Intellettuali e fascismo

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INTELLETTUALI E FASCiSMO a cura di Luigi Dappiano e Nicoletta Pontalti

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A cura di Luigi Dappiano e Nicoletta Pontalti


La storia che raccontiamo in questo fascicolo comincia nel 1918, al termine della Grande Guerra. Le distruzioni belliche e la nuova collocazione nazionale di Trento aprono il dibattito tra chi voleva ripristinare il vecchio volto mitteleuropeo della città e chi invece voleva rimarcare, anche attraverso gli stili architettonici, la raggiunta italianità di Trento. Il fascismo, al potere dal 1922, si appropriò di questo dibattito, facendosi interprete e continuatore della tradizione irredentista di Trento. Fu questo il supporto ideologico con il quale il regime avvallò l’opera di rinnovamento stilistico e organizzativo dello spazio cittadino, che prese piede soprattutto negli anni Trenta, anche in sintonia con quanto avveniva a livello nazionale. Non è un caso che molte grandi opere furono inaugurate insieme, il 28 ottobre 1936, XIV anniversario della Marcia su Roma. Nel giro di un decennio scomparvero così gli ultimi retaggi austriaci, a favore di un rinnovamento dello spazio urbano. Costanti rimasero, in quest’opera, le intenzioni celebrative, propagandistiche e monumentali del regime; diversi furono invece i linguaggi architettonici a cui si fece ricorso: da quello tradizionalista, con forti richiami alla romanità, a quello futurista, intriso di gusto pittorico e decorativo, fino allo stile razionalista, basato su criteri di linearità e funzionalità e che negli anni Trenta si diffuse come lo stile più adottato. Il fascismo ebbe in questo campo un atteggiamento ambivalente: da una parte sostenne il razionalismo, come testimonianza della

sua capacità innovativa, dall’altra promosse il richiamo alla romanità, più consono al tradizionalismo. In concreto, il fascismo diede spazio ai diversi linguaggi, purché non lo intralciassero nel suo sforzo di siglare il paesaggio urbano con edifici e luoghi ad alto valore simbolico e pedagogico. Trento emerse così con un volto architettonico ibrido, in cui la compresenza di stili diversi si poteva leggere anche nella stessa opera, e interventi che cercavano di integrarsi nella struttura urbana esistente si accompagnavano ad altri che, invece, si sovrapponevano alla memoria storica della città. È questa situazione che riporteremo alla memoria, attraverso la lettura di articoli e altri documenti scritti, foto, progetti, e attraverso l’osservazione diretta di documenti architettonici e paesistici, cercando di ricostruire le trasformazioni di alcuni luoghi e spazi della città avvenute durante gli anni Trenta.

INDICE

1. Piazza Dante, la stazione ferroviaria, la casa G.I.L. e il nuovo Hotel Trento (p. 4) 2. Il monumento a Cesare Battisti (p. 16) 3. Piazza Littorio (p. 28) 4. Via Calepina e il palazzo delle Poste; le Androne (p. 40) 5. Largo Porta Nuova e casa Littoria; via Galilei (p. 52) 6. Piazza della Mostra e le scuole elementari “Raffaello Sanzio” (p. 64) Riepiloghiamo (p. 76) 3


Questo fascicolo fornisce il materiale didattico necessario per realizzare un cantiere dello storico. L’obiettivo di questa attività, rivolta in particolare a classi del triennio di scuola superiore, è duplice: • condurre gli studenti a sviluppare, partendo dalle fonti, conoscenze storiche su eventi di storia locale e/o generale; • favorire da parte degli studenti una riflessione sulle diverse tipologie di documenti e sui criteri epistemologici che guidano una loro corretta lettura e interpretazione. Utilizzando un archivio e un fascicolo di lavoro, gli studenti ripercorrono le operazioni storiografiche fondamentali e giungono a realizzare una piccola dispensa personale, in cui sono contenuti il percorso di analisi e di interpretazione dei documenti e un testo storico da loro prodotto. Il cantiere richiede alla classe un’attività di tipo collaborativo. Le sessioni di lavoro, coordinate dall’insegnante e da un esperto del Museo storico in Trento, si tengono sia presso l’aula didattica del Museo, sia presso la scuola di appartenenza.

MUSEO STORICO IN TRENTO

ONLUS

www.museostorico.it – info@museostorico.it • telefono: 0461 230482 – fax 0461 237418

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