NEA POLIS ROMA_SPORT_GIUGNO 2012

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INTERVISTA A JONATHAN ZARANTONELLO REGISTA HORROR I CONSIGLIERI A. FILISIO E G. FILARDI RISPONDO AL PRESIDENTE D. GIANNINI

néaPOLIS, la rivsta positiva

Notizie dai Municipi

Successo di Piazza all’Aurelio per “Ognuno per tutti”, il movimento che raggruppa le associazioni

Villa Pamphilj: un’isola felice a metà

In arrivo il campo sportivo a Casalotti

La ERG comunica la chiusura della raffineria di Malagrotta Aumenta il biglietto del Bus

Speciale: Sport

Olimpiadi 2020: costi elevati e ricavi insufficienti Europei 2012, tra calcio, politica ed economia Gli sport più strani del mondo L’IMU è davvero equa?


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Editoriale

Claudio Napoli

Economista (Spec. Internazionale)

3 Giugno 2012

Nulla sarà più come prima. Siamo all’inizio di una 3° Repubblica?

Nulla sarà più come prima. Questo è sicuro. L’entrata di Grillo nella scena politica è ormai una realtà. Piaccia o non piaccia, il vero vincitore delle amministrative è il Movimento 5 Stelle. Come tutte le novità, suscitano in alcuni, sentimenti d’interesse ed in altri di paura e diffidenza. Ma il dato certo è che si è aperta una vera competizione politica che sta obbligando i partiti politici tradizionali a fare concessioni per venire in contro alle richieste dei cittadini e non cedere ulteriore terreno a Grillo. Ma di quali concessioni parliamo? Di cosa i partiti si stanno interessando? Ancora una volta di poco o nulla. Ne è un esempio, la proposta del PDL che vorrebbe adottare in Italia un sistema presidenziale. In proposito, la domanda sorge spontanea: quanto può interessare alla gente questo tema? il sistema presidenziale interessa la classe politica che con questa proposta vuole rafforzare il proprio potere, a danno del parlamento, ed in nome di una maggiore stabilità. Idee nel campo del lavoro, giustizia, burocrazia, corruzione? Cercasi. Continuando, è di questi giorni l’ennesima sparata di Berlusconi in merito alla possibilità della Banca Centrale e/o della Banca d’Italia di stampare moneta per poi dichiarare alla stampa che stava scherzando. Mi chiedo se Berlusconi possa permettersi il lusso ancora di scherzare tanto per occupare qualche pagina di giornale. Veniamo al PD. Bersani potrebbe essere il candidato alle future elezioni politiche 2013. La domanda sorge spontanea: con questa ondata di rinnovamento, non sarebbe opportuno aprirsi alle Primarie per consentire al giovane Renzi di competere? La posta in gioco è altissima ed il PD è ad un bivio: passato o futuro? Lo stesso Cacciari, Filosofo ed ex Sin-

daco PD di Venezia in un’intervista a Radio 24 afferma "Vittoria senza se e senza ma? È un delirio di Bersani. Il Pd ha conquistato tanti comuni ma non ha preso un voto in più, anzi. Ha vinto solo perché Lega e Pdl vivono una crisi e si presentavano divisi”. Veniamo a Casini. In casa UDC si parla di Partito della Nazione, sicuramente un bel nome, ma anche un’operazione di facciata che nasconde una classe politica che sarebbe la stessa. Agli amici dell’UDC dico che non sarà sufficiente e che si sta perdendo troppo tempo dietro questioni di facciata come la legge elettorale che non appassiona la gente. Infatti, la legge elettorale interessa solo chi ambisce ad entrare in Parlamento! Che dire del FLI, l’esito elettorale amministrativo è stato deludente quindi per il futuro consiglio nuove e idee e molto più coraggio a Fini che già ne ha dimostrato molto assumendosi la responsabilità di porre fine al sistema Berlusconi.

L’Italia non ha bisogno di analisi e lamentele (se si sentono i politici in TV tutti ripetono le stesse cose) ma di soluzione operative, pratiche e semplici che rispondano alla domane “Cosa” e “Come” si intende procedere. Anche se la crisi esiste più profonda di prima, viviamo tempi migliori; infatti, dopo anni di stagnazione politica e culturale sembra che stia per cambiare qualcosa. Il destino ed il futuro dei partiti è nelle loro stesse mani se sapranno incidere sulla sostanza e non solo sulla forma, tagliare i giri di parole e favorire un rinnovamento. Siamo all’inizio della 3° Repubblica? Non lo so, ma sicuramente nulla sarà più come prima e la partita è aperta come in una competizione sportiva. Buona Lettura, questo mese il focus è Sport!

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LA RIVISTA Néa POLIS


SOMMARIO

Giugno 2012, anno III

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www.neapolisroma.it Editoriale

ROMA REDAZIONE Editore: Claudio Napoli Direttore Responsabile Elio Tomassetti Direttore Commerciale Carlo Famiglietti Comitato scientifico: Edy Viola, F. Napoli

Grafico: Daniele Palone daniele-palone@alice.it Advertising & Marketing: Francesco Zanca Collaboratori:

Francesco Grasselli, Alessandro Ranieri, Laura Napoli, Valeria Pucci, Valerio Pelliccia, Viviana Vannucci, Federico Monti, Lorenzo Sigillò, Paolo Migotto, Giorgio Zussini, Laura Andina, Vanessa Pinato, Daniele Palone, Valentina Sanzone

Salvo accordi scritti, la collaborazione con il mensile Nea Polis Roma è da considerarsi a titolo gratuito Foto ed Immagini sono tratte dal web. L’editore ha cercato di rintracciare gli aventi diritto ai crediti fotografici non specificati ed è a disposizione per chiarimenti.

Tipografia: G. De Vecchi Pieralice, 20 00167 Roma Registrazione Tribunale di Roma: n. 360/2010 del 17 settembre 2010 N° iscrizione ROC: 20384 Sede Operativa: via G.Funaioli, 54

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320.22.84.368 06.94368579

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redazione@neapolisroma.it Nel prossimo numero 30 dove trovo la rivista 30

FOCUS SPORT

Salvare la forma anche se la Europei 2012 tra calcio, politica barca affonda .3 ed economia .16

Roma Notizie

Gregorio VII - Prati- Boccea V.Aurelia-Casalotti-M.Spaccato

Filisio e Filardi: “Giannini snobba critiche e proposte” .6 Valle Aurelia: alla scoperta del monte Ciocci .7 Successo di Piazza all’Aurelio per “Ognuno per tutti” .8 In arrivo il campo Sportivo alla scuola Baiocco di Casalotti .9 Legalità e non solo, un esempio di decoro urbano .10 Notti insonni a via Monte del Gallo .11 Via Urbano II: degrado ed insicurezza .11 Tre chiacchere con V. Sales, gestore winebar “Victor Victoria” .12

Monteverde-Bravetta-PisanaMalagrotta-Portaportese

Intervista a Fabio Roli, giocatore di Football americano .16 Gli sport più strani del mondo .17 Gli stipendi dei calciatori .17 Olimpiadi 2020: Costi elevati e ricavi insufficienti .18 Gli sport nei paesi emergenti .19 Il doping nello sport: dati .20 Speculazioni sportiva: non c’è due senza tre .21 Sport: amatoriale, professionale 21 La giustizia sportiva .22 Piante della giovinezza .22 Origini della maratona 23 Sport: 1 diritto e 100 benenfici .23

Salute & Bellezza

Benvenuto Sole: prepararsi al sole con l’alimentazione .24

Villa Pamphilj: un’isola quasi Società & Relazioni felice nel cuore di Roma .14 La ERG comunica la chiusura Competizione e slealtà nello della raffineria di Malagrotta .14 sport: profili psicologici Aumenta il biglietto del bus, ma i servizi per Bravetta e Pisana? .15

Professionisti

NON BUTTARMI, REGALAMI O RIPORTAMI

L’IMU è davvero equa?

.23 .27

nea cultura/nea cinema

I caratteri magici dei druidi .28 Frammenti di cinema horror dello sceneggiatore e regista Jonathan Zarantonello . 29


Notizie da Roma Capitale Giugno 2012

Municipio 18

La risposta del consigliere provinciale Alberto Filisio e del capogruppo Gianni Filardi

“Giannini snobba critiche e proposte”

Un piccato Presidente del XVIII Municipio Giannini in una lunga lettera del 12 maggio al quotidiano “5 giorni” mette i puntini sulle “i” della parola inefficienza, parla di attacchi infondati pubblicati nel comunicato del 5 maggio dal Consigliere provinciale Alberto Filisio Pd e la Capogruppo Pd al Consiglio Municipale Gianna Filardi i quali chiedevano conto dell’operato del primo cittadino del nostro Municipio.

Di seguito la risposta del consigliere provinciale Pd Alberto Filisio e del capogruppo Pd Gianna Filardi.

Attacchi infondati? Non scherziamo. Solo poche settimane fa, il 28 marzo, i residenti sono scesi in strada con pale e vanghe per "dare il 'via' simbolico" al raddoppio di via Boccea, finanziato dalla giunta Veltroni, perché i lavori vengono annunciati da quattro anni come imminenti senza mai partire. La colpa, secondo la Giunta municipale, si doveva “al Patto di Stabilità, che non permetteva di ultimare le procedure”. Ora Giannini informa che l’apertura del cantiere è a un soffio? Bene. A quanto pare è tutto risolto. Una fortuna aver chiesto notizie. Per quanto riguarda il completamento del raddoppio della Pineta Sacchetti, il progetto era tra le opere finanziate con 22 milioni di euro dalla Giunta Veltroni per la viabilità del quadrante nord. Ora per la Pineta Sacchetti non ce ne sono neppure cinque, come afferma Giannini, bensì tre. Cifra quanto mai esigua. Ma per Giannini basta per il nuovo progetto, più ‘snello’ come dice lui, di allargamento a raso. Il progetto è tuttavia così ‘smilzo’ che per il momento esiste solo uno studio di fattibilità e la realizzazione è

lontana. Una fortuna aver chiesto notizie, mentre la penna di Giannini salta ragguagli sul progetto di prolungamento della metro da Battistini fino a Casal Selce, un tempo su tutti i manifesti elettorali ma sparito dai radar del municipio18. Niente nero su bianco anche sulla messa in sicurezza del Parco del Pineto, la cui recinzione resta da completare perché realizzata, ad alti costi, solo in un breve tratto di via Patetta. Così gli insediamenti abusivi continuano e il municipio gioca a nascondino con gli occupanti. Ma forse i parchi sono troppo impegnativi. Ricordiamo un altro manifesto di Giannini che diceva: ”Realizziamo il parco di Valcannuta” poi trasformato in “Realizziamo l’area giochi per bambini”, ovvero un giardinetto striminzito perché i due terzi del parco previsto dalla Convenzione F2 Valcannuta sono stati destinati a un centro sportivo privato. Altri manifesti promettevano la sistemazione del Posteggio Cornelia sul quale ora Giannini testimonia la propria incapacità decisionale e amministrativa. La sicurezza resta tra i nodi cruciali. Non si contano più le rapine a danno di commercianti ed è notizia recente che la malavita organizzata ‘vende’ e ‘compra’ interi tratti dell’Aurelia per metterci le prostitute. Eppure i cittadini ancora ricordano le fiaccolate di Giannini, quando da consigliere d’opposizione si candidava futuro paladino dell’eliminazione del fenomeno dall’Aurelia e da Castel di Guido. Per quanto riguarda l’Auditorium, i lavori del cantiere si trascinano stancamente nel degrado incontrollato dell’area circostante. L’‘eppur si muove’ di Giannini è dunque una buona notizia, anche se non sappiamo quando l’opera verrà inaugurata. Magari


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alla vigilia delle elezioni. Nella lunga lettera del presidente non v’era inoltre accenno alla questione ‘Ice park’. Da dicembre a febbraio un privato ha allestito una pista di ghiaccio. La tassa per occupazione di suolo pubblico avrebbe dovuto fruttare 15 mila euro ma il municipio ne ha chiesti soltanto mille.

Sul Forte Boccea, Giannini ha perso l’occasione di uscire dall’ambiguità. Esiste un rischio speculazione per quest'oasi verde, perche’ il Comune con la delibera n.8 dell'ottobre 2010 lo ha reso edificabile. Eppure anche il centrodestra municipale, a giugno 2010, aveva approvato una risoluzione che chiedeva al Comune un tavolo di consultazione per decidere

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con i cittadini l'utilizzo di quest'area. Ora è ancora tutto fermo. Neppure lo spostamento nel forte del mercato Urbano II, sul quale c’è accordo, è stato concretizzato. E forze politiche, sociali, associazioni, cittadini sono tutti mobilitati contro una ennesima colata di cemento. Le tante proteste dei cittadini sono invece snobbate da Giannini, bollate nella lettera come ‘polverone’. Peccato il presidente non comprenda che il fenomeno dell’antipolitica nasce da questa frattura e apnea di comunicazione tra cittadini e amministratori, soprattutto quando quest'ultimi sono allergici a qualsiasi confronto e critica. Alberto Filisio - consigliere provinciale Pd Gianna Filardi - capogruppo Pd al 18 Municipio

Valle Aurelia: alla scoperta del monte Ciocci

L’incontro con la referente del Comitato per una verifica dei lavori e la bonifica dell’area

L’area di Monte Ciocci è situata fra i quartieri Valle Aurelia, Balduina, Aurelio, in continuità con il Parco del Pineto, si tratta di un luogo molto suggestivo per il panorama che offre, che sta per essere strappato al degrado, anche grazie all’azione del Comitato per il parco, costituitosi 6 anni fa, che ha raccolto più di 1.000 firme di cittadini, stanchi di attendere i soliti rinvii per la realizzazione del Parco, nonostante il progetto dell’amministrazione risalga al 2004.

Coordinatrice del Comitato è Orchidea de Santis, che ci ha raccontato le vicende del parco e fatto da guida per i vialetti e i sentieri, fino in cima dove si domina la Città e si intravedono le montagne, in uno scenario bellissimo, certamente paragonabile a quello di Monte Mario e dello zodiaco. Orchidea, che è stata un’attrice affermata tra gli anni ’60 e gli anni ’80 e poi ha lavorato anche per la televisione successivamente, ha messo molta passione nel progetto e ha coinvolto molte altre persone, ottenendo il risultato del riavvio dei lavori, che vanno avanti un pò a rilento, ma sono costantemente monitorati dal Comitato. Questa zona, che per ora è un cantiere, è sconosciuta ai più, presenta accessi in via Anastasio II, dove si possono notare i resti di strutture e tracciati militari con un pendio che deve essere consolidato, via Lucio Apuleio, via Domizia Lucilla e viale delle Medaglie d’oro. All’interno possiamo ammirare la bellissima Torre della Luna, che fa parte del complesso del Casale Monte Ciocci,

l’Istituto tecnico agrario, e alcune strutture militari che compongono la Batteria Bini, posta a protezione della ferrovia, ora dismessa, e che dovrebbe diventare una pista ciclabile, nei progetti del Comune. Grazie all’azione del Comitato, che ha organizzato passeggiate nel parco, ma anche pulizie straordinarie, riprese dai TG RAI, con “minaccia” di regalare al Sindaco le tonnellate di rifiuti raccolte, i lavori, sospesi per più di un anno, sono recentemente ripresi, e qualche risultato si comincia a vedere, dai tanti lampioni per ora spenti, ai vialetti, al chiosco per ora incompleto, all’area giochi per i bambini, forse un po’ troppo originale.

Nonostante il recente intervento dell’AMA, restano da bonificare alcune aree, come il pascolo di un pastore che da anni abusivamente occupa il monte e ha anche costruito casa, ovile e altri fabbricati nell’area protetta, dove notiamo la presenza di grossi filtri abbandonati della metropolitana che giacciono lì da un decennio circa, si nota pure ancora la presenza di una baracca, nonostante lo sgombero. Ora non rimane che attendere la fine dei lavori e l’apertura del parco, ma occorre costantemente monitorare la situazione perché, a seguito di ritardi nei pagamenti, intoppi burocratici, che sono sempre dietro l’angolo, questi non si arrestino e tutto ripiombi nel degrado, ma siamo fiduciosi che anche questo bellissimo posto verrà presto consegnato ai cittadini. a.ranieri@neapolisroma.it Alessandro Ranieri


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Roma Notizie: Gregorio VII - Boccea - Valle Aurelia - Casalotti - Montespaccato

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Successo di Piazza per “Ognuno per tutti”: le Associazioni del Municipio XVIII unite per difendere i beni comuni

Sabato 26 maggio, nel pomeriggio si è svolta la manifestazione organizzata dalla rete di associazioni “Ognuno per tutti”, cui hanno aderito numerose associazioni presenti nel quadrante del XVIII Municipio: Acquafredda - Parco di Montespaccato, Villa Carpegna, Associazione e USD Le Fornaci, ANPI, Casalottilibera, Cittadinanzattiva, CGIL Roma Nord-Civitavecchia, Comitato Promotore Parco della Cellulosa, Comitato Forte Boccea Bene Comune, La Cittadella di Montespaccato, La fabbrica di Nichi Montespaccato, Legambiente Parco della Cellulosa, L'Italia Sono Anch’io, Montespaccato Rete di quartiere, néaPolis, Parco Piccolomini Bene Comune, Solidabile, Unione Inquilini, con l’appoggio di SEL, PD, IDV, PSI e FDS. Il corteo, composto di oltre 400 persone, è partito da via Urbano II, ha proseguito per via Boccea, per arrivare a Piazza Irnerio, dove alcuni esponenti delle associazioni hanno preso la parola per spiegare le ragioni della manifestazione e le finalità delle varie realtà associative presenti. Il primo intervento, sui temi del lavoro, è stato quello di Cesare Caiazza, segretario CGIL Roma Nord e Civitavecchia, che ha parlato anche della discussa privatizzazione dell’ACEA, che non convince nemmeno gli stessi esponenti della maggioranza e della situazione economica ed occupazionale della Capitale, della sempre maggiore carenza di servizi, a partire dai trasporti, dalla sanità, alla scuola. A seguire l’intervento di Luciano Del Bianco, per il Comitato Parco della Cellulosa, che ha illustrato l’attività del Comitato per l’acquisizione del Parco che vive una situazione difficile, a causa anche della vicinanza di Malagrotta e di altri impianti fortemente inquinanti situati nelle immediate vicinanze. Pasquale De Sole, per il Comitato Forte Boccea Bene comune, ha parlato dell’attività del Comitato, e l’importanza della destinazione pubblica dell’area del Forte, per essere destinata sia a servizi, sia a verde pubblico, per la preservazione del patrimonio storico in esso contenuto e per evitare ulteriori edificazioni in una zona già satura. Successivamente è intervenuto Angelo Sgueglia per Solidabile, che ha parlato dell’attività dell’associazione a favore dei disabili, in una città come Roma, difficile pure per chi ha la fortuna di non vivere situazioni di disabilità.

Alessandro Flavioni, Presidente di Casalottilibera, associazione nata per affrontare il grave problema del traffico di Casalotti e dintorni, ha sottolineato i problemi generati da un’edificazione incontrollata e ha proposto soluzioni alternative (funivia). In tale direzione, l’obiettivo delle Associazioni del Municipio 18 è anche quello di sollecitare l’avvio al più presto dei lavori di allargamento della via Boccea, più volte promessi e ancora non realizzati. Barbara Manara, per il Comitato Parco Piccolomini, ha parlato sia delle ultime battaglie per evitare che sul parco sia realizzato un campo da golf, sia delle precedenti, negli anni ’70, quando già si prevedeva di realizzarvi un albergo e perché si faccia in modo di aprire al pubblico il parco, data anche la generosità disinteressata del Conte Piccolomini e le finalità solidaristiche della Fondazione Piccolomini. Ghirmai Tewelde, per il Comitato l’Italia sono anch’io, ha parlato del difficile cammino per la conquista di diritti civili da parte degli stranieri in Italia e della recente petizione per il diritto di cittadinanza, per il passaggio dallo ius sanguinis allo ius solis. Morena Terraschi, dell’associazione XVIII Donne è intervenuta sul tema della situazione delle donne, della prevenzione delle violenze e per la creazione di spazi di aggregazione, utilizzando edifici già presenti sul territorio. Purtroppo il maltempo non ha permesso lo svolgimento del concerto che era previsto alla fine degli interventi, però, nonostante la pioggia ed il freddo inaspettato, abbiamo assistito ad una bellissima giornata di partecipazione da parte dei cittadini, scesi in piazza per affermare i propri diritti, e per la salvaguardia dei beni comuni dell’ambiente, della qualità della vita e della mobilità, della salute, del lavoro, della solidarietà. Alessandro Ranieri a.ranieri@neapolisroma.it

Rettifica all’articolo sulla manifestazione per il lavori della via Boccea In riferimento allʼarticolo pubblicato su néaPolis Roma dal titolo “Manifestazione del 28 marzo 2012 per lʼallargamento della Via Boccea” pubblicato sul numero di aprile, si rende noto che il Centro anziani Casalotti è stato erroneamente inserito tra i promotori dellʼiniziativa. Pertanto, ci scusiamo per il disguido.

Claudio Napoli

redazione@neapolisroma.it


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In arrivo il campo Sportivo Polivalente alla scuola elementare Baiocco di Casalotti

Il 14 maggio sono terminati i lavori di sistemazione del giardino della scuola elementare A. Baiocco, in via di Casalotti, 259: un’area in abbandono è stata livellata ed è stato realizzato un giardino e un campo sportivo polivalente, per l’utilizzo da parte degli alunni, è stata inoltre recuperata un’area degradata. L’iniziativa è partita dai genitori degli alunni, che hanno segnalato il problema alla scuola, poi grazie ad un emendamento al bilancio presentato dal Consigliere comunale Antonio Stampete del PD, è stato possibile reperire circa 80.000 euro per portare a termine i lavori. Il campo è polivalente: con limitati adattamenti i bambini della scuola possono praticare diversi sport, tra

cui calcetto, pallavolo, basket, sono stati anche realizzati gli spalti per seguire le partite, si tratta di un’importante realizzazione che riqualifica la scuola, ed è subito stata valutata positivamente da genitori ed alunni. L’opera era attesa da molto tempo, molte riunioni dei genitori degli alunni si erano susseguite nel tempo, era certamente necessaria un’area attrezzata in cui passare il tempo all’aria aperta e svolgere le lezioni di educazione fisica da parte degli alunni, ora si attende soltanto la pulizia dell’ambiente verde circostante per procedere all’inaugurazione ufficiale, prevista a breve. Alessandro Ranieri a.ranieri@neapolisroma.it

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Roma Notizie: Gregorio VII - Boccea - Valle Aurelia - Casalotti - Montespaccato

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Legalità e non solo…un esempio di decoro urbano

Il 24 maggio si è tenuto l’incontro e il dibattito fra i cittadini, i commercianti, gli artigiani, e i rappresentanti del PD Aurelio Cavalleggeri, con il segretario Claudio Blasi, presso la sala convegni della Parrocchia di Santa Maria alla Fornaci sui temi della legalità e della sicurezza, e sulle crescenti difficoltà, economiche e non solo, che le categorie produttive si trovano ad affrontare nel loro lavoro. Sono stati invitati, oltre i cittadini e i commercianti e artigiani, anche le associazioni di categoria e le forze dell’ordine, impegnate in un lavoro che è diventato sempre più complesso, e comprende sia azioni di repressione del crimine, ma in misura crescente, anche di prevenzione. Ma non c’è solo la microcriminalità, la Capitale si trova sempre di più a fronteggiare una criminalità sempre più organizzata, che ormai, passando per i comuni delle coste laziali, è arrivata fino all’Urbe, con il moltiplicarsi di fenomeni di pizzo e usura che, accompagnati alla crisi economica, hanno aggravato sempre di più la situazione. La partecipazione è stata ampia e sentita, e l’esperienza è stata l’occasione anche per dimostrare che è possibile pubblicizzare un’iniziativa senza tappezzare la città di manifesti, infatti il decoro urbano si ottiene oltre che staccando manifesti, anche evitando di affiggerli, tanto più ora che Internet è alla portata di tutti. Infatti, in questa occasione, sono stati affissi soltanto 20 locandine A3, raggiungendo l’obiettivo di una partecipazione di circa cento persone, che di questi tempi non è poco. In altri casi, purtroppo, si è rilevato che sono stati utilizzati manifesti anche per gli auguri di Natale, certamente apprezzati, anche se, utilizzando il sito Internet o Facebook o la posta elettronica, si sarebbero

potuti risparmiare sia i soldi utilizzati per affiggerli, sia il lavoro per staccarli, e i cittadini avrebbero senz’altro apprezzato anche di più. Alessandro Ranieri a.ranieri@neapolisroma.it


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Prati - Trionfale (Municipio XVII)

SEGNALAZIONI

Notti insonni a via Monte del Gallo

Siamo a Via Monte del Gallo, nella parte superiore, è buio, è notte, ma stranamente non si sente quel silenzio che di norma dovrebbe scendere nelle strade romane ed acquietare quella chiassosità e quel trambusto delle ore di luce. Come in pieno giorno si vedono macchine che sferrano e transitano per rifare il manto stradale, operai al lavoro, rimozioni forzate di auto: niente sembra aver cura e rispetto del riposo dei residenti in una via ad un tiro di schioppo da San Pietro e dal centro storico. “Perché fare di notte questo genere di lavori in una zona dove di giorno la maggior parte dei cittadini è a lavoro?” Si domanda uno dei residenti, svegliato dai rumori notturni, ed aggiunge:” Non sarà che il buio ha complicato i lavori degli asfaltatori e che magari di giorno ci sarebbero stati risultati migliori?” Del tutto opportuna ci è sembrata la domanda dell’uomo, lettore di néa Polis Roma, anche perché questa laboriosità al chiaro di luna non ha prodotto risultati efficienti. Numerosi sono stati i disagi segnalati dal residente di Monte del Gallo: la rottura dell’acquedotto e conseguente interruzione del servizio idrico, la rottura della rete del gas, attività commerciali bloccate,

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la strada interrotta al traffico, impossibilità di parcheggio. Questa situazione incresciosa dovrebbe far riflette sulle priorità degli impegni presi dall’amministrazione pubblica. Sebbene il rifacimento del manto stradale sia un intervento necessario, è pur vero che la quiete e le ore di sonno delle persone sono esigenze altrettanto necessarie. Viviana Vannucci

Via Urbano II: degrado ed insicurezza

Un nostro lettore ci segnala la grave situazione di degrado di via Urbano II, strada che ospita l’omonimo mercato. Lo stato di abbandono è evidente e nessuna istituzione si adopera per impedire il proliferare di zanzare, ratti ed insetti. A questi si aggiungono arbusti, canne, rampicanti ed erbacce che invadono l’ex manufatto ATAC e la strada rendendo difficoltoso il passaggio ai passanti. L’ex manufatto Atac si trova in uno stato di abbandono disastroso sebbene nel luglio 2008 sia stato ceduto ad una società privata. Perché uno stabile Atac è

stato venduto a privati che lo hanno abbandonato? Inoltre, ci viene segnalato che di notte persone ignote entrano nel manufatto scavalcando il muro di cinta servendosi di una scaletta. La domanda sorge spontanea: non è il caso di intervenire togliendo la scala e chiudendo il manufatto con un lucchetto in modo preventivo per evitare che in un futuro possano accadere i tragici fatti avvenuti nell’area dell’Audutorium proprio a causa del persistente stato di abbandono e mancanza di sicurezza? Quanto tempo bisognerà attendere? Laura Napoli

Roberto J. Garcia

Psicologo, Psicoterapeuta e mediatore familiare ADULTI, COPPIA, FAMIGLIA, CONSULENZE CLINICHE E SUPERVISIONI PROFESSIONALI ROMA-SULMONA-PESCARA

Viale Angelico 279 – 00195 Roma Cell. 3393265355 / e-mail: garcia.r@libero.it




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Roma Notizie: Portaportese-Monteverde-Bravetta-Pisana-Massimina Villa Pamphilj: un’isola felice (a metà) nel cuore di Roma di Valerio Pelliccia

Villa Pamphilj rappresenta un paradiso per chi sente il bisogno di evadere dal caos e dalla congestione della città, un’area incontaminata in cui passare una giornata immersi nella natura, immuni dal rumore dei clacson e dal puzzo di smog. Questo polmone verde di 180 ettari, situato alla periferia ovest della città, fu aperto al pubblico nel 1972 e durante eventi eccezionali svolge la funzione di sede di rappresentanza del governo italiano: impossibile dimenticare la tendopoli di Gheddafi, gentilmente invitato dall’amico Berlusconi. Molto è stato fatto per rendere Villa Doria Pamphilj uno dei parchi più prestigiosi della capitale. Dal punto ristoro, al rifacimento delle recinzioni ed ai percorsi segnalati per podisti, dalla biblioteca comunale ospitante numerose iniziative culturali al ponte che ha restituito continuità alle due parti della Villa divise da via Leone XIII (non tutti sanno che questa strada, costruita in occasione delle Olimpiadi del 1960, allora divideva la parte già aperta al pubblico da quella non ancora acquisita dal Comune). Da ultimo l’installazione di moderne attrezzature ginniche che, poste vicino al punto ristoro di

piazza del Bel Respiro (dove è anche situato un centro anziani comunale) sono state donate da Toyota Italia il settembre scorso. Realizzate per pubblicizzare un modello di au-

tomobile che utilizza tecnologia ibrida a basso impatto ambientale, rimangono ora a disposizione della cittadinanza senza tuttavia aver gravato sulle malmesse casse comunali. Ma anche in paradiso emergono le contraddizioni: mentre la villa cosi detta “alta”, ovvero la porzione situata ad est della via Olimpica, sembra raccogliere la totalità dei servizi (il punto ristoro, le attrezzature sportive, i percorsi, la villa governativa, la biblioteca), l’altra metà o più comunemente detta villa “bassa” è lasciata a se stessa. Infatti, a parte qualche palo per la ginnastica, di storica memoria e ormai arrugginito, non c’è nulla. Eppure la parte bassa dal punto di vista paesaggistico non ha nulla da invidiare all’altra, come dimostrato dal successo di pubblico. Una maggiore attenzione ed equilibrio nella distribuzione dei servizi darebbe il giusto valore e riconoscimento ad una parte di villa troppo spesso dimenticata, insieme ai cittadini che abitano nei dintorni del suo perimetro

La ERG comunica la chiusura della raffineria di Malagrotta La ERG in un comunicato stampa ha annunciato che la compagnia TotalErg proprietaria della Raffineria di Roma (RdR) situata nel polo industriale di Malagrotta ha deciso di chiudere l'impianto di raffinazione petrolifera e di trasformarlo in un deposito di carburante. La chiusura avverrà, si legge sempre nel comunicato, nel terzo quadrimestre di quest'anno. Si ritiene che la pressione mediatica realizzata con l'istituzione dell'Osservatorio ambientale della Valle Galeria e la consulta municipale fin dal 2008 sia una delle cause di questa decisione della ERG. La trasformazione dell'impianto accanto al quartiere di Massimina è una notizia positiva per i residenti. Rimane certamente il rischio di incidente rilevante ai sensi della normativa

Seveso II, ma almeno una fonte di emissioni in aria viene eliminata. E dopo lo stop al

termovalorizzatore

della COLARI, la probabile chiusura dell'inceneritore ospedaliero e l'auspicabile chiusura definitiva della discarica senza che questa venga sostituita da un altra nell'area della Valle Galeria, forse finalmente Massimina potrà diventare un quartiere normale. L.Napolli


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Pisana, Municipio XVI

Aumenta il biglietto del bus, ma i servizi per Bravetta e Pisana? di Elio Tomassetti

Aumenta il biglietto dell’autobus, aumentano gli abbonamenti, si svuotano le tasche dei cittadini. Ma tutto questo porta (o porterà) un servizio migliore? Facciamo il punto della situazione di Bravetta Pisana. Il quartiere è in continua espansione. Probabilmente tra non molti anni verranno costruite nuove palazzine in via degli Estensi, partiranno i lavori del Residence Roma, a breve riaprirà la scuola media…insomma, una realtà in progressiva crescita. Se però sono previsti interventi urbanistici, non sono previsti interventi per migliorare ilservizio di trasporto pubblico. Il tram 8 verrà portato da Largo Argentina a Piazza Venezia: circa 500 metri a fronte di un investimento di 4 milioni di euro. Non era forse meglio iniziare a progettare un prolungamento dello stesso tram dal Casaletto fino a via di Bravetta, dove sono ubicate in poche decine di metri varie scuole? Il prolungamento che si sta per effettuare di certo non cambierà le abitudini dei Romani, che non avevano difficoltà a trovare un mezzo per fare quei fatidici 500 metri nel centro di Roma. Anziché investimenti, il quartiere Pisana-Bravetta ha subito dei tagli. Infatti il bus 98, dal 2007, nei giorni festivi non arriva più a via Paola (suo capolinea ordinario) ma è ridotto fino alla Circonvallazione Cornelia. Se a ciò aggiungiamo che l’889 la domenica è sospeso, i cittadini non hanno un

mezzo per poter raggiungere San Pietro ed il centro durante le feste. Più volte il Municipio XVI ha richiesto al Comune ed all’ATAC di ripristinare il tragitto regolare del 98, ma per il momento nessuna risposta. Altro problema è il collegamento di via della Pisana con Monteverde (dove sono gli uffici pubblici). Ad oggi non c’è nessun mezzo. Il Comitato XVI Municipio Pisana nei mesi scorsi ha promosso una raccolta firme per prolungare l’H da via dei Capasso a via San Giovanni Eudes (facendo capolinea dietro la Scuola Villoresi, dove c’è un grande piazzale pubblico). Il tutto a fronte di un investimento pari a zero, perché contemporaneamente si propone di tagliare parte del tragitto dell’ 808, sempre spostandolo da via dei Capasso a via Eudes. Ma anche su questo, nessuna risposta. Altro punto dolente è la mancanza di collegamenti con le “rotaie”. Il quartiere dista poco più di due km dall’importante stazione Aurelia. Purtroppo non esiste nessun mezzo che possa collegare gli abitanti a questo snodo che, di fatto, data la sua irraggiungibilità, rimane sotto utilizzato e nelle ore serali diventa “terra di nessuno”. Perchè non pensare ad una navetta che alleggerirebbe notevolmente il traffico di tutto il quadrante? Abbiamo solo accennato una serie di problematiche che per essere risolte necessiterebbero di investimenti minimi o addirittura pari a zero (come nel caso dell’H). Speriamo solo che qualcosa si muova prima dell’arrivo di nuovo cemento.

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FOCUS

Sport

Giugno 2012

Europei 2012 tra calcio, politica ed economia

E alla fine è arrivato giugno, e con lui gli Europei 2012; quest’anno le squadre in competizione per l’ambito titolo saranno come di consueto sedici, ma per l’ultima volta: la Uefa ha già deliberato che dal prossimo campionato europeo (Francia 2016) le nazionali in gioco saranno ventiquattro. Quest’anno le partite si terranno dall’otto giugno al primo luglio, domenica scelta per la finale. L’Italia giocherà le sue prime partite il 10 giugno alle ore 18 contro la Spagna, il 14 contro la Croazia alle 20 e 45 ed il 18 giugno alla stessa ora contro l’Irlanda della vecchia conoscenza Trapattoni; per il resto è tutto da vedere… Ciò che più ha fatto discutere degli Euro 2012 – più delle questioni propriamente calcistiche – è stata la scelta delle nazioni ospitanti, nello specifico dell’Ucraina: più volte esponenti della politica internazionale e italiana (persino il nostro ex-premier) hanno sollevato perplessità ri-

guardo all’opportunità di giocare il campionato in uno stato che con l’accusa di abuso d’ufficio ha condannato a sette anni e carcerato la leader d’opposizione Yulia Tymoshenko; in più, non è passato inosservato lo sterminio dei randagi messo in atto dal governo, che con i più barbari mezzi di soppressione ha fatto fuori migliaia di cani e gatti di strada, allo scopo di rendere più “presentabile” il paese. E poi le questioni economiche: l’Ucraina è uno stato fortemente indebitato (oltre 11 miliardi di dollari in obbligazioni), e questo campionato, al di là del momentaneo boom turistico, non potrà che complicare una situazione già difficile. Sono circa 10 i miliardi spesi per organizzare la rassegna, ma questo non sembra essere servito ad attirare investimenti stranieri. Infatti nel 2011 questi ultimi non hanno superato i 4 miliardi (in diminuzione rispetto al 2010) e si prevede che i tifosi stranieri durante la manifestazione non dovrebbero spendere più di 700 milioni di euro. Giorgio Zussini

Intervista a Fabio Roli, giocatore di Football americano, militante della XIII° Legio Gemina, 3 volte vicecampione d’Italia

Da quanto tempo pratichi il football americano? Dal 2005, quando già era una realtà. Infatti, non tutti sanno che il Football americano è presente a Roma dagli anni 80. Come si compone il panorama romano? I Marines Lazio militano in serie A, i Barbari Roma Nord, i Grizzlies, i Gladiatori Roma, la XIII Legio Gemina in serie A2. In Italia è in forte crescita. E’ uno sport violento? Vincente Lombardi, grande allenatore americano diceva “il Football è uno sport di collisione, mentre il ballo di contatto”. Tuttavia la percentuale di infortuni è bassissimo perchè le tecniche di protezione sono molto efficaci. Si usa il taping, conchiglia, paradenti, para spalle... Perché credi in questo Sport e lo consiglieresti? E’ uno sport magnifico, una scuola di vita, che sa tirare fuori il meglio di una persona e alcontempo fa emergere i suoi limiti insegnando a reagire e misurarti. Inoltre, è uno sport dove lo spirito di squadra ed i compagni sono sacri. In attacco, ci sono 5 persone il cui unico obiettivo

è difendere il Quarterback per consentirgli 3 secondi di tempo per lanciare la palla al ricevitore. Tutti si prendono cura degli altri, botte comprese, per sostenere la squadra. Il Football è uno sport che si adatta a tutte le taglie. Infatti, contrariamente ad altre discipline,nel Football c’è un ruolo per ogni corporatura, chiunque può partecipare ed eccellere. Giorgio Zussini


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Focus: Sport

Gli Sport più strani del Mondo

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di Giorgio Zussini

Se vi sentite dei veri sportivi per il solo fatto che leggete la Gazzetta, sappiate che per ogni sport che conoscete ve ne sono almeno dieci di cui probabilmente non avete mai sentito parlare. Ecco i più strani raccolti per voi.

Sport subacquei: è la categoria più prolifica, visto che con maschera, pinne e pesi attaccati alle cinture si può fare praticamente tutto, sott’acqua: in apnea o con le bombole si va dal football al tiro al bersaglio, dal wrestling al tennis (lo fanno nell’Acquario di Chesir, Gran Bretagna, in una vasca piena di squali), dalle gare di bici a tre metri di profondità alla corsa; proprio quest’ultima “disciplina” ha registrato lo scorso anno un record che ha fatto notizia: 73,6 metri camminando in apnea sul fondale in 1 minuto e 15 secondi, opera di un bagnino ventunenne di New York. Uomini contro cavalli: tradizione del Galles nata nell’84 da una scommessa da pub, vuole mettere a confronto la velocità e l’agilità di uomini a piedi con quella di cavalli (e fantini) su percorsi campestri. Piede di ferro: variante del più noto confronto tra bicipiti, è fatta però coi piedi; nel ’97 i suoi promotori chiesero che

venisse inclusa tra le discipline olimpioniche, ma neanche a dirlo la risposta fu «no». Rincorsa del formaggio rotolante: il nome dice già tutto, non resta che immaginare uomini e donne che si lanciano su discese ripidissime rincorrendo una forma di Double Gloucester, che nel rotolare può raggiungere i 112/ km/h. Il primo che taglia il traguardo…si aggiudica il formaggio. Chess Boxing: originale forma di biathlon, unisce forza fisica e mentale alternando 3 minuti di boxe e 4 di partita a scacchi, per un totale di 11 round; vince il primo che fa scacco matto o butta a terra l’avversario. Wife Carryng: orgoglio dei finlandesi dal 1992 e oggi diffuso anche in Asia e America, consiste in un percorso a ostacoli (salti, buche sabbiose, vasche d’acqua da attraversare) che gli uomini in gara devono superare… con la moglie sulle spalle. La leggenda vuole che tale sport derivi dagli usi di un certo Herkko Rosvo-Ronkainen, saccheggiatore di villaggi che insieme alla sua banda portava via le donne altrui proprio in questo modo. Se fatto con la propria moglie chissà che non faccia bene all’armonia coniugale.

Gli stipendi dei calciatori, visti dai “non tifosi” Guardiamo al mondo del calcio con la coscienza di un popolo in crisi

Qualcosa non quadra a proposito degli stipendi dei calciatori di serie A pubblicati dalla Gazzetta dello Sport di recente: le prime stime, che derivano dai contratti base, parlano di un ammontare di 802,5 milioni di Euro l’anno, con il Milan, la società più spendacciona, con un lordo di 130 milioni e con Ibrahimovic in testa, il più pagato di tutto il Campionato. In linea di massima, quindi, gli stipendi sono in apparente diminuzione rispetto agli ultimi due anni. Ma cosa succede, la crisi economica sta colpendo anche l’idilliaco ed imperturbabile mondo del pallone? Oppure è la volta buona che gli stipendi dei nostri campioni si stanno conformando a quelli internazionali? Niente di tutto questo: ciò che il giornale dello sport non ha riportato sono i contratti flessibili, i bonus, le spalmature, per non parlare dei grandi contributi delle televisioni che continuano ad appesantire i portafogli degli

eroi del calcio. Non dimentichiamoci, inoltre, che in Italia alcuni giocatori sono anche star dei media che da anni popolano il palinsesto televisivo con spot pubblicitari e programmi d’intrattenimento. Con tutti questi aggiuntivi, dunque, a fine anno le stime complessive arriveranno alla soglia del miliardo di Euro, ma con l’incentivo dei bonus collettivi si andrà anche oltre. A questo punto sarebbe necessario non guardare la realtà calcistica solo stando dalla parte dei tifosi, come uno spettacolo di culto che anima le domeniche e dà vita a lunghi dibattiti al bar. Sarebbe opportuno, una volta tanto, pensare al mondo del calcio con la coscienza di un popolo in crisi, per cui nessuno spreco può essere ammesso e nessuno show-business, neanche il più amato e seguito, può permettersi il lusso di cadere in un simile scandalo. Viviana Vannucci


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Olimpiadi 2020

Focus: Sport

Costi elavati e ricavi insufficienti Le ragioni del Sì e quelle del No

Se Roma era in pole position per ospitare le Olimpiadi 2020, il secco no di Mario Monti appare una scelta sobria e di rigore –una delle poche comprensibili e condivisibili da tutti- in questo momento di debito pubblico da sanare, di tagli alle spese superflue ed agli sprechi, forse l’unica con la quale il premier abbia veramente disatteso le aspettative dell’establishment politico e delle lobbies economiche. Il vocabolario scelto da Monti quando ha parlato di “tema così importante” lascia trasparire una certa dose di ironia che certifica una presa di distanza del governo dal progetto Olimpiadi.

Le ragioni del sì- Il presidente del Coni Gianni Petrucci ha sottolineato cosa significa rinunciarvi: In ballo non c’è solo il prestigio e il potere dell’Italia all’interno del Cio (Comitato Olimpico Internazionale), ma anche diversi miliardi di possibili investimenti. Gli entusiasti dell’Olimpiade considerano che mai come oggi l’Italia è ben rappresentata all’interno delle stanze dei bottoni, con 5 membri nel Cio, di cui è vicepresidente Mario Pescante, presidente del Comitato Promotore Roma 2020. E che le Olimpiadi sarebbero state l’ultima possibilità di organizzare un evento sportivo nel nostro paese per diversi anni. Per questo avevano accolto con favore i risultati dello studio di fattibilità su costi e ricavi elaborata dalla commissione Fortis, che il 12 gennaio ha illustrato quanto segue. Costo totale dell’operazione di 8,2 miliardi, di cui: 3,5 dai contributi del Cio, biglietti, sponsor, diritti tv e ricavi da valorizzazioni immobiliari; 4,7 di investimenti pubblici, coperti da maggiori entrate erariali. Massimizzazione dell’utilizzo di strutture esistenti, già

di Daniele Palone

pronte per oltre il 70 per cento. Poi è stato calcolato che per ogni euro di spesa pubblica ne dovrebbero rientrare 3,5 di Pil, che aumenterà di 17,7 miliardi dal 2012 al 2025 con una crescita dell’1,4 per cento. Nello stesso periodo ci saranno 170mila posti di lavoro in più distribuiti sul tutto il territorio nazionale: 12mila di media all’anno con picco di 29mila posti nel 2020.

Le ragioni del no- La mozione contraria è invece ben riassunta dalla nota rilasciata dal senatore dell’Idv Stefano Pedica, che ha anche presentato un esposto alla Procura della Repubblica. “Dopo le esperienze di illegalità, che ha portato nei tribunali tante persone tra politici e imprenditori, di Italia ‘90 e dei mondiali di nuoto del 2009, dare il via libera alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020 in una fase di grande crisi economica significherebbe far vincere di nuovo l’illegalità. Basta pensare al rapporto costi-benefici per capire che questa operazione tornerebbe a vantaggio solo delle solite ‘cricche’ – afferma il senatore -. La spesa per organizzare le Olimpiadi si aggirerebbe intorno ai 12 miliardi, molta parte dei quali uscirebbe dalle tasche dello Stato. I benefici, invece, non supererebbero i 3,5 miliardi. (…) Un Paese sull’orlo del baratro, ad esempio, perché dovrebbe spendere più di quello che può guadagnare per organizzare una manifestazione sportiva? Monti sia responsabile, non firmi (…) I cittadini apprezzeranno questa decisione e il comitato ‘No Olimpiadi’ s’impegnerà per far capire a tutti l’inutilità di questa operazione in un momento così delicato per i giovani e le famiglie”.


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Focus: Sport

gli sprechi cominciano anni prima della realizzazione dei grandi eventi e proseguono anche dopo che si decide di non realizzarli

Anche se il ponte sullo stretto di Messina non si farà, la società ‘Ponte di Messina’ ancora sopravvive. Sarà lo stesso per le società legate ai Giochi Olimpici?

Le Olimpiadi 2020 non si svolgeranno a Roma, ma la commissione regionale «Giochi olimpici 2020 e grandi eventi» potrebbe sopravvivere: per dirla con il presidente del consiglio regionale Mario Abbruzzese, basterà cambiarle il nome. «Il Consiglio – ipotizza Abbruzzese – potrebbe eliminare i “Giochi olimpici” e lasciare i

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“grandi eventi” che in questa regione sono importanti». A guardare il lavoro svolto, il ruolo di questo organismo è evidente: in un anno di vita, s’è riunita tre volte.

Il costo orientativo della commissione, da qui a fine legislatura, un milione e 250 mila euro. Quando fu istituita, la notte del 13 dicembre 2010, Giuseppe Rossodivita – il consigliere della Lista Bonino che provò a opporsi con sette ore di emendamenti – propose di «fissare per legge il termine: se Roma non avrà i Giochi, la commissione decadrà» La proposta non passò.

Gli sport preferiti nei paesi emergenti di Daniele Palone

Lo sport nei paesi emergenti è visto come una scorciatoia per raggiungere fama e denaro, in altre parole il successo. È un po’ come vincere la lotteria; la chance di farcela è una su un milione. Inoltre lo sport è una forma di riscatto, di emancipazione, per i giovani che provengono da minigang, da orfanotrofi, riformatòri e addirittura da esperienze peggiori (si pensi ai bambini soldato). Un modo per sottrarre i giovani dalla strada e dalla violenza.

Diplomazia del ping pong Lo sport è uno strumento al servizio della diplomazia. Ricordiamo le Olimpiadi boicottate dai politici, o la diplomazia del pingpong tra USA e Cina ai tempi della distensione. Poi c’è l’aspetto commerciale. Come ha evidenziato Gian Carlo Minardi, patron della storica scuderia di Formula1 “Abbiamo paesi emergenti che spingono forte sulla loro immagine usando lo sport come veicolo per fare promozione”. La sintesi dell’ex costruttore di Faenza è che “l’immagine della nazione passa anche attraverso i risultati sportivi”.

Ma quali sono gli sport preferiti dei paesi emergenti? In india, Sri Lanka, Pakistan e Bangladesh lo sport più praticato è il cricket,mentre nelle Filippine il basket è il più popolare. Il cricket ha un ruolo Il cricket unisce India e Pakistan educativo, perché la sua prima regola è il fair play: non vedrete mai giocatori che si insultano o peggio scatenano una rissa. Sappiamo che il cricket va forte anche in Afghanistan, anche se qui, come abbiamo visto nei film, lo sport tradizionale è il buzkashi (“acchiappa la capra”)in cui i giocatori a cavallo si contendono una carcassa di

capra che deve essere lanciata oltre una meta. È uno sport dove non manca il contatto tra i giocatori, come nel rugby. Colpire l’avversario o disarcionarlo per impossessarsi della carogna o mantenerne il possesso è ammesso.

Uno sport tradizionale di origine bellica e strategica è il kabaddi, praticato in Bangladesh e negli stati indiani del Punjab, Tamil Nadu e Andhra Pradesh. In Cina lo sport nazionale è il ping pong, ed anche il basket è molto popolare. In Thailandia si segue e pratica il muay thai ed il badminton. In Bhutan il tiro con l’arco è lo sport nazionale.

In USA e a Cuba il più popolare è il baseball, come anche in Giappone, dove però il più tradizionale resta il sumo. Similmente al Giappone, la Corea del sud ha il taekwondo, disciplina marziale oggi praticata in tutto il mondo, e si gioca moltissimo a baseball. In Irlanda si gioca il calcio gaelico, uno sport a metà tra calcio e rugby: c’è la mèta al posto della porta e si può tirare di mano e di piede. In Australia lo sport è il football, mentre in Canada è l’hockey.


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Focus: Sport

Il doping nello sport: origine e dati

Aumenta l’uso di sostanze dopanti, anche tra i più giovani

In ambito sportivo l’ introduzione del termine “doping” sembra risalire alla fine dell’Ottocento: con tale vocabolo si indicava una particolare miscela a base di oppio, altri narcotici e tabacco che veniva somministrata ai cavalli da corsa in Nord America. Si definisce “doping” l’utilizzo di qualsiasi intervento esogeno (farmacologico, endocrinologico, ematologico, ecc) o manipolazione clinica che, in assenza di precise indicazioni terapeutiche, sia finalizzato al miglioramento delle prestazioni, al di fuori degli adattamenti indotti dall’allenamento. In passato queste pratiche sleali erano circoscritte alla sola cerchia degli atleti professionisti, e per lo più limitate al giorno prima della gara, oggi il doping è diventato un fenomeno preoccupante che interessa vasti strati della popolazione sportiva. Non c’é dubbio che tra le cause dell’uso sempre piu smodato di queste pratiche ci sia il cambiamento della società e la trasformazione del concetto di sport, che nato su basi amatoriali sempre più si sta orientando verso il professionismo. La ricerca della vittoria a tutti i costi, esasperata dalle pressioni degli sponsor, spinge allenatori ed atleti a far uso di farmaci per migliorare le prestazioni agonistiche. Questo, insieme alla falsa convinzione che ci sia un farmaco per risolvere ogni tipo di problema, ha amplificato l’effetto psicologico del doping sugli individui, facendo credere loro che anche le difficoltà in ambito sportivo possano essere superate attraverso l’assunzione di una “pillola”. Mentre gli effetti positivi di queste sostanze sembrano limitarsi ad un “effetto placebo”, i rischi per la salute non possono essere sottovalutati. Bisogna tenere sempre a mente che sostanze di questo genere sono nate per curare malattie ben precise e nel caso vengano assunte per migliorare le prestazioni fisiche, in mancanza di una sperimentazione adeguata e controllata, portano ad effetti collaterali anche gravi che non tarderanno a mostrarsi nel tempo.

di Valerio Pelliccia

La lotta al dopping in Italia La lotta al doping è nata in Italia nel 1954 e nel 1961 fu aperto a Firenze il primo laboratorio europeo di analisi. Dal 1964 (Olimpiadi di Tokyo) si iniziò ad effettuare sistematici controlli anti-doping sugli atleti e nel 1971 il Comitato Olimpico Internazionale ha pubblicato una lista di sostanze proibite che viene periodicamente aggiornata (dello stesso anno la normativa italiana che punisce sia gli atleti che ne fanno uso, sia chi prescrive loro sostanze dopanti). I dati oggi ottenuti nel contesto ufficiale delle gare indicano un grado di positività fra gli atleti testati variante dall’1,5 al 2,5 %. Gli esiti degli esami effettuati senza preavviso, quelli quindi più veritieri, hanno dato esito positivo nel 15% dei casi, con punte del 40%. Ma il fatto più preoccupante è che il doping è arrivato ad interessare le categorie giovanili. Il fenomeno, in assenza di adeguate campagne di sensibilizzazione e grazie ad allenatori, società e in qualche caso addirittura genitori compiacenti, sta drammaticamente dilagando fra i più giovani. Il doping rappresenta prima di tutto un fatto di coscienza. “Doparsi” con l’intento stesso di migliorare le proprie capacità atletiche vuol dire contravvenire alle regole di correttezza, lealtà e rispetto per gli altri (e di se stessi) che sono il fondamento di qualsiasi attività sportiva

Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare il tempo (Henry Ford)

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Focus: Sport

Speculazioni sportive. Se non c’è due senza tre…

Uno. Inverno 2006, Giochi olimpici di Torino:

viene data in appalto la costruzione degli impianti destinati ad ospitare la manifestazione, come ad esempio: stadio di freestyle a Sauze d’Oulx, costato 8 milioni di euro per 15 giorni di apertura, ora in attesa dei 700 mila euro necessari per la demolizione; pista di bob a Cesana: 61 milioni, ferma da più di anno a causa degli elevati costi di mantenimento degli impianti di refrigerazione; trampolini per il salto con gli sci a Pragelato: colpevoli di una spesa che supera i 34 milioni, di una manutenzione da un milione all’anno e del disboscamento di mezza montagna, sono inutilizzati da due anni, quando invece sarebbero potuti essere strutture provvisorie più economiche ed ecocompatibili. In tutto la spesa per i Giochi invernali ha superato il miliardo di euro, e quello che resta sono strutture costose e sottoutilizzate quando non totalmente abbandonate.

Due. Estate 2009, Mondiali di nuoto. Stavolta

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vela di Calatrava a Tor Vergata, il mai realizzato stadio del nuoto; doveva essere un investimento da 130 milioni di euro, ma ne è costato finora 250 e se dovesse essere completato supererebbe i 700; essendo la struttura ancora incompleta al momento dei mondiali, le gare si svolsero al Foro Italico, dimostrandone così l’inutilità; nonostante l’attuale stato di incompletezza e abbandono l’area spera di diventare, un giorno, la Città dello sport. C’è poi il Polo Natatorio nel quartiere di Valco San Paolo, costato 18 milioni e utilizzato un solo mese, e infine il Salaria Sporting Village nella zona di Settebagni, centro sportivo legato alla figura di Diego Anemone ed edificato abusivamente in una zona agricola soggetta ad allagamenti in quanto naturale valvola di sfogo per la acque del Tevere quando questo è in piena. Totale: oltre 400 milioni di soldi pubblici oggetto di speculazioni.

siamo a Roma, tre le strutture incriminate. La prima è la

Tre. Olimpiadi di Roma 2020. Per fortuna non se ne è fatto niente. Giorgio Zussini

Il termine inglese “sport” deriva dal francese desport, che in italiano si traduce svago, divertimento. Alla base dello sport vi è quindi una componente ludica, alla quale si aggiungono un aspetto atletico, poiché svolgere attività fisica tonifica il corpo e fa bene alla salute, ed uno agonistico, che si manifesta durante lo svolgimento delle gare. Sono sufficienti questi elementi per spiegare in modo esaustivo che cosa significa oggi sport? La risposta è affermativa solo se ci riferiamo alla pratica amatoriale, cioè ai tanti di ogni età che, per puro diletto e per sentirsi in forma, compiono, di tanto in tanto, nel tempo libero, esercizi ginnici in palestra, vanno in bicicletta o giocano a calcio, a tennis, ecc. Lo è meno se, invece, consideriamo coloro che praticano una disciplina a livello professionistico: in tal caso, fare sport è una professione, spesso lautamente retribuita, in cui il gesto atletico è funzionale al raggiungimento di una prestazione ottimale mediante la quale soddisfare sia la società sportiva per la quale si è tesserati sia il pubblico degli appassionati. A livello professionistico, lo sport perde il suo significato originario: più che svago e divertimento, diviene, per gli atleti che lo praticano, un impegno totale ed esclusivo, sovente stressante, che genera ansia della prestazione. Non è più un gioco, poiché vi sono coinvolti fin troppi interessi economici: dagli investimenti finanziari delle società-azienda alle sponsorizzazioni; dai compensi, spesso principeschi , offerti a

dirigenti, tecnici, atleti e managers di questi ultimi (i cosiddetti “procuratori”, che operano soprattutto nell’ambiente del calcio) ai contratti per le trasmissioni televisive delle gare; dagli incassi derivanti dalla vendita dei biglietti ai premi in denaro ricevuti per il successo in competizioni di prestigio; del merchandising, cioè il commercio di gadgets (magliette, sciarpe, cappelli, bandiere, ecc.) alla vendita di quotidiani sportivi, fino agli introiti che lo Stato ricava dai vari concorsi, come totocalcio e il totoscommesse. Ne consegue per gli atleti professionisti, un accumulo di responsabilità, poiché devono conquistare la vittoria a tutti i costi per la loro società e per i tifosi, ma correndo un rischio maggiore d’infortunarsi a causa di un calendario di gare sempre più fitto. C’è poi lo sport dilettantistico, praticato dai ragazzi che appartengono al settore giovanile delle società sportive, nel quale non si hanno gli eccessi appena considerati, quindi la componente ludica resta prevalente, ma il sogno degli atleti di giovanissima età è comunque di passare quanto prima al professionismo e magari diventare dei campioni affermati. Infine, c’è lo sport praticato nelle scuole, durante le ore di educazione fisica e nelle competizioni interscolastiche. Ma la pratica sportiva nelle scuole, è l’opinione di molti, dovrebbe essere ulteriormente potenziata, sia per i benefici fisici che ne derivano, sia per i sani valori etici che lo sport trasmette. Alberto De Venezia

Sport: amatoriale, dilettantistico o professionale


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Focus: Sport

La giustizia nel mondo sportivo

Il Diritto dello Sport ha assunto un ruolo di primaria importanza nel contesto giuridico attuale, e con le vicende degli ultimi giorni (scandalo scommesse nel mondo del calcio) è davvero all’attenzione di tutti. Ma scopriamo come funziona la giustizia sportiva. Cominciamo col dire che il giudice sportivo, l'organo giudicante di una Federazione Sportiva, nell’esercizio della sua funzione, non è un magistrato dello Stato, ma viene nominato dalla federazione stessa ed è incaricato di irrogare le sanzioni disciplinari a carico dei tesserati o delle società iscritte alla federazione, secondo i regolamenti previsti da quest’ultima. In passato, in Italia, tale incarico veniva affidato ad un magistrato di provata competenza; negli ultimi anni però il Consiglio Superiore della Magistratura, nel regolamentare gli incarichi extragiudiziali dei magistrati in attività, ha anche vietato loro di svolgere incarichi presso le federazioni sportive. L'organizzazione della magistratura sportiva e il numero di gradi di giudizio variano a seconda della federazione. Per la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), ad esempio, il giudice sportivo è il giudice di primo grado; in secondo grado decide la Commissione di Appello Federale (CAF), inoltre il tesserato o la società può ulteriormente ricorrere alla Camera di Conciliazione e Arbitrato del CONI. Le sanzioni variano, a seconda del tipo e della gravità della violazione commessa: l’ammenda prevede che il tesserato o la società versi una determinata somma di denaro alla federazione; la squalifica o inibizione, che il tesserato non possa di-

di Vanessa Pinato

sputare gare ufficiali (se atleta) o svolgere il proprio incarico societario (se allenatore o dirigente) per un determinato periodo; la radiazione (squalifica a vita) implica che il tesserato sia escluso a tempo indeterminato dall'attività sportiva diretta dalla federazione; questi, ovviamente, sono solo alcune delle sanzioni previste dall’ordinamento sportivo. All'atto del tesseramento o dell'iscrizione, gli atleti e le società sportive si impegnano ad accettare le deliberazioni degli organi di giustizia sportiva, rinunciando a ricorrere alla magistratura ordinaria (la cosiddetta clausola compromissoria). Negli ultimi anni, tuttavia, alcune società, specie quelle iscritte alla FIGC hanno, in più occasioni, infranto questa regola, ricorrendo al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). Il Parlamento ha quindi regolamentato la questione con un'apposita legge, che ha stabilito che il TAR del Lazio è il solo competente a giudicare questo tipo di ricorsi. Chiaramente ciò non toglie che i giudici ordinari possano indagare autonomamente se un tesserato di una federazione commetta gravi reati extrasportivi.

Piante della giovinezza e del benessere psico-fisico LYCIUM CHINENSE fa delle bacche tipo POMODORO. È una delle piante più potenti come anti invecchiameto. Viene dalla CINA. Faceva parte dell’alimentazione di un vecchio farmacista cinese vissuto più di 200 anni fa.

La GANODERMA Lucidum si trova nei boschi della Cina. È una delle piante che frena in modo considerevole l’invecchiamento. Contiene una quantità enorme di antiossidanti e aiuta moltissimo il fegato.

Per gli uomini, sul piano sessuale: si prendono i gambi del CARDO Mariano (Sylibum), contiene la SILIBINA, curativo (anche questa buona per il fegato) I gambi si tagliano a pezzetti, si acciaccano e si uniscono alle cipolle, si fa una zuppa e crostini. WITHANIA SOMNIFERA C’è un’altra pianta che favorisce l’equilibrio psico-fisico e ha un notevolissimo effetto anticancro; la WITHANIA SOMNIFERA DUNAL RADICE (www.arcangea.it): è una pianta che viene spontanea in Sicilia (ASVAGANDHA,

www.fitomedical.com 6 al dì). È un vaccino anticancro!! Istruzioni per l’uso 3 gr. di radice polverizzata in un ¼ di litro di acqua. Devono bollire per 8 minuti. Si trova anche in compresse e in gocce. La WITHANIA si comporta come un ADATTOGENO, è una delle piante cardine per il riequilibrio PSICO-FISICO, la coscienza psicofisica viene riequilibrata. Chi non ha figli è favorito dalla WITHANIA perché elimina lo stress, mette in pace te con il mondo. Aiuta anche per l’INSONNIA. Si assume prima dei pasti. Alcune di queste piante di possono trovare a piazza Vittorio. Dario Parlamenti


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Focus: Sport

Le origini della maratona

La Maratona, l’appassionante ed avvincente gara di corsa su strada di 42 km e 195 m (lunghezza stabilita dalla IAAF nel 1921), ha origini molto antiche. Tutto ha inizio nel 490 a.C., data della battaglia che oppose gli ateniesi ai persiani nella piana di Maratona, una località a poco più di 40 km da Atene. Erodoto narra che re Dario I di Persia tentò la conquista della Grecia e la sua incorporazione nell’impero persiano. Lo scontro che seguì fu durissimo, ma i greci ebbero la meglio ed inviarono un messaggero di nome Filippide ad annunciare la vittoria agli spartani. Il giovane di professione emerodromo (emissario di generali e politici, in grado di correre per lunghe tratte), dopo aver percorso il tratto da Maratona ad Atene, da lì raggiunse Sparta per comunicare la sconfitta dei persiani. Una volta dato l’annuncio, tornò ad Atene in meno di 48 ore, ma appena arrivato morì per il grande sforzo fisico: aveva percorso 500 km in tre giorni. Nel XIX secolo, negli Stati Uniti e in Inghilterra, manifestazioni che prevedevano corse a tappe divennero popolari: in una settimana si percorrevano circa 900 km. Nel 1896 venne inaugurata la prima Olimpiade

di Viviana Vannucci

moderna in cui fu inserita una prova di corsa per un tratto di 40 km di strada. Michel Breal e Pierre de Coubertin suggerirono di chiamare la gara Maratona, in onore della famosa battaglia e di Filippide; il vincitore, dulcis in fundo, fu il greco Spiridon Louis di 23 anni che fu acclamato dagli 80.000 spettatori dello stadio e divenne una leggenda dell’atletica, anche se non continuò a correre e rifiutò le offerte in denaro che gli vennero proposte.

Sport: un diritto e mille benefici

Lo sport è conosciuto da tutti come l'insieme di quelle attività, fisiche e mentali, compiute al fine di intrattenere chi le pratica e chi ne è spettatore; pochi sanno che, tuttavia, può rappresentare molto di più. La diffusione della pratica sportiva in quasi tutte le società del mondo contemporaneo è il segno dell'importanza che lo sport ha assunto, in quelle realtà, da un punto di vista sociale, economico e politico. Lo sport è parte integrante della cultura di una società: si sviluppa in simbiosi con i cambiamenti che la contraddistinguono e può essere, esso stesso, il promotore di “competenze sociali”, specie nei Paesi più poveri, prima di tutto di valori umani. Le organizzazioni che operano con lo sport nei paesi del terzo mondo si trovano ad intervenire in contesti certamente non privilegiati. Soprattutto per quanto riguarda l’infanzia e l’adolescenza, spesso bambini e ragazzi crescono in situazioni familiari precarie o non inseriti in un ambiente scolastico, fino ad arrivare al caso di progetti che prevedono il coinvolgimento di orfani e bambini di strada. In queste situazioni, lo sport può assumere un considerevole potenziale educativo: esso, infatti, contribuisce alla promozione delle capacità personali, all’aumento di consapevolezza di valori sociali e può fungere come mezzo per contribuire all’integrazione sociale. Inoltre, nel caso di contesti di infanzia disagiata, lo sport e il gioco possono offrire ai bambini la possibilità di “benessere mentale” attraverso lo svago e la distrazione, e

di Vanessa Pinato

nello stesso tempo favorire la stessa interazione sociale. “Gioco e sport non sono solamente validi strumenti per conseguire importanti obiettivi educativi: essi sono obiettivi di per sé, in quanto offrono concreta applicazione al fondamentale diritto al gioco” enuncia l’articolo 31 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia; mentre l’UNICEF riconosce pienamente il ruolo decisivo che le attività fisiche e sportive ricoprono nell’ambito dello sviluppo sociale e, insieme alle organizzazioni partner, si adopera per integrare le attività ludiche e sportive nei programmi nazionali per la salute e l'istruzione dei Paesi in via di sviluppo. “Mens sana in corpore sano” dicevano i latini e, a quanto pare, avevano ragione; peccato che a ricordarsene sembrino essere solo le Organizzazioni che operano nei Paesi in via di sviluppo, mentre una corsetta farebbe bene anche a noi, che ci vantiamo tanto di far parte del Primo Mondo e, nel frattempo lo stiamo trascinando in rovina: magari ci schiarirebbe le idee. Vanessa Pinato


Salute&Benessere Giugno 2012

Benvenuto Sole

di Laura Napoli

Prepararsi al’esposizione con l’alimentazione giusta Prendere il sole non fa poi così male. Anzi esporsi alla luce stimola il cervello a produrre di più alcuni neurotrasmettitori: non solo la serotonina, che mette di buon umore e riduce il senso di fame, ma anche altri ormoni come quelli tiroidei e le catecolamine surrenali, che danno la sveglia al metabolismo. Certo che troppe ore di esposizione al sole e soprattutto nelle ore centrali della giornata sono sconsigliate. E comunque il sole andrebbe preso a piccole dosi e con un occhio di riguardo. L’alimentazione è importantissima per una buona esposizione al sole e per regolare l’umore. Sono tre le regole base per compiere, in estate, una piccola rivoluzione alimentare da continuare anche durante il resto dell’anno. Più frutta e verdura di stagione a partire dal mattino, meno cereali raffinati e zuccheri, più pesce. Tanta frutta: soprattutto fragole, lamponi, pesche e prugne, ricche di antiossidanti. Puntate su cibi di qualità: un solo piatto con varie porzioni, metà verdure e l’altra metà proteine e cereali. Ma c’è di più, l’estate è il momento per rivalutare la prima colazione. Per essere corretta deve contenere tutti i nutrienti di cui è fatto il nostro organismo. Ci vogliono proteine (yogurt o tofu), vitamine e minerali e carboidrati. E bere tanta tanta acqua.

Fratello Sole, quanto starti vicino???

Basterebbero venti minuti al giorno per assicurarci la dose necessaria di Vitamina D. Viene infatti sintetizzata dall’organismo con l’esposizione ai raggio Uvb. Ma, meteo permettendo, in città chi ci riesce? Peccato, perché questa vitamina di virtù ne ha tante: è fondamentale per la salute delle ossa, il sistema e per avere capelli lucidi e forti. Aiuta anche a mantenere sotto controllo il peso. Comunque è necessario proteggersi. Non meno di una crema 30 nelle ore più calde della giornata. Poi ovvia-

mente dipende dal tipo di carnagione ma bisogna sempre mettersi una protezione anche per le pelli più scure!

Le sostanze per preparare la Pelle al Sole

Vitamine A, E, PP Le vitamine più indicate per preparare la pelle al sole sono la vitamina A e la vitamina E, efficaci antiossidanti che hanno la funzione di mantenere la pelle elastica e di combattere i radicali liberi, principali responsabili dell'invecchiamento della pelle. Molto preziosa anche la vitamina PP previene le scottature e aiuta a rigenerare i tessuti. Licopene e Betacarotene Il licopene e il betacarotene sono due sostanze essenziali per una abbronzatura perfetta. Il licopene è un antiossidante famoso per prevenire la formazione dei radicali liberi, mentre il betacarotene stimola la produzione di melanina mantendendo giovane la pelle. Selenio e Zinco Questo trio è perfetto per preparare la pelle al sole. Il selenio contrasta i radicali liberi e potenzia l'azione della vitamina E, mentre lo zinco ha una grande azione antiossidante. No a Vitamina C e Ferro La vitamina C inibisce la produzione di melanina, quindi è meglio limitare gli alimenti che la contengono se si vuole preparare la pelle al sole. Il ferro, invece, se assunto in eccesso può essere la causa della formazione di radicali liberi: per questo è meglio non assumere integratori di ferro e non mangiare troppi alimenti che lo contengono.


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Salute & Benessere

Gli alimenti migliori per favorire la tintarella

Pomodori: sono la fonte principale di licopene e andrebbero assolutamente introdotti nella dieta per preparare la pelle al sole. L'ideale è mangiarli freschi, preferendo quelli più maturi e rossi, conditi con olio extravergine d'oliva. Quest'ultimo, infatti, potenzia l'azione antiossidante dei cibi grazie ai suoi preziosi componenti. Carote: è presente il betacarotene, un antiossidante molto prezioso per la produzione di melanina e per combattere i radicali liberi. Ma le carote sono preziose anche perché contengono vitamina A, vitamina E e vitamina PP. Ecco perché gli esperti consigliano di mangiare una carota al giorno, cotta o cruda, per una tintarella perfetta.

Frutta e Verdura, noci: pomodori e carote sono gli alimenti più importanti per preparare la pelle al sole perché contengono licopene e betacarotene in abbondanza, ma è possibile trovare sostanze benefiche anche in altre verdure, senza contare la frutta. Il betacarotene può essere trovato anche in albicocche, pesche, papaia, anguria, peperoni rossi e gialli, melone, fragole e lamponi. Le vitamine A e E si trovano in noci e nocciole, anacardi, frutti di mare, mandorle, olio di germe di grano, arachidi,

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broccoli e olio extravergine di oliva. La vitamina PP si può trovare in uova, gamberetti, pesce azzurro e carne rossa. Il pesce e le uova sono inoltre una grande fonte di zinco, mentre il selenio non viene a mancare nelle noci e nel pane integrale. Integratori In combinazione con una alimentazione a base di frutta e verdura, con tanto pesce, si possono anche assumere degli integratori alimentari specifici per la pelle (a base di betacarotene e licopene, da assumere un mese prima di esposizioni solari prolungate).

Consigli utili per un'abbronzatura da urlo

Ricorda, è sempre meglio prevenire che curare! Seguendo un'alimentazione ricca di antiossidanti è possibile nutrire la pelle dall'interno nel migliore dei modi, limitando il rischio di scottature ed eritemi. Se vai al mare porta sempre con te la crema solare e applicala con frequenza, seguendo le indicazioni adatte al tuo fototipo.

Un ultimo consiglio? Limita il sale e al suo posto

usa le spezie per i condimenti: non solo combatterai la ritenzione idrica, ma favorirai anche la tua abbronzatura. E bevi tanta acqua, un ottimo Laura Napoli

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Giugno 2012

Competizione e slealtà nello sport: profili psicologici di Lorenzo Sigillò, sociologo membro ANS

La competizione, vincere ed emergere può diventare talmente importante da giustificare un’intera vita, con tutte le implicazioni che comporta un obiettivo di tali dimensioni. Se biologicamente alcuni istinti determinano il nostro comportamento, è innegabile come la società sia responsabile di una cultura dedicata al conflitto ed al desiderio di predominare.

L’ossessione della competizione che ci viene proposta per scegliere i vincenti, si misura in una sfida con gli amici quanto in una pista olimpica: con buona pace del barone De Coubertin, sembra che l’importante non sia partecipare e che il secondo sia solo il primo degli ultimi, nell’unico desiderio di essere il Re del proprio Mondo. Il meccanismo culturale può persino orientare il nostro profilo di retorica ed i riconoscimenti morali: non ci è concesso estraniarci da quello che ci circonda, dobbiamo pensare tutti allo stesso modo ed alle stesse cose.

Senza scomodare Nietzsche, il migliore non è spesso tale, ma talvolta il più ricco, il più forte, il più intelligente, ma essere il migliore non sarà mai denominato da una formula scientifica. E’ il principio di selezione: andrà avanti solo chi è sufficiente preparato in quella situazione, nessuno si accontenterà di farne parte e l’arrivismo mangerà ogni briciola di moralità, finchè non sarà la paura o il timore di non farcela ad arginare la nostra smania. Questo forte desiderio non sarà arginato dal traguardo, perchè è perversamente umano non godersi ciò, che si ha cercando qualcosa in più, ambizione amplificata dalla voglia di potere e, naturalmente, di denaro. Se i nostri sport sono una diretta trasposizione degli antichi duelli, la produzione di violenza (con aggressività annessa) è un altro profilo della competizione ed una rappresentazione sportiva non ha poi molta differenza da quella che era una lotta tra gladiatori; c’è

persino l’ingrediente del tifo, a volte per appartenenza, a volte solo una manifestazione transitiva di quello che si vorrebbe essere. È più comodo tifare che lottare, ma lo stesso risultato finale avrà conseguenze psichiche diverse. Lo spirito delle istituzioni sportive dovrà essere almeno quello di concedere una condizione paritaria che garantisca la regolarità di un evento. Ma spesso anche questo viene a mancare, quando fa capolino la slealtà: cosa dice la coscienza di un uomo che ha vinto barando? Nulla finchè la sua coscienza dormirà, ma quando si sveglierà cominceranno i problemi esistenziali, uno status che può essere facilmente ampliato alla vita intera senza limitarlo allo sport. C’è chi si sforza di non porsi domande, chi dice che è più facile restare addormentato, magari per sempre, ma sarà valsa la pena di vivere?

Secondo recenti studi sembra che nella regione del cervello detta amigdala, dove vengono gestite molte emozioni, ci sia anche la spiegazione di ciò che regola il nostro senso di correttezza e lealtà, in stretto contatto con la paura, la rabbia e l’ansia. Ci salviamo dando la colpa alla chimica? Cancelliamo con un colpo di spugna l’etica -sportiva e non- rifugiandoci dietro una razionale spiegazione irrazionale? Sarebbe facile. ma cercheremo di non farlo. Ci siamo esposti fino ai limiti della competizione, ben oltre l’esaltazione perché è la nostra società che ci chiede un’identità e la nostra ricerca di questo diventa esasperata finchè non la troviamo, pena la frustrazione ed il fallimento di sé stessi. Ma questi sono punti di non ritorno, mentre la speranza è di riuscirci a fermare qualche passo prima, per intravedere nello sport solo lo spirito di partecipazione, festa ed aggregazione. Condividere un’appartenenza è la parte più bella dello sport, l’emozione di un risultato pulito, la passione per raggiungerlo: sono questi i valori che andrebbero trasmessi alle nostre generazioni.


Giugno 2012

Giugno 2011

. Professionisti Economia

FOCUS DEL MESE

L’IMU è davvero equa? Come tutti ormai sappiamo, è entrata in vigore la nuova imposta municipale propria, già preparata dal governo precedente sotto il nome di imposta municipale unica (IMU). Questa imposta sostituisce la vecchia ICI e la parte di IRPEF sui redditi fondiari relativi ai beni non locati.

Senza dilungarci sulle tecniche di calcolo dell’imponibile, dell’imposta e delle detrazioni, per le quali esistono sedi molto più adatte e specializzate, è bene porre l’accento su una questione di principio, cioè: come si pone l’IMU rispetto alla questione dell’equità?

Anzitutto definiamo l’equità nel modo più semplice possibile. Nella scienza delle finanze si distingue fra due equità. Per l’equità orizzontale, le persone con la stessa capacità contributiva (la capacità di “produrre ricchezza”: reddito, ma anche patrimonio etc.) devono essere tassate allo stesso modo e per l’equità verticale, persone con diversa capacità contributiva devono essere tassate in modo diverso: nello specifico, chi ha di più deve dare di più e viceversa. Quindi, un’imposta per essere equa deve essere pensata in modo da rispettare questi due principi. Traduciamo ora la questione su un piano leggermente più tecnico.

Per l’equità verticale, è cruciale il rapporto fra valore imponibile potenziale (VIP, calcolato sul valore catastale) e valore di mercato dell’immobile (VMI): cioè, la tecnica di calcolo deve fare in modo che, al variare del valore di mercato, ma anche dell’area geografica e dell’epoca di costruzione, debba variare anche l’imponibile nella stessa proporzione, in modo da lasciare costante il rapporto. Nella realtà

Giugno 2012

di Francesco Grasselli

succede l’esatto contrario, poiché gli immobili con VMI maggiore sono meno tassati: per fare un esempio, in Trentino il VIP è un quinto del VMI, mentre in Molise arriva alla metà del VMI. Cioè, in Trentino si paga, in proporzione al valore di mercato, meno della metà che in Molise.

Sull’equità orizzontale si pone il problema della corretta registrazione dell’immobile, e qui è il caso dei famosi quartieri già popolari o rurali e oggi pieni di “snob che cercano la bohème con l’aria condizionata”, nella tagliente definizione del giornalista Luca Goldoni. Oppure di immobili registrati quasi un secolo fa ai valori dell’epoca, che oggi non sono assolutamente più veritieri. In questo caso, quindi, immobili di eguale valore sono tassati diversamente per via dei criteri di registrazione. La prevista rivalutazione del 60% sul valore catastale tutti gli immobili acuirà questa disparità di trattamento, tanto più se si considera che alcuni comuni avevano già rivalutato ma questo ulteriore 60% si applicherà anche a loro, e soprattutto che saranno rivalutati anche gli immobili rurali (che l’ICI non tassava) dove il valore catastale è già superiore al valore di mercato!

In conclusione, quindi, per garantire l’equità sarebbe stata opportuna una rivalutazione differenziata secondo le varie situazioni, e soprattutto una diversità di trattamento fra immobili locati e non locati, senza contare che probabilmente bastava applicare l’IRPEF al patrimonio, che essendo correlata al reddito avrebbe garantito di suo una maggiore equità.


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neaCultura Giugno 2012

L'alfabeto Ogham

di Carlo Famiglietti

I caratteri magici dei Druidi

I Druidi, antichi sacerdoti Celti, usavano dei caratteri magici per richiamare alcune forze sottili dell'universo capaci di agire sulla psiche umana. Oltre ad espletare le ritualità religiose conoscevano, inoltre, le erbe, gli astri e le forze della natura e sapevano indirizzarle e dominarle. A tutte queste capacità aggiungevano, infine, la conoscenza di un proprio alfabeto, quello oghamico collegato alle rune, e della scrittura. Per comprendere appieno la portata di questa specifica cultura è necessaria una premessa. I versi della poesia The song of taliesin, riportata nel poema epico gallese The Mabinogion, grazie agli studi di Robert Greaves sono riusciti a fornire risposte ad alcuni indovinelli collegati alla tradizione gallese della battaglia degli alberi, riferita alla lotta tra due gruppi di Druidi per il controllo dell'apprendimento. In pratica, è stato meglio approfondito il significato dei caratteri magici druidici formati da venti lettere. Le consonanti riprendono i nomi di alberi tipici di alcuni mesi, le vocali rappresentano invece la posizione del sole con solstizi ed equinozi. Questo era appunto il calendario albero dei sacerdoti Celti, utilizzato in tutta l'Europa e nel Medio Oriente nell'età del bronzo, associato alla divinità lunare e al culto della dea madre: in pratica correlato alla prima religione universale del genere umano. Ma quali sono state le implicazioni di questi insegnamenti? Il culto della dea madre era diffuso in tutti i continenti ed aveva connotazioni uniche. Ne sono state ritrovate tracce nei miti e nei riti di quasi tutti i popoli antichi, con riscontri di similitudine ed univocità. Si tratta di caratteristiche peculiari alle quali non è stata data ancora una spiegazione scientifica. Si discute, infatti, di come sia stata possibile la diffusione polverizzata di questo culto, in assenza di mezzi d'informazione e di trasporto, all'interno di civiltà primordiali ed arcaiche e soprattutto in quasi tutti i continenti. Si ritiene – per fornire una prima convincente risposta a tale domanda - che esso attivasse prevalentemente

l'emisfero destro del cervello e fosse quindi basato sull'intuizione: le energie di base di cui è fatto l'universo sono costituite da vibrazioni ed obbediscono a “leggi nascoste”, accessibili a coloro che sappiano rendersene interpreti, come appunto i sacerdoti Druidi, perciò definiti, anche da Plinio il Vecchio, come “conoscitori dell'Albero del Mondo”, cioè dell'Albero Cosmico che, secondo il loro credo, attraversa e sostiene i tre mondi, superiore, mediano ed inferiore. Sono conoscenze che consentono “relazioni mentali, anche trasversali”. Questi concetti ci riportano molto indietro nel tempo, ci raccontano di altre civiltà, di altri popoli. Anche i nostri antenati di Cro Magnon erano esseri che “sentivano” la luna, il sole, il magnetismo terrestre e le altre forze naturali come sovrastrutture con cui sintonizzarsi, quasi fossero viventi, e nella consapevolezza dell'influenza del loro ritmo sulla vita quotidiana. Ad un certo punto della storia dell'umanità il culto della Dea Madre, il culto lunare, venne però soppiantato da quello solare, il famoso carro di fuoco di Apollo che, attivando l'emisfero cerebrale sinistro, cominciò ad indirizzare l'umanità verso la scienza e la razionalità, respingendo l'alfabeto albero orfico ed introducendo quello commerciale fenicio, con cui nacquero la letteratura e le scienze europee. E' molto triste pensare che attualmente le rune, gli antichi alfabeti misterici, vengono utilizzati semplicemente come carte da gioco o divinatorie. Purtroppo ciò è avvenuto perchè la mentalità magica di Cro Magnon è stata soppiantata dalla mente “bicamerale” di oggi. Le conoscenze dell'uomo antico consistevano in un lento e progressivo senso di coinvolgimento intuitivo dell'universo che non aveva bisogno di enciclopedie. Bastava la lettura delle stelle, della natura, degli alberi appunto, come facevano gli antichi sacerdoti Celti con il loro alfabeto misterioso. Oggi, invece, esploriamo sempre più la materia, ed è un bene, ma purtroppo dimentichiamo che nell'Universo “c'é anche dell'altro”.


neaCinema Giugno 2012

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Frammenti di cinema horror dello sceneggiatore e regista Jonathan Zarantonello di Laura Andina (Responsabile Produzione Cinematografica)

Chi sono per te i migliori registi horror se si volesse suddividere questo genere in gotico, fantascientifico, psicologici, slasher, splatter...?

Il mio sottogenere preferito all’interno dell’horror è il film in cui un gruppo di persone viene massacrato senza motivo, non importa da chi: l’assenza di meccanismi come la nemesi, o colpa-punizione rende tutto più profondamente inquietante e divertente. Non sono un appassionato di gotico, ma se dovessi indicare un film, non potrei che optare per “La Maschera del Demonio”, con Barbara Steele... Per quanto riguarda il fantascientifico, ovviamente "Alien", il primo, ma anche il quarto e il primo "Pitch Black". Psico? Direi "Martyrs", l’horror più profondamente devastante di tutti i tempi. Slasher: "Hostel", se si può definire uno slasher, ci sono molte armi da taglio!...Splatter: troppi ce ne sono! Vogliamo dire un nome? Frank Henenlotter!

Prima che internet divenisse l'attuale infinito laboratorio di "bricolage" sessuale gratuito, era comune accostare il genere pornografico al genere horror: di certo non per la qualità della sceneggiatura, fondamentale per quest'ultimo e poco rilevante per l'altro, ma per la produzione, avevano infatti entrambi cost minori. Da sceneggiatore e regista, qualicaratteristiche scegli e persegui nel realizzare un film horror in cui credere e investire? L’horror e il porno sono i due generi che non hanno bisogno di star, perché la star è il genere stesso. Li accomuna anche l’uso che fanno dei corpi, che vengono aperti e penetrati in entrambi i generi. Nell’uno vengono esaltate la bellezza e le forme, nell’altro la bruttezza e la deformazione e in entrambi si finisce sempre con un grande spargimento di liquidi... Come fan dell’horror provo a fare i film che mi piacerebbe vedere e quelli che mi piace vedere di più sono i

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film insoliti, iperviolenti e provocatori. Oltre a quelli in cui la gente muore senza motivo...

Hai mai pensato a scrivere un horror di politica e finanza? dalla traiettoria che questo genere ha tracciato nella storia del cinema, sembrerebbe giunta l'ora... Sì, hai ragione, l’horror rispecchia e deforma i tempi in cui viviamo e interpreta le nostre paure e adesso la crisi economica fa paura a tutti. Un "American Psycho" riadattato ai giorni nostri, un Gordon Gekko all’interno di "Society" di Yuzna. Il primo film a parlare della crisi in modo molto efficace, anche se non è un horror è stato il bellissimo "Girlfriend Experience" di Soderberg, invece ho trovato "Cosmopolis" di Cronenberg privo di amore per il pubblico, che è la qualità essenziale che ogni film dovrebbe avere.

In occasione della proiezione di "Dracula 3D" di Dario Argento, la recensione dell'Hollywood Reporter inizia così: "You’ve got to love Italy..” Se la firma del maestro Dario Argento ormai ha perso il suo potere sulla critica, se non sul mercato, forse è un bene per i futuri autori horror italiani. Sei d'accordo?

Dario Argento è la metafora perfetta di questo paese: un glorioso passato e un presente ridicolo. E io mi sento uno dei tanti figli traditi da un padre che non ha più amore per il pubblico. Non credo che se i suoi film andassero male, ci sarebbe più spazio per nuovi autori horror, anzi i produttori/distributori, che fanno milioni di Euro con gli horror americani, già dicono che l’horror non funziona e per questo non producono horror italiani, figuriamoci... Sarebbe bello invece se tornasse a produrre talenti, come ha fatto con Lamberto Bava e Michele Soavi, ma chissà com’è, non lo fa più...


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dove trovo la Rivista?

nel Focus di Luglio si parlerà di...

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