Sport&Salute

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a cura del Centro Fisioterapico Canavesano Occasione edicola • In abbinamento con Sprint&Sport • DIRETTORE RESPONSABILE: Claudio Verretto • REGISTRAZIONE: Tribunale di Torino, n.51 del 8/8/11 • TIPOGRAFIA: ITS Industrie tipografiche Sarnub Srl, via A.Bertone 14 - Cavaglià (BI) • EDITRICE: Sport Edition Srl, C.so M.D’Azeglio 60/h (TO)

FEBBRAIO 2014

L’EDITORIALE

L’INDAGINE ECOGRAFICA

Primum non nocere

F

NADIA PISCOPO

L’esame ecografico di un polpaccio

Valutazione e quadri patologici dei traumi muscolo-tendinei

NUTRIZIONE a pag 4

PODOPOSTUROLOGIA

a pag 6

Piede diabetico: campanello d’allarme per patolige più gravi

COMPLICAZIONI DIABETICHE

L’alimentazione nello sport Consigli utili da parte del nutrizionista a pag 3 RIABILITAZIONE

Esercizi di rinforzo

La ginnastica propriocettiva L’intervento e il pIl processo di recupero della propriocettività a pag 5

C’è una relazione tra denti e performance sportiva?

Alla scoperta dei benefici del bite dentale

L’analisi baropodometrica computerizzata del piede

Branca del fitness per soggetti sedentari Controllo del peso

a pag 7

GINNASTICA METABOLICA

Focus su pazienti sovrappeso affetti da sindrome metabolica a pag 5

ALTRA MEDICINA

L’uso dell’ozono e i suoi benefici Ernia

ODONTOSALUTE

Il 15% dei diabetici è a rischio ulcera Realizzazione di un plantare ortopedico su misura

Alterazione della funzione degli arti inferiori

Bite dentale

requentemente ci preoccupiamo di pensare al benessere del nostro corpo e del nostro spirito soltanto quando questi vengono a mancare. Siamo oramai consapevoli di quanto la mente sia in diretta connessione con il corpo e quanto essa possa trasformarsi in strumento e risorsa per accrescere il nostro benessere interiore migliorando la nostra esistenza, parallelamente sul piano psicologico che fisico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità riteneva, già nel lontano1948 che la salute fosse qualcosa di più dell’assenza di malattia ma una fusione fra benessere fisico, mentale e sociale. Anni più tardi, nel 1987 l’OMS sottolinea il concetto di promozione della salute esprimendo così l’importanza di migliorare il controllo e la gestione delle proprie condizioni di benessere. Tale definizione, in anni più recenti, si evolve nel concetto di promozione della salute, concepita come processo grazie al quale le persone possono acquisire il controllo diretto e la gestione della propria condizione di benessere. La ricerca in tale campo evidenzia la relazione tra abitudini individuali, atteggiamento mentale, salute e la diretta relazione tra cervello e sistema immunitario. Il vocabolo ben-essere indica quindi un modo di essere in cui gli individui sono responsabili, attivamente coinvolti nel processo volto ad aumentare e migliorare la propria salute e non solo a mantenerla. Lo stato di salute così inteso, assume soprattutto il senso di consapevolezza di sé e autodeterminazione nell’intervenire per migliorare quegli aspetti della nostra vita che non ci soddisfano.

Come il gas può essere utilizzato nella terapia medica a pag 6


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2 DIAGNOSTICA

Valutazione ecografica delle lesioni muscolari ANALISI ECOGRAFICA

I Quadri patologici Nel caso della contrattura muscolare, dove non sono presenti soluzioni di continuità delle fibre, l’unico reperto talvolta rilevabile con l’ecografia è costituito da un lieve aumento della componente ipoecogena del ventre muscolare. Spesso il reperto ecografico è negativo. Nel caso di stiramento muscolare l’esplorazione ecografica evidenzia solitamente un’areola iperecogena, ben delimitata, espressione di sofferenza muscolare. Altre volte, specialmente quando l’indagine viene eseguita tardivamente, questa areola può presentarsi ipoecogena, a causa dell’imbibizione edematosa, rispetto al tessuto circostante, pur essendo possibile dimostrare una continuità delle fibre muscolari in quel punto. Nel caso di strappo muscolare, l’identificazione della lesione con ecografia risulta molto più agevole. Nello strappo di primo grado, l’ecografia, in fase iniziale, mostra per lo più aspetti simili a quelli dello stiramento che si traducono in un’iperecogenicità localizzata, che sottende però ad un’irregolarità strutturale del muscolo nel punto di lesione. In fase successiva (3°- 4° giornata) il riscontro di aree anecogene all’interno del focolaio di lesione depone per la presenza di uno stravaso emorragico. Nel caso di strappo di secondo grado, il sovvertimento strutturale appare più evidente ed il versamento emorragico intra o intermuscolare assume dimensioni ragguardevoli. L’indagine dinamica evidenza la retrazione dei monconi di lesione. La lesione di terzo grado, per la sua stessa vastità e per l’abbondanza di ematoma, difficilmente pone dubbi diagnostici. DOTT. MARCO CRAVERO Medico Chirurgo - Specialista in Medicina dello Sport

Nell’ambito della valutazione delle lesioni muscolari, sem- specifico di quella determinata unità muscolare dupre più spesso, l’analisi clinica viene affiancata e supportata rante la scansione aiuta nella sua identificazione, e dall’esame ecografico, che costituisce certamente la metodi- permette di osservare il movimento anomalo dei faca più utilizzata ed accreditata, sia per la precisione nella defi- sci muscolari in caso di lesione . Per quanto detto, nizione morfo-funzionale, sia per la sua ripetibilità, sia per i l’ecografia trova ottima applicazione nella patologia bassi costi di esercizio che per l’assenza di effetti collaterali traumatica muscolo tendinea, quale momento diaed in ultimo per la possibilità di effettuare esami dinamici. gnostico successivo all’esame clinico. Essa, sopratL’indagine ecografica si basa sull’emissione di un fascio tutto in caso di traumi di minore entità che non deterdi ultrasuoni che esplora una sezione anatomica secondo una minano un evidente sovvertimento strutturale, costifrequenza caratteristica della sonda impiegata e consente di tuisce la guida per interpretare anche minime modifiottenere un’immagine registrando la riflessione dell’energia cazioni del quadro ecotomografico normale. acustica sulle interfacce che separano mezzi di diversa impeUn altro importante aspetto da tenere in considenza acustica. Le sonde ecografiche utilizzate per la valuta- derazione ai fini della valutazione ecografica della pazione dei tessuti molli sono per lo più lineari (i fasci emessi so- tologia traumatica muscolare, è la variabilità dell’imno paralleli); la frequenza ottimale varia da 5 a 15 Mhz . magine che si ottiene in rapporto al momento in cui L’immagine ottenuta sul monitor apparirà tanto più brillan- viene effettuato l’esame rispetto al momento del te quanto più alta è l’energia retrodiffusa della struttura corri- trauma. Spesso nelle fasi precoci (24-48 ore dal spondente. Per questo la debole energia acustica che attra- trauma) e specialmente nei traumi di minore entità versa le strutture ossee o calcifiche viene totalmente assorbi- l’esame può risultare negativo e solo attraverso un ta determinando immagini tipo strie brillanti (iperecogene) controllo successivo, a 48-72 ore dal trauma si pocorrispondenti al profilo esterno della struttura . Viceversa, tranno identificare le lesioni che si manifestano tardiformazioni liquide vengono totalmente attraversate senza as- vamente e che presentano imbibizione edematosa o sorbimento e l’immagine che ne deriva sarà priva di echi (ane- piccolo versamento ematico . cogena) e cioè apparirà nera. Tra queste due immagini esiste una vasta gamma di intensità di brillanza, tali da consentire una rappresentazione piuttosto fedele delle caratteristiche istologiche del tessuto. Il muscolo apparirà delimitato da una stria iperecogena (epimisio), all’interno del quale sono presenti areole ipoecogene con cercine iperecogeno in scansione trasversale, cioè perpendicolare all’asse del muscolo, e linee iperecogene parallele orientate lungo l’asse di contrazione nella scansione longitudinale. Fondamentali presupposti per una corretta interpretazione delle immagini ecografiche, sono le caratteristiche tecniche dello strumento utilizzato ed un’approfondita conoscenza dei quadri anatomici normali dei vari distretti muscolari. Per questo, l’abilità e l’esperienza dell’operatore costituiscono requisiti essenziali per l’affidabilità di tale tecnica diagnostica. Per l’identificazione del muscolo e per la valutazione delle caratteristiche di un’eventuale lesione ci si avvale sia di scansioni statiche, ottenute con il muscolo a riposo (trasversali e longitudinali), che di scansioni dinamiche, cioè ottenute durante la contrazione muscolare volontaria. Esistono, infatti, alcuni distretti, come l’avanbraccio o la parte profonda del polpaccio, dove il ricco corredo muscolare determina alcune difficoltà nell’identificazione della singola Lesione di II grado m. bicipite femorale, contorno dell’ematoma evidenziato in rosso struttura. L’esecuzione del movimento


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NUTRIZIONE

Sport e alimentazione: siamo quel che mangiamo Iniziamo con questo numero una serie di articoli sull’importanza dell’alimentazione in tutti gli stati fisiopatologici della vita. Il cibo non serve solo a placare la fame: i suoi componenti sono i mattoni con cui costruiamo il nostro corpo, e se vengono assunti nella maniera corretta ci garantiscono una struttura fisica efficiente e in salute. Dieta e idratazione: due aspetti fondamentali per la prestazione sportiva Generalmente, cibi e bevande incidono sulla salute, sul peso e sulla composizione corporea. In particolare, un’alimentazione appropriata supporta l’esercizio fisico, riduce i tempi di recupero e il rischio di infortuni e migliora la performance atletica. La riserva energetica primaria durante l’esercizio è costituita dal glicogeno, che si accumula nei muscoli e nel fegato: costruire adeguate riserve di glicogeno è la chiave per migliorare le prestazioni e la resistenza. La composizione della dieta influenza in modo rilevante il quantitativo

di glicogeno che si riesce ad immagazzinare: diete ricche in grassi e povere in carboidrati non forniscono scorte adeguate di glicogeno e diminuiscono considerevolmente la resistenza, mentre diete ricche in carboidrati, soprattutto nella fase pre-gara, aumentano le riserve di glicogeno e quindi migliorano prestazioni e resistenza all’esercizio. Gli atleti che si allenano per attività aerobiche di resistenza come ciclisti e maratoneti spesso lamentano una fatica cronica che, nei giorni successivi agli allenamenti intensi, diventa sempre più accentuata. Questo indebolimento è spesso dovuto all’esaurimento delle riserve di glicogeno, anche quando la dieta comprende le quote di carboidrati consigliate. La corretta alimentazione dello sportivo permette di ottimizzare le riserve di glicogeno ed è la spiegazione del perché occorra gradualmente ridurre l’intensità dell’allenamento quotidiano prima della competizione. L’apporto di carboidrati generalmente consigliato è pari a 6-10gr di carboidrati al giorno per Kg di peso corporeo. Per esercizi molto intensi si consigliano circa 10g di carboidrati al giorno, per cui può capitare che l’atleta debba assumere una quota di carboidrati superiore alla quantità giornaliera normalmente raccomandata (5560%). E’ importante che anche gli altri nutrienti vengano assunti nella quantità corretta, dal momento che a seconda della durata, della tipologia e dell’intensità dello sforzo fisico, i substrati utilizzati per produrre energia variano nel tempo. Durante un esercizio fisico intenso, un’ora di attività può diminuire le scorte di glicogeno epatico e muscolare anSPORT / E’ importante coniugare un’alimentazione sana con una regolare attività fisica che del 55%, men-

La piramide alimentare: ecco gli alimenti da privilegiare

tre due ore possono completamente azzerarlo. Diversamente nelle attività leggere o moderate il dispendio energetico è a carico del glicogeno epatico e muscolare nei primi 20 minuti, mentre successivamente vengono ossidati sia carboidrati che grassi. Via via, l’ossidazione dei grassi diventa sempre maggiore. Un altro aspetto primario è l’idratazione: se il bilancio idrico viene mantenuto costante, ossia se si reintegrano adeguatamente i liquidi persi con la sudorazione, la performance risulta ottimale; la progressiva disidratazione porta ad una riduzione della prestazione, fino ad aumentare il rischio di colpi di calore e crampi. Il consiglio è quello di bere abbondanti quantità di liquidi 24 ore prima della competizione, circa 500ml nelle 2-3 ore prima della gara e circa 150ml ogni 15-20 minuti durante la competizione; fondamentale infine reidratarsi adeguatamente al termine della prestazione. Esistono poi bevande sportive con particolari concentrazioni e tipologie di sali minerali e zuccheri da scegliere con attenzione a seconda del tipo e della durata dell’attività sportiva che si pratica per avere anche un veloce e corretto reintegro dei sali minerali persi con la sudorazione, supporto utile soprattutto per gli atleti non professionisti.

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www.fisiocfc.it VISITE SPECIALISTICHE

-VISITA ORTOPEDICA -VISITA FISIATRICA -VISITA TRAUMATOLOGICA - VISITA POSTUROLOGICA -ANALISI BAROPODOMETRICA COMPUTERIZZATA DEL PIEDE -ECOGRAFIA MUSCOLO-TENDINEA -VISITA MEDICO-LEGALE -CONSULENZA NUTRIZIONISTICA

TERAPIE STRUMENTALI -LASER -IONOFORESI -TENS -ULTRASUONI -TECAR -MAGNETO -ELETTROSTIMOLAZIONI -ONDE D’URTO

TERAPIE MANUALI

-MESOTERAPIA -INFILTRAZIONI ARTICOLARI -CHIROPRATICA -OSTEOPATIA -MASSOTERAPIA -LINFODRENAGGIO (VODDER) -BENDAGGIO FUNZIONALE -TAPING -TAPING NEURO-MUSCOLARE

Alimenti consigliati e non L’attività sportiva induce la produzione di molti radicali liberi responsabili di accelerare i processi di invecchiamento cellulare: per contrastarli, sulla tavola dello sportivo non devono mai mancare frutta e verdura fresche di stagione, ricche di antiossidanti. Gli alimenti integrali, la frutta secca e i legumi devono far parte dell’alimentazione di chi fa sport; devono però essere evitati nel pasto prima della competizione, perché prolungano l’attività intestinale e possono causare gonfiori e fastidi in gara, così come i vegetali della famiglia dei cavoli, cavolfiori e broccoli. Lo sportivo, nei giorni precedenti alla competizione, dovrebbe evitare il consumo di bevande alcoliche, perché l’alcol causa disidratazione. Prima di una competizione occorre anche limitare il consumo di caffè, perché la caffeina, in associazione al nervosismo pre-gara, può causare ansia e diarrea. DOTT.SSA NICOLETTA FERRARIS Biologo - Nutrizionista

RIABILITAZIONE

-RIEDUCAZIONE POSTURALE GLOBALE -RIEDUCAZIONE POST-CHIRURGICA 1’ LIVELLO -RIEDUCAZIONE DISTURBI MOTORI SENSITIVI A MINOR DISABILITà -GINNASTICA CORRETTIVA INDIVIDUALE E DI GRUPPO -GINNASTICA POSTURALE INDIVIDUALE E DI GRUPPO -GINNASTICA PROPRIOCETTIVA COMPUTERIZZATA -GINNASTICA METABOLICA -RIATLETIZZAZIONE POST-TRAUMATICA -PANCAFIT -BACK SCHOOL

ASSISTENZA LEGALE PER PRATICHE RISARCITORIE


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4 LA PATOLOGIA

Il piede diabetico

Lesioni della cute del piede

Si parla di piede diabetico quando la neuropatia diabetica o l’arteriopatia degli arti inferiori compromettono la funzione o la struttura del piede. I due quadri, definiti anche come piede neuropatico e piede ischemico, sono diversi tra loro. Nei soggetti sopratutto di età avanzata coesiste la neuropatia e la vasculopatia; si parla quindi di piede neuroischemico. Il più grosso rischio di complicazione per un piede diabetico, in presenza di un’ulcera aperta, è l’insorgenza di un’infezione che spesso costituisce la vera causa che porterà all’amputazione. I problemi per i diabetici non sono solo più quelli legati alla sopravvivenza ma quelli legati alle complicanze croniche del diabete; soprattutto complicanze vascolari sia dei piccoli vasi arteriosi sia dei grossi vasi arteriosi. Tra le complicanze del diabete un ruolo sempre più rilevante è assunto da quella che va sotto il nome di “piede diabetico”: la complicanza che comporta il maggior numero di ricoveri ospedalieri. Circa il 15% dei diabetici andrà incontro nella vita ad un’ulcera del piede, preludio di un’amputazione maggiore, ossia effettuata sopra la caviglia. Se si vuole ridurre il numero delle amputazioni è necessario migliorare la capacità di curare precocemente l’ulcera. Per questo obiettivo è necessario disporre di protocolli diagnostici e terapeutici efficaci e di tutte le professionalità necessarie. Mancano dati precisi su quanto avviene in tutta Italia; tuttavia nei Centri che si sono specializzati nella cura del piede diabetico è stata rilevata una riduzione significativa del numero di amputazioni. Il piede diabetico è nella maggior parte dei casi la punta di un iceberg, al di sotto della quale coesistono un insieme di altre patologie legate direttamente o no al diabete, che necessitano a loro volta di essere curate contemporaneamente al piede. DOTT. ADRIANO GIACONELLI Tecnico Ortopedico

PREVENZIONE E CURA

La ginnastica correttiva Le abitudini di vita portano il bambino e l’adolescente verso un mantenimento prolungato di posizioni inadeguate e scomposte; il tutto si associa spesso ad una insufficiente attività motoria. Il problema si amplifica quando il ragazzo è in sovrappeso, più di un milione di bambini in Italia è in sovrappeso. Anche i ragazzi che praticano attività sportiva posso no presentare anomalie posturali e a volte si rende necessario affiancare della ginnastica compensativa con lo scopo di prevenire e contrastare l’instaurarsi di turbe posturali tipiche della fase di accrescimento e compensare quelle abilità motorie che l’attività sportiva che sta praticando non può dargli. L’importanza della postura Per postura si intende la posizione assunta dal corpo nello spazio e la relazione spaziale tra i segmenti scheletrici che lo costituiscono, il cui fine è il mantenimento dell’equilibrio, sia in condizioni statiche che dinamiche. Non esiste una postura unica ma un numero infinito di posture che corrispondono a qualsiasi posizione del corpo rispetto all’ambiente. La buona postura è rappresentata da un buon equilibrio muscolare e scheletrico che protegge le strutture portanti del corpo da una lesione o da deformità. In queste situazioni i muscoli lavorano in modo efficace e gli organi toracici e addominali si trovano in posizione ottimale, al contrario di quanto accade in una postura scorretta, dove le relazioni tra le parti del corpo sono alterate e producono aumenti di tensione. La ginnastica correttiva è mirata alla prevenzione e alla cura dei paramorfismi e delle più comuni problematiche muscolo-scheletriche che affliggono i ragazzi in età evolutiva. Spesso viene utilizzata anche in età adulta per risolvere dolori di natura posturale. La ginnastica correttiva è costituita da esercizi di allungamento delle retrazioni muscolari e miofasciali e dal potenziamento dei muscoli deficitari. Fondamentale è il lavoro di ricerca della corretta postura in situazioni sia statiche che dinamiche in relazione alla percezione ed autocorrezione dei difetti posturali. Come tutti i tipi di ginnastica è necessario avere molta costanza in questo percorso. Per paramorfismo si intendono alterazioni della morfologia corporea, risultato di posizioni scorrette e atteggiamenti posturali viziosi che con il tempo sono causa di dolore. I paramorfismi si possono correggere attraverso esercizi specifici di riedu-

cazione posturale, sono forme transitorie che non comportano, se trattate adeguatamente, alterazioni delle strutture scheletriche. Nell’età dello sviluppo le alterazioni morfologiche non devono essere sottovalutate, altrimenti si possono trasformare in forme più gravi che causano modificazioni della struttura scheletricaconosciute come dismorfismi. I dismorfismi portano a modificazioni strutturali della normale morfologia corporea che per essere corrette, necessitano di un trattamento ortopedico adeguato. Anche se i dismorfismi sono forme più importanti rispetto ai paramorfismi, se trattati precocemente e con interventi adeguati possono migliorare, ma al contrario, trascurati e sottovalutati si aggravano e progressivamente provocano disturbi funzionali. Prima di intraprendere un programma di ginnastica correttiva è necessario fare una visita con un posturologo/ortopedico. Nel caso in cui si ritenga opportuno fare la ginnastica, lo specialista in accordo con il terapista definirà la strada da seguire. In fase di crescita il corpo è molto più malleabile che nelle fasi successive e quindi riuscire a correggere un atteggiamento scorretto in età evolutiva può voler dire evitare problematiche in età adulta. Quali problematiche possono interessare l’età evolutiva? Piede : piede piatto, piede cavo. Caviglia: valgismo, varismo. Ginocchio: varo, valgo, strabismo rotuleo. Rachide: iperlordosi, ipercifosi, riduzione delle curve, scoliosi, dorso curvo, spalle curve, petto carenato. Problematiche articolari: lassità legamentose, ipotrofia muscolare. Problematiche di coordinazione Disturbi oculo-motori Disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare (visita odontoiatrica) DOTT. FABRIZIO FERRERO POSCHETTO Kinesiologo Massofisioterapista


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BENESSERE

Ginnastica metabolica: problematiche dei soggetti e rimedi La ginnastica metabolica è una branca del fitness che si occupa dell’attività motoria di soggetti sedentari e in sovrappeso affetti dalla sindrome metabolica. L’attività motoria può migliorare le condizioni dei soggetti portatori della sindrome metabolica: un mix di sedentarismo, sovrappeso, diabete, ipercolesterolemia, ipertensione. Due studiosi americani Sheldon e Martiny sono stati in grado di classificare i soggetti in tre grandi categorie: • Ectomorfo • Endomorfo • Mesomorfo Il soggetto ectomorfo è longilineo e magro. È caratterizzato da arti lunghi, tronco corto, spalle e torace stretti. Ha una struttura muscolo-scheletrica poco sviluppata e un metabolismo molto veloce che a volte si trasforma in catabolismo; tende a bruciare tutte le energie prodotte dall’assimilazione degli alimenti in maniera velocissima. I soggetti endomorfi sono dotati di una struttura massiccia e brevilinea che gli conferisce un’ ottima forza fisica. Gli arti sono brevi e muscolosi e le anche sono ampie rispetto alle spalle con una prevalenza di tessuto adiposo sul giro vita (brevitipo). Hanno una forte predisposizione ad ingrassare a causa del metabolismo lento.

Il movimento riduce la sindrome metabolica

L’obesità in soggetti etomorfi ed endomorfi

Il mesomorfo è una miscela positiva delle caratteristiche dei primi due biotipi; è un soggetto atletico con una struttura fisica molto armonica (longitipo). Il metabolismo ottimale gli consente di mangiare di tutto in buone quantità senza ingrassare. Ogni individuo rientra in una di queste categorie anche se è più logico parlare di mescolanza dei diversi tipi con una caratteristica più spiccata rispetto alle altre. Nella maggior parte dei casi, i soggetti sofferenti di una delle patologie metaboliche hanno parecchi tratti vicini al tipo endomorfo. Le donne hanno un tipo di obesità a pera con la parte superiore del corpo poco sviluppata e tessuto adiposo più concentrato su fianchi e cosce. Gli uomini hanno una quantità di grasso corporeo equamente distribuita su tutto il corpo con una maggiore concentrazione sul giro vita (grasso intra-viscerale). Queste caratteristiche risultano più preoccupanti sotto il punto di vista cardio-circolatorio. L’obesità in questo caso è a mela. Un parametro di misurazione importante è la circonferenza della vita che per le donne non dovrebbe superare gli 80 cm mentre per gli uomini dovrebbe rimanere sotto i 94 cm. Il metabolismo e l’insieme delle reazioni chimiche è costituito da due fasi: - Anabolismo “insieme delle reazioni di sintesi” - Catabolismo “insieme delle reazioni di distruzione I due processi devono convivere bilanciandosi al fine di garantire il perfetto espletamento di tutte le reazioni chimiche all’interno del corpo. I disturbi di origine metabolica hanno tutti come causa principale il cattivo funzionamento dei processi endogeni che regolano il metabolismo. Gli organi deputati all’espletamento di questi meccanismi sono: il fegato, destinato alla sintesi e all’accumulo del glucosio; il pancreas, adibito alla produzione di insulina e glucagone e la tiroide. Se uno di questi organi funziona male iniziano a scatenarsi disturbi che in principio sono lievi ma se non curati possono influenzare la vita di un individuo. Le cause, oltre ad una predisposizione genetica sono lo stile di vita sbagliato: fumo, alcol, eccesso di cibo, scarsa o nulla attività fisica. Fare sport, mangiare sano, riposare a dovere ed affrontare la vita in maniera più calma è una delle migliori cure possibili. Gli intenti legati al Fitness Metabolico sono: • Riabilitare i soggetti ad una vita sociale migliore passando per l’attività fisica • Ridare maggior fiducia permettendo di riappropriarsi di una propria identità psico-fisica. • Guidare l’allievo verso uno stile di vita migliore: attività fisica, regime alimentare corretto, meno stress. Il lavoro che inizia in palestra deve migliorare le abitudini quotidiane. • L’approccio non invasivo da parte degli istruttori è fondamentale; il lavoro dev’essere pianificato in maniera graduale iniziando con attività a basso impatto ed esercizi a carico naturale.

• I programmi più indicati sono spesso quelli misti aerobici-anaerobici. Una frequenza settimanale di 3 sedute è l’ideale. DOTT. STEFANO CAPOBIANCO Massofisioterapista - Dottore in Scienze Motorie

RIABILITAZIONE

Ginnastica propriocettiva computerizzata

Si tratta di una pedana basculante collegata a un computer, che permette di compiere determinati movimenti finalizzati al recupero della propiocettività. Il paziente viene sottoposto a numerosi test al computer per valutare il grado di propriocezione. Successivamente in base ai deficit rilevati si imposta un programma di allenamento personalizzato. Gli esercizi possono essere effettuati in appoggio bi-podalico o mono-podalico in base al tipo di lesione ed alla fase del trattamento di riabilitazione. Tramite lo schermo del computer si ha un feedback visivo molto importante per la vera percezione da parte del paziente. Solo in questo modo il paziente può realmente rendersi conto del tipo di movimento, dell’eventuale errore e della velocità di esecuzione. E’ indicata per la riabilitazione di anca, ginocchio, tibio-tarsica, fase post-operatoria di ricostruzione di L.C.A., lesioni meniscali, distorsioni di caviglia, distorsioni di ginocchio,ecc... DOTT. ADRIANO GIACONELLI Tecnico Ortopedico - Massofisioterapista


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6 MEDICINA ALTERNATIVA

L’ozono, una risorsa della natura L’Ozono è un gas essenziale per la vita sulla Terra grazie alla sua capacità di assorbire la luce ultravioletta. Lo strato di Ozono presente nella stratosfera protegge la Terra dall’azione nociva dei raggi ultravioletti provenienti dal Sole. L’Ozonoterapia è una terapia medica a base esclusiva di Ossigeno e Ozono, gas che ci protegge dalle radiazioni ultraviolette che da tempo viene utilizzata per i suoi numerosi benefici e per l’assenza di effetti collaterali. L’uso dell’ozono in Medicina nasce in Germania nel 1915, quando si iniziò a osservare il suo effetto antibatterico sulle ferite di guerra infette. L’ozono è un gas instabile, che non può essere conservato e quindi deve essere prodotto al momento dell’uso. Questo ne impedisce la commercializzazione, come avviene invece per i farmaci sintetizzati in laboratorio e lo riserva ad un esclusivo ed immediato utilizzo da parte del medico il quale si serve di una sofisticata apparecchiatura in grado di

L’indiviuazione dell’ernia del disco

produrlo, partendo da molecole di ossigeno medicale. L’Ozono ha numerosi effetti benefici per le nostre cellule: -è il più potente antinfiammatorio esistente in natura -è un immediato antidolorifico -è un forte agente ossidante con attività antibatterica, antimicotica e di inattivazione virale -riattiva la circolazione sanguigna -aumenta la resistenza allo sforzo -migliora l’utilizzo dell’ossigeno nel sangue e nelle cellule -provvede alla disintossicazione da tossine e radicali liberi -ha un’azione stimolante e modulatrice sul sistema immunitario -ha capacità rigenerative e riparative sui tessuti -ha un’azione lipolitica (sciogli-grassi) e riducente sui tessuti affetti da “cellulite” e ritenzione idrica. L’Ozonoterapia è indicata per i suoi effetti antifiammatori, antidolorifici e riducenti: -nell’ernia al disco, sia lombare che cervicale, anche già operata, per risolvere l’infiammazione e il dolore e per ridurne le dimensioni -nelle lombosciatalgie e negli esiti delle stesse (dolore persistente, formicolii alle gambe, intorpidimento, diminuzione di sensibilità) -nei traumi muscolari come decontratturante immediato e nei traumi sportivi per il recupero in tempi brevi -nell’artrosi (cervicale, ginocchio) come antin-

fiammatorio naturale e potente antidolorifico -nella periartrite della spalla e in tutte le patologie infiammatorie di grandi e piccole articolazioni (ginocchio, gomito, polso, caviglia, dita) -nelle tendiniti (cuffia dei rotatori, tunnel carpale, ginocchio, gomito del tennista, dito a scatto, tallonite) -nel dolore cronico. La terapia con ozono non è dolorosa non dà allergie e il paziente durante la cura può svolgere le sue normali attività.

Inoltre è una terapia sicura, innocua e priva di effetti collaterali ma deve essere praticata da un medico competente in materia, secondo i protocolli terapeutici notificati al Ministero della Salute. In base al problema, potrà essere praticata dal medico attraverso microiniezioni sottocutanee, iniezioni intramuscolari e infiltrazioni intraarticolari. DOTT.SSA TRIGILIA RAFFAELLA Medico Chirurgo Specialista in Ozonoterapia-Mesoterapia

PODOPOSTUROLOGIA

Analisi baropodometrica

L’ortopedico analizza i punti di carico

La baropodometria è lo studio delle pressioni che esercita il piede sul terreno. Questo esame consiste nel camminare su una pedana che tramite dei sensori rileva l’appoggio del piede con i diversi punti di carico. È una metodica non invasiva, priva di campi magnetici o radiazioni ed è un mezzo indispensabile per lo studio sia del piede, ma anche della postura del nostro corpo. La baropodometria viene eseguita prima di rilevare le misure per un eventuale plantare ortopedico su misura, e in un secondo momento a distanza di un anno per evidenziare miglioramenti nel paziente. L’esame viene svolto sia in statica che in dinamica. Il test baropodometrico statico consiste nel far salire il paziente a piedi nudi sulla pedana che rileva una serie di dati fondamentali. Otteniamo in questo modo il baricentro corporeo, l’appoggio plantare e le dimensioni del piede in millimetri. Durante l’esame, viene chiesto al paziente di

spostare il carico prima sull’avampiede poi sul tallone in maniera tale da poter evidenziare sovraccarichi anomali. L’esame procede con la fase dinamica. Le pedane baropodometriche di nuova generazione sono in grado di rilevare le pressioni esercitate dai nostri piedi anche in movimento. Il paziente passeggia sulla pedana baropodometrica che ad ogni passaggio rileva l’appoggio di entrambe i piedi. L’esito del test oltre ad evidenziare la mappa dei carichi, è in grado di darci valori importanti sulla pronazione e supinazione sia dell’articolazione tibio-tarsica che dell’avampiede. Per far sì che il paziente non venga condizionato dell’esito finale dell’esame , si preferisce non far visionare il monitor del pc durante il test, in quanto osservando le linee di carico e i picchi di pressione potrebbe esser tentato nell’auto correzione e diverrebbe in questo caso un esame non veritiero. L’esame baropodometrico oggi è un esame fondamentale per la realizzazione di un plantare ortopedico realizzato su misura. DOTT. ADRIANO GIACONELLI Tecnico Ortopedico


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Sport & Salute

TERAPIA MANUALE

Il drenaggio linfatico manuale Per Linfodrenaggio si intende una tecnica rivolta alla terapia dell’edema. Si tratta di un delicato massaggio, ideato e scientificamente collaudato dal Dott. Emil Vodder negli anni 30’, che ha lo scopo di drenare i tessuti. Con il DLM si ottengono risultati sugli edemi linfatici, sia primari che secondari a intervento chirurgico sui linfonodi. Il miglioramento soggettivo si ricava con rapidità, con la scomparsa o l’attenuazione delle parestesie e spesso anche del dolore sui linfedemi cosiddetti idiopatici (cioè di cui non si riconosce una causa), sugli edemi del periodo premestruale, nel trattamento delle gravide; sulle stasi che possono residuare in persone che abbiano subito interventi di safenotomia o alle varici, sugli edemi peri malleolari che compaiono col caldo o con la prolungata stazione eretta. Un altro caso in cui viene sfruttato l’effetto anti-edematoso del DLM è quello sugli edemi allergici e post-traumatici, sia si tratti delle conseguenze di un apparecchio gessato che di una banale distorsione. Il DLM migliora l’immunità locale, come nei casi di: acne, ferite chirurgiche o accidentali, sinusiti, tonsilliti, faringiti ripetute, problemi di tipo dentario come le parodontopatie, o dopo estrazioni dentarie anche multiple. Il meccanismo con cui agisce il linfodrenaggio si spiega con l’accelerazione della corrente del flusso linfatico. Con la linfa che ristagna, vengono asportate anche le sostanze ad azione irritante, che impediscono la detersione della ferita e con l’arrivo della linfa “fresca” giungono nella zona lesa anche principi nutritivi con azione plastica e ricostruttiva sul tessuto. In seguito ad interventi chirurgici, in caso di piaghe da decubito, ustioni e in caso di formazione di cheloidi cicatriziali, migliora la motilità intrinseca dei vasi agendo sullo svuotamento e sulla ripresa della ritmicità delle contrazioni della muscolatura liscia che li compone. Con la liberazione dei tessuti dal liquido interstiziale in eccesso, si ottiene una migliore ossigenazione cellulare e un’accelerazione dei processi di filtrazione-riassorbimento a livello capillare sanguigno. Tutto ciò si traduce in un miglioramento dell’aspetto generale cutaneo. Il miglioramento del microcircolo è sfruttato in caso di cellulite unitamente all’effetto anti edematoso. Viene utilizzato anche nel trattamento di alcune affezioni circolatorie, come quelle periferiche manifestantisi spesso con l’evidenziamento di un cir-

colo capillare superficiale. Con un miglioramento della nutrizione e della respirazione cutanee, migliora anche la nutrizione dei tessuti che tornano ad avere compattezza e tono, e la pelle perde l’aspetto desquamato. L’effetto

rigenerante si evidenzia anche nel trattamento delle ragadi del capezzolo che spesso compaiono durante l’allattamento. Esse cicatrizzano più velocemente, così come quelle commessure labiali in cui va corretto il deficit vitami-

Il linfodrenaggio dona sollievo contro i gonfiori

nico che in genere le causa. I movimenti del DLM, lenti e ritmati, hanno spesso effetto sedativo e rilassante favorendo il sonno fisiologico in soggetti stressati o affaticati. Si tratta di un massaggio ideale per coloro che cercano il benessere psicofisico a seguito di una giornata faticosa o un riposo notturno non ristoratore. Come effetto antalgico si esplica soprattutto sulle contratture muscolari, sugli strappi e distorsioni, cui si associa utilmente anche l’effetto anti-edematoso. Il DLM si differenzia dal massaggio tradizionale per intensità della pressione e l’orientamento delle manovre. La tecnica deve rispettare la direzione di flusso della linfa verso le stazioni linfonodali e la pressione nelle diverse manovre, adattate al paziente e alle caratteristiche del tessuto. La frequenza delle sedute può essere anche quotidiana ed è indicata anche nei primi giorni post operatori; al termine può essere necessario applicare un bendaggio compressivo leggero per prolungare gli effetti del massaggio. DOTT.SSA SARA CICCONETTI Kinesiologa - Massofisioterapista

IL BITE DENTALE

Salute dei denti e sport: c’è una relazione? Può accadere che gli sportivi percepiscano una cefalea muscolo-tensiva, dolore innescato da una tensione muscolare e dal modo in cui si stringono i denti durante lo forzo fisico facendo entrare in crisi i muscoli parietali e facciali del cranio. Durante l’attività sportiva si può verificare di strisciare i denti fra loro, così si usurano e si consumano in fretta. Può essere opportuno l’uso di un bite, soprattutto quando si sollevano pesi e durante il riposo notturno. Il bite è un apparecchio mobile che fa in modo che la chiusura delle arcate risulti corretta, evitando dannose tensioni muscolari e sbilanciamenti nella postura. Protegge lo smalto dall’erosione ristabilendo il

corretto allineamento delle arcate, così da eliminare le tensioni muscolari della mandibola e del collo. Il bite modifica la posizione della mandibola, se alterata, migliorando l’attività dei muscoli e i rapporti tra le strutture delle articolazioni temporomandibolari. Distribuendo i contatti dei denti con il bite si riduce la forza con cui si possono stringere, serrare e digrignare i denti, riducendo di conseguenza i danni che queste attività possono causare alle strutture della bocca, favorendo il rilassamento dei muscoli masticatori. L’uso non è utile solo per gli sportivi, ma anche per chi ha abitudini errate nella chiusura della bocca.

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di A. GIACONELLI

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