Università degli Studi di Firenze | DIDA — Dipartimento di Architettura
Dottorato Sostenibilità e innovazione per il progetto dell’ambiente costruito e del sistema prodotto
Le fragilità territoriali e la strategia della rigenerazione territoriale in Friuli Venezia Giulia: temi di ricerca, pianificazione e progetto
dott.ssa Giulia Fini, Università degli Studi di Udine
dott. Marcello Modica, Università degli Studi di Udine
17 maggio 2023 | Seminario
Crisi climatica e rischi del XXI secolo.
Modelli epistemologici e operativi verso adeguate risposte urbane e territoriali
Criticità territoriali e nuove sfide
✓ L’attenzione della presentazione non è rivolta a sottolineare le condizioni positive della regione, quanto a evidenziare le criticità che rischiano di compromettere le qualità spaziali, ecologico ambientali e socio-economiche della regione stessa.
• Forte contrazione demografica regionale
• Stato del patrimonio edilizio e infrastrutturale della regione;
• Effetti territoriali generati dall’epoca fossile quelli previsti a seguito del cambiamento climatico.
Criticità territoriali e nuove sfide
Superficie: 7.932 Kmq
Popolazione: 1.211.357 abitanti (2020)
Legge urbanistica: LR. n.5 | 23.02.2007
Oggi, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
è priva di:
• Legislazione regionale per il Governo del Territorio;
• Pianificazione generale di Governo del Territorio a scala regionale e pianificazione urbanistica aggiornata a quella comunale;
• Enti di pianificazione territoriale di area vasta - se si esclude qualche Comunità di montagna.
Le criticità territoriali | La contrazione demografica
Il calo demografico in regione è tra i più negativi a livello nazionale ed europeo. A livello nazionale è analogo a quello delle regioni Liguria e Piemonte che rappresentano le regioni italiane nelle condizioni più negative. A livello regionale, la contrazione della popolazione è ormai un fenomeno abbastanza omogeneo e diffuso che non riguarda più solo i territori della montagna friulana o altri territori periferici, sebbene qui si trovino i valori più alti.
* Insieme alla denatalità, questa situazione è dovuta anche al trasferimento di popolazione –compresa anche una elevata quota di giovani - verso altre aree del paese o verso l’estero.
* Alla contrazione naturale si affianca una ridotta attrattività regionale di nuovi abitanti, stabili o temporanei, provenienti da zone extra-regione. Insieme alla denatalità esiste, quindi, una perdita di attrattività.
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Le criticità territoriali
Dinamiche demografiche
2001-2010
Nel contesto del nord Italia il Friuli Venezia Giulia registra un calo demografico (pari al -10/20%) concentrato nelle aree montane: Canal del Ferro e val Canale, Carnia, Dolomiti Friulane. Nel territorio pianeggiante si nota una stagnazione e una crescita più pronunciata nella provincia di Pordenone (+ 5/25%).
Dinamiche demografiche
2010-2015
Nel contesto del nord Italia il Friuli Venezia Giulia registra un calo demografico evidente e significativo (colore blu scuro: fino a -10%) su buona parte del territorio regionale, al pari della regionale Liguria e del Piemonte.
Più marcato il calo nelle aree montane della regione, in linea con i territori alpini dell’Austria centro-orientale e del basso Piemonte (cfr. la provincia di Cuneo).
Fonte: ESPON, 2018
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Le criticità territoriali | Primo tema
Indice di invecchiamento (2015 EUSALP / 2018 ISTAT)
L’indice di invecchiamento è calcolato in base al rapporto fra la popolazione over 65 e la popolazione di età compresa fra gli 0 e i 14 anni.
Il Friuli Venezia Giulia presenta un indice di invecchiamento molto elevato su tutto il territorio regionale (colore rosso e rosso scuro: >150-200 in media), estremamente significativo nella fascia montana e costiera (>200).
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Fonte: ESPON, ISTAT
Le criticità territoriali | Primo tema
Capacità di attrazione degli studenti universitari, a.a. 2017/2018 (sopra)
Capacità di trattenimento degli studenti universitari, a.a. 2017/2018 (sotto)
Nel contesto nazionale il Friuli Venezia Giulia appare come un territorio poco attrattivo per gli studenti universitari.
Con l’esclusione dell’area triestina, la regione ha una capacità di attrazione inferiore al 71,4%, assimilandosi all’Alto Adige e al basso Piemonte come eccezioni negative nel centro -nord del paese.
Anche in termini di capacità di trattenimento la performance non è soddisfacente: pari al - 42,2% in totale e33,8% per le lauree magistrali , sempre con l’esclusione di Trieste che registra dati nettamente migliori.
Fonte: ISTAT
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• Quasi la metà del patrimonio edilizio e infrastrutturale regionale è stato realizzato dopo il secondo dopoguerra del secolo scorso, caratterizzando la crescita edilizia e l’espansione urbanoterritoriale come parte di fase economica basata su energie fossili a buon prezzo, largo utilizzo di manodopera, tecnologie semplici.
• Si tratta di un patrimonio oggi in larga misura obsoleto:
con ampie porzioni da ammodernare o sostituire, perché non più consone agli attuali standard economici, localizzativi e tecnico-prestazionali (nell’edilizia sono ancora inadeguate le prestazioni antisismiche ed energetiche).
• Oltre alle note condizioni delle caserme abbandonate e delle aree industriali dismesse in contesto urbano, vanno considerati gli insediamenti residenziali e produttivi in aree periferiche , le aree commerciali oggetto di recente invecchiamento e svuotamento, gli immobili del terziario per i quali non c’è nuova domanda. Parte di questo stock, con le loro specificità, sono anche i tessuti delle città storiche, i centri a vocazione turistica marittima o montana e gli insediamenti con vocazione specifica.
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Le criticità territoriali | Il patrimonio edilizio e infrastrutturale
• Quasi la metà del patrimonio edilizio e infrastrutturale regionale è stato realizzato dopo il secondo dopoguerra del secolo scorso, caratterizzando la crescita edilizia e l’espansione urbanoterritoriale come parte di fase economica basata su energie fossili a buon prezzo, largo utilizzo di manodopera, tecnologie semplici.
• Si tratta di un patrimonio oggi in larga misura obsoleto:
con ampie porzioni da ammodernare o sostituire, perché non più consone agli attuali standard economici, localizzativi e tecnico-prestazionali (nell’edilizia sono ancora inadeguate le prestazioni antisismiche ed energetiche).
• Oltre alle note condizioni delle caserme abbandonate e delle aree industriali dismesse in contesto urbano, vanno considerati gli insediamenti residenziali e produttivi in aree periferiche , le aree commerciali oggetto di recente invecchiamento e svuotamento, gli immobili del terziario per i quali non c’è nuova domanda. Parte di questo stock, con le loro specificità, sono anche i tessuti delle città storiche, i centri a vocazione turistica marittima o montana e gli insediamenti con vocazione specifica.
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Le criticità territoriali | Il patrimonio edilizio e infrastrutturale
Le criticità territoriali | Il Consumo di suolo
I sistemi ecologico-ambientali, le qualità storico-culturali e paesaggistiche sono stati altamente compromessi dal modello di sviluppo fossile degli ultimi settant’anni.
Tra gli effetti negativi di questo modello va ricordato l’alto consumo di suolo, che in Friuli Venezia
Giulia è superiore alla media nazionale, ma anche il forte abbandono e degrado di diverse categorie di beni sia pubblici sia privati.
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Le criticità territoriali
Consumo di suolo 2006-2021
Nel contesto italiano il Friuli Venezia Giulia registra un incremento del consumo di suolo significativo nel periodo considerato, nonostante la stagnazione demografica. La carta di destra riporta i valori del consumo di suolo su base comunale.
In basso, il confronto tra la percentuale per regione di suolo consumato (2021) e la media nazionale.
Fonte: ISPRA
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Le criticità territoriali
Uso del suolo 1950-1970-2000
Il confronto tra le varie soglie temporali, in questo caso per Udine e il suo immediato hinterland, mostra un importante processo di urbanizzazione diffusa, comune a tutto il territorio del FVG.
Questo «patrimonio» territoriale in crisi è prevalentemente caratterizzato da tessuti residenziali a bassa densità (rosso acceso), zone commerciali (arancione) e produttive (viola).
Fonte: Progetto MOLAND
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Le criticità territoriali | Gli effetti del cambiamento climatico
Tra gli effetti del cambiamento climatico che avranno luogo sui territori regionali vi sono:
• l’erosione dei territori costieri e lagunari con l’innalzamento delle acque;
• il cambiamento delle economie della montagna e della costa;
• la modifica delle condizioni di abitabilità dei territori per effetto della variazione delle temperature.
La combinazione di questi effetti è spesso cumulativa e tale da richiedere strategie e programmi urgenti e non più differibili o trascurabili.
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Le criticità territoriali
Erosione delle aree costiere del nord-est Italia al 2050
L’intera area costiera e lagunare dell’alto Adriatico sarà soggetta ad ampi fenomeni di erosione, da Ravenna fino a Grado. Per il FVG l’erosione potrebbe condurre alla scomparsa progressiva dei territori a sud della litoranea San Giorgio di Nogaro - Cervignano –Monfalcone.
Fonte: Climate Central / Princeton
maggiormente l’impatto dell’innalzamento del livello del mare, con l’80% delle spiagge interamente sommerse. Da considerare anche gli impatti indiretti sul sistema lagunare nonché sull’abitabilità e la fruibilità turistica dei centri di balneazione di Lignano Sabbiadoro e Grado.
Fonte: Elaborazioni di Celata e Gioia, sulla base delle previsioni di Vousdoukas et al. (2020) e geodati ISPRA.
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Le criticità territoriali
Trend delle precipitazioni medie stagionali e annue (espresse in mm/anno) dal 1961 al 2015.
Dall’alto: inverno, primavera, estate, autunno, annuale.
Si nota, nel periodo considerato, la diminuzione progressiva delle precipitazioni nella stagione primaverile (seconda mappa) e soprattutto estiva (terza mappa, -2/6mm). Tale fenomeno interessa in particolare l’alta pianura regionale, a nord di Udine (incluse le colline pedemontane) e la bassa friulana lungo la costa.
Su base annua (ultima mappa), le aree orientali della regione (Alpi e Prealpi Giulie, Udine, Gorizia e Carso) sono le più colpite dal deficit pluviometrico, mentre le aree montane nord-occidentali (Carnia e Dolomiti Friulane) registrano un incremento rilevante (+2/6mm) | Fonte: ARPA FVG – OSMER e progetto ARCIS
Cambiamento climatico e industria dello sci. Previsione di sciabilità
Tra le regioni italiane alpine, il Friuli Venezia Giulia è l’unica che risentirà fortemente dell’innalzamento delle temperature dovuto al cambiamento climatico. Con una sola stazione sciistica sopra i 1500 m (terza colonna), il FVG anche con un solo grado in più di temperatura vedrà annullata la fruibilità sciistica della propria montagna.
Fonte: Legambiente / OCSE
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Le criticità territoriali
Proiezione della variazione delle temperature 2021-2050 | a sinistra
Anomalie delle temperature medie invernali ed estive regionali 2071-2100 vs 1976-2005 | a destra
In uno scenario a medio termine (al 2050), il territorio regionale subirà un incremento delle temperature dell’ordine di 1,3/1,8 gradi, con punte più marcate nelle aree montane. Tale aumento è in linea con quanto previsto per il contesto centro-europeo e leggermente migliore rispetto al nord-ovest italiano. Sul lungo periodo (al 2100) si prevedono incrementi molto più significativi (+3/6 gradi) in Friuli Venezia Giulia nella stagione estiva e sulle aree montane nella stagione invernale.
Fonte: EURAC / ARPA FVG
Una strategia di rigenerazione territoriale
Le evidenti criticità socio-economiche, demografiche, ambientali e insediative richiedono un approccio rigenerativo alla scala territoriale: non limitato a contesti e situazioni solo tipicamente «urbane» e capace di superare la logica puntuale e locale della rigenerazione urbana tradizionale.
La rigenerazione territoriale si configura come un processo ampio di ristrutturazione di sistemi integrati, di grandi aree urbane e non urbane, (residenziali, di servizio, produttive, commerciali, turistiche, agricole ecc.) e delle relative infrastrutture che, avendo ormai perso, in misura sostanziale, qualità, funzionalità e attrattività, vanno ripensati in termini soprattutto di resilienza.
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Una strategia di rigenerazione territoriale
Le evidenti criticità socio-economiche, demografiche, ambientali e insediative richiedono un approccio rigenerativo alla scala territoriale: non limitato a contesti e situazioni solo tipicamente «urbane» e capace di superare la logica puntuale e locale della rigenerazione urbana tradizionale.
La rigenerazione territoriale si configura come un processo ampio di ristrutturazione di sistemi integrati, di grandi aree urbane e non urbane, (residenziali, di servizio, produttive, commerciali, turistiche, agricole ecc.) e delle relative infrastrutture che, avendo ormai perso, in misura sostanziale, qualità, funzionalità e attrattività, vanno ripensati in termini soprattutto di resilienza.
Si propone la rigenerazione territoriale come una strategia di intervento estesa a tutte le situazioni del territorio interessate da processi di contrazione, declino, abbandono e degrado: dal micro al macro, declinandola in una dimensione allargata, in linea con gli obiettivi di resilienza ambientale, economica e sociale che, specificatamente alla scala territoriale, trovano il proprio corretto trattamento.
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Diversamente dai tipici interventi di rigenerazione urbana, dove il mercato immobiliare e edilizio rappresentano le forze motrici principali, la rigenerazione territoriale si incardina in un progetto sociale e politico, di più ampio raggio e a lungo termine , supportato da strumenti di pianificazione e programmazione.
• Si tratta di una direttrice strategica che deve essere indirizzata dal Piano di Governo del Territorio della Regione, calata negli specifici territori da piani strutturali di area vasta, regolata sulle proprietà da piani urbanistici comunali e infine attuata con forte impiego di un fondo ad hoc alimentato da Fondi nazionali, europei o regionali.
• I seguenti driver strutturali risultano indispensabili per la rigenerazione territoriale alle diverse scale: il driver energetico, digitale, della mobilità sostenibile, dei nuovi poli dei servizi pubblici e dei servizi ecosistemici. A questi si aggiunge il driver paesaggistico, assicurato, in qualche misura, dal suo apposito piano regionale.
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Una strategia di rigenerazione territoriale
Una strategia di rigenerazione territoriale
La strategia di rigenerazione territoriale per come è stata ideata e condivisa mira a: affrontare le condizioni sistemiche e strutturali del territorio regionale, legate ai sistemi insediativi e alle funzioni correlate (residenziale, produttiva, commerciale, turistica, agricola o ad altra vocazione specifica), ai sistemi infrastrutturali e del trasporto, alle reti degli spazi aperti, di fornitura dell’energia, dell’acqua, dei servizi, alle componenti ecologico-ambientali; concentrarsi su piani e progetti di interesse regionale e di scala vasta, perché più complessi e di sistema, che possono fare da apripista per pianificazioni e interventi più diffusi e localizzati.
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Una strategia di Rigenerazione territoriale
Attività di ricerca, Gruppo di Lavoro
DPIA, Università degli Studi di Udine, cofinanziata dalla Regione FVG
Coordinamento della Variante del PGT Piano di Governo del Territorio, Regione FVG
Costituzione della Comunità di Lavoro per la Rigenerazione Territoriale
Sviluppo dell’attività con INU Istituto Nazionale di Urbanistica, Sezione FVG
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La Comunità di lavoro per la Rigenerazione territoriale
Primavera del 2022: la Sezione regionale Friuli Venezia Giulia dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU)
contestualmente:
✓ propone una strategia di “rigenerazione territoriale regionale” (INU FVG 2022)
✓ da origine alla costituzione della Comunità di lavoro per la Rigenerazione territoriale.
✓ Comunità condivisa con altri soggetti pubblici e con associazioni regionali, interessate alla qualità e promozione del territorio.
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Adesioni aggiornate al gennaio 20223
Comune di Udine
Comunità di montagna della Carnia
Comune di Pordenone
Centro EUROPE DIRECT Carnia
Comune di San Giorgio di Nogaro
ANCE Alto Adriatico - FVG
Comune di Muzzana
Agenzia per l’Energia APE FVG
Comune di Reana del Roiale
Legambiente Friuli Venezia Giulia
Comune di Sacile
Associazione Dottori Agrari e Forestali
Ufficio tecnico Associazione
Intercomunale Conca Tolmezzina
Unione Italiana del Lavoro UIL FVG
nuove adesioni
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La Comunità di lavoro per la Rigenerazione territoriale
La Comunità di lavoro per la Rigenerazione territoriale
Azioni e attività
La Comunità di lavoro per la Rigenerazione territoriale Azioni
e attività
La Comunità di lavoro per la Rigenerazione territoriale
Azioni e attività I.
Tessuti insediativi e interventi
Insediamento produttivo-artigianale, micro-estensivo | Trasaghis
Tessuto poco denso, parte di un contesto ambientale di valore alto, in prossimità del Fiume Tagliamento
Strategie: * rinaturalizzazione selettiva * riqualificazione paesaggistica
Trasaghis
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Tessuti insediativi e interventi
Insediamento produttivo-artigianale, micro-intensivo | Manzano
Tessuto denso, con diversi capannoni vuoti e abbandonati, in contesto ambientale di valore medio
Strategie: * addensamento selettivo * sostituzione attività * produzione energia rinnovabile * mitigazione ambientale
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Manzano
Tessuti insediativi e interventi
Insediamento produttivo-artigianale, di grandi dimensioni|
Orcenico inferiore – Area ex ideal Standard
Tessuto denso, con presenza di capannoni vuoti e abbandonati, in contesto ambientale di valore medio-basso
Strategie: * riuso selettivo * produzione energie rinnovabili * parziale rinaturalizzazione * mitigazione ambientale
Orcenico Inferiore, ex Ideal Standard
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Tessuti insediativi e
interventi
Masterplan area ex SIAPA
San Vincenzo di Galliera
Industrial Re-evolution, EUROPAN winning project Barcellona
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Tessuti insediativi e interventi
Masterplan area ex SIAPA San Vincenzo di Galliera
Recupero area industriale Ponte San Pietro, Bergamo, GRU Architetti
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Tessuti insediativi e interventi
Tessuto residenziale a bassa densità su matrice agricola, occupazione di suolo medio-alta | Cordenons
Strategie: * riqualificazione di porzioni interne * riqualificazione paesaggistica: margini, bordi e spazi aperti
Cordenons, ex Cotonificio Makò
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Tessuti insediativi e interventi
Tessuto residenziale diffuso a bassa densità e su matrice agricola| Gemona del Friuli
Strategie: * addensamento selettivo per servizi e mobilità * riuso per energie rinnovabili e agrivoltaico
* riqualificazione ambientale e paesaggistica
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Gemona del Friuli
Tessuti insediativi e interventi
<< Consultazione Grand Pari(s), progetto Lacaton & Vassalle, Parigi
^ Consultazione Grand Genève 2050, progetto di Isabel Claus, Ginevra
< Concorso EUROPAN, Urban Prescriptions, Estudi 08014, Leeuwarden, Paesi Bassi
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Tessuti insediativi e interventi
Insediamenti militari in aree urbane o peri-urbane | Villa Vicentina
Strategie: * riuso intensivo * addensamento selettivo (per servizi e mobilità)
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Villa Vicentina, ex Caserma Monte Vodice ed ex Caserma Bafile
Tessuti insediativi e interventi
Insediamenti militari isolati o parzialmente isolati | Codroipo Strategie: * rinaturalizzazione * riuso estensivo (es. parco fotovoltaico)
Codroipo, ex Polveriera Mangiarotti ed ex Deposito Esplosivi
Pannelia
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Tessuti insediativi e interventi
Westpark, Bochum, Germania, Progetto S.K.T. Stadtplaner
Landschaftspark Duisburg
Nord, Duisburg, Germania, Progetto Latz&Partners
Masterplan area ex Reggiane, Reggio Emilia
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Tessuti insediativi e interventi
Tessuto misto (residenziale, produttivo, commerciale) in contesto ambientale sensibile | Villesse
Strategie: * riqualificazione paesaggistica * mitigazione ambientale (zona fluviale)
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Villesse
Tessuti insediativi e interventi
Tessuto misto (residenziale, produttivo, commerciale) in contesto periurbano | Udine nord, Feletto Umberto
Strategie: * addensamento selettivo (mobilità e servizi) * sostituzione funzionale * riqualificazione ambientale e paesaggistica (agrivoltaico)
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Udine Nord, Feletto Umberto
Tessuti insediativi e interventi
Consultazione Grand Pari(s), Parigi
Progetto raggruppamento J. Nouvel, Lacaton & Vassalle
Concorso EUROPAN
Ville productive, Guebwiller, Francia, progetto Atelier Gantner
Matrice tipologie di interventi di rigenerazione territoriale
Densità dei tessuti da rigenerare
Bassa
Alto
Demolire e rinaturalizzare
Sostituire attività obsolete con nuove attività
Rinaturalizzare e riqualificare
Addensare e integrare con nuove attività (transizione energ.)
Alta Basso
dei
Contesto di valore
tessuti da rigenerare
Grazie dell’attenzione
giulia.fini@uniud.it / marcello modica@auniud.it