Il computer cos'è e come funziona

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1 FONDAMENTI D’INFORMATICA 1.1 Introduzione all’informatica La parola informatica deriva dall’unione di due termini: informazione e automatica. Sta ad indicare tutti quei processi in cui delle macchine eseguono dei compiti di organizzazione, visualizzazione e gestione delle informazioni. Sia che si tratti di un documento da redigere, un bilancio da analizzare o immagini da trasformare, se queste procedure avvengono attraverso l’uso di uno o più elaboratori, rientrano nella logica dell’informatica. In realtà, con questo termine, tendiamo a indicare uno spettro molto più ampio di operazioni che comprendono la programmazione, l’assemblaggio e il collegamento delle macchine fra loro, e una serie molto ampia di attività che richiedono trattazioni specifiche. Le macchine adibite a questi “incarichi” sono gli elaboratori elettronici, meglio conosciuti con il nome di computer (parola inglese che trova la sua radice nel termine “computare” cioè ‘calcolare’). Il nome che assumono queste macchine dipende delle culture e dai lessici dei vari sistemi linguistici: in Francia è ordinateur, nello spagnolo ordenador, in inglese, come abbiamo visto, computer, in italiano elaboratore o calcolatore. Perché queste differenze? Perché ciascuno di questi nomi esprime una differente visione del lavoro di queste macchine, infatti esse, come vedremo, calcolano, ma, nello stesso tempo, elaborano grandi quantità di dati ed infine ordinano tutte le informazioni che vengono inserite nelle loro memorie. Ciò che le rende affascinanti e, soprattutto, utili è la velocità con cui eseguono questi compiti. La granularità del tempo umano può arrivare a percepire al massimo il centesimo o, forse, il millesimo di secondo, quella degli elaboratori il miliardesimo. Per chiarire meglio il concetto ricorreremo a questa metafora: se la percezione del tempo umano si esprime in sassolini piccoli, quello del computer si esprime in polvere. È questo a renderlo praticamente insostituibile: senza di esso molte delle realtà scientifiche, sanitarie, commerciali e istituzionali attuali sarebbero praticamente irrealizzabili o ingestibili. I primi computer nacquero per scopi scientifici nella prima metà del secolo scorso, poi si evolsero riducendo le dimensioni e, contemporaneamente, aumentando le capacità di calcolo. Nacquero così i Supercomputer, i Mainframe: macchine capaci di gestire grandi quantità di dati ed effettuare enormi quantità di calcoli; i Minicomputer, tali sono di nome, in grado in realtà di gestire anch’essi notevoli moli di informazioni; per collegarsi a queste realtà, prevalentemente installate presso università, centri di ricerca e istituzioni pubbliche, si ricorreva ai terminali che non erano dotati di capacità proprie di calcolo ma permettevano di interrogare le grandi unità centrali. Dato l’evolversi delle esigenze degli utilizzatori si ricorse successivamente alle Workstations, vale a dire macchine collegate con le unità centrali che possedevano notevoli capacità di calcolo. Per ridurre i costi ed aumentare la diffusione dell’uso delle tecnologie informatiche, la IBM, negli anni ’80, introdusse il Personal computer. Si trattava di una macchina dotata di una sua capacità autonoma di calcolo e di elaborazione, nonché di memorie interne capaci di accogliere una sempre maggiore quantità di informazioni, senza per questo perdere però la possibilità di collegarsi ad unità centrali. Rispetto alle workstation aveva, ed ha, il pregio di essere molto meno costoso. Entrando nel dettaglio delle differenti tipologie di macchine possiamo vedere, nella pagina successiva, le differenti dimensioni e applicazioni di queste macchine: Supercomputer: sono macchine potentissime in grado di elaborare elevate quantità di dati. Di solito sono prototipi che solo successivamente possono essere prodotti in serie. Si trovano presso università, centri di ricerca ed hanno applicazione nei campi scientifici più disparati: astronomia, meteorologia, biologia, ingegneria nucleare, ingegneria spaziale. Gli elaboratori paralleli sono in grado di eseguire più istruzioni nello stesso istante. I multiprocessori posseggono più processori.

Giuseppe Izzinosa

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Mainframe: sono computer molto potenti non prototipi però, ma commercializzati. Posseggono grandi quantità di memoria centrale e di massa e sono collegati a periferiche molto potenti (stampanti e plotters). I Mainframe operano in multiutenza, possono cioè essere consultati contemporaneamente anche da migliaia di utenti collegati anche dall’altra parte del mondo. Per far questo gli utenti adoperano i cosiddetti terminali, macchine prive di una loro memoria ma che sfruttano quella del Mainframe. I terminali sono in via di estinzione, sostituiti dai Personal Computer che emulano (fanno finta di essere) i terminali. I Mainframe sono utilizzati da assicurazioni, banche, ministeri, compagnie aeree e, più in generale, grandi aziende di respiro nazionale e multinazionale. Minicomputer: hanno le stesse funzioni dei Mainframe, ma sono notevolmente più piccoli e meno costosi. Sono utilizzati da piccole e medie imprese o da dipartimenti di grandi aziende. Workstations: rappresentano la via di mezzo fra i Minicomputer e i Personal Computer. Rispetto a questi ultimi hanno un’alta capacità di calcolo e trovano applicazione nel campo industriale, tecnico-scientifico e si avvalgono di sofisticati strumenti grafici. Personal Computer: si tratta di computer personali che cioè hanno tutto ciò che serve a soddisfare le esigenze di un singolo utente. Si possono collegare (come si è visto per i Mainframe) al posto dei terminali, ma hanno memoria e potenza di calcolo autonoma. Nati nel 1981 da un’idea della IBM vennero definiti, in un primo tempo Microcomputer per il fatto di possedere caratteristiche così limitate rispetto alle macchine di allora (che erano solo Mainframe o Minicomputer) ma nel corso del tempo, grazie alla continua evoluzione della tecnologia, hanno assunto caratteristiche ben più elevate degli stessi Mainframe di allora (non certo di quelli odierni). Il loro successo e diffusione sono dovuti al fatto che si tratta di un prodotto che non si rivolge soltanto al mondo delle imprese o delle università o centri di ricerca, ma riguarda qualsiasi persona, dal professionista al privato cittadino, dallo studente all’appassionato di fotografia ecc. I suoi costi sono ovviamente i più bassi della scala dei computer, e se si parla di centinaia di migliaia di Euro per i Mainframe, decine di migliaia per i Minicomputer e migliaia per le workstations, per il Personal Computer si parla di centinaia di Euro. Possiamo suddividere i Personal Computer in ulteriori sottocategorie: Desktop: computer da scrivania (desk in inglese), progettati per essere appoggiati su un tavolo e quasi mai spostati. I Tower e Minitower sono invece appoggiati a terra ed hanno una forma di torre, rispetto ai desktop hanno maggiore spazio al loro interno, cosa che permette di inserirgli un maggior numero di schede, hard disk ed altri componenti. Laptop: sono computer leggeri e maneggevoli, destinati ad essere trasportati. Dotati di batterie ricaricabili oggi sono conosciuti come notebook (quaderno per appunti) caratterizzati dalla forma a libro. Costano quasi il doppio dei desktop (ma la tendenza è al ribasso) in quanto hanno componenti miniaturizzate molto costose e sono dotati di schermi ai cristalli liquidi (LCD Liquid Crystal Display) molto più costosi dei CRT (Cathodic Ray Tube), schermi a tubo catodico tradizionali. La nuova frontiera di questa categoria di macchine è rappresentata dai Tablet PC che sono notebook il cui schermo può roteare di 180 gradi in orizzontale ed essere richiuso sulla tastiera, con uno stilo speciale ci si può scrivere sopra come su un blocco appunti. È una soluzione ancora piuttosto costosa ma destinata a diffondersi nel prossimo futuro. Altri tipi di computer, di dimensioni minori sono: Palmtop: o Palmari stanno effettivamente sul palmo di una mano. Hanno potenze inferiori ai modelli precedenti anche se pari a quelle dei Personal Computer della fine del secolo scorso. Nati soprattuto come agende elettroniche, hanno accumulato nel tempo numerose Giuseppe Izzinosa

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funzionalità come elaboratori di testi, fogli elettronici, browser, giochi e attualmente funzioni di navigatori satellitari se uniti a specifici supporti per auto. Trovano anche posto come strumenti per raccogliere ordini sia nei ristoranti che per gli agenti di commercio ed il loro campo di applicazione è in continua evoluzione. PDA: (Personal Digital Assistant) sono palmari ancora più piccoli e sprovvisti di tastiera. Al suo posto sono dotati di uno piccolo e sottile stilo con cui si può “toccare” lo schermo in corrispondenza dei tasti di una tastierina disegnata per scrivere del testo o scrivere come su blocco note. Anche per i PDA valgono le stesse applicazioni dei Palmtop con cui condividono anche la possibilità di trasformarsi in telefoni cellulari (Smartphone). Possono collegarsi ad altri computer e possono anche funzionare come fax. Infine abbiamo i Network computer: si tratta di un concetto più che di una macchina. Vale per ogni computer che si collega ad un computer remoto di cui sfrutta le caratteristiche e i contenuti, anche se è di una generazione precedente, ma a differenza dei terminali, è dotato di proprie memorie e sfrutta le interfacce grafiche del pc.

1.2 Elementi costituenti un personal computer Il personal computer rappresenta oggi lo strumento informatico più diffuso in circolazione, per questa ragione ci occuperemo del suo funzionamento e delle sue caratteristiche. Gli elementi che compongono un personal computer sono diversi, ma si possono dividere in due grandi categorie: Unità centrale Unità periferiche Malgrado le apparenze, ciò che è periferico non è necessariamente collocato all’esterno del complesso centrale (“la scatola”, per capirci), ma anche al suo interno, pertanto il monitor, la stampante, lo scanner ecc. saranno certamente unità periferiche, ma lo sono anche la memoria di massa e il lettore cd che sono invece collocati nella struttura centrale chiamata case. Nell’Unità centrale troviamo due componenti essenziali: il processore la memoria RAM Il processore è il componente hardware che interpreta il software eseguendone le istruzioni, esso è anche noto col nome di CPU (Central Process Unit – Unità Centrale di Elaborazione). L’aspetto consiste in una barretta di silicio (materiale semi-conduttore in grado di far circolare energia in base a precise stimolazioni) in cui sono collocati microscopici diodi, condensatori, transistor e circuiti elettronici. Il processore si divide in due parti: Unità di controllo (stabilisce l’ordine di esecuzione delle istruzioni e ne controlla il flusso, interpreta le istruzioni provenienti dalla memoria centrale e pilota l’Unità Logico-Aritmetica) ALU (Arithmetic-Locig Unit o Unità Logico-Aritmetica, esegue sia operazioni logiche come confrontare se un numero è uguale a zero, sia operazioni aritmetiche come sommare due numeri). Inoltre le CPU sono fornite di un orologio (clock) che ha il compito di sincronizzare le operazioni. La frequenza delle vibrazioni al secondo di questo orologio si misura in hertz e nei suoi multipli KHz Kilohertz (1.000 hertz), Mhz Megahertz (1.000.000 di hertz) GHz (1.000.000.000 di hertz). Ogni vibrazione rappresenta il tempo necessario al processore a compiere un’operazione elementare (fare un’addizione per esempio). I primi Personal Computer operavano a meno di dieci MHz, i più recenti operano oltre i tre GHz, anche se questo dato è destinato ad evolversi nel corso del tempo. Sebbene a noi sembri di lavorare contemporaneamente con più programmi (ascoltare un cd, mentre elaboriamo del testo e Giuseppe Izzinosa

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stiamo magari stampando), la macchina svolge questi compiti un passo alla volta: esegue un’azione elementare del programma di ascolto della musica, poi un’altra azione del programma di videoscrittura, poi un’altra azione elementare dell’istruzione da inviare alla stampante. Non ce ne rendiamo conto per via della differenza di granularità della percezione del tempo (come già detto a pagina 1 nella metafora dei sassolini e della polvere), infatti noi agiamo, al massimo, nell’ordine dei centesimi di secondo, la macchina nell’ordine dei miliardesimi. Fra le memorie con cui opera il processore vi sono: RAM (Random Access Memory) ROM (Read Only Memory) CACHE Il processore memorizza le istruzioni e i dati nella memoria Ram, definita anche Memoria Centrale. Le sue caratteristiche sono: 1) di essere rapidissima, infatti è composta da diversi elementi caratterizzati ciascuno da uno specifico indirizzo. In base a questi indirizzi il processore può leggere o scrivere i dati indipendentemente dalla posizione del singolo elemento (primo o ultimo che sia), 2) di essere volatile, vale a dire che se si spegne il computer, i dati e le informazioni contenute in essa vengono cancellati. Nella memoria Rom, definita anche Memoria di sola lettura, sono collocati i dati e i comandi installati dal produttore del computer e servono ad avviare la macchina. Data la delicatezza di questa funzione, tale memoria può solo essere letta ma non modificata dal processore. Infine la memoria cache è una memoria contenuta nell’ALU che consente di parcheggiare, dalla memoria RAM, le istruzioni che, di lì a poco, saranno elaborate. La sua presenza e dimensione influisce di molto sulla velocità di elaborazione dei processori al punto che un processore meno potente, ma dotato di cache, è più performante di uno più potente che non ne è dotato. Le Unità periferiche, sono dette anche Periferiche di I/O. Per consentire al computer di interagire con l’utente e/o con altre macchine si rendono necessari alcuni dispositivi, detti periferiche, e poiché queste permettono sia l’ingresso di dati e programmi (input), che l’uscita di informazioni (output), vengono definite periferiche di input/output o periferiche I/O. Ci sono diversi tipi di periferiche, da quelle indispensabili a quelle di uso meno frequente, le periferiche di input principali sono: Tastiera: consente l’immissione di dati (è paragonabile all’orecchio del computer) Mouse: si tratta di un sofisticato sistema di puntamento che permette all’operatore di raggiungere sullo schermo determinati punti. La pressione sui suoi tasti (detta clic) produce, salvo diverse impostazioni personalizzate, differenti effetti: o Singolo clic del tasto sinistro su un oggetto (vedremo più avanti il concetto di oggetto) su cui il puntatore, a forma di freccia, si trova in quel momento: la selezione di quell’oggetto, o Doppio clic in sequenza del tasto sinistro su un oggetto specifico: l’esecuzione dell’evento legato a quell’oggetto, o Singolo clic del tasto destro: l’apertura di un menù contestuale all’oggetto o all’ambiente in cui il puntatore, a forma di freccia, si trova in quel momento Trackball: è una specie di mouse rovesciato, in cui lo spostamento del puntatore a forma di freccia è determinato dal movimento di una sfera, fatta roteare dalla mano, su un supporto fisso dotato dei tasti presenti sul mouse Touchpad: nei computer portatili, per ragioni di spazio e di praticità, è presente davanti alla tastiera un rettangolino che rappresenta lo schermo, esso è sensibile al tocco del dito umano e muove il puntatore sullo schermo Microfono: permette l’acquisizione di suoni da elaborare nel computer Telecamera (detta anche Webcam): consente di visualizzare l’utente o l’ambiente in cui è puntata, attraverso software specifici Tavoletta grafica: strumento utilizzato soprattutto dai grafici, consiste in una superficie che rappresenta lo schermo, su cui ci si muove con uno stilo speciale, dotato di pulsantini come il mouse, che permette di muovere il puntatore sullo schermo a seconda di come si Giuseppe Izzinosa

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muove lo stilo sulla superficie detta appunto tavoletta. Associata a software specifici permette di disegnare sullo schermo come su un foglio di carta. Scanner: è uno strumento paragonabile ad un fotocopiatore e permette di acquisire immagini da fotografie, diapositive, negativi sviluppati e testi che possono poi essere riconosciuti attraverso programmi specifici Joystick: si tratta della cloche che permette di compiere azioni rapide sullo schermo ed è utilizzato quasi esclusivamente per giochi e simulatori di volo ma anche nell’industria di precisione. Le principali periferiche di output che cioè restituiscono il risultato dell’elaborazione sono: Monitor: è il “televisore” attraverso il quale il computer ci parla (potrebbe essere paragonato concettualmente alla sua bocca) Stampante: permette di riprodurre su carta quanto elaborato dal computer Altoparlanti: ci permettono di ascoltare suoni di avvisi o altri elaborati Plotter: stampante speciale in grado di eseguire disegni anche di grandi dimensioni Ci sono anche periferiche che definiremo “ibride”, che sono cioè sia di input che di output contemporaneamente: Modem: strumento che permette di trasmettere dati attraverso le linee telefoniche. Per fare questa operazione il modem il modula dati numerici (o digitali) in impulsi elettrici, mentre un altro modem all’altro capo della linea, demodula gli impulsi in dati numerici (o digitali), e ovviamente ciascun apparecchio modula e demodula a seconda che invii o riceva dati, da qui il nome modem. Touchscreen: uno specifico tipo di monitor, che oltre a fornire le informazioni in uscita dal computer è in grado di ricevere dati toccando alcune aree sensibili di esso. Viene usato nei chioschi multimediali come punti informativi per turisti, musei o aeroporti e stazioni ferroviarie. Apparecchi multifunzione: includono Scanner/Stampanti/Fax/Telefono: strumenti integrati che consentono di effettuare le operazioni legate a ciascuno dei vari strumenti ma che sono inglobate nello stesso “contenitore”.

1.3 Memorie Un altro tipo di periferica I/O può essere considerata la memoria di massa. Si tratta di supporti capaci di immagazzinare dati e informazioni e di restituirli a seconda delle necessità. A differenza della Memoria Centrale (Ram) hanno tempi di accesso più lunghi, ma consentono di mantenere permanentemente le informazioni anche se si spegne il computer. Le tecnologie adoperate per “caricare” i dati sulle memorie prevedono la scrittura di questi attraverso l’input di sequenze di 1 e 0 secondo i principi della matematica binaria. Il segnale 1 (uno) è associato al passaggio di corrente e quindi di informazione, il segnale 0 (zero) invece non consente tale passaggio. Le tecnologie, adoperate sono di tre tipi: Magnetica: si tratta di un sistema che utilizza testine magnetiche capaci di leggere e scrivere le cifre binarie associandole ai due valori (zero e uno). Le testine di fatto orientano le cariche magnetiche che trovano sulla superficie del supporto su cui stanno lavorando. Ottica: la scrittura dei valori 0 e 1 avviene tramite l’incisone (attraverso un raggio laser ad alto potenziale) di un microsolco sulla superficie del CD. La lettura avviene invece tramite una testina laser (a basso potenziale) che interpreta il microsolco. Magneto-ottica: sulle memorie magnetiche scrivono testine laser. Questo sistema consente di riscrivere e di contenere grandi quantità di dati Le dimensioni delle capacità delle memorie, siano esse Ram o di massa, si misurano in multipli del byte. Un byte rappresenta l’unità di misura fondamentale della memoria. Esso è composto da otto unità elementari dette bit (dall’inglese BInary digiT in quanto –come si è visto- la numerazione binaria è alla base della scrittura delle informazioni). Ciascun bit può rappresentare una sola cifra binaria, mentre col byte si possono rappresentare tutti i caratteri presenti sulla tastiera fino a 256 (28). Giuseppe Izzinosa

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I multipli del byte utilizzati nella definizione delle dimensioni della memoria sono rappresentate nella tabella seguente: Unità di misura 1 bit 1 byte 1 Kilobyte (KB o K) 1 Megabyte (MB) 1 Gigabyte (GB) 1 Terabyte

Valore in byte Componente elementare solo valori 1e0 8 bit 210 220 230 240

Quantità di byte 1 1.024 1.048.576 1.073.741.824 1.099.511.627.776

Per semplificare (ma si tratta di un concetto approssimativo e poco ortodosso) si potrebbe dunque dire che un Kilobyte rappresenta poco più di mille caratteri (partendo dal presupposto che in matematica la lettera “K” rappresenta sempre il migliaio, si pensi a mille grammi, mille metri, mille litri) e il resto non sarebbero altro che suoi multipli. I tipi di memoria più diffusa sono: Floppy disk: si tratta di disco di nylon del diametro di 3,5 pollici contenuto in un involucro di plastica sulla cui sommità è posta una lamina in metallo o plastica che si sposta quando viene inserito nell’unità di gestione (detta anche drive strumento che serve a leggere e scrivere il supporto) e, grazie ad una piccola molla, torna nella posizione di chiusura quando si estrae, per evitare accidentali contatti con le dita o con polvere o altro elemento che può danneggiarne la superficie. Vi si può accedere sia in lettura che in scrittura, salvo bloccarne la scrittura spostando un nottolino di plastica sulla sua base. È in grado di immagazzinare una limitata quantità di dati ma è, ad oggi, il supporto più economico ed anche il più pratico, che sia in commercio. Il suo uso è in continuo declino, infatti sta sparendo il drive dai più recenti computer portatili. Nota: dato che è il più “antico” supporto di memoria esterno, in esso può essere alloggiato il sistema operativo (argomento che tratteremo più avanti) che permette di riavviare il computer quando questo è danneggiato. Per consentire questa operazione il computer deve “leggerlo” per primo secondo un ordine alfabetico. Ciò spiega perché nella gerarchia alfabetica delle memorie di massa, il floppy venga contrassegnato dalla lettera “A”. Se poi nel computer è presente un altro drive floppy questo assumerà, per default (per convenzione o per pre-definizione), la lettera “B”. Hard disk: come sempre per contrapposizione a ciò che è floscio (floppy in Inglese) il disco rigido è Hard (duro), tanto che in francese si chiama Disc Dur e in italiano Disco Rigido. Nei primi elaboratori elettronici erano composti da pile di dischi incassati in cilindri di grandi dimensioni dotati di maniglioni che permettevano di inserirli in strutture apposite che sembravano lavatrici con carica dall’alto. Nel corso degli anni si è arrivati alle dimensioni inferiori ad un pacchetto di sigarette. Rispetto ai floppy disk hanno capacità enormemente più grandi, nell’ordine dei gigabyte contro il mega e quarantaquattro kappa del floppy disk. Hanno il pregio di avere accessi molto rapidi alle informazioni, nell’ordine dei millisecondi, ma hanno costi piuttosto elevati. Sono del resto indispensabili poiché in un computer contengono sia programmi che sistemi operativi. Di norma sono fissi, ma ci sono diversi modelli estraibili ed anche esterni collegabili via cavo. Va detto inoltre che la loro struttura è effettivamente “dura” si tratta di pile di dischi metallici dalle superfici trattate in modo particolare su cui dei braccetti dotati di testina magnetica vanno a “scrivere” le informazioni orientando le cariche magnetiche poste, con specifici e sofisticati trattamenti, sulla loro superficie (infatti non si possono aprire e se si fa, perdono la loro efficacia). Tali braccetti rimangono ad infinitesima distanza dalla superGiuseppe Izzinosa

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ficie dei dischi, infatti i supporti magnetici (sia floppy che hard disk) non devono mai essere toccati o venire a contatto con oggetti vari poiché se ciò avvenisse, sulle superfici ove sono allocate le informazioni (in forma di cariche magnetiche orientate) sarebbe come se un Jumbo volasse strisciando sul suolo. Sempre per la stessa ragione non bisogna mai spegnere il computer togliendo l’alimentazione, in quanto ciò che tiene distanti le testine dai dischi rigidi è un sottile getto d’aria, che viene a mancare togliendo la corrente, facendole così cadere sulla superficie rischiando di produrre danni anche irreparabili. Dischi Zip: si tratta di dischi che funzionano sostanzialmente come dischi floppy, ma dalla capacità decine di volte maggiore anche se non comparabile con gli hard disk. Si inseriscono in drivers esterni (ma ne esistono anche di interni) e sono facilmente trasportabili. I costi non sono eccessivi, ma sono prodotti praticamente superati. Nastri Zip: caratterizzati da una bassissima velocità di lettura, questi supporti hanno capacità molto elevate e vengono utilizzati per effettuare i back-up (salvataggio dei dati), normalmente notturni, di archivi di grandi dimensioni. CD-Rom: è lo standard di memorizzazione più diffuso dai costi più bassi in relazione ad una considerevole capacità di memorizzazione dei dati (da 650 megabyte in su) ed una buona velocità. Il CD-Rom si distingue in due categorie: CD-R (scrivibile una sola volta) e CD-RW (scrivibile infinite volte). La scrittura avviene tramite masterizzazione attraverso uno speciale strumento , che può essere sia interno che esterno al computer, chiamato appunto, masterizzatore in grado di leggere e/o di scrivere i contenuti sul CD attraverso l’uso del raggio laser. DVD (Digital Versatile Disk): si tratta, in sostanza di CD con grandissime capacità di memorizzazione. Usatissimi per enciclopedie multimediali, giochi, musica e soprattutto film, campo nel quale stanno ormai soppiantando le videocassette. USB Flash Drive: sono memorie composte da microchip che emulano i dischi e hanno capacità anche superiori ai CD. Sono di piccolissime dimensioni, tanto che alcuni modelli vengono venduti come portachiavi, e i cui costi sono molto contenuti. Di velocità inferiori agli hard disk, si collegano al computer attraverso la porta USB (vedremo più avanti cos’è una porta USB) e stanno diventando uno strumento diffusissimo di trasferimento dati anche in notevoli quantità. Compact-Flash/Secure-Digital ecc.: sono piccoli supporti di memoria (ve ne sono una mezza dozzina di standard in circolazione) capaci di memorizzare grandi quantità di dati e sono impiegati prevalentemente nell’uso di macchine fotografiche digitali e computer Palmari. Si possono collegare al computer o attraverso la macchina in cui sono inserite (appunto il computer palmare o la macchina fotografica) o alloggiate in supporti adeguati interni o esterni al computer stesso. Sempre più frequenti sono i lettori multipli, “scatolette” con differenti tipi alloggiamenti (uno per ogni formato). Per rendere utilizzabile le memorie di massa si usa il sistema della formattazione. Si tratta di una procedura attraverso la quale lo spazio di un supporto (floppy, hard disk ecc.) viene messo in condizioni di registrare dati e programmi organizzando lo spazio secondo uno schema ben definito in tracce e settori. Questa organizzazione può essere schematizzata come una serie di cerchi concentrici ciascuno dei quali rappresenta una traccia e degli spicchi che dividono la superficie incrociando le tracce (come fette di torta) formando i settori. Si tratta di una procedura lenta e importantissima, infatti cancella tutti i dati che incontra, facendo praticaGiuseppe Izzinosa

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mente “tabula rasa” della superficie rendendola pronta ad ospitare informazioni nuove. Per questo la formattazione di un hard disk è un’operazione molto delicata e importante ed è meglio farla di rado o non farla affatto o, nel caso, affidarla a personale altamente specializzato. Infatti si ricorre alla formattazione dell’hard disk solo in caso di danno irreversibile al computer o alla sua struttura di dati (per esempio attacchi da parte di virus o danneggiamenti dell’hardware). Invece la formattazione di un floppy, pur essendo una scelta molto importante per via della perdita di tutti i dati in esso contenuti, è più frequente. Infatti i dati contenuti su un floppy sono raramente utilizzati per periodi lunghi di tempo, molto più frequentemente sono dedicati al trasferimento “fisico” delle informazioni, e per questo, una volta trasferite le informazioni i dati sono superflui e si possono cancellare, anche se la formattazione resta sempre una scelta estrema.

1.4 Porte Il computer dispone di una serie di strumenti per dialogare con le periferiche, questi strumenti sono sostanzialmente delle prese (dette appunto porte), ma ognuna di esse ha caratteristiche specifiche che la rendono adatta ad una o ad un’altra periferica: porta ps/2: presa adatta sia al mouse che alla tastiera sebbene la forma sia la stessa, la funzione è diversa porta seriale: presa del computer che permette il trasferimento dei dati, un bit alla volta. Chiamata anche comunemente porta RS232, viene solitamente usata per connettere un modem, un cavo per il trasferimento dei dati fra pc diversi o vecchi palmari porta parallela: permette il trasferimento simultaneo di 8 bit, di solito utilizzata per connettervi una stampante oppure scanner dotati di una porta analoga passante a cui collegare la stampante porta USB: presa per periferiche di tipo digitale, come telecamere, tastiere, mouse, scanner, consente la trasmissione dei dati a velocità elevata con prestazioni superiori rispetto alle porte seriali o parallele. Ad ogni singola porta possono essere collegate a cascata fino a 127 periferiche collegabili e scollegabili a computer acceso. Le più recenti (USB2) consentono velocità molto elevate porta firewire: porta ad alta velocità conosciuta anche come IEEE 1394, i cavi di connessione sono schermati e questo garantisce maggior protezione e sicurezza, viene adottata anche sulle playstation e sugli apparecchi Ipod della Apple (società che l’ha inventata) porta infrarossi: consiste di una porta che permette lo scambio dei dati attraverso i raggi infrarossi, impone che i due ricettori ottici siano allineati senza ostacoli interposti, cosa che si adatta molto bene ai telefonini e apparecchi portatili come i palmari e i notebook porta VGA: porta simile alla seriale nell’aspetto ma che al posto delle punte reca i fori per ricevere la spina del cavo del monitor in quanto serve a collegarlo al computer porta Ethernet: consente di connettere il computer ad una rete permettendo velocità molto elevate, ha la forma di un plug telefonico ma, rispetto a questo, è più largo, inoltre è corredata di due led (uno giallo e uno verde) che monitorano il flusso di dati

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1.5 Software Tutti i files utilizzati dal computer rappresentano le risorse software. I files sono qualsiasi programma, testo, suono, immagine o quant’altro sia memorizzato sulle memorie del computer. È software anche una pagina web che sia memorizzata sia sul proprio computer sia su un computer remoto all’altro capo del mondo, con cui ci si collega via Internet. I tipi di software sono due: Di sistema: che permette alla macchina di riconoscere e far funzionare le varie componenti del computer sia hardware che software Applicativo: programmi utilizzati direttamente dall’utente per gestire i dati e informazioni, come videoscrittura per gestire testi, programmi di grafica per disegnare ed elaborare immagini, giochi e videogames, programmi gestionali per la contabilità aziendale ecc. Poiché i software sono soggetti a continue migliorie e potenziamenti, sono contrassegnati da numeri che ne definiscono la versione. Per esempio Microsoft Windows 1.0 rappresenta la prima versione di Windows, Microsoft Windows 3.0 la terza. Microsoft Windows 3.1 la terza versione con migliorie e, se ci fosse stata, Microsoft Windows 3.1.1 una terza versione con migliorie cui fossero state applicate correzioni ad eventuali errori riscontrati nel corso del tempo; sarebbe potuta anche essere Windows 3.2.1 o Windows 3.1.2 sempre secondo lo stesso ragionamento.

1.5.1. Software di sistema Il software di sistema, come già accennato ha la funzione di gestire il corretto funzionamento della macchina, del software applicativo e l’interazione macchina-utente. Lo sforzo continuo negli ultimi anni da parte dei produttori di software, è stato rivolto al tentativo di rendere il più semplice ed intuitivo possibile il funzionamento del software sia di sistema che applicativo. Si è passati da un tempo in cui i comandi al computer dovevano essere digitati secondo protocolli rigorosi ed ortodossi, che richiedevano una certa conoscenza dei linguaggi della macchina, ad un tempo (quello odierno) in cui i comandi e le istruzioni sono sostituiti da immagini e oggetti disegnati sullo schermo (GUI Graphics User Interface). L’orientamento è dunque indirizzato verso interfacce friendly (amichevoli) nei confronti dell’utente. È chiaro che la complessità di utilizzo delle macchine degli anni 70/80 corrispondeva ad una sostanziale semplicità e povertà del linguaggio-macchina, al contrario: alla semplicità attuale di utilizzo, corrisponde una maggior complessità dei linguaggi necessari ad interpretare le esigenze dell’utente che è sempre meno preparato, dal punto di vista funzionale, all’uso del computer. Tale complessità si rivela nei cosiddetti “conflitti”, che a volte si manifestano nei computer quando gli si danno involontariamente informazioni contrastanti o si fa inconsapevole abuso delle sue risorse, e quindi le macchine si bloccano. Microsoft Windows, è l’interfaccia grafica più diffusa al mondo. Ma non è la prima. Infatti è piuttosto analoga a quella dei computer Macintosh della Apple. Possiamo dividere il mondo dei computer in due grandi categorie, quelli che derivano dal mondo IBM (la prima azienda di information Technology a creare il Personal Computer) e Apple (la prima azienda a concepire l’importanza di rendere fluido il rapporto fra uomo e macchina). Sebbene analoghi i due sistemi (il primo ha prodotto il Personal Computer o PC mentre il secondo ha prodotto il Mchintosh o Mac) non “dialogano” facilmente fra loro, anche se ultimamente si sono create condizioni per cui ciò che viene “creato” su un PC può essere letto su un Mac e viceversa, ma devono ancora arrivare i tempi di una piena interazione fra i due sistemi. I primi PC operavano in ambiente DOS ed in particolare MS-DOS (Microsoft Disk Operating System) che si può vedere ancora nei computer che adoperano Windows XP se si digita START-TUTTI I PROGRAMMI-ACCESSORI-PROMPT DEI COMANDI (che si chiude digitando sulla tastiera la parola “exit”) ma ne parleremo più avanti, per ora basti sapere che in MS-DOS è possibile dare i comandi uno alla volta, si tratta di una interfaccia non grafica. Non fu il solo, apparve anche il DR-DOS (Digital Research Disk Operating System) che era sostanzialmente analogo all’MS-DOS. Nelle interfacce grafiche compaiono anche Solaris e Unix da cui è poi nato Linux, un sistema operativo Giuseppe Izzinosa

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gratuito che si implementa grazie al fatto di non costare nulla, e dunque la comunità di sviluppatori vi aggiunge continue migliorie messe a disposizione di tutti, rendendolo in tal modo sempre più efficiente. Le interfacce utente dei sistemi più recenti si somigliano tutte, anche se poi dietro ciascuna di esse c’è un approccio tecnico specifico e più o meno differente rispetto alle altre. Qui di seguito sono riportati alcuni desktop dei diversi sistemi operativi, si noterà quanto essi siano analoghi fra loro.

Desktop Mac OS X

Desktop Linux (versione KDE)

Desktop Microsoft Windows (Professional edition)

1.5.2 Software applicativo Il software applicativo, proprio perché dedicato alle esigenze specifiche di diverse categorie di utenti, è molto più vasto e comprende innumerevoli programmi. Si possono distinguere tuttavia alcune categorie fondamentali, all’interno delle quali poi ogni produttore propone soluzioni più o meno concentrate su specifiche richieste del mercato. I principali sono: Elaboratori testi: detti anche wordprocessor (processore di parola) sono dei programmi che trasformano il computer in una macchina da scrivere piuttosto elaborata, in grado non solo di digitare testo ma anche di organizzarlo ed impaginarlo in maniera strutturata semiprofessionale. Questo documento è stato realizzato con un wordprocessor (per l’esattezza Word 2000).

Giuseppe Izzinosa

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Fogli elettronici: detti anche srpeadsheet (foglio disteso) rappresentano una grande innovazione nel calcolo computerizzato. Infatti consistono in colonne e righe incrociate che determinano un insieme di celle (un foglio a quadretti –o rettangoli- in cui ogni rettangolo è una cella). La grande forza del foglio elettronico sta nel fatto che i calcoli avvengono su celle che traggono i dati collocati in altre celle, permettono di elaborare i dati fornendo informazioni in formato di tabelle e/o di grafici. Data base: detti anche basi di dati sono degli archivi associabili a schedari in grado di gestire piccole o grandi quantità di dati provenienti anche da informazioni contenute nei wordprocessor o dai fogli elettronici. Presentazioni: programmi per la realizzazione di presentazioni multimediali destinate a lezioni, congressi o qualunque situazione in cui sia necessario presentare concetti e informazioni a platee di pubblico più o meno vasto. Browsers: dall’inglese (brucare o sfogliare) si tratta di programmi che permettono di navigare in internet e di visualizzare (sfogliare) documenti o testi ipertestuali (l’Ipertesto è un insieme di testi o pagine leggibili con l’ausilio di parole chiamate collegamenti ipertestuali che permettono di passare da un testo all’altro, tipico esempio sono le pagine visualizzate in Internet), visualizzare contenuti multimediali ecc. Videografica: programmi che consentono di trattare le immagini attraverso una serie di strumenti specifici quali: fotoritocco, disegno a mano libera, regolazione e modifica del contrasto, aggiunta e sottrazione di colore, bilanciamento delle componenti di colore ed altro ancora. Videogames: i videogiochi sono uno dei mercati più floridi nell’industria dell’intrattenimento, sviluppano fatturati enormi e rappresentano un forte settore di sviluppo del mondo del software. La scelta è molto vasta e spazia da veri e propri simulatori di volo o di guida a combattimenti anche feroci. Il continuo tentativo di emulare la realtà, porta questi software ad imporre prestazioni elevate ai computer che li devono ospitare. Va inoltre detto che recenti studi hanno sconsigliato l’uso di quelli più violenti e aggressivi a persone che soffrono di epilessia e che in alcuni casi la favoriscono in soggetti predisposti. Programmi gestionali: si tratta di software progettati per la gestione e/o l’amministrazione delle attività economiche, vanno dalla contabilità semplice a quella complessa, dalla gestione del magazzino all’organizzazione delle spedizioni, dal calcolo degli stipendi alla gestione dei flussi di cassa e così via, ma possono spingersi fino all’analisi dei dati per definire le strategie aziendali. Sono i primi programmi inventati per le imprese fin dagli anni sessanta, quando si limitavano semplicemente a memorizzare le entrate e le uscite, l’utile e le tasse. Il loro panorama è molto vasto e richiedono frequenti aggiornamenti che tengano conto delle continue rinnovate esigenze delle imprese ma anche delle continue modifiche delle leggi in campo fiscale, si possono distinguere in tre categorie: Licenziati: programmi standard, poco specifici sulle esigenze delle singole ditte, ma validi un po’ per tutte. Possono prevedere pochi aggiornamenti indispensabili nel corso dell’anno. Si adattano a piccole imprese o ditte individuali che non hanno particolari esigenze e che magari affidano la contabilità ad un commercialista. Proprietari: che sono studiati su misura per un ristretto numero di clienti da una società di consulenza informatica o softwarehouse. Sovente il modulo principale si adatta, con un buon numero di modifiche, ad altre aziende, ma resta di proprietà dell’azienda che lo ha prodotto. Richiedono lunghi periodi di collaudo e continui aggiornamenti in quanto sono progettati per medie e grandi imprese soggette ad un maggior numero di leggi cui adeguarsi. Semi-proprietari: sono programmi standard che vengono personalizzati sulle esigenze di specifici clienti da parte di società di consulenza informatica. Essendo destinati a professionisti e piccole/medie imprese richiedono un discreto numero di aggiornamenti nel corso dell’anno. Antivirus, Firewall, Spykiller: sono programmi che proteggono il computer da attacchi informatici quali quelli dei virus, degli hackers o dei programmi spia. DesktopPublisher: sono programmi professionali che consentono di progettare, comporre e impaginare files di stampa per libri, giornali, manifesti, brochures, volantini, biglietti da visita ecc. comprendono funzionalità dei wordprocessor e di grafica, ma molto più sofisticati e precisi. La rosa non finisce qui, ci sono programmi di varia natura, da quelli che facilitano l’uso del computer a quelli che permettono di leggere testi su qualsiasi tipo di sistema operativo a quelli che consentono di leggere libri sul computer ecc. Giuseppe Izzinosa

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Si comprende dunque che l’importanza della conservazione dei dati e la loro leggibilità (aspirazione che ha sempre coinvolto tutte le grandi civiltà, dagli egizi ai greci, dai sumeri ai romani, dal medioevo ad oggi) nonché trasferibilità integra nel tempo, al riparo dal degrado degli eventi, è oggi più che mai salvaguardata dall’uso delle tecnologie informatiche. Essendo tale tecnologia in continua evoluzione, diventa sempre più agevole trasferire le informazioni da un sistema a quello successivo.

1.5.3 Licenze Sulla stessa base etimologica che porta il suffisso desinenziale ware sono nati successivamente i termini firmware (da "firm" azienda in inglese) che indica il software fornito insieme all'hardware dall'azienda co-struttrice di un computer, o freeware indicante (da "free": libero, inteso come gratis) il software gratuito (sì, esiste anche quello), oppure ancora shareware che definisce (da "share": parte) il software fornito senza alcune parti che vengono aggiunte successivamente al pagamento dell'eventuale acquisto del software o che diventa inutilizzabile dopo un certo periodo di prova se non si effettua l’acquisto.

1.5.3.1 Sorgenti Ogni programma è costituito da una serie di istruzioni poste secondo un ordine e degli schemi ben precisi chiamato codice sorgente, l’accesso a tale codice può essere proibito o consentito. Nel primo caso parliamo di software closed source, nel secondo invece di software open source. Esempi di software closed sono tutti i programmi di Microsoft, da Windows, a Office, a Works ecc., programmi cioè il cui codice è impossibile da aprire e, se vi si riuscisse, si commetterebbe un atto illecito di violazione della proprietà intellettuale (perseguito con sanzioni di carattere penale), in quanto quel codice è protetto da norme nazionali e internazionali. Infatti i programmi installati sui nostri computer non sono mai di nostra proprietà, sono dati in licenza d’uso, in altre parole, quello che noi paghiamo, quando li acquistiamo, non è il programma in sé che resta proprietario della società produttrice (nel caso specifico Microsoft, ma potrebbe essere lo stesso anche per i programmi di grafica di Adobe, Micromedia, Corel ecc.), ma la licenza d’uso, tanto che ogni licenza è valida per il numero di computer in essa previsto. Quindi, se si possiedono più computer bisogna acquistare una licenza per ognuno di essi. Esistono, per le aziende, soluzioni multilicenza in cui il numero di computer, su cui si può installare lo stesso programma, è predefinito e dà luogo a “pacchetti” su cui si applicano soluzioni economiche e commerciali specifiche. Il caso dell’open source, è completamente diverso, anzi opposto: i programmi, i loro codici sorgenti e le documentazioni base vengono distribuiti gratuitamente. Gli utilizzatori possono eseguire, distribuire, esaminare, modificare e migliorare il software, studiando come funziona un programma per adattarlo alle proprie necessità; si possono anche ridistribuire le copie secondo i propri bisogni ma si può anche migliorare il programma e diffonderne i progressi. Apparentemente questa soluzione sembrerebbe vantaggiosa solo per l’utente, invece lo è anche per il produttore di software e lo vediamo con un esempio: supponiamo che un cliente richieda un programma gestionale per la propria azienda, il programmatore non dovrà costruire il programma da zero con tempi e costi che ricadrebbero inevitabilmente sul cliente, ma potrà lavorare su uno già fatto personalizzandolo sulle specifiche esigenze di quel cliente il quale, a sua volta, dovrà pagare soltanto la personalizzazione al programmatore e costui avrà la possibilità di raggiungere un maggior numero di clienti potendo offrire soluzioni valide a costi contenuti. Il cliente può contare a sua volta su un prodotto continuamente aggiornato dalla comunità mondiale degli sviluppatori. Esempi di questo genere di soluzioni sono Linux (un sistema operativo alternativo a Windows), Openoffice.org (una suite paragonabile a Office di Microsoft), Gimp (un programma di elaborazione grafica) e tanti altri che rendono l’uso del personal computer non solo utile ma anche economico.

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2 IL SISTEMA OPERATIVO Il sistema operativo, si è già detto con altre parole, è sostanzialmente l’interfaccia fra il nostro linguaggio e quello della macchina. Possiamo anzi dire che è un livello di metafora che ci fa apparire le cose che ci servono come noi le possiamo gestire, ma in realtà esse vengono eseguite secondo metodi e procedure che all’utente sono sconosciute. Quando un utente scrive un testo, i caratteri che sta digitando sono, nella realtà fisica del linguaggio della macchina, delle concatenazioni di valori | e O che impongono al sistema come deve orientare le cariche magnetiche sulle varie memorie, che vengono rappresentati (primo livello di metafora) con 1 e 0 (uno e zero), però l’utente non se ne accorge, anche perché non può conoscere a memoria tutte le sequenze di 1 e 0 per ogni carattere e tanto meno può gestire fisicamente l’orientamento delle cariche, perciò il livello di metafora che a lui viene esposto è quello in cui tale composizione di valori viene rappresentata appunto come un carattere (per esempio la “f”). Questo discorso viene esteso poi ad un ulteriore livello di metafora: quello dell’organizzazione dei dati, in effetti la loro struttura (come vedremo in seguito) è organizzata materialmente in directory e sub-directory dotate di precisi attributi, ma la metafora “consegnata” all’utente è un insieme di cartelle contenenti altre cartelle e/o documenti. I sistemi operativi, si è detto anche questo, sono diversi, ma tutti alla fine assolvono a questo importante compito: creare livelli di metafora tali da rendere facile la vita all’utente ma anche alla macchina. Data la grande diffusione del sistema operativo Windows (e in particolare l’ultima versione XP), si è optato in questo corso di proseguire l’illustrazione di questo sistema. Va comunque detto che, salvo alcune differenze soprattutto interne che d’immagine, i sistemi presentano molte analogie funzionali.

2.1 Uno sguardo al passato Il grande salto nella storia dei sistemi operativi, è stato quello condotto dal Dos a Windows alla fine degli anni ’80. Nel 1996 i sistemi operativi più diffusi, prodotti dalla Microsoft erano Windows 95 (dedicato prevalentemente all’ambiente domestico) e Windows NT (dedicato all’ambiente lavorativo e pensato in particolare per la gestione delle reti). Il fatto che la gestione dei due sistemi fosse differente creò non pochi problemi a chi forniva assistenza tecnica. Le nuove tecnologie hardware (periferiche USB, dischi di grandi dimensioni, anche superiori a 4 o 5 Gb) e software (nuove necessità di scambio di informazioni e interfacce orientate a internet) imposero la nascita di Windows 98, poi aggiornato a Windows 98 SE (Seconda Edizione). Il divario fra i due sistemi permaneva, infatti mentre Windows NT si manifestava come un sistema stabile e ben adatto alle esigenze aziendali, Windows 98 offriva maggior supporto ai nuovi hardware essendo nato successivamente a NT. Questo stato di cose portò molte imprese ad adottare Windows 98 anziché NT. Il superamento di questa difficoltà fu rappresentato dall’introduzione di due nuovi sistemi operativi: Windows Millenium (in ambito domestico) e Windows 2000 (in ambito professionale); possedendo interfacce simili e analoghi supporti per le nuove tecnologie, consentirono di far sì che chi operava in ambiente d’ufficio possedesse la stessa grafica e possibilità di gestione files nonché di navigazione in internet sul proprio computer a casa. In particolare Windows 2000 fu pensato per la mobilità e la gestione condivisa di documenti in ambito aziendale, sia verso l’interno che verso l’esterno. L’evoluzione delle nuove tecnologie e l’esigenza sempre più sentita di unificare le interfacce e le funzionalità dei due sistemi, portò dunque Microsoft a progettare la nuova realase Windows XP, capace di integrare tecnologie che si relazionassero con periferiche di acquisizione audio/video, e semplificassero le procedure di integrazione delle reti locali. Inoltre il nuovo sistema operativo ha integrato nuove e rinnovate funzionalità, includendo un programma di masterizzazione, software per la creazione di filmati e gestione di immagini, compressione files, riconoscimento della scrittura e comandi vocali, un nuovo e potenziato sistema di aiuto (help) integrato, un sistema di assistenza remota, gestione di differenti profili utente sulla stesGiuseppe Izzinosa

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sa macchina. Ulteriori miglioramenti sono stati apportati allo scopo di rendere più stabile ed efficiente il sistema operativo e aumentare la compatibilità con programmi precedenti e l’adozione di nuovi standard. Oggi Windows XP si presenta sotto due forme: Home Ediction Professional Ediction Mentre la prima è indicata per un uso domestico (come tradisce il nome) in cui si dà importanza a due fattori fondamentali: possibilità di creare profili familiari individuali cui accedere senza necessità di condividere risorse, e possibilità di usufruire con semplicità di strumenti multimediali anche complessi come il gestore di filmati, la versione Professional si rivolge prevalentemente a chi usa il computer per lavoro, spostandosi continuamente, passando da una rete all’altra e trattando documenti riservati in massima sicurezza e disponendo anche di reti virtuali. Successivamente le due soluzioni sono state integrate con la versione SP2 (Service Pack 2) in cui sono state implementate nuove tecnologie finalizzate al miglioramento della sicurezza.

2.2 Sistema a cipolla La proprietà fondamentale dei computer è di essere programmabili. Devono cioè svolgere compiti diversi a seconda delle istruzioni fornite dall’utente attraverso un programma. Una programmazione diretta della macchina hardware da parte degli utenti però non sarebbe possibile, infatti essi dovrebbero conoscere l’organizzazione fisica dell’elaboratore e il suo linguaggio macchina, per cui ciascun programma dovrebbe essere scritto usando sequenze di bit e i programmi dovrebbero essere riscritti per ogni differenza, sia pur minima, nell’hardware. Per ovviare a questo problema si è reso necessario fornire all’utente un meccanismo in grado di: Astrarre dall’organizzazione fisica della macchina Usare macchine diverse allo stesso modo attraverso un linguaggio semplice di interazione Avere insiemi di programmi applicativi in grado di svolgere diversi compiti (scrivere testi, gestire archivi, navigare in Internet, scambiarsi la posta elettronica, ecc.) Questa funzione è assolta dalla macchina virtuale che ha il compito di interfacciarsi con l’utente da un lato, e l’hardware dall’altro. In questo percorso si formano diversi livelli di macchine virtuali, in quanto è sicuramente meglio fare un piccolo passo alla volta che un grande passo in un'unica soluzione. Ciascuna macchina virtuale contiene le istruzioni per tradurre i comandi della macchina precedente alla macchina successiva fino a giungere alla macchina fisica vera e propria e viceversa. Questo spiega perché i comandi di programmi, anche molto diversi fra loro si assomigliano o addirittura svolgono le stesse funzioni o funzioni analoghe in ambienti diversi. Si tratta, in altre parole, di creare livelli di metafore diverse che vanno dal linguaggio strettamente tecnico della macchina a quello strettamente umano dell’utente. Per fare un esempio pratico: scrivere una parola in grassetto in un documento di testo comporta un determinato processo di orientamento delle cariche magnetiche sulla superficie del disco su cui è memorizzato il testo, ma l’utente vede una parola annerita in maniera evidente (come alcune parole di questa pagina). Ne consegue dunque che: l’informatica è una cosa umana, essa è infatti pensata per gli esseri umani. Non importa che si sappia esattamente cosa stia succedendo per fare una cosa, ma, quale che sia il metodo, che questa avvenga e (soprattutto) come vogliamo noi; i sistemi sono molto complessi, infatti per rendere tutto più intuitivo e semplice all’utente, le macchine devono possedere numerosi livelli di metafora che sono composti da tante soluzioni del tipo: cosa succede se l’utente fa quest’azione piuttosto che quest’altra? Giuseppe Izzinosa

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La macchina, in fondo, sa fare sostanzialmente poche cose: somma uno ad un numero sottrae uno ad un numero confronta due numeri compie dei salti nel flusso di esecuzione dei programmi la successione e la combinazione di queste operazioni consentono alla macchina di eseguire quello che vogliamo. Per fare un esempio: al livello zero la macchina esegue solo le quattro operazioni (somma, sottrazione, confronto, salti nei flussi); al livello uno la macchina definisce, seguendo le istruzioni del programma, una funzione di somma [come questo avvenga è parte di un discorso più approfondito che qui non è il caso di affrontare data la sua complessità ed il livello di conoscenza attesa dallo studio di questo testo]; al livello due dalla funzione somma si passa alla funzione astratta di prodotto di due numeri; in questo modo si procede fino ai livelli superiori che per l’utente possono corrispondere alla scrittura di un testo o all’esecuzione di un comando specifico. Quello che conta è che l’utente non è chiamato a conoscere o a vedere le istruzioni che passano da un livello all’altro, egli deve solo vedere che quello che lui desidera si materializza. Come questo avvenga non è affar suo.

2.3 Files e loro organizzazione Abbiamo già visto cosa sono i files, ora si tratta di capire come essi vengano organizzati sulle diverse memorie. Si è detto che le memorie sono di tipo magnetico, ottico, fisico, le prime sono rappresentate dagli Hard disk e Floppy disk, le seconde dai Compact Disk, le altre dalle schede CF/SD/ecc. A livello di metafora utente l’organizzazione dei dati sui supporti è uguale per tutti i supporti, ma a livello tecnico le cose cambiano. L’utente, quando scrive un documento a mano, è abituato (normalmente) a riporre tale testo in una cartellina. Il computer fa la stessa cosa, solo che lo fa in maniera figurata: il testo (per esempio: una lettera) che diventa un file viene collocato dentro una cartella o direttamente sul disco. Possiamo avere: più files, anche diversi fra loro, che sono collocati all’interno di una cartella, più cartelle in una cartella e, a loro volta, contenere altre cartelle che contengono files e/o cartelle files e cartelle contenuti all’interno di cartelle files e/o cartelle collocati direttamente sul disco ciascuna combinazione va bene, e per aiutarci a ricordare cosa c’è e dove si trova, si assegnano nomi alle cartelle che ne illustrano, in maniera generica e riassuntiva, il contenuto. Passando al livello di scrittura del linguaggio macchina, ogni files è contenuto in una directory (cartella) secondo uno schema gerarchico molto rigoroso, ad esempio il documento appunti.doc, collocato nella cartella formazione, in linguaggio Dos (in grado di essere riconosciuto dal livello che associa files e directories a sequenze di bit, a loro volta riconosciute dal processore attraverso il livello che permette di tradurre in numero binario tale valore) si scrive così: C:\formazione\appunti.doc, dove C è il nome assegnato all’hard disk formazione è il nome della directory in cui c’è il file Appunti.doc Il sistema accede a questo file in modi diversi, a seconda che la memoria sia magnetica o fisica, oppure ottica: accesso diretto: i files sono collocati in spazi definiti e il sistema li trova in base alla loro esatta collocazione, questo sistema spreca spazio; accesso con chiave: ai files viene associato un codice che ne permette l’individuazione, questo sistema è ottimale; Giuseppe Izzinosa

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accesso sequenziale: i files si scorrono uno dopo l’altro fino a quando non si trova quello giusto, questo sistema è inevitabilmente più lungo e viene usato solo nei CD in quanto hanno una traccia a spirale derivata dalle esigenze musicali ereditate dai dischi microsolco.

2.3.1 Organizzazione della memoria Ram La memoria Ram ha la funzione di raccogliere l’inserimento dei dati da parte dell’utente, di passarli al processore per l’elaborazione, e di riceverli da questo elaborati. La memoria Ram interagisce direttamente con il processore passando alla memoria cache le sue istruzioni, ma anche con la memoria di swap (o di scambio): una memoria virtuale collocata sull’hard disk che permette, anche se con velocità minori, di allocare altre informazioni da passare poi al processore. Una parte della memoria Ram è dedicata al sistema operativo, l’altra all’esecuzione dei programmi. Il sistema funziona sulla trasformazione delle istruzioni in pagine che vengono inviate al processore attraverso un sistema detto paging che sfrutta delle tabelle di allocazione delle pagine stesse per rendere più rapido ed efficiente il processo.

2.3.2 Operazioni col mouse Il mouse è uno strumento di puntamento particolarmente efficace. Se n’è già parlato in questo testo nel paragrafo dedicato alle periferiche, ora vediamo più a fondo le sue caratteristiche soprattutto in relazione alla sua interazione con il software. Di fatto è composto da due parti distinte: software e hardware. La parte software è visualizzabile sullo schermo dalla freccina detta puntatore, esso può essere di differenti tipi a seconda dei gusti (fra le diverse forme ci sono ballerini, rane, e quant’altro la fantasia dei programmatori ha potuto nel tempo disporre). Nelle versioni di Windows XP e Windows 2000 il puntatore è fornito di un’ombra che però comporta un aggravio dell’uso della memoria che, sebbene minimo, esiste comunque e si può, se si desidera, disabilitare dal software che gestisce il mouse. Questo software è raggiungibile nel pannello di controllo di cui parleremo più avanti. Va detto anche che vi sono altre funzioni che si possono assegnare ai tasti dei mouse, anzitutto la loro inversione di ruolo a seconda che l’utente sia destrorso o sinistrorso, oppure, su mouse particolarmente sofisticati dotati di diversi pulsanti, assegnare ruoli diversi ad ognuno di essi, anche se va detto che, soprattutto agli inizi, questo può produrre confusioni ed errori dalle conseguenze, a volte, molto spiacevoli come la perdita di alcuni dati o la cancellazione di alcune azioni svolte; si tratta di strumenti aggiuntivi molto utili ma che richiedono una certa perizia ed esperienza nel loro uso. La parte hardware è composta dal dispositivo da muovere con la mano detto sistema di puntamento che può essere sia con sfera che ottico. Il primo utilizza una sferetta di gomma che, per contatto, fa ruotare dei cilindretti collegati a un sistema che determina, dalla combinazione di tutti i movimenti dei cilindretti, l’esatta posizione del centro della sferetta e la riproduce sullo schermo, il secondo è composto da una microtelecamera che misura il movimento su una superficie il più possibile uniforme. Il sistema ottico è oggi di gran lunga il più diffuso grazie alla sua precisione e scarsa necessità di pulizia e manutenzione. I suoi comandi sono molto semplici (vedremo qui quelli legati all’uso più diffuso: quello per destrorsi, ovviamente per i mancini le funzioni dei due tasti vanno invertite): Tasto sinistro: o premuto una volta consente di selezionare un oggetto desiderato (icona, immagine, testo o altro ancora) sullo schermo o premuto due volte, in rapida successione (doppio clic), produce l’apertura della cartella su cui è posizionato il puntatore oppure l’avvio del programma associato

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all’icona, oppure ancora l’esecuzione della funzione legata all’oggetto su cui si trova il puntatore (la freccina) Tasto destro: può essere premuto una sola volta, a meno che particolari software non ne prevedano un utilizzo diverso (ma qui stiamo parlando di comportamenti standard), dando vita, nella normalità dei casi, al menu contestuale (una serie di scelte e opzioni legate all’oggetto o all’ambiente su cui è posizionato il puntatore) detto anche “di scelta rapida” Scroller: si tratta di una rotellina la cui funzione principale è quella di far scorrere in alto o in basso la schermata di un documento o di una pagina internet quando queste sono più grandi dello schermo. In alcuni mouse sono presenti due rotelline: una per il movimento verticale, l’altra per il movimento orizzonatale; lo scroller può inoltre essere premuto, il più delle volte questo fissa il movimento e così si disegna sul monitor una freccia dalla quale, quanto più si allontana il puntatore (sia verso l’alto, sia verso il basso) tanto più si accelera lo scorrimento della pagina senza necessità di ruotarlo. In tal modo la pagina scorrerà automaticamente verso l’alto o verso il basso alla velocità desiderata (un po’ come i titoli di coda dei film). ovviamente anche le funzioni dello scroller possono essere modificate tramite il software del mouse e la pressione, ad esempio su alcuni mouse, si trasforma nel passaggio da un documento all’altro, oppure il suo spostamento lieve, verso destra o verso sinistra, consente lo scorrimento in orizzontale della pagina. Ma si tratta comunque di funzioni che variano a seconda dei diversi modelli in commercio e che non si possono elencare tutti. Qui ci limitiamo a vedere le funzioni standard che sono di gran lunga le più diffuse. D’ora in avanti, onde evitare di ripetere sempre le stesse cose ed evitare confusioni, si adotteranno queste semplificazioni nell’uso del mouse: clic: premere una volta sola il tasto sinistro del mouse, doppio clic: premere due volte in rapida sequenza il tasto sinistro del mouse clic destro: premere una volta sola il tasto destro del mouse trascinare: detta anche drag and drop, questa operazione consente di spostare files, cartelle o oggetti. La procedura è: cliccare e tenere premuto il tasto sinistro del mouse sull’oggetto desiderato muovendolo nelle direzioni richieste e rilasciandolo quando si trova la posizione voluta, ad esempio, avendo aperto due cartelle (ne vedremo più avanti le caratteristiche), un file può essere così spostato da una cartella all’altra.

2.3.3 Menu Si è già accennato occasionalmente ai menu. Essi rappresentano una componente essenziale di Windows (ma non solo). Si tratta di opzioni di scelta che permettono di eseguire tutte le operazioni consentite con un oggetto, sia esso il desktop, una cartella, un programma. Chiaramente i menu cambiano da soggetto a soggetto, ogni programma ha le sue peculiarità e quindi i menu saranno diversi a seconda della natura e delle prestazioni di quel programma. Hanno però tutta una serie di caratteristiche comuni illustrate nella figura sottostante alla pagina seguente tratta da Internet Explorer (il programma che permette di navigare in Internet). Vediamo anzitutto che di menu, in una finestra (parleremo fra poco dettagliatamente di finestre), ce ne sono tanti, sono quelle parole che vanno da “File” a “?”, (in questo caso sono specifiche di Internet Explorer ma le voci sono comuni a molti altri programmi). Quando con il mouse si clicca sulla parola File (come in questo caso) si apre un menu (detto a tendina poiché si abbassa come una tendina appunto), in esso ci sono varie voci, cliccando su ciascuna delle quali si attiverà Giuseppe Izzinosa

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un’azione relativa a quella funzione. Si noterà che le voci non sono tutte uguali, alcune sono seguite da dei puntini, altre da una freccia nera volta verso destra, la differenza è sostanziale: quando ci sono i puntini dopo la voce del menu, vuol dire che per eseguire quell’azione si aprirà una nuova finestra (detta finestra di dialogo) in cui ci saranno delle opzioni da scegliere, quando invece c’è una freccia in fondo alla riga a destra si aprirà (come nell’esempio) un sottomenu con altre scelte che possono essere a loro volta seguite sia da puntini che da frecce o da niente. Si noterà inoltre che al fondo di alcune voci ci sono delle combinazioni di tasti, stanno ad indicare che quell’azione può essere svolta anche premendo in successione quei tasti (per esempio Apri, seguito da puntini e quindi generatore di una successiva finestra di scelta, fa un’azione che si ottiene anche premendo sulla tastiera il tasto CTRL e, tenendolo premuto, anche il tasto F12. Si vedrà inoltre che non tutte le voci sono in nero, ce n’è una in grigio: vuol dire che quella voce non è disponibile (ovviamente nemmeno premendo i tasti relativi). In conclusione i menu sono i veri motori dell’uso del computer, prima se ne capiscono le potenzialità, prima si acquisisce la padronanza del computer. Ma i menu non sono soltanto all’interno delle finestre ma anche, come accennato brevemente parlando del mouse, all’interno del contesto in cui si lavora. Si tratta dei menu contestuali o menu di scelta rapida che sono attivabili premendo il tasto destro del mouse quando il puntatore si trova su un oggetto. La loro caratteristica è di riassumere i comandi più importanti inclusi nei menu visti prima e di più frequente utilizzo.

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Negli esempi della pagina che segue si noterà che il puntatore del mouse si trova in punti diversi e che nelle due immagini il menu contestuale, generato dal clic del tasto destro del mouse, è differente. Mentre nel primo caso è un menu legato a funzioni di testo, di linguaggio relativo alla produzione di siti internet (html) o ad azioni di condivisione dei testi con altri programmi (nel caso specifico Microsoft Excel), nel secondo caso le voci di menu sono relative all’immagine su cui è posizionato il puntatore. Questi menu contestuali, salvo rari casi, sono sempre presenti nei diversi programmi, e cambiano le varie voci a seconda della natura dei programmi, infatti quelli che sono stati usati per gli esempi della pagina successiva sono relativi alla navigazione in internet, ma si vedrà che nel caso del desktop, ad esempio, le voci sono completamente differenti.

In certi menu si vedrà che alcuni caratteri delle voci sono sottolineati (come nell’immagine qui a lato), vuol dire che, premendo il tasto sulla tastiera corrispondente a quel carattere, lo si seleziona come ci si cliccasse sopra col tasto sinistro del mouse. Va infine aggiunto che i menu sono attivabili anche da tastiera, premendo il tasto “Alt” che rende attive le voci dei menu (File, Modifica, ViGiuseppe Izzinosa

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sualizza ecc.) e, premendo i tasti freccia sulla tastiera (vedi le parti evidenziate nella miniatura della tastiera qui affianco), ci si può muovere come se si navigasse col mouse sui menu. Quando si incontra la scritta (Tn), ci si riferisce sempre al tastierino numerico posto sulla destra della tastiera. Ultimo aspetto dei menu è la presenza di un segno di spunta o di un pallino (a seconda dei casi) posto a sinistra di una voce. Indicano che quella voce è stata selezionata (in presenza del segno di spunta: una piccola v), ma se ne possono selezionare diverse. Invece, in presenza di un pallino vuol dire che si possono solo scegliere soluzioni alternative, vale a dire che in un elenco di voci in cui appare un pallino, solo una può essere la voce selezionata.

2.4 Windows XP Windows XP rappresenta oggi il sistema operativo più diffuso, viene normalmente prenistallato dal produttore del computer ed in questo modo consente all’utente di poter usufruire dell’elaboratore fin dal primo momento immediatamente dopo l’acquisto. La prima volta che si accende un computer con questo sistema operativo, il sistema chiede di impostare un profilo utente (account) ed eventualmente assegnargli una password. Questo serve a far sì che ogni membro della famiglia, o titolare della postazione sul luogo di lavoro, abbia accesso ai propri documenti e non a quelli degli altri. In tal modo quando si accende successivamente il computer la schermata richiede di attivare il profilo desiderato accompagnato dalla propria password.

2.4.1 Il Desktop Una volta inserita la password nel proprio profilo si clicca sulla freccetta bianca su sfondo verde posta sulla destra dello spazio in cui si è inserita la password e si passa al desktop.

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In questa schermata abbiamo già diversi elementi da osservare: innanzitutto il piano di fondo che si chiama desktop su cui sono collocate le icone, esse sono piccole immagini che hanno la funzione di rappresentare graficamente un file o più gruppi di file. Se si tratta di files, al doppio clic del mouse su ciascuna di esse, si avvia il programma collegato, se si tratta di cartelle, al doppio clic del mouse si aprirà una finestra (di cui parleremo più avanti). Le icone sono caratterizzate, il più delle volte, da una freccia nera su fondo bianco in basso a sinistra di ognuna di esse. In effetti le icone le possiamo dividere in due categorie: quelle di sistema e i collegamenti veri e propri. Le icone di sistema sono quelle che corrispondono a: Risorse del computer Risorse di rete Internet Explorer Cestino e sono prive di freccina, poiché sono collegamenti a programmi essenziali del computer. Le icone relative ai collegamenti sono invece relative a cartelle e files che l’utente via via crea nel corso del tempo personalizzando il desktop a proprio piacimento (come nel caso dell’immagine d’insieme in questa pagina). Le icone possono essere sia collegamenti a files o cartelle, che cartelle vere e proprie (sempre nella metafora del linguaggio umano) non dunque collegamenti ma contenitori di cartelle e/o files e/o collegamenti ad altri programmi. Quando le cartelle non sono collegamenti ma contenitori non hanno la freccina in basso a destra, la loro forma può essere variata dall’utente, secondo procedure che vedremo più avanti, e può assumere caratteristiche anche molto diverse da una cartella (vedasi la cartella “Connessioni” nell’immagine sopra). Ma le icone possono assumere anche un altro significato, quello cioè di promemoria dei programmi aperti che si trova sulla barra delle applicazioni che sarebbe la fascia inferiore del desktop su cui ci sono anche altre icone, cioè iconcine in miniatura che invece sono altrettanti collegamenti ai programmi, alle cartelle o ai files installati nel computer e si trovano normalmente alla sinistra, vicino al tasto “Start”. Atre invece sono collocate a destra vicino all’orologio in quella che viene definita barra di notifica in cui il sistema operativo fa sapere all’utente quali sono i programmi attivi che stanno funzionando in “background” cioè che stanno lavorando indipendentemente dalle azioni dell’utente (come gli antivirus, o il controllo della scheda audio ecc.) oppure che vengono richiamate da un’azione temporanea (come la stampa che, per tutta la durata dell’operazione fa comparire l’icona di una stampantina vicino all’orologio). Peculiarità di questa barra è di essere dotata di una freccina (la si vede nell’immagine) posta a sinistra che, quando le icone presenti in questa barra sono parecchie, le nasconde per favorire l’usabilità della barra delle applicazioni. Ciccandoci sopra una volta, fa comparire per qualche secondo il resto delle icone per poi tornare alla posizione di partenza. Bisogna ricordare che, cancellando le icone sul desktop o sulla barra delle applicazioni, non si cancelleranno i programmi ma solo i collegamenti ad essi che resteranno sempre disponibili sul computer, ma magari un po’ più difficili da trovare. Si può anche scegliere di non vedere le barre degli strumenti facendole sparire quando si apre un programma, oppure non vedere le icone, oppure rendere la barra delle applicazioni modificabile facilmente o meno.

2.4.2 Modificare il desktop Due sono le cose fondamentali da sapere dell’ambiente di Windows: la prima è che ogni azione si può fare in più modi, per esempio attraverso la tastiera, attraverso il mouse, attraverso entrambi e ancora attraverso percorsi differenti per ciascun mezzo; la seconda è che tutto è personalizzabile, infatti ogni computer fa storia a sé, non solo per i contenuti, ma anche per la sua disposizione interna degli elementi e/o risorse allocate. Le azioni in più modi le vedremo quando arriveremo alla sezione dei menu, qui invece ci occuperemo della personalizzazione. Giuseppe Izzinosa

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Si possono modificare le icone, scegliendole da gallerie predefinite, si può modificare il desktop anche la barra degli strumenti, nonché quella di avvio. Andremo per ordine di importanza: Modifiche al desktop: la procedura passa per l’utilizzo del menu contestuale, vuol dire che ogni volta che clicchiamo col tasto destro del mouse si apre un menu relativo al contesto in cui ci si trova, se siamo alle prese con un programma di grafica il menu contestuale conterrà voci relative a quel programma, ci chiederà per esempio se vogliamo fare delle operazioni grafiche particolari (come incollaggio differenziato, evidenziazione, modifica livelli, ecc.) se avremo a che fare con un programma di videoscrittura come quello con cui stiamo redigendo questo testo, esso avrà altre voci (come quelle relative alla formattazione del testo, grassetto, paragrafo ecc.). Il menu contestuale del desktop possiede queste voci: o Disponi icone per: apre a un sottomenu le cui voci sono: Nome: dispone le icone per ordine alfabetico Dimensione: le dispone dalla più grande (in termini di byte) alla più piccola, Tipo: le raggruppa a seconda delle caratteristiche comuni a ciascuna di esse (tutte quelle di Excel, tutte le cartelle ecc.) Ultima modifica: le organizza in ordine cronologico prendendo come riferimento la data in cui si sono fatte modifiche ai contenuti dell’oggetto legato a ciascuna icona o Aggiorna: consente di aggiornare i contenuti delle pagine di Internet memorizzate sul desktop; o Incolla e Incolla collegamento: non sono disponibili, ma se il puntatore fosse collocato su un’icona o sopra un oggetto, allora lo sarebbero, poiché permettono di copiare l’oggetto o il collegamento in un’area del computer (detta clipboard) e di incollarlo dove si desidera cliccando sulla voce “Incolla” del menu relativo al contesto dell’oggetto in cui si vorrà incollare; o Salva come combinazione: consente di memorizzare la grafica corrente del desktop in maniera da averla a disposizione successivamente o Opzioni di grafica: consente di scegliere quale schermo adottare e altre opzioni relative alla modalità grafica dello schermo o Modalità di visualizzazione: attraverso un sottomenu, richiama le opzioni di grafica salvate come combinazione o Nuovo: è un comando importante, permette di generare un nuovo oggetto offrendo una scelta piuttosto estesa, a partire da una nuova cartella, collegamento, documento di programmi contenuti nel computer o Proprietà: apre una finestra che contiene una serie di schede su cui scegliere le forme di personalizzazione del desktop Si noterà che le voci di menu sono divise per gruppi, separati da linee chiamate frame, questo perché alcune voci di menu hanno per oggetto concetti omogenei fra loro e dunque è più efficace la loro collocazione semantica. La funzione proprietà del menu contestuale del desktop è molto importante, nella pagina che segue vedremo le diverse schede che permetto una notevole personalizzazione dell’interfaccia. Giuseppe Izzinosa

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Temi: è la scheda in cui si possono scegliere le diverse composizioni del desktop, nella fotocompisizione a lato si vedono tre temi nel riquadro d’anteprima (Windows XP modificato, Windows classico e Windows XP). Si possono cercare anche temi in linea sebbene questa funzionalità non sia più disponibile cliccando direttamente sulla voce “Altri temi in linea”. La voce “Sfoglia” invece porta a cercare sul proprio computer eventuali temi già esistenti. Cliccando sul tasto “Salva con nome” si può memorizzare la combinazione con lo sfondo desiderato. Il tasto “Elimina” permette di cancellare la composizione specificata. Se non è possibile, il tasto (come nell’immagine affianco) è sbiadito. Desktop: consente di selezionare uno sfondo a propria scelta dall’elenco nella finestra in basso a destra sotto la scritta “Sfondo”. Il tasto “Sfoglia…” permette di sfogliare nel computer le immagini che si vogliono collocare (anche proprie). Il tasto Posizione invece consente di stabilire la modalità di collocazione dell’immagine di sfondo: al centro, affiancata o estesa

Il colore invece riguarda lo sfondo su cui si collocherà l’immagine, e si nota all’accensione e alla chiusura. Sulle versioni precedenti di Windows era lo sfondo che compariva sotto i nomi degli oggetti nel desktop, ma ora non si hanno più molte occasioni per vederlo. Cliccando sulla freccina rivolta verso il basso nel menu a discesa posto sotto la scritta “Colore” si aprirà una tavolozza dei colori che consentirà di scegliere i colori già predefiniti o di crearne di nuovi. Cliccando su “Ok” si conferma la volontà di applicare le modifiche apportate e si chiude la finestra, cliccando su “Annulla” si rinuncia ad applicare le modifiche e si chiude la finestra, mentre cliccando su “Applica” si applicano le modifiche ma, a differenza di “Ok” non si chiude la finestra e si possono apportare altre modifiche in questa o in altre schede. Screen saver: si tratta di immagini che appaiono quando non ci sono azioni che modificano la schermata corrente. Lo screen saver nasce agli inizi degli anni ’90 quando i monitor erano ancora a fosfori verdi e la permanenza di schermate fisse (come ad esempio schede da compilare) durava tutta la giornata. Allo spegnimento del computer lo schermo rimaneva “sensibilizzato” e si potevano vedere le tracce della schermata su cui era sempre fermo il video durante la giornata. Con lo screen saver questo problema è stato risolto, dando luogo a strumenti anche divertenti di comunicazioGiuseppe Izzinosa

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ne che spesso diventano oggetti di pubblicità. Il tasto delle impostazioni permette di definire le caratteristiche dello screen saver selezionato che cambiano a seconda del tipo scelto. Il tasto “Prova” permette di vedere in azione lo screen saver selezionato per decidere se piace o no. Infine il tasto “Alimentazione…” consente di accedere alle impostazioni relative al risparmio di energia e alle modalità di alimentazione del computer, in cui si può decidere quando spegnere il monitor, quando disattivare l’hard disk, quando mettere in modalità stand by ecc. siccome si tratta di impostazioni delicate, si consiglia di operare su questo gruppo di opzioni solo se si sa bene cosa si sta facendo o affidandosi a personale specializzato. Aspetto: consente di modificare le impostazioni in maniera coordinata delle finestre e del le schermate nonché le dimensioni dei caratteri. Nella finestra centrale trova posto l’anteprima delle modifiche apportate. Cliccando sul tasto “Effetti” si possono scegliere degli effetti particolari come, ad esempio, l’effetto dissolvenza nella transizione dei menu e nelle descrizioni dei comandi. Invece se si clicca su “Avanzate” si accede alla possibilità di modificare i singoli attributi grafici delle finestre, come ad esempio il colore delle barre del titolo o lo sfondo dell’applicazione attiva, oppure ancora il carattere dei menu ecc. Impostazioni: la selezione “Schermo” consente di scegliere per quale schermo si vogliono adottare le modifiche, quello attivo (con cui si sta lavorando) è evidenziato dai colori più nitidi (nell’immagine è il numero 1). La risoluzione permette di definire la risoluzione dello schermo, da 800x600 pixel o, come ormai sempre più consueto, 1024x768 fino a 1200x1600. Queste possibilità cambiano a seconda delle schede grafiche e dal tipo di monitor. Il frame (cornice sbiadita all’interno della quale ci sono gli elementi omogenei) relativo ai colori permette di scegliere la quantità di colori leggibili dallo schermo, (normalmente sedici milioni). Il tasto “identifica” consente di capire qual è lo schermo attivo, cliccandoci sopra appare sul video (grande quanto tutto lo schermo) il numero relativo allo schermo (in questo caso 1 poiché il 2 non è attivo). Il tasto “Risoluzione dei problemi” consente di accedere alla pagina di aiuto di Windows XP per trovare la risoluzione ad eventuali problemi o cose non chiare nel settaggio di questa scheda. Cliccando sul tasto “Avanzate” invece si accede ad una finestra contenente informazioni e alcuni settaggi speciali sempre relativi al video. Anche questa sezione è opportuno che sia affrontata con competenza o da personale preparato.

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2.4.3 Default Una cartella, una volta aperta si presenta come nella figura affianco, in modo specifico questa cartella si chiama Documenti, ed è una cartella di sistema: viene fornita già nel sistema operativo. Si tratta della cosiddetta cartella di Default. Per Default si intende, tutto ciò che è predefinito. Per esempio, nel caso della cartella Documenti, i programmatori che sviluppano i diversi programmi, non possono sapere in quale cartella l’utente andrà a mettere il documento, l’immagine, l’oggetto che sta elaborando, per questa ragione fanno in modo che quando egli salva il documento questo automaticamente venga collocato in una cartella che deve esserci per forza in qualsiasi computer, cioè nella cartella Documenti, all’interno della quale si trovano già anche altre cartelle di default: Immagini e Musica. Per cui, salvo che l’utente non scelga diversamente, tutto ciò che è “di default” o viene eseguito “per default” è stato predefinito dal programmatore o dal costruttore del computer. Va notato come questo concetto risolva molti problemi, in quanto se l’utente fosse chiamato a definire ogni volta le azioni automatiche impiegherebbe il doppio del tempo, se non di più, a impostare le operazioni da eseguire al computer.

2.4.4 Salvataggio dei dati Prima di tornare a vedere com’è strutturata una cartella, vediamo un concetto imprescindibile cui si è accennato in altri termini nelle prime pagine del testo: il salvataggio dei dati. Quando si lavora con un documento (per esempio quando si scrive un testo) l’operazione si svolge nella memoria principale (cioè la RAM), quando poi quel documento lo si vuole memorizzare nel computer per renderlo utilizzabile successivamente, lo si trasferisce nella memoria di massa o su gli altri supporti (disco floppy, o memorie fisiche, piuttosto che su cd). Per semplicità e convenzione, d’ora in avanti, considereremo sempre questo trasferimento nell’hard disk, ben sapendo però che possiamo in realtà decidere di compiere i salvataggi anche su altri supporti. Si parla di “salvataggio” perché si associa metaforicamente il concetto di memorizzazione a quello di rendere permanenti le informazioni nel personal computer [“salvandosi” così dal passare le notti a riscrivere i dati perduti, infatti non è ben chiaro se il concetto sia riferito ai dati o agli utenti!]. Come detto a pagina 6, la memoria Ram è volatile, cioè, con l’assenza di corrente perde i dati in essa contenuti, per questo è importante compiere frequenti salvataggi durante la redazione di un testo, come per esempio avviene nel corso della redazione di questo. Nei programmi più recenti e sofisticati, ove la perdita di dati è molto dannosa o i rischi che ciò avvenga sono più frequenti, il salvataggio avviene in automatico con cadenze previste per default o personalizzate dall’utente stesso. Altre forme di salvataggio sono i cosiddetti “Backup” di cui parleremo più diffusamente in seguito e che consistono sostanzialmente nella copiatura dei dati su diversi supporti.

2.4.5 Finestre Un concetto che merita di essere affrontato prima di continuare è quello fondamentale di Finestra (da cui il nome Windows cioè Finestre), cioè di quell’oggetto che contiene ciò su cui stiamo lavoGiuseppe Izzinosa

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rando, sia essa una cartella, un files o un documento qualsiasi. Essa è composta da una serie di barre: titolo, menu, strumenti, indirizzi. Ovviamente variano da programma a programma, ma nella sostanza i concetti sono comuni a tutte le applicazioni. Nella parte alta della finestra abbiamo le diverse barre con relative differenti funzioni: Barra del titolo: contiene anzitutto il titolo della finestra, con l’iconcina a sinistra in alto raffigurante una icona in miniatura che richiama il programma, o l’oggetto, sulla quale, con un clic del mouse, appare un menù di base che permette di spostare la cartella attraverso l’uso dei tasti freccia sulla tastiera, oppure di ridimensionare la finestra, qualora occupi tutto lo spazio dello schermo, oppure riduca a icona (minimizzare) sulla barra degli strumenti, o ancora ingrandire a tutto schermo la finestra, o infine chiudere la finestra stessa. Con il doppio clic su questa barra la finestra si ingrandirà a tutto schermo e, rifacendo la stessa operazione tornerà alla dimensione precedente. Dalla parte opposta (sempre della barra) abbiamo la metafora grafica degli stessi tre comandi principali, cliccando sui quali si ottengono gli stessi effetti: ridurre a icona ingrandire a tutto schermo chiudere la cartella Barra dei menu: è la barra che contiene i diversi menu che offrono le varie possibilità di utilizzo della cartella e dei suoi contenuti. I menu differiscono da oggetto ad oggetto e da file a file: potremo avere infatti menu specifici diversi da una cartella ad un programma di videoscrittura, poiché i menu servono ad utilizzare quello specifico oggetto o strumento. I menu possono essere attivati, come già detto, con la pressione del tasto “Alt” sulla tastiera. Barra degli strumenti: le voci dei menu più frequenti e necessarie, sono richiamabili anche da questa barra che ha la funzione di consentire una specifica azione con un semplice clic del mouse. Barra degli indirizzi: al suo interno è collocato il nome della cartella su cui si sta lavorando e, se lo si imposta in tale maniera, si può vedere tutto il percorso (detto path) alla fine del quale si trova la cartella o il documento selezionato, o in cui si trova. Le finestre aperte in contemporanea possono essere tante, ma una sola è quella su cui si opera ed è detta finestra attiva, nella pagina successiva, l’immagine mostra alcune finestre (l’una sull’altra): quella attiva è in primo piano e il suo colore è pieno, quelle inattive sono dietro e sono di colore sbiadito. Le finestre possono anche avere solo la crocetta e sono normalmente degli avvisi, o non averne affatto come negli esempi qui riportati.

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Esempio di cartelle aperte: quella attiva è sempre in primo piano e dal colore vivo, le altre sono sbiadite.

Altri tipi di finestra possono essere quelle di dialogo o quelle di installazione come quelle illustrate qui di seguito.

2.4.6 Taglia/copia-Incolla Quando si ha bisogno di spostare un documento, un’immagine, una cartella, un oggetto, la combinazione Taglia/copia-Incolla diventa davvero utile, vediamo come funziona: Giuseppe Izzinosa

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Quando si copia o si taglia un documento, un file, una cartella o un qualunque oggetto, questo si sposta nella clipboard (togliendosi dal luogo ov’era, se stiamo tagliando, rimanendovi la copia originale se stiamo copiando), quando si incolla poi, una copia di quanto contenuto nella clipboard viene collocata nel documento o cartella di destinazione. Si può tagliare/copiare-incollare praticamente di tutto, intere cartelle, parti di testo, testi interi, immagini, praticamente tutto quello che può essere collocato in un computer, sia che si trovi sull’hard disk che su un floppy e anche su cd. Si tratta di una funzione importantissima che ha rivoluzionato l’uso del computer.

2.4.7 Evidenziare Per copiare e incollare bisogna poter decidere anche cosa copiare. In Windows WP (ma anche nelle versioni precedenti) quando si evidenzia, si sottopone quanto evidenziato a tutte le operazioni che si decide di adottare, copiare/tagliare, trasformare in grassetto, inclinare ecc. Un testo evidenziato si presenta come nella figura affianco, e quando si copia, o si operano modifiche, queste riguarderanno solo la parte evidenziata. Ma si possono evidenziare anche icone singole o di gruppo, nell’esempio affianco il documento di word e l’immagine sono evidenziate, mentre non lo è la cartella. Per evidenziare è sufficiente posizionare il mouse all’inizio o alla fine del testo che si vuole evidenziare, e poi trascinare il mouse fino a che non sia evidenziato il testo desiderato, la stessa cosa la si può fare con la tastiera, posizionando il cursore all’inizio o alla fine del testo che si vuole evidenziare, premendo e tenendo premuto il tasto shift (sovente contraddistinto da una freccia grossa verso l’alto che ha la funzione di attivare i caratteri maiuscoli e quelli posti sulla parte alta dei tasti) e sposandosi con le freccette della tastiera nella direzione opposta. Nel caso delle icone invece, si punta il mouse in un angolo sotto o sopra il gruppo che si vuole evidenziare e poi si trascina il mouse nella direzione diametralmente opposta. Si noterà che si forma una linea tratteggiata che circonda le icone da evidenziare. Per fare la stessa cosa con la tastiera si deve premere il tasto tab (operazione che sposta la parte attiva ogni volta che viene premuto) tante volte quante bastano a far evidenziare una delle icone desiderate, dopodiché si preme, e si tiene premuto il tasto shift, mentre si muovono le freccette contemporaneamente fino a evidenziare quanto desiderato.

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2.4.8 Le cartelle Si è detto che le cartelle sono dei contenitori, possiamo aggiungere “virtuali”, in quanto non sono materialmente tangibili o utilizzabili attraverso altro modo che l’uso del computer. Si tratta, come già detto, di metafore che consentono di gestire le informazioni destinate all’utente, vediamo ora come sono organizzate e strutturate.

Come si può vedere, la cartella contiene, come già si è detto, tanto altre cartelle quanto files e collegamenti, non solo, ma addirittura al suo interno c’è una cartella con il suo stesso nome (cosa comunque sconsigliata per evitare confusione che, in informatica si traduce sempre con la perdita dei dati), infatti sul desktop o all’interno di una cartella non possono mai stare due o più files o cartelle o collegamenti con lo stesso nome, mentre l’uno nell’altra sì oppure anche oggetti di natura diversa. In pratica sul desktop o in una cartella possono esserci il file rossi.doc accanto alla cartella Rossi insieme al collegamento ad un documento chiamato rossi.xls, ma non possono stare due files chiamati rossi.doc o due cartelle che si chiamano Rossi. Invece nella cartella Rossi può essere contenuta un’ulteriore cartella chiamata Rossi. Questo perché ogni oggetto ha un preciso percorso che va dall’hard disk fino alla sua posizione esatta nel computer. Come si può vedere nell’ultima immagine di questo paragrafo, praticamente il percorso (detto path) parte dal disco rigido fino ad arrivare nel punto esatto in cui si trova l’oggetto che, in questo caso è la cartella “Cartella esempio”. In pratica è come se ci fosse scritto: la Cartella Esempio si trova dentro la cartella Desktop che si trova dentro la cartella Giuseppe Izzinosa, che si trova dentro la cartella Documents and Settings che si trova dentro il disco C. La cartella riporta anche altre barre informative collocate sia a lato che in basso. Esse possono anche essere rimosse o attivate in base alle configurazioni decise dall’utente. Barra delle operazioni comuni: (quella riprodotta qui a destra) in essa si trovano alcune funzioni: o Operazioni file e cartella: riassume i principali comandi che si possono adottare con la cartella (può essere vista come un’estensione della barra degli strumenti) o Altre risorse: contiene i collegamenti al desktop e ad altre cartelle di uso più comune Giuseppe Izzinosa

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Dettagli: riassume le caratteristiche della cartella corrente indicandone il titolo, le caratteristiche e la data dell’ultima modifica condotta su di essa. Barra di stato: collocata in basso nella cartella offre altre informazioni aggiuntive come: o il numero di files o cartelle (riassunte nella parola Oggetti), o la dimensione complessiva di spazio occupato nel computer in termini di Megabyte, o l’icona delle risorse del computer che, quando cliccata due volte, permette l’accesso alle configurazioni di sicurezza di Internet Explorer, o un triangolino perforato sullo spigolo destro che consente la modifica delle dimensioni della cartella stessa. o

La barra degli indirizzi e del titolo, come già detto, può riportare (come nella figura di pagina 29) il nome della cartella, ma anche l’intero percorso per raggiungerla a partire dall’hard disk come nell’esempio qui riportato. Questo dipende da come vengono impostate le cartella nelle opzioni della cartella “Risorse del computer”, in cui, oltre a diverse altre possibilità, si può decidere autonomamente se tutte le cartelle devono riportare le diciture complete o estese. Esaminiamo ora la barra dei menu di una cartella generica. Quest’operazione ci permetterà di conoscere funzioni e gestione che spesso si ritrovano anche su altri programmi e documenti. File: contiene le voci o Nuovo: che a sua volta contiene Cartella: crea una nuova cartella all’interno della cartella corrente Collegamento:crea un nuovo collegamento nella cartella ad un programma o un oggetto (immagine documento o files che sia) Explorer document: crea una cartella condivisa, cioè una cartella nella quale, se si trascina un documento presente in un altro computer collegato, cliccando “Aggiorna” dal suo menu, permette di sincronizzare i due documenti. Immagine bitmap: una immagine nel formato bitmap avviando il programma Paint: utilità per gestire immagini. Documenti e applicazioni varie: variano a seconda dei programmi installati nel computer. o Crea collegamento: in questo caso è inattivo poiché non è stato selezionato nessun oggetto presente nella cartella o Elimina: non essendo stato selezionato nessun oggetto, non è attivo, se fosse stato selezionato un oggetto, la sua azione sarebbe stata quella di spostare l’oggetto selezionato nel cestino o Rinomina: avrebbe consentito di dare un nuovo nome al file selezionato (ma non essendo selezionato nessun file anch’esso è inattivo Giuseppe Izzinosa

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Proprietà: nel caso fosse stato selezionato un oggetto nella cartella, ne avrebbe indicato le caratteristiche e le proprietà o Chiudi: consente di chiudere la cartella, ed in questo caso è attivo poiché è un comando che agisce sulla cartella. Si noterà che “Crea collegamento”, “Elimina”, “Rinomina” e “Proprietà” appartengono allo stesso gruppo o frame, in quanto sono tutte voci relative ad un eventuale oggetto selezionato, mentre “Nuovo” e “Chiudi” si riferiscono alla cartella e sono in frames separati. Modifica: comprende le voci o Annulla copia: annulla l’ultima azione effettuata sul computer (in questo caso era un’azione di copiatura) o Taglia: consente di tagliare il documento secondo quanto visto nel paragrafo Taglia-copiaincolla. o Copia: copia quanto evidenziato o Incolla: inserisce ciò che si è copiato o tagliato nell’ambiente attivo e che si trova nella clipboard non visibile o Incolla collegamento: rende disponibile il collegamento copiato o tagliato altrove o Copia nella cartella…: permette di copiare direttamente in una cartella specifica da scegliere fra quelle presenti nel computer, secondo uno schema semplificato di una finestra di dialogo, e successivamente incollarvi dentro il contenuto o Sposta nella cartella…: ha la funzione del taglia e incolla solo che avviene in un’unica azione. o Seleziona tutto: invece consente di evidenziare tutto il contenuto della cartella, del documento o dell’oggetto con cui si sta lavorando. Include ogni cosa, testo immagini, collegamenti ecc. o Inverti selezione: come dice la parola stessa deseleziona ciò che è stato selezionato e seleziona ciò che prima non lo era, come nel caso qui affianco rispetto alla figura di pagina 28. Visualizza: consente di impostare la visione della cartella e del suo contenuto, contiene le voci: o Barre degli strumenti: apre un menu in cui sono riportate le diverse barre e la possibilità di bloccarle, vale a dire di impedire di trascinarle per errore col mouse passandoci sopra o Barra di stato: consente di visualizzare o meno la barra di stato (quella inferiore), da notare che la scelta di visualizzarla o meno è indicato da un segno di spunta (piccola v) posto accanto alla voce del sottomenu visualizza/Barre o Barra di Explorer: consente, attraverso un sottomenu, di apportare modifiche alla barra delle operazioni comuni, fra le altre opportunità offre quelle di avere sul fondo della cartella dei suggerimenti o di attivare la finestra di partecipazione a gruppi di discussione online, oppure di trasformare la barra delle operazioni comuni in strumento di ricerca di un documento/cartella/oggetto all’interno del computer o di o

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visualizzare la cronologia dei siti visitati, oppure di visualizzare il contenuto dell’hard disk. Per tornare alla barra delle operazioni comuni è sufficiente cliccare sulla parte celeste della barra col tasto destro del mouse e cliccare col sinistro sulla frase che appare “Chiudi barra degli strumenti”. Interessante invece, come mostrato nell’immagine del menu della pagina precedente, la serie di opzioni per visualizzare le informazioni sul contenuto della cartella. Nella fotografia si vedono le icone piccole con le informazioni relative a ciascun oggetto: nome, dimensione, tipo di file e data ultima modifica in quanto si è scelto di visualizzare Dettagli come si vede dal pallino di selezione posto alla sua sinistra; Anteprima permette di visualizzare miniature delle immagini, Titoli mostra le icone in grande formato con le informazioni raggruppate alla loro destra (come nell’immagine delle icone evidenziate nella pagina precedente), Elenco allinea e rimpicciolisce le icone a sinistra lasciando a destra solo il nome di ciascuna, è utile quando la cartella è piuttosto “affollata”, Dettagli (come già detto) peremette di avere tutte le informazioni necessarie in stile elenco, ma mentre nell’elenco le icone si dispongono in scorrimento orizzontale, qui si dispongono in scorrimento verticale (più avanti si vedrà il concetto di scorrimento), se si clicca sull’intestazione di ogni colonna si vedrà che le icone si porranno in ordine in base a quella colonna crescente o decrescente a seconda che la freccetta affianco al nome dell’intestazione (Nome, Dimensione, Tipo, Data ultima modifica) sia orientata verso l’alto o verso il basso. Disponi icone per: stabilisce il criterio secondo il quale vogliamo vedere le icone; per nome le dispone in ordine in alfabetico; per tipo le riordina a seconda che siano cartelle o appartengano a programmi diversi (tutti i files di Word, di Excel raggruppati); per dimensione mette le icone in ordine di dimensione in termini di Kb; per data le organizza in base alla data dell’ultima modifica. Visualizza in gruppi: permette di avere una visione cronologica immediata delle diverse icone divise per gruppi temporali, come nell’esempio di questa pagina secondo il periodo in cui sono state realizzate le informazioni. Disposizione automatica: permette di disporre automaticamente le icone quando esse sono sparse sullo schermo senza doversi preoccupare di dare loro una collocazione precisa perdendo così tempo prezioso, infatti le icone possono anche essere sparse nella cartella, se questa opzione non è selezionata, selezionandola, esse si dispongono in ordine, va anche detto che quando le icone sono in altri ordini, questa opzione è disattivata. Allinea alla griglia: ha la funzione di allineare a una griglia invisibile le varie icone in modo da non averle sparse all’interno della cartella, fa un po’ quello che fa Disposizione automatica, ma a differenza di questo se si decide di mettere un’icona a distanza dalle altre (come quella evidenziata) la lascerà in quella posizione allineandola alla griglia invisibile, mentre con disposizione automatica, questo non si può fare e le icone restano tutte raggruppate insieme. Scelta dettagli…: apre una finestra in cui si possono scegliere quali dettagli mostrare in Visualizzazione dettagli (fra le molte scelte vi è anche l’autore, il modello fotocamera, titolo puntata, descrizione programma).

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Personalizza cartella…: apre una finestra di dialogo in cui si possono scegliere diverse opzioni (fra le quali condividere la cartella con altri utenti di altri computer collegati, cambiare l’icona, gestirne la protezione) o Vai a: consente di spostarsi da un oggetto all’altro pur rimanendo sempre nella stessa cartella. In altre parole, cliccando su Indietro si torna all’eventuale cartella o pagina internet precedente; cliccando su Avanti si torna alla pagina vista in precedenza da cui poi si era ritornati alla presente; con Livello superiore si accede alla cartella in cui è contenuta la cartella attiva su cui si sta lavorando; invece Pagina iniziale trasforma la cartella nella pagina di apertura di Internet Explorer; Cartella corrente cioè il nome della cartella da cui si è partiti (nell’immagine è “Cartella esempio”) e tutte le cartelle e le pagine web visitate; infine Desktop trasforma la cartella nel desktop organizzato come una cartella. o Aggiorna: consente di aggiornare il contenuto non in linea di Internet Explorer (di questo si parlerà più diffusamente quando si affronterà la navigazione sul web). Preferiti: contiene tutte le pagine internet di un certo interesse che vengono visitate più frequentemente, inoltre riporta anche la cartella dei collegamenti, quelle voci che possono essere collocate sulla finestra di Internet Explorer come dei menu e che invece sono dei collegamenti a siti internet di frequente utilizzo (di queste caratteristiche parleremo più diffusamente nella parte relativa ad Internet Explorer). Strumenti: è il menu che contiene le voci relative alle caratteristiche della cartella ed alle sue connessioni, infatti le prime tre voci aprono finestre di dialogo che sono legate alla presenza di una rete con la possibilità di connettere-disconnettere unità o di sincronizzarle. Le Opzioni cartella… invece apre una finestra di dialogo importante che contiene gli strumenti di personalizzazione della cartella stessa. Se la cartella fosse la “Risorse del computer” le sue definizioni sarebbero (a seconda che lo si voglia o no) valide per tutte le cartelle del computer. Un utile strumento di recupero da eventuali errate impostazioni è il tasto “Ripristina valori predefiniti” che recupera le scelte fatte per default. ?: l’ultimo menu è quello dell’Help o Aiuto. La prima voce richiama la guida in linea contenuta nel computer, mentre la seconda permette (tramite collegamento internet) di verificare l’autenticità del sistema operativo attraverso un controllo condotto in remoto sul proprio computer via Internet direttamente dalla Microsoft che, comunque garantisce la privacy dei dati riscontrati. Infine l’ultima voce dice quale versione di Windows si sta usando, a chi è intestata la licenza d’uso e quanta memoria Ram è disponibile sulla macchina. o

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2.4.9 Chiusura e spegnimento di Windows XP Sebbene questa procedura sia abbastanza semplice, è opportuno parlarne: è sempre meglio sapere come uscire da un ambiente quando vi si entra. Per chiudere e spegnere Windows XP è sufficiente cliccare sul tasto “Start” in basso a sinistra del desktop e, dal menu che si apre, cliccare su “Chiudi sessione”, successivamente, nella finestrella che si apre, selezionare Spegni o (a seconda della configurazione del sistema operativo) “Arresta il sistema” dal menu a a cascata. Da notare che durante l’attesa di cliccare “Ok” il desktop assume i colori in bianco e nero. In alcuni computer lo spegnimento è automatico, in altri compare la scritta “Ora è possibile spegnere il computer”. Se invece il computer è utilizzato da diversi utenti (come ad esempio in famiglia) e lo si vuole lasciare a disposizione di un altro utente, bisognerà aprire il menu di avvio, Fare clic su Chiudi sessione e quindi su Cambia utente. Windows XP sarà pronto per la connessione di un utente diverso.

2.5 Manipolazione degli oggetti Col termine “Manipolazione” si intende tutta quella serie di operazioni che servono a ridimensionare, spostare e gestire finestre, icone, collegamenti ai files. Una prima serie di manipolazioni, l’abbiamo già vista, è quella relativa alla minimizzazione, ingrandimento/ripristino e chiusura delle cartelle, ma anche dei files dato che, salvo rare eccezioni, la struttura delle cartelle è sostanzialmente analoga a quella dei vari files (pur con le differenze pertinenti a ciascun programma). Fra le altre possibilità vi è anche quella di ridimensionare le cartelle e/o i files. A cosa serve quest’importante funzione? Come si può vedere dall’immagine sopra, il fatto di poter assegnare una dimensione tale da affiancare le finestre, e il fatto stesso di poterle affiancare, rappresenta, in alcuni casi una buona soluzione per razionalizzare il lavoro. Le altre operazioni di manipolazione di una finestra sono: Spostamento: per spostare una finestra o un oggetto anzitutto questo deve essere possibile, vuol dire che la finestra non può essere grande quanto tutto lo schermo, ma deve essere, anche di poco, più piccola di esso. In pratica nei tre bottoni in alto a destra, quello centrale non deve trovarsi nella condizione riportata qui affianco quella cioè in cui, se ci si clicca sopra, la finestra riprende la forma precedente. Lo spostamento avviene trascinando la finestra cliccando sulla barra del titolo. Ovviamente, quando si raggiunge la posizione desiderata, si toglie il dito dal tasto sinistro del mouse e la finestra resterà nella posizione in cui si trova in quel momento. Ridimensionamento: per cambiare le dimensioni, e i rapporti fra altezza e larghezza, della finestra ci si avvale di alcuni strumenti detti “ridimensionatori”, si tratta di variazioni della Giuseppe Izzinosa

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freccia del mouse che in corrispondenza dei quattro lati della finestra, o dei suoi quattro spigoli, assumono un aspetto di freccia a due punte oposte, trascinando il mouse si vedrà la finestra assumere una diversa dimensione. Nell’angolo in basso a destra, la finestra mostra un’area triangolare caratterizzata da punti o da linee oblique (a punti se il programma è recente, a linee oblique se è un programma datato), passandovi sopra il mouse la freccia bianca assume di nuovo la caratteristica di freccia a due punte opposte consentendo sempre l’operazione di ridimensionamento. La funzione di queste aree triangolari è di offrire un’area maggiore (evidenziata in giallo nell’immagine sopra) per il ridimensionamento. Di conseguenza, se si rimpicciolisce troppo una finestra il suo contenuto potrebbe non essere sufficientemente visibile, allora Windows adotta, ai lati delle finestre, le cosiddette barre di scorrimento che sono delle strisce laterali che permetto di scorrere il contenuto della cartella, del documento o dell’immagine, quando questo è maggiore dell’area visibile; nell’immagine si vede la cartella dotata di tre barre: Quella a sinistra consente di scorre verticalmente la barra delle operazioni comuni Quella inferiore permette lo scorrimento in orizzontale della parte centrale del contenuto della cartella Quella a destra consente lo scorrimento verticale del contenuto della cartella.

Il loro funzionamento è piuttosto semplice, si immagini la parte centrale della barra, quella in celeste, come la dimensione della parte visibile, e la scanalatura compresa fra le due freccine di destra e di sinistra (in cui si trova la parte celeste) come la dimensione totale del documento o del contenuto della cartella, trascinando verso destra/sinistra o verso l’alto/basso la parte celeste si può scorrere il contenuto, o anche cliccando e tenendo premuto il tasto sinistro del mouse sulle freccette, o ancora (in verticale, anche se ci sono mouse che consentono di operare anche orizzontalmente) facendo ruotare la rotellina del mouse (se ne è dotato). Se si ridimensiona la finestra fino a raggiungere o superare la dimensione dell’oggetto, le barre scompaiono poiché sarebbero inutili.

2.5.1 Creare collegamenti Si è già parlato in precedenza dei collegamenti e di cosa sono, dunque qui ricorderemo soltanto che sono delle specie di telecomandi differiti, qualcosa che, una volta cliccato, consente di mettere in moto (lanciare come si dice nel gergo Giuseppe Izzinosa

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tecnico) un programma posto altrove nel computer. Ma la procedura di creazione di questi importanti strumenti, pur essendo semplice, richiede qualche piccola attenzione e alcune procedure da seguire ricordando sempre che in Windows la stesa cosa si può fare attraverso diversi percorsi. La via più facile è quella di posizionarsi nel punto in cui si desidera che ci sia un collegamento (all’interno di una cartella o del desktop) e cliccare col tasto destro del mouse, selezionando la voce Nuovo e poi Collegamento dal sottomenu (vedi l’immagine di pagina 30 relativa al menu della cartella). Si aprirà una finestra di dialogo in cui si potranno fare due cose: o si scrive direttamente il percorso (detto path nel linguaggio tecnico), nello spazio bianco “Immettere il percorso per il collegamento:” oppure si clicca sul tasto “Sfoglia…” che da luogo ad una nuova finestra di dialogo in cui sono esposti nella struttura ad albero tutti i componenti del computer. La peculiarità di questo tasto è di consentire di esplorare l’intero computer al fine di far trovare l’oggetto o la cartella desiderata. È presente in ogni programma, è tipico dei salvataggi dei documenti ed è uno strumento molto importante. La caratteristica della struttura ad albero è di essere espandibile attraverso i quadratini + e -. Quando si clicca su un quadratino + questo si trasforma in – e mostra una struttura, sotto l’icona o il testo a cui è affiancato, in cui c’è tutto quello che si trova all’interno della cartella. All’interno di questo contenuto possono trovare posto altri quadratini +. In ossequio al principio che con Windows la stessa cosa si può fare in modi diversi, vediamo ora come si può accedere allo stesso effetto attraverso la cartella delle risorse del computer. Per prima cosa bisogna aprire la cartella che è posta, di norma, sul desktop (se non c’è la si recupera dal menu Start (di cui parleremo in seguito). Successivamente, una volta fatto il doppio clic su di essa, si clicca sulla barra degli strumenti l’icona “Livello superiore” (da notare che la stessa cosa la si poteva fare cliccando sul menu Visualizza/Vai a/Livello superiore), il desktop appare dunque come una cartella, a questo punto si clicca su File/Nuovo/Collegamento e si procede come prima, oppure (sempre per ricordarci che la stessa cosa si fa in più modi) in un punto bianco della cartella si clicca col tasto destro del mouse, dal menu contestuale si seleziona Nuovo/Collegamento e si segue sempre lo stesso percorso visto prima. Con le icone, siano esse collegamenti, files o cartelle, si possono fare anche altre cose: infatti il menu contestuale che riguarda, ad esempio, l’icona di una cartella, offre diverse possibilità che vale la pena di scoprire. Anzitutto va detto che alcune voci sono presenti in tutti i menu contestuali, altre vengono aggiunte dai programmi che sono stati installati dall’utente sul personal computer (in questo caso sono presenti alcune voci inserite dai programmi Paint Shop Pro 7, Snagit, WinRar, WinZip e Norton Antivirus), inoltre per alcune icone valgono talune voci, per altre no in quanto i programmi ad esse associate prevedono un utilizzo diverso del menu contestuale. Apri: apre la cartella o il file, o il programma associato all’icona, Giuseppe Izzinosa

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Esplora: apre la cartella, collocando al posto della barra delle operazioni comuni, un menu ad albero che colloca visivamente la cartella come nell’esempio affianco Cerca…: apre la cartella della ricerca del computer (che vedremo più avanti) Invia a: apre un’ampia possibilità di scelta di possibili destinatari del contenuto della cartella. Come si può vedere dall’immagine anche se la freccia del sottomenu è a destra, il sottomenu si apre a sinistra dato che sulla destra lo spazio, in questo caso, è insufficiente Taglia: sposta l’icona nella clipboard Copia: copia l’icona nella clipboard Crea collegamento: genera un collegamento nell’ambiente in oggetto Elimina: sposta l’icona nel cestino Rinomina: assegna un nuovo nome all’icona (cosa che si può fare anche premendo il tasto F2 sulla tastiera) quando si fa quest’operazione il testo diventa bianco su fondo blu, scrivendo il nuovo nome senza azione di cancellatura alcuna, esso prenderà il posto del precedente Proprietà: apre una finestra di dialogo contenente tutte le informazioni relative al collegamento e all’oggetto collegato. Due parole vanno spese per il Cestino. Si tratta di una cartella speciale in cui si mettono i files non più necessari. Per farlo è sufficiente selezionare “Elimina” dal menu “Modifica” o dal menu contestuale o, ancora, premendo il tasto “Canc” o “Del” sulla tastiera, oppure infine trascinando l’oggetto direttamente nel cestino (materialmente sopra la sua icona). Una volta nel cestino, i files possono eventualmente essere ripristinati nel luogo d’origine (attraverso il comando “Ripristina tutti gli elementi”) oppure cancellati definitivamente dal computer attraverso il comando “Svuota cestino” nel menu “File” o dal menu contestuale.

2.5.2 Menu d’avvio Il menu d’avvio (detto anche “principale”)si presenta in diversi modi, o nella risoluzione classica o in quella di Windows XP. Nelle immagini qui a lato si vedono entrambe le soluzioni: la prima corrisponde alla visualizzazione classica da Windows 95 in poi, quella in basso invece è la nuova versione di XP. La differenza fra le due è solo nella comodità di approccio all’interfaccia da parte dell’utente, c’è chi trova prima e meglio le informazioni in un modo e chi in un altro. In entrambe le soluzioni vi sono delle parti dicamo “fisse”, costituite dal pulsante “Chiudi sessione”, “Cerca”, “Guida in linea e supporto tecnico”, “Pannello di controllo” (che sul menu classico si trova nel menu “Impostazioni”), “Tutti i programmi” (che nel menu classico si chiama “Programmi”). Poi vi sono aree personalizzabili con le icone dei files più consueti, mentre il menu Giuseppe Izzinosa

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di XP inserisce per default “Internet”, “Posta elettronica” e “Windows Media Player” (uno strumento multimediale per ascoltare musica, radio, cd, musica nel formato mp3). Per scegliere un tipo piuttosto che un altro di menu bisogna cliccare col tasto destro del mouse sulla barra delle applicazioni (quella in basso che va dal menu “Start” alla barra di notifica) e selezionare la voce “Proprietà”. Si aprirà una finestra di dialogo a schede che, mentre nella prima scheda offre tutta una serie di scelte sufficientemente intuitive, nella seconda offre la possibilità di scelta fra le due soluzioni (Windows classica e Windows XP) attraverso la selezione alternativa (il pallino su cui cliccare).

Dato che ogni strumento ha molte sottofunzionalità, in questa sezione analizzeremo le più importanti. Va detto che alcune di queste voci non sono sempre presenti su tutti i menu, molto dipende da come essi vengono configurati e quali voci si vuole che essi assumano attraverso l’opzione “Personalizza…” della finestra di dialogo delle proprietà. Qui vedremo quelle che, oltre ad essere più importanti, sono anche più diffuse. Esegui…: apre una finestra di dialogo in cui si possono scrivere materialmente le voci di alcuni strumenti importanti per la gestione del computer o in fase di installazione di alcuni specifici programmi. Guida in linea e supporto tecnico: apre una finestra speciale che contiene, divisi per argomento, tutte le informazioni necessarie alla gestione del computer, le novità di Windows XP (che apre anche un file multimediale che spiega le novità e le caratteristiche per chi si avvicina per la prima volta al pc e a Windows XP). È strutturata per argomenti, ha un’utile funzione di ricerca e spesso le case produttrici vi aggiungono guide relative alle caratteristiche della macchina specifica. Infine è aggiornabile con un collegamento via Internet. Cerca: è un importante strumento utile a ritrovare le informazioni all’interno del pc, se viene lanciato attraverso il menu di Windows XP apre una cartella come quella affianco in cui, nella barra delle operazioni comuni appare una serie di scelte con cui effettuare le riGiuseppe Izzinosa

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cerche, se viene lanciato con il menu di Windows Classico si apre un sottomenu con delle voci che operano una specie di filtro pre-ricerca che orienta verso l’ambiente in cui si dovrà andare a fare la ricerca. Cliccando la voce “File o cartelle…” si apre la finestra che si apre con Windows XP. Selezionando la voce “Tutti i file e le cartelle” le scelte possono avere diversi parametri di ricerca, si può indicare un nome di file o parte di esso, ci sono alcune opzioni per migliorare la ricerca: o Se ci si ricorda di una parte del nome si possono mettere asterischi nella parte non conosciuta (ad esempio per trovare tutti i files che contengono la parola win basterà scrivere * win *.* in questo modo tutte i files o cartelle che contengono nel loro nome win verranno estratte e messe a disposizione dell’utente o Se invece si sa che il file ha un’estensione particolare (parleremo a breve delle estensioni) per esempio .xls sarà sufficiente scrivere nello spazio del nome file *.xls e la ricerca ci restituirà tutti i files e cartelle che hanno quest’estensione. Insomma, si può paragonare l’asterisco al concetto di “qualsiasi cosa” nella fase di ricerca (ma questa funzione è ereditata dal Dos, in cui alberga tuttora). Altre opzioni nella fase di ricerca sono il disco ove fare la ricerca: solo in un disco o in tutti (inclusi i floppy e i lettori cd)? E ancora: la ricerca deve tenere conto anche della data di ultima modifica? Impostazioni: presente in Windows classica con un sottomenu che offre alcune alternative preliminari, mentre in Windows XP è direttamente la voce del Pannello di controllo. Dati recenti: apre un sottomenu che fa accedere nella parte alta alla cartella “Documenti” e “Immagini” (contenuta in Documenti ma in questo caso estratta) e nella parta bassa gli ultimi documenti utilizzati e modificati (poiché è bene ricordare che aprire un documento è una cosa, modificarlo è un’altra, anche solo aggiungendo uno spazio per poi magari toglierlo. Programmi: che nel menu di Windows XP si chiama “Tutti i programmi” consente di accedere ai programmi applicativi presenti nel computer, alcuni di essi sono rappresentati dalle icone dei programmi stessi, altri hanno delle cartelle seguite da una freccia per dei sottomenu che ne indicano il contenuto (formato anch’esso da icone ed eventuali cartelle con tanto di freccina ecc.) ciccando sul programma desiderato esso, se non è una cartella, diventa utilizzabile (viene “lanciato” come si dice nel gergo). Si noterà, dopo un certo periodo di utilizzo che al fondo del menu dei programmi disponibili compare una doppia freccia detta di espansione, e contemporaneamente non tutti i programmi sono visibili. Vuol dire che, per risparmiare spazio (e memoria), i programmi poco utilizzati vengono nascosti e resi visibili ciccando una volta sola sulle freccette di espansione, questa funzione si trova anche in diversi programmi applicativi. Nella parte alta del menu principale sono visibili diverse icone, che nel menu di Windows XP sono collocati a sinistra. Si tratta di collegamenti che si possono personalizzare o che vengono collocati lì dai programmi stessi all’atto della loro installazione. È possibile anche creare dei collegamenti direttamente dal menu principale, la procedura è semplicissima: Giuseppe Izzinosa

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Una volta aperto il menu principale, aperto il menu dei programmi e trovata l’icona del programma desiderato, la si trascina sull’area superiore del menu e si rilascia il mouse nel punto desiderato, anche se è preferibile trascinare premendo (e tenendo ovviamente premuto) il tasto destro del mouse, in quanto si aprirà un menu contestuale che consente anche di spostare l’oggetto, oltre a creare il collegamento, oppure di annullare l’operazione se si è trascinato per sbaglio (cosa molto frequente, infatti è bene cliccare solo quando si sa esattamente cosa si sta facendo e, se si trascina qualcosa, non bisogna mai perderla di vista). Si noterà che quando l’oggetto giunge nell’area superiore o a sinistra del menu principale, si formeranno delle linee nere al passaggio del mouse fra un’icona e l’altra. Questo vuol dire che se si rilascia il mouse, lì verrà collocato l’oggetto. È un po’ quello che succede quando si sposta un file per metterlo in una cartella non aperta, quando si trascina il mouse con l’icona del file sopra la cartella chiusa, si potrà rilasciare il mouse solo quando questa è diventata blu.

2.5.3 Pannello di controllo Il pannello di controllo permette di gestire e personalizzare tutte le impostazioni del sistema operativo, consente di risolvere problemi relativi alle periferiche e di modificare parametri predefiniti. Per accedervi, col menu classico, si deve fare clic su Start/Impostazioni/Pannello di controllo, col menu XP invece si parte pur sempre da Start ma poi è sufficiente cliccare direttamente sulla voce “Pannello di controllo”. Si aprirà una finestra che può essere di due tipi a seconda che si clicchi sulla barra delle operazioni comuni la voce “Passa alla visualizzazione classica” se si è in quella per categorie oppure a “Passa alla visualizzazione per categorie” se si è in quella classica. Qui, per semplicità ed immediatezza valuteremo le principali caratteristiche delle voci più importanti partendo dalla visualizzazione classica. È importante ricordare che, come per le più frequenti operazioni di Windows, quando non si ricorda l’utilizzo di un tasto o di un comando in una finestra di dialogo, è sufficiente cliccare su tale oggetto con il tasto destro del mouse e cliccare col sinistro sulla voce Guida rapida che apre un riquadro (detto Alternate) che spiega la funzione di quel comando o tasto o oggetto che sia.

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Accesso facilitato: consente di semplificare l’uso del computer ai portatori di handicap, facendo doppio clic sopra l’icona si apre una finestra di dialogo dotata di cinque schede: Tastiera: questa scheda è divisa in tre frames: Tasti permanenti: permette di comporre combinazioni con i tasti Maiusc, Ctrl, Alt e Tasto con logo di Windows, in modo che eseguano l’operazione con la pressione di un solo tasto; Filtro tasti: permette di far a ignorare a Windows la ripetizione accidentale dei tasti e/o consentire di ridurre lo spazio di tempo necessario alla ripetizione di un tasto; Giuseppe Izzinosa

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Segnali acustici: associa un suono alla pressione di tasti Boc Num, Bloc Maiusc e Bloc Scorr Infine vi è una casella di spunta legata all’eventuale attivazione della possibilità che i programmi permettano di usare tasti per la visualizzazione della guida contestuale; Audio: in questa scheda troviamo due frames: Segnali visivi: consente di applicare una serie di segnali visivi legati all’emissione di suoni del sistema, se si spunta la casella:Usa Segnali visivi si rende attiva la scelta di un segnale visivo che può essere: Intermittenza della barra del titolo Intermittenza della finestra attiva Intermittenza del desktop Mostra messaggi: impone al sistema di avvisare l’utente dell’eventuale emissione di suoni. Schermo: dispone di due frames: Contrasto elevato: permette di adottare risoluzioni di colore che consentono una maggiore visibilità delle informazioni a schermo (come ad esempio il fondo nero e le scritte grandi in bianco). Opzioni cursore: permette di accelerare o rallentare l’intermittenza del cursore quando la freccia del puntatore si trasforma in un cursore, ad esempio nei programmi di testo, nonché la sua dimensione. Mouse: se si seleziona Usa Controllo puntatore permette di spostare il puntatore con il tastierino numerico della tastiera e, cliccando sulle Impostazioni, si possono modificare i parametri come i tasti di scelta rapida per attivare/disattivare questa possibilità o la sua velocità. Generale: questa scheda riunisce le impostazioni di massima ed è divisa in quattro frames: Reimpostazione automatica: permette di disabilitare, in automatico, le funzioni di Accesso facilitato se non vengono utilizzate entro un certo periodo di tempo che si può modificare dopo aver selezionato la casella Disattiva le funzionalità di accesso se non utilizzate per: (scegliere l’intervallo di tempo voluto) Notifica: permette di visualizzare e ricevere un segnale acustico all’attivazione di una funzionalità. Periferica alternativa: consente di attivare le funzioni di mouse e tastiere attraverso una periferica specificata che viene attivata selezionando la voce Utilizza Periferica alternativa e specificando le impostazioni attraverso la finestra di dialogo che si apre cliccando il tasto Impostazioni. Opzioni di amministrazione: permette di stabilire a chi e a quale computer devono essere applicate le impostazioni. Account utente: permette di assegnare o modificare profili di utenti autorizzati ad accedere al computer, impostando eventualmente una password per ciascuno di essi. Aggiornamenti automatici: per quanto i sistemi operativi siano realizzati con scrupolo e attenzione, vengano testati abbondantemente e diffusamente in fase di sviluppo, controllati e ricontrollati, vi si trovano sempre delle imperfezioni o delle cosiddette “falle” che permetto a utenti malintenzionati di eseguire del codice maligno o sottrarre informazioni, oppure danneggiare il computer, o invece si trovano dei cosiddetti bug (in italiano bachi) cioè dei conflitti delle varie istruzioni in alcuni punti particolarmente critici. Per ovviare a queste anomalie, Microsoft distribuisce in automatico degli aggiornamenti che possono essere scaricati via Internet in maniera automatica (senza il controllo dell’operazione da parte dell’utente che ne viene solo informato attraverso un’icona sulla barra di notifica) oppure in modo manuale secondo le opzioni scelte nella finestra Giuseppe Izzinosa

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che si apre al doppio clic sull’icona relativa. Barra delle applicazioni: consente le stesse personalizzazioni ottenibili cliccando col tasto destro del mouse sulla barra delle applicazioni, come si vede a pagina 38 in cui si è già parlato delle opzioni del menu d’avvio, le scelte dell’area di notifica sono chiare di per sé, mentre le opzioni della Barra delle applicazioni richiedono qualche approfondimento: Blocca la barra delle applicazioni: consente di ingrandirla, spostarla modificarne i rapporti fra lo spazio per le icone ecc. semplicemente trascinandola con il mouse. Se non viene spuntata la casella, la barra non sarà modificabile se non spuntando di nuovo questa casella. Nascondi automaticamente: se questa opzione non viene spuntata, la barra sarà sempre visibile diversamente, all’avvio delle diverse applicazioni, essa si abbasserà scomparendo dal campo visibile. Sempre in primo piano: consente di vedere o meno la barra quando un’applicazione è aperta ma, al contrario dell’opzione precedente, non la fa sparire abbassandola ma semplicemente la lascia attiva dietro l’applicazione corrente. Raggruppa pulsanti: quando si aprono diverse finestre di uno stesso programma o diverse finestre di Internet Explorer, le icone sulla barra degli strumenti assumono un aspetto di pulsanti, molte icone finiscono per non essere più visibili e la barra apre una piccola barra di scorrimento verticale per far vedere le icone in eccesso. Questo, a volte, può esser fastidioso e si preferisce invece avere un tasto che, con un numero, indica quante icone di finestre relative allo stesso tema sono presenti cliccando sul tasto. Mostra Avvio veloce: consente di visualizzare sulla barra dei menu (affianco al tasto Start) le icone di avvio di diversi programmi, alcuni predefiniti (come Internet Explorer, Desktop, Windows Media Player ecc.) e altri scelti dall’utente trascinandone il collegamento sopra la barra stessa. Il vantaggio di questa operazione sta nel fatto che se ci sono programmi usati frequentemente, questi sono raggiungibili con un semplice clic del mouse, anche se si sta lavorando con un’altra applicazione, senza dover necessariamente ricorrere al menu Start, Programmi e poi cercare quello giusto. Centro sicurezza PC Windows: è una funzionalità importante, al suo interno ci sono delle opzioni di configurazione dei sistemi che proteggono il personal computer come le opzioni di Internet, gli aggiornamenti automatici oppure le opzioni di Windows Firewall (un sistema di sicurezza che nasconde il computer, durante la navigazione in internet, dai malintenzionati e controlla eventuali anomalie di connessione del computer sia in rete locale che nel web). Connessioni di rete: consente di impostare, installare, modificare le impostazioni dell’accesso alla rete sia Internet che quella domestica. Si può creare una rete domestica o configurare una connessione ad internet attraverso una procedura guidata molto semplice e ben spiegata che varia a seconda delle caratteristiche del computer e della rete cui ci si vuol collegare. Data e ora: permette di impostare la data e l’ora attraverso una finestra di dialogo semplice e intuitiva cui si può accedere anche cliccando due volte sull’orologio di sistema (posto in basso a destra oltre la barra di notifica). Installazione applicazioni: è un’importante strumento di Windows. Consente di visualizzare, eliminare e aggiungere i programmi desiderati. Nella parte destra della finestra di dialogo sono collocate le scelte relative agli ambienti su cui si intende lavorare, mentre l’opzione “Mostra aggiornamenti” rende visibili i diversi aggiornamenti applicati sia dai produttori di programmi sia da Windows XP; in modo particolare, visto che questi aggiornamenti sono sempre contrassegnati da un numero, a volte è utile poter confrontare questi Giuseppe Izzinosa

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codici con quelli divulgati sia da Microsoft che dai mezzi di comunicazione in cui si indicano quali sono gli aggiornamenti oggetto di particolare attenzione. Va infine ricordato che l’eliminazione di un programma è sempre preferibile che avvenga attraverso questa finestra (cliccando sul tasto Cambia/Rimuovi relativo al programma che si intende sopprimere), in quanto l’operazione fatta in questo modo viene condotta nella maniera ottimale. Installazione Hardware: questa procedura consente di aggiungere delle nuove periferiche hardware (nuovi tipi di mouse, stampanti lettori/masterizzatori esterni eccetera) attraverso una semplice procedura guidata. Il suo utilizzo, sebbene importante, non è sempre necessario, per alcune periferiche (come ad esempio lettori multipli di schede CF/SD ecc.) il tipo di connessione USB non necessita di installazione dell’hardware in quanto il sistema le riconosce automaticamente. Mouse: le impostazioni del mouse possono essere personalizzate attraverso questa finestra di dialogo a quattro schede: Pulsanti: contiene tre frames: Configurazione pulsanti: selezionando la casella di spunta si invertono le funzionalità assegnando al tasto destro il ruolo del sinistro e viceversa. Questa soluzione è particolarmente indicata per i sinistrorsi (o mancini). Velocità doppio clic: spostando il cursore verso destra o verso sinistra, si riduce o si aumenta l’intervallo breve di tempo fra un clic e l’altro quando si esegue il doppio clic. Affianco c’è l’icona di una cartellina su cui si può testare se la velocità scelta fa realmente aprire o meno la cartella campione (e in tal caso se la scelta è efficace oppure bisogna accelerare o rallentare l’intervallo di tempo selezionato) Blocca clic: se si seleziona la casella Attiva Blocca clic si annulla il trascinamento che prevede che il tasto sinistro del mouse sia premuto durante lo spostamento. In alternativa si clicca col tasto sinistro, per un tempo più o meno lungo (regolabile dalla finestra di dialogo apribile cliccando sul tasto impostazioni) sul punto in cui si trova l’oggetto da trascinare, per poi cliccare nel punto in cui si desidera ricollocare l’oggetto. Puntatori: questa sezione è divisa in due aree: Combinazione: cliccando sul menu a discesa (contenuto in questo frame), si potranno vedere diversi tipi di puntatori la cui anteprima è collocata sulla destra Personalizza: consente di apportare modifiche ai diversi stati del puntatore a seconda del punto in cui si troverà. La casella Abilita ombra puntatore produce un’ombra intorno al puntatore che, però va detto, sottrae una piccola quantità di memoria. Il pulsante Sfoglia permette di ricercare il puntatore da una gamma da cui fa riferimento anche la Combinazione. Opzioni puntatore: nei tre frame di questa scheda troviamo: Moto: permette di selezionare la velocità con cui il puntatore si muove sullo schermo Posiziona su: selezionando la casella, il puntatore, una volta aperta una finestra di dialogo, si collocherà automaticamente sul pulsante predefinito (quello evidenziato) Visibilità: le tre caselle di spunta consentono , nell’ordine, di visualizzare una traccia che segue il percorso del mouse e di definirne la velocità agendo sul cursore, di nascondere il puntatore durante la digitazione di testo oppure di visualizzare il mouse con un effetto ad onde concentriche quando si preme il tasto Ctrl sulla tastiera. Hardware: ha una finestra che elenca quali sono i mouse collegati e, nel frame Proprietà periferica, indica le caratteristiche come produttore, porta di collegamento e informazioni sul funzionamento della periferica. Il tasto Risoluzione dei problemi apre una finestra di dialogo della guida in linea. Il tasto Proprietà offre informazioni più approfondite sulla periferica e sul suo driver. Operazioni pianificate: consente di pianificare delle operazioni di esecuzione automatica, come scansioni e backup. Giuseppe Izzinosa

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Opzioni cartella: apre la stessa finestra di dialogo a quattro schede della voce Opzioni cartella… del menu Strumenti di ogni cartella: Generale: contiene tre frames Operazioni: consente di togliere, o meno, la barra delle operazioni comuni Sfoglia cartelle: permette di sfogliare le cartelle aprendone di nuove ogni volta che si apre quella contenuta in un’altra oppure di visualizzarne il contenuto usando sempre la stessa finestra Selezione e apertura oggetti: permette di stabilire se aprire con un solo clic, e a quali condizioni, un oggetto contenuto nella cartella oppure col doppio clic usando un solo clic per selezionarlo. Cliccando sul tasto Ripristina valori predefiniti si torna alle scelte impostate per default da Microsoft Windows. Visualizzazione: è diviso in un frame e una finestra di impostazioni avanzate. Nel frame Visualizzazione cartelle consente di decidere se applicare a tutte le cartelle la stessa visualizzazione della cartella corrente o solo a quest’ultima. La voce Reimposta cartelle permette di tornare alle impostazioni di default che non hanno effetto però sulle barre degli strumenti (essendo queste frutto delle esigenze specifiche dell’utente). Tipi di file: consente di stabilire quali files devono essere aperti con determinate estensioni [vedi tabella a pagina 50] (ad esempio: tutti i files con estensione .doc si possono aprire con il tipo di file Documento di Microsoft Word). Il frame Dettagli per il tipo di file “nomefile” comprendono tutta una serie di opzioni avanzate sulle caratteristiche di quest’associazione. Spesso, quando si cerca di aprire un file con un’estensione sconosciuta al sistema operativo si apre una finestra di dialogo che avverte che non può aprire il file in quanto, di fatto, non conosce l’estensione di quel file. Si può decidere se utilizzare il servizio di ricerca in Internet per trovare il programma che lo apre oppure si selezionare un programma da un elenco contenuto nel sistema operativo e che contiene tutti i tipi di programma di cui si fa uso. Scegliendo questa seconda opzione, si apre una finestra (chiama ta Apri con) che riporta l’elenco dei programmi presenti nel computer, all’interno di questa finestra (molto importante e utile da conoscere) c’è un solo frame Programmi che contiene alcuni utili strumenti come l’elenco a scorrimento dei programmi con cui si può tentare di aprire il file, uno spazio per la descrizione di questo tipo di file e una casella che, se spuntata, userà sempre il programma selezionato per aprire i files con quell’estensione. Se però si sbaglia a scegliere il programma, sarà proprio nella scheda Tipi di file che si potrà rimediare, andando a cercare l’estensione con il programma a cui è stata collegata nella finestra di dialogo Apri con. Nell’elenco di files Apri con si noterà che ci sono alcune applicazioni consigliate dal sistema (non sempre si è così fortunati), vale la pena di provare cominciando da queste togliendo però la spunta dalla casella Usa sempre il programma selezionato per aprire questo tipo di file in modo da permettere di fare tentativi anche con altre applicazioni, caso mai quella consigliata non fosse utile. Giuseppe Izzinosa

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File non in linea: si tratta di una scheda che consente la gestione della sincronizzazione di files presenti nella rete o in Internet. I file non in linea infatti possono essere utilizzati per operare coi file e programmi archiviati altrove nella rete sebbene non si sia connessi in quel momento. Opzioni internazionali e della lingua: attraverso una finestra di dialogo a tre schede, consente di impostare la lingua, numeri, ora,valute e date adottate dal sistema, codici internazionali per il riconoscimento dei caratteri. Opzioni Internet: attiva un menu a sette schede apribile anche dalla voce Opzioni Internet del menu Strumenti del browser Internet Explorer (il programma che consente la navigazione in Internet di cui parleremo più avanti). Le schede permettono di definire tutta una serie di preferenze di cui si parlerà nella sezione dedicata a Internet Explorer. Opzioni modem e telefono: permettono di gestire le impostazioni del (o dei) modem, le regole di composizione, e le caratteristiche tecniche e diagnostiche di ciascuno di essi. Opzioni risparmio energia: particolarmente indicato per la gestione energetica dei computer portatili, questa funzione consente di stabilire dopo quanto tempo di inutilizzo si deve spegnere il monitor, si devono disattivare i dischi rigidi, deve andare in standby o in sospensione. Inoltre permette di differire queste opzioni sia per l’alimentazione di rete che per quella a batteria (ove presente). Permette altresì di gestire gli avvisi sonori in caso di livello basso della batteria e di decidere se l‘icona sulla barra delle applicazioni deve sempre essere visibile o meno. Periferiche di gioco: dove presenti ne consente la configurazione, la rimozione, l’aggiunta e l’eventuale risoluzione dei problemi. Schermo: consente di modificare le proprietà dello schermo con la finestra di dialogo che si raggiunge attraverso la voce Proprietà del menu di scelta rapida del desktop già visto nel paragrafo Modifiche al desktop. Sistema: riassume, in sette schede, alcune delle schede già viste riguardo agli aggiornamenti automatici, hardware, connessione remota ecc. in più aggiunge la possibilità di ripristinare la configurazione del sistema, indica il nome del computer con relative opzioni di configurazione, i profili hardware e i driver. Stampanti e fax: apre una cartella in cui è contenuto l’elenco delle stampanti presenti, sia in linea (cioè presenti in altri computer collegati a quello dell’utente) sia collegate direttamente al computer, quella che presenta un segno di spunta bianco su cerchietto nero, è quella predefinita, quella cioè con cui il computer stampa un documento se non gli viene detto di fare diversamente. Strumenti di amministrazione: permette di gestire i criteri di amministrazione del computer, gli accessi a misuratori e strumenti di gestione e controllo su cui è bene intervenire solo se in possesso delle competenze necessarie o se si è personale preparato. Suoni e periferiche: apre una finestra di dialogo a cinque schede che consentono di gestire l’apparato audio del computer. Tastiera: una finestra di controllo consente di definire la velocità di ripetizione dei caratteri quando si tiene premuto il tasto di un carattere per un certo periodo di tempo. Un altro frame consente di accelerare o rallentare l’intermittenza del cursore. La scheda Hardware della stessa finestra consente di accedere alle caratteristiche tecniche della tastiera stessa. Windows firewall: consente di configurare le caratteristiche del firewall, di cui si è già parlato nella sezione Centro sicurezza PC.

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2.5.4 Copiare Si è già parlato della funzione Taglia/Copia/Incolla nel paragrafo 2.5.4 ma la funzione di copiatura è ben più estesa nell’uso dell’informatica, anzi essa è una dei punti chiave della convenienza ad usare sistemi informatici rispetto ad altri sistemi (per esempio il cartaceo). Si possono copiare immagini, files, testi, parti di essi e i sistemi sono molteplici. Copiare, in pratica, consiste nel duplicare ciò che si è copiato in quanto la copia è perfettamente identica all’originale. Gli elementi indispensabili che il computer deve conoscere per la copia sono tre: Il nome dell’elemento da copiare Il percorso originale (vale a dire la cartella o unità disco in cui si trova) Il percorso di destinazione (cioè cartella e unità in cui va copiato) Come sempre in Windows esistono diversi modi per fare la stessa cosa e anche la copiatura non fa eccezione: Da menu: quando si ricorre alla barra dei menu di una cartella o di un programma (in cui la funzione è prevista) bisogna anzitutto evidenziare l’oggetto che si vuole copiare con un solo clic sinistro del mouse, poi dal menu Modifica, si selezione la voce Copia. Successivamente si apre la cartella ove si vuole collocare l’oggetto copiato e, sempre dal menu Modifica, si seleziona il comando Incolla. A volte può essere necessario incollare nella stessa cartella per creare una copia del documento su cui magari fare delle prove o delle variazioni, in tal caso la procedura non cambia, solo che non bisogna aprire nessuna cartella nuova, ma è sufficiente tornare sul menu Modifica e selezionare Incolla e il sistema automaticamente incollerà l’oggetto aggiungendo al suo nome la frase Copia di. Dalla barra degli strumenti: la barra degli strumenti, come già visto, riassume alcuni comandi dei menu più usati. Nell’esempio dell’immagine le icone sono quelle evidenziate in giallo che rappresentano due foglietti sfalsati l’uno sull’altro, per il Copia, e un foglietto appoggiato su una clipboard, per l’Incolla. Questi simboli, con qualche differenza sono utilizzati un po’ da tutti i programmi per la ragione che, essendo fondamentali, devono essere riconoscibili sempre e dovunque. Il funzionamento comunque non differisce da quello del menu, solo che al posto di cercare la voce Copia o Incolla si fa un clic sull’icona relativa sulla barra degli strumenti. Dal pulsante destro del mouse: come già visto il pulsante destro del mouse (quando non programmato diversamente) consente, con un solo clic, di aprire un menu contestuale relativo all’oggetto evidenziato. Anche in questo caso si seleziona la voce Copia e, una volta scelto il luogo di destinazione (che, come già detto, può essere lo stesso di origine), si ri-clicca una volta il tasto destro del mouse selezionando, questa volta, Incolla. Drag and Drop: è un sistema apparentemente più semplice degli altri, ma richiede che si possegga una certa dimestichezza nell’uso del mouse e, a volte, della tastiera. Consiste nell’aprire due cartelle, cliccare col tasto sinistro del mouse sull’oggetto che si desidera spostare (infatti quando i due oggetti sono sulla stessa unità disco, l’oggetto viene Tagliato e successivamente Incollato, mentre quando sono su unità diverse l’oggetto viene Copiato e Incollato, la differenza sta nel fatto che nel primo caso l’oggetto viene cancellato da dove si trovava prima, per apparire nel luogo di destinazione, mentre nel secondo caso l’oggetto originale resta dov’è) poi muovere il mouse sulla cartella in cui si vuole che rimanga e rilasciare il tasto. Non è necessario aprire la cartella di destinazione, basta che essa sia visibile, in quanto appena diventa blu si può rilasciare il tasto e l’incollaggio avverrà da solo. Se durante il trasferimento (a tasto sinistro del mouse premuto) si preme il tasto CTRL sulla tastiera, si vedrà un segno + che indica che è attiva la modalità copia, mentre se si preme il tasto ALT (sempre sulla tastiera) il simbolo + sparirà e si tratterà non più di una copia ma di uno spostamento.

2.5.4.1 Copiare un dischetto Sebbene i dischetti floppy da 3 pollici e mezzo siano in declino (tanto che sui computer portatili più recenti non esiste più il loro alloggiamento), restano pur sempre uno strumento comodo e talvolta rapido per copiare oggetti di piccole dimensioni. Giuseppe Izzinosa

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Quando si vuole dunque fare una copia di un dischetto (vale a dire riportare uno o più oggetti contenuti su un dischetto su un altro dischetto usando il computer come tramite) si apre Risorse del computer e si clicca col tasto destro del computer, fra le voci disponibili si seleziona Copia disco, si aprirà una finestra di dialogo che chiede qual è il disco di origine, lo si seleziona cliccando sulla scritta Floppy da 3,5 pollici (A:) e poi si clicca su Avvia. Il sistema legge i dati sul dischetto, poi una seconda finestra chiede di inserire il secondo disco e, Cliccando su Ok, provvede a copiarvi quanto letto in precedenza sull’altro dischetto.

2.5.5 Esplora risorse In Esplora risorse viene visualizzata la struttura gerarchica dei file, delle cartelle e delle unità del computer e vengono mostrate tutte le unità di rete. L'utilizzo di Esplora risorse consente di copiare, spostare, rinominare e cercare file e cartelle. È possibile ad esempio aprire una cartella contenente un file che si desidera copiare o spostare, quindi trascinarlo in un'altra cartella o unità. Per attivare Esplora risorse è sufficiente cliccare su Start scegliere Tutti i programmi e selezionare Accessori, dal sottomenu che appare selezionare Esplora risorse. La sua utilità, rispetto a Risorse del computer presente sul desktop, sta nel fatto che offre una visione strutturata delle componenti software del pc sul lato sinistro (al posto della barra delle operazioni comuni) e permette di localizzare più facilmente le risorse. In definitiva si tratta di uno strumento di visualizzazione differente il cui utilizzo è più una questione di preferenze che tecnica, in quanto ciò che si può fare attraverso Risorse del computer lo si può anche fare attraverso Esplora risorse.

2.5.6 Gli accessori Un personal computer è completo quando ha tutta una serie di strumenti che offrono utili funzionalità. In Windows XP è presente una serie di strumenti che consentono di ottimizzare l’uso del pc. Cliccando su Start/Programmi/Accessori si apre un menu ricco di voci: Accesso facilitato: offre un sottomenu con quattro opzioni o Impostazione guidata accesso facilitato: consente di modificare le dimensioni dei caratteri e delle impostazioni relative alle eventuali difficoltà di visione o di ascolto o Magnifier: per gli utenti con problemi di vista non gravi fornisce aiuto creando una finestra sopra quella attiva in cui il l’area intorno al mouse viene ingigantita fino a nove volte l’originale in modo da permettere una migliore visione o Tastiera su schermo: apre una tastierina virtuale sullo schermo che consente di cliccare sui tasti attraverso il mouse (è quella usata fino adesso in alcuni esempi) o Utilità manager: avvia e configura le utilità di accesso faclitato da una finestra. Comunicazioni: contiene un sottomenu con le seguenti voci: o Fax: ovviamente funziona per documenti acquisiti a scanner o redatti attraverso un editor di testo o un programma che prevede la stampa. Apre un altro sottomenu:

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Console servizio fax: apre un programmino che permette di inviare e ricevere fax, purchè la connessione sia attraverso modem a linea normale e non adsl. Editor di frontespizio: apre un programma di testo che permette di creare e modificare i frontespizi utilizzati per l’invio dei fax Invia fax: apre una procedura guidata che permette di creare e inviare un fax. o Connessione desktop remoto: Con Desktop remoto installato in ambiente Windows XP Professional è possibile accedere a una sessione di Windows in esecuzione sul proprio computer da un altro computer. Questo significa che è ad esempio possibile utilizzare Desktop remoto per connettersi al computer dell'ufficio dal computer di casa e accedere a tutte le applicazioni, i file e le risorse di rete come se si stesse seduti alla propria scrivania. È possibile lasciare programmi in esecuzione sul computer dell'ufficio e, una volta arrivati a casa, visualizzare il desktop del computer dell'ufficio sul computer di casa con gli stessi programmi in esecuzione. o Connessioni di rete: consente di visualizzare tutte le connessioni di rete del computer e di crearne di nuove attraverso procedure guidate o Creazione guidata nuova connessione: permette di creare una nuova connessione di rete o internet o HyperTerminal: consente di collegare il computer ad altri computer, siti telnet, BBS, servizi in linea e computer host utilizzando il modem o un cavo null-modem o Installazione guidata rete: permette, attraverso una procedura guidata, di installare una rete di computer o Installazione guidata rete senza fili: anche questo strumento permette di creare un collegamento ma wireless (senza fili cioè). Svago: apre un sottomenu: o Controllo volume: apre una serie di controlli a cursore, ciascuno per ogni componente audio del pc: Volume master Wave Sintetizzatore SW Aux Cd Audio Linea in ingresso Microfono Linea telefonica Altoparlante PC Queste voci possono essere aumentate o diminuite attraverso il menu Opzioni o Registratore di suoni: consente di registrare suoni se si dispone di un microfono e di una scheda audio installati o Windows Media Player: permette la riproduzione di file multimediali fra cui musica, filmati, CD, DVD e radio su Internet Utilità di sistema: apre una serie di funzionalità e strumenti che permettono di far lavorare il computer al meglio. Contiene un ricco sottomenu: o Attivazione di Windows: consente di attivare la copia di Windows a titolo di tutela contro la pirateria informatica o Backup: permette l’archiviazione dei dati per evitare che vengano persi accidentalmente o Centro sicurezza PC: mostra lo stato corrente e le impostazioni di protezione (voce anche presente nel pannello di controllo) o Mappa caratteri: consente di trovare caratteri speciali (come i cirillici o quelli appartenenti all’alfabeto IPA) normalmente non presenti in tastiera, copiarli e incollarli nel documento che si sta redigendo o Microsoft System information: consente di trovare tutte le informazioni relative al sistema e al pc in uso

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Operazioni pianificate: permette di stabilire i tempi per l’esecuzione automatica di operazioni del computer (per esempio con che cadenza fare il backup in automatico o la scansione antivirus ecc.) o Pulitura disco: durante la navigazione in internet o durante l’installazione di nuovi programmi, si creano files che servono provvisoriamente a facilitare tali operazioni, ma che dopo l’uso sono inutili. Dopo un certo periodo di tempo il loro numero e la loro quantità raggiunge una certa dimensione, con questa funzionalità si cancellano quelli non più utlili o Ripristino configurazione di sistema: permette, attraverso una procedura guidata, di riportare il sistema ad un punto di ripristino desiderato (per esempio se prima dell’installazione di un programma il pc funzionava benissimo e dopo manifesta dei problemi, dopo aver rimosso il programma si può, attraverso questa funzionalità, riportare il pc nella configurazione esatta che aveva prima dell’installazione). Per facilitare le cose è opportuno, prima di installare un programma nuovo, creare un punto di ripristino (sempre attraverso questa funzione anche se il sistema ne crea in continuazione automaticamente e comunque anche in caso di installazione di drivers e programmi), in tal modo si sarà certi che, in caso di malfunzionamenti dovuti all’installazione del nuovo programma, si potrà tornare esattamente ad avere la macchina nelle forme e caratteristiche che possedeva prima dell’installazione. o Trasferimento guidato file e impostazioni: consente di trasferire files e impostazioni (come le impostazioni di Internet Explorer e Outlook Express, ma anche quelle del desktop, dello schermo, delle connessioni remote e altro ancora) da un pc ad un altro attraverso una connessione diretta o una rete o Utilità di deframmentazione dischi: quando si installa un programma, se ne cancella un altro o si inseriscono informazioni nuove, il sistema colloca i nuovi dati fisicamente dove trova spazio libero. Questo significa che un file può essere formato da informazioni collocate in punti diversi del disco rigido. Col tempo questo processo rallenta e penalizza le prestazioni del computer. Allora è opportuno ricorrere a questa funzionalità. In prima battuta essa analizza (attraverso il comando Analizza) il disco oggetto della deframmentazione, e indica se è consigliato o meno deframmentare. Se è il caso di farlo, è sufficiente cliccare su Deframmenta. È importante chiudere tutti i programmi in corso, anche disattivare l’eventuale screen saver, poiché, se durante la deframmentazione, il programma rileva anche una piccola variazione riparte daccapo. Trattandosi di un processo delicato e importante si suggerisce di attenersi a questi suggerimenti. Blocco note: piccolo ma funzionale editor di testo, molto semplice ed elementare Calcolatrice: utile strumento disponibile anche in versione scientifica Esplora risorse: visualizza cartelle e file nel computer (se n’è parlato nel paragrafo precedente) Paint: è un elementare ma efficace strumento di disegno e trattamento delle immagini. Dalla versione di XP può salvare anche le immagini in formato jpg (cosa molto utile). Prompt dei comandi: apre una finestra Dos offrendo la possibilità di eseguire funzioni in modalità testo anziché in interfaccia grafica Rubrica: piccolo ma utile strumento che permette di avere una rubrica interattiva utile anche per la gestione degli indirizzi di posta elettronica Sincronizza: aggiorna la copia di rete del materiale modificato non in linea come documenti, calendari e messaggi di posta elettronica Verifica guidata compatibilità programmi: configura, attraverso una finestra di dialogo, i vecchi programmi per l’esecuzione in Windows XP Windows Movie Maker: permette di registrare, organizzare e modificare filmati e audio sul computer e di condividerli via posta elettronica o internet WordPad: permette di creare testi con formattazione complessa o

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2.6.6 Acrobat Sebbene non faccia parte di Microsoft Windows, Acrobat reader è uno strumento molto importante e molto diffuso. Si tratta di un sistema multipiattaforma che permette di leggere testi con immagini indipendentemente dal sistema operativo che si usa, sia che si tratti di Linux, sia che si tratti di Windows, sia che si tratti di Apple. Il principio è semplicissimo: per ciascun sistema operativo esiste un lettore gratuito che si può scaricare dal sito della Adobe o trovare sui cd allegati a riviste specializzate. Per scrivere in formato Acrobat invece bisogna acquistare il programma originale o versioni semplificate di altre marche. L’estensione di questi files è .pdf.

2.6.7 Compressione Spesso capita di dover spostare files di dimensioni notevoli o semplicemente superiori alla capacità del supporto scelto (dischetto, pen drive ecc.), oppure, essendo di grandi dimensioni, impongono tempi lunghi di scaricamento da Internet. Per ovviare a questi problemi esistono programmi come WinZip, Win Rar e altri ancora. Si tratta di programmi capaci di eliminare tutto ciò che è superfluo (spazi, formattazioni ecc.) da un file e ripristinarlo una volta decompresso. Windows XP include una soluzione di questo genere chiamata Cartelle compresse (riconoscibili da una cerniera disegnata sulla cartella) che fa recuperare spazio sul computer, per attivarle basta aprire la cartella Risorse del computer, aprire una cartella o un’unità (disco o altra voce) e dal menu File selezionare Nuovo dal cui sottomenu selezionare Cartella compressa. Da notare che se si installa sul computer un programma di compressione diverso da Cartella compressa, questo lo sostituirà. Tabella estensioni dei files più comuni (di cui si è parlato a pagina 45) Tipo di oggetto Argomento Estensione Immagine Bitmap Immagine JPG Immagine Tiff Immagine Gif Immagine grezza da fotocamera Immagine prodotta con programma Adobe Photoshop Immagine prodotta con programma Paint Shop Pro Immagine prodotta con programma Corel Draw File audio non compresso File audio compresso Archivio di winzip Archivio di winrar Testo semplice non formattato (come Blocco note) Testo formattato Testo redatto in Acrobat Reader Testo redatto in Microsoft Word Testo redatto in Microsoft Works Ipertesto Pagina dinamica web Programma eseguibile sul personal computer Foglio di calcolo Excel Foglio di calcolo Works Database Access Database Works File eseguibile di un programma (file principale) Librerie dinamiche File di inizializzazione di Windows File di avvio del sistema operativo Giuseppe Izzinosa

Grafica Grafica Grafica Grafica Grafica Grafica Grafica Grafica Audio Audio Compressione dati Compressione dati Testo Testo/Videoscrittura Testo Testo/Videoscrittura Testo/Videoscrittura Pagina web Pagina web Applicazione web Foglio di calcolo Foglio di calcolo Database Database

*.bmp *.jpg *.tif (o *.tiff per Apple) *.gif *.raw *.psd *.psp (o *.pspimage) *.cdr *.wav *.mp3 *.zip *.rar *.txt *.rtf *.pdf *.doc *.wps *.htm (o *.html) *.asp *.php *.shtml *.js *.xls *.wks *.mdb *.dbf Applicazione generica *.exe Sistema *.dll Sistema *.ini Sistema *.sys

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2.6.8 Il software e il buon vino Il sistema operativo è il primo software che si incontra in un computer e per essere efficace esso impone che lo si tenga regolarmente aggiornato attraverso le patch (pezze) distribuite dal fornitore (in questo caso Microsoft) in automatico e quindi si presti particolare attenzione alla barra di notifica sul desktop; infatti quando ci sono aggiornamenti disponibili relativi al sistema operativo, appare un’icona di Windows update che avverte che ci sono aggiornamenti disponibili in corso di scaricamento o già scaricati, cliccando sull’icona essi vengono lanciati e applicati attraverso un’elementare procedura guidata. Altre volte appare un’icona che invece riguarda aggiornamenti relativi alla sicurezza. Frequentemente vengono scoperti piccoli difetti (detti bachi) che possono compromettere le prestazioni e la sicurezza del sistema. Per questa ragione è opportuno aggiornare il computer, meglio se in automatico. Questo ragionamento porta ad una considerazione di fondo: il software è come alcuni vini pregiati che migliorano col tempo. È vero che le edizioni più recenti dei software comportano utilità e strumenti nuovi, interessanti e più sofisticati, però è anche vero che i software più “anziani” sono più collaudati e portano con sé meno problemi poiché quelli trovati sono stati già risolti. Windows non fa eccezione a questa regola. Bisogna comunque ricordare che man mano che si procede con l’uso del computer, le continue operazioni di installazione/disinstallazione dei programmi, le operazioni che vanno a scrivere sul registro di configurazione, comportano un rallentamento complessivo delle prestazioni della macchina, questo porta a suggerire di disinstallare e reinstallare il sistema operativo ogni due o tre anni. Infatti ci si accorgerà dopo tale lasso di tempo che, rispetto ai primi giorni, il sistema, una volta avviato, ci mette molto più tempo a fare le operazioni di avvio e quindi a darci retta. Deve anche essere però tenuto presente che se tali rallentamenti non sono particolarmente fastidiosi, poiché non si adoperano programmi particolarmente sofisticati e “pesanti”, tale operazione non è da ritenersi indispensabile.

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Indice 1 FONDAMENTI D’INFORMATICA .............................................................................................1 1.1 Introduzione all’informatica .................................................................................................1 1.2 Elementi costituenti un personal computer .........................................................................3 1.3 Memorie..............................................................................................................................5 1.4 Porte ...................................................................................................................................8 1.5 Software..............................................................................................................................9 1.5.1. Software di sistema ........................................................................................................9 1.5.2 Software applicativo.......................................................................................................10 1.5.3 Licenze ..........................................................................................................................12 1.5.3.1 Sorgenti ......................................................................................................................12 2 IL SISTEMA OPERATIVO.......................................................................................................13 2.1 Uno sguardo al passato....................................................................................................13 2.2 Sistema a cipolla...............................................................................................................14 2.3 Files e loro organizzazione ...............................................................................................15 2.3.1 Organizzazione della memoria Ram..............................................................................16 2.3.2 Operazioni col mouse ....................................................................................................16 2.3.3 Menu..............................................................................................................................17 2.4 Windows XP .....................................................................................................................20 2.4.1 Il Desktop.......................................................................................................................20 2.4.2 Modificare il desktop ......................................................................................................21 2.4.3 Default ...........................................................................................................................25 2.4.4 Salvataggio dei dati .......................................................................................................25 2.4.5 Finestre..........................................................................................................................25 2.4.6 Taglia/copia-Incolla........................................................................................................27 2.4.7 Evidenziare ....................................................................................................................28 2.4.8 Le cartelle ......................................................................................................................29 2.4.9 Chiusura e spegnimento di Windows XP.......................................................................34 2.5 Manipolazione degli oggetti ..............................................................................................34 2.5.1 Creare collegamenti.......................................................................................................35 2.5.2 Menu d’avvio..................................................................................................................37 2.5.3 Pannello di controllo ......................................................................................................40 2.5.4 Copiare ..........................................................................................................................46 2.5.4.1 Copiare un dischetto...................................................................................................46 2.5.5 Esplora risorse...............................................................................................................47 2.5.6 Gli accessori ..................................................................................................................47 2.6.6 Acrobat ..........................................................................................................................50 2.6.7 Compressione................................................................................................................50 2.6.8 Il software e il buon vino ................................................................................................51

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Note:

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