Speciale Carnevale 2017

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SABATO 25 FEBBRAIO 2017

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Il Programma Si parte coi bimbi in piazza Libertà e si prosegue fino a notte inoltrata con il rogo, i fuochi e tanta musica TREZZO (lzm) Una «Meraviglia italiana» ancora una volta si appresta a farsi ammirare in tutto il suo splendore, diventando ogni anno sempre più bella. Manca solo una settimana al «Povero Piero», tradizionale Carnevale trezzese, inserito nel progetto «Meraviglia italiana» (che mira a valorizzare manifestazioni, location e monumenti sparsi nella nostra Penisola), sito al 14esimo posto dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali fra i 70 Carnevali storici d’Italia, e già sulla Torre viscontea in questi giorni è apparso, proiettato, il cartellone dell’evento. Anche quest’anno il fantoccio di paglia, «Piero», sarà bruciato di notte su di una piattaforma sul fiume Adda per festeggiare il Carnevale (si comincia questo weekend con la sfilata dei carri degli oratori di Trezzo e Concesa) e la fine della stagione invernale, tra fuochi d’artificio e musiche tematiche. E l’edizione del 2017 è ispirata alla frase «Chi vuole esser lieto: sia», presa da un celebre verso dei Canti carnascialeschi di Lorenzo de’ Medici (Signore di Fi-

renze a metà del 1400). E la festa anche stavolta, non aspetterà la notte per animarsi, prenderà vita nelle prime ore del prossimo sabato pomeriggio e i primi a goderne saranno i piccoli. «Come lo scorso anno, anche stavolta il Carnevale è a misura di bambino ha spiegato l’assessore alla Cultura Francesco Fava - Si comincia alle 15 con la sfilata delle mascherine davanti al carro che trasporterà il fantoccio da piazzale Gorizia fino a piazza Libertà». Ovviamente l’allegra processione non poteva che essere accompagnata dalla musica. «Quest’anno abbiamo invitato “I Gioppini di Bergamo”, gruppo folkloristico che suona strumenti non convenzionali ricavati da tubi di vecchie stufe a legna, grammofoni, imbuti, telai di biciclette, pezzi di motore, bidoni metallici», ha spiegato Fava. Poi in piazza per i bimbi ci sarà anche lo spettacolo delle marionette. Dopodiché alle 20.30 sarà la volta degli adulti dare vita al Carnevale con la sfilata che partirà da via Guarnerio e sarà accompagnata sia

CULTURA L’assessore alla Cultura Francesco Fava, posa di fronte alla mitica torre del Castello Visconteo dove in questi giorni, quando fa buio, viene proiettato il manifesto dell’edizione 2017 del Povero Piero. La manifestazione è in programma sabato prossimo, 4 marzo, dalle 15 con la sfilata delle mascherine e si concluderà a notte inoltrata con musica fuochi artificiali e l’immancabile rogo

da «I gioppini di Bergamo», che dal Corpo musicale cittadino parrocchiale. La baldoria continuerà fino alle 22 quando il fantoccio sarà portato al centro del fiume, attraverso una zattera, e gli sarà dato fuoco grazie ai dardi infuocati lanciati dagli «Arcieri del Bernabò». «Proprio in quel momento partiranno i fuo-

chi d’artificio, accompagnati da una colonna sonora che seguirà passo passo le coreografie pirotecniche (si potranno ammirare anche in cima alla torre del Castello visconteo su prenotazione, a pagamento, contattando la Pro Loco) - ha spiegato Fava - Dopodiché la festa proseguirà in centro con la musica suo-

nata dai Dj del Km33 con revival anni ‘70 e ‘80. Mentre ci sarà il tradizionale banchetto delle leve (quest’anno tocca ai nati nel ‘77 che compiono quarant’anni, ndr) dove verranno distribuite bevande per raccogliere fondi da devolvere alla fine dell’anno in beneficenza».

Martino Lorenzini


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IL FANTOCCIO Anche quest’anno è stato realizzato dai volontari della Pro Loco

Quattrocento chilogrammi di passione finiranno in cenere al centro del fiume TREZZO (lzm) Dopo il guerriero longobardo, quest’anno il fantoccio del Povero Piero cambierà radicalmente registro. E’ ancora una sorpresa, ma ormai alcune indiscrezioni sono trapelate dal laborator io segreto di via Baracca dove ogni volta, da ormai diversi anni a questa parte, il fantoccio del Povero Piero prende forma. Da l l’u l t ima settimana di gennaio, nel capannone del Comune alla guida del capomastro Mario Panzeri i volontari (c’è anche Giuseppe Fumagalli che fornisce la paglia per imbottire il fantoccio e il trattore per tirare il carretto) della Pro Loco Beppe La Ferla, Carlo Formentoni, Francesco Perlini, Fabio Pesenti, Ivan Ballarin, Luca Adoumer e il suo presidente Luca Ratti, hanno lavorato di notte per realizzare un fantoccio alto quattro metri, largo due e pesante ben 400 chilogrammi, fra struttura in legno, chiodi, rivestimento in Juta e stoffa multicolore. «Rispetto allo scorso anno il fantoccio è più basso, perché quello di quest’anno è in posizione seduta - ha spiegato Luca Ratti - Però è sicuramente più pesante e dovrebbe anche essere dotato di un movimento semi-automatico. Tra l’altro, è da diverse edizioni che avevamo intenzione di farlo e devo dire che questa volta cadrà proprio a pennello». Dagli indizi lasciati trapelare dai diretti interessati si sa che il tema di quest’anno è ispirato alla frase «Chi vuol esser lieto, sia», presa dalla «Canzona di Bacco» di Lorenzo de’ Medici e che, pur avendo, come il suo predecessore, un aspetto bellicoso, sarà un «auspicio di pace», ha promesso Ratti. Di certo anche stavolta c’è stata la passione e l’impegno che i volontari della Pro Loco

Il suo aspetto non è ancora stato svelato, ma qualche indiscrezione è trapelata dal laboratorio segreto di via Baracca dove da tre settimane sta lavorando il team guidato dal capomastro Mario Panzeri: «pur avendo un aspetto bellicoso, sarà un auspicio di pace»

VOLONTARI Sotto il gruppo di volontari della Pro Loco che anche quest’anno ha lavorato assiduamente per tre settimane nel capannone del Comune in via Baracca per allestire il fantoccio del Povero Piero. A fianco immortalati lo scorso anno. Foto di Rino Tinelli

hanno profuso per realizzare al meglio il fantoccio destinato a finire al rogo. Basti pensare che Fabio Pesenti, che da tempo si occupa di dipingere la struttura, per rifinire al meglio i dettagli anche quest’anno si è portato a casa la testa del Povero Piero, di modo da lavorare con calma, in casa, sull’opera, destinata come al solito a finire incenerita. «Giunto da piazza

Libertà fino alla Canottieri, passando per via Valverde, il fantoccio del Povero Piero sarà portato su una zattera trainata da un’imbarcazione al centro del fiume Adda - ha ripreso Ratti - Dopodiché, grazie alla maestria della “compagnia del Bernabò” di Fabrizio Fodera, il gruppo di arcieri trezzesi lancerà dardi di fuoco dalla sponda per colpire il fantoccio».

E chi volesse gustarsi questo spettacolo dalla suggestiva veduta della cima della Torre viscontea, grazie alla Pro Loco potrà farlo anche quest’anno. «Purtroppo ci sono soltanto quaranta posti disponibili - ha spiegato Ratti - Quindi, è necessario prenotarsi (il servizio è a pagamento, ndr), scrivendo una email a info@prolocotrezzo.com.

Martino Lorenzini


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La sua storia è antica

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AL ROGO L’epilogo dell’edizione del 1978 del Povero Piero, foto dall’archivio di Rino Tinelli

Così i trezzesi esorcizzavano i soprusi perpetrati dai potenti

TREZZO SULL’ADDA (lzm) «In più di un secolo (accertato) di vita il Povero Piero ha mantenuto intatto, nella sostanza, il rito che lo ha sempre caratterizzato e che in pratica si può ricondurre al rogo del fantoccio». Così Roberto Solcia scriveva nel saggio intitolato: «Il Povero Piero: origini e significato del Carnevale a Trezzo». Storici e archivisti, per risalire alle testimonianze sicure che attestavano la presenza di una manifestazione popolare nel periodo carnevalesco agli ultimi anni del secolo scorso, si sono dovuti affidare alle testimonianze dirette dei vecchi trezzesi. «Un pupazzo di paglia, quanto più possibile umanizzato nelle sembianze, veniva portato in corteo su di un carretto e quindi bruciato tra danze e canti in quello

che è l’attuale centro del paese, ovvero piazza Libertà (negli anni Venti la festa si è spostata poi in Valverde) - è citato nel saggio - La serata si concludeva poi col tradizionale albero della cuccagna». Inizialmente erano i contadini a organizzare la manifestazione e cominciavano a prepararla già nei giorni precedenti il Natale. Col passare degli anni insieme al fantoccio hanno iniziato a sfilare dei carri di contorno che rappresentavano le stagioni o i vari mestieri. Il pupazzo nel tempo ha assunto diverse fattezze, un fattore, un potente proprietario terriero, o qualsiasi altro personaggio che simbolicamente rappresentasse una forma di potere che veniva sbeffeggiato e poi simbolicamente messo al rogo.

E la collocazione del Povero Piero il sabato successivo al Martedì grasso in passato ha creato qualche attrito con la Chiesa locale. Pur trovandosi in Provincia di Milano, infatti, la parrocchia di Trezzo ha sempre osservato il rito romano, secondo il quale la Quaresima ha inizio il mercoledì delle Ceneri. La tradizione venne soppressa per qualche tempo durante il regime Fascista per poi ritornare in auge dopo la Seconda guerra mondiale, per poi nuovamente affievolirsi all’inizio degli anni Sessanta. Dopodiché, nel 1976, grazie alla volontà di alcuni giovani, la manifestazione è risorta dalle ceneri ed ha acquisito sempre più interesse fino ad essere annoverata nel 2012 tra le «Meraviglie d’Italia».

Martino Lorenzini

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