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neo-Eubios 83 - Editoriale

EDITORIALE

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È noto che il 75% degli edifici in Europa è energeticamente inefficiente, il settore delle costruzioni rappresenta il 40 % del consumo finale di energia e il 36 % delle emissioni di gas a effetto serra. A fronte di questi numeri dell’Unione Europea, forse l’Italia è messa anche peggio. Quai l’80% degli edifici in Italia è stato costruito prima della legge 10/91 sull’efficienza energetica in edilizia, e dai dati rilevati dal SIAPE, quasi il 60% degli edifici oggi è in classe G o F. Attualmente, si riscontra da una parte, la volontà di chiudere tutti i rubinetti e bloccare la spinta verso interventi di riqualificazione, e dall’altra, una direttiva europea che, anche se non approvata dall’Italia, spinge verso un obbligo all’efficientamento energetico, anche laddove non ci fosse l’intenzione. Il Superbonus è sicuramente nato con delle forti criticità, senza regole ben progettate, ma, malgrado si possa non essere d’accordo sulle % e sulle regole generali, in questi anni sono state effettuate delle riqualificazioni che altrimenti non si sarebbero fatte. La cessione del credito ha permesso a contribuenti che non avevano né liquidità, né capienza, di migliorare le proprie condizioni di vita e ridurre non solo gli sprechi energetici e le emissioni, ma anche i consumi e i costi annuali di riscaldamento, questo è un fatto! I provvedimenti precedenti non hanno mai portato a questi numeri, probabilmente perché non cè mai stata la volontà di spingerli veramente garantendone la continuità e la certezza di accesso per tutti. Un intervento di efficientamento energetico, anche solo dell’involucro (cappotto, coperture, serramenti...) può portare a riduzioni dei consumi dell’ordine anche del 70% con relativa CO2 risparmiata. Perciò, agire anche solo sull’involucro opaco verticale con un cappotto termico, in media (da dati ricavati dagli APE del SIAPE e da diagnosi reali effettuate), permette una riduzione dei consumi del 40%.

La direttiva green, segnala che gli investimenti nell'efficienza energetica dovrebbero essere considerati come un'alta priorità, sia a livello privato che pubblico. Con un’attenzione particolare alle famiglie con redditi bassi e medi, così come le famiglie che soffrono di povertà energetica che spesso vivono negli edifici con le peggiori prestazioni. Entro il 1º gennaio 2027, gli Stati membri dovrebbero adottare misure amministrative e finanziarie speciali per incoraggiare la ristrutturazione profonda degli edifici più scarsi e con più unità immobiliari.

Per il recepimento e l’applicazione di questa Direttiva, si riscontrano molte criticità, tra cui: la diversa classificazione energetica all’interno dell’Unione Europea, l’ottimizzazione dei requisiti in funzione dei costi, una corretta e comune valutazione della sostenibilità, la fattibilità tecnica intervenendo soprattutto su edifici esistenti, le possibilità finanziare di ciascun contribuente che si potrebbe trovare obbligato a intervenire sul proprio immobile e, quindi, la necessità di creare meccanismi finanziari che sostengano le spese necessarie alla riqualificazione profonda.

Ci dispiace non vedere molta apertura al dialogo sulle possibili modifiche e proroghe nel tempo dei provvedimenti incentivanti. Riteniamo fondamentale che il Governo preveda un tavolo di lavoro con tutti gli stakeholder, per elaborare un progetto a lungo termine. Significa coinvolgere i tecnici e le imprese, e ascoltare gli esperti di efficienza energetica, di edilizia, di sostenibilità, di economia e finanza nonché le imprese, le aziende produttrici e i professionisti che oggi sono in buona parte in crisi.

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