Ankarparken

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ANKARPARKEN Malmø_Svezia

Università degli studi di Genova

Corso di

Facoltà di Architettura laurea Specialistica in “Architettura del Paesaggio”

Architettura dei Giardini Contemporanei 2 Docente_Adriana

Studente_Marco

Ghersi

Tapparello


INDICE Premessa Introduzione

Definizione dell’oggetto di studio Inquadramento Contesto Elementi emergenti

Il Paesaggista

Chi è Stig L. Andersson? La sua poetica

Struttura del Parco

Impianto planimetrico Struttura spaziale Connessioni con l’intorno Limiti e accessi Assi Visuali Percorsi

Elementi

Acqua Vegetazione Materiali e arredi

Riflessioni

p.3 p.4 p.6

p.10

p.12 p.13

p.16 p.18 p.20 p.22 p.23 p.24 p.25

p.27 p.29 p.33

Ankarparken e la natura svedese Un parco tra mutamento, esperienza e immaginario

p.35

Conclusioni

p.37

Bibliografia

p.36


Premessa

Durante

“Architettura del Paesaggio” mi è stato dato modo di venire a conoscenza ed appassionarmi alla poetica del Stig L. Andersson. L’interesse per il suo design assieme all’opportunità datami dal “Programma Erasmus”, grazie al quale ho poturo trascorre un periodo di studio all’estero presso l’Università svedese “SLU” (Science Life University - Alnarp), mi hanno dato la possibilità di vedere dal vivo alcuni dei suoi lavori e di seguire un suo intervento ad una conferenza tenutasi nella medesima università. Oltra ad aver visitato alcune delle sue realizzazioni in Danimarca, vivere nelle vicinanze della città di Malmø per un periodo di tre mesi ha spinto la mia attenzione a focalizzarsi su uno dei parchi più conosciuti tra quelli realizzati dal paesaggista danese. il mio percorso di studi in

paesaggista danese

Da

queste premesse nasce quindi la mia scelta di prendere in considerazione ed analizzare un parco situato in

paesaggista

Svezia,

e realizzato appunto dal

Stig L. Andersson, come argomento della mia tesina per il corso di “Architettura dei Giardini Contemporanei 2”.


Definizione dell’oggetto di studio Ankarparken assume come uno dei suoi caratteri specifici il paesaggio tipico che caratterizza il sud della Svezia e la vicina Danimarca. Costruito nella città di Malmø (Svezia), nel nuovo quartiere Västra Hamnen questo parco si presenta come un lussureggiante parco cittadino, uno spazio aperto con attrattive per utenti di tutte le età. La nuova espansione della città è stata costruita intorno al vecchio omonimo porto industriale (Västra Hamnen) e lo stesso nome del parco Ankarparken (Anchor Park - in inglese) richiama al vecchio utilizzo del luogo in quanto sta a significare “parco delle ancore”. Fiancheggiando un’innovativa zona residenziale, costruita per l’expo Bo01 nel 2001, ed il famoso grattacielo Turning Torso, opera del rinominato architetto Santiago Calatrava, il parco con la sua estensione planimetrica contribuisce a dare splendore agli edifici circostanti. Il suo aspetto cambia con le stagioni e gli usi, e l’acqua che lo percorre lungo tutta la sua estensione risulta essere un’elemento caratterizzante: si tratta, infatti, di una nuova tipologia di parco cittadino, un parco caratterizzato dall’essere scolpito ed inciso dall’acqua, un “hydroglyph park”. Ispirato alla diversità della natura svedese, in esso sono riproposti diverse tipologie di biotopi: zone umide con Ontani, boschetti di Querce, pinete, biotopi d’acqua salata e forme che alludono ad animali tipici dell’ambiente marino. In questo parco gli spazi si fondono gli uni con gli altri stimolando la fantasia dei bambini e fornendo luoghi per la contemplazione. Localizzazione

_Västre Hamnen, Malmö, Svezia

Cliente

_Città di Malmö

Direttore creativo Direttore del progetto Collaboratori

_Stig L. Andersson _Hans Kragh _J.P.Berglund, Christian Restorff Liliegreen, Hanne Bruun Møller, Stine Poulsen

Anno di progettazione Anno di realizzazione

_2000 _2001

Dimensioni area: _2,9 ha. Costo della realizzazione: _4 milioni di € _Presentato alla “Biennale di Venezia” nel 2002 e nel 2004 _Nominato per il “Mies van der Rohe Award” nel 2003

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Inquadramento Malmö è il capoluogo della regione Skane, situata nel sud-ovest della Svezia, ed è la terza più grande città dello stato. Nel 1970 la città è stata duramente colpita da una recessione nel campo industriale-navale con il conseguente abbandono di una vasta area portuale situata lungo la costa del mar Baltico nella zona a nord della città. Il primo importante segno di ripresa economica, dopo tanti anni, per questa area denominata Vastra Hamnen (ovvero Porto Ovest) si è avuto con la costruzione del ponte sull’Oresund (terminato nel 2000), lo stretto che separa la Danimarca dalla Svezia. Si tratta del più lungo ponte strallato per il traffico stradale e ferroviario combinato d’Europa (15, 9 km) e collega Malmö a Copenaghen, che vanno a formare la cosiddetta “regione dell’Oresund”. Questa scelta ha portato impulso e sviluppo per entrambe le sponde.

Malmø, (Svezia)

Copenhagen, (Danimarca)

Malmø,

(S,vezia) Malmø ponte

Øresund

(Svezia)

Zone climatiche del continente europeo: ALP = alpina; ATL = atlantica; BOR = boreale; CON = continentale; MAC = macaronesica; MED = mediterranea; PAN = pannonica; MATL = atlantica marina; MBAL = baltica marina; MMAC = macaronesica marina; MED = mediterranea marina. Il clima in questa parte del territorio svedese è di tipo continentale freddo o addirittura con influssi oceanici. Riscaldata marginalmente dalla Corrente del Golfo, la Svezia è baganata sola dal Baltico, un mare freddo con scarsa azione mitigatrice che ghiaccia in inverno.

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Inquadramento Ankarparken _area del parco oggetto di studio Västra Hamnen (Bo01) _il nuovo quartiere che ospita il parco oggetto di studio.

Quest’area è Bo01 - European Housing Expo del 2001 stata creata per ospitare l’expo

Western harbor _il “porto occidentale” è l’area un tempo sede dei vecchi cantieri navali

che oggigiorno ospita attività industriali, edifici commerciali e residen-

ziali; è considerabile come la nuova espansione della città, la

Malmø

moderna

Università di Malmø Porto industriale Stazione centrale Centro storico Malmøhus, Slottsparken, Kungsparken _il castello cittadino oggi sede del museo civico ed i due parchi urbani nelle immediate vicinanze del centro storico

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Contesto Un

1996 quando Malmö viBo01 - European Housing Expo del 2001. L’obiettivo dell’Expo è stato quello di affrontare i temi dell’abitare della città del domani sotto l’aspetto dello sviluppo sostenibile, del risparmio energetico e delle politiche sociali. Il tema dell’Expo è quindi divenuto la linea guida progettuale per l’intera area Vastra Hamnen: un nuovo moderno quartiere della città con residenze, uffici, negozi e servizi dotati dei più alti standard di vivibilità e sostenibilità. Lo slogan dell’Expo era infatti ”La città del futuro” e il risultato è stato una pianificazione urbanistica dominata da un’architettura poliedrica e incentrata sulla sostenibilità ecologica. Gli architetti si sono, infatti, orientati verso soluzioni che rendessero l’area autonoma dal punto di vista energetico e che abbattessero i consumi attraverso l’impiego di energie alternative: eolica, idraulica, solare, ricavata dal calore del mare. La creazione di un acquifero immagazzina acqua nel sottosuolo; una grande stazione eolica a Norra Hamnen e 120 mq di pannelli solari producono il fabbisogno energetico necessario all’area, mentre le aree verdi garantiscono una grande varietà biologica. Il piano generale è stato diviso in tre fasi. La parte permanente del Bo01 costituisce la prima fase (è stata completamente terminata solo la parte necessaria all’esposizione, la parte restante non è ancora del tutto terminata) e occupa la parte più occidentale di Vastra Hamnen. Entro il 2020 dovrebbero terminare i lavori riguardanti le altre due fasi di progetto. La zona Bo01 rimarrà quella a carattere più residenziale mentre le altre due saranno occupate in prevalenza da attività terziarie. Per la zona adiacente a quella del Bo01 sono in progetto, oltre ad altri complessi residenziali, servizi scolastici e la grande ex fabbrica SAAB, che oggi ospita la fiera e che diverrà il polo commerciale principale dell’area con la costruzione di un grande ipermercato. A servizio di questi quartieri sono poi previsti grandi spazi verdi pubblici, così come anche per la zona più orientale dove, oltre ad altri edifici per abitazione e uffici, si avrà un teatro per la altro importante momento per la città si ha nel

ene scelta come la città che ospiterà il

Piano generale di intervento sull’ex area portuale danza che verrà ricavato da una ex fabbrica di stoccaggio e

un’espansione della sede dell’università già esistente nella parte sud-orientale dell’area.

L’impianto

Bo01 comprende vari interventi: un grande parco interno lineare, caratterizzato da percorsi pedonali lungo un canale (l’Ankarparken appunto); un’area fronte mare; spiazzi ecologici didattici. generale del nuovo insediamento residenziale

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Contesto Il

quartiere è caratterizzato da una notevole varietà nel tessuto: ogni stra-

da, ogni piazza è diversa dall’altra, dalle forme irregolari, ornate da giardini, spesso attraversate da canali e non, ha uno stile omogeneo imposto a priori,

Scaniaparken

ma è tutto improntato sulla varietà, visto il numero di architetti di diversa nazionalità coinvolti nel progetto.

Sempre nell’ottica del quartiere sostenibile, si

Strada carrabile

tratta di una zona quasi esclusivamente pedonale e le vie principali si individuano

nel lungo percorso panoramico lungo la costa, con numerosi accessi all’acqua, e nel lungo canale principale dove si sviluppa il parco urbano oggetto di studio.

L’area verde dell’Arkanparken continua il dinamismo e la contemporaneità degli elementi architettonici ma sviluppandosi sul piano orizzontale, mediando con il contesto di parcheggi e capannoni industriali/commerciali situati ad Est.

Turninig Torso

Parco in progetto

Centro commerciale Parco in progetto

Daniaparken

(attualmente ospita un’area gioco tematica per bambini)

Ankarparken

Ankarparken

Area residenziale

Area ciclo pedonale

Daniaparken

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Contesto Urbanistica: Il quartiere Bo01 è prettamente occupato da residenze e uffici e vede la presenza di aree destinate ai servizi che si collocano per la maggior parte nei piani a terra degli edifici residenziali. Si tratta per lo più di negozi, servizi di prima necessità e servizi di ristorazione. Le maggiori attrezzature pubbliche di interesse collettivo rientrano nelle seconda e terza fase progettuale riguardante l’area centrale e orientale di Vastra Hamnen: un grande centro commerciale, scuole, un teatro, nuovi edifici per l’università e molte aree verdi e parchi urbani. Già nella prima fase del progetto è stata data grande importanza agli spazi aperti e collettivi che si articolano in una serie di parchi artistici, parchi attrezzati per lo sport con campi multiuso, un grande spazio destinato alla pratica dello skateboard (Ankarparken, Daniaparken, Scaniaparken), giardini, banchine lungo il mare e lungo il canale dell’Arkanperken, che attraversa l’area e rappresenta la principale direttrice lungo la quale si sviluppa il progetto Bo01. I blocchi residenziali, infatti, si dispongono in maniera piuttosto regolare parallelamente al canale da entrambe le parti andandosi a collegare tramite una serie di ponti pedonali e tramite un unico passaggio carrabile, perpendicolare alla direzione del canale, posto circa a metà del quartiere. Il waterfront è anch’esso stato progettato per offrire una passeggiata che si articola per tutta la lunghezza del quartiere offrendo l’accesso a numerosi servizi e a numerosi collegamenti con l’acqua, divenendo così uno dei più suggestivi punti del quartiere. Edilizia: Il lay-out della nuova area ha una media densità, con edifici bassi, ad eccezione della torre progettata da Santiago Calatrava. L’altezza degli edifici e la loro tipologia sono variabili: si hanno edifici da uno a sei piani tra cui case isolate, case a schiera e alcuni blocchi di appartamenti. In modo particolare gli edifici lungo la banchina sono alti dai cinque ai sei piani per riparare tutto il quartiere dal forte vento proveniente da ovest.

Infrastrutture: Nella progettazione del quartiere, per rispondere ai requisiti di eco-sostenibilità, si è deciso di ridurre al minimo il traffico, motivo per cui le poche strade carrabili sono riservate ai residenti, mentre all’ingresso del quartiere si ha un ampio parcheggio pubblico separato dalla zona residenziale da un canale. Il sistema ciclo-pedonale è quindi quello principalmente usato nell’area e si avvale di piste ciclabili e lunghe passeggiate panoramiche. Vista dell’area residenziale che si presentava ultimata nel 2001 in vista dell’expo Bo01

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Contesto Da sotto in senso orario: _Abitazioni interne al quartiere residenziale di Vastra Hamnen (Marzo, 2010). _Il Turning Torso visto dal Daniaparken (Giugno, 2010). _Vista del Daniaparken da nord (Giugno, 2010). _Strada esterna che passa a sud-est del quartiere residenziale (Giugno, 2010). _ Foto dallo Scaniaparken che evidenzia gli edifici piÚ alti che proteggono l’interno del quartiere residenziale dal forte vento proveniente da ovest

(Giugno, 2010)

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Elementi emergenti

Turninig Torso

Ponte Oresund Area industriale Discarica Porto industriale

Pur essendo un parco pianeggiante e racchiuso tra edifici, l’Ankarparken è facilmente individuabile, anche in lontananza, in quanto si sviluppa ai piedi di un sorprendente landmark: il Turning Torso. Il Turning Torso è un grattacielo residenziale di 190 metri di altezza e 54 piani. È l’edificio residenziale più alto della Svezia e, alla data della sua inaugurazione, il secondo in Europa. Progettato dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava è stato inaugurato il 27 agosto 2005 dopo quattro anni di costruzione e nello stesso anno ha ricevuto il premio MIPIM alla fiera di costruzione di Cannes (Francia) come migliore edificio residenziale del mondo. Una delle ragioni per la quale venne costruito il Turning Torso fu quella di ristabilire uno skyline riconoscibile per la città di Malmö. Infatti, dopo la chiusura dei cantieri navali e la rimozione nel 2002 del Kockumskranen (“La Gru Kockum”) situata a meno di un chilometro dell’attuale posizione dell’edificio, lo skyline cittadino era rimasto orfano di un elemento distintivo per l’intera città. I politici locali considerarono che era importante per la città avere un simbolo: come Kockumskranen, un’enorme gru utilizzata per la costruzione di barche nei cantieri dell’impresa Kockum, simboleggiava, in qualche modo, le radici di Malmö come città industriale; il Turning Torso potrebbe essere considerato come un monumento di una Malmö nuova e internazionale. Lo skyline di Malmoe come si presenta oggigiorni con l’imponente figura del Turning Torso ed il ponte di collegamento con la ora vicina città di Copenhagen. Foto scatatta dalla pista ciclabile che conduce a Lomma, vicina cittadina a nord di Malmoe (aprile, 2010).

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Elementi emergenti La

Turning Torso è stata ispirata da una sculCalatrava, che rappresenta un torso umano che si torce su se stesso. Dalla base al piano più alto, la torre, costruita in acciaio, vetro e cemento armato e strutturata in nove cubi rotatori, si torce di 90 gradi. L’esterno dell’edificio è rivestito di pannelli di cristallo ed alluminio. Nell’edificio coesistono alloggi di lusso e uffici. I due ultimi piani (dai quali si può vedere Copenhagen) sono dedicati a riunioni di affari, incontri politici e visite ufficiali. forma del

tura, dello stesso

Da sopra in senso orario: _“La gru Kockum” elemento che caratterizzava lo skyline di Malmoe prima della crisi delle industrie navali. _Schizzo progettuale del Turning Torso ad opera di Santiago Calatrava che evidenzia l’idea progettuale. _Immagini del Turning torso dall’interno dell’Arkanparken e dall’area commerciale (giugno, 2010)

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Chi è Stig L. Andersson?

Stig L. Andersson è un architetto paesaggista nato nel 1957 in Danimarca. Dopo aver completato gli studi nel 1986 presso la “Royal Danish Academy of Fine Arts, School of Architecture” con una tesi di laurea intitolata “The Programmed Landscape”, si recò in Giappone grazie ai fondi ministeriali di ricerca giapponesi. Stig L. Andersson era particolarmente interessato alla cultura giapponese con particolare riguardo ai concetti di sostanza, spazio e mutevolezza (campi che ha integrato e sviluppato in un suo studio dal 1994). Ha fondato nel 1991 a Copenhagen lo studio privato di progettazione urbana e del paesaggio SLA; studio che partendo dalla semplice pratica di architettura del paesaggio, si è trasformato in una organizzazione di lavoro interdisciplinare con il paesaggio, gli spazi urbani, l’analisi e la pianificazione urbana. Ha sempre lavorato a stretto contatto con l’ambiente della ricerca universitaria. È professore associato alla “Royal Academy of Fine Arts” di Copenhagen e dal 1992 è membro dell’“Academy Council Committees”. Nel 2002 è stato insignito della Medaglia Eckersberg per il suo lavoro. Stig L. Andersson ha inoltre lavorato nel campo dell’arte come un membro del gruppo ‘Kammeraterne‘ con i quali ha realizzato una serie di mostre.

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La sua poetica “L’architettura del paesaggio dovrebbe dare luogo ad un ambiente dove le persone, la materia e le condizioni meteorologiche interagiscano in continuazione.” (1) Considerando l’incremento dell’urbanizzazione e l’alienazione della natura, il pensiero di Stig L. Andersson è principalmente volto a riportare all’interno della città il paesaggio caratteristico del luogo in cui si ritrova ad intervenire. Il semplice vuoto tra gli edifici deve acquisire caratteri in grado di dare possibilità di incontro ai cittadini. Il frequentarsi deve poter avvenire separatamente dal contesto, articolandosi in stanze all’aperto frutto dello studio della percezione degli spazi da parte dei fruitori. L’utilizzo negli spazi urbani degli elementi naturali come l’acqua, la vegetazione, la terra e la sabbia, la luce ed il suono, in un complex pattern può ricreare un ambiente con un’identità particolare e allo stesso tempo può ridefinire il loro valore stimolando il fruitore ad indagare la loro varia espressione. Due caratteristiche principali contraddistinguono lo stile progettuale di Andersson: il dinamismo e la volontà di creare sempre nuove attrazioni sensoriali.

“Le nuvole non sono mai uguali tra di loro, eppure sono tutte le nuvole. Se si prende un foglio di carta e lo si deforma, esso non conterrà due forme uguali. Osservando e imitando la natura, l’Architettura del Paesaggio praticata da Stig L. Andersson ottiene un vocabolario essenziale di come utilizzare la vegetazione come strumento generico per introdurre la natura negli spazi urbani.” (2)

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La sua poetica IL DINAMISMO Le forme mosse, raramente rettilinee, eliminano la rigidità nelle sue opere e ne enfatizzano la giocosità; molto spesso è evidente il richiamo alle sinuose composizioni di Burle Marx, ma sempre con eleganza e leggerezza. Sono patches generalmente differenti l’una dall’altra nel perimetro, nella texture e nel colore. Nella filosofia dell’autore, il giardino viene sempre vissuto attivamente, perché anche un semplice sguardo permette di sperimentare le azioni del tempo e degli agenti atmosferici sui materiali, in un continuo variare dell’aspetto generale della composizione. Rientra nella ricerca sul dinamismo anche l’attento uso della vegetazione autoctona, sfruttandone le dimensioni, la consistenza e le variazioni cromatiche assicurate in tutte le stagioni dal clima locale e talvolta accostando biotopi diversi. Esempio è Charlotte Garden, giardino di quartiere a Copenaghen realizzato nel 2003, ove la compenetrazione di forme ripropone onde marine e il movimento è anche nell’ondeggiare al vento delle specie vegetali utilizzate (graminacee come Festuca glauca e Molina caerulea). Charlotte garden (Copenhagen, 2003). Il dinamismo della realizzazione è espresso dalla forme planimetriche e dall’utilizzo della vegetazione.

Schizzo dell’organizzazione spaziale delle patches. Terra, grafite, pigmento ed inchiostro su cotone.

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La sua poetica LE ATTRAZIONI SENSORIALI “Lo spazio dovrebbe essere disegnato e costruito in maniera da permettere diverse esperienze sensoriali ed interpretative.” (3) Traendo ispirazione dai giardini privati giapponesi, Andersson ne vuole riproporre, in chiave contemporanea, la sensazione di profonda tranquillità, l’armonia e l’invito alla contemplazione. Tutti i sensi vengono richiamati a nuove esperienze grazie al particolare uso di materiali e alle innovative lavorazioni degli stessi, l’inserimento di acqua nelle molteplici forme, la disposizione di luci e talvolta suoni e odori. Gli spazi urbani dovrebbero suscitare sensazioni e far vivere esperienze che non è possibile vivere in nessun altro luogo della città. Per acquisire nuovi significati, questi luoghi dovrebbero essere una composizione di spazi fluttuanti, superfici e textures, che possono essere vissute solo con il passare del tempo. Così, ad esempio, le nebulizzazioni divengono attrattive per bambini e per adulti, il ristagno di acqua piovana evidenzia textures nelle pavimentazioni o giochi di riflessione, delicate cadute d’acqua si accompagnano a piccole luci, il tutto stimolando curiosità e partecipazione. A sinistra e sotto: Frederiksberg New Squares (Copenhagen, 2003). Ristagno d’acqua creato da intagli nella pavimentazione e grata con speakers che emettono i suoni della natura. d’acqua nebulizzata.

Cascata e giochi

A destra: Ankarperken (Malmoe, 2001). Intagli sulla pavimentazione con acqua che riflette il cielo.

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Impianto planimetrico Arkanparken si presenta come un parco con forma rettangolare longitudinalmente suddiviso in due parti pressoché equilibrate: acqua ad Ovest e suolo ad Est. Questa scelta progettuale risulta soggetta a duplice lettura: come trasposizione del profilo costiero (non tanto come spostamento dell’originario profilo morfologico, ma del concetto di limite tra acqua e terreno, trasferimento fisico del litorale verso l’interno), o come macroscopica visione della nozione “solido-liquido”, in quanto il terreno si fa onda spumeggiante sul bagnasciuga e lambisce la piatta superficie adiacente. Le forme ondulate dominano la composizione, il sinuoso profilo che separa l’acqua dalla passeggiata in cemento si diffonde in tutto il parco come regola compositiva. I percorsi, come piccoli torrenti, si sviluppano in forme ondulate, raramente rettilinee, disegnando l’ambito di compenetrazioni tra pieni e vuoti: talvolta limitano la vegetazione, talvolta vi si insinuano. Forme ovali racchiudono i biotopi e sembrano essere, insieme alle lineari passerelle in legno, gli unici elementi geometricamente definiti. La strada che taglia trasversalmente il parco sembra dividerlo in due entità separate, l’acqua risulta essere l’elemento che, attraverso il suo movimento e fruscio, agisce da collante dell’intera composizione. Schema planimetrico ricostruito sulla base di una planimetria progettuale.

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Impianto planimetrico Ingresso nord al parco

Parcheggio con accesso diretto al parco

Area verde di pertinenza degli

Biotopi caratterizzati da vegetazione arborea

edifici residenziali

Clinica privata Anfiteatro

Pineta che media tra l’ingresso

Area gioco per bambini con

alla zona sud del parco e la

Ingresso sud caratterizzato da una pineta

strada che lo attraversa

Stanza per stimolare il

strutture prefabbricate

gioco dei bambini

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Struttura spaziale Nonostante il parco non presenti particolari movimenti di terra e dislivelli molto evidenti, la morfologia dell’area e la strada che lo divide contribuiscono a determinarne la suddivisione spaziale. Le principali zone distinguibili sono: quella costituita dalle aree A e C, quella comprendente le aree D, E ed F, ed infine l’area G che costituisce una zona a se stante.

B

C

A

A_ Si tratta di ingressi pedonali caratterizzati dal passare all’interno di una pineta che media tra il parco e l’esterno. B_ La strada carrabile che percorre il lato ovest del parco in tutta la sua lunghezza. Assieme agli edifici residenziali multipiano contribuisce a determinare il limite ovest del parco. C_ È la porzione principale del parco, l’area verde con maggiore estensione e continuità. È caratterizzata dall’essere ad un livello inferiore rispetto alla zona costituita dalle aree D,E ed F alla quale è connessa da una piccola cascata e da alcuni gradini.

D

E F

G

D_ L’area dell’edificio a due piani della clinica medica privata. E_ È l’area di separazione tra le due aree verdi che costituiscono il parco. Luogo di connessione quest’area è caratterizzata dall’essere tagliata da una strada carrabile che passa sopra ad un ponte che connette il lato ovest con quello est del quartiere.

F_ L’anfiteatro e la stanza ricreata grazie a pannelli di legno ed un piccolo movimento di terra. G_ L’area verde a nord del parco che ospita un’area giochi per bambini e connette Arkanparken con Scaniaparken.

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Struttura spaziale

A

B

D

C

E

F

G Foto Giugno, 2010

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Connessioni con l’intorno

Le

connessioni con l’intorno variano

_a

sud si connette con il porto turistico

sui diversi lati del parco:

che a sua volta si affaccia sul parco costiero;

_a

est si posa su edifici multipiano e

_a

nord si apre sullo

sull’imponente

Turning Torso; Scaniaparken che guida verso il mare; _a ovest si connette con l’area residenziale grazie a piccole viette; inoltre, seguendo il percorso che coincide con l’asse trasversale

si

viene

guidati

da

giochi

d’acqua fino al mare e all’ampio tappeto erboso che caratterizza il

Daniaparken.

Foto Giugno, 2010

20


Connessioni con l’intorno

Foto Giugno, 2010

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Limiti e accessi L’intero

parco può essere assimilato ad un rettangolo racchiuso tra edifici.

Tale

chiusura è maggiormente accentuata sul lato ovest, sul quale

sorgono gli edifici multipiano del quartiere residenziale; diversamente sul lato est gli edifici, principalmente legati al settore dell’istruzione e

a quello terziario, si presentano con forme e cortili aperti verso il parco e, essendo più lontani dal percorso principale, infondono un maggior senso di apertura.

Sul

lato sud

Arkanparken

è delimitato da una gabbionata che nasconde il vicino parcheggio, mentre l’ingresso principale su questo lato avviene

percorrendo un percorso sinuoso all’interno di una piccola pineta.

Sul lato opposto il parco è direttamente accessibile dal vicino Scaniaparken

al quale è collegato non solo tramite percorsi pedonali ma anche dal corso d’acqua che lo attraversa per poi sfociare in mare.

Oltre ai limiti sui lati est ed ovest dati dagli edifici, vi sono anche limiti di tipo secondario che contribuiscono, assieme alla strada che divide in due il parco, a rafforzare la rottura tra la zona nord e quella sud.

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Assi A prima

vista appare forte la suddivisione dovuta all’asse centrale longitudinale e a quello trasversale, rispettivamente individuati dal sinuoso

- a filo acqua (interrotto dalla presenza dell’imponente Turning Torso) - e dalla strada carrabile, principale collegamento con il nuovo quartiere Vastra Hamnen. Il canale d’acqua è quindi l’elemento di continuità che scorre lungo tutto il parco, passando sotto i ponti che lo attraversano e costituendone la spina dorsale. La struttura formale del parco presenta margini longitudinali (assi secondari) pressoché opposti e simmetrici: ad Est vi è un percorso rettilineo, limite del quartiere e trasposizione del fronte omogeneo dell’edificato, ad Ovest questo viene riproposto come delimitazione dell’area commerciale/industriale. Vi sono anche assi terziari che coincidono con i percorsi pedonali in legno e costituiscono gli elementi di congiunzione principali tra gli assi primari e quelli secondari, e talvolta attraversano il canale d’acqua. Ad una più approfondita lettura risulta evidente invece, la quadrupla ripartizione degli spazi in senso trasversale, ciò si nota considerando gli assi terziari che congiungono quelli secondari e coincidono con i ponti che attraversano il canale. Nonostante la spiccata assialità del parco, la sensualità delle forme del percorso principale e le macchie di vegetazione arborea concorrono a scandire lo spazio con una regolare informalità. percorso

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Visuali Le visuali che si aprono in questo parco sono limitate. L’introversione, la particolare struttura planimetrica e la mancanza di dislivelli significativi non grantiscono particolari visuali. L’articolarsi sinuoso delle forme dei percorsi e delle aiuole rompono la possibilità di guardare in lontananza e spingono il fruitore a concentrarsi sui particolari. La sua vera essenza infatti, è legata alla scoperta e alle esperienze sensoriali che è possibile avere. Tuttavia non mancano le emozioni legate alla vista. Il Turning Torso è sempre ben visibile e contrasta decisamente con l’intorno, le macchie di vegetazione arborea fitta, entro alle quali si insinuano le pedane, invitano ad avventurarsi e alla scoperta. L’acqua è l’elemento dominante, i suoi giochi di movimento e riflessione creano interesse e contribuiscono a dare un senso di dilatazione dello spazio.

Foto Giugno, 2010

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Percorsi Il

punto di contatto tra acqua e terreno si sviluppa

Strada carrabile

giata da frequenti blocchi di granito svedese come

Percorso pedonale principale

lungo una sinuosa passeggiata in cemento, puntegsedute, da zone più ampie caratterizate da pavimen-

tazione in legno e da pedane che entrano a sbalzo sull’acqua o tra macchie di fitta vegetazione.

Altri

percorsi pedonali si sviluppano in forme ondulate,

Percorso pedonale secondario

raramente rettilinee, disegnando l’ambito di compenetrazione tra pieni e vuoti: talvolta limitano la vegetazione, talvolta vi si insinuano.

Le

forme rettilinee sono costituite da percorsi pe-

donali in legno, ai ponti ed ai camminamenti che percorrono i lati esterni del parco.

Sopra: Schematizzazione dell’importanza e dell’utilizzo dei percorsi. La strada carrabile percorre il parco per tutta la sua lunghezza e lo attraversa nella zona centrale. Sotto: Schema dei materiali utilizzati per i percorsi. La strada carrabile presenta una parte pedonale caratterizzata da pavimentazione in blocchetti prefabbricati di calcestruzzo.

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Percorsi

Possono

essere individuate due diverse tipologie

di percorsi in base ai tempi di percorrenza: quelli

lineari lungo i margini laterali o che tagliano il parco trasversalmente, veloci; mentre quelli im-

mersi tra la vegetazione e delimitanti la fascia d’acqua centrale, lenti e distensivi.

Foto Giugno, 2010

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Acqua Si tratta principalmente di acqua salmastra. Costituisce l’elemento dominante all’interno del parco, entra a farne parte, attraversandolo e caratterizzandolo in molteplici forme per poi sfociare in mare: viene così a costituirsi un nuovo tipo di concetto, un parco definito “Hydroglyph Park”. Quest’elemento fluido segna l’Arkanparken in tutta la sua lunghezza. I lievi dislivelli (inferiori ad un metro) sono valorizzati con piccole cascate che muovono la superficie dell’acqua creando leggere increspature. Il suo fruscio accompagna il fruitore limitando la percezione dei rumori esterni e rafforzando il legame con la natura.

Livello alto

Livello intermedio

Livello basso Sopra: Schematizzazione dei diversi livelli del canale che atrraversa il parco. Sotto: Planimetria con evidenziati i ponti, i livelli a cui si trovano le vasche d’acqua e le piccole cascate.

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Acqua Per Stig L. Andersson l’acqua è come un linguaggio costantemente in cambiamento. Non ha colore e non ha profumo, riflette ciò che le sta intorno, influisce sul clima e si trasforma sulla base di esso: un momento è duro ghiaccio, dopo è morbida e flessibile con la capacità di riflettere ciò che le sta intorno, ma può anche essere impalpabile vapore, morbida e soffice come le nuvole nel cielo. Questi aspetti e, in particolare modo il ciclo dell’acqua, sono uno degli elementi principali nel design di Stig L. Andersson. L’acqua può essere utilizza non solo per una fontana. Modellando la pavimentazione si dà la possibilità all’acqua piovana di diventare un’attrazione, con depressioni che la trattengono in artificiali pozzanghere che possono sollecitare gli stimoli che è in grado di fornire e riflettere gli edifici nei dintorni, le piante, le persone e il cielo.

Anche il vento ne cambia l’immagine continuamente. Esaltando le caratteristiche di flessibilità dell’acqua si esalta la metafora del cambiamento e della naturalità degli elementi. I diversi stimoli che offre invogliano il fruitore a fermarsi e a riscoprirla: sentendola, respirandola e relazionandovisi in modi inaspettati.

A sinistra: Particolari delle texture impresse sula pavimentazione in calcestruzzo e sulle sedute. Sotto: Piccolo dislivello sfruttato per realizzare una cascata.

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Vegetazione Dato che il parco si sviluppa su una superficie pianeggiante il senso di movimento e dinamismo è principalmente legato alla vegetazione. La suddivisione altimetrica degli elementi che costituiscono l’Arkanparken sono: l’acqua, la vegetazione erbacea e gli alberi. La vegetazione utilizzata si rifà alla natura svedese, racchiude elementi appartenenti a diversi ambienti con particolare attenzione all’accostamento di trame e colori; vengono associati boschi di querce, faggete e biotipi marini con piante acquatiche e prati erbosi. Le piantagioni arboree sono principalmente volte a ricreare spazi privati invitanti per la contemplazione e stimolanti per il gioco dei più piccoli. Sono create patches di trame, colori e diversi elementi: non esistono macchie della medesima forma, ma ciascuna crea un elemento di interesse a se stante e di elevata variabilità stagionale (garantita dall’elevato numero di erbe graminacee utilizzate e dagli alberi a foglia caduca). Vegetazione arborea

Erbe graminacee

Tappate erboso

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Vegetazione Lo

spazio cambia in continuazione grazie soprattutto alle aiuole con piantagioni massive di erbe graminacee che sono presenti in gran numero e

varietà (si possono trovare piante del genere

Carex, Calamagrostis, Festuca, Panicum, Pennisetum, Stipa, etc.). La loro caratteristica principale è legata al cambiamento, nella forma e nel colore, che subiscono durante i diversi periodi dell’anno. Questo può essere considerato un elemento positivo in quanto il fruitore può vivere l’esperienza di seguire il mutamento legato alla crescita delle piante: “a volte sono piccole e minute mentre altre sono grandi e aperte”. In questo modo le persone che abitano negli edifici circostanti, guardando dalle finestre possono osservare il mutare del disegno delle aiuole e dei pattern che compongono il giardino. Nonostante vi siano degli aspetti positivi nel grande utilizzo di specie graminacee e arboree caducifolie, durante il periodo invernale il parco subisce una forte alterazione dovuta al clima freddo che caratterizza il territorio svedese. Per un lungo periodo dell’anno le erbacee si presentano praticamente assenti considerando che subiscono una drastica potatura a fine inverno (in genere a febbraio).

Alberature del genere Alnus con erbacee

Aiuola con vegetazione

tappezzanti

del genere

Pineta su

Alberi del genere Sorbus

fitta e dominanza di piante

Fagus

su prato

Alberi del genere Sorbus su tappeto

Aiuola con vegetazione

Aiuola con

Pineta su

aiuola con

fitta e dominanza di piante

vegetazione fitta

aiuola con

Alberi del genere Pinus su

pacciamatura

erboso

del genere

e dominanza di

pacciamatura

aiuola con erbe

piante del genere

di ciottoli

graminacee

di ciottoli bianchi

Alnus

Quercus

Aiuola con alberi del genere Pinus

bianchi

Planimetria con evidenziate le aree verdi e note riguardo l’utilizzo e la disposizione delle specie arboree. Il grande numero e varietà di erbacee graminacee non ha reso possibile un’anilisi approfondita della componente vegetale del parco in quanto alla data dell’ultimo sopralluogo (giugno, 2010) molte non si presentavano ancora ben sviluppate.

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Vegetazione C

A

B

D

A

C

B

A

D

Foto Marzo, 2010

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Vegetazione D B A

C

Foto risalenti a Giugno, 2010 ad eccezione di quella a destra la cui fonte è il sito internet dello

A

D

studio

SLA.

C

B

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Materiali e arredi I materiali utilizzati variano dal legno di alcune passerelle al tradizionale acciaio lucido degli elementi di sostegno e protezione, all’acciaio cor-ten a sostegno delle vasche, ad aree di ciottoli bianchi, al cemento di gran parte dei percorsi e al granito locale. Di grande carattere risultano particolari pedane di collegamento o a sbalzo sull’acqua (chiamate “Link”), richiamanti, nella forma stilizzata, i gamberi tipici della pesca locale. La

passeggiata in calcestruzzo puntinata da massi di granito

Le passerelle con struttura in acciaio che entrano a

I cestini per le immondizie che si presentano incoerenti

svedese e la pedana in legno che ospita una seduta ricavata

sbalzo su acqua e vegetazione la cui forma richiama

con gli altri materiali utilizzati e gli elementi verticali

dall’intaglio di un tronco.

quella dei gamberi tipici della pesca locale.

per l’illuminazione in acciaio. Il profilo tra l’acqua e la passeggiata durante le ore serali si illumina grazie ad una illuminazione lineare a led.

Foto Marzo, 2010

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Materiali e arredi

Elemento in acciaio che scandisce il percorso principale in calcestruzzo. Può� fungere �������� da ��� seduta ������� e �� si ��� illumina ��������� in ��-� ternamente durante le ore serali.

Incisioni

Masso

di granito inserito nella pavimentazione di cal-

Gabbionata contenete massi di granito svedese utilizzati

masso è un pezzo unico che funge da

a fronteggiare i lievi dislivelli e racchiudere la zona sud

cestruzzo.

Ogni

seduta e scandisce il percorso lungo il canale.

impresse sulla pavimentazione del percorso

principale.

Sono inserite per accogliere l’acqua piovana e sfruttare le sue capacità per suscitare emozioni.

del parco.

Cilindro

di calcestruzzo utilizzato per scandire lo

spazio lungo canale.

Si

presenta come una seduta ma

le incisioni sulla superficie accolgono l’acqua piovana.

Cordolo

in acciaio cor-ten utilzzato per delimitare le

aiuole contenenti vegetazione arborea.

Nello

quello della foto si riferisce alla pineta.

specifico

Foto Marzo, 2010

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Ankarparken e la natura svedese Il

paesaggio svedese si presenta con notevoli differenze tra nord e sud. Il nord e i territori della

Lapponia

sono caratterizzati dalla presenza

di montagne, laghi, foreste e da una natura incontaminata fortemente salvaguardata dai numerosi parchi nazionali. zione, in modo particolare la regione

Diversamente

il sud della na-

Skane, si presenta come un territorio prevalentemente pianeggiante contraddistinto dalla forte diffusione Ciononostante anche in questa parte del paese non mancano aree protette e riserve naturali: nell’entroterra è comune trovare aree boschive di faggio, carpini e querce, mentre avvicinandosi alle zone costiere, è piuttosto usuale imbattersi in foreste di betulle, ontani e sorbi. La costa, in special modo quella che si affaccia verso la Danimarca, è caratterizzata da spiagge di sabbia bianca racchiuse in aree delimitate tra le foreste e il mare. In questi ambienti la vegetazione è principalmente costituita da piante erbacee che si sviluppano seguendo l’andamento stagionale: seccano e quasi scompaiono durante il freddo periodo invernale, quando il mare si presenta completamente ghiacciato in superficie, per ricrescere e tornare verdi con i primi caldi. Il vento proveniente dal mare muove dolcemente le loro foglie creando piacevoli suoni ed evidenziando la dinamicità di queste piante. L’Ankarparken è situato in un ex porto industriale, un’area in cui il legame con la natura era stato cancellato dallo sviluppo dei cantieri navali. La riqualificazione di questo territorio da parte della città di Malmø si è presentata come un’incredibile opportunità per una metaforica riappropriazione dell’area da parte degli elementi naturali tipici del paesaggio circostante. Le scelte compositive di Stig Andersson sembrano contrastare la rigidità della composizione del nuovo quartiere (Västra Hamnen) con l’elegante flessibilità e dinamicità della natura locale, con l’intento inoltre, di rendere possibile un contatto tra il fruitore e la natura. dell’agricoltura estensiva.

Le forme, l’acqua, i massi di granito e la vegetazione erbacea sono tutti elementi tipici della costa, che si affaccia sul mare dell’Oresund, riproposti nell’Arkanparken. Foto Aprile, 2010

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Un parco tra mutamento, esperienza e immaginario La poetica di Stig Andersson cerca di risvegliare i sensi degli abitanti delle città, che vivono nelle vicinanze o visitano i suoi giardini, introducendo un nuovo regime di sensibilità basata sul rapporto tra uomo e natura. Nell’Arkanparken i vari elementi naturali ed artificiali che sono stati utilizzati (alberi, erba, legno, pietre, ferro, acciaio cor-ten, cemento o asfalto) collaborano a definire questo legame. Le pietre, inserite nella pavimentazione in cemento della passeggiata lungo il canale, non si presentano solo come sedute o oggetti scultorei. La loro presenza richiama l’attenzione alla differenza tra l’una e l’altra, mentre la prossimità con oggetti geometrici in cemento, strutture di metallo e incisioni nel pavimento, pone l’attenzione su tutta una serie di differenze qualitative tra i diversi materiali presenti. Per esempio in un giardino barocco le forme degli elementi che lo compongono sono ripetitive (come l’ars topiaria su alberi e siepi) o altamente distintive (come statue, fontane, padiglioni e grotte). Solo gli elementi con quest’ultima caratteristica erano tenuti a richiamare l’attenzione dei visitatori, solo quelli con forma assolutamente unica erano considerati degni di contemplazione estetica. Al contrario nei giardini di Stig Andersson, il fruitore è chiamato a porre l’attenzione alle infinite variazioni prodotte dall’interazione degli elementi che costituiscono il progetto, senza trascurare la flessibilità data dalla crescita naturale, dai fenomeni meteorologici (vento, pioggia, ghiaccio, neve) e dagli interventi degli utenti stessi. Ogni visitatore costruisce nella sua memoria un’immagine che è il frutto dell’insieme di spunti che ha acquisito dal complesso di interazioni in gioco. Andersson mira a un’ampia gamma di esperienze legate al movimento e al mutamento per stimolare l’immaginazione personale e per infondere identità al luogo si serve di forme ed elementi derivanti dal paesaggio scandinavo. Forme ondulate richiamano alla mente i disegni di Jean Arp, Wassily Kandinsky e talvolta, Roberto Burle Marx; elementi naturali e artificiali vengono chiamati a rispondere al ritmo dei cambiamenti meteorologici durante l’arco dell’anno. Andersson propone ai visitatori un’esperienza onirica della natura. Le diverse superfici, il canale, il suo argine tortuoso, il mosaico di incastri tra macchie di prato ed erbe graminacee e i biotopi idealizzanti la natura selvaggia scandinava, sembrano estendere indefinitamente i limiti che essi stessi impongono. I percorsi incoraggiano i visitatori ad una scoperta evocativa dei ricordi personali della natura. Le pedane, galleggiando sopra acqua e vegetazione invitano i visitatori ad abbandonare la superficie terrestre per esplorare un sentiero tortuoso che conduce in un altro mondo, un mondo di natura selvaggia, di boschetti di querce e ontani, di paludi e di alghe. Il giardino non offre una rappresentazione della salita di una montagna o della discesa di un torrente, ma bensì un’esperienza astratta del movimento: il visitatore è portato a muoversi dal reale all’immaginario. Ogni visita contribuisce a fornire esperienze e il susseguirsi delle visite durante le diverse stagioni determina un accrescersi delle avventure vissute nel parco, queste memorie si tessono l’una nell’altra creando un’immagine personale sempre più solida. I visitatori si trovano di fronte a due enigmi: che cosa significa questa composizione di curve, di collegamenti tra oggetti naturali e artificiali? E a chi si rivolge? Essi cercando di rispondere a queste domande contribuiscono inconsapevolmente a creare sia il senso del luogo che la propria identità.

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Conclusioni

Arkanparken è un parco di dimensioni contenute ma con notevoli ambizioni. La sua vena poetica e i profondi significati nascosti dietro agli elementi che lo compongono e alla sua struttura lo rendono un luogo ricco di contenuti che tuttavia non sono facilmente individuabili. Considerando che non ci sono aree con determinate funzioni, se non l’anfiteatro e l’area giochi destinata ai bambini, l’utente è libero di agire e lasciarsi stimolare dagli elementi che compongono il parco. La sua intrinseca espressione è celata dietro alla scoperta, all’esperienza e alla percezione di ogni singolo individuo; non è possibile individuare una chiave di lettura univoca, ma semplicemente un punto di partenza che con la sua flessibilità lascia al fruitore la possibilità di creare la sua immagine personale. Il visitatore è lasciato libero di stabilire il proprio contatto con la natura, che può risultare più o meno profondo a seconda della disponibilità dello stesso nel lasciarsi trasportare in una realtà onirica. Se prendiamo in considerazione il comportamento di un visitatore, una sua singola e veloce passeggiata all’interno del parco non sarà in grado di suscitargli le emozioni che ne costituiscono la vera chiave di lettura. Arkanparken è infatti, un parco che necessità di essere vissuto e perciò, per poterlo vivere, il visitatore necessità di tempo. Ciò significa che se lo stesso effettuasse la medesima passeggiata veloce all’interno del giardino più volte durante l’arco dell’anno avrebbe la possibilità di vivere l’esperienza del cambiamento stagionale e di entrare quindi in contatto con le dinamiche delle natura che lo caratterizza. La stagionalità è quindi un elemento fondamentale, tuttavia una singola visita eseguita dopo il periodo della potatura delle erbacee e prima della stagione vegetativa potrà risultare deludente. Questo può essere considerato un grosso limite per un parco, specialmente considerando che il clima svedese è caratterizzato da lunghi e freddi inverni con frequenti precipitazioni nevose; ne consegue dunque che la leggibilità delle sue particolari forme ne viene fortemente compromessa per un considerevole periodo dell’anno. Prendendo in considerazione il rapporto con il contesto nel quale il parco si inserisce è evidente come la zona commerciale e i palazzi, destinati ad ospitare uffici e attività del settore terziario, lo taglino fuori dal resto della città; ciononostante la buona rete di strade e di piste ciclabili lo connettono facilmente alla stazione e quindi al resto dell’area urbana. La vegetazione arborea è raggruppata in macchie contenute e l’analisi degli spazi denota una ambita contrapposizione con la rigida e regolare composizione del quartiere limitrofo. Considerando che, la possibilità di godere e venire in contatto con i numerosi stimoli offerti è principalmente legata al tempo ed alla possibilità di seguire i mutamenti stagionali, Akarparken si presenta come un luogo “da vivere” piuttosto che “da vedere” e quindi, principalmente destinato alla popolazione che vive e lavora nel suo intorno piuttosto che ai visitatori occasionali.

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Bibliografia Libri SLA, Jun Choi (Ed.), Seoul 2007 Articoli Andersson, Stig L. (2002). “A Cloud is Just Another Sheet of Crumpled Paper”, da: Topos, vol. 40, 2002, pp. 86-94 (2) Andersson, Stig L. (2006). “Sensuousness, Growth and Interruption”, da: Grow!, Munich. pp. 8-14. (1)(3) Città di Malmö. “Västra Hamnen The Bo01-area: A city for people and the environment”, da: www.malmo.se/vastrahamnen Conan, M. (2005). “An Urban Awakening to the Sense of Life”, da: Wunderstadt, Svava Riesto et al. (Eds.), Wunderstadt, Berlin Hauxner, M. (2002). ”Supergraphics and Superlogic - European Landscape Award 2002”, da: Topos, vol. 40, 2002, pp. 78-109 Hauxner, M. (2007). “The Vital Forces of the Landscape in SLA’s Oeuvre “, da: SLA, Jun Choi (Ed.), Seoul. Riesto, S. e H. Steiner. (2005). “Strategies of Brutal Recovery”, da: Scroope vol. 17, 2005, pp. 178-184 Siti internet Google Earth. (2009). Online maps. [online]. Disponibile su: http://earth.google.com/. [Accesso luglio 2010] Microsoft. (2010). Bing maps. [online]. Disponibile su: http:// www.bing.com/maps [Accesso luglio 2010] Sla architects. (2010). http://www.sla.dk/media.htm [Accesso luglio 2010] Video

“A Walk With Stig L. Andersson”, Lars Mortensen, da: http://www.sla.dk/media.htm “Anchor Park”, da: http://www.sla.dk/media.htm “Interview with Stig L. Andersson”, da: http://www.sla.dk/media.htm “Let’s Not Talk About Aesthetics”, da: http://www.sla.dk/media.htm


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