Trasporti_NeaPolis_Roma_aprile_2012

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INTERVISTA A AD E.PATANE’, PRESIDENTE DEL PD ROMA INTERVISTA A

Filmon Agguajaro, giovane produttore cinematografico

VIAGGI IMPOSSIBILI

Transnistria, la Repubblica che non c’è p.22 POLITICA

La casta cerca casa p.20

“IL PADRE DI TUTTI I PROGETTI MANCATI”: Speciale: Trasporti

Notizie dai Municipi

Psicoterapia per tutti a Prati p.11 I Lavori di via Boccea cominciano solo per finta p.9 Quanto costa la metro C? p.14 Auto abbandonate? Istruzioni per rimuoverle p.8 Piazza Pio XI: rifiuti e rapine p.7



Editoriale

Claudio Napoli

Economista (Spec. Internazionale)

3 Aprile 2012

Trasporti: tutte le strade “intasate” portano a Roma Gli anni passano e gli errori si ripetono: spesi milioni di euro per consulenze che progettano città vivibili e dotate di un sistema di trasporti sviluppato che non si realizzano mai. I risultati si vedono: Roma rispetto ad altre città europee è carente di una rete di trasporti adeguata alle sue dimensioni, aspirazioni e a servire i bisogni dei cittadini. I trasporti dovrebbero essere un servizio per il cittadino ed un’esigenza per la collettività considerato che le nostre città “vomitano” automobili, le strade sono intasate, i posti auto scarseggiano, l’aria è irrespirabile e la qualità della vita è in peggioramento in molti quartieri. A Roma oltre ai trasporti manca anche una cultura del servizio. Molte attività vengono realizzare alla meno peggio e lo standard è molto basso. Un esempio è il servizio pubblico ATAC che lascia, oltre che a desiderare per igiene, puntualità, anche gli utenti spesso a piedi. Attraversare Roma con il bus può a volte diventare un’impresa. Può questo considerarsi un servizio degno di una capitale europea? I tabelloni elettronici posti alle fermate degli autobus che informano l’utente i minuti d’attesa sembrano un ricordo. Sono sempre di meno, spesso mal funzionanti e presenti al centro storico per trasmettere al turista un’immagine moderna che Roma non ha. Naturalmente, i cittadini vengono dopo i turisti e le apparenze. Negli ultimi anni la situazione è notevolmente peggiorata con l’amministrazione Alemanno che è stata coinvolta in seri scandali proprio nel settore dei trasporti pubblici dove una gestione irresponsabile rischia di condurre le aziende comunali al fallimento. Roma muore di smog e quando non si muore di cancro muore la dignità delle persone perché nel 2012 i cittadini della capitale di un paese membro del G8 possono affermare di avere un servizio pubblico di trasporti scadente. Non tutti sanno che una delle differenze che distinguono un paese Sviluppato da uno del Terzo Mondo è data proprio dall’avere un sistema di trasporti pubblico oppure solo privato. Se vai in Africa, scoprirai che senza un’auto privata non puoi muoverti. Possiamo

dire la stessa cosa di Roma? Il confronto è imbarazzante se consideriamo che i romani hanno inventanto per primi le strade e che il nostro è un paese ricco. Questa si chiama corruzione. Nel 1999 a Roma nasce il progetto per una terza linea (C); nel 2001 prendono il via i lavori, che a distanza di undici anni non sono ancora conclusi, con conseguente aumento del preventivo di spesa da poco più di uno a oltre cinque miliardi di euro, almeno finora. Per continuare il confronto (imbarazzante) con l’Europa, si vedano i costi medi della costruzione di rete metropolitana: 120/150 milioni di euro per km quadrato per l’Europa, 434 per la Metro C di Roma (273 nella più ottimistica delle ipotesi). Altro primato è quello della lentezza: l’intera metro di Madrid è stata creata in 36 mesi (300 fermate, 293km), mentre la linea C dopo due lustri aspetta ancora l’inaugurazione del primo tratto. La Corte dei Conti di recente ha sottolineato l’entità degli sprechi nella gestione dei lavori, segnalando ad esempio i mancati risparmi dovuti all’affidamento dei collaudi a tecnici esterni senza gara (mezzo miliardo l’uno) e ai compensi per i vari comitati, come quello tecnico (oltre 4 miliardi). Roma deve il suo essere eterna alle tracce dei suoi antenati e sarebbe da ingrati distruggerle senza criterio. Ma l’attitudine italiana a sprechi e ritardi nella consegna dei lavori, unita alla pari non curanza con cui a Roma è gestito il trasporto pubblico in superficie, fanno sorgere il dubbio che la tutela archeologica sia solo un falso pretesto ripetuto nel tempo e ancora adesso, quando i mezzi e la tecnologia disponibili permetterebbero di tutelare allo stesso tempo la città antica e quella di oggi. Poi ci sono dei casi dove i ritardi ci sono anche in assenza di particolari difficoltà come nel caso dei lavori per il raddoppio della via Boccea. Questa è un’opera di circa un chilometro fondamentale per migliorare le condizioni di vita dei cittadini di Casalotti, letteralmente sequestrati quotidianamente dal traffico. Anche se in questa zona non vi sono vincoli archeologici o altro l’opera non si realizza ed i lavori non sono mai partiti ma i soldi spesi. Perché?



SOMMARIO

Aprile 2012, anno III

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www.neapolisroma.it Editoriale

ROMA REDAZIONE Editore: Claudio Napoli

Direttore Responsabile Elio Tomassetti Direttore Commerciale Carlo Famiglietti Comitato scientifico: Edy Viola, F. Napoli

Grafico: Daniele Palone daniele-palone@alice.it Advertising & Marketing: Francesco Zanca Collaboratori:

Francesco Grasselli, Massimo Minnetti, Laura Napoli, Valeria Pucci, Valerio Pelliccia, Viviana Vannucci, Federico Monti, Lorenzo Sigillò, Paolo Migotto, Giorgio Zussini, Laura Andina, Vanessa Pinato, Daniele Palone, Valentina Sanzone

Salvo accordi scritti, la collaborazione con il mensile Nea Polis Roma è da considerarsi a titolo gratuito Foto ed Immagini sono tratte dal web. L’editore ha cercato di rintracciare gli aventi diritto ai crediti fotografici non specificati ed è a disposizione per chiarimenti.

Tipografia: G. De Vecchi Pieralice, 20 00167 Roma Registrazione Tribunale di Roma: n. 360/2010 del 17 settembre 2010 N° iscrizione ROC: 20384 Sede Operativa: via G.Funaioli, 54

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Email: pubblicita@neapolisroma.it info@neapolisroma.it Nel prossimo numero 30 dove trovo la rivista 30

FOCUS

Trasporti - Mobilità

Trasporti: tutte le strade “inta- Metro C: quanto costa? sate” portano a Roma .5 I cellulari prendono i virus

.14 .15

A che punto sono i lavori della Metro? .16 Gregorio VII - Prati- Boccea “Roma Intermodale” .17 V.Aurelia-Casalotti-M.Spaccato Roma ciclablile: la pista che non c’è .18 Intervista ad E. Patanè, Presidente del PD Roma .6 Roma ostaggio dello Smog .18

Roma Notizie

Piazza Pio XI, AMA non ti vergogni? .7 Allarme sicurezza a P.zza Pio XI: rapine, incendi e furti .7 Auto abbandonate: istruzioni per rimuoverle .8 I lavori per il raddoppio della via Boccea cominciano solo per finta .9 Girare con l’autobus a Roma? .9 Nasce il Catalogo d’Arte targato Nèa Polis .10

Prati - Trionfale

Psicoterapia a Prati: un servizio per tutti 11

Monteverde-Bravetta-PisanaMalagrotta-Portaportese

Energia & Acqua

Vernici Fotovoltaiche Acqua: bene che Roma spreca

.19

La Casta cerca Casa

.20

Notizie dall’altro Mondo Notizie dal Mondo

Marò: Immunità o Impunità? .21

Viaggi Impossibili

La Repubblica che non c’è

22

Salute & Bellezza

I miracoli dell’Olio di Argan .24

Una pompa di benzina in un’area Professionisti destinata ai servizi pubblici .12 Il tram 8 si prolunga verso il Un condominio da cani centro .13

NON BUTTARMI, REGALAMI O RIPORTAMI

.19

.26

nea cultura/nea cinema

Il genio di Dali a Roma .27 Il miracoloso enzima Telomerase .28 Intervista a Filmon Agguajaro, giovane produttore cinematografico .29


Notizie da Roma Capitale Aprile 2012

INTERVISTA ad Eugenio Patanè, Presidente del PD Roma Alessandro Ranieri a.ranieri68@alice.it

“Trasporti: ripensare ma soprattutto fare. Alemanno e Lusi: un disastro”

Dopo l’abbandono del PD da parte della componente che faceva riferimento al sen. Milana, in questi ultimi due anni il partito ha ritrovato unità? Il partito era unito anche prima. A me dispiace quando qualcuno con cui hai condiviso un pezzo di strada decide di intraprendere un altro percorso. Ma questo nulla ha a che vedere con l'unità del partito: un partito che discute, che può avere opinioni diverse al proprio interno, anzi che trova nelle differenze la propria ricchezza, ma che poi si dota di organismi dirigenti che devono trovare la sintesi ed esprimere una posizione condivisa. In questo modo abbiamo operato in questo anno e mezzo a Roma e i risultati si vedono nei sondaggi che riguardano il PD che avanza sempre più e Alemanno che perde sempre più consensi. Bilancio della giunta di centrodestra: qualche aspetto positivo? Sì, che presto andrà a casa perchè i cittadini romani non ne possono più. Questo è l'unico aspetto positivo. Alemanno è passato da parentopoli, alla Formula 1 bocciata, all'annullamento della sua Giunta da parte del Tar, all'annullamento delle ordinanze sulla sicurezza, al quantità impressionante di omicidi negli ultimi anni, al disastro dell'emergenza neve a Roma, alla bocciatura del progetto delle Olimpiadi da parte del Governo, alla svendita delle aziende pubbliche. Alemanno è il peggior Sindaco che Roma abbia mai avuto e sotto la sua guida Roma ha fallito tutti gli obbiettivi che si era data e finora dopo quattro anni di governo non ha inaugurato una sola opera voluta, pensata, programmata da questa amministrazione di centro destra. Progetti per Roma del PD, cosa migliorerà rispetto alla gestione della giunta di centrodestra? Per migliorare basta poco. Basterebbe fare il proprio lavoro con coscienza, cosa che questa Giunta e questa maggioranza non hanno fatto. Ma il PD vuole portare Roma nel futuro migliorando la qualità della vita soprattutto puntando su politiche della mobilità innovative, sul risana-

mento delle aziende pubbliche che possano fornire ai cittadini servizi migliori e degni di una grande capitale europea, su politiche sociali e dell'educazione che possano in modo efficiente e continuativo occuparsi dei nostri anziani, dei disabili, dei bambini, su uno sviluppo economico che tenga conto della sostenibilità ambientale come chiave di accesso all'innovazione e all'innovazione tecnologica come strumento di supporto alle politiche dell'amministrazione. Insomma una città innovativa, equa, efficiente, pulita, sicura, aperta e solidale. Politiche della mobilità nel caso in cui la Città sia prossimamente governata dal centrosinistra? Io credo che certamente dobbiamo ripensare, riprogrammare, riprogettare ma soprattutto vorrei dire che bisogna fare: bisogna fare le cose. Realizzare i nodi scambio, i corridoi della mobilità, finire le metropolitane C E B1, puntare sulla mobilità sostenibile, dal car sharing, alle biciclette, al car pooling. Dobbiamo puntare su una armoniosa interconnessione tra tutti gli strumenti della mobilità e sulle reti. E infine un punto fondamentale saranno le politiche della sosta che oggi soffrono di un numero di autovetture superiore a quello che le nostre strade possono sopportare. il disincentivo alla mobilità privata non potrà perciò che essere un must di chiunque governerà. Che dire alle sezioni e ai militanti, spesso pieni di entusiasmo e di volontà, ma carenti di mezzi economici, alla luce del caso Lusi? Che in politica, come nella vita come nelle professioni, c'è chi ha progetti piccoli e chi ha progetti grandi. Quelli piccoli sono il proprio tornaconto personale. Quelli grandi sono il tornaconto delle prossime generazioni. Come diceva un grande scrittore " a forza di fare cose piccole, si diventa piccoli anche noi". Per evitarlo la nostra passione e il nostro entusiasmo non può che essere speso per un progetto grande: ripensare Roma e ricostruirla dalle macerie che questo centrodestra ci lascerà. Questa è una operazione davvero grande che ci farà sentire davvero grandi.


Roma Notizie: Gregorio VII - Boccea - Valle Aurelia - Casalotti - Montespaccato www.neapolisroma.it

Piazza Pio XI, AMA non ti vergogni?

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di Laura Napoli

"Buste sparse sul marciapiede, resti alimentari sull’asfalto, aromi indescrivibili. Questo è lo scenario con cui, da qualche mese, siamo costretti a convivere a pochi passi da San Pietro. Nelle vie circostanti piazza Pio XI (via dei savorelli, via micara, ecc) e nella piazza stessa, infatti, da qualche mese sono stati rimossi i cassonetti grigio scuri, quelli della raccolta indifferenziata, sostituiti da un furgone AMA. Il mezzo staziona nell’area solo la mattina. Il problema è che questo sistema di gestire i rifiuti crea evidenti criticità, perché se si vuole buttare la spazzatura di pomeriggio o di sera non lo si può fare. A tutto ciò c’è da aggiungere che i cassonetti della plastica e della carta non vengono svuotati con la dovuta frequenza. Si è dunque arrivati ad una situazione di degrado che rischia di aggravarsi con l’estate e causare problemi rilevanti di carattere igenico-sanitario. Roma, la città più bella del mondo, sprofonda nella spazzatura, assomigliando sempre di più ad una città abbandonata

a se stessa come quelle del Terzo Mondo. Ci sono città che si arricchiscono con i rifiuti e dove sono stati creati nuovi posti di lavoro. A Roma, la gestione dei rifiuti da parte dell’Azienda Comunale AMA è sotto gli occhi di tutti un vero fallimento. Uno sperpero di risorse pubbliche che umilia i cittadini di una città che si ritiene civile e che rischia di determinare l’apertura di un’altra discarica proprio a due passi dal nostro quartire. Lo sapevi?

Allarme sicurezza a P.zza Pio XI: rapine, incendi e furti Non si contano nelle ultime settimane gli atti criminali che si sono susseguiti, compiuti da malviventi ai danni dei commercianti di Piazza Pio XI, Gregorio VII, Piazza Irnerio: incendi, rapine e furti. I casi peggiori si registrano alla SMA di Piazza Pio XI dove i rapinatori hanno tenuto con il fiato sospeso anche i clienti e l’incendio del Tabacchio di Gregorio VII, causato probabilmente da un maldestro tentativo di furto. Molti infatti avranno notato la presenza per qualche giorno di una pattuglia dei Carabinieri di stazione a Piazza Pio XI. Tut-

tavia, cittadini e commercianti chiedono maggiore sicurezza e ricordano al Sindaco Alemanno le sue promesse in campagna elettorale e che non si erano mai visti tanti atti criminali a ridosso di San Pietro in così poco tempo. La domanda nasce sponstanea: Roma non doveva essere più sicura? Laura Napoli


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Roma Notizie: Gregorio VII - Boccea - Valle Aurelia - Casalotti - Montespaccato

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Auto abbandonate? Istruzioni per rimuoverle

Dopo numerose segnalazioni dei nostri lettori sulla presenza di auto e motorini abbandonati nel nostro quartiere abbiamo pubblicato una guida che consente al cittadino di agire e superare la lentezza della pubblica amministrazione. Sembra scontato che un’auto vecchia non si possa gettare in strada come se fosse un nocciolo di ciliegia, ma visto il numero delle auto che ogni anno vengono abbandonate in strada, scontato proprio non è.

Quando un cittadino segnala una vettura in stato d’abbandono su un’area ad uso pubblico (incluse strade private), questo è l’iter che segue: la Polizia locale deve accertare che vi siano segni tali da far presumere lo stato di abbandono, come la mancanza di targa o di parti considerate indispensabili al funzionamento e alla conservazione del mezzo (sportelli, ruote, volante, ecc.); se il veicolo è targato e non presenta questi segni, il proprietario può essere multato per eventuali infra-

zioni commesse nella sosta, assicurazione scaduta, e così via; se invece il veicolo fa presumere l’abbandono, la Polizia accerta che non si tratti di un’auto rubata, dopodiché deve rimuovere il veicolo e notificare la rimozione al proprietario; quest’ultimo ha 60 giorni per reclamare la vettura, trascorsi i quali si procede alla demolizione; la sanzione per il proprietario, in caso di mancato reclamo, è di circa 1600 euro. I proprietari di auto in disuso possono evitare le pesanti sanzioni previste provvedendo alla rottamazione del veicolo; per i residenti nel Comune di Roma la procedura, oltretutto, è economica e veloce: bisogna contattare la centrale operativa Sicurezza e Ambiente al numero verde (gratuito) 800 89 89 89, attivo 24 ore su 24, e fissare l’appuntamento per il ritiro del mezzo a domicilio a un costo di 78 euro per i veicoli con targa e di 48 per quelli senza. Giorgio Zussini


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I lavori per il raddoppio della Boccea cominciano solo per finta

Mercoledì 21 marzo la sala polifunzionale del parco della Cellulosa non è bastata per contenere tutti i cittadini che sono intervenuti all’incontro promosso da Casalottilibera sul tema del raddoppio della via Boccea da via Mingazzini al bivio con via di Selva Candida, poco più di un km. di strada che rischia di diventare una chimera: a lungo inseguita e mai raggiunta, una volta sono gli espropri, una volta i ricorsi, e poi ancora il patto di stabilità, e i lavori non cominciano mai. Se ci si fosse armati di pale e picconi, in tutto il tempo in cui l’importante opera è stata promessa e ripromessa, a quest’ora sarebbe già stata ampiamente realizzata, ma intanto i quartieri di Casalotti, Selva Candida, Selva Nera, Casal Selce, e limitrofi muoiono di traffico. E’ questo che devono avere pensato i numerosi cittadini e le associazioni presenti, che si sono dati appuntamento davanti al cancello dell’Istituto comprensivo scolastico di v. Boccea, 590 mercoledì 28 marzo per un’azione dimostrativa con pale, picconi e caschetti, per dare un avvio simbolico ai lavori. La manifestazione, promossa da Casalottilibera insieme a SEL e PD Casalotti, Legambiente Parco della Cellulosa, Cittadella Montespaccato, Rete di quartiere Montespac-

cato, Podistica Casalotti, Comitato Forte Boccea, Comitato per il Parco della Cellulosa, Comitato Futuro Ponderano, Centro Anziani Casalotti, Associazione Sinapsi, Associazione Néa Polis è stata un successo: molto ampia è stata la partecipazione dei cittadini, delle forze politiche e delle istituzioni. Era presente il Presidente del Municipio Giannini, che ha ricordato l’impegno del Municipio con il Comune, per addivenire ad un adattamento del patto di stabilità alle esigenze di Roma Capitale ma ha ricevuto le critiche di coloro che da tempo si aspettano azioni concrete in merito. Per il Comune era presenta il Consigliere Antonio Stampete mentre per la Provincia Alberto Filisio che hanno ribadito il loro impegno anche se hanno osservato che la responsabilità del procedimento è dell’amministrazione Alemanno insensibile ai problemi del traffico dei residenti. L’Associazione Casalottilibera, al termine della manifestazione ha dato appuntamento a tutti per una nuova assemblea l’11 aprile, alle 17,30, presso il Parco della Cellulosa, per studiare nuove forme di mobilitazione, magari davanti alle sedi del Comune, per continuare a fare sentire la voce dei cittadini, e rappresentare le loro indifferibili esigenze. a.ranieri68@alice.it Alessandro Ranieri

Girare con l’autobus a Roma? Una battaglia quotidiana In un momento in cui i costi della benzina sono sempre più cari e l’automobile diventa un veicolo sempre più dispendioso, un gran numero di cittadini sceglie l’ATAC, che si è rivelato un servizio più comodo ed economico della macchina. Ma quante difficoltà presenta a Roma?Attese interminabili alle fermate, super affollamenti, scioperi non segnalati, mancanza di orari definiti e di sincronia tra gli autobus, sono e questi ed altri ancora i tanti disagi che i cittadini si trovano a dover affrontare quando si avventurano sui mezzi pubblici. Poi il problema s’ingigantisce quando ci si deve muovere ogni giorno senza macchina e la lotta contro il servizio pubblico diventa una battaglia quotidiana. D’altra parte con l’attuale giunta comunale non sono stati presi

grandi provvedimenti, basti pensare ai cartelli elettronici e alla loro collocazione che interessa solo poche zone privilegiate, come quelle del centro. Se invece, questi elementi fossero diffusi anche in aree più decentrate e periferiche si risolverebbero alcuni problemi, come quelli che riguardano chi deve prendere la coincidenza o chi ha degli orari precisi da rispettare. In quel caso la pubblica amministrazione dimostrerebbe di andare incontro non soltanto alle esigenze dei turisti, grandi visitatori del centro storico, ma anche a quelle dei normali cittadini. Iniziare a risolvere questo disagio sarebbe un buon passo avanti che andrebbe accompagnato all’aumento dei controlli per la sicurezza dei mezzi ATAC. Viviana Vannucci


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Roma Notizie: Gregorio VII - Boccea - Valle Aurelia - Casalotti - Montespaccato

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Nasce il CATALOGO d’ARTE targato Néa Polis

Non più soltanto un giornale mensile, la redazione, astro nascente del panorama giornalistico romano, si sta occupando della realizzazione di cataloghi, come quello per l’associazione UNITED ARTS: nove artisti, come Luigi B. Gregorio, Antonella Ricci, Laura Vila Leoni, Anselmo Di Iorio, Daniela Gentile, Rosanna Della Valle, Ndue Marku, Antonio Iannice, Katerina Olmelchuk, premiati al Festival Art di Spoleto, hanno avuto l’importante occasione di vedere la propria opera pubblicata da Nea Polis Editore. Si tratta di una nuova sfida per la casa editrice che sta iniziando a confrontarsi con il mondo dell’arte e con tutte le sorprese e problematiche ad esso legate. In questa avventura, in cui l’editore sarà accompagnato da una qualificata equipe di critici, fotografi, grafici, allestitori e giornalisti, l’obiettivo sarà quello di promuovere emergenti di talento attraverso la pubblicazione del catalogo in concomitanza all’evento espositivo. Nea Polis si occuperà di organizzare eventi e predisporre l’allestimento, un

momento significativo per conferire visibilità agli artisti meritevoli e favorire il loro inserimento nel merViviana Vannucci cato dell’arte. Per info: associazione@neapolisroma.it

LA RIVISTA Néa POLIS


Roma Notizie:

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Prati - Trionfale (Municipio XVII)

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Psicoterapia a Prati: un servizio per tutti

Intervista al Dott. Simone Ordine, Psicologo clinico e Psicoterapeuta, per conoscere da vicino questo importante progetto.

Come è nata l’idea di offrire un servizio di psicoterapia a costo sociale? Circa il 25% della popolazione italiana adulta soffre di un disagio psicologico ma i servizi pubblici non sempre sono in grado di far fronte alla crescente richiesta d’aiuto dei cittadini; nel contempo una psicoterapia in ambito privato ha un costo che varia dai 50 ai 100 euro per seduta che rende tale spesa accessibile solo a pochi. Per tali motivi il Centro di Psicologia e Psicoterapia La Fenice, con il patrocinio dalla Regione Lazio, propone un progetto che rientra nella realtà del privato sociale il cui obiettivo è quello di offrire un servizio di aiuto psicologico per tutti: qualità, a costi contenuti e di facile e veloce accesso alla persona. Tali incontri sono svolti da psicologi clinici e psicoterapeuti specializzati e si rivolge a tutta la popolazione: all’adulto, al bambino, all’adolescente, alla coppia, alla famiglia.

Qual è il costo di una seduta di psicoterapia a costo sociale? Il servizio prevede un primo incontro di consulenza gratuito improntato all’accoglienza, al-

l’orientamento e alla comprensione del problema. L’eventuale successivo percorso terapeutico ha un costo di € 35,00 per seduta.

A quali teorie fa riferimento il centro di psicologia La Fenice? Il Centro Clinico La Fenice segue un approccio teorico-clinico che fa riferimento alle teorie dell’attaccamento (John Bowlby) e alla psicologia del deficit parentale (Andrea Vitale, Alice Miller). Secondo tali teorie le cause del disagio psicologico sono riconducibili al tipo di accudimento ricevuto e al maltrattamento che la persona ha subito dai propri genitori nel corso dell’infanzia. Per maltrattamento in tale ambito si intende la mancanza di adeguate cure delle quali un bambino ha naturalmente bisogno e l’erogazione di comportamenti non attesi (percosse, umiliazioni, violenze sessuali…).

Come mai avete deciso di chiamare il centro La Fenice? L’araba fenice, l’uccello mitologico simbolo di morte e resurrezione, ci è parsa una vivida allegoria del Viviana Vannucci processo terapeutico.

Per ulteriori informazioni vi invitiamo a consultare il sito:

www.lafenicepsicologia.it


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Roma Notizie: Portaportese-Monteverde-Bravetta-Pisana-Massimina

Una pompa di benzina in un’area destinata ai servizi pubblici Via S.Giovanni Eudes/Via degli Antamoro: i cittadini insieme a tutela dell’area verde di Elio Tomassetti

L’area verde di via degli Antamoro angolo via San Giovanni Eudes (dietro la Scuola Media Villoresi di via della Pisana) è proprietĂ privata. Su di essa c’è da anni un contenzioso tra la proprietĂ ed il Comune di Roma che vorrebbe acquisirla al pubblico e destinarla a servizi per il pubblico. Ed infatti, il Piano Regolatore prevede che in quel fazzoletto di verde (poco piĂš di un ettaro) possano sorgere soltanto servizi per il quartiere (area cani, parco, un centro anziani‌), escludendo di fatto il sorgere di attivitĂ commerciali. I cittadini di via della Pisana di questo sono informati, e perciò si sono mobilitati quando hanno visto iniziare i lavori per la costruzione di una pompa di benzina con le autorizzazioni del Dipartimento VIII. Ma non eravamo rimasti che dovevano essere fatti solo servizi per il quartiere? Bene, sta proprio qui il punto. Evidentemente, gli Uffici tecnici hanno male interpretato le norme e hanno considerato la pompa di benzina come un servizio per il pubblico. Essendo iniziati i lavori con tutte le autorizzazioni, il tempo

stringe davvero per tutelare quell’area. Non a caso c’è stato un presidio venerdĂŹ 30 marzo dietro la scuola Villoresi promosso dal Comitato XVI Municipio Pisana e dal PD Pisana Bravetta. I politici del Municipio XVI hanno incontrato i cittadini cercando di spiegare la situazione. Presente anche il vice presidente della commissione ambiente, on. Athos De Luca del PD. Quest’ultimo ha spiegato che l’unico modo per fermare i lavori è protestare fermamente, ricorrendo all’interpretazione delle norme del Piano Regolatore: ovvero, anche se in regola con le autorizzazioni, una pompa di benzina non è un servizio pubblico! I politici presenti ed il PD locale hanno dichiarato che staranno al fianco dei cittadini. Il Comitato XVI Municipio Pisana, presente da anni nel territorio e registrato a tutti gli effetti di legge, cercherĂ di fare da collante tra i cittadini e le istituzioni organizzando un’azione comune per non disperdere in mille rivoli le forze se si vuole arrivare ad un unico risultato. Seguiremo la vicenda, sperando che un quartiere troppo spesso dimenticato non soffra l’ennesima speculazione.

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Roma Notizie: Portaportese-Monteverde-Bravetta-Pisana-Massimina

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Il Tram 8 si prolunga verso il centro: non era

meglio portarlo in periferia?

Oltre due anni fa è si è cominciato a parlare dello spostamento del capolinea del tram 8 da Largo Argentina a Piazza Venezia. Previsto fin dalla costruzione della linea, era stato accantonato per motivi tecnici e due anni fa furono proprio i cittadini a essere chiamati in causa con un sondaggio lanciato dal sindaco Gianni Alemanno. Ai romani si chiedeva semplicemente se fossero favorevoli o no al prolungamento della linea fino a Piazza Venezia e l’83,3% dei circa 4000 cittadini che hanno partecipato alla votazione ha detto sì. Ma riguardo l’opera i dubbi cominciano persino dalle modalità con cui è stato eseguito il sondaggio. Non è infatti richiesto di specificare la zona in cui si abita ne vengono registrati i “cookies” che impediscono ad una stessa persona di votare più volte. In questo modo, anche chi non avesse mai sentito par-

di Valerio Pelliccia

lare del tram 8 avrebbe potuto votare più di una volta, compromettendo cosi il risultato finale. E quanto costerà questa “rivoluzione della mobilità” alle casse del Comune? Ben quattro milioni di euro che, in tempi di ristrettezze generali e confrontati con appena 500 metri di lavori (è questa la distanza che separa le due piazze), fanno letteralmente rabbrividire. Parte dei soldi dovrebbero essere spesi per portare il 98 la Domenica fino in centro, a Via Paola. Oppure Alemanno dovrebbe far eseguire un altro sondaggio, questa volta non per prolungare la linea dell’8 verso Piazza Venezia ma oltre il Casaletto, verso le periferie sempre più affollate. Questa ipotesi alleggerirebbe il traffico congestionato nel quadrante Bravetta-PisanaCasetta Mattei, permettendo ai cittadini una più dignitosa mobilità. Valerio Pelliccia

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FOCUS

Trasporti - Mobilità Aprile 2012

Metro Linea C: quando costa al metro? Giorgio Zussini

Confronto imbarazzante: la tutela archeologica, un pretesto?

Roma è una città meravigliosa. Ma anche inquinata, trafficata, caotica e poco vivibile. La colpa è in primis dell’inefficienza del trasporto pubblico, inadeguato per una città che, tra residenti e non, conta oltre quattro milioni di presenze ogni giorno. I risultati di un servizio treni, autobus e metro inaffidabile sono fiumi di macchine ovunque, che offrendosi al cittadino come unica alternativa valida riempiono le strade e anche i nostri polmoni. Le statistiche parlano chiaro: a Roma 976 persone su 1000 possiedono una macchina mentre a Londra solo 398 e a Parigi 415; inutile dire che in queste città i mezzi pubblici funzionano, a dimostrazione della proporzionalità inversa che lega il numero di automobili alla qualità del servizio offerto ai cittadini. La metropolitana, il mezzo più rapido di quelli disponibili, a Roma copre un’area limitata: due linee soltanto per un totale di 48 stazioni, contro le 94 di Milano, le 270 di Londra e le 301 di Parigi. Nel 1999 a Roma nasce il progetto per una terza linea (C); nel 2001 prendono il via i lavori, che a distanza di undici anni non sono ancora conclusi, con conseguente aumento del preventivo di spesa da poco più di uno a oltre cinque miliardi di euro, almeno finora. Per continuare il confronto (imbarazzante) con l’Europa, si vedano i costi medi della costruzione di rete metropolitana: 120/150 milioni di euro per km quadrato per

l’Europa, 434 per la Metro C di Roma (273 nella più ottimistica delle ipotesi). Altro primato è quello della lentezza: l’intera metro di Madrid è stata creata in 36 mesi (300 fermate, 293km), mentre la linea C dopo due lustri aspetta ancora l’inaugurazione del primo tratto. La Corte dei Conti di recente ha sottolineato l’entità degli sprechi nella gestione dei lavori, segnalando ad esempio i mancati risparmi dovuti all’affidamento dei collaudi a tecnici esterni senza gara (mezzo miliardo l’uno), e ai compensi per i vari comitati, come quello tecnico (oltre 4 miliardi). C’è da dire che Roma, rispetto a qualsiasi altra città europea, ha un sottosuolo così ricco di storia che ad ogni pala di terra alzata emerge un tesoro, e che la linea C (così come la D) va a intrecciarsi proprio in quello che è da millenni il centro abitato della città (tra Laterano e campo Marzio, Piazza Venezia in primis). Roma deve il suo essere eterna alle tracce dei suoi antenati, e sarebbe da ingrati distruggerle senza criterio. Ma l’attitudine italiana a sprechi e ritardi nella consegna dei lavori, unita alla pari noncuranza con cui a Roma è gestito il trasporto pubblico in superficie, fanno sorgere il dubbio che la tutela archeologica sia solo un falso pretesto ripetuto nel tempo e ancora adesso, quando i mezzi e la tecnologia disponibili permetterebbero di tutelare allo stesso tempo la città antica e quella di oggi.


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Focus: Mobile

I cellulari prendono i virus?

I nuovi smartphone sono a tutti gli effetti dei piccoli computer tascabili e non sono esenti da virus informatici. Più il sistema operativo è diffuso, più diventa obiettivo per gli attacchi da parte degli hacker. Non è che un sistema operativo sia più vulnerabile rispetto a un altro. La differenza la fa la sua diffusione. La piattaforma per smartphone più diffusa oggigiorno tra gli smartphone è Symbian, quella impiegato da Nokia, SonyEricsson, Siemens, Sendo e da molti altri. Ed è per questo il software più preso di mira dai worm. Ma anche WindowsMobile (nelle versioni Pocket PC o Smartphone) è presente su numerosi apparecchi. Mentre Palm non è molto popolare tra i costruttori e difatti è anche tra i meno colpiti da virus. Infine c’è Linux, il meno impiegato di tutti, per i quale non esistono virus attualmente conosciuti. Come si diffondono i virus? I virus si diffondono sugli smartphone tramite le connessioni (Internet, e-mail, Bluetooth, infrarossi, Wap, MMS, memory card). Quando si scarica un gioco o uno screensaver da un sito Internet, per esempio, ci possono essere trojan horse nascosti nei codici che, una volta insidiati nei telefoni, sono in grado di svolgere funzioni inaspettate. I virus si possono diffondere anche attraverso la porta Bluetooth, presente su molti telefoni. Gli esperti si aspettano sempre più attacchi di virus sui telefonini intelligenti. E attacchi sempre più pericolosi . E la minaccia è specialmente per la nostra privacy. Il telefono cellulare rappresenta infatti una ricca fonte di informazioni, che possono essere cancellate, modificate se non addirittura rubate. Ma una nuova minaccia sta facendo capolino: lo spam. Proprio come accade sui computer, i telefonini possono diventare facili strumenti di propagazione di messaggi indesiderati. Il modo migliore per proteggere il proprio smartphone dagli attacchi, oltre a diffidare da messaggi il cui destinatario è ignoto, è di installare un software antivirus, proprio come si fa per i pc. Senza un sistema di sicurezza installato, è praticamente impossibile sapere se il proprio telefono è stato infettato. E’ possibile che il nostro smartphone abbia preso un virus che viene attivato un certo giorno a una certa ora e finché non arriva quel momento, non potremo mai scovarlo. Risale alla primavera del 2004 il primo attacco di virus sui telefoni cellulari. Il suo nome era Mosquitos. Era presente in un gioco infettato e, all’insaputa dell’utente, inviava messaggi costosi a numeri di telefono a paga-

15 Daniele Palone

mento, procurando notevoli danni economici alle vittime ignare. Il 15 giungo 2004 arrivò un virus più potente: Cabir. Questo worm si replicava per semplice vicinanza tra telefoni cellulari tramite Bluetooth, se la porta veniva lasciata aperta. Funzionava su smartphone con sistema operativo Symbian. Nel luglio 2004 vennero presi di mira per la prima volta i terminali con sistema operativo Pocket PC. Il colpevole era il virus Duts. Colpiva i programmi e si diffondeva quando questi venivano scambiati con altri smartphone. E’ stato soprannominato ‘il virus educato’ perché sul telefono colpito appariva un messaggio in cui si chiedeva il permesso di diffondersi. Se l’utente dava l’ok, colpiva tutti i file .exe. Nell’agosto 2004 sono ancora colpiti i telefoni Pocket PC. Questa volta il colpevole è Brador: il virus crea una copia di se stesso nella cartella di avvio e informa l’inventore del worm non appena il terminale è online. L’hacker può quindi collegarsi allo smartphone e prenderne il controllo. Il 19 novembre 2004 i telefoni Symbian vengono colpiti dal tanto discusso Skulls. Lo si prende scaricando da siti Internet applicazioni shareware. Si nasconde all’interno di un file chiamato ‘Extended Theme Manager’ detto anche ‘Camera Timer’. Se installato, il trojan impedisce il funzionamento di alcune applicazioni, consentendo solamente di effettuare e ricevere telefonate. Al posto delle altre funzioni, sul display appaiono dei teschi. Decisamente significativo... Ma non è tutto. Cercare di rimuoverlo spesso comporta la perdita di tutti i dati (rubrica, agenda, messaggi). Il 22 dicembre, all’interno del popolare gioco per cellulari ‘Metal Gear Solid’ è contenuto il nuovo virus MGDropper. Il gioco si scarica dalla Rete e, quando viene avviato, installa varianti di Skulls e Cabir e blocca i sistemi di sicurezza dello smartphone. Lasco, un worm che appare l’11 gennaio 2005 sui telefoni Symbian con connessione Bluetooth, una volta entrato nel telefono, cerca altri dispositivi Bluetooth attivi per potersi replicare e cerca all’interno dello smartphone i file .sis da poter infettare. Il 1 febbraio è la volta dell’ennesimo trojan: Locknut. Destinato ai telefoni con la versione 7.0 di Symbian, blocca tutte le applicazioni. Dal 2005 ad oggi, i virus sono sempre più raffinati, e oltre a farci perdere la testa, ci sottraggono soldi e informazioni che non vorremmo passare a nessun altro.


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Focus: Trasporti e Mobilità

A che punto sono i lavori della Metro? ( Tr o p p o ) l e n t a m e n t e , di Daniele Roma guadagna km di Metropolitana

Linea C: a dicembre 2011 sono stati completati e ri-

vestiti, per un totale di 13,6 km di gallerie, i due tunnel binario pari e dispari dal pozzo TBM Malatesta a Giardinetti, nonché quelli della tratta dal pozzo TBM Malatesta alla stazione San Giovanni , per complessivi 5,5 km. Il totale delle gallerie scavate e rivestite sulla tratta Giardinetti-San Giovanni ammonta complessivamente a 19 km.

La parte restante da Giardinetti a Pantano è una ferrovia leggera di superficie (come la linea Piramide-Lido di Ostia). Le stazioni sono in allestimento. La prima tratta che viene messa in servizio è la Monte Compatri/Pantano-Parco di Centocelle, con 15 stazioni. Tempo previsto per la fine dei lavori: giugno 2012. La seconda tratta che viene messa in servizio è la Parco di Centocelle-Lodi, con 6 stazioni. Tempo previsto per la fine dei lavori: giugno 2013.

La terza tratta che viene messa in servizio è la Lodi-San Giovanni. Tempo previsto per la fine dei lavori: dicembre 2014. La quarta tratta che viene messa in servizio è la San Giovanni-Fori Imperiali/Colosseo, con 2 stazioni. Tempo previsto per la fine dei lavori: giugno 2016.

Linea B1: per quanto riguarda la tratta da Conca

d’Oro a Bologna, la realizzazione delle gallerie è terminata. In particolare, la TBM pari ha montato 2365 anelli per un avanzamento complessivo di 3311 m circa mentre la seconda TBM, dispari, ha montato 2455 anelli per un totale di 3437 m circa. Per quanto riguarda lo scavo da Conca d’Oro a Jonio, la ripresa dell’avanzamento della TBM è avvenuta l’8 novembre 2011 e sono stati montati ad oggi 282 anelli per un totale di circa 400 m di scavo (con quelli già scavati sono

Palone

700m). La stazione Annibaliano è completa, inaugurata e in fase di collaudo, le stazioni Libia e Conca d’Oro sono quasi ultimate, la staz. Jonio è in allestimento. Il costo della tratta Bologna-Conca d'Oro è di 513 milioni di euro (di cui 239 dallo Stato e 274 da Roma Capitale). L’apertura (più volte rimandata) è imminente; il Campidoglio assicura fine marzo 2013.

Dal 27 febbraio 2012 avrà inizio una nuova fase del cantiere per il “Corridoio del trasporto pubblico Eur Laurentina-Tor Pagnotta”. Il programma delle opere prevede di concludere alla fine di novembre del 2012 i lavori che comportano alcuni impatti sulla circolazione e di completare nel marzo del 2013 il nuovo “Corridoio”, che collegherà la stazione della Linea B “Eur Laurentina” con il quartiere Tor Pagnotta, determinando un notevole miglioramento del servizio di trasporto collettivo mediante la realizzazione di un filobus in sede protetta.

Ben più modesto del progetto originario che prevedeva un prolungamento della metro B da Laurentina sotterraneo (e, dove possibile, come ferrovia leggera di superficie) costerà molto meno e consentirà la creazione di un altro corridoio Eur-Spinaceto/Tor de’Cenci. C’è un Progetto Preliminare di prolungamento da Tor Pagnotta a Trigoria, comprensivo del tracciato di 5,0 km, in gran parte in sede riservata, e delle relative opere complementari. Si è conclusa la realizzazione di un corridoio da Anagnina a Tor Vergata, per uno sviluppo di circa 8 km con 10 fermate, attestato in corrispondenza al terminale della Linea A di Anagnina. Con la realizzazione del corridoio si istituiscono percorsi in sede protetta per gli autobus; si prevede inoltre la riqualificazione dei quartieri attraversati, mediante la creazione di un parco lineare, in parte pavimentato e in parte a verde, su cui sono previste attrezzature soprat-


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Trasporti e Mobilità

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Metro C: prime aperture a giugno 2013, altre nel 2016

tutto a carattere ludico. Infine, il progetto prevede una riorganizzazione complessiva del sistema della sosta. Il valore totale dell’investimento, comprensivo dell’acquisto di nuovi mezzi ecocompatibili da 18 metri da parte di Atac, ammonta a circa 23 milioni di euro. I lavori sono iniziati il 28 gennaio 2008 e si sono conslusi il 17 settembre 2009.

La realizzazione dell’intera Linea D da Eur Agricoltura a Ojetti, sarà portata avanti per fasi successive ponendo come primo obiettivo la costruzione e la messa in esercizio di una prima tratta funzionale, definita “tratta prioritaria”, di circa 11,5 km con 12 stazioni, compresa tra le stazioni Fermi e Salario . La gara d’appalto è sospesa e non è possibile stimare i tempi di realizzazione fin quando non si conoscerà la data d’inizio dei lavori.

Prolungamento delle linee esistenti. Linea A verso nordovest con due nuove stazioni (Pietro Bembo e Torrevecchia) i lavori dovrebbero concludersi nel 2015 per un costo stimato di 430.000.000€ Linea B verso nordest con due nuove stazioni (San basilio e Torraccia/Casal Monastero) i lavori dovrebbero durare 5 anni, (benché al momento non è fissata la data d’inizio dei lavori) per un costo stimato di 360.000.000€ Linea B1 con 3 nuove stazioni (Vigne Nuove Mosca e Bufalotta) i lavori dovrebbero durare 5 anni dall’inizio dei lavori. Linea C verso nord con 7 nuove stazioni (Auditorium, Farnesina, Giuochi istmici, Parco di Veio, Villa S. Pietro, Tomba di Nerone Grottarossa) Informaizioni sull’avanzamento lavori: http://www.romametropolitane.it/

A primavera partirà il progetto “Roma intermodale”

Grandi novità in cantiere per la viabilità nell’area metropolitana compresa fra Roma e l’aeroporto di Fiumicino. In primavera, infatti, dovrebbe giungere a conclusione “Roma intermodale”, il progetto nato nel 2009 dalla collaborazione fra la società “Aeroporti di Roma”, l’ANAS, l’agenzia “Roma servizi per la mobilità” e la società “Rete ferroviaria italiana” (del gruppo FS), finanziato anche dall’UE nell’ambito dei progetti TEN-T EA (Trans European Transport Network Executive Agency). Questo progetto nasce dalla constatazione che negli ultimi anni il territorio compreso fra Roma e Fiumicino ha subìto un’intensa edificazione, con la nascita di diversi centri residenziali, commerciali e fieristici, che ha finito per gravare sulla rete di trasporti (pubblici, privati e ferroviari) dal punto di vista sia dell’efficienza sia della sicurezza.

Di conseguenza, l’accessibilità all’aeroporto di Fiumicino è peggiorata, proprio in un periodo di intensa crescita del traffico aereo, e così anche le condizioni ambientali, perché spesso –come ben sappiamo – bisogna ricorrere alla propria automobile, con tutti i disagi che comporta. È emersa, quindi, la necessità di rilanciare il trasporto intermodale da e per l’aeroporto di Fiumicino, con un’attenzione particolare alla rete ferroviaria, che all’interno del progetto è vista come la via principale all’attuazione di un modello di mobilità sostenibile: spostare grandi masse di persone con il minore impatto possibile sull’ambiente (per l’inquinamento) e sulla qualità della vita (per il congestionamento delle reti viarie). L’intermodalità sta nel fatto che il progetto è strutturato sulla creazione o sul potenziamento di una rete di nodi di scambio fra i diversi tipi di trasporto, per convogliare più agevolmente le persone verso la rete ferroviaria. Tuttavia l’intervento più consistente è senz’altro l’apertura di due bypass autostradali dalla Roma-Civitavecchia e dalla Roma-Napoli per raggiungere l’aeroporto di Fiumicino senza congestionare il GRA. Proprio questo

secondo bypass termina in uno dei nodi di scambio previsti, quello di Vitinia (con la stazione sulla Roma- Lido), dove confluisce via Pontina, anch’essa da rinnovare ed inserire nel progetto. Gli altri nodi saranno ad Acilia, Maccarese e nello stesso aeroporto di Fiumicino, uno a nord per raccogliere il traffico da Roma nord e Civitavecchia, ed uno a sud, per il traffico dai nodi di Vitinia, ed Acilia.

Le prospettive aperte da questo progetto sono senza dubbio interessanti, anzitutto per la grande cura che è stata messa nel corso degli studi preliminari, con riguardo all’impatto ambientale, archeologico, sulle condizioni di vita etc. L’obiettivo, togliere buona parte del traffico su gomma fra Roma e l’aeroporto di Fiumicino, se raggiunto sarebbe una grande svolta per la città e la sua area metropolitana, dove in alcuni punti la situazione del traffico è diventata insostenibile a qualsiasi ora della giornata. La speranza è che possa anche mettere fine alla proliferazione di quartieri dormitorio in posizioni improbabili. Francesco Grasselli


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Focus: Trasporti e Mobilità

Roma ciclabile: la pista che non c’è

di Giorgio Zussini

Non è vero che chi va piano va sano e va lontano, soprattutto se lo fa in bici a Roma. Per mancanza di carrozzeria protettiva il ciclista è di per sé l’utente della strada maggiormente esposto ai pericoli del traffico, ma se a questa sua vulnerabilità intrinseca si aggiunge l’assenza di percorsi ciclabili e le pessime condizioni del fondo stradale, spostarsi con la bicicletta può considerarsi tra gli sport estremi da fare in città. Eppure tra i vari mezzi di trasporto la bici è in assoluto il meno inquinante, motivo per cui il suo utilizzo andrebbe incentivato così come avviene nella maggior parte delle grandi capitale europee: Parigi conta 500 km di piste ciclabili (di cui quasi la metà in centro) e 23 mila bici pubbliche distribuite su 1450 stazioni (si tratta del bike sharing, ancora poco diffuso in Italia); Londra ha percorsi consigliati ai ciclisti per 1500 km e 12 mila posti bici. E Roma? Come del resto tutta l’Italia (escluse alcune rare perle del nord), Roma investe pochissimo nella mobilità sulle due ruote ecologiche; anzi, il dossier «Bici in città» presentato da Fiab e Legambiente in collaborazione con altre associazioni relega la capitale all’ultimo posto della classifica nazionale, con una percentuale di spostamenti effettuati in bici pari allo 0,4%, vale a dire zero. Secondo i dati del Campidoglio nella città i chilometri di

pista ciclabile urbana sono, escludendo quelli nelle aree verdi, poco più di 110 (invece di 1200 come richiesto dal Parlamento Europeo); e le stazioni per lo sharing solo 26 (sempre il Parlamento ne ha richieste 350). E quando ci sono, le piste romane sono spesso in condizioni che oscillano tra il disastrato e l’inagibile, come denunciano cittadini e associazioni. Eppure esiste un “Piano della ciclabilità” approvato in giunta e presentato nella primavera di due anni fa, ma ancora fermo; il piano prevedeva lo sviluppo di nuovi percorsi, volti a favorire la diffusione della bici come mezzo ecologico da sostituire a macchine e moto e integrare coi mezzi pubblici, ad esempio costruendo posteggi di scambio in prossimità delle stazioni; finora sono stati finanziati soltanto 65 dei circa 1000 chilometri previsti, così che pare difficile venga realizzato quanto promesso entro il 2020. Il Times ha lanciato la campagna “Salviamo i ciclisti” – a cui ha aderito pubblicamente anche il Sindaco Alemanno – con la quale si chiede anche all’Italia di sottoscrivere un manifesto i cui otto punti chiedono, in sintesi, maggiore tutela della sicurezza dei ciclisti – altro buon motivo, insieme alla sostenibilità ambientale della bici, per esigere dall’amministrazione un’accelerazione nella costruzione di una rete ciclabile degna di una capitale.

L’amministrazione comunale indifferente difronte al dilagare delle polveri sottili.

pre più a rischio. Mentre il Comune resta immobile: sono scomparse le domeniche a piedi, le strade verdi. Solo promesse di pedonalizzazione che non vengono poi mantenute». Questi dati rendono sempre più urgente un’accelerazione in termini di sviluppo delle politiche ambientali, di mobilità e di viabilità dell’amministrazione comunale; nonché un cambio di abitudini e uno sforzo da parte dei cittadini. Il gap in termini d’inquinamento con le capitali europee è notevole considerando che a Roma ogni 100 abitanti ci sono 60-70 macchine mentre a Berlino le automobili sono 30-40 ogni 100 abitanti. Solo potenziando il trasporto pubblico i cittadini si sentiranno incoraggiati a lasciare l’automobile a casa. Roma ha un disperato bisogno di linee di metropolitana, di tram e di una rete di trasporti maggiormente interconnessa e funzionale. Per il momento Domeniche a piedi, piste ciclabili e aree pedonali potrebbero metter freno all’emergenza della “mal’aria” romana.

Roma ostaggio dello Smog

In questi giorni un treno speciale ha attraversato la capitale. Troppo lento per essere un esclusivo Freccia Rossa e troppo vuoto per essere un treno stracolmo di pendolari, il Treno Verde con il suo carico di macchinari e operatori di Legambiente ha fatto il giro della città raccogliendo dati e rilevazioni. I risultati del laboratorio mobile non sono incoraggianti: le quantità di polveri sottili e di benzene presenti nell’atmosfera della capitale sono al di sopra della norma e per un numero di giorni ben superiori ai 35 all’anno consentiti per legge. Si è calcolato che il limite viene superato due giorni su tre.

Il presidente di Legambiente Lazio Lorenzo Parlati ha esplicitamente affermato che “la città sta soffocando” chiedendo a gran voce lo “stop alle auto, alle polveri sottili e al rumore perché la salute dei cittadini è sem-

di Valerio Pelliccia


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Energia & Acqua

Vernici Fotovoltaiche

Siamo nel periodo tecnologico più rivoluzionario di ogni altra epoca, e restando nel tanto dibattuto argomento delle fonti alternative di energia, una grande novità ci giunge dalle nuove scoperte tecnologiche nel settore del fotovoltaico. A tutti è ben noto l’ormai classico pannello fotovoltaico, esposto un pò ovunque nelle nostre città, serie di finestroni a specchio in grado di fornire discrete quantità di energia elettrica, ma pochi sanno che il mondo scientifico sta mettendo a punto una nuova tecnologia fotovoltaica: le vernici fotovoltaiche. Si stanno mettendo a punto delle vernici a base di celle di silicio ed altre ancora di celle organiche, che possono essere "stampate" in fogli sottili oppure integrate in altri materiali od oggetti: tetti metallici, cellulari, carrozzerie d'auto, etc. Quest’ultime sono celle solari costituite da polimeri organici, in pratica delle lunghe molecole organiche a base carbonica, che vanno a sostituire i semi-

di Federico Monti

conduttori inorganici, in grado di assorbire la luce e trasportarne la carica. Un domani forse potremmo vedere auto girare in totale autonomia energetica, alimentati solo dalla vernice fotovoltaica delle propria carrozzeria con abbattimento totale delle emissioni di CO2, e di tutti gli altri residui tossici dei prodotti derivati dal petrolio, e non solo, con le celle solari cucite sugli indumenti potremmo alimentare numerosi dispositivi portatili: cellulari, Mp3, navigatori satellitari e Lap Top e altro ancora. Inoltre il loro smaltimento e del tutto atossico essendo costituite da materiale organico. Dovremmo attendere però ancora un pò poiché l’efficienza della resa energetica è ancora esigua, ma gli studi promettono bene per un prossimo futuro, sempre che gli interessi delle multinazionali che girano intorno allo sfruttamento del petrolio lo permetteranno, auguriamoci di sì.

Acqua: bene prezioso che Roma spreca

Giovedì 22 Marzo è stata celebrata la giornata mondiale dell’acqua e, in questa occasione, Legambiente ha pubblicato dei dati che per la Capitale risultano allarmanti. Roma si piazza all’ultimo posto tra le grandi città italiane per i consumi di acqua, con 234,3 litri consumati ogni giorno pro-capite, ma anche per le perdite idriche: 68 metri cubi persi per Km di rete, ossia il 21%. E nel resto del Lazio non va molto meglio; tra i peggiori consumatori del prezioso oro blu, Viterbo agli ultimi posti fra le città più piccole con 209,6 litri/giorno pro-capite e Latina con il 62 per cento di perdite idriche. I)n quest’ultimo caso, ricordiamo che il servizio è stato in parte privatizzato ed il servizio è peggiorato. Va un pò meglio a Frosinone con 173,7 litri, e a Rieti con 157,8 litri.

Durante la presentazione il Presidente di Legambiente Lazio, Lorenzo Parlati ha criticato la proposta del Sindaco Alemanno in merito alla cessione di Acea a privati: ”i cittadini hanno ben chiare le scelte e la gestione delle società, le quali devono essere pubbliche, come sottolineato in maniera decisa dal referendum dello scorso giugno”. Per vincere la sfida del risparmio idrico, delle perdite di rete, della depurazione e della qualità dell'acqua e togliere l'acqua dal mercato, si devono ripensare le società di gestione dell'acqua; alla Regione Lazio è stato chiesto anche di non andare verso una nuova legge che preveda un unico Ambito Territoriale Ottimale regionale, quanto piuttosto una riorganizzazione ragionata sulla base dei bacini idrografici e delle infrastrutture esistenti.

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di Vanessa Pinato

Non si tratta ancora di una vera e propria emergenza; Italia è, indubbiamente, ricca di acqua, con 2800 metri cubi per abitante l'anno, ma è anche sprecona e con tecnologie di utilizzo obsolete che ne favoriscono la dispersione. Per non parlare dei mesi più caldi; la ricchezza di acqua non mette il Paese al riparo dalla scarsità idrica con l’aumento delle temperature. E' il settore agricolo, il principale utilizzatore di acqua, con almeno 20 miliardi di metri cubi l'anno, seguito da quelli civile (9 miliardi l'anno), industriale (8 miliardi l'anno) e quello della produzione di energia (circa 5 miliardi l'anno). Il prelievo eccessivo (pari a 40 dei 52 miliardi di metri cubi disponibili), osserva Legambiente, provoca problemi di qualità delle acque superficiali e sotterranee perché questo sfruttamento non permette la circolazione idrica naturale necessaria a mantenere vivo l'ecosistema e a diluire gli inquinanti nei fiumi e nelle falde. Nel nostro Paese, rimangono ancora irrisolti i problemi relativi agli scarichi inquinanti civili e industriali, ai depuratori malfunzionanti e alla proposta di creare corsi d'acqua artificiale. Delle 549 stazioni di monitoraggio censite nell'annuario 2010 dell'Ispra, solo il 52% raggiunge o supera il buono stato. Infine, fondamentale è la collaborazione dei cittadini; a questo proposito e In occasione della Giornata Mondiale per l'Acqua, Legambiente Lazio ha attivato presso la sede regionale di Roma, in Viale Regina Margherita 157, uno sportello della campagna di obbedienza civile del Forum italiano dei Movimenti per l'acqua.


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Notizie dall’altro Mondo

La casta cerca casa

Il primo articolo della nostra Costituzione recita: “ L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo...”. Ai padri costituenti non è sfuggita l’importanza del diritto al lavoro, ma nell’Italia di oggi, diversa da quella di sessant’anni fa, basta per una vita dignitosa? A cosa serve il lavoro, sempre se si riesca a trovarne uno, se poi non ti assicura un tetto sopra la testa? Un precario o una precaria di oggi, che non possono contare sull’aiuto della famiglia, non hanno nessuna possibilità di comprare una casa o di accendere un mutuo (considerato che le banche non autorizzano). La Banca Centrale europea ha erogato a favore delle banche nazionali un maxi prestito per far ripartire l’economia; tuttavia, le banche nazionali non hanno modificato di una virgola la loro politica: costo dei mutui invariato e stretta asfissiante sul credito. Il diritto all’abitare dovrebbe essere il cardine di un paese che ama definirsi civile e democratico, eppure in sessant’anni di Repubblica la politica ha largamente evitato il problema lasciando la questione nelle “24 ore” e nei conti in banca dei palazzinari. Per realizzare il sogno di una casa c’è chi s’indebita fino a perdere tutto. Chi la paga in contanti come se nulla fosse. Chi è disposto a fare carte false per svegliarsi la mattina e guardare il Colosseo. Quest’ultimo è proprio il caso dell’ex ministro dello Sviluppo economico Scajola (Governo Berlusconi) che, indagato nella pro-

di Valerio Pelliccia

cura di Roma per finanziamento illecito ai partiti politici, ha sempre sostenuto che la casa con vista sul Colosseo gli era stata comprata “a sua insaputa”. La storia ha del paradossale, non solo per la bizzarra spiegazione ma per il guaio in cui lo stesso Scajola (a sua insaputa oppure no) si è infilato. La vicenda ha subito suscitato forte scandalo nell’opinione pubblica e valanghe di dichiarazioni contrapposte rimbalzate da una parte e dall’altra del Parlamento. Risultato: il povero Scajola si è dovuto dimettere. Ma se il problema era la mancanza di liquidità nelle sue tasche, possibile che a nessuno dei suoi collaboratori, amici parlamentari o intrallazzatori sia venuto in mente di consigliarli la sede Bnl del Senato? Li, con una polizza ad hoc e in tutta semplicità, anche il più miserevole parlamentare può aprire un mutuo con un tasso d’interesse dell’ 1,57%. Il servizio andato in onda qualche sera fa sul programma “Piazza Pulita” evidenzia che non solo senatori e deputati godono “della migliore convenzione in Italia” (come lo stesso impiegato ha ammesso non senza una punta di soddisfazione) ma anche persone terze possono approfittarne, a patto, sia chiaro, di essere state raccomandate da un parlamentare. Tutto questo mentre ai comuni mortali le banche applicano tassi d’interesse intorno al 6% pretendendo garanzie che in pochi si possono permettere. Un’altra dimostrazione di arroganza e potere, un altro schiaffo alla democrazia.


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Notizie dal Mondo

Marò: Immunità o impunità?

Ancora in dubbio la sorte dei due militari Italiani trattenuti in India. Era il 15 Febbraio scorso quando due pescatori indiani morivano a largo delle coste del Kerala, India. Poco dopo la petroliera italiana Enrica Lexie veniva scortata dalle autorità indiane verso il porto di Kouchi dove due fucilieri del reggimento San Marco, Massimiliano La Torre e Salvatore Girone venivano accompagnati a terra e presi in custodia dalle autorità locali. L’accusa: omicidio di due pescatori indiani scambiati per pirati. I soldati, presenti a bordo della petroliera su mandato internazionale in funzione anti-pirateria, si sono difesi dicendo di aver visto uomini armati e di aver sparato in acqua e in aria in segno di avvertimento, salvo poi materializzarsi sul natante dei pescatori ben 16 fori di proiettili. Si parla anche di una terza nave, battente bandiera greca, coinvolta in qualche modo nell’azione e dileguatasi subito dopo. Finita la sparatoria in mare è iniziata la guerra diplomatica tra Roma e New Delhi. L’Italia reclama i suoi militari a casa mentre l’India insiste nel volerli giudicare con le proprie leggi. Dopo più di un mese la matassa non si è sbrogliata anzi, le tensioni sono aumentate dopo l’incarcerazione preventiva dei due marò e la perizia balistica sulle armi senza la presenza di esperti italiani. Sembrerebbe un intricato caso di diritto internazionale ma non è cosi. Nessun giudice di corte, tribunale o arbitrato internazionale incaricato a dirimere questa controversia avrebbe dubbi: l’Italia ha il diritto di giudicare i suoi soldati. Per quelle che sono le consuetudini del diritto internazionale infatti, gli organi di stato (in questo caso La Torre e Girone) nell’esercizio delle loro funzioni godono dell’immunità dalla giurisdizione degli altri stati. Di fronte a questo cardine del diritto interna-

21 Valerio Pelliccia

zionale persino la questioni della posizione della nave (acque internazionali o mare territoriale indiano) perde di valore. Si discute molto in Italia, nei blog, in televisione e sulla carta stampata. A parte la scritta apparsa a Taranto in cui si augura ai due marò di tornare avvolti nella bandiera, per la maggior parte delle persone l’Italia dovrebbe far valere le proprie ragioni. E ai patriottici incalliti neanche importa se i marò abbiano freddato quei pescatori, basta che tornino a casa, basta che l’onor patrio sia salvo. Proprio a quest’ultima categoria di persone vorrei chiedere: cosa avete provato, qual è stata la vostra reazione quando due piloti statunitensi a bordo dei loro caccia tranciarono per gioco i fili di una funivia del Cermis, in Italia, facendo precipitare nel vuoto venti persone? Gli U.S.A reclamarono l’immunità e i piloti, una volta in patria, vennero completamente assolti. Il governo italiano oppose una timida resistenza e poco mancò che dovesse chiedere scusa per un giudice, subito stoppato dalla Cassazione, che aveva osato ritenere colpevoli i marines. Possibile che chi grida “marò liberi subito” stupendosi delle manifestazioni di rabbia della comunità di pescatori del Kerala (bollate come tribali e culturalmente incivili), si sia dimenticato dello schiaffo subito quasi vent’anni fa?

Non sono solo disperazione e tristezza ad accomunare i parenti delle vittime del Cermis con le famiglie dei pescatori indiani uccisi. Nei loro volti, seppure lontani nel tempo e nello spazio, si può leggere la rabbia di una beffa imminente, la stessa consapevolezza che troppo spesso immunità equivale a impunità.

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Transnitria: Viaggi Impossibili

Transnistria, la Repubblica che non c’è di Nino Neri

Prima che Nicolai Lilin scrivesse il suo Educazione Siberiana si contavano sulle dita di una mano quelli che avevano almeno una volta sentito parlare della Transnistria. Dopo il successo del suo libro si continuano a contare sulle dita di una mano quelli che sono riusciti a visitarla. Attratto irrimediabilmente da territori sconosciuti, sono tra quelli. I rari articoli di stampa e reportage la descrivono come zona proibita, da evitare, di non facile accesso. Per la geopolitica internazionale fa parte della Repubblica Moldova; per i suoi abitanti è la Repubblica Moldova di Transnistria (o Pridnestrovie, “presso il fiume Nistro” in russo), Stato sovrano che con il prezioso aiuto della Russia si è autoproclamato indipendente nel 1990, con atto arbitrario secessionista e dopo scontri sanguinosi. Lingua di terra che separa la Moldavia dall’Ucraina, occupa un’area di 4163 km², con una popolazione di circa 750.000 abitanti. Le lingue ufficiali sono il moldavo, l’ucraino e il russo. La capitale Tiraspol. Ed è lì che sono diretto.

Diario di Viaggio

Per raggiungerla il modo più semplice è partire da Chisinau, capitale della Moldavia. Irina e Andrea, miei referenti e compagni di viaggio, mi aspettano lì. Lei

è moldava, parla italiano e lavora in città nella sua agenzia di promozione turistica, lui è un italiano trasferitosi a Chisinau per lavoro. La scelta cade sul mezzo più comodo: la Volvo di Andrea. Irina di fianco farà da navigatore satellitare e per ogni evenienza da traduttore! Dopo pochi chilometri dal centro di Chisinau la strada scivola nella verde campagna. Sono sulla M14, l’arteria principale che attraversa il paese da nord a sud, verso Odessa, in Ucraina, sulle sponde del Mar Nero. Interminabili filari di alberi di noci, interrotti di tanto in tanto da ferrose tabelle che indicano la via per Tiraspol, corrono al mio fianco. Il traffico è inesistente, poche le auto che viaggiano in senso opposto.

“Nessuno Stato della Comunità Internazionale riconosce ufficialmente la Transnistria”.

Non esistono di conseguenza rapporti istituzionali con nessuno stato del mondo e nessuna rappresentanza diplomatica ha sede a Tiraspol, ad eccezione di quelle dell’Ossezia del Sud e dell’Abcasia, anch’essi stati de facto. Fino alle elezioni dello scorso dicembre questo territorio è stato governato, per oltre venti anni, esclusivamente dalla famiglia Smirnov, che attraverso il gruppo Sheriff ha controllato l'economia del paese. Il neoeletto presidente, oggi, è Evgenij


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Transnitria: Viaggi Impossibili

“Si contano sulle dita di una mano coloro che hanno visitato la Transnitria. Io sono tra quelli”

Shevchuk. Prima di giungere al principale ingresso di frontiera, proprio Irina suggerisce di svoltare per una strada secondaria, tutta dissestata, che mi condurrà ad un check-point meno trafficato, perché riservato ai soli residenti. La strada è deserta, intorno soltanto fertili campagne nelle quali sono al lavoro poche contadine. Il valico di Varnita, ultimo comune moldavo, mi aprirà le porte della Transnistria. Da qui è sconsigliato scattare fotografie ed essere distratti. Eccomi alla dogana della Transnistria. Alle domande di rito su chi sono, da dove vengo e perché voglio entrare nel loro territorio è Irina a rispondere. E lo fa in maniera così convincente che mi fanno segno di passare. Andrea, invece, deve esibire un permesso speciale per l’auto: una macchina con targa straniera non può circolare in Transnistria liberamente. Sceso dalla vettura, devo riempire diversi “fogli notizie” in lingua russa, presentandomi poi, munito di passaporto, ad un poliziotto chiuso in una guardiola, sui cui muri c’è una vera e propria mostra fotografica di foto sbiadite, ritratti di svariati latitanti. I doganieri mi rilasciano un permesso scritto per potere circolare in Transnistria, d’intesa che prima che faccia notte mi attenderanno alla frontiera per vedermi uscire, poiché dormire da queste parti richiede un ulteriore speciale permesso. Entro nella Repubblica che non c’è. Tutto sembra fermo a molti anni fa: le fabbriche sovietiche dismesse, le semplici abitazioni, i fatiscenti palazzi di edilizia popolare socialista e una diffusa povertà si contrappongono ai moderni supermercati della catena Sheriff e al nuovissimo centro sportivo dell’FC Sheriff Tiraspol. Ulitsa 25 Oktober è la via principale della città, una larga e lunga strada in perfetto stile sovietico, decorata da enormi tabelloni che ripetono gli slogan del comunismo. Qui non mancano i moderni esercizi commerciali, destinati a rimanere semideserti dal

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momento che la gente comune percepisce uno stipendio medio mensile di 100 dollari. È forte il sospetto che le attività presenti in Transnistria siano legate al malaffare. L’Ulitsa 25 Oktober è troppo lunga per percorrerla tutta a piedi, un vecchio autobus mi conduce all’altro capo della strada. Lungo il percorso, lo sventolio delle bandiere attira i miei occhi sulla minuscola sede delle rappresentanze diplomatiche dell’Ossezia del Sud e dell’Abcasia. Scendo davanti all’ultimo Soviet d’Europa, un palazzone piantonato all’ingresso da una mastodontica statua di Lenin piazzata lì per scelta politica e non perché cimelio storico. Il dubbio di esagerare negli scatti fotografici mi assale quando un giovane impiegato in giacca e cravatta, uscito dal palazzo, mi invita gentilmente ad allontanarmi. La sorte è dalla mia parte, avrebbe potuto sequestrarmi l’attrezzatura non senza conseguenze di altro tipo. La curiosità si sposta su un carro armato russo-transnistriano, posto sull’altro lato della strada. Insieme all’adiacente cimitero degli eroi nazionali, morti in combattimento durante gli scontri con l’esercito moldavo nel 1992, è il monumento nazionale e l’emblema della lotta d’indipendenza del popolo transnistriano. L'Ulitsa 25 Oktober percorre tutta Tiraspol i manifesti riportanti i simboli comunisti dell’autoproclamata repubblica sono ovunque raffiguranti le strette di mano tra Medvedev e Smirnov nonché le ricorrenze nazionali del 9 maggio 1945 e soprattutto del 2 settembre 1990, data di proclamazione dell’indipendenza dalla Moldovia. Il mio giorno a Tiraspol è terminato. Superate le ispezioni al valico di frontiera, riprendiamo la strada nella dolce e bellissima campagna moldava, direzione Chisinau. Mi lascio alle spalle un luogo la cui visita è sconsigliata da molti, ma il cui fascino rimane certamente indiscusso.


Salute&Benessere Aprile 2012

I miracoli dell’Olio di Argan di Laura Napoli (Spec. in Comunicazione) Le sue virtù cosmetiche sono ormai famose. L’olio di Argan è considerato un prezioso alleato della bellezza, per preservare pelle e nutrire i capelli.

L’olio di Argan si ricava dalla spremitura a freddo dei noccioli del frutto. Ne esistono due tipi diversi, a seconda dell’utilizzo cosmetico o alimentare. In particolare, l’olio destinato a scopi alimentari viene ricavato sempre dai noccioli, ma dopo la loro tostatura. Si tratta di un prodotto molto prezioso: per ottenere un solo litro di olio di Argan occorrono circa 100 chili di noccioli. E un albero di Argan produce in media 8 chili di frutta in un anno. L’olio di Argan, o di Argane, viene estratto a freddo dai frutti della pianta di Argania Spinosa, un albero alto da 8 a 10 metri, in grado di vivere anche 150-200 anni in condizioni climatiche difficili. Essendo una specie in via di estinzione è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Sia per questo motivo sia per il fatto che per ottenerne un litro sono necessari i frutti di 6 alberi di Argania Spinosa e 16 ore di lavoro, l’olio di Argan è uno degli oli più rari e preziosi del mondo. Il suo valore è dato anche dalle numerose proprietà in esso contenute e dalle applicazioni che se ne possono fare per la bellezza e per la salute di capelli e pelle. L’olio di Argan è, infatti, ricco di acidi insaturi e di Vitamina E (ripara le membrane cellulari dall’azione dannosa dei radicali liberi e svolge un effetto “antiage”) che lo rendono un alleato perfetto per idratare, nutrire e proteggere il corpo dalle aggressioni esterne. La Vitamina E presente nell’olio di Argan agisce da antiossidante ed è un coadiuvante nello sviluppo e nel mantenimento delle funzioni del sistema nervoso e di quello muscolare.

L’olio di Argan è composta anche da altre sostanze attive importantissime come la Vitamina A, la Vitamina F, l’acido linoleico, l’acido linolenico, gli Omega 3 e gli Omega 6. Questi acidi grassi essenziali svolgono un’azione benefica nei disturbi reumatici e cardiovascolari, migliorano le capacità cerebrali e proteggono i tessuti connettivi. Se usato in modo costante, l’olio di Argan riattiva le funzioni vitali delle cellule, migliora il tono muscolare del viso, attenua la comparsa delle rughe, liscia la pelle, mimetizza le occhiaie e riduce l’irritabilità cutanea. Inoltre, questo olio meraviglioso non contiene sostanze che possono provocare allergie, come nichel, profumi, coloranti e conservanti (naturalmente se non ha subito modificazioni chimiche), e quindi è adatto a tutti.

Tra gli altri Usi per la salute dell’Olio di Argan • Bruciature. Aiuta il processo di guarigione delle bruciature ed allieva il rossore • Psoriasi. L’olio elimina il prurito e riduce fino all’80% la desquamazione. Va applicato due volte al giorno. • Piaghe da decubito. Applicare due volte al giorno l’olio di Argan favorisce la scomparsa delle piaghe.

L’olio di Argan è adatto per i capelli fragili, secchi, sfibrati e privi di lucentezza perché dona loro forza ed idratazione. Alimentando le fibre capillari conferisce ai capelli brillantezza e flessibilità e combatte le doppie punte e l’inaridimento.

• Per rendere i capelli nutriti e setosi si può scaldare qualche goccia d’olio tra le mani e strofinarlo delicatamente sui capelli ciocca per ciocca. Si deve lasciare in posa per un’ora e poi procedere con il solito lavaggio.


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Salute & Benessere

Questo prezioso dono della natura è un miracolo di di Laura Napoli benessere che viene dal deserto ..

UNGHIE

L’olio di Argan cura le unghie fragili proteggendole contro le aggressioni esterne. • E’ sufficiente miscelare l’olio in pari quantità con del succo di limone ed immergere le mani nel composto per almeno 10 minuti. Il trattamento deve essere ripetuto regolarmente una volta alla settimana per circa 2 mesi. In questo modo le unghie e le cuticole avranno un aspetto sano e curato. • L’olio si può anche applicare sulle unghie ogni sera prima di coricarsi

MASSAGGI

L’olio di Argan viene usato per i massaggi. E’ ottimo come decontratturante muscolare

CURIOSITA’

L'albero di Argan rappresenta uno degli alberi più vecchi sulla terra, pare sia comparso 80 milioni di anni fa nel Marocco meridionale.

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Il primo documento scritto risale al 1219 ed è contenuto nelle opere del medico arabo Ibn Al Baytar. Gli alberi di Argan piacciono molto anche alle capre marocchine e nonostante siano protetti da spine, permettono a questi animali di arrampicarsi anche sui rami più sottili per brucare le foglie più tenere e gustose. Le foto che si riescono a scattare hanno dell'incredibile! Il frutto è una bacca ovale che da matura è di colore giallo-bruna e contiene una noce estremamente dura, al cui interno vi sono tre "noccioli". Un albero ne produce circa 8 kg all'anno.

L’UNESCO ha riconosciuto ultimamente l’Argan, ossia Argania spinosa, come albero della vita. Esso occupa quasi 800.000 ettari della superficie marocchina e si concentra di più nel sud del Marocco, a Essaouira e a Agadir. Quest’albero non può crescere al di fuori del Marocco nonostante i vani tentativi di seminarlo altrove.

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Gennaio 2011 Professionisti

FOCUS DEL MESE

Un condominio da cani

di Valentina Sanzone

Si può vietare la presenza di animali domestici nel condominio? La presenza di animali domestici è spesso causa di accese discussioni tra i condòmini, normalmente divisi in tre categorie: 1) coloro che potremmo definire “gli amanti degli animali”, ossia i condòmini proprietari di animali domestici, spesso convinti che la loro mascotte abbia più diritto di molti altri condomini ad abitare nel palazzo; 2) coloro che, pur non avendone di propri, ne tollerano la presenza, a patto che i padroni si comportino in modo civile, ad esempio impedendo che si lascino sporche le parti comuni, e 3) coloro ai quali la presenza dei quattrozampe invece disturba, al punto da desiderare il loro allontanamento dal condominio. E’ da osservare come i condòmini schierati nella prima e terza fazione si rendano protagonisti di una lotta quotidiana, senza esclusione di colpi, particolarmente sentita proprio per l’affetto che da sempre lega l’uomo al suo “migliore amico” e che lo lascia inorridito all’idea di separarsene. Come - ed in quali casi - la presenza di animali può essere validamente esclusa dal Regolamento Condominiale? L’Assemblea ha il potere, deliberando a maggioranza, di vietarne l’introduzione o, addirittura, di costringere i proprietari a disfarsene? In primo luogo, dobbiamo escludere che possa essere l’Assemblea Condominiale a vietare, anche se attraverso una decisione adottata con la maggioranza prescritta, la detenzione di animali domestici. È escluso, infatti, che tale decisione potrà essere adottata per mezzo di quel regolamento cd. “non contrattuale”( formato dall'assemblea, questo è “interno” al condominio, traendo impulso dall'iniziativa di uno o più condòmini ed adottato in base ai criterio della maggioranza). Infatti, secondo la Cassazione (Cass. 11.2.2011 n. 3705) il divieto di detenere negli appartamenti i co-

muni animali domestici non può essere contenuto negli ordinari regolamenti condominiali, approvati dalla maggioranza dei partecipanti, non potendo detti regolamenti importare limitazioni delle facoltà comprese nel diritto di proprietà dei condomini sulle porzioni del fabbricato appartenenti ad essi individualmente in esclusiva. Invece, secondo gran parte della Giurisprudenza, il divieto di detenzione di comuni animali domestici potrà essere validamente contenuto dal regolamento cd. “contrattuale”, cioè quello “esterno” al condominio perchè predisposto dall'originario unico proprietario o costruttore dell’edificio, e perciò derogabile solo con l’unanimità dei consensi dei proprietari. Accettato dagli iniziali acquirenti dei singoli piani e regolarmente trascritto nei registri immobiliari, questo vincola tutti i successivi acquirenti non solo con riferimento alle clausole che disciplinano l'uso o il godimento dei servizi o delle parti comuni, ma anche a quelle che restringono i poteri e le facoltà dei singoli condomini sulle loro proprietà esclusive (Cass. n. 3749/1999).

Ciò non toglie che, a volte la presenza dei migliori amici dell’uomo possa portare a seri fastidi, dando luogo ad una situazione oggettivamente intollerabile. Alcune sentenze, invocando l’ art. 844 cod. civ., hanno definito i miagolii e i latrati notturni “immissioni sonore” le quali, nel caso superino la normale tollerabilità, possono dare adito ad un allontanamento coatto dell'animale rumoroso (così è stato disposto, ad esempio nel caso del continuo abbaiare di tre cani da pastore, Trib. Milano 28.5.1990). Avv. Valentina Sanzone Via in Arcione n.98 - 00187 Roma (Rm) Tel 06-45444639 Cell. 338-1351579 valentinasanzone@gmail.com

Per questo ed altri problemi condominiali Nèa Polis apre uno sportello di CONSULENZA GIURIDICA GRATUITA Tutti i martedì pomeriggio (previo appuntamento) presso la sede dell’Associazione. informazioni: Valentina Sanzone – 06.45444639 / 338.1351579


Gennaio 2011

FOCUS DEL MESE

. Cultura Aprile 2012

Il Genio di Dalì in mostra al Vittoriano Profilo di un Genio

Questo mese ho visitato in anteprima per voi la mostra “Dalí-un artista un genio”. Salvador Dalí y Domenech è il maestro indiscusso di un surrealismo visionario che ha origine dal sogno e dall’inconscio. Non ancora 20enne il pittore catalano si cimentò sperimentando le avanguardie; un esempio è il cubista ‘Cadaqués vista dalla torre di Capo Creus’ (1923). Man mano sviluppò uno stile personalissimo che si dota di effetti speciali quali immagini multiple, figure trasparenti (la purezza eterea oltre la carne) metamorfosi e deformazioni grottesche. Surreali sono gli oggetti fuori contesto, fluttuanti nel nulla, separati spazialmente e logicamente (ovvero senza un nesso tra di loro): è il periodo della pittura atomica che annovera opere quali ‘Dematerializzazione vicino al naso di Nerome’ (1947) e ‘Madonna di Port Lligat’ (1949-50) nelle quali sviluppò il dualismo religione/scienza e tecnologia. ‘Singolarità’ (1935) raffigura alcuni simboli frequenti: l’orologio che cola, capelli che si tramutano in rami d’ulivo, un letto radicato a terra e quella che appare una vulva pelosa con cerniera zip; in questa e in ‘Composizione surrealista con personaggi invisibili’ si vede l’affossamento creato dal peso di due persone adagiate su un letto e un divano. Anche ‘Eclisse e osmosi vegetali’ ritrae la metamorfosi della criniera di un cavallo in rami d’ulivo. Dalí sperimentò le immagini multiple nel dipinto ‘Impressioni d’Africa’ (1938). Il celebre ‘Autoritratto molle con pancetta fritta’ (1941) presenta due simboli, le formiche e le grucce, che ricompaiono a sorreggere ‘Lo spettro del sex-appeal’ ovvero un corpo grottesco, deforme, menomato. Le grucce rispuntano in ‘Tristano e Isotta’; esse simboleggiano di volta in volta una fragilità fisica o interiore) La ‘coppia con la testa piena di nuvole’ (1937) è una coppia di pannelli lignei sagomati a forma di teste sui quali è dipinto un paesaggio arido e deso-

di Daniele Palone

lato, tipico della regione in cui nacque il pittore, in cui figura, fuori contesto, una giraffa con la criniera in fiamme. Philippe Halsman, il ritrattista più richiesto di New York, fu il ‘fotografo ufficiale’ di Dalí, e lo immortalò più volte coi suoi caratteristici baffi-antenne (come i gatti) e lo sguardo ipervigile. Dalì si prestò alla pop art posando in vestaglia sul ‘divano-labbra’ di Mae West per la Pirelli. Il dipinto ‘Alla ricerca della 4a dimensione’ (1979) è considerato il testamento artistico del pittore. L’ossessione del tempo (la relatività del tempo, la morte e l’eternità) rappresentata dagli orologi molli si accentuò dal 1982, anno in cui scomparva la compagna Gala, al 1989 in cui egli stesso si spense. Negli ultimi anni si cimentò coi pittori rinascimentali italiani, reinterpretandoli. Ben più di un pittore, Dalí fu scrittore, con la biografia ‘La vita segreta di Salvator Dalí’ ed il romanzo ‘Visi Celati’ (hidden faces), scenografo e costumista, per il regista cinematografico A. Hitchcock disegnò le scenografie di ‘Io ti salverò’ (spellbound), per il regista teatrale Luchino Visconti realizzò infatti scenografie e costumi di ‘Come vi piace’ (As you like it) di W. Shakespeare, disegnò vestiti da gala per Christian Dior nel (1951), realizzò le scenografie per ‘La dama spagnola e il cavaliere romano’ (1961), illustratore con le litografie del Don Quixote e della Divina Commedia e a quattro mani con Walt Disney disegnò Topolino e il surreale viaggio nel destino, e scultore; ne è un esempio il ‘busto di donna retrospettivo’ le cui trecce sono pannocchie di mais, come cappello ha una baguette sormontata da due calamai e due penne (simbolo ricorrente riferito al padre notaio) e il giovane volto coperto di formiche (simbolo di morte e putrefazione). La mostra è visitabile dal 9 marzo al 1 luglio 2012 al Museo centrale del Risorgimento-Complesso del Vittoriano (costo del biglietto intero €12, ridotto €9)


neaCultura Aprile 2012

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Il miracoloso enzima Telomerase

Una finestra verso l'immortalità Le cellule del corpo umano sono programmate per suddividersi un certo numero di volte durante la loro vita. Purtroppo il processo ha un limite. Il numero massimo di volte che le cellule possono dividersi prima di morire – circa 50 volte – è detto “Hayflick limit” dal nome del suo scopritore. Il numero delle possibili divisioni è in funzione di una specie di chiusura, simile alle stringhe delle scarpe, collocata alla fine delle strisce di DNA. Queste stringhe sono appunto i telomeri. Ogni volta che la cellula si suddivide porta via un segmento di telomero, sino ad una data lunghezza critica oltre la quale la cellula non è più in grado di rinnovarsi. A quel punto si avvia, inesorabilmente, il processo d'invecchiamento. Esperimenti di laboratorio condotti su campioni di tessuto hanno dimostrato che la riduzione della striscia dei telomeri preposti alla suddivisione delle cellule possa essere contrastata mediante l'applicazione di un particolare enzima, il Telomerase, definito dalla prestigiosa rivista “Science” come la Fontana della Giovinezza o enzima dell'immortalità. Il suo utilizzo, secondo studi in atto, potrebbe consentire alle cellule di replicarsi all'infinito o, comunque, oltre il programma genetico. Questo enzima, oltre che nei tessuti affetti da tumore, è presente anche nelle cellule germinali ed in quelle riproduttive dell'uomo maturo e della donna in fase di sviluppo. I principali Istituti di ricerca biologica del mondo sono impegnati ad isolarlo (tramite la clonazione molecolare) per utilizzarlo sia per disattivare processi cancerogeni in atto, sia per contrastare il naturale processo d'invecchiamento. Il ragionamento è il seguente: se l'enzima Telomerase è in grado di consentire una

di Carlo Famiglietti

grande vitalità riproduttiva alle cellule cancerose (che in sua presenza, come è stato accertato, si moltiplicano a dismisura), allora la sua applicazione controllata alle cellule sane potrebbe conferire loro un potente effetto antinvecchiamento. In effetti, la possibilità di duplicazione all'infinito di cellule sane e giovani apre la strada a straordinarie implicazioni per tutte le specie viventi. Tuttavia la circostanza di rilievo, su cui vogliamo richiamare l'attenzione, è che questi studi spalancano, alla scienza moderna, una finestra per indagare lungo un sentiero di conoscenza arduo e difficile ma che è già stato ampiamente esplorato dall'antica sapienza.

Tra il 1981 ed il 1987 la scienza, lavorando sul DNA, ha cominciato ad indagare anche sulla Amrita, un fluido sacro chiamato “fontana della giovinezza”, già ricordato da Aristotele e dal famoso medico Galeno, e così citato nella mistica canzone sanscrita del Sama Veda (circa 2000 a.C.). Questo fluido, di origine femminile, è collegato all'attività degli enzimi secreti dalle ghiandole endocrine che costruiscono, guariscono e disintossicano il nostro corpo, e ne è stata rilevata una sostanziale identità con le funzioni attivate dall'enzima Telomerase. Per questo motivo gli studi procedono in parallelo, per cominciare a testare questo misterioso enzima ed anche per cercare di attivare, per altra via e con altre sostanze (ad esempio l'oro monoatomico, l'antica Shem-an-na, la famosa polvere bianca del Tempio egiziano di Serabit El Khadim), la secrezione controllata della ghiandola pineale, con l'identico obiettivo: la lotta senza quartiere al processo d'invecchiamento.


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Aprile 2012

Intervista a Filmon Aggujaro, giovane

produttore cinematografico (MIFF): i FilmRoom di Laura Andina (Responsabile Produzione Cinematografica)

Hai una formazione e un'esperienza cosmopolita, dal Sudan all'Inghilterra, alla Spagna. Secondo te, perchè il cinema italiano attuale è inesportabile? Il cinema non è più esportabile perchè non si raccontano più storie ad ampio respiro internazionale. La maggior parte dei film italiani presentano caratteristiche locali. Questo comporta non solo la non esportabilità internazionale, ma anche regionale in quanto spesso sono caratterizzati da un umorismo dialettale. Il cinema è un’industria commerciale che in Italiasignifica fare film demenziali. All’estero gli introiti comemrciali sono importanti ma questo non significa produrre “CINEPANETTONI o film dalla comicità dialettale provinciale e spesso anche volgare”. Cosa può capire una famiglia danese o una ragazzina americana delle battute di Cristinan De Sica, Boldi, Zanone o Ficarra e Picone?

Un altro problema, sempre collegato al fatto che in Italia non esiste un’industria è che per troppi anni il nostro cinema si è adagiato sulle spalle di un assistenzialismo statale, poco trasparente, atrofizzando il cervello di tanti produttori potenzialmente validi, con il solo interesse di guadagnare in fase di produzione e non in tuttel e fasi del ciclo di sfruttamento economico di un film.

In Italia esiste la Meritocrazia? Assolutamente inesistente. Il ricambio generazionale? Una specie di miraggio. Esiste il Clientelismo? Si, ed è una vera metastasi. Se il cinema può essere uno strumento di lotta, quali film sono necessari in questo paese? Il cinema non può essere solo uno strumento di lotta e di denuncia. In un paese equilibrato che ha un’ndustria sana, c’è spazio per tutto anche il cinema d’inchiesta. I film utili sono quelli che si rifanno al neo realismo, cioè quelli che raccontano ai nostri giovani che non viviamo “3 metri sopra il cielo”. Inoltre, l’ironia è uno strumento raffinato e poco presente nel nostro cinema. Con que-

sta si possono raccontare verità, anche scomode, modi di vivere diversi, nuovi, magari migliori. Ci sono troppi film in Italia senza cognizione di causa, senza contenuti e dallo scarsissimo valore tecnico e professionale. Derby cinematografici come Cannes, Berlino e Venezia servono ancora ai film, o piuttosto a registi e produttori? Certo sono fondamentali per capire la forma mentis di chi del cinema ne ha fatto un’industria.

Ed ora veniamo a te, a quali film e progetti stai lavorando? A livello mondiale, il pubblico desidera sentirsi raccontare i grandi classici, naturalmente rivisti in chiave moderna con un linguaggio semplice. Questo è un fenomeno che apprezzo moltissimo, tant'è che sto producendo un film "SHAKESPEARE" ambientato nel quartiere ZEN di Palermo. E' nostro dovere diffondere la cultura in tutte le case, con un linguaggio a tutti fruibile, Insieme ad altre persone si sta sviluppando uno strumento chiamato "FilmRoom" che permetterà agli addetti del settore cinematografico, televisivo, teatrale e anche a tutte le persone esterne di essere parte attiva di un meccanismo (micro industria) che si autoalimenterà senza nessuna pressione esterna attraverso un sistema meritocratico. Questo servirà a creare reali opportunità ed idee nel settore cinematografico che sta implodendo. Tra i film che sto sviluppando, oltre quello sopracitato di RICCARDO LUPO: - Seconda primavera di FRANCESCO CALOGERO (metronotte con Diego Abbatantuono) - Il pozzo nella luna (storia di Alfredino, bambino morto nel pozzo negl'anni 80, evento che ha cambiato la narrazione degli eventi mediatici televisivi, con una diretta senza precedenti) - Asian Ex del telentuoso regista di formazione americana ALESSIO JIM DELLA VALLE (splendido action triller ambientato in 4 nazioni diverse).


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nel Focus di Maggio si parlerà di...

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