Interior Design PORTFOLIO

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interior design PORTFOLIO GIULIA CAPPELLI


GIULIA CAPPELLI 16 settembre 1991 Via Masaccio, 45a 50132 - Firenze 349 52 27 255 giu_capp@hotmail.it


Mi chiamo Giulia, ho 28 anni, sono laureata in Disegno Industriale presso la facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze e mi sono specializzata con un master in Interior Design presso il Politecnico di Milano. Durante il mio corso di studi ho avuto l’opportunità di scoprire il mondo del design e di coglierne le sue molteplici potenzialità, il suo approccio trasversale e creativo nel trovare soluzioni. Ho acquisito la capacità di osservare il mondo da una diversa prospettiva, quella del designer, per cui ogni elemento, colore, forma può essere colto e codificato nel linguaggio grafico trasformandosi in uno stimolo progettuale. La curiosità di conoscere è alla base di questo mestiere, ed è la curiosità e la voglia di imparare che mi ha accompagnato durante questi anni nei quali il mio interesse per il design è cresciuto esponenzialmente in tutti i campi che lo definiscono, sebbene l’Interior, in tutte le sue declinazioni, sia sempre stato il campo che più si adatta al mio modo di interpretare il design; ovvero come un’opportunità per creare nuovi scenari, nuove dimensioni, nuove percezioni della realtà che ci circonda. La passione per tutto il mondo del design, dell’architettura e dell’arte mi ha portato ad un costante interesse per questo campo anche al di fuori dell’ambito universitario: attraverso la collaborazione con altri studenti per alcuni progetti, attraverso visite a mostre ed esposizioni artistiche (inclusa la Biennale di Venezia), fiere del design (come il Salone del Mobile di Milano o il Cersaie di Bologna) che hanno arricchito le mie conoscenze e la mia curiosità e voglia di sperimentare. Spero di avere la possibilità di approfondire e consolidare le mie conoscenze grazie all’opportunità da voi offerta.


CURRICULUM VITAE

GIULIA CAPPELLI

ISTRUZIONE E FORMAZIONE

luglio 2019

PORTO ACADEMY - SUMMER SCHOOL

Day Lectures with international guest architects + Workshop with Fala Atelier marzo 2019 Corso ‘Fotografia di Interni e Post-Produzione’ presso Fondazione Architetti di Firenze da marzo 2017 a marzo 2018

MASTER IN INTERIOR DESIGN

Politecnico di Milano in collaborazione con SPD Scuola Politecnica del Design Voto finale 104/110 da settembre 2010 a luglio 2014

CORSO DI LAUREA IN DISEGNO INDUSTRIALE (Facoltà di Architettura)

Università degli Studi di Firenze Dott. in Disegno Industriale / Voto finale 110/110 e lode da settembre 2007 a giugno 2010 Corso di modellazione plastica ceramica Ass.Cult. L’Albero di Terracotta/Elettra Cipriani, Roma da settembre 2005 a luglio 2010 Liceo Scientifico G.B. Morgagni, Roma Diploma maturità Scientifica

ESPOSIZIONI

settembre 2019 Vincitrice per la sezione Fotografia del Concorso Nazionale “Quirino Maggiore” 2019 di OSMA Onlus con la fotografia ‘Osservando(si)’. dal 30 settembre al 20 ottobre 2013 Esposizione fotografica collettiva “Light in Architecture vol. II” presso la Biblioteca di Architettura di Firenze luglio 2013 Esposizione del progetto “Novoli Modexpo MMXX” presso la sede di Architettura S. Teresa dell’ Università degli studi di Firenze dal 10 dicembre 2012 al 6 febbraio 2013 Esposizione fotografica collettiva “Light in Architecture” presso la Casa della Creatività - Palazzo Giovane - Firenze

ESPERIENZE LAVORATIVE

da novembre 2019 a gennaio 2020 Interior Designer/Arredatrice presso MOBILMARKET (EmmeEmme S.p.A) Via Brunetto Latini, 48 - 50133 Firenze (sede legale) Lavoro in showroom di accoglienza clienti e progettazione in base alle necessità espresse da novembre 2017 a febbraio 2018 Tirocinio curriculare presso SIMONE MICHELI ARCHITECTURAL HERO Via Aretina, 197r/199r/201r - 50136 Firenze (FI) Collaborazione con lo studio nell’ambito dell’interior design e visual design da marzo 2016 ad agosto 2016 RICCARDO LUCHI DESIGN

Via G. B. Lulli, 95 - 50144 Firenze (FI) Collaborazione con lo studio nell’ambito dell’exhibit design e della grafica


da settembre 2015 a maggio 2018 R136 - Pietro Pini Architetto Via Roma, 136, Scarperia (FI) Collaborazione occasionale a progetto nell’ambito della grafica e dell’interior design da gennaio 2013 a marzo 2013 Tirocinio curriculare presso ARCHINTERIO LTD 17 France Hill Drive, Surrey Gu 15 3QE, Camberly, Inghilterra Collaborazione nella progettazione d’interni in ambito alberghiero e abitativo di lusso

LINGUE

Italiano / Madrelingua Inglese / Upper Intermediate

COMPETENZE INFORMATICHE

Sistemi operativi: Windows e Mac. Applicativi produttività personale: Microsoft Office, Open Office, Pages, Adobe Acrobat pro. Applicativi disegno: Autodesk Autocad, Rhinoceros, Cinema 4d (Vray), SketchUp Applicativi grafica: Adobe Photoshop, Adobe Illustrator, Adobe Indesign, Adobe Lightroom, Adobe Bridge, Adobe Premiere Pro.

COMPETENZE ARTISTICHE

Capacità tecniche e artistiche in ambito della pittura, ceramica, disegno e fotografia. Utilizzo di varie tecniche a mano libera: acquerello, pantone, china, acrilico e tempera. Capacità di rappresentazione 3d attraverso la realizzazione di modellini.

COMPETENZE RELAZIONALI

Vari esami e progetti di gruppo seguiti durante il percorso universitario, così come diversi lavori svolti oltre a quelli di settore (hostess, cameriera, baby sitter, barista, attività di volontariato) mi hanno dato le giuste capacità relazionali e organizzative per lavorare in gruppo, assumermi la responsabilità delle situazioni, svolgere il compito assegnatomi, affrontare e risolvere problemi.

NOTE

Dichiaro di appartenere alle categorie protette ai sensi della Legge n. 68/1999. A gennaio 2019 mi sono dovuta sottoporre ad un intervento di trapianto di rene a causa dell’insufficienza renale in stadio terminale. Grazie all’intervento ora sto bene e posso svolgere appieno le mie funzioni lavorative senza nessuna limitazione.

Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del D. Lgs. 196/2003


CONTENUTI master 8 — 50 triennale — 68 altro


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inner core

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REFLECTION /

HOTEL

TEAM: CALABRESE ENRICA, CASSISI GIOVANNI, DISCIPIO SANDRA PROF: ARCH. SIMONE MICHELI

Oggetto del laboratorio è la progettazione di una stanza d’albergo con adiacente corridoio di un hotel ‘5 stelle superior’ situato nella laguna di Venezia. Siamo partiti cercando di definire cosa può essere considerato lusso oggi, e la risposta è stata quella di dare vita ad un ambiente esclusivo, distintivo, coinvolgente. Il visitatore non cerca solo un posto per dormire ma vuole vivere un’esperienza indimenticabile a 360 gradi. Allo stesso tempo abbiamo voluto riportare e far vivere all’interno del progetto il genius loci, cosi che il visitatore si sentisse immerso totalmente nel luogo. Osservando la città di Venezia notiamo istantaneamente il suo carattere doppio: quello materiale, reale dato dalla città e quello immateriale, effimero dato dal riflesso sull’acqua per cui Venezia risulta quasi una città sospesa. Questa dualità è stata la guida di tutto il progetto ed è stata riportata al livello progettuale affidando all’arredo il carattere materico, fisso, statico e di sospensione mentre al materiale il carattere “immateriale” e della riflessione. Ed è proprio il tema della riflessione ed il contrasto materiale/immateriale che ha guidato il nostro progetto. Il mio apporto al progetto è stato nello sviluppo del concept in egual misura agli altri componenti del gruppo così come nella distribuzione in pianta e nel disegno degli arredi. Inoltre mi sono occupata totalmente della progettazione grafica e dell’immagine coordianata del progetto. Lo studio del logo è partito dall’analisi dell’immagine deformata creata sull’acqua dal riflesso, ed è proprio dall’estrapolazione di quell’immagine quasi astratta ed organica che è nato il logo.

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REFLECTION /

HOTEL

EL ABORATO FINALE MASTER

Come ‘Elaborato Finale’ del master è stato richiesto un approfondimento progettuale individuale di uno dei laboratori svolti durante l’anno. Ho deciso di approfondire il progetto del modulo di ospitalità in quanto durante il tirocinio presso l’architetto Simone Micheli ho avuto l’opportunità di andare personalmente all’albergo Ausonia&Hungaria situato al Lido di Venezia per effettuare i rilievi degli interni. L’hotel è un brillante esempio di stile Liberty, per questo la volontà è stata quella di non sovrapporsi e azzerare la struttura originale ma anzi di valorizzare gli ambienti esistenti coniugandoli con un linguaggio contemporaneo in modo da mantenere intatto lo spirito originale del luogo. Il concept di progetto rimane quello d’esame cioè il carattere ‘doppio’ della città di Venezia, la ‘riflessione’, la ‘sospensione’ ed il contrasto ‘materiale/immateriale’. L’area di intervento dell’approfondimento ha riguardato gli spazi comuni dell’albergo situati al piano terra (per il resto uffici, servizi e locali tecnici) con il titolo: “Storia e contemporaneità: spazi comuni di un albego a Venezia”.

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VENEZIA HOTEL AUSONIA

LIDO DI VENEZIA

N

AREA DI INTERVENTO

STATO DI PROGETTO



Il primo ambiente che il cliente incontra è la hall e rappresenta il biglietto da visita dell’albergo, il luogo dove il cliente viene accolto e per questo deve essere d’impatto e fornire l’immagine dell’ambiente che lo sta ospitando, rispecchiando lo stile dell’intera struttura. La hall è composta dall’ambiente principale, il front office e uno spazio retrostante di uffici riservato al personale. Nella hall le murature esistenti sono state mantenute evidenziando gli stucchi originali verniciati con blu petrolio che richiama l’acqua elemento peciuliare di Venezia. Il bancone su progetto riprende perfettamente l’idea di uno specchio d’acqua in movimento creando riflessi sempre diversi ed è illuminato da luci pendenti in cristallo che creano riflessi di luce. Sul retro si intravede la parte di backoffice schermata da un vetro satinato e da una libreria retrostante. Il pavimento anch’esso riflettente e deformante ricorda proprio uno specchio d’acqua. Il modello dell’intero progetto è stato realizzato partendo dal rilievo effettuato in loco.

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Il bar a differenza degli altri ambienti vuole rappresentare un elemento di rottura con la struttura originale in quanto non era di particolare rilevanza architettonica e fungere da elemento di collegamento tra la hall e gli altri ambienti. è stata inserita una volta rivestita da una pellicola riflettente e deformante che immerge totalmente il visitatore in un mondo acquoso e astratto cosi come la superficie del banco bar, questo aiuta a dilata re enormemente lo spazio della piccola sala del bar. La parete retrostante il bancone è un normale specchio che riporta alla realtà e ad una dimensione piÚ terrena, di fronte ad esso si trovano delle scaffalature sospese. Tutti gli arredi sono su disegno.

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Nella ‘sala polivalente’ sono state mantenute le murature originali, le pareti verniciate con un blu petrolio mentre il soffitto è finito con stucco veneziano che rende la superficie lucida e lievemente riflettente e deformante. A parete è presente una composizione formata da parallelepipedi in acciaio satinato verniciato blu intervallata da ripiani in acciaio lucidato utilizzabili come libreria alcuni di questi moduli sono dotati di striscia luminosa Led. A pavimento è stata mantenuta la pavimentazione originale con il parquet a spina di pesce. Gli arredi della sala consistono in postazioni formate da tavolini su disegno in acciaio lucido riflettente e dalle poltrone Swoom di Federicia infine dei separè in vetro colorato della collezione “Credenza” di Patricia Urquiola creano interessanti riflessi colorati quando attraversati dalla luce.


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Anche nel ristorante è stato mantenuto totalmente l’ambiente originario e di particolare rilievo sono le decorazioni a soffitto che sono stata verniciate di bianco per valorizzarne le forme senza appesantirle ulteriormente cosi come le colonne centrali mentre tutte le pareti sono state verniciate con una particolare finitura cromo che le rende specchianti questo permette di dilatare lo spazio creando interessanti riflessi e la sensazione di un ambiente infinito. Gli arredi sono composti da tavolino in acciaio verniciato nero e banco in marmo di Carrara e le beetle chair di Gubi in velluto petrolio. Infine le luci sono delle lampade a sospensione composte da gocce di cristallo che creano interessanti riflessi acquosi.

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CLOUD /

WORKSPACE

TEAM: DOMICOLI GIUSEPPE, GRASSO ALESSANDRA, TOFANELLI CLAUDIA PROF: STUDIO PROGETTO CMR / MASSIMO ROJI ARCHITECTS

Oggetto del laboratorio è la progettazione di un ufficio di quattro piani per l’azienda D-light, una società di recente costituzione leader del mercato nella ricerca e sviluppo di dispositivi tecnologici abbinati a software innovativi. Il concept è nato dall’analisi del nuovo spazio ufficio ovvero di uno spazio altamente innovativo basato sul concetto di “lavoro ovunque”. Esattamente dall’idea del cloud, ovvero dalla possibilità di condividere in tempo reale le informazioni con chiunque grazie alla disponibilità on demand, è nato il nostro progetto. Tutta la fase di progettazione ha ruotato intorno all’idea di ‘nuvola’ sia nella distribuzuione della pianta che nella scelta dei materiali, delle finiture e degli arredi. Ogni dettaglio è stato studiato per integrarsi armoniosamente al contesto e divenire supporto per il lavoro quotidiano. La flessibilità delle aree e la loro riconfigurabilità così come la presenza di spazi di supporto disseminati uniformemente nello spazio sono stati al centro della progettazione. Il mio apporto al progetto è stato nello sviluppo del concept e dell’idea di Cloud ed in particolare nel concepire una moodboard guida degli elementi chiave e dell’organizzazione delle funzioni ufficio. Insieme agli altri membri del gruppo ci siamo suddivisi lo sviluppo delle tavole tecniche. Ho sviluppato nel dettaglio un divano per l’area relax e del tavolo del coworking. Inoltre ho curato la grafica e la presentazione del progetto.

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PIANO TERRA 5.

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1. RECEPTION 2. SALA D’ATTESA 3. RECEPTION INNOVATION AREA 4. INNOVATION AREA 5. MEETING ROOM 6. KEYNOTE 7. INNOVATION AREA 8. AREA BAR

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PIANO PRIMO 2.

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1. AREA RELAX 2. SPAZI LABORATORI 3. WORKSPACE 4. BREAK AREA

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PIANO SECONDO 4.

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4.

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1. CREATIVE LAB 2. DESIGN SUPERVISOR 3. SOFT MEETING 4. MEETING HUB 5. BREAK AREA 6. SILENCE ROOM

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PIANO TERZO

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1. CEO 2. DIREZIONE 3. AMMINISTRAZIONE 4. HUMAN RESOURCE 5. MARKETING 6. COMMERCIALE 7. IT 8. CALL CENTER 9. FACILITY 10. MEETING ROOM


VISTA SULL’ AREA BAR.

VISTA SULL’ AREA RELAX.

VISTA SULL’INNOVATION AREA.

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VISTA SULLA MEETING HUB.

VISTA SULL’UFFICIO DEL CEO.

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VISTA SULL’AREA LAVORO.

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DETTAGLIO SCRIVANIA CO-WORKERS

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DETTAGLI SILENCE ROOM


SPAZIO3 /

DOMESTICITA’

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Progetto unità abitativa Via Pellegrini

TEAM: EPIFANO FRANCESCO, GIANNELLA ROSSELLA, GRIGOLATO SARA PROF: ARCH. GEROSA GIULIA MARIA, ARCH. ANDREA MANFREDI

L’oggetto del laboratorio è la progettazione degli interni di un’unità abitativa in via Pellegrini a Milano destinata ad una famiglia composta da: nonni (anni 68 e 65), figlio (anni 40) e nipote (anni 3). Il titolo del progetto riflette proprio la necessità di creare uno spazio adatto alla fruizione di tre generazioni distinte. L’abitazione si trova all’undicesimo e dodicesimo piano (attico e superattico) all’interno di un giardino condominiale di pregio. La progettazione è partita da un’analisi approfondita della committenza e dalla volontà di rispondere al meglio alle loro esigenze. Questo ha dato un carattere forte al progetto, improntato sugli interessi e le necessità dei proprietari e ha dato vita ad un ambiente realmente su misura in ogni dettaglio per ciascun abitante dello stabile. In base alla nostra analisi sugli interessi dei proprietari abbiamo deciso di dare un impronta ‘fusion’ a tutto il progetto, caratterizzato da un ‘modo orientale’ di concepire e vivere la casa. Le parole chiave sono state: contaminazione, permeabilità, generazioni, gioco. Il mio apporto al progetto è stato nello sviluppo del concept in egual misura agli altri componenti del gruppo, in particolare nel concepire una moodboard guida degli elementi chiave, così come nello sviluppo progettuale. Mi sono occupata totalmente della progettazione della camera del bambino e del padre. Insieme agli altri membri ci siamo suddivisi le tavole tecniche. Ho curato la grafica e la presentazione del progetto.

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VISTA DELLA SCALA D’INGRESSO.

VISTA SULL’AREA LETTURA.


CONCEPT DI STUDIO DELLA LIBRERIA DOVE SI OSSERVA LA DISPOSIZIONE SIMMETRICA DEI MODULI.

VISTA SULLA CUCINA.


PIANTA 11 PIANO.

PIANTA 12 PIANO.


CAMERA DEL PADRE.

COLLAGE DELLA CAMERA DEL BAMBINO.

PROSPETTI CAMERA DEL BAMBINO.


DETTAGLIO CABINA ARMADIO / CAMERA DEL PADRE

PROSPETTO LIBRERIA

PROSPETTO CON PORTE SCORREVOLI

PROSPETTO FRONTALE

PROSPETTO CON SPECCHIO

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SEZIONE A - A’

SEZIONE B - B’

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SEZIONE C - C’


INNER CORE /

RETAIL

inner core

TEAM: BARONI ANDREA, MELINO MARIAGIOVANNA, PASTA SYLVANA PROF: STUDIO MARCO PIVA

Oggetto del laboratorio è la progettazione dello showroom di Visionnaire in piazza Cavour 3 a Milano. Si tratta di un brand italiano di arredamento di lusso di altissima gamma specializzato nella proposta di un “total look”, prezioso e customizzato nel dettaglio per ogni cliente. Quello che propone non è solo arredo ma un lifestyle, ovvero una vera e propria filosofia di vita. Lo stile è classico ma orientato al contemporaneo in quanto i suoi clienti sono i cosiddetti “nuovi ricchi” ovvero persone sostanzialmente giovani figli di una generazione che amava il classico da cui loro si stanno allontanando in cerca di qualcosa di nuovo, di diverso. L’azienda si rivolge prevalentemente al mercato russo, cinese e arabo. Importatnte è l’artigianalità dell’azienda, riscontrabile nell’attenzione al dettaglio e nei materiali preziosi e di qualità. Il carattere “visionario” del brand, la morfologia del luogo, la nuova direzione green dell’azienda ci ha portato ad ispirarci al romanzo “Viaggio al centro della Terra” di J. Verne. Quindi un percorso/viaggio che descrive in modo straordinario il mondo Visionnaire attraverso la stratificazione della crosta terreste, che abbiamo tradotto nell’elemento iconico della geode. Una pietra preziosa che si presenta in natura come un guscio superficiale grezzo e dai colori terrosi ma che al suo inerno nasconde un nucleo prezioso costituito da cristalli e stratificazioni. Da qui il nome del progetto “Inner Core” che propone al cliente un percorso attraverso la crosta terrestre fino al nucleo interno, quindi un‘sperienza conoscitiva unica all’interno dello showroom. Questo viaggio immaginario è agevolato dalla morfologia del luogo che prevede un piano terra con vetrina su strada e un piano interrato senza luce naturale. Il mio apporto al progetto è stato nello sviluppo del concept in egual misura agli altri componenti del gruppo, così come nella distribuzione in pianta e nel disegno degli espositori. Ho realizzato le piante ed inoltre mi sono occupata della progettazione grafica e della presentazione del progetto.

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VISTA SULL’INGRESSO.

SURFACE/INGRESSO. Il percorso si sviluppa dal piano terra con un ingresso vetrina che punta ad incuriosire il cliente ad addentrarsi nello showroom, qui è presenta la reception dove il cliente verrà accolto ed accompagnato nelle diverse aree. Ci troviamo all’inizio del viaggio nella parte superficiale della crosta che si riflette nella palette di materiali che prendono una sfumatura terrosa. Bronzo acidato, marmo color terra dalle venature molto accentuate, onice bianco con venature begie. L’ingresso è sottolineato da una cornice in bronzo acidato mentre lateralmente si trova la parte espositiva delle vetrine pensata come “una scatola nella scatola” ritmata da una successione di volumi di diversa grandezza che rendono dinamico lo spazio.

PIANTA PIANO TERRA.

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VISTA SULL’INGRESSO.

VISTA SULL’INGRESSO.

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SEZIONE DEL PIANO TERRA.

Ogni teca ha un frame in bronzo ed una illuminazione led interna autonoma. Al centro dell’ambiente troviamo gli elementi strutturali ed il bancone totalmente rivestiti da onice binaco retroilluminato. Questi elementi ‘spaccano’ lo spazio, danno luce all’ambiente e allo stesso tempo indirizzano il visitatore verso una direzione ben precisa ovvero quella delle scale. Tutti i corpi illuminanti sono della collezione Visionnaire.

FRAME IN BRONZO

VETRO 9 mm

VETRO 9 mm LAMIERA E STRUTTURA IN BRONZO

LAMIERA E STRUTTURA IN BRONZO

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FACCIATA ESTERNA VETRINA


SEZIONE DEL CORPO SCALA .

CRETTATURA/SCALE: la fase del viaggio che rappresenta il passaggio da uno strato all’altro, dalla crosta al nucleo. Qui si trova il corpo scale diviso in due dal setto portante anch’esso rivestito da onice bianco e frame in ottone. L’intera parete presenta dei tagli a partire dai tre fori centrali irregolari che riprendono la forma del geode e consentono la vista tra i due corpi scala e dai quali si diramano le spaccature e le linee di luce. Scendendo ci troviamo frontalmente un’istallazione con cristalli a parete dalle forme irregolari. Nel mezzanino si trova una prima ambientazione composta da un divano e un lampadario della collezione che costituisce come una sorta di quinta espositiva, un’anteprima dello showroom al livello inferiore.

VISTA SULLE SCALE

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PIANTA PIANO INTERRATO.

MAGMA/BAR: Ci troviamo nel nucleo al livello -1. Questo si osserva in un decisivo stacco cromatico in contrasto con quello precedente e dall’uso combinato di diversi materiali. Il primo ambiente che incontriamo è il Bar. L’idea di uno spazio teatrale e al tempo stesso suggestivo prende forma dalle pareti verticali del bar rivestite in onice rosso retroilluminato che enfatizza l’effetto lava. Al centro dello spazio troviamo due scatole con all’intero la maglia strutturale e alcuni tavoli con sedute. Tutto il sistema di retroilluminazioneconsente al materiale onice di variare le sue sfumature attraverso luci led che cambiando temperatura cambaino amnche il colore emissivo. Tutti i corpi illuminanti sono della collezione Visionnaire.

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INNER CORE/SHOWROOM: Siamo finalmente giunti alla fine del nostro viaggio nell’ambiente dello showroom. Sono presenti due accessi, uno tramite la scala e l’altro con l’ascensore. Quest’ultimo porta direttamento ad uno spazio più riservato dedicato ai clienti che passeranno più tempo all’interno dello showroom. Sono state introdotte all’interno dell’ambiente delle ‘micro scatole’ tra la maglia strutturale che ricordano l’interno della geode e offrono una visuale privilegiata sulle collezioni, esse costituiscono delle piccole aree meeting dove è possibile discutere con il cliente gurdando sempre alla sala espositiva . Lo spazio si presenta molto suggestivo e drammatico caratterizzato da una palette dai toni scuri, in particolare il materiale ‘Stoneglass’ scelto per la pavimentazione, crea un gioco di riflessioni che enfattizano ancora di più l’esposizione della collezione. Al centro della scena sul soffitto si trovano dei corpi luminosi in fibra ottica che richiamano gli elementi naturali e fanno da sottofondo alla collezione di lampadari del brand. Nello spazio sottostante sono allestiti i vari ambienti ognuno dei quali illuminato da luci spot che creano un fascio luminoso tipo ‘occhio di bue’ su tutte le collezioni.


DETTAGLIO MINIBOX.

Le ‘mini-box’ sono strutturate con pannelli di vetro satinato con cristalli liquidi Lcd controllati a corrente elettrics dell’azienda PrivaLite.

STONEGLASS 12mm COLORE BLACK STRUTTURA IPE CONTROSOFFITTO

CARTONGESSO

VETRO SATINATO A CRISTALLI LIQUIDI SAINT GOBAIN

LUCE LED

STRUTTURA IPE PAVIMENTO CARTONGESSO

BASAMENTO RETROILLUMINATO


CENTRO CULTURALE /

RECUPERO EDILIZIO

TESI TRIENNALE

L’oggetto della mia tesi di laurea è il recupero di un’ex casa del fascio, oggi in stato di abbandono, situata nel centro storico del comune di Scarperia (Fi). Fu inaugurata nel 1929 reuperando antiche preesistenze della seconda metà del 1300, la costruzione in origine si articolava su due piani fuori terra e presentava una torre dialogica con quella medievale ad oggi esistente. In conseguenza al sisma dell’ottobre 1960 il piano primo e la torre furono demoliti. All’inizio degli anni sessanta l’edificio fu destinato ad autorimessa, per questo motivo i due ingressi principali furono ampliati in modo da essere resi accessibili ai camion, giungendo all’attuale configurazione. Un’operazione, quindi, di recupero edilizio, tema oggi fondamentale in quanto la riconversione presenta importanti vantaggi ambientali, sociali ed economici. Primo tra tutti quello di contrastare il fenomeno dell’incessante consumo di nuovo suolo e di un’urbanizzazione sempre più dispersa nel territorio. Il suolo è una risorsa finita e non riproducibile e per contrastae il fenomeno della cementificazione e di un’urbanizzazione sempre più dispersa nel territorio occorre riportare l’attenzione sull’enorme patrimonio edilizio presente in italia. Conferendo nuove funzionalità ad edifici in disuso si può dare origine ad un processo di rigenerazione del tessuto urbano esistenti, che porta con sè oltre ai vantaggi ambientali anche vantaggi sociali: creare importanti punti di attrazione all’interno dell’area cittadina contrastando la dispersione urbana. é importante rivolgere l’attenzione anche anche ai centri storici minori che costituiscono senza dubbio uno dei patrimoni più caratterizzanti del nostro paese. E’ ormai abbastanza diffusa la consapevolezza di come la salvaguardia di questo patrimonio rappresenta un fattore di affermazione delle identità culturali e di sviluppo locale.

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1930

2014

Con questo progetto ho provato a rispondere all’esigenza di uno spazio bibliotecario più ampio nel territorio ma anche per dare vita ad un luogo sociale, un luogo di aggregazione promotore di creatività in grado di coinvolgere gli abitanti nella condivisione di momenti culturali nelle più svariate forme, ponendosi così come elemento chiave di inclusione e coesione sociale. Un luogo polifunzionale al servizio della comunità locale, e non solo, divenendo un punto di riferimento per varie attività quali esposizioni, conferenze, eventi culturali e letterari, cineforum..ecc. Il progetto di recupero si pone anche l’obiettivo di rafforzare l’identità del centro storico in modo da porsi come volano per uno sviluppo sociale ed economico del territorio.

Il concept del progetto si è sviluppato a partire dalla riflessione sul rapporto tra le parti aggiunte e le parti preesistenti. La volontà è stata quella di fornire una chiara distinzione tra il nuovo intervento e la preesistenza. in modo da distinguere, rendere autonome e riconoscibili le parti e gli elementi di nuova formazione rispetto a quelle esistenti. Creare una differenza e allo stesso tempo trovare un’equilibrio tra le due parti. Questo approccio metodologico ha costituito il principio cardine attorno a cui ha ruotato l’intero progetto, all’esterno quanto all’interno.

GRAN PARTE DELL’ AMBIENTE EDIFICATO DEL FUTURO ESISTE GIA’: MA QUESTO AMBIENTE DEVE ESSERE MIGLIORATO IN NOME DELLA SOSTENIBILITA’, DELLA BELLEZZA E DELL’ INTERESSE DI TUTTI I CITTADINI.


La fase di progettazione è iniziata con un’operazione di ampliamento in grado di valorizzare l’edificio esistente e di richiamare la sua forma originale attraverso la sopraelevazione di due piani. Il nuovo si appoggia sulla preesistenza con leggerezza e delicatezza. Esso si inserisce nei due ‘parapetti’ in pietra (che sovrastano la parte frontale e posteriore dell’edificio) e si unisce all’esistente attraverso una fuga in acciaio che permette un’equilibrata giustapposizione tra ‘nuovo’ ed ‘esistente’ e allo stesso tempo crea una linea netta di distinzione tra di essi. Il volume aggiunto, dalla forma di un parallelepipedo, con la sua compattezza e semplicità, cerca di dare uniformità e regolarità alla pianta maggiormente frastagliata della preesistenza.


L’involucro è formato da semplici listelli rettangolari di larghezza variabile caratterizzati da tre diverse finiture di vetro: trasparente, traslucente e riflettente. Nonostante le sue grandi dimensioni grazie alla leggerezza e alla trasparenza che lo definiscono si integra perfettamente con la preesistenza e con l’ambiente circostante, permettendo una continuità visiva con il paesaggio.

“L’IDENTITÀ CULTURALE DI UN TERRITORIO È TESTIMONIATA DA TUTTI QUEGLI ELEMENTI NEI QUALI SI ESPRIMONO E SI RAPPRESENTANO I VALORI DELLA MEMORIA E DELLA CIVILTÀ. [...] SI RICONOSCE ALLORA LA NECESSITÀ E LA RESPONSABILITÀ, NEI CONFRONTI DELLE GENERAZIONI FUTURE, DI NON DISPERDERE LA STRAORDINARIA RICCHEZZA E BELLEZZA DEL TERRITORIO COMUNALE COSÌ COME CI SONO STATE TRAMANDATE”.

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La volontà progettuale è stata quella di dare origine ad uno spazio aperto in grado di offrire varie possibilità di utilizzo e di risultare il più flessibile possibile. Lo spazio è stato organizzato come un grande open space senza nessuna parete divisoria, dove ogni spazio confluisce in un altro liberamente. Il centro è organizzato su tre livelli connessi verticalmente tra loro da un corpo scale e da una cabina ascensore. Dei due piani aggiunti il primo si presenta come un doppio volume che da origine ad uno spazio ampio e luminoso; il secondo piano è composto da due livelli sfalsati collegati tramite dei gradoni che danno continuità e fluidità allo spazio permettendone una fruizione libera e spontanea. La linea guida che ha indirizzato il progetto d’interni è stata quella di rendere ben distinguibili le parti nuove dalle preesistenti. Tutto il “contesto” è stato appiattito, schiacciato su una sola dimensione; in questo modo tutto l’esistente affiora alla superficie come “l’antico”. Questo concetto si è concretizzato con l’utilizzo del colore: tutto ciò che è preesistente è bianco subendo quasi un processo di museificazione, le adduzioni sono invece evidenziate dall’uso del colore che caratterizzano e connotano gli spazi del primo e del secondo piano. Da una realtà neutra e monocromatica il visitatore è introdotto in un ‘mondo a colori’. Inoltre i nuovi piani sono inseriti all’interno della preesistenza senza mai toccarla. Essi infatti si distaccano dalla muratura di circa 30 cm ed il vuoto è stato colmato rendendo il perimetro del solaio in vetro. Questo permette di creare un collegamento visivo a tutta altezza in grado di dilatare ulteriormente lo spazio.

SALA ESPOSITIVA

VANO SCALE

PIANO RECEPTION

Lo spazio espositivo è stato progettato per ospitare mostre di vario genere. La scelta della sua collocazione non è casuale, il colore bianco che caratterizza l’ambiente è, infatti, quello più indicato nel caso di spazi espositivi ed in secondo luogo le grandi superfici vetrate dei portoni d’ingresso fungono da vetrina sulla strada invitando il visitatore ad entrare. L’allestimento deve consentire varie possibilità di organizzazione dello spazio, per questo è stato scelto l’elemento del pannello espositivo. I pannelli realizzano piani verticali utili per delimitare percorsi di visita e zone espositive funzionali agli argomenti trattati di volta in volta nella mostra. I pannelli sono mobili e possono essere spostati liberamente in base alle esigenze del percorso espositivo o per qualsiasi necessità.


INVOLUCRO

PIANO SECONDO

PIANO PRIMO

PREESISTENZA

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CAFFETTERIA

TAVOLINO E SEDIE BAR

1

2

3 RIVESTIMENTO PARETE VANO SCALE RIVESTIMENTO BANCONE RECEPTION

TAVOLINO BAMBINI POUF

MATRICE GENERATIVA DI VARI COMPONENTI D’ARREDO DELLA STRUTTURA.


BIBLIOTECA BAMBINI

PIANO

I colori scelti sono caldi e vivaci in quanto ben rappresentano la personalità energica ed esuberante dei bambini che possono trovare in questo spazio un’atmosfera accogliente e stimolante per la lettura o lo studio così come per il gioco. La funzione di quest’area è prima di tutto quella di biblioteca per ragazzi ma anche di svago e di gioco, come dimostra la rete inserita nella parte sud del doppio volume che permette ai bambini di vivere la biblioteca come uno spazio ludico.

AREA POLIVALENTE

ESEMPIO DI VARIE TIPOLOGIE DI DISPOSIZIONE DEI TAVOLINI E DEI POUF DEL PRIMO PIANO.

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L’area polivalente non presenta reali suddivisioni rispetto al resto del piano in quanto tutto lo spazio si configura come un open space capace di adattarsi a varie possibilità di utilizzo. Come unico elemento divisorio presenta una tenda scorrevole che permette di creare un ambiente riservato ma anche di aprirsi e di estendersi quando se ne richiede la necessità. La tenda inoltre si trova su tutto il perimetro dell’area permettendo alle grandi vetrate di oscurarsi in caso di proiezioni o eventi che lo richiedono. Le sedie progettate sono in linea con le esigenze di flessibilità ed adattabilità dell’area. Sono pieghevoli e facilmente riponibili grazie ad un sistema di aggancio che, come una “gruccia”, permette di attaccarle ad un appendiabiti. Il materiale è legno compensato di betulla.


PIANO

La biblioteca è l’ambiente che più di tutti rispecchia il “programma” dell’edificio, ovvero la creazione di spazi aperti, adattabili e interconnessi. La gradonata, elemento di fusione tra i due solai, si pone come spazio sociale per eccellenza favorendo l’incontro e le relazioni. Questo spazio può essere utilizzato liberamente e può trasformarsi all’occorrenza in una sorta di ‘auditorium’ per conferenze, eventi o spettacoli. L’organizzazione degli spazi della biblioteca permette lo svolgimento di differenti tipi di attività: la consultazione degli scaffali, lettura concentrata al tavolo, lettura individuale, lettura rilassata in poltrona, lettura di gruppo. Con lo scopo di garantire uno spazio più riservato per la lettura individuale e lo studio è stata inserita l’unica divisione dello spazio costituita dal sistema di “porte pivot” poste tra la scrivania e la gradonata. Le partizioni pivot permettono di chiudere parzialmente l’ambiente e nello stesso tempo esprimere caratteri di flessibilità d’uso e di trasformabilità. Essi creano ampie quinte mobili in grado di assumoere ruoli variabili per assecondare le mutevoli esigenze delle persone che abitano gli spazi, ponendosi come elemento scenografico di tutto lo spazio.


IL PERIMETRO DI TUTTO L’AMBIENTE E’ DEFINITO DA UNA “LINEA” CONTINUA E MUTEVOLE: NEL LIVELLO SUPERIORE E’ PAVIMENTO IN VETRO, CONTINUANDO NEL LIVELLO INFERIORE, DIVENTA ALTERNATIVAMENTE LIBRERIA E SCRIVANIA.

PARTICOLARE DELLE LIBRERIE INCASSATE ALL’INTERNO DEI GRADONI.

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PARTICOLARE DELLE LIBRERIE INCASSATE ALL’INTERNO DEI GRADONI.

LA DISPOSIZIONE DELLA LIBRERIA SI È LIBERAMENTE ISPIRATA AD UN’IMMAGINE DELLA NOSTOP CITY DEGLI ARCHIZOOM. COME DEGLI ELEMENTI DI ROTTURA IN UNA GRIGLIA REGOLARE LE LIBRERIE, LE POLTRONE E I DIVANETTI SUDDIVIDONO LO SPAZIO CREANDO PERCORSI E AREE DI LETTURA PIÙ RISERVATE. SEGUENDO UNA LOGICA MODULARE LA MISURA DELLA POLTRONA COSTITUISCE IL MODULO DI BASE CHE DA ORIGINE, RADDOPPIANDOSI, AL DIVANETTO E ALLA LIBRERIA.

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URBAN WAVE /

ISTALL AZIONE URBANA

L ABORATORIO DI PROGET TAZIONE

L’obiettivo del progetto è stato quello di dare origine ad un luogo urbano che sia vitale e favorisca l’aggregazione sociale e lo svolgimento di attività libere da parte dei cittadini. L’obiettivo prevalentemente di natura sociale si esplica attraverso lo sviluppo di spazi sociocentripeti. La volontà del progetto è quella di creare un’istallazione architettonica di importante valenza estetica in grado di riqualificare l’area urbana e allo stesso tempo divenire punto attrattore di attività sociali. Il padiglione si trova nel quartiere di Novoli, nella periferia di Firenze. La zona è molto frequentata soprattutto per la presenza del polo universitario delle scienze sociali, ma anche per il vicino centro commerciale, per i vari uffici e per l’elevato numero di edifici residenziali. Il momento di maggior flusso, perciò, è sicuramente durante le ore diurne che non quelle serali.

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SCELTA DI UN MICRO CONTESTO URBANO mancanza di luoghi di aggregazione ASSENZA DI UNA CENTRALITÀ

spazio anonimo

d e g r a d o

d i f f u s o

SCARSA ILLUMINAZIONE

L’area presa in analisi consiste in un piccolo giardino posto esattamente all’incrocio tra viale Guidoni e via Forlanini, di fronte al polo universitario di Novoli. Esso, in virtù della sua vicinanza all’università e agli uffici, viene utilizzato come zona verde dove poter leggere, studiare o semplicemente rilassarsi in mezzo al verde e comunque all’aria aperta. Ma una breve analisi dello stesso ha immediatamente mostrato un degrado generale dei vialetti interni, della zona verde, presenza di pochissime panchine e molto distanti tra loro, non facilitando le interazioni sociali, assenza di punti di appoggio es. tavoli, sistema di illuminazione pubblica insufficiente, assenza di luoghi protetti dalle intemperie. Una sua riqualificazione potrebbe perciò portare grandi vantaggi e legarsi alla generale riqualificazione dell’adiacente area urbana (nuovo centro commerciale, nuovo palazzo di giustizia…ecc.).

esempio di studenti che utilizzano l’area come zona di sosta o di pausa pranzo nelle belle stagioni


RICERCA FORMALE SVILUPPO PROGETTUALE

3 trasformazione digitale

4

1

2

E’ stato sviluppato un percorso a terra sotto la copertura del padiglione. esso segue le curve della struttura ruotando o aggirando pilastri e alberi, lungo il percorso sono state inserite delle panchine, le quali emergono dal terreno seguendo le curve del sentiero e offrendo un posto a sedere al riparo dalla pioggia. il contrasto che emerge tra le aree verdi e il sentiero viene ancor più enfatizzato dalla luce led che accompagna il visitatore lungo tutte le curve del giardino, divenendo un punto di riferimento notturno quando l’area viene completamente oscurata. La finitura a specchio consente all’istallazione di avere un carettere interattivo con tutto ciò che la circonda e allo stesso tempo di non risultare invasiva nell’ambiente, al contrario si adatta perfettamente ad esso, divenendo parte del paesaggio.



NOVOLI MODEXPO MMXX /

PADIGLIONE MODA

L ABORATORIO DI ARCHITET TURA DEGLI

INTERNI

Finalità del laboratorio è stata la progettazione di un padiglione della moda (store, shopfront, showroom..) per Novoli Modexpo. Le indicazioni sono state quelle di progettare il padiglione in attinenza ad uno stilista scelto, sviluppando un concept a partire dalla sintesi di elementi peculiari della sua collezione. In relazione al concetto di “aggregazione” ho dato origine a delle forme secondo un metodo di progettazione “bottom-up”, nel quale parti individuali di un sistema sono specificate in dettaglio, e poi connesse tra loro in modo da formare componenti più grandi, a loro volta interconnesse fino a realizzare un sistema completo. La fase di progettazione è stata sviluppata attraverso l’utilizzo di software di modellazione tridimensionale e generativa come Rhinocheros con i plug-in T-splines e Grasshopper. L’eleborato finale è stato esposto anche con l’ultilizzo di un video in grado di simulare una visita all’interno del padiglione.

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FORMAZIONE ED EVOLUZIONE DI UN PATTERN SECONDO IL CONCETTO DI AGGREGAZIONE A PARTIRE DALL’ANALISI DI UN ELEMENTO DELLO STILISTA

IL PROGETTO PARTE DALL’ANALISI, DALLA DECOMPOSIZIONE E DALLA PROLIFERAZIONE DI DIVERSI ELEMENTI. LO STEP SUCCESSIVO È L’AGGREGAZIONE DEGLI STESSI ATTRAVERSO L’ESPANSIONE E LA PROPAGAZIONE DELLA PELLE CHE “MANGIA” OGNI SINGOLO ELEMENTO.

I vari elementi che costituiscono il padiglione nati dal concetto dell’aggregazione e della proliferazione risultano slegati e allo stesso tempo legati tra loro da una logica che li unisce indissolubilmente e materialmente con vari collegamenti che permettono il passaggio da l’uno all’altro. Gli spazi che compongono il secondo lotto creano al loro interno un sorta di “cortile” fruibile dai visitatori esclusivamente dall’interno del padiglione come una “città nella città”.

PIANO TERRA

AGGREGATIVE DIAGRAM

GENERATIVE PROCESS OF THE SKIN STRUCTURE

designed in grasshopper

PRIMO PIANO


TERRE IN MOVIMENTO /

PRODOTTO

L ABORATORIO DI PROGET TAZIONE

Finalità del corso è la progettazione di un prodotto che, a partire dall’utilizzo di un materiale tradizionale dell’artigianato Toscano, sia in grado di recuperare i saperi e le lavorazioni della tradizione coniugandoli con l’innovazione tipologica e funzionale. Innovare partendo dalla storia, dal territorio e dalla sua produzione, creando qualcosa in continuità con essa. Il materiale scelto per il progetto è il cotto, un materiale tradizionale del territorio toscano ed in particolare dell’Impruneta dove un tempo più del 10% delle famiglie aveva un’occupazione nel campo della terracotta. I modi e le forme della lavorazione dell’argilla si ripetono uguali fin dai tempi più remoti, con poche variazioni nelle tecniche di messa in opera. Il progetto consiste in una collezione di arredi per esterni in terracotta che comprende sedute, porta biciclette ed elementi di illuminazione. La scelta di utilizzare il cotto per gli esterni non è casuale ma è stato inteso come un ritorno della “terra alla terra”, infatti la terracotta altro non è che terra lavorata e cotta, totalmente ecosostenibile. In questo modo si può osservare il progetto come qualcosa che si è plasmato a partire dalla terra stessa su cui risiede. Alla base del progetto c’è la volontà di andare oltre l’aspetto puramente funzionale e di dare vita ad oggetti che siano portatori di significati e simbologie.

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PEZZO+PEZZO Le sedute mostrano come “da piccole cose si possono fare grandi cose”. Partendo, infatti, dall’idea della fragilità della ceramica e dalla difficoltà di creare pezzi di grandi dimensioni sono arrivata all’ideazione di sedute modulari costituite dall’insieme di più moduli della stessa forma ma di diversi spessori e altezze (in un numero limitato). Essi conferiscono movimento e plasticità ad un materiale di per sé statico ed imponente. Lo spazio tra i vari moduli è stato progettato appositamente per permettere di inserire una bicicletta, inoltre ogni pezzo è dotato di un foro che consente di inserire la catena per legare la bici. Le sedute sono disegnate in due versioni, ma la possibilità di composizione con i vari moduli sono molteplici. d

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IMPERFEZIONI DI LUCE

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“La creta è un materiale eterno che ha una storia lunga come quella dell’uomo” Gillo Dorfles

Gli elementi di illuminazione appaiono come delle forme organiche, quasi sospese nello spazio. Le linee morbide e “leggere” si integrano perfettamente all’interno di un contesto naturale come fossero delle forme di vita appartenenti ad esso. Forme che mostrano tutta la loro vitalità di sera quando, grazie alle luci led poste al loro interno, risaltano nel buio creando delle composizioni luminose fluttuanti di grande impatto. Un installazione luminosa che contribuisce a creare una percezione diversa dello spazio circostante, che diviene un mondo parallelo animato da tante forme giocose.


LIGHT IN ARCHITECTURE /

FOTOGRAFIA

MOSTRA COLLET TIVA

E’ un progetto fotografico collettivo che attraverso 18 scatti si ferma ad osservare qual’è l’effetto sorprendente che la luce può dare su una superficie dando origine a composizioni grafiche decontestualizzate. ‘Light in Architecture’ denuda la luce, matrice dei cambiamenti estetici e funzionali delle architetture che visitiamo, viviamo, abbandoniamo e rivalutiamo quotidianamente. Il collettivo evidenzia la luce in tutta la sua corposità: luce entrante in uno spazio, luce che riflette sui muri, luce che differenzia le facce di un solido a seconda di come le illumina o le lascia in ombra; luce che si fa strada dove non c’è materia, tra gli spazi che la struttura lascia aperti, la luce che ignora la grammatica e la sintassi con effetti incantevoli ed avvincenti. I seguenti scatti si soffermano sulla freddezza di edifici industriali della periferia fiorentina rivelati attraverso una nuova luce.

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LIGHT IN ARCHITECTURE

VOL. II

MOSTRA COLLET TIVA

/

FOTOGRAFIA

‘Light in Architecture - vol. II’ ripropone il tema della prima esposizione soffermandosi maggiormente sui volumi, sugli spazi, sui pieni e i vuoti che la luce evidenzia nell’architettura. I seguenti scatti osservano luoghi ed elementi nella città di Berlino.

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GRAZIE PER L’AT TENZIONE


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