XXX not an explicit magazine

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QUESTA RIVISTA PARLA ESPLICITAMENTE DI SESSO.



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Sesso non protetto e quelle deficienti che credono sia amore.

15 donne, 15 ragazze, 15 sprovvedute, che hanno pensato che Valentino fosse quello giusto, che si sono fidate. 15 che potevamo essere noi o qualche nostra amica. Il punto vero della storia è la corresponsabilità che abbiamo noi donne, in questa partita.

Il problema sorgeva quando Valentino NON diceva di avere l’HIV, quando proponeva di avere rapporti sessuali senza protezione, quando contraffaceva i risultati dei suoi esami per spacciarsi per negativo. E 15 donne (per il momento, ma potrebbero essere di più), pare siano state contagiate. 15 donne, 15 ragazze, 15 sprovvedute, che hanno pensato che fosse quello giusto, che si sono fidate, che avevano la sensazione, che figurati se capi­ ta proprio a me, che la sfiga ci vede benissimo. 15 deficienti, insomma. 15 che potevamo essere noi o qualche nostra amica.

Sesso non protetto e quelle deficienti checredono sia amore. di Memorie di una vagina

Perché anche se tutte ricordiamo il celeberrimo e ag­ gressivo spot con la linea viola intorno alle persone HIV positive degli anni ottanta, anche se tutte sia­ mo cresciute con la pubblicità dei profilattici a ora di cena in tv, anche se sappiamo che è sbagliato e che è un rischio, a volte, lo facciamo senza.

Punto primo: No condom, no party. La vicenda del 30enne romano HIV positivo che ha infettato mezza capitale facendo bareback, cioè sesso non protetto, a nudo, senza profilattico, mi ha molto colpita.

Non per abitudine, ma se guardate indietro nel vostro ultimo decennio, se ci pensate bene, non è che ave­ te sempre viaggiato con le cinture allacciate. Almeno un giro in motorino senza casco ve lo siete fatto. E se voi proprio mai (e non ci credo, a meno che non siate vergini), di sicuro sapete che alle vostre ami­ che è successo. Perché la verità è che questa cosa succede. E succede anche a donne ben istruite, donne intel­ ligenti della cui sensibilità non dubito, donne cons­ apevoli dei rischi a cui si espongono, non solo per l’HIV ma anche per tutta quella pletora di sgradevoli fenomeni di cui la candida, l’hpv e l’immunodeficien­ za sono solo alcune delle opzioni possibili. Ma fin qui è semplice. Ok, sesso occasionale uguale preservativo, sempre, va bene.

Mi hanno colpita diversi aspetti, a dire il vero. In primis mi ha colpita che si chiami Valentino, che – ironia della sorte – è proprio il santo degli innamorati. Poi mi ha colpita il fatto che Valentino adescasse le sue vittime online, cioè che facesse ciò che tutti fac­ ciamo: usare social network e dating app per rimor­ chiare/procacciare appuntamenti/conoscere gente nuova. E fin qui, nessun problema. Il

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Non si sa bene quand’è che giunga questo momento.

Se dopo 1 settimana, 1 mese o 1 anno. Ma prima o poi giunge. E non è che di solito ci si mostri, tra gente comune (cioè i non-por­ nodivi), un certificato medico, delle analisi o altro. Del resto, cosa fai? Glielo chiedi? Gli chiedi di farsi le analisi con te? E se lo chiedesse un uomo a te? Probabilmente ti turberesti, ti irrigidiresti, ti chiederesti se stia insinuando che sei una bottata inco­ sciente.

E anche quando la relazione ce l’hai, non sai (a meno che tu non voglia scoprirlo) se il tuo partner va a letto con altri/e, se usi precauzioni quando lo fa, quindi cosa fai? Contestualmente al rapporto di coppia sta­ bilisci che una volta all’anno entrambi vi fate le analisi, così per fugare ogni dubbio? Non è forse una dimostrazione di scarsa fi­ ducia nell’altro? Ci limitiamo ad auspicare che il nostro partner, se non fedele, sia per lo meno sufficientemente intelligente da proteggersi nei coiti di fortuna? Ero così confusa che ho contattato Lella Cosmaro, che – oltre a essere un’amica – da tantissimi anni si occupa di prevenzione per la sede milanese della LILA – Lega Ital­ iana per la Lotta contro l’Aids. Le ho chiesto se, per esempio, i test rapidi salivari siano attendibili e se siano facili da reperire; se sia davvero semplice scoprire se sei pos­ itivo all’HIV con un test tipo quello di grav­ idanza (come pareva far capire – o almeno così ho capito io – un servizio de Le Iene andato in onda lunedì 7 dicembre).

Spiega: «In Italia i test rapidi salivari non sono disponibili a tutti: non li si può ac­ quistare in farmacia. Li si può trovare su internet, oppure li si può scegliere tra altre opzioni (test “tradizionale” con prelievo venoso, test rapido capillare con puntura del polpastrello) presso alcuni ambulatori e centri clinici, o alcune organizzazioni no profit come la nostra, autorizzate a utiliz­ zarli, sempre alla presenza di un medico». E aggiunge: «Anche se una coppiaavesse a disposizione i test rapidi salivari (ponia­ mo li abbia comprati su internet), sotto­ ponendosi al test insieme, in caso di ri­ sultato negativo per entrambi saprebbe per certo che entrambi erano negativi tre mesi prima. C’è sempre il problema del periodo fi­ nestra che, per il test salivare, rimane ancora di tre mesi. In realtà, una cop­ pia che decida di fare sesso non protet­ to senza rischiare deve passare per un periodo “obbligato” di sesso con il con­ dom. Passato il periodo finestra (sotto­ ponendosi al test con prelievo di sangue di 4a generazione, il periodo finestra si riduce a circa 4 settimane) ci si sotto­ pone insieme al test e, in caso di esito negativo, si può finalmente fare tutto ciò che si vuole senza problemi». Lo so. Sembrerebbe una cosa da para­ noici, germofobi, ipocondriaci, calcola­ tori, nevrotici. Ma il punto vero è che tut­ ta questa vicenda di Valentino, a parte le considerazioni strette sulla sua con­ dotta, solleva un tema cruciale: la corresponsabilità che abbiamo noi donne, in questa partita.

Insomma,

facile a dirsi e difficile a farsi.

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Difficile com’è difficile sensibilizzare i giovani. Tenere alta l’attenzione degli adulti. Far evolvere l’etica delle relazioni umane. Lavorare sulla cultura. Amare.

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Facciamo sesso quasi per caso.

Studi Usa: due miliardi di anni fa le creature asessuate cambiarono (per rafforzarsi) sistema di riproduzione Perché animali e uomo fanno sesso? Gli animali, dagli insetti, agli uccelli, ai mammiferi per ri­prodursi hanno bisogno del ses­so che non è nemmeno preroga­tiva degli animali soltanto. Ci so­no forme di sessualità delle pian­te e dei funghi e perfino dei pro­ tozoi. Una ricerca pubblicata sul­la rivista americana Science, fa vedere che il Trichomonas vagi­nalis, un protozoo che si pensa­va si dividesse solo per via ases­suata, ha tutto quello che serve per la riproduzione sessuale. Ma quando è cominciato il sesso sul­la terra? Gli ultimi studi dicono circa 4600 milioni di anni fa. due miliardi di anni fa. 9


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Facciamo sesso quasi per caso C’erano allora sulla Terra crea­ture ameboi­ llnuovo genoma darà origine a individui di e asessuate che si riproducevano senza migliori o più forti, capaci per esempio di bisogno di sesso. Ciascuna si divideva in affrontare meglio le situazioni di stress o due, e i geni passavano alla di­scendenza adattarsi alle difficoltà dell’am­biente senza così com’erano: era­no aploidi e restavano troppi problemi. Matthew Goddard che la­ aploidi (cioè con la metà dei cromosomi ri­ vora a Auckland in Nuova Zelanda ha voluto spetto alle cellule dell’uomo og­gi). Si è arri­ vederci chiaro. Ha creato due tipi di lievi­ vati a cellule diploidi (con corredo cromo­ ti, alcuni che si possono riprodurre per via somico com­pleto) perché i meccanismi di ses­suale e altri senza sesso. In condi­zioni di­visione di quelle cellule primor­diali ogni di stress, come quando c’è carenza di so­ tanto s’inceppavano. Così capitava che stanze nutritive cre­scono bene solo i lieviti due cellule aploidi si fondessero per errore. sessuati e gli altri scompaiono. Ciò vale an­ O che cellule aploidi dopo aver duplicato che per diversi organismi, co­me i protozoi. il loro Dna non riuscis­sero più a dividersi, «La Leishmania trae vantaggio dal sesso», e si sono for­mate per caso cellule con un spiega­no sempre su Science i ricercato­ri ge­noma il doppio di Bethesda. Come? più grande del nor­ Col sesso riesce ad male. Era un bel adattarsi all’uomo e E allora perché il ses­ s o si è guaio per­ ché ogni a eludere la sorve­ diffuso a tante specie di­verse? volta che dovevano glianza del siste­ma Perché l’integrazione dei due co­piare il Dna c’era immune fino a so­ genomi offre una serie di vanrischio di sba­ gliare. praffarlo, certe volte. taggi e aiuta l’evoluzione. Ciascun cromosoma C’è anche il caso di si po­teva combinare mutazioni pericolose con qualunque altro o fatali. Se capita­ anche se non condi­ no a un organismo videva la stessa sequenza di geni, si cre­ asessuato quelle mutazioni lì ne rallentano avano pezzi di Dna improbabili e la cellula la cre­scita e passano alle generazioni suc­ poteva anche morire. È stato per difender­ cessive, così come sono. Fin qui nessun si da questo pericolo che le cellule hanno problema ma se in­contrano circostanze im­parato ad allineare cromosomi omologhi sfavorevo­li, nei geni o nell’ambiente, quel­ che così si potevano ri­combinare senza le specie si possono persino estinguere. troppi rischi.Ma riprodursi per via sessuale Invece chi si riprodu­ce per via sessuale fa è complesso - si tratta di combi­nare il pro­ fronte a mu­tazioni sfavorevoli utilizzando il prio Dna con quello di un altro per forma­ gene omologo, sano, che sta sul­l’altro cro­ re un nuovo genoma - costa molto di più mosoma. Questo è solo un po’ di ciò che in termini di energia e non è nean­che van­ sappiamo sulle ragioni del sesso sulla Ter­ taggioso sul piano gene­tico. Un organismo ra al quale si è arri­vati un po’ per caso. Poi asessuato tra­smette ai discendenti tutto il mescola­re il Dna è diventato il modo più suo genoma, così com’è. Col sesso in­vece efficace per sopravvivere, evolve­re e mi­ il numero di geni che si pos­sono trasmette­ gliorare la specie. Il sesso costa di più ma re ai discendenti si dimezza. rende anche di più: rende meno vulnerabili.

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Fino a non molto tempo fa si riteneva che i rapporti sessuali durante il ciclo fossero dannosi per la coppia e ‘inappropriati’, e quindi sostanzialmente da evitare. Nulla di più falso. La scelta di fare o non fare l’amore durante i giorni in cui si manifestano le mestruazioni è unicamente soggetta ai gusti e ai desideri dei part­ ner. Alcune donne mal volentieri sopportano l’idea di avere rapporti completi durante le mestruazioni, ma non per questo è necessario rinunciare al sesso. Una valida alternativa può essere rappresentata dai rapporti sessuali orali da lei a lui e dalla masturbazi­ one da lui a lei. Ma scopriamo cosa succede durante il ciclo.

Rapporti sessuali durante il ciclo: Tutto ciò che è eticamente scorretto.

E’ possibile avere rapporti durante il ciclo? Stando alla Bibbia no. Nel testo sacro si legge che una donna è impura per sette giorni dall’inizio del suo flusso mestruale. ‘Chiunque tocchi una donna che ha le mestruazioni diventa impuro fino a sera‘ si legge nel Levitico o an­ cora: ‘I rapporti sessuali con la donna durante ques­ to periodo sono proibiti. La punizione per l’uomo e la donna che violano questa proibizione è lo sterminio da mezzo del popolo d’Israele‘. Prescrizioni religiose a parte, ci sono delle cose che sarebbe bene cono­ scere sul sesso durante il ciclo. Per quanto la fertilità sia molto inferiore rispetto agli altri giorni del mese è comunque possibile rimane­ re incinta con le mestruazioni pertanto è bene adot­ tare l’uso di anticoncezionali se si vuole evitare una gravidanza. Molte coppie sono convinte che il ciclo rappresenti di per sé una sorta di anticoncezionale e che fare l’amore in quei giorni esclude automatica­ mente questa possibilità.

Da qui nasce il primo rischio perché si sposta anche il giorno dell’ovulazione. Senza poi contare che in alcuni cicli ci possono essere anche più ovulazioni. Inoltre, visto che gli spermatozoi vivono tre giorni, già dal secondo giorno del ciclo la donna può rimanere incinta nonostante ci siano le mestruazioni. Anche nel caso di un ritardo si assiste allo stesso sposta­ mento, però posticipato. Facciamo l’esempio di un ciclo di 32 giorni: in questo caso il rischio gravidanza si sposta tra il 14° ed il 18°giorno del ciclo mestruale perché l’ovulazi­ one ed il suo successivo periodo di 14 giorni si spos­ tano più in là nel tempo. Se si hanno rapporti sessuali durante il ciclo me­ struale la possibilità di trasmettere infezioni sessuali, qualora la donna ne sia affetta, è più alta a causa del maggior flusso di sangue. Sangue, urina e altri fluidi infatti rappresentano ‘luoghi ideali’ per la prolif­ erazione di germi e batteri. Per porre rimedio a ques­ ta eventualità basta comunque proteggersi con un profilattico. Diverso il discorso dei rapporti sessuali

Non è così. I rapporti sessuali durante il ciclo mestruale sono a rischio gravidanza. Se consideriamo un ciclo me­ struale di 28 giorni il rischio di rimanere incinta aven­ do rapporti sessuali è presente dal 10° al 14° giorno. Fare l’amore durante gli altri giorni sarebbe sicuro. Ma questo vale solo in teoria. I cicli mestruali non sono mai tutti perfettamente uguali, possono essere più lunghi oppure più corti.

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Rischio infezioni sessualmente trasmissibili

Orgasmo femminile e mestruazioni

Se si hanno rapporti sessuali durante il ciclo me­ struale la possibilità di trasmettere infezioni sessuali, qualora la donna ne sia affetta, è più alta a causa del maggior flusso di sangue. Sangue, urina e altri fluidi infatti rappresentano ‘luoghi ideali’ per la pro­ liferazione di germi e batteri. Per porre rimedio a questa eventualità basta comunque proteggersi con un profilattico. Diverso il discorso dei rapporti ses­ suali durante il ciclo con la pillola perché quest’ulti­ ma protegge dalle gravidanze indesiderate ma non dalle malattie. qui nasce il primo rischio perché si sposta anche il giorno dell’ovulazione. Senza poi contare che in alcuni cicli ci possono essere anche più ovulazioni. Inoltre, visto che gli spermatozoi vi­ vono tre giorni, già dal secondo giorno del ciclo la donna può rimanere incinta nonostante ci siano le mestruazioni. Anche nel caso di un ritardo si assiste allo stesso spostamento, però posticipato. Facciamo l’esempio di un ciclo di 32 giorni: in questo caso il rischio gravidanza si sposta tra il 14° ed il 18°giorno del ciclo mestruale perché l’ovulazi­ one ed il suo successivo periodo di 14 giorni si spos­ tano più in là nel tempo. Se si hanno rapporti sessuali durante il ciclo me­ struale la possibilità di trasmettere infezioni sessuali, qualora la donna ne sia affetta, è più alta a causa del maggior flusso di sangue. Sangue, urina e altri fluidi infatti rappresentano ‘luoghi ideali’ per la prolif­ erazione di germi e batteri. Per porre rimedio a ques­ ta eventualità basta comunque proteggersi con un profilattico. Diverso il discorso dei rapporti sessuali durante il ciclo con la pillola perché quest’ultima

Mestruazioni-dolorose

Premesso che non fa male avere rapporti sessuali durante il ciclo, una cosa che molti ignorano dell’or­ gasmo femminile è che è addirittura più intenso du­ rante le mestruazioni. Tante donne raggiungono più facilmente l’orgasmo poiché la vagina viene ‘natural­ mente‘ lubrificata. Inoltre, l’orgasmo durante il ciclo aiuta contro i dolori mestruali in quanto fa rilasciare in circolo nel corpo le endorfine, ovvero gli antidolor­ ifici naturali che produce il nostro stesso organismo. Ulteriore curiosità riguarda le voglie sessuali durante il ciclo che stando alle statistiche sono molto diffuse, difatti ormoni e desiderio sessuale sono strettamente correlati.

Come fare l’amore durante...

Fugato ogni dubbio circa i rischi che si corrono ad avere rapporti sessuali durante le mestruazioni, il problema più grande da risolvere è quello legato all’igiene e al disagio che può procurare la presenza del sangue. L’ideale per questo sarebbe farlo sotto la doccia. L’acqua lava via il sangue e praticamente non ci si rende nemmeno conto della sua presenza. In alternativa può essere molto pratico sistemare un asciugamano sotto la partner o cambiare la bianche­ ria subito dopo.

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Touch and Feel Il tatto è uno dei dispositivi, forse il principale, attraverso i quali troviamo il nostro posto nel mondo e in particolare in mezzo agli altri.

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X X X T E S T S E X Il tatto come organo di senso che ci orienta nelle relazioni sociali.

Permette di riconoscere il proprio nell’estraneo Permette di familiarizzarsi con l’estraneo Permette di ritornare a sé dall’altro (di ritrovare sé stessi) È implicito e quasi inesprimibile È una sensibilità per la novità e la diversità È determinato dagli scopi della vita sociale Permette di conservare una specifica libertà nelle situazioni Conferisce al soggetto un ruolo attivo e produttivo nella situazione che sta vivendo Permette un incontro intenzionale con il mondo

In questo scritto ci soffermiamo su un concetto an­ tropologico fonda- mentale elaborato in seno al mo­ vimento fenomenologico: il tatto. L’intento di queste pagine è quello di evidenziare il ruolo del tatto nell’esistenza di ognuno di noi. Il tatto è infatti uno dei dispositivi, forse il principale, attra­ verso i quali troviamo il nostro posto nel mondo e in particolare in mezzo agli altri. Cercheremo di illustrare alcuni aspetti che defini­ scono in maniera precisa e puntuale le caratteristi­ che essenziali di questo dispositivo, che si presen­ ta come una sorta di guida incorporata, avente lo scopo di orientarci nel mondo. Abbiamo individuato alcuni elementi caratteriz- zanti il fenomeno del tat­ to prendendo spunto da un testo – la prima parte di Verità e Metodo di Hans-Georg Gadamer, in cui esso è detta- gliatamente tematizzato. In particolare abbiamo analizzato il concetto del tatto ponendoci i seguenti interrogativi:

– In che cosa consiste il tatto? – Quale funzione riveste nell’esistenza?

Nel cercare di rispondere a tali questioni ci è sem­ brato utile il contri- buto del filosofo Jacques Derrida, motivo per cui abbiamo pensato di argomentare le nostre affermazioni con alcuni passi pregnanti trat­ ti dal testo Toccare, Jean-Luc Nancy. Il libro è un omaggio di un grande filosofo a un filosofo più gio­ vane e a un amico, Il volume è dedicato a una lettura del pensiero di Jean-Luc Nancy considerato sotto una particolare angolazione, la questione del tatto, in tutti i significati che la parola ha assunto nella cultura occidentale, da quello erotico a quello religioso, da quello gnoseologico a quello etico.

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In che cosa consiste il tatto?

Il buon gusto (o tatto) è dunque una sensibilità che fugge ciò che la urta, in maniera così naturale che la sua reazione, per chi non ha gusto, è semplicemente incomprensibile. Gadamer, p. 61 Il tatto è uno degli organi di senso che utilizziamo per avvicinarci e en- trare in contatto con le situazioni che incontriamo nella nostra vita. Il tatto indica un movimento essenziale dello spirito dell’uomo, in quanto è ciò che permette ad ognuno di noi d’inerire al mondo, di sinto- nizzarsi con esso e di sentirsi in esso radicato. L’uomo è caratterizzato dall’esigenza di riconoscersi nell’altro per sen- tire di vivere in un mondo comu­ ne, in un mondo che è reale e che condividiamo con altre persone che riconosciamo come simili a noi.Ri­ conoscersi nell’altro significa allora riconoscere che l’altro è si- mile a me. Cosa rende possibile questa esperienza? Noi esperiamo gli oggetti e gli eventi come reali perché condivi- diamo i loro significati con gli altri. Il senso di realtà di un’esperienza non è un atto di cognizione del tipo: «So che per gli altri questo è un ta- volo, quindi questo è un tavolo», ma è frutto di un tipo di sensibilità di- retta alla comprensione di una determinata situazione che ci permette di sintoniz­ zarci con essa (Stanghellini). Chiamiamo senso comune questo tipo di sensibilità che ci sintonizza con il mondo sociale e che gover­ na le nostre relazioni interpersonali. Il senso comune consiste nella percezione diretta dell’altro. E in ciò esso richiama il fenomeno del tatto, in quanto indica una particolare recettive.

È utile definire punto per punto questo dispositivo fondamentale per comprendere l’importanza che esso riveste nella vita di ognuno di noi.

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Autoerotismo è Medicina

Per molto tempo la masturbazione è stata vista come una pratica immorale e dannosa. In molte società e culture è stata di fatto demonizzata. Specialmente se riferita alle donne che, ancora oggi, si rifiutano di praticarla o di ammettere di farlo. Ma l’autoerotismo non è un male. Anzi,oggi sappiamo che la masturbazione è qualcosa di naturale e che può addirittura avere effetti benefici per la salute. E’ così dopo esser stata additata per anni ingiustamente, oggi si celebra pure. Maggio, ad esempio, è stato proclamato il mese in­ ternazionale dell’autoerotismo. A fare una rassegna dei cinque benefici più comune del­ la masturbazione ,scientificamente provati, è stato Mariano Rossello Gaya, andrologo ed esperto di medicina sessuale dell’Instituto Medico Rossello in Spagna.

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L’autoerotismo migliora le relazioni di coppia

Raggiungere l’apice del piacere migliora il sogno

Contrariamente a quanto si imma­ ginava in passato, la masturba­ zione non rovina affatto il feeling sessuale della coppia. In realtà, secondo gli esperti, è vero il con­ trario. Procurarsi piacere da soli promuove infatti il buon sesso di coppia. Questo perché la mastur­ bazione favorisce la conoscenza del proprio corpo, delle sue rea­ zioni agli stimoli sessuali, renden­ do poi il sesso più piacevole an­ che in due. «In generale, l’attività sessuale e l’intimità nella coppia dovrebbe essere coltivata. Avere buoni orgasmi rafforza il rapporto e quindi la coesistenza familiare», conclude Rossello.

Ci sono tanti modi per combattere l’insonnia, ma secondo Rossello il metodo più efficace, sicuro e natu­ rale, nonché quello maggiormente divertente, è masturbarsi. Almeno è così per gli uomini. «Dopo l’orga­ smo vengono rilasciati una serie di endorfine, ormoni, catecolamine e citochine che agiscono come pro­ dotti chimici rilassanti che induco­ no il sonno», spiega l’esperto. A dimostrazione di questo ci sono numerosi studi. Una ricerca con­ dotta da ricercatori francesi, in par­ ticolare, ha scoperto che l’eiacula­ zione può indurre il sonno grazie

La masturbazione rafforza il sistema immunitario

L’autoerotismo aiuta a combattere i crampi mestruali

Secondo un articolo pubblicato sulla rivista Sexual and Relation­ ship Therapy, gli uomini che si masturbano hanno un sistema immunitario maggiormente funzio­ nante. «Negli uomini, il fatto che lo sperma circola attraverso i dotti eiaculatori e le vie seminali prima di venire fuori, aiuta a prevenire le infezioni che possono verificarsi a causa di batteri esterni “opportu­ nisti”, - dice Rossello - «Gli studi dimostrano che le persone che sperimentano un maggior numero di orgasmi generano un più alto livello di immunoglobulina A (IgA) che è un anticorpo»in Australia, ha trovato che gli uomini tra i 20 e i 50 anni d’età che si masturbano più di cinque volte a settimana hanno meno probabilità di sviluppare il cancro. Per quanto riguarda le

Le donne che si masturbano du­ rante il ciclo mestruale possono prevenire e mitigare l’infiammazio­ ne e ridurre il disagio generale che si prova durante questo periodo. «Tutte le sostanze chimiche coin­ volte nella cascata che si produ­ ce nel circolo sanguigno quando si ha un orgasmo agiscono come analgesici contro il dolore preme­ struale», spiega Rossello alla BBC Mundo. Allo stesso modo, secondo l’esperto, si combatte l’infiamma­ zione della zona generale e si ri­ duce il disagio causato dai crampi mestrualisoli è anche un vantaggio.

La masturbazione combatte lo stress e migliora il benessere

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Amore tra due donne? A volte capita.

Ilaria, giornalista di Gioia! – Prima che Marianna entrasse nella mia vita non avevo mai considerato l’amore di una donna come un’opzione. Avevo 22 anni e sperimentavo, anzi, il saldo controllo del mio potere di seduzione sui maschi. Avevo anche un fidanzato ufficiale, un ingegnere molto fico ma no­ ioso. Finché a una festa ho incrociato lei.

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Il mio radar era programmato su un altro genere di preda, mi sono limitata a registrare che avevo davan­ ti una bella donna: più grande di me di una decina d’anni, bionda, morbida, luminosa. Lei mi ha messo gli occhi addosso. Non solo in senso metaforico. Era una fotografa professionista e girava tra i tavoli con un apparecchio al collo. Prima del suo sguardo, è stato il suo obiettivo a inseguirmi, accarezzandomi prima da lontano poi sempre più vicino. Quando la festa ha cominciato a scaldarsi non ci ha messo mol­ to ad accorciare le distanze: posata la macchina, s’è dedicata a una marcatura stretta. È stato l’asse­ dio più intrigante di cui sia mai stata oggetto: intelli­ gente, spavalda, imprevedibile come pochi uomini, Marianna sapeva giocare su più tavoli: quello fisico, degli sguardi e dei piccoli sfioramenti, quello delle provocazioni e dell’ironia.

Ricordo solo che a un certo punto della serata ho smesso di pensare in termini di generi e categorie: che importava se la mia seduttrice portava la quarta e una cascata di ricci sulla scollatura? Davanti a me c’era la creatura più incantevole che avessi mai incontrato e lei voleva me. Non ho neanche provato a resisterle: l’ho seguita docilmente ed è stato bello, eccitante, più che con tanti uomini. Archiviato il fidanzato ingegnere, per qualche mese sono stata la sua ragazza, la sua conquista etero, che sfoggiava in giro con orgoglio, che addomesticava la notte.

Si prendeva affettuosamente gioco di me per la mia inesperienza – io che pensavo di essere piut­ tosto spigliata. La scuffia è durata quasi sei mesi. Poi, gradualmente, l’euforia della conquista – e della scoperta – si è sfilacciata e il nostro è diventato un rapporto normale, affettuoso, coniugale. Condivide­ vamo ancora una passione bruciante, ma io ero irre­ quieta e cominciava a mancarmi quel potere magico e facile che esercitavo sui maschi. Con lei non po­ tevo barare: Marianna mi vedeva com’ero, una rag­ azzina disinibita senza un orizzonte chiaro. Alla fine me ne sono andata io, la compagnia degli uomini mi mancava, in fondo anche a letto. Non ha provato a trattenermi, qualche mese dopo è partita per New York, dove vive tuttora. Non ci siamo mai più riviste o risentite. Io nel frattempo mi sono sposata, ho avuto due figli, mi sono separata e ora ho un nuovo com­ pagno. Non ho più amato una donna. Continuo a essere allergica alle etichette. Mi vedo situata lungo una linea immaginaria che ai due estremi ha un polo “etero” e l’altro “omo”. Decisamente dalla parte del primo, ora mi è chiaro, ma pericolosamente vicina al centro.Imma Battaglia, attivista per i diritti di gay e lesbiche ect.

Mi ha ubriacata di attenzioni, soprattutto mi ha sfidata.

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Non appartengo allo stereotipo di omosessuale che in ogni istante rivendica le proprie inclinazioni. Vivo l’omosessualità come una delle tante scelte della vita, mai definitiva. A un certo punto, anzi, quel vestito mi è stato veramente stretto. Ho avuto amori o tresche con uomini, ma mi nascondevo: quando diventi un soggetto politico, ti sembra di tradire il tuo impegno o di deludere. La prima donna che ho avu­ to era una compagna di università a Matematica, studiavamo insieme, condividevamo la passione per la pallacanestro e la pallavolo. E io sono tuttora l’unica donna che ha avuto. Non ci pensavo proprio a sedurla, per lei provavo un amore puro, quando la incontravo mi batteva il cuore. Col tempo ho capito che ammiravo la sua libertà: venivo da una famiglia di provincia, vagheggiavo il suo essere di Napoli, più evoluta, libera.

Però non l’ho mai desiderata sessualmente: mentre per gli uomini provavo passione fisica, con lei ho veramente fatto esperienza dell’amore platonico, quello con la A maiuscola. Finché non c’è stato quel bacio. Io ero di Portici e lei di Napoli, spesso dormivamo a casa dell’una o dell’altra. Quella volta, con la buonanotte, mi diede anche un bacio e io rimasi sconvolta.

Siamo andate avanti tre anni così: ero fidanzata con lei ma anche col mio ragazzo. E anche lei aveva un ragazzo. Non ci siamo mai lasciate veramente, ma quella storia intanto mi aveva segnato, non capivo. Ho cercato una ragazza tra quelle che sapevo es­ sere omosessuali. Col tempo però ho capito che le donne che più mi affascinano sono le eterosessua­ li, perché hanno da raccontare storie diverse dalla mia. Una donna etero che scopre di provare attrazi­ one per un’altra donna è la cosa più intrigante che ci sia. Mi piace capire insieme a loro che cosa sono io. Per non dire poi che le etero sono sessualmente molto più libere, hanno meno tabù. La vita è bel­ la quando hai curiosità per persone diverse da te: questo è quello che rincorro. Eugenia Romanelli, giornalista e autrice di È scritto nel corpo(Bookme, 2013), storia di amore e passi­ one al femminile – Ci sono storie, anche vere, che spalancano la mente più di qualsiasi tesi. Che c’è meglio di un quadro, un disco, un libro per traspor­ tare nell’immaginario del singolo fruitore un mondo di relazioni nuove, e tra queste l’amore lesbico? In Italia siamo indietro su questo. Ci sarebbe bisogno di più film, più racconti, più programmi tv sul tema dell’amore tra donne, che riempia di pixel questo immaginario così desolato

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Col tempo ho capito: sono gay e mi piacciono le etero È anche per questo che ho scritto un romanzo sulla passi­ one travolgente tra due donne, che parla del karma e del cor­ po: per contribuire a popolare questo immaginario. Credo che l’omosessualità abbia tante mo­ tivazioni: è un gusto, un piacere, un vezzo, una questione che ha che fare con la biologia, la psi­ cologia, la curiosità.Da osserva­ trice, vedo che tante persone, soprattutto tante donne, a un certo punto scoprono dentro di sé dei richiami omosessuali. A cui poi decidono o meno di rispondere.

L’ambivalenza fa parte di ciascuno, dipende poi dal coraggio che abbiamo di affrontarla. L’importante è mettersi autenticamente in contatto con noi stessi e con gli altri: si tratti di una persona del tuo stesso sesso o del sesso opposto, la differenza sta nella profondità dell’incontro. Non si parla poi mai della bisessualità, che è il tema del mio libro, l’aspetto delle relazioni che mi incuriosisce di più in assoluto: fare una scelta di partner essendo bisessuali, cioè potendo amare sia uomini che donne è questione ancora più complicata, ricca e interessante. 27


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Repressione e punizione Ci sono stati dei periodi in cui, nel­ la nostra società, l’essere omoses­ suali non era visto di buon occhio. Se in alcuni paesi europei, come la Francia, l’omosessualità è stata a lungo punita col carcere, in Italia, a partire dall’unificazione nazionale, essa non è mai stata contemplata dal codice penale: lo Stato si rifiuta­ va quasi di riconoscere la sua esi­ stenza, per evitare scandali su un argomento la cui repressione era compito della Chiesa cattolica. Ciò non impedì al fascismo di punire i comportamenti omosessuali ma­ schili con sanzioni amministrative, come l'ammonizione e il confino. Ancora nel 1968 l’Organizzazione Mondiale della Sanità la classifica­ va tra le malattie mentali. L’età d’oro dell’omosessualità Nell’antichità greca, gli omoses­ suali godevano di tutt’altra reputa­ zione. A quell’epoca i greci erano spontaneamente bisessuali e i rap­ porti omosessuali facevano addirit­ tura parte di un rituale di passag­ gio verso l’età adulta. Per i romani, l’omosessualità era più complessa, ma faceva comunque parte della vita di un uomo. Gli uomini liberi avevano il dovere d’essere “attivi” in tutti i campi della vita quotidiana e avevano, quindi, dei rapporti con i loro schiavi. Una migliore conoscenza del corpo Contrariamente a quello che si pen­ sa, le pratiche omosessuali non sono così diverse dai rapporti etero­ sessuali. Il coito anale non è il fulcro del rapporto: i due partner danno un’importanza particolare alle ca­ rezze e alla stimolazione reciproca. L’eccellente conoscenza del corpo del partner e delle sue zone ero­ gene rende le carezze ancora più dolci e sensuali, il che non sempre avviene nelle coppie eterosessuali.

A lungo condannate dalla morale religiosa e sociale, le pratiche omosessuali hanno subìto l’incomprensione di una società benpensante. Ancora oggi, e nonostante l’evoluzione delle mentalità, sul sesso gay sussistono molti pregiudizi.

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Il fist-fucking consiste nell’introdurre, nell’ano del partner, la mano o il pugno. Praticarlo può causare la lesione delle mucose, causando danni che possono andare dalla semplice irritazione o infezione, fino alle contusioni gravi e, addirittura, a rotture muscolari che causano l’incontinenza fecale.

Per quanto riguarda la fedeltà, pare che gli uomini accordino una leggera prefe­ renza all’autonomia nei rapporti, ma le relazioni omosessuali non sono meno intime né meno fusionali. Penetrazione e fellatio Simbolo della sessualità eterosessuale, la penetrazione non è considerata fine a se stessa nei rapporti omosessuali. Negli uomini, contrariamente a quello che si pensa, il ricorso alla penetrazione anale non è sistematico: solo il 36% dei gay ammette di praticare il sesso anale con il proprio partner. Invece, la fellatio reciproca è una pratica fondamentale nei rapporti omosessuali. Le pratiche rischiose Le troviamo anche in alcune coppie ete­ rosessuali, ma queste pratiche sono ad­ dirittura rivendicate da alcune correnti di pensiero gay, come modo per affer­ mare la propria identità sessuale. An­ che se praticate tra adulti consenzienti, alcune di queste pratiche presentano numerosi rischi, soprattutto per le ma­ lattie sessualmente trasmissibili.

Come proteggersi Non lo si ripete mai abbastanza: bisogna sempre proteggersi durante i rapporti sessuali. Che si pratichi o no la penetrazione, esiste un rischio d’infe­ zione o trasmissione di malattie (come il virus dell’AIDS). Il contagio può avve­ nire attraverso il sesso orale, attraverso il contatto delle mucose con lo sperma, oppure con lo scambio di sex toys. Per prevenzione, quindi, è consigliato usare un preservativo e pulire gli acces­ sori prima di scambiarseli. È anche raccomandato usare il preser­ vativo durante la penetrazione.

Rivendicando il principio secondo il quale ognuno è libero di vivere la pro­ pria sessualità come vuole, gli adepti del barebacking hanno il culto dei rapporti non protetti. Il termine – che in inglese significa “cavalcare a pelo”, cioè senza sella – designa quindi l’avere, volonta­ riamente, relazioni sessuali non protet­ te. In un’epoca nella quale l’AIDS con­ tinua a mietere vittime, i “barebackers” affermano che ciascuno deve essere responsabile della propria salute.

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PER ALCUNI

è già Lombroso 2.0. Per altri, invece, un fronte da considerare e potenzialmente possibile, visto che dietro c’è uno studio firmato dalla presti­ giosa università di Stanford. L’intelligen­ za artificiale potrebbe indovinare con una certa accuratezza se le persone immorta­ late in una foto siano omosessuali o ete­ rosessuali. Un’inda­ gine evidentemente destinata a far molto discutere per una quantità di ragioni, dall’etica del ricono­ scimento facciale alle origini (biologiche o sociali e culturali) dell’orientamento sessuale personale passando per i rischi legati alla riservatez­ za personale o alla discriminazione. Lo studio ruota intorno ai risultati che saranno presto pubblicati sul Journal of Personality Social Psychology e riportati in prima battuta dall’Econo­ mist. In sostanza, un algoritmo sarebbe riuscito a distinguere correttamente fra persone omosessuali ed eterosessuali nell’81% dei casi

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X X X MILK S E X Squirting, mito o realtà? È una domanda che si fanno in molti, anche all’interno della comunità scientifica: questa rara forma di orgasmo femminile (che la pornografia ha contribuito a rendere celebre negli ultimi anni) è l’equivalente femminile dell’eiaculazione maschile, o si tratta solamente di un’emissione di urina?

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In entrambi i casi, però, la sostanza predominante sarebbe l’urina.

Per la legge britannica per esempio la risposta cor­ retta è la seconda, e per questo lo squirting rischia da tempo di essere bandito definitivamente dal por­ no inglese (anche su internet) in quanto forma osce­ na di urofilia (più nota oggi come pissing), una pra­ tica vietata dall’Obscene Publications Act del 1959, tutt’ora in vigore nel Regno Unito. A gettare, almeno in parte, luce su questa dibattuta questione arriva oggi lo studio di un team di ricercatori dell’ospe­ dale Parly II di Le Chesnay, in Francia, pubblicato sul Journal of Sexual Medicine, che dimostrerebbe come esistano due diversi tipi di fluidi che possono essere emessi durante l’orgasmo femminile, uno dei quali contiene effettivamente tracce di enzimi carat­ teristici dell’eiaculazione.

Per cercare di comprendere la natura del fluido emesso durante lo squirting i ricercatori hanno reclutato sette donne per riprodurre il fenomeno in laboratorio.

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“La mia bambola di plastica è molto meglio di mia moglie” Negli anni cresce il numero di uomini che hanno relazioni amorose con sex dolls: “Gli esseri umani sono così esigenti. E le donne senza cuore”

Giura che sia l’amore della sua vita. Mayu, bambola di plastica ultra realisti­ ca, ha fatto innamorare Masayuki Ozaki che condivide con lei il letto e abita sotto lo stesso tetto della moglie e della figlia. Un accordo surreale che ha scatenato una vera e propria guerra in casa prima che si raggiungesse un delicato equilibrio per il bene di tutti. La storia è raccontata dal New York Post.

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La moglie di Masayuki, Riho, cerca di igno­ rare la tentatrice di gomma che la tormen­ ta dalla camera da letto del marito. "Faccio solo i lavori domestici", dice. "Faccio la cena, pulisco, lavo. Preferisco il sonno al sesso". Ozaki fa parte della schiera sempre cre­ scente di uomini giapponesi che costru­ iscono rapporti d'amore con bambole di plastica. Gli esperti sono preoccupati per il basso tasso di nascite del Giappone, che pone gravi problemi per il futuro dell'econo­ mia in quanto comporta un numero decre­ scente di lavoratori. Ma un numero crescente di uomini stanno girando le spalle al matrimonio e ai valori tradizionali. Ogni anno circa 2.000 sex dolls vengono venduta in Giappone. Hideo Tsu­ chiya, amministratore delegato del produt­ tore di bambole Orient Industry, ha dichia­ rato: "La tecnologia è andata molto avanti. Adesso sembrano incredibilmente reali e sembra di toccare la pelle umana. Molti uomini le acquistano perché ritengono che possano effettivamente comunicare con le bambole ". Enji Nakajima, 62 anni, ama profondamente la sua ragazza di gomma Saori: "Gli esseri umani sono così esigenti. La gente vuole sempre qualcosa da te - come denaro o impegno. Il mio cuore scorre quando torno a casa a Saori. Non mi tradisce mai, fa sì che le mie preoccupazioni si sciolgano. Non avrò mai più una donna reale, sono senza cuore".

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D’altronde Ozaki, 45 anni, candida­ mente ammette: “Dopo che mia moglie ha dato alla luce nostra figlia, abbiamo smesso di fare sesso e ho sentito un profondo senso di solitudine. Ma quando ho visto Mayu nello showroom, è stato amore a prima vista”. Un colpo di fulmine, come da copione, che la moglie (in carne e ossa) di Ma­ sayuki, non ha preso benissimo: “Era furiosa quando ho portato a casa Mayu. Quando mia figlia ha capito che non era una bambola gigante di Barbie, si è molto dispiaciuta, ma ora è abbastanza grande per condividere i vestiti di Mayu”. Ozaki, che lavora come fisioterapista, trasporta la bambola su una sedia a rotelle, la veste con parrucche, abiti sexy e gioielli. Ammette di aver rinun­ ciato ad avere rapporti con gli essere umani, d’altronde “le donne giapponesi sono fredde, egoiste. Gli uomini vogliono che qualcuno li ascolti senza urlare quando tornano a casa dal lavoro”. 37


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Probabilmente già conosci diversi aspetti del tuo ciclo mestruale, ad esempio la frequenza e l’intensità delle mestruazioni. Questa pagina ti fornirà informazioni più dettagliate sul ciclo mestruale femminile, sull’ovulazione e sulle mestruazioni. Chiaramente nessun sito internet può sostituire i consigli di un medico, ma queste indicazioni ti consentiranno di apprendere alcune nozioni di base. Comprendere il tuo ciclo mestruale La durata del ciclo varia da donna a donna, ed è generalmente compresa fra 23 e 35 giorni. Eventuali variazioni della durata del ciclo sono più probabili durante il periodo che precede l’ovulazione (fase follicolare). Per la maggior parte delle donne, il periodo che va dall’ovulazione (momento in cui l’ovaio rilascia la cellula uovo) all’inizio delle mestruazioni, detto fase luteale, richiede dai 12 ai 16 giorni.

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Le cose che non ti dirà il tuo ginecologo


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Un alleato contro la depressione:mangiare banane fa bene all’umore.

La vitamina B che contengono aiuta a calmare il sistema nervoso, il tripto­ fano ha benefici sull’umore e il potassio potenzia l’intelligenza Depressione e buon umore sono aiutati dalla grande quantità di vitamine B che contengono le banane(tiamina, riboflavina, niacina, piridossina e acido folico aiutano a calmare il sistema nervoso) e dalla presenza del triptofano, la cui conversione in serotonina, il cosiddetto “ormone della felicità”, provoca sensazioni generali di benessere.

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Mangiare una banana al giorno ci aiuta a scacciare infarti, ma anche a purificarci, a mantenere occhi e pelle in salute, a mantenere il buon Il potassio aiuta il cervello - Le banane contengono anche alti livelli di potassio, un minerale elettrolita che riduce i livelli di radicali liberi nocivi e in questo modo preven­ gono i danni al cervello. Banane, quanti altri effetti benefici - Uno sguardo piĂš da vicino alla letteratura scienti­ fica sulle banane rivela una serie di benefici poco conosciuti associati al consumo di questo frutto. A questo semplice frutto, ampiamente disponibile e poco costoso, sono stati attributi diversi effetti benefici, come la regolazione della pressione sanguigna, la guarigione di un intestino danneggiato, l’attenuazione dei sintomi di artrite e persino benefici contro la tossicodipendenza.

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Un al­ leato contro la depressione:mangia­ re banane fa bene all’u­ more. La vitamina B che con­ tengono aiuta a calmare il sistema nervoso, il tripto­ fano ha benefici sull’umo­ re e il potassio potenzia l’intelligenza Depressione e buon umore sono aiutati dalla grande quantità di vitami­ ne B che contengono le banane(tiamina, riboflavi­ na, niacina, piridossina e acido folico aiutano a cal­ mare il sistema nervoso) e dalla presenza del trip­ tofano, la cui conversione in serotonina, il cosiddet­ to “ormone della felicità”, provoca sensazioni gene­ rali di benessere. Il potassio aiuta il cervello - Le banane contengono anche alti livelli di potas­ sio, un minerale elettrolita che riduce i livelli di radi­ cali liberi nocivi e in que­ sto modo prevengono i danni al cervello.

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Hiv/Aids. Nell’84% delle nuove diagnosi la colpa è del sesso non protetto.

Alla vigilia della giornata mondiale del 1 dicembre arrivano gli ultimi dati sulla malattia e sui sieropositivi. Il numero di nuove diagnosi e nuovi casi è stabile. Ma preoccupa l’incremento di nuovi sieropositivi tra i “MSM”, ovvero “maschi che fanno sesso con maschi”, come li definisce l’Iss. Ed anche il fatto che più della metà delle nuove diagnosi avvenga in fase già avanzata. IL RAPPORTO COA 28 NOV - Stabili il numero delle nuove diagnosi HIV e il numero dei casi di AIDS. Diminuiscono i decessi in persone con AIDS. Aumenta l’età nelle nuove diagnosi. Più frequenti le diagnosi in MSM (maschi che fanno sesso con maschi) tra gli italiani e in eterosessuali femmine tra gli stranieri. Più della metà delle nuove dia­ gnosi di HIV avviene in fase avanzata (bassi CD4 o presenza di sintomi). La maggior parte delle persone diagnosticate con AIDS non ha effettuato terapia antiretrovirale. Questi i principali indicatori dalla rilevazione annuale del Centro operativo Aids dell’Iss relativa al 2013.

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La sorveglianza delle nuove diagnosi di HIV, che riporta i dati relativi alle perso­ ne che risultano positive al test HIV per la prima volta, è stata istituita nel 2008 e dal 2012 ha copertura nazionale. Nel 2013, secondo l’aggiornamento realizzato dal Centro Operativo Aids (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità, sono state segnalate 3.608 nuove diagnosi di Hiv pari a un’inci­ denza di 6 nuovi casi di HIV positività ogni 100.000 residenti. Valori simili di inciden­ za (5-10 nuovi casi per 100.000) sono stati riportati in Spagna, Francia, Paesi Bassi, Grecia e Regno Unito. Sempre nel 2013 il 24% delle persone dia­ gnosticate come Hiv positive è di nazio­ nalità straniera,da eterosessuali femmine (38,3%), mentre tra gli italiani da MSM (45,9%). Il 37,6% delle persone con una nuova diagnosi di HIV è stato diagnostica­ to con un numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cell/μL e il 57,6% con un numero in­ feriore a 350 cell/μL.

L’incidenza delle nuove diagnosi di HIV non mostra particolari variazioni rispetto ai tre anni precedenti. Nel 2013, le regioni con l’incidenza più alta sono state il Lazio, la Lombardia e il Piemonte. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2013 sono maschi nel 72,2% dei casi, hanno un’età mediana di 39 anni per i maschi e di 36 anni per le femmine.

L’incidenza delle nuove diagnosi di HIV non mostra particolari varia­ zioni rispetto ai tre anni precedenti. Nel 2013, le regioni con l’incidenza più alta sono state il Lazio, la Lom­ bardia e il Piemonte. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2013 sono maschi nel 72,2% dei casi, hanno un’età me­ diana di 39 anni per i maschi e di 36 anni per le femmine.

Gonfia il palloncino, salvati la vita.

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Dati in più

Nel 2013, sono stati diagnosticati 1.016 nuovi casi di AIDS pari aNel 2013, sono stati diagnosticati 1.016 nuovi casi di AIDS pari a un’incidenza di 1,9 nuovi casi per 100.000 residenti. L’incidenza di AIDS è stabile negli ultimi tre anni. È diminuita nel tempo la proporzione di persone che alla diagnosi di AIDS presenta un’infezione fungina, mentre è aumentata la quota di pazienti che presenta un’infezione virale o un tumore. Nel 2013, poco meno di un quarto delle persone diagnosticate con AIDS ha eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS. Il fattore principale che determina la probabilità di avere effettuato una terapia anti­ retrovirale prima della diagnosi di AIDS è la consapevolezza della propria sieropositività: tra il 2006 e il 2013 è aumentata la proporzione delle persone che arrivano allo stadio di AIDS conclamato ignorando la propria sieroposi­ tività, passando dal 20,5% al 68,2%.Nel 2013, sono stati diagnosticati 1.016 nuovi casi di AIDS pari a un’incidenza di 1,9 nuovi casi per 100.000 residen­ ti. L’incidenza di AIDS è stabile negli ultimi tre anni. È diminuita nel tempo la proporzione di persone che alla diagnosi di AIDS presenta un’infezione fungina, mentre è aumentata la quota di pazienti che presenta un’infezione virale o un tumore. Nel 2013, poco meno di un quarto delle persone diagnosticate con AIDS ha eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS. Il fattore principale che determina la probabilità di avere effettuato una terapia antire­ trovirale prima della diagnosi di AIDS è la consapevolezza della propria sie­ ropositività: tra il 2006 e il 2013 è aumentata la proporzione delle persone che arrivano allo stadio di AIDS conclamato ignorando la propria sieropositività, passando dal 20,5% al 68,2%. un’incidenza di 1,9 nuovi casi per 100.000 re­ sidenti. L’incidenza di AIDS è stabile negli ultimi tre anni. È diminuita nel tem­ po la proporzione di persone che alla diagnosi di AIDS presenta un’infezione fungina, mentre è aumentata la quota di pazienti che presenta un’infezione virale o un tumore. Nel 2013, poco meno di un quarto delle persone diagnosticate con AIDS ha eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS. Il fattore principale che determina la probabilità di avere effettuato una terapia anti­ retrovirale prima della diagnosi di AIDS è la consapevolezza della propria sieropositività: tra il 2006 e il 2013 è aumentata la proporzione delle persone che arrivano allo stadio di AIDS conclamato ignorando la propria sieropositi­ vità, passando dal 20,5% al 68,2%.

Le persone in cura (sia affette da AIDS che asintomatiche) presso i centri clinici italiani sono circa 95.000. La sorveglianza dei casi di AIDS riporta i dati delle persone con una diagnosi di AIDS conclamato. Dall’inizio dell’epidemia nel 1982 a oggi sono stati segnalati oltre 65.000 casi di AIDS, di cui circa 42.000 segnalati come deceduti.

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FORSE PERO’ NON TE NE SEI ACCORTO.


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