Speciale Salute
SABATO 4 FEBBRAIO 2017
La Gazzetta della Martesana
A cura di Publi(iN) Tel. 039.9989.1
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IMPLANTOLOGIA A CARICO IMMEDIATO, CE NE PARLA IL DOTTOR PAOLO CAVELLINI
Sorridere a sole 48 ore dalla riabilitazione: oggi si può! Risultati rapidi e duraturi nel tempo che restituiscono alla bocca la piena funzionalità e la miglior estetica (afm) Gli impianti dentali post-estrattivi a carico immediato sono quanto di meglio oggi l’odontoiatria sia in grado di mettere a disposizione a tutti quei pazienti che, a causa delle patologie legate alla placca batterica (parodontite, carie) o a traumi hanno perso gli elementi dentari delle arcate compromettendo così la funzionalità della bocca e l’estetica del sorriso. Parliamo dei loro vantaggi con il dottor Paolo Cavellini, medico odontoiatra esperto in parodontologia, implantologia e protesi dentaria, ogni giorno al lavoro negli studi Vito e Nadia Mezzena presenti in Lombardia. - Dottore, è vero che con gli impianti dentali post-estrattivi si riescono a risolvere anche i casi più complicati? «Confermo. Molte sono le persone che per diversi motivi risultano avere condizioni di perdite dentali parziali o addirittura totali e che grazie a queste radici artificiali possono ritornare a masticare e a sorridere. Con le innovative tecniche chirurgiche oggi a disposizione dell’implantologo e grazie alle più avanzate tecniche riabilitative protesiche si è in grado di risolvere la maggioranza dei casi, dai più semplici ai più complessi, in tempi ridotti con risultati sensibilmente migliorativi, minori complicanze e riduzione dei costi rispetto al passato». - E conferma anche che bastano 48 ore per ottenere questo straordinario risultato? «Certo, l’esito più eclatante del percorso terapeutico è proprio questo. Indipendentemente dal grado di compromissione delle arcate (che possono anche essere completamente senza denti, ndr) i pazienti ritornano a sorridere e masticare entro le 48 ore dalla
Chi è il dottor Paolo Cavellini (afm) Il dottor Paolantonio Cavellini dal 1994 ad oggi dirige gli Studi Dentistici “Vito e Nadia Mezzena“ con diverse sedi sul territorio. Dopo una lunga formazione in Parodontologia, Implantologia e Protesi dentaria con i maggiori esperti internazionali, dal 2008 frequenta corsi di aggiornamento di «Advancing Dentistry» presso il Kois Center di Seattle USA, centro di eccellenza mondiale in riabilitazioni occlusali, protesiche fisse ed implanto- protesiche, presso il quale nel 2012 ottiene il titolo di «Graduate» e di «Prosthodontist Recognised Specialist» e nel 2015 quello di «Mentor» ed è membro attivo del «Kois Center Alunni». Nella pratica professionale si dedica esclusivamente a riabilitazioni implantari e dento-protesiche. chirurgia. Non è un miracolo, ma una metodica scientificamente testata e documentata, che si basa sui tempi della guarigione ossea, sfruttando la stabilità primaria della radice artificiale posizionata in bocca e misurata con la macchina utilizzata per inserire l'impianto. La corretta stabilità primaria, ovvero la forza impressa nell'avvitamento dell’impianto espressa in newton-centimetri (NC), è la chiave del successo della terapia, perché permette di protesizzare l'impianto stesso, mettendo il paziente nelle condizioni di poter masticare immediatamente». - Com’è possibile questo miracolo? «Attraverso la tecnica del carico immediato che sfrutta la finestra temporale di stabilità primaria compresa tra 0 e 72 ore. In questa fase è possibile finalizzare l'impianto senza rischi di interferire nella guarigione dell'osso che inizia dopo
le 72 ore. Anche in caso di estrazioni dentarie multiple o totali l'atto chirurgico è unico, con il posizionamento delle radici artificiali e le rilevazioni di impronte per la realizzazione del manufatto protesico, consentendo al paziente di subire in una singola seduta tutte le fasi di una riabilitazione orale complessa, con una limitazione nell'assunzione dei farmaci e riduzione delle complicanze post operatorie che con le precedenti tecniche venivano moltiplicate per il numero delle sedute». - Quali sono i passi da compiere prima di procedere con l’intervento? «Bisogna eliminare le cause che hanno determinato la parodontite e/o le lesioni cariose, cioè i batteri. Proprio questi ultimi, infatti, provocano le principali patologie odontostomatologiche. I batteri proliferano più velocemente all’interno del cavo orale grazie all’umi-
dità costante e alla temperatura corporea presente di circa 37 gradi. I danni causati sono di due tipi possono colpire i denti, inducendo le lesioni cariose (danni alla struttura dentale), e/o al parodonto (tutto ciò che circonda il dente, gengiva, legamento ed osso) provocandone un’infiammazione cronica, definita gengivite qualora l’infiammazione sia superficiale e le gengive si presentino più gonfie, scure e sanguinanti. Si parla invece di parodontite, qualora la compromissione sia più profonda e vada ad intaccare l’osso». E come si rimuovono i batteri? «Attraverso la terapia causale che ha come scopo il raggiungimento di due obiettivi. Il primo è quello di rimuovere placca e tartaro sopra e sotto-gengivale; questo viene svolto dall’odontoiatra/igienista durante le sedute in ambulato-
rio. Il secondo obiettivo è quello di insegnare al paziente le manovre di igiene orale per la rimozione quotidiana della placca. La terapia si svolge in numero di sedute variabile da un minimo di 2 fino ad un massimo di 6 in relazione ai denti rimasti e alla gravità del caso. Salvo casi particolari, le sedute hanno frequenza settimanale. In seguito a essa, che normalmente si fa una volta nella vita, il paziente entra in un programma di mantenimento personalizzato, ossia richiami di igiene orale prima mensili e poi ogni 3-6 mesi in base alla gravità della compromissione, in cui si valuta come sta lavorando a casa e si controlla la carica batterica». Fatto questo si procede con l’intervento? «Grazie alla terapia causale e con i supporti diagnostici radiografici (status RX, T.A.C.), nonché i modelli studio del caso, si pianifica un piano di trattamento, che può comprendere varie terapie per curare ripristinare i denti esistenti mantenibili o sostituirli con impianti dentali. La riabilitazione protesica può essere su impianti e/o su denti naturali. Rappresenta la conclusione delle terapie odontoiatriche, essendo la fase di ripristino della funzione e/o dell’estetica successiva al danno o alla perdita di uno o più elementi dentali naturali». - Ci spiega invece in cosa consiste la tecnica flap-less? «Tradotto dall’inglese “flap-less” significa “senza lembo” ed è una procedura che rappresenta senza dubbio un ulteriore passo in avanti nel mondo dell’odontoiatria. Essa permette il posizionamento degli impianti senza esporre come una volta la cresta ossea cioè non usando più
nè il bisturi, nè le suture. Tutto ciò favorisce il decorso post-operatorio limitando i disagi e soprattutto i trattamenti a rischio per quei pazienti con problemi della coagulazione sanguigna determinati da varie patologie metaboliche o che assumono quotidianamente farmaci per problemi cardiaci o vascolari, riducendo enormemente il rischio di emorragie post operatorie e nei casi più gravi senza l'interruzione delle terapie farmacologiche». Dato per acquisito che con la tecnica a carico immediato si riconquista la piena funzionalità della bocca, che ne è dell’estetica? Il sorriso ritrovato ha davvero un aspetto naturale? «Certamente. Il posizionamento dell'impianto nella fase post estrattiva non solo riduce tempi e disagi al paziente ma ne migliora notevolmente il risultato estetico, poiché nella successiva fase di riabilitazione protesica, anch’essa realizzata con tecniche avanzate, è impedito il collassamento e la conseguente perdita dei tessuti molli che erano sostenuti dalla parte sopra ossea del dente estratto». Allora siamo davvero di fronte a una grande conquista per la salute della bocca! «Si tratta di un grande passo in avanti perché riduce enormemente i tempi rispetto alle tecniche degli ultimi vent’anni. Esteticamente il lavoro è più efficace con contemporanea riduzione di costi, tempi e disagi per il paziente e grazie all’indispensabile valutazione dei rischi una prognosi a lungo termine più affidabile e predicibile». E il prezzo? «Oggi recuperare il proprio sorriso più naturale è agevole, sicuro e, dettaglio fondamentale in periodo di crisi, sostenibile dal bilancio famigliare».
IL CASO CLINICO Paziente femmina di 50 anni soggetta ad una parodontite cronica (piorrea) aggressiva, risulta avere gli elementi di entrambe le arcate dentarie compromessi da un severo riassorbimento osseo orizzontale. Dopo essere stata sottoposta al protocollo di terapia causale (igienizzazione profonda e settoriale con insegnamento di tecniche di mantenimento di igiene domiciliare). Visionato lo status radiografico, la tac dentalscan e i
modelli studio, la paziente viene sottoposta alla riabilitazione chirurgica implanto-protesica; in un unica mattinata sono stati estratti i denti di entrambe le arcate ormai compromessi, sono stati inseriti gli impianti (le radici artificiali) e al loro posto, raggiunta la stabilità primaria delle radici artificiali, è stata eseguita l’impronta. Rilevate le relazioni occlusali, due giorni dopo le sono state consegnate le protesi totali fisse avvitate sugli impianti
SORRISO INIZIALE
SORRISO LATERALE INIZIALE
SORRISO A 48 ORE DALL’INTERVENTO
SORRISO LATERALE A 48 ORE DALL’INTERVENTO
Centri di Odontoiatria Avanzata Dir. Dott. Paoloantonio Cavellini
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