Fini G., Modica M., Criticità e Strategia di Rigenerazione territoriale in FVG

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INU — Istituto Nazionale di Urbanistica, Sezione Friuli Venezia Giulia

Le criticità territoriali e la strategia di rigenerazione in Friuli Venezia Giulia

dott.ssa Giulia Fini, Università degli Studi di Udine

dott. Marcello Modica, Università degli Studi di Udine

15 marzo 2023 | Incontro online

Le criticità strutturali del territorio e la sfida di un progetto di rigenerazione del territorio regionale

Criticità territoriali e nuove sfide

Il ciclo economico basato sulla crescita, alimentata da energie fossili, va considerato in via di esaurimento e a questo ciclo ne andrà sostituito un altro, più sostenibile e resiliente, impostato su energie rinnovabili e tecnologie digitali. La combinazione di questo cambiamento, tecnico ed economico, indurrà una riarticolazione del modello sociale e territoriale che avrà effetti, in maniera diretta e integrata, sul complesso delle strutture territoriali (per abitare, lavorare, muoversi, dedicate al commercio e allo svago)e sulle infrastrutture che le connettono tra di loro.

Il territorio del Friuli Venezia Giulia si affaccia a queste sfide di abitabilità e resilienza con un portato di elementi di criticità che non è più possibile ignorare (come è stato fatto in passato, anche involontariamente, dalle politiche locali e territoriali).

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Le criticità territoriali | La contrazione demografica

Il calo demografico in regione è tra i più negativi a livello nazionale ed europeo.

A livello nazionale è analogo a quello delle regioni Liguria e Piemonte che rappresentano le regioni italiane nelle condizioni più negative.

A livello regionale, la contrazione della popolazione è ormai un fenomeno abbastanza omogeneo e diffuso che non riguarda più solo i territori della montagna friulana o altri territori periferici (sebbene qui si trovino i valori più alti).

Insieme alla denatalità, questa situazione è dovuta anche al trasferimento di popolazione (che comprende anche una elevata quota di giovani) verso altre aree del paese o verso l’estero.

Alla contrazione naturale si affianca una ridotta attrattività regionale di nuovi abitanti, stabili o temporanei, provenienti da zone extra-regione.

Insieme alla denatalità esiste, quindi, una perdita di attrattività.

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Le criticità territoriali

Dinamiche demografiche

2001-2010

Nel contesto del nord Italia il Friuli Venezia Giulia registra un calo demografico (pari al -10/20%) concentrato nelle aree montane: Canal del Ferro e val Canale, Carnia, Dolomi< Friulane. Nel territorio pianeggiante si nota una stagnazione e una crescita più pronunciata nella provincia di Pordenone (+ 5/25%).

Dinamiche demografiche

2010-2015

Nel contesto del nord Italia il Friuli Venezia Giulia registra un calo demografico evidente e significa<vo (colore blu scuro: fino a -10%) su buona parte del territorio regionale, al pari della regionale Liguria e del Piemonte.

Più marcato il calo nelle aree montane della regione, in linea con i territori alpini dell’Austria centro-orientale e del basso Piemonte (cfr. la provincia di Cuneo).

Fonte: ESPON, 2018

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Le criticità territoriali | Primo tema

Indice di invecchiamento (2015 EUSALP / 2018 ISTAT)

L’indice di invecchiamento è calcolato in base al rapporto fra la popolazione over 65 e la popolazione di età compresa fra gli 0 e i 14 anni.

Il Friuli Venezia Giulia presenta un indice di invecchiamento molto elevato su tutto il territorio regionale (colore rosso e rosso scuro: >150-200 in media), estremamente significativo nella fascia montana e costiera (>200).

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Fonte: ESPON, ISTAT

Le criticità territoriali | Primo tema

Capacità di attrazione degli studenti universitari, a.a. 2017/2018 (sopra)

Capacità di trattenimento degli studenti universitari, a.a. 2017/2018 (sotto)

Nel contesto nazionale il Friuli Venezia Giulia appare come un territorio poco attrattivo per gli studenti universitari.

Con l’esclusione dell’area triestina, la regione ha una capacità di attrazione inferiore al 71,4%, assimilandosi all’Alto Adige e al basso Piemonte come eccezioni negative nel centro -nord del paese.

Anche in termini di capacità di trattenimento la performance non è soddisfacente: pari al - 42,2% in totale e33,8% per le lauree magistrali , sempre con l’esclusione di Trieste che registra dati nettamente migliori.

Fonte: ISTAT

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• Quasi la metà del patrimonio edilizio e infrastruAurale regionale è stato realizzato dopo il secondo dopoguerra del secolo scorso, caraCerizzando la crescita edilizia e l’espansione urbanoterritoriale come parte di fase economica basata su energie fossili a buon prezzo, largo uDlizzo di manodopera, tecnologie semplici.

• Si traAa di un patrimonio oggi in larga misura obsoleto: con ampie porzioni da ammodernare o sosDtuire, perché non più consone agli aAuali standard economici, localizzaEvi e tecnico-prestazionali (nell’edilizia sono ancora inadeguate le prestazioni anEsismiche ed energeEche).

• Oltre alle note condizioni delle caserme abbandonate e delle aree industriali dismesse in contesto urbano, vanno consideraD gli insediamenE residenziali e produGvi in aree periferiche, le aree commerciali oggeAo di recente invecchiamento e svuotamento, gli immobili del terziario per i quali non c’è nuova domanda. Parte di questo stock, con le loro specificità, sono anche i tessuE delle ciAà storiche, i centri a vocazione turisEca mariGma o montana e gli insediamenD con vocazione specifica.

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Le criticità territoriali | Il patrimonio edilizio e infrastrutturale

Le criticità territoriali

Uso del suolo 1950-1970-2000

Il confronto tra le varie soglie temporali, in questo caso per Udine e il suo immediato hinterland, mostra un importante processo di urbanizzazione diffusa, comune a tutto il territorio del FVG.

Questo «patrimonio» territoriale in crisi è prevalentemente caratterizzato da tessuti residenziali a bassa densità (rosso acceso), zone commerciali (arancione) e produttive (viola).

Fonte: Progetto MOLAND

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Le criticità territoriali | Consumo di suolo e effetti del cambiamento climatico

I sistemi ecologico-ambientali, le qualità storico-culturali e paesaggistiche sono stati altamente compromessi dal modello di sviluppo fossile degli ultimi settant’anni.

Tra gli effetti negativi di questo modello va ricordato l’alto consumo di suolo, che in Friuli Venezia

Giulia è superiore alla media nazionale, ma anche il forte abbandono e degrado di diverse categorie di beni sia pubblici sia privati.

Tra gli effetti del cambiamento climatico che avranno luogo sui territori regionali vi sono:

• l’erosione dei territori costieri e lagunari con l’innalzamento delle acque;

• il cambiamento delle economie della montagna e della costa;

• la modifica delle condizioni di abitabilità dei territori per effetto della variazione delle temperature.

La combinazione di questi effetti è spesso cumulativa e tale da richiedere strategie e programmi urgenti e non più differibili o trascurabili.

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Le criticità territoriali

Consumo di suolo 2006-2021

Nel contesto italiano il Friuli Venezia Giulia registra un incremento del consumo di suolo significativo nel periodo considerato, nonostante la stagnazione demografica. La carta di destra riporta i valori del consumo di suolo su base comunale.

In basso, il confronto tra la percentuale per regione di suolo consumato (2021) e la media nazionale.

Fonte: ISPRA

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Le criticità territoriali

Erosione delle aree costiere del nord-est Italia al 2050

L’intera area costiera e lagunare dell’alto Adriatico sarà soggetta ad ampi fenomeni di erosione, da Ravenna fino a Grado.

Per il FVG l’erosione potrebbe condurre alla scomparsa progressiva dei territori a sud della litoranea San Giorgio di Nogaro - Cervignano –Monfalcone.

Fonte: Climate Central / Princeton

maggiormente l’impatto dell’innalzamento del livello del mare, con l’80% delle spiagge interamente sommerse. Da considerare anche gli impatti indiretti sul sistema lagunare nonché sull’abitabilità e la fruibilità turistica dei centri di balneazione di Lignano Sabbiadoro e Grado.

Fonte: Elaborazioni di Celata e Gioia, sulla base delle previsioni di Vousdoukas et al. (2020) e geodati ISPRA.

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Le criticità territoriali

Trend delle precipitazioni medie stagionali e annue (espresse in mm/anno) dal 1961 al 2015.

Dall’alto: inverno, primavera, estate, autunno, annuale.

Si nota, nel periodo considerato, la diminuzione progressiva delle precipitazioni nella stagione primaverile (seconda mappa) e sopra]u]o es<va (terza mappa, -2/6mm). Tale fenomeno interessa in par<colare l’alta pianura regionale, a nord di Udine (incluse le colline pedemontane) e la bassa friulana lungo la costa.

Su base annua (ul<ma mappa), le aree orientali della regione (Alpi e Prealpi Giulie, Udine, Gorizia e Carso) sono le più colpite dal deficit pluviometrico, mentre le aree montane nord-occidentali (Carnia e Dolomi< Friulane) registrano un incremento rilevante (+2/6mm) | Fonte: ARPA FVG – OSMER e progeZo ARCIS

Cambiamento climatico e industria dello sci. Previsione di sciabilità

Tra le regioni italiane alpine, il Friuli Venezia Giulia è l’unica che risentirà fortemente dell’innalzamento delle temperature dovuto al cambiamento climatico. Con una sola stazione sciistica sopra i 1500 m (terza colonna), il FVG anche con un solo grado in più di temperatura vedrà annullata la fruibilità sciistica della propria montagna.

Fonte: Legambiente / OCSE

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Le criticità territoriali

Proiezione della variazione delle temperature 2021-2015 | a sinistra

Anomalie delle temperature medie invernali ed estive regionali 2071-2100 vs 1976-2005 | a destra

In uno scenario a medio termine (al 2050), il territorio regionale subirà un incremento delle temperature dell’ordine di 1,3/1,8 gradi, con punte più marcate nelle aree montane. Tale aumento è in linea con quanto previsto per il contesto centro-europeo e leggermente migliore rispetto al nord-ovest italiano. Sul lungo periodo (al 2100) si prevedono incrementi molto più significativi (+3/6 gradi) in Friuli Venezia Giulia nella stagione estiva e sulle aree montane nella stagione invernale.

Fonte: EURAC / ARPA FVG

Una strategia di rigenerazione territoriale

Le evidenti criticità socio-economiche, demografiche, ambientali e insediative richiedono un approccio rigenerativo alla scala territoriale: non limitato a contesti e situazioni solo tipicamente «urbane», ma capace di superare la logica puntuale e locale della rigenerazione urbana tradizionale.

La rigenerazione territoriale si configura come un processo ampio di ristrutturazione di sistemi integrati di grandi aree urbane e non urbane (residenziali, di servizio, produttive, commerciali, turistiche, agricole ecc.) e delle relative infrastrutture che, avendo ormai perso, in misura sostanziale, qualità, funzionalità e attrattività, vanno ripensati in termini soprattutto di resilienza.

L’INU FVG ha proposto la rigenerazione territoriale come una strategia di intervento estesa a tutte le situazioni del territorio interessate da processi di contrazione, declino, abbandono e degrado , dal micro al macro, declinandola in una dimensione allargata, in linea con gli obiettivi di resilienza ambientale, economica e sociale che, specificatamente alla scala territoriale, trovano il proprio corretto trattamento.

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Diversamente dai tipici interventi di rigenerazione urbana, dove il mercato immobiliare e edilizio rappresentano le forze motrici principali, la rigenerazione territoriale si incardina in un progetto sociale e politico, di più ampio raggio e a lungo termine , supportato da strumenti di pianificazione e programmazione.

• Si tratta di una direttrice strategica che deve essere indirizzata dal Piano di Governo del Territorio della Regione, calata negli specifici territori da piani strutturali di area vasta, regolata sulle proprietà da piani urbanistici comunali e infine attuata con forte impiego di un fondo ad hoc alimentato da Fondi nazionali, europei o regionali.

• I seguenti driver strutturali risultano indispensabili per la rigenerazione territoriale alle diverse scale: il driver energetico, digitale, della mobilità sostenibile, dei nuovi poli dei servizi pubblici e dei servizi ecosistemici. A questi si aggiunge il driver paesaggistico, assicurato, in qualche misura, dal suo apposito piano regionale.

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Una strategia di rigenerazione territoriale

Una strategia di rigenerazione territoriale

La strategia di rigenerazione territoriale per come è stata ideata e condivisa mira a:

affrontare le condizioni sistemiche e struFurali del territorio regionale, legate ai sistemi insediaGvi e alle funzioni correlate (residenziale, produDva, commerciale, turisEca, agricola o ad altra vocazione specifica), ai sistemi infrastruFurali e del trasporto, alle reG degli spazi aperG, di fornitura dell’energia, dell’acqua, dei servizi, alle componenE ecologicoambientali;

concentrarsi su piani e progeH di interesse regionale e di scala vasta, perché più complessi e di sistema, che possono fare da apripista per pianificazioni e intervenG più diffusi e localizzaG.

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Insediamento produttivo-artigianale, micro-estensivo

Tessuto poco denso, parte di un contesto ambientale di valore alto, in prossimità del Fiume Tagliamento

Strategie: * rinaturalizzazione selettiva * riqualificazione paesaggistica

Tessuti insediativi e interventi >

Trasaghis

Tessuti insediativi e interventi

Insediamento produttivo-artigianale, micro-intensivo

Tessuto denso, con diversi capannoni vuoti e abbandonati, in contesto ambientale di valore medio

Strategie: * addensamento selettivo * sostituzione attività * produzione energia rinnovabile * mitigazione ambientale

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Manzano

Tessuti insediativi e interventi

Insediamento produttivo-artigianale, di grandi dimensioni.

Tessuto denso, con presenza di capannoni vuoti e abbandonati, in contesto ambientale di valore medio-basso

Strategie: * demolizione e riuso selettivo * produzione energie rinnovabili * parziale rinaturalizzazione * mitigazione ambientale

Orcenico Inferiore, ex Ideal Standard

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Tessuti insediativi e

interventi

Masterplan area ex SIAPA

San Vincenzo di Galliera

Industrial Re-evolution, EUROPAN winning project Barcellona

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Tessuti insediativi e interventi

Masterplan area ex SIAPA San Vincenzo di Galliera

Recupero area industriale Ponte San Pietro, Bergamo, GRU Architetti

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Tessuti insediativi e interventi

Tessuto residenziale a bassa densità su matrice agricola, occupazione di suolo medio-alta

Strategie: * riqualificazione di porzioni interne * riqualificazione paesaggistica (margini, bordi e spazi aperti)

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Cordenons, ex Cotonificio Makò

Tessuti insediativi e interventi

Tessuto residenziale diffuso a bassa densità e su matrice agricola.

Strategie: * addensamento selettivo (servizi e mobilità) * riuso per energie rinnovabili e agrivoltaico

* riqualificazione ambientale e paesaggistica

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Gemona del Friuli

Tessuti insediativi e interventi

<< Consultazione Grand Pari(s), progetto Lacaton & Vassalle, Parigi

^ Consultazione Grand Genève 2050, progetto di Isabel Claus, Ginevra

< Concorso EUROPAN, Urban Prescriptions, Estudi 08014, Leeuwarden, Paesi Bassi

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Tessuti insediativi e interventi

Insediamenti militari in aree urbane o peri-urbane

Strategie: * riuso intensivo * addensamento selettivo (per servizi e mobilità)

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Villa Vicentina, ex Caserma Monte Vodice ed ex Caserma Bafile

Tessuti insediativi e interventi

Insediamenti militari isolate o parzialmente isolati.

Strategie: * rinaturalizzazione * riuso estensivo (es. parco fotovoltaico)

Codroipo, ex Polveriera Mangiarotti ed ex Deposito Esplosivi

Pannelia

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Tessuti insediativi e interventi

Westpark, Bochum, Germania, Progetto S.K.T. Stadtplaner

Landscha]spark Duisburg

Nord, Duisburg, Germania, Proge^o Latz&Partners

Masterplan area ex Reggiane, Reggio Emilia
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Tessuti insediativi e interventi

Tessuto misto (residenziale, produttivo, commerciale) in contesto ambientale sensibile

Strategie: * riqualificazione paesaggistica * mitigazione ambientale (zona fluviale)

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Villesse

Tessuti insediativi e interventi

Tessuto misto (residenziale, produ?vo, commerciale) in contesto periurbano

Strategie: * addensamento sele?vo (mobilità) * sos@tuzione funzionale * riqualificazione ambientale e paesaggis@ca (agrivoltaico)

Udine Nord, Feletto Umberto
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Tessuti insediativi e interventi

Consultazione Grand Pari(s), Parigi

Progetto raggruppamento J. Nouvel, Lacaton & Vassalle

Concorso EUROPAN

Ville productive, Guebwiller, Francia, progetto Atelier Gantner

La Comunità di lavoro per la Rigenerazione territoriale

Nella primavera del 2022 la Sezione regionale Friuli Venezia Giulia dell’INU contestualmente alla proposta di una strategia di “rigenerazione territoriale regionale” (cfr. il documento INU

FVG 2022) ha dato origine alla costituzione della Comunità di lavoro per la Rigenerazione territoriale, condivisa con altri soggetti pubblici e con associazioni regionali, interessate alla qualità e promozione del territorio.

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Comune di Udine

Comunità di montagna della Carnia

Comune di Pordenone

Centro EUROPE DIRECT Carnia

Comune di San Giorgio di Nogaro

ANCE Alto Adriatico - FVG

Comune di Muzzana

Agenzia per l’Energia APE FVG

Comune di Reana del Roiale

Legambiente Friuli Venezia Giulia

Comune di Sacile

Associazione Dottori Agrari e Forestali

Ufficio tecnico Associazione

Intercomunale Conca Tolmezzina

Unione Italiana del Lavoro UIL FVG

nuove adesioni

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La Comunità di lavoro per la Rigenerazione territoriale Adesioni aggiornate al dicembre 2022

Grazie dell’attenzione

giulia.fini@uniud.it / marcello modica@auniud.it

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