ANNO III N.2 FEBBRAIO 2012
SPECIALE CARNEVALE La legge dei numeri e dell’armonia
educazione sessuale in tv? Intervista a Ann L. Dahlgren, assistente della grande anita ekberg
NOTIZIE DAI MUNICIPI Aurelio monteverde - bravetta
FEBBRAIO 2012
E DI TOR I A L E
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CREATIVI SOLO A PAROLE di Claudio Napoli (Economista, Spec. Internazionale) redazione@neapolisroma.it
Quante volte si sente dire, ad esempio in uno dei tanti salotti TV o dal politico di turno, che l’Italia è il Paese dell’Arte e della Creatività. Ma lo siamo ancora davvero? Per chi non lo sapesse, la cultura italiana è conosciuta nel mondo per la sua varietà ma anche per conflittualità e contraddizioni che sono fattori di squilibrio ma al contempo motori per la creatività. In effetti, colui che crea o si “rinventa” spesso è indotto da un contesto o stato d’animo personale caratterizzato da difficoltà, sofferenza o insoddisfazione che lo spingono “oltre”, alla ricerca di un qualcosa. Quindi, creare è rinventarsi ed è il prodotto di una spinta che nasce per reagire alla propria condizione, insomma, per rompere un equilibrio. Si pensi a Dante Alighieri che creò la Divina Commedia esiliato della sua amata Firenze che mai rivide. Ma per creare non bastano varietà, contraddizioni, conflittualità, sofferenza, difficoltà, squilibrio ma servono anche risorse ad hoc e regole certe, quindi un “sistema paese”. Per quanto riguarda le risorse, chiunque si recasse in banca con in mano, ad esempio un brevetto, alla ricerca di un
prestito, si sentirebbe chiedere dall’addetto di sportello se possiede una busta paga o quali garanzie offrirebbe. Spesso chi ha idee non ha capitale, infatti in America ai migliori si offrono risorse in cambio di percentuali sui futuri introiti commerciali. Cosi nascono le imprese e le “grandi imprese.” Rispetto alla regole: chiunque avesse delle risorse e decidesse di avviare un’iniziativa imprenditoriale si troverebbe di fronte ad un percorso oneroso ed incerto nei tempi e negli esiti per richiedere tutte le autorizzazioni e permessi del caso.
Personalmente ritengo che per superare la crisi (che poi non è che una riarticolazione dolorosa delle relazioni economiche) la classe politica dovrebbe lavorare per rimuovere quei colli di bottiglia che ostacolano lo sviluppo del nostro sistema paese, come ad esempio la burocrazia. Lo Stato deve creare le condizioni per stimolare le persone a rischiare; quest’ultimo deve rinventarsi e non ridursi ad essere percepito dall’autonomo come un costo (tasse, multe, ecc) e al contempo fattore di incertezza (permessi, autorizzazioni, ecc).
Inoltre, è importante puntare sull’innovazione, creando presso le banche Fondi di Ventura utili a valorizzare le energie mentali più dinamiche, cosa che avrebbe sicuramente ricadute commerciali positive nel medio periodo.
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SOMMARIO N.° 2 -Anno III - FEBBRAIO 2012
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CARNEVALE_costume
E DI TOR I A L E ROMA REDAZIONE Editore: Claudio Napoli
Direttore Responsabile Elio Tomassetti Direttore Commerciale Carlo Famiglietti Comitato scientifico: Edy Viola, A. Tancredi, F. Napoli
Grafico: Daniele Palone daniele-palone@alice.it Advertising & Marketing: Francesco Zanca Collaboratori:
Francesco Grasselli, Massimo Minnetti, Laura Napoli, Valeria Pucci, Valerio Pelliccia, Viviana Vannucci, Federico Monti, Lorenzo Sigillò, Paolo Migotto, Giorgio Zussini, Laura Andina, Vanessa Pinato, Daniele Palone, Valentina Sanzone
Salvo accordi scritti, la collaborazione con il mensile Nea Polis Roma è da considerarsi a titolo gratuito Foto ed Immagini sono tratte dal web. L’editore ha cercato di rintracciare gli aventi diritto ai crediti fotografici non specificati ed è a disposizione per chiarimenti.
Tipografia: G. De Vecchi Pieralice, 20 00167 Roma Registrazione Tribunale di Roma: n. 360/2010 del 17 settembre 2010 N° iscrizione ROC: 20384 Sede Operativa: via G.Funaioli, 54
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Email: pubblicita@neapolisroma.it info@neapolisroma.it Nel prossimo numero 30 dove trovo la rivista 30
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Creativi solo a parole
NOTIZIE DALLA CAPITALE Municipio XVIII
Intervista ad Alberto Filisio, Consigliere della Provincia di Roma Intervista a Antonio Stampete, Consigliere di Roma Caitale
Alemanno e l’elicottero da 4 milioni Piazza Pio XI, una piazza da ripensare Intervista a Vincenzo Moccia Nuovi alberi a Villa Carpegna
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Municipio XVI
Stanziati i fondi per la scuola elementare Buon Pastore La Politica del Divieto
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NOVITA’ 2012_FISCO Impresa facile per i giovani, basta un euro .12
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Il Carnevale romano com’era una volta .14 Il Carnevale di Rio
Analfabetismo digitale
Le maschere tradizionali
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Nuove regole per il Mestiere più antico del Mondo .17 Educazione sessuale in TV? .18
SOCIETÀ & RELAZIONI La crisi economica può provocare la crisi di coppia? .19 Il significato del Carnevale, tra Sacro e Profano .20 Giovani Depressi e
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Mercato Capasso: il PD e gli operatori uniti per evitare nuovo cemento nel quartiere .11
NON BUTTARMI, REGALAMI O RIPORTAMI
Focus
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MODA & BELLEZZA La moda tra vintage e fantasia Un paio di scarpe per ogni occasione
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PROFESSIONISTI Stai preparando un concorso? 24 Riscaldamento autonomo .25 L’amministratore risponde .26
NEA CULTURA/CINEMA Le leggi dei numeri e dell’armonia Intervista a Ann L. Dahlgren
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FEBBRAIO 2012 Gennaio 2011 NOTIZIE F O C U SDALLA D E L MCAPITALE ESE
Municipio XVIII (Gregorio VII - Boccea - Valle Aurelia - Casalotti - Montespaccato) www.neapolisroma.it
TERRITORIO ED AMBIENTE Intervista ad Alberto Filisio, Presidente della Commissione Permanente Consiliare Ambiente e Beni Comuni della Provincia di Roma Da quando è stato eletto consigliere provinciale, quali sono i principali interventi realizzati?
Essendo stato membro della Commissione “Edilizia Scolastica” nel 2005 ho lavorato per finanziare interventi a favore dei Licei Torricelli e De Amicis ubicati nel Municipio XVIII. Inoltre, ho mandato a buon fine un finanziamento di un milione di euro per interventi nella piazza Borgoncini Duca. Per quel che riguarda l'ambiente, abbiamo cercato di valorizzare i parchi provinciali, come la riserva di Monte Soratte, la Riserva di Nettuno ed abbiamo approvato i Piani di assetto, regolamentando le zone contigue e valorizzando il turismo delle aree.
Quali risultati ha ottenuto e quali vorrebbe ancora raggiungere?
Uno degli obiettivi da raggiungere è l'approvazione del piano energetico della Provincia di Roma con il Patto dei Sindaci che prevede la partecipazione dei Comuni. Un'altra iniziativa importante è destinata alle scuole romane che parteciperanno al bando al fine di acquistare pannelli fotovoltaici per il risparmio.
Qual è la situazione del Parco della Cellulosa? crede sia un'importante risorsa verde per la nostra città?
E' un'importante risorsa per il Municipio XVIII, dal 2005 il decreto della Giunta Marrazzo, ancora in vigore, lo ha reso inedificabile. La Provincia di Roma ha fatto un bando vinto dal Comitato di quartiere per la riqualificazione di questo polmone verde. Tuttavia, si attende l’intervento del Comune di Roma che ancora non è arrivato e che rischia di far fallire anni di lavoro e di collaborazione tra Istituzioni e cittadini.
Parliamo della Provincia. Il Decreto Monti
sembra averle abolite, cosa succederà? Chi eleggerà chi?
Il decreto “Salva Italia” contiene la norma che abolisce le Province; tuttavia, il Parlamento, entro il 31 dicembre 2012, deve approvare una legge che definisca meglio il futuro quadro rispetto al trasferimento di deleghe ai Comuni o alle Regioni. I prossimi Consigli Provinciali saranno nominati dai Consigli Comunali e non per suffragio universale (elezione dei cittadini), i quali eleggeranno un loro Presidente senza Assessori. Molti sono coloro che criticando il Decreto stimano che la diminuzione della spesa pubblica non diminuirà. Altri, come la Regione Lazio, evidenziano problemi di Costituzionalità e quindi l’intenzione di ricorrervi.
Un'ultima battuta sul suo futuro politico: essendo alla fine del suo secondo mandato e con il rischio di abolizione della Provincia, cosa intende fare? Sono un medico e quindi potrei tornare a svolgere una professione che amo. Tuttavia, penso di continuare il mio impegno politico, mettendo a disposizione il mio radicamento sul territorio. Vorrei poter sviluppare il mio impegno in campo ambientale, con l’obiettivo di sviluppare la raccolta differenziata e lanciando la sfida alla gestione dei rifiuti dell'amministrazione capitolina. Viviana Vannucci redazione@neapolisroma.it
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NOTIZIE DALLA FOCUS DEL CAPITALE MESE
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Municipio XVIII (Gregorio VII - Boccea - Valle Aurelia - Casalotti - Montespaccato) www.neapolisroma.it
Servizi sociali, registro degli immobili pubblici, sicurezza e Raddoppio della via Boccea Intervista ad Antonio Stampete, giovane Consigliere di Roma Capitale Problemi derivanti dalla riduzione delle risorse per servizi sociali nel Comune di Roma Anche questa volta, a seguito della crisi e della riduzione delle risorse, vengono ridotti i fondi a favore delle fasce più deboli, in controtendenza rispetto agli altri Paesi europei, dove lo Stato sociale è forte e sostiene le famiglie in maniera concreta soprattutto in tempi di crisi. Proprio i settori che andrebbero più incentivati, il sostegno alle famiglie, all’infanzia e agli anziani, l’assistenza domiciliare, in questo periodo soffrono di carenza di risorse, con le donne sempre più cariche di problemi, dovendo fare fronte alle esigenze del lavoro e della famiglia, tanto decantata ma mai sostenuta a sufficienza. La soluzione poteva essere, anche qui, la riduzione dei tanti sprechi, una migliore gestione del patrimonio pubblico e una razionalizzazione della spesa, mai sufficientemente perseguita.
Sull’istituzione del registro degli immobili pubblici e un più razionale utilizzo degli stessi Per quanto riguarda gli immobili, va bene un utilizzo razionale e rispettoso del mercato, ma occorre anche tenere conto di esigenze, ad esempio di anziani, che magari abitano in vecchie case al centro di Roma: evitare che si tramandi di generazione in generazione un contratto magari a favore di chi non ne avrebbe diritto, e una volta cessata la locazione, rimettere l’immobile sul mercato a prezzi congrui. Ci sono poi case fatiscenti, per cui il Comune prende affitti irrisori, in quel caso si potrebbero anche trasferire agli inquilini a titolo gratuito, e l’Ente ne avrebbe comunque un beneficio, perchè eviterebbe le spese di manutenzione e altri oneri. Il registro degli immobili, se reso pubblico, finalmente farebbe luce su questo fenomeno e contribuirebbe alla realizzazione della trasparenza. Ricordiamo poi che nel 2009 è stato avviato il bando per l’housing sociale che non ha avuto seguito concreto. Problema dei nomadi e dei senzatetto e del disagio sociale nella Capitale Il problema dei senzatetto va visto nell’ambito del problema complessivo del disagio sociale, non affrontato in maniera adeguata dall’attuale amministrazione che ha agito solo sul fronte della repressione, degli sgomberi, delle ordinanza contro le prostitute e lavavetri, che poi andavano via da una parte e rispuntavano dall’altra.
Anche gli sgomberi dei nomadi, poi, si sono rivelati costosi e inutili, perché non si può eliminare il fenomeno spostandolo da una parte all’altra, ma agendo alle radici del disagio e mettendo in pratica politiche di attenzione e ascolto, con benefici anche dal punto di vista della sicurezza.
Apertura del Luna Park Eur Si tratta di uno dei tanti problemi di Roma, irrisolti da tempo, me ne sono occupato personalmente, tramite un comitato, ci sono state cause civili, ancora in corso, tra Eur S.p.a. e alcuni piccoli esercenti, che operavano nell’area: è vero che occorreva modernizzare e rendere più adeguata la struttura, ma occorreva contemperare anche le esigenze di chi già ci lavorava da tanto tempo. Il risultato è che tutto è bloccato, e che si assiste al solito spreco di risorse, senza dare nulla ai cittadini. Tutte le più importanti città europee hanno un parco giochi, non Roma, vendendo meno anche a tradizioni decennali, e rubando i ricordi di tutti quelli che hanno frequentato il Luna Park nel passato.
Lavori per il raddoppio della via Boccea Il problema del traffico a Casalotti è quasi antico, la gara europea per il raddoppio da via Mingazzini al bivio con v. di Selva Candida è stata avviata nel 2007, i soldi sono stati stanziati, ci sono stati dei rallentamenti dovuti a ricorsi, espropri di aree, e altre cause che hanno determinato il posticipo dell’avvio dei lavori, non ultima la necessità del rispetto del patto di stabilità. Per quest’ultimo aspetto è allo studio la possibilità di revisione delle regole, che dipende dallo Stato, non dal Comune: non appare infatti congruo che vengano stanziati dei fondi per Roma Capitale, e poi bloccati per il patto di stabilità, con danno per l’economia della Città e per i cittadini che aspettano da anni strutture e servizi. Nonostante tutto, i lavori, che costituiscono l’unica grande opera nel XVIII Municipio, dovrebbero partire entro la prima metà dell’anno. A.ranieri68@alice.it Alessandro Ranieri
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NOTIZIE DALLA CAPITALE
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Municipio XVIII (Gregorio VII - Boccea - Valle Aurelia - Casalotti - Montespaccato) www.neapolisroma.it
ALEMANNO E L’ELICOTTERO DA 4 MILIONI
L’elicottero per la Capitale nel periodo di crisi e di tagli agli enti locali Il 30 dicembre il Comune di Roma ha pubblicato un bando di gara per la fornitura di un servizio di noleggio di un elicottero, per oltre 4 milioni di euro, questo mezzo, che era già presente negli anni passati, ma con spese molto minori, servirà per integrare il lavoro dei vigili urbani, monitorando dallʼalto la situazione e per individuare insediamenti abusivi sparsi per la città. La spesa, in tempi di crisi, è parsa eccessiva a molti, tanto che il consigliere Paolo Masini ha presentato unʼinterrogazione alla Giunta di Roma Capitale, per chiedere le ragioni di tale decisione, che appare incongrua, visto che a Roma ci sono difficoltà per fare uscire le auto e le moto dei vigili, dato che non ci sono soldi per la benzina e per le manutenzioni. Dellʼargomento si è interessato anche il PD romano, con il responsabile sicurezza Alberto Mancinelli, che ha denunciato tale spreco, facendo anche presente
che, negli anni in cui ha governato il centrosinistra era sì presente un elicottero, ma non veniva utilizzato due volte al giorno, come si
pensa di fare ora, ma solo quando ciò era indispensabile, con spese molto minori. Ma anche dal PDL, si levano voci critiche, come quella del consigliere Fabrizio Santori, secondo cui si potrebbe anche pensare di utilizzare i mezzi delle forze armate o altri corpi armati dello Stato, che sono fermi proprio per mancanza di fondi, utilizzando i fondi risparmiati evitando tale noleggio. a.ranieri68@alice.it Alessandro Ranieri
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NOTIZIE DALLA CAPITALE
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Benestante, centrale ma caotica e degradata
PIAZZA PIO XI
Sono passati molti anni da quando lo sviluppo di Roma ha pressochè ingloba Piazza Pio XI nel centro di Roma. Roma cresce, zone semi-periferiche diventano centrali ed acquistano importanza, ma Piazza Pio XI rimane la stessa. Perché?
Residenti e commercianti lamentano da anni il totale disinteresse da parte delle Istituzionali Locali verso la piazza più grande ed importante del nostro Municipio, crocevia di strade importanti come via Gregorio VII, via Leone XIII, via Anastasio II, il Vaticano/Prati e l’Aurelia ma che negli ultimi anni non ha ricevuto un euro per rinnovarsi. Ed i risultati si vedono in quanto il degrado dei marciapiedi, le buche ed il disordine complessivo sono sotto gli occhi di tutti. Basta fare una passeggiata ed una zona per quanto benestante è invasa da cartacce, spazzatura, scritte, marciapiedi malandati, buche, ecc. Ma i problemi non riguardano solo l’assenza d’interventi ed investimenti di riqualificazione della Piazza ma anche una viabilità assolutamente irrazionale che costringe gli automobilisti a giri assurdi per raggiungere, ad esempio, la Gregorio VII partendo da via Anastasio II. In quest’ultimo caso occorre arrivare a Piazza Carpegna per poi svoltare ed immettersi nuovamente su Gregorio VII per giungere al punto di partenza: Piazza Pio XI. Se al traffico veicolare che insiste sulla piazza aggiungiamo anche un flusso di traffico locale è facile comprendere la situazione di disordine e stress che caratterizza l’area. Traffico e centralità aumentano ma Piazza Pio XI rimane la stessa. Sono gli stessi commercianti a lamentarsi e a chiedere investimenti per riqualificare ad esempio i marciapiedi al fine di rendere più
accessibile e vivibile lo shopping locale e favorire una maggiore vita di quartiere. Nonostante la zona goda di una situazione sociale migliore rispetto ad altre aree del Municipio, il livello di decoro pubblico è assai scadente rispetto alle attese (marciapiedi, aree verdi, zone commerciali, ecc). Numerose sono le attività nella ristorazione, bancarie, mobilificie ed automobilistiche che però risciano di chiudere se non si interverrà presto.
La presente rivista ritiene fondati i malesseri che vivono i residenti ed i commercianti della zona e pertanto si adopererà segnalando al Municipio e Comune situazioni di degrado e malessere e vigilando affinché le opere vengano realizzare davvero e non tanto per fare qualcosa, come è avvenuto per il rifacimento delle strisce pedonali in via Anastasio II a ridosso di Piazza Pio XI, dove nonostante l’intervento (sono stati spesi dei soldi inutilmente!) e trascorsi pochi mesi le strisce sono notevolmente sbiadite e si è tornati alla situazione precedente di incuria e degrado. Le strisce andranno rifatte e non saranno sicuramente a costo zero, perché si sprecano in questo modi i soldi pubblici?
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Municipio XVIII (Gregorio VII - Boccea - Valle Aurelia - Casalotti - Montespaccato) www.neapolisroma.it
“conosco le difficolta’ della gente”
Intervista al consigliere municipale Vincenzo Moccia (Pdl) Vincenzo Moccia è una persona che, al di là degli schieramenti, dimostra di darsi da fare molto per il territorio, anche perché proviene dal popolo, dalla gente normale. Essendo stato autista ATAC, sa quali sacrifici si devono affrontare per mandare avanti una famiglia e conosce i problemi che le persone che non hanno santi in paradiso devono fronteggiare per sopravvivere in una città come Roma. Si è parlato di grandi problemi di difficile soluzione, come quello dell’Auditorium o del parcheggio di scambio Cornelia, per cui i cittadini non mancheranno mai di chiedere conto all’attuale e alle passate amministrazioni, del perché siano state iniziate opere costose e mai utilizzate. Si è parlato di problemi di minore entità, la pulizia dei parcheggi, la sistemazione di alcune vie e della relativa illuminazione, le buche di via Boccea e di via Candiolo, ma anche di opere più consistenti, come la sistemazione delle vie intorno a Piazza Pio IX, per cui si va pianificando, comunque, un ulteriore sopralluogo per migliorare la vita dei pedoni ed eliminare la sosta selvaggia. Per quanto riguarda l’istituto di Via Boccea 590, risolto il problema dell’energia elettrica, verrà sollecitato nuovamente il dipartimento del Comune per le strisce, mentre si sta tentando di risolvere pure il problema del parcheggio interno, rimasto a metà, come tante altre opere, ma qui si tratta di aree private, anche se la cosa va comunque risolta trattandosi di una scuola per cui le pubbliche istituzioni pagano un canone di locazione. Tanti cittadini, poi, hanno valutato positivamente l’espe-
rienza del vigile di quartiere, che non si è però potuta ripetere nell’ultimo anno per mancanza di mezzi, potrebbe essere presentata una proposta di risoluzione da parte del Municipio per ripristinare il servizio.
Una grossa questione è quella del raddoppio della Via Boccea, si è conclusa la gara d’appalto, esiste una ditta vincitrice, ma i lavori ancora non partono per via dei vincoli del patto di stabilità, che dovrebbero essere risolti, anche se sono molti anni che i cittadini di Casalotti e Selva Candida attendono una soluzione all’annoso problema del traffico e, complessivamente, della qualità della vita nelle periferie, sempre più bassa, dal momento che si continuano a costruire case senza servizi: una possibile inversione di tendenza potrebbe essere innescata dalla delibera n. 122 del 2010 del consiglio comunale, dove si prevede, tra l’altro, che le opere di urbanizzazione vanno realizzate prima delle abitazioni. Insomma, i problemi sono tantissimi, la buona volontà c’è certamente, ma tante volte ci si scontra con la burocrazia, con mancanza di fondi e la situazione sembra difficile, ma si sta facendo di tutto per risolvere i molti problemi. a.ranieri68@alice.it Alessandro Ranieri
NUOVI ALBERI A VILLA CARPEGNA Lo scorso 15 gennaio è stata finalmente riaperta Villa Carpegna dopo il restauro degli arredi monumentali, la sistemazione dei viali e delle aree verdi, con una cerimonia cui hanno presenziato il Presidente del Municipio Daniele Giannini e altre autorità, la visita allʼedificio della Quadriennale e una mostra di pittura. Dopo il giardino posto al centro della piazza, veramente pregevole, costato 260.000 euro, è la volta della Villa, adeguatamente sistemata con una spesa di circa 800.000 euro, oltre un milione di euro, ma almeno in questo caso si è capito dove sono finiti i soldi e qualche beneficio per i cittadini cʼè, nulla da dire. Come sempre, però, si poteva fare di più, il Comitato Pasquino da oltre due anni ha depositato presso il Municipio una raccolta di firme per la piantumazione
di alberi nella zona giochi, per evitare che, nei mesi più caldi, lʼarea sia praticamente inutilizzabile durante gran parte della giornata, e per dare un ultimo bel ritocco a un consistente lavoro già fatto. La richiesta non è stata, finora, presa in considerazione, ma sicuramente potrà esserlo nel futuro, dato che non comporta eccessiva spesa e potrebbe dare significativi benefici ai cittadini che frequentano la villa. a.ranieri68@alice.it Alessandro Ranieri
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Municipio XVI (Portaportese-Monteverde-Bravetta-Pisana-Massimina) www.neapolisroma.it
Stanziati i fondi per la scuola elementare Buon Pastore Munini: «Una cifra importante in una scuola dove, dati i tagli del Comune, i genitori sono costretti a contribuire a gran parte delle spese» I 50 mila euro da tempo previsti sono stati finalmente sbloccati. Questa somma girava nelle carte capitoline e del Municipio XVI ormai da qualche anno e inizialmente, la giunta Alemanno aveva dato il benestare al finanziamento dei lavori di manutenzione della scuola Buon Pastore, per poi tornare sui suoi passi e chiudere il rubinetto dei fondi verso tutti i municipi. Ma il consigliere del XVI Municipio Luigi Munini ed il consigliere comunale Athos De Luca, non si sono lasciati sfuggire quest'opportunità e dieci giorni fa, attraverso un tenace impegno, la Gunta capitolina ha di nuovo sbloccato la somma di 50 mila euro per la scuola. "Una cifra importante" afferma Luigi Munini "considerato che l'amministrazione non si é mai curata di questa scuola in cui i genitori, di loro iniziativa, contribuiscono a gran parte delle spese." Questo finanziamento é il primo passo verso la riqualificazione del Buon Pastore che negli anni
passati ha conosciuto momenti bui, ad un passo dalla chiusura. Il prossimo anno invece, la scuola elementare potrebbe iniziare l'anno con 4 classi di prima, un motivo in più per avviare quei lavori indispensabili alla messa in sicurezza dell'edificio e per l'acquisto di materiale didattico. "Non é questo il modo di amministrare una città come Roma" dice il consigliere Munini riferendosi alla giunta Alemanno e prosegue: "siamo stanchi della totale assenza di un piano in Campidoglio per quanto riguarda il quartiere Bravetta-Pisana."
LA POLITICA DEL DIVIETO
Le ordinanze «anti-movida» del Comune di Roma È in nome della “tutela della sicurezza pubblica e della salvaguardia del patrimonio artistico e monumentale” che il Sindaco di Roma Gianni Alemanno ha prorogato fino a marzo (per il momento) tre ordinanze comunali riguardanti sia il I Municipio sia quelle zone particolarmente frequentate nelle ore notturne, come San Lorenzo o il Pigneto. La prima è l’ordinanza 216 del 2011 che vieta la concessione del suolo pubblico per eventi e manifestazioni (se non quelle organizzate dal Comune e poche altre); la seconda è quella cosiddetta “anti-schiamazzi”, che prevede multe fino a 150 euro per chi produce “rumori molesti” in strada, e fino a 500 euro per i gestori che, ad esempio, trasmettono musica con le finestre aperte; la terza vieta i «pub crawl», ossia l’organizzazione di “tour” di locale in locale finalizzati al consumo alcoolico. Oltre a queste ordinanze rimane il divieto di vendita al dettaglio e consumo di alcolici in strada dalle 23 alle 6 di mattina; decisione, quest’ultima, che ha fatto discutere
più di tutte, forse poiché spesso ad essere multati sono stati turisti che senza rendersene conto si erano resi colpevoli di una birra bevuta a Piazza di Spagna. Vanno senza dubbio tenute in considerazione le esigenze di residenti e albergatori che, per valide ragioni, chiedono silenzio nelle ore notturne, decoro nelle strade e maggiore sicurezza; ma anche lo scontento di quelli – gestori e utenti, romani e turisti – che vedono in queste restrizioni una troppo facile soluzione, e preferirebbero maggiori controlli volti a scoraggiare gli atteggiamenti dannosi dei singoli, e non ordinanze repressive che soffocano la «movida romana» tutta, la quale in sé non ha niente di dannoso. Giorgio Zussini
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MERCATO CAPASSO: il PD e gli operatori uniti per evitare nuovo cemento sul quartiere Dopo lo stanziamento dei soldi pubblici, nessuno si aspettava che il Dipartimento inviasse un nuovo project financing con un privato
Il mercato di via dei Capasso, rappresenta un punto focale per lo sviluppo del quartiere Pisana-Bravetta. Da anni se ne parla senza risultati, ma negli ultimi mesi è imporvvisamente apparso il rischio di una nuova cementificazione
Nel 2009 il costruttore Di Veroli, su permesso del Comune, costruì i box sotterranei nell’area pubblica dove appunto dovrebbe sorgere il mercato. Per quell’intervento si prevedevano circa 300.000€ di oneri concessori. Per realizzare i banchi, lo stesso Di Veroli fece due proposte di “project financing”: entrambe prevedevano la costruzione dell’opera pubblica (mercato) a fronte della possibilità, data al privato stesso, di costruire un manufatto di circa 8.000 m³. Entrambe quelle proposte rimasero sulla carta. Nel frattempo, dopo un forte impegno dei consiglieri municipali locali e del PD di zona, nella primavera del 2011 sono stati stanziati ben 800.000€ per il mercato e 200.000€ per la riqualificazione di Piazza Visconti (dove ad oggi rimangono alcuni commercianti in attesa di essere trasferiti nella nuova costruzione). I fondi suddetti sono stati votati in Commissione Roma Capitale su proposta di Athos De Luca (per gli 800.000€) e di Fabrizio Panecaldo (per i 200.000€), entrambi consiglieri comunali del PD. Quindi per la prima volta vengono destinati soldi totalmente pubblici per un’opera che è centrale per il quartiere. Rappresenterebbe infatti il punto di aggregazione sociale che manca davvero in una zona di Roma troppo spesso trattata come semplice periferia e privata di tanti servizi.
Con tutti questi soldi pubblici, non ci si aspettava di dover far fronte ad un’altra richiesta di project financing, questa volta presentata da un nuovo costruttore: Gherardi. Il progetto, che ha già iniziato il suo iter nel Dipartimento comunale, prevede il mercato a spese del privato a fronte della possibilità di costruire una palazzina di ben 4 piani, proprio lungo via di Bravetta e quindi coprendo i commercianti. Nuovo cemento su una zona che non ne necessita, e soprattutto un danno enorme per i cittadini
e gli operatori. In più, perché far rientrare tutti i soldi pubblici già stanziati in un progetto privato (considerando che nel frattempo si sono recuperati anche 200.000€ degli oneri concessori versati da Di Veroli per i box sotterranei)?
Né i cittadini né i commercianti, dicevamo, vogliono essere ingannati. Di queste esigenze si è fatto carico il PD Pisana Bravetta, che ha promosso un incontro il 31 gennaio alle ore 18 nella propria sede di via dei Gonzaga 25. Erano presenti chiaramente gli operatori, il consigliere comunale Athos De Luca (artefice del finanziamento di cui dicevamo), il Presidente del Municipio XVI Fabio Bellini e i consiglieri municipali di zona. La situazione è stata ben spiegata a tutti i presenti. Ma soprattutto l’incontro era stato organizzato per trovare una linea comune da portare avanti. L’impegno è stato quello di creare un progetto alternativo a quello di project financing già depositato in Dipartimento, che preveda subito la realizzazione del mercato con i soldi pubblici (non pochi) già stanziati.
Con questo progetto e con un fronte compatto, sarà poi più facile trattare con il Comune e richiedere lo stralcio definitivo di opere private su suolo pubblico. La collaborazione deve andare avanti nei prossimi mesi, ed è comunque positivo che rappresentati istituzionali e cittadini si siano messi intorno allo stesso tavolo per creare qualcosa di concreto. Sicuramente un buon esempio di politica, che speriamo dia risultati non dimenticando che la competenza, al riguardo, è tutta di Comune e Dipartimento tecnico.
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NOVITA’: FISCO
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Impresa facile per i giovani, basta un euro
di Francesco Grasselli (Economista)
Ancora novità dal fronte dell'imprenditoria giovanile: oltre alle numerose liberalizzazioni, il decreto-legge “Cresci Italia” n° 1 del 24 gennaio istituisce (art. 2463 bis del Codice civile) la società semplificata a responsabilità limitata. Le semplificazioni riguardano, anzitutto, gli adempimenti necessari a costituire una srl. Il contenuto dell'atto costitutivo, analogo a quello della srl ordinaria, ne differisce per quanto riguarda il capitale sociale minimo: per costituire una srl semplificata è sufficiente un euro, invece dei diecimila altrimenti necessari. Manca, inoltre, l'obbligo di indicare i conferimenti da parte dei soci. L'atto potrà essere depositato dagli amministratori presso l'ufficio del registro delle imprese della circoscrizione in cui è stabilita la sede sociale; l'iscrizione avviene senza spese per diritti di bollo o di segreteria. Il regime semplificato non si ferma all'avvio, ma prosegue anche nella “vita quotidiana” dell'impresa, risparmiandole numerose spese burocratiche. Infatti, il verbale dell'assemblea dei soci che modifichi l'atto costitutivo deve essere redatto per scrittura privata, invece che da un notaio; gli amministratori si sostituiranno, poi, al notaio, nell'obbligo di comunicare la deliberazione al registro delle imprese. Analogo meccanismo è previsto per il trasferimento delle partecipazioni. Controparte quasi necessaria di queste agevolazioni (si pensi all'esiguità del capitale minimo) è l'obbligo di indicare la «denominazione di società semplificata a responsabilità limitata, l’ammontare del capitale sottoscritto e versato, la sede della società e l’ufficio del registro delle imprese presso cui questa è iscritta […] negli atti, nella corrispondenza della società e nello spazio elettronico destinato alla comunicazione collegato con la rete telematica ad accesso pubblico [cioè – pare – siti Internet, blogs, social networks e via dicendo]». Veniamo, ora, ai limiti di questo istituto. Il limite di età, inutile dirlo, è particolarmente stringente: se uno dei soci compie i 35 anni e gli amministratori non convocano l'assemblea senza indugio per deliberare la trasformazione della società, il socio in questione è escluso di diritto senza rimborso della quota. In modo simile, se tutti i soci superano il limite di età e non si trasforma la società, questa si scioglie per legge. Non è specificato in che cosa debba essere trasformata la società, lasciando intendere che sia possibile adottare tutte le
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altre forme “normali” previste dal Codice civile. È ancora presto per azzardare ipotesi su quali conseguenze avrà l'introduzione di questa forma societaria. Senza dubbio, la possibilità di godere, con un capitale praticamente simbolico, di autonomia patrimoniale perfetta (per intenderci: se fallisci, non ti portano via la casa) e di risparmiare ingenti spese burocratiche può essere uno stimolo all'attività di impresa. Tuttavia, ci può essere il rischio che il regime semplificato induca a sottovalutare la situazione, non dotandosi dei mezzi adeguati a far fronte alle necessità di un'impresa. Non da ultimo c'è la possibilità che la srl semplificata si presti ai fini dell'elusione fiscale.
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FEBBRAIO
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CARNEVALE & ASTRI
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“IL MATTO” del Prof. Ferdinando Testa (Psicologia del Sogno, Palermo)
Il matto, la carta numero zero dei tarocchi; l’inizio di tutto; l’ inizio degli arcani maggiori. Un uomo vestito con abiti laceri; spesso a piedi nudi o con dei calzari, un bastone sulle spalle al quale si accompagna un fagotto;un animale, sovente un cane, lo segue nel suo peregrinare. Lo sguardo del Matto perso verso il cielo o l’orizzonte.
L’uomo è in viaggio,il Matto non è pero un viaggiatore, ma un viandante, colui che è senza meta precisa, in cerca di una meta da aggiustare strada facendo; un giullare , simbolo di follia, l’idea del demente che veniva deriso dal collettivo.La follia, evento da duplice valenza, lo straordinario nell’ordinario, ma anche lo straordinario che rimane incitato in se stesso e si perde nei meandri del mondo fantasmatico. In questo senso il confine tra immaginazione, intesa come attività creatrice dello spirito ed allucinazione, intesa come alienazione dal mondo , estraniamento dal relazionale è sottile. Cammina il Matto sul filo orizzontale tra gli opposti, tra il bianco e il nero, la vita e la morte e ci ricorda l’ambivalenza della dimensione simbolica ma anche la forte carica energetica il cui utilizzo è sempre nelle mani della coscienza: una fiamma di una candela nel buio del mistero , dell’ignoto, dell’inconscio. In questo periodo storico in cui la crisi investe tutti
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i settori, l’uomo è chiamato a confrontarsi con la carta dei tarocchi , il Matto, mai come in questo momento. Confusione, smarrimento, disorientamento, superficialità, fine di una visione del mondo in cui lo SPREAD è diventato il nuovo dio da onorare ogni mattina ascoltando le umoralità dei mercati.Se tutto questo accade oggi, al di là di precise responsabilità politiche e sociali, è altresì vero che sul piano simbolico, l’incontro col Matto è indice di una grande possibilità di cambiamento e di trasformazione a tutti i livelli allargando gli orizzonti di una coscienza ipertrofica , distaccata dalle proprie radici istintive: la tradizione, l’immaginazione , il mito, il senso religioso della vita , la solidarietà, il rapporto col numinoso dentro e fuori di noi.
E’ BOOM....DELL’ENERGIA VERDE! E’ alba per la rivoluzione energetica! Tassi di crescita della produzione di energia pulita alle stelle con conseguente abbassamento del prezzo della stessa sino ad essere diventato ora più basso del prezzo della comune energia inquinante. Un break-even storico! La geopolitica sarà ridefinita così come la ricchezza mondiale fortemente ridistribuita e, in particolare, gli europei conquisteranno una maggiore autonomia energetica, nuova possibilità occupazionale ed una maggiore sicurezza e tutela ambientale! I forti incentivi pubblici nel settore dell’energia pulita (Decreto Bersani) hanno dato ottimi risultati, il che evidenzia anche empiricamente come investire nei settori emergenti sia una soluzione per uscire dalla crisi economica. Parlando in termini percentuali, la produzione solare
italiana coprirà quest’anno circa il 3% dei consumi elettrici, mentre quella ottenuta in Germania, Paese leader malgrado la svantaggiata posizione geografica, nel primo semestre di quest’anno è stata del 3,5%. Stando a stime del direttore scientifico del Kyoto Club Gianni Silvestrini, nel 2012 è preventivabile l’allaccio alla rete nazionale di un’ulteriore potenza di 4.000 MW, il che, restando al paragone precedente, porterebbe la produzione al livello di circa due centrali nucleari. Una quantità – sempre secondo i calcoli di Silvestrini – pari al 5,5% dei consumi elettrici nazionali e alla metà della produzione delle centrali a carbone attualmente in funzione (Dati GSE, 2011).
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CARNEVALE
FEBBRAIO
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IL CARNEVALE ROMANO COM’ERA UNA VOLTA . . . cavalli, confetti e moccoletti Il Carnevale romano era in passato una tra le feste popolari più sentite, durante la quale si perpetuavano tradizioni vecchie di secoli. Una di queste era la «corsa de li berberi», una sorta di Palio di Siena in cui cavalli senza fantino venivano lasciati correre su Via del Corso. Alla partenza, proprio davanti all’obelisco di Piazza del Popolo, veniva montata una tribuna da cui si poteva seguire il percorso in tutta la sua lunghezza; altri spalti erano disposti lungo la via, mentre lungo i marciapiedi, tra la folla degli spettatori, c’erano alcune sedie che i proprietari affittavano a pagamento. Arrivati a Piazza Venezia i cavalli venivano fermati, ma non era raro che un cavallo si imbizzarrisse e investisse la folla degli spettatori, oppure che gli stallieri non riuscissero a bloccarne uno all’arrivo, come avvenne con un cavallo della scuderia Rappini, che venne ritrovato giorni dopo a Sezze. Il Re Vittorio Emanuele II, nel 1874, decise di abolire la corsa proprio a seguito della morte di un giovane investito da un cavallo in corsa. Altra tradizione tipica era la battaglia dei confetti, piccoli sassolini fatti di gesso che tutti – uomini e donne, nobili e straccioni – si divertivano a lanciare per imbiancare amici e nemici. E poiché già si diceva che «a Carnevale ogni scherzo vale», chi era attaccato dai confetti o vittima di altri scherzi non poteva altro che
rassegnarsi: le maschere erano inviolabili, e in caso di litigio le guardie avevano l’obbligo di proteggerle dalle reazioni spropositate dei burlati. Altra battaglia tradizionale era la quella dei moccoletti: appena calata la sera, ogni passante accendeva in mano un moccolo di candela, e provava in ogni modo a spegnere quelli degli altri, stando attendo a proteggere al proprio. «Sia ammazzato chi non porta il moccolo!», si sentiva gridare da ogni parte, e ti era lecito far tutto, anche soffiare su quello dell’amico che t’aveva appena aiutato a riaccendere il tuo. La “guerra” si trova citata nelle opere di Goethe e cantata dal Belli. Giorgio Zussini
Tra una samba e l’altra, scopriamo le origini del carnevale di Rio È il carnevale più noto al mondo, e ogni anno richiama circa un milione di visitatori facendo di Rio la seconda città del Brasile. Come ogni tradizione carnevalesca, anche questa è di origine europea: la portarono con loro i migranti portoghesi ai tempi della colonizzazione. Per tutto il ‘700 rappresentò un momento di “svago” molto differente da quello che conosciamo oggi (prevedeva il lancio di secchiate d’acqua, farina e avanzi di cibo), fin quando nel corso del secolo successivo tra le classi alte iniziò a diffondersi un modo più raffinato di festeggiare, indossando maschere e ballando il valzer. Ma è nelle strade che, intanto, nasceva lentamente il vero carnevale, quello che per sua natura disprezzava i festeggiamenti aristocratici e mescolava le tradizioni europee a quelle africane arrivate con la schiavitù, le quali quanto a musica, danza e ritmo avevano molto da insegnare. Nel corso dei decenni, poi, è andato via via diventando una festa istituzionale, patrimonio culturale di un’intera nazione.
Oggi l’evento principale è la parata delle Scuole di Samba, che questo febbraio si terrà dal 18 al 21; alcune delle scuole che parteciperanno a questa gara di bravura sono le stesse che iniziarono la tradizione nel primo novecento, come la Mangueira, che fu la prima ad essere fondata, nel 1928, e rimane ancora oggi tra le più conosciute a apprezzate. E mentre le scuole competeranno a colpi di samba per i 700 metri del Sambódromo (l’edificio che le ospita da quasi trent’anni), in tutta la città più di 450 “blocos” riempiranno le strade di musica e colori: parate musicali, carri, gruppi danzanti e mascherati che offriranno il loro spettacolo gratuitamente, annullando almeno per qualche giorno ogni distinzione sociale ed economica, come è nello spirito del più autentico carnevale.
FEBBRAIO
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ANALFABETISMO
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ANALFABETISMO DIGITALE
L’OSCE pubblica i dati.
Se il dato delle persone che in Italia non è in grado di leggere e scrivere, circa l’ 1,5%, non desta più di tanto scalpore, quello relativo al tasso di analfabetismo digitale suscita più di una preoccupazione. Il motivo è semplice: l’Italia risulta nettamente spaccata in due. Tra gli under 20, la conoscenza della rete è ben radicata e in continuo aumento. Decisamente diverso è il caso della fascia di età che va dai 45 ai 54 anni, dove solo 53% degli italiani (dati Istat 2010, mentre negli Usa lo stesso dato supera l'80%) afferma di conoscere la Rete e solo il 55,9% di loro possiede un computer. Percentuali che aumentano sensibilmente nel caso delle donne e di alcune regioni del Mezzogiorno, Basilicata e Campania in testa. Questi dati non possono che creare allarme. Il tessuto produttivo ed economico del paese è perlopiù nelle mani di cinquantenni e sessantenni che nella maggior parte dei casi non saprebbero accendere un computer e in un epoca di digitalizzazione progressiva, in cui la realtà somiglia sempre più al “villaggio globale” teorizzato da alcuni, questo non è accettabile. Negli ultimi anni sono sopratutto le politiche in materia di telecomunicazioni
ad essere mancate, e per quanto riguarda tariffe e diffusione della banda larga il belpaese si colloca agli ultimi posti nella classifica Europea. “ Se non ci sarà un’educazione digitale di massa rivolta a coloro che di internet non sanno nulla probabilmente, nel giro di 5-10 anni, potrebbero non essere in grado di destreggiarsi tra le azioni del quotidiano” afferma Paolo Ferri, docente di Teorie e tecniche dei Nuovi Media all'università Bicocca di Milano. Molte azioni infatti, anche le più banali, che tempo fa potevano essere svolte uscendo di casa, tra qualche anno saranno possibili solo con un click di mouse e il governo Monti, dopo l'ultimo CDM, ha espresso la volontà di informatizzare e ridurre buona parte delle procedure burocratiche. Non si può dire lo stesso dei telefonini, si contano circa 150 milioni di schede sim attive e il dato è trasversale per tutte le età e in tutte le regioni. Speriamo che i giovani si sostituiscano presto alla gerontocrazia che governa questo paese, inadatta ad affrontare le sfide di un mondo sempre più globalizzato. Almeno ci risparmieremo imbarazzanti scene in cui ex premier della Repubblica delle Banane si lanciavano in improbabili pronunce ("Gogol") del più famoso motore di ricerca della rete.
CARNEVALE
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FEBBRAIO
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LE MASCHERE TRADIZIONALI DEL CARNEVALE ITALIaNO di Daniele Palone - Storico
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COSTUME
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NUOVE REGOLE PER IL MESTIERE PIU’ VECCHIO DEL MONDO Pur non potendo affermare con certezza che sia davvero il mestiere più vecchio del mondo, della prostituzione si trovano notizie addirittura nel codice babilonese datato 2000 anni prima di Cristo. Tra i diversi Stati sono notevoli le differenze di approccio sociale, giuridico ed economico sulla gestione della prostituzione e del suo mercato: legalizzata e normata in alcuni Paesi con l’organizzazione di appartamenti o quartieri “ad hoc”; mentre nella maggior parte delle culture, malgrado esistano leggi che la proibiscano e che, soprattutto, ne sanzionino lo sfruttamento, è consuetudine ostentata. L'UNICEF ha valutato che ogni anno nel mondo 1.000.000 di donne è oggetto di traffico a scopo di sfruttamento sessuale e che il 35% di loro sono minorenni. Solo in Italia ci sono sulle strade 25.000 donne extracomunitarie di varia provenienza (Nigeria, Albania, ecc…), e proprio da noi le riforme recenti hanno riguardato solo la tratta e la prostituzione minorile inasprendo pene già presenti nell’ordinamento. Prima dell’approvazione della legge Merlin (n. 75/1958), nel nostro ordinamento l’esercizio della prostituzione era consentito in appositi “locali dichiarati di meretricio”, debitamente autorizzati e registrati, e previa sottoposizione delle prostitute a controlli sanitari periodici e obbligatori. Con la legge Merlin, la prostituzione è stata solo limitata da una serie di divieti tesi a consentirne l’esercizio esclusivamente in forma individuale, non organizzata senza prevedere alcun obbligo di pagare le tasse sui proventi dell’attività. La legge punisce lo sfruttamento (dai 2 ai 6 anni di reclusione), sia puramente economico, sia attuato con violenza, minaccia o inganno che ne rappresentano delle aggravanti.
In altri termini la prostituzione, lungi dall’essere regolamentata mediante un inserimento definitivo tra le attività lecite o illecite, è diventata, più che altro una libertà di fatto. L’azione voluta dal governo e l’ordinanza del sindaco di Roma Alemanno approvata nel 2008, purtroppo, non ha migliorato la situazione preesistente: di fatto si sottolinea soltanto che “l’attività di meretricio produce gravi situazioni di turbativa alla sicurezza stradale, a causa di comportamenti imprudenti, di soggetti che, alla guida dei propri veicoli, sono alla ricerca di prestazioni sessuali”. L’ordinanza vieta dunque nelle strade del Comune di Roma, e soprattutto sulle vie consolari, “dove maggiore è il rischio di gravi incidenti stradali, di contattare soggetti dediti alla prostituzione”. Inoltre vieta a chiunque di “assumere atteggiamenti, modalità comportamentali ovvero indossare abbigliamenti che manifestino inequivocabilmente l’intenzione di adescare o esercitare l’attività di meretricio.” Polemiche e proteste imperversano e c’è chi propone di riaprire le cosiddette “case chiuse” trasformando la prostituzione in un’attività lavorativa lecita e, come tale tassabile dato che è impossibile da eliminare.
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T V & CULTURA
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EDUCAZIONE SESSUALE IN TV? ANCORA UN'UTOPIA! Quasi ogni giorno spendiamo parte del nostro tempo a guardare la televisione, dalla quale siamo ormai vaccinati e rassegnati ad incontrare quei programmi d'intrattenimento, come le trasmissioni di cucina, i realiti, le soap, i talk show e i varietà demenziali, che accanto ad altri sportivi, culturali o pseudo tali, popolano il palinsesto televisivo, senza proporre niente di nuovo o di particolarmente originale. Le reti italiane, insomma, se non fosse per gli stupefacenti, spesso agghiaccianti, fatti di cronaca o per le peripezie del mondo politico, che apprendiamo dai telegiornali, non sembrano spingersi oltre la solita minestra riscaldata. Quello che più sbalordisce, però, è che in una tv dove il sesso viene raccontato in tutte le salse, a cominciare dagli scandali di governo per finire con gli accoppiamenti di animali su Quark, manca un programma esclusivamente dedicato all'educazione sessuale. I nostri canali, sia statali che privati, sebbene prestino molta attenzione ad alcuni argomenti, come la culinaria o i delitti efferati, ne trascurano altri, sottovalutandone l'importanza sociale e scientifica. D'altra parte uno spazio del genere non è escluso che possa diventare motivo di censura o di derisione, vista e considerata la delicatezza del contenuto, ma poi non c'è da stupirsi se si verificano casi di gravidanza in età adolescenziale o di molestie sessuali su minori: non per fare retorica, ma la televisione, come la
scuola, il posto di lavoro, i servizi sanitari, ad esempio, ha il dovere di tutelare, educare il cittadino, attraverso l'informazione. Soprattutto quando gli spettatori sono i giovani il sistema di comunicazione mediatica dovrebbe fare la sua parte, entrando in gioco si eviterebbero molte incomprensioni, abusi, errori e nefandezze di vario genere. In questo modo si può evitare, almeno in parte, che le nuove generazioni siano acculturate in materia non soltanto grazie ai film osè, spesso in prima serata, o alle scabrose conversazioni di Grande Fratello, senza limiti di censura, ma anche attraverso una sana e rigorosa educazione televisiva. Quanto dovremo attendere prima che la RAI si modernizzi offrendo un programma di educazione sessuale, coerente con la sua vocazione di servizio pubblico? Vanessa Pinato
INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA “COMUNITA’ DI S. PIO” SULLA PROSTITUZIONE: favorevole all’apertura delle case chiuse La Chiesa ha sempre condannato la prostituzione, ma crede che sarebbe dovuta intervenire in modo più concreto? Nella vita si può sempre fare di più e ciò vale, sicuramente, anche per la Chiesa cattolica, ma le leggi sono emanate dallo Stato. Il nostro è uno Stato laico, come è giusto che sia, ma ci dovrebbe essere maggiore collaborazione. Sovente la Chiesa ha tentato di fornire un indirizzo morale per bloccare la prostituzione, ma non è stata ascoltata da nessuno, se non dai suoi fedeli; anzi, molte volte diventa un capro espiatorio a cui attribuire la mancanza di valori che attanaglia la nostra società, dimenticando che i valori necessitano di regole e le regole di leggi. La prostituzione è un problema sociale, prima che religioso e il nostro Stato finora non è stato in grado di fornire un esempio adeguato.
Sarebbe favorevole alla riapertura delle cosiddette “ case chiuse” ? Ovviamente preferirei che la prostituzione venisse eliminata, ma almeno per ora, temo sia impossibile. Quindi sì, sarei favorevole alla riapertura di luoghi dove queste ragazze possano almeno vivere protette e in una condizione più decorosa. Soprattutto però, si dovrebbe creare una vera alternativa: l’associazione “Comunità di S. Pio” chiede da anni uno spazio, una sede dove i giovani possano ritrovarsi e dedicarsi a passioni e attività ludiche che potrebbero rivelarsi dei talenti da valorizzare. Per il momento non abbiamo ricevuto una risposta, nemmeno per dire NO. Vanessa Pinato
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SOCIETA’ & RELAZIONI
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LA CRISI ECONOMICA PUÒ DAVVERO PROVOCARE LA CRISI DI COPPIA?
di Vanessa Pinato - redazione@neapolisroma.it Ma quanto è difficile farsi una famiglia oggi?! Alle problematiche che s'incontrano nel trovare la persona giusta, un progetto di vita insieme, una comune intesa, si aggiungono anche quelle economiche: le spese matrimoniali, il lavoro, la casa, il mutuo, le tasse e via dicendo. Alla luce di questo, diventano più comprensibili i dati emersi dalle ultime statistiche nazionali ISTAT che prevedono una diminuzione dei matrimoni: dal 2005 si sono verificati 250.000 contratti nuziali l'anno rispetto ai 419.000 degli anni settanta. Di contro l'indagine conoscitiva
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ISTAT ha registrato dal 2002 ad oggi un aumento delle cause di divorzio, che ammontano a 41.835 l'anno. Al momento, insomma, comporre un nucleo familiare, sembra sempre più un miraggio che un traguardo possibile: in tempo di crisi le giovani coppie sono costrette a sostenere costi sempre più elevati per poter coronare il loro sogno d'amore. Ma come infierisce, tutto questo, nel funzionamento della vita a due? Innanzitutto significa dover prendere concretamente atto della realtà e dei problemi tangibili che si legano agli scenari attuali. Se fin'ora la generazione dei “bamboccioni” è stata colpevolizzata di un'immaturità congenita, ha la sua buona occasione per potersi riscattare dall'infamante accusa. La crisi economica, nonostante sembri arrestare o sminuire i progetti e i sogni di molti giovani, può invece rivelarsi il momento giusto per crescere: far fronte alla regressione attraverso rinunce e sacrifici forse l'ultima zattera di salvataggio con cui “Promessi Sposi” di oggi possono scampare al naufragio. Sostenersi a vicenda, sia nelle grandi scelte che nei problemi quotidiani, come le spese ordinarie ed extra, può essere l'arma vincente con cui combattere la crisi e dar valore alla vita a due. Ma se questo non avvenisse e la coppia scoppiasse a causa dello shock da crollo finanziario? In tal caso può voler dire che non ci sono fondamenta abbastanza solide per costruire...In altre parole, se un unione si spezza alla prima tempesta in arrivo, significa che mancano i presupposti necessari per stabilire il futuro.
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SOCIETA’ & RELAZIONI
FEBBRAIO
2011
IL SIGNIFICATO DEL CARNEVALE: tra sacro e profano
di Lorenzo Sigillò, sociologo membro ANS - redazione@neapolisroma.it
Qual è il valore ancestrale, sociale, ludico, storico del Carnevale?
Nonostante i riferimenti storici, le origini del Carnevale sono difficili da collocare nello spazio-tempo. Tra le certezze, invece, ci sono le celebrazioni ed i valori di questa particolare festa, una grande euforia che assomiglia agli ultimi eccessi prima di un tempo di penitenza tipicamente cattolico. Sensazioni ancestrali a parte, infatti, il Carnevale è uno spartiacque tra sacro e profano, sottolineato dal susseguirsi di martedì grasso e mercoledì delle Ceneri. Festa pagana, ma per molti calmiere di turbamenti psicologici o semplici malessere interiori: perché? E’ un momento per guardarsi dentro, c’è chi si nasconde dal Carnevale, c’è chi impazza in costumi e piazze: è proprio qui che è consentito circuire la massa con festeggiamenti, qualsiasi sia lo strato sociale dei partecipanti. Per molti è un momento di frenesia festaiola, per altri è solitudine, in tempi di crisi può essere un urlo di liberazione. Un’anomalia sociale, che si nasconde dietro un travestimento, divertimenti e sfarzi che si contrappongono, oggi più che mai, alla crisi economica ed a quella dei valori. Ma il Carnevale è anche una festa della Comunicazione, una messa in comune, appunto, dove anche non partecipare equivale a partecipare. Un grande spettacolo dove si è attori e spettatori, come nella vita, dove superare il peso della conoscenza equivale a sorridere di sé stessi, degli altri e dell’esistenza. Forse a chi non vive in cittadine tradizionalmente
fastose nel periodo carnevalesco, riesce difficile capire alcuni meccanismi, ma se a Carnevale ogni scherzo vale, banalmente ci sarebbe da chiedersi il perché di una inflessibile morigeratezza tutto il resto dell’anno! Ma il riscontro ad una domanda esistenzialmente così semplice quanto complicata, la si trova solo ed esclusivamente nella natura umana, come ci insegnavano già i latini: una volta l’anno è lecito insanire ma anche l’Elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam è una valida risposta all’argomento. Forse sapete già qual è la verità, cosa si deve fare e dove si può trasgredire, è anche qui il succo del valore ancestrale del Carnevale; mentre se non lo sapete, l’augurio è di svegliarvi molto presto e godere delle esperienze della vita, ma questa è un’altra storia…
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SOCIETA’ & RELAZIONI
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GIOVANI DEPRESSI E DISORIENTATI
Quale eredità è stata lasciata dalle generazioni precedenti?
Volendo fare una diagnosi sociale delle nuove generazioni e del loro atteggiamento apatico, indifferente a tutto ciò che non riguardi un immediato divertimento, occorre al di là di ogni prevedibile severo giudizio morale, fare un’accurata analisi storicosociale, che possa dare una giustificazione e una spiegazione al profilo psicologico del giovane così come oggi si presenta al cospetto sociale. Leggo articoli in cui alcuni autori si scagliano contro i giovani, come se le nuove leve fossero improvvisamente apparse tout court provenienti da un altro pianeta con tanto di tara genetica, e non invece essere il frutto di un “continuum” intergenerazionale, che esprime la sintesi di tutto l’operato delle passate generazioni.
Con questo non sto qui a difendere i giovani sollevandoli da ogni loro responsabilità, ma vorrei solo esprimere l’idea che a mio parere, i loro effettivamente spesso deplorevoli atteggiamenti, nascono non tanto da un’indifferenza cieca ai valori e ai costumi sociali, ma più da un disagio esistenziale, indotto da una mancanza di linee guida, che oggi più che mai vengono meno. Le passate generazioni avevano degli ideali da seguire: realizzarsi nel lavoro, costruire un nido familiare. Il boom economico degli anni ‘60 nell’immaginario collettivo aveva illuso di poter giungere permanentemente a quel tanto anelato benessere sociale, l’Eden terreno, che garantisse una vita agiata per tutti.
Il ’68, con la liberalizzazione dei costumi, e l’illusione del tutto e subito, mostrava modelli di donne più consapevoli, ma anche più dure ed aggressive, ribaltando storicamente i secolari “equilibri” tra i sessi. Gli anni ’80, promettevano che saremmo diventati tutti dei prestigiosi manager in carriera, ma ciò avvenne solo per i soliti raccomandati.
Mi domando: un giovane di oggi, un ventenne, che si approccia ad uscire dal proprio mondo vitale, a quale ideale (motore che spinge a muoversi nella vita sociale dandoci la direzione) dovrebbe fare un misericordioso appello? Quale eredità è stata lasciata dalle generazioni precedenti, quale esempio, quale modello…? L’apatia nasce dalla noia, che è un mix di paura e tristezza, ed ecco che nascono allora le deviazioni, che portano i giovani a trovare rifugio nel gruppo, che inconsciamente già “in nuce” rifiuta i modelli precedenti; il giovane si accorge che le famiglie precedenti duravano, spesso più per un accordo tra i genitori, che per un reale sentimento, e le famiglie di giovani coppie è già tanto se durano qualche anno. Se poi parliamo di lavoro stabile è diventato privilegio per pochi eletti, quasi nessuno accetta ormai lavori umili, perché comunque il modello veicolato storicamente è quello della classe media dei colletti bianchi, al quale tutti ambiscono, quale molla allora dovrebbe far scattare il giovane sfiduciato, a costruirsi un futuro? Mi sembra di avvertire un forma di nichilismo in molti giovani, si lasciano trasportare passivamente sopravvivendo, complici in ciò i ben noti social network.
Il capitalismo ha sempre bisogno di un mercato in espansione, ed è li che si annida il seme della discordia. I Supremi Valori per dirla alla M.Weber, sono ormai tramontati, il materialismo imperversa con i suoi avidi tentacoli, sempre pronto a sopperire illusoriamente al senso d’impotenza del giovane, che nel suo retaggio filogenetico resta pur sempre un essere bisognoso di amore, di comprensione e soprattutto di valori guida e modelli di riferimento. Federico Monti (Sociologo)
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MODA & BELLEZZA
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L a m o da t r a v i n ta g e e f a n ta s i a . Care lettrici, Speriamo che le temperature incomincino ad aumentare dato il freddo di questi giorni!!! Con il pensiero possiamo incominciare ad immaginare i vestiti che indosseremo.
di Laura Napoli spec. in Comunicazione
L’arancio sarà uno dei colori protagonisti di quest’estate ma anche tutti gli altri colori del sole e del mare…
Ecco secondo noi le tendenze e gli umori da copiare per essere alla moda nella primavera estate 2012. Innanzitutto andranno di moda le linee morbide. Basta severità o provocazione fine a se stessa, gli abiti sono manifestazione di un periodo storico e per questa estate le linee saranno fluide (riprendendo anche gli anni '20), gli abiti in voile leggere o ricamato e il corpo non viene coperto ma accarezzato con tessuti morbidi. Altro sfizio estivo saranno i pantaloni larghi. Certo gli short sono bellissimi ma creano problemi per chi ha qualche chilo di troppo mentre, quest'anno la moda è adatta a tutte e i pantaloni più trendy sono pantaloni a palazzo, tagliati larghi, comodi ad anfora o a pigiama da portare con bluse morbide e casacche corte all'insegna del relax. Quello che dovremo indossare sarà tutto Revival. Tutto il passato fa moda o almeno così è stato lo scorso anno. Per la primavera estate le citazioni si fanno colte, gli anni '20 diventano uno dei periodi preferiti di Gucci con scintillanti abitini charleston, mentre Prada ricorda gli anni '40 e Fendi la borghesia italiana degli anni '60. Al mare però libere da costrizioni e da rigore ci si diverte con lo stile pin up anni '50 o figlia dei fiori anni '70.
La moda primavera/estate permette di creare con originalità Sarà possibile sbizzarrirsi con Stampe stampe stampe. Fiori delicati in primavera, stile animaler d'estate, frutta, verdura e poi le fantasie Foulard. Gli abiti giocano con le stampe e i motivi più vari, tra sete fresche e lucide D&G presenta un look total foulard in tutti i colori dell'arcobaleno e la linea principe Dolce & Gabbana stupisce con stampe nostrane: pomodori, melanzane, zucchine, cipolle e peperoncini rallegrano tubini, abiti tradizionali tagliati
in vita e arricciati, short e giacche destrutturate. I colori preferiti saranno quelli Arancio, giallo, sole, mare e fantasia..... da portare solo se si è abbronzati. Andrà sempre di moda il Total white. Un classico che quest'anno non delude i suoi fan e viene scelto da Gianfranco Ferrè e da molti altri stilisti. E per le scarpe il color cipria.
I dettagli della moda sono romantici e le donne giocano a fare le bamboline su una magica giostra come alla sfilata primavera estate di Louis Vuitton. Bauletti di pizzo, dettagli di perla per Chanel, volant di pizzo rosa confetto per Valentino, scarpe che sembrano delicate retine per Dolce & Gabbana....
L'opulenza continua a brillare anche d'estate e i look da sera si fanno preziosi, metallici, scintillanti...Roberto Cavalli fonde l'architettura della Bauhaus con preziosità barocche con pantaloni, miniabiti o gonne lunghe fino ai piedi total gold, per Gucci la sera è d'oro con frange, cristalli, ricami metallici e catene in un effetto charleston d'avanguardia quasi robotico e Max Mara illumina i toni neutri con texture dorate. Il colore di moda per le scarpe dell'estate 2012 è il cipria che rende bon ton e raffinato qualunque look, anche il più trasgressivo e grintoso... L.N.
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MODA & BELLEZZA
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UN PAIO DI SCARPE...PER OGNI OCCASIONE SCARPE... Anche voi siete fra quelle che escono con le scarpe da ginnastica per andare in ufficio e che poi, prima di sedersi alla scrivania, le sostituiscono con un tacco 8? O che magari viaggiano flat per tutto il giorno e prima di raggiungere gli amici per l'aperitivo si infilano lo stiletto da 9 centimetri che avevano in borsa? Ad ogni modo, d'ora in avanti questi espedienti non serviranno più perché un'azienda americana - la Convertible Heels - sostiene di aver finalmente creato la scarpa adatta a tutte le occasioni: si chiama Day2Night e, come dice il nome stesso, va bene da mattina a sera perché basta cambiare il tacco (ce ne sono cinque in dotazione, che vanno dai 3 ai 9 centimetri, contenuti in un'elegante scatola e da avvitare ad una suola flessibile, rigorosamente testata) e il gioco è fatto. Ad avere l'idea della scarpa intercambiabile è stata l'amministratore delegato della società, Candice Cabe che, dopo aver stipato in ben tre valigie il guardaroba ne-
cessario ad un viaggio d'affari ed essersi accorta che la maggior parte dello spazio era occupato dalle scarpe, ha capito che così non poteva andare, anche perché la maggior parte dei modelli era simile e cambiava solo nell'altezza del tacco. Da qui la brillante pensata, per ora disponibile in un solo modello (un sandalo peep-toe in vernice nera) e al prezzo di 300 dollari, pari a 230 euro: non proprio a buon mercato, d'accordo, ma in teoria con una scarpa ne sostituiamo cinque. Laura Napoli
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PROFESSIONISTI
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STAI PREPARANDO UN CONCORSO? La Nissolino Corsi è una società specializzata nella preparazione ai concorsi per le Forze di Polizia, le Forze Armate e la Pubblica Amministrazione.
Attiva da oltre vent'anni e con 40 sedi in tutta Italia, è ormai accreditata come azienda leader nel settore e qualificata quale trampolino di lancio verso il mondo del lavoro. Grazie ai nostri servizi, che garantiscono una preparazione completa per tutte le tipologie concorsuali, tanti giovani hanno realizzato il sogno di una carriera in divisa o nella PA. Negli anni l'azienda ha ampliato la propria offerta
formativa stipulando convenzioni con enti e aziende di formazione, grazie alle quali può rilasciare certificazioni informatiche Eipass e di lingua inglese della London Chamber of Commerce and Industry, e fornire corsi di preparazione professionale. Grazie a una partnership con l’Università degli Studi Niccolò Cusano, è inoltre possibile usufruire per gli iscritti dell'Ateneo di consulenze e assistenza didattica in tutti i centri Nissolino. Laura Napoli
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PROFESSIONISTI
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CONDOMINIO: RISCALDAMENTO AUTONOMO E’ possibile distaccarsi dall’impianto centralizzato?
Accade spesso che un condomino intenda distaccarsi dall’impianto di riscaldamento centralizzato condominiale per installare, nella propria unità abitativa, un impianto di riscaldamento autonomo allo scopo di usufruirne nelle ore e con le modalità desiderate. Per farlo si renderà necessario, però, distaccare l’impianto comune relativo al proprio appartamento. Avrà bisogno dell’autorizzazione del condominio o potrà prendere questa decisione unilateralmente? E se è così, a quali condizioni? Ancora: il fatto che l’impianto centralizzato non eroghi sufficiente calore basta a legittimare il condomino al distacco? Infine: varranno le stesse regole per il distacco dall’impianto idrico condominiale?
Il Cod. Civ. non affronta direttamente la questione, motivo che spesso lascia gli amministratori perplessi di fronte a questi interrogativi. La risposta arriva quindi dalla Giurisprudenza che, interpretando gli artt. 1104 e 1118 Cod. Civ., ha stabilito che il condomino ha la facoltà di optare unilateralmente e senza necessità dell’autorizzazione dell’Assemblea per la rinuncia all’uso dell’impianto di riscaldamento centralizzato. Esercitata la rinuncia, secondo l’art. 1118 Cod. Civ., il condomino ormai distaccato resterà obbligato a pagare solo le spese di conservazione dell’impianto di riscaldamento centrale, mentre non pagherà tutte le altre spese, cioè quelle relative al suo mantenimento, come ad esempio quella relativa al carburante. La rinuncia si fa tramite una semplice raccomandata a/r al Condominio o con dichiarazione messa a verbale dell’Assemblea Condominiale ed è valida solo a tre condizioni. In primo luogo, il distacco non deve produrre un aggravio di spesa per gli altri condomini ancora attaccati all’impianto condominale. Inoltre, l’installazione del riscaldamento autonomo per la singola unità abitativa non deve pregiudicare l’impianto centrale, ad esempio causando uno squilibrio termico, come ha stabilito il Trib. Milano, nella sentenza del 27.2.2003, per la quale
il condomino che voglia distaccarsi deve fornire la prova che “da ciò non derivino pregiudizi di tipo economico nei confronti di chi usufruisce dell’impianto centralizzato né di funzionamento per squilibri termici“. Infine, la possibilità di distacco non dev’essere vietata dal regolamento condominiale. Soddisfatte queste condizioni, l’Assemblea non potrà negare il distacco al condomino che ne faccia richiesta. Qualora l’Assemblea lo proibisca, la delibera dovrà considerarsi nulla e il condomino che l’abbia richiesta potrà ricorrere all’Autorità Giudiziaria nel termine di 30 giorni. Al contrario, il solo fatto che il riscaldamento centralizzato non eroghi calore a sufficienza per il riscaldamento di una sola unità immobiliare non dà diritto al condomino al distacco; può, invece, dare adito ad un’azione volta ad ottenere il risarcimento dei danni per il condomino che non abbia calore a sufficienza nel proprio appartamento e si trovi dunque pregiudicato nel suo “diritto ad un’adeguata fonte di calore” (Cass. Civ. 12596/2002). Lo stesso principio del distacco dall’impianto di riscaldamento si applica nel caso in cui il condomino voglia distaccarsi dall’impianto idrico comune, come ha stabilito la Corte d’Appello di Roma nella sua sentenza del 17.6.2009. Avv. Valentina Sanzone Via in Arcione n.98 - 00187 Roma (Rm) Tel 06-45444639 Cell. 338-1351579 valentinasanzone@gmail.com
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PROFESSIONISTI
CONDOMINIO Il costo dell'adeguamento dell'impianto elettrico ex legge n° 46/1990 va ripartito sullla base dei millesimi di proprietà Il Tribunale ha ritenuto che le spese per l'adeguamento dell'impianto elettrico alla normativa prevista dalla 46/90 vadano ripartite a norma del primo comma dell'art. 1123 c.c. trattandosi di spese relative alla conservazione e godimento delle parti comuni, con la conseguenza che le stesse devono essere sostenute dai singoli condomini in misura proporzionale al valore di proprietà di ciascuno. In proposito è stato osservato che tale criterio di ripartizione è certamente derogabile dalla volontà unanime dei condomini, ma nel caso di specie la delibera con la quale la spesa era stata ripartita in misura uguale tra tutti i condomini non era stata approvata all'unanimità.
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La "braga" e' un bene di proprietà esclusiva ed il condomino ne è custode. La corte afferma che la braga, quale elemento di raccordo fra la tubatura orizzontale di pertinenza del singolo appartamento e la tubatura verticale , di pertinenza condominiale, è strutturalmente posta nella diramazione, per cui essa non può rientrare nella proprietà comune condominiale, che è tale perchè serve all'uso ( ed il godimento ) di tutti i condomini; e nella specie, la braga qualunque sia il punto di rottura della stessa, serve soltanto a convogliare gli scarichi di pertinenza del singolo appartamento, a differenza della colonna verticale che , raccogliendo gli scarichi di tutti gli appartamenti, serve all'uso di tutti i condomini. In tale contesto, prosegue la Corte regolatrice è del tutto consequenziale che in ragione della disponibilità della parte d'impianto in capo al singolo condomino, quest'ultimo ne debba essere considerato custode e quindi responsabile ai sensi dell'art. 2051 c.c. L'impossibilità fisica di vigilare, specifica la Cassazione è irrilevante "in quanto la nozione di custodia non presuppone nè implica uno specifico obbligo di custodire analogo a quello previsto per il depositario".
Info, consulenze e preventivi: Studio De Mattheis 06 39379446 - studiodemattheis@libero.it
LA RIVISTA Néa POLIS
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NEA CULTURA
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Le leggi dei numeri e dell'armonia di Carlo Famiglietti (Studioso)
redazione@neapolisroma.it
Dio ha disposto ogni cosa con “misura, numero e peso” Non pochi studiosi ritengono che ci sia un ritmo base della vita, definibile anche in termini musicali, che l'emisfero destro del nostro cervello non ci consente di cogliere in modo compiuto. Altri ricercatori rafforzano quest'idea sostenendo che gli esseri umani sono immersi in un'atmosfera sensitiva che stabilisce legami tra tutti gl'individui e che, quindi, ogni essere vivente è a contatto con tutti i ritmi e le energie dell'universo. Per fare coincidere questi punti di vista con alcuni aspetti di concretezza possiamo tentare di confortare queste affermazioni, solo apparentemente astratte, con qualche dato significativo e reale, frutto di ulteriori studi attenti e minuziosi. Questa volta ci limiteremo a parlare della correlazione che lega significativamente - anche richiamando un passo delle Scritture: “Tu hai disposto ogni cosa con misura, numero e peso” - alcuni numeri alle leggi dei suoni e della vita. Ne ha parlato Michael Hayes, studiando Fu Hsi, il leggendario autore degli I Ching, e Pitagora. In sintesi, si tratta di questo.
Verso gl'inizi degli anni '50, due studiosi, Iane Watson e Francis Crick, scoprirono che il DNA trasmette informazioni genetiche attraverso un codice, e che le molecole del DNA si presentano con una struttura a spirale che le fa somigliare a due scale a chiocciola tenute insieme da alcuni pioli costituiti da quattro elementi chimici di base. Questi elementi si collegano in modo apparentemente casuale ma è proprio tale circostanza quella che determina le differenze genetiche. Queste quattro basi formano delle triplette, i cosiddetti codoni dell'RNA, che in totale sono sessantaquattro. Il numero 64 richiamò l'attenzione di Hayes, specialmente quando si rese conto che corrispondeva esattamente al numero contenuto nel libro cinese dei mutamenti, l'I Ching. Questo libro parla di linee spezzate e continue, poste a gruppi di tre, correlate ai principi maschili e femminili Yin e Yang, che formano 64 esagrammi. Hayes scoprì che ogni tripletta dell'RNA (i famosi codoni) si collega, nella molecola del DNA, con un altro gruppo di tre in modo da far risultare la doppia elica di informazioni
(che rappresenta il fulcro delle cellule riproduttive ) pari a 64 esagrammi, proprio come nell'I Ching. Approfondendo gli studi scoprì anche che nel DNA sono contenuti 8 “trigrammi”, che sono alla base della lettura dei Ching. Allora si rese conto che le coincidenze erano diventate particolarmente significative, tali da ipotizzare correlazioni non casuali tra i codici esoterici, spirituali e quelli della vita. A quel punto Hayes decise di verificare se non esistessero altre relazioni tra i numeri e la realtà concreta e così cominciò a studiare il numero 22, dimostrando come fosse sacro ai pitagorici perchè rappresenta tre ottave musicali (cioè tre volte le sette note musicali più il do finale di ripresa). Ora è noto che la musica rappresenta, per i pitagorici, uno dei segreti dell'universo che considerano il numero 3 mistico e sostengono la perfezione armonica dei cieli. Hayes, a conclusione dei suoi lavori, postulò che questi numeri che ricordano il codice del DNA probabilmente esprimevano una legge di base dell'universo. Dal passo biblico “I cieli cantano la gloria di Dio” integrato con la sapienza divina in base alla quale il Creatore ritenne di dare vita all'universo utilizzando il numero dell'aritmetica (che dà a ciascuna cosa la sua forma specifica) , la misura della geometria (che assegna ad ogni cosa il suo limite) ed il peso della musica (che trascina ogni cosa verso la sua stabilità) cominciò a farsi strada, nella mente di Hayes e di numerosi altri ricercatori, l'idea che esista un'armonia cosmica che permea tutti i ritmi del Creato e ne rappresenta, in quanto espressione delle perfezioni di Dio, il principio unificatore della realtà.
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NEA CINEMA
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LA TENDENZA DEL NUOVO CINEMA SVEDESE Intervista a Ann Louice Dahlgren, Assistente della grande Anita Ekberg di Laura Andina (Responsabile Produzione Cinematografica)
La cinematografia svedese è tra le più vitali d'Europa, eppure hai deciso di stabilirti in Italia, dove invece la stagnazione di talento è ormai risaputa, così come la difficoltà di accesso alle risorse del business. Cosa ti ha portata a restare?
Sono molto consapevole delle difficoltà attuali dell’industria cinematografica italiana, ma se la crisi è una realtà ormai diffusa ovunque, è anche vero che in tempi di crisi si attiva la creatività. Nel mio caso ho subito capito che non mi potevo mettere in competizione con i colleghi italiani, quanto piuttosto creare una mia unicità: i miei contatti internazionali in Europa e negli Stati Uniti hanno reso possibile la mia "nicchia" da publicist e lobbyist, dove rappresento un punto di contatto tra clienti internazionali e italiani. L’Italia è un paese ricco di risorse ma quando le star americane vengono invitate ad un Festival o a partecipare a una trasmissione tv o film, non sono i soldi a contare - già ne posseggono abbastanza ma piuttosto ciò che interessa sono le meraviglie nascoste. Quelle che non si comprano, quei luoghi non "affittabili" o chiusi al pubblico. Mi sono specializzata in “aprire le porte chiuse” in tutti i sensi – anche per quanto riguarda lobbying per film nordici, partecipazioni a festival, o più in generale presentazioni e creazioni di networks tra persone dell’industria. Per varie produzioni internazionali ho assunto il ruolo di local producer, location manager e produttore – da spot pubblicitari finlandesi a location work per registi come Roman Polanski.
Cosa vorresti importare dalla Svezia, se fosse possibile, nel settore cinematografico italiano?
Vorrei rispondere la domanda in un modo diverso – io vorrei ”sposare” il settore cinematografico italiano con quello svedese perchè forse così diventerebbe una coppia vincente: l’italiano insegnerebbe allo svedese a non prendere le cose troppo sul serio, poiché si può sbagliare (e l’improvvisazione a volte può perfino arricchire la creatività) ed essere ugualmente orgoglioso del proprio lavoro. Lo svedese potrebbe portare al “matrimonio” l’efficienza dei tempi e il rispetto delle scadenze e del budget, la sicurezza del sistema statale di finanziamenti (non è necessario essere raccomandato per ot-
tenere dei fondi pubblici – bastano le competenze vere e le idee originali, e la bravura viene premiata). Inoltre, la sensibilità nel produrre e distribuire dei bei documentari – in Italia la piattaforma di distribuzione pur-
foto di Carlo Rocchi Bilancini
troppo è scarsa visto che i palinsesti televisivi ormai non danno quasi alcuna priorità al genere documentaristico. Anita Ekberg, che ha trovato in te una figlia oltre che una collaboratrice, è il paradigma assoluto di cosa il cinema italiano possa dare e togliere: icona mondiale del cinema italiano, nel 2007 non è stata invitata alla celebrazione del settantesimo anniversario di Cinecittà.
A cosa è imputabile una simile scorrettezza e ingratitudine, secondo te?
Purtroppo il fatto che negli ultimi anni lei non sia stata visibile in occasioni pubbliche, come eventi, feste, anteprime e ad altre circostanze di “apparenza” ha fatto pensare e credere che lei fosse tornata a vivere in Svezia. Purtroppo, il principio che “più si appare e più aumenta il proprio valore mediale” ormai è universale.
Una breve anticipazione dagli Swedish Film Awards: cosa prevedi che arriverà nel nostro paese, dopo il grande successo della trilogia Millennium?
La tendenza del nuovo cinema svedese va, sull’onda di “Millenium” e la versione hollywoodiana di David Fincher, sul realismo del sociale... si scoprono magari i lati più oscuri della Svezia, che non erano tanto conosciuti a un pubblico internazionale. Il dramma “Stoccolma Est” che la sottoscritta ha portato a Venezia alla Settimana della Critica, ha avuto due nominations agli awards – un film che meriterebbe distribuzione in Italia, con protagonista Mikael Persbrandt, attualmente anche nel blockbuster “The Hobbitt” di Peter Jackson.
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NEL PROSSIMO NUMERO
nel Focus di MARZO si parlerà di...
MARZO 2012
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