di cantiere o, addirittura, in un altro sito. Inoltre, gli operatori non devono preoccuparsi di avere a disposizione alcuna attrezzatura di ‘appoggio’ per eseguire tutti questi interventi. L’utilizzo della gru telescopica cingolata 643 R, invece, consente di eseguire ogni operazione in tempi molto ristretti e di gestire il mezzo in modo più veloce ed efficace, potendola trasferire da un luogo all’altro con estrema semplicità e rapidità, potendo metterla in funzione rapidamente e consentendo quindi alle imprese anche la gestione di più cantieri contemporaneamente, ottimizzando tempistiche e risorse preziose in qualsiasi cantiere”. La gru telescopica Sennebogen 643 R, inoltre, è “essenziale”, tecnicamente parlando: dotata di poca elettronica, è facilmente gestibile in ogni
condizione e operatore e può essere utilizzata sia con carro stretto che allargato, come in questo caso, con gestione automatica delle portate, dove raggiunge i 4.500 mm di larghezza. Dotata di motore Deutz da 128 kW, si è messa in evidenza (anche) in questo cantiere per la sua estrema flessibilità e facilità di trasporto. “Inoltre, questa macchina offre un ulteriore vantaggio”, aggiunge Govoni. “La gru monta un braccio cosiddetto ‘Full Power” sincronizzato. Ciò significa che all’interno del cantiere la gru telescopica può muoversi e traslare agevolmente sollevando e abbassando il braccio telescopico sia a vuoto che a pieno carico. Questo è, senza dubbio, un grande valore aggiunto assicurato da questa macchina”. La gru telescopica Sennebogen 643 R, dunque, ha reso pienamente i suoi servigi anche all’interno di questo cantiere, con piena soddisfazione dell’impresa e degli operatori, mettendo in mostra tutte le sue capacità durante le operazioni di sollevamento e movimentazione. La sua flessibilità, peraltro, offre la possibilità di montare molteplici attrezzature, ove richiesto, garantendo agli utilizzatori uno strumento versatile e in grado di offrire un ventaglio di soluzioni efficaci in termini di portata e capacità di carico. ■ PARTICOLARI DELLA GESTIONE DELLE GABBIE D’ARMATURA – AGGANCIO ALLA GRU, POSIZIONAMENTO E POSA – ALL’INTERNO DEL CANTIERE TRICOLORE DELLA M4 DI MILANO
PARTICOLARE DELLA TORRETTA DELLA GRU 643 R. IN CASO DI NECESSITÀ, PUÒ ESSERE INCLINABILE DI 15°. LA CABINA CONSENTE UN FACILE ACCESSO ALL’OPERATORE ED È PROGETTATA PER OFFRIRE UN ALTO LIVELLO DI ERGONOMIA E COMFORT. GRAZIE ALLA SUA COMPATTEZZA GENERALE, LA GRU PUÒ ESSERE UTILIZZATA – OLTRE CHE IN CANTIERI APERTI COME IN QUESTO CASO – ANCHE IN SPAZI CONFINATI COME TUNNEL E/O CANTIERI CITTADINI E INDUSTRIALI DI DIMENSIONI RISTRETTE luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 101
FIERE ECOMONDO
IN CAMMINO VERSO
UN FUTURO GREEN
A
lla Fiera di Rimini è in arrivo la nuova edizione di Ecomondo, kermesse che rappresenta il punto di riferimento per la green e circular economy nell’area euro-mediterranea. Quello organizzato da Italian Exhibition Group, la SpA nata dalla fusione di Rimini Fiera e della Fiera di Vicenza, è un evento internazionale che riunisce in un’unica piattaforma tutti gli ambiti di questo settore, dal recupero di materia ed energia allo sviluppo sostenibile. Non tutti sanno che l’Italia è tra i primi posti in Europa per ciò che riguarda questo specifico comparto economico, in particolare nell’ef-
102 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
DAL 7 AL 10 NOVEMBRE RIMINI FIERA OSPITA LA 21° EDIZIONE DI ECOMONDO, IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI OPERA NEL SETTORE DELL’ECONOMIA SOSTENIBILE E CIRCOLARE. IN CONTEMPORANEA, NEGLI STESSI PADIGLIONI È POSSIBILE VISITARE ANCHE KEY ENERGY, PER QUATTRO GIORNATE DI SICURO INTERESSE
di Lorenzo Zacchetti
ficienza energetica, nel riciclo dei rifiuti e nella produttività delle risorse. Con 47 milioni di tonnellate di rifiuti riciclati – e conseguente risparmio di energia pari a 17 milioni di tonnellate di petrolio – il nostro Paese è orgogliosamente al primo posto per il contributo fotovoltaico (8% del mix elettrico nazionale). Sono 385.000 le aziende italiane che operano nella green economy italiana, un settore che vale oltre 190 miliardi di euro, ovvero il 13% dell’economia nazionale. Sono addirittura 199.000 i posti di lavoro creati dall’economia circolare. Anche in ragione di questo interessante contesto, Ecomondo rappresenta un passaggio obbligato per i
player internazionali che desiderano incontrare i leader di mercato e scoprire di persona le nuove tecnologie e i nuovi prodotti messi sul mercato. A rendere ancora più interessante l’appuntamento di Rimini c’è il fatto che in contemporanea gli stessi padiglioni ospitano Key Energy, il Salone dell´Energia e della Mobilità Sostenibile che, sotto l’ampio cappello del tema rappresentato dai cambiamenti climatici, presenta soluzioni industriali e applicazioni anche urbane di effi-
cienza energetica, energie rinnovabili, mobilità e città sostenibile. A sua volta, Key Energy comprende anche: Key Wind (l’evento italiano di riferimento per le aziende del settore eolico), Key Storage (sui sistemi di accumulo nelle rinnovabili), Key Solar (novità di quest’anno, dedicata alle tecnologie solari più innovative) e Key Efficiency (sull’uso intelligente delle risorse). Nel suo complesso, il settore delle energie rinnovabili corrisponde a oltre 9,95 miliardi di euro di investimenti, a ulteriore conferma del fatto che il concetto di industria sostenibile non risponde “solo” a logiche ambientali, ma anche di produttività ed efficienza. Un’agenda ricca di appuntamenti Fin dal 2009 Ecomondo propone un modello ideale di “città sostenibile”, all’interno di uno spazio espositivo che mostra modelli di urbanizzazione, soluzioni tecnologiche, progetti, piani di mobilità, che consentono di migliorare la vita dei cittadini e favorire lo sviluppo dei territorio in chia-
LORENZO CAGNONI PRESIDENTE DI IEG
ve sostenibile. Le sfide riguardanti l’approvvigionamento e il riciclo delle materie per un’economia sostenibile e circolare sono raccolte da Ecomondo con lo sviluppo di tecnologie nuove e sostenibili, finalizzato alla riduzione della dipendenza dell’industria manifatturiera europea dall’approvvigionamento estero. Per l’edizione 2017, i temi centrali saranno biometano e rischio idrogeologico. Per quanto riguarda il biometano, verranno messe in luce le opportunità del mercato, individuando i prossimi step e le iniziative insieme alla Piattaforma Nazionale del Biometano, già lanciata nell’edizione 2016. L’obiettivo consiste nel potenziare l’alleanza strategica con l’industria del gas naturale, considerando il biometano come punto di transizione fra energie rinnovabili ed energie tradizionali. Rispetto alla prevenzione dei
rischi, Ecomondo ha lanciato un nuovo settore, dedicato ai sistemi di prevenzione nei confronti di fenomeni quali inondazioni ed erosione delle coste. Grazie ai lavori di ampliamento realizzati nel quartiere fieristico, aumenta la superficie a disposizione della rassegna, nella quale sono stati confermati gli Stati Generali della Green Economy, organizzati per il 7 e l’8 novembre dal Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 64 associazioni di imprese green, in collaborazione con i ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, con il supporto tecnico della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile presieduta da Edo Ronchi. Nel complesso, sono oltre 200 gli appuntamenti in programma, con un migliaio di relatori facenti parte di un’offerta convegnistica concentrata su focus tematici con la guida dei Comitati Tecnico Scientifici presieduti da Fabio Fava (Ecomondo) e Gianni Silvestrini (Key Energy). ■
LA CARTA D’IDENTITÀ
• Organizzatore: Italian Exhibition Group • Luogo/data evento: Rimini Fiera, dal 7 al 10 novembre 2017 • Orari: dalle ore 9.00 alle ore 18.00 • Periodicità: annuale • Edizione: 21° • Settori merceologici: rifiuti e risorse, biobased industry, bonifica e grandi rischi, acqua, key energy • Visitatori ultima edizione: 105.574 • Espositori ultima edizione: 1.200
luglio-settembre 2017 - ONSITELIFT 103
PRODOTTI
a cura di Liliana Rebaglia
DEMAG
La nuova gru PC 3800-1 La nuova gru Demag PC 3800-1 offre la possibilità di ampliare le prestazioni e le capacità di sollevamento. Questa macchina, infatti, consente di accedere a cantieri che in precedenza non erano raggiungibili con un modello cingolato standard. La PC 38001 presenta importanti diagrammi di carico, in particolare nella configurazione con il solo braccio base; inoltre, è facile da trasportare e contribuisce a ridurre le operazioni di preparazione del terreno. L’utilizzo della PC 3800-1 può ridurre la quantità di tempo che occorre dedicare alla predisposizione del cantiere per le operazioni della gru. Normalmente, per consentire alle gru cingolate di raggiungere la capacità di sollevamento nominale, occorre un terreno di supporto perfettamente livellato (pendenza di 0°-0,3°) su una vasta area; di conseguenza, è necessaria un’accurata attività di preparazione
del terreno prima di eseguire il sollevamento. La preparazione della PC 3800-1, invece, necessita solo di quattro punti, poiché il supporto degli stabilizzatori non deve necessariamente essere perfettamente livellato dato che i cilindri degli stabilizzatori possono compensare una certa tolleranza di planarità del terreno (fino a 2,1° con una base degli stabilizzatori di 12 x 12 m). In più, la PC 38001 può utilizzare come supporti degli stabilizzatori le fondazioni su pali già esistenti in grado di offrire una sufficiente stabilità. Questa configurazione rende la PC 3800-1 vantaggiosa in cantieri che presentano conformazione e struttura del terreno già esistenti,
come spesso accade nel caso di banchine portuali e raffinerie, nonché durante l’installazione di ponti dagli argini dei fiumi. La nuova gru PC 3800-1 presenta stabilizzatori idraulici estensibili e ripiegabili che possono essere posizionati a 12 x 12 m, 14 x 14 m con tutte le configurazioni, includendo Superlift e 16 x 16 m senza Superlift. Inoltre, offre ulteriori possibilità di sollevamenti ad ampio sbraccio in siti in cui la capacità di sollevamento di una gru cingolata risulterebbe limitata. La PC 3800-1 offre anche prestazioni di sollevamento più efficaci in numerose configurazioni oppure richiede un minore contrappeso per fornire una capacità di sollevamento uguale o leggermente superiore. Un contrappeso inferiore comporta l’utilizzo di un minor numero di camion, con conseguente significativa riduzione dei costi di trasporto.
OIL&STEEL
Le punte di diamante Tra i prodotti di punta di Oil&Steel - azienda di San Cesario S/P (Mo) fondata nel 1995 e specializzata nella produzione di piattaforme aeree, con le sue quattro linee di prodotto e più di 20 modelli, che possono essere installati su camion da 3,5 t in su – ci sono certamente i modelli Snake 2413 Plus, Snake 2010 H su Iveco e Octopus 23. L’autocarrata Snake 2413 Plus può raggiungere un’altezza di lavoro di circa 23,5 m, con uno sbraccio di 12,6 m (con 80 kg); l’utilizzo di acciai altoresistenziali di ultima generazione, unito all’individuazione di geometrie particolari, ha consentito ai progettisti di ridurre i pesi della sua 104 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
struttura estendibile assicurando comunque notevole rigidezza e resistenza. Il nuovo modello Snake 2010 H PLUS, montato su un camion Iveco Euro 6, particolarmente compatto e leggero con i suoi 3.300 kg di massa totale a terra e interasse corto (3.750 mm, con lunghezza di 6.925 mm), è attrezzato con stabilizzatori frontali estensibili di tipo H per lavorare negli spazi urbani, operare con flessibilità e offrire buone performance anche negli spazi più ristretti. La macchina è equipaggiata con un doppio pantografo che permette di eseguire movimenti verticali con la massima precisione, sia in fase
di elevazione che di abbassamento, permettendo una riduzione delle tempistiche di posizionamento rispetto alle piattaforme con lo stesso sistema. Appartenente alla linea Octopus – che si caratterizza per la compattezza, la possibilità di passare all’interno di spazi ristretti e l’articolazione a doppio pantografo – la Octopus 23 si caratterizza per un sistema cinematico innovativo che offre un grande vantaggio durante spostamenti su terreno non livellato grazie al suo sistema di stabilizzazione.
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La tecnologia QuickPick Remote
IL VOSTRO NUOVO INSTANCABILE COMPAGNO DI LAVORO A UN PREZZO ACCESSIBILE
Crown ha esteso la tecnologia di commissionamento QuickPick Remote a una gamma ancora più ampia di applicazioni: il sistema è ora disponibile anche per i modelli con forche di sollevamento e con sollevamento a pantografo della serie GPC 3000, per i carrelli multifunzione della serie MPC 3000 e per i trattori della serie TC 3000. “Grazie a QuickPick Remote, Crown ha sviluppato una soluzione per migliorare sicurezza ed efficienza caratterizzata da qualità ergonomiche in grado di fornire benefici concreti, oltre a un vero valore aggiunto in svariate applicazioni. Dopo aver sviluppato i parametri prestazionali del sistema, ora possiamo estendere questa tecnologia ad altre applicazioni. Ciò significa che continueremo a migliorare la qualità del lavoro nel magazzino, contribuendo a ottimizzare ulteriormente la produttività,” spiega Gary Thurner, Product Marketing Manager di Crown.
Meno strada da percorrere, meno piegamenti, meno sollevamenti: QuickPick Remote integra tecnologia, efficienza del flusso di lavoro e attività fisica degli operatori in un processo naturale e sistematico. Utilizzando uno speciale guanto da lavoro con comandi a distanza integrati è possibile spostare il carrello da una postazione di prelievo alla successiva senza un continuo saliscendi dalla piattaforma operatore. In alternativa, i clienti possono scegliere un telecomando ricetrasmittente con fascetta o con levetta di scatto. Nella pratica, questo concetto di comprovato successo migliora la produttività consentendo agli operatori di fare di più muovendosi meno, senza compromettere la sicurezza. Martijn Vogelzang, Project Manager di Jumbo Supermarkten, afferma che “QuickPick Remote ha generato un miglioramento della produttività del 7,5% presso l’hub di distribuzione di Jumbo Supermarkten”. QuickPick Remote è un’innovazione che ottimizza i processi di lavoro creando una situazione vincente sia per i manager del parco carrelli che per gli operatori. Il sistema è facile da impostare, non richiede un collegamento di rete, né una spesa IT extra e può essere direttamente integrato nell’ambiente del magazzino del cliente come una soluzione autonoma ed economicamente vantaggiosa. Inoltre, QuickPick Remote è in grado di funzionare in doppia modalità, consentendo all’operatore di gestire il carrello manualmente, se necessario.
TUTTO QUEL CHE VI SERVE IN UNA PIATTAFORMA AEREA A PANTOGRAFO DA 8 M
Ecco la vostra piattaforma per il noleggio. Il nuovo 1932R è stato progettato pensando all’affidabilità, alla praticità ed alla convenienza. Questo instancabile compagno di lavoro nelle piattaforme aeree a pantografo mostra tra le sue caratteristiche cofani in acciaio sollevabili, caricabatterie migliorato e un posizionamento strategico componenti per garantire una designe Meet your go-to rental dei machine. The new 1932R was facile e veloce manutenzione. Il sistema di protezione dalle buche serviceability and affordability in mind. This workhorse of a s sempre attivo mantiene un’ottimale distanza dal suolo.Tutto all-steel swing out tray, improved battery charger and strategic questo e molto altro a un prezzo accessibile.
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PRODOTTI PM
La gru 150 SP PM, con una gamma che offre oltre 350 possibili configurazioni, è uno dei primari costruttori di gru idrauliche retrocabina con braccio articolato per autocarri ed è da oltre 50 anni sul mercato.
Leggera e compatta, con sicurezza e innovazione ai massimi livelli, la serie PM 150 SP si caratterizza per: la sua base integrata, che implica facilità di installazione;
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l’elevato sbraccio, grazie a configurazioni base fino a nove sfili idraulici e antenne fino a sei sfili, con angoli negativi fino a 25°; massima estensione orizzontale fino a 35 m e verticale fino a 38,8 m. Ricca negli equipaggiamenti di serie, la gamma garantisce efficienza e operatività, offrendo inoltre cilindri indipendenti disposti in maniera alternata, che neutralizzano le oscillazioni del braccio e garantiscono maggiore stabilità, precisione e velocità. Grazie alla centralina elettronica PM Power Tronic Advance, è possibile inoltre un controllo in tempo reale di tutte le operazioni della gru (tutte le informazioni sono disponibili sul display). Grazie alla funzionalità E-Flowsharing, la gru garantisce fluidità nei
movimenti, maggiore controllo della movimentazione della gru con manovre multiple e maggiore efficienza operativa. Assoluta sicurezza si è ottenuta anche grazie al dispositivo PM Power Stability System, che consente di definire la massima capacità di carico ed estensione in funzione della stabilità dell’autocarro su cui la gru è installata.
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Piacenza, 5-7 ottobre 2017
(Hall 1 stand D38)
FASSI GRU
Due novità di fascia media La capacità di proporre nuovi prodotti è una delle caratteristiche principali che contraddistingue la forza industriale di Fassi, orientata a soddisfare sempre le dinamiche esigenze del settore del sollevamento. Ogni progetto presuppone una serie di sfide nuove e traguardi da raggiungere dati dal naturale processo di maturazione ed evoluzione del mercato. In questo caso, la gamma XE si arricchisce di due nuovi modelli di fascia media: la gru F345A xe-dynamic e la gru F345RA xe-dynamic. Questi modelli appartengono alla classe HC1 HD5 S2 (se allestiti su camion) secondo la norma EN12999:2011, raggiungono una capacità massima di sollevamento di 33,4 tm, hanno uno sbraccio massimo idraulico orizzontale di 20,50 m che diventa 26,70 m nella versione a sei sfili telescopici in abbinamento alla prolunga idraulica L214. Le prestazioni di sollevamento fanno di queste nuove gru la soluzione ideale per chi cerca elevate performance tra le gru appartenenti a questa classe di sollevamento: il peso e le dimensioni di entrambi i modelli ne fanno l’abbinamento ideale per allestimenti su veicoli a tre assi. Grazie all’ottimo rapporto peso potenza, le gru F345A e F345RA, riescono ad esprimere spiccate doti di sollevamento abbinate a generose possibilità di carico del veicolo. Il nuovo modello F345A è una gru a rotazione su pignone e cremagliera, mentre il modello F345RA è a rotazione continua su ralla. Sono entrambe dotate di serie del collaudato sistema di controllo FX500, del distributore idraulico D850, dei radiocomandi Fassi RCH/RCS e dei controlli di stabilità FSC-S o H. Le gru saranno offerte in diverse versioni fino a un massimo di otto sfili idraulici nella configurazione base e in tre versioni con braccio secondario corto. Per aumentare ulteriormente l’area di lavoro sono previsti vari abbinamenti con JIB per soddisfare ogni esigenza.
IN OGNI SOLUZIONE SEMPLICE C’È UNA GRANDE IDEA_
20.3 HV PERFORMANCE: ALTEZZA DI LAVORO 20 m SBRACCIO max 8,5 m PORTATA max 300 kg
SISTEMA DI STABILIZZAZIONE VARIABILE: “H STAB SYSTEM” CONSENTE DI STABILIZZARE LA PIATTAFORMA IN 4 AREE DEFINITE PER GARANTIRVI SICUREZZA E PRODUTTIVITÀ
Saremo presenti al GIS a Piacenza in area esterna
Seguici su:
CTE S.p.A. Sede: Via Caproni, 7 38068 Rovereto (Trento) - Italy Stabilimento: Loc. Terramatta, 5 37010 Rivoli V.se (Verona) - Italy Tel. +39 0464 48.50.50 • Fax +39 0464 48.50.99 info@ctelift.com • www.ctelift.com
PRODOTTI BÖCKER
Tra edilizia e traslochi Böcker propone un’ampia gamma di macchine e attrezzature per il mondo edile e dei traslochi. L’autogrù multifunzione AK37/4000 allestita su Man TGL 8.180, ad esempio, montabile su veicoli con PTT da 7,5 t, è ideale per i noleggiatori: con un carico utile di 4 t e sbraccio fino a 37 m, presenta un design robusto e adatto per un’ampia gamma di applicazioni edili: dai tetti alle facciate, senza dimenticare la flessibilità nei lavori di montaggio. L’elevatore per edilizia Junior 24, configurato con gabbia maggiorata, slitta ribaltabile, motore Honda, è agile, economico e di facile utilizzo in ogni cantiere e personalizzabile in base alle esigenze del cliente (è ideale per installatori di ponteggi, carpenteria, lattoneria, serramentisti e impermeabilizzazioni). L’elevatore per traslochi Agilo HL34 su
Nissan NT400 da 3,5 t, offre 34 m di altezza massima, una portata di 400 kg, una presa di forza in combinazione al motore elettrico e una velocità massima della slitta di 55 m/sec. La versione Agilo HL24 “Ecocompact” su Piaggio Porter Maxxi benzina Euro 6, offre invece 24 m di altezza massima, portata da 250 kg, azionamento elettrico, con gabbia per mobili Premium girevole, rientrabile e con sponde laterali apribili. L’elevatore per traslochi Avario garantisce una portata massima di 400 kg e 26 m di altezza di lavoro, a fronte di un peso contenuto in 1,9 t. Il pacco scala è di estrema stabilità e di dimensioni compatte; il suo ingombro può essere ulteriormente ridotto grazie al timone rientrabile. L’elevatore per traslochi Junior è invece ideale per le grandi città, per
i centri storici e per tutte le aree più strette e disagevoli: grazie al suo peso contenuto, può essere trainato da qualsiasi tipo di motrice ed è in grado di attraversare porte standard, con una portata massima di 250 kg. I componibili Toplift, infine, si presentano nella doppia versione: per edilizia e per traslochi. Il primo è disponibile in tre modelli fino a un massimo di 20,3 m di altezza; tre le versioni anche per il Toplift per traslochi, il modello più leggero ed economico dell’intera gamma Böcker.
Il successo mette in moto nuove idee. Unica vetrina espositiva del settore in Italia
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La piattaforma ZED 20.3 HV Nuovo arrivo nella fascia di altezza di lavoro più richiesta dai noleggiatori, quella dei 20 m: per questo range di altezza, che in casa CTE è già rappresentato da due modelli (CTE ZED 20.3 H e CTE ZED 20.3 EASY), è ora disponibile una nuova versione caratterizzata da un sistema di stabilizzazione variabile H Stab System con quattro aree di lavoro predefinite. Questo modello è ideale per numerose applicazioni, dalla manutenzione di stabili alle potature, dai restauri alla pulizia delle facciate, all’installazione di insegne pubblicitarie. La stabilizzazione variabile permette di utilizzare il giusto spazio in cantiere, grazie alla configurazione degli stabilizzatori posteriori in sagoma e la possibilità di estendere o meno gli stabilizzatori anteriori, anche alternati. A seguito del restyling strutturale richiesto per l’adeguamento delle piattaforme agli autocarri Euro 6, nel corso degli ultimi mesi CTE ha ripresentato sul mercato i propri modelli di punta, da intendere come una vera e propria “nuova generazione” di piattaforme aeree. Dati i pesi aumentati degli autocarri sono stati rivisti i disegni dei bracci delle piattaforme per rientrare nei pesi complessivi e sono stati impiegati nuovi materiali e sistemi di gestione e controllo. La piattaforma CTE ZED 20.3 HV raggiunge i 20 m di altezza di lavoro, gli 8,5 m di sbraccio e i 300 kg di portata; presenta un doppio pantografo, un braccio telescopico e uno sfilo. La rotazione torretta è di ± 320°, quella della navicella di 60° a destra e 60° a sinistra. I comandi sono elettroidraulici proporzionali da terra e da navicella con rampe di accelerazione e decelerazione per un controllo più fluido delle manovre. Gli stabilizzatori sono a piazzamento oleodinamico con sensori di contatto terreno. La stabilizzazione è variabile con H Stab System: stabilizzatori frontali con estensione delle traverse possono essere aperti o chiusi anche alternati, e stabilizzatori posteriori fissi in sagoma.
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MDR Registrazione Digitale Mobile Backeye®360 elimina il problema degli angoli ciechi, un potenziale pericolo per qualsiasi oggetto o persona che si trovi sulla traiettoria di un veicolo in movimento. Le immagini digitali provenienti da quattro telecamere ultragrandangolari vengono combinate per offrire una vista “a volo d’uccello” del veicolo e fornire in tempo reale una singola immagine chiara sul monitor del guidatore: una soluzione ideale per prevenire gli incidenti, risparmiare denaro e salvare vite umane. E’ ora possibile collegare Backeye®360 ad un sistema di Registrazione Digitale Mobile, che archivia le riprese e si dimostra decisivo in caso di contenziosi.
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PRODOTTI PALFINGER PLATFORMS ITALY
È tempo di… Professional Line!!! Palfinger Platforms Italy (Modena) presenta il primo modello della nuova serie Professional Line, una gamma di piattaforme aeree che andrà a incrementare l’offerta dell’azienda, affiancandosi alle già consolidate e apprezzate versioni Smart, Low Smart e Tracked. La gamma Professional Line si distinguerà dalle soprannominate serie in quanto diversamente orientata nella progettazione: l’attenzione, qui, è stata focalizzata sulle peculiari esigenze di determinate tipologie di utilizzatori finali allo scopo di massimizzare la loro soddisfazione dall’utilizzo del mezzo. Ciò a vantaggio anche dei noleggiatori, che sempre più risponderanno alle differenti richieste del mercato. In tale contesto, Palfinger Platforms Italy – diversamente da gran parte dei concorrenti nazionali che si
spingono verso prestazioni sempre più estreme a scapito di allestimenti sempre più delicati ed esili (estreme performance spesso non fruibili per eccessive deformazione e/o elasticità della struttura o semplicemente perché irraggiungibili) – si vuole differenziare ancora una volta aprendo un nuovo capitolo per quanto riguarda le attrezzature per il lavoro aereo. Le piattaforme Professional Line risponderanno alle necessità più stringenti di diverse categorie di end-user, rispettando al contempo i presupposti fondamentali per una sicurezza dell’investimento fatto da parte
del cliente: piena e reale fruibilità dell’intera area di lavoro con carico nominale dichiarato e conforme alla documentazione tecnica/diagrammi di lavoro pubblicati e divulgati piena confidenza sulla qualità, affidabilità e durata della macchina (assicurata dai maniacali test di resistenza a fatica a cui vengono soggettati tutti i nuovi modelli Palfinger Platforms Italy); soluzioni tese non solo a soddisfare il lavoro in quota, ma la totalità delle fasi operative a cui sono rivolte queste nuove attrezzature; ridotte dimensioni dell’allestimento in fase di trasferimento e piazzamento, nella continuità delle caratteristiche già consolidate sul mercato degli allestimenti dell’azienda modenese; massima sicurezza con il totale rispetto della normativa di settore EN280/2015; massima osservanza dei limiti per masse e dimensioni imposti dal nuovo codice stradale.
KONECRANES
La gru a cavalletto A-STRAD Konecranes continua il suo percorso di innovazione nello sviluppo di gru e macchine per i porti e la movimentazione dei container lanciando sul mercasto A-STRAD, una gru a cavalletto automatizzata che si affianca al suo già noto straddle carrier A-STRAD e al sistema A-SPRINTER. A-STRAD e A-SPRINTER, in particolare, incorporano la tecnologia di automazione all’avanguardia del costruttore – con tutti i sottosistemi e software necessari, come il sistema di navigazione Navimatic e quello di gestione della flotta TEAMS – e la consulenza e il servizio completo di ciclo di vita. Gli operatori logistici e portuali apprezzano la sofisticata progettazione delle 110 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
macchine Konecranes e il sistema di propulsione doppio (dieselelettrico) che offre precisione di
manovra: il primo cliente a trarre vantaggio dall’automazione delle nuove macchine è stato Ports of Auckland Ltd. (POAL) al quale Konecranes ha fornito 27 straddle carriers A-STRAD, aggiornando al contempo 21 gru a cavalletto. Tutte le macchine – nuove e aggiornate – entreranno in attività progressivamente entro la metà del 2019.
VALLA
250E: la trazione è elettrica Valla – azienda italiana che dal 1945 ha intrapreso e proseguito un percorso fatto di innovazione tecnologica raggiungendo oggi il traguardo delle oltre 10.000 gru semoventi per svariati ambiti industriali tra petrolchimica, aerospaziale e automotive – vanta tra le sue fila il modello 250E: si tratta di una macchina a trazione elettrica che offre una grande sicurezza e innovazione tecnologica. Questa macchina presenta una struttura portante a sei ruote realizzata in acciaio, cabina chiusa di serie, contrappesi interni rimovibili, per ottimizzare il peso della gru in funzione dell’applicazione e facilitare
le operazioni di trasporto, riducendone i costi. L’asse posteriore è sterzante tramite motore idraulico (idroguida) montato su ralla.
Il suo braccio telescopico con sfili proporzionali garantisce prestazioni ai vertici della categoria grazie allo sbraccio orizzontale superiore a 9 m
e verticale superiore a 13 m. Ampia la dotazione di sicurezza grazie al sistema elettronico di limitazione del carico (LMI), con display, per la visualizzazione del carico e la posizione del braccio; a garantire affidabilità concorrono l’utilizzo di acciai di ultima generazione e componentistica di elevata qualità, realizzata da aziende leader a livello mondiale. C’è inoltre la possibilità di scelta tra una vasta gamma di accessori (ad esempio il cestello per manutenzione aerea, il comando a distanza, la cappotta tela/plexiglass, l’argano idraulico), che ne ampliano le possibilità di utilizzo in molteplici settori.
INSERZIONISTI Azienda
Pagina
Brigade Elettronica
109
Cemas
11
CTE
107
Ecomondo 2017
67
Effer
3
Espi Engineering
III Copertina
Fimi
IV Copertina
Genie
9
Gruppo Minitop
106
Haulotte Italia
5
Intermat 2018
6
Intralogistica 2018 JCB JLG Industries Italia
108 7 105
Liebherr Italia
II Copertina
Manitou Italia
27
Merlo
1
MP Filtri
111
NLMK - Quend
21
Ormig
13
Platform Basket 112 ONSITELIFT - luglio-settembre 2017
I Copertina