Anna Menestrina
Sotto le bombe diario 1943-1945
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Anna Menestrina
Scritti autobiografici VOLUME II
Trento e il Trentino sotto le bombe diario 1943-1945 a cura di
Quinto Antonelli
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO 2005
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Introduzione* «Nella storia del Movimento femminile cattolico del Trentino Anna Menestrina ha il ruolo più importante: ne è fondatrice, dirigente, animatrice intelligente, instancabile e generosa». Inizia così l’orazione funebre che Lilia de Nicolò a nome delle donne e delle giovani di Azione Cattolica, pronuncia il 18 marzo 19641. Raccontare la vita di Anna – prosegue – significa raccontare per intera la storia di un’ideale che si fa pratica dentro un’associazione dapprima elitaria e che poi via via, con l’azione e l’apostolato, diventa movimento tanto diffuso quanto riconosciuto. Il racconto di Lilia de Nicolò è, in realtà, una memoria interna che ancora non si è compiutamente depositata nella storia del movimento cattolico trentino, che, viceversa, ha trovato ricercatori maggiormente motivati a studiare il fenomeno delle cooperative di consumo e delle banche popolari o le figure di spicco di Alcide Degasperi e del vescovo Celestino Endrici. Se le donne trentine devono ancora attendere il loro storico (o più opportunamente la loro storica), con la pubblicazione dei due diari «di guerra» di Anna Menestrina iniziamo a dare un primo, modesto contributo anche alla conoscenza di quella specifica storia femminile. Certo, qui sarà messo a fuoco soprattutto il ruolo di testimone che Anna ricopre sia durante la prima che durante la seconda guerra: una testimone con la straordinaria capacità di rappresentare la vita quotidiana delle donne, dapprima in una città «assediata» e poi sotto le bombe.
La militanza femminile Anna Menestrina nasce a Trento il 25 agosto 1883, seconda di nove figli. Il padre è Enrico Menestrina (1841-1911), farmacista, la madre Monica Zatelli * 1
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Si riprende qui l’introduzione che apriva il primo volume degli scritti autobiografici opportunamente modificata. «Anna Menestrina: una vita consacrata al servizio dell’A.C.: il supremo affettuoso saluto». Vita Trentina. Trento, 26 marzo 1964.
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(1858-1944)2. La casa si trovava (e si trova ancora) sull’angolo di piazza Duomo, sopra la farmacia De Gerloni, una casa centrale dalla quale Anna potrà osservare, durante il periodo della Grande Guerra, la tumultuosa quotidianità della città-fortezza. Nella stessa casa nei primi anni del secolo soggiorna la famiglia di Amedeo Degasperi, che smessi i panni del gendarme, era rientrato a Trento come impiegato della Federazione dei consorzi cooperativi. Dalla vicinanza scaturisce l’amicizia, che poi diventerà affinità politica tra Anna, Marcellina e Alcide Degasperi. Il percorso scolastico di Anna sembra fermarsi alle scuole elementari cittadine, mentre da autodidatta imparerà il francese e il tedesco (e l’inglese tra il 1943 e il 1945) e completerà un suo processo formativo con letture di tipo teologico. Nel 1906 (Anna ha 23 anni) su sollecitazione di Alcide Degasperi entra a far parte della neo costituita sezione femminile del Giovane Trentino3. È questa una Società sportistica democratico cristiana, sorta qualche anno prima sul modello di aggregazioni già sperimentate in Italia: si trattava di «cristianizzare lo sport», di opporsi alla diffusione delle laiche società di ginnastica, di organizzare il tempo libero della gioventù studiosa secondo ideali di purezza, di percorrere le valli del Trentino portando «la lieta novella»4. Diversamente, per le giovani donne costituiva la prima occasione pubblica per misurarsi con un nuovo modo (esterno alla famiglia) di vivere la fede. Scriverà Anna nei suoi ricordi del 1959: «Un fremito di vita nuova correva sulla nostra terra. Anche alle nostre giovinezze si aprivano orizzonti di libertà, di giustizia, desideri di cognizioni nuove, di nuove conquiste. Non era ancora chiara l’idea che ci attirava… Emancipazione della donna o evoluzione pacifica con nuovi compiti, non solo nella famiglia, ma anche nella vita sociale?»5. La sezione femminile ha il suo battesimo pubblico al convegno del Giovane Trentino che si svolge a Pinè il 28 settembre 1907. Per la prima volta prendono pubblicamente la parola due donne, Giuseppina de Gentili, 2
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Si veda per un primo ritratto biografico di Anna Menestrina la tesi di laurea di DELIBORI 1996-1997. Cfr. DEMATTÈ 1962. Cfr. ANTONELLI 2001. MENESTRINA 1959.
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sorella di Guido, professore al Seminario diocesano e uomo di punta del movimento politico dei cattolici trentini, ed Elvira Deiaco, moglie di Pio direttore del manicomio di Pergine. Stava giungendo un tempo nuovo per la donna, affermano: «si vuol oggi difatti una donna che dispieghi in una sfera più vasta la sua azione, che esca di casa per diventar cittadina»6. Un’affermazione di principio subito temperata dalla riaffermazione della priorità della famiglia e delle «funzioni domestiche». Nel 1908 Alcide Degasperi, direttore del quotidiano cattolico Il Trentino offre alle donne dell’associazione democratico cristiana uno spazio quindicinale (la «Pagina femminile») per affrontare «in modo positivo» la questione e il movimento «femminista»7. Il comitato di redazione è composto da Anna Menestrina, Mercedes Gerloni, Marcella Degasperi, Aida Gianfranceschi, ma l’invito a collaborare è esteso a tutte le «cortesi amiche e alle gentili lettrici». L’inizio è in sordina: le riflessioni religiose, le storie edificanti, lo spoglio della stampa estera riempiono tradizionalmente le prime rubriche. Il 20 dicembre 1908, Anna Menestrina inaugura la sua carriera di conferenziere all’adunanza generale della sezione femminile del Giovane Trentino trattando della «donna e la stampa». Quello della stampa malvagia e corruttrice è un tema che le sta particolarmente a cuore e che affronterà ancora in diverse occasioni: «Non c’è via di mezzo: o con la stampa buona noi cooperiamo al trionfo della verità, o colla nostra apatia, aguzziamo le armi contro la verità stessa; o apriamo la via allo spirito di Cristo, o assistiamo impassibili all’apoteosi di Satana!»8. Il lessico e l’argomentazione sono quelli di un cristianesimo che si sente accerchiato e minacciato dai modelli (valori, condotte, comportamenti) di una società secolarizzata. Si tratta per la donna di esercitare il suo influsso benefico, la sua missione di apostolo della verità, santificatrice dei pubblici 6
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«Il convegno del Giovane Trentino a Pinè». Il Trentino. Trento, 1 ottobre 1907. Si legga sul Trentino anche il sunto di una seconda conferenza di Elvira Deiaco del 25 aprile 1908 sulla «necessità del femminismo cristiano», ovvero sulla mobilitazione delle donne («son tempi di guerra questi») in difesa della famiglia, della fede e della moralità. «Pagina femminile». Il Trentino. Trento, 15 maggio 1908. «Pagina femminile: la donna e la stampa». Il Trentino. Trento, 12 gennaio 1909.
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costumi, rigeneratrice dei popoli, restauratrice delle virtù morali. Al di là della presenza assidua sulla pagina femminile, possiamo solo immaginare l’attività di Anna, divisa tra la vita di una famiglia numerosa, le opere di beneficenza, gli atti di pietà (frequenta la Pia unione della Figlie di Maria). Nel marzo del 1909 la ritroviamo tra le promotrici dell’Alleanza femminile, l’associazione delle operaie «sia stipendiate che lavoratrici della penna o dell’ago» voluta dal Comitato diocesano. Ha finalità educative (corsi di insegnamento e di perfezionamento professionale, conferenze) e sociali con l’istituzione di un ufficio di collocamento e di un patronato. Ad inaugurare la nuova società c’è proprio lei Anna con un discorso sulla necessità dell’unione delle donne di tutte le classi sociali: ma al centro, a colpire l’uditorio, pone con forza il parallelismo tra il paganesimo dei tempi antichi e la rinascita di un nuovo paganesimo «di idee e di costumi»9. È una preoccupazione che ritorna anche in un successivo discorso a commemorazione della Rerum Novarum10. In sintonia con le parole d’ordine del movimento delle donne cattoliche italiane, anche Anna Menestrina, assegna alle donne il compito di «riconquistare la società a Cristo»11. Sono anni di intensa attività: nella primavera del 1910 le medesime donne trentine impegnate nella redazione della Pagina femminile, con l’incoraggiamento e l’approvazione del vescovo Celestino Endrici, danno vita all’Associazione Femminile Tridentina. Modello ideologico e organizzativo è l’Unione fra le donne cattoliche italiane, sorta l’anno prima in Vaticano con la benedizione di Pio X che in quella occasione aveva detto: «La donna ha pure altri doveri che sorpassano la cerchia della famiglia e che riguardano il prossimo. È la donna che deve asciugare le lacrime, lenire i dolori, sollevare le miserie temporali e spirituali di coloro che soffrono, adempiendo così una missione sociale che la farà apparire angelo d’amore fra gli umani dolori»12. Si trattava, in sostanza, di prolungare all’esterno della famiglia le funzioni
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«Pagina femminile: inaugurazione dell’Alleanza femminile». Il Trentino. Trento, 6 aprile 1909. «Pagina femminile: l’Alleanza femminile commemora la Rerum Novarum». Il Trentino. Trento, 18 maggio 1909. Cfr. DAU NOVELLI 1988. Cit. in DAU NOVELLI 1988: 123.
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domestiche di supporto e di accoglienza, impegnando le donne in un ambito religioso-assistenziale ben delimitato. Nel discorso di inaugurazione della nuova associazione, Anna Menestrina mette a fuoco quello che era anche uno dei punti programmatici dell’Unione femminile italiana, ovvero il rifiuto del femminismo laico: «Noi possiamo e dobbiamo disapprovare quel movimento femminista che, rotto ormai ogni freno, corre pazzo, reclamando sempre nuovi diritti per la donna, per potere, con facilità maggiore dimenticarne i doveri; quel femminismo insano che toglie alla donna le doti più delicate del suo sesso e la trasporta in pubblico a far le piazzate!»13. Non si trattava dunque di rivendicare diritti, ma di trasformare le donne in protagoniste della riconquista cristiana della società14. Le due società femminili appena sorte (l’Alleanza e l’Associazione che condividono sedi e dirigenti) seguono il percorso organizzativo già sperimentato dall’Unione italiana: istituiscono presso il convento delle Piccole Suore un ricreatorio femminile, dove tengono conferenze, corsi d’istruzione, rappresentazioni filodrammatiche e una biblioteca (in via Lunga) provvista di libri «istruttivi e piacevoli», sede anche di un circolo femminile di lettura15. Nell’estate l’Associazione femminile fonda la sezione trentina dell’Opera per la protezione della giovane, organismo internazionale con sede a Friburgo che aveva finalità di assistenza alle ragazze emigranti. Incardinata nell’Istituto della Sacra Famiglia, l’opera trentina si rivolge quasi esclusivamente alle ragazze che dai paesi raggiungono la città per fare le domestiche: lo scopo è quello di dare alle ragazze «un appoggio durante il loro soggiorno in città, curando i loro vantaggi morali e materiali e offrendo ogni festa alle ascritte delle oneste ricreazioni per sollevarne lo spirito e il corpo, tenendole in pari tempo lontane dai passatempi pericolosi»16. 13
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«Pagina femminile: la costituzione dell’Associazione Femminile Tridentina». Il Trentino. Trento, 15 marzo 1910. Cfr. la lettera di Celestino Endrici all’Associazione femminile: «Il P. Vescovo approva e incoraggia l’Associazione femminile». Il Trentino. Trento, 18 marzo 1910. «Pagina femminile». Il Trentino. Trento, 10 maggio 1910. «Pagina femminile: l’opera di protezione della giovane». Il Trentino. Trento, 20 luglio 1910. L’opera poteva offrire un alloggio alle ragazze sole e senza appoggio che giungevano in città per poi indirizzarle al Segretariato operaio, una sorta di ufficio di collocamento istituito dal Comitato Diocesano. «Inoltre, per evitare che la domenica le ragazze
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Un lavoro assiduo e «ricco di buoni risultati» nella valutazione di Anna Menestrina, che nell’adunanza generale del gennaio 1911 propone anche un impegno straordinario nella lotta alla cattiva stampa17. In questi primi anni l’Associazione femminile è di fatto elitaria: un club di signorine di buona famiglia e di facoltose vedove. La direzione del 1911 è composta dalla signorina Anna de Bellesini, presidente; da Anna Menestrina, appunto, vicepresidente; dalla signorina Mercedes Gerloni, segretaria; dalla signora Teresa vedova Dalpiaz, cassiera; dalle signorine Maria Angelini, Bianca Bertoldi, Marcella Degasperi e dalle signore Fanny vedova Brugnara, Amalia vedova De Vigili, Pia vedova Tecilla, tutte consigliere18. Negli anni successivi l’attività di Anna Menestrina si confonde con quella dell’Associazione, a cui sembra dedicare tutto il tempo disponibile. La pagina quindicinale del Trentino riflette bene la sequela di iniziative: incontri, conferenze, rappresentazioni, feste di beneficenza, lotterie. Che si intensificano, queste ultime, nel 1912 all’indomani della decisione di costruire una vera e propria «casa di previdenza e di protezione per la gioventù femminile»19. Nel 1913 viene aperta una Scuola samaritana per signore e signorine «che vogliono istruirsi in tutte quelle cognizioni pratiche, riguardanti l’igiene, i soccorsi d’urgenza, le cure agli ammalati, le misure
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di servizio vadano troppo a zonzo per le strade o peggio, – scrive in una relazione consuntiva la presidente dell’Associazione femminile – le raccogliamo in apposito locale […] dopo la dottrina e cerchiamo di intrattenerle in diversi modi. Sono circa 40 (spesso di più) le ragazze che frequentano questi ritrovi festivi, e si intrattengono lassù con noi, chi un’ora e mezza chi due. Che cosa si fa in questo tempo? Si fa loro qualche buona lettura, si fanno giocare qualche volta alla tombola, qualcheduna che si trova in qualche famiglia tedesca, ha mostrato il desiderio d’imparare il tedesco, e la si accontenta insegnandole alcune parole, altre col permesso del Vescovo imparano a fare un po’ di punto erba per sapere all’occasione, marcarsi un fazzoletto, oltre il punto croce, che è pur tanto comodo, per qualche semplice lavorino. Qualcuna desidera scrivere una lettera alla famiglia e le si dà l’occorrente per scrivere… infine si coglie, quando si può – l’occasione per dire alle ragazze una buona parola, per raccomandar loro di frequentare la dottrina, di essere rispettose verso i padroni, di evitare di cambiar servizio, ma di diportarsi bene per farsi amare e farsi onore restando a lungo nella medesima famiglia». «Pagina femminile: l’adunanza mensile dell’Associazione femminile tridentina». Il Trentino. Trento, 15 marzo 1911. «Pagina femminile: l’adunanza generale dell’Associazione femminile tridentina». Il Trentino. Trento, 25 gennaio 1911. «Pagina femminile: l’adunanza generale dell’Associazione femminile tridentina». Il Trentino. Trento, 21 aprile 1911. «Pagina femminile: casa di previdenza e di protezione per la gioventù femminile di Trento». Il Trentino. Trento, 28 giugno 1912.
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profilattiche»20. Lezioni pratiche che diventeranno utilissime, quando a distanza di un anno, le donne dell’associazione entreranno a far parte della sezione trentina della Croce rossa. Intanto si intensificano, a livello culturale, i rapporti e gli scambi con l’Unione fra le donne cattoliche italiane. Anna Menestrina e Mercedes Gerloni, nell’aprile del 1913, sono tra le delegate alla prima settimana sociale organizzata a Torino; ed è lì che conoscono le donne del comitato torinese, più di altri, esposto sui temi della questione operaia. Incontrano Marianna Incisa di Santo Stefano, Marianna Bettazzi, Maria Luda, responsabile della Federazione dell’ago; Bianca della Croce, l’esperta di economia del Circolo universitario cattolico. E poi conoscono Rodolfo Bettazzi, fondatore della prima Lega per la pubblica moralità e del Comitato italiano dell’Opera per la protezione della giovane e don Alessandro Cantono pubblicista, esperto di questioni socio-economiche21. Scrive al ritorno Anna Menestrina: «A questa prima settimana sociale abbiamo imparato moltissime cose: fu come l’aprirsi di un mondo esteso, nel quale non eravamo penetrate che molto superficialmente attraverso le notizie dei giornali. Ma a Torino il mondo si schiuse reale e ammirabile nella sua organizzazione imponente. E vi trovammo tesori di bontà, di intelligenza, di cultura, di operosità, tutti rivolti ad uno stesso fine: la ristaurazione in Cristo di tutte le anime, di tutte le menti, di tutti i cuori, nella stessa fede e nello stesso amore. Dalla settimana sociale di Torino, siamo tornate edificate e commosse»22.
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«Pagina femminile: la Scuola Samaritana». Il Trentino. Trento, 27 novembre 1913. Cfr. DAU NOVELLI 1988: 151-162. Con Rodolfo Bettazzi (Firenze 1861-Torino 1941) in particolare, il rapporto continuerà nel tempo e nel 1914 verrà chiamato a Trento per una memorabile conferenza. Cfr. «Un dovere dell’ora presente: conferenza detta dal prof. Rod. Bettazzi». Il Trentino. Trento, 17 gennaio 1914. «Pagina femminile: la I settimana sociale femminile». Il Trentino. Trento, 22 aprile 1913. In un ricordo del 1959, Anna Menestrina colloca nel 1909 la settimana sociale di Torino, ma nondimeno sottolinea la fondamentale rilevanza culturale che l’incontro ebbe per i trentini: «Non è possibile descrivere la commozione del primo incontro. Con applausi entusiasti fummo invitate a portare il saluto delle donne di Trento. Toccò alla sottoscritta parlare della Associazione femminile tridentina, rilevandone l’unità di intenti e di ideali con le sorelle d’Italia, la salda fede nell’avvenire della nostra terra, le comuni speranze, i comuni propositi, mentre Mercedes Gerloni illustrava quanto si era fatto da noi nelle organizzazioni operaie e nelle opere di assistenza che già fiorivano nella nostra terra. Fu una settimana indimenticabile! Ricevimenti in onore delle trentine, interviste, incontri con personalità note e ammirate per i loro scritti e le loro opere: Zia Anna, direttrice di ‹Matelda›, il prof. Bettazzi, Presidente dell’Opera per la Protezione della giovane, don
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[c. 2]1 26 luglio 1943. Pare davvero che S. Anna porti anche in questa guerra le notizie sensazionali. Nella guerra 14-18 fu il giorno di S. Anna che si ordinò la mobilitazione generale. Da quel giorno quante vicende e quanti dolori! (Il diario di guerra compilato in quegli anni di sofferenze, ricorda vicende e dolori). Questa guerra, ancor più feroce, che da quattro anni semina lutti e desolazione in tutta la terra, è troppo vasta e troppo atroce per le pagine di un diario. Tuttavia vi sono adesso avvenimenti particolarmente gravi per noi, e forse decisivi, che non devono passare senza una segnalazione. Oggi sono qui a Vigalzano2, dopo la giornata di celebrazione del ventennio della Provvidenza, giornata che abbiamo chiusa con una bella, intima notte di adorazione3. Angelica4 porta una notizia sensazionale, o meglio, una serie di notizie che si snodano nel succedersi di poche ore. Dopo gli ultimi colloqui del Duce e del Führer, dei quali poco o nulla è trapelato5, ci fu una seduta del Gran Consiglio del Fascismo. Tempestosa. Mussolini fu costretto a presentare al Re le dimissioni. Un ordine del giorno, firmato da 19 ministri, tra i quali Ciano, fu presentato contro di lui. Il Re ha accettate le dimissioni e ha nominato Badoglio primo Ministro e Capo del Governo. E adesso che avverrà ?... 28 luglio. Badoglio ha emanato un proclama al popolo italiano; il Re pure ha lanciato un appello: Calma, serenità, fiducia. Non si creda che la guerra sia fini-
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Sul retro di copertina si legge una registrazione di spese alimentari che non riportiamo; la prima carta è bianca.
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È il piccolo paese, a pochi chilometri da Pergine, dove il fratello di Anna, Mario, ha una casa di campagna che diventerà nei due ultimi anni di guerra il rifugio di tutta la famiglia Menestrina.
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Registra Agnese Oss Noser di Pergine nel suo Libro di famiglia: «25 Domenica San Giacomo. Festa di Monsignor e il ventesimo anniversario della prima pietra della Providenza. È stato un giorno molto festeggiato e predicato con conferenze e accademie». MsT, Asp. Si allude all’oratorio femminile, dedicato alla «Divina Provvidenza», sorto appunto nel 1923.
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Angelica Menestrina (1922-1972) è figlia di Mario e quindi nipote di Anna.
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Il 19 luglio Mussolini ed Hitler, con relative delegazioni, si incontrano a Feltre. Per la delegazione italiana, dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia, si trattava di sganciarsi in qualche modo dall’Asse e dagli obblighi assunti. Inutilmente come sappiamo.
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ta. No purtroppo! Abbiamo degli impegni, dice Badoglio, che non si possono rompere. Bisogna batterci fino alla fine, guardando in faccia le difficoltà, nella visione realistica dell’ora grave che attraversiamo6. 30 luglio. L’altro giorno mi sono trovata a Pergine con / Mons. Giulio D. Egli si meravigliò che noi non abbiamo pensato a un rifugio in caso di necessità. Gli pare una vera imprudenza aspettare all’ultimo momento, tanto più avendo la mamma vecchia e Adelina7 con le gambe malate. Mi hanno fatto impressione le sue parole. E poiché mi recavo a Vigalzano, ho chiesto alla sig. Grandi se, in caso di necessità, ci darebbe due stanze nella sua villa. La signora acconsentì volentieri e mi consigliò di mandar subito un pò di biancheria e vestiti per mettere qualche cosa al sicuro. 31 luglio. Mamma ci lascia fare e dire quel che vogliamo. Ella non è persuasa né disposta a lasciare un’altra volta la sua casa. Per lei sono tutti allarmi fuor di posto e suggestioni collettive. Dio voglia che sia così! Io però vado raccogliendo, almeno col pensiero, le cose che sarebbe più urgente mettere al sicuro... (Oggi è la festa di S. Ignazio. Nella chiesa di S. Francesco molta folla, molte preghiere, molte funzioni. Vi incontro la Ida Zoanetti che mi annunzia di aver avuta respinta la supplica presentata per un aumento di sussidio. È esasperata e pronostica castighi e rovine su chi le nega l’aiuto richiesto. La città stessa può andarne di mezzo, a sentir lei! Poiché la conosco e so che, poverina, non ha il cervello a posto, la esorto alla calma e cerco di farla ragionare. Perché non vuole andare a Lavis dove le abbiamo procurato il posto al ricovero? Ma come si può far ragionare una testa come la sua?). 1 agosto. Il Gran consiglio del Fascismo è stato sciolto.
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I proclami di Vittorio Emanuele e di Pietro Badoglio appaiono integralmente anche sulla prima pagina del foglio diocesano Vita Trentina (29 luglio 1943) al quale collaborava Anna Menestrina.
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Adelina, sorella di Anna, non era sposata e viveva in casa con la madre Monica, con Anna e con una terza sorella, Carmela che faceva la maestra.
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Così, qui rinchiusa ho tempo di meditare: Quanti dolori in q/. 1943! E quante vicende! Il bombardam. di Trento; la fuga dalla n/. casa; la morte di Augusto che segnò il fatto più doloroso... Che ci porterà il 1944? L’orizzonte è oscuro e s’abbuia ogni giorno più. Bisogna vivere di fede minuto per minuto. Credere e avere fiducia nella Provvidenza, che colpisce solo per sanare e far rientrare in se stesso questo povero mondo che non capisce più nulla. Il dì di Natale fu bombardata anche Vicenza. Mons. Zirato, il nuovo Vescovo, è accorso sul posto colpito. Che strazio anche per lui. Proprio il giorno di natale, mentre egli cantava la Messa solenne... Stasera Mario ed Enrico sono venuti a far gli auguri a mamma. Qui in questa stanzetta, mentre fuori fischia il vento pensiamo tutti uniti al passato e all’avvenire... Che il Signore ci protegga e ci doni presto la pace! / [c. 40] 1 gennaio 1944. L’anno che comincia è anno di guerra. Dobbiamo sentirlo fin dalle prime ore. La radio e i giornali annunziano un nuovo bombardam. di Roma! più doloroso e micidiale dei precedenti. Ma in chiesa si sta bene. C’è folla. Tutti pregano con fervore. Moltissime Comunioni. Tutte noi, anche Mario. Il parroco ci esorta a sperare. Si canta il Veni Creator. Quanto c’è bisogno che lo Spirito Santo illumini i responsabili! Tanto per la cronaca: Il burro è sparito dalla faccia della terra. Chi può averne qualche po’, lo paga 180 L.– 200 il kg. le uova L. 5 – l’olio 160-180. Stasera apprendiamo che stanotte furono bombardate Vicenza, Verona e Bolzano. Che triste inizio dell’anno! 2 gennaio. Anche Padova ha avuto un bombardam. all’Arcella e in altri punti della città. Oggi, da persona proveniente da Roma sentiamo quali sono i prezzi laggiù: 15 L. un uovo, 30 L. 1 l. di latte – 300 L. la carne e trovarne! Dove [c. 41] andremo a / finire? Una cara sorpresa: una lettera di Luciano da Assisi. È molto affettuoso e ci manifesta la sua riconoscenza per la compartecipazione che abbiamo presa alla loro pena per la morte del papà. Parla degli avvenimenti che sono duri e potranno farsi più duri, ma che si devono guardare al lume
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della fede. Che il Signore gli dia la grazia di essere fedele alla sua vocazione! Non sappiamo ancora immaginare Luciano avviato per tale via, ma sentiamo che è una grazia ben grande che il Signore ha fatto a lui e a noi. 3 genn. Stasera è arrivata Gabriella sull’imbrunire. È scesa da Smarano stamattina alle 3 con la mamma e con Renata per affari che riguardano lo stipendio del povero Augusto. Fu loro liquidato l’importo fino al 20 sett. Poi più nulla! Ma la Provvidenza non mancherà. Gabr. ci dice che Manlio si trova bene nel suo collegio; ha un buon stipendio e vitto e alloggio ottimi. È già molto migliorato nell’aspetto. Lassù a Smarano se la passano abbastanza bene; sono aiutati. Gab. dà la sua paga in famiglia, Manlio manda il suo mensile. Gli altri studiano e lavorano. Certo non ci può essere l’agiatezza di prima, ma quello che premia è che i piccoli crescono / bene e imparano [c. 42] presto a non temere il sacrificio, tanto necessario nella vita. 7 gennaio Gabr. è restata fino ad oggi con noi e la sua presenza ci fu di conforto. Stamattina anche Mario è sceso in città con l’auto di Lorenzi. Come sarebbe bello se nessuno mai dovesse allontanarsi. Queste continue partenze mi danno un senso di smarrimento. 8 genn. Oggi si sono sentiti aeroplani... 10 genn. Anche Mariella è partita stamattina dopo la Messa per riprendere la scuola ad Avio.
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11 [gennaio] Ed oggi apprendiamo che gli aeroplani che si sentivano sabato sul mezzodì hanno bombardato alcuni scali ferroviari dell’Italia sett. Enrico dice d’aver sentito parlare di un bombardam. di Verona e della linea verso Ala. Sono di nuovo angustiata pensando a Mariella. Spero e prego che non le siano successi guai. Anche il treno della Valsugana ebbe 2 ore di ritardo il
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Indice
pag.
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Introduzione ANNA MENESTRINA: DIARIO 1943-1945
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1944
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Bibliografia
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Anna Menestrina, come tutti i trentini aveva affrontato la nuova guerra con la memoria di quella precedente. La storia sembrava ripetersi: i razionamenti dei beni di prima necessità, le tessere annonarie; e poi gli sfollamenti e la requisizione di case e di beni. Persino la guerra sul fronte russo era parsa una replica. Fino al 2 settembre 1943 quando il primo bombardamento su Trento che provoca più di duecento morti, segna una netta frattura nella percezione degli eventi. È la scoperta della guerra aerea: tutto era già stato visto e vissuto nel corso di una stessa generazione; tutto, tranne la guerra aerea e il suo portato di morte e distruzione che fece della vita degli uomini in quel tempo un assurdo mistero. Anna Menestrina (Trento, 1883-1964), militante del movimento cattolico femminile, collaborò al quotidiano Il Trentino diretto da Alcide Degasperi. Dopo la Grande Guerra, trascorsa a Trento come segretaria della Croce rossa, divenne presidente delle donne di Azione cattolica. Scrisse per molte riviste cattoliche e fu autrice di due romanzi per giovanette.
Museo storico in Trento onlus
www.museostorico.it – info@museostorico.it – tel. 0461.230482 - fax 0461.237418
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ISBN 88-7197-072-1 E 18.00