2007/2009 dal vecchio cinema “Silvio Pellico” al nuovo “Teatro Luigi Russolo” storia di un cantiere
Società per Azioni Cementi Armati Ing. Mantelli
Città di Portogruaro
2007/2009 dal vecchio cinema “Silvio Pellico” al nuovo “Teatro Luigi Russolo” storia di un cantiere
Società per Azioni Cementi Armati Ing. Mantelli
La volontà di dare a Portogruaro un teatro comunale risponde ad una lunga attesa e alle molte aspettative di una città con forti identità e tradizioni culturali, tra cui anche quelle teatrali. Basti pensare che il primo documento che fa riferimento a spettacoli teatrali nella nostra città è datato 23 febbraio 1622. È stato naturale quindi pensare ad un nuovo teatro, con sede nel suo centro storico, nel cuore della città. Così come è stato naturale individuare a tale scopo l’ex cinema Silvio Pellico, di proprietà della Diocesi Vescovile di Concordia - Pordenone. Subito dopo l’acquisto dell’immobile iniziava una sfida per tutti: realizzare il nuovo teatro comunale e avviare una riqualificazione dell’intero ambito urbano in cui lo stesso veniva a collocarsi. Con la collaborazione della Provincia di Venezia - impegnata a ristrutturare nell’area alcune sedi di istituti scolastici superiori - e dell’Euterpe Venezia impegnata a dare all’adiacente Scuola di Musica della Fondazione Musicale S. Cecilia una sede adeguata - è stata condivisa una idea progettuale avente un unico filo conduttore. Il Teatro Comunale, collegato anche strutturalmente alla Scuola di Musica e il Polo Scolastico Umanistico contornano quello che sarà la nuova Piazza Marconi: un’area che verrà totalmente ristrutturata e restituita alla città come luogo di incontro e di aggregazione culturale e sociale. Quando nel giugno 2007 veniva approvato il progetto del teatro comunale e subito dopo veniva affidata l’esecuzione dell’opera, le preoccupazioni sui costi, sugli aspetti tecnici, sui tempi di realizzazione dell’opera hanno dato a tutti i soggetti interessati numerose apprensioni. Le difficoltà da affrontare ogni giorno sono state molte, con grande capacità, costanza ed impegno, le ditte, i tecnici e gli amministratori hanno lavorato insieme per risolverle. Il ritrovamento, nel corso dei lavori, dei resti dell’antico convento di San Francesco ha dato una nuova prospettiva all’intera area, che appare ora ancora più legata alla storia e alle origini della città. Oggi, il Teatro Comunale nella sua prima fase di completamento, vede la realizzazione di un progetto ambizioso: uno spazio da utilizzare subito per arricchire la produzione e la vita culturale dell’intero territorio. L’idea che perseguiamo è un teatro per tutti, destinato alle tante attività musicali tra cui l’«Estate Musicale», che caratterizza Portogruaro a livello internazionale; ad eventi teatrali e culturali a circuito nazionale; alle tante e diverse espressioni artistiche della nostra Comunità e delle realtà vicine. Abbiamo infine dedicato il nuovo teatro Comunale al nostro illustre concittadino Luigi Russolo - teorico, pittore, musicista - uno dei maggiori protagonisti del Movimento Futurista, dalla straordinaria e poliedrica cultura. Abbiamo voluto celebrare e ricordare Luigi Russolo, ma soprattutto “averlo nel cuore”, orgogliosi della sua originalità, della sua creatività, delle sue opere intrise di ricerca, di intuizioni, di invenzioni, di modernità. Così guardiamo anche al nuovo teatro comunale: guardiamo al futuro, alla capacità di attrarre le nuove generazioni attraverso le più diverse espressioni artistiche; alla modernità del nostro tessuto sociale e civile; alle tante e nuove opportunità di rilancio culturale che si aprono per la nostra Comunità.
Il Sindaco Antonio Bertoncello
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Teatro comunale «Luigi Russolo»
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Finalmente la città di Portogruaro ha il teatro che stava aspettando da tanti anni: un luogo in cui tutte le forme artistiche possono trovare espressione e che arricchirà la vità culturale della città. Il Comune di Portogruaro ha deciso di assegnare il ruolo di ente gestore del teatro e della sua attività alla Fondazione Musicale Santa Cecilia. In questi anni la Fondazione ha maturato una grande esperienza nell’ospitalità e organizzazione di eventi con una prassi simile a quella delle arti teatrali, e possiede quindi una specializzazione che può immediatamente spendere nell’ambito dello spettacolo dal vivo. La volontà della proprietà (Comune di Portogruaro) e dell’ente gestore (Fondazione Musicale Santa Cecilia) è che il Teatro Luigi Russolo sia il teatro per tutti: l’obiettivo e quello di favorire sia la partecipazione del pubblico di ogni età e condizione sociale, ma anche e soprattutto la fruizione del palcoscenico e dei servizi tecnici da parte delle tante associazioni del territorio che da tanti anni operano e producono. Spettacoli di prosa, di danza, di teatro in lingua veneta, di sperimentazione, di musica troveranno nel Teatro Luigi Russolo, fin dal suo debutto, uno spazio specializzato e dedicato alle vocazioni artistiche delle realtà locali. Il Comune di Portogruaro e la Fondazione S. Cecilia hanno firmato una convenzione che prevede e regolamenta la fruizione del teatro e del palcoscenico da parte di associazioni, scuole e compagnie. Il Russolo dovrà essere la casa di chi il teatro lo ama sia da spettatore che da “attore”. Gli eventi inaugurali prevedono uno straordinario week-end di palcoscenico no-stop con protagoniste ben 19 associazioni del territorio! In pogramma anche tre giorni interamente dedicati alla produttività teatrale e musicale delle scuole di ogni ordine e grado del territorio: avvicinare e sensibilizzare alle arti teatrali le giovani generazioni è il migliore investimento sulla vita futura del nostro nuovo teatro. È per questo che la programmazione più importante sarà sempre quella dedicata ai giovanissimi e alla scuola! La prima stagione teatrale vera e propria partirà da ottobre 2009, e siamo sicuri che potrà soddisfare il pubblico più vario. Un palco di oltre 200 metri quadri, tutto graticciato, con una torre scenica di quasi 19 metri, motori di sollevamento e mandate, luci numerose e ben collocate, sono davvero una dotazione in grado di ospitare qualsiasi allestimento. Già la prima stagione 2009/2010, sarà composta da sette cartelloni: Prosa, Cabaret e Teatro comico, Altra Musica (musica non-classica), Danza e Balletto Classico, Giovanissimi, Lirica e Classica, Teatro Scuola. La “parte del leone” all’interno della programmazione spetterà senz’altro al teatro “d’attore”: contemporaneo, comico-brillante, classico… grandi nomi, grandi autori e allestimenti importanti e di grande impatto. Grazie anche alla collaborazione con Arteven, siamo certi di poter realizzare una stagione “da ricordare”. La danza sarà un altro punto di forza così come la capacità di produrre autonomamente la lirica e progetti sinfonici e cameristici. Ho vissuto nella mia carriera altre quattro inaugurazioni di teatri, di cui tre da direttore: è un momento esaltante, unico, che viene sempre vissuto con una tensione particolare dagli artisti protagonisti, dallo staff tecnico e organizzativo, dagli amministratori che il teatro lo hanno voluto, da chi l’ha costruito, dalla cittadinanza e dal pubblico tutto che potrà dire “io c’ero”. Usare in questo caso l’aggettivo “storico” non è certo un eccesso. Spero che l’inaugurazione del Teatro Comunale Luigi Russolo, sia un’occasione di gioia e di orgoglio; vorrei che coloro che parteciperanno anche ad uno solo dei tantissimi eventi programmati, vengano contagiati dal fascino di un luogo che da millenni incanta, stupisce, commuove, diverte, tocca l’anima e nutre la mente.
M° Davide Masarati Direttore artistico Fondazione Musicale Santa Cecilia
Chiunque abbia il privilegio ed insieme la responsabilità di partecipare alla realizzazione di un teatro capisce subito di doversi misurare sul progetto di un edificio particolare e unico. Il teatro è un insieme complesso non riducibile alla semplice sommatoria di elementi architettonici e compositivi; la torre scenica, il palcoscenico, la platea, la galleria, il foyer, la fossa d’orchestra non sono solo ambienti fisici, sono organi inscindibili di un unico grande strumento architettonico che deve rispondere al meglio alle tante interazioni tra le funzioni dell’ambientazione scenica e i luoghi reali e in parte metaforici del rapporto artista spettatore. Più di ogni altro progetto quindi, quello del teatro si arricchisce e precisa in fase di progetto ed in corso d’opera anche con piccole varianti e migliorie finalizzate alla ricerca delle soluzioni più adeguate dal punto di vista funzionale, estetico e tecnologico. Tanto più questo accade quando si tratta, come nel nostro caso, di intervenire su un edificio esistente con vincoli e condizionamenti strutturali che limitano l’ampiezza delle possibili soluzioni progettuali. Il nostro caso è quello del “vecchio cinema Pellico” sul quale l’Amministrazione comunale, superata la fase del dibattito su multisala si multisala no, capienza sopra o sotto i cinquecento posti, aveva ormai deciso di impegnare il suo obiettivo più ambizioso; dal vecchio cinema avrebbe dovuto rinascere un nuovo teatro degno della luminosa tradizione artistica, soprattutto musicale, di Portogruaro. Tema certo non facile quello di ripensare l’edificio per il presente e per il futuro della città, tema che imponeva in primis di dar risposta a domande di metodo non marginali sul tema della costruzione/gestione di un teatro in una realtà come la nostra e in un contesto come quello del centro storico. Le verifiche e gli studi di fattibilità avviati nel 2005 dai tecnici del comune, con il supporto di consulenze esterne e la costante collaborazione della Fondazione Santa Cecilia, nel 2007 diventano progetti definitivi ed esecutivi a cura e firma di un pool di professionisti scelti attraverso una accurata selezione ad evidenza pubblica per le specifiche esperienze e competenze possedute in materia. Dalle scelte dimensionali fino agli aspetti legati all’impiantistica e all’acustica il progetto è un percorso fatto di continui affinamenti. Nulla è scontato, tutto continuamente migliorabile. La torre scenica per esempio, sorta sul terreno ceduto al Comune dalla Fondazione Euterpe, le sue dimensioni, l’altezza, la profondità; è un continuo confrontarsi su numeri e dati, non ci sono regole auree o formule esatte. Dentro la torre il palcoscenico, la graticcia, il ballatoio, il boccascena, la fossa d’orchestra, le quinte, i cieli, fondali, camerini, magazzini e servizi tecnici, per ognuno un mare di questioni tecniche e di problemi costruttivi. Poi la sala, platea e galleria: dimensioni, capienza, pendenze, curve di visibilità, rivestimenti e finiture, arredi e impiantistica, acustica, prevenzione incendi e adeguamento sismico; ogni volta che si modifica qualcosa, anche di poco, bisogna riverificare tutto. Infine il foyer, ambiente fondamentale di smistamento, di servizio e di accoglienza, di accesso alla sala e alla galleria, che si collega al cortile coperto della scuola di musica – quello della magnolia – diventando, per questa ed il teatro, suggestivo elemento di fulcro e di cerniera. Il risultato finale è il frutto di un impegno quotidiano, prima sul progetto e poi in cantiere per cercare di sbagliare il meno possibile; un lavoro paziente e non facile di raccordo e coordinamento di professionalità diverse: più di quindici i tecnici tra architetti, ingegneri, strutturisti, impiantisti, esperti in acustica e prevenzione incendi (c’è chi ha lavorato per la Fenice, il
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Teatro comunale «Luigi Russolo»
Petruzzelli ed altri grandi teatri italiani) e più di ventotto le imprese, in primis SACAIM, già protagonista delle straordinarie ricostruzioni del “Malibran” e della “Fenice” di Venezia. Tutti vanno ringraziati per l’impegno, la professionalità e la passione profusi dentro quel cantiere che, come tutti i cantieri, è luogo non privo di angosce dove le idee, le aspettative e i progetti subiscono l’inconfutabile prova della loro attuabilità. La speranza, ora che l’opera viene consegnata alla città, cui sola spetterà il giudizio, è di aver saputo interpretare al meglio il tema sia sotto il profilo della funzionalità che della scelta di un linguaggio architettonico capace di integrare il nuovo con l’esistente, il moderno con la città storica. Una sfida questa che resta ancora aperta per quanto riguarda il capitolo della piazza che il teatro potrà avere a breve in quel luogo straordinario di memoria che è l’area dell’antico convento di San Francesco riaffiorato dopo secoli nei resti e nelle tracce dei suoi muri maestri; ulteriore e per certi versi inaspettata occasione questa che si offre alla città di assolvere ad un obbligo che ogni tempo ha, quello di progettare il suo futuro senza dimenticare il suo passato.
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Ing. Guido Andrea Anese Responsabile dell’Area Lavori Pubblici del Comune di Portogruaro
Gruppo di Progettazione
Imprese Esecutrici
Arch. Alfredo Amati – Progettista collaboratori: Arch. Federica Finanzieri
S.A.C.A.I.M. S.p.A. / Venezia Impresa appaltatrice Ing. Mario Muffato - Capo commessa Geom. Stefano Piccolo - Capo cantiere
Ing. Lamberto Briseghella – Progettista strutture collaboratori: Ing. Marco Briseghella Ing. Massimo Zanet Ing. Mauro Strada – Soc. STEAM – Progettista impianti collaboratori: P.i. Massimo Montemezzo Ing. Simone Cappelletti
Friuli Elettroimpianti S.p.A. / Pertegada di Latisana (Ud) Impianti tecnologici Consorzio Pontedil s.r.l. / S. Donà di Piave (Ve) Ponteggi di facciata Consorzio Edile C.M. / Jesolo (Ve) Opere di armo e getto calcestruzzo
Arch. Eleonora Strada – Progettista acustica
Favro s.r.l. / Portogruaro (Ve) Scavi e Sondaggi
Ufficio di Direzione Lavori
Falegnameria Egger Franz / Bolzano Rivestimenti lignei e pavimentazione palcoscenico
Arch. Alfredo Amati – Direttore Lavori Arch. Romina Sambucci – Codirettore Arch. Giuseppe Losurdo – Contabilità Lavori Ing. Massimo Zanet – Assistente D.l. e Coordinatore sicurezza direttori operativi e assistenti alla D.L.: Ing. Enrico Babbolin – Soc. STEAM – impianti Ing. Salvatore Galante – Soc. STEAM – impianti Ing. Marco Briseghella – strutture Arch. Eleonora Strada – acustica
Consulente Fondazione Musicale Santa Cecilia
Decima Italia srl / Padova Graticcia Linea Gobbato snc / Ponte San Nicolò (Pd) Sipario e tessuti Diego Malvestio & C. / Concordia Sagittaria (Ve) Indagini archeologiche Marson Euro Service di Fiorindo Francesca / Cordenons (Pn) Tinteggiature
M° Davide Masarati
Del Vescovo Vincenzo / Molfetta (Ba) Intonaci
Commissione di collaudo
Destro S.p.A. / Albignasego (Pd) Poltrone
Arch. Danilo Turato – Collaudatore Tecnico Amm. e Statico Avv. Luciano Del Bianco - Collaudatore Tecnico Amministrativo
Ufficio del Responsabile Unico del Procedimento Ing. Guido Andrea Anese – Responsabile Unico Procedimento collaboratori: Arch. Alessandra B. Piccolo Sig.ra Patrizia Catto Rag. Giulia Camilot
Bioses F.lli / Annone Veneto (Ve) Carpenteria metallica Nova Coperture s.r.l. / Monastier (Tv) Membrana bentonitica Stratex S.p.A. / Sutrio (Ud) Copertura in legno Lattoneria Maniero Renzo / Bojon di Campolongo Maggiore (Ve) Opere lattoneria Edilmar s.r.l. / Campagna Lupia (Ve) Opere in cartongesso
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Teatro comunale «Luigi Russolo»
Biotto Mario & C. s.n.c. / Camponogara (Ve) Verifica presenza ordigni bellici
Mion F.lli / Lozzo Atestino (PD) Trattamenti di protezione al fuoco
Locapal s.r.l. / Lughetto di Campagna Lupia (Ve) Infissione Palancole
Tecnoserramenti / Romano D’Ezzelino (VI) Serramenti in alluminio e facciata continua
Eureka s.r.l. / Marghera (Ve) Smaltimento Amianto
Officine Foresto s.n.c. / Cordovado (PN) Carpenteria metallica per ringhiere e corrimano
Prebag s.r.l. / Dosson di Casier (Tv) Opere di lattoneria
Isocaf s.r.l. / Vigonza (PD) Impermeabilizzazione terrazze
Alcuni numeri sulla struttura Palcoscenico di 220 mq. Pavimentazione in abete di prima scelta con pendenza del 3% Fossa d’orchestra: 104 mq Dimensioni boccascena: 12x9 m Altezza torre scenica: 19 m, rivestimento in pietra e vetrata strutturale
Apertura
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Capienza
Completa, platea e galleria
628
Platea
438
Galleria
190
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Dati tecnici più significativi Impiantistica
Si ringraziano per la collaborazione: gli Amministratori, i tecnici e funzionari del Comune di Portogruaro che a vario titolo hanno partecipato alla realizzazione dell’opera; la Diocesi di Concordia Pordenone; la Regione del Veneto, in particolare la Direzione Programmazione e la Direzione Beni Culturali; la Provincia di Venezia; la Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici del Veneto Orientale; la Soprintendenza Archeologica del Veneto; la Fondazione Venezia; il Consiglio di Amministrazione di EUTERPE Venezia; il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Musicale Santa Cecilia; il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco; la Commissione Comunale di Vigilanza dei Locali di Pubblico Spettacolo; la Società Acque del Basso Livenza.
Potenza elettrica impegnata Cavi speciali Cavi energia Elementi controllati da postazione centralizzata – regia
Attuale 120 kW - Prevista 2° lotto 300kW metri 3.000 metri 12.000 n. 200
Apparati scenici mq 200 di graticcia metallica con 240 rocchetti e argano di sollevamento materiali n. 10 motori servocontrollati da 500 kg per sollevamento scene e americane luci m. 5.000 di corda di canapa Acustica Pavimentazione acustica sala Rivestimenti acustici di pareti e soffitti
mq. 350 mq. 700
Indice Dal progetto alla realizzazione Storia di un’opera tanto attesa Il progetto preliminare La scelta dei progettisti per il progetto definitivo - esecutivo Il progetto definitivo - esecutivo
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Il cantiere del nuovo teatro L’avvio del cantiere Lo spostamento dei sottoservizi e l’antico convento ritrovato La demolizione e la ricostruzione Le strutture in legno Gli impianti elettrici e meccanici L’acustica Le attrezzature di scena e gli arredi
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Il cantiere della scuola di musica L’importanza di una scelta Il cortile della magnolia
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Intitolazione a Luigi Russolo Luigi Russolo pittore e musicista che guardava al futuro Il futurismo e l’arte dei rumori
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Il completamento dell’opera La fossa d’orchestra, i servizi di sottopalco e la galleria Il PUA di piazza Marconi
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Titolo volume
Titolo capitolo
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Dal progetto alla realizzazione
Teatro comunale «Luigi Russolo»
Storia di un’opera tanto attesa
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Il più antico documento conosciuto riguardante gli spettacoli teatrali nella città di Portogruaro risale al 23 febbraio 1622, e si tratta di un documento contabile. Un documento di alcuni decenni dopo ci informa che si voleva “rappresentare un’opera nel Carnevale per universal trattenimento”. Allora gli spettacoli si tenevano nel palazzo del podestà, detto anche palazzo pretorio. Si trattava, con ogni probabilità, di rappresentazioni sporadiche, magari effettuate in occasione del Carnevale come era abitudine nella città di Venezia, cui i cittadini di Portogruaro cercavano di ispirarsi e il cui modello di vita e di costume era ricalcato il più possibile, come ebbe a scrivere con rara efficacia Ippolito Nievo. Agli inizi del Settecento un documento getta uno sprazzo di luce sull’attività culturale in Portogruaro: ci sono “giovani cittadini di questa città che rappresentano serie opere che saranno anche di divertimento e sollievo di tutti questi cittadini et abitanti, e decoro pure della medesima città”. Verso la metà di quel secolo nel palazzo pretorio si tenevano regolarmente rappresentazioni teatrali durante il Carnevale, e talvolta anche in autunno. Era stato eretto un palcoscenico, ed erano state collocate le poltrone per gli spettatori, che pagavano un regolare biglietto. Alcuni screzi fra nobili, per futili motivi, indussero l’allora podestà Pietro Marco Zorzi, all’inizio del 1787, a revocare il permesso di tenere spettacoli teatrali nel palazzo pretorio. Si costituì allora un comitato promotore per la costruzione di un Teatro vero e proprio, la cui mente organizzativa era l’abate Bonaventura Celotti, che dieci anni dopo sarà a capo della Municipalità provvisoria di Portogruaro.
Storia di un’opera tanto attesa
Il 15 marzo 1787 viene stipulato il contratto di compravendita del terreno, su cui insisteva un edificio in precarie condizioni. Su questa proprietà gravavano però dei canoni, che con deliberazione consiliare del 3 giugno 1787 furono assunti a proprio carico dal Comune di Portogruaro. I ducati necessari per la costruzione dell’edificio, che prevedeva tre ordini di palchi, ciascuno di 17 palchi escluso il piano terra che ne aveva 16, furono raccolti vendendo i palchi ai soci, tra i quali figurava anche il Comune. I lavori, su progetto dell’arch. Medura, iniziarono presto, e le opere murarie erano completate già il 15 settembre 1788. Mancavano però i fondi per la costruzione del palco, dello scenario, ecc., che furono raccolti con una nuova sottoscrizione tra i soci. Il Teatro Sociale, così chiamato perché la proprietà era dei soci, fu inaugurato il 2 febbraio 1789 con la rappresentazione de “La tragedia urbana di Beverly”, un dramma di cui non si ricorda nemmeno l’autore, “ma che in quel tempo godeva dell’universale favore”. Intanto, nel 1838, nasceva a Portogruaro l’Istituto Filarmonico Santa Cecilia, attivo fino al 1995 con il nome di Istituto Musicale S. Cecilia, cui è subentrata la Fondazione che ne perpetua il nome. La stampa locale di fine Ottocento testimonia una vitalità culturale di prim’ordine, di cui il Teatro Sociale costituiva il fulcro, con rappresentazioni teatrali, balli, conferenze, concerti, opere liriche con tanto di orchestra e coro, cui il pubblico accorreva numeroso non solo da Portogruaro, ma anche da località del Veneto e del Friuli. Questa attività culturale di alto profilo continuò fino al secondo dopoguerra, essendo stato nel frattempo, negli anni 1913-14, il Teatro Sociale restaurato e ampliato su progetto dell’ing. Piero Bon. Era soprattutto l’opera lirica quella che andava per la maggiore, grazie soprattutto all’intelligenza ed al mecenatismo del notaio comm. Settimio Magrini.
Nel 1957 l’edificio fu radicalmente rimaneggiato e ridotto a cinema, perdendo così la sua caratteristica struttura di Teatro all’italiana. In maniera sporadica si continuava ad effettuare qualche rappresentazione, finchè nel 1980 il Comune di Portogruaro decise di fare un salto di qualità iniziando, di fatto, una nuova tradizione: quella della stagione di prosa invernale. Nel corso di quasi vent’anni sono passate per Portogruaro tutte le maggiori compagnie teatrali di livello nazionale, compatibilmente con i limiti strutturali che purtroppo hanno segnato il destino del Sociale. Qualche anno fa, causa mancate intese con la proprietà, il Comune ha interrotto la stagione teatrale invernale, potenziando, in alternativa, la rassegna estiva del Teatro in Villa che già da qualche anno era stata avviata. Andava quindi facendosi sempre più avvertita, sia per la popolazione, sia per l’Amministrazione, la necessità di poter disporre di un Teatro vero e proprio, che potesse servire alle molteplici esigenze di una città come Portogruaro. Al fine di dotare la città di un Teatro-auditorium di dimensioni adeguate e con caratteristiche in grado di rispondere alle molteplici necessità cittadine in tema di spettacolo (cinema, Teatro, danza, musica, ecc.), convegnistica, attività legate all’università, nonché iniziative culturali di vario genere, il Comune nel 2002 ha acquisito dalla Diocesi di Concordia Pordenone l’immobile denominato “Silvio Pellico”, ed ha provveduto ad attivare tutte le procedure inerenti alla ristrutturazione dell’immobile in parola. Estratto della relazione alla deliberazione del Consiglio Comunale n. 116 del 29.09.2002 relativa all’acquisizione dell’immobile ubicato a Portogruaro denominato Sala “Silvio Pellico”: «… L’esigenza di una struttura per attività culturali è notevolmente cresciuta in questi anni, soprattutto per corrispondere alle numerose iniziative di cui la città è protagonista. L’Amministrazione Comunale, altri Enti
pubblici quali l’Amministrazione Provinciale, Fondazione S. Stefano, ma anche un associazionismo diffuso, proseguono infatti in una tradizione culturale che vede il territorio e la collettività fortemente protagonisti. La mancanza di una struttura polifunzionale in grado di rispondere alle molteplici necessità cittadine in tema di spettacolo (cinema, Teatro, danza, musica, ecc.), convegnistica, attività legate all’università, iniziative culturali e quant’altro – ormai è avvertita da tutte le istituzioni pubbliche e private della Città. L’Amministrazione Comunale ha proseguito quindi i contatti con la Diocesi di Concordia-Pordenone, per ricercare una intesa finalizzata a realizzare tale scopi. Il fabbricato risale agli anni venti, periodo in cui è stato adattato a teatrino ma il fabbricato esisteva già dal 1904. In anni successivi l’immobile è stato trasformato in cinematografo e nella metà degli anni cinquanta è stato radicalmente ristrutturato ed ampliato. Il Piano Regolatore prevede in tale ambito un PUA di iniziativa pubblica, con un intervento di ristrutturazione edilizia della sala pubblica di Via S. Pellico per usi culturali, sociali, di spettacolo con possibilità di aumenti di volumetria per interventi di messa a norma degli spazi teatrali e per il completamento dei relativi servizi. La sala è sempre stata utilizzata per finalità educative, culturali e di crescita civile e morale della popolazione (con il fattivo contributo di tante persone, per tutti si ricorda Federico Tabaro). È volontà delle parti che l’immobile, anche in considerazione di quanto sopra, mantenga una destinazione d’uso principalmente indirizzata allo svolgimento di attività e iniziative culturali, rispettose della reciproca sensibilità delle parti stesse. Il Consiglio Comunale, in seduta del 3.7.2002, non ha evidenziato obiezioni sull’acquisizione dell’immobile ed anzi è stata riscontrata una unanimità di valutazioni positive e consensi all’iniziativa».
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Teatro comunale «Luigi Russolo»
Il progetto preliminare
Il progetto preliminare
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In generale, nel momento in cui si decide di costruire o ristrutturare un Teatro, non si può prescindere da valutazioni di ordine funzionale e gestionale (le tipologie di spettacolo da rappresentare – ovvero l’opera, operetta, musical, balletto, concerto, prosa … - e la loro incidenza sulla stagione culturale del Teatro, il numero di spettatori interessati in base al bacino d’utenza del Teatro e capienza della sala …), questioni importanti non solo per la definizione architettonica del progetto, ma soprattutto per la definizione dei costi di esercizio e manutenzione della struttura. Nel caso specifico del nostro Teatro i primi studi di fattibilità furono condotti dai tecnici dell’Area Lavori Pubblici del Comune; gli stessi uffici, assistiti dalla consulenza dell’ing. Franco Malgrande di Macerata (ha lavorato tra gli altri anche al Teatro Alla Scala di Milano), svilupparono la progettazione fino alla fase del preliminare.
Fig. 1
Fig. 3
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Figura 1. Prospetto principale. Figura 2. Sezione longitudinale. Figura 3. Studi assonometrici.
Fig. 2
Teatro comunale «Luigi Russolo»
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Tali progetti tenevano conto non solo delle difficoltà strutturali dell’edificio preesistente, delle disponibilità economiche previste dal Comune, ma anche delle peculiarità gestionali e culturali dell’attività teatrale e concertistica fin qui svolta. Si proponeva un spazio scenico con le caratteristiche tecniche e logistiche adeguate alla maggior parte degli spettacoli e con una capienza della sala (platea + galleria) di 700 posti. La valutazione teneva conto del numero di abitanti della città, del bacino d’utenza (essenzialmente cittadino, vista la vicinanza di teatri di notorietà e tradizione acquisita, quali Venezia, Treviso, Udine, e Pordenone), dell’orientamento culturale e degli interessi specifici consolidatisi nel tempo (Teatro di prosa e attività concertistica, favorita dalla presenza di scuole e corsi di formazione musicale – si la scuola di musica adiacente al Teatro e l’attività ormai istituzionalizzata di corsi di specializzazione per direttori d’orchestra). Lo spazio scenico individuato consentiva, dunque, la rappresentazione di tutti gli spettacoli di prosa del circuito nazionale e spettacoli musicali (opera, operetta, musical, concerto, balletto), anche quelli che prevedono la presenza dell’orchestra (definita in 65 elementi, numero sufficiente per l’esecuzione di quasi tutto il repertorio musicale).
Titolo capitolo
L’intervento presupponeva l’adeguamento con la messa a norma delle strutture esistenti, la ristrutturazione dell’edificio in oggetto e la ricostruzione della torre scenica.
La scelta dei progettisti per il progetto definitivo-esecutivo
L’integrazione con l’edificio confinante e con le aree scoperte
Vista la contiguità con l’edificio già sede della scuola di musica si pensò subito a creare un collegamento tramite un varco, individuato tra il foyer del Teatro e una porzione dell’edificio confinante. In questo modo sarebbe stato sufficiente chiudere le porte di accesso alla sala ed alla galleria, per servirsi del foyer, del bar, del guardaroba e dello stesso ingresso del Teatro, ovvero di tutti i servizi per il pubblico a favore della Scuola di Musica. Viceversa, se per l’attività del Teatro fossero serviti spazi suppletivi o integrativi questi avrebbero potuto essere messi a disposizione dalla società culturale operante nell’edificio. Inoltre, vista l’analogia delle attività svolte, il soggetto gestore avrebbe potuto utilizzare il Teatro per le proprie manifestazioni, usando, dunque, il foyer come agevole ingresso.
In data 4 gennaio 2006, secondo quanto previsto dalle norme della L.R. 27/03 fu pubblicato un avviso pubblico di selezione per l’affidamento degli incarichi di progettazione definitiva ed esecutiva degli interventi di ristrutturazione e messa a norma del I° lotto del nuovo Teatro cittadino. Parteciparono alla selezione vari professionisti e/o studi professionali tra i quali furono selezionati, per l’affidamento degli specifici incarichi: • • •
Progettazione architettonica: Studio arch. Alfredo Amati - ROMA Progettazione strutturale: Studio Prof. Ing. Lamberto Biseghella - PADOVA Progettazione impiantistica e prevenzione incendi: Studio Prof. Ing. Mauro Strada – PADOVA • Progettazione acustica: Arch. Eleonora Strada - PADOVA Professionisti questi che sulla base dei singoli curricula e della documentazione da essi presentata offrivano massima garanzia di esperienza e professionalità. L’ufficio confermava il suo ruolo di coordinamento della progettazione. Partiva da quel momento la fase più delicata ed importante del progetto.
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Il progetto definitivo-esecutivo
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Nell’ambito della progettazione del nuovo teatro cittadino, partendo dall’idea originaria del progetto preliminare redatto dall’Area Lavori Pubblici del Comune, la sfida dei tecnici incaricati è stata quella di calare all’interno della struttura edilizia esistente un nuovo organismo in grado di assolvere tutte le moderne funzioni richieste dallo spettacolo. Tutto ciò svuotando, consolidando, integrando e implementando il complesso originario. Come si evince osservando l’involucro esterno infatti, al nucleo originario del teatro, che ospita la sala, si affianca il nuovo volume della torre scenica, la macchina che, grazie alle sue caratteristiche funzionali e tecniche, consente al teatro rinnovato di mandare in scena qualunque tipo di spettacolo, dal concerto al balletto, dalla prosa alla lirica, dal cinema alla conferenza. Proprio per ottimizzare al massimo le potenzialità del complesso, particolare attenzione è stata posta in fase di progettazione a due aspetti funzionali. Il primo aspetto riguarda l’assetto della platea e della galleria. Un attento studio ha consentito infatti di configurare questi spazi in modo da permettere una buona visibilità ed un buon ascolto in qualunque punto della sala, compatibilmente con i problemi legati alla altimetria del corpo di fabbrica, estremamente condizionata dalla presenza della falda acquifera superficiale e dalla presenza delle fondazioni esistenti. Il secondo aspetto ha interessato invece la conformazione della nuova torre scenica che, realizzata ex novo al posto del vecchio palcoscenico, è stata concepita come una vera e propria macchina teatrale, per conformazione, dimensioni e dotazioni. Le dimensioni del palcoscenico e del boccascena, la presenza della fossa dell’orchestra,
Il progetto definitivo-esecutivo
le dotazioni degli spazi per gli artisti, le attrezzature previste rendono questo organismo il vero cuore pulsante del complesso. Il linguaggio architettonico utilizzato, soprattutto all’esterno, denuncia chiaramente le funzioni che vi si svolgono, rendendo subito evidente al cittadino l’immagine della sua rinnovata vitalità. Mentre all’esterno si prediligono materiali tradizionali (pietra, intonaco, vetro) utilizzati però in chiave moderna, all’interno della sala il legno fa da padrone, con differenti finiture e modalità di posa per generare un involucro acusticamente adatto alle funzioni che vi si svolgono.
Render del teatro in notturna.
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Il progetto definitivo-esecutivo
Sezione del teatro - 1° lotto
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Altro importante aspetto che in fase di progettazione ha richiesto approfondimenti è stato il problema legato agli spazi per il pubblico. Gli ambienti esistenti, seppure ottimizzati, non consentivano infatti una dotazione di spazi di relazione compatibile con la capienza della sala. Si è cercato quindi di inserire, seppure con dimensioni minime, tutte le funzioni indispensabili negli ambienti a disposizione (biglietteria, guardaroba, bar, servizi igienici) lasciando però al foyer un ambiente che diventa bene utilizzabile solo in continuità con il cortile coperto della scuola di musica limitrofa. In questo modo il pubblico può transitare e sostare, prima, dopo e durante gli eventi in programmazione, in spazi confortevoli e altamente rappresentativi. Infatti la presenza della antica magnolia all’interno del cortile, dalla quale si è fortemente voluta la conservazione e la integrazione nella struttura edilizia, rappresenta un segno della storia della città e del teatro stesso. 24
In fase di progettazione esecutiva infine, l’attenzione dei progettisti si è concentrata, oltre che nella definizione puntuale delle soluzioni architettoniche scelte in fase di progetto definitivo, anche nella integrazione delle altre progettazioni specialistiche, quali quella delle strutture e quella degli impianti, nell’organismo architettonico così concepito.
Naturalmente ogni scelta è stata effettuata rispettando le normative vigenti in termini di sicurezza, di superamento delle barriere architettoniche (il teatro è infatti completamente accessibile), di ambiente
Il progetto definitivo-esecutivo
Pianta del teatro
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Il cantiere del nuovo teatro
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L’avvio del cantiere
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In esito alla gara d’appalto bandita con procedura aperta in data 20.07.2007 le opere di cui al progetto di ristrutturazione ed ampliamento del Teatro Cittadino I° Lotto, furono affidate alla ditta SACAIM di Venezia. Il contratto d’appalto fu siglato in data 03.10.2007 e in data 10.10.2007 i lavori furono consegnati. Le attività di cantiere presero però materialmente avvio nel Gennaio del 2008 essendo serviti gli ultimi mesi del 2007, oltre che all’allestimento del cantiere, anche alla definizione di tutta una serie di aspetti tecnico-burocratici legati alle autorizzazioni, allo smaltimento di rivestimenti, isolamenti e pavimenti, nonché le procedure relative agli scavi in ambito archeologico. Qualche mese prima dell’avvio dei lavori del Nuovo Teatro aveva intanto preso avvio un altro cantiere, quello della ristrutturazione dell’edificio destinato ad ospitare la Fondazione Santa Cecilia, edificio di proprietà della Fondazione Euterpe che aveva deciso, essa stessa, di affidare all’impresa SACAIM i necessari lavori. I problemi iniziali nell’allestire due cantieri così importanti, in ambiti così ristretti e all’interno del centro storico, non furono certo pochi a partire dalla necessaria modifica della viabilità su via Spalti e via S. Pellico, alla compresenza nelle immediate vicinanze di diversi edifici scolastici ed alla soppressione di una quarantina di posti auto all’interno del parco di piazza Marconi. I provvedimenti in questo senso furono il recupero di nuove aree di sosta, l’una in via Ambrosoli e l’altra in via Bertolini e la modifica dei parcheggi su via Marco Belli. Per quanto riguarda le attività che interessarono in più occasioni le vie Martiri della Libertà e via Pellico, in particolare per lo spostamento e/o il potenziamento dei sottoservizi molto spesso furono svolte in notturna o la mattina del giovedì quando il traffico in centro storico viene inibito a causa del mercato settimanale.
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Lo spostamento dei sottoservizi e l’antico convento ritrovato
Lo spostamento dei sottoservizi e l’antico convento ritrovato
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Durante le fasi di scavo per lo spostamento dei sottoservizi nell’area esterna al teatro, sono emersi resti interessanti delle fondazioni di uno dei complessi religiosi più antichi della città. Sull’area oggi occupata dagli edifici scolastici e dalla piazza “Guglielmo Marconi” infatti, un tempo sorgevano la chiesa ed il convento di “San Francesco”, un complesso architettonico composito di cui oggi resta traccia solo nei catasti storici ed in alcune antiche raffigurazioni. La costruzione della chiesa, insieme all’attiguo convento, ebbe inizio intorno al 1260 per volontà del vescovo francescano Fulcherio di Zuccola “presso la porta superiore che conduceva al porto vecchio”. Nel 1281 la chiesa, con le sue pertinenze, venne affidata ai francescani minori conventuali e nel 1770 il convento venne soppresso su decreto del Senato Veneziano. L’impianto conventuale, comprensivo della chiesa, dei chiostri e degli orti retrostanti, attraversati da un canale interno alla cinta muraria della città e completamenti chiusi da muri di difesa, compare sia nel Catasto Napoleonico del 1807 sia nel Catasto Austriaco del 1846. Il canale interno, oggi tombinato, era una diramazione della fossa esterna alle mura a nord della città e scendeva lungo l’attuale Via degli Spalti, garantendo approvvigionamento idrico per gli orti del convento e le proprietà private che veniva a lambire. Secondo le ricostruzioni storiche tale canale nella parte a sud della città attraversava l’attuale Corso Martiri della Libertà e, all’altezza di Calle Beccherie, sfociava nel fiume Lemene. Con il convento al sistema di mura di difesa verso l’esterno si aggiungeva anche un sistema di cinta rivolto verso la città, nei confronti della quale il convento si chiudeva, quasi a costituire una sorta di cittadella fortificata autonoma, avanposto nord-orientale della città. L’attuale Via Silvio Pellico, che collega Corso Martiri della Libertà con Via degli Spalti, originariamente era la calle che, rasentando il muro
di cinta del convento, conduceva allo spalto ad est della città. Secondo alcune ricostruzioni storiche proprio all’incrocio di Via Silvio Pellico con Via degli Spalti pare fosse collocato uno degli antichi torrioni di avvistamento che inframmezzavano la cinta muraria cittadina. L’intero ambito trova l’attuale definizione a partire dagli inizi del secolo scorso, e già alla metà del Novecento la piazza si presentava attorniata dai principali edifici che attualmente la prospettano e caratterizzata dalla presenza degli alti cipressi di antica memoria, che, rimandando alle sepolture dell’antico convento, hanno Contribuito alla sua denominazione di “Piazza della Rimembranza”.
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Vista dall’alto degli scavi e dei ritrovamenti archeologici. Vista assonometria della chiesa e del convento di S. Francesco demoliti nel 1830.
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La deomolizione e la ricostruzione
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La Direzione dei Lavori, in un cantiere, è quell’organismo di controllo che, in special modo nelle opere pubbliche, svolge un ruolo di vigilanza e controllo dei lavori durante le diverse fasi realizzative. La figura del Direttore dei Lavori, quale consulente tecnico, viene scelta dal Committente per vigilare e controllare le molteplici ed articolate fasi della costruzione, come il rispetto delle specifiche del progetto, l’esecuzione a regola d’arte, l’attenzione al rispetto dei tempi e ai costi di realizzazione. Nel caso del Teatro Russolo, l’Amministrazione Comunale ha deciso di affidare tale controllo ad un gruppo di sette professionisti creando così un vero e proprio “ufficio di Direzione dei Lavori”, coordinato dal Responsabile Unico del Procedimento. La Direzione dei Lavori è stata affidata allo Studio Amati di Roma con a capo l’architetto Alfredo Amati, in qualità di Direttore dei Lavori, coadiuvato da un Codirettore, l’architetto Romina Sambucci. Cinque direttori operativi, per i diversi ambiti di competenza e responsabilità, completavano l’ufficio della D.L.: l’ingegnere Massimo Zanet per la sicurezza e l’assistenza giornaliera in cantiere; l’ingegnere Marco Brisighella per le strutture e le opere murarie; gli ingegneri Enrico Babbolin e Salvatore Galante, della Steam di Padova, per le opere impiantistiche e l’architetto Eleonora Strada per l’acustica. Con l’avvio dei lavori nell’ottobre del 2007 hanno inizio le demolizioni delle strutture esistenti dell’ex cinema “Silvio Pellico”. La diffusa e accurata campagna di indagine strutturale effettuata in corso di progettazione sul vecchio fabbricato ha infatti evidenziato uno stato diffuso di ammaloramento delle strutture in calcestruzzo, caratterizzate da valori di resistenza meccanica estremamente modesti, con la
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conseguente esclusione di una possibilità di recupero degli elementi portanti del fabbricato originario. Il nuovo teatro si è sviluppato quindi secondo un programma di ricostruzione che ha previsto un impianto strutturale articolato in tre distinti corpi di fabbrica: il corpo foyer, in aderenza con l’attiguo fabbricato della Fondazione Musicale Santa Cecilia, costituito da una struttura in cemento armato con solai a lastre tipo “predalles” alleggerite con elementi in laterizio e travi in spessore, la zona della sala realizzata affiancando ai pilastri esistenti dei nuovi pilastri in calcestruzzo armato, struttura in acciaio per la galleria e copertura con capriate in legno lamellare, infine la torre scenica realizzata con struttura in calcestruzzo armato, solai a lastre tipo “predalles” alleggerite con elementi in laterizio e travi in spessore, copertura costituita da una struttura portante mista acciaio-calcestruzzo.
Le nuove strutture in calcestruzzo e acciaio Nella realizzazione del nuovo teatro “Luigi Russolo” gli interventi strutturali hanno rivestito un ruolo di primaria importanza, impegnando il cantiere per buona parte del tempo di esecuzione dell’opera. Oltre alle strutture in calcestruzzo armato, il nuovo fabbricato si compone anche di importanti elementi strutturali in acciaio. In particolare la galleria si compone di una trave principale in acciaio alta 102 cm. su cui poggia un sistema di travi a ginocchio tipo HEA 360, rese collaboranti con un getto superiore in calcestruzzo armato su lamiera recata. La stessa graticcia in corrispondenza della torre scenica poggia su una struttura portante costituita da travi principali in acciaio tipo HSA di cm. 83x32 e travi secondarie tipo HEB 240.
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Le vecchie capriate di copertura. Collegamento con la scuola di musica. Il getto della platea prima della demolizione delle capriate.
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Tutte le strutture impiegate sono state calcolate e verificate secondo la vigente normativa, ponendo particolare attenzione agli aspetti sismici. Sono state inoltre rispettate tutte le prescrizioni in materia di prevenzioni incendi, in particolare prevedendo adeguati copriferri per proteggere le armature dei calcestruzzi armati dall’esposizione ad eventuali incendi, le strutture in acciaio sono state adeguatamente trattate con verniciatura protettiva al fuoco ed intonaco ignifugo e le stesse strutture in legno rientrano nei limiti consentiti dalla normativa in materia di carico d’incendio.
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La deomolizione e la ricostruzione
Struttura in acciaio di sostegno della galleria.
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Travi di sostegno della graticcia.
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Le strutture in legno
La copertura
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Degna di nota, nell’ambito degli interventi di carattere strutturale che hanno connotato l’intervento è stata la sostituzione degli elementi di copertura della sala sulla quale gli affinamenti e le migliorie sono state ricercate dai tecnici e dalla stessa impresa fino al momento finale della sua messa in opera. La nuova copertura a due falde è stata realizzata interamente in legno lamellare mediante posa in opera di sette capriate reticolari di luce pari a 17,00 mt, montate ad interasse di circa 3.8 mt; la copertura è completata da orditure secondarie longitudinali e pannellatura lignea con sovrapposto pacchetto di ciobentazione in lana di roccia e ventilazione superiore. A livello della catena delle capriate è realizzato un graticcio piano di orditure atte a sostenere il controsoffitto acustico della sala e l’impiantistica. Le catene inoltre fanno da sostegno alle passerelle metalliche del sottotetto realizzate per l’ispezione e la manutenzione delle luci ed degli impianti.
Passerella metallica per manutenzione impianti.
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Le strutture in legno
Il pavimento della platea
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Anche la struttura del pavimento della platea concorre all’ottenimento di una buona resa acustica del Teatro. Analogamente a quanti si usava fare nel ‘700, nella costruzione dei famosi teatri storici e si fa ancora nei restauri dei teatri più importanti si è costruito un pavimento in assi di legno di abete di prima scelta proveniente dalla val di Fiemme, posato su morali di supporto così da avere una ampia cavità sottostante. La struttura del pavimento svolge in questo modo le funzioni determinanti di assorbimento delle frequenze più basse e di facile eccitabilità a vibrazioni percepibili. Quest’ultima funzione, oltre a migliorare l’impressione acustica, assume una importanza fondamentale, in particolare durante i “fortissimi”, poiché la struttura del pavimento trasmette delle vibrazioni percepibili all’ascoltatore ed intensifica notevolmente l’impressione acustica. L’inclinazione della platea, quasi inesistente nel vecchio cinema, è stata notevolmente aumentata per migliorare oltre alla curva di visibilità anche la qualità della resa acustica. Nel pavimento in legno sono incassate le bocchette di mandata dell’aria studiate appositamente per convogliarla silenziosamente nella sala.
Dall’alto in basso:
Bocchette di distribuzione dell’aria. Il pavimento in abete della Val di Fiemme. A pagina precedente:
Le strutture in legno della copertura.
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Gli impianti elettrici e meccanici
Impianti meccanici
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L’impianto di climatizzazione per la sala principale è del tipo a dislocazione con diffusori sottopoltrona e ripresa nella parte alta dell’ambiente, soluzione che permette di assicurare sia un’ottima diffusione dell’aria sia una buona silenziosità di funzionamento. Nel foyer è previsto un impianto con diffusori dell’aria a soffitto. I camerini ricavati nella zona sottostante il palcoscenico saranno dotati di un impianto di ventilazione ad aria primaria e radiatori. Nei rimanenti spazi di biglietteria e uffici è prevista l’installazione di sistemi split ad espansione diretta in pompa di calore. Tutte le unità esterne degli impianti sono installate sulle coperture piane dell’edificio. La torre scenica ha un impianto di trattamento aria indipendente Nell’ambito dell’intervento si è provveduto alla realizzazione della predisposizione di pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria e un gruppo frigorifero Il teatro è dotato di un idoneo impianto antincendio. Tale impianto è collegato alla rete idrica cittadina e contestualmente al 2° lotto sarà dotato di un gruppo di pressurizzazione e relativa riserva idrica, entrambi da ricavare nella piazza antistante il teatro di modo da permettere anche l’eventuale alimentazione dei vicini plessi scolastici.
Le canalizzazioni degli impianti elettrici.
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Impianti Elettrici
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La complessità e la criticità dell’attività quale è quella di un luogo di pubblico spettacolo, richiedono una struttura delle reti elettriche tali da garantire una continuità di funzionamento praticamente assoluta. Si deve inoltre consentire la manutenzione degli impianti garantendo minimi disservizi e comunque localizzati. A tale scopo sono stati utilizzati schemi d’impianto che garantiscono una ridondanza d’alimentazione. Particolare cura è stata dedicata al comfort visivo ed acustico degli utenti ponendo particolare attenzione nella scelta delle soluzioni illuminotecniche e negli impianti di informazione e di diffusione sonora. Particolare cura e attenzione è stata posta nella realizzazione del sistema di supervisione e comando degli impianti elettrici. L’impianto di diffusione sonora previsto per il teatro è stato studiato per essere completamente controllabile in ogni sua parte e per garantire le prescrizioni previste dalla norma vigente. Le prestazioni acustiche sono tali da garantire un’ottima intelleggibilità e diffusione isofonica su tutte le aree servite. In funzione delle varie destinazioni d’uso degli spazi sono stati utilizzati corpi illuminanti con diverse caratteristiche fotometriche. Date le dimensioni dell’edificio, l’illuminazione di sicurezza è ottenuta sia da apparecchi illuminanti dotati di gruppo autonomo di emergenza.
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esercizio dei locali di intrattenimento e pubblico spettacolo”. Il progetto di prevenzione incendi ha permesso di risolvere alcuni problemi particolari quali: • l’eventuale esigenza di allestire nel secondo lotto la galleria quale sala indipendente • la indisponibilità tecnica di realizzare vie di fuga sul fronte opposto alla piazza • la comunicazione con la confinante sede della fondazione musicale Santa Cecilia. Nel secondo lotto la galleria potrà essere allestita quale locale indipendente di pubblico spettacolo, configurando l’attività come multisala; a questo scopo è stata predisposta la separazione della galleria e della platea dal Foyer a mezzo di partizioni REI 60. La disposizione planimetrica delle vie di fuga dalla platea risulta vincolata dalla costruzione della sala in adiacenza ad altre proprietà, le vie di fuga sono state quindi disposte sul fondo della sala e sul lato rivolto alla piazza avendo cura di assicurare percorsi di esodo inferiori ai 40 m prescritti dalla normativa vigente. .
Prevenzione incendi Il teatro risponde alla normativa vigente di prevenzione incendi ed in particolare al dettato del D.M. 19 agosto 1996 recante “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed
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I quadri elettrici.
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L’acustica
L’acustica
da casse armoniche; l’inclinazione delle pareti permette di eliminare i fenomeni acustici negativi dovuti al parallelismo delle superfici, nonché di diffondere in modo migliore il messaggio sonoro. La controsoffittatura del Teatro è costituita da elementi diffondenti per una migliore distribuzione dell’intensità sonora, ed alcune pannellature che incorniciano il boccascena, sono dei veri e propri riflettori acustici con la funzione precisa di aumentare l’intensità del messaggio sonoro nelle zone più lontane dal palcoscenico. Le stesse poltrone sono verificate sotto il profilo acustico.
Il progetto acustico del nuovo Teatro Comunale Luigi Russolo è nato da una prima ed importante considerazione: la polifunzionalità della sala. L’acustica della sala dovrà essere ideale per tutti i vari generi di spettacolo che il Teatro ospiterà. Dopo un attento studio acustico, che ha tenuto conto di varie problematiche, è stato realizzato un progetto che segue la stessa filosofia che guida un liutaio nel realizzare uno strumento. 44
Si è cercata la soluzione migliore per la riproduzione della musica sinfonica, della musica lirica, della cameristica, del parlato e proprio per questo tutte le superfici interne della sala sono state realizzate in legno massello di ciliegio: il legno permette un’alta velocità di propagazione del suono (1000 m/sec), garantendone un’elevata definizione, e la sua proprietà di attenuazione delle vibrazioni produce un suono chiaro e nitido. Questa combinazione di qualità non si può ottenere con l’utilizzo di materiali tradizionali! Un altro vantaggio del legno massello, oltre all’indubbia resa estetica, è rappresentato dalla propagazione del suono a velocità non omogenea. Nei materiali normalmente usati nell’edilizia il suono si propaga alla stessa velocità in tutte le direzioni producendo dei punti di risonanza; il legno non presenta tali inconvenienti, perché il suono si propaga lungo le sue venature che sono irregolari ed asimmetriche. Ogni elemento del Teatro ha un suo preciso ruolo per l’acustica: la pavimentazione del palcoscenico e della platea, realizzate tradizionalmente con un’orditura di tavole d’abete di prima scelta, fungono
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Poltrone sala con pannello acustico sottosedile in legno.
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Pannelli acustici in legno massello.
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Le attrezzature di scena e gli arredi
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Le attrezzature scenotecniche riguardanti la torre scenica del Teatro sono state fornite dalla Società Decima Italia srl, la quale ha provveduto nella fattispecie alla realizzazione di una particolare soluzione di graticciata scenica comprensiva di sistema botolato di accesso materiale, alla fornitura dei tiri scenici di tipo manuale, dei mantegni lignei, alla realizzazione di “bandiere” portaproiettori per l’illuminazione scenica laterale dalla sala e dei motori a catena per la sospensione e movimentazione motorizzata dei tiri scenici più pesanti e alla loro alimentazione.
Sezione della torre scenica
A destra:
La sala in allestimento.
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Il cantiere della scuola di musica
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L’importanza di una scelta
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Da maggio 2009, Portogruaro ha una nuova ricchezza nel suo centro storico: una scuola di musica che si unisce inscindibilmente con il Teatro Comunale Luigi Russolo, creando un complesso forse unico nel panorama italiano e sicuramente in linea con analoghe realizzazioni degli altri paesi europei. Una scuola di musica collegata a ben 2 palcoscenici: quello della platea e quello della galleria (utilizzabile grazie alla possibilità di frazionare la capienza della sala con le pareti mobili). Una caratterisca che risulta veramente preziosa sia per l’attività didattica che professionale: un palcoscenico potrà ospitare prove, concerti, grandi spettacoli, ma anche lezioni e corsi… un palcoscenico che si farà aula! I lavori, progettati e diretti dall’architetto Alberto Nicolao di Venezia, hanno riguardato la ristrutturazione della sede della Fondazione Musicale Santa Cecilia di proprietà della Fondazione Euterpe Venezia, sono stati prima di tutto una ristrutturazione funzionale al tipo di attività svolte nell’edificio di Corso Martiri. La Scuola di Musica della Fondazione conta ogni anno oltre 600 studenti tra corsi ordinari, liberi, professionali, corsi alto perfezionamento e masterclass. Un vero e proprio cantiere della musica, al quale si desiderava poter dare una sede bella ma soprattutto funzionale. La numerosità delle aule, la luminosità dei locali e l’insonorizzazione, sono alcuni degli obiettivi che ci si è posti nel progettare la ristrutturazione. Il progetto, oltre che a sfruttare al massimo le potenzialità dello stabile, ha una caratteristica unica e preziosa: la possibilità di collegare direttamente la scuola di musica al nuovo teatro comunale. L’intervento riguarda un fabbricato di tre piani, che risulta dall’accorpamento di corpi edilizi di epoche diverse. La superficie comples-
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siva netta è di circa mq. 900. La parte più antica, che prospetta sul Via Martiri della Libertà, è stata oggetto di un restauro conservativo che ne ha rispettato integralmente il distributivo interno, la scala esistente e le facciate di ispirazione neoclassica, mentre l’ala del fabbricato novecentesca, che si prolunga su Via Silvio Pellico – e si estende sopra il contiguo teatro – ha subito estesi rifacimenti, che hanno comportato tra l’altro l’inserimento di un ascensore e di adeguate dotazioni tecnicosanitarie, oltre al riallineamento dei solai e alle innovazioni dei prospetti. Queste ultime hanno riguardato soprattutto il grande foro passante praticato nell’edificio, con la formazione delle due vetrate multipiano, poste l’una di fronte all’altra sulle pareti esterne che separano la piazza dal cortile - a confine con il teatro. Il fabbricato si articola, come s’è detto, su tre piani, serviti da due scale e da un ascensore. È composto da 20 locali per la gestione e l’attività didattica della scuola, cui si aggiungono i due del piano terreno - destinati a foresteria - che sono dotati di servizi e accessi autonomi da Via Pellico. I tre nuclei di sanitari sono situati uno per piano e comprendono un bagno per disabili. I pavimenti interni sono in gres porcellanato e parquet. Quelli degli ingressi e del cortile sono invece in pietra naturale, così come il rivestimento dei gradini della nuova scala. È stato particolarmente curato, con l’uso di idonei materiali, l’isolamento acustico di pavimenti, pareti e soffitti nelle aule destinate all’insegnamento della musica. Le centrali termica e frigorifera sono installate nel sottotetto. Assicurano anche la climatizzazione della grande sala ricavata nel cortile e dei tre locali che affacciano all’esterno, attraverso le due grandi aperture contrapposte.
Particolari della Scuola di Musica. A pagina precedente:
Fasi della lavorazione.
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Il cortile della magnolia
L’intervento strutturale ha comportato la realizzazione di nuove fondazioni e sottofondazioni, la sostituzione delle murature portanti del piano terreno e estese ricuciture di quelle dei piani superiori. Inoltre sono stati sostituiti i solai lignei, con l’uso di nuove travature di sezione adeguata e impalcati in lamiera grecata e cls. Si è proceduto anche all’esecuzione di telai in acciaio, a sostegno delle pareti vetrate e dei solai contigui al muro comune con l’edificio adiacente.
Particolarmente caratterizzante dell’intervento nel suo insieme e per il ruolo di elemento cerniera che tale ambiente assolve nel rapporto scuola di musica – teatro è stata la riqualificazione di un cortile interno dominato da una bel grande esemplare di magnolia. Detto cortile ha una superficie di circa 120 mq. ed è stato trasformato in una sala, con l’uso di pannelli vetrati a fissaggio puntuale, sospesi ad una struttura in acciaio. Potrà essere utilizzato per le diverse esigenze della scuola di musica, ma diventa anche un importante componente funzionale del teatro - con il quale comunica direttamente attraverso un ampio passaggio – potendo assolvere al ruolo di hall - foyer, nel corso di manifestazioni e spettacoli. La nuova sala e la grande magnolia del cortile, il cui fusto resta isolato all’esterno da un parallelepipedo trasparente, sono visibili dalla piazza grazie alle due aperture contrapposte delle facciate. Le superfici vetrate sono composte da pannelli di cristallo stratificato, che hanno uno spessore di 42 mm. e sono dotati di intercapedine interna, al fine di garantire un corretto isolamento termico. Quelli orizzontali della copertura sono calcolati per sostenere il peso di persone e altri carichi accidentali come la neve.
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Dall’alto in basso:
Il progetto.
Le strutture. Vista del cortile dall’alto.
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L’intitolazione a Luigi Russolo
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Luigi Russolo, pittore e musicista che guardava al futuro
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«Nato a Portogruaro il 30 aprile 1885. Io abitavo con mia zia nel pianoterra del Palazzo Venanzio allora sede della Pretura e quasi in faccia al Seminario dove facevo le ginnasiali. Il mio regno era un grande orto che confinava con le “montagnole”, specie di bosco allora di proprietà Persico (ora credo Stucky) e dall’altra parte con la chiesa dell’Annunziata nella quale ero chierico e rispondevo messa tutti i giorni (....). Anche allora come adesso il mio amore e la mia passione erano divisi fra la pittura, la musica e la fisica. Con lo stesso amore io guardavo i quadri nelle chiese e soprattutto l’affresco di Pomponio Amalteo (allievo del Pordenone) che esisteva nella chiesa del Seminario, e un piccolo gabinetto di fisica che esisteva nel Seminario, ma che era sempre ostinatamente chiuso, e dove una volta son riuscito ad entrare in secreto, come un ladro e con un gran batticuore! A Portogruaro sono restato, credo, fino al 1899, anno nel quale avendo sentito e frequentato assiduamente le rappresentazioni al Teatro Sociale del Faust di Gounod, ho deciso di mettermi a studiare musica, e son partito a questo scopo per Milano, ove si trovava già la mia famiglia. A Milano per tre anni, sotto la guida di mio padre e dei miei fratelli allievi allora del R. Conservatorio, ho studiato il violino, il pianoforte e cominciato lo studio dell’armonia, ma contemporaneamente facevo pure molto disegno, fino a quando ho lasciato violino e piano per darmi completamente al disegno e alla pittura. Nella più fiorente società d’Artisti di Milano d’allora, “La Famiglia Artistica”, mi sono legato d’amicizia intima, portato dall’affinità di vedute e di gusti artistici rivoluzionari e d’avanguardia, con i pittori Boccioni e Carrà. Parlando con essi, una sera, di Marinetti e del Movimento futurista che aveva allora appena iniziato e che riguardava solo la poesia, ci siamo trovati d’accordo a dire che bisognerebbe fare qualcosa di analogo, per la pittura, a quello che Marinetti faceva per la poesia. Da un amico co-
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mune ci siamo fatti presentare a Marinetti, e dopo uno scambio di idee egli ci invitò a scrivere le nostre idee sulla pittura sotto forma di “manifesto”, e dopo pochi giorni il manifesto usciva portando l’adesione al movimento letterario di Marinetti, l’adesione e la collaborazione più attiva dei pittori futuristi (11 febbraio 1910). Dopo poco tempo (11 aprile 1910) abbiamo pubblicato il Manifesto tecnico della pittura futurista. Un anno dopo la prima mostra futurista a Milano, e nel 1912 la prima mostra futurista a Parigi (febbraio 1912). Nel 1913 ho pubblicato il manifesto sull’arte dei rumori e dato il 1° concerto di “Intonarumori” a Milano, e nel giugno del 1914 undici concerti di intonarumori al Teatro Coliseum di Londra. Dopo l’interruzione dovuta alla guerra ho dato tre grandi concerti al Teatro des Champs Elysées di Parigi. Nel 1925 ho inventato l’arco enarmonico e dato concerti a Milano con questo. Poi a Parigi con il “Rumorarmonio” nel 1925 e nel 1928. Un anno fa ho inventato un nuovo strumento su un principio nuovo (vibrazioni longitudinali e non trasversali delle corde sonore) ed ora sto attivamente lavorando ancora a ricerche sulle “vibrazioni”. Sono lieto di essere stato, grazie a lei, in comunicazione spirituale con i miei concittadini, che non dimentico, come non posso dimenticare la mia cara Portogruaro. Che ho visto l’ultima volta durante la guerra, credo nel luglio del ‘17, e che ho desiderio vivissimo di rivedere. Cosa che farò, non appena le mie peregrinazioni me lo permetteranno». Così scriveva Luigi Russolo in una lettera dell’8 gennaio 1932 al portogruarese Furio Cominotto. Portogruaro lo ha ricordato più volte, a partire dal 1950. In quell’anno si tenne infatti al Teatro Sociale la “Mostra retrospettiva del concittadino Pittore Luigi Russolo”. Nel 1985, centenario della nascita dell’artista, il Comune di Portogruaro organizzò una serie di iniziative che esplorarono l’aspetto artistico e quello musicale. Nel 2005 fu allestita la mostra “Luigi Russolo nelle collezioni portogruaresi” e fu esposto per la prima volta il dipinto “linee- forza della folgore”, rinvenuto in occasione di un felice restauro. Nel 2007, a sessant’anni dalla morte, il Comune di Portogruaro e la Regione del Veneto hanno realizzato il progetto “W Russolo”, mostre, concerti, conferenze e letture dedicate a Luigi Russolo. Nel 2009, ricorrendo i cent’anni del Manifesto futurista, la città di Portogruaro dedica il Teatro Comunale al suo illustre concittadino.
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Il Futurismo e l’arte dei rumori
Il Futurismo e l’arte dei rumori
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Strano destino quello di Luigi Russolo: artista, musicista e inventore, troppo avanti con l’utopia di una nuova musica e geniale nella costruzione degli Intonarumori, e al tempo stesso affascinato dal film muto da sonorizzare, in un momento in cui esplodeva il film sonoro e gli esecutori dal vivo nelle sale cinematografiche rimanevano disoccupati. Nessuna industria prese in considerazione la possibilità di costruire in serie i suoi strumenti ed ebbe la sorte di tanti pionieri. Oggi di lui rimangono soltanto gli scritti, non un prototipo di strumento è sopravvissuto, non una pagina di musica manoscritta se non il frammento del Risveglio di una città riprodotto su Lacerba (1914). Tutto partì dalle intuizioni di Filippo Tommaso Marinetti e dal suo Manifesto di Fondazione del Futurismo, lanciato a Parigi nel 1909 sulle pagine del Figaro. Le declamazioni, le Tavole Parolibere, la sua poesia come fisicità della materia, spesso onomatopea, ma anche evocazione di spessori virtuali della parola come fatto sonoro: da queste basi ebbe inizio la formidabile esperienza musicale portata avanti da Luigi Russolo. Futurismo come desiderio di evasione e che, in quanto tale, non ha prodotto lasciti accademici e nemmeno nuove forme, anzi le ha negate in nome di un divenire, di un fluxus ante litteram. La storia dell’evoluzione formale trova in questa avanguardia molti capolavori, che fanno parte di una continua metamorfosi, di un’ansia di rinnovamento che ha inizio nel 1909 e va avanti poco più di dieci anni, senza mai interrompere un moto creativo che investiva linguaggi, processi di comunicazione e qualsiasi modalità, invenzione ed esito, purché anticipatore. L’utopia che pervade l’Arte dei Rumori di Russolo ha attraversato tutto il Novecento: dalla Musique Concrète degli anni quaranta al “pianoforte preparato” di John Cage, dalle innumerevoli sperimentazioni elettroniche degli anni cinquanta
ai più moderni gruppi di musica progressiva. Nonostante le differenze, una possibile via di contatto con le utopie di Russolo oggi viene stabilita dal meglio del mondo del rock e della musica sperimentale di confine, come catarsi che attraversa leggera, non cozza e non scavalca dunque il problema dell’inquinamento acustico. Una nuova generazione di ascoltatori, assordati dai decibel dei concerti rock vede nel Futurismo di Russolo una delle radici più significative. Ad un secolo da queste sperimentazioni si può attraversare tutto quanto è successo, un incredibile ventaglio di esperienze visive e sonore, sospendendo per un attimo la nozione di valore, ma lasciando intatta la possibilità, da parte di chi compone musica di ricerca, che la competenza comune venga lentamente migliorata attraverso un uso intelligente dei media e che possano essere usate la pazienza e la curiosità come strumenti di lettura per un piacere culturale ed artistico della scoperta anche di quelle forme più spinte che hanno caratterizzato il Novecento, un secolo veloce. a cura di Daniele Lombardi
Caricatura di Russolo eseguita da Boccioni.
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Il gruppo dei futuristi.
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Teatro comunale «Luigi Russolo»
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Il completamento dell’opera
Teatro comunale «Luigi Russolo»
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Il completamento dell’opera
La fossa d’orchestra e i servizi di retropalco
Il piano urbanistico attuativo n.10 e la sistemazione di p.zza Marconi
Per il completamento dell’opera è prevista la realizzazione di un secondo lotto di lavori. In tale fase verrà completata la galleria da 190 posti che potrà anche essere allestita quale locale indipendente rispetto alla platea con la realizzazione di un sistema di separazione a pareti mobili. Verrà inoltre completato il piano interrato della torre scenica che ospiterà cameroni e camerini per gli artisti. Troverà completamento anche la fossa dell’orchestra, dimensionata per ospitare ben 65 elementi. Con i lavori di integrazione e completamento delle attrezzature e degli impianti di scena sarà predisposta anche la sala regia. Un portico esterno in acciaio e vetro permetterà il pieno utilizzo del teatro e delle vie di fuga della galleria completando il disegno architettonico d’insieme della facciata dell’edificio.
L’area su cui sorge il nuovo teatro cittadino è stata oggetto di un Piano Urbanistico Attuativo di iniziativa pubblica, denominato P.U.A. n. 10 “Piazza Marconi”, approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 131 del 21.12.2005. Elemento centrale del suddetto Piano è la vasta piazza, intitolata a Guglielmo Marconi, oggi consistente sostanzialmente in un ampio spiazzo inghiaiato adibito a parcheggio ed intervallato da alcuni alti e possenti cipressi, la Via Silvio Pellico, su cui affaccia il teatro, e l’area antistante le Scuole “Ippolito Nievo”. Per tali spazi, classificati come comparto n.5 del Piano, è prevista la ristrutturazione urbanistica, mediante mirati interventi di arredo urbano, che comprendono la ridefinizione degli accessi, dei percorsi interni e della aree a verde. Il comparto è costituito complessivamente da una superficie di circa 3.700 mq., che, per posizione e consolidamento storico, riveste un ruolo centrale e strategico nel tessuto del centro storico cittadino. In funzione anche della presenza in loco del Liceo “XXV Aprile”, dell’Istituto Statale “Marco Belli”, della Fondazione Musicale “Santa Cecilia” e del nuovo teatro cittadino, è stata prevista la pedonalizzazione e la chiusura al traffico automobilistico dell’area, che potrà in tal modo essere destinata a luogo per spettacoli teatrali e musicali, manifestazioni culturali all’aperto e attività aggregativo-sociali e ricreative legate all’attività didattica del “polo umanistico”. Il traffico automobilistico troverà accesso limitato alle sole attività di carico e scarico, in particolare a supporto della struttura teatrale, dal lato di
Sezione longitudinale del teatro completato.
Vista della futura piazza con il teatro finito.
Via degli Spalti, sulla quale peraltro si attestano gli spazi tecnici della torre scenica. La sistemazione della piazza proposta prevede l’eliminazione dell’esistente muretto di recinzione della stessa, con lo scopo di realizzare un unico spazio reso fluido dalla continuità fra percorsi porticati e percorsi scoperti. Vengono individuate due ampie aree verdi centrali, definite in funzione di un ridisegno complessivo dell’area, che tiene conto delle esistenti alberature ormai quasi secolari, che potranno così non essere rimosse e mantenere la loro funzione caratterizzante e distintiva dell’area. La piazza alberata diventa quasi un parco, luogo di sosta, di ritrovo e di svago per gli scolari, una sorte di “campus” cittadino, in cui anche i musicisti dell’”Estate Musicale” potranno trovare spazi per le prove all’ombra degli esistenti cipressi. Il progetto prevede la predisposizione di un’area per spettacoli, che potrà essere costituita da un Teatro all’aperto inteso come “cavea”, in grado di ospitare piccoli concerti, rappresentazioni teatrali ed attività legate al “polo umanistico”. In corrispondenza di una delle due aree verdi al centro della piazza, troveranno collocazione le vasche interrate di accumulo dell’acqua, che andrà ad alimentare gli impianti antincendio sia del nuovo Teatro cittadino sia delle attigue scuole prospicienti la piazza.
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Fasi della lavorazione.
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Pubblicazione a cura di SACAIM - SocietĂ per Azioni Cementi Armati Ing. Mantelli Comune di Portogruaro
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