Anno 1 - numero 1 - ottobre 2010
IL MONDO CHE VERRÀ SOSTENIBILITÀ LA PAROLA MAGICA
BENESSERE CHE NOVITÀ NUOVE DISCIPLINE PER RIGENERARSI
RAGAZZI DI RETE NELLE SALE “THE SOCIAL NETWORK”
EDI Il futuro TO è già qui RIA LE di Cosimo Santoro
25A Numero di registrazione 326/2010 del 22.07.2010. Edito da Edipress srl www.edi-press.com Via Crescenzio, 2 00193 Roma Direttore responsabile Stefano Cocci Redazione Cosimo Santoro, Alessandro Mastroluca, Dario Morciano Responsabile pagine CC Lazio Daria Ciotti Foto Foto e servizio di copertina di Flavio Palazzo Progetto grafico e impaginazione Edipress: Samantha Fioranzato, Romana Ciavarella, Sabrina Controne, Cristina Sanna Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da Edipress srl. Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione. Finito di stampare Novembre 2010 Redazione, grafica e pubblicità Via Baldo degli Ubaldi, 229 00167 Roma Tel 06 39735230 - 06 39722444 redazione@edi-press.com advertising@edi-press.com Stampa CSC Grafica Via A. Meucci, 28 zona industriale Santa Sinforosa (Via Tiburtina km 18,300) 00012 Guidonia - Roma Tel 0774 353308 - Fax 0774 550179 www.cscgrafica.it info@cscgrafica.it prestampa@cscgrafica.it
È UN VIAGGIO NEL FUTURO DI PERSONAGGI E CITTÀ QUELLO CHE COMPIE IL TERZO NUMERO DI 25A PER CAPIRE COME IL MONDO DI OGGI AVANZA A PICCOLI GRANDI PASSI E NON CI FA SMETTERE MAI DI SOGNARE. UN ESEMPIO È SERGIO CHIMENTI, PROFESSIONISTA AFFERMATO CHE HA ANCORA VOGLIA DI METTERSI IN GIOCO E SFONDARE NEL MONDO DEL CINEMA. FUTURO VUOL DIRE ANCHE SOSTENIBILITÀ: ANDREMO COSÌ A SCOPRIRE COME ALCUNE CAPITALI STANNO AFFRONTANDO IL TEMA. FUTURO VUOL DIRE TECNOLOGIA E PROGRESSO E UN MONDO SEMPRE PIÙ AVVOLTO E QUASI IMPRIGIONATO DALLA RAGNATELA DEL WEB GRAZIE AGLI ULTIMI ARRIVATI: I SOCIAL NETWORK STANNO GIÀ CAMBIANDO LE NOSTRE VITE ED ECCO UN FILM (CHE SEGUE IL LIBRO) SU MARK ZUCKERBERG, FONDATORE DI FACEBOOK, PRONTO A SBARCARE NELLE SALE ITALIANE. IL SOCIAL NETWORK NON È SOLO UN PASSATEMPO, MA PUÒ ESSERE UN’ARMA IN PIÙ NEL MONDO DELL’IMPRENDITORIA: NEL SETTORE TURISTICO-ALBERGHIERO, AD ESEMPIO, LE FRONTIERE DEL WEB MARKETING VANNO SEMPRE PIÙ VERSO FACEBOOK, TWITTER E FOURSQUARE. FUTURO FA RIMA ANCHE CON BENESSERE, ANDREMO COSÌ A SCOPRIRE LE DISCIPLINE CHE AIUTANO MENTE E CORPO, DAL CELEBERRIMO PILATES AL “NUOVO CHE AVANZA”: DAINAMI E JUKARI FIT TO FLY. E IN UN VIAGGIO NEL FUTURO NON SI PUÒ NON FARE TAPPA IN UNA CITTÀ CHE DA SEMPRE È UN PASSO AVANTI: NEW YORK. ANDREMO INFINE AD ESPLORARE L’UNIVERSO DEL CIRCOLO CANOTTIERI LAZIO CON UN’INTERVISTA A UN SOCIO STORICO: FULVIO LUCISANO, E AD ANALIZZARE I SUCCESSI SPORTIVI E NON DEL SODALIZIO BIANCOCELESTE.
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Anno 1 – N. 1 Ottobre 2010
numero 0 - agosto 2010
IL MONDO CHE VERRÀ
SOSTENIBILITÀ LA PAROLA MAGICA
BENESSERE CHE NOVITÀ
NUOVE DISCIPLINE PER RIGENERARSI
RAGAZZI DI RETE
NELLE SALE “THE SOCIAL NETWORK”
14
SERGIO CHIMENTI UN UOMO E LE SUE PASSIONI
ARCHITETTURA
LUXURY 7
SO MM AR IO
8
AZIMUTH PER 7
18 PASSAGGI DI TEMPO
AUTO
22 DUBAI TERRA DI MEZZO
VIAGGI
LA RICERCA DELL’ADRENALINA
BENESSERE
LIBRI
26 ESSENZA INTERIORE
10 LEGGI DI VITA ED ECONOMIA
APPUNTAMENTI A ROMA
CINEMA 28 NELLA RETE DEI VELENI
12 UNA CAPITALE DA SPETTACOLO
MEN AT WORK
COVER
30 UN IMPRENDITORE PROIETTATO NEL FUTURO
14 SI VIVE SOLO TRE VOLTE
28
22 26 C.C. Lazio Magazine IV
INTERVISTA
LA MIA VITA PER IL CINEMA INTERVISTA A FULVIO LUCISANO, STORICO PRESIDENTE DELLA IIF
VI
CIRCOLIAMO
CIRCOLI IN CAMPO ECCO LE OLIMPIADI SETTIMANE INTENSE PER LA QUINTA EDIZIONE DEL “TORNEO PIÙ MISTO CHE CI SIA”
XI
SPORT
UNA VITTORIA A SORPRESA È QUELLA DI FABRIZIO GHERARDI AI CAMPIONATI ITALIANI DI TENNIS OVER 45
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PREVIEW
25A
PREVIEW PER VIVERE LA VITA AL MASSIMO CON LE NUOVE PROPOSTE DI AZIMUTH, MASERATI E FERRARI, SCOPRIRE I RETROSCENA DELLA CRISI ECONOMICA GLOBALE CON UN SAGGIO DI ROUBINI E MIHM E NON PERDERE I MIGLIORI SPETTACOLI IN PROGRAMMA A ROMA
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Azimuth PER 7
SONO LE NOVITÀ CHE IL GRUPPO HA PRESENTATO AL SALONE DI GENOVA TRA CUI MAGELLANO 50, AZIMUTH 48 E 64
>Magellano 50 È il primo motoryacht che rispetta l’ambiente: omologazione in classe A e notazione di classe Rina Green Plus. Presentato in anteprima mondiale Magellano 50 risponde a tutti i requisiti richiesti come i motori a basse emissioni. È la prima tra le imbarcazioni “New Classic” ad offrire cascate di luce ed ampie finestrature in tutto il ponte inferiore e il primo 50’ in assoluto ad offrire un salotto esterno nella zona di prua e quattro alternative di layout nel sottocoperta per rispondere perfettamente alle esigenze del suo armatore.
>Azimut 48 Première mondiale anche per questo nuovo modello che trova nel ponte fly, uno dei più grandi e meglio attrezzati della categoria, e nell’eccellente organizzazione degli spazi i suoi punti di forza. Inoltre si ha un grande senso di convivialità, grazie ad ampie zone prendisole, plancetta abbattibile che, oltre ad alloggiare un tender da 2,50 metri, può essere utilizzata come personalissima spiaggia privata, pozzetto spazioso e confortevole e camminamenti comodi e ben protetti. Le cabine sono tre,tutte a letti piani e due bagni con box doccia da 90 cm di diametro.
>Azimut 64 È l’erede naturale dell’Azimut 62, e ne reinterpreta i punti di forza che hanno reso possibile l’exploit commerciale del suo predecessore: innovazione stilistica, eccezionale livello di sicurezza e ottime doti di navigabilità. L’Azimut 64 è dotato di sistema di ormeggio assistito Easy Docking e di stabilizzatori giroscopici Seakeeper che riducono il rollio fino all’80% sia con barca all’ancora che in navigazione. Numerosi gli spazi storage dove possono trovare posto eventuali elettrodomestici aggiuntivi.
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PREVIEW AUTO
La ricerca
DELL’ADRENALINA DUE AUTO CHE HANNO LA PISTA NEL DNA E LA STRADA NEL CUORE: MASERATI GRANTURISMO MC STRADALE E FERRARI 599 GTO
La Casa del Tridente torna a pungere la strada a 300 Km/h. Merito della sua ultima “creatura”, la GranTurismo MC Stradale, in tutto e per tutto un vero distillato del know how Maserati che unisce nella stessa carrozzeria, la leggerezza e la potenza dei modelli MC Trofeo e GT4. Una biposto unica, con lo stile inconfondibile della GranTurismo, icona assoluta dell’eccellenza in fatto di performance, design e comfort. Ma anche un’auto con il carattere agonistico di Maserati Corse, di cui porta con orgoglio il nome, sinonimo di adrenalina, competitività e continua sperimentazione. Un heritage di artigianalità italiana e cura di ogni dettaglio abbinato ad una tecnologia di altissimo livello. Basta uno
Sportive superveloci da primato in aerodinamica e tecnologia sguardo per capire che si è di fronte ad una vettura progettata per divorare l’asfalto con alcuni dettagli estetici che assicurano una collaudata efficienza aerodinamica: il frontale a “baffo”, gli sfoghi nella parte superiore del cofano e un pronunciato spoiler sul posteriore che limitano la resistenza di penetrazione dell’aria e favoriscono l’effetto suolo, massimizzando la resa aerodinamica. Sotto il cofano il collaudato propulsore V8 da 4,7 litri che con i suoi 450cv permette alla GrandTurismo MC Stradale di scattare da 0 a 100 km/h in soli 4,6 secondi.
C’è un marchio, la Ferrari, ed il suo inconfondibile colore rosso che più di chiunque altro riescono a trasmettere un fascino unico ed inimitabile. La garanzia è data dalla ricca dote di sportività e tecnologia che ogni vettura della Casa di Maranello porta con sé. Un esempio è la 599 GTO, la vettura stradale più prestazionale mai prodotta da Ferrari nella sua storia che a livello aerodinamico beneficia in maniera determinante dell’esperienza accumulata dai tecnici Ferrari in F1 e successivamente con la 599XX, un patrimonio di conoscenza che ha permesso di migliorare significativamente le soluzioni estetiche e di trasferire il carattere sportivo sulla 599 GTO. Come ogni nuova Rossa, la 599 GTO presenta molte soluzioni che rappresentano una prima assoluta per vetture di uso stradale: freni carbo-ceramici di seconda generazione, più leggeri e performanti rispetto ai precedenti, soluzioni aerodinamiche come i wheel doughnuts che hanno la duplice funzione di aumentare l’efficienza aerodinamica e migliorare il raffreddamento dell’impianto frenante e una nuova interfaccia uomo macchina che con il Virtual Race Engineer (VRE) comunica costantemente al pilota il livello di prestazioni ottenute. La grande sportività della vettura viene espressa dal potente propulsore V12 da 5.999 cm3 che eroga 670cv a 8.250 giri spingendo la 599 GTO sino ad una velocità massima di 335 Km/h con un’accelerazione da 0 a 100 in appena 3,35 secondi.
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PREVIEW LIBRI
Leggi di VITA ed economia PER NOURIEL ROUBINI E STEPHEN MIHM “LA CRISI NON È FINITA”. MA NELLA DIFFICOLTÀ SI NASCONDONO GRANDI OPPORTUNITÀ
>La crisi non è finita
Autori: Nouriel Roubini, Stephen Mihm Editore: Feltrinelli 399 pagine
“Quando è cominciato il boom?”. Si apre così l’ultimo saggio di Nouriel Roubini e Stephen Mihm, “La crisi non è finita” (edizioni Feltrinelli). Individuare le premesse dell’attuale congiuntura economica è tanto importante quanto anticiparne tempi e modi del suo superamento. Perché, come insegna Roubini, docente di Economia alla New York University passato anche per la Bocconi, le crisi non sono affatto “cigni neri”, eventi rari e irriconoscibili come vuole l’economista e studioso libanese di matematica finanziaria Nassim Taleb. “Nella storia del capitalismo moderno le crisi sono la regola, non l’eccezione” scrivono Roubini e Mihm; “questo non vuol dire che tutte le crisi siano uguali, tutt’altro”. Anzi, come una volta ha osservato lo scrittore Aldous Huxley, “il fascino della storia e della sua enigmatica lezione sta nel fatto che da un’epoca all’altra niente cambia eppure tutto è completamente diverso”. Roubini, keynesiano convinto, in contrasto con lo scetticismo verso l’intervento pubblico in economia tipico della scuola austriaca, sottolinea la responsabilità delle politiche governative della bolla immobiliare. Dal Community Reinvestment Act del 1977 che ha reso meno oneroso l’acquisto della prima casa, sono aumentate le pratiche che hanno indotto anche persone che non hanno i mezzi per pagare le rate ad accendere un mutuo. E sono proprio i mutui ipotecari usati come garanzia di titoli in operazioni di cartolarizzazione alla base del “maestoso edificio di finanza strutturata” poggiato su fondamenta traballanti che è alla base della crisi. “Era il prodotto di un gioco di prestigio: si prendeva un mucchio di mutui subprime di rating BBB, incerti e rischiosi, li si impacchettava in un titolo garantito da mutui ipotecari, sempre di rating BBB, che veniva quindi suddiviso in tranche; a quella di tipo senior, che rappresentava circa l’80 per cento delle attività sottostanti, si dava quindi un rating AAA”. Questo saggio è un’analisi preziosa, dettagliata ma non catastrofista, che può insegnare a capire il mondo che verrà, a prevedere i punti di rottura e ridurre, per quanto possibile, l’instabilità che sarà, secondo i due autori, la nota dominante dei prossimi anni. “Se dilapidiamo l’opportunità che la crisi ci ha dato”, concludono Roudini e Mihm, “non faremo altro che piantare i semi di una crisi ancora più distruttiva. Sprecare quell’opportunità sarebbe tremendo, anzi tragico”.
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PREVIEW A ROMA
Una capitale MOSTRE, TEATRO D’AUTORE, DANZA, GRANDE MUSICA
> MARIO SCHIFANO
> STOMP
> STING
È stata inaugurata lo scorso 26 ottobre al MACRO la mostra dedicata a Mario Schifano. Esposte al pubblico più di 2.000 immagini realizzate dall’artista ordinate secondo un allestimento teso a coinvolgere il pubblico. Filo conduttore è l’inarrestabile flusso creativo di Schifano: polaroid inedite, fotografie, fotocopie a colori, ma anche immagini manipolate tratte da giornali e riviste, fogli di appunti, tutte opere che vanno a ricostruire idealmente e fisicamente il laboratorio creativo dell’artista romano, che resta ancora uno dei punti di riferimento dell’arte contemporanea italiana ed europea. La mostra, frutto di una collaborazione tra MACRO e l’Archivio Schifano, sarà possibile visitarla fino al 6 febbraio 2011.
Uno dei maggiori successi teatrali del mondo sbarca nella Capitale, al Teatro Olimpico. Dal 9 novembre sarà tempo di Stomp: una combinazione inimitabile e originale di teatro, danza e musica. Niente trama, niente personaggi né parole, lo spettacolo, creato e diretto da Luke Cresswell e Steve McNicholas mette in scena il suono del nostro tempo, trasformando in una vera e propria sinfonia i rumori della civiltà urbana contemporanea utilizzando “strumenti” della vita quotidiana che possono essere il semplice battito di mani o dei bidoni della spazzatura, pneumatici, lavandini, scope, spazzoloni che vengono riciclati per un utilizzo prettamente artistico. Stomp ha visto la luce nel 1991, da allora è stato una cavalcata infinita di successi tra i più importanti teatri e festival del mondo, da Broadway a Parigi, da Los Angeles a Tokyo.
Cento milioni di dischi venduti in tutto il mondo, tantissimi premi e riconoscimenti: Sting completa il suo tour in Italia (quattro gli appuntamenti nel nostro Paese) a all’Auditorium di Roma il 10 novembre. Symphonicity è il nome del tour, un’avventura nuova per l’ex leader dei Police che reinterpreta i suoi più grandi successi sia da solista che con la sua vecchia band in chiave sinfonica coadiuvato dalla Royal Philarmonic Orchestra diretta da Steven Mercurio. Un’avventura nuova per una delle leggende del pop che non ha sofferto per nulla l’impatto con l’orchestra: «È diventata la mia band». Sting sarà inoltre accompagnato da un quartetto composto da Dominic Miller (“suo” chitarrista di lungo corso), David Cossin (percussioni), Jo Lawry (voce) e Ira Coleman (basso).
MACRO 26 ottobre 2010 6 febbraio 2011 Via Reggio Emilia, 54 www.macro.roma.museum
Teatro Olimpico 9-17 novembre 2010 P.zza Gentile da Fabriano, 17 www.teatroolimpico.it
Auditorium Parco della Musica - Sala Santa Cecilia 10 novembre, ore 20 Viale de Coubertin www.auditorium.com
da spettacolo ITALIANA E INTERNAZIONALE: ROMA NON SMETTE MAI DI STUPIRE
> ROBERTO BOLLE
> POOH
>TUTTO SU MIA MADRE
Uno dei ballerini italiani più apprezzati al mondo sarà protagonista di un grande Gala per aiutare l’Unicef, di cui lo stesso artista è “Ambasciatore di Buona Volontà” dal 1999. L’appuntamento è per sabato 20 novembre alle ore 20.30 all’Auditorium della Conciliazione di Roma all’interno dell’iniziativa “Diritti sotto le stelle”. Il ricavato dell’evento sarà utilizzato per sostenere i progetti di lotta alla malnutrizione infantile che l’Unicef sta portando avanti in Africa Centrale e Occidentale. Saranno proposti una selezione dei brani più celebri e suggestivi del repertorio dell’Ottocento e del Novecento. Insieme a Bolle ci saranno i migliori danzatori del momento, provenienti dai teatri più importanti del mondo.
Il 27 novembre i Pooh saranno in concerto al Palalottomatica. Una delle band storiche della musica italiana presenterà l’ultimo album di inediti “Dove comincia il sole” (12 brani) uscito lo scorso 12 ottobre. Per realizzare l’ultimo lavoro è stato chiamato alla batteria Steve Ferrone, musicista di spicco del panorama internazionale che vanta nel suo curriculum collaborazioni importanti con grandi artisti come Eric Clapton, Whitney Houston, i Duran Duran e molti altri. Ferrone sarà presente ovviamente anche sul palco insieme alla formazione storica che vede Roby Facchinetti alle tastiere, Dodi Battaglia alla chitarra e Red Canzian al basso. Per una serata dal sapore nuovo e vintage al tempo stesso.
“Tutto su mia madre”, uno dei filmmanifesto di Pedro Almodòvar , riadattato in uno spettacolo teatrale rappresentato per la prima volta in Italia, al Teatro Eliseo dal 16 novembre. Ci sono un po’ tutti i temi ricorrenti del regista spagnolo in questo film: l’omosessualità, la paternità, la maternità, ma anche il teatro, il cinema, la scrittura, la malattia e la droga, l’amore e la morte. La protagonista è Manuela, interpretata da Elisabetta Pozzi, attrice teatrale di lungo corso, che in carriera ha portato in scena personaggi femminili particolarmente complessi. È stata protagonista anche di diverse apparizioni cinematografiche, tra cui “Maledetto il giorno che t’ho incontrato” di Carlo Verdone (nel film è Adriana, la fidanzata del protagonista) grazie al quale vince un David di Donatello nel 1992.
Auditorium della Conciliazione 20 novembre Viale de Coubertin Info biglietti: 06 20382938
Palalottomatica 27 novembre Piazzale dello Sport (Eur) www.pooh.it
Teatro Eliseo Dal 16 al 28 novembre Via Napoli, 35 www.teatroeliseo.it
Foto di Flavio Palazzo
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S VIVE i solo tre volte IL PROFESSORE SERGIO CHIMENTI AGENTE SEGRETO PER UN GIORNO SVELA LE SUE TRE VITE, QUELLA DA MEDICO E PROFESSIONISTA STIMATO, DA SPORTIVO E DA ATTORE. NELLE PRIME DUE SUCCESSO E SODDISFAZIONI NON SONO CERTO MANCATI, PER LA TERZA ORMAI CI SIAMO
di Cosimo Santoro
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È
un pomeriggio piovoso, nell’aria si odono chiaramente i colpi dell’autunno che bussa alle porte della Capitale ed è pronto a scacciare gli ultimi rigurgiti dell’estate, quando incontriamo Sergio Chimenti, il “prof” come lo chiamano amichevolmente al Circolo Canottieri Lazio. Nonostante i numerosi e importanti convegni cui ha presenziato e le comparse qua e là tra cinema e fiction, il Prof sembra un po’ teso ed emozionato quando è chiamato a calarsi nella veste di un James Bond moderno e sportivo, serio ma accattivante al tempo stesso. Lo potremmo definire un uomo dai tre volti Sergio Chimenti
(non a caso “si vive solo tre volte” parafrasando il titolo di uno dei primi capitoli della saga dell’agente segreto più conosciuto del mondo): innanzitutto un medico, uno dei massimi esperti in dermatologia che abbiamo nel nostro Paese, ma anche uno sportivo (gioca a tennis, a calcetto nel ruolo di portiere e non disdegna il golf e l’atletica) e da qualche anno persino attore. Una carriera che ha voluto intraprendere «per cominciare una nuova avventura, mettermi alla prova in un mondo nuovo. Ho iniziato così con un corso di recitazione» racconta Chimenti che aggiunge: «Un po’ come tutte le passioni, quella per la recitazione è nata senza un motivo ben preciso». Sono arrivate subito le prime comparse tra cinema e tv, da Don Matteo al Commissario Montalbano, mentre per la settima arte è stato impegnato in “Le ultime 56 ore” per la regia di Claudio Fragasso, in “Ti ho cercata in tutti i necrologi” di Giancarlo Giannini che sarà nelle sale a gennaio e in “La tigre e la neve” di Roberto Benigni, di cui il Prof (che recitava la parte del preside) conserva un ottimo ricordo: «È una persona estremamente professionale, ti mette a tuo agio sul set, per me si trattava della prima apparizione cinematografica, mi ha diretto in modo impeccabile e con la simpatia che lo contraddistingue. Un giorno mi piacerebbe essere diretto da Steven Spielberg e lavorare al fianco di George Clooney, di cui apprezzo la professionalità e l’amore per il nostro Paese». Tra i suoi film preferiti c’è “Mamma mia”: «Meryl Streep è strepitosa, è la migliore attrice del mondo. Mi è piaciuto molto anche “Romanzo Criminale” e in particolare l’interpretazione di Pierfrancesco Favino e “The Passion” dove oltre a un bravissimo Mel Gibson c’è anche un grande amico: Luca Lionello (figlio di Oreste, ndr) con cui ho diviso il camerino sul set di “Le ultime 56 ore”». Non manca ovviamente 007 tra i prediletti del Prof e in particolare “Agente 007 – Licenza di uccidere”, il film che ha fatto conoscere al grande pubblico Sean Connery e Ursula Andress, «lei che esce dall’acqua è una delle scene che preferisco in assoluto» ammette il professore che poi ci svela un piccolo sogno: «Rifarei volentieri la scena dell’ultimo film della saga (Quantum of Solace, ndr) in cui James Bond alias Daniel Craig viaggia a bordo della celebre Aston Martin senza lo sportello lato guida dalla Svizzera fino a Piazza del Campo a Siena». Non solo cinema, ma anche tennis, golf, corsa, calcetto e palestra, il Prof è uno sportivo vero: «Ogni giorno dedico almeno un’ora e un quarto all’attività sportiva, cerco di essere costante. Gioco a tennis da circa 40 anni e lo faccio mediamente due volte a settimana, i miei tennisti preferiti sono Roger Federer e Adriano Panatta perché sono
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“
UN GIORNO VORREI ESSERE DIRETTO DA STEVEN SPIELBERG E LAVORARE AL FIANCO DI GEORGE CLOONEY
”
due giocatori d’attacco, un po’ il contrario di come gioco io… (ride, ndr). Continuo a divertirmi anche con il calcetto, dove l’agonismo non è più quello di una volta ma resta sempre lo sfottò con gli amici negli spogliatoi, in campo e poi chi perde paga da bere al bar». Tanti anni sui campi da gioco hanno portato anche delle belle soddisfazioni come in una finale della Coppa Canottieri contro il Belle Arti: «Loro erano forti, avevano in squadra tanti campioni tra cui il celebre editorialista Massimo Franco, noi vincevamo 4-3 a 20 secondi dalla fine e gli venne assegnato un rigore che io parai. E poi ricordo con piacere quando abbiamo battuto a calcetto la Lazio campione d’Italia». Cosa è lo sport per Chimenti? «È sacrificio, costanza, sofferenza, ma anche grandi soddisfazioni. Mi ha insegnato a combattere, a non mollare mai, ad accettare la sconfitta e mi ha fatto capire l’importanza di creare un gruppo e di lavorare in gruppo». Prima che un attore e uno sportivo, Sergio Chimenti è un professionista stimato ed è direttore della Clinica Dermatologica dell’Università di Tor Vergata, un percorso professionale intrapreso «perché avevo un grande amore per la ricerca nelle malattie della pelle e anche un po’ di presunzione perché all’epoca se ne sapeva ben poco». Un medico è un professionista ma anche un uomo, e il Prof ce lo conferma: «La componente umana nella nostra professione è molto importante. I pazienti vanno trattati come i tuoi cari». Il suo è un lavoro che, come tanti altri, porta in dote una buona dose di stress che in qualche modo deve essere “scaricato”: «Mi sfogo un po’ con i miei assistenti (una è presente al momento dell’intervista, ndr) ma sanno che dura poco». Stress, ma anche tante soddisfazioni nella sua carriera: «Il momento più emozionante è stato probabilmente il Congresso di Dermatologia a New York nel 1992 dove parlai come rappresentante italiano davanti a una platea di 7-8 mila persone». La passione principale resta comunque la famiglia: «Mia moglie e i miei nipotini con cui ho la fortuna di trascorrere molto tempo e per loro non ringrazierò mai abbastanza mia figlia». Un professionista maturo, esperto, che, alla vita ha dato e dalla quale ha ottenuto tantissimo, ha pur sempre un sogno: «Scoprire qualcosa che possa curare definitivamente le malattie della pelle». Un uomo di spettacolo, di sport e di medicina, tutto questo è Sergio Chimenti, ma se gli chiedete in quale ruolo si immedesima meglio vi risponderà senza esitare: «Non ci sono dubbi: in quello di medico».
Le giornate mondiali DELLA PSORIASI Il 23 e il 24 ottobre si sono tenute anche a Roma in Piazza del Popolo le Giornate Mondiali della Psoriasi. Si tratta di una malattia cronica che può interessare la cute e le articolazioni. Al momento ci sono 100 milioni di ammalati nel mondo, in Italia si stima tra un milione e mezzo e due milioni. «Le cause non si conoscono del tutto, anche se sono generalmente accertati i fattori genetici ed ambientali» afferma il professor Sergio Chimenti che aggiunge: «La ricerca in questo campo negli ultimi 20 anni ha fatto passi da gigante: sono stati scoperti dei principi attivi che hanno portato all’introduzione di nuovi farmaci. Oggi, siamo in grado di curare (non guarire) i pazienti affetti da psoriasi, una malattia che nel 62% dei casi porta purtroppo a disabilità mentale».
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ARCHITETTURA
PASSAGGI di TEMPO VISIONI DI UN FUTURO SOSTENIBILE IN MOSTRA NEI PADIGLIONI DELLA BIENNALE DI ARCHITETTURA DI VENEZIA di Alessandro Mastroluca
C
osa rende una città vivibile? Come cambieranno le città in un futuro che richiede uno sviluppo che sia sostenibile, in cui l’espansione proceda con una gestione equilibrata delle risorse? Alla Biennale di Architettura di Venezia sono raccontate le innovazioni, le razionalizzazioni degli spazi e dei materiali, le prospettive per l’avvenire a medio termine. In Europa l’officina più dinamica appare certamente Copenaghen, che nell’ultimo ventennio è cambiata radicalmente, nell’architettura e nel modo di vivere la città. Perché progettisti e urbanisti hanno esplorato il potenziale della capitale e sperimentato
strategie anche insolite, con un’attenzione particolare al basso impatto ambientale. Lo dimostra il complesso residenziale “8 Tallet”, il più grande realizzato in Danimarca, con 476 appartamenti: la Scandinavian GreenRoof Association gli ha infatti attribuito il Green Roof in Scandinavia Award per il tetto verde da 1700 metri quadri, inclinato in modo da massimizzare l’afflusso di luce naturale nelle ore diurne. L’ottimismo, l’apertura verso l’innovazione caratterizzano anche lo sviluppo architettonico di Vienna. La mostra “Austria under Construction” comunica al mondo l’immagine di una nazione pronta a recepire gli stimoli che arrivano dalle archistar internazionali che
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A fianco visioni futuriste dalla mostra “Now and when” Sotto un’immagine del padiglione australiano
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In questa pagina le esposizioni del padiglione danese Nella pagina a fianco, in alto un’altra immagine tratta da “Now and when” In basso il padiglione austriaco
IL RESTAURO DEL FONDACO DEI TEDESCHI OMA firma il restauro del fondaco dei tedeschi, storico edificio veneziano di cinque piani nei pressi del ponte di rialto. costruito nel 1228, dal 1870 ospita le poste ma non è più usato dai tedeschi dal 1806, quando Napoleone lo adibì a luogo per i controlli doganali. il progetto dello studio OMA non può prescindere dalla storia di un edificio che unisce elementi architettonici veneto-bizantini e una pianta rinascimentale. Le innovazioni mirano a trasformarlo in uno spazio pubblico per mostre e proiezioni cinematografiche. Per questo saranno rimossi due lati della copertura per realizzare una terrazza ma il profilo dell’edificio non verrà alterato.
hanno contribuito negli ultimi tempi a cambiare il volto urbano della capitale: tra loro, Atelier Hitoshi Abe, Zaha Hadid Architects e gli italiani di Matteo Thun & Partners. Lo stile della Città dei Musicisti non può prescindere dalla tradizione che ha portato capolavori gotici, come il duomo di Santo Stefano, e barocchi come il castello di Schönbrunn. Ma la storia, già all’inizio del ‘900, porta aria di novità. Otto Wagner costruisce la Postsparkasse, la chiesa Steinhof, dallo stile rivoluzionario, e le stazioni della Wiener Stadtbahn [ferrovia urbana di Vienna], mentre Joseph Maria Olbrich, suo allievo, creò la Secessione di Vienna. Puntando tutto sul motto “Al tempo la sua arte. All'arte la sua libertà”, costruisce tra le altre la Casa degli Artisti con la peculiare cupola di foglie passata alla storia come “il cavolo dorato”. Inventiva e capacità di accogliere nuove possibilità continuano a caratterizzare una cultura in costruzione, in trasformazione, e che come tale non può ontologicamente apparire come un corpus omogeneo di stili. In questo “gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi sotto la luce”, come LeCorbusier spiegava l’architettura, nelle varie declinazioni stilistiche resta un punto fermo: il disegno. Ed è proprio sul ruolo della progettazione che si concentra l’installazione “BorderLINE Architecture” al padiglione ungherese. Hong Kong racconta invece dei progetti collaborativi e interdisciplinari che hanno reso il design la base per costruzioni responsabili sul piano sociale e ambientale. Sono le “Architetture quotidiane”, ispirate dall’espressione colloquiale “Yi-Shi-Zhu-Xing” che denota le necessità basilari: Abbigliamento-Cibo-AbitazioneTrasporti.
Particolarmente accattivanti, infine, le visioni futuristiche proposte dagli australiani John Gollings e Ivan Rijavec nella mostra “Now and when”. Le 17 immagini, realizzate con un’innovativa tecnologia stereoscopica tridimensionale, hanno vinto il concorso bandito dall’Australian Institute of Architects e raccontano come potrebbe essere l’Australia, che si avvia a diventare la nazione industrializzata con il maggior tasso di crescita al mondo, nel 2050. Un modo, ha spiegato Gollings, per generare visioni realmente libere, senza i vincoli contingenti delle progettazioni. Un primo passo per generare nuovi modi di pensare l’urbanismo.
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DUBAI terra di mezzo TRA LE METE PREFERITE DAGLI ITALIANI, LA CITTÀ DEGLI EMIRATI ARABI UNITI È UN LUOGO DI INCONTRO DI CULTURE E STILI DI VITA: AFFIANCO A UNO SKYLINE TRA I PIÙ AVVENIRISTICI DEL PIANETA RITROVIAMO I MERCATI ARABI TRADIZIONALI, ANTICHI QUARTIERI E CAPOLAVORI DI ARCHITETTURA ISLAMICA
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mmaginate un luogo dove Oriente e Occidente si fondono, dove a pochi km da immensi grattacieli ci sono sconfinate distese di sabbia, e affianco a mastodontici centri commerciali ormai diventati simboli del consumismo occidentale sorgono i più tradizionali souk arabi con le loro bancarelle ricche di spezie, incensi e stoffe decorate che ricreano un’atmosfera da “Le Mille e una Notte”. Dalle sponde del Creek, l’insenatura di 14 km che, incuneandosi quasi come un fiume penetra all’interno di Dubai e la divide in due aree principali, è facile scorgere le due anime della città, così diverse nella
storia, nello stile, ma ugualmente imperdibili: si parte dalla zona vecchia dove si trova l’antico quartiere Bastakiya, che è al centro di un grande progetto di valorizzazione che vuole farne una sorta di “rive gauche” con musei, gallerie d’arte e ristoranti tipici. Sul versante di Bur Dubai sorge la Grande Moschea, un capolavoro di 45 piccole cupole intrecciate a 9 cupole più grandi, ornate con vetrate colorate. Un altro mirabile esempio di architettura islamica è la moschea di Jumeirah, solitamente presa d’assalto dagli appassionati di fotografia per la sua mole in pietra che di sera viene magicamente illuminata con luci soffuse che ne esaltano i profili e la cupola. Dubai non dimentica dunque il suo passato, anzi tende a valorizzarlo, ma allo stesso tempo è già proiettata nel futuro. Dallo scorso 4 gennaio, nel cielo cittadino si staglia imponente il “Burj Khalifa”, il grattacielo più alto del mondo: 828 metri di acciaio, cemento e vetro da guinness dei primati. A pochi passi troviamo l’ultimo centro commerciale inaugurato in città: il Dubai Mall, che comprende 1.200 negozi tra cui un grande Souk dell’Oro e due strutture dedicate all’intrattenimento: una pista di pattinaggio su ghiaccio – la prima costruita in Medio Oriente – e l’Aquarium, che ospita oltre 33 mila specie di animali marini. Pochi km più a Nord, oltrepassando il Creek si incontrano le Torri Gemelle dubaine: le Emirates Towers, una ospita gli uffici, l’altra un hotel, inaugurate nel novembre 1999, quando di questa realtà degli Emirati Arabi Uniti non ne parlava quasi nessuno e dall’Italia erano in pochi a tentare di avventurarsi sulle sponde del Creek: tra il 2002 e il 2008 l’affluenza di italiani si è quadruplicata stando ai dati del Dipartimento del Turismo, Commercio e Marketing di Dubai. Nuovi e ambiziosi progetti saranno a breve portati a termine: nel 2012 verrà completata la prima fase di realizzazione di Dubailand, la risposta del Medio Oriente a Disneyland; è in costruzione il più grande centro commerciale del mondo: The Mall of Arabia, oltre a diversi alberghi a cinque stelle di cui uno costruito sulle dune del deserto, uno stadio sportivo e uno snowdome. Per ovviare alle sempre maggiori richieste turistiche, è in progetto la costruzione di Bawadi, il più grande complesso alberghiero al mondo che sorgerà appena fuori Dubai City su un’area di 10 km quadrati. Insomma, Dubai continuerà a stupirci ancora per molto.
A fianco il Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo (828 metri)
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VIAGGI Fotolia
IL TACCUINO
del viaggiatore NEW YORK CITY LA PORTA DEGLI STATI UNITI
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nche il più lungo dei viaggi inizia con un solo passo....” si potrebbe utilizzare questo concetto per dire che un viaggio negli Stati Uniti inizia con una visita a New York. La “big apple”, la città che non dorme mai, lo skyline inimitabile dei suoi grattacieli, le sue avenues e streets, Broadway, i suoi ponti ad iniziare da quello di Brooklyn, il Central Park, Hudson River, la Fifth Avenue, i suoi “boroughs”. Un mondo in una città. Musei, teatri, sport e shopping. Praticamente tutto a disposizione del viaggiatore più attento o del forzato dell'acquisto “trendy”. Ormai un viaggio a New York è diventato un “must” al quale non si può rinunciare. Forse tutti no ma molti di noi o l’hanno già visitata o lo stanno per fare. New York è una città che cambia faccia continuamente. Per quanto la visiti la volta dopo ci scopri sempre qualcosa di nuovo ed affascinante. Oggi si può scegliere tra guardarla dall'alto dell'Empire State Building o dal Top of the Rock del Rockfeller Center oppure ancora, per un ricordo indimenticabile, con un giro in elicottero. Da scoprire il nuovo spazio di Ground Zero che sta rinascendo con progetti e memorial, una passeggiata sulla High Line (la vecchia ferrovia di superficie a 10 metri d'altezza) in disuso trasformata in parco sospeso nella zona del Meatpacking District oppure una visita nei rinomati musei seguendo il filone cinematografico introdotto da “Una notte al museo”. Insomma una destinazione per tutti i gusti e per tutte le tasche. Ristoranti gourmet o food festival di cucina internazionale. Sia che si assaggi un hot dog per strada o che si scelga uno dei piccoli ristorantini del Greenwich Village la città presenta sempre il suo essere crogiolo di razze, centro multietnico, capitale del mondo. Infine i bambini che la città accoglie con degli spot incredibili che resteranno sempre come esperienza indimenticabile del loro viaggio: American Museum of Natural History, Sony Imax 3D, FAO Schwarz, South Street Seaport. Oggi New York si presta sia ad un viaggio di una settimana nel quale scoprire anche i suoi distretti “off Manhattan” o anche per un breve weekend di almeno tre notti nelle quali vivere la sua magica atmosfera. Il periodo si presta sia per assistere alla famosa maratona sia per uno shopping pre-natalizio. Ultima “chicca” per intenditori la possibilità, tramite Meridiano Viaggi e Turismo, di avere un “personal concierge” che programma la vostra visita della città assistendovi in ogni momento del vostro soggiorno. New York, your next destination...... www.meridiano.it
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BENESSERE
ESSENZA interiore RITROVARE IL CORPO RIGENERANDO LA MENTE CON TRE IMPORTANTI PRATICHE DI ALLENAMENTO: DAINAMI, PILATES E JUKARI FIT TO FLY di Dario Morciano
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l mondo di oggi e il quotidiano, in cui siamo immersi, ci hanno abituato a ritmi frenetici e ad uno stile di vita che viaggia di pari passo con ciò che si può definire frenesia della modernità. Una modernità che ha alterato l’equilibrio naturale del corpo e che viaggia veloce su cardini quali il successo, il lavoro e la ricchezza materiale. Una modernità - in cui il corpo sta diventando un’illusione, una fantasia, si stacca dalla vita, assume una perfezione immaginaria - che dimentica di conseguenza i bisogni primari e la consapevolezza dei ritmi, dei tempi, dei bisogni, delle pulsioni e dei possibili stati conflittuali del nostro fisico, della nostra mente, della nostra vita, di noi stessi così come teorizzato e scritto dal sociologo Zygmunt Bauman ne “La società dell’incertezza”: “L’attenzione verso il corpo si è trasformata in una preoccupazione assoluta e nel più ambito passatempo della nostra epoca”. Ritrovare l’essenza del benessere e riattivare un “colloquio” naturale con se stessi deve quindi essere una priorità perché riuscire a stabilire una perfetta armonia tra corpo, mente e spirito non può considerarsi un fattore meramente secondario e di contorno, ma quanto mai necessario a recuperare il sincretismo cor-
poreo che aiuta a ritrovare le sensazioni della vita di tutti i giorni. Ne scaturisce che alcune discipline di allenamento possono facilitare la “resurrezione” mente-corpo: Dainami, Pilates e Jukari Fit to Fly. Dainami letteralmente significa “grande onda”. Un’onda che abbraccia diverse tecniche quali Yoga e Ajurveda, un felice e consolidato mix di pratiche fitness che si riconducono all’esecuzione di movimenti o posture di tipo circolare, con l’interessamento di ogni fascia muscolare, anche la più profonda. Con il Dainami si allena la forza e contemporaneamente si sollecita la piena elasticità articolare. Il metodo Dainami è impostato sul rispetto e l’utilizzo dei benefici dei cinque elementi naturali: la forza, il tono e la stabilità della Terra; l’elasticità, la sensualità e la fluidità dell’Acqua; l’efficacia, la precisione e la pulizia del Fuoco; il respiro, la leggerezza e la libertà di movimento dell’Aria e l’allineamento, l’equilibrio e la postura dell’Etere. L’unione dei cinque elementi abbinati a 21 modalità di respirazione contribuiscono all’armonia dei movimenti che stimolano la tonicità e la fluidità, migliorano le performance atletiche, agiscono sulla corretta postura della colonna vertebrale, contribuiscono al ripristino della migliore circolazione
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BENEFICIARE DEI CINQUE ELEMENTI CON DAINAMI, RESPIRARE LA POSITIVITÀ DEL PILATES E DIVERTIRSI CON JUKARI FIT TO FLY
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delle gambe, oltre ad essere una soluzione perfino terapeutica per alcuni disturbi organici e fisici. Gli attrezzi che vengono utilizzati nella pratica del Dainami sono quelli che vengono proposti nell’esecuzione delle tecniche Pilates e Girotonic, o negli allenamenti specifici per equilibrio muscolare e posturale. In particolare palle, cerchi ed elastici che permettono di coniugare al meglio efficacia di training e momenti di svago mentale, caratterizzando il carico di lavoro per quel piacere liberatorio di muoversi e di danzare sull’onda dell’energia e di un ritrovato benessere globale. Il Pilates è ginnastica positiva sia per il corpo sia per la mente che permette di raggiungere una perfetta armonia, rinforzare la muscolatura e rilassare la mente. Partendo da alcuni punti fermi relativi ai comuni problemi fisici dovuti ad una postura scorretta, respirazione inefficace e un basso livello di efficienza muscolare, Joseph Pilates ha ideato un metodo di allenamento che, nonostante il marchio non sia mai stato registrato, porta ancora oggi il suo nome. Il programma di applicazione, personalizzabile in base alle esigenze del praticante, si snoda su sei principi cardine: la respirazione, sempre ben controllata durante ogni esercizio; il baricentro, cosiddetto Power House, che ha lo scopo di tonificare i muscoli del tronco; massima precisione; concentrazione durante gli esercizi e infine fluidità nei movimenti. I benefici per chi pratica Pilates non sono solo fisici perché il sistema di allenamento, essendo influenzato da discipline orientali come lo yoga, agisce anche sulla psiche consentendo un perfetto rilassamento mentale e spirituale. Spazio al divertimento, infine, con un innovativo programma di allenamento, il Jukari Fit to Fly, frutto dell’esperienza di Reebok nel campo del fitness femminile e del divertimento e dell’innovazione dell’arte messa in scena dagli artisti della famosa compagnia teatrale Cirque du Soleil. Chi l’ha inventato dice di aver avuto presente per tutto il tempo la frase “sorridi mentre sudi” e il metodo ne è la testimonianza: un’esperienza di esercizio di gruppo della durata di un’ora che ha come obiettivo il rendere nuovamente divertente l’attività sportiva. L’anima del-
l’innovativo allenamento è l’attrezzatura appositamente creata per il programma, il FlySet. L’insieme è il risultato di un’attività completa in cui si ha la sensazione di volare coinvolgendo tutte le parti del corpo in esercizi cardiovascolari, di potenziamento, balance training e core training. Non resta quindi, che abbandonare, anche solo per un’ora al giorno, la frenesia delle abitudini della quotidianità e provare una delle tre pratiche per ritrovare l’armonia del nostro corpo imparando prima di tutto ad ascoltare la nostra mente, l’unica in grado di ridare il giusto equilibrio così come già molto tempo fa affermava il padre della relatività A. Einstein: “La mia religione consiste di un’umile ammirazione per l’illimitato spirito superiore che rivela se stesso nei leggeri dettagli che siamo capaci di percepire con la nostra mente gracile e debole”.
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CINEMA
Nella RETE dei veleni TUTTI I SEGRETI DI FACEBOOK MESSI IN PIAZZA DA DAVID FINCHER NE “THE SOCIAL NETWORK”: L’EPOPEA DEL SUO FONDATORE, MARK ZUCKERBERG DIVENTA UN GRANDE DRAMMA GENERAZIONALE E PERSONALE di Stefano Cocci
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ono i versi di Lennon – McCartney a chiudere “The Social Network” in una sorta di lunga didascalia esplicativa: “Baby you’re a rich man” che recita “How does it feel to be one of the beautiful people?”, traducibile in “Come ti senti ad essere uno dei privilegiati?”. Il nono film di David Fincher, già regista di “Fight club” e “Il curioso caso di Benjamin Button”, è una grande messa in scena di un dramma personale, sociale e generazionale, l’ascesa, calpestando amicizie e conoscenze, del più giovane miliardario della storia dell’umanità, quel Mark Zuckerberg che ha inventato la piazza virtuale più importante del pianeta: Facebook. Le vicende del geek di Harvard che ha costruito un impero ricordano quelle portate sul grande schermo quasi 70 anni fa da Orson Wells su Charles Foster Kane, a sua volta ispirato a Randolph Hearst, magnate dei media. Quello era “Quarto potere”, la storia di un uomo di potere che perdeva se stesso e soprattutto le persone care. Anche in The Social Network seguiamo il percorso di un ragazzo che da reietto si ritrova padrone del mondo, incapace però di stabilire rapporti stabili con il suo prossimo e che, anzi, finisce con allontanare se non distruggere tutti coloro che gli stanno accanto. La cinepresa di Fincher non si limita a inquadrare programmatori davanti a un monitor, imperterriti a digitare codici, ma elabora un paradosso
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umano, un ragazzo incapace di intrattenere connessioni sociali, che ruba idee e quote azionarie al suo unico amico, incapace di relazionarsi affettivamente con il genere femminile ma con un computer è riuscito a collegare 500 milioni di persone. Per questo motivo “The Social Network” è vicino più di quanto si potesse pensare, dato l’argomento, al capolavoro degli anni Quaranta di Wells. Niente tecnologia quanto relazioni umane oltre a uno spaccato dell’universo dei giovani del XXI secolo, interessati più all’apparire, ai soldi, al successo, piuttosto che ai valori tradizionali. La storia è nota. Lo studente di Harvard Mark Zuckerberg litiga con la ragazza e in una notte svuota gli archivi dell’università per creare un sito dove votare la studentessa più calda dell’ateneo. Sospeso per sei mesi, è avvicinato dai gemelli Cameron e Tyler Winklevoss ed il loro socio Divya Narendra, tre appartenenti all’aristocrazia americana, i quali sono alla ricerca di un programmatore per un progetto, "HarvardConnection", per connettere online gli studenti di Harvard. Zuckerberg vede qualcosa che vada oltre, ruba l’idea e, con l’aiuto dell’amico Eduardo Severin, crea Facebook. Questa vicenda, che arriva fino all’esplosione del fenomeno e l’ingresso di Zuckerberg tra i miliardari della Terra, è intrecciata alle udienze dei processi tra lo stesso Zuckerberg, i gemelli Winklevoss e Severin. Illuminante, a suo modo, il dialogo tra i fratelli truffati e il decano di Harvard, Larry Summers, ex segretario al Tesoro dell’amministrazione Clinton, e attuale responsabile del National Economic Council del presidente Obama. I primi cercano di convincerlo del danno subito dalla truffa di Zuckerberg, mentre il secondo ripete che Facebook è una invenzione che non avrà nessun successo. Vecchio e nuovo mondo che si incontrano e, in un certo senso, si scontrano. Un nuovo mondo rappresentato benissimo da un cast di attori emergenti in cui brillano Jesse Eisenberg (nei panni del protagonista, Mark Zuckerberg, al quale assomiglia in maniera impressionante), Rooney Mara (sarà la prossima protagonista del remake americano della trilogia Millenium, con il primo episodio diretto proprio da Fincher) e Andrew Garfield, che sarà Peter Parker nel prossimo Spiderman.
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MEN AT WORK
Un IMPRENDITORE proiettato nel futuro ALESSANDRO LASSALANDRA, PROPRIETARIO DELLE AZIENDE TURISTICHE DEL “GROUPE VALADIER”, GRANDE APPASSIONATO DI TECNOLOGIA E IN PARTICOLARE DI INTERNET, CI SVELA I SEGRETI DEL SUO LAVORO E LE NUOVE STRATEGIE DI WEB MARKETING PER FRONTEGGIARE E SUPERARE LA CRISI
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ove strutture di cui quattro hotel, un bed & breakfast e quattro ristoranti compongono il portfolio del gruppo, gestito per intero dalla famiglia Lassalandra. Alessandro si occupa in particolare della parte amministrativa e commerciale, con un occhio di riguardo alla comunicazione e al marketing. Dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio, ha deciso di investire il background acquisito sul gruppo di famiglia, creato dai suoi genitori, che ancora oggi hanno un ruolo attivo nella gestione. Appassionato sin da piccolo alla tecnologia che, oggi, gli è di supporto in campo lavorativo. Ci spiega: «Mi occupo principalmente della commercializzazione, promozione e vendita on-line, un sistema che abbiamo introdotto nelle nostre aziende già da una decina di
anni. Coordino inoltre una commissione “tecnologica” nell’ambito dell’associazione di albergatori romani: la Federalberghi. Si tratta di un pool che analizza le novità riguardanti l'Information-Tecnology nel campo alberghiero e turistico». Oggi, la vendita di servizi on-line sta vivendo una fase di evoluzione: il punto di arrivo è sfruttare al meglio tutti gli strumenti “social” quali ad esempio Facebook, Twitter e Foursquare, in pratica il web 2.0. «Stiamo lavorando per creare “emozioni” intorno al prodotto che offriamo, attraverso la diversificazione e l’interazione con i clienti potenziali e acquisiti, al fine di renderli partecipi di un’esperienza e creare con essi un legame. Non è ipotizzabile continuare a basare le strategie di “revenue” solo sul sistema della “parity-rate”, attuato dai siti di prenotazione on-line, dove l’elemento di scelta, a parità di zona, sono
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Qui Alessandro Lassalandra proprietario delle aziende del Groupe Valadier In basso a sinistra un interno del B&B Suite Valadier In basso a destra una camera dell’Hotel Zone
principalmente il prezzo della camera, gli sconti e le offerte». Gli hotel del gruppo lavorano ovviamente con tutti i portali di prenotazione, ma, ricorda Alessandro: «Cerchiamo di non farci fagocitare da questo sistema, modificando ad esempio il concetto stesso di camera d’albergo: uno spazio, dentro il quale, ogni servizio accessorio può essere personalizzato per venire incontro alle esigenze della clientela». La recente crisi mondiale, abbattutasi pesantemente sul settore ricettivo, ha coinvolto in modo significativo due importanti comparti di domanda turistica, che il nostro interlocutore ci spiega chiaramente: «Innanzitutto, in questi periodi, la clientela leisure rinuncia più facilmente a lussi quali viaggi e vacanze. Inoltre, anche la clientela business è venuta a mancare in quanto, le aziende, in tempi di crisi tagliano soprattutto le spese nel comparto della promozione e della comunicazione, riducendo dunque anche i viaggi per lavoro». E come ha reagito il settore? «All’inizio il problema è stato sottovalutato. Ma presto abbiamo reagito, avvalendoci di tutti gli strumenti che ci consentissero di promuovere le aziende in maniera differente, quali
nuovi siti internet, newsletter, blog e altro ancora». La crisi tiene un po’ in ansia il comparto alberghiero, ma nonostante tutto, il gruppo continua a crescere e Alessandro non smette di coltivare un sogno: «Mi piacerebbe esportare l’esperienza acquisita all’estero, magari in una grande capitale europea o, perché no, anche oltreoceano». Quali sono gli impegni quotidiani di un imprenditore alberghiero? «Facciamo tante cose insieme e dobbiamo conoscere bene tutte le attività che svolgono i nostri collaboratori e saperli indirizzare al meglio per avere successo». Costanza, gentilezza e determinazione sono i tre migliori aggettivi da poter utilizzare per descrivere Alessandro Lassalandra: «Sono costante per via del mio lavoro che richiede dedizione e passione, gentile perché avere premure e attenzioni verso i clienti è il mio modo di essere ospitale, determinato in quanto, nonostante gli errori in cui posso incorrere, mi impegno per portare sempre a termine ciò che ho iniziato».
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SICUREZZA Informazione pubblicitaria
La sicurezza nei
centri commerciali I FURTI SONO IN CRESCITA DOVE NON OPERA LA SECURITY E I LADRI DIFFICILI DA INDIVIDUARE
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Il Tenente in congedo dei Carabinieri Mario Giordano investigatore privato titolare della S. I. A. Security
I furti sono in costante aumento nelle attività commerciali, soprattutto dove non è presente un operatore della security, mentre diminuiscono drasticamente con tale presenza. Nel 2008, ad esempio, sono stati rubati negli scaffali della grande distribuzione italiana materiali pari a ben 3 miliardi di euro. Il Tenente in congedo dei Carabinieri Mario Giordano, investigatore privato titolare della S. I. A. Security e docente di Criminologia presso l’Università UNITRE Roma-Ostia fa una disamina della casistica dei furti che avvengono nei grandi centri commerciali. Quasi sempre il taccheggiatore preleva la merce dai banchi occultandola sulla persona, nei vestiti o nelle borse adottando metodi ed espedienti che dipendono dalle circostanze, dall’inventiva, dai complici ai quali le merci vengono passate seduta stante. Sono state adoperate anche borse a soffietto che appoggiate con noncuranza su un oggetto lo catturano grazie a una molla che chiude il fondo. Nel settore dell’abbigliamento, specie nelle regioni fredde, vi sono delle persone che entrano nel supermercato indossando un maglione o la giacca e ne escono con cappotto o giaccone, che viene subito personalizzato mettendoci dentro sigarette, documenti o facendo sporgere un giornale dalla tasca. Capita anche che alcune donne fingano di essere incinta e riempano di merce il marsupio. Ci sono anche uomini che si aggirano tra i banchi con un’usurata cassetta degli attrezzi da elettricista o da idraulico, riempiendola proprio con utensili di ogni tipo. Chi invece “opera” nel settore profumi o dei piccoli oggetti di valore, solitamente inserisce la merce rubata in oggetti più voluminosi, di poco valore come biscotti, detersivi o alimenti. Altri fanno cadere le merci di dimensioni adeguate, negli ombrelli o nelle borse, dalle quali ci si affretta poi a chiudere la cerniera. A volte, sono state trovate dagli operatori della security, merci occultate nei cappelli. Si sta sempre più sviluppando il “furto a staffetta” : la merce da rubare viene prima spostata e in seguito asportata da un complice che segue a breve distanza. Sempre più spesso i ladri taccheggiatori operano in equipe, soprattutto composte da uomini e donne: alcuni distraggono e coprono, altri operano il furto. Occorre tenere d’occhio anche i bambini quando sono accompagnati da una madre con la borsa semiaperta o con ampio soprabito. I piccoli possono essere stati educati a prendere le merci indicate dalla mamma e occultarli nella borsa. Di esempi ce ne sono decine. Riassumendo abbiamo le seguenti tipologie:
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occultamento della merce nelle tasche, valigie, borse, ombrelli; occultamento mediante simulata maternità, uscita frettolosa da un accesso vietato e non presidiato, merce posta sui ganci del carrello, scambi e sostituzione di etichette, rottura di bande magnetiche allarmate, consumazione all’interno del negozio, aggiunta di articoli in altre confezioni, utilizzo dello stesso scontrino per più acquisti e indosso con disinvoltura articoli di abbigliamento prelevati dagli scaffali. Non si ruba per fame, dai nostri controlli e dalla esperienza di chi opera nella security si è potuto accertare che la maggior parte dei furti avviene nel settore della profumeria, seguito dal settore no food, ovvero cd, dvd, accessori auto, cancelleria, abbigliamento, e a seguire gli alimentari in senso stretto. La merce deperibile occupa l’ultimo posto della classifica, è infatti riscontrata solo nel 12% dei casi. Non esiste un vero e proprio identikit del taccheggiatore, durante i servizi gli operatori della sicurezza si sono trovati di fronte dal classico medico o avvocato al tossicodipendente, dalla pensionata alla zingara. Ci sono i dilettanti che rubano per impulso occasionale o che pagano e rubano nello stesso tempo. Ci sono ovviamente i professionisti, che conoscono tutti i trucchi del mestiere: si vestono bene per evitare sospetti, si spostano sul territorio in modo da non lasciare troppe tracce nello stesso centro commerciale. Ci sono poi quelli più pericolosi come i tossici che rubano apertamente in modo minaccioso, e possono costituire un pericolo per la sicurezza degli altri clienti; i teppisti che rubano e consumano all’interno, commettendo anche atti vandalici. Infine i cleptomani, che rubano per coazione psicologica, ma ormai sono pochissimi. È importante sottolineare un altro dato inquietante: il 70% dei furti è commesso dagli stessi dipendenti. Le statistiche condannano la categoria dei cassieri: difatti i dipendenti accertati e arrestati per furto sono: addetti alla vendita (6%), cassieri (31%), addetti agli scaffali (3%), addetti alle pulizie (27%), addetti la-
vori ufficio (4%), addetti magazzini (8%), dirigenti (11%), addetti sicurezza (1%), addetti personale (2%), addetti distribuzione (3%). È importante ricordare che i servizi di sicurezza e antitaccheggio devono essere affidati a istituti di vigilanza o investigazioni muniti di licenza art. 134 del TULPS. L’operatore, che coglie in flagranza di reato la persona che ha taccheggiato all’interno del negozio, lo attenderà o comunicherà a chi vigila alla barriera casse di effettuare il controllo sul presunto ladro immediatamente dopo il pagamento. L’operatore dovrà qualificarsi con il tesserino di riconoscimento, chiederà con cortesia di visionare lo scontrino per accertare se ha pagato ciò che ha occultato in precedenza, oppure invitare la persona ad un controllo delle borse, delle proprie tasche. Durante il controllo non si procede mai a perquisizioni personali, occorre usare la massima cautela con le donne, specie se incinte o con bambini, con minori, con handicappati e con gli anziani, inoltre si consiglia sempre di avere un testimone che fa parte dell’azienda. Nel momento in cui si accerta che l’individuo ha la merce rubata si chiama il direttore, il quale deciderà se procedere alla denuncia o all’immediato pagamento del materiale. Ciò dipende dalle politiche aziendali. Naturalmente l’operatore o GPG che effettua il controllo deve procedere con cautela altrimenti potrebbe incorrere nei reati di: abuso di potere e sequestro di persona (art. 605 c.p.), violenza privata (art.650 c.p.), percosse (art.581 c.p.), minaccia (art. 612 c.p.), diffamazione o ingiuria (art. 595 e 594 c.p.), perquisizione e ispezione personale arbitraria (art. 609 c.p.). Non ci sono delle differenze specifiche in base al “format” in cui avviene il furto: non ci sono insomma distinzioni se l’illecito avviene in un centro commerciale piuttosto che in un discount, in un grande magazzino o in un ipermercato. Le differenze sono inerenti alla organizzazione operativa dei servizi antitaccheggio, che si sviluppano in modi diversi tra i centri commerciali e i supermercati o discount.
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SALUTE Informazione pubblicitaria
RIPARTE
la STAGIONE degli sport invernali I CONSIGLI DELLO SPECIALISTA PER ESSERE SEMPRE IN FORMA E PREVENIRE GUAI FISICI NELLA STAGIONE FREDDA
Sciare in maniera sicura dovrebbe essere il motto di chiunque pratichi lo sport invernale più diffuso. Gli incidenti sulle piste purtroppo sono ancora frequenti. Per questo il casco di protezione sicuramente riveste un ruolo importante per ridurre il rischio di danni cerebrali in seguito a traumi cranici. Purtroppo gli adulti utilizzano poco il casco, mentre i bambini che iniziano a sciare oggi, probabilmente, continueranno ad utilizzarlo anche in futuro. Questo perché l’uso del casco sulle piste sia per sciatori che per snowboarders è diffuso da poco e ad oggi obbligatorio solo per i minori di 14 anni. La protezione è necessaria per prevenire una lesione dell’encefalo la cui gravità è assolutamente variabile sino a determinare un danno mortale. Gli effetti preventivi sono documentati per tutte le categorie d’età. In considerazione del fatto che la velocità è un fattore determinante per la gravità del trauma, sicuramente il casco andrebbe suggerito proprio per coloro che hanno una sciata per così dire “aggressiva”. Per quanto riguarda le sue caratteristiche ideali il casco dovrebbe essere leggero, proteggere particolarmente la volta cranica, permettere una buona visibilità, non limitare l’udito e per ultimo contrastare l’ipertensione delle vertebre cervicali. Un altro aspetto fondamentale per prevenire eventi spiacevoli come i traumi degli arti inferiori è quello di munirsi di un’adeguata attrezzatura. Di solito è il ginocchio ad uscire malconcio da un incidente sulle piste. Sci carving e scarponi alti e rigidi sottopongono questa articolazione a forti sollecitazioni , che possono provocare distorsioni e rotture del legamento crociato. Con l’avvento di nuovi materiali, infatti, l’articolazione del ginocchio è maggiormente coinvolta. Il carve, l’attuale sci sciancrato, è più corto rispetto a quello che si utilizzava una volta, agevola la curva e ne stringe l’angolo, sottoponendo l’articolazione del ginocchio ad uno stress torsionale importante, soprattutto se le lamine sono molto affilate. Anche lo scarpone, sempre più alto e rigido, immobilizzando completamente la caviglia, fa sì che tutte le forze vengano trasmesse al ginocchio, senza poter essere attutite dalla caviglia.
Per questo motivo le distorsioni e le fratture di caviglia sono quasi scomparse tra chi pratica lo sci alpino, mentre sono in aumento le distorsioni al ginocchio e le rotture del legamento crociato anteriore. Se l’energia non assorbita dalla caviglia è maggiore, si arriva alla frattura della tibia. Prima di iniziare la stagione sciistica è sempre utile effettuare una preparazione muscolare adeguata per avere un ginocchio pronto a rispondere a tutte le sollecitazioni durante la sciata.
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edi to ria le
di Alfonso Rossi Presidente Canottieri Lazio
È
iniziata una nuova stagione per il nostro circolo che, sempre forte dello spirito di appartenenza ai colori sociali e alla sede storica dei soci, si amplia in spazi esterni per consentire la pratica di differenti discipline sportive senza intaccare l’autonomia dei soci. Il contesto di pianificazione per il futuro ha permesso la realizzazione di un progetto ambizioso: la creazione di una squadra di Serie B di calcio a 5, che ha preso il nome di Canottierilazio Futsal e - sono sicuro - sarà un volano incredibile per il nostro circolo. La sede per le sue competizioni è uno spazio specifico nel quartiere di Tor di Quinto. Anche il canottaggio ha finalmente attivato ulteriori spazi. Lo scorso 3 ottobre è nato il Tiber, un luogo interamente attrezzato per l’allenamento degli atleti di livello del CC Lazio. Pur essendo fisicamente all’esterno della sede storica del nostro sodalizio, Tiber consentirà finalmente di adeguare gli spazi presenti a Lungotevere Flaminio ad attività socialmente più utili per i soci. Queste “sedi decentrate” rappresentano per noi un vanto, e soprattutto costituiscono il biglietto da visita grazie al quale presentare all’esterno tutte le attività sportive. Sono felice che questa pianificazione si sia tradotta in realtà e, soprattutto, che non abbia trovato ostacoli, ma consensi. Inoltre, abbiamo in cantiere dei progetti di ampliamento per favorire le attività di golf, tennis e nuoto invernale. Nell’ottica comune di voler impegnare e coinvolgere tutti i soci, mi preme, infine, ricordare che è iniziata anche la stagione dei tornei di calcio a 8 e a 11, nella speranza di assistere a una massiccia partecipazione da parte di tutti i consoci.
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AGENDA DEI SOCI
C.C.LAZIO
MAGAZINE
Al CC Lazio, finalmente SI
balla! È
già partito al Circolo Canottieri Lazio il tanto atteso Corso di Ballo. Dal 5 ottobre i maestri di danza Simone Di Pasquale e Daniela Ayala sono disponibili a partire dalle 19.30, ogni martedì, per dare lezioni di ballo. Il primo corso, dalle 19.30 alle 21.00, è dedicato al livello Principianti, mentre dalle 21.00 alle 22.30 le lezioni sono dedicate ai ballerini di livello Intermedio. Oltre alle lezioni di gruppo, è possibile anche prenotare la propria lezione individuale con un Personal Dancer. Lucio Cocchi, Ilaria Segoni, Fabrizio Graziani, Elisa Calvagno, Davide di Nezza e Giada Giacomoni sono i sei Personal Dancer che fanno parte dell’omonimo team che si metterà a disposizione dei soci che vogliono imparare a ballare con un insegnante privato.
Calendario MARTEDÌ 9 NOVEMBRE: Scuola di ballo Ore 19.30-21.00 Livello Principianti; ore 21.00-22.30 Livello Intermedio.
VENERDÌ 26 NOVEMBRE: Scuola di ballo Serata musicale con concerto jazz del trio Simone Sala
MARTEDÌ 14 DICEMBRE: Scuola di ballo Ore 19.30-21.00 Livello Principianti; ore 21.00-22.30 Livello Intermedio.
MARTEDÌ 16 NOVEMBRE: Scuola di ballo Ore 19.30-21.00 Livello Principianti; ore 21.00-22.30 Livello Intermedio.
VENERDÌ 3 DICEMBRE: Convegno Data Medica (presso la paninoteca). A seguire buffet sulla terrazza del ristorante.
MARTEDÌ 21 DICEMBRE: Scuola di ballo Ore 19.30-21.00 Livello Principianti; ore 21.00-22.30 Livello Intermedio.
MARTEDÌ 23 NOVEMBRE: Scuola di ballo Ore 19.30-21.00 Livello Principianti; ore 21.00-22.30 Livello Intermedio.
MARTEDÌ 7 DICEMBRE: Scuola di ballo Ore 19.30-21.00 Livello Principianti; ore 21.00-22.30 Livello Intermedio.
MARTEDÌ 28 DICEMBRE: Scuola di ballo Ore 19.30-21.00 Livello Principianti; ore 21.00-22.30 Livello Intermedio.
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C.C.LAZIO MAGAZINE
PERSONAGGI
La mia vita per il
cinema
INTERVISTA A FULVIO LUCISANO, STORICO PRESIDENTE DELLA ITALIAN INTERNATIONAL FILM E SOCIO DEL CIRCOLO DA QUASI 60 ANNI
omo di cinema fin nel midollo, Fulvio Lucisano fonda dal nulla quella che oggi è una delle più importanti case di produzione e distribuzione italiane, conosciuta e rinomata anche a livello internazionale: la Italian International Film. Già Primavera Film, la società si è creata negli oltre 50 anni di vita un nome che, oggi come oggi, rappresenta una garanzia in fatto di qualità delle pellicole prodotte e distribuite. Questo grazie alla cura con cui in seno all’azienda, ogni minimo particolare viene curato con estrema minuziosità, sin dalle prime fasi di preparazione dei film. Ne è una prova lampante “Notte prima degli esami”, un film «coraggioso, che nessuno voleva produrre, e che ha rappresentato una vera sfida per noi della IIF».
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È Fulvio Lucisano stesso a raccontarlo, ricordando tutte le fasi di preparazione del film «che addirittura nemmeno il regista voleva dirigere, e che invece ha realizzato un incasso strepitoso. Inizialmente destinato a un pubblico giovane, è riuscito ad arrivare ad una platea estremamente variegata, di tutte le età, il che ha consentito a questo film non solo di sbancare i botteghini italiani, ma anche di avere un seguito, “Notte prima degli esami oggi”, unico esempio di sequel che ha battuto i record del suo primo capitolo». Verrebbe da pensare che sia questo uno dei film che più è rimasto nel cuore di questo signore così amante del cinema da aver iniziato la carriera come regista di documentari, di cui molti ancora nel cassetto, ai quali Lucisano è estremamente affezionato. Ed effettivamente, tra i film “recenti” della sua produzione, “Notte prima degli esami” è sicuramente uno dei più amati da Lucisano, che tuttavia ammette: «Ho amato moltissimo “Ricomicio da tre”, con Massimo Troisi. È forse il film che più di tutti ho amato, tra i tanti che ho prodotto, ed anche quello è stato una sfida. Con quella pellicola abbiamo inaugurato un nuovo genere di comicità, non lo dimenticherò mai». Tra i film distribuiti, invece, due su tutti sono quelli che gli sono rimasti più impressi. «Uno è sicuramente “Quattro matrimoni e un funerale”, un film sul quale molto probabilmente in pochi avrebbero scommesso, e che incredibilmente è diventato un “cult”, a tutt’oggi ancora amato e apprezzato dal pubblico. E mi piace anche moltissimo “I perfetti innamorati”, la pellicola con Julia Roberts e Billy Crystal». Un film che nel 2001 ha segnato il rilancio della gloriosa storia della Italian International Film nel panorama internazionale della distribuzione. Ma non bisogna dimenticare quel piccolo gioiello che è “Sleepers”, grazie al quale «siamo riusciti tanti anni fa a portare a Venezia un cast stellare di cui facevano parte Al Pacino e Robert De Niro, oltre a un giovanissimo Brad Pitt balzato alla notorietà grazie a “Thelma e Louise”. È stata una vera fatica metterli tutti insieme, ma che soddisfazione!». Soddisfazioni, vero, ammette Fulvio, ma anche «qualche perdita, non tutti i film vanno bene purtroppo. Ma questo è il lavoro del produttore, un mestiere non facile per chi lo fa come lo faccio io, alla vecchia maniera». Ossia, «mettendoci non solo la faccia, ma anche fondi propri della compagnia. Produrre
un film senza avvalersi dei finanziamenti altrui non è un lavoro da tutti, è una scelta coraggiosa, rischiosa, ma è così che ho sempre inteso il mio lavoro ed è esattamente in questa maniera che ho intenzione di continuare a farlo». L’attività della IIF non si ferma mai. Dopo il successo di “Ex”, in primavera inizieranno le riprese del secondo capitolo: «Sarà diretto da Vanzina, ed uscirà nelle sale nell’autunno dell’anno prossimo. In calendario, intanto, è prevista l’uscita in autunno di “Maschi contro femmine”, per la distribuzione di Rai Cinema, e per il mese di febbraio del suo seguito, “Femmine contro maschi”, che sarà invece distribuito da Medusa. E poi c’è un progetto, al quale tengo molto, che è ancora in fase di sviluppo ma che spero veda presto la luce. Si tratta del film intitolato “La ricerca del favoloso tesoro di Pompei”, che sarà diretto da Michele Soavi, e del quale ho scritto personalmente il soggetto. Al momento è in fase di scrittura della sceneggiatura, ci vorrà ancora un po’ prima che sia pronto». Fulvio Lucisano non è solo uomo di cinema, tuttavia. Molto sportivo, si è iscritto al Circolo Canottieri Lazio nel 1952. «Pur non essendo un tifoso di calcio, ho sempre fatto sport, soprattutto canottaggio con mio fratello, che era canottiere al Circolo delle Forze Armate e mi portava con sé. È stato poi Giuseppe Giunta, direttore dell’agenzia romana di distribuzione dei documentari, a portarmi al CC Lazio. Mi ricordo che la casina era tutta in legno, il presidente era ancora Olindo Bitetti, e la piscina l’ho vista praticamente costruire dal nulla. Non so se sia meglio ora, il Circolo: di sicuro è più variegato, ci sono molti più soci, tanti dei quali sono professionisti, e una marea di giovani. Non lo frequento quanto vorrei, ci vado solo nell’ora di pranzo, e faccio ginnastica, ma spero al più presto di tornare a fare canottaggio sul fiume». Tanti e calorosi i complimenti di Fulvio «agli ultimi due presidenti, Antonio Buccioni e Alfonso Rossi. Entrambi hanno fatto un gran bene al Circolo, soprattutto con la costruzione della nuova piscina hanno fatto un lavoro strepitoso, e li ammiro perché dedicano moltissimo del loro tempo a questa attività che, pur essendo in teoria “parallela” alla vita lavorativa di tutti i giorni, in pratica richiede una presenza ed una profusione di energie molto intense».
« Ricordo ancora la casina tutta in legno. La piscina, invece, l’ho vista costruire dal nulla»
I FILM PRODOTTI E DISTRIBUITI DALLA IIF MASCHI CONTRO FEMMINE Nelle sale dallo scorso 27 ottobre, avrà anche un seguito “Femmine contro maschi” nelle sale dal prossimo febbraio.
EX È stato un grande successo uscito nelle sale nel febbraio 2009 sotto la regia di Fausto Brizzi. A primavera inizieranno le riprese del secondo capitolo.
NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI OGGI Prodotto sempre dalla IFF, è uno dei rari esempi di sequel che ha superato i record stabiliti dal primo capitolo.
NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI Tra i film più recenti della sua produzione (uscita nelle sale italiane il 17 febbraio 2006) e anche tra i più amati da Lucisano.
I PERFETTI INNAMORATI Una commedia divertente del 2001 con Julia Roberts e Catherine Zeta-Jones che ha rilanciato la IFF nel panorama internazionale della distribuzione.
QUATTRO MATRIMONI E UN FUNERALE Un film che è diventato un vero e proprio “cult” tra i più apprezzati dallo stesso Lucisano che lo ha distribuito in Italia.
RICOMINCIO DA TRE È forse il film che più sta a cuore a Lucisano, una pellicola che non dimenticherà mai come nessuno dimenticherà mai quel grande attore che è stato Massimo Troisi.
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CIRCOLIAMO
Circoli in campo ecco
LE OLIMPIADI
SETTIMANE INTENSE PER LA QUINTA EDIZIONE DI CIRCOLIAMO, IL “TORNEO PIÙ MISTO CHE CI SIA”
proprio il caso di dirlo, Avanti Lazio! La nuova stagione sportiva si è aperta alla grande: l’inaugurazione del nuovo galleggiante, la nascita del Tiber, i successi dei canottieri Acerra e Rocchi. Avvenimenti che danno sicuramente un grandissimo lustro al Circolo Canottieri Lazio, che ha fatto della casina di Lungotevere Flaminio 25A uno dei centri di incontro più ambiti della Capitale. E, soprattutto, si è trasformato in una fucina di idee originali, interessanti, anche per quanto riguarda le attività tra i sodalizi. Ne è un esempio Circoliamo. Il torneo più misto che ci sia, vista la gran quantità di discipline che vi trovano spazio, considerate le Olimpiadi dei circoli storici. È nato nel 2002 con l’intenzione (mantenuta) di diventare nel tempo uno degli appuntamenti più attesi per tutti i soci dei principali circoli romani che, pur essendo appassionati di sport, lo praticano a livello amatoriale. La cadenza biennale ha fatto sì che, di edizione in edizione, sia stato possibile affinare tecniche e regolamenti,
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aggiungere di qua e togliere di là, per arrivare all’edizione 2010 (la quinta) con quella marcia in più che al CC Lazio non manca mai. L’appuntamento con Circoliamo 2010 era fissato per la fine di settembre, per andare avanti fino alla metà di ottobre, con le finali delle varie discipline disputate tra il 16 e il 17 ottobre. La partecipazione è stata più che cospicua: addirittura il presidentissimo biancoceleste Alfonso Rossi, grandissimo sportivo, ha partecipato a più di una gara, a dimostrazione di quanto abbia preso sul serio l’impegno nei confronti del CC Lazio.E le prime gare hanno premiato gli appassionati biancazzurri che hanno, come si dice, dato il fritto per tenere alti i colori sociali. Nel canottaggio, l’otto ha sfiorato l’oro contro l’Aniene. Nella pallavolo, conquistati i primi punti contro il CT Eur, e nel biliardo sempre contro l’Aniene del presidente Malagò. Anche il basket ha dato grosse soddisfazioni, con le prime due partite vinte, e ancora contro l’Aniene i ragazzi del tennis si sono imposti alla grande.
Foto di Andrea Friedrich
Da sinistra: Valentino Fabiani, Diego De Vecchis, Marco Critelli, Ugo Calderai, Daniele Tavano, medaglia d’oro nel biliardo a Circoliamo 2010
LE DISCIPLINE Per partecipare a Circoliamo, non è necessario essere uno sportivo nel vero senso del termine. Tantissime, infatti, le opzioni non “faticose” per prendere parte a questa manifestazione, la cui filosofia è in realtà quella di esaltare tutte le attività che notoriamente si svolgono in un circolo, a partire dal biliardo all’italiana fino alle boccette, passando per il Pool 8/15, per le carte del Bridge, del Burraco e dell’ormai storico gioco “da circolo” Gin Rummy, per arrivare poi al golf. Per non parlare degli sport “canonici” come il tennis, la pallavolo, il basket, il calcio a 8 e il calcio a 5, il tennis da tavolo, il canottaggio, la corsa ed il nuoto. E, chicca di questa edizione, lo sport dimostrativo denominato “Footvolley”, che dà il nome alla relativa sezione nata dall’idea di un gruppo di soci del CC Lazio.
IL FOOTVOLLEY
Foto di Andrea Friedrich
La squadra dell’Otto Con del CC Lazio
I CIRCOLI
CIRCOLIAMO 2010
IL MEDAGLIERE
CC ANIENE T.C. PARIOLI C.C. LAZIO SPORTING EUR C.C. ROMA TEVERE REMO C.T. EUR
È uno sport “emergente” di origini brasiliane: è un misto di calcio (perché si gioca senza usare le mani e le braccia) e di beach volley, perché oltre ad essere praticato sullo stesso campo di gioco in sabbia, lo scopo è lo stesso: mandare la palla nel campo avversario. Il Footvolley classico si gioca due contro due, ma recentemente è stato introdotto il “superfootvolley” (quattro contro quattro) per consentire un approccio meno difficile. In Brasile l’audience è tale che sono stati costruiti veri e propri stadi sulle spiagge, dove oltre ai campioni di questo sport spesso si incontrano le stelle del calcio brasiliano che si cimentano con successo con gli specialisti della disciplina. Si pratica su un campo in sabbia di dimensioni 8x16, con una rete a 2,20 metri di altezza. Le dimensioni originali talvolta sono aumentate a 9x18 per rendere questo sport ancora più spettacolare, ed è di queste dimensioni che è fatto il campo del CC Lazio. Una delle particolarità del Footvolley è il Tubarao. È un colpo che prende il nome dal suo inventore, e consiste in una rovesciata in cui il giocatore non dà le spalle alla rete, ma “schiaffeggia” la palla col piede sopra la rete stessa.
12 2 1 1 0 0 0
1 6 3 2 3 1 1
1 0 4 1 1 6 2
Oltre naturalmente al Circolo Canottieri Lazio, sodalizio fondatore ed ideatore delle Olimpiadi dei Circoli Storici, partecipano a Circoliamo 2010 il “vicino di casa” Circolo Canottieri Roma, Circolo Canottieri Aniene, il Reale Circolo Tevere Remo, il CT Eur, lo Sporting Eur e il TC Parioli. Ognuna delle realtà, nei limiti delle sue possibilità, ha messo a disposizione le proprie strutture ed i propri impianti per ospitare le gare delle varie discipline, poggiandosi a location esterne nel caso di giochi come il golf, le cui gare si disputano al Parco di Roma, o la corsa che si svolge allo Stadio dei Marmi. Mentre alcune discipline, le cui gare si disputano in più gironi, sono ospitate dall’uno o dall’altro sodalizio a seconda del gruppo che si sta disputando.
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MONDANITÀ
Un nuovo
galleggiante e non solo…
stata celebrata, con una serata-evento in compagnia delle massime cariche dirigenziali del CC Lazio e di autorevoli esponenti del panorama politico capitolino, la ricostruzione del galleggiante affondato dopo la piena dello scorso marzo. Erano presenti, oltre al presidente Alfonso Rossi, anche i vicepresidenti Giuseppe Viggiano e Nino Gargiulo. Non mancavano esponenti importanti della politica locale come l’assessore regionale Giuseppe “Lele” Cangemi e Francesco De Micheli, consigliere comunale delegato al Tevere e coordinatore della sezione romana della Giovane Italia, il movimento giovanile del Pdl. La serata è stata dedicata a un osservato d’eccezione, a quel Tevere che dai locali del Circolo è facile ma allo stesso tempo sempre piacevole ammirare. Si è parlato di quello che sarà il futuro del grande fiume della Capitale, delle necessità di ricostruzione degli argini e di difendere la natura e l’ambiente circostante. Il Canottieri Lazio si assurge a vero
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osservatore del Tevere: la filosofia è quella di porre l’attenzione su quelle che sono le necessità del corso d’acqua, un discorso che viene portato avanti con la collaborazione della politica locale. Alla ricostruzione del galleggiante fa da contraltare l’inaugurazione del Tiber Rowing Club, situato sulla via Flaminia, un’occasione per valorizzare la disciplina di punta del CC Lazio: il canottaggio, che ha visto le sue due anime – quella agonistica e quella riservata ai soci – unirsi per una serata particolare. I canottieri agonisti si alleneranno al Tiber, mentre al Circolo continueranno a prepararsi i ragazzi e i soci. Il canottaggio è al centro di un progetto di solidarietà: un gruppo di ragazzi down si allenerà nella sede di Lungotevere Flaminio, a seguirlo sarà un team di canottiere. Una bella iniziativa di accoglienza che è destinata sicuramente ad allargarsi, si cercherà infatti di far integrare al meglio questi ragazzi all’interno del CC Lazio.
UNA TRADIZIONE SEMPRE VIVA Un piccolo pezzo di storia e di tradizione romana che vede il Circolo Canottieri Lazio in prima fila. Il 25 luglio si è svolta, come da rinnovato appuntamento da dieci anni a questa parte, dal Giubileo del 2000, il tradizionale rito della Madonna Fiumarola. Così da Lungotevere Flaminio fino a ponte Garibaldi la Madonna del Carmine detta «Fiumarola» - perché ritrovata tra ponte Garibaldi e ponte Sisto – è tornata a Trastevere, sua dimora permanente. Così la Madonna è stata portata nel celebre rione romano dove si festeggiava la Festa de Noantri. Ad accompagnarla, a bordo di un gommone, le autorità: il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il delegato allo Sport del Comune, Alessandro Cochi, il vescovo titolare di Nepi, monsignor Benedetto Tuziav e il titolare di Santa Maria, Matteo Zuppi, l'assessore regionale agli Enti locali, Giuseppe Cangemi e, ovviamente, il presidente del Circolo Canottieri Lazio, Alfonso Rossi. Benedizione ufficiale e consegna della targa dal presidente del «cast sub Roma» che mette a disposizione il gommone con il quale si officia la cerimonia. A Trastevere la Madonna è arrivata nei pressi dell'Isola Tiberina, per poi raggiungere, in processione trasportata dai «Portatori dell'Arciconfraternita di Santissima Maria del Carmine detta Madonna de Noantri conosciuta come Fiumarola”, la basilica di Santa Maria in Trastevere.
I GUARDIANI DEL TEVERE
MARIO RIVA, LAZIALE VERO
TEVERE E SPECIAL OLYMPICS
Il Tevere è un bene prezioso per tutta la città e, come tale, va salvaguardato. Per questo, nella seratà di lunedì 25 ottobre nella sede del CC Lazio è stato presentato un progetto che propone la creazione di un gruppo di volontari: i “Tevere Rangers”. Le “sentinelle” percorreranno a bordo di un natante a motore i tratti navigabili del grande fiume per tenere sotto controllo eventuali stati di degrado ambientale o sociale. La funzione dello staff, composto da personale volontario di CC Lazio, CC Roma, CC Aniene, RCC Tevere Remo e CC Tirrenia Todaro sarà di segnalare alle istituzioni preposte eventuali fenomeni di accampamenti spontanei lungo le sponde e sotto i ponti, l’abusivismo nomade, il deposito coatto di strutture e attrezzature non autorizzate, e ancora situazioni di pericolo sociale che potrebbero crearsi in seguito a raduni collettivi non autorizzati.
Personaggio amatissimo della tv, che ha lanciato il piccolo schermo nelle case degli italiani. Il grande Mario Riva è stato non solo l’amato presentatore de “Il Musichiere” ma un affezionato consocio legato anima e corpo ai colori dell’SS Lazio. Il circolo lo ha ricordato il 3 settembre con una serata a lui dedicata che ne ha delineato i contorni di grande laziale, attaccato alla Polisportiva e al suo spirito. Oltre al figlio Antonello, all'attore Enzo Garinei, al biografo ufficiale, Giancarlo Governi, e Antonio Buccioni, presidente dei circoli sportivi storici della Capitale, è stato presente anche il delegato per lo Sport del Comune di Roma, Alessandro Cochi, che porterà l'omaggio dell'amministrazione e della città al Riva appassionato di sport e consigliere della Lazio Calcio. Il giorno seguente presso la sede della Fondazione Sandri, in piazza della Libertà, si è tenuta una mostra di cimeli di Mario Riva.
Incontro intorno ai temi della sicurezza del Tevere con l'assessore agli Enti Locali e la Sicurezza Cangemi della giunta Polverini. La tutela del grande fiume è collegata a stretto filo con la vita del circolo che su di esso si affaccia soprattutto in vista dei possibili Giochi Olimpici, e i circoli storici sono i custodi e gli animatori di un grande patrimonio. Sempre con l'assessore è stato affrontato un altro tema che sta a cuore al Circolo Canottieri Lazio, riguardante gli Special Olympics. Già ora un gruppo di ragazzi affetti dalla sindrome di Down si allenano al CC Lazio con degli istruttori messi a disposizione dal circolo per avvicinarli al canottaggio. L'obiettivo è di integrarli con il gruppo di soci Master che li aiuti a prendere sempre di più confidenza con il fiume in un contesto sportivo.
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LE SIGNORE DEL TEVERE
Socia
PER CASO
ISCRITTA DA 15 ANNI SU SUGGERIMENTO DI DUE AMICI, ORNELLA ABRUZZINI RACCONTA COME È NATO IL SUO AMORE PER IL CC LAZIO
ono molto onorata di inaugurare lo spazio “in rosa” dedicato alle socie del nostro circolo. Come in tutti i circoli storici di Roma, per tradizione, anche al Canottieri Lazio è prevalente la presenza maschile, ma non per questo non si deve dare alle donne l’importanza che meritano. Sono socia da quindici anni, mi sono iscritta un po’ per caso, due cari amici sono venuti da me con la scheda d’iscrizione e mi hanno quasi obbligata a farlo; era per me un momento di cambiamento della mia vita, lasciavo il lavoro e devo dire che sono molto contenta di aver fatto questa scelta. All’inizio non avevo un vero motivo per frequentare, né passioni particolari per qualche sport; il comparto femminile del circolo però è stato da subito molto accogliente e così mi sono inserita subito. Poi ho scoperto il tennis ed è stato vero amore! All’inizio, nonostante i miei sforzi, i risultati erano penosi, non fosse stato per la pazienza e l’atteggiamento sempre incoraggiante del compianto Claudio Damiani avrei smesso. Ora continuo ad allenarmi con i due ottimi maestri che abbiamo: Christian Cantagalli e
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Fabrizio Gherardi, i quali oltre che preparare da un punto di vista tecnico, trasmettono entusiasmo e una tale piacevolezza di gioco che allenarsi è un vero divertimento. Ora la mia frequentazione, giornaliera, è dedicata molto al tennis, ho imparato a giocarlo e lo seguo anche in tutte le manifestazioni sia competitive ad alto livello (giochiamo nella serie B da alcuni anni) che nei tornei interni e nelle sfide amichevoli di tutti i giorni. Sono sempre così presente da considerare il circolo la mia seconda casa sul Tevere. Ma il circolo non è solo sport, difatti da qualche anno si organizzano molti eventi di diverso tipo: culturali, musicali e d’intrattenimento. Io cerco sempre di partecipare perché ritengo che nel circolo non sia importante solo frequentare e utilizzare i servizi, ma soprattutto farne parte e, se ci si riesce, renderlo vivo e vivace in vari aspetti della vita comune. Dobbiamo essere grati a tutti quei soci che dedicano tanto del loro tempo sia per l’organizzazione della gestione ordinaria sia per la ricerca di nuovi eventi che rendano sempre più piacevole la vita al circolo.
SPORT
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Una vittoria a
sorpresa È QUELLA DI FABRIZIO GHERARDI AI CAMPIONATI ITALIANI DI TENNIS OVER 45 CHE RIPAGA DI TANTI SACRIFICI E IMPEGNO
I
l primo a essere sorpreso di tanto successo è Fabrizio Gherardi stesso, fresco vincitore del titolo di campione italiano di tennis Over 45, conquistato con i colori del Canottieri Lazio. Anche se sono solamente sei anni che è arrivato a Lungotevere Flaminio 25A - nel sodalizio che porta i colori della polisportiva più antica d’Europa - Fabrizio è completamente inserito nella vita sociale ed è grande amico di un altro socio, che in tanti anni ha tenuto alti i colori del circolo: Daniele Della Porta. Ma la vita di Fabrizio al Canottieri Lazio non è solo sport e relazioni interpersonali: fa parte del gruppo di maestri che segue i tanti bambini e ragazzi che vestono i colori biancocelesti e che vogliono imparare il tennis, in cui si impegnano a fondo sia nella pura attività ludica, sia nell’agonistica, che rappresenta uno dei fiori all’occhiello della realtà di Lungotevere Flaminio, nonostante un certo rammarico per la penuria di tornei intercircolo dedicati ai ragazzi dell’età degli allievi di Fabrizio e dei suoi colleghi. FABRIZIO, RACCONTACI DEL TUO SUCCESSO AI CAMPIONATI ITALIANI OVER 45… «Non partivo da favorito visto che a concorrere per il titolo c’erano anche due nazionali, Tanganelli e Circhio. Nessuno di loro, tra l’altro, è arrivato in finale: Circhio l’ho battuto in semifinale e all’ultimo match ho affrontato Poggi, di Torino, anche lui un “outsider” che comunque si è distinto». LO POTREMMO DUNQUE DEFINIRE “IL CAMPIONATO DELLE SORPRESE”… «Be’, in teoria potevo anche vincere, ma ripeto, non partivo decisamente favorito». RACCONTACI LE TUE SENSAZIONI. «È stata una vittoria sicuramente emozionante, non è cosa da tutti i giorni vincere un titolo italiano. Soprattutto perché a partire dai quarti di finale, le partite sono state tutte molto tirate, difficili. E’ una grandissima soddisfazione, sia a livello personale che di sodalizio. Soprattutto sono contento che questo successo sia arrivato proprio quest’anno, il primo con Daniele Della Porta come consigliere al tennis, siamo amici fraterni e vedere anche la sua felicità per questa conquista mi ha dato una tripla gioia». C’È ANCHE DI PIÙ, VERO? «Sì, è anche il primo titolo italiano nel tennis che il Circolo vince nella sua storia». DA QUANTO TEMPO SEI AL CC LAZIO? «Sono arrivato nel 2004, mi ha portato Daniele con il quale sono amico da vent’anni, e dove ho trovato degli amici come Christian Cantagalli
ed Ezio Scuderi». COSA FACEVI PRIMA? «Ero direttore sportivo ed agonistico del Circolo Nomentano, ma per motivi anche personali ho sentito il bisogno di allontanarmene, e allora Daniele mi ha portato al CC Lazio. Inizialmente sono entrato solamente per l’attività del tennis, poi per un periodo sono stato socio ordinario ed infine sono tornato a vestire i panni dell’atleta sia perché gioco a tennis indossando i colori biancocelesti, sia per la mia attività di maestro di tennis». PARLACI DI QUESTO TUO IMPEGNO… «Abbiamo un gruppo di bambini che va dai 5 ai 9 anni, e poi c’è una parte di ragazzi più grandi, di età compresa fra i 13 e i 15 anni, che svolgono l’attività agonistica. E poi nel mezzo c’è un gruppetto molto solido di preadolescenti, di età fra i 10 e i 12 anni. Gli allievi sono molti e tra di loro c’è qualche buona promessa». COME SI SVOLGE L’ALLENAMENTO TIPO? «Be’, noi stiamo molto sul campo. Nel senso che i ragazzi passano una buona parte del pomeriggio a giocare a tennis, specialmente quelli dell’agonistica che prima fanno attività fisica in palestra, e poi nell’ultima ora di lezione si allenano direttamente sul campo. Lo stesso vale per i più piccoli, quelli della scuola, ai quali stiamo cercando di insegnare bene questo sport». E FUORI DAL CIRCOLO, CHE TIPO DI ATTIVITÀ SVOLGETE? «Purtroppo i tornei sono pochi. Non ci sono molte realtà che organizzano iniziative per i ragazzi di questa età, a differenza di quanto accadeva quando io ero piccolo. Una volta c’erano molte più possibilità per i giovani di mettere in pratica in vere competizioni quanto appreso durante le lezioni, anche i genitori avevano più opportunità per accompagnarli e seguirli. Adesso invece la situazione è diversa, si fa fatica a reperire una qualsivoglia attività agonistica intercircolo». CHE TIPO DI ATTIVITÀ SVOLGETE CON I GIOVANI DELLA SCUOLA? «Siamo concentrati sul lavoro di squadra. Abbiamo tre categorie divise per età: Under 12, Under 14 e Under 16». A CHE LIVELLO OPERATE? «Purtroppo solamente a livello regionale, non siamo mai riusciti ad arrivare alla fase nazionale, ma ce la stiamo mettendo tutta per riuscirci al più presto». AL MOMENTO, STATE GIÀ FACENDO L’AGONISTICA O SOLO GLI ALLENAMENTI? «Per ora siamo fermi, con i ragazzi torneremo a svolgere l’attività agonistica a squadre a partire da febbraio 2011».
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LA VITA DEGLI ALTRI
Tra trionfi e iniziative
culturali
SUCCESSI SPORTIVI E LA PRESENTAZIONE DI UN LIBRO SULLE OLIMPIADI DI ROMA 1960 PROTAGONISTI NEGLI ALTRI CIRCOLI STORICI
TENNIS CLUB PARIOLI
CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE
RCC TEVERE REMO
Il circolo pariolino conferma la sua forte tradizione nel tennis. A trionfare questa volta è la giovane Martina Caregaro (18 anni) che si è aggiudicata l’undicesima edizione del Torneo Internazionale Femminile Città di Ciampino. La tennista italiana ha sconfitto in finale 6-3 6-3 la rumena Diana Enache, testa di serie numero 1 del torneo. Si è trattato di un incontro molto combattuto, ma Martina è apparsa fin da subito superiore all’avversaria e l’ha battuta quasi in scioltezza. Per la diciottenne, allenata da una ex campionessa come Silvia Farina, è il secondo successo nel circuito ITF nel 2010. Martina continua così a scalare la classifica ufficiale, quella WTA: attualmente è al numero 377, a inizio anno era soltanto la numero 934 del mondo. Una speranza in più per il movimento tennistico italiano in rosa.
Per il sodalizio gialloblù arrivano soddisfazioni anche dal canottaggio. Negli ultimi Campionati Italiani Assoluti e Juniores che si sono disputati sul Lago Superiore di Mantova, l’Aniene porta a casa due titoli tricolori: uno grazie al “quattro con” senior (con Vincenzo Capelli, Niccolò Mornati, Raffaello Leonardo e Andrea Palmisano ai remi e Gaetano Iannuzzi al timone) e uno nel “doppio” senior con Elia Luini e Pierpaolo Frattini. Oltre ai due ori, sono arrivati anche due argenti con il doppio junior femminile e con l’otto senior maschile e un bronzo nell’“otto con” junior maschile. Per i Mondiali di canottaggio in Nuova Zelanda sono stati convocati diversi atleti dell’Aniene tra cui i campioni d’Italia Capelli, Mornati e Palmisano, e ancora Elia Luini e Daniele Stefanoni.
Lo scorso 4 ottobre nella sede del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo è stato presentato il libro “Roma 1960 – le Olimpiadi che cambiarono il mondo” scritto dal giornalista americano David Maraniss, “columnist” del Washington Post e Premio Pulitzer, che era presente in sala ed è intervenuto per raccontare il suo lavoro e quelle Olimpiadi che forse non cambiarono il mondo, ma rappresentarono una cerniera tra il vecchio e il nuovo. La perfetta organizzazione dei giochi mise in buona luce il nostro Paese e la Capitale, che ora vuole tornare a ospitare i Giochi nel 2020. Sono arrivati anche successi sportivi di recente per il sodalizio di Lungotevere in Augusta: su tutti spicca la vittoria di Nanuk, la barca a vela dell’armatore Gianrocco Catalano che si riconferma campione italiano di vela nella classe Platu25.
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