Puglia Specialeublication

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Puglia inedita In viaggio

con NEOS

Una terra da scoprire

Il viaggio parte da Sannicandro di Bari e dal suo Castello Normanno-Svevo, il nucleo della vita pubblica della città. Anche se la storia della Terra di Bari inizia con la Magna Grecia e vede, prima dell’arrivo dei Normanni, lo scontro tra Bizantini e Longobardi e le scorrerie saracene. Gli ulivi sono i protagonisti della cultura e dell’economia. La maggior parte produce l’oliva coratina, adatta per la produzione di olio EVO. L’oliva termite è destinata, invece, alla conservazione in salamoia.

Arrivando a Santeramo in Colle, al confine con la Basilicata, si osservano le rocce calcaree che affiorano nei campi e i tratti tipici di un territorio carsico. I cavalli qui sono un elemento culturale importante, da sempre mezzo di trasporto e strumento di lavoro, immancabili nelle feste popolari.

Corato è la patria dell’oliva coratina tra le migliori al mondo. Il centro storico ricorda le cittadine provenzali. Da vedere gli edifici religiosi, anche di origine templare, il Palazzo di Città, il Teatro Comunale e il Palazzo delle Pietre Pizzute.

Sammichele di Bari , invece, ha origini recenti: il ‘600. Il primo feudatario è il mercante portoghese

Miguel Vaaz de Andrade, gli ultimi sono i Caracciolo. Importante il suo Carnevale , con un rituale che va avanti da secoli, e la gastronomia, con la focaccia a libro e la zampina .

Monopoli, trasformata dalle moderne esigenze turistiche, conserva un porto antico intatto e altre perle da ammirare nei vicoli o nell’entroterra. Il viaggio si conclude a Bitetto . Da vedere il Sedile, antica sede del Comune, la Chiesa romanica di San Michele Arcangelo, Porta Piscina, la Chiesa di Santa Maria La Veterana e il Convento del Beato Giacomo.

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C’è una Puglia diversa, oltre il Salento. E’ la Terra di Bari e l’eredità dei princìpi che dal Medio Evo definiscono religione, gastronomia, memoria, agricoltura.
In basso: Piazza a Corato

Un parco tra le lame

di Antonio Schembri, fotografie dell’autore

Nelle campagne dell’agro di Fasano il Parco Rupestre della Lama

Le lame, toponimo pugliese che indica gli ampi e lunghi solchi incisi sotto il livello del suolo da antichi torrenti, sono isole rare di naturalità e biodiversità. Caratterizzano, soprattutto, il versante orientale delle Murge. Disegnano un sistema idrografico per cui oggi i corsi d’acqua scorrono sotto terra e sfociano con sorgenti carsiche in prossimità delle spiagge o, in alcuni casi, direttamente in mare.

Immerso fra le tipiche campagne pugliesi, il Parco Rupestre della Lama D’Antico ospita un insediamento sorto e sviluppato nei secoli tra pareti di roccia, all’interno di un complesso paesaggio agreste con ulivi pluricentenari e carrubi maestosi. Vere sculture viventi distribuite su quello che fu il letto del fiume, diventato nel tempo anche un contesto abitativo e culturale. Un intreccio affascinante che si mostra al visitatore con un dettaglio dopo l’altro, a seconda delle angolazioni, delle giornate e delle stagioni.

Ai fianchi di questa lama si aprono le ampie grotte che compongono il villaggio rupestre: è qui che le pietre narrano di animato vivere quotidiano, fatto di attività domestiche, di agricoltura e allevamento. Ma anche della difficoltà di abitarci. Davanti alle spelonche si notano le tracce di canali laboriosamente scavati dagli antichi per soddisfare il bisogno primario di raccogliere e conservare l’acqua. Straordinarie sono le chiese rupestri, dalle forme scavate con magistrale sapienza, alle quali si associano i colori vivaci delle decorazioni.

Una scelta, quella di vivere in grotta, alternativa e

non subalterna, rispetto a quella dell’abitare nelle città circostanti. “Le prime ipotesi degli archeologici indicavano che questi insediamenti rupestri ospitassero monaci basiliani in fuga a ovest dell’impero bizantino – spiega la guida turistica regionale Flò Tanzarella- Poi, però, si è appurato che tante altre erano le attività che si svolgevano su questi alvei fluviali. A Lama d’Antico in particolare sono stati rinvenuti i segni di una società che viveva e lavorava la terra, nonché diversi frantoi ipogei”. La nascita e la diffusione di questi abitati è stata di certo legata alla crisi delle strutture statali e all’esigenza di difesa. “Non si è trattato di una ghettizzazione, né è stata mai riscontrata la presenza di una civiltà a sé stante che viveva in grotta, - riprende Tanzarella - Come è stato dimostrato dalle suppellettili ritrovate, si trattava per lo più delle stesse persone che vivevano nei borghi circostanti e che preferivano vivere qui per ragioni di sicurezza. Dopo la caduta dell’impero romano, gli attacchi dei pirati dal mare divennero continui, per non dire delle battaglie legate alla guerra greco-go-

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D’Antico ospita un incredibile insediamento tra scoscese pareti di roccia.
Il Parco Rupestre Lama d’Antico

tica del sesto secolo dopo Cristo, conflitto durato vent’anni nel quale l’Impero bizantino e gli Ostrogoti si contesero territori appartenuti nel secolo precedente all’Impero romano d’Occidente”.

Fu così che questi solchi erosivi, situati a una profondità in genere non superiore ai 20 metri dalla superficie, divennero progressivamente delle zone-rifugio, dove coltivare la terra grazie al microclima favorevole, praticare l’allevamento e pregare. Quella di Lama d’Antico, situata al centro del

villaggio di cui rappresenta il fulcro, è una delle più rilevanti chiese rupestri della Puglia: una piccola cattedrale scavata nella roccia, con decorazioni architettoniche e affreschi che esemplificano la commistione di elementi tipici della tradizione orientale e di quella latina medioevale. A completare il quadro mistico di questo speciale ambiente umano e naturale, altre due chiese rupestri, dedicate a San Giovanni e a San Lorenzo.

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Egnazia: mare e mistero

In basso un originale “dado” in cristallo a 20 facce. A destra: Egnazia, l’area Archeologica

Nei pressi di Fasano, tra masserie e ulivi secolari, è il più esteso parco archeologico della Puglia.

Città dalle origini antichissime, da sempre legata al mare, ai viaggi, al sapere andare oltre, Gnathia fu fondata intorno al XV secolo a.C. e fu un influente centro dei Messapi. Prima di diventare la famosa Egnatia, citata da Plinio, Strabone e Orazio, che la definisce “Costruita sulle acque tempestose” in una Satira che narra il suo viaggio da Roma a Brindisi. I saccheggi ottocenteschi di ufficiali polacchi e francesi e in seguito di braccianti agricoli locali, causarono la dispersione di moltissimi e preziosi reperti archeologici, ma non riuscirono ad annullare il fascino di quel luogo di meraviglie, affacciato sull’Adriatico.

“Solo dal 1912 – spiegano i responsabili del Parco - si incominciano delle campagne di scavo sistematiche che, con varie soluzioni di continuità, proseguono ancora oggi. Attualmente l’area con i suoi 15 ettari di parco archeologico e i 1200 mq di superficie espositiva del museo, non è più una zona di scavi e resti archeologici, ma un’intera città antica allo scoperto”.

Nella zona dell’acropoli sono state trovate le più antiche tracce di presenza dell’uomo, datate all’età del Bronzo medio, ma le testimonianze proseguono attraverso tutte le epoche storiche. Da vedere i resti dell’imponente santuario traianeo dedicato a Venere, realizzato in età romana (II secolo d.C.), le tracce delle terme e degli edifici pubblici, ma soprattutto le tombe messapiche scavate nella roccia, con ricche decorazioni che raccontano la presenza in città di un’orgogliosa classe aristocratica emergente.

Egnazia divenne una città estremamente influente perché una delle principali tappe della via Traiana,

fatta costruire tra il 108 ed il 110 d.C. dall’imperatore Traiano come variante della via Appia per collegare Benevento (Beneventum) a Brindisi (Brundisium). Ancora oggi è possibile ammirarne il tratto meglio conservato, il tracciato originale e il solco dei carri che viaggiavano lungo l’Adriatico con le loro pregiate merci.

I reperti più preziosi dell’area archeologica sono raccolti nel Museo, intitolato a Giuseppe Andreassi, direttore, oltre che del museo, dell’area archeologica dal 1976 al 1985 e Soprintendente Archeologo della Puglia dal 1990 al 2009. La struttura è ben suddivisa in sezioni cronologiche per documentare la storia dell’insediamento dalle origini fino al declino. Raccoglie curiosi esemplari di trozzella (vaso tipico della cultura messapica caratterizzato da rotelle plastiche – dette trozze- applicate sulle anse), vasi di stile Gnathia, a vernice nera con decorazione sovrapposta in bianco e giallo e la splendida testa di Attis con il tipico berretto frigio, appartenente a una statua di età adrianea scolpita in pregevole marmo bianco. Il rapporto tra Egnazia e il mare è celebrato nella nuova parte del museo nel piano interrato. Con un allestimento attraente, attraverso veri reperti sottomarini e installazioni multimediali all’avanguardia, l’Adriatico rivive la sua straordinaria storia di ponte tra civiltà antiche.

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Egnazia, l’area Archeologica

Fasano tra memoria e futuro di

Anelise Sanchez, fotografie dell’autore

Sedersi in una caffetteria di Piazza Ignazio Ciaia, assaggiare un pasticciotto o la focaccia fracida (tradizionale biscotto fatto con lo stesso impasto del tarallo) e contemplare il mondo che si muove intorno è la maniera migliore di cominciare una prima giornata a Fasano.

Oggi questa località che conta circa 39 mila abitanti è la meta preferita dai turisti stranieri alla ricerca dell’autenticità e della pace assoluta che si può trovare nelle masserie.

Per proteggere quiete e libertà, però, gli abitanti hanno dovuto affrontare non poche sfide. Basta fare un giro nel centro storico per capire come Fasano, per la sua posizione strategica a metà strada tra Bari e Brindisi, sia un luogo d’interesse per molti, da sempre.

Il castello che dai primi del 900 è la sede del comune, in passato ha ospitato la residenza del balì dell’Ordine Ospitaliero di San Giovanni, noto come Ordine dei Cavalieri di Malta

Erano loro ad accogliere e proteggere dall’avanzata turco ottomana i pellegrini che si spostavano da Canterbury fino a Brindisi, fondando addirittura un ospedale a Gerusalemme.

Non a caso la più esaltante e amata rievocazione storica di Fasano è La Scamiciata, l’evento annuale, solitamente organizzato la terza domenica di giugno, in cui si rappresenta e si celebra la vittoria dei fasanesi sui turchi nel 1678.

Un corteo storico, con costumi cuciti a mano e ogni

tipo di accessorio, è la cornice in cui fanno la loro apparizione maestri artieri, autorità, nobili e cavalieri per rievocare la battaglia e ripetere, come ormai è tradizione, la consegna delle chiavi della città alla Madonna del Pozzo Faceto, protettrice di Fasano. Lo spirito audace dei fasanesi è rammentato in diversi angoli della città. Ignazio Ciaia, tra tutti, è il cittadino illustre il cui busto è riverito dai fasanesi in Corso Vittorio Emanuele.

Scrittore e poeta visionario, Ciaia abbandonò l’idea di diventare avvocato per dedicarsi agli ideali illuministi e giacobini, ma fu vittima delle repressioni borboniche, incarcerato e infine giustiziato nel 1799. Un tragico destino ebbe anche Anna Teresa Stella, di Trani ma sposata con un fasanese. Fervente sostenitrice delle idee giacobine sfidò i reazionari comandanti borbonici leggendo nella pubblica piazza le lettere dei repubblicani di Napoli. Fu catturata e decapitata. Sulla facciata di un edificio in piazza Ciaia c’è una lapide in sua memoria.

Le chiese del centro storico, con la loro architettura romanica e perfino i Portici delle Teresiane, antico chiostro di un convento trasformato in galleria commerciale, testimoniano una convivenza tra sacro e profano.

Per un’immersione completa nello stile di vita locale, un altro luogo da visitare è il Museo della Casa Fasanese che conserva intatta la struttura originale di una tipica abitazione in tufo. Oltre agli arredi e utensili del secolo XVI, il visitatore può osservare i diversi ambienti, come l’alcova riservata ai genitori e protetta dagli sguardi indiscreti solo da una tenda, il camerino destinato ai bambini più piccoli e il mezzanino occupato dai figli più grandi e accessibile tramite una scala di legno.

Fasano è un mondo antico riproposto ai visitatori con consapevolezza e con l’offerta di servizi moderni. E questo suscita incanto.

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Una città dalle radici antiche e dal passato glorioso, sempre pronta a “spiccare il volo”. Come racconta lo stemma del faso sopra la croce di Malta.
Museo della Casa Fasanese Il centro città di Fasano

Dune da vivere

di Antonio Schembri, fotografie dell’autore

Lungo

la statale fra Bari e Brindisi il Parco delle Dune Costiere magnetizza lo sguardo in svariati momenti.

In quegli otto chilometri di litorale che fiancheggia il turchese dell’Adriatico tra Bari e Brindisi, lo spettacolo naturalistico del Parco Regionale delle Dune Costiere è davvero sorprendente. Gli accumuli di soffice sabbia, modellati dall’azione del vento tra Torre Canne, a neanche dieci chilometri da Fasano e Torre San Lorenzo, nel territorio di Ostuni, offrono uno speciale compendio di come apparivano un secolo fa le spiagge mediterranee e il loro ambiente retrodunale : un incantevole habitat, oggi ancora in equilibrio, caratterizzato da distese di vegetazione spontanea – ginepri, lecci e garighe di euforbia spinosa - alternate a zone umide.

In questo caso, quelle formate da tre corsi d’acqua, il Fiume Grande, il Fiume Piccolo e il Fiume Morello, scelte come zone di sosta da diverse specie di avifauna migratoria. Un’area dal fascino speciale, quella del parco costiero di Fasano, che tra spiaggia e retroterra si estende dentro un perimetro di oltre 55 chilometri, offrendo scenari fermi nel tempo, punteggiati da ulivi ultra- centenari.

Questo territorio, diventato parco naturale regionale nel 2006, ma già tutelato dalla direttiva comunitaria Habitat dal 1992, è un invito alla pratica del turismo lento. A piedi, per rivivere la parte finale del cammino dei pellegrini sulla via Francigena meridionale diretta a Brindisi, porto d’imbarco per la Terra Santa. Ma soprattutto in bicicletta a pedalata assistita

o in colorate e silenziose vetturette come le Twizy e le Ami, veicoli ecologici da noleggiare presso la For Play di Ostuni. Il modo ideale, quest’ultimo, se si ha poco tempo e lo si vuole ottimizzare.

Per non perdere niente di questa natura generosa, contrassegnata anche da forti alberi di carrubo, da antiche masserie e dalle lame, i tipici canyon pugliesi, ampi ma poco profondi, percorsi in passato da torrenti. E, ancora, torri, frutteti, frantoi secolari, chiese rupestri. Con un salto nell’età del Bronzo, il Dolmen di Montalbano, risalente ad almeno 4mila anni fa, è l’esempio più affascinante di questo viaggio nel tempo, a trazione elettrica.

Una visita, quella dentro questo spicchio di Valle d’Itria, agevolata soprattutto per i ciclisti di passaggio, dalla presenza di una funzionale struttura ricettiva.

E’ l’Albergabici Traiana Bed & Bike. Da qui ogni giorno partono escursioni a pedali accompagnate da esperte ciclo-guide, oppure in autonomia, affittando le bici o, se si ha la propria, seguendo la mappa fornita all’info point.

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Il Dolmen di Montalbano e e paesaggio a olivo di tra Fasano e Otranto

Elogio della lentezza sulle sponde adriatiche

Take it slow è il nuovo , interessante progetto per valorizzare il patrimonio culturale e naturale della costa.

Il mare Adriatico come ponte tra luoghi e culture, come spazio condiviso di storie antiche che si intrecciano nella contemporaneità. Con l’ampio progetto Take it slow l’Italia e la Croazia si incontrano per valorizzare il ricco patrimonio naturale e culturale della costa adriatica, riconoscendola come destinazione turistica transfrontaliera verde, intelligente, sostenibile e accessibile.

“Il progetto – spiegano gli organizzatori - promuove l’istituzione del Centro di Interpretazione del Patrimonio Adriatico. Il mare Adriatico è, infatti, circondato da numerose piccole comunità nelle isole, nelle zone rurali costiere e interne il cui stile di vita è rimasto autentico, in armonia con l’ambiente e basato su conoscenze e competenze tradizionali. Il cuore del progetto è nel partenariato transfrontaliero proveniente dal settore privato, pubblico e scientifico e il sostegno congiunto all’eccellenza e all’innovazione nella catena del valore turistico basata sul concetto di specializzazione intelligente”.

Per l’Italia, partecipano a questa rete di relazioni il Friuli Venezia Giulia, il Veneto, l’Emilia Romagna, le Marche, l’Abruzzo, il Molise e la Puglia. E proprio in Puglia, con la direzione del Teatro Pubblico Pugliese – Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura, una cinquantina di tour operator, giornalisti e addetti ai lavori hanno partecipato al viaggio Cultural route in the lands of Fasano guidato da Lino Manosperta dell’Ufficio Progetti del Teatro Pubblico Pugliese e dal coordinatore della Local Commu-

nity di Take it Slow Valerio Palasciano. Un viaggio meravigliosamente slow, con quell’ armonica lentezza, importante per visitare un territorio costellato di frazioni, natura e meta di un turismo di altissimo livello.

«In linea con le strategie condivise alla BIT di Milano – spiega l’assessore comunale al Turismo di Fasano, Pier Francesco Palmariggi - vogliamo promuovere Fasano coinvolgendo direttamente chi distribuisce, comunica o commercializza i prodotti turistici e le destinazioni. Vogliamo mostrare loro, da vicino, la bellezza autentica dei nostri luoghi, la qualità dei

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In basso, una cooking class sulle orecchiette, a destra la tradizionale “frisa pugliese”

A sinistra: calamari e zucchine in un elegante connubio. in questa pagina, aperitivo con prodotti tipici

nostri prodotti e le tante opportunità legate all’esperienza di viaggio in questo territorio. Lo facciamo, come sempre, in sinergia con la Regione Puglia e contemporaneamente al BuyPuglia, il principale appuntamento di business turistico della regione. Il nostro sviluppo turistico passa soprattutto attraverso le peculiarità di ogni singola porzione di territorio, dalla collina al mare. È un messaggio identitario forte e incoraggiante, ampio e globale.».

Alla base c’è la volontà di sviluppare destinazioni di micro turismo, un metodo facilmente applicabile per stimolare le comunità locali nell’affrontare l’impatto dell’industria turistica e allo stesso tempo proteggere e promuovere il ricco patrimonio naturale e culturale. Il cuore del progetto è nel partenariato transfrontaliero proveniente dal settore privato, pubblico e scientifico e il sostegno congiunto all’eccellenza e all’innovazione nella catena del valore turistico verde, basata sul concetto di specializzazione intelligente, anche con industrie creative e tecnologie ICT.

«Il turismo – conclude Lino Manosperta, del Teatro Pubblico Pugliese - diventa sempre più affamato di esperienze, di incontro di identità culturali, di narrazione. Una regione come la Puglia ha saputo cogliere perfettamente questa opportunità e il poderoso lavoro di Puglia Promozione e della Regione Puglia hanno consolidato il marchio Puglia proprio sull’asse turismo/cultura. Il TPP e il progetto Take it Slow, in collaborazione con il Comune di Fasano, sono riusciti a creare le premesse affinché Fasano e le Terre di Fasano sappiano con decisione e competenza sviluppare sempre più le strategie regionali. La community degli operatori, e soprattutto la rete delle imprese, sapranno utilizzare gli output di progetto (i servizi di merchandising, gli itinerari, le e-bike, la certificazione di qualità, e la stessa Guided & Press Tour) anche e soprattutto dopo la conclusione del progetto».

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Polignano a Mare: oltre il premio di

La roccia sul mare. Lo scoglio dell’Eremita. Il centro storico che fuori stagione è un incanto e appare come una rocca affacciata sull’Adriatico. Le scale con le poesie scritte a mano. I vicoli e le chianche. Il mare verde smeraldo.

Questo e altro ancora è Polignano a Mare. Regina dei libri nel mese di luglio per il Festival Il libro possibile, è stata premiata da Booking.com come la città più accogliente al mondo per il 2023. Un riconoscimento importante, che il paese di Domenico Modugno merita per la militanza decennale nel turismo.

D’estate, nemmeno la folla e il traffico riescono a spegnere la bellezza di un mondo unico, le cui case sembrano avere radici negli scogli. Il premio, consegnato nella sede del museo di arte contemporanea

Pino Pascali (un’altra chicca internazionale da visitare), sintetizza tutto ciò. «Celebrare il riconoscimento di Booking.com per Polignano vuol dire per noi tutti rinnovare il patto antico dei pugliesi con la bellezza e con la propria vocazione a essere da sempre una terra di frontiera, ospitale e accogliente, una finestra aperta sul Mediterraneo che non ha paura di questo specchio d’acqua che le bagna i fianchi, ma anzi lo considera una benedizione e un’opportunità», ha commentato il presidente della Regione

All’incontro hanno partecipato anche Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente di Anci, Gianfranco Lopane, assessore regionale al Turismo, Sviluppo e Impresa turistica della Regione Puglia, e Manuela Vitulli, scrittrice e blogger pugliese. A fare gli onori di casa il sindaco di Polignano a Mare, Vito Carrieri,

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Un mondo unico dove le case sembrano avere radici negli scogli e sulle scale sono scritte poesie.
insieme ad Alessandro Callari, Regional Manager di Booking.com. Rocce, gozzi e onde adriatiche: il fascino di Polignano a Mare

Puglia inedita

In viaggio con NEOS

Testi di Danilo Poggio, Enrica Simonetti, Antonio Schembri, Anelise Sanchez, Sandra Tognarini, fotografie di Nicola Amato e degli autori dei testi

Un prodotto Neos

Giornalisti, Fotografi e Operatori Culturali di Viaggio Associati

Piazza Castello 9 20121 MILANO neosnet.it - presidenza@neosnet.it

Indirizzi utili:

• www.teatropubblicopugliese.it

• www.turismo.puglia.it

• www.aiacheraglia.it

Da vedere

• www.parcodunecostiere.org

• www.lamadantico.it

• www.comune.fasano.br.it/pagina177_museo-della-casa-alla-fasanese.html

Dove mangiare

• www.ardecuore.com

• www.masseriaborgoritella.it

• www.masserianarducci.it

• ww.masseriamontenapoleone.it

• www.facebook.com/latavernadiumberto

• www.facebook.com/trattoriadelportico

Dove dormire

• https://masseriolaantichefogge.it/

Altro Albergabici, www.traianabedebike.com

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