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Racconti di musica. Il bosco degli accordatori e dei pianisti (E.Aielli
1 EDITORIALE DOSSIER 2 La musica applicata e le sue infinite applicazioni (P.Panzica e R.La Chioma) 5 Quando la musica incontra l’immagine. Intervista a Carlo Crivelli (P.Panzica) CONVEGNO CASELLA 10 Casella al quadrato. Un convegno su Casella al Conservatorio Casella (a cura della redazione) 14 Alfredo Casella oltre la manica. Intervista a Chistopher Austin (L.Prayer) SPECIALE ANNIVERSARI CLARA WIECK-SCHUMANN CLARA PIANISTA, COMPOSITRICE, INSEGNANTE 19 La concertista più illustre d’Europa (E.Giallini) 24 L’enigma di Clara. Clara Wieck, Clara Schumann, la compositrice (L.Prayer) 32 Clara grande didatta. Madame Schumann tra Londra e Francoforte (O.Caianiello) 38 Gli allievi di Clara (A.Annese - O.Caianiello) 42 Clara Schumann nel ricordo dei suoi allievi (a cura di A.Annese) 45 Clara Schumann interprete al pianoforte (F.Taylor) 46 Memorie schumanniane (F.Davies) 49 I miei ricordi di Clara Schumann (M.Wendt) 52 I miei due anni di studio con Clara Schumann (M.Wurm) PROGETTI 76 Una chitarra per Mazzini (A.Zeka) INCONTRI DI MUSICA+ 81 Liszt, Dante e il diabolus in musica (F.Pasquarelli, A.Sajjadi, A.Sciarretta) 83 Après une lecture de Dante. Liszt, la poesia dei suoni (I.Zicari) RITRATTI 85 Per conoscere Vincenzo Scaramuzza (M.Francolino) 87 Due libri per approfondire (a cura della redazione) LIBRI 88 Roma Über Alles (G.Crescenzo) 89 Lepidum Libellum (C.Di Lena) 90 Callas, un mito del nostro tempo (P.Ciarlantini) 90 Comporre a dieci anni (A.Zeka) 91 Un mantello per proteggere (G.Scorzelli) 92 Racconti di musica. Il bosco degli accordatori e dei pianisti (E.Aielli) PENTAGRAMMI 93 La falsa opera XIII di Vivaldi (M.Pesci) 93 Al pianoforte con le vespe brille (F.Pasquarelli) COPERTINA: La stanza dedicata a oggetti e documenti di Clara Schumann negli anni del vedovato, 1856-96, Museo “Robert Schumann Haus”, Zwickau. Nello sfondo il pianoforte Stein regalato a Clara dal padre nel 1828. Foto: Stadt Zwickau/Kulturamt è inevitabile, lo sciamano ascolta la malattia, sperimenta il dolore, distende le proprie “bende” (pallium) sulle devastazioni del corpo sociale, nella speranza di rimarginare ogni ferita. Non mancano note polemiche molto forti e dirette, ce n’è per tutti: “La Medicina scientifica, la classe medica, le case farmaceutiche con il codazzo di banche affiliate e istituti assicurativi, Ministri, Sindaci, Consiglieri, dirigenti sanitari, avvocati, infermieri, psicoterapeuti, etc”. Questo sistema vuole che il popolo sopravviva alle cure, non debba morire, bisogna dilatare le aspettative di vita, non guarire piuttosto convivere con la cura. Lo scrittore si lamenta che “i cretini che pensano di appartenere all’eternità sono in tanti: essi capiranno solamente in punto di morte cosa avrebbero potuto fare per una morte migliore”. Educare la società all’accettazione della dolce morte è la finalità del pensiero palliativista: ogni forma di relazione di aiuto attraverso l’arte viene proposta in favore di chi soffre, non certo per rimettere il paziente in salute ma per guidarlo, con i familiari, attraverso la rinascita del corpo sociale sensibile al dolore e disponibile alla costruzione di un fine vita carico di musica e poesia. L’accettazione del pensiero palliativista riscontra ancora oggi problemi, persino all’interno delle stesse strutture. Ma come si comporta in seduta il musicoterapeuta-sciamano? Leggendo il libro si evince che costui cerca di non separare il linguaggio parlato e cantato, è profondamente interessato a far interagire verbalità e gestualità stravaganti, sente il bisogno di attingere ai nonsense, fonemi e sillabe che non hanno alcun significato, cerca pretesti per creare il contatto; cantare, danzare, accarezzare, toccare, stringere, liberare, incontrare, riempire di gesti e suoni il corpo di una persona in progressivo declino. C’è, paradigmatico, il caso di Faustina, le cui sedute videoregistrate sono divenute parte di un breve documentario presente su Youtube, realizzato affinché “questi video restino come testimonianza preziosa per l’umanità intera” (ne consigliamo la visione, ndr.) Dal racconto scritto assistiamo alle prove del terapeuta: circondato da colleghi, tirocinanti, pazienti che si uniscono, parenti, mette su delle prove che constano di brani del repertorio medioevale, danze con melodie ostinate, mantra, capolavori della cristianità antica “modulazioni mediorientali, mescolando un po’ di Taranta, un po’ di Regno delle 2 Sicilie, Federico II di Svevia, etc”. Le porte delle stanze dell’hospice sono sempre tutte aperte, lui è lì per accompagnare alla morte. C’è anche spazio per un saluto alle persone defunte nella camera mortuaria: come espressione di ultimo conforto e amicizia, il terapeuta normalmente intona un Canto tratto dalla Scuola di Notre Dame del XII secolo e sul finale libera il canto degli armonici stringendo le mani a tutti i presenti e li lascia in silenzio. In chiusura non possiamo negare di aver letto il testo con grande avidità, quasi divorandolo, esprimendo tuttavia alcune riserve sull’approccio personalistico qui espresso, tipico della Musicoterapia italica. Non è utile, secondo noi, alimentare quella forza centripeta che allontana la Musicoterapia dalla “scientificità”, dallo scientificamente validato per cui stiamo tenacemente combattendo.
Giuseppe Scorzelli RAccOnTI DI MusIcA IL BOSCO dEGLI ACCORdATORI E dEI PIANISTI Un racconto suggestivo, protagonisti i suoni dell’universo
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57 Ricordi dei miei studi musicali con Clara Schumann (M.Fromm) 59 Educazione alla musica (M.Verne) 62 L’insegnamento di Clara Schumann (A.de Lara) CONCORSO PRATOLA 66 I traguardi del Concorso Pratola (S.Belfiore) TEMI 69 Viaggio in Italia. Werther nella terra dove fioriscono i limoni (D.Procoli) RITRATTI 73 Alexis Weissenberg. Un’eredità musicale (L.Sebastiani) 76 Le tante vite di Mister Mystery. Intervista a Maria Weissemberg (S.Belfiore) Formazione e Ricerca a + voci Conservatorio “Alfredo Casella” Direttore: Claudio Di Massimantonio Via Francesco Savini, 67100 L’AQUILA N 0862 22122 Trimestrale di Formazione e Ricerca Musicale Anno XIII-XIV n. 54/55 Ottobre 2018 - Marzo 2019 E musicapiu@consaq.it Direttore responsabile: Carla Di Lena E dilena.musicapiu@consaq.it Comitato di redazione: Guido Barbieri, Annamaria Bonsante, Carlo Boschi, Mauro Cardi, Cristina Cimagalli, Marco Della Sciucca, Agostino Di Scipio, Barbara Filippi, Elena Lupoli, Luisa Prayer, Diego Procoli. ISBN 978-88-945146-0-5 Reg. Trib. dell’Aquila n. 425/12 dell’11/07/12 Progetto grafico, impaginazione, versione on line: Caterina Sebastiani E caterina.sebastiani@virgilio.it Consultabile sul sito: www.consaq.it Hanno collaborato a questo numero: Elena Aielli, Angela Annese, Sara Belfiore, Orietta Caianiello, Paola Ciarlantini, Giuseppina Crescenzo, Michele Francolino, Emanuele Giallini, Riccardo La Chioma, Pamela Panzica, Federica Pasquarelli, Marco Pesci, Luisa Prayer, Diego Procoli, Ailar Sajjadi, Giuseppe Scorzelli, Laura Sebastiani, Alessandro Sciarretta, Andi Zeka, Ida Zicari. Stampa: TIBURTINI srl Via delle Case Rosse, 23 - 00131 Roma N [+39] 06 4190954 E info@tiburtini.it Questo numero è andato in stampa nel gennaio 2020. Miyashita Natsu UN BoSCodI PeCoree ACCIAIo traduzione di laura testaverde MoNdAdorI ed., 2018, pp. 209, € 19.50 “S entii odore di bosco. Un bosco autunnale, verso sera. Il vento faceva fremere gli alberi e si udivano le fronde stormire. Odore di bosco, sul far della sera”. Sono queste le sensazioni che prova il protagonista del romanzo, un diciassettenne studente liceale di nome Tomura, allorché assiste casualmente e per la prima volta all’accordatura di un pianoforte situato nella palestra della sua scuola. Per la prima volta vede l’accordatore aprire il coperchio del pianoforte, come fosse una grande ala nera, pronta a spiccare il volo sotto le sue mani sapienti, per la prima volta vede le “viscere” del piano e avverte sensibilmente il tocco del suono nato da quelle viscere. Il suono lo trasporta immediatamente sui suoi amati monti, lasciati per frequentare la scuola superiore in città. Da questo momento la sua vita cambia e capisce qual è la sua strada: diventare accordatore di pianoforti. Il percorso sarà lungo, durerà molti anni, e il romanzo ci accompagna attraverso la sua educazione professionale e la sua vita, anche sentimentale. Nell’apprendistato musicale incontra infatti due gemelle, entrambe appassionate allieve e promettenti musiciste; una delle due, Kazune (“accordo”, in giapponese), si dedicherà alla carriera concertistica, l’altra, Yuni, sceglierà di diventare accordatrice: pianisti e accordatori camminano assieme nello stesso bosco, e allevare pianisti è uno dei compiti degli accordatori. Tomura aveva trovato il suo bosco nell’accordatura, dove “martelli di pecora colpiscono corde d’acciaio”. Perché accordare pianoforti vuol dire creare il suono, ricercare il suono ideale, ideale per chi suona e connesso con l’ambiente circostante. Il panorama si trasforma in suono, si trasforma in musica. E la musica è la base di tutto, con le conoscenze musicali e astronomiche gli antichi Greci ritenevano di poter spiegare l’universo; e in effetti ottantotto sono le costellazioni e ottantotto sono i tasti del pianoforte… (Un grazie all’accordatrice Lara Urbani per la segnalazione del romanzo)
Elena Aielli 92