c'erano una volta i Navigli (e ci sono ancora)

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Una Storia d’Acqua a passeggio tra il Ticino e l’Adda


progettazione, realizzazione dei testi e delle illustrazioni a cura di Il Merlo Parlante Edizioni di Graziano Vitale – Progetti Editoriali – www.ilmerloparlante-edizioni.com Immagini Fotografiche: Archivio Navigli Lombardi Scarl Milano Archivio fotografico Provincia di Milano Civica Raccolta "Achille Bertarelli", Milano, Archivio fotografico Toshi Shino, Tokyo Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o diffusa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo senza autorizzazione scritta da parte dei proprietari del copyright. Prima edizione Gennaio 2012


NON SOLO ACQUA... Navigli Lombardi è l’ente del Sistema Regionale che persegue la promozione e la valorizzazione culturale e turistica del Sistema Navigli. Si tratta della rete degli storici Naviglio Grande, Naviglio Martesana, Naviglio di Paderno, Naviglio Pavese e Naviglio di Bereguardo, del territorio da essi lambito e della loro geocomunità. Navigli Lombardi si occupa di valorizzare il patrimonio culturale materiale ed immateriale, promuovere il turismo anche attraverso servizi di navigazione interna, realizzare eventi con il coinvolgimento delle comunità locali in partnership pubblico-private, avviare progetti di sviluppo territoriale attraverso partnership pubblico private, creare occasioni per il tempo libero, lo sport ed il benessere. Il Sistema Navigli è un’area ricompresa tra i fiumi Ticino e Adda di circa 1.800 Km2 di superficie con una popolazione di circa 2,5 milioni di abitanti, 162 Km lineari di canali e la presenza di 3 importanti Enti Parco: Parco Lombardo della Valle del Ticino, Parco Agricolo Sud Milano, Parco Adda Nord. La storia dei Navigli parte sin dal XII secolo con l’avvio della costruzione del più antico canale d’Europa (il Naviglio Grande) e continua fino ai nostri giorni. Questa storia è anche la vostra storia, ragazzi! I Navigli sono infatti un importante patrimonio che vi appartiene e, come tale, va custodito, vissuto e tramandato. E, nel rispetto della tradizione delle storie più belle, anche questa che vi raccontiamo comincia con: "C'erano una volta i Navigli..."

RO QUESTO LIB

APPARTIENE

A

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UNA PREZIOSA RISORSA Quasi il 70% della superficie terrestre è ricoperta dall’acqua. Quella a noi più visibile è quella salina, quella dei mari e degli oceani.

L’acqua caduta con la pioggia e con la neve, dopo essersi rifugiata sottoterra, risale in superficie in varie forme: come umidità del terreno, come freschi ruscelli, come fiumi e laghi.

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L'ACQUA È PRESENTE, IN TUTTI GLI ESSERI VIVENTI, ANIMALI E VEGETALI, BAMBINI COMPRESI!

L’acqua, sotto la forma di vapore, la troviamo nell’aria e nel terreno la sentiamo come umidità. Dalle falde acquifere sotterranee giunge fino a noi... dal rubinetto di casa! La troviamo sulle vette innevate, sotto i nostri sci, nei ghiacciai e naturalmente, nei mari, nei fiumi e... nei Navigli!

La quantità d’acqua presente sulla Terra non cambia mai, è sempre la stessa dalla notte dei tempi! Si sposta continuamente da un posto all’altro, da una forma in un’altra, fin dalla sua prima apparizione sulla Terra.

Quindi, se l’acqua sulla Terra è sempre la stessa da milioni di anni, possiamo benissimo immaginare che l’acqua che beviamo proprio oggi sia la stessa che bevevano... i dinosauri!

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IL CICLO DELLÕ ACQUA Quando l’umidità si condensa nell’atmosfera cade sulla terra come neve o pioggia. Questa fase viene definita “precipitazione”.

Gran parte dell’acqua delle precipitazioni scorre sulla superficie, formando laghi e fiumi.

Una parte dell’acqua filtra nel terreno penetrando a varie profondità, proprio come se il terreno fosse composto da diversi fogli di carta assorbente, appoggiati gli uni sugli altri.

L’acqua penetrata nel terreno, quando trova interstizi o rocce porose, scende più in profondità sino a formare corpi acquiferi sotterranei.

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Una parte delle precipitazioni, invece, si volatilizza nell’atmosfera come vapore acqueo.

Là dove la roccia è soggetta ad erosione, si formano con il tempo interstizi, cunicoli, aperture, fino a vere e proprie vie d’acqua sotterranee.

L’acqua non intrappolata dal terreno continua a scorrere, per unirsi finalmente alle insenature dei fiumi o ai mari.


Durante il viaggio che compie dall’atmosfera al suolo, l’acqua si arricchisce di gas, pulviscolo, spore e batteri, specialmente nel cielo dei grandi centri urbani, dove molte di queste sostanze sono presenti nell’aria, soprattutto dopo lunghi periodi di siccità.

Passando attraverso materiali rocciosi sempre più fini e compatti, come l’argilla, le pietre e la ghiaia del sottosuolo, l’acqua riesce a liberasi di molte di queste sostanze. Una volta giunta al suolo, l’acqua trova purtroppo altro materiale inquinante che trascina, disciolto, con sé.

Acquista così una certa purezza e, grazie ai vari minerali che trova lungo il suo percorso sotterraneo, inizia a mineralizzarsi.

Le piante usano gran parte delle precipitazioni per svilupparsi assorbendo l’acqua attraverso le radici e liberandola poi nuovamente nell’aria come vapore acqueo. Questa fase viene definita “traspirazione”.

L’acqua volatilizzata, dalla traspirazione delle piante, insieme a quella evaporata dagli oceani grazie al calore del sole, viene raccolta in atmosfera, si condensa e... precipita! Il ciclo dell’acqua ricomincia di nuovo.

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ACQUA DA BERE L’acqua che trovi aprendo il rubinetto di casa viene prelevata direttamente da... sotto i tuoi piedi! Infatti in alcuni punti della tua città sono stati costruiti dei pozzi che si occupano di pompare l’acqua dalla falda acquifera, raccoglierla in superficie per poi essere distribuita in tutta la città.

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Pozzo

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Argilla e rocc

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Spesso, per poter essere bevuta, l’acqua deve essere prima potabilizzata, cioè ripulita dai batteri e da tutte le eventuali sostanze non gradite. Vengono utilizzati speciali filtri di carbone granulare o aggiunte alcune sostanze chimiche come l’ozono, il cloro, il biossido di cloro o l’ipoclorito di sodio. Certo nomi difficili, ma assolutamente innocui.

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ia bile, lasc è permea La sabbia l’acqua molto len re cioè passa o “sabbie” le ghia Son iche. an lc tamente. vu i le pomic ie, i tufi e

Ogni pozzo ha delle caratteristiche particolari: alcuni sono ricchi di minerali, altri ne sono privi; ci sono pozzi ottimi, pozzi buoni e, purtroppo, in certe zone della città, pozzi meno buoni!


... E ACQUA DA SALVARE! •Applica un frangigetto ai rubinetti di casa per risparmiare diverse migliaia di litri di acqua ogni anno. •Riempi il lavello con la quantitá necessaria senza far scorrere l’acqua per lavare i piatti. •Per lavare la frutta e la verdura è sufficiente immergerla in una bacinella d’acqua con un po’ di bicarbonato. •Quando ti lavi le mani, usa pochissimo sapone, liquido. Infatti poco sapone, acqua e una bella sfregata di mani creano la schiuma: è questa che rimuove lo sporco! Usando meno sapone ne scaricherai meno nel ciclo dell’acqua. •Preferisci la doccia al posto del bagno: necessita di una quantità d'acqua 5 volte minore, ma ricordati di chiuderla quando ti insaponi o fai lo shampoo. •Quando ti lavi i denti, non far scorrere l’acqua: un bicchiere è sufficiente a risciacquare dal dentifricio. •Ricorda alla mamma di riempire il più possibile il cestello della lavatrice quando fa il bucato: risparmierai più acqua, energia elettrica e detersivo, che è causa dell’inquinamento dei mari.

•Quando il papà si fa la barba, è sufficiente riempire un po’ il lavello per sciacquare il rasoio. •I giardini si annaffiano di notte: l’acqua evapora piú lentamente e non penalizza la distribuzione idrica nelle ore di punta. •Uno strato di foglie secche alla base delle piante mantiene l’umidità del suolo: le radici rimangono fresche e si evita che attecchiscano piante parassite. •Riparare tempestivamente ogni piccola perdita: un semplice foro di un millimetro in una tubatura provoca una perdita di 2400 litri di acqua potabile al giorno! •Non gettare nel WC sostanze tossiche come vernici, medicinali, lacche, prodotti chimici, sigarette, solventi: andranno poi tutte di nuovo a immettersi nel ciclo dell’acqua (compreso il tuo rubinetto). •Tieniti sempre informato sui temi dell’acqua e, soprattutto, informa gli altri su quanto conosci!

IL PIÙ ASSETATO SONO IO! DA SOLO MI "SCOLO" DAI 10 AI 20 LITRI AL GIORNO!

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I NAVIGLI DI MILANO Come tutte le più importanti città del mondo, anche Milano è nata grazie alla presenza dell’acqua, abbondante in tutta la regione lombarda. Gli antichi milanesi (gli Etruschi!) si diedero un gran daffare nel modificare i corsi dei piccoli torrenti per rendere ancora più ricca l’agricoltura dei loro terreni, e, sin dai tempi degli antichi romani, questi corsi d’acqua venivano sfruttati anche per piccoli spostamenti in barca. A partire dall’anno Mille, l’epoca dei grandi insediamenti urbani, si utilizzano al meglio le risorse d’acqua naturali, correggendo e ampliando i letti dei fiumi presenti, bonificando terreni paludosi e incanalando le risorgive naturali.

L’allora “Stato di Milano” iniziò a costruire opere importanti che, oltre a intensificare l’irrigazione dei campi a soddisfare il bisogno di acqua della città, servissero a facilitare il trasporto del raccolto e delle merci, sia in entrata che in uscita, destinate al commercio.

PENSIAMO IN GRANDE: DA MILANO, IN BARCA, FINO AL MARE! Nasce così il “sistema navigli”, una rete di 5 canali (il Naviglio Grande, Pavese, Bereguardo, Martesana e Paderno) che offre a Milano facili collegamenti attraverso il fiume Ticino a ovest e il fiume Adda ad est e verso tutti gli altri luoghi collegati, e più lontani, come il Lago di Como e la Svizzera a nord e Pavia ed il Po a sud.

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Già in quel periodo Milano era nel pieno del “traffico metropolitano”: un via-vai di sonnolenti barconi risalivano verso il Lago Maggiore, su fino alla Svizzera portando carichi di sale, grano, botti di vino, manufatti, tessuti, stoviglie, letame e

cenere per il concime, addirittura armature e armi da guerra! Dalla direzione opposta ecco invece arrivare barconi, stracarichi di bestiame, formaggi, fieno, carbone, legname, sabbia, marmi, graniti per l’edilizia...

Si trasportava proprio di tutto, soldati compresi. Infatti si potevano muovere rapidamente interi reparti di soldati da un castello all’altro.

Qui riprodotta è una veduta immaginaria di Milano del ‘500. Il disegnatore però non aveva mai visitato la città: infatti credeva che tutta Milano fosse DENTRO le mura del Castello Sforzesco!

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TUTTO "AUF" Nel 1386 furono posate le prime fondamenta per la costruzione del Duomo di Milano. Sorge così la “Fabbrica del Duomo”, un enorme cantiere, dove per un centinaio d’anni lavorararono generazioni di artisti e artigiani, italiani e stranieri. Qui si formarono vere e proprie scuole d’arte in cui gli allievi, sotto la guida di maestri, imparavano il mestiere.

Porticciolo di S. Stefano, oggi via Laghetto, dove si scaricava il materiale per la costruzione del Duomo. Il marmo e molto del materiale occorrente per la costruzione della grande chiesa di Milano proviene dalle cave di marmo di Candoglia, sul Lago Maggiore. Ma, dalle cave a Milano, ce n’è di strada, e quella non è certo l'epoca degli autocarri e treni! Sono proprio le vie d’acqua ad essere

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utilizzate per il trasporto dal Lago Maggiore a Milano. I barconi imboccavano il Ticino, emissario del lago lasciandosi portare pigramente dalla corrente del fiume fino a Pavia. Si proseguiva lungo il Naviglio Grande, attraverso immensi campi coltivati ed enormi mulini azionati ad acqua. Dopo 50 km di navigazione, le barche raggiungevano la Darsena di Porta Ticinese, il principale porto milanese, che all’epoca era la periferia della città.


Conca dell'antica via Arena; dove era situato un dazio; intorno al 1500. Trasportare le merci lungo le acque del Naviglio aveva un costo. Il dazio era dovuto ai funzionari della Fabbrica del Duomo (Ad Usum Fabricae opera). Solo i battelli che portavano il materiale per la Fabbrica erano dispensati dal pagare il percorso.

Giunti al porto, i barconi di marmo venivano poi dirottati lungo un canale, ricavato da un antico fossato di difesa costruito dall’esercito del Barbarossa, che terminava in quella che oggi è Piazza Santo Stefano, il luogo più vicino alla Fabbrica del Duomo.

DA QUI ANCORA OGGI SI DICE "A UFO" QUANDO SI SVOLGE UNA ATTIVITÀ SENZA PAGARE NULLA,!

Ponte Vecchio sul Naviglio fuori da Porta Ticinese.

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IL PORTO ANTICO La Darsena è il punto in cui il Naviglio Pavese e il Naviglio Grande si incontrano: da qui, tramite un anello di canali (la cerchia dei Navigli), collegato al Naviglio della Martesana, essi circondavano tutto il nucleo urbano di Milano.

Nel ‘600 il lago di Sant’Eustorgio, primitivo porto di Milano (risale al ‘300), fu bonificato , insieme alla Darsena, venne trasformato in un vero porto di attracco per le imbarcazioni. Il suo ruolo di porto commerciale interno ne ha fatto uno tra i più importanti porti italiani, ed è rimasto attivo fino agli inizi degli anni 60. Nel 1817 la Darsena fu riorganizzata nella forma che noi ancora oggi possiamo vedere. ↓Angelo Inganni, Naviglio sotto la neve, 1845.

La strada è ora via de Amicis. A destra il ponte degli Olocati e la chiesa di S. Maria della Vittoria.

↑Una antica immagine della Conca di Viarenna (intorno al 1810) circondata da campi e giardini; con la chiesa di S. Maria della Vittoria e la cupola di San Lorenzo.

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LE INGEGNOSE PORTE DI LEONARDO Ma le acque del fossato scorrevano tre metri più in alto delle acque della Darsena! Per risolvere il problema, si costruì la famosa Conca o Chiusa di Viarenna, che permetteva ai ai natanti di passare da un canale all’altro. La conca di Viarenna fu la prima, ideata e costruita da Filippo degli Organi e da Fioravanti da Bologna, periti idraulici alla corte dei Visconti di Milano nel 1439. L’invenzione venne perfezionata diversi anni dopo dal più grande scienziato e artista di quell’epoca: Leonardo da Vinci.

Egli modificò così le porte: quando sono chiuse, formano un angolo rivolto contro corrente, tenute ben chiuse dalla forza dell'acqua che preme contro i battenti.

↑Progetto di Leonardo da Vinci per il Ponte delle Gabelle (oggi in prossimità di via Castelfidardo).

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LE CONCHE E LE ALZAIE DEI NAVIGLI Tutti i vari canali che costituiscono la rete dei Navigli hanno diverse altezze. Si creano così dei “gradini”, dove si formano cascatelle. Per consentire la navigazione ed eliminare questo problema di dislivelli sono state create le conche.

↑La barca che giunge in prossimità di un gradino, viene fatta entrare in un bacino (la conca) limitato da due robuste porte.

↑A questo punto una porta si apre permettendo alla barca di proseguire la navigazione. ↑Attraverso due aperture, viene poi fatta entrare l’acqua. Nella conca l’acqua sale portando la barca al livello del corso superiore del canale.

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Quando l’imbarcazione deve scendere si compie l’operazione inversa, facendo salire il livello dell’acqua nella conca prima che la barca sia entrata per poi abbassarlo.


Questa è una stampa del '700, dove viene illustrato chiaramente il funzionamento delle conche di Milano.

Chiusa in azione: Porta chiusa, entra l'acqua. Barcone carico di merce.

"Alzaie" in azione: le funi vengono tirate per aiutare la barca a muoversi controcorrente.

Porta chiusa, si aspetta il raggiungimento del giusto livello.

Un tempo le barche cariche di merci provenienti dal Lago Maggiore, una volta giunte a Milano venivano svuotate e riportate alla stazione di partenza. Il viaggio di ritorno era controcorrente. Venivano quindi impiegati animali da tiro (...ma spesso anche persone) per il faticoso traino delle imbarcazioni in risalita, prima del naviglio e poi del fiume Ticino.

Pale dei mulini azionati dall'acqua. LE ROBUSTE FUNI UTILIZZATE PER TIRARE I BARCONI ERANO CHIAMATE ALZAIE!

Oggi il termine “Alzaie” indica invece la sponda dei canali lungo la quale venivano trascinati i barconi che risalivano il naviglio controcorrente.

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LUOGHI INCANTATI Nei secoli scorsi, nobili e ricchissimi personaggi milanesi amavano concedersi piccole vacanze nelle loro splendide residenze estive, costruite presso i navigli, a quel tempo una importante via di comunicazione tra le città. Utilizzate come luoghi di svago, in queste residenze ospitavano feste e balli e proprio per questa particolarità vengono chiamate ancora oggi, “Ville di delizia”. Erano ville bellissime, con giardini ben curati, arricchiti da piante provenienti da tutto il mondo, e a volte popolati da animali esotici. L’elemento acqua era sempre presente, sotto forma di fontane e giochi d’acqua per il piacere e il refrigerio dei fortunati ospiti. ↑ A Robecco sorge l'elegante "Sirenella di Villa

Gromo", con il suo antico imbarcadero. ←Sempre a Robecco Sul Naviglio, "Villa Gaia" ap-

partenuta ai Visconti Borromeo.

→Qui di lato "Palazzo Archinto", anch'esso a Ro-

becco sul Naviglio. Per via delle sue imponenti torri merlate viene definito ancora oggi "Il Castello".

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↓Una tipica dimora del Barocco Lombardo che, a

differenza di molte altre Ville, mantiene una pianta tradizionale ad U è "Villa Negri" a Cassinetta di Lugagnano. Viene curiosamente chiamata ancora oggi "Villa Platani" per via di quattro maestosi e antichi platani posti proprio al suo ingresso.

↑A Gaggiano sorge "Villa Marino", sontuosa di-

mora estiva di Tomaso Marino, finanziere genovese famoso per aver commissionato la costruzione di Palazzo Marino, oggi sede del Comune di Milano.

←A Vaprio d'Adda sorge "Villa Melzi d'Eril," dove, alla corte degli Sforza, Leonardo Da Vinci soggiornò

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ALLÕ ATTRACCO! Recentemente è ripresa la navigazione lungo alcune tratte del Naviglio. La flotta è composta da battelli speciali e da coraggiosi piloti. Ne abbiamo incontrato uno, un capitano vero, al quale abbiamo posto alcune domande. Quali sono i pericoli navigando sul naviglio? La profondità massima dei tratti navigati è di circa 2 m. Poiché gli scafi dei pontoni sono alti oltre un metro, non sarebbe un problema nemmeno l’affondamento improvviso. L’unico vero pericolo è l’emergenza chiamata “Uomo in acqua!”: capita che qualche ciclista frettoloso o pedone distratto cada nel Naviglio e il loro recupero può essere difficile a causa della forte corrente, specialmente sotto i ponti. L’evenienza più temuta è che cada fuori bordo del battello un bambino ed è anche per questo che sulle navi del naviglio, oltre al comandante pilota, c’è sempre almeno un marinaio e qualche allievo a tenere d’occhio i passeggeri.

Quando non si usava il motore esisteva un modo particolare di remare o di governare una barca? Anche se è vietata la balneabilità, i bagnanti sono i pericoli più temuti dai capitani, che proprio per questo non lesinano nell’uso dei segnali con la sirena.

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I barconi antichi venivano guidati con pertiche e col timone, poco più di un remo fissato a poppa dal lato destro (chiamato per questo “bordo dello sterzo”, ovvero "sterbord", tribordo, oggi "dritta").


Esiste qualche gergo marinaresco del pilota del naviglio? Certo, come su tutte le navi, ma con qualche aggiunta d’acqua dolce: ad esempio le “briglie”, gli sbarramenti posti di traverso sul fondale per rallentare la corrente. Sono chiamate briglie anche le piccole dighe che deviano l’acqua nelle rogge e nei canali per l’irrigazione.

Si può fare il bagno nel naviglio? I canali artificiali, per la loro destinazione ad uso agricolo, sono considerati non balneabili, anche se l'acqua è pulita da quando sono stati chiusi tutti gli scarichi fognari. Ci vivono libellule e ragni d’acqua, insetti che non tollerano alcun inquinamento; ci sono bisce d’acqua e rane, altri abitatori di acque sane. Ci sono barbi, trote e persici, tutti pesci d’acqua limpida. Ufficialmente dentro Milano esiste anche il divieto di pesca, ma sembra che questa regola non la conosca nessuno, visto la quantità di pescatori lungo gli argini!

Governare una barca era molto difficile. Tutte le sponde erano quindi rinforzate con grossi pali (ne esiste ancora uno sotto il ponte dello Scodellino, in viale Gorizia a Milano) in modo che le chiatte potessero appoggiarsi senza danno. Fu proprio Leonardo a consigliare ai barcaioli di allungare la pala del timone di ben due metri per aumentarne l’efficacia.

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CULTURA CONTADINA Oramai la tecnologia ha chiuso un'epoca caratterizzata dal duro lavoro nei campi. A quei tempi la rottura di un solo strumento di lavoro poteva causare serie difficoltà ai contadini. Per conservare la memoria di questa antica cultura è stato creato il Museo Agricolo di Albairate, dove sono raccolti diversi strumenti, sia per il lavoro nei campi, sia di uso domestico. Qui alcuni esempi.

←Questa è il "cadin", un lavandino portatile. A quell'epoca non c'era ancora il bagno in casa e per lavarsi si riscaldava un pentolone d'acqua, lavandosi vicino al fuoco della cucina a legna. ↓La stufa in ghisa (stua) serviva per scaldare l'acqua per il bucato e il mastello in ferro zincato (sigionn zincà) per fare il bagno.

↓Il mastello (sigiòn) per fare il bucato, con la sua asse per lavare (asa da lavà), il savòn (il sapone), la bruscia (spazzola) e il mastellino zincato per il piccolo bucato.

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Questa è la tipica cucina di una casa contadina, dove era sempre presente un grande tavolone di legno massiccio per accogliere la sera tutta la famiglia, a quei tempi molto numerosa, insieme agli ospiti di passaggio. La "cucina economica" era il punto piÚ importante per tutta la casa: con essa ci si cucinava, ci si riscaldava, si asciugavano i panni durante l'inverno.

I panni stesi ad asciugare sulle bacchette di ferro della stufa erano sempre presenti durante i mesi invernali.

Anche il ferro da stiro sfruttava il calore della cucina.

Nella "calderĂŹna" si inseriva dell'acqua calda, per utilizzarne il calore.

Qui si metteva la legna per il fuoco. Qui si mettevano alcuni pentolini per riscaldare o cuocere il cibo.

Gli utensili erano spesso conservati e tramandati da una generazione all'altra, perfettamente funzionanti!

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ACQUA ED ENERGIA Lo scorrere dell’acqua ha esercitato un grande fascino sull’uomo, che da sempre ha cercato di controllarne la potenza. Sin dall’epoca preistorica l’uomo è riuscito a deviare corsi d’acqua per poter bonificare zone di terra e consentire la coltivazione e l’allevamento di animali, o per poter avere acqua potabile anche in zone dove non esistevano sorgenti.

Si è scoperto più avanti che, modificando lo spazio dei suoi canali o correggendo alcuni dislivelli, si poteva aumentarne la velocità di scorrimento.

Con la costruzione di mulini si è riuscito quindi a “catturare” l’energia dell’acqua per far muovere pesantissimi ingranaggi.

Via via che il progresso tecnologico e scientifico avanzava, si è poi utilizzata questa fantastica risorsa per la produzione di energia elettrica.

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Nella Milano medioevale possedere un mulino ad acqua era cosa ambita da molti. I mulini infatti erano dei veri “motori” per azionare incredibili marchingegni. Oltre che per la macina dei cereali, i mulini servivano per la lavorazione della carta, dei tessuti vegetali (come la canapa), per azionare le prime segherie “meccaniche” e per la lavorazione del metallo (erano molto famose le armature che si producevaproduceva no proprio a Milano).

I salti che l’acqua compie durante il suo cammino sono da sempre una opportunità per produrre energia “pulita”. Le stesse conche di Leonardo, opere ingegnose nate per superare il problema del dislivello tra i canali e consentirne la navigazione, oggi le possiamo sfruttare per generare energia elettrica. Ruota

idraulica alimentata dal basso

Ruota idraulica alimentata dall'alto La prima centrale idroelettrica sul fiume Adda, la centrale Bertini, fu realizzata nel 1898. Sfruttava un salto di 28,82 m (all’epoca, solo l’impianto posto presso le cascate del Niagara lo superava): l’Era della produzione di energia elettrica su grande scala era cominciata!

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UNA SIRENETTA IN CITTA' Ti sei mai chiesto a cosa serve quel solitario ponte di ghisa in mezzo al Parco Sempione visto che sotto non ci passa nessun corso d’acqua? In via Visconti di Modrone (all’epoca il lungo tratto del naviglio interno di San Damiano), verso il 1840, venne realizzata una passerella pedonale in ghisa, destinata a divenire un importante punto di riferimento per i milanesi dell’epoca.

Quattro sirenette “salutavano” i passanti (e soprattutto gli innamorati che lì si davano appuntamento) da sopra i basamenti del ponte . La passarella veniva soprannominata “il ponte delle sorelle Ghisi”, per via del materiale di cui era fatto e i barcaioli che vi passavano sotto non mancavano mai di salutare quelle graziose sirenette.

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Oggi, spaesato e fuori luogo, si trova vicino alla roggia che alimenta la pozza d’acqua presso il Palazzo dell’Arte, posizionato lì dopo i lavori della chiusura dei Navigli interni voluta negli anni ‘30. Se ti capita di andare al Parco Sempione, facci un giro sopra, e immagina come poteva essere, lucido e ben curato, luogo di appuntamenti e di ritrovo, proprio in mezzo ad una via centrale della città!


DISEGNARE ALLA Ò LEONARDOÓ Leonardo da Vinci è sicuramente uno dei personaggi più famosi al mondo.... Era un inventore, uno scienziato, un “filosofo” e soprattutto un grande artista. Di certo conosci bene il dipinto di Leonardo più famoso in assoluto, la “Gioconda”. Leonardo annotava e schizzava su pergamena ogni sua esperienza, pensiero o intuizione, tecnica, scientifica o artistica che fosse.

Prima di iniziare un nuovo quadro Leonardo faceva numerosi studi su carta utilizzando un gessetto appuntito di colore rosso ocra, chiamato “sanguigna”, oppure stendeva dell’inchiostro bruno con una penna di poiana. Probabilmente disegnava anche con alcune penne di sua invenzione, come dimostrano questi suoi progetti, anticipando di secoli le nostre penne a sfera di tutti i giorni!

Il quadro nella pagina successiva è stato dipinto da Leonardo proprio a Milano nel 1490, e ritrae una giovane donna con in braccio un particolare animale “domestico": un ermellino! Per questo motivo il quadro è universalmente conosciuto come “La Dama con l’Ermellino” e si trova custodito a Cracovia presso il Czartoryski Muzeum

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Per il nostro laboratorio ti serve una modella. Se lavori in classe, la maestra è una “modella naturale”, (anche se non lo danno a vedere, le maestre sono molto vanitose), ma deve seguire fedelmente le posizioni del quadro qui rappresentato. A casa vanno bene anche la sorella o la mamma. Per comodità usa pure questa fotografia del quadro di Leonardo.

Per questo esperimento puoi usare anche una matita rossa e una matita marrone scuro che avrai di certo in astuccio.

Un foglio da disegno con trama ruvida (i pittori la chiamano “martellata”).

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Traccia delle linee leggere per posizionare occhi, naso, bocca e collo.

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Definisci le sagome, molto liberamente e leggermente con la matita (ricorda che la gomma è vietata: faresti solo più danno).

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Aggiungi i particolari e ripassa più volte i contorni principali con piccoli tratteggi leggeri.

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Accenna le ombreggiature: le parti più scure, sempre con tratteggi leggeri e vicini. Lascia comunque grandi spazi bianchi!

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Una volta finito, con un pennellino umido di acqua pulita ripassa sopra alcuni tratteggi: vedrai un effetto strepitoso, proprio alla “Leonardo”!

Anche se ci sono dei segni “pasticciati” nel disegno non ti preoccupare: daranno proprio “l’effetto Leonardo”.

Dal ritratto alla caricatura il passo è breve. Guarda l’esempio qui a lato: Leonardo amava molto disegnare facce buffe e grottesche. Il segreto è semplice: individua un particolare del volto ed esagera nel disegnarlo: disegnalo piccolo grosso, lungo, lentigginoso, eccetera.

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SCRIVERE COME LEONARDO Leonardo è uno dei tanti mancini famosi al mondo: erano mancini anche Walt Disney, Beethoven, Giulio Cesare, Pablo Picasso, Raffaello, Albert Einstein e tanti altri personaggi celebri! Le persone mancine scrivono sì con la mano sinistra, ma sempre in maniera “normale”, quindi da sinistra verso destra.

Osserva qui sotto la sua firma: quella dentro il riquadro è l’originale, l'altra è stata riflessa, come davanti allo specchio.

Ma Leonardo, originale in tutto, scriveva con la mano sinistra, da destra a sinistra e “specularmente”. Questo vuol dire che per leggere i suoi scritti è necessario vederli attraverso uno specchio! Scrivere alla “Leonardo” è un pochino difficile, ma non impossibile.

BASTA UN PÒ DI PAZIENZA E DI ESERCIZIO.

• Procurati un foglio e due matite. • Fai una piega del foglio per definire la metà. • Posiziona il foglio davanti a te e tieni una matita per ogni mano. • Incomincia a scrivere il tuo nome dal centro del foglio fissando la piega in mezzo. • Ti accorgerai che, mentre la destra continua a scrivere normalmente, la sinistra “ricopia” la destra in maniera speculare!

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GIOCHIAMO CON LEONARDO •Leonardo, oltre a essere un grande artista e inventore, era appassionato di matematica e di giochi di intelligenza. E' stato proprio lui uno dei primi a utilizzare i Rebus: sui suoi appunti infatti si possono trovare spesso giochi di parole e di immagini, come questo riprodotto qui a lato: riesci a decifrarlo? •Guarda attentamente questo quadro della famosa "Gioconda". Collega ogni pezzettino di quadro alla figura intera, ma fai attenzione: uno di questi è sbagliato. Riesci a trovarlo e a capire il perché?

Soluzioni: Rebus. IN-Felice (felce)-Setaccio-Perla-More: "Infelice se taccio per l'amore". Puzzle: il particolare sbagliato è quello del sorriso che non c'è!

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LABORATORIO DI SAPONETTA Una volta, le antiche lavandaie che andavano a fare il bucato lungo le sponde del naviglio il sapone se lo facevano a casa, o meglio, in cortile, con l’aiuto di tutto il vicinato. Fare il sapone in casa non è difficile ma è necessario avere uno spazio comodo e pulito, senza bambini piccoli o animali curiosi intorno e sopratutto è raccomandata la presenza di un adulto come "assistente".

RICICLARE IL SAPONE È FACILISSIMO E SENZA PERICOLI!

•Avanzi di saponi e saponette, lasciati ad asciugare per almeno tre settimane.

•Un cucchiaio di legno ben pulito per mescolare.

•Una grattugia a buchi grandi per ridurre il sapone in piccole scaglie (puoi usare anche un vecchio frullatore). •Due pentole di acciaio inox: una piccola per sciogliere il sapone, l’altra per il bagnomaria.

•Stampini di diverse forme, come, ad esempio, quelle in metallo o in ceramica per i biscotti. Utilizza sempre materiali resistenti al calore. Non usare teglie di alluminio che lasciano assorbire i propri sali nel sapone.

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SEGUI QUESTO PROCEDIMENTO, FACENDOTI AIUTARE DA UN ADULTO

• Controlla che il sapone sciolto sia cremoso e omogeneo.

• Dopo averlo raffreddato un pochino, puoi aggiungere petali di fiori o oli essenziali profumati. • Grattugia il sapone e mettilo nel pentolino più piccolo. • Spruzza con poca acqua e lascialo riposare per tutta una notte.

• Versa il sapone nello stampo unto con un pò di olio di oliva, livellandone ben bene la superficie con il cucchiaio. • Lascia asciugare il sapone per almeno tre giorni prima di toglierlo dallo stampo. Per staccarlo ben bene, mettilo in freezer per un paio di ore.

IL TUO SAPONE È PRONTO PER ESSERE USATO.

PUOI ANCHE USARLO PER FARE UN REGALO!

• Fai scaldare l’acqua per il bagnomaria e immergi la pentola con il sapone.

• Lascia a bagnomaria a fuoco bassissimo per almeno un’ora. Se ti sembra troppo asciutto, aggiungi un po’ d’acqua. e mescola.

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I NAVIGLI DI LEON Scrivi qui le tue annotazioni, appunti e osservazioni! ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------LO ZZO

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NAVIGLIO GRANDE: da Milano (p.zza Negrelli) a Corsico, da Trezzano sul Naviglio ad Abbia tegrasso e da Albairate a Tur bigo si pedala per 35 chilometri.

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NAVIGLIO DI BEREGUARDO : da Abbiategra sso a Bereguar do, sempre con pi sta attrezzata , soli 19 chilom etri!

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NAVIGLIO DI PA DERNO: da Cornate d’Add a a Pa derno d’Adda pe r 3 chilo metri.

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NAVIGLIO MAR TESANA: da Milano a Ca ssano d’Adda in tutta tranqu illità per 27 chilometri.

La cosa più bella che ho visto: ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- -----------------------------------------------------------------------NAVIGLIO PAVESE: ta at da Assago a Pavia, pis i. etr lom chi 27 per trezzata,

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PARCO AGRICOLO SUD MIL ANO Albairate, Assago, Binasco, Buccinasco, Casarile, Cassina de’Pecchi, Cernusco Sul Naviglio, Corsico , Gaggiano, Gorgonzola, Mil ano, Rozza no, Trezzano Sul Naviglio, Vermezzo, Zibido S.Giacomo .


Via Rosellini, 17 – 20124 Milano Tel. 02/6679131 Fax. 02/67101337 info@naviglilombardi.it www.naviglilombardi.it

Naviglii DICEMBRE 2012.indd 34

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