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I LOVE BAMBU’

La nostra per una volta è una storia di successo, scritta a più mani grazie al file rouge che unisce l’Italia al Madagascar.

Torino, coordinati dalla Prof.ssa

Cristina Giacoma, ha dato vita nel 2014 al progetto Volohasy (bambù in malgascio) nella foresta di Maromizaha per proteggere due specie di lemuri che si nutrono prevalentemente di bambù: l’Apalemure grigio (Hapalemur griseus) e il Lemure dal naso grande (Prolemur simus), una specie che si pensava estinta che è stata riscoperta proprio in questa area in numero di circa 250 individui. Obiettivo è la riforestazione di una zona particolarmente degradata ma strategica per creare un corridoio naturale che metta in comunicazione lembi di foresta primaria abitate dai lemuri.

“Sono il lemure del bambù, una piccola proscimmia del Madagascar, isola grande e bellissima che si trova al largo delle coste orientali dell’Africa. Mi nutro soprattutto dei germogli della pianta del bambù, proprio per questo mi chiamo così! Se ti capita di avventurarti nella mia foresta, alza lo sguardo, sono facile da riconoscere: la mia pelliccia è grigia e le mie unghie sono lunghe per aggrapparmi alle canne della mia pianta preferita. Vivo sugli alberi e nel silenzio della notte amo arrampicarmi e saltare da un ramo all’altro. Purtroppo, a causa della deforestazione*, rischio di non avere più una casa!

Per fortuna sono venuti in soccorso gli zoo italiani con il progetto “Volohasy – Bambù”, che aiuta me e gli altri lemuri. Ci sono guide locali che raccolgono i semi delle diverse specie di bambù per poterli ripiantare. Fanno crescere le piante in luoghi sicuri chiamati vivai: ci lavorano gli uomini e le donne del villaggio e sono tutti molto indaffarati. Pensate, ci hanno già regalato un ettaro** di nuova foresta. Ed è solo l’inizio!

Il lavoro va avanti e qualcuno di noi è già andato a vivere nella nuova casa. Siamo diventati così famosi che anche i bambini, nelle scuole del villaggio, studiano come rispettarci e proteggerci. Per noi adesso c’è una speranza, forse ce la caviamo!”

*quando si tagliano più alberi di quanti ne ricrescono **circa un campo e mezzo di calcio

Il Progetto

In Madagascar sono censite circa 70 differenti specie di lemuri, tutte ad alto rischio d’estinzione poiché vivono nelle foreste continuamente distrutte per la vendita del legname e far spazio a campi da coltivare.

L’antica tecnica del “Tawy” (taglia e brucia) consuma ogni anno migliaia di ettari di foresta: l’attuale estensione forestale nell’isola è pari solo al 20% di quelle originaria. Per dare una risposta concreta a questa situazione il gruppo di primatologi dell’Università di

Per fare questo sono stati creati 4 vivai dedicati alla coltura di tre specie di bambù endemico e gestite dalla popolazione locale. Una particolare attenzione è rivolta alle attività di educazione ambientale nei villaggi affinché ciascun abitante possa prendere parte al progetto ed imparare a prendersi cura della foresta come risorsa sostenibile. Il progetto ha già portato alla riforestazione di 2 ettari grazie al sostegno economico dei giardini zoologici italiani dell’Unione Italiana Zoo e Acquari (UIZA). Si tratta di un grande successo poiché circa il 95% delle piante messe a dimora è sopravvissuta anche agli uragani che in inverno flagellano l’isola. Il monitoraggio dell’area hanno permesso la documentazione della presenza di tre gruppi di Lemure del bambù che frequentano in modo costante la foresta rigenerata. Il dati ottenuti dal 2014 ad oggi ha dato forza al progetto che mira ora ad ampliare il suo raggio di azione e ad aggiungere altri ettari di foresta. Con l’aiuto di ciascuno di voi tutto ciò sarà possibile. La nostra “squadra di salvamento”* ha bisogno di alleati e li trova in tutti voi ogni volta che venite a trovarci!

Focus

ESTATE AL GZP!

* “Squadra di salvamento, la squadra di pronto intervento composta da tutti coloro che lavorano negli zoo, negli acquari, nelle associazioni per la difesa della natura”

Francesco Petretti

Tratto da “10 storie di successo” pubblicazione curata dal gruppo

Eduzoo dell’UIZA.

Per saperne di più inquadra il QR

La perdita uditiva non colpisce solo noi, ma coinvolge anche le persone che ci stanno vicino. Così nelle conversazioni impegnative come in quelle più leggere, lo scambio di idee diviene improvvisamente più difficoltoso. Con il rischio di incorrere in atteggiamenti di eccessiva accondiscendenza fino anche, in alcuni casi, alla falsità con sé stessi. All’opposto si possono verificare atteggiamenti di eccessiva rigidità e di poca disponibilità. La persona debole di udito si aspetta dai familiari, dagli amici e dai vicini una partecipazione ed una comprensione che non sempre possono offrire perché non capiscono il suo problema e perché molto spesso non hanno tempo ed energia da dedicarle. Perché non prendersi cura del proprio udito, prima che gli altri ci spingano a reagire? Come molte cose nella vita, anche il nostro udito cambia. Ma il passaggio ad un mondo più silenzioso avviene in molti casi così lentamente da passare spesso inosservato. Ecco perché è molto importante essere in grado di riconoscerne i segni rilevatori. ,Proviamo a rispondere si o no a queste semplici domande e se riconosciamo di dover rispondere SI ad una delle situazioni elencate, potremmo pensare di rivolgersi ad un professionista dell’udito per una consulenza. Queste domande ci aiuteranno a fare una rapida auto-valutazione del nostro udito con la necessaria tranquillità e riservatezza.

• Ci sembra che le persone borbottino?

• Dobbiamo sforzarci per capire se qualcuno parla?

• Abbiamo difficoltà a sentire qualcuno che ci chiama alle spalle o da un'altra stanza?

• Dobbiamo guardare più da vicino il movimento delle labbra di chi ci parla per seguire meglio la conversazione?

• Abbiamo difficoltà a prendere parte a riunioni, ad una cena, ad una conferenza?

• Dobbiamo alzare il volume della TV o della radio?

• Troviamo difficile sentire chiaramente al telefono?

• Al cinema, al teatro o in altri luoghi di intrattenimento abbiamo difficoltà di ascolto?

• Troviamo difficile sentire in ambienti rumorosi come a cena, con amici o in auto?

• Tendiamo a limitare le nostre attività sociali perché ci è difficile sentire o comunicare?

• I nostri familiari, amici o colleghi ci fanno notare di doversi ripetere spesso?

Ecco di nuovo l’estate e il GZP cambia atmosfera per vestirsi di giorno con la fresca ombra per ospitare i centri estivi e la notte con le stelle per accogliere le personedi visitatori che partecipano alle due attività a Parco chiuso:

“Una stora attorno al fuoco” dalle 19,00 alle 21,00 è dedicata alle famiglie con bambini dai 4 ai 8 anni e “Visita notturna al GZP” che invece è progettata per coinvolgere piccoli gruppi di persone curiose e sensibili al fascino della Natura di notte. (i bambini sono accolti solo dagli 8 anni in su)

Per maggiori info: didattica@zoodipistoia.it o 3409088085

Se abbiamo risposto SI ad alcune di queste domande, non ci demoralizziamo. Potrebbe trattarsi di un problema momentaneo, di un banale tappo di cerume o di una situazione da tenere sotto controllo. Ma solo un professionista dell’udito ci può dare una risposta certa.Rivolgersi ad un professionista dell’udito (Otorino/Audiologo, Audioprotesista) è un grande passo in avanti verso il miglior udito ed è più semplice di quanto possa pensare. Non richiede molto tempo ed è indolore. Insieme al suo Tecnico Audioprotesista di fiducia potrà informarsi e valutare responsabilmente le possibilità di recupero del suo udito.

VOGLIA DI VIVERE

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