nea Polis Rome Italy

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INTERVISTA A AD E.Marino, RESPONSABILE PD AMBIENTE INTERVISTA AI

REGISTI DEL FILM “RISTABANNA”

Notizie dai Municipi

Un nuovo soggetto associativo nasce all’Aurelio “Ognuno per tutti” Decoro day: polemiche in Municipio Chiude la ASL RMD Psicoterapia a Prati: un servizio per tutti Viaggi Impossibili

Municipio XVIII: caos,

traffico e disservizi Stazione Aurelia all’abbandono Polveri sottili: Roma da redord

Speciale: Ambiente

La Tunisia Liberata Ambienti di lavoro: vi raccontiamo néaPolis La salute del Tevere Greenadvantage: il Green Business Dimmi cosa mangi e ti dirò cosa rischi


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Editoriale

Claudio Napoli

Economista (Spec. Internazionale)

3 Maggio 2012

Salvare la forma anche se la barca affonda

L’Italia è un paese meraviglioso, ricco di arte, cultura, paesaggi e menti geniali. Tuttavia, qualcuno dovrebbe spiegare ad uno straniero in visita nel nostro paese come stanno veramente le cose, ossia che in Italia si predica bene e si razzola male. Questo vizietto lo abbiamo ereditato con la Costituzione, carta democratica tra le più belle e progressiste al mondo ma al contempo profondamente inattuata. Infatti, tutti sanno che esiste un’Italia formale ed una sostanziale ossia due paesi, uno scritto e uno non scritto. Non lo sapevi? Il 150° anniversario dell’Unità d’Italia poteva essere l’occasione per festeggiare ma anche fare autocritica e riconoscere errori e fallimenti: d'altronde, morire è un po’ come rinascere diceva una canzone. Così non è stato. Giustizia ed autocritica non sono di questo mondo ma dell’altro diceva il Papa al Marchese del Grillo. Troppi dualismi e troppe contraddizioni. Accanto ai festeggiamenti si potevano aprire dibattiti per far ripartire l’Italia con una nuova e più capace classe dirigente? Nulla di tutto ciò. Per l’ambiente culturale nel quale viviamo questo non è ammissibile perché bisogna salvare la forma anche se la barca affonda. Guai a cambiare qualcosa, si rischia l’infermo anche se forse già ci siamo. Vivere in un ambiente immobile, disinteressato, apatico è frustrante per i giovani (presto saranno quarantenni) e mi chiedo fino a che punto sopporteranno. I paesi virtuosi in Europa sono condotti da Primi Ministri quarantenni così come le migliori amministrazioni d’Italia. Tuttavia, nel nostro bel paese siamo lontani dal prendere una piega costruttiva e dinamica in quanto siamo guidati da una classe politica ed economica decrepita che non guida. Ci si può attendere che un settantenne abbia la forza e la lungimiranza di far crescere un paese? Ti sembra normale che la tv italiana pulluli di anzianotti strilloni e tromboni dove se sommi

l’età degli invitati al programma si arriva facilmente a 500 anni, altro che 150 anni d’Italia! Provateci! Il lifting sì, ma la matematica non mente. D'altronde il Governo Monti, il cui consenso è in forte calo, lo ha certificato. La vecchia classe politica che ha governato per 40 anni (altro che dittature!!!) ha fallito. I poteri forti sono dovuti intervenire prima che una logica faziosa dei partiti e la loro irresponsabilità ci portasse al fallimento. Ma a che prezzo e con un approccio conservatore e privo di innovazione! E’ bene saperlo: l’ambiente culturale che guida l’Italia è conservatore. Quando un paese è guidato da tanti anziani lo è tendenzialmente per forza e per natura. Conservare significa che tutto rimane così com’è. Quindi, se le cose ti vanno bene meglio, altrimenti ti accontenti. Questo ambiente mortifica le aspirazioni di singoli e gruppi che invece sono animati dalla voglia di cambiare le cose, hanno le capacità di proporre prima di tutto un nuovo modo di pensare e di creare anche un nuovo ambiente culturale e di lavoro basato ad esempio su collaborazione e concretezza. Questo numero è dedicato all’ambiente a 360°: quante volte abbiamo sentito parlare di autorizzazioni che consentono di inquinare? Tante, ma che importa basta avere “le carte” in regola. Dell’Italia bisognerebbe dire che è un paese non fondato sul lavoro ma sulla burocrazia, sull’apparenza e la formalità. Infatti, le consulenze si sprecano così come i nostri soldi per finanziarle senza che mai si veda il briciolo di un cambiamento e di un’innovazione. Vogliamo parlare di come sono avvelenati gli ambienti di lavoro? Un altro fallimento che per ora non merita commento. La nostra Associazione è parte di un movimento più ampio che intende tradurre i pensieri in parole ed azioni…seguiteci…

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SOMMARIO

Maggio 2012, anno III

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FOCUS

AMBIENTE

Editoriale

ROMA REDAZIONE Editore: Claudio Napoli Direttore Responsabile Elio Tomassetti Direttore Commerciale Carlo Famiglietti Comitato scientifico: Edy Viola, F. Napoli

Grafico: Daniele Palone daniele-palone@alice.it Advertising & Marketing: Francesco Zanca Collaboratori:

Francesco Grasselli, Alessandro Ranieri, Laura Napoli, Valeria Pucci, Valerio Pelliccia, Viviana Vannucci, Federico Monti, Lorenzo Sigillò, Paolo Migotto, Giorgio Zussini, Laura Andina, Vanessa Pinato, Daniele Palone, Valentina Sanzone Salvo accordi scritti, la collaborazione con il mensile Nea Polis Roma è da considerarsi a titolo gratuito Foto ed Immagini sono tratte dal web. L’editore ha cercato di rintracciare gli aventi diritto ai crediti fotografici non specificati ed è a disposizione per chiarimenti.

Tipografia: G. De Vecchi Pieralice, 20 00167 Roma Registrazione Tribunale di Roma: n. 360/2010 del 17 settembre 2010 N° iscrizione ROC: 20384 Sede Operativa: via G.Funaioli, 54

PER INFORMAZIONI E PUBBLICITÀ

320.22.84.368 06.94368579

Email: pubblicita@neapolisroma.it info@neapolisroma.it Nel prossimo numero 30 dove trovo la rivista 30

Salvare la forma anche se la Ambiente di Lavoro: vi barca affonda .3 raccontiamo néaPolis

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Società Psicoterapia a Prati: un servizio per tutti 11 I soliti romani:

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Uomini ed Aziende Green Green Advantage: uomini ed Gregorio VII - Prati- Boccea imprese. .17 V.Aurelia-Casalotti-M.Spaccato Oggi spendo .15 Diamo un taglio ai rifiuti .18 Un nuovo soggetto nasce nel .19 panorama associativo .6 La salute del Tevere Municipio XVIII: caos, traffico e I depuratori di Roma .19 disservizi .7 Pannelli fotovoltaici: ma quanto Intervista ad Estella Marino, ci costano? .20 Responsabile ambiente PD .8 Inquinamento sottile: Roma da Stazione Aurelia, lasciata .20 all’abbandono .9 record Ambiente artistico: troppi i I parchi pubblici del Municipio XVIII: interventi puntuali ma mostri, pochi i nuovi .21 senza una visione .9 Dimmi cosa mangi e ti dirò Decoro Day: polemiche .10 cosa rischi .21 Prati - Trionfale

Roma Notizie

Monteverde-Bravetta-PisanaMalagrotta-Portaportese

Continua la battaglia a tutela dell’area verde La manifestazione contro la privatizzazione di ACEA Il Poliambulatorio è inagibile Roma Capitale: quali novità?

NON BUTTARMI, REGALAMI O RIPORTAMI

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& Relazioni

Notizie dal Mondo

Il viaggio nella Tunisia libera .23

Salute & Bellezza

Dimmi che smalto usi e ti dirò .24 .12 chi sei

.13 .14

Professionisti

L’amministratore del futuro .26 Nullità delibera assembleare .27

nea cultura/nea cinema

La leggenda Maya: teschi misteriosi .28 Ristabanna: la Sicilia interpretata dal grande Ben Gazzara .29


Notizie da Roma Capitale Maggio 2012

Un nuovo soggetto nasce nel panorama associativo del Municipio Aurelio

“Ognuno per tutti”

Manifestazione Sabato 26 maggio ore 16.30 (Metro Battistini):

“Insieme per risolvere i problemi del nostro territorio”

Un nuovo soggetto nasce nel panorama associativo del 18° Municipio, anzi no, non si tratta di un soggetto nuovo, perché in esso sono presenti associazioni e portatori di istanze che erano già presenti sul territorio, si tratta di un nuovo metodo di affrontare i problemi.

Il Coordinamento Ognuno per Tutti nasce con l’idea di unire tutte le associazioni che si battono per la salvaguardia dei beni comuni, dei parchi, perché le istituzioni si impegnino per il miglioramento della mobilità nei quartieri, per la pulizia e il decoro della città, e per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini, contro tagli alla spesa pubblica, alla sanità, all’istruzione, che finiscono sempre per penalizzare i più deboli, in una logica di degrado infinito e di continua spasmodica ricerca del profitto. Hanno aderito finora molte associazioni, tra cui l’Associazione Villa Carpegna, Casalottilibera, Legambiente, Comitato Promotore Parco della Cellulosa, Comitato Pasquino 18, Cittadinanzattiva Assemblea Aurelio, Comitato Forte Boccea Bene Comune, Comitato l’Italia Sono Anch’io, Comitato Parco Piccolomini, Associazione Acquafredda – Parco di Montespaccato, Unione Inquilini zona Ovest, La Rete di Montespaccato, La fabbrica di nichi Montespaccato, la Cittadella Montespaccato, anche l’ANPI e Nea Polis hanno comunicato la loro adesione.

Sul solco degli insegnamenti di Don Milani, per cui fare politica significava prendersi cura degli interessi di tutti e lanciare un ponte di solidarietà per superare il muro dei vari egoismi e non arraffare diamanti e lingotti d’oro, è stata lanciata una manifestazione per il 26 maggio pre 16.30 con corteo dalla stazione metro di Battistini, e arrivo a piazza Irnerio dove i rappresentanti delle associazioni interverranno su: a) difesa dei beni comuni dalla speculazione edilizia; b) sviluppo di una viabilità sostenibile e rispetto degli impegni presi con la cittadinanza per l'allargamento della Boccea; c) sviluppo di una gestione responsabile del tema dell'ambiente e dei rifiuti superando l'inerzia e l'irresponsabilità delle istituzioni preposte; d) sicurezza (incremento di delitti, omicidi, furti, estorsioni); e) diritto alla salute e disastri gestionali (S. Carlo, IDI Monti di Creta, Cristo Re etc); L’invito per i cittadini e per tutte le associazioni è di aderire in massa, per far sentire la propria voce e per riappropriarsi di un bene prezioso:

“la partecipazione, perché è stato anche a causa del disinteresse di tutti, che la politica ha toccato il fondo in questi ultimi tempi”. Per informazioni: ognunopertutti@gmail.com, oppure a: redazione@neapolisroma.it Alessandro Ranieri


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Municipio XVIII: caos, traffico e disservizi

Il territorio del Municipio Roma 18 è alquanto esteso. Partendo da S. Pietro arriva alla campagna oltre Castel di Guido sino al fiume Arrone, in prossimità del bivio di Fregene. Racchiude una popolazione di 135.981 abitanti con un estensione di 6.866,99 ettari. Il quartiere è anche bello, in quanto non presenta palazzi troppo alti ma i servizi sono pochi ed i disservizi tantissimi.

La metà del municipio XVIII non è assolutamente collegata con i mezzi pubblici. Le aree di Castel Guido, Casal del Marmo, Selava Candida, Casalotti, Montespaccato sono isolate ed il servizio pubblico è decisamente inadatto. Fin dalle sette del mattino ci sono lunghissime code sia dalla parte dell’Aurelia che da Casalotti. Occorre anche un’ora per fare 3 chilometri! Il Traffico è un problema che sembra proprio non interessare a coloro che ci governano. Ognuno fa ciò che vuole. Per Via di Boccea la mattina sono costantemente tutti in doppia fila e si scrutano lontanamente solo due vigili a dirigere un traffico in tilt. Ma la mattina dove sono i vigili? Ma non dovrebbero trovarsi quotidianamente su via di Boccea a fare le multe a chi si trova in doppia fila? Per non parlare del fatto che raggiungere la metro A è impossibile con la macchina: traffico e mancanza di parcheggio. Perché il Municipio non si interessa di sa-

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Laura Napoli

nare il parcheggio sotterraneo di Cornelia inutilizzato da tanti anni che potrebbe fungere da parcheggio di scambio Auto-Metro? Nessuno si è dimenticato dell’Auditorium di Cornelia, altro momumento allo spreco, di cui questa amministrazione si disinteressa. Scarse le piste ciclabili. Pochissime aree gioco comunali per i bambini. Inoltre il municipio XVIII è dotato solo di 4 aree per i cani, praticamente se uno abita a Casalotti deve fare dieci chilometri per portare il cane all’area più vicina e ben quattro chilometri se lo si vuole portare da Montespaccato a Torre vecchia. Insomma come si fa a vivere bene così? La qualità di vita nel Municipio è peggiorata sensibilmente. Anche se si vedono alcuni piccoli cantieri, la sensazione è che non si stia facendo abbastanza e molti cittadini sottolineano che la situazione è peggiorata rispetto agli anni passati. Perché non partano i lavori di via Boccea? Crediamo che i cittadini dovrebbero iniziare ad interessarsi maggiormente dei problemi del proprio territorio per segnalare, associarsi e migliorare la vivibilità del quartiere che è in peggioramento.

Per questo l’Associazione Nèa Polis ha di recente costituito diversi comitati territoriali cittadini per tracciare un percorso costruttivo e pretendere l’intervento delle istituzioni. Ti aspettiamo… associazione@neapolisroma.it tel. 0694368579


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Roma Notizie: Gregorio VII - Boccea - Valle Aurelia - Casalotti - Montespaccato

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INTERVISTA ad Estella Marino

Responsabile ambiente del PD Roma

“Che fine hanno fatto i soldi destinati dalla Regione a Roma Capitale per la raccolta differenziata?”

Lo scorso 21aprile, Il PD Roma ha lanciato una mobilitazione cittadina per denunciare, ancora una volta, il grave rischio che la Capitale vada in emergenza rifiuti; siamo ancora in tempo per salvare l’ambiente? E’ possibile coniugare le richieste del Pd di attivare la raccolta differenziata porta a porta, destinandole le risorse necessarie e di portare a pieno regime gli impianti di trattamento meccanico biologico già realizzati, con la nuova proroga alla chiusura della discarica di Malagrotta? Indubbiamente su questo tema siamo in grave ritardo: dobbiamo affrontare una seria riconversione della gestione del ciclo rifiuti a Roma. Innanzitutto, è necessario far funzionare a regime gli impianti di trattamento che già esistono e che potrebbero trattare circa la metà delle 5.000 tonnellate/giorno di rifiuti prodotti dalla Capitale, per il momento, ancora conferiti nella discarica di Malagrotta senza alcun trattamento. Inoltre è fondamentale avviare la raccolta differenziata porta a porta,l’unico modo che abbiamo per arrivare a differenziare almeno il 40-50% dei rifiuti. Le risorse ci sono visto che la precedente Giunta Regionale ha stanziato, per la raccolta differenziata, – nel triennio 2009-2011- 21 milioni di euro per la Provincia di Roma e circa il doppio per Roma Capitale.

E’ facilmente dimostrabile che i soldi destinati alla Provincia di Roma sono stati spesi per portare in tre anni gli utenti della differenziata da 25.000 a circa 450.000 coinvolgendo circa 1 milione di abitanti, non si capisce bene invece che fine abbiano fatto i finanziamenti per la differenziata di Roma Capitale.

La strada per risolvere il problema ambiente

nella nostra Capitale e non solo, è piuttosto lunga, ma quali sono i passi più urgenti da compiere? Cosa pensa del “ Piano Roma”, documento pensato per la situazione rifiuti nella provincia?

L’Accordo per Roma attorno al quale il Ministro Clini sta costruendo un patto tra i vari soggetti chiamati in causa – enti locali (Regione, Provincia, Comune), aziende pubbliche che operano nel ciclo dei rifiuti e operatori del settore – richiama proprio i soggetti istituzionali ed imprenditoriali della Capitale, al raggiungimento complessivo degli obiettivi di cui parlavo sopra. I passi da compiere sono appunto: la diffusione della differenziata porta a porta nella Capitale (che necessita anche di una azienda municipalizzata in grado di gestire tutto il servizio), la costruzione degli impianti di filiera per il recupero delle frazioni separate, in particolare gli impianti di compostaggio, (plastica, vetro, carta, ecc.) investendo nell’ economia “verde”, e la promozione di un diffuso senso comune nei cittadini verso comportamenti sostenibili.

L’Europa sta investendo molto sull’ambiente e la sostenibilità, con obiettivi precisi per il 2020; è possibile un piano di raccordo tra Roma e l’Europa?

Sono necessari interventi seri, strutturali, che riguardano settori produttivi ed infrastrutturali, ma anche la modifica di alcune pratiche quotidiane che riguardano migliaia di cittadini: dalla mobilità (trasporto pubblico, incentivi alla ciclopedonalità, carsharing, bikesharing ecc.), alla gestione delle aree verdi, all’incentivo di tutta l’imprenditorialità legata alla green economy e allo sviluppo delle tecnologie per la produzione di energia da Vanessa Pinato fonti rinnovabili.


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Stazione Aurelia, lasciata all’abbandono

«A proposito delle azioni finalizzate ad implementare gli standard di sicurezza urbana nelle stazioni delle Fs dopo il brutale omicidio della signora Giovanna Reggiani, prendendo atto delle dichiarazioni di Giorgio Ciardi, delegato sulla Sicurezza del Sindaco di Roma, sulla situazione riguardante la stazione di Tor di Quinto, lo invitiamo a farsi un giro, magari insieme al Sindaco Alemanno, anche in altre stazioni romane delle FF.SS. per rendersi conto del vergognoso stato nel quale alcune di queste sono state abbandonate dall’Amministrazione capitolina in questi ultimi anni. In particolare, va segnalata la situazione di quella di Roma Aurelia, che sorge a ridosso dell’omonima consolare, in un punto disabitato dell’estrema periferia romana, il cui piazzale antistante, che ospita anche tre capolinea Atac, è da mesi completamente al buio. Una situazione, questa, più volte denunciata invano dalla stessa cittadinanza, che rappresenta un oggettivo pericolo per tutti coloro che sono costretti ad accedere a tale struttura nelle ore serali e notturne».

È quanto dichiara in una nota Giovanni Barbera, membro del comitato politico romano del Prc-Federazione della Sinistra: «Chiediamo al Sindaco e al suo delegato alla sicurezza che cosa aspettano ad intervenire per ri-

pristinare l’illuminazione pubblica, garantendo quelle condizioni minime di sicurezza e di civiltà che dovrebbero essere garantite in tutte le strutture pubbliche della città. Purtroppo sulla sicurezza, quella vera, fatta soprattutto di prevenzione, continuiamo a registrare solo tanta demagogia da parte dell’attuale Giunta». Si noti che il sottopasso è utilizzato come rifugio dai tossicodipendenti. Mentre le ‘working women’ che adescano i clienti nel circondario spesso consumano i rapporti clandestini nel parcheggio di scambio della stazione. La stazione Aurelia serve per lavoratori e visitatori dell’Aurelia Hospital, studenti e pendolari diretti al Capolinea delle linee autobus ATAC 028-247-985-087 o alla fermata del bus 246. Presso la stazione effettuano fermate esclusivamente treni regionali per MaccareseFregene, Cerveteri-Ladispoli, Civitavecchia, Grosseto, Montalto di Castro, Roma San Pietro, Roma Ostiense, Roma Termini e Roma Tiburtina. Ricordiamo anche che la stazione meriterebbe collegamenti maggiori. È in fatti irraggiungibile per gli abitanti del quartiere Bravetta-Pisana-Vignaccia se non con l’automobile. Il che è il colmo, in quanto la distanza è di un paio di km e un collegamento diretto con la stazione stessa sgraverebbe il traffico di una zona fortemente intasata. Daniele Palone

I parchi pubblici del Municipio XVIII: interventi puntuali ma senza una visione

Il Municipio XVIII si caratterizza di numerose aree verdi. Tra le principali Villa Pamphilj e Villa Carpegna, insieme ad altre meno conosciute che dovrebbero essere oggetto di più attenzione. Sono ancora pochi, infatti, gli interventi promossi dall’amministrazione municipale volti alla riqualificazione di zone come il Parco del Pineto, quello di Giovanni Paolo I, di Valcannuta, della Cellulosa e di Piccolomini. Finora sono state prese solo iniziative ad hoc per la manutenzione di questi territori, come quella del “Quarto Decoro Day” organizzata dal Presidente Giannini con l’ausilio di alcuni comitati antidegrado: la manifestazione ha riguardato la pulizia di una parte del Parco del Pineto. Oltre a questo intervento è da ricordare quello più ampio e capillare che ha visto impegnata la cooperativa Servizio Giardini insieme a numerosi volontari, nella rimozione di rami caduti e di potature preventive in tutte le aree verdi del

quartiere Aurelio. Tuttavia sarebbe necessario stabilire un piano di recupero e di manutenzione che non riguardi solo iniziative sporadiche, ma che incentivi un progetto ciclico ed uniforme. Una soluzione efficace, ad esempio, è quella promossa dal Piano Regolatore Generale di Roma (Giunta Veltroni) che in alcuni punti interessa i polmoni verdi del Municipio XVIII, come quello che prevede la trasformazione in area pubblica dell’area della Cellulosa e la conservazione di una parte dell’ente proprietario già destinata ad attività agricole. Nello stesso programma è prevista, inoltre, l’acquisizione da parte del Comune del Parco Piccolomini e la conseguente trasformazione in territorio di pubblica utilità e non a campo da golf. Viviana Vannucci


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Decoro Day: polemiche tra il Presidente Giannini e la consigliera Gianna Filardi di Alessandro Ranieri

Il 31 marzo si è svolto la 5^ edizione del Decoro Day nel 18° Municipio, alla presenza del presidente Giannini, del presidente AMA Benvenuti, anche loro armati di scope e altri attrezzi, dei volontari per il decoro urbano, di rappresentanti di associazioni come Bastacartelloni, Cittadinanzattiva, Riprendiamoci Roma. In via delle Fornaci e alla Stazione San Pietro sono state ripulite le strade, ripulito il giardino antistante la stazione, rimossi molti manifesti abusivi e i tantissimi adesivi che erano attaccati sui muri, sugli sportelli dei contatori, sui pali della luce. In via Albergotti è stato ripulito l’ingresso del liceo Seneca, che ha cambiato volto.

E qui parte la polemica: il 4 aprile la consigliera Gianna Filardi, capogruppo PD al Municipio, presenta interrogazione al Presidente del Municipio per chiedere, tra l’altro, notizie sui costi dell’operazione, e se siano state elevate multe nei confronti di chi aveva affisso abusivamente manifesti e adesivi, dato che questi riportano indicato nome e cognome, indirizzo e telefono di chi, o per conto di chi, sono stati attaccati. Il presidente del Municipio rispondeva affermando che l’operazione era stata del tutto volontaria, senza costi e che certo non si pensava con questi interventi, di risolvere i problemi del degrado di Roma e del Municipio, data la vastità del territorio, e dato anche che,

subito dopo, gli imbrattatori tornano all’opera, ma di dare un esempio di civiltà e di rispetto per il prossimo.

Fermo restando che dispiace che iniziative che dovrebbero unire, in realtà poi finiscono per sollevare polemiche, sembra comunque pienamente legittimo chiedere notizie all’amministrazione circa i costi e le modalità del suo operato, così come sembra legittima la richiesta circa le eventuali multe sollevate. Infatti, come abbiamo avuto modo di dire in altre occasioni, tipo lo sgombero del Pineto, oltre a questi interventi, occorre mettere in atto iniziative volte a prevenire il degrado, con maggiori controlli, come ad esempio fatto il 25 aprile, in cui si è avvertita la presenza dei carabinieri all’interno di un affollatissimo Parco del Pineto, e soprattutto, sanzioni. Al di là del fatto, quindi, se siano state elevate sanzioni o meno, rivolgiamo appello al Municipio, di intervenire per sanzionare questi comportamenti incivili, senza aspettare il prossimo Decoro Day, ma semplicemente con un giro per le strade del Municipio, fotografando cartelloni e adesivi abusivi (ad esempio sulla via Boccea, al bivio con via di Casalotti, sotto il ponte del raccordo, all’incrocio con via don Gnocchi, ma si possono fare mille esempi), e facendo rispettare la legge, per il decoro di Roma e dei suoi cittadini. a.ranieri68@alice.it

LA RIVISTA Néa POLIS


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Prati - Trionfale (Municipio XVII)

Psicoterapia a Prati: un servizio per tutti

Intervista alla dott.ssa Annalisa Murolo, Psicologa esperta in ambito clinico

Nell’articolo di aprile Il Dott. Ordine ha spiegato come il Centro di Psicologia La Fenice faccia riferimento alle teorie dell’attaccamento. In cosa consiste questo tipo di approccio? Le teorie dell’attaccamento potrebbero definirsi come una versione più aggiornata del primo pensiero di Freud, sviluppata ad opera di John Bowlby. Il nucleo concettuale di tali teorie è relativo alla convinzione che il disagio psicologico si origini dal maltrattamento che la persona ha subito dai propri genitori nel corso dell’infanzia e della adolescenza. Per maltrattamento in tale ambito si intende la mancanza di cure delle quali un bambino ha naturalmente bisogno e l’erogazione di comportamenti non attesi (percosse, violenze sessuali, umiliazioni). Da un punto di vista pratico in cosa si differenziano le teorie dell’attaccamento dalla psicoanalisi ortodossa? Gli psicoanalisti di “prima generazione” tendono troppo spesso a mantenere nei confronti del paziente un atteggiamento freddo e distaccato. Essi, ad esempio, rimangono in silenzio per la maggior parte della seduta,

Per ulteriori informazioni vi invitiamo a consultare il sito:

www.lafenicepsicologia.it

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evitano qualsiasi contatto oculare col paziente e gli volgono fisicamente le spalle. Gli psicologi che seguono le teorie dell’attaccamento cercano invece di stabilire con la persona una relazione alla pari, caratterizzata da vicinanza emotiva, autenticità, empatia e partecipazione attiva. Un’altra differenza di base riguarda il fattore tempo. Le terapie condotte secondo il nostro metodo tendono in genere a concludersi in tempi decisamente più brevi rispetto alle psicoanalisi classiche. Potrebbe darci un esempio dei temi trattati in questo tipo percorso terapeutico? La psicoterapia non fa altro che raccontare all’adulto la storia di come fu veramente trattato da piccolo, superando le idealizzazioni con cui ciascuno ha nascosto le ferite affettive ricevute nel corso del proprio sviluppo. Il paziente viene invitato a ricostruire la narrazione della propria vita, non per come gli è stata riportata dai suoi genitori, ma per come egli l’ha realmente sperimentata. Questo percorso restituisce alla persona la capacità di riconoscere che le percezioni di sè e degli altri, derivate da passate esperienze dolorose, possono non essere apVanessa Pinato propriate al suo presente e futuro.


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Roma Notizie: Portaportese-Monteverde-Bravetta-Pisana-Massimina Continua la battaglia a tutela dell’area verde

Via Eudes/via degli Antamoro: nuovo presidio contro la pompa di benzina con il Presidente Bellini e l’on. De Luca di Elio Tomassetti

Torniamo a parlare della vicenda della pompa di benzina nell’area verde tra via degli Antamoro e via San Giovanni Eudes. Poco più di un ettaro, la cui proprietà è divisa tra due soggetti distinti, che il Comune di Roma sta da anni tentando di acquisire e che è destinata da Piano Regolatore a servizi per il quartiere. È proprio questo il punto: con tutte le autorizzazioni necessarie un privato aveva iniziato a costruire una pompa di benzina in uno spicchio di questo fazzoletto verde. Ma un distributore di benzina può essere paragonato ad un servizio pubblico? Per i cittadini assolutamente no. Dopo il presidio del 30 marzo scorso e la mobilitazione degli abitanti della zona, i lavori si sono bloccati ed il Municipio XVI è intervenuto con determinazione. In particolare, il Presidente Bellini, in data 13 aprile, ha scritto una lettera molto pesante al Sindaco, agli Assessori e ai Dipartimenti comunali competenti, in cui chiede la revoca della Determinazione Dirigenziale n. 918 del 30 marzo 2011 (che di fatto dava il via libera all’opera). Secondo quanto scritto da Bellini, un’autorizzazione simile non è possibile darla senza il parere (politico) del Municipio. Tale parere non è mai stato richiesto, fermandosi il tutto agli Uffici tecnici.

Sarebbe quindi viziato l’atto. Anche il consigliere comunale Athos De Luca ha richiesto la revoca della Determinazione Dirigenziale n. 918 per la medesima motivazione. Non a caso, il Segretario Generale, a seguito di questi atti, ha richiesto agli Uffici competenti maggiori chiarimenti sul procedimento in oggetto. Quindi, per ora, i lavori rimangono bloccati. Per comunicare tutto questo ai cittadini, il 4 maggio c’è stato un nuovo presidio tenutosi presso il piazzale retrostante la Scuola Villoresi, con la presenza del Presidente Bellini, dell’on. Athos De Luca e degli assessori e consiglieri municipali della zona. Il presidio è stato promosso dal Comitato XVI Municipio Pisana e dai cittadini che vivono tutti i giorni l’area verde e ha visto l’adesione del PD Pisana Bravetta. Per il momento, per dirla con le parole di Athos De Luca, «la collaborazione cittadini-istituzioni-realtà locali ci sta dando gli strumenti per poter fermare questa ennesima speculazione. L’area deve rimanere al servizio dei cittadini e deve essere al più presto acquisita.» Noi continueremo a tenervi informati e a vigilare sperando che l’intervento del Segretario Generale faccia definitivamente luce al riguardo.

La manifestazione contro la privatizzazione di Acea

Roma, 5 maggio 2012- Il nostro inviato speciale daniele Palone ha seguito per Néa Polis il corteo ed il comizio contro la privatizzazione/svendita di Acea e dell’acqua pubblica, e di tutti quei servizi pubblici, indisponibili, che sono partimonio della cittadinanza romana, come il trasporto pubblico, la gestione del ciclo dei rifiuti, etc…

Per la prima volta dopo anni nella scena politica della Capitale erano presenti i maggiori partiti della sinistra: PRC/FdS, IDV, PD, SEL, PSI, Verdi ed i sindacati CGIL e CoBas/CUB. Ma soprattutto erano presenti i tanti romani che neanche un anno fa, tramite il referendum, hanno ribadito il loro dissenso di fronte alla svendita del patrimonio pubblico, delle municipalizzate, di servizi e risorse che –a nostro avviso- è bene rimangano

sotto il controllo pubblico. Una moltitudine dignitosa e composta, ma determinata nel far conoscere il proprio modesto giudizio all’amministratore del bene pubblico, sia egli sindaco, governatore o presidente del consiglio. Il corteo, radunatosi a Piazza Vittorio Emanuele, ha raggiunto in una atmosfera festosa Piazza Venezia, concentrandosi infine nell’attigua Piazza SS Apostoli dove si sono tenuti gli interventi conclusivi. La manifestazione è stata organizzata in considerazione dell’intenzione del Sindaco Alemanno di privatizzare i servizi idrici che appartengono al Comune. Daniele Palone


Roma Notizie: Portaportese-Monteverde-Bravetta-Pisana-Massimina

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Via Pascarella, Municipio XVI

Chiude il Poliambulatorio ASL RMD: un fulmine a ciel sereno? di Valerio Pelliccia

Momentaneamente i servizi verranno spostati in via Ramazzini, ma il Municipio XVI chiede l’utilizzo del Forlanini

Dal 30 aprile scorso, i cittadini del Municipio XVI hanno visto chiudere i battenti del poliambulatorio di via Pascarella. Motivo? Inagibilità, in quanto mancano uscite di sicurezza e scale antincendio.

Ma andiamo con ordine. La Asl apre il suo presidio in via Pascarella (traversa di viale Trastevere) nel 2006. I locali non sono pubblici, bensì di proprietà dell’Enpaia, ente al quale viene riconosciuto un canone di locazione annuale di oltre 650.000€. Nell’aprile del 2010, i Vigili del Fuoco effettuano un sopralluogo in cui scoprono e denunciano le cause di inagibilità, fissando un termine di adeguamento di 2 anni. Alcuni lavori vengono eseguiti, altri no per via della mancata autorizzazione del condominio, e si arriva quindi all’aprile del 2012 nell’emergenza: il poliambulatorio deve chiudere i battenti. Con la mediazione della Regione Lazio, momentaneamente i servizi verranno spostati in via Ramazzini, presso la sede della Croce Rossa (proprio in questi giorni si sta effettuando il trasloco). Ma qual è il futuro per questo importante spazio per i cittadini?

Ne abbiamo parlato con Daniela Cirulli, consigliere del Partito Democratico del Municipio XVI che ha sempre seguito in prima linea la vicenda. «Sicuramente siamo di fronte ad un caso che andava trattato con maggiore attenzione e tempestività, e non a caso ora la Regione Lazio ha commissariato la Asl/D riconoscendone, di fatto, l'incapacità di trovare soluzioni efficaci ai problemi. Per fortuna sul territorio siamo riusciti a creare un’ottima rete tra sindacati, operatori, cittadini ed istituzioni locali che ci ha dato una grande forza. Non a caso, è proprio grazie alla risonanza data alla vicenda ed alla compattezza delle richieste che la Regione si è mossa tempestivamente per la momentanea sistemazione dei servizi in via Ramazzini.» Ma per il futuro? «Innanzitutto dobbiamo capire se via Ramazzini rappresenta un transito o un punto d’arrivo» prosegue Daniela Cirulli, «perché il Municipio XVI e i sindacati al riguardo hanno un’idea ben precisa: il poliambulatorio deve rimanere nel nostro territorio ed essere spostato presso una delle palazzine del Forlanini, ora in disuso. Infatti, in questo modo, rispetteremmo la vocazione dell’istituto e sfrutteremmo uno spazio pubblico, liberandoci anche dell’alto affitto che annualmente si deve pagare alla proprietà di via Pascarella. Continueremo a seguire con attenzione la situazione e i prossimi saranno sicuramente giorni molto importanti.»

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Roma Notizie: enti

Roma Capitale: quali sono le novità in arrivo?

Con il grande sviluppo urbano dell’area attorno Roma e dei comuni limitrofi, e la crescente connessione fra le diverse aree (basti pensare al pendolarismo, ma anche al grande afflusso di persone verso luoghi accentranti come ospedali, scuole, stazioni, centri commerciali) è nata un’ovvia esigenza di coordinamento. Sin dal 1995 è stata promossa una forma di collaborazione fra i diversi enti coinvolti, poi divenuta nel 1997 la Conferenza metropolitana. Il 17 settembre del 2010 ha rappresentato una svolta importante in questa annosa questione: infatti, scegliendo come giorno il 140° anniversario della Breccia di Porta Pia, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge che ha sostituito al Comune il nuovo ente “Roma Capitale”. Questo provvedimento rientra fra i decreti attuativi della legge sul federalismo del 2009, ed in verità è transitorio e dovrebbe preparare alla creazione della Città metropolitana di Roma, sulla carta fin dalla riforma degli enti locali del 1990. Disciplina quasi soltanto i nuovi organi politici (Giunta, Assemblea e Sindaco) e la riduzione dei municipi da 19 a 15, mentre le funzioni dell'ente – sempre transitorie - sono state specificate dal nuovo decreto emanato in aprile. In concreto, quali saranno le nuove funzioni di questo ente? Siamo ancora nell’attesa di uno statuto ad hoc da parte dell’amministrazione cittadina (in ritardo di un anno), e quindi anche della nuova intesa, prevista dall'ultimo decreto, con la Regione Lazio

e le altre amministrazioni centrali, per sostituire quella che ancora fa riferimento al vecchio Statuto comunale. Però in aprile sono stati specificati tempi, modi e mezzi per attuare quanto disposto dalla legge sul federalismo, cioè che oltre «a quelle attualmente spettanti al comune di Roma, sono attribuite a Roma capitale le seguenti funzioni amministrative: a) concorso alla valorizzazione dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali; b) sviluppo economico e sociale di Roma capitale con particolare riferimento al settore produttivo e turistico; c) sviluppo urbano e pianificazione territoriale; d) edilizia pubblica e privata; e) organizzazione e funzionamento dei servizi urbani, con particolare riferimento al trasporto pubblico ed alla mobilità; f) protezione civile, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei ministri e la regione Lazio; g) ulteriori funzioni conferite dallo Stato e dalla regione Lazio, ai sensi dell'articolo 118, secondo comma, della Costituzione». L’ulteriore prospettiva della Città metropolitana è interessante: infatti, nel prossimo stadio dell’integrazione amministrativa fra Roma ed il territorio circostante, questo nuovo ente dovrebbe sostituirsi all’ex Comune ed alla Provincia, riunendo tutti o quasi i comuni che ne fanno parte più i municipi di Roma Capitale sotto la denominazione di “comuni metropolitani” che sarebbero dotati di propri sindaci, secondo un modello analogo a quello della Grande Londra con i suoi “borghi”. Francesco Grasselli


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Roma Notizie: Aziende

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Nasce Oggispendo.it il portale del consumo conveniente

Roma 28 marzo 2012 - è nato Oggi Spendo, il portale multimediale che offre per chi vuole fare acquisti nella Capitale, la comodità di scegliere attraverso la rete dove trovare gli articoli e i servizi desiderati, ottenendo vantaggiosi sconti su ciò che è in vendita nelle attività commerciali affiliate al sito. Ispirati dalla filosofia dello sconto Open, cioè uno sconto addizionale sugli articoli e i servizi, abbiamo avviato questo progetto, in cui domanda e offerta trovano un nuovo punto di incontro. Il nostro intento è quello di dimenticare per un attimo i problemi che ci affliggono giornalmente. La rete ci permette di far tornare i romani in giro per strada attraverso un’interazione facile e trasparente fra commerciante e acquirente. Di fatti attraverso questo servizio multimediale, i negozianti associati hanno la possibilità di farsi conoscere e comunicare lo stile del proprio negozio in una vetrina pubblicitaria dedicata in cui hanno anche l’opportunità

di offrire uno sconto aggiuntivo agli iscritti. Ai nostri utenti abbiamo offerto con una grafica semplice ma curata, uno schema chiaro e immediato per poter scegliere dove e come spendere i propri soldi, risparmiando in modo intelligente. A nostro avviso con Oggi Spendo i vantaggi sono per tutti: le attività commerciali affiliate hanno un'occasione in più per farsi conoscere e fidelizzare i clienti, mentre per gli utenti iscritti il risparmio è sia di tempo che di denaro…. per i primi 1000 utenti l’iscrizione al sito è omaggio. Laura Napoli

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Ambiente Maggio 2012

FOCUS

Ambiente di lavoro: vi raccontiamo néaPolis néa

Nea Polis nasceva due anni fa come una sfida: creare qualcosa di nuovo in un momento storico che invece sembra aver già detto, fatto e provato tutto. Quotidiani, riviste, blog e altri spazi d’informazione prolificano sulla carta e sul web, e noi di questa redazione non vogliamo certo attribuirci il ruolo di chi sta cambiando o potrà cambiare il modo di fare giornalismo, depurandolo magari anche dai suoi vizi. Quello che era il cardine del manifesto di Nea Polis è già nel nome: una città nuova, luogo al contempo reale e ideale dove associarsi e scambiare idee; una piazza pubblica per l’incontro e anche lo scontro, purché ne venga fuori una crescita. Niente di nuovo, il confronto come chiave per una società evoluta è una nozione che la Storia, almeno in teoria, ha già acquisito. Eppure, senza volerlo, qualcosa di nuovo l’abbiamo creato: un modo nuovo di pensare e di lavorare.

All’inizio eravamo pochi, come ogni progetto anche questo ha avuto il proprio tempo di gestazione; poi sono arrivati – e continuano ad arrivare – nuovi componenti, giornalisti per professione o aspiranti tali, giovani professionisti, ognuno con esperienze, motivazioni e com-

petenze diverse; le abbiamo messe insieme e ne è risultata una redazione eterogenea sì, ma compatta. È stato bello non trovare capi, gerarchie e ordinamenti verticali; ognuno ha il proprio posto di rilievo lungo una circonferenza che ha per centro soltanto la parola, per l’esattezza le parole chiave che ogni mese scegliamo insieme e attorno alle quali facciamo ruotare gli articoli della rivista. Nel corso delle riunioni noi redattori decidiamo poi di cosa scrivere, confrontandoci su ogni scelta e supportandoci l’un l’altro quando mancano le idee, cosicché il lavoro di ognuno, alla fine, è il lavoro di tutti. Certo ci sono anche le responsabilità: scadenze da rispettare, impegno e partecipazione da mantenere alti, e poi tutto il lavoro che non si vede ma c’è: l’impaginazione, la ricerca degli sponsor, la diffusione della rivista. Nea Polis è un po’ come un corpo vivente, e i suoi componenti sono i suoi organi:

“ognuno è indispensabile ma nessuno basta da solo; e se tutti “funzionano”, tutto funziona”.

Giorgio Zussini

Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare il tempo (Henry Ford)

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Focus: Ambiente

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Dove fare impresa significa anche difendere la natura e rispettare l'ambiente

Intervista all’amministratore Unico, Carlo Famiglietti

Come nasce e perchè Green Advantage? Sono convinto, da molto tempo, che dopo la rivoluzione industriale e quella informatica, il tema ambientale rappresenterà la nuova rivoluzione sociale, quella che condizionerà profondamente tutti i sistemi produttivi e di convivenza e ne garantirà il loro modo di produzione e sviluppo. E quindi? Alla luce di questo convincimento ho creato Green Advantage, perchè penso che il campo delle energie rinnovabili consente di creare un modello d'impresa socialmente utile. Infatti, Green Advantage commercializza energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili e gas naturali e, attraverso un nuovo modello gestionale, si rapporta contemporaneamente con il mondo dei clienti, dei consumatori e dell'associazionismo. Inoltre, porta avanti gli ideali che promuovono il principio della sostenibilità ambientale e l'eliminazione degli sprechi. In che consiste questo nuovo modello? Adesso vi racconto una piccola storia: “La foresta brucia, un immenso fuoco avanza; tutti gli animali del bosco scappano terrorizzati! Un piccolo colibrì vola in senso contrario con una goccia d'acqua nel becco. “Cosa credi di fare?” chiede sbigottito il leone. “Vado a spegnere l'incendio!” risponde il piccolo volatile. “Solo con una goccia d'acqua?” replica il re della foresta.... Ed il colibrì con enfasi: “IO FACCIO LA MIA PARTE!!!”. In altre parole, la nostra Azienda dà la possibilità a tutti

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di partecipare a questa rivoluzione ormai in atto. Siamo convinti, infatti, che se diamo la possibilità alle persone di fare la propria parte troveremo tanti alleati, tanti sorrisi: ma è necessario che tutti prendano coscienza del problema! E come avviene? Allora possono partecipare tutti? Certo! Per collaborare con noi non servono raccomandazioni, né curricula altisonanti. Bisogna semplicemente condividere i nostri ideali, avere tenacia, buona volontà e massima fiducia nelle proprie capacità. Per avere la possibilità di diventare nostri clienti basta invece contattarci. Naturalmente un'azienda “verde” come la nostra garantisce un'assistenza reale, una consulenza “diversa” ed un risparmio certo. E pertanto? Pertanto, mentre forniamo consulenza, possiamo orientare i nostri clienti, privati ed aziendali, verso il miglioramento dell'efficienza energetica, l'uso razionale delle risorse e una scelta consapevole delle fonti energetiche impiegate. Per raggiungere quest'obiettivo sviluppiamo anche specifiche iniziative di informazione e comunicazione. In conclusione? In conclusione, tutti coloro che la pensano come noi, come il “colibrì”, e vogliono partecipare alla nostra impresa, in veste di clienti e/o di collaboratori, possono Laura Napoli prendere contatto con noi.

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Focus: Ambiente

Diamo un taglio ai rifiuti Rifiuti Zero,è possibile Scopri come...

Rifiuti Zero (in inglese Zero Waste) è una strategia che si propone di riprogettare della vita ciclica delle risorse in modo tale da riutilizzare tutti i prodotti, facendo tendere la quantità di rifiuti da conferire in discarica allo zero, contrapponendosi alle pratiche che prevedono incenerimento e discarica. Questo movimento si è radicato in tutto il mondo attraverso una serie di comitati territoriali che via via hanno aderito spontaneamente e si sono autorganizzati promuovendo iniziative a carattere locale.

Nel Lazio sono innumerevoli ed hanno portato dalla loro parte molte amministrazioni comunali.

Nell’industria questo processo di riciclo implica la creazione di attrezzature differenti da quelle utilizzate nella normale produzione capaci di rigenerare prodotti già utilizzati. Un esempio può essere il ciclo di una bottiglia di vetro per il latte. La risorsa iniziale è la sabbia silicica, la quale viene trasformata in vetro e successivamente in una bottiglia. La bottiglia viene riempita di latte e distribuita al consumatore. Al momento, i normali metodi di gestione dei rifiuti dispongono che la bottiglia venga gettata in discarica. Ma con il metodo Rifiuti Zero la bottiglia può essere affittata al momento dell’acquisto tramite un deposito, e viene riportata indietro dopo l’utilizzo. La bottiglia viene quindi lavata, riempita e rivenduta. L’unico materiale sprecato è l’acqua di risciacquo e l’energia utilizzata viene ridotta al minimo. In

di Daniele Palone

Croazia lo fanno proficuamente già da una decina d’anni.

Rifiuti Zero può rappresentare un’alternativa economica al sistema dei rifiuti tradizionale, dove nuove risorse vengono continuamente utilizzate per rimpiazzare le risorse finite in discarica. Può anche rappresentare un’importante riduzione dell’inquinamento visto che la discarica è sinonimo di inquinamento ambientale, coi suoi miasmi che ammorbano gli abitati circostanti e sono insalubri da inalare, e con il percolato che può infiltrarsi nel sottosuolo e contaminare le falde acquifere. Questa strategia può infine scardinare le eco-mafie.

Schematicamente è possibile riassumere la strategia Rifiuti Zero in tre fasi:

1. Eliminare incenerimento dei rifiuti e strutturare un sistema di raccolta che aumenti la quantità di materiale differenziabile ed ottimizzi la qualità del materiale da riciclare, diminuendo contestualmente la quantità di rifiuti prodotti; 2. Incentivare il riuso del materiale riciclato, la riparazione di oggetti e operare scelte di vita che diminuiscano la percentuale di scarti (es. uso di prodotti alla spina che implicano il riuso dell’involucro; tra l’altro quando si acquista un prodotto la tara ha un costo); 3. Incentivare a livello politico-economico (e culturale) la progettazione e la produzione industriale di prodotti totalmente riciclabili, riutilizzabili e riparabili.


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Focus: Ambiente

Lo stato di salute del Tevere di Daniele Palone

Torniamo a parlare della “salute” del fiume Tevere a distanza di un anno, poiché questo argomento ci sta davvero a cuore. Non possiamo ignorare il fenomeno degli sversamenti di liquami nell’alto Tevere denunciati a febbraio da Legambiente. Il Corpo Forestale dello stato registra ogni giorno 4 reati ai danni della salubrità delle acque interne –fluviali e lacustri- Tevere, Arno, Po e Volturno sono i grandi fiumi che subiscono più aggressioni. Lungo le loro sponde sono stati commessi il 38% degli illeciti di tutta Italia, ma è il Tevere a vivere la situazione più pesante. Mentre accogliamo positivamente l’istituzione della riserva naturale della foce dell’Arrone e della macchia mediterranea che la circonda, dando rifugio a una varietà florifaunistica ragguardevole, ci chiediamo come sia evoluta la salvaguardia del Tevere. L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (Arpa) è l’ente che svolge attività di vigilanza e controllo della qualità delle acque secondo un insieme di programmi specifici e di strumenti tecnico-analitici.

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MONITORAGGIO DEL FIUME TEVERE (fonte ARPA)

I depuratori di Roma di Daniele Palone (Fonte Acea)

IL DEPURATORE DI ROMA. L’impianto è posto in riva destra del fiume Tevere, presso il km 9,200 della via Flaminia e raccoglie, attraverso tre adduttrici fognarie, i liquami provenienti dalle zone di Bufalotta, Montesacro, San Basilio, Batteria Nomentana, Nuovo Salario, Serpentari, Cassia e Flaminia. E’ previsto un ulteriore apporto dalle zone di Labaro e Prima Porta, attualmente servite da 2 impianti minori che dovranno essere dismessi. IL DEPURATORE DI ROMA EST. L’impianto è posto in riva sinistra del fiume Aniene nei pressi della Via Tiburtina e raccoglie i liquami provenienti dalle zone Tiburtina, Casilina e Tuscolana. IL DEPURATORE DI ROMA SUD. L’impianto, situato a Via Ostiense, in località Tor di Valle, è posto sulla riva sinistra del fiume Tevere ed è destinato al trattamento di liquami provenienti da un bacino che si estende sia a destra che a sinistra del fiume stesso e comprende, oltre al quartiere Torrino, posto nelle immediate vicinanze del depuratore, anche il centro storico e vari altri quartieri quali Appio, Tuscolano, Laurentino, Monteverde, Prati, ecc.

IL DEPURATORE DI OSTIA. L’impianto di depurazione di Ostia, posto in riva sinistra del fiume Tevere a circa due chilometri dalla foce, serve soprattutto insediamenti civili relativi a zone, quartieri e comuni del litorale romano, quali Ostia e Isola Sacra, e dell’entroterra, quali Acilia, Infernetto, Dragona e altri comprensori limitrofi; serve inoltre parte del Comune di Fiumicino. L’impianto provvede al trattamento delle acque reflue prodotte da 350.000 abitanti. La portata media di progetto è di 1,3 m3/s, ma si trattano attualmente circa 0,7 m3/s in tempo asciutto. Il laboratorio di analisi interno all’impianto esegue un’analisi giornaliera sulle acque trattate per verificare il corretto funzionamento del sistema di depurazione. Analisi specialistiche sono poi effettuate da una società del Gruppo Acea.


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Focus: Ambiente

Pannelli fotovoltici, ma quanto ci costano? di Vanessa Pinato

In questi ultimi anni, visto l’aumento d’installazione di pannelli fotovoltaici, sta aumentando una preoccupazione generale: ma quanto costano? E che succederà quando finiranno il loro ciclo di vita? Indubbiamente, il più delle volte, questo tipo di preoccupazione cela una scarsa disponibilità reale a procedere nella realizzazione dell’impianto stesso. Alcune persone, tuttavia, si pongono seriamente il problema, anche se la distanza di tempo è molto lunga. Ebbene, forse sarebbe meglio capire di che cosa sono composti questi pannelli prima di allarmarsi. In generale, Il pannello fotovoltaico è composto da silicio (chiamiamolo impropriamente sabbia per rendere meglio l’idea) e lo smaltimento avviene come per le schede dei computer o dei circuiti stampati. Non è materiale tossico, non è materiale contro natura (come invece è l’eternit!). Il pannello è rivestito da una lastra di vetro temperato, che si smaltisce come il cristallo, ed è rifinito dai profili metallici. C’è poi uno strato di EVA (Etil Vinil Acetato) che si smaltisce come si fa con le tovaglie impermeabili. Cavi e junction box si utilizzano normalmente in edilizia. Per quanto riguarda il costo di smaltimento, non c’è asso-

lutamente nulla di cui preoccuparsi perché i prezzi sono tutt’altro che elevati, senza contare che si tratta di un problema da porre molto più che in futuro. Infine, contrariamente a quanto si crede, i pannelli fotovoltaici sono, tutt’altro che una prerogativa dei cosiddetti “ricchi” i quali, al contrario, non hanno alcun interesse a risparmiare sulle bollette, pertanto, non sono affatto clienti-tipo. Le cifre di acquisto sono sì importanti (un impianto tipicamente richiesto dalle utenze residenziali costa 15 – 20 mila euro), ma non sono proprio inaccessibili: costa come o meno di un automobile, con la differenza che l’auto perde il 10% del valore già al momento dell’acquisto e poi, a fronte del servizio che ci garantisce, porterà a continue spese, mentre l’impianto fotovoltaico produrrà energia elettrica per oltre 50 anni (qualcuno sostiene addirittura 100…), mantenendo così il proprio valore negli anni e, di conseguenza, aumentando il valore della casa su cui è montato, con spese di manutenzione bassissime. E questo è solo l’inizio; in futuro le tecnologie, in materia, si perfezioneranno ulteriormente e forse l’unica cosa che non riusciranno a migliorare saranno i pregiudizi e l’ignoranza: eh no per quella possiamo aiutarci solo noi.

Inquinamento sottile: Roma da record

A Roma la gente muore di smog: 2 giorni su 3 si superano i livelli consentiti di PM10 nell’aria

Si chiamano polveri sottili (in sigla PM10) e sono particelle microscopiche sospese nell’aria, prodotte dai veicoli a motore, dagli impianti di riscaldamento, da industrie e inceneritori e in piccola parte anche dall’usura di manto stradale, freni e pneumatici. Come suggerisce il nome, queste polveri sono piccole, invisibili: quelle dal diametro maggiore o pari a dieci millesimi di millimetro si insinuano nelle cavità nasali è li vi restano; ma quelle ancora più piccole proseguono nella laringe, nella trachea e nei bronchi, fino a raggiungere gli alveoli polmonari. A Roma il livello di inquinamento da polveri sottili è altissimo, come risulta dai monitoraggi di Legambiente: nel 2011 e nei primi mesi del 2012 il limite massimo di concentrazione di PM10 nell’aria è stato superato 2 giorni su 3, vale a dire oltre 240 giorni all’anno, nono-

di Giorgio Zussini

stante una direttiva UE del 2005 che ha stabilito a 35 il numero dei giorni per anno in cui questo limite può essere superato (a Londra, per fare un confronto, i giorni “cattivi” nel 2011 sono stati solo 57). Tra le zone monitorate quella che registra picchi maggiori è Corso Francia, seguita da Tiburtina, Preneste, Cinecittà. Secondo uno studio Aphekom se si abbassassero i livelli delle polveri sottili, si eviterebbero nella sola Capitale più di milleduecento morti. Le possibili soluzioni sono: giornate a targhe alterne e di blocco traffico totale, aumento di zone pedonali e ZTL, incremento di corsie preferenziali per gli autobus; ma è evidente che il problema dell’inquinamento urbano non sarà risolto se non quando si comincerà a investire seriamente sul trasporto pubblico; per ora l’unico investimento in arrivo viene dalle tasche dei viaggiatori, che da giugno dovranno pagare il biglietto autobus e metro 1,50 euro, così che aumenteranno ancora un po’ automobilisti e polveri sottili.


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Ambiente artistico romano: troppi i mostri del passato, troppo pochi quel del presente di Viviana Vannucci

Accanto alle grandi e prestigiose mostre che pullulano a Roma, quanti altri eventi espositivi di medio o minor calibro trovano il loro piccolo spazio nell’ambiente culturale romano? Quanti artisti emergenti, alcuni dei quali di talento, riescono a ritagliarsi la loro nicchia nella Capitale, senza per questo diventare astri nascenti? Sebbene non si possa dare una risposta certa a queste domante, è evidente che il problema sussiste: troppi nomi noti dei maestri del passato e troppi pochi quelli del presente! Se da un

lato si parla di Arte Contemporanea, dall’altro non ci si rende conto che i cosiddetti “contemporanei” sono quasi sempre artisti delle vecchie generazioni o defunti, nella maggior parte dei casi ascesi al limbo della celebrità solo post-mortem. L’arte, invece, ha bisogno di nutrirsi di una continua linfa vitale e di poter mettere sul podio non più solo i grandi del Novecento, ma anche i talentuosi del 2000. Tanti giovani e meno giovani, attivi nel mondo capitolino, meriterebbero il loro “posto al sole” che sebbene non possa consentire l’immediato ingresso nella storia, può comunque offrire il destro per entrare nel mercato dell’arte. In questo senso, sarebbe fonda-

mentale il supporto delle gallerie d’arte e non soltanto le principali, come quelle di Via Margutta, ma anche le meno importanti, che dovrebbero impegnarsi in una promozione costante ed efficace degli emergenti meritevoli. L’ambiente artistico di Roma, quindi, necessita di una maggiore integrazione con la funzione commerciale, che può essere incentivata da eventi importanti, come mostre-mercato, premiazioni ed eventi in spazi istituzionali, ad esempio. In questo modo di compierebbe un passo avanti per fare uscire gli artisti dall’ombra e per dare loro la possibilità di acquisire visibilità.

Dimmi cosa mangi e ti dirò cosa rischi

Di studi che dimostrano la dannosità di questa o quella sostanza presente in alimenti che con assoluta tranquillità ingeriamo ogni giorno ne vengono pubblicati dozzine all’anno; eppure, sorprendentemente, della pericolosità potenziale dei cibi ce ne ricordiamo soltanto in concomitanza di bombe mediatiche (dall’eco a volte anche eccessiva) chiamate una volta Aviaria, una volta Diossina e un’altra Mozzarella Blu. Va bene che c’è crisi, ma va detto con onestà: quando facciamo spesa guardiamo troppo al prezzo e poco all’etichetta, incoscienti (o noncuranti) dei rischi per la salute a cui a lungo termine può portare un’alimentazione non ragionata e lowcost. Le carni, soprattutto quelle rosse, se consumate tutti i giorni sono già per natura dannose; ma ancora di più lo sono quelle a basso costo se prodotte in allevamenti intensivi che per aumentare la produttività fanno uso di sostanze anche illegali come tirestatici, e ormoni della crescita, le quali possono contribuire all’insorgere nell’uomo di patologie cardiache, renali e tumorali; non che altre sostanze legali somministrate al bestiame dagli allevatori siano benefiche: cortisonici, antibiotici, metalli pesanti e altri elementi chimici mischiati ai mangimi. Senza dilungarsi in un elenco infinito di prodotti “a rischio”, basti dire che come dimostrò uno studio europeo del WWF di qualche anno fa sono pochissimi i prodotti

di Giorgio Zussini

in commercio che non contengono residui di sostanze tossiche (pesticidi, coloranti, conservanti, ecc.), le quali non hanno effetti immediati sulla salute ma potrebbero averne a lungo termine, oltre ad essere con certezza pericolosi per neonati e in gravidanza. Non c’è modo di salvarsi (se non smettere di nutrirsi), ma si possono sicuramente limitare alcuni rischi consumando carne in quantità minore ma di qualità maggiore, integrando la dieta con proteine vegetali (legumi); preferendo pesce di piccola taglia, perché meno recettivo verso le sostanze tossiche; abbondando con frutta e verdura, privilegiando quella di stagione e a km zero; consumando cereali integrali (pasta, riso, ecc.) e, infine, leggendo sempre le etichette, evitando quelle contenenti troppi ingredienti e troppe sigle incomprensibili. Sono semplici abitudini da portare al supermercato insieme alla busta ecologica, note anche al buon senso ma chissà perché tanto difficili da adottare.


Uomini ed Aziende

Società & Relazioni

22 www.neapolisroma.it Maggio 2012

i soliti romani: stereotipi del mondo I soliti romani… quante volte abbiamo sentito quest’affermazione nella nostra città ed in tutta Italia, per etichettare persone che hanno commesso un’azione presuntuosa o anche peggio?

I clichè sono sempre duri a morire, soprattutto quando non si fa nulla per smentirli. Ma se un fondo di verità è di sicura esistenza, è altrettanto giusto sottolineare che gli stereotipi non rappresentano mai una popolazione intera. In questo caso, c’è una base di superficialità ed ignoranza a credere che solo nei romani ci siano ‘le brutte persone’: state pur certi che esiste anche il cafone finlandese, quello tirolese e via discorrendo. La differenza la faranno un ‘aoh’ o un’altra espressione colorita, ma quello che verrà percepito come gesto di prepotenza a Roma, ha il suo corrispondente anche a Mosca o Los Angeles. Un’antropologia culturale che trova gli individui tracotanti o arroganti in tutte le società, non vuole essere certo una giustificazione per nessuno ne tanto meno per i romani, ma solo una constatazione che la cattiva educazione è un po’ ovunque. Poi c’è la realtà indiscutibile di una tipicità romana fatta di gesti quotidiani, che definire ‘antipatici’ è una sottovalutazione, e sapere che esistono anche in altre parti di Italia e del mondo non è certo un sollievo. E’ innegabile che socialmente ogni contesto influenza la persona e che psicologicamente e sociologicamente è altrettanto banale affermarlo, ma se esperimenti su esperimenti (alcuni anche moralmente discutibili) teorizzano da sempre sui comportamenti umani, significa che alcune reazioni antropiche rimangono ancora parzialmente oscure ed imprevedibili. Armarsi di buona pazienza e cercare di migliorare alcune devianze non è un compito semplice: dove le istituzioni falliscono, deve subentrare il senso civico e una sensibilità culturale che può nascere solo dalla gente stessa. La fiducia nella classe politica e nella società è,

giustamente, ai minimi storici, ed aspettarsi un intervento sovrano è come attendere la manna dal cielo. Sarà quindi questo il momento in cui si fa grande l’intelligenza degli individui, sarà qui che un’associazione di quartiere dovrà sostituirsi allo Stato, che una biblioteca dovrà prendere il posto della scuola, che Nea Polis convinca un giovane zotico di una comitiva sbandata a non buttare una cartaccia in terra. Il numero della rivista che avete in mano parla di ambiente: vi siete resi conto di com’è cambiata Roma negli ultimi decenni anche in questo senso? Di quante ‘vite’ ha vissuto il ‘gatto’ Roma? Sono stati raggiunti alti livelli di inciviltà ma anche di cristallina educazione, un’alternanza di villania e cortesia che si concretizza in un sacchetto di plastica lasciato nel parco, ma anche in una giornata studio in un’oasi verde. I gruppi di giovani e non, possono essere veicoli incredibili di valori positivi anziché masse informi di messaggi sbagliati: nelle compagnie di amici capita spesso di vedere alcuni drammi che diventano viatici di cambiamenti per chi aveva intrapreso strade fallimentari e vale sempre la pena chiedersi perché si debba attendere una brutta esperienza per cambiare. Quando manca la società e si fa leva sulle proprie forze, dove ci si rifugia? Le certezze sono sempre là, nelle persone a cui si vuole bene e dove c’è reciproca forza, dagli amici alla famiglia, ad anche una sola persona cara con cui si può fare gruppo. Qua c’entra poco la romanità, ma una realtà grande come quella della Capitale, amplifica senz’altro ogni tipo di situazione. Ma se dobbiamo scrivere di stereotipi, allora diciamo anche qualcosa di positivo, del ‘cuore’ dei romani, pronti ad aiutarti in ogni situazione, ad essere un ‘fratello’ non appena conosciuto, ad una disponibilità a volte imbarazzante… altro che volgarità! Ma non siamo così presuntuosi e sappiamo che ci sono altrettante persone amichevoli torinesi, londinesi o canadesi…. Lorenzo Sigillo (sociologo ANG)


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Tunisia: Viaggi Impossibili

Il viaggio nella Tunisia libera

« E’ un tuffo nella storia quello che si fa oggi in Tunisia – a parlare è Francesca Russo, antropologa italiana residente a Tunisi, nonche’ una delle autrici del libro «Non Ho Piu Paura, Tunisi Diario di una rivoluzione (ed Gremese) » . Per lei, come per molti la Tunisia è un nuovo paese. Nel suo libro ha raccontato quei 30 giorni che hanno dato vita ad un cambiamento insaspettato, incipit della primavera araba, giorni raccontati attraverso gli occhi dei protagonisti dai bloggers ai familiari di vittime, un’opera unica nel suo genere. Un racconto che continua con il suo blog italianidicartagine.blogspot.com. «E’ un paese in continua effervescenza, dove si si respira libertà in tutte le sue forme, un’esplosione di nuove forme artistiche, concerti, un terreno fertile all’ incontro ed alla conoscenza dell’altro. La Tunisia di oggi è da scoprire, da assaporare!» «La Tunisia post-rivoluzionaria è paese rinnovato, più aperto. Non c’è più la censura, i Tunisini sono orgogliosi della loro vittoria e ne parlano senza paure, sono aperti e disposti a raccontare il proprio vissuto. Questo rende qualsiasi viaggio nel paese un’esperienza indimenticabile, non solo il mare della costa, ma anche storia e cultura. Oggi piu che mai, il turista puo viaggiare liberamente in zone una volta mai batttute dai circuiti classici (vedi foto paesaggio nelle vicinanze di Tataouine). C’è addirittura chi propone il circuito della rivoluzione ». Dalle montagne di ain dran e le kef alle oasi ed il lago salato di tozeur fino ai Khars di tataouine e dirouet, tutti luoghi attrezzati per ogni forma di turismo, dal

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grande albergo alla grotta troglodita. «Ma è soprattutto la gente a fare la differenza, vogliono rassicurare lo straniero e farlo sentire benvenuto – ricorda Francesca - I Salfisti esistono ma sono una minoranza, nessuno li considera un pericolo nè un problema. «La vera sfida è la ripresa economica e la diminuzione di una disoccupazione dei livelli altissimi. – afferma Emanuele Santi, Economista Italiano e specialista della Tunisia presso la Banca Africana di Sviluppo – « Il turismo in particolare può dare una boccata di ossigeno importante. Il settore conta per il 7% del PIL del paese e occupa direttamente 90,000 persone ». Nel 2011 il turismo ha avuto un grande crollo, perdendo il 30% dei suoi ricavi e oltre 3000 posti di lavoro. «La ripresa del turismo è essenziale quest’anno per dare una risposta alle tante attese di una popolazione che ha acquistato a libertà, ma che vive una transizione economica molto difficile»

Un paese che offre sole, mare cristallino, cucina mediterranea ed incredibili siti archeologici, una popolazione aperta e cordiale, non merita di essere ricordata solo per essere il porto iniziale di un viaggio incognito verso Lampedusa – continua Francesca - . E dopo aver cacciato un dittatore ed essere la nuova fucina di sperimentazione di un nuovo tipo di democrazia dai profumi islamici, non resta che ricordare Claude Levi Strauss quando diceva “io sono il luogo in cui è accaduto qualcosa” ed aggiungere : Quest’estate vieni e respira con noi “history in the making”.


Salute&Benessere Maggio 2012

Dimmi che smalto usi e ti dirò chi sei... Non é solo un caso, se usi lo smalto rosso o verde. E non lo fai neanche perché stai seguendo la moda. La tua scelta dipende più dalla tua personalità che dai tuoi gusti. La verità é che la manicure dipende anche dal tuo stato d’animo. I colori rispecchiano il tuo umore, ma vale anche il contrario, in base al colore che usi cambierà il tuo stato d’animo. Non c'è bisogno di un indovino per sapere di che pasta è fatta una donna. Da oggi basterà sbirciare la sua manicure. Arancio. I colori degli agrumi sono energetici e anti stanchezza: rappresentano una frenata brusca se lo stress incalza, elogiano la lentezza. Giallo mimosa. Come colore del plesso solare, rappresenta la voglia di affermazione e riconoscimento. Chi lo indossa oggi non è solo un trend setter, ma emotivamente anche una persona competitiva, brillante, efficiente ed effervescente. Attenzione però al delirio di onnipotenza. Rosso Mela. La variante di quest’anno ci riporta a una femminilità tutta da mangiare. Rappresenta dinamismo, adrenalina pura, tensione, velocità e golose tentazioni. Chi la usa coglie l’attimo, crede nel mordi e fuggi e ha voglia di avventura. Turchese. Per chi ha voglia di spensieratezza e di libertà. Lo indossano donne romantiche, disponibili al dialogo e al divertimento.

Rosa pastello e bianco latte. I toni lattiginosi simbolicamente rappresentano la sposa, la disponibilità a un nuovo modo di essere veri. Sincerità, innocenza, fiducia e rifiuto dei conflitti. Colori metallizzati. Il grigio indica un territorio libero e neutrale o muro di confine. È un colore diplomatico e in qualche modo distante. Ma declinato nei toni argentati assume un'altra connotazione, quella del sogno ad occhi aperti e di una sensibilità emotiva particolare. A parte i gusti personali dettati dal carattere di ognuna di noi la tendenza di questa estate è di avere mani colorate con tonalità pastello che siano allo stesso tempo

vivaci e che richiamino i colori del sole e del mare. Torna la media lunghezza con forma squadrata o ovale si conferma la scelta più trendy e i nail patch sono sempre cool e permettono di avere unghie perfettamente decorate in pochi istanti. L.Napoli

In fatto di ultima tendenza le mani saranno decorate con Ombrè che è la decorazione unghie adatta a primavera.

Non so quante di noi oseranno dipingere le unghie seguendo questa nuova tendenza. Sono due le varianti possibili di questo tipo di manicure, entrambe sono piuttosto semplici da realizzare, ma perchè l’effetto sia piacevole da vedere è necessario avere unghie e mani curate. Vediamo insieme come realizzare questa decorazione unghie. Realizzare l’effetto Ombrè nails è molto semplice, ma il risultato finale è di grande effetto. La manicure Ombrè consiste nel “dipingere” ogni unghia della mano con una tonalità diversa delle stesso colore in modo da creare una sfumatura graduale che va dal chiaro allo scuro. Per realizzare questo tipo di manicure è sufficiente scegliere uno smalto, potete sbizzarrirvi con le differenti tonalità, e scurirlo o schiarirlo unghia dopo unghia in modo da ottenere un perfetto gradiente di colore.

Un altro possibile modo di realizzare la manicure Ombrè consiste nel creare una sfumatura di colore mixando un colore scuro e uno chiaro su ogni unghia. Se nel realizzare la french manicure è necessaria una precisione chirurgica per creare una perfetta lunetta ben definita, l’Ombrè nails punta sul creare un passaggio graduale e non netto da un colore chiaro ad uno più scuro in modo da ottenere una sfumatura. Il modo più semplice per ottenere quest’effetto consiste nell’applicare una pas-


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Salute & Benessere

sata molto generosa di smalto chiaro alla base, o sulla punta, dell’unghia, e nel fare lo stesso nella parte opposta con un colore scuro. Applicando una goccia generosa di smalto si creare automaticamente una sfumatura nel punto in cui i due colori entrano in contatto

Adesso non so quante di noi si metteranno lo smalto seguendo la manicure Ombrè, anche perché risulta leggermente stonata. In quanto vari colori messi insieme trasmettono l’idea del disordinato. A parte questo c’è anche un altro problema, non è eccessivamente consumista la scelta della nuova tendenza? Bisogna acquistare almeno 5 smalti di diverse tonalità, come ad esempio cinque tonalità di blu. Ed in tempi di crisi, sembra un pochino azzardata. Meglio utilizzare il classico rosso che non tramonta mai. L. Napoli

Quando è nato lo smalto per unghie?

Non si conosce con precisione la data della diffusione dello smalto come oggetto decorativo per le unghie delle donne. Quello che sappiamo è che lo smalto per unghie è stato creato all'incirca nel 3000 a.C. forse i cinesi o forse dagli antichi Egizi furono i primi ad utilizzare, secondo l'uso moderno. I cinesi usavano dei colori laccati,

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prodotti da una combinazione di gomma arabica, albume d'uovo, gelatina e cera d'api, ma usano anche dei composti a base di rosa, orchidea ed altri petali misti ad allume. Queste ultime misture vegetali si utilizzano dopo poche ore o durante la notte, ed hanno una gamma di colori che vanno dal rosa al rosso. Gli antichi Egizi utilizzavano un tipo di henné per dipingersi le unghie, il colore era rosso o bruno-rossastro (l'henné, ora usato in tutto il mondo come tinta per capelli, è tutt'oggi utilizzato da alcuni popoli per dipingersi le unghie). Durante la dinastia Chou Bait Ain Cho nel 600 a.C., i nobili cinesi usavano smalti dorati e argentati, mentre un manoscritto cita che la dinastia Ming prediligeva i colori rossi e neri... Gli Egizi, invece, preferivano il rosso. Nefertiti, moglie di Akhenaton dipingeva la sua parrucca e le unghie di rosso, mentre Cleopatra utilizzava un rosso scuro tendente al bordeaux. Gli Incas usavano dipingersi le unghie con motivi aviformi. Dal XIX secolo si usa una miscela di oli rossi scelti e raffinati per la produzione di smalti per unghie. Il secolo successivo si utilizzeranno delle polveri e creme colorate per le loro unghie. Quando fu inventata l'automobile, lo smalto per unghie incominciò ad essere ispirato allo smalto per la carrozzeria della macchine stesse. Lo smalto per unghie è molto diffuso e amato dalle donne di tutto il mondo, per la vasta gamma di colori e particolarità. L. Napoli

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Gennaio 2011 Professionisti Maggio 2012

FOCUS DEL MESE

L’amministratore del futuro

Avv. Valentina Sanzone

L’amministratore è irreperibile, costoso e poco chiaro? Arriva il condominio on-line

Come stabilisce il Cod. Civ. ed alla luce delle ultime modifiche normative in materia di condominio, all’amministratore di condominio è affidata una complessa serie di compiti e responsabilità, che spaziano dalla contabilità, agli appalti per le manutenzioni, ai rapporti di lavoro con dipendenti, ai contratti con i fornitori e, non da ultimo, alle responsabilità verso i condomini e verso i terzi. I criteri ai quali la sua condotta si deve ispirare sono quelli di diligenza, perizia, correttezza e buona fede. Tuttavia, i condòmini sono spesso scontenti del proprio amministratore, per molteplici motivi; a volte è irreperibile, altre volte troppo caro, altre ancora lascia i condomini spesso all’oscuro delle modalità e delle decisioni che l’assemblea adotta, potendo approvare questi solo il bilancio preventivo e consuntivo ma globalmente e quasi per quieto vivere, senza esser messi realmente a diretta conoscenza di quella che è la vera attività del condominio. È l’uovo di Colombo: questi problemi possono essere invece facilmente superati se finalmente si sceglie di avvalersi delle nuove tecnologie. Nell’era delle immagini, dei social network e delle informazioni ultim’ora sugli smart phone e sui tablets, non ha più senso che le informazioni sullo stabile debbano restare in copia cartacea sugli scaffali polverosi dell’amministratore condominiale, che sì ha il dovere di esibirli a richiesta, scambio che poi raramente accade, quando invece quelle stesse informazioni possono essere poste a conoscenza direttamente e “democraticamente” di tutti i proprietari/abitanti dello stabile per mezzo di una semplice e-mail. È in quest’ottica che, prendendo spunto dalle esperienze già riuscite di città del nord Italia, Germana Burgarella, giovane amministratrice di condominio ed imprenditrice romana, ha ideato un sistema informatizzato di contabilità che permette di abbattere sensibilmente i costi del condominio tramite sistemi di

contabilità on line, a cui ha dato il nome di Condofacile (www.condofacile.com). Il condomino, in questi casi, oltre a risparmiare su quelli che sono i costi medi dell’amministrazione, e che invece in quelle on-line sono molto più competitivi, ottiene anche la massima trasparenza, ricevendo copia scansionata sulla propria e-mail delle ricevute di pagamento delle spese del condominio, come dichiara la Dott.ssa Burgarella: " la piattaforma creata consente ai singoli condomini e/o proprietari di collegarsi ed accedere al sistema attraverso una password personale precedentemente consegnata, potranno quindi consultare tutte le documentazioni contabili del condominio: fatture versamenti debiti, quadratura cassa condominiale cassa conto intestato al condominio. Potranno inoltre leggere regolamenti di condominio, polizze assicurative e tutti i documenti amministrativi dello stabile”. In questo modo, l'amministratore “in carne ed ossa” (figura che assolutamente rimane!) partecipa alle riunioni di condominio, è a disposizione dei condòmini ed è in grado di curare meglio i rapporti con questi ed informarli dettagliatamente sulla sua attività. Ma come si revoca l’incarico all’amministratore? Secondo le norme che regolano la materia, la nomina dell'amministratore è dell'assemblea: la delibera deve essere assunta con la maggioranza dei voti degli intervenuti all'assemblea con la doppia maggioranza di un terzo dei partecipanti al condominio, che rappresentino almeno la metà del valore dell'edificio. Se si è scontenti della “vecchia” amministrazione, il passaggio a quella informatizzata, sicuramente auspicabile sia per la maggiore trasparenza che per i costi competitivi, può essere un’idea per migliorare la qualità del rapporto tra il condominio ed i suoi protagonisti. Email: valentinasanzone@gmail.com

Per questo ed altri problemi condominiali Nèa Polis apre uno sportello di CONSULENZA GIURIDICA GRATUITA Tutti i martedì pomeriggio (previo appuntamento) presso la sede dell’Associazione. informazioni: Valentina Sanzone – 06.45444639 / 338.1351579


Gennaio 2011

. Professionisti Condominio

FOCUS DEL MESE

Maggio 2012

Annullabilità e Nullità di una delibera assembleare Il difetto di convocazionedell’Assemblea condominale .

L’approfondimento di questa mese è dedicato alle conseguenze in caso di omissione dell’avviso di convocazione.

Gli articoli 1136 e 1137 del codice civile si limitano a stabilire che l’assemblea non può deliberare se tutti i condomini non sono stati regolarmente invitati alla riunione. Tali articoli inoltre prevedono il diritto di impugnare le delibere assembleari senza specificare nulla in merito alle singole cause di invalidità e al tipo di patologia che da esse deriva.

La giurisprudenza ha successivamente elaborato in modo più chiaro i casi di annullabilità e nullità di una delibera assembleare.

Teoria della nullità: Secondo un orientamento la sanzione da ricondurre alla delibera presa senza avere convocato tutti i condomini coincide con la radicale nullità, sulla base di una interpretazione restrittiva dell’art. 1136, comma 6 del codice civile. La presenza del condomino che non ha ricevuto l’avviso sana la nullità. Se la delibera è considerata nulla, ciascun condomino può impugnare in qualsiasi momento tale delibera.

Teoria dell’annullabilità. Secondo un altro orientamento, la mancata comunicazione dell’avviso dell’assemblea ad uno o più condomini determina l’annullabilità della delibera. Ciò significa che la delibera per essere dichiarata invalida deve essere impugnata entro trenta giorni da quando il condomino ha avuto notizia dell’assemblea e decorso il termine per impugnare, la delibera diventa definitivamente valida ed efficace nei confronti di tutti i partecipanti. L’omessa convocazione di un condomino si fa rientrare nella contrarietà alla legge o al regolamento di cui al secondo comma dell’art. 1137 c.c. Tale tesi è stata accolta dalle sezioni unite della corte di Cassazione che hanno risolto

il contrasto giurisprudenziale in questo ambito. Pertanto, la teoria dell’annullabilità è quella prevalente. Del resto la nullità deve essere intesa come istituto di carattere eccezionale, operante solo per i vizi di maggiore gravità e deve essere espressamente prevista dal legislatore. Sono da ritenersi nulle le delibere prive degli elementi essenziali, quelle con oggetto impossibile o illecito, oppure quelle che decidono su ambiti che non possono essere di competenza assembleare, perché riguardano diritti individuali. Difetto di voto. Se a un condomino che aveva il diritto di voto è stato impedito di esercitare tale diritto, la delibera è radicalmente nulla e la nullità può essere fatta valere da ogni condomino, anche se presente ed anche se aveva votato favorevolmente. Non viene considerato valido il voto del condomino che si allontana e dichiara di rimettersi alla volontà della maggioranza.

Avviso di convocazione. L’avviso di convocazione deve essere recapitato a tutti i condomini almeno cinque giorni prima. Questo termine decorre dal giorno successivo alla ricezione dell’avviso e comprende il giorno fissato per l’assemblea. L’avviso deve contenere l’indicazione del luogo, della data e dell’ora in cui si terrà l’assemblea in prima ed in seconda convocazione, nonché gli ordini del giorno, ossia i singoli punti sui quali i partecipanti sono chiamati a deliberare. In caso di ordine del giorno incompleto la delibera è annullabile. In caso di coniugi comproprietari è sufficiente la convocazione di uno per far presumere la conoscenza anche dell’altra parte, a meno che i comproprietari abbiano residenze diverse o comunque nelle ipotesi di separazione matrimoniale. Dr. Valerio De Mattheis Amministratore Immobiliare Per Informazioni e consulenze: studiodemattheis@libero.it - cell. 3930800800


neaCultura Maggio 2012

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La leggenda Maya: Teschi misteriosi

di Carlo Famiglietti

una possibile verità tra storia e leggenda La storia dei teschi di cristallo, poiché racchiude una buona dose di indeterminazione e di mistero, viene riportata spesso dai media e si può leggere sopratutto su riviste specializzate e, ovviamente, su internet. Tuttavia il racconto, mentre riporta fedelmente le notizie storiche acclarate, quasi mai approfondisce alcuni rilevanti aspetti archeologici legati al ritrovamento dei teschi, né tantomeno evidenzia le possibili connessioni di queste scoperte con altri avvenimenti egualmente sconcertanti. Intanto la storia è la seguente.

Il Conto Lungo del calendario Maya è iniziato il 13 agosto 3114 a.C. e terminerà il 21 dicembre 2012. Secondo una leggenda, in prossimità di questa data saranno stati ritrovati tredici teschi di cristallo che, una volta riuniti, trasmetteranno alla razza umana tutte le conoscenze necessarie per dare inizio ad una nuova era, più evoluta e spirituale. Attualmente i teschi rinvenuti sono undici e posseggono molte caratteristiche comuni. Anzitutto il loro ritrovamente è avvenuto principalmente negli scavi del Messico e del Perù o comunque del sudamerica, poi sono tutti lavorati nel quarzo o nel cristallo di rocca e datati a circa 10.000 anni fa. Sono conosciuti con vari nomi. ma alcuni di essi non sono autentici e, paradossalmente, la contraffazione è stata rilevata attraverso il sistema di levigazione: quelli autentici sono più perfetti di quelli prodotti con le tecniche odierne. Il teschio di Mitchell-Hedges è quello più misterioso e studiato. E' l'unico, infatti, che si presenta con la mandibola mobile, completamente levigato, e con due prismi incastonati al posto degli occhi. La sua datazione è incerta, come pure il reale luogo di ritrovamento. Per la nostra scienza sarebbero occorsi 300 anni per produrlo. Secondo la medium Advise Carrel questo teschio rappresenta uno strumento di conoscenze programmato da una civiltà molto avanzata

del passato e dovrebbe servire, una volta collegato agli altri teschi, a canalizzare per via telepatica un sistema di informazioni per aiutare la razza umana a progredire. Questa canalizzazione, che prende il nome di risonanza morfica, quasi certamente gioca un ruolo determinante nell'evoluzione umana. La circostanza che questi teschi siano lavorati nel quarzo o nel cristallo assume particolare rilevanza in quanto è stato ormai accertato che il processo di risonanza morfica possa svilupparsi anche con il mondo del non vivente, come ad esempio i cristalli. E' stato accertato, infatti, che alcune sostanze chimiche cristallizzano con molta difficoltà ma, appena un laboratorio riesce a sviluppare tale processo, come d'incanto le stesse sostanze cristallizzano anche negli altri laboratori: per risonanza morfica. Questo può dare un senso alla leggenda Maya dei teschi misteriosi. Ma c'è anche dell'altro. Alla fine degli studi e della conta, per completare il Conto Lungo dei Maya mancano due teschi. Ma anche il monaco San Malachia, vissuto nel 1500, autore di alcune rilevanti profezie, ritiene che manchino solo due Papi per l'inizio di una nuova Era. Il Papa attuale, Sua Santità Benedetto XVI, al quale auguriamo lunga vita, viene indicato da Malachia (almeno secondo le interpretazioni) con il motto “De Gloria Olivae”, e il suo successore sarà invece denominato “Petrus Secundus”. Analogamente nella Basilica di San Paolo fuori le Mura esiste un lungo corridoio che riporta le icone di tutti i Papi sinora eletti dall'inizio della Chiesa. Solo due icone sono ancora vuote, poi termina la rappresentazione dei Papi. Evidentemente tutto ciò è misterioso. Si tratta di coincidenze strane, ma significative: all'appello di una nuova Era mancano infatti due teschi, due Papi, due icone. Comunque, se l'umanità deve andare incontro a tempi nuovi speriamo solo che siano forieri di pace e di nuova fratellanza tra i popoli.


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neaCinema Maggio 2012

Ristabbanna: la Sicilia interpretata dal grande Ben Gazzara Tra poco uscirà una delle ultime fatiche dell’attore americano morto pochi mesi fa. I due registi raccontano com’è stato lavorare con lui di Laura Andina (Responsabile Produzione Cinematografica)

"Ristabbanna" è il primo lungometraggio dei registi Gianni Cardillo e Daniele De Plano, e l'ultimo di Ben Gazzara, volto di oltre cinquanta film, diretto da Cassavetes, Kazan, Preminger, Bogdanovich, i fratelli Cohen, Von Trier, Spike Lee. Film girato interamente in Sicilia, accompagnato da una fotografia incantevole, premiato a Roma, a Shangai, in India, "Ristabbanna" sarà distribuito in Italia dal circuito Indicinema nei prossimi mesi. Ben Gazzara era uno di quei rari attori capaci di impersonare l'uomo qualunque e investirlo all'improvviso di un'intensità eroica, di una voracità animale o di una nobile tenerezza. Sentiamo i due registi cosa hanno da dirci su di lui. Consapevoli della sua malattia, così come delle sue origini (i luoghi del film), si può dire che gli avete offerto un ruolo perfetto. Come vi ha ricambiati? CARDILLO: è stato un incontro magico, per tanti motivi. Ben ci ha raccontato che suo padre, siciliano, prima di emigrare negli USA faceva il salinaro ma lui non aveva mai visto le saline in vita sua, per cui interpretare il ruolo di un ex salinaro che vive sulle saline è stata la chiusura di un cerchio. Altro aspetto 'magico' è stato dato dal fatto che nelle scene in cui c'è Ben nel film avrebbe dovuto essere inverno, invece noi abbiamo girato in ottobre e in Sicilia è ancora quasi estate, ma quando è arrivato lui, e solo per tutta la settimana delle riprese con lui, è arrivato l'inverno in anticipo, poi è tornata l'estate quando è ripartito. Aneddoti a parte, ci ha regalato emozioni, enorme professionalità e la possibilità, dirigendo lui, di sentirci per la prima (e speriamo non l'ultima) volta in contatto con il grande cinema. La cosa più bella è forse che ci ha fatto sentire alla sua altezza, trattandoci al pari dei mostri sacri che lo hanno diretto nella sua carriera. DE PLANO: Gazzara ci ha dato l'opportunità di crescere in un attimo. La prima scena che abbiamo girato è quella in cui il bambino riconsegna la telecamera al vecchio nonno di Rosina. La camera doveva dunque inquadrare la mano del bambino che bussa alla porta e il volto del vecchio - Gazzara , appunto - quando la apre. Al primo ciak - che poi ab-

biamo scelto come il migliore - Gazzara fece questa semplice azione con una naturalezza tale che il suo sguardo riempì tutta la scena per quanto era colmo di espressività. In quel momento capii cosa significava trovarsi di fronte un grande attore. E un po' mi commossi.

Siete a un cocktail. Venite presentati a un grande produttore hollywoodiano: cosa dite o fate? CARDILLO: Cerco di conoscerlo come persona. Solo in seguito, se constato che c'è una comunicazione spontanea, fluida, empatica... comincio a capire cosa potrebbe piacergli, se la direzione in cui sto andando col mio lavoro potrebbe interessarlo. Solo allora gli chiedo se posso fargli avere qualcuno dei miei progetti. DE PLANO: Cercherei di fargli capire, come fanno Ben Gazzara e il piccolo Niccolò nel film, che il cinema si può fare anche in Sicilia e che se avesse qualche dollaro da spendere, io e il mio co.co.co. Cardillo, avremmo giusto giusto quei due o tre progetti da proporgli ambientati in quella terra straordinaria. In seconda battuta potrei accettare la sua proposta di farmi girare il sequel di Batman.

Quali sono i vostri prossimi progetti e, viceversa, se non eravate dei registi, cosa stavate facendo in questo momento? CARDILLO: Di progetti ne abbiamo molti, alcuni ancora a quattro mani altri individuali, ma non ne parlo per riservatezza e scaramanzia, anche perché purtroppo bisogna portare avanti dieci progetti per,forse, realizzarne uno. se non fossi un regista... non so proprio cosa farei. Amo cucinare, quindi forse farei il cuoco. o più probabilmente farei quello che sto cercando di fare adesso, scrivere un romanzo e viaggiare molto. DE PLANO: Tanti progetti: opere liriche (sono regista di Opera), Televisione (collaboro con Prima della Prima e La Musica di Rai Tre) ma soprattutto subito un altro film. Vorrei affrontare un tema sociale come la disoccupazione, farmi portavoce di un malessere generalizzato, vorrei girare un film con un taglio documentaristico.


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nel Focus di Giugno si parlerà di...

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