Carnevale Ivrea

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Numero Speciale Omaggio www.giornalediivrea.it • redazione@giornalediivrea.it • Tel. 348.2318211 Giornale di Ivrea - Iscrizione ROC n. 015381 - P.I. 2018 - Direttore resp. Piera Savio - Ivrea 6/2/2020 - Editore: Media(iN) srl - Stampa: Litosud - Pessano con Bornago (MI) - Pubblicità: Publi(iN) srl 0124.640490 - ISSN 1594-4131 - Poste Italiane s.p.a - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) - art. 1 comma 1- DCB LO - MI

VI REGALIAMO LO SPECIALE ALLA RISCOPERTA DELLA CITTA’

VIVERE IL CARNEVALE DI IVREA, UN’EMOZIONE UNICA AL MONDO Secoli di lotta per libertà raccontata attraverso i simboli più significativi della tradizione eporediese I PERSONAGGI

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I SAPORI TIPICI

L’Asso di Picche il piazza di Città, la prima squadra di aranceri fondata

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GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 2020

Giornale di Ivrea

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Giornale di Ivrea

VINCENZO CERATTI, GENERALE

STEFANO SERTOLI, SINDACO

Vincenzo Ceratti (in alcune foto di archivio)

Il Carnevale inizia il 6 Gennaio Con l’investitura del capo della festa

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IVREA (ces) 52 anni, eporediese del quartiere Bellavista, agente generale di assicurazione per il gruppo italiano UnipolSai e volontario della Croce Rossa Italiana. Un passato sportivo nel calcio e una passione per l’equitazione e la nautica. Questo è Vincenzo Ceratti (nella foto), per la seconda volta Generale del Carnevale (dopo la scelta della Fondazione di sostituire il suo predecessore per le polemiche sorte in città). E’ un lunghissimo curriculum carnascialesco quello di Ceratti: iscritto da 40 anni ai Tuchini del Borghetto e membro del direttivo dal 1990 al 2002; 17 anni nello Stato Maggiore ricoprendo la carica di ufficiale d’onore addetto agli Alfieri e agli Abbà. È stato per quattro anni primo ufficiale furiere e per 3 anni ufficiale d’onore addetto al Generale. Aiutante di Campo per tre anni di cui due Aiutante di Campo del Generale addetto allo Stato Maggiore e uno di addetto al Generale. Fondatore e presidente onorario del Reggimento Provinciale di Ivrea ospite permanente alla sfilata storica del Carnevale è stato anche insignito del riconoscimento del «Cuore di San Grato» nel 2017. «Ho accettato la chiamata della Fondazione con un profondo senso di responsabilità - la sua dichiarazione dopo il cambio in corso - Senza voler entrare nel merito di quanto accaduto credo sia importante in questo momento richia-

mare tutta la cittadinanza al senso di comunione, fratellanza e unione che sono i valori fondanti del nostro Carnevale». Nel 2019 Vincenzo Ceratti ha già ricoperto il ruolo di Generale ricevendo un forte consenso e plauso da parte della popolazione eporediese. Proprio l’anno scorso alla vigilia dell’atteso evento aveva dichiarato: «Si sta avverando un sogno. Cercherò, con l’aiuto di tutti, soprattutto del popolo festante, di fare una invicta campagna assieme al brillante Stato Maggiore nel rispetto del Cerimoniale e delle tradizioni, ma con un occhio ai momenti di fratellanza, amicizia e sano divertimento. Perdonerete al Cittadino Generale se qualche volta, nei momenti più importanti, scenderà una lacrima di commozione». Un’emozione fortissima, dunque, indossare la divisa per la seconda volta. E riprendendo ancora le parole rilasciate da Ceratti alla vigilia degli appuntamenti del Carnevale un anno fa, il suo augurio era stato appunto: «Che i sentimenti di fraternità, amicizia ed uguaglianza siano così presenti da dimenticare le quotidiane fatiche. Buon Carnevale a tutti». Anche la Fondazione gli ha augurato una buona campagna: «Certa che l’esperienza, l’entusiasmo e l’attaccamento alle tradizioni del nostro Carnevale lo aiuteranno a ricoprire il ruolo di Generale con successo anche per questa edizione».

Le «Alzate» in calendario per due domeniche consecutive

La presentazione dei piccoli Abbà Sono i priori delle parrocchie

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La Mugnaia sul cocchio dorato (foto d’archivio delle passate edizioni)

Violetta, la Vezzosa Mugnaia Eroina della popolare kermesse

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Il Castello delle «rosse torri»

La mappa della città Visitando i luoghi più caratteristici

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IVREA (oga) L’augurio del sindaco di Ivrea, Stefano Sertoli (nella foto), per il carnevale 2020. A l’é turna Carlevé: com’è andata l’anno scorso, il primo carnevale da sindaco? «Direi splendidamente. Molte emozioni, tutte diverse: dall’essere stato in mezzo a tutte le piazze e aver tirato con tutte squadre il lunedì, cosa che mi è piaciuta moltissimo. Io sono stato un Tuchino e il Borghetto è la mia piazza di riferimento, ma ho pagato l’iscrizione a tutte le squadre e le ho girate tutte. Non per farmi vedere ma per vedere il carnevale ancora più dall’interno. Poi alla fine, quando ero in Borghetto, gli aranceri di un carro mi hanno fatto salire, mi hanno dato una maschera e un giro l’ho fatto anche lì». E quest’anno? «Quest’anno, dopo i problemi di salute e i cinque bypass, sono bloccato, ma non è detto che non prenda in mano qualche arancia!». Quali sono gli altri momenti particolari vissuti da sindaco? Beh, la presentazione della Mugnaia alla stampa il mercoledì e poi la sua uscita sul balcone sabato sera. La possibilità di vivere questo momento da una posizione particolare è davvero preziosa. O, almeno, lo è stata la prima volta. Idem il passaggio delle consegne al Generale, alla fine mi ha commosso, anche se è stata un po’ una delusione - è ironico - Consegnandogli le chiavi lo avevo invitato a risolvermi il problema della rotonda, ma al mercoledì era tutto come prima!». E sul dietro le quinte? «Per l’organizzazione, riprendere per il secondo anno tutta la problematica della sicurezza nella nuova ottica non è stato semplice, ma ci sono riusciti».

Ci racconta qualche aneddoto? «In verità ho anche dovuto risolvere io un piccolo problema alla domenica quando sul balcone fra gli invitati c’era il console americano, una giovane signora che voleva scendere in piazza a tutti i costi e la sua scorta, della Guardia di Finanza, mi ha pregato di impedirglielo a tutti i costi, e ho dovuto inventare storie di protocolli e tradizioni». Quest’anno, invece, c’è qualche nuova problematica della manifestazione da affrontare? «Da sindaco mi sembra occorra sottolineare come i costi siano lievitati in modo notevole e - penso proprio per doverosa gestione della sicurezza. In effetti i trentamila euro in più dello scorso anno erano confrontabili con i puri costi della gestione della sicurezza. Ora sappiamo che i costi sono quelli e occorrerà costruire un bilancio almeno in pareggio». La sicurezza è una priorità... «Sì, il problema più grande mi sembra quello di saper coniugare con elasticità la necessaria sicurezza ala libertà di questa manifestazione così complessa e partecipata da così tante persone». Cosa ne pensa del problema che sembra agitare da sempre coloro che seguono il carnevale: una manifestazione per gli eporediesi o per i turisti? «Mi sembra che la soluzione sia la festa di ogni anno. Vanno bene i turisti e ce ne sono sempre di più, ma ci sono momenti in cui solo gli eporediesi sanno vivere in pienezza lo spirito della festa. Penso ad esempio al momento dello scarlo e del funerale». Grazie della sua disponibilità e buon carnevale!

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Giornale di Ivrea

IVREA (ses) Sono una delle squadre più numerose. Basti dire che quest’anno hanno imposto il numero chiuso a 1800. Sono i Tuchini del Borghetto, la squadra di aranceri a piedi fondata nel 1964. Indossano una divisa di colore verde e rosso, e lo stemma è rappresentato da un corvo che prende spunto dal simbolo della Croazia. Anticamente, infatti, vi era una rilevante presenza di croati. «Siam Tuchini del Borghetto siam cresciuti con le arance sotto il letto - è il loro motto - Come casa il ponte vecchio ti suoniamo il carnevale tutto a orecchi». E proprio il Ponte Vecchio, chiamato in città anche Ponte romano (seppur dalla struttura costruita nell’antica Eporedia - dove secondo fonti storiche in quella zona sorgeva una necropoli - sia rimasto poco) è anche sfondo di altri momenti del Carnevale storico: la Riappacificazione dei Rioni del Castellazzo e del Borghetto (la penultima domenica di Carnevale quest’anno il 16 febbraio), nonché la Preda in Dora (in calendario domenica mattina, 23 febbraio). Ma non è la sola curiosità a definire anche un’altra caratteristica della squadra: i Tuchini sono infatti gli unici al di là del fiume, o come si dice, sulla sponda destra della Dora. Il nome della squadra rimanda poi ad un importante evento storico: il tuchinaggio, la più nota rivolta popolare del Canavese, finita con una sentenza di pacificazione pronunciata di fronte a 38 conti canavesani (7 dei Valperga e 31 dei San Martino) e ai rappresentanti di 31 comunità, proprio a Ivrea (a casa Stria, un antico palazzo medievale, visibile esternamente in corso Botta) il 3 maggio 1391. E in quell’antico motto «Tucc un», ossia «tutti in uno» si riconoscono ancora oggi gli aranceri del Borghetto.

CURIOSITÀ Proseguendo verso il centro del rione e imboccata via Guido Gozzano ci si imbatte a sinistra in un piazzale, dove a ridosso si erge un alto sperone roccioso. Al culmine dell’altura c’era il forte detto la Cittadella, costruito nel 1639 dal principe Tommaso di Savoia, per presidiare il passaggio sulla Dora. Fu poi demolito dalle truppe del re Sole. Sull’area oggi c’è villa Chiampo: in passato ospitò illustri letterati come Giacosa, Verga e D’Annunzio.

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PIAZZA DEL RONDOLINO

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DOVE TIRANO I MERCENARI D’L PURTIGAL E LE PANTERE NERE VINCITORI IN CARICA I Giallo-Viola IVREA (ses) Fondata nel 1974, la squadra dei Mercenari indossa la divisa giallo e viola. Lo stemma è una coppia di scimitarre, inserite in una stella gialla a cinque punte.

La canzone della squadra IVREA (ses) «Siamo i Mercenari e da Baio noi veniam, ci teme ogni carro perché forti noi siam; ma se c’è un balcone che ci vuol provar Mercenari che noi siam, e anche a quello sappiam tirar! Gli Aranceri di Ivrea son smorfiosi, appena nati voglion subito comandar, cercan Carri e Balconi e mille cose, ma appena li vedono si mettono subito a scappar».

Festa ai Giardini Giusiana dove una volta... IVREA (ses) I giardini Giusiana sorgono dove c’era il monastero benedettino. Facevano parte del Palazzo omonimo, poco distante, appartenuto al conte Carlo Francesco Baldassarre Perrone di San Martino. Nei giorni di Carnevale sono la cornice delle feste organizzate dai Mercenari.

La Torre di Santo Stefano: storia di un simbolo IVREA (ses) La torre campanaria di Santo Stefano sorgeva a fianco di una chiesa romanica e apparteneva al complesso abbaziale dei monaci benedettini, fondato nel 1044, dedicato al protomartire Stefano e al Santissimo Salvatore.

I «ruggenti» aranceri IVREA (ses) Nate nel 1966 le Pantere Nere indossano un completo nero, listato di giallo come il foulard. Lo stemma è rappresentato, come dice il nome stesso, da una pantera ruggente.

Le prime strofe del loro inno IVREA (ses) «All’Armi !All’Armi ! Arrivan gli aranceri, attenti agli occhi neri. Non userem mai più, la gentilezza, che il nostro spirito è fatto di destrezza. Non incontrerem mai più dei carri ostili, ma solo sgambettar di gente vili. Pantera Nera!».

In sfilata con il predatore al guinzaglio IVREA (ses) Era il 1981 quando sfilarono la sera del sabato accompagnati da due stupende pantere nere in carne e ossa. E pure qualche anno dopo si ripresentarono alla parata sul lungo Dora con il predatore felino, suscitando lo stesso visibilio.

Il Naviglio di Ivrea progettato da Leonardo Da Vinci IVREA (ses) La piazza si affaccia sul punto di presa del Naviglio di Ivrea, un canale che porta le acque della Dora Baltea alle risaie del vercellese. La costruzione, datata intorno al XV° secolo, sulla base di scritti del «Codice Atlantico» è da attribuire a Leonardo Da Vinci.

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GIOVEDĂŒ 6 FEBBRAIO 2020

PIAZZA DEL RONDOLINO E FREGUGLIA

Giornale di Ivrea

DALL’INFERNO DEI DIAVOLI... AL PALAZZO DEI CREDENDARI

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I piĂš blasonati IVREA (ses) Nati nel 1973 i Diavoli sono riconoscibili grazie alla casacca e ai pantaloni rossi con bande gialle e un foulard giallo. Il loro stemma è un diavolo con la forca. E’ una tra le squadre piĂš blasonate.

L’arte di tirare le arance IVREA (ses) Il tiro per loro è infatti una vera e propria arte ed i segreti di lancio sono stati tramandati nel corso del tempo. Tant’è che quando si varca l'ingresso nella loro piazza, l'impressione è di stare davanti a un vero e proprio esercito, schierato in battaglia.

Curiosità : è la squadra con piÚ gruppi IVREA (ces) Un altro punto di forza della squadra sono i gruppi, ossia: i Fiejo del Diau, l'Osteria le Rate Vouloire poi diventato i Satanic drunning patrol, i Diavoli di Didon, Porco Diavolo, le Mascottes, la Sezione Inferi, le Ciucarole, il Branco di San Martino, e la Bolgia.

Diavolandia, benvenuti agli inferi... IVREA (ces) Anche per gli aranceri giallo rossi sono tante le peculiarità ed una su tutte è Diavolandia: l'area in piazza Freguglia nata nel 1988. Qui vengono organizzate le feste della squadra e moltissime iniziative, soprattutto legate alla beneficenza.

I piĂš ÂŤgiovaniÂť IVREA (ses) Formatasi nel 1985 e riconosciuta nel 1989, è l’ultima squadra di aranceri nata in cittĂ . La loro casacca è gialla e blu, lo stemma è il Palazzo della Credenza con incrociate, la mazza (simbolo del Comune) e la scure d’arme (simbolo del PodestĂ ).

I consiglieri del PodestĂ IVREA (ces) All’epoca dei Comuni i Credendari erano i notabili del luogo. Oggi li potremmo definire i ÂŤliberi consiglieriÂť del PodestĂ . La loro sede era il Palazzo della Credenza (che si può tuttora ammirare nella piazza omonima ed è sede della Fondazione del Carnevale).

Il Palazzo della Credenza IVREA (ces) Costruito in cotto con porticato ad archi e due piani con finestre a sesto acuto, il palazzo della Credenza probabilmente venne costruito intorno al 1300 per dare una nuova sede al Consiglio del Comune.

Chi era il valoroso militare che dà il nome alla zona? IVREA (ces) Carlo Freguglia (nato a Ivrea il 18 aprile 1890, deceduto a Flondar il 28 agosto 1917) è stato un militare italiano del Regio Esercito, Medaglia d'oro alla memoria, nella prima guerra mondiale. La città gli ha dedicato la piazza dove sorgeva una caserma già a lui intitolata.

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PIAZZA OTTINETTI

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NEL CENTRO STORICO ... SCACCHI E ARDUINI

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All’inizio tanti quanti le pedine del gioco IVREA (ces) Il loro nome fu dettato dal numero dei primi tiratori, sedici quante le pedine di una parte della scacchiera. Indossano una casacca bianca e nera a quadri, caratterizzata da una torre arancione, simbolo del castello eporediese.

Correva l’anno 1964 IVREA (ces) La squadra degli Scacchi venne costituita nel 1964. E come si legge sul sito del gruppo: «Da allora si è sempre più espansa arrivando a superare le mille iscrizioni». E 14 Carnevali vinti (l’ultimo nel 2013).

La loro sede nel «cuore» della città IVREA (ses) La sede della squadra si trova in via Palma, oggi via Quattro Martiri. Agli inizi del Settecento in questa zona della città fu istituito il ghetto ebraico. Nella strada si trova infatti la bellissima Sinagoga.

Un po’ di storia sulle «rosse torri» IVREA (ses) Con «rosse torri» si indica il Castello di Ivrea, ossia «del Conte Verde, Amedeo VI di Savoia, che ne iniziò la costruzione nel 1358. E’ caratterizzato da un ponte levatoio. Dal 1700 al 1970 venne adibito a carcere.

Gli Scorpioni.. IVREA (ces) Nata nel 1966 la squadra custodisce nel nome un po’ di storia eporediese. Gli aranceri indossano calzoni verde chiaro, un foulard (rinnovato ogni anno), e una casacca gialla con la riproduzione di uno scorpione.

C’era una volta il Marchese di Ivrea IVREA (ces) Il nome della squadra infatti si ispira al leggendario Re Arduino, marchese di Ivrea, vissuto intorno all’anno Mille e considerato il primo (o l’ultimo a seconda degli storici) Re d’Italia.

La leggenda nell’antica Eporedia IVREA (ces) Lo scorpione nero, ossia il simbolo della squadra, è quello della leggenda tramandata dall’antica Eporedia: un mago, essendogli stata negata l'ospitalità, lanciò una maledizione sulla cittadina, premonendo che sarebbe stata invasa da scorpioni neri e velenosi. E si compì.

Dove sorgeva il teatro romano IVREA (ces) La sede degli Arduini è in via Peana 1, dove «spuntano» peraltro parte dei ruderi dell'antico teatro romano di Eporedia (l’odierna Ivrea). Le rovine si trovano infatti sotto il ciottolato della strada che sale fino al Castello.

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PIAZZA FERRUCCIO NAZIONALE, DETTA «DI CITTA’»

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LE PICCHE E LA MORTE: con loro nasce la battaglia

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L’Asso di Picche IVREA (ces) La squadra, la prima, nasce nel 1947 da un gruppo di amici. Dopo alcuni cambiamenti, oggi indossano una divisa rossa e blu, con l’asso di picche come distintivo, e un foulard nero.

Lo stemma inventato dal designer Olivetti IVREA (ses) Lo stemma, un picche nero, era stato creato da un disegnatore Olivetti, Gino Pasteris, e, con l’aiuto della madre, nel 1947 lo consegnò al gruppo di ragazzi.

Il bandierone IVREA (ces) Inconfondibile è anche oggi il «Bandierone» che ogni anno le Picche srotolano sopra alla fontana di Camillo Olivetti. Viene issato dal 1988 sulle antiche rovine del Castellazzo.

Il Castellazzo IVREA (ces) Sulla grande roccia era costruito l’antico «Castellazzo». O meglio, il Castello di San Maurizio. Forse edificato da Arduino venne devastato nel XII, poi ricostruito nel XIII, e definitivamente distrutto nel secolo successivo.

1954, quartiere San Grato IVREA (ces) La squadra La Morte è nata nel 1954 grazie un gruppo di amici del quartiere di San Grato. La divisa è composta da una casacca nera con lo stemma bianco, raffigurante un teschio, e pantaloni rossi.

«Il cuore» IVREA (ses) Ogni anno la squadra assegna «il Cuore di San Grato». L’edizione 2020 è andata a Alberto Realis. «Lui e la sua famiglia per noi sono stati, sono e saranno sempre, cuore pulsante della nostra squadra!» è stata la motivazione.

L’Area 54 IVREA (ces) E’ la «Fun Zone» degli Aranceri della Morte durante la settimana carnevalesca. Si trova nei Giardini di via Cavour. E lì si ritrovano gli aranceri anche nei giorni di tiro.

Le canzoni della squadra IVREA (ces) «Sotto il carro tiriam come leoni... Di Piazza di Città noi siamo i padroni! Attenzione il grido di battaglia... Pericolo di Morte la gioventù si scaglia!», una delle canzoni intonate durante il tiro in piazza.


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I CARRI DA GETTO

LE SPETTACOLARI PARIGLIE E QUADRIGLIE IN BATTAGLIA IVREA (ces) Ogni anno la parata dei carri da getto si svolge nella penultima domenica di Carnevale. E l’appuntamento domenica, 16 febbraio, è alle 10.30 in piazza del Rondolino. Un’ora prima, alle 9.30, si schierano per l’inquadramento in corso Massimo d’Azeglio. Segue la sfilata nelle vie del centro e la presentazione ufficiale al Rondolino. Finemente allestiti, tanto da essere di anno in anno sempre più delle opere d’arte, i carri da getto sono trainati da pariglie o quadriglie di cavalli, con a bordo un gruppo formato da 10 o 12 aranceri protetti da costumi con vistose imbottiture e da maschere di cuoio con grate per riparare il viso. Sono aranceri abituati a lanciare con entrambe le braccia in modo da aumentare la «potenza di fuoco». E a loro gli aranceri delle squadre a piedi daranno l’assalto nelle piazze. In media i carri da getto sono una cinquantina ogni anno e in base alle iscrizioni presentate lo scorso dicembre per l’edizione 2020 sono attese circa 35 pariglie, e circa 18 i tiri a quattro. Un’apposita giuria durante i tre giorni di battaglia esamina attentamente i carri assegnando un punteggio sulla base di diversi criteri, a cominciare proprio dall’allestimento e dalle finiture dei cavalli. Indescrivibile la loro bellezza, superata edizione dopo edizione, attraverso una ricerca e una cura che dura tutto l’anno.

Il Carnevale è anche... IVREA (ces) Sono tantissimi i gruppi che compongono il carnevale di Ivrea: dai cavallanti, agli aranceri a piedi e sui carri da getto. E poi le numerose fagiolate. Ci sono i Credendari gruppo storico, gli Alfieri, gli J’Amis ad Piassa dla Granaja, il Museo dello Storico Carnevale di Ivrea, i Citoyens de la Ville d'Ivrée 1798; il Comitato della Croazia. E ancora il Circolo Ufficiali dello Stato Maggiore; le Vivandiere; l’Ordine della Mugnaia istituito nel 1977; la Scorta d’onore della Mugnaia; nonché i Pifferi e i Tamburi. Poi i gruppi goliardi come l’Auc ed il Soas. A questi se ne affiancano innumerevoli altri, nati nel corso degli anni, come i Valletti del Comune. Molti, inoltre, contribuiscono ad arricchire la manifestazione promuovendo eventi collaterali, un esempio su tutti Miss Carnevale di Ivrea. La stessa kermesse nel corso del tempo ha ispirato libri, documentari e molte altre iniziative artistiche.

I VALLETTI IERI E OGGI Indossano tradizionali parrucche bianche, tipiche di una volta, e sfavillanti completi eleganti color rosso acceso. Ed erano già presenti una volta all'interno della storica kermesse MISS CARNEVALE DI IVREA E’ diventato un evento fisso del mercoledì quest’anno 19 febbraio, a Diavolandia in piazza Freguglia, dalle 21

GLI ALFIERI Aprono la marcia dello Storico Carnevale di Ivrea portando le bandiere storiche delle parrocchie o rioni cittadini

S.O.A.S SUPREMUS ORDO AUREI SCORPIONIS Ordine goliardico degli studenti eporediesi iscritti all’ultimo anno di scuola superiore e all’Università

A.U.C. L’Associazione Universitaria Canavesana è un ordine goliardico fondato nel 1924 e formato dagli studenti universitari di Ivrea

CITOYENS DE LA VILLE D'IVRÉE 1798 Il gruppo indossa un abito dell’epoca rivoluzionaria e il rosso berretto frigio

IL FILM CREATORS, THE PAST Alcune riprese del primo fantasy scritto e diretto dal regista e compositore eporediese Piergiuseppe Zaia sono state girate alla Battaglia delle arance

MUSEO STORICO CARNEVALE DI IVREA Nato nel 1998 ha lo scopo di conservare e preservare le informazioni sull’antica festa

J’AMIS AD PIASSA DLA GRANAJA Promuove e organizza manifestazioni, convegni, gare, mostre e feste popolari a scopi sociali (in foto la festa dei bimbi in piazza Ottinetti)


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Ivrea la bella...

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IL DUOMO Cattedrale di Santa Maria Assunta

SITO UNESCO Ivrea città industriale del XX secolo

SAN BERNARDINO La chiesa Quattrocentesca

SERVIZI

Pure quest’anno l’area attrezzata per i camperisti IVREA (ces) Torna anche quest’anno l’area dedicata ai camper. Dopo la grande affluenza dell’edizione passata, chi sceglierà di visitare Ivrea durante i giorni di Carnevale con il proprio camper potrà fermarsi direttamente in città. Dalle 18 di venerdì 21 febbraio alle 24 di martedì 25 febbraio, nell’area del mercato, strada statale 26 della Valle d’Aosta, sarà infatti a disposizione un’area dedicata ai camper dotata di scarico acque e bagni chimici. Non verrà invece fornita energia elettrica. Il costo è di 10 euro a mezzo ogni 24 ore e comprende un servizio di sorveglianza dell’area durante tutto il giorno. È gradita la prenotazione sia per i singoli mezzi sia per i gruppi. Si segnala inoltre che per questi ultimi è possibile ottenere uno spazio dedicato all’interno dell’area. Per ulteriori informazioni e prenotazioni contattare infocamper@storicocarnevaleivrea.it o il numero: 349 4401268.

DUOMO - CENTRO STORICO Costruito da Niccolò Giglio Tos nel 568 d. C., è dedicato a Santa Maria Assunta. Si trova su un'altura dove già nel I secolo a.C. era stato eretto un tempio romano. Tempio poi trasformato in chiesa cristiana tra la fine del IV e l'inizio del V secolo, quando venne istituita la diocesi di Ivrea. La cattedrale fu ampliata e abbellita dal vescovo Warmondo tra il 969 al 1005. Di pregio anche la cripta destinata ad ospitare le reliquie di San Savino, patrono della città

SITO UNESCO - VIA JERVIS L’insieme di 72mila ettari di proprietà quasi esclusivamente privata, è caratterizzato da 27 beni progettati dai più famosi architetti e urbanisti italiani del Novecento. Edifici costruiti tra il 1930 ed il 1960 e destinati alla produzione, a servizi sociali e a scopi residenziali per i dipendenti dell’industria Olivetti.

SAN BERNARDINO - VIA JERVIS La chiesa quattrocentesca si trova nell'area che ospita gli edifici industriali della Olivetti in via Jervis, 380. Rappresenta un'attrattiva di notevolissimo interesse artistico, in virtù del grande tramezzo interno, affrescato con le Storie della vita e della passione di Cristo da Giovanni Martino Spanzotti tra il 1485 ed il 1490.

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5 LAGHI Dal Sirio alle Terre Ballerine

IL SANTUARIO Dedicato alla Madonna Nera

L’ANFITEATRO Dei Gladiatori

SICUREZZA LAGO SIRIO E TERRE BALLERINE Il Sirio fa parte dei 5 laghi di Ivrea con il San Michele, il Lago Nero; il Pistono; e il Lago di Campagna (quest’ultimi si trovano nei paesi vicini). Caratteristiche sono le Terre Ballerine (dove si «rimbalza» sopra, come su un materasso), antiche torbiere.

IL SANTUARIO DEL MONTE STELLA - AREA MERCATALE A pochi passi dall’area mercatale (in via Circonvallazione) venne edificato nel 1627 e ampliato nel 1658 a testimonianza della devozione verso la «Madonna Nera» di Oropa. Oggi restano solo il campanile e una parete. Vicino c’è la cappella dei Tre Re di architettura romanica, edificata attorno al 1220. Fino al 1980 sull'altare c’era un presepe composto da cinque statue lignee (datate XV) ora conservate nel museo civico Garda in piazza Ottinetti.

L’ANFITEATRO ROMANO - PORTA VERCELLI Costruito a metà del I secolo d.C. poteva ospitare più di diecimila spettatori. Per la sua costruzione dovette essere parzialmente demolita una villa preesistente. I resti dell'anfiteatro furono scavati tra il 1955 e il 1964 portando alla luce oltre alle strutture murarie, anche tracce di decorazioni, monete, vasellame e resti di statue, alcuni oggi esposti al museo Garda in piazza Ottinetti. Di forma ellittica con un asse maggiore di 65 metri era composto da un cunicolo per il passaggio diretto di gladiatori e fiere, spalti al centro della cavea, mentre all’estremità erano presenti due ingressi per gli spettatori. Il podio era decorato con lastre di bronzo borchiate.

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Dai varchi ai divieti all’evento IVREA (ces) Il piano sicurezza del Carnevale finora è redatto in collaborazione con Questura, Prefettura e con la Fondazione. Principalmente prevede il contingentamento degli accessi al centro storico attraverso appositi varchi di ingresso. Oltre alla cartellonistica per educare il pubblico al Carnevale, nei giorni clou sarà possibile consultare le mappe e tutte le informazioni sul sito della Fondazione del Carnevale di Ivrea. Il piano di sicurezza inoltre dispone dei divieti: nelle passate edizioni, ad esempio, quelli di introdurre bottiglie di vetro e lattine, bombolette con spray urticante, selfie stick e qualsiasi oggetto contundente. Tra gli altri comportamenti vietati: arrampicarsi su parapetti ed altre strutture; occupare indebitamente i percorsi riservati; creare ostacolo al regolare deflusso delle persone; introdurre valigie, trolley o carrelli; o accedere con animali (ad esclusione dei cavalli dell’evento).


Ivrea 14

GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 2020

Giornale di Ivrea

Magnifico Podestà ... Moreno Lacchio

PERSONAGGI IVREA (ces) Supremo capo del governo del Comune, il Magnifico Podestà veniva nominato, sin dal XIV secolo, dai Credendari, i consiglieri comunali dell’epoca, ed era responsabile dell’amministrazione e della giustizia. Scelto al di fuori del Comune per garantire la sua imparzialità, il Podestà quando entrava in carica, dopo aver giurato sul libro degli Statuti, andava a prelevare con un apposito martello conservato in municipio, un sasso tra i ruderi del Castellazzo e lo gettava in Dora in spregio al Marchese del Monferrato. La cerimonia si ripete ogni anno, al mattino della domenica di Carnevale. E l’appuntamento sarà il 23 febbraio. Da alcuni anni è stata anche ripresa l’antica tradizione dell’offerta dei ceri da parte della città, rappresentata dal Podestà, al Vescovo. Quest’ultima svoltasi in forma solenne il giorno dell’Epifania in Duomo. Ad impersonare questa figura è Moreno Lacchio, eporediese classe 1956, due figli maschi e sette adorati nipoti, è titolare della storica azienda di famiglia che si occupa di materiali e impianti elettrici. Sua moglie Giovanna è titolare di una merceria che da anni confeziona a mano i berretti frigi della Mugnaia e di altri personaggi. I due figli, Lucio e Dario, sono tiratori da carro da diversi anni. «L’emozione è sempre fortissima ogni anno, ma la consapevolezza del ruolo oramai è consolidata dice - Ringrazio di cuore tutti i partecipanti e spettatori del nostro magnifico Carnevale per il calore con cui mi accolgono sempre. Giunto al terzo anno desidero esprimere tutta la mia gratitudine a molte persone. Ringrazio la Fondazione per avermi riconfermato, il sindaco Stefano Sertoli e tutta l’amministrazione per la fiducia dimostratami. Un abbraccio sincero a coloro che sono stati con me parte viva dei miei Carnevali e mi hanno fatto vivere un bellissimo sogno: le Signore Mugnaie Domenica Venditti, Francesca Olivero e Federica Ranieri, i Generali Massimiliano Gamerro e Vincenzo Ceratti e un grazie carico di affetto per il compagno di tante avven-

«Fare il carnevale oltre che per la mia famiglia, nel ricordo di papà e mamma, per il progetto “Violetta”, in cui credo» ture e sventure, l’impareggiabile Sostituto Davide Luigi Diane». E prosegue: «Auguro ai miei compagni di viaggio un bellissimo Carnevale 2020 e che riescano ad appianare tutti gli attriti e a portare armonia e serenità. Io cercherò come sempre di essere me stesso e di ricoprire il ruolo con spensieratezza e allegria rispettando sempre il Cerimoniale». Per lui il momento più emozionante è la Preda in Dora: «Dove sono il protagonista, ma anche la sfilata, perché quando sul mio carro entro in una piazza dove gli aranceri smettono per un attimo di tirare le arance, gri-

dano il mio nome, applaudono e si sente quel profumo acre, è emozionantissimo ha raccontato ricordando la sua passione nata da ragazzino - Con mio papà Osvaldo, tiravamo le arance dai balconi, com’era l’usanza negli anni ‘70/’80. Sono stato per un anno arancere nella squadra dei Diavoli e poi ho seguito molto la fagiolata di San Lorenzo». Titubante quando gli è stato proposto il ruolo la prima volta, ora ammette che è un’esperienza unica. Qual è il suo proposito per l’edizione 2020? «Fare il carnevale oltre che per la mia famiglia, nel ricordo di papà e

mamma, per il progetto “Violetta”, in cui credo. Non posso pensare che alla soglia del 2020 ci sia ancora gente che violenta ed uccide donne e bambini. Mi verrebbe voglia, simbolicamente, di prendere uno di questi e buttarlo in Dora al posto della pietra. Serve una rivoluzione, soprattutto da parte delle donne, ed il carnevale può e deve sensibilizzare anche su questo argomento». Ed ha tagliato corto rimarcando: «Ricordatevi che il nostro Carnevale è la rievocazione di una rivoluzione ed è solo con le rivoluzioni che si cambia il mondo».

Il Sostituto del Gran Cancelliere: ERINO MIGNONE IVREA (ces) Abito di velluto nero, parrucca bianca a cannoni con codino sotto il tricorno, bianchi gilet e camicia con jabot e polsi in pizzo, calzoni al ginocchio su calze bianche: il Sostituto, a fianco del Generale e dello Stato Maggiore, è sempre presente ad ogni atto ufficiale per poterne dare precisa testimonianza. Cavalca portando con sé una copia del Libro dei Verbali. 44 anni, di Chiaverano, sposato con Simona e padre di tre figli, fotografo professionista: Erino Mignone è il nuovo Sostituto Gran Cancelliere. Ha vissuto il Carnevale prima come arancere a piedi con gli Asso di Picche e successivamente sui carri. Negli ultimi anni si è dedicato a raccontare il Carnevale attraverso le sue fotografie costruendo un vasto archivio.

«Sono onorato ed emozionato di essere stato scelto per ricoprire un ruolo così importante; un ruolo che mi vedrà stare in mezzo alla gente, con la gente, pronto ad ascoltare, osservare e verbalizzare tutto ciò che c’è di bello nella nostra magnifica festa». Da arancere prima e fotografo poi, cosa l’ha più emozionata? «Da fotografo, ma soprattutto amante del carnevale, sono sempre stato affascinato dall’uscita della Vezzosa Mugnaia il sabato sera. Anche se molte volte tutti sappiamo già chi sia, è comunque una magia vedere la nostra Violetta uscire dal balcone. E’ un momento topico, che non ci ruberà mai nessuno». Il suo auspicio? «Che tutti quelli che ruotano intorno al carnevale lo vivano come una festa, nel proprio ruolo, ma esaltando ciò che di bello offre».

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Giornale di Ivrea

LO STATO MAGGIORE Generale, Ufficiali e Vivandiere protagonisti della tradizione eporediese lunga due secoli IVREA (ces) «Uno stato maggiore in ambito militare indica, in generale, un organismo incaricato di assistere e consigliare un dirigente». Ed è così anche nel Carnevale di Ivrea: prima della dominazione napoleonica la manifestazione eporediese era celebrata autonomamente da ogni rione; dopo, in piena occupazione, le autorità civili e militari istituirono una sorta di «servizio d’ordine». Era il 1808 quando a capo di questo gruppo venne nominato un Generale incaricato di vigilare insieme agli Ufficiali dello Stato Maggiore. Il Generale oggi entra in carica il 6 gennaio di ogni anno con la tradizionale consegna di sciabola e feluca davanti al municipio di Ivrea. L’uscita «ufficiale» dello Stato Maggiore avviene durante le Alzate degli Abbà, quest’anno in calendario domenica 9 e 16 febbraio (penultima domenica di Carnevale). Non solo. Il Giovedì Grasso (il prossimo 20 febbraio) il Generale accompagnato dagli Ufficiali ottiene dal sindaco i pieni «poteri» (ovviamente della festa). Sabato sera (il 22 febbraio) lo Stato Maggiore sfila per le vie della città dopo l’attesa presentazione della Mugnaia. E a cominciare da domenica (23 febbraio) Generale e Ufficiali, dopo la partecipazione alle fagiolate durante la mattinata, aprono la parata del corteo storico in concomitanza del tiro delle arance nelle piazze. Un rituale che si ripete anche il lunedì (24 febbraio) e il martedì (25 febbraio). E al termine di ogni giornata in piazza di Città suona la «Generala», eseguita dal gruppo

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dei Pifferi e Tamburi. Il lunedì, inoltre, il Generale, preceduto dagli Alfieri e dai Pifferi e Tamburi, e scortato dallo Stato Maggiore, accompagna una coppia di sposi dell’anno in ogni Rione sul luogo dove sarà poi innalzato lo Scarlo: «As pianta ‘l pic a l’uso antic». Poi il martedì quando il Corteo Storico si prepara all’abbruciamento degli Scarli delle parrocchie di San Maurizio, Sant’Ulderico e San Lorenzo, Generale e Stato Maggiore, raggiungono le piazze a cavallo. Centrale il rito in

piazza di Città alla presenza della Vezzosa Mugnaia, in piedi sul carro dorato con la spada alzata, mentre il Generale saluta militarmente stando in piedi sulle staffe del suo cavallo. Dopo l’abbruciamento dell’ultimo, il Generale scende dal suo destriero e, conducendolo al morso, dà avvio alla Marcia funebre: i Pifferi e Tamburi eseguono una triste pifferata «commemorando» il Funerale del Carnevale, mentre gli Ufficiali trascinano sul selciato le loro sciabole.

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GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 2020

Giornale di Ivrea

Per circa mezzo secolo fiorirono racconti, ballate, epici romanzi e il 1858 segna il momento più alto di questa rivisitazione. Nel corso del galà carnevalesco fu introdotto un carro trionfale recante l'eroina della festa, la Vezzosa Mugnaia. Il carro era preceduto da araldi, trombettieri, armigeri in costume medioevali e da scudieri portanti il picco e la zappa

2000 Simona Verani Celleghin

2001 Cristina Mosca Zonca Sabolo

2002 Laura Burzio Barcaro

2003 Barbara Masseroni Moia

2004 Antonella Ariano Perino

2005 Giusy Vaccaro Salvati

2006 Daniela Graziano Actis Perino

2007 Barbara Bellardi Fornengo

2008 Paola Sacerdote Rovaris

2009 Laura Ghiringhelli Bossino

VIOLETTA, LA VEZZOSA MUGNAIA IVREA (ces) La storia del Carnevale d'Ivrea si divide in due fasi. La prima, fra Sei e Settecento, è contraddistinta da elementi arcaici e comuni nei vari momenti festivi dell'epoca. Manifestazione essenzialmente popolare e pubblica, gestita dalle badie giovanili accompagnate dalle bande di pifferi e tamburi. I festeggiamenti di carnevale erano divisi tra le varie parrocchie e avevano nell'abbruciamento degli scarli, il martedì grasso, il loro momento principale. Esiste poi un Carnevale ottocentesco in cui la municipalità eporediese se ne impossessa, anzi il Carnevale diventa supporto essenziale per una nuova identità urbana. Le riforme dell'Ottocento avviarono un pro-

cesso di storicizzazione: ad un carnevale per nulla storico, si sovrappose una rappresentazione di libertà. Il carnevale diviene indice di grandezza cittadina ed i grandiosi ricordi della storia di Ivrea trovano linfa vitale nei successivi momenti della storia nazionale: dapprima della cultura dello Stato Sabaudo della Restaurazione, ed in seguito in un manifestarsi crescente degli entusiasmi di un Risorgimento Nazionale. La rivisitazione o l'invenzione della «leggenda del carnevale di Ivrea» va dunque collocata all'interno di quell'ampio fenomeno culturale caratterizzante l'Ottocento europeo. Per circa mezzo secolo fiorirono racconti, ballate, epici romanzi e

il 1858 segna il momento più alto di questa rivisitazione. Nel corso del galà carnevalesco fu introdotto un carro trionfale recante l'eroina della festa, la Vezzosa Mugnaia. Il carro era preceduto da araldi, trombettieri, armigeri in costume medioevali e da scudieri portanti il picco e la zappa. Dall'alto del loro cocchio dorato, le Mugnaie Eporediesi, indossati i colori del Risorgimento nazionale, attraverseranno tutto il restante Ottocento per giungere con il loro sottile fascino sino ai giorni nostri. Nella figura di Violetta si coglie dunque una esplicita allegoria volta a raccontare il sogno e le aspirazioni risorgimentali di una città della provincia eporediese di metà secolo.

L’eroina del Carnevale nell’immaginario collettivo

La leggendaria Violetta (illustrazione di Debora Grazio)

IVREA (ces) Violetta ha ispirato libri, fumetti e anche un film. Nella gallery le Vezzose Mugnaie celebrate nel nuovo Millennio (fonte l’Albo della Fondazione dello Storico Carnevale). Proprio in occasione di questa edizione, ad esempio, è stato presentato il cortometraggio «Violetta, la leggenda». Un progetto di Masterblack (videoproduzioni), edizioni Atene del Canavese e Museo dello Storico Carnevale di Ivrea, dedicato alla più importante manifestazione cittadina, che oltre ad essere una festa è storia, cultura, identità collettiva, un momento di aggregazione e solidarietà. C’è anche un libro che racconta, come nei video, l’amore per la libertà, che ha come protagonista assoluta Violetta. Scritto da Gabriella Gianotti e Franco Quaccia, vuole porre un «punto fermo» nella bibliografia carnevalesca nella ricerca di un equilibrio tra storia e leggenda. Il documentario e il cortometraggio, realizzati dal regista Andry Verga, affiancano la storia e l’antropologia. In passato la storia di Violetta è stata anche raccontata in un fumetto, realizzato dall’illustratrice Debora Grazio (nella foto un particolare a firma dell’artista eporediese).

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2010 Elisa Gusta Zanetta

2011 Irene Quaglia Ferraris

2012 Francesca Vanoni Zambolin

2013 Ileana Famiglietti Galeano

2014 Alice Boni Idone

2015 Cristina Barbara Mondino

2016 Isabella Bretti Enrione

2017 Domenica Venditti Della Bonzana

2018 Francesca Olivero Feraudo

2019 Federica Ranieri Grijuela

Si trova documentata per la prima volta nel 1858 – nel pieno del manifestarsi degli ideali risorgimentali – la presenza di quella che, da allora, è l'eroina della manifestazione: la leggenda vuole che, il giorno delle sue nozze, Violetta fosse stata trascinata nel castellazzo dal perfido tiranno, deciso a reclamare lo ius primae noctis

L’albo nel nuovo millennio Un mito nel Romanticismo dell’800 IVREA (ces) ll processo di storicizzazione del carnevale si incaricò di cercare, risalendo ad epoche ben anteriori alla rivoluzione francese, le origini dell'ansia di libertà e di lotta contro la tirannide, collocandole nelle vicende medievali che hanno interessato la città di Ivrea. In virtù della lettura in chiave romantica che, a partire dall'800, è stata data ai secoli precedenti, si è voluto connotare il cerimoniale della festa in modo che celebrasse la lotta degli eporediesi contro il dispotico marchese del Monferrato. Si trova documentata per la prima volta nel 1858 – nel pieno del manifestarsi degli ideali risorgimentali – la presenza di quella che, da allora, è l'eroina della manifestazione, la Mugnaia. La leggenda vuole che, il giorno delle sue nozze, Violetta (era questo il nome della ragazza, figlia di un mugnaio di Ivrea) fosse stata trascinata nel castellazzo dal perfido tiranno, deciso a reclamare lo ius primae noctis. Ma Violetta, novella Giuditta, riuscì a far ubriacare il nobile per poi tagliargli nel sonno la testa, dando così inizio, come recitano le parole della canzone del carnevale, «alla sollevazione popolare e all'abbattimento del maniero del tiranno».

LA SCORTA D’ONORE DELLA MUGNAIA Ha sostituito gli Armigeri come scorta di Violetta nelle uscite ufficiali, dando così adeguata collocazione storica al gruppo, ben inserito nel panorama Ottocentesco: è la Scorta d’Onore della Mugnaia. La divisa indossata dal drappello, ufficialmente Gruppo Storico Reggimento Primo Tricolore, fu tra le prime dell’Esercito Italico a fare la sua comparsa ai tempi della Repubblica Cisalpina, con berretto nero fasciato in rosso, giubba e calzoni verdi, camicia rossa e scarpe coperte da ghette bianche.


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I DIECI PICCOLI ABBA’ IVREA (ces) Nel medioevo la funzione sociale dei giovani, come detentori degli usi tipici del «mondo alla rovescia», ovvero dei giorni di carnevale, si può supporre che fosse il traino per affollare le vie di gruppi mascherati a piedi, a cavallo e sui carri. Partendo da questo sostrato di antiche reminiscenze, la festa eporediese venne ampiamente rivisitata durante il XIX secolo. Era il 1808 quando anche gli Abbà, piccoli priori delle parrocchie cittadine, vennero menzionati nel primo anno registrato sul Libro dei Verbali. Uno dei loro compiti è, nella sera del Martedì Grasso, di appiccare il fuoco allo Scarlo, issato nella piazza del proprio rione. Ed ecco gli Abbà 2020, nominati per le rispettive parrocchie, accompagnati dagli ufficiali dello Stato Maggiore: Emma Co-

minetto (ufficiale dello Stato Maggiore Valerio Donato) e Costanza Caracciolo (Pierluigi Monteriso) per la Parrocchia di San Grato; Riccardo Raga (Adriano Perucca) e Gaia Maridon (Nicola Gigliotti) per San Maurizio; Francesca Iachi Bonvin (Vito Mastrofrance-

sco) e Giulia Fragale (Antonino Bagnato) per Sant’Ulderico; Sara Nesta (Gianluca Motta) e Sofia Perino (Francesco Quagliero) per San Lorenzo; Giulia Garda (Massimo Miola) e Rebecca Ronco (Massimo Quagliero) per San Salvatore. L’ufficiale Francesco Quagliero con l’Abbà Sofia Perino

L’ufficiale Nicola Gigliotti con l’Abbà Gaia Maridon

L’ufficiale Antonino Bagnato con l’Abbà Giulia Fragale

L’ufficiale Massimo Quagliero con l’Abbà Rebecca Ronco

L’ufficiale Pierluigi Monteriso con l’Abbà Costanza Caracciolo

L’ufficiale Valerio Donato con l’Abbà Emma Cominetto

L’ufficiale Adriano Perucca con l’Abbà Riccardo Raga

L’Ufficiale Vito Mastrofrancesco con l’Abbà Francesca Iachi Bonvin

L’ufficiale Gianluca Motta con l’Abbà Sara Nesta

L’ufficiale Massimo Miola con l’Abbà Giulia Garda


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Oggi sono la «colonna sonora» del Carnevale e una delle componenti più amata e seguita da eporediesi

Il gruppo dei Pifferi e Tamburi di Ivrea deriva dall'antica tradizione dei carnevali rionali. Le «pifferate» del loro repertorio hanno i nomi delle cinque parrocchie della città. Il gruppo si riconosce nella tradizione delle bande militari

IL GRUPPO PIFFERI E TAMBURI DI IVREA IVREA (ces) Sono la colonna sonora del Carnevale di Ivrea. Sono i Pifferi e Tamburi. «Se è vero che per tutti gli eporediesi e per gli amanti di questa antica manifestazione non c’è musica più gradita e simbolica di questa gioiosa marcia militaresca, forse però non tutti sanno che ogni anno la componente sceglie un altro brano per dare il via alla manifestazione - ha spiegato Roberto Stevanella, 53 anni, entrato nel gruppo dei Pifferi e Tamburi a 14 anni sulle orme del padre e oggi presidente del sodalizio, in un’intervista raccolta sul sito della Fondazione del Carnevale di Ivrea con l’inizio della festa - Ogni 6 gennaio prima di partire ci mettiamo in cerchio in piazza di Città ed eseguiamo un brano particolarmente legato a una figura del gruppo che ci ha lasciati nell’ultimo anno, ricordiamo così ciascuno attraverso una musica amata». Tra le file di Pifferi e Tam-

buri si contano più di 40 elementi di ogni età, ma solitamente a sfilare insieme sono circa 25 persone. Il gruppo dei Pifferi e Tamburi di Ivrea deriva dall'antica tradizione dei carnevali rionali. Le «pifferate» del loro repertorio hanno i nomi delle cinque parrocchie della città. Il gruppo si riconosce nella tradizione delle bande militari: anticamente accompagnavano gli eserciti lungo le battaglie d’Europa. Persa la connotazione militare, l’accompagnamento musicale è stato adattato al corteo carnascialesco da metà ‘800. Inizialmente era composto da un drappello di suonatori, si costituì poi il «Comitato per il riordinamento dei pifferi e dei tamburini» formato dal maestro di musica Angelo Burbatti, trascrittore di tutte le suonate, da Pietro Cavallo, aiutante di campo del Generale, e da Nicola Viglio. Negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale

si raggiunse il numero di sei-otto pifferi, sei oppure otto-dieci tamburini, oltre ai due addetti alla grancassa. Attualmente si annoverano quindici pifferi, altrettanti tamburini, il portatore

ed il suonatore della grancassa. Alcune sonate del repertorio traggono ispirazione dalle marce dell’esercito piemontese di Emanuele Filiberto, restauratore dello Stato Sabau-

do nel XVI secolo. A queste, successivamente, si sono aggiunte le «monferrine», gaie e vivaci danze popolari piemontesi, alcune marce tipiche del periodo napoleonico e altre

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musiche di origine risorgimentale. Oggi sono dunque la «colonna sonora» del Carnevale di Ivrea. E sono una delle componenti più amata e seguita da eporediesi e canavesani.

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9 febbraio Ore 09.15 Fagiolate. Distribuzione dei fagioli grassi presso le Fagiolate di Bellavista (piazza I Maggio) e San Giovanni (piazza Boves). Visita del Generale, dello Stato Maggiore e dei Pifferi e Tamburi alle Fagiolate. Ore 10.40 Presa in consegna del Libro dei Verbali in piazza Freguglia. Ore 11.00 L’Angolo dei cibi del Carnevale in piazza Ottinetti. A partire dalla tarda mattinata fino alle 17.30 distribuzione di polenta e merluzzo a cura del Comitato della Croazia e fagioli grassi con la Fagiolata Benefica del Castellazzo. Ore 11.30 Prise du Drapeau in piazza di Città. Ore 14.30 Alzata degli Abbà Parrocchia di San Grato ore 15.00 Parrocchia di San Maurizio ore 15.30 Parrocchia di Sant’Ulderico ore 16.00 Parrocchia di San Lorenzo ore 16.30 Parrocchia di San Salvatore ore 17.30 Generala in piazza Città. 16 Febbraio Ore 9.00 Distribuzione dei fagioli grassi presso le fagiolate di Montenavale, Cuj dij Vigne (via Lago San Michele), Torre Balfredo (via Grandina) e Santi Pietro e Donato (via San Pietro Martire) Ore 10.00 Mercatino degli aranceri in piazza Ottinetti Ore 10.30 Parata dei carri da getto nelle vie del centro cittadino e presentazione in piazza del Rondolino Ore 12.00 Riappacificazione degli abitanti dei Rioni di San Maurizio e del Borghetto sul Ponte Vecchio Ore 12.30 Pranzo della Croazia in Borghetto. Ore 14.30 Alzata degli Abbà Parrocchia di San Grato ore 15.00 Parrocchia di San Maurizio ore 15.30 Parrocchia di Sant’Ulderico ore 16.00 Parrocchia di San Lorenzo ore 16.30 Parrocchia di San Salvatore ore 17.30 Generala in piazza Città. 20 febbraio Ore 09.00 Visita del Generale con lo Stato Maggiore, i Pifferi e Tamburi e gli Alfieri alle scuole di Ivrea Ore 14.00 Passaggio dei poteri in piazza di Città e Calzata del Berretto Frigio Ore 15.00 Partenza della Marcia, Festa dei bambini in piazza Ottinetti, Fagiolata Cuj d’via Palma (via IV Martiri) Ore 15.30 Premiazione in Sala Santa Marta dei manifesti vincitori del concorso per la realizzazione dell’immagine per il manifesto della Festa dei bambini Ore 16.15 Visita al Monsignor Vescovo Ore 17.15 Visita al Sindaco in piazza di Città Ore 17.30 Generala in piazza Città Ore 18.00 Visita del Generale e dello Stato Maggiore alla Fagiolata di via Palma (via IV Martiri) Ore 18.30 Investitura degli Oditori ed Intendenti Generali delle Milizie e Genti da Guerra del Canavese in piazza di Città Ore 21.00 Maschere in Musica nel centro storico 22 febbraio Ore 08.15 Visita del Generale, del Sostituto Gran Cancelliere e dello Stato Maggiore alle Autorità Militari. Ore 11.00 Parata della Scorta d’Onore della Mugnaia Ore 12.00 Presentazione della Scorta d’Onore della Mugnaia al Generale in piazza di Città. Ore 21.00 Presentazione della Vezzosa Mugnaia dalla loggia esterna

del Palazzo Municipale Ore 21.30 Marcia del Corteo Storico, fiaccolata goliardica e sfilata delle squadre degli aranceri a piedi in Lungo Dora in onore della Vezzosa Mugnaia (percorso: piazza di Città, via Arduino, piazza Maretta, via Guarnotta, Ponte Vecchio, via Gozzano, piazza Lamarmora, corso Nigra, corso Cavour, corso Gallo, corso Botta, piazza Balla, via Palestro, piazza di Città) Ore 22.30 Spettacolo pirotecnico sul Lungo Dora in onore della Vezzosa Mugnaia Ore 23.00 Ballo in Piazza di Città e conclusione in Municipio con il brindisi e la Canzone del Carnevale 23 febbraio (Ingresso a pagamento € 10 dalle ore 08.00 alle ore 16.30) Ore 09.00 Fagiolate Distribuzione dei fagioli grassi presso le Fagiolate del Castellazzo (piazza Maretta), San Lorenzo (Ex Polveriera), via Dora Baltea e San Bernardo (piazza della Chiesa). Ore 09.30 Giuramento di Fedeltà del Magnifico Podestà in piazza Castello. Ore 10.00 Visita della Mugnaia e del Generale alla Fagiolata Benefica del Castellazzo in piazza Maretta. Ore 10.30 Preda in Dora sul Ponte Vecchio Ore 13.00 Inquadramento dei Carri da getto in corso M. d’Azeglio per verifiche e controlli. Ore 14.00 Inizio della Marcia del Corteo Storico da piazza di Città e sfilata dei Gruppi Storici ospiti (percorso: piazza di Città, via Arduino, piazza Gioberti, via Guarnotta, Ponte Vecchio, via Gozzano, piazza Lamarmora, corso Nigra, corso Cavour, corso Re Umberto, corso Gallo, corso Botta, piazza Balla, corso Massimo d’Azeglio, via IV° Reggimento Alpini, via Cascinette, corso Massimo d’Azeglio, piazza Balla, via Palestro, piazza di Città). Battaglia delle arance Le nove squadre a piedi danno vita alla Battaglia delle arance con i tiratori sulle Pariglie e sui Tiri a quattro suddivisi in due percorsi: interno (piazza Ottinetti e piazza di Città) ed esterno (Borghetto, piazza del Rondolino passando da Lungo Dora e piazza Freguglia). Ore 17.30 Generala in piazza di Città. 24 febbraio Ore 09.30 Zappate degli Scarli Ore 9.30 Parrocchia di San Maurizio Ore 10.00 Parrocchia di Sant’Ulderico Ore 10.30 Parrocchia di San Lorenzo Ore 11.00 Parrocchia di San Salvatore Ore 11.30 Parrocchia di San Grato Ore 12.30 L’Albero della Libertà in piazza di Città a cura de I Citoyens de la Ville d’Ivrée. Ore 13.00 Trofeo Pich e Pala in piazza di Città. Inquadramento dei Carri da getto in corso M. d’Azeglio per verifiche e controlli. Ore 14.15 Marcia del Corteo Storico a piedi per la visita alle Squadre degli aranceri: Tuchini del Borghetto, Mercenari, Diavoli, Pantere, Credendari, Scacchi, Arduini, Asso di Picche e Morte. Battaglia delle arance Ore 17.30 Generala in piazza di Città. Al termine del giro i Pifferi e Tamburi eseguono la Generala in onore del Generale. Ore 20.00 Degustazione di merluzzo con cipolle appena fritti presso la sede del Comitato della Croazia. Ore 21.00 Concerto Fanfara Polizia di Stato nel centro storico. 25 febbraio

Terzultima Domenica di Carnevale Ore 11.30 Prise du Drapeau in piazza di Città (antica cerimonia militare della consegna della bandiera) e parata dello Stato Maggiore e dei Pifferi e Tamburi.

Penultima Domenica di Carnevale Ore 10.00 Mercatino degli aranceri in piazza Ottinetti e poi alle 10.30 Parata dei carri da getto nelle vie del centro cittadino e presentazione in piazza del Rondolino dalle 9,30 in corso Massimo d’Azeglio

Giovedì Grasso Festa dei bambini in piazza Ottinetti con giochi organizzata da J’Amis ad Piassa d’la Granaja. E alle 21 Maschere in Musica nel centro storico

Sabato sera Alle 21.30 fiaccolata goliardica e sfilata degli aranceri (percorso: piazza di Città, via Arduino, piazza Maretta, via Guarnotta, Ponte Vecchio, via Gozzano, piazza Lamarmora, corso Nigra, corso Cavour, corso Gallo, corso Botta, piazza Balla, via Palestro, piazza di Città)

I fuochi d’artificio Alle 22.30 di sabato sera spettacolo pirotecnico sul Lungo Dora in onore della Vezzosa Mugnaia e alle 23 ballo in Piazza di Città

La battaglia delle arance Da domenica a martedì Battaglia delle arance: le nove squadre a piedi danno vita alla lotta con i tiratori sulle pariglie e quadriglie

Ore 13.00 Inquadramento dei Carri da getto in corso M. d’Azeglio per verifiche e controlli. Ore 14.00 Inizio della Marcia del Corteo e Battaglia delle arance Ore 17.45 Premiazione delle Squadre degli aranceri e dei carri da getto in piazza di Città Ore 20.00 Partenza del Corteo Storico per l’abbruciamento degli Scarli delle Parrocchie di San Maurizio, Sant’Ulderico e San Lorenzo Ore 21.30 Parrocchia San Salvatore alla presenza della Vezzosa Mugnaia in piazza di Città Ore 22.15 Abbruciamento dell’ultimo Scarlo, Parrocchia di San Grato in piazza Lamarmora Marcia funebre Ore 22.45 Arvédze a giòbia ‘n bot in piazza Ottinetti Ore 23.00 Verbale di chiusura in piazza di Città 26 febbraio Ore 11.00 Tradizionale distribuzione di polenta e merluzzo organizzata dal Comitato della Croazia in piazza Lamarmora


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LE FAGIOLATE DELLA CITTA’ IVREA (oga) Le fagiolate a Ivrea si distribuiscono nelle varie domeniche di carnevale. Bellavista Si inizia dalla periferia, nella terzultima domenica con la grandiosa distribuzione di Bellavista, in viale Kennedy davanti al circolo Endas, dalle 9.30. Gli organizzatori possono contare almeno su 22 grandi paioli e, nel 2011 hanno distribuito almeno 15.000 razioni. L’assaggio alle 20.30 del sabato precedente. San Giovanni La stessa domenica si tiene anche la Fagiolata del quartiere san Giovanni, iniziata nel 1984 per offrire una occasione in più nel nuovo quartiere agli abitanti appena insediati. Ora inizia con la questua dell’epifania e si realizza con la distribuzione a partire dalle 9:30. Montenavale La penultima domenica sono tra-

dizionali le fagiolate di Montenavale Nata da un gruppo di amici della zona, accoglieva anche Elena e Adriano Olivetti. Ormai dopo varie vicende, riesce a distribuire nelle ultime edizioni 800 chili di fagioli e, a partire dalla domenica alle Cuj dij Vigne. Nata nel 1976 e facente parte dello Storico Carnevale di Ivrea, la fagiolata Cuj dij Vigne distribuisce fagioli agli abitanti di Moncrava e Canton Gabriel. Tradizionalmente la distribuzione avveniva nel piazzale davanti alla trattoria di Modina. Dopo la ristrutturazione del locale ha trovato posto poco prima proprio sulla riva del lago. Torre Balfredo Anche la frazione di Torre Balfredo da lungo tempo ha la sua fagiolata, organizzata - ormai da più di 35 anni dalla locale società bocciofila. Davanti a Casa Giuseppina, in via Frandina, dalle 10.30.

San Pietro Martire e san Donato Storico Carnevale di Ivrea, ritorna la fagiolata sospesa. Riprende, con il nome nuovo di Fagiolata dei Santi Pietro e Donato la tradizione della Fagiolata di Via San Pietro Martire. Una tradizione nata nel 1973, e ripresa dopo alterne vicende. La distribuzione avviene nei consueti spazi. Via Palma Un’altra fagiolata sta entrando a pieno diritto nell’elenco delle manifestazioni del Carnevale ed è quella ‘D Cuj ‘d via Palma. La degustazione e distribuzione avvengono il Giovedì Grasso dalle ore 16 (dopo il passaggio del Generale) in via IV Martiri (via Palma). Dopo il passaggio del Generale e del Corteo Storico che si reca in Duomo per la visita a Monsignor Vescovo prende vita la distribuzione, un momento intimo e particolarmente sentito dalla citta-

UN PO’ DI STORIA SU UNA TRADIZIONE CHE AFFONDA LE RADICI NEL MEDIO EVO IVREA (oga) Sicuramente le fagiolate hanno un riferimento storico che possiamo ritrovare nel basso medioevo. Una forma di solidarietà diffusa e di inclusione era certamente rappresentata dalla colletta di legumi e di altre cibarie e la successiva distribuzione in occasione delle feste. Erano le confraternite - quelle

associazioni di laici organizzate per un qualche fine sociale e religioso insieme - che si occupavano di queste partecipatissime occasioni di condivisione. I confratelli o coloro incaricati per questo giravano per il paese o il rione con un carro, su cui a volte salivano musici o imbonitori per attirare l’attenzione, e racco-

glievano ceci, fagioli, ma anche salumi, lardo, frutta, un poco di vino. Ognuno donava secondo le sue possibilità nelle diverse occasioni. Che in verità erano molte così come la fame e la povertà era molta e diffusa. Si raccoglieva per distribuire. Le fagiolate hanno origini più recenti e, fra tutte dobbiamo fare riferi-

dinanza. Castellazzo Nella domenica di Carnevale hanno luogo le altre. La Fagiolata del Castellazzo, fin dai primi documenti dei giornali dell’epoca si trovano tracce del «benefico Disne ‘d beneficensa» in piazza Maretta, in data 3 marzo 1878. da allora la fagiolata è stata una sicurezza per chi doveva ricorrere al suo aiuto per un pranzo di festa, almeno a Carnevale. distribuzione domenica di Carnevale ore 8 in piazza Maretta. San Lorenzo La fagiolata di San Lorenzo prevede la degustazione il sabato di Carnevale dalle alle 22 e distribuzione domenica nella ex Polveriera in via Lago San Michele. La fagiolata nasce nel 1967 nel quartiere San Lorenzo grazie all'iniziativa dei Coscritti di allora. Quartiere Dora Baltea

In programma per la fagiolata di via Dora Baltea ci sono degustazione sabato di Carnevale alle 21.30 e distribuzione domenica di Carnevale alle 10.30 in via Dora Baltea. La fagiolata nasce nel 1969 nel quartiere di Via Dora Baltea presso le case degli operai della Montefibre: per questo da molti in città è conosciuta come fagiolata Montefibre. San Bernardo Infine la fagiolata di San Bernardo prevede la distribuzione la domenica di Carnevale alle 11 in piazza della Chiesa. La fagiolata di San Bernardo nasce grazie all’iniziativa dei coscritti fin dall’inizio del secolo scorso. Nel corso del tempo il testimone dell’organizzazione passa dai coscritti alla Pro loco, che dal 2003 tiene viva la distribuzione e ha provveduto ad inserirla a pieno titolo nella programmazione dei vari eventi che nell’anno animano il quartiere.

mento a quella storia del Castellazzo, che h nel nome la determinazione di benefica, proprio perché nata e sempre mantenuta attorno ad un nucleo di solidarietà. La lunga coda dei poveri infatti si è snodata attorno ai banchi che la società eporediese per mano dei confratelli fagiolai aveva organizzato nel corso di tutti questi anni, Interrotti è vero dalla guerra, ma subito ripresa, già nel 46, grazie - in quegli anni - alla solidarietà che la Olivetti e le altre aziende non avevano fatto mancare agli organizzatori, sia concedendo le attrezzature (i paioli, do-

po che quelli vecchi erano andati «alla patria») e anche provviste, fagioli, pane, salumi e vino, poi distribuiti ai questuanti, peraltro molto numerosi. Oggi, delle antiche fagiolate, restano la questua (soldi in cambio di buoni) e la tradizione di un cibo comune da consumare insieme. Nessuno porta più le tofeje colme di cotiche, prejve e fagioli nel forno del panettiere del rione e il rito della partecipazione alla fila con la pentola a pressione o di tegami simili resta l’unica occasione per gustare questa specialità canavesana.


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I sapori del Carnevale...

IVREA (ces) Il getto delle arance affonda le sue radici a metà Ottocento. Nel Medioevo, erano, invece, i fagioli i protagonisti della battaglia. Si narra infatti che due volte all’anno il feudatario donasse una pignatta di fagioli alle famiglie povere e queste, per disprezzo, li gettassero per strada. Gli stessi legumi erano anche utilizzati in tempo di carnevale, come scherzosi proiettili da lanciare addosso ad improvvisati avversari. Nell’Ottocento insieme a coriandoli, confetti, lupini e fiori, le ragazze lanciavano dai balconi, mirando le carrozze del corteo carnevalesco, qualche arancia, all’epoca un «aristocratico» frutto esotico proveniente dalla Costa Azzurra. I destinatari erano giovincelli dai quali le stesse ragazze volevano essere notate. Dalle carrozze si iniziò a rispondere scherzosamente a tono e, poco a poco, il gesto di omaggio si trasformò in duello. Dal manifesto del Carnevale del 1854 si apprende, ad esempio, che il Generale Panietti ordinò: «Per il buon andamento della festa negli ultimi tre giorni è vietato di gettare aranci od altro simile con veemenza». Ma il divieto nei tempi a seguire non trovò applicazione, anzi il getto si trasformò in un vero e proprio combattimento testa a testa tra lanciatori dai balconi e lanciatori di strada. Solo dal secondo dopoguerra con la nascita della prima squadra di aranceri la battaglia assunse i connotati attuali seguendo regole ben precise. La Battaglia vive su modalità cavalleresche non scritte, condivise da tutti i partecipanti, che garantiscono l’incolumità generale (a parte qualche inevitabile occhio nero), e mantengono il confronto sul livello di una vera e propria sfida «sportiva» nella quale alla fine chi è più bravo (e tira più arance con maggior intensità), vince.

Altre delizie locali

IVREA (ces) Il sipario sullo Storico Carnevale di Ivrea cala il Mercoledì delle Ceneri (quest’anno il 26 febbraio). Alle 11 in piazza Lamarmora è in pro-

gramma la tradizionale distribuzione di polenta e merluzzo, organizzata dal Comitato della Croazia. La distribuzione dei buoni avviene nella sede del

Comitato della Croazia (in vicolo del Forno 6) oppure direttamente in piazza Lamarmora, fino ad esaurimento porzioni. Polenta è merluzzo è il

piatto che «saluta» il Carnevale. E la sua distribuzione è una tradizione che risale alla seconda metà del Cinquecento: ogni rione, su iniziativa dei cittadini, nel primo giorno quaresimale cucinava un po’ di polenta accompagnata da merluzzo e cipolle, per rispettare il giorno di magro. Al termine della Seconda Guerra Mondiale il Comitato della Croazia fece sua questa iniziativa, conferendole un carattere benefico. L’alba del mercoledì delle Ceneri vedrà all’opera i «polentai» per cuocere da 1.200 a 1.400 chilogrammi di fumante polenta. La visita di Mugnaia e Generale, accompagnati solitamente dalle autorità civili e religiose cittadine, apre ufficialmente la distribuzione e, in un paio d’ore al massimo, vengono distribuite oltre tremila razioni. Da bere? Durante i giorni di carnevale non manca mai il vin brulé.

Il dolce inventato dallo Chef IVREA (ces) Lo chef Giorgio Cambursano l’anno scorso ha ideato il TiraranciaSù, la rivisitazione del classico tiramisù con degli ingredienti quasi a chilometri 0. Succo d’arancia, Erbaluce di Caluso Passito, savoiardi e crema al mascarpone con arance candite, per un dolce assaggio confezionato in finger food.

La Torta Novecento IVREA (ces) La «Torta 900» è un simbolo della città, nata alla fine del XIX secolo dal pasticcere di Ivrea Ottavio Bertinotti. La ricetta è segreta ancora oggi e appartiene alla famiglia di Umberto Balla che nel 1972, dopo circa settanta anni dalla sua creazione, rilevò il laboratorio e il brevetto.

Gli Eporediesi IVREA (ces) Gli Eporediesi (oltre ad essere gli abitanti della città) sono anche i biscotti tipici di Ivrea. Buonissimi sono preparati senza farina e lievito nell’impasto. All’esterno sono croccanti, mentre sono morbidi all’interno.

Le Polentine di Ivrea IVREA (ces) E’ un dolce rivestito da una sottile crosta friabile. Al suo interno è caratterizzato da una pasta fragrante. Della polenta ha lo stesso colore giallo-oro brillante e la forma che ricorda, in miniatura, quella di una appena versata dal tegame sul tipico asse di legno. L’ingrediente di base è proprio la farina di méliga. Tra gli altri: burro, tuorlo d’uovo, fecola, zucchero e scorza di limone grattugiata. Poi miele, succo d’arancia o limone, e granella di nocciole, oltre all’uvetta candita.


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U N I TÀ P R O D U T T IVE d’eleganza Una esclusiva pavimentazione esterna che unisce la L’effetto di una pavimentazione in pietra naturale, Pavimentazione tecnologia delle lastre in calcestruzzo all’eleganza della nell’aspetto estetico, nella tecnica di posa a martello e DOMUS Via Pratisecchi, 32 10015 Ivrea (TO) pietra naturale. nella gamma cromatica. EcoPavè è un cubetto di “pietra d’eleganza Una esclusivaGrazie pavimentazione esterna che unisce la L’effettoricostruita” di una pavimentazione in pietra a questo connubbio, Piedra è particolarmente ottenuto mediante unnaturale, equilibrato dosaggio delle lastre in calcestruzzo all’eleganza della nell’aspetto nella tecnica posa ea dimensione martello e conPIP CIVAestetico, - ghiaie Via Cigliano Area 10010 Albiano d’Ivrea (TO) indicata per la riqualificazione di piazze e viali presenti tra diverse per di qualità leganti - tecnologia pietra naturale. nella gamma cromatica. è un cubetto di “pietra elaborato a in contesti di pregio storico o nella realizzazione di cementizi EcoPavè ad alta resistenza, pressovibrato Grazie a questo Piedra particolarmente (TO) ricostruita” ottenuto mediante un dosaggio OLLEARO Strada Statale 228, 114 - connubbio, 10010 Piverone modenre aree urbane eè metropolitane. spacco conequilibrato macchinari di nuova tecnologia. indicata per la riqualificazione di piazze e viali presenti tra ghiaie diverse per qualità e dimensione con leganti cementizi ad alta resistenza, pressovibrato elaborato a spacco con macchinari di nuova tecnologia.

MASSELLI MASSELLI

BLOCCHI BLOCCHI

in contesti di pregio storico o nella realizzazione di modenre aree urbane e metropolitane.

MANUFATTI MANUFATTI


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