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Tutte le Risposte ai Misteri DELL'ETNA

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(Foto Mike Ickx)

te le Risposte ai Misteri DELL’ETNA

Janine Scianna Ufficio Pubblica Informazione NAS Sigonella

La si vede ergersi alta all’orizzonte da qualsiasi parte della Sicilia orientale. Quando si arriva a Sigonella, la sua presenza può essere inquietante, ma col passare del tempo la paura scompare gradualmente e viene sostituita dalla sensazione di avere una presenza amichevole dietro casa.

Infatti, secondo il dott. Boris Behncke, vulcanologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania, l’Etna è spesso considerata l’incarnazione fisica di una madre per i siciliani.

In generale, la sua quasi costante attività è paragonabile ad un lento rilascio di pressione, inoltre eruzioni e terremoti dannosi sono stati piuttosto rari nella storia moderna del vulcano.

Tuttavia, Behncke afferma che l’illusione che l’Etna sia un “vulcano amico” è il primo mito da sfatare. “La gente la considera come una madre. Ma a volte questa madre si irrita e ogni tanto infligge punizioni “, avverte Behncke.

La buona notizia è che, sebbene ci sia la consapevolezza di questo pericolo inerente, i rischi possono essere attenuati da scelte politiche intelligenti. I residenti di Sigonella non devono fare uno sforzo di memoria per rendersi conto della pericolosità relativa all’attività sismica e vulcanica dell’Etna. L’eruzione della vigilia di Natale del 2018 è stata caratterizzata da emissioni di cenere, e due giorni dopo, da un terremoto di magnitudo 4.9 che causò danni strutturali nei paesi pedemontani.

Behncke descrive l’Etna come uno dei vulcani più versatili e variegati del pianeta. Proprio come avviene per qualsiasi tipo di vulcano, essa può produrre un’eruzione sia di carattere effusivo e pacifico in stile hawaiano che una di carattere esplosivo in stile pliniano come avviene nel caso del Monte Vesuvio.

Infatti, le evidenze geologiche mostrano che un’eruzione pliniana si verificò nel 122 a.C. quando la decompressione istantanea e esplosiva della camera magmatica provocò un “effetto champagne”.

La variabile primaria che determina la dinamica dell’eruzioni dell’Etna è il contenuto di gas. Un’elevata quantità di gas all’interno magma può causare esplosioni più violente. Se quel gas trova una via di fuga graduale nel tempo, allora le eruzioni possono essere meno violente.

Behncke sottolinea che, pur avvalendosi dell’ausilio della migliore scienza e strumentazione, è difficile sapere veramente quando si verificherà la prossima grande eruzione, anche se che ci possono essere dei segnali che indicano l’imminenza di un evento eruttivo.

Il magma si è accumulato in profondità nella camera magmatica e l’eruzione di dicembre sarebbe potuta essere la prima di una serie di eruzioni laterali, in cui il magma viene rilasciato dalle bocche secondarie lontano dalla sommità del vulcano. È sempre sorprendente vedere dove avverrà la prossima eruzione. In effetti, l’Etna ha oltre 300 crateri e bocche in cui è avvenuta attività eruttiva. Se Behncke ha ragione, i prossimi fenomeni del ciclo eruttivo potrebbero essere probabilmente più forti della prima eruzione, e potrebbe accadere nei prossimi 1-2 anni.

Behncke afferma che le dimensioni dell’Etna riducono al minimo la minaccia di invasione di una colata lavica e di ceneri pericolose, anche in presenza di una possibile imminente grande eruzione.

Spiega inoltre che è praticamente impossibile che la lava raggiunga un’altra volta la città di Catania, a causa dei tanti ostacoli che incontrerebbe. Infatti, l’ultima volta che la lava si è avvicinata ad una città è stata nel 1981, quando Randazzo fu risparmiata per poco da un’eruzione. Rispetto ad un vulcano come il Vesuvio, che è molto più piccolo per dimensioni ed ospita aree densamente popolate sui fianchi, il rischio che le eruzioni dell’Etna causino danni alle aree popolate è minore .

Sebbene le eruzioni siano spettacolari perché catturano l’attenzione ed incutono paura, Behncke mette in guardia sul fatto che non siano esse il pericolo più imminente bensì i terremoti . In effetti, fu proprio il terremoto del 1693 a distruggere la città di Catania, non un’eruzione.

I terremoti dell’Etna tendono ad essere limitati ad una magnitudo di circa 5.0 sulla scala Richter. Questo avviene perché le faglie nel suo sistema sono superficiali e corte rispetto, ad esempio, ad una faglia come quella di Sant’ Andrea. Ma la magnitudo di un terremoto non ha una grande rilevanza sui danni che ne conseguono rispetto al ruolo dell’accelerazione delle onde sismiche ed al tipo di strutture attraverso le quali esse si propagano. Behncke afferma che solo il 50- 80% degli edifici di Catania sarebbe

in grado di resistere ad un terremoto di magnitudo 7.0. Questo perché molti edifici fabbricati negli anni ‘50, ‘60 e ‘70 sono stati costruiti in modo economico e frettoloso, con scarsa considerazione per il rischio di terremoti. Oltre a condurre ricerche per comprendere ulteriormente le complessità dell’Etna, Behncke trascorre molto del suo tempo ad educare la comunità ad incrementare la consapevolezza sulla sicurezza sismica e incoraggiare gli amministratori locali ad attuare cambiamenti politici che mitighino il rischio sismico. “Votate per i politici che promettono di proteggere questo territorio dai terremoti”, consiglia Behncke. “Se non ci sono politici in grado di farlo, createli. Diventatelo voi stessi. “

Behncke dà un semplice consiglio ai residenti di Sigonella volto ad evitare rischi quando si cerca casa. Evitare di prendere in affitto un edificio costruito negli anni ‘50 e ‘70 e, se possibile, scegliere una casa costruita dopo il 1980. Fu allora che l’Italia condusse una valutazione a livello nazionale del rischio sismico ed istituì norme edilizie che avrebbero impedito il crollo delle case. E, naturalmente, evitate i paesi che si trovano vicino alla vetta dell’Etna, poiché sono più soggetti alla minaccia della lava.

In poche parole, se fai la cosa giusta quando cerchi casa, ci sono poche possibilità che l’Etna possa metterti in pericolo. Sebbene sia innatamente pericolosa. Se rispettata, l’Etna, in Sicilia, può davvero essere percepita come una madre.

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