venerdì 5 giugno 2015 anno 119 - numero 131 euro 1,40
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www.gazzetta.it / GazzettaTv canale 59
IL MILAN DI SINISA
PANCHE ROVENTI
Roma, Garcia è più lontano Viola-Montella botta e risposta
«Non ho più nemici: sono pronto» Sogno Ibra, piace Maksimovic
Fiorentina: pronto Sousa No di Emery: rebus Napoli Sarri: «Addio Empoli»
Mihajlovic: «Il “mai ai rossoneri”? A 50 anni ho cambiato pensiero» Mercato: nel mirino il centrale del Toro. Con Inzaghi via anche Tassotti
BOLDRINI, MALFITANO, SARDELLI, STOPPINI PAGINE 17-19
DUELLO ALL’ULTIMA COPPA
L’ANALISI 2 di Santiago Segurola
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ALLEGRI TI SERVONO DIFESA E PRESSING
JUVE: UN ENIGMA PER IL BARCELLONA
La finale della Juventus si presenta complicata e difficile come non mai. Occorre la partita perfetta. Allegri dovrà tenere la linea difensiva più alta e fare un pressing feroce.
Rispetto alle ultime tre finali di Champions giocate dal Barcellona con Arsenal e Manchester United, quella con la Juve genera sicuramente più interrogativi per l’astuzia dell’avversario.
L'ARTICOLO A PAGINA 25
L'ARTICOLO A PAGINA 25
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
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LICARI A PAGINA 23
2 Uefa, il nuovo fair play Ci sarà meno austerità ma guai a chi sgarra A PAGINA 21
3 Tennis: il fattore donna che fa volare Murray Ora la sfida a Djokovic MARTUCCI A PAGINA 39
INTER, MELO PIU’ VICINO APERTURA KONDOGBIA Il brasiliano costa 5 milioni Il ds Ausilio: «Mancini mi ha chiesto più di 9 acquisti» Carrillo sarà il vice Icardi?
BREGA, DALLA VITE, TAIDELLI A PAGINA 14
L’INFORTUNIO NIENTE CHIELLINI SARÀ BARZAGLI L’ANTI MESSI FOCUS TECNICO MAX CONTRO LUIS E LA LEZIONE DI ROCCO E MICHELS
BOCCI, CONDO’, GRAZIANO, VERNAZZA DA PAGINA 5 A PAGINA 10
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DA TEVEZ A NEYMAR QUEI BAMBINI CHE SOGNAVANO LA CHAMPIONS
INTERVISTA ESCLUSIVA DI FILIPPO MARIA RICCI ALLE PAGINE 2-3
1 Caso Fifa: all’Irlanda pagati cinque milioni per il mani di Henry
AF INAL
LE WAGS ILARIA-SHAKIRA L’ALTRA METÀ DI BERLINO
La leggenda del Barça, oggi primo cambio, racconta: «Che sfide con Andrea, è il migliore d’Italia. Se vince la finale abbandona? Allora perda!»
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MA N I
Xavi-Pirlo 12 volte contro (8 vittorie del catalano, una dell’italiano e 3 pareggi)
GIOCO CON PIRLO» DA NON PERDERE
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XAVI «ME LA
L’ANALISI 1 di Arrigo Sacchi
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GOZZINI, MALFITANO, OLIVERO ALLE PAGINE 12-13
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IL GOLDEN GALA
BASKET Logan stende Milano Sassari va sul 3-1: la finale a un passo CANFORA A PAGINA 37
Fulmine Gatlin a Roma: 9”75 sui 100 Triplo, Pichardo sfiora i 18 metri BOZZA, MOLINARO ALLE PAGINE 34-35
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IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI Tassotti dopo 35 anni lascia il Milan. Per pagargli il Tfr, Berlusconi dovrà vendere Mediaset.
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Champions R Domani la finale di Berlino
A TU PER TU CON...
Xavi «IO E PIRLO CI SFIDIAMO DA 18 ANNI VI RACCONTO» DOMANI A BERLINO L’ULTIMO DUELLO TRA DUE REGISTI LEGGENDARI. LO SPAGNOLO: «ANDREA È UNA MERAVIGLIA, IL MIGLIORE D’ITALIA» L’INTERVISTA di FILIPPO MARIA RICCI CORRISPONDENTE DA MADRID
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ella conferenza stampa nella quale ha annunciato il suo addio al Barça a Xavi hanno chiesto di Pirlo. Il centrocampista catalano, oggi primo cambio del Barça, ha espresso grande ammirazione e ha ricordato che i due si sfidano da quando erano adolescenti. Ci è venuta la curiosità, abbiamo indagato e abbiamo trovato un paio di sfide del 1997, 18 anni fa. E da allora tanti altri incroci, quasi tutti con le nazionali e con un bilancio nettamente favorevole a Xavi: 8 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta. Abbiamo chiesto al catalano di ripercorrere le due carriere, che lui stesso definisce «parallele», attraverso le loro sfide. Xavi fa impressione: si ricorda tutto. Perché il suo amore e la
NUMERI DA URLO
«Vinco le prime sfide «Esordio con l’Under «Si gioca a casa mia ma che gol Andrea...» Ero molto nervoso» La partita della vita»
ORENSE, 29 OTTOBRE 1997 ● SPAGNA-ITALIA 3-1 ANDRIA, 20 NOVEMBRE 1997 ● ITALIA-SPAGNA 1-3 Qualificazioni Europeo Under 18
«Al tempo Pirlo giocava ancora come mezzapunta. Vincemmo 3-1 entrambe le partite però non c’era tanta differenza tra noi, tutt’altro. Qui in Spagna si associava ancora l’Italia al catenaccio ma io ricordo che quella era già una nazionale che voleva giocare a calcio. Oltre a Pirlo mi ricordo di Miccoli. Ad Andria era un campo piccolo quasi senza spalti e pioveva tantissimo, il campo era praticamente impraticabile. Se non mi sbaglio Pirlo ci segnò con una gran punizione all’incrocio. Era già un calciatore di un altro livello, una spanna superiore agli altri. Fisicamente mi ricordo che aveva i capelli lunghi, un po’ come ora».
TERRASSA, 28 MARZO 2000 ● SPAGNA-ITALIA 3-0 Amichevole Under 21
«Ero nervosissimo perché era la mia prima partita con l’Under 21. Avevo 18 anni, avevo debuttato in agosto col Barça e gli altri avevano tutti 3-4 anni più di me. Una partita molto tattica, praticamente senza occasioni da gol, il campo non era in buone condizioni e non si vide grande calcio».
«Per me era la partita della vita, si giocava a casa mia… C’erano gli amici, i famigliari, dovevo fare un partidazo e andò bene. Feci due assist e giocammo alla grande. Eravamo forti, c’erano Farinos, Jose Mari, Gerard, Tamudo, Angulo… la squadra che poi andò alle Olimpiadi e vinse l’argento dopo aver eliminato l’Italia di… Pirlo».
«Andrea non c’è? Occasione unica...»
«Un solo gol subito Se lo inventa Pirlo»
«Per imbrigliarlo usiamo due punte» VIENNA, 22 GIUGNO 2008 ● SPAGNA-ITALIA 0-0 (4-2 ai rigori) Quarti di finale dell’Europeo
sua devozione per il gioco del calcio sono assoluti, senza compromessi. Prima del viaggio storico, l’attestato di stima di Xavi a Pirlo. IL MIGLIORE «Un talento incalcolabile, una meraviglia da vedere, sono un suo fan. Per me è sempre stato il miglior giocatore dell’Italia. Può essere che io sia di parte in quanto centrocampista, magari un attaccante ha altre preferenze però io non ho dubbi. È sempre stato il punto di riferimento, il giocatore nel quale gli altri s’identificavano e che più influiva nel gioco. Al tempo delle giovanili era già l’assoluto “crack” della squadra e 18 anni dopo è ancora così, solo che si muove qualche metro più indietro. Abbiamo fatto il percorso inverso: io ho iniziato come “pivote” e sono avanzato, lui è arretrato».
BENEVENTO, 17 NOVEMBRE 1998 ● ITALIA-SPAGNA 0-0 Amichevole Under 21
ELCHE, 26 MARZO 2008 ● SPAGNA-ITALIA 1-0 Amichevole
«Vinciamo con un gran gol di Villa a Buffon. Facciamo fatica, poche occasioni, gara difficile. E ricordo che per limitare il Pirlo organizzatore uno dei due attaccanti, Villa e Torres, doveva marcarlo. Si pongono le basi per il successo di Vienna».
Pirlo Xavi
Titoli vinti
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«Per noi è la madre di tutte le partite. Giocammo meglio dell’Italia, ricordo un tiro di Senna, un’occasione di Villa, per l’Italia un tiro di Camoranesi che para Casillas e poco altro. Partita combattuta, fisica, con poche occasioni e alla fine passiamo ai rigori. Voi eravate senza Pirlo e Gattuso, squalificati e la cosa nel nostro spogliatoio era stata ampiamente dibattuta: era un’occasione unica. Si ripeté ciò che ci era successo alle Olimpiadi, elevato alla massima potenza: la nostra storia cambia. Ci togliamo i complessi dell’Italia, dei rigori, dei quarti. Una liberazione, da li vinciamo tutto».
Champions L.
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Partecipazioni
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DANZICA, 10 GIUGNO 2012 ● SPAGNA-ITALIA 1-1 Fase a gironi dell’Europeo
«In soli 4 anni le cose sono cambiate radicalmente: a Vienna eravamo arrivati preoccupati, all’Euro 2012 vi affrontiamo da favoriti. C’impedite di innaffiare il campo prima della gara, chiedete ad Albertini se non ci credete, e col campo secco ci rimette il pubblico perché la palla non corre bene e il calcio ne esce pregiudicato. Andate in vantaggio voi con una giocata straordinaria di Pirlo che pianta Busquets e serve un gran assist a Di Natale: sarà l’unico gol che prenderà Casillas nel torneo… Noi pareggiamo con Fabregas servito da Silva e nel finale Torres sbaglia due occasioni evidentissime».
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VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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CONTENUTO PREMIUM «Ai quarti di Sydney «Ricordo l’ovazione «Le uniche con i club «Ancora con il Milan ci togliamo un peso» all’ultima di Baggio» Un assist e testa» stavolta in tribuna»
SYDNEY, 23 SETTEMBRE 2000 ● ITALIA-SPAGNA 0-1 Quarti di finale dell’Olimpiade
GENOVA, 28 APRILE 2004 ● ITALIA-SPAGNA 1-1 Amichevole
«Non volevamo sfidare l’Italia. Mai. Vi vedevamo con questo spirito vincente e contro di voi finiva sempre male: quei quarti erano come la finale. Partita sofferta, occasioni varie, alla fine passaggio mio e golazo di Gabri. Ci togliemmo un peso enorme».
«Qualche giorno prima avevo segnato al Bernabeu il 2-1 per noi nel Clasico. Il gol quasi alla fine, famoso per il grande assist col cucchiaio di Ronaldinho e io che al volo faccio il pallonetto a Casillas. A Genova giocai la ripresa, 1-1 con gol di Torres e Vieri sugli sviluppi di una punizione di Pirlo. Una buona amichevole, giocammo bene. Mi ricordò l’ovazione per Roberto Baggio. Era la partita del suo addio e per noi in Spagna era uno dei migliori del mondo, era assolutamente venerato».
MILANO, 20 OTTOBRE 2004 ● MILAN-BARCELLONA 1-0 BARCELLONA, 2 NOVEMBRE 2004 ● BARCELLONA-MILAN 2-1 Girone di Champions
MILANO, 18 APRILE 2006 ● MILAN-BARCELLONA 0-1 BARCELLONA, 26 APRILE 2006 ● BARCELLONA-MILAN 0-0 Semifinale di Champions League
«Le uniche sfide col club. A San Siro loro in difesa, traversa di Iniesta e sconfitta ingiusta. Al Camp Nou lancio spettacolare di Pirlo a Shevchenko: 1-0. Pareggio con passaggio mio a Eto’o e la super giocata finale: dribbling di Ronaldinho a Nesta e sinistro all’incrocio. Inizia il nuovo corso del Barça: con Rijkaard ricominciamo a giocare, vinciamo la Liga in quella stagione e la Champions nella successiva. Frank mi cambia posizione e anche la carriera».
«Io ero infortunato e quando ci tocca il Milan penso che la sfida sarà difficilissima. Era un equipazo, l’ultimo grande Milan, mix perfetto di fisico e di talento, Maldini, Nesta, Kakà, Shevchenko... E Pirlo che qui ha già arretrato la sua posizione. Avevano perso la finale del 2005 e vinceranno quella del 2007, noi stavamo crescendo tantissimo con Giuly, Eto’o, Ronaldinho e Iniesta in progressione: erano le due migliori squadre europee del momento. A San Siro Giuly fa un gol bellissimo servito da Ronaldinho e al ritorno un raro 0-0 con grande sofferenza nostra».
«Il c.t.: chi su Pirlo? Risposi: Ci penso io»
«Una vittoria ai rigori Fortunati: era ora...»
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● I precedenti nelle sfide fra Xavi e Pirlo: il catalano conduce per 8 vittorie a una mentre i pareggi sono stati 3
Vittorie
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Pareggi
FORTALEZA, 27 GIUGNO 2013 ● SPAGNA-ITALIA 0-0 (7-6 ai rigori) Semifinale Confederations Cup
«Altra vittoria ai rigori. La fortuna che non avevamo mai avuto ci è arrivata tutta insieme negli ultimi 6 anni».
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«Il finale migliore per la nostra storia. Poi magari c’incontreremo ancora, in Qatar, o a Ibiza… però a livello calcistico non sarà più la stessa cosa. È una finale pericolosa, tutti pensano che vinca il Barça però la Juventus ha una squadra eccezionale. Io ho una teoria: quando una squadra vince 2-3-4 campionati di fila non c’è nulla di casuale. So che c’è gente che pensa che la Juve vince lo scudetto con grande facilità e quindi teoricamente senza grandi meriti ma sembra così solo perché fanno le cose come si deve: sono forti, difendono bene, hanno un grande portiere, controllano i tempi della gara, sanno giocare con o senza palla,
«IL FINALE GIUSTO DELLA NOSTRA STORIA. POI CI VEDIAMO A IBIZA...»
hanno esperienza e talento. E poi gente come Buffon, Chiellini, Barzagli, Marchisio, Pirlo, Vidal giocano insieme da tanti anni, e vincono. Io li vedo come una grande famiglia, non li conosco ma sono sicuro di non sbagliarmi. È una squadra vincente, e quando è così perdere ti dà molto fastidio».
D’accordo, però voi avete un attacco bestiale. «Sì, e la presenza di Messi, Neymar e Suarez ci condiziona. Prima avevamo bisogno di 30-40 passaggi per creare la superiorità, ora con loro 3 non c’è bisogno di tanti tocchi: la superiorità la generano loro saltando l’uomo. Prima avevamo solo Messi in grado di farlo, e in parte Iniesta. Altrimenti per sbloccare la situazione ci voleva un passaggio mio o di Busquets. Ora ci sono anche Neymar e Suarez, e siamo ancora più pericolosi. La cosa uccide l’avversario perché non sa se aspettare dietro o pressare davanti. Se pressano possiamo giocare in maniera diretta infilandoli come è successo col Bayern. Se ci lasciano giocare, sono 15 anni che lo facciamo… Però il discorso vale anche per la Juve: se li aspetti rischi perché giocano benissimo, hanno Pirlo, Marchisio, Vidal, Pogba e i laterali rapidi. Se li pressi alto con la rapidità di Morata e Tevez possono fare la differenza. Io vedo una finale più combattuta di ciò che pensa la gente». Pirlo dice che se vince se ne va. «E allora che perda! Lo dico per il calcio eh?». f.m.r. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Sconfitte
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omani a Berlino la vostra ultima grande sfida.
XAVI SU ANDREA PIRLO
KIEV, 1 LUGLIO 2012 ● SPAGNA-ITALIA 4-0 Finale dell’Europeo
Prima della gara Del Bosque chiede: “Chi si occupa di Pirlo?”. “Lascialo a me, Mister”. E lui: “Sicuro?”. “Sì, poi da lì mi allargo e vedrai che gli facciamo male”. Funzionò. Penso che quel giorno Pirlo mi abbia odiato perché gli sono stato sempre addosso, sembravo Gattuso. Due giorni dopo a Ibiza il bagnino mi fa: “Guarda che c’è Pirlo”. Avrà pensato che lo stessi seguendo ancora… Glielo dissi e ridemmo insieme».
«SE ANDREA VINCE LA FINALE ABBANDONA? ALLORA PERDA! PER IL BENE DEL CALCIO...» D
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Xavi Hernandez, 35 anni: dopo 17 stagioni con il Barcellona, dal prossimo anno giocherà con l’Al-Sadd, in Qatar ACTION
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Champions R Domani la finale di Berlino fIL K.O. DEL DIFENSORE
Chiellini non ce la fa Toccherà a Barzagli ingabbiare Messi 1Lesione di primo grado al polpaccio per Giorgione. Oggi la Juve a Berlino. Ufficializzato Dybala, Khedira in tribuna
AGNELLI-NASI A TORINO SFIDA TRA PARENTI Sfida particolare ieri alla Juventus Stadium tra i discendenti della famiglia Agnelli, riuniti a Torino per l’assemblea annuale della loro società. In campo la formazione degli Agnelli (in maglia bianconera, nella foto Andrea e John Elkann) e quella dei Nasi, sostenuti dal tifo dei parenti.
ULTIME BARCELLONA
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Sorriso Iniesta: infortunio superato Il Barça stoppa Figo 1Il centrocampista si è allenato con il gruppo. Niente sfida tra vecchie glorie per il portoghese «traditore» Filippo Maria Ricci CORRISPONDENTE DA MADRID Twitter @filippomricci
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ull’aereo che oggi porta il Barça a Berlino Luis Enrique ha voluto i 23 giocatori della rosa più i 3 giovani che hanno disputato qualche minuto in questa Champions: Munir, Sandro e Sergi Samper. Per il Barça nessun infortunato e la notizia che ieri Iniesta si è allenato col gruppo. Il problema muscolare al polpaccio destro sembra superato. Oggi per i catalani sbarco a Berlino, apparizione in conferenza stampa di Luis Enrique, Piqué e Neymar e ultimo allenamento all’Olimpico prima della finale. A proposito di ultimo allenamento, ieri Xavi si è cambiato per l’ultima volta nello spogliatoio di San Joan Despì: domani l’ultima apparizione col Barça poi dopo 24 anni in blaugrana continuerà in Qatar.
PEDRO RINNOVA Sempre ieri è arrivato il rinnovo del contratto di Pedro fino al 2019. Scadeva nel 2016 e al Barcellona non hanno voluto perdere un panchinaro extralusso: quest’anno con la forma e la fame dei 3 davanti,
120 gol e il broncio ad ogni sostituzione, Pedro ha visto la sua fetta di minuti calare vistosamente. Per farlo giocare Luis Enrique ha iniziato a cambiarlo con uno dei 3 centrocampisti, chiudendo le partite con una specie di 4-2-4. Pedro non si è mai lamentato e pensa di poter ancora conquistare qualche spazio. NIET A FIGO In vista della finale da segnalare il veto espresso dal Barcellona a Figo: il portoghese era stato inserito dalla Uefa nella squadra di vecchie glorie blaugrana contro quelle juventine previsto per oggi a Berlino e la notizia aveva incendiato la web. Il Barça ha chiesto alla Uefa di non far giocare Figo e gli organizzatori hanno acconsentito. Il tradimento del portoghese, che attratto dal progetto Galactico di Florentino Perez nel 2000 abbandonò il Barça per andare al Madrid, brucia ancora parecchio. Duro il commento di Deco: «E’ normale che i tifosi non l’abbiano perdonato». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Andres Iniesta, 31 anni
1Le presenze nell’ultimo
campionato per Andrea Barzagli. Nove volte è partito titolare, in tutto è rimasto in campo per 770 minuti
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COSÌ IN CAMPO 4-3-1-2
BUFFON LICHTSTEINER BONUCCI BARZAGLI (OGBONNA) MARCHISIO
PIRLO
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POGBA
VIDAL TEVEZ
MORATA GDS
Mirko Graziano MILANO
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Buffon è una sentenza. Le cifre lo mettono davanti anche al «pararigori» del Barça, il tedesco Marc-Andre ter Stegen. Fra club e Nazionale, il capitano della Juve para un rigore ogni 3,3 tiri (uno ogni 4,4 il collega del Barça). E anche quando la gara finisce proprio ai rigori, il divario fra i due resta importante: Ter Stegen ne prende uno ogni cinque; Gigi è rimasto imbattuto 15 volte su 52 rigori. Nelle ultime due occasioni, il numero uno della Nazionale ne ha presi tre su cinque contro l’Uruguay in Confederations Cup, e tre su nove in Supercoppa italiana, contro il Napoli.
iente da fare: Giorgio Chiellini non sarà disponibile per la gara di domani sera. Il guerriero livornese parte per Berlino, ma è fuori dalla lista dei convocati. Esami impietosi ieri mattina: lesione di primo grado al muscolo soleo della gamba sinistra. Fossimo nel pieno della stagione, bisognerebbe mettere in preventivo un mese circa di stop. Disponibili e convocati in ventidue: i portieri Buffon, Storari e Rubinho; i difensori Bonucci, Barzagli, Ogbonna, Lichtsteiner, Evra, De Ceglie; i centrocampisti Marchisio, Pirlo, Pogba, Pereyra, Vidal, Sturaro, Padoin e Pepe; gli attaccanti Tevez, Morata, Llorente, Coman e Matri. I bianconeri sbarcano oggi in Germania.
DYBALA FIRMA!Nero su bianco: il 21enne attaccante argentino Paulo Dybala è ora a tutti gli effetti un giocatore della Juventus. Ecco il comunicato ufficiale del club campione d’Italia: «Perfezionato l’accordo con il Palermo per l’acquisizione a titolo definitivo del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Paulo Dybala a fronte di un corrispettivo di 32 milioni di euro pagabili in quattro cquisto esercizi. Il valore di acquisto potrà incrementarsi di altri 8 etermilioni al maturare di deterorminate condizioni nel cortso della durata contrattuale». Investimento pe-o sante, che ha spiazzato ei. L’altutti i grandi club europei. tro acquisto, Khedira, domani potrebbe assistere alla finale.
CI PENSA GIGI La buona notizia è che per il secondo giorno consecutivo Andrea Barzagli ha lavorato in gruppo. L’obiettivo è quello di metterlo in campo dal primo minuto, altrimenti spazio ad Angelo Ogbonna. Sarà comunque 4-3-1-2 contro Messi e compagni. Ieri e pure oggi, intanto, allenamenti specifici dal dischetto. E se si va ai rigori, Allegri può stare sereno:
O Juve FAMIGLIA IN CAMPO n queStadium protagonista in Media sti giorni: lunedì il «Media ita del day», martedì la Partita Cuore e ieri la sfida fra gli Agnelli e i Nasi, ovvero i due rami storici della famiglia,, riuniti lea ana Torino per l’assemblea gnelli e nuale della Giovanni Agnelli C. in programma oggi al Lingotto. © RIPRODUZIONE E RISERVATA
Andrea Barzagli, 34 anni Gioca nella Juventus dal gennaio 2011
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Champions R -1 giorno alla finale
VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
IL FOCUS TECNICO
CONTENUTO PREMIUM
Infinita Italia-Olanda DA ROCCO AD ALLEGRI 2.0 ENRIQUE EREDE DI MICHELS LA SFIDA TRA JUVENTUS E BARCELLONA E’ ANCHE L’EVOLUZIONE DI DUE MODELLI TATTICI CHE SI SONO CONTRAPPOSTI NEL TEMPO, A PARTIRE DA MILAN-AJAX DEL 1969 L’ANALISI di PAOLO CONDÒ INVIATO A BERLINO
I
due eterni nemici si guardano negli occhi, come pugili in attesa del primo gong, e fra l’orgoglio che gonfia il petto e l’adrenalina che esce dalle orecchie non aspettatevi che qualcuno abbassi lo sguardo. Indossano abiti nuovi, moderni ai confini del trendy, ma l’anima non cambia anche se è rivestita 2.0. Juventus e Barcellona arrivano oggi a Berlino per rappresentare il calcio all’italiana e il calcio olandese nella finale di Champions. Ciascuna nel suo campo, sono le evoluzioni più spinte di due sistemi di gioco che - in perfetta contrapposizione fra loro - hanno scritto la storia del football. E siccome il progresso è una continua contaminazione, risulta evidente come la distanza tattica abissale del primo confronto (Milan-Ajax finale Coppa Campioni 1969, 4-1 per Rocco su Michels) nel tempo si sia molto ridotta: il possesso palla - indicatore del tiqui taca, che è il contributo evolutivo dato da Guardiola al suo partito del Barcellona di Luis Enrique è sceso in Champions al 60,9 per cento, il più basso degli ultimi dieci anni per i catalani, mentre quello della Juve è salito al livel-
lo per lei record del 56,2 (sempre nei dieci anni). Non siamo ovviamente alla convergenza dei sistemi, ma alla necessità di saper fare tutto pur avendo un proprio modulo identitario.
sarebbe quasi certamente blaugrana, mentre le chance della Juve aumentano in caso di punteggio basso. Non è una regola fissa, specie in presenza di tanti campioni: ma di solito vince chi costringe la rivale a giocare alle sue condizioni.
DUE SCUOLE EVOLUTE L’aggiornamento degli schieramenti che hanno dato il via alle due scuole PERCHE’ RIPARTENZA Allegri è molto profondo. Il calcio al- non è certo un difensivista, non l’italiana prevedeva l’uso del li- potrebbe mai esserlo dopo gli bero, che non esiste più in nessu- anni passati alla corte di Galeona formazione, e delle marcatu- ne, ma i capolavori di questa re a uomo, rarissime ormai a sua Champions - eccellente a certi livelli. Quello all’olandese prescindere dal risultato di doo «totale» presupponeva che in mani - sono i confronti col Bofase di possesso i terzini si ag- russia Dortmund e il Real Magiungessero alle ali e in fase di drid nei quali si è a lungo chiuso non possesso gli attaccanti aiu- per poi colpire con veementi ritassero i terzini: detto che già al- partenze. Viceversa il turno nel l’epoca Cruijff non si sfiancava quale ha seriamente rischiato di certo in copertura, oggi a Messi, uscire è stato quello col Monaco, Suarez e Neymar non vengono nel quale doveva «fare la partichiesti sacrifici: ma la struttura ta» in ossequio a una riconosciufilosofica delle due squadre con- ta superiorità tecnica. Abbiamo parlato di ripartinua a divergere tenze, e non di fra una Juventus LA CHIAVE contropiede, percostruita su una ché nel gergo tatdifesa solida dal- Gli spagnoli puntano tico le prime indila quale ripartire cano un rovesciae un Barcellona tutto sulla qualità mento di fronte che pensa innan- dell’attacco, con accompagnato da zitutto a offende- Messi uomo in più tutta la squadra, re, e non solo permentre il seconché davanti ha I bianconeri si do descrive la quel po po di roaffidano alla solidità pallonata in ba. In linea di avanti che attiva principio una fi- della difesa e alle le punte, in quel nale con molti gol letali ripartenze
A MADRID 1969
A BERLINO 2015
IL MODELLO ALL’ITALIANA DI ROCCO MILAN
L’EVOLUZIONE DEL MODELLO ALL’ITALIANA JUVENTUS
CUDICINI MALATRASI
ANQUILLETTI
ROSATO
LODETTI
LICHTSTEINER BONUCCI BARZAGLI
EVRA
SCHNELLINGER
TRAPATTONI RIVERA
HAMRIN
4-3-1-2
BUFFON
MARCHISIO
PIRLO
PRATI
POGBA
VIDAL
SORMANI
TEVEZ
MORATA
All. ROCCO
IL MODELLO OLANDESE DI MICHELS AJAX
L’EVOLUZIONE DEL MODELLO ALL’OLANDESE BARCELLONA
BALS
TER STEGEN
4-3-3
VAN DUIVENBODE
SUURBIER VASOVIC GROOT
ALVES
HULSHOFF
PRONK
SWART
DANIELSSON CRUIJFF
KEIZER
PIQUÉ
MASCHERANO J. ALBA
RAKITIC
S. BUSQUETS
INIESTA
MESSI
SUÁREZ
NEYMAR
All. MICHELS GDS
Massimiliano Allegri, 47 anni Allena la Juventus dal luglio 2014
GDS
Luis Enrique, 45 anni, Allena il Barça dal maggio 2014
caso «accompagnate» dai compagni soltanto con lo sguardo. Se la sbrighino loro, noi restiamo belli chiusi: un tempo lo chiamavamo «catenaccio», l’ironia moderna l’ha trasformato nel «bus parcheggiato davanti alla porta», ma il senso è sempre quello. E’ un sistema che oggi descrive molte gare dell’Atletico Madrid e alcune del Chelsea, mentre la Juve se l’è giocata ovunque con la sicurezza derivante da una difesa solida. Se Barzagli sta bene, il livello di robustezza della linea a quattro rimane elevato, e la perdita di Chiellini diventa grave solo perché allontana l’opzione di passaggio alla difesa a 3 nell’ultimo quarto d’ora, in caso di risultato da mantenere. IL PESO DI CRUIJFF L’evoluzione del calcio all’italiana, passata dal centromediano che arretra alle spalle della difesa all’ala tornante che si aggiunge al centrocampo fino al terzino corrispondente che avanza fluidificando, non può prescindere da un regista basso come Pirlo, dotato sia dei tempi di gioco per organizzare la ripartenza collettiva, sia del lancio lungo e preciso per il contropiede degli attaccanti. Negli ultimi 50 anni (o quasi) il calcio olandese lanciato da Rinus Michels è rifiorito in Italia - magnifico paradosso - con il Milan di Sacchi e subito dopo, ma più stabilmente visto che l’effetto dura ancora, in Catalogna. Johan Cruijff, trait d’union fra Ajax e Barça, ha instaurato il modello che Van Gaal, Rijkaard e infine Guardiola hanno evoluto in quella che è stata probabilmente la squadra di club più forte di sempre (Barcellona 2008-2011). Luis Enrique, cifre alla mano, sta facendo persino meglio a costo di tornare indietro dal tiqui taca - ma non dal pressing - per sviluppare la devastante concretezza dei suoi attaccanti. I quali non devono essere né lanciati né accompagnati: la squadra letteralmente porta loro il pallone, e poi assiste con un biglietto di prima fila ai loro dialoghi letali, pronta a recuperare la sfera in zona altissima per ridarla ai suoi bambini terribili. Il che ci riporta al motivo per cui nel calcio si può vincere in molti modi: la qualità degli interpreti resta sempre fondamentale. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Champions R -1 giorno alla finale
QUANTE SFIDE ITALIA E COPPE
NAZIONALE 3.8.1936 Post Stadion Olimpiadi eliminatoria Italia-USA 1-0 7.8.1936 Momses Stadion Olimpiadi quarti Italia-Giappone 8-0 10.8.1936 Olympia Stadion Olimpiadi semifinale Italia-Norvegia 2-1
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15.8.1936 Olympia Stadion Olimpiadi finale Italia-Austria 2-1 15.11.1936 Olympia Stadion amichevole Germania-Italia 2-2 26.11.1939 Olympia Stadion amichevole Germania-Italia 5-2 8.10.1977 Olympia Stadion amichevole
Germania Ovest-Italia 2-1 9.7.2006 Olympiastadion Camp. Mondiali finale Italia-Francia 1-1 (6-4 dopo i calci di rigore) COPPE EUROPEE 16.9.1963 Coppa Fiere sedicesimi HERTHA BERLINO-Roma 1-3 (ritorno 0-2)
12.11.1969 Olympia St. Coppa Fiere sedicesimi HERTHA-Juventus 3-1 (ritorno 0-0) 4.3.1970 Coppa Fiere quarti HERTHAInter 1-0 (ritorno 0-2) 3.11.1971 Coppa Uefa sedicesimi HERTHAMilan 2-1 (andata 2-4).
1-12-1971 coppa Campioni, ottavi di finale Borussia Mönchengladbach-INTER 0-0 (ritorno 4-2) 20.10.1999 Olympia St. Champions L. girone HERTHA-Milan 1-0 (andata 1-1) 21.11.2000 Olympia St. coppa Uefa 16simi HERTHA-Inter 0-0 (ritorno 1-2)
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L’Olympiastadion un portafortuna Dal 1936 al 2006
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1L’Italia vinse a Berlino l’Olimpiade, gli azzurri di Lippi hanno vinto con la Francia il Mondiale
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Sebastiano Vernazza INVIATO A BERLINO @gazzavernazza
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l «vecchio» Olympiastadion ha un sacco di storie da raccontare. Quella per cui è più menzionato, la mancata stretta di mano di Jesse Owens ad Adolf Hitler all’Olimpiade del 1936, ha in realtà i contorni della leggenda metropolitana: i due, il formidabile atleta americano e il criminale Fuhrer, si salutarono da lontano. All’Italia del calcio l’Olympiastadion ha fin qui portato fortuna. Nazionali e club vari ci hanno giocato diverse volte e il bilancio è in attivo. Nella speranza che la Juve consolidi la tradizione, abbiamo scelto quattro importanti momenti berlinesi che ci appartengono.
L’UNICO ORO L’Italia ha vinto una sola medaglia d’oro nel calcio alle Olimpiadi. Accadde nel 1936 a Berlino. L’uomo simbolo di quella selezione, allenata da Vittorio Pozzo, era Annibale Frossi. Friulano di Muzzana del Turgnano (Udine), era fortemente miope e giocava con gli occhiali, legati con un elastico alla nuca, perché all’epoca le moderne
lenti a contatto non esistevano. Frossi, un’ala tecnica e veloce, capelli rossicci, all’Olympiastadion segnò la doppietta decisiva in finale con l’Austria. Laureato in Giurisprudenza, lo chiamavano il «dottor Sottile» per la ricercatezza dei suoi ragionamenti. Diventato allenatore (e giornalista del Corriere della Sera), elaborò la tesi dello 0-0 come risultato perfetto, rilanciata ed esaltata da Gianni Brera. BENEDETTA LATTINA Coppa dei Campioni 197172, andata ottavi di finale, Borussia Mönchengladbach-Inter 7-1, ma la partita viene annullata perché Boninsegna è colpito alla testa da una lattina di Coca-Cola. Il ritorno a San Siro è vinto per 4-2 dall’Inter. La ripetizione dell’andata si gioca all’Olympiastadion di Berlino quasi un mese dopo il 1° dicembre 1971. L’Inter resiste, finisce 0-0 e passa il turno. «A Berlino – ricorda Sandro Mazzola, in campo quella sera – fu decisivo il nostro portiere Ivano Bordon, che parò anche un rigore. Il Borussia era fortissimo: aveva giocatori come Netzer, Bonhof, Vogts, Heynckes. Il numero uno era Netzer, marcato a uomo da Bedin. Allo stadio tanti italiani, con bandiere e sciarpe dell’Italia, dell’In-
1 L’Italia campione del mondo di Berlino 2 Anninale Frossi re dell’Olimpiade del 1936 3 Sandro Mazzola in Borussia M.-Inter del ‘71 4 Enzo Bearzot che guidò l’Italia da solo dal ‘77 con la Germania
ter e persino della Juve. Ai tempi una squadra italiana all’estero era sostenuta da tutti. Serata fantastica, che ci fece sentire orgogliosi e che non avremmo vissuto se l’avvocato Prisco non avesse vinto il ricorso per il 7-1 della lattina. A proposito, fui io a raccoglierla: era mezza piena e Bonimba prese una bella botta, ma lui aveva la testa dura». LA PRIMA DI BEARZOT Qui si parla di una sconfitta, Germania Ovest-Italia 2-1, amichevole dell’8 ottobre 1977. Perché ne parliamo? Quella fu la prima partita di Enzo Bearzot in solitaria. Bearzot era già c.t., ma in quel pomeriggio berlinese non c’era più il d.t. Fulvio Bernardini ad «assisterlo» in panchina.«Sì, si può dire che quel giorno nacque l’Italia che arrivò quarta al Mondiale di Argentina ’78
– racconta Franco Causio, in campo quel giorno – e che poi vinse il Mondiale ’82. In pratica mancavano solo Scirea, Cabrini e Paolo Rossi. Perdemmo, ma capimmo di essere forti: davanti avevamo la Germania Ovest campione mondiale in carica». IL CIELO AZZURRO L’ultima Olympiastadion delle nostre vite resta anche il più bello e facile da ricordare perché nella memoria di tutti: 9 luglio 2006, Italia campione del mondo, vittoria ai rigori contro la Francia. La testata di Zidane a Materazzi, il decisivo penalty di Grosso, il sigaro di Lippi: un’epica finale. Gigi Buffon e Andrea Pirlo erano in campo quella sera e ci saranno domani. Che l’Olympiastadion sia un’altra volta con loro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Champions R -1 giorno alla finale
VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LE MOGLI E FIDANZATE JUVENTINE
ILARIA D’AMICO Ilaria D’Amico, 41 anni, compagna di Gigi Buffon, conduttrice su Sky, ex Rai International
ROBERTA MARCHISIO Roberta Marchisio, moglie di Claudio Marchisio, ex tennista, oggi gioca per hobby
MARIA LORENTE Maria Lorente, con una elle sola, compagna di Fernando Llorente, fa l’endocrinologa
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LE NOVIAS Y COMPANERAS BLAUGRANA
MARIA POMBO Maria Pombo, fidanzata di Alvaro Morata, modella spagnola. Ama gli animali
FEDERICA NARGI Federica Nargi, fidanzata di Alessandro Matri, ex velina, modella e presentatrice
EMMA WINTER Emma Winter, moglie del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, e tifosa numero uno
SHAKIRA Shakira, compagna di Gerard Piquét, è la cantante più pagata del mondo. A Berlino cantò nel 2006
ANTONELLA MESSI Antonella Roccuzzo, fidanzata di Lionel Messi, di Rosario come lui, è incinta di 5 mesi
RAQUEL MAURI’ Raquel Maurì, moglie di Ivan Rakitic, lavorava come parrucchiera, indovinate dove? A Siviglia
SOFIA BALBI Sofia Balbi, moglie di Luis Suarez. Si conoscono da quando erano ragazzini
RAFAELLA BECKRAN Rafaela Beckran è la sorella di Neymar, stessi occhi furbi e un fisico da modella
NURIA CUNILLERA Nuria Cunillera, moglie di Xavi, di professione fa la giornalista. Anche lei sarà a Berlino
Ilaria-Shakira, l’altra metà della finale
1Le compagne di Buffon e Piquè, ma non solo. Anche un’ex tennista, un’endocrinologa, una parrucchiera... Alessandra Bocci INVIATA A BERLINO
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a signora ha 245 milioni di dollari, ne ha guadagnati 82 negli ultimi 12 mesi ed essendo la cantante più pagata del mondo si è conquistata la copertina di People With Money. Però va in moto con il suocero, è molto alla mano, assicurano a Barcellona, la suocera la chiama Shaki e la mamma della suocera quando gliel’hanno presentata non sapeva neppure chi fosse. Magari non avrà detto, «Shakira chi?», ma insomma l’idea era quella. Shakira, dieci anni in meno del suo Piqué, torna a Berlino dove cantò alla finale del Mondiale insieme all’ex leader dei Fugees, Wyclef Jean. La canzone si chiamava Hips don’t lie, i fianchi non mentono, ça va sans dire, e ha contribuito alla sua ricchezza, oltre a lanciarla nel panorama Fifa. Dal luglio 2006 Shakira non si è più persa un Mondiale: ha cantato in Sudafrica dove ha
FIESTA BIANCONERA A MADRID ● Le signore juventine guidate da Emma Winter e Ilaria D’Amico
conosciuto Piqué e anche a Rio. Carica di onori e di soldi (ha vinto due Grammy Awards e venduto oltre cento milioni di dischi), guida l’assalto delle Novias y Companeras all’Olynmpiastadion di Berlino. Le Mogli e Fidanzate juventine possono contrapporre Ilaria D’Amico, la compagna di Gigi Buffon, che ha iniziato a Rai In-
ternational e ha scritto un romanzo ambientato in America, quindi ha il suo perché anche fuori dall’Italia. In più ha condotto Speciali Mondiali in quantità e ha vinto il Premio Ischia. A Berlino nel 2006 in un certo senso c’era anche lei, e a volte ritornano. Ombelico in vista contro tubino perenne: chissà come finirà.
STILI Una volta si chiamavano Wags, ma vista la scarsa presenza di squadre inglesi nelle partite che contano è lecito cambiare acronimo. Meglio le Nycs (in catalano esposes i nuvies), o le Mef, appunto. Passano gli anni e le mode, al total black di Victoria Beckham si sostituisce quello della D’Amico. La prima foto di Ilaria con le altre juventine è stata postata dopo Madrid ed è difficile immaginare che la conduttrice di Sky si presenti su un charter agghindata da tifosa. E’ pur sempre una signora del calcio, anche quando fa gaffe come quella di ieri. «Rafforziamo il maschio», ha detto alla presentazione del nuovo marchio Alitalia confondendo le consonanti. Il premier Renzi è scoppiato a ridere: «Non lo diciamo a Buffon». Lei lo ha richiamato cortesemente all’ordine. Separare lavoro e amore, prima regola di una donna in carriera, ma a un certo punto le marcature saltano: come sono saltate le marcature di Emma Winter, la moglie di
Andrea Agnelli, diventata tifosa che più tifosa non si può, nonostante l’impostazione britannica. E’ anche lei una Mef sui generis, mentre il tipo classico è Federica Nargi, la modella di Matri, o Maria Pombo, la fidanzata di Morata. Sugli aerei per Berlino (molti giocatori hanno organizzato voli privati per parenti e amici, e lo stesso ha fatto Allegri) saliranno anche donne meno fotografate come Roberta Marchisio, ex tennista, o la compagna endocrinologa di Llorente, Maria. Una squadra variopinta, quella di Ilaria, ma Shakira promette battaglia fino all’ultimo selfie: può schierare la parrucchiera di Siviglia, Raquel Maurì, legata a Rakitic, ma anche una giornalista, Nuria Cunillera, la moglie di Xavi, o l’economista Elena, signora Luis Enrique. Incerta la presenza di Antonella Roccuzzo, fidanzata di Messi. Ha studiato nutrizione, chissà cosa ne pensa del medico di Sacile che ha curato il suo Leo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CHE SPETTACOLO ● Shakira, 38 anni, cantante colombiana,, compagna p g di Piquè q AP
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Champions R Storie che emozionano
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LA GALLERIA DELLA BANDIERA ROSSONERA
1989: IL PRIMO TRIONFO Il Milan di Berlusconi trionfa in Europa per la prima volta il 24 maggio 1989: 4-0 alla Steaua. La coppa è nelle mani di Arrigo Sacchi e capitan Baresi. Dietro c’è un giovane Paolo Maldini
1990: SUBITO IL BIS Il 23 maggio 1990 a Vienna il Milan fa subito il bis battendo in finale il Benfica con un gol di Rijkaard. Maldini è naturalmente tra i protagonisti della cavalcata trionfale OMEGA
1994: L’APOTEOSI Nel 1993 il Milan di Capello perde in finale con il Marsiglia. Ma il 18 maggio 1994 ad Atene i rossoneri schiantano il Barcellona, favorito alla vigilia, per 4-0: arriva un altro trionfo
2005: IL GOL E LA GRANDE DELUSIONE Nel 1994 il Milan perde la finale con l’Ajax, nel 2003 la vince con la Juve. Il 25 maggio 2005 al 45’ è in vantaggio 3-0 sul Liverpool: il primo gol è di Maldini. Ma vinceranno i Reds ai rigori AP
«Buffon, questa la meriti tu»
1Maldini svela come si vive una finale di Champions: «Lo senti che è la gara più importante,
la tensione arriva da sola. Che ricordo la premiazione ad Atene nel 2007! Era un risarcimento»
G.B. Olivero
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osa si prova, lui lo sa. Quanto sia lunga quella giornata, se lo ricorda perfettamente. Tutte le emozioni, dall’alba a notte fonda, ce le ha ancora dentro. La finale di Champions League l’hanno giocata in tanti. Una volta. Quelli che hanno bissato, fanno parte della categoria dei fortunati. Chi è arrivato a tre, è un privilegiato. Il poker è roba da eletti. Paolo Maldini ci è riuscito otto volte: record storico da condividere con Francisco Gento, che però, grazie agli anni d’oro del Grande Real, le giocò nel giro di 11 stagioni. Maldini, invece, le ha spalmate nell’arco di una carriera infinita: otto finali in 19 anni, il passaggio dalla Coppa Campioni alla Champions League. Domani sera Juve e Barcellona si sfidano a Berlino, dove c’era ancora il Muro quando il Milan di Sacchi e del 20enne Maldini vinsero a Barcellona la prima coppa dell’era Berlusconi. Nessuno al mondo meglio di Paolo può raccontare come si vive il giorno della finale di Champions League. Paolo, la notte prima si dorme? «Io avevo l’abitudine di andare a dormire tardi. Per fortuna ho sempre avuto allenatori che ci lasciavano tranquilli, solo Capello voleva farci svegliare prestissimo. Mi sono reso conto più volte che dormendo poco prima della gara giocavo bene». Al risveglio il primo pensiero è già rivolto alla partita? «Spesso in albergo quando aprivo gli occhi mi chiedevo: “Dove sono?”. Ma in un attimo collegavo tutto e... Già, la finale... E da quel momento il pensiero diventa fisso».
Paolo Maldini alza la coppa ad Atene il 23 maggio 2007: il Milan ha appena battuto il Liverpool per 2-1 grazie a una doppietta di Pippo Inzaghi ANSA
IL RECORD
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le finali di Champions giocate da Paolo Maldini (5 vittorie): primatista insieme a Francisco Gento (6 vittorie) le facce dei tifosi che incontri per strada. Non dimenticherò mai la marea rossonera a Barcellona nel 1989: non avremmo mai potuto perdere. In quel viaggio verso lo stadio lo senti che è la partita più importante dell’anno».
Primo appuntamento con i compagni, la colazione. Che lei non faceva... «Vero... Però andavo naturalmente nella sala e parlavo con gli altri. In quelle occasioni non c’e bisogno di cercare la tensione giusta: arriva da sola. A noi è capitato spesso di aver avuto la possibilità di prepararci benissimo per la finale di Champions. Poi io le ho giocate a 20 anni e a 38: con il tempo avevo imparato a stemperare la tensione e ad aiutare i compagni». L’emozione da esordiente è più forte dell’emozione della sesta, settima, ottava volta? «Sì, è più forte.Ti giochi tutto e non sai se mai ti ricapiterà. Io poi ci sono andato otto volte in finale, ma l’idea è che quel treno devi prenderlo al volo. E’ una considerazione positiva, ma se il gruppo non è pronto la tensione può fare male. E’ importante avere un allenatore che ti parli con serenità. E poi i leader: a Berlino Buffon, Pirlo e Tevez saranno determinanti». Pomeriggio: riposo, merenda e poi riunione tecnica. Aggiunge qualcosa o è solo un ripasso? «E’ un ripasso. Si rivedono le marcature sui corner e poche altre cose. Quella di Ancelotti era molto breve, mezz’ora prima che il pullman partisse verso lo stadio». Sul pullman sei già in clima-partita? «E’ un momento speciale, bellissimo: godi a vedere
Quando entri in campo, ci pensi che ti guarda tutto il mondo? «Ci pensavo da ragazzo, quando leggevo sulla Gazzetta che c’erano 50 Paesi collegati. La cosa mi impressionava». Otto finali, cinque vittorie, l’ultima nel 2007 ad Atene. La prima immagine di quella sera? «Sarò banale, ma dico la premiazione. Quella coppa la volevo particolarmente: era quasi il risarcimento dell’incredibile beffa del 2005. Giocammo peggio rispetto a Istanbul, ma vincemmo da grande squadra». La premiazione a Manchester, il 28 maggio 2003. A Old Trafford i rossoneri sconfissero la Juve ai calci di rigore: la partita, con poche emozioni, si era conclusa sullo 0-0 EPA
Fu la notte di Inzaghi. Ancelotti ricorda spesso che in allenamento Pippo non la prendeva mai. Lei cosa si aspettava dal suo centravanti? «Pippo è sempre stato molto particolare, il giocatore più emotivo che abbia mai visto. Ma non lo dico mica in senso negativo: era il suo modo di caricarsi. Non mi sorprese affatto una doppietta in un momento in cui non sembrava al top. Pippo era fatto così».
TI GIOCHI TUTTO E NON SAI SE TI RICAPITERA’: CHE TENSIONE SULL’APPROCCIO MENTALE ALLA FINALE DI CHAMPIONS
ODIAVO LE CENE FINALI. VOLEVO SOLO FAMIGLIA E COMPAGNI SULLE CELEBRAZIONI POST-PARTITA
Quella sera ad Atene ci fu una cena celebrativa in al-
Giocare da favorito o da sfavorito cambia? «Per me no. Non mi sono mai considerato inferiore, nemmeno nel 1994 quando secondo tutti il Barcellona avrebbe vinto facilmente. Le parole di Cruijff ci caricarono ulteriormente». Juve-Barcellona è sbilanciata sulla carta. «Messi sposta l’ago della bilancia, certo. Secondo me ha raggiunto e superato Maradona. Fa cose incredibili a una velocità folle. Ma la Juve in Europa è la migliore a difendersi come squadra: avrà le sue chances. E questi grandi risultati premiano la programmazione della società». Contro il tridente del Barcellona lei si sarebbe esaltato o preoccupato? «E’ sempre meglio sfidare una squadra eccezionale: se la batti, è un trionfo epico».
Quando sentì in pugno la vittoria? «Il Liverpool segnò al 90’ e un po’ di paura ci venne. Ma il destino non poteva accanirsi...». Qual è il momento più bello della festa? «Quello che condividi con i compagni in campo, subito dopo il fischio finale. E poi la ricerca dei familiari in tribuna: io ho portato sempre mia moglie, i figli. E’ bello condividere con loro certi momenti, anche quelli brutti».
bergo. Non una cosa che lei amava... «Le odiavo proprio quelle cene... Troppa gente, troppo casino. Infatti a un certo punto andammo fuori, attorno alla piscina dell’hotel. Parlammo di tutto, ripercorremmo il nostro cammino in quella coppa, che non era stato sempre esaltante. Quella stagione era iniziata con il rischio di finire in B a causa di Calciopoli, poi la penalizzazione in campionato e mille difficoltà».
BUFFON E’ UN LEADER, IL PORTIERE PIÙ FORTE DEGLI ULTIMI 30 ANNI SULLA FINALE DI BERLINO TRA JUVE E BARCELLONA
Tiferà per la Juve? «Certo. Ho degli amici in quella squadra. Io ho avuto tutto dalla vita, gli sfottò sono belli, ma il tifo contro non mi appartiene. E Buffon merita la Champions: è il più forte portiere degli ultimi trent’anni, un’icona del calcio mondiale. Sempre sorridente, sempre tranquillo. Spesso viene criticato solo per l’età: lo stesso errore dieci anni fa gli verrebbe perdonato, lo so per esperienza». Ha sentito Pirlo? «Sì. Mi servivano due biglietti...». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R Il mercato rossonero
La sfida di Mihajlovic «Pronto per il Milan Ora non ho più nemici»
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● Le squadre allenate finora da Sinisa Mihajlovic: ha iniziato a Bologna per poi proseguire con il Catania, la Fiorentina, la Serbia e infine la Sampdoria.
1L’ex tecnico della Samp: «È facile essere apprezzato dove
hai vinto. Il bello è convincere gli scettici che non ti conoscono» segnato il destino di Sinisa Mihajlovic: il primo, quello di Carlo Ancelotti, che Galliani ha provato a convincere in tutti i modi, ma alla fine si è dovuto arrendere dinanzi al rifiuto dell’ex tecnico del Real Madrid. Il secondo, invece, quello di Unai Emery, che ha costretto De Laurentiis alla resa.
Mimmo Malfitano INVIATO A AMALFI (SALERNO)
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a premessa è stata: niente domande sull’attualità e, dunque, sul Milan. Alla fine, però, qualcosa l’ha detto sull’incontro di Arcore di mercoledì sera. Sinisa Mihajlovic ha trascorso la CON FERRERO Ad Amalfi, il neo allenatore del prima giornata da futuro allenatore del Milan, Milan ha ritrovato Massimo Ferrero, il presidente nella splendida città di Amalfi, dove ha ricevuto il della Sampdoria, col quale s’è intrattenuto a premio come miglior allenatore della stagione pranzo e ha condiviso il tavolo nel corso della seappena conclusa, nell’ambito della kermesse «Fo- rata di gala. Nel ritirare il premio, il dirigente bluotball Leader». In costiera, il tecnico serbo è arri- cerchiato ha voluto nuovamente elogiare il lavoro vato nelle primissime ore del pomeriggio, prece- svolto da Mihajlovic nella stagione appena conduto da sua moglie, Arianna che ha raggiunto clusa, che ha garantito alla Samp il preliminare di l’hotel Saraceno direttamente da Roma, mentre il Europa League (per il no alla licenza Uefa del Gemarito è partito da Linate. Mercoledì sera, noa). «Ringrazio Sinisa, uomo meraviglioso, con Mihajlovic aveva partecipato alla cena con Silvio lui ho condiviso un percorso straordinario», ha Berlusconi e Adriano Galliani, coi quali ha discus- detto Ferrero. L’abbraccio dei due è stato applaudito dai numerosi ospiti presenti so e definito l’accordo per i prosalla kermesse. Oltre a Miahjlosimi tre anni. «E’ stato un inconvic, sono stati premiati anche tro formale, ci siamo conosciuti, «Il Mai al Milan? Marcello Lippi, premio alla carè stato piacevole. Se ci siamo Avevo bisogno di riera, Fabrizio Castori (promospiaciuti? Non c’era bisogno di nemici. A 50 anni so in A col Carpi) e Maurizio piacersi, ho sempre portato riSarri (salvezza con l’Empoli), spetto anche quando ero dall’alho cambiato come migliori realtà dei campiotra parte. Il Milan è una sfida pensiero: normale» nati di Serie A e B, Piero Ausilio, che potrebbe piacermi, sarebbe direttore sportivo dell’Inter, l’alun’avventura stimolante. Un lenatore, Gigi De Canio e MassiMilan tutto italiano? Non so, se «L’incontro di mo Ferrero. sarò io l’allenatore allora ve lo saprò dire», ha detto rispondenArcore? Piacevole. RISOTTO MILANESE Ha ritirato do alle domande insistenti dei Il Milan? Storia il premio in tutta fretta, il neo alcronisti. E ancora: «Il “mai al Milenatore del Milan, e s’è liberato lan”? Le persone cambiano. stimolante. Ma il del microfono per evitare accuQuando ero giovane andavo a risotto no...» ratamente domande scomode. sottrazione, andavo a dividere il Ci hanno provato i presentatori noi dagli altri, avevo bisogno dei a stuzzicarlo, ma lui ha risposto nemici perché era quello che mi stimolava. Ho imparato tanto, ho capito tante co- in maniera diplomatica: «È stato un piacere ricese e ora punto ad accumulare esperienze. È facile vere questo premio, mi auguro che sia il primo di essere amati da una squadra dove hai giocato, è una lunga serie», ha ribattuto alla prima domanuna sfida invece convincere gli scettici. Poi non so da. Poi, gli è stato chiesto del sugo al pesto gustache cosa succederà, ma ora non ho bisogno di ne- to a casa Berlusconi e alla domanda se gli piacesse mici. Ho cambiato modo di pensare, a 50 anni è il risotto alla milanese, la risposta è stata secca: normale». Sulla crisi Milan: «C’è differenza tra «No, il risotto proprio no», provocando la risata oggi e quando giocavo io, non si può parlare solo generale degli ospiti. del Milan, perché è tutto il calcio che si sta livelRITORNO A MILANO Sinisa Mihajlovic è stato anlando verso il basso». che l’ospite d’onore alla serata di gala, che s’è conDESTINO È stato un vero e proprio blitz, quello di clusa a tarda notte. Stamattina, il tecnico serbo doArcore, programmato dall’amministratore dele- vrebbe fare ritorno a Roma, mentre all’inizio della gato rossonero, dopo il viaggio di De Laurentiis in prossima settimana volerà nuovamente a Milano Spagna, per trattare Unai Emery. Un’operazione per incontrare Adriano Galliani, che domani sarà a che, in definitiva, aveva fatto saltare l’intesa tra lo Berlino per assistere alla finale di Champions Leastesso ex allenatore della Sampdoria e il presi- gue, e definire gli ultimi dettagli dell’accordo, dente del Napoli che, dopo un mese di corteggia- mentre la presentazione dovrebbe avvenire a metà mento, ha preferito dirottare il proprio interesse settimana. © RIPRODUZIONE RISERVATA sul tecnico del Siviglia. Due no, dunque, hanno
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PREMIATO AD AMALFI CON SARRI, CASTORI & CO. Ad Amalfi sono stati consegnati i premi di «Football Leader 2015», evento giunto alla terza edizione e organizzato da DGS Sport&Cultura e dall’Assoallenatori, dove una giuria di esperti, tra cui anche il direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti, assegna una serie di riconoscimenti ai protagonisti della stagione. Come allenatore dell’anno ha vinto Mihajlovic, per il campionato con la Samp. Altri premi a Sarri, Romagnoli, all’Empoli che si è distinto per il comportamento, e poi ancora a Castori, Valdifiori, Ausilio, Lotito, Ferrero e Lippi.
LE REAZIONI
Tifo diviso: «Meglio Tassotti» «Sinisa? Un grande tecnico» 1 Dal «mai rossonero» alla cena di Arcore: la parabola dell’ex interista «vista» sul web
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on la Serie A a venti squadre aveva il 25% di possibilità di dover fare marcia indietro: «Non allenerei mai Milan, Genoa, Roma e Palermo. E se restassi a Firenze quattro o cinque anni non potrei più allenare la Juventus». In Toscana, Mihajlovic rimase poi una stagione e qualche mese, dunque la Juve non va inserita tra le ipotesi da scartare a priori. Sinisa era allenatore viola an-
che quando commentò la scelta di Leonardo, che dopo aver vestito rossonero decise di accettare la guida nerazzurra: «Non allenare l’Inter è da scemi, ma siccome io sono scemo non andrei mai ad allenare il Milan. Poi magari resto senza lavoro e mia moglie si arrabbierebbe. Niente contro Leonardo, 99 allenatori su 100 avrebbero fatto lo stesso. Io no, ma comunque massimo rispetto». Era il 15
febbraio 2011. Prima ancora, da Catania, aveva fatto arrivare la celebre chiusura: «Potrei anche morire di fame, ma al Milan mai». Ieri, da allenatore rossonero in pectore, Sinisa ha corretto il tiro. WEB Solo che nel frattempo devono ricambiare idea molti tifosi rossoneri, per i quali l’Inter (dell’ex Mihajlovic) resta il nemico, da giovani e pure da vecchi. Molti in realtà ci sono già passati su: tra le centinaia che ieri hanno votato il sondaggio di gazzetta.it «Mihajlovic è l’allenatore giusto?» ci sono più fa-
Sinisa Mihajlovic, 46 anni, in un frame della famosa intervista in cui disse «potrei anche morire di fame, ma al Milan non andrò mai»
vorevoli (58%) che contrari (42%). Tra i votanti si possono inserire sportivi di ogni fede, è su twitter che si riconosco i milanisti doc, con nomi e foto del profilo che non lasciano dubbi all’interpretazione. C’è di tutto,
i più ritwittano l’intervista tv di Sinisa (quella su un eventuale digiuno prolungato), non proprio il miglior benvenuto. Tra i tifosi perplessi («Non era meglio affidare il Milan a Tassotti invece che a un interista?»,
«Ma perché dobbiamo subire questa umiliazione?!») si trovano però anche quelli di larghe vedute («Provate ad entrare nello spogliatoio dopo un primo tempo tipo quello di Udinese-Milan con Mihajlovic...», oppure «Sono contento che Sinisa sia il nostro nuovo mister!»). Mettono tutti d’accordo quelli che usano l’ironia: «Sinisa+Zlatan. O funziona o scoppia la Terza guerra mondiale»; «Quante storie sulla sua exsquadra: è dal 1908 che accogliamo con indulgenza le pecorelle smarrite che ritrovano la via maestra»; «#Mihajlovic mai al Milan, diceva qualche tempo fa. Da #amala a tradiscila»; «Un interista allenerà il Milan: apprezzo i cugini poco fortunati che umilmente decidono di emanciparsi». a.g. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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NEL MIRINO TRA RITORNI AFFASCINANTI E COLPI PIÙ POSSIBILI 1
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Sinisa ha un’idea: vuole Maksimovic Ibra-2 è il sogno: Galliani vede Raiola 1L’allenatore stima tanto il centrale serbo del Torino
L’a.d. e il manager di Zlatan si incontreranno a Berlino
Alessandra Gozzini MILANO
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on proprio italianissimo, come si intuisce dal cognome (Maksimovic) ma in linea con il nuovo progetto rossonero per molte altre caratteristiche: risponde per età (è un classe ’91), margini di crescita (in due stagioni al Toro ha già sommato 50 gettoni in A) ed esperienza internazionale, considerate le cinque presenze con la nazionale serba. Qui va fatta un’analisi più approfondita: uno dei giocatori più stimati da Sinisa, designato allenatore milanista, è Nikola Maksimovic, centrale difensivo del Torino. Mihajlovic lo avrebbe sempre voluto con sé, e in più di un’occasione in effetti l’ha avuto dalla sua parte: da c.t. serbo Sinisa lo convocò in di-
verse occasioni, a maggio, giugno, agosto e novembre. Quattro amichevoli e tre partite e mezzo da titolare (nel test contro l’Irlanda Makismovic entrò appena passato l’intervallo). Nel muro difensivo da dover ritirar su sarà un mattone che Mihajlovic suggerirà di inserire: i centrali attualmente in rosa sono Alex, Paletta, Rami e Zapata, a eccezione dei primi due non proprio dei pilastri su cui edificare il futuro. Di Maksimovic Galliani e Cairo potranno poi parlare nei loro frequenti vertici in Versilia: nelle ultime passeggiate a Forte dei Marmi si buttarono le basi per l’ l’affare Cerci, poi ratificato in inverno. Per il difensore la trattativa potrebbe scaldarsi già in estate. SOGNO ZLATAN Anche un altro giocatore nel mirino rossonero finisce in –imovic, ma
IL 4-3-3 DI MIHA DIEGO LOPEZ ABATE
ALEX
POLI
HONDA
rossonero con uno stipendio molto meno pesante: le percentuali di riuscita sono bassine ma, come con Ancelotti, Galliani un tentativo lo farà: anzi, c’è già un programmato rendez-vous, fissato nelle prossime ore a Berlino, quando sia l’a.d. che il manager saranno poi spettatori della finale Champions. Galliani proverà subito a sondare un’eventuale disponibilità. Per essere due caratteri poco inclini al compromesso, Zlatan e Sinisa avevano trovato un buon feeling negli anni di comune militanza nerazzurra. Ibra era la star e Miha il vice di Mancini, secondo delegato alla difesa più che all’attacco: forse per questo non si registrarono scontri particolari, che ci furono invece da avversari. In un le 2005, Juve-Inter del 20 aprile vanti juZlatan (allora centravanti ventino) e Mihajlovic (centrantonarole nerazzurro) si spintonarora: fu lì no fino a cadere a terra: che Ibra colpì il rivale con una testata, ricavando, tanto hetper cambiare, un pacchetuato di tre giornate di squalifica.
● 1 Zlatan Ibrahimovic, 33 anni, al Psg dal luglio 2012 ● 2 Nikola Maksimovic, 23 anni, difensore serbo del Torino ● 3 Rodrigo Ely, 21 anni, brasiliano dell’Avellino EPA/LAPRESSE
M’baye Niang, 20 anni ANSA
MAKSIMOVIC ANTONELLI
MONTOLIVO BERTOLACCI
MENEZ
NIANG GDS
con un prefisso molto più pesante: Maksimovic è una pista percorribile, Ibrahimovic un sentiero ripidissimo. L’ostacolo, forse insormontabile, piazzato sul percorso è ovviamente l’ingaggio di Zlatan, coperto d’oro dagli sceicchi del Psg. Ma come Sinisa neppure Ibra finirà per morire di fame, neppure se accettasse di tornare
ELY E GLI ALTRI Raiola la ec’entra pure in un’opehe razione minore: anche sato Rodrigo Ely ha passato goniuna stagione da protagonivellino, sta, ma in B con l’Avellino, e l’appedunque non può avere à condial di Zlatan, con cui già le brasivide l’agente. Il centrale liano, classe ’93, ha ben imo rienpressionato e di certo trerà al Milan. Come Niang, prestao al Genoa, e magari e Galcome altri giovani che liani vorrebbe per sé: da Bertolacci a Baselli fino a Sorialentuosi no. Loro sì, giovani, talentuosi e azzurrissimi. © RIPRODUZIONE NE RISERVATA
L’EX TECNICO
Pippo: «Sono sereno». Con lui via anche Tassotti 1Galliani ha comunicato di persona a Inzaghi l’esonero. Dopo 35 anni Mauro lascia, con Mihajlovic ci sono Sakic, De Leo, Bovenzi e Manzi G.B. Olivero MILANO
A
desso lo sa. Gliel’ha detto ieri mattina poco prima di pranzo Adriano Galliani, che ha voluto incontrare personalmente il suo ormai ex allenatore: «Pippo, mi dispiace...». Dispiace più a Inzaghi, ma questo è normale. Si volta pagina, il Milan si affida a Mihajlovic per ripartire, Inzaghi aspetterà una chiamata (finora non ne sono arrivate) e intanto proverà a staccare un po’ la spina, visto che in questa sta-
gione non l’ha fatto quasi mai. Pippo non è il tipo che si abbatte. Al di là delle sue orgogliose dichiarazioni («Ho un contratto, spero di restare, eccetera eccetera...») Inzaghi aveva perfettamente capito che l’esonero era questione di giorni. E non aveva nemmeno commesso l’ingenuità di sperare che il rifiuto di Ancelotti potesse improvvisamente ridargli un’occasione. Era finita, restava solo da capire quando e chi sarebbe stato l’erede. L’ingresso di Mihajlovic a Villa San Martino è stato l’ultimo capitolo di una storia bella solo per un po’. Da
novembre le cose sono peggiorate, da gennaio sono addirittura precipitate. L’orgoglioso finale di stagione lascia qualche rimpianto e poco altro. Ma a tutto l’ambiente è piaciuto molto l’atteggiamento fiero di Pippo, che ha continuato a lavorare con l’entusiasmo del primo giorno anche quando ormai l’esonero era nell’aria. Molti giocatori sono convinti che Inzaghi abbia le qualità per diventare un ottimo tecnico e che lo dimostrerà fin dalla prossima esperienza. Pippo ieri ha visto alcuni amici, ha provato a non pensare troppo al Milan e si
è limitato a un sms carico di positività: «Sono sereno, vado avanti a testa alta sempre».
Pippo Inzaghi, 41 anni ANSA
IL NUOVO STAFF Intanto si è chiusa anche la lunga avventura rossonera di Mauro Tassotti, che dopo 35 anni non lavorerà più a Milanello (a lui e a Pippo sono arrivati i ringraziamenti della Curva Sud). Adesso Tassotti dovrà decidere cosa fare: se cercare subito un’altra soluzione oppure se fermarsi per un po’. Non saranno più con la prima squadra Fulvio Fiorin e Nicola Matteucci, che avevano seguito Inzaghi dalla Primavera.
Gianni Vio, l’esperto delle palle inattive, potrebbe raggiungere Zenga alla Sampdoria. Il tattico Andrea Maldera è in attesa di conoscere il suo futuro: non è da escludere una ricollocazione in area Milan. Delicata è anche la posizione di Daniele Tognaccini, perché Sinisa Mihajlovic porterà i suoi preparatori Antonio Bovenzi e Vincenzo Manzi. Il vice di Mihajlovic sarà Nenad Sakic, il tattico sarà Emilio De Leo. Del vecchio staff sarà sicuramente confermato Alfredo Magni, che ha un ottimo rapporto con Diego Lopez. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Inter, Melo più vicino Apertura Kondogbia
L’INTERVENTO 1
1Il brasiliano alternativa a Motta. Il Monaco: «Venderemo i giovani»
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Idee Mbia e Saponara. Ausilio: «Mancio me ne ha chiesti più di nove» Matteo Brega Matteo Dalla Vite
N
ella spasmodica ricerca di personalità, carattere, huevos e cose così, l’Inter si è messa avanti con l’idea di riportare in Italia Felipe Melo, ex Fiorentina e Juventus ma soprattutto ex di Mancini al Galatasaray. Il brasiliano con passaporto spagnolo (appena timbrato per andare in vacanza a Orlando con la famiglia) viene dato più vicino ai nerazzurri che inchiodato alla realtà del Gala con la quale ha appena vinto (anche) la Coppa di Turchia. Tutto ciò, sia chiaro, non esclude Kondogbia (che può giocare anche come interno sinistro di un centrocampo a tre) ed è alternativa a Thiago Motta. L’opportunità è Stephane Mbia del Siviglia bi-campione dell’Europa League, che è svincolato.
1 Roberto Mancini, 50 anni 2 Erick Thohir, 45, presidente dell’Inter 3 Marco Tronchetti Provera, 67, numero uno di Pirelli ANSA-LAPRESSE
Tronchetti col Mancio «Servono condizioni per tornare al top»
AMICO DI MANCINI Felipe Melo ha ancora un anno di contratto coi turchi e recentemente ha spiegato il suo feeling col Mancio: «Siamo amici con Mancini. Ho visto anche le parole che ha detto di me in conferenza, frasi molto importanti». Sussurri interessati raccontano che una nuova avventura italiana gli garberebbe davvero: è prendibile con circa 5 milioni di euro e al momento la pista sembra molto calda.
1Il numero 1 di Pirelli:
APERTURA-KONDOGBIA, THIAGO, PASALIC Il tutto non esclude Geoffrey Kondogbia, il preferito di Mancini che lo vede come post-Yaya Touré (che nel frattempo ha rimandato di un giorno la sua presenza all’Expo). Il vicepresidente del Monaco, Vadim Vasilyev, è stato chiaro: «Siamo costretti dal fairplay finanziario ad avere un saldo positivo dei trasferimenti. Così dovremo anche vendere. Alcuni nostri giovani partiranno sicuro». Questo non significa che l’Inter ce la farà anche perché si rischia l’asta con l’Arsenal. Il problema è la richiesta del Monaco che non vuole scendere da quota 30 milioni mentre i nerazzurri offrono 25 bonus compresi. Sullo sfondo resta sempre Thiago Motta: l’oriundo attende di sapere quanto il PSG è disposto ad aumentare l’ingaggio per un rinnovo. È rispuntato Mbia (Siviglia). «Sta trattando con l’Inter» dice il ds del Trabzonspor. E’ stato offerto, questo sì. Seguito Pasalic (centrocampista, 20 anni) del Chelsea.
Luca Taidelli
SKRTEL E PIU’ DI 9 ACQUISTI... E mentre, ricevendo un premio ad Amalfi, il ds Piero Ausilio dice che su Alvarez c’è l’obbligo di riscatto automatico del Sunderland e che «Mancini mi ha chiesto più di nove acquisti...», ecco che il dg Marco Fassone (in sede) porta avanti anche l’inseguimento a un difensore centrale di valore assoluto. Benatia è il primo della lista, ma se tutto restasse un Everest da scalare ecco l’ipotesi Abdennour (Monaco) e la riapertura dell’idea-Skrtel che provoca (salutando?) il Liverpool. «Il contratto che mi è stato sottoposto - dice il centrale in scadenza nel 2016 - è inaccettabile, cose così sono state proposte a giocatori molto più vecchi di me o con problemi fisici. Fisicamente
«Ci sono un ottimo tecnico e un bomber di razza. Va creata squadra competitiva»
MILANO @LucaTaidelli
U Felipe Melo, 31 anni, esulta per la vittoria in Coppa di Turchia di mercoledì con il Galatasaray EPA
sto bene e quindi non ho firmato. Altre squadre? E’ un tema che sto affrontando». Mancini c’è, come pensando a Richards (svincolato). DUBBIO MATEO, SAPONARA E BIABIANY A proposito di Reds: l’interesse del Liverpool per Kovacic va avanti. La conferma di Rodgers potrebbe aumentare il rilancio, per ora fermo a 21 dopo i 18 milioni iniziali. Intanto Mateo (in ritiro con la nazionale) si fa una foto con Dejan Lovren, croato in Reds. «Per ora sono un giocatore dell’Inter, vedremo cosa accadrà in futuro» dice Mateo. Ancora Ausilio: «Saponara? Lo seguiamo». Il ds cerca come vice-Icardi una punta alta e Guido Carrillo (1.91) dell’Estudiantes è profilo gradito. Occhio, nelle zone offensive, a Cuadrado ma pure a Eder, Aubameyang (ma il Borussia vuole 40 milioni) e a Perisic. Il tutto mentre Biabiany (che a Boston ha ricevuto un altro ok fisico dopo quelli in Italia) firmerà a breve con l’Inter (andrà poi in prestito?) e Fabian (Dep. Guadalajara) è stato proposto. Settimana prossima probabile incontro per il rinnovo di Handanovic. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Geoffrey Kondogbia, 22 anni RAMELLA
n mese caldo. Sul fronte mercato, ma anche societario. Perché se è vero che il volano per fare aumentare i ricavi sono i risultati della squadra, il marchio Inter resta tra i più famosi al mondo. Invece su questo fronte il nuovo management, che si era insediato nell’agosto scorso, deve ancora portare i primi risultati. Oltre al calo delle presenze da stadio, stentano a decollare le macchine di sponsor e merchandising. Senza trascurare il fatto che vacillano anche quelle che sembravano certezze. Un paio di mesi fa sembrava fatta per il nuovo fornitore di auto: Alfa Romeo. Poi qualcosa si è inceppato ed è spuntata la possibilità Audi. Anche se il colosso tedesco non garantirebbe le cifre che paga al Milan, di cui è sponsor da alcuni anni. La certezza è che il main sponsor per un’altra stagione sarà Pirelli. Marco Tronchetti Provera nei giorni scorsi era
MASSIMO FERRERO CON ALESSANDRO ALCIATO
Da Cinecittà a Marassi, una vita incredibile tratta da una storia vera. “Dicono che ho manie di grandezza, se sapessero da dove vengo capirebbero che tutto è possibile.” In tutte le librerie / RizzoliLibri
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stato fin troppo chiaro: «Non vedo che senso avrebbe proseguire con una squadra fuori dall’Europa. Urgono rinforzi. Siamo abituati agli alti e bassi, ma qui i bassi stanno durando da un po’ troppo». URGONO RINFORZI Ieri il numero uno di Pirelli, a margine della presentazione della mostra «Casino» dell’artista Damian Ortega, ha ribadito che il rinnovo del contratto in scadenza nel 2016 è tutt’altro che scontato. «Le aziende devono produrre risultati. Speriamo che l’Inter venga messa nelle condizioni di tornare ai successi che hanno caratterizzato la sua storia. Ci sono un ottimo allenatore e un attaccante di razza come Icardi, ma adesso va creata una squadra competitiva. Nella speranza poi di poter andare avanti insieme oltre all’anno che rimane di contratto». Il nodo andrà sciolto entro questo settembre, con Pirelli che potrebbe giocare al ribasso, anche se la nuova proprietà cinese non vorrebbe abbandonare il veicolo calcio. A breve si capirà come andrà a finire. Tra il rinnovo e il divorzio dopo vent’anni di matrimonio non bisogna trascurare l’opzione del prolungamento-ponte di uno o due anni, anche per vedere se l’Inter saprà davvero rialzarsi. A oggi, la certezza è che Tronchetti Provera rappresenta il primo alleato di Mancini nel pretendere un mercato di spessore. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Roma, la resa dei conti Ora Garcia si allontana
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LE MANOVRE
1Il francese si confronta con lo spogliatoio: per la panchina
in corsa Emery e Montella. E a Londra Pallotta «limita» Sabatini
José Mauri, argentino, 19 anni, a Parma dal 2013 AP
Shopping Lazio Obiettivi Borini e José Mauri 1Sfida al Milan per l’argentino
del Parma. Interessa anche il francese del Siviglia Tremoulinas Stefano Cieri ROMA
M Stefano Boldrini Davide Stoppini
G
li è toccato pure andare a Londra. Che se proprio potesse scegliere, Walter Sabatini non la metterebbe tra le prime 100 destinazioni dei suoi viaggi. E lì invece ha incontrato James Pallotta, presidente della Roma. Forse mai così presidente, mai così direttore di un’orchestra in cui si fanno fatica a trovare due strumenti in perfetta sintonia. E così succede che a Londra Pallotta, dopo aver messo metaforicamente all’angolo Rudi Garcia respingendo il suo auto-invito al vertice, abbia ricevuto tutta la squadra nell’albergo a due passi da Trafalgar Square: giornata piena con il d.g. Mauro Baldissoni, il Ceo Italo Zanzi, il fidato Alex Zecca, il d.s. Sabatini. Ma con quest’ultimo il presidente si è intrattenuto più a lungo, in un faccia a faccia dai toni decisi: alla fine del meeting il d.s. aveva l’aria piuttosto cupa.
NORMAN A TARQUINIA Siamo alla resa dei conti, la partita di poker la comanda Pallotta. Che ha «sistemato» Garcia prima con una conference call durissima — raccontano che il francese sia uscito dal colloquio molto
scuro in volto —, poi con l’intervista rilasciata alla Gazzetta. E ieri ha più o meno fatto lo stesso con il d.s., al quale è stato chiesto conto di un mercato insoddisfacente. Dal vertice esce un d.s. dai poteri più limitati: d’ora in avanti peserà molto la figura di Alex Zecca, che più di qualcuno vede addirittura come futuro possibile ds. Di sicuro, mentre Pallotta da un lato ha silurato il preparatore Paolo Rongoni — esonerato martedì —, uomo di fiducia di Garcia, dall’altro anche Sabatini vede pian piano andar via dalla Roma alcuni dei suoi uomini: ai medici Sisca e Colautti (che ieri ha ricevuto una telefonata del d.s.), ieri si è aggiunto il tecnico Aurelio Andreazzoli, ufficialmente dimessosi, in realtà spinto a lasciare. E in bilico c’è anche la posizione di Franco Chinnici, altro personaggio legato a Sabatini. Forse non è un caso, allora, che il nuovo preparatore atletico Darcy Norman abbia organizzato una convention a Tarquinia solo con gli uomini con cui dovrà lavorare la prossima stagione: presente Ed Lippie, oltre a un nutrizionista in arrivo dalla Exos, alcuni fisioterapisti, il preparatore Luca Franceschi e il medico Del Vescovo, promosso dalla Primavera, che andrà in panchina.
CONTATTATO EMERY Seduto di fianco a quale allenatore, resta una storia ancora da scrivere. Perché tutte le decisioni sullo staff sono passate sopra la testa di Garcia, che ieri era al lavoro a Trigoria insieme al tattico Beccaccioli. Il tecnico è di fatto depotenziato: è rimasto sorpreso dalle parole di Pallotta, che gli rimprovera tra le altre cose di aver parlato in pubblico, per poi di fatto venir ripagato con la stessa moneta. Ogni ora che passa, più che rafforzare la posizione di Garcia, la indebolisce. Non è un dettaglio, allora, che nelle ultime ore il tecnico francese abbia avviato una sorta di sondaggio con gli uomini
RIl d.s. perde alcuni uomini di fiducia: dopo i medici, lascia anche Andreazzoli
RIl tecnico ieri era a
Trigoria, mentre il nuovo preparatore incontrava lo staff a Tarquinia
più «pesanti» dello spogliatoio, per tastare il polso della squadra nei suoi confronti. Il quadro è chiaro, ma nessuno vuole fare la prima mossa, perché c’è un contratto fino al 2018 di mezzo. Tra l’esonero e le dimissioni ci sono oltre 15 milioni di euro lordi. Non si può neppure escludere che la frattura si ricomponga e che Garcia accetti tutte le decisioni del club. E allora ecco perché prendono corpo i sondaggi con altri allenatori. Con Pochettino, ad esempio. Ma più concretamente con Emery, contattato nelle ultime ore. E con Montella, per il quale di colpo sembrano superabili le divergenze con l’attuale dirigenza, le stesse che portarono al mancato matrimonio del 2012. In pista c’è anche il solito Mazzarri, che però non ha mai entusiasmato Sabatini. Nel sottofondo c’è pure il mercato: Gervinho si sta convincendo ad accettare l’Al Jazira, in entrata piace il nigeriano del Carpi Mbakogu. Oggi, in ogni caso, Trafalgar Square tornerà ad essere «solo» una splendida location londinese. I dirigenti tornano a Trigoria: possibile un incontro con Garcia. Pallotta è invece dato in arrivo la prossima settimana. Magari per completare il puzzle.
Da sinistra l’allenatore della Roma Rudi Garcia, 51 anni; il direttore sportivo Walter Sabatini, 60; il presidente James Pallotta, 57: la triade giallorossa rischia di dividersi dopo due anni. Il vertice di Londra ha aumentato i dubbi sul futuro di Garcia nella Capitale ANSA
ercato da chiudere prima della partenza per il ritiro di Auronzo. È l’obiettivo della Lazio che vuole fare tutto e subito perché poi, ad agosto, è attesa da due appuntamenti fondamentali: la Supercoppa italiana (l’8 agosto a Shanghai, salvo rinvio in caso di vittoria della Juve domani col Barcellona) e il preliminare di Champions (18 o 19 e 25 o 26 agosto). Di qui l'esigenza di consegnare a Pioli una rosa completa già dal primo giorno di ritiro. Operazione non semplice, ma neppure impossibile visto che la Lazio tre acquisti li ha già fatti (il difensore olandese Hoedt, il centrocampista inglese Morrison e il laterale spagnolo Patric) e che bastano altri tre per completare il mosaico. DOPPIO MAURI E BORINI Il club romano cerca un attaccante, un centrocampista e un esterno sinistro. Per la punta l’identikit giusto è quello di Fabio Borini, ex romanista ora in forza al Liverpool. È un vecchio pallino di Igli Tare. Il d.s. già un paio d’anni fa aveva provato (invano) a portarlo alla Lazio. Ora i tempi sembrano maturi, anche perché dopo la deludente stagione vissuta con i Reds Borini può essere preso ad una cifra abbordabile. Sempre per l’attacco, da non trascurare l’ipotesi Bergessio. La Lazio lo aveva trattato a gennaio, il suo nome torna d’attualità visto che si è appena svincolato dalla Samp. Per il centrocampo, invece, il nuovo obiettivo è l’argentino del Parma Josè Mauri, su cui però c’è da sfidare il Milan che già si è mosso sul giocatore. Mauri potrebbe essere utilizzato sia come interno sia come vice Biglia (a Ledesma non sarà rinnovato il contratto, lo cerca l’Atalanta). Alla Lazio Mauri troverebbe il suo omonimo Stefano, cui sta per essere rinnovato di un anno il contratto. Terza e ultima casella da riempire quella del terzino sinistro. Radu è segnalato in partenza (come Onazi) al suo posto può arrivare il francese del Siviglia Tremoulinas. Sul fronte cessioni nessuna sorpresa all’orizzonte. Anderson anche ieri ha ribadito che resterà: «Sono concentrato solo sulla Lazio, non penso ad altro».
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Premier, un altro mondo: +32% in un anno
TACCUINO
1L’ultimo rapporto Deloitte registra 3,9 miliardi di ricavi per gli inglesi. E dal 2016 sarà +70% nei diritti tv
IPOTESI DI TRUFFA
Marco Iaria @marcoiaria1
L
a Premier League si conferma su un altro pianeta: 3,9 miliardi di ricavi nel 2013-14, con un sensazionale +32% per effetto del nuovo ciclo di vendita dei diritti tv. Segue la Bundesliga a quota 2,3 miliardi, in aumento del 13%. Quindi la Liga a 1,9 e la Serie A a 1,7, pressoché stabili: +3% e +1%. Nel caso degli spagnoli, l’incremento è dovuto ai proventi Uefa delle finaliste Champions della passata edizione, Real e Atletico. Questo significa che, a differenza delle massime divisioni inglesi e tedesche, la crescita dei due Paesi mediterranei
si è arrestata, a causa della mancanza di adeguate strategie collettive. E occhio alla Ligue che, con un +15%, sale a 1,5 miliardi di entrate. È la lettura che emerge dall’ultimo Annual Review of Football Finance di Deloitte, fotografia dello stato di salute delle principali leghe europee. Che continuano a crescere tutte, in termini di fatturato, ma a differenti velocità. Il miglior prodotto resta quello della Premier, che attrae investitori da ogni angolo del mondo: 11 club su 20 hanno proprietari stranieri e quegli stessi recano tutti sulle maglie sponsor d’oltremanica. In futuro il gap con le altre nazioni si dilaterà ulteriormente visto che i diritti tv domestici del triennio 2016-19 hanno fatto segnare
un balzo del 70%. Ma il successo inglese non è nato per caso: nel 1992 fu avviata una martellante operazione per esportare il marchio Premier in tutto il mondo. I tedeschi si sono attivati più tardi, sull’onda del Mondiale 2006, e con un dna più territoriale. Risultati ugualmente lusinghieri. ITALIA-SPAGNA Juve-Barcellona è anche Italia-Spagna. Dietro la cavalcata delle finaliste di Champions ci sono sistemi calcistici diversi ma per certi versi simili. Diversi perché il duopolio Real-Barça è un unicum: in due valgono oltre la metà del giro d’affari del campionato spagnolo, che economicamente parlando sopravvive grazie al fasci-
no del Clasico. Simili perché entrambi hanno peccato in questi anni di politiche centralizzate: anzi la A, specie con i recenti impulsi, è un passo avanti rispetto alla Liga. Per questi e altri motivi si può affermare una cosa: chiunque vinca a Berlino non sarà il trionfo di un movimento. In Spagna, peraltro, vige ancora il regime individuale di vendita dei diritti tv (dal 2016 si cambia): il rapporto tra prima e ultima, in termini di introiti, è di 7,4/1 contro il 5,3/1 della A, il 2/1 della Bundes e l’1,6/1 della Premier. Queste ultime due sono avanti anche per redditività (le uniche a registrare profitti operativi: 250 milioni per la Bundesliga e 767 per la Premier) e presenze negli stadi (42.600 in Ger-
mania, 36.700 in Inghilterra, 23.000 Italia e 25.300 Spagna). Spiega Dario Righetti, partner Deloitte: «Il calcio italiano rimane fortemente dipendente dalle entrate dei diritti televisivi, che col 59% rappresentano il valore più alto tra le 5 leghe. In futuro risulterà fondamentale diversificare le fonti di ricavi puntando a massimizzare le entrate da stadio e attività commerciali. Alcune società italiane si stanno muovendo bene, realizzando nuovi stadi o ristrutturando le strutture esistenti: lo Juventus Stadium e le attività connesse realizzate permettono di dire che la Juve rappresenta il club più in linea con le best practice europee». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Indagato presidente dilettanti Campania Vincenzo Pastore, presidente del Comitato campano della Lega dilettanti, è indagato a Napoli per una truffa legata alla costituzione di una società ad hoc per la gestione del patrimonio immobiliare della Lega.
IL FALLIMENTO
Il debito del Parma vale oltre 22 milioni I curatori fallimentari hanno quantificato l’ammontare del debito sportivo del Parma in 22,2 milioni di euro: 17, 2 di debiti ammessi al passivo, più 5 milioni di ritenute Irpef non versate e contributi Inps.
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Serie A R Panchine Roberto Mancini Massimiliano Allegri Stefano Pioli Sinisa Mihajlovic ? Giuseppe Iachini Rudi Garcia?
SAMPDORIA Walter Zenga SASSUOLO Eusebio Di Francesco TORINO Giampiero Ventura UDINESE Stefano Colantuono VERONA Andrea Mandorlini Manca la vincitrice dei playoff di Serie B
Della Valle-Montella «Deciditi in fretta» «Stupito, siate chiari»
planino e Andrea Della Valle. Quello che filtra dalla società è un cauto ottimismo sulla permanenza di un tecnico che, per tre anni consecutivi, ha portato la Fiorentina al quarto posto in campionato. Oltre a ben figurare nelle Coppe. Il contratto di Montella scade nel 2017, con una clausola rescissoria di cinque milioni di euro. Ma cauto ottimismo non significa certezza. Per questo gli scenari rimangono assolutamente aperti. E le alternative non mancano. Il prescelto, eventualmente, resta l’allenatore del Basilea, il portoghese Paulo Sousa, con i quali i contatti vanno avanti ormai da settimane.
LA SITUAZIONE NEL 2015-2016
ATALANTA CARPI CHIEVO EMPOLI FIORENTINA FROSINONE GENOA
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Edy Reja Fabrizio Castori Rolando Maran ? Vincenzo Montella? Roberto Stellone Gian Piero Gasperini
INTER JUVENTUS LAZIO MILAN NAPOLI PALERMO ROMA
1Ultimatum del patron della Fiorentina: «Ora basta
temporeggiare». In caso di addio pronto Paulo Sousa
ECCO PEREIRA Intanto l’organigramma societario si arricchisce di una nuova figura. Dopo l’addio di Eduardo Macia, passato al Betis Siviglia, e l’arrivo di Valentino Angeloni nel ruolo di d.t. e responsabile scouting, la Fiorentina si tinge di portoghese. Arriverà infatti Pedro Pereira, 34 anni, liberatosi dallo Sporting Braga dopo 13 anni di militanza. Dal 2002 infatti, Pedro Pereira ha ricoperto moltissimi ruoli al Braga: dalle funzioni tecniche a quelle societarie.
Alessandra Gozzini Giovanni Sardelli
I
l tempo sta scadendo. E la Fiorentina si sta stufando. Per questo nella tarda serata di ieri il presidente onorario viola Andrea Della Valle ha voluto mandare un messaggio chiaro a Vincenzo Montella. «Decidi, e in fretta» il senso di un comunicato apparso sul sito del club. «La società è in attesa di essere messa a conoscenza della chiara posizione del Suo allenatore Montella – sentenzia Andrea Della Valle - nel rispetto degli accordi a suo tempo presi e della correttezza finora tenuta. Riteniamo che, per il rispetto che tutti dobbiamo alla maglia ed ai nostri tifosi, sia indispensabile definire la situazione e non si possa temporeggiare ulteriormente». Dalle frasi scritte non è semplice, o giusto, interpretare toni e sentimenti. Ma che la proprietà sia un po’ infastidita da questi giorni senza news, è piuttosto semplice capirlo. Che la situazione sia tesa si nota poi anche dal fatto che le parti si parlino solo attraverso comunicati stampa. A quello di ADV ha risposto l’allenatore via Ansa in tarda serata: «Sono sorpreso dal comunicato della società, ma sono l’allenatore della Fiorentina e sono disponibile a continuare ad esserlo con entusiasmo». E ancora: «Sono mesi che stiamo parlando dei contenuti del pro-
Vincenzo Montella, 40 anni ANSA
Andrea Della Valle, 49 anni ANSA
getto tecnico futuro e credo che, proprio in virtù del rispetto nei confronti dei tifosi e della maglia, bisognerà essere chiari al riguardo indipendentemente dalla mia presenza o meno». Ancora una volta, da parte dell’allenatore, arriva un appello alla chiarezza.
RLa replica del
SPALLE AL MURO Entro domani la Fiorentina potrà quindi riempire la casella relativa al tecnico che guiderà la squadra nella prossima stagione. Sarà ancora Montella? Possibile. Oggi, al massimo domattina, il contatto decisivo (telefonico) tra l’Aero-
tecnico: «Pronto a rimanere, ma serve rispetto per tifosi e maglia»
RNuovo dirigente in società: è il portoghese Pereira, ex Sporting Braga
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LA SVOLTA
UFFICIALE
Sarri lascia l’Empoli e dice no al Cagliari «Ho paura di volare» 1Il tecnico: «E’ stata
una storia perfetta». Ora i toscani per il cambio puntano su Marino e Giampaolo
Maurizio Sarri, 56 anni FORTE
COMPITI L’addio di Pedro Pereira era nell’aria ed è diventato ufficiale dopo l’incredibile k.o. in finale della Coppa del Portogallo contro lo Sporting Lisbona. In viola Pereira firmerà un biennale e lavorerà sul mercato estero (soprattutto sulle cessioni, ma non solo), facendo capo direttamente al d.s. Pradè. Lo stesso Pradè ieri è rimasto al fianco del direttore generale Andrea Rogg, preparando strategie di mercato e pianificando il futuro. «Non c’è spirito polemico nel comunicato emesso – ha spiegato Rogg durante il Viola Party-. Vogliamo solo sapere al più presto le intenzioni del nostro allenatore per programmare al meglio la prossima stagione. Noi vogliamo lavorare con Vincenzo, adesso però è l’ora delle decisioni. Se dovesse andarsene? Abbiamo una lista di ipotesi pronte, per fronteggiare un’eventualità che non ci auguriamo».
Nicolò Schira
S
arri se ne va, l’Empoli punta su Marino. «E’ stata la storia perfetta, ma è giusto metterla da parte. Si chiude la pagina più bella e importante della mia carriera. Speriamo sia un arrivederci e non un addio». Le parole di Maurizio Sarri suggellano la fine della storia con l’Empoli. Un amore che in tre anni ha prodotto risultati storici per il club toscano. Una promozione in Serie A e la salvezza nella massima serie ottenuta in largo anticipo, mettendo in mostra il calcio più organizzato della categoria. Da settimane il tecnico aveva maturato la decisione di chiudere l’esperienza empolese. Troppo forte il desiderio di voltare pagina. All’orizzonte per Sarri non c’è un’altra panchina da occupare immediatamente. Potrebbe così aspettare una occasione
da subentrante in A: «Non ho accordi con altre squadre, la probabilità di rimanere fermo è molto alta. Ci sono state delle situazioni avanzate col Milan, sono stato a Roma e mi hanno accostato ai giallorossi. Io sono pronto a ripartire. Dovessi restar senza squadra girerei l’Europa per studiare e imparare le lingue. Non ho firmato nulla con nessuno». CAGLIARI NO Il Cagliari del presidente Giulini lo sta corteggiando: sul piatto un ricco triennale (750mila euro a stagione) ma Sarri non appare intenzionato ad accettare la proposta rossoblù, scendendo di categoria. Tra l’altro ha ammesso la sua paura di volare: «Preferisco guidare io». Oggi incontro tra il presidente Corsi e il d.s. Carli per scegliere il successore. L’obiettivo dei dirigenti empolesi, che sino all’ultimo hanno tentato di far desistere il tecnico dai propositi d’addio, è di annunciarlo per l’inizio della prossima settimana. L’Avellino ha blindato Rastelli. Al momento la volata è fra Giampaolo e Marino. Per tipologia di gioco e lavoro sul campo il più simile a Sarri appare l’attuale tecnico del Vicenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Udinese, lunedì inizia l’era Colantuono ● UDINE Tutto era già nell’aria, come annunciato da giorni. Stefano Colantuono ha firmato ieri per l’Udinese un biennale e dal 1° luglio succederà a Stramaccioni, il cui contratto cesserà il 30 giugno. La presentazione del 53enne tecnico romano ex Atalanta è stata fissata per lunedì alle 12 nella sala stampa dello stadio Friuli, struttura che per l’inizio del prossimo campionato sarà largamente rinnovata, ma non del tutto completata. Colantuono sarà il primo tecnico nella nuova casa dell’Udinese. La società ieri ha ufficializzato anche lo staff: il vice sarà Beni, il preparatore atletico Montesanto, preparatore dei portieri Coccia e il collaboratore Armenise. Stramaccioni, intanto, ha scelto di congedarsi con un saluto ai tifosi friulani: «Udine e l’Udinese avranno sempre uno spazio nel cuore della mia famiglia». Stefano Martorano
I PROSSIMI APPUNTAMENTI 2 agosto Primo turno eliminatorio di Coppa Italia 8 agosto Finale Supercoppa JuveLazio a Shangai (se la Juve vince la Champions sarà posticipata: in quel caso i bianconeri sarebbero
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impegnati nella Supercoppa europea) 9 agosto Secondo turno eliminatorio di Coppa Italia 15 agosto Terzo turno eliminatorio di Coppa Italia 22-23 agosto Prima giornata di Serie A
IL REBUS
Emery no al Napoli Prandelli-Spalletti non decollano 1De Laurentiis
spiazzato. E Hamsik punge Benitez: «Con lui ho avuto poco spazio» Mimmo Malfitano INVIATO AD AMALFI (SA)
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ante indiscrezioni, ma di concreto c’è davvero poco, in questi giorni. L’ultima, in ordine di tempo, riguarda un’offerta che Aurelio De Laurentiis avrebbe fatto pervenire a Luciano Spalletti. Se così fosse, non si tratterebbe di una novità: un primo incontro tra le parti c’era già stato qualche settimana fa, ma la discussione si arenò dinanzi al progetto tecnico, non ritenuto idoneo dall’ex allenatore dello Zenit di San Pietroburgo. Dunque, l’idea Unai Emery sembra definitivamente tramontata, da Siviglia s’è saputo che il tecnico basco non ha accettato la proposta del Napoli, preferendo continuare il progetto legato al suo club di appartenenza. Ad Amalfi, dove ieri ha partecipato alla kermesse «Football Leader», Cesare Prandelli ha atteso una chiamata da Napoli, che fino a tarda sera non è arrivata. In effetti, De Laurentiis ha trascorso la giornata in città, partecipando alla riunione in Comune, organizzata per la questione San Paolo. Il presidente è rimasto abbastanza contrariato dall’operazione Emery: era convinto di potere ottenere un
sì, ma la trattativa s’è chiusa prima ancora di entrare nella fase calda. E così, De Laurentiis s’è dovuto arrendere e ha messo mano al piano B. Piano che non è neanche del tutto chiaro, anzi c’è parecchia confusione, considerato che al momento, oltre a non avere l’allenatore, il Napoli non ha nemmeno il d.s., dopo l’addio di Riccardo Bigon, che ha risolto il contratto per andare al Verona. Oggi, il presidente napoletano è solo nella gestione di questo momento particolarissimo, perché sa bene che non potrà più sbagliare dopo il fallimento di questa stagione. ACCELERATA Se l’indiscrezione Spalletti dovesse essere confermata, allora la rosa degli allenatori s’è ristretta notevolmente. Oltre a Prandelli, che resta il favorito, non ci sono più tecnici nell’agenda del presidente. Anche l’opzione Bielsa pare sia caduta e, dunque, la scelta ricadrà su uno dei due tecnici, al momento, favoriti. Intanto Marek Hamsik ha parlato della sua stagione: «Tanta panchina con Benitez? Con lui ho avuto un rapporto normale, ma spero di avere più spazio in futuro. Guardare non mi piace». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Aurelio De Laurentiis, 66 anni ANSA
PRESTO L’ANNUNCIO
Samp, ecco Zenga: «Fiero di essere qui» che — già nelle prossime ore — fare un blitz nel (doppio) ritiro estivo della Samp. In attesa della firma e della presentazione ufficiale, l’Uomo Ragno è già carico: «Sono fiero di essere qui, al posto di un amico come Sinisa. Alla Sampdoria ho vissuto due stagioni indimenticabili». Walter Zenga, 55 anni EPA
Filippo Grimaldi GENOVA
U
n altro ragazzo della Samp ‘94-’95: da Sinisa Mihajlovic a Walter Zenga. Il nuovo tecnico blucerchiato è atterrato ieri mattina a Genova con un volo da Roma per prendere contatto con la realtà blucerchiata, preparare lo staff tecnico (che dovrà essere parzialmente condiviso con la società, questa l’indicazione fornita dallo stesso club), visionare la struttura del «Mugnaini» a Bogliasco , oltre
AL LAVORO L’esclusione del Genoa ed il conseguente ripescaggio dei blucerchiati al terzo preliminare di Europa League (gara di andata: 30 luglio) hanno costretto la società a rivedere i piani estivi. Il ritiro verrà anticipato a fine mese e, presumibilmente, da inizio luglio la squadra di Zenga andrà a Ponte di Legno, per poi trasferirsi (al posto della Roma) a metà luglio a Pinzolo, località già prescelta inizialmente. Ovvio che, a questo punto, anche l’intenzione del diesse Osti sarà quella di consentire a Zenga di avere in tempi rapidi buona parte della nuova rosa su cui lavorare in vista dei primi appuntamenti internazionali. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nazionale R Lo stage
VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
UNDER 21
I migliori della partitella tra azzurri
Rugani-Romagnoli, Cannavaro-Nesta versione moderna 1Daniele e Alessio
EL SHAARAWY Sensazioni di risveglio. Oltre alla rete, Conte gli ha chiesto più volte di puntare e cercare l’uno contro uno. E le risposte sono arrivate.
VAZQUEZ È entrato quando l’impegno di tutti virava verso il basso, ma la doppietta da pistolero con cui manda tutti sotto la doccia non va sottovalutata.
VERRATTI Anche da interno - in coppia con De Rossi - muove bene la palla e sa andare alla conclusione, che stavolta gli vale soltanto una traversa.
CANDREVA Non ha perso la forma e subito indirizza il match con un gol. Un modo anche per prolungare il derby, visto che De Rossi ha fatto lo stesso.
Conte pensa al 3-5-2 Zaza k.o.: ce la farà? 1Il c.t. in Croazia valuta Ranocchia e la difesa a tre
Nel test di ieri un po’ timidi i nuovi Caligiuri e Sansone
Massimo Cecchini Andrea Elefante INVIATI A FIRENZE
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aluti e baci con gol e qualche preoccupazione. Lo stage azzurro che si è concluso ieri ha dato ad Antonio Conte buone indicazioni su possibili sviluppi tattici, ma anche grattacapi fisici in vista delle convocazioni per il doppio impegno contro la Croazia (il 12 giugno) e il Portogallo (il 15 in amichevole), con raduno previsto domenica. La lista dei 26 – forse allargata a 28 – potrebbe scivolare da oggi a domani, visto che il commissario tecnico vuole accertarsi innanzitutto delle condizioni di Zaza, ieri tornato a casa per una ecografia alla schiena. Non sembra grave ma si vedrà se il dolore scemerà. Fastidi anche per Florenzi (malanno che si trascina alla coscia destra) e Soriano (polpaccio). Entrambi si sono allenati a parte e sono in forte dubbio. Marchetti accusa invece il solito dolore al costato. Insomma, il quartetto non ha partecipato alla partitella a ranghi misti, in cui si è notato il varo del 4-3-3 su entrambi i fronti.
CONTE SODDISFATTO Conte alla fine è apparso soddisfatto, anche per le risposte fisiche e atletiche ottenute nei test, i cui risultati sono stati consegnati
anche ai club di appartenenza. Il c.t. poi ha visto l’entusiasmo che si aspettava. Anche questione di contagio, probabilmente: i giocatori hanno ritrovato il c.t. come l’avevano lasciato o immaginato. Magari infastidito dai noti pensieri extracalcistici, ma ferocemente concentrato sull’Europeo dell’anno prossimo. L’obiettivo che lo ha portato a non considerare abboccamenti di club italiani ed esteri e che considera l’unico modo per lasciare un’impronta in questa parentesi azzurra, a prescindere da quanto durerà. CANDREVA E VAZQUEZ Nella partitella di 35’ a tempo, la prima formazione (Gialli), quella più vicina alla titolare che vedremo a Spalato, era così schierata: Sirigu (nella ripresa l’Under 19 Meret); De Silvestri, Ranocchia, Astori (Acerbi), Darmian; Verratti, De Rossi, Bertolacci; Candreva (Gabbiadini), Pellè (Immobile), El Shaarawy (Insigne). I rivali (Blu) hanno schierato: Padelli; De Sciglio, Rossettini, Moretti, Pasqual; Parolo, Valdifiori, Bonaventura: Caligiuri (Vazquez), Immobile (Paloschi), Sansone. Nel gioco, il test è stato quasi a senso unico, con Padelli – premiato col Tapiro di Striscia la Notizia per la papera dell’anno (contro l’Empoli) – bucato da Candreva (tiro dal limite), El Shaarawy (combina-
Antonio Conte, 45 anni, darà la lista anti-Croazia oggi o domani GETTY
zione con Pellè) e De Rossi (cross di Bertolacci) nel primo tempo. Nella ripresa il poker di Ranocchia di testa, poi cambi e caldo feroce placavano i ritmi, e così Rossettini accorciava di testa, fino alla doppietta finale di Vazquez. Sensazioni: in vista di Spalato, oltre al rientro di Buffon, Bonucci, Marchisio, Pirlo e Barzagli, bisognerà vedere se Conte, visto il k.o. di Chiellini, insisterà con la difesa a 4 (difficile), o se più probabilmente, con Ranocchia, punterà sul consolidato 3-5-2, magari con Candreva in fascia per renderlo più offensivo. Riguardo ai convocati, vista l’abbondanza di registi, possibile la rinuncia a Valdifiori, mentre Caligiuri e Sansone sono apparsi timi-
C’È BIANCHETTI Il paragone è pesante, infatti Rugani frena: «Mi fa piacere sentirlo, ma forse è esagerato». Di sicuro R&R al momento non sono nemmeno la coppia titolare in Under: nel playoff contro la Slovacchia, andata e ritorno, hanno giocato Rugani e Bianchetti. Matteo ha finito la stagione in B, allo Spezia, ma in Under è il capitano e non si discute: anche in Germania, nell’amichevole di marzo, è stato tra i migliori.
sicuri: «Alla Juve me la gioco», «Torno alla Roma, sono cresciuto» Luca Bianchin
INVIATO AD APPIANO GENTILE @lucabianchin7
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ite perpendicolari di Daniele, il biondo col curriculum da bravo ragazzo, e Alessio, il moro con la faccia da duro. Rugani e Romagnoli, la doppia R dell’Italia Under 21, sono parecchio diversi: ognuno va per conto suo ma da martedì lavorano assieme ad Appiano Gentile, per il ritiro della Nazionale di Di Biagio. Rugani viene da una stagione con 38 presenze e zero gialli: è l’unico giocatore di A ad aver giocato tutti i minuti della stagione e allora, sapendo che non è mai stato ammonito, tutti gli chiedono se non sia troppo buono. Romagnoli non ha quel problema: ha preso 9 gialli e soprattutto, pur essendo ipertecnico, ha una fisicità che si avverte. Insieme, sono la cosa più simile a Cannavaro&Nesta vista negli ultimi anni. Guardate le presenze: nella stagione dei vent’anni, quella appena finita, tutti hanno giocato oltre 20 partite in Serie A. Titolari, Rugani a Empoli, Romagnoli alla Samp, Cannavaro a Napoli, Nesta alla Lazio.
SARRI&SINISA Le vite di Rugani e Romagnoli improvvisamente si sono incrociate. Ieri. Il loro allenatore, ad esempio, ha cambiato squadra. Daniele: «Lo so, Sarri ha lasciato Empoli. Un po’ mi spiace, ci ha dato tanto». Alessio: «Mihajlovic al Milan, vero? Spero firmi, è bravissimo. Lealtà e fiducia sono le sue caratteristiche migliori». Entrambi però già sapevano che da agosto avrebbero avuto la formazione da un’altra voce. Daniele: «La Juve? Mi sento pronto a giocarmi le mie carte. Se poi mi manderanno altrove, magari alla Samp, andrebbe comunque bene: un’altra esperienza mi farebbe migliorare». Alessio: «Torno alla Roma, poi vediamo. Alla Samp sono cresciuto, più che in Under. Ho giocato dall’inizio solo in Irlanda del Nord, perché mancava Bianchetti. Se sono pronto per una grande? Io sono della Roma, è già una grande». Se chiedi chi è stato l’avversario più forte incontrato in stagione, altro incrocio. Romagnoli fa 4 nomi, Rugani solo uno, ma è comune: Tevez. © RIPRODUZIONE RISERVATA
di così come Bonaventura, e questo li pone in dubbio. In attesa di sviluppi su Zaza (in dubbio), Florenzi e Soriano, ecco i possibili convocati. PORTIERI Buffon (Juve); Sirigu (Psg); Marchetti (Lazio) o Padelli (Torino). DIFENSORI Barzagli, Bonucci (Juve); Ranocchia (Inter); Astori (Roma), Darmian e Moretti (Torino); Pasqual (Fiorentina); De Silvestri (Samp) o De Sciglio (Milan). CENTROCAMPISTI Pirlo, Marchisio (Juve); De Rossi, Florenzi (Roma); Verratti (Psg); Candreva, Parolo (Lazio); Bertolacci (Genoa); Soriano (Samp). In stand-by Giaccherini (Sunderland); Valdifiori (Empoli). ATTACCANTI Zaza (Sassuolo); Immobile (Borussia Do.); Pellè (Southampton); Vazquez (Palermo); Gabbiadini (Napoli); El Shaarawy (Milan) e Insigne (Napoli). © RIPRODUZIONE RISERVATA
Daniele Rugani e Alessio Romagnoli, classe ‘94 e ‘95 GETTY
IL CONFRONTO COSÌ NELLA STAGIONE DEI 20 ANNI squadra
presenze
stagione in A
posizione squadra
Empoli
38
prima
15° posto
Alessio Romagnoli
Sampdoria
30
terza
7° posto
Fabio Cannavaro
Napoli
27
seconda
6° posto
Alessandro Nesta
Lazio
23
terza
3° posto
Daniele Rugani
LA SORPRESA IN CINA
Cannavaro, esonero dal nulla: al suo posto Scolari 1Il Guangzhou, primo, cambia tecnico
Fabio: «Giocatori in lacrime». Ora la Fifa?
Maurizio Nicita @manici50
«H
o imparato una cosa nuova nel calcio. Che ti possono cacciare anche se stai facendo bene il tuo lavoro». Pensieri e parole di Fabio Cannavaro, sollevato ieri dalla panchina del Guangzhou Evergrande dove è in arrivo il brasiliano Scolari. PIATTO FREDDO I cinesi sono molto legati ai proverbi e quel-
lo della «vendetta da consumare come piatto freddo» hanno saputo metterlo in pratica in modo veramente glaciale. Basta dire che fino a una settimana fa la dirigenza aveva parlato di rinnovo contrattuale con il Pallone d’oro 2006. Ma è evidente che i contatti con Scolari fossero avviati da tempo. Da quando cioè Marcello Lippi ha lasciato la panchina cinese. Quello fu vissuto come uno sgarbo dalla società, che si è vendicata sull’uomo del commissario tecnico azzurro mon-
diale a Berlino. «Che cosa volete che vi dica? I fatti sono chiari. Lascio la squadra prima in classifica e ai quarti di Champions. Gioca un buon calcio nonostante per infortuni traumatici sono rimasto con i giocatori contati. Abbiamo appena pareggiato 2-2 contro il Tianjin Teda con una squadra interamente cinese, in rimonta. Alla fine, quando sia io sia i giocatori abbiamo saputo della scelta societaria i ragazzi sono scoppiati a piangere e mi hanno abbracciato tutti. Per chi come me è abituato a vivere nello spogliatoio, queste sono le cose che contano di più: sono orgoglioso di quello che abbiamo costruito insieme».
Fabio Cannavaro, 41 anni AFP
Luiz Felipe Scolari, 66 anni REUTERS
FUTURO POLITICO? Cannavaro si libera in un periodo in cui può rimettersi in gioco su una panchina europea. «Ora non voglio pensarci. Sto chiudendo questa esperienza di 8 mesi, che rimane preziosa». Fabio, che ha già risolto il contratto con il club cinese, sembra ora attratto dalla situazione politica del movimento: «È successo qualcosa di molto grave e non sono io a scoprirlo. È il momento di rimboccarsi le mani e difendere il calcio giocato, la parte migliore. Con Figo ne abbiamo parlato, condividiamo diverse cose e voglio provare a dare una mano anch’io». Prematuro parlare di candidatura, ma sicuramente Cannavaro da 5 anni, dopo il calcio europeo, ha conosciuto a fondo quello arabo e asiatico. Un’esperienza che potrebbe tornargli utile. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Mondo R L’anteprima
VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Nuovo fair play Più investimenti meno austerity
non rispetta le regole, non avrà possibilità di patteggiare, ma finirà sotto processo. E saranno guai più seri. Parentesi: lo sconto sul passato nasce dalla legittima richiesta di Pallotta che, presa la Roma, si è trovato nei guai per debiti precedenti. Le sue legittime richieste all’Uefa (di cui non avrà i benefici) hanno spinto verso queste modifiche. ANCHE GLI ALTRI Insomma: la differenza è tra il «settlement agreement», il sistema di oggi che prevede la transazione, e il nuovo sistema volontario. I club potranno scegliere. Il volontario è preferibile soltanto se si pensa di poterlo rispettare. L’Inter, che è in regime di «transazione» fino al 2018, potrà chiedere il «volontario» solo nel 2019. In futuro dovranno addirittura passare 3 anni, e non uno, per un cambio di sistema. Cambio che potrebbe chiedere anche chi sta bene, dal Barça alla Juve. Interessatissima al nuovo sistema può essere per esempio la Samp, da tempo fuori dalle coppe: dovrà in caso fare richiesta entro il 31 dicembre per averne i benefici.
1Uefa ed Eca ai dettagli: nessuna rivoluzione,
si potrà spendere di più. Ma chi sbaglia, rischia
Fabio Licari INVIATO A BERLINO
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i potrà investire di più avendo una strategia seria, ma se si sgarra le conseguenze saranno peggiori. I nuovi proprietari riceveranno un bell’aiuto, ma ci sarà mano tesa anche per i «vecchi» sempre se in regola. Il fair play finanziario (Ffp) sta per cambiare: Uefa ed Eca (l’Associazione Club Europei) si riuniscono a Berlino per definire gli ultimi dettagli, poi il 30 giugno l’Esecutivo di Praga renderà ufficiali le novità, in vigore dal 1° luglio. La «Gazzetta» può anticiparle oggi. BUON VECCHIO FFP Non si tratta di una rivoluzione. Anche perché il Ffp — che avrebbe forse avuto bisogno al suo fianco di una «luxury tax» all’americana, come suggerito anni fa dall’Ue — è riuscito nell’impresa di abbassare il deficit dei club europei da 1,7 miliardi a 0,5. Non è stato un fallimento, anzi. Però i cambi ci saranno, in linea con il nuovo (si spe-
ra) spirito europeo che allenterà l’austerity post-crisi. Cambio scaturito sotto la pressione degli scontenti (Psg, City), di chi si ritrova cattive gestioni passate senza avere colpe dirette (Pallotta con la Roma), e anche dei tribunali. Perché la causa dell’agente belga Daniel Striani può arrivare, tra pochi giorni, alla Corte di giustizia Ue. Non sarebbe un’altra Bosman, ma il sistema andrebbe in crisi. I PRINCIPI Dei cambi aveva parlato due mesi fa Kalle Rummenigge in un’intervista alla «Gazzetta». Il numero uno dell’Eca e del Bayern aveva detto: se i club storici sono in difficoltà finanziaria (Milan e Inter in Italia) e restano fuori dalle coppe, si impoverisce tutto il sistema. Suggeriva quindi di allentare in qualche modo le regole. Ecco il «fair play 2.0»: favorire gli investimenti, aiutando sia chi è in regola, sia i nuovi azionisti, sia chi fatica a entrare nelle coppe. Per combattere così l’effetto «fotografia» che è una distorsione evidente del Fair play: chi era ricco nel mo-
mento giusto, e si è trovato in Champions, sarà sempre più ricco. E chi era povero, beh, avrà poche chance di entrare. LE REGOLE: I BENEFICI Cosa succede? Prendiamo un grande club che oggi fatica a entrare nelle coppe: il Milan. Il suo obiettivo è la Champions 201617, ma senza investimenti farà una fatica tremenda. Avrebbe bisogno di spendere, mettiamo, 120 milioni sul mercato. Come non andare in bancarotta da fair play? Chiedendo un «voluntary agreement» all’Uefa. 1) Il club deve presentare un business plan nel quale indica investimenti, ricavi e perdite previste. Attenzione: cifre credibili, non scommesse. Tra i ricavi non si può indicare la futura partecipazione in Champions, sarebbe come un biglietto della lotteria, ma entrate da tv, sponsor e marketing (al massimo al Milan, vista la sua storia, può essere riconosciuta l’Europa League con la quale indicare 10 milioni di ricavi). 2) Secondo, importantissimo: visto che le spese sono ammortizzate in più anni, il Milan po-
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Michel Platini, 59 anni, è il numero 1 della Uefa dal 2007 REUTERS
RI club possono
trà spalmare i 120 milioni in 4 anni (30 all’anno) e vedersi scontati dall’Uefa i 30 milioni del primo anno. Un abbattimento del 25%. 3) Accedendo al «voluntary», al Milan saranno scontati anche i 90 milioni di deficit di quest’anno.
RCambio ispirato
ALTRE REGOLE: I RISCHI Tutto bello, ma le buone notizie sono finite qui, sennò addio fair play. Intanto Berlusconi, o chi per lui, dovrà garantire tutte le perdite previste nei quattro anni al momento stesso della richiesta (con fidejussioni o altro). E poi, se alla fine del ciclo
avere sconti nelle spese e nei deficit ma se sforano vanno a giudizio dalla volontà di aiutare i nuovi proprietari e dai rischi dei tribunali
NO AUSTERITY Quello che non è cambiato è il deficit massimo (che ora scende a 30 milioni). All’Uefa sperano cambi invece la filosofia: meno austerity, più investimenti. Anche per non subire cause al limite dell’incredibile (alcuni tifosi del Psg contestano di essere danneggiati perché il loro club può spendere di meno) o cause più credibili, tipo quella dell’agente Striani, basate sulla sproporzione tra il fatto e la sanzione, e a rischio Corte di giustizia Ue. Con tutte le conseguenze del caso, malgrado le rassicurazioni della Commissione Ue in questi anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Mondo R Terremoto alla Fifa LE TAPPE DELLA VICENDA
27 MAGGIO ARRESTATI 7 DIRIGENTI FIFA ● A Zurigo durante il meeting Fifa, vengono arrestati 7 dirigenti. L’accusa è di corruzione sull’assegnazione dei Mondiali di Russia 2018 e Qatar 2022: l’inchiesta è partita negli Usa.
VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
29 MAGGIO BLATTER VIENE RIELETTO ● A dispetto dell’inchiesta sulla Fifa che presiede dal ‘98, Blatter è rieletto per il 5° mandato: alla prima votazione ottiene 133 voti su 209 contro i 73 del principe giordano Ali, che si ritira.
30 MAGGIO LA RIVOLTA DELL’UEFA ● Michel Platini, presidente Uefa, che dopo gli arresti aveva chiesto il rinvio delle elezioni, torna all’attacco di Blatter minacciando addirittura l’uscita dell’Uefa dalla Fifa.
La Fifa pagò l’Irlanda per il mani di Henry
1 GIUGNO INDAGATO ANCHE VALCKE ● Nell’inchiesta entra Jerome Valcke, numero 2 Fifa. Accusa: 10 milioni di dollari Fifa trasferiti a Warner, ex vice presidente, accusato di aver preso tangenti per Sud Africa 2010.
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2 GIUGNO BLATTER SI ARRENDE ● Travolto dall’inchiesta, Blatter si dimette a soli 4 giorni dalla rielezione: «La Fifa avrà un nuovo presidente, io eserciterò le mie funzioni fino al prossimo consiglio elettivo straordinario».
GOLA PROFONDA 2?
1Il direttore generale Delaney: «Risarciti per 5 milioni» Russia-Qatar in difesa: «I mondiali? Nessun rischio»
Fabio Licari INVIATO A BERLINO
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e l’editoriale del New York Times invita Sepp Blatter a dimettersi subito, e non tra sei mesi, vuol dire che la partita non è finita e qualcosa di grosso può succedere presto. Se il quotidiano americano scrive così – ed è il più informato da ministero della giustizia e Fbi –, potrebbe anche essere un messaggio per l’ex «boss»: arrenditi o non faremo prigionieri. Il Nyt si chiede anche perché questa mossa a sorpresa soltanto quattro giorni dopo l’elezione. Suggerimento degli avvocati per difendersi meglio dalle accuse in arrivo? Richiesta degli sponsor? In ogni caso fa un po’ sorridere il comunicato che annuncia che Blatter e il presidente del comitato di controllo, Domenico Scala, stanno cominciando a lavorare per le riforme. Sarebbe meglio agire, ma in silenzio. Ci pensano gli altri a parlare. E le rivelazioni diventano imbarazzanti. PAGATA L’IRLANDA! Non c’è soltanto il mitico Jack Warner al centro di tutto. Si scopre, per esempio, che la Fifa ha pagato di nascosto l’Irlanda per indennizzarla della mancata qualificazione al Mondiale 2010 (ricordate la mano clamorosa di Henry?): lo ha ammesso il direttore generale irlandese John Delaney, specificando che la cifra è coperta da segreto. Sarebbero 5 milioni di euro. Storia incredibile che spiega tanto dell’etica Fifa. Temendo che la nazionale di Trap, che ancora non ci dorme la notte, potesse fare causa, Zurigo propose «un accordo confidenziale. Fu un ottimo e legittimo affare. Era un giovedì. Lunedì avevamo già firmato e tutto era stato fatto».
RUSSIA-QATAR MURO C’è anche chi resiste. I tedeschi – l’ex ministro dell’interno Schilly – negano di aver comprato il 2006 (superarono il Sudafrica 12-11 con la strana astensione del neozelandese). Il ministro dello sport russo Mutko assicura: «Nessun rischio che sia cambiata sede nel 2018». Il Qatar sostiene che dietro le accuse «c’è razzismo». In realtà sia 2018 (la minaccia russa) sia il 2022 (con implicazioni religiose) sono 2 edizioni difficili da togliere ai (legittimi?) proprietari, anche se l’Fbi sta investigando proprio su quelle votazioni. La Francia s’arrabbia per le voci sulle mazzette per l’edizione ’98: se ci sono state, sono partite, pare, dal Marocco. BLATTER ALIEN E c’è infine chi sogna. Come il ministro della cultura inglese che si dice «pronto a ospitare i Mondiali del 2022». Ora tutto può succedere ma, se già nel 2018 il torneo si svolgerà in Europa, è probabile che siano Usa o Australia a essere scelti. Non gli inglesi. Ai quali però, parole dell’ex presidente federale David Bernstein, spetta il paragone più bello: «Blatter è come Alien. Per quanti sforzi faccia l’equipaggio dell’astronave per buttarlo fuori, lui resiste, e quando sembra espulso si aggrappa all’esterno». Il presidente Greg Dyke è più prosaico: «Se ne vada subito». E chi al suo posto? La lista si allunga e si accorcia ogni giorno, con Platini e il principe Ali sempre in pista, con l’entrata di Zico e l’ascesa dello sceicco kuwaitiano Al-Sabah. Un po’ presto. Mentre le parole dello speaker delle Casa Bianca – degli scandali Fifa si potrebbe parlare al G7 in Baviera – rendono più esplicito quanto era già chiaro: la cacciata di Blatter è un affare di Stato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Jack Warner, 72 anni, vice presidente della Fifa AFP
Warner: «Blatter sa perché è caduto E anche io so tutto» Massimo Lopes Pegna CORRISPONDENTE DA NEW YORK
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Il mani non punito di Thierry Henry mentre segna in Irlanda-Francia
Anche il mondiale del Brasile entra nel mirino dell’Fbi ● Uno scandalo tira l’altro e non poteva naturalmente mancare all’appello l’ultimo appena disputato in Brasile nella scorsa estate. Se l’assegnazione non può essere messa in gioco – era l’unico candidato – per la Federal bureau investigation sono sospetti i rapporti tra il segretario Fifa Jerome Valcke e l’ex presidente della federcalcio brasiliana Ricardo Teixeira. SCAMBIO DI FAVORI? Al centro di tutto, i contratti firmati per l’organizzazione del Mondiale in Brasile. Secondo il giornale brasiliano «O Estado de Sao
Paulo» gli inquirenti cercano di capire se c’è stato qualche scambio di «favori». Texeira era a capo dell’organizzazione del torneo, ed era anche nell’Esecutivo Fifa, prima di essere travolto dagli scandali e di scappare negli Stati Uniti (vive a Miami). Secondo «O Estado» sono stati spesi in accordi vari circa 2200 miliardi di dollari: la domanda è se Teixeira e Valcke hanno beneficiato di questi accordi. Un gruppo tedesco ha ammesso tangenti. Nel mirino anche il nuovo presidente della federcalcio brasiliana, Marco Polo Del Nero. f.li. © RIPRODUZIONE RISERVATA
areva fuori di sé l’altra notte, Jack Warner, l’ex vice-presidente Fifa e per più di vent’anni presidente della Concacaf. Dopo essere stato arrestato mercoledì scorso e rilasciato su cauzione (395 mila dollari) con sulla testa 10 capi d’imputazione e la prospettiva di trascorrere almeno un ventennio nelle galere americane, per sette lunghi minuti, pagati dal suo partito, l’Independent Liberal Party, ha parlato alla tv nazionale e promesso (ma sembrava una minaccia) di raccontare tutto quello che sa. Probabilmente, molto: «Non avrò problemi a sollevare scandali. Neppure la morte potrà fermare questa valanga, ma ormai non si torna più indietro». Perché ha detto anche di temere per la sua vita, Jack. Ha citato Ghandi e lanciato strali contro Sepp Blatter: «Lui sa perché è caduto, e se c’è qualcun altro informato dei fatti, quello sono io». CIFRATO Un messaggio neppure troppo cifrato inviato dall’ex ministro di Trinidad ed ex professore di storia agli investigatori Usa. Insomma, Warner deve aver fatto una semplice riflessione sulle sue (misere) prospettive future e ora spera di
diventare un collaboratore di giustizia di questa inchiesta per salvarsi. Vorrebbe emulare Chuck Blazer, il suo vice alla Concacaf dal ‘90, la prima «Gola Profonda» dell’indagine le cui rivelazioni in un tribunale di Brooklyn nel 2013 sono state finalmente pubblicate mercoledì sera. Ma ora si è saputo che anche i suoi figli, Daryan e Daryll Warner, nel 2013 hanno vuotato il sacco nello stesso tribunale dopo aver cercato di depositare 600 mila dollari, il frutto di azioni illegali, in una dozzina di banche americane. VITTIMA Jack si è dichiarato vittima degli eventi, anche se sarebbe stato lui il destinatario dei 10 milioni di dollari, l’enorme tangente pagata dal comitato organizzatore sudafricano e transitata attraverso i conti Fifa. Lui che a Trinidad molti vedono come una sorta di Robin Hood («Aiuta la povera gente a costruirsi la casa», raccontava una sua ex collega al dipartimento di storia della University of West Indies) e altri considerano una specie di boss mafioso contro cui è meglio non schierarsi. «Certi segreti non li terrò più per me per favorire chi ha cercato di distruggere il Paese. Ho documenti e assegni che legano Blatter e altri membri della Fifa a un tentativo di manipolare l’elezione nel mio Paese». Si riferiva a quella presidenziale del 2010, anche se non è chiaro il motivo di un’interferenza Fifa. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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ELISA SANTONI Ex campionessa ginnastica ● ...vedo la gente che vola... #golden #gala #goldengala #pietro #mennea #athletes #athletics #stadio #olimpico... @elysantoni
La finale di Champions 1
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a Juventus dopo quattro anni di pianificazioni illuminate e di successi italiani raggiunge la finale della più prestigiosa competizione mondiale, la Champions League. Un grande risultato che premia una società moderna e competente, l’ottimo lavoro di un allenatore che ha smentito tutti gli scettici e la straordinaria serietà e capacità dei giocatori. Queste tre componenti formano una realtà così coesa e efficiente da non partire sconfitti neppure con lo straripante Barcellona attuale, in questo momento forse la squadra più forte del mondo. Tolto Chiellini, i bianconeri stanno bene, solo Pogba e Pirlo sono un po’ in ritardo nel recuperare la migliore condizione. Vengono, come del resto i rivali, da successi in serie dimostrando forma e alternative valide come i giovani e
promettenti Sturaro e Pereyra e i sicuri bersagli e Llorente. La partita si presenta complicata e difficile come non mai ma la Juventus deve crederci non perdendo la propria identità. Max e i suoi giocatori sanno bene che a livello internazionale le squadre sono molto più brave ad attaccare che a difendere: si difendono tenendo le iniziative e il pallone. Mentre in Italia, in generale, le squadre sono più brave a difendersi e sono in difficoltà quando hanno il dominio del gioco e necessità di fare. Quasi tutte le compagini italiane hanno timore a pressare alto e preferiscono arretrare al limite area e fare massa con tutti gli undici, quindi sperando in un contropiede salvifico che parta da 70-80 metri. La partita è certamente la più difficile che potesse capitare, si incontra una vera squadra in grande forma e con molti campioni tra cui oggi il più grande di tutti: Lionel Messi. Pertanto occorre la partita perfetta ma quello che sembra difficile potrebbe esserlo meno durante l’incontro. In ogni caso credo che sarebbe un errore
lasciare giocare gli avversari e aspettarli vicino alla propria area. Portare i vari Messi, Neymar, Suarez e Iniesta, ecc… vicino all’area e permettere ai centrocampisti di servirli con facilità e precisione equivale a un suicidio. Tenere la linea difensiva più alta, a 10-15 metri sotto la metà campo, con tutta la squadra in 30 metri diventa indispensabile per fare in quella zona un pressing feroce. Affinché ciò si verifichi occorre un team compatto, corto e stretto, con capacità di posizionamento e di lettura, con organizzazione e connessione tra i singoli reparti, marcatura a scalare, raddoppi, diagonali e salite veloci nella linea difensiva. Tutto questo darebbe la possibilità di tenere lontani dall’area gli avversari e tutte le volte che si ruberà il pallone effettuare ripartenze letali. Credo che la Juve può vincere attraverso una conoscenza collettiva superiore rispetto ai fortissimi rivali. Credete nelle vostre capacità organizzative di gioco, solo così potrete compiere un capolavoro. In bocca al lupo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La finale di Champions 2
PERCHE’ LA JUVE E’ UN ENIGMA PER IL BARÇA MARCA A LA DIFFERENZA di SANTIAGO SEGUROLA
I
l Barça è la squadra con meno segreti al mondo. Si affida al 4-33, con poche varianti, da ormai 25 anni. È il raffinato prodotto della scuola cruyffiana, alla quale si devono i successi e l’identità di una squadra che fino ad allora si contraddistingueva per l’insicurezza e per la mancanza di un modello calcistico definito. Tra il 1960 e il 1990, un’eternità nel mondo del calcio, il Barcellona non ha vinto quasi niente: nessuna Coppa dei Campioni e soltanto due campionati. Dal 1991 il Barça si è invece aggiudicato ben 13 edizioni della Liga e 4 della Champions. Dopo una prima parte di stagione travagliata e caratterizzata dai continui cambi di formazione, il Barcellona ha trovato una squadra tipo e si è trasformato in
un uragano. Contro la Juve giocheranno Ter Stegen, Alves, Piqué, Mascherano, Alba, Rakitic, Busquets, Iniesta, Messi, Luis Suárez e Neymar. Su questo fronte non sono attese novità. La grande sorpresa di questa finale è piuttosto il paese d’origine dei rivali del Barça. È evidente che lo stile della Juve sia molto diverso da quello dell’Arsenal e da quello del Manchester United, gli avversari con cui il Barcellona si confrontò nel 2006, nel 2009 e nel 2012. Per Guardiola fu abbastanza facile decifrare il Manchester United, il massimo rappresentante del calcio inglese. Una squadra competitiva e orgogliosa, ma troppo semplice, quasi ingenua a livello tattico. Grazie al possesso prolungato della palla, il Barça riuscì a disarmare la squadra di Ferguson, incapace di mantenere l’ordine e la disciplina per tutti i 90’. Troppo inglese, troppo impaziente per opporsi al gioco della squadra catalana. La Juve è figlia di un’altra cultura. Ha a propria disposizione giocatori eccellenti e d’esperienza in
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LUIGI DATOME Giocatore basket NBA ● Era da un po’ che non mettevo a posto le mie cose... Non avete idea di cosa stia ritrovando! @GigiDatome
TANIA CAGNOTTO Campionessa di tuffi ● Ultimi momenti di relax a casina..poi si vola x #Rostock2015 #europeituffi @TCagnotto
Lettere alla Gazzetta
DIFESA E PRESSING, ALLEGRI PUOI FARCELA L’ANALISI di ARRIGO SACCHI
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PRESIDENTE Maurizio Costa AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Gerardo Braggiotti, Laura Cioli, Paolo Colonna, Teresa Cremisi, Dario Frigerio, Tom Mockridge, Stefano Simontacchi DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri
tutte le zone del campo, ma soprattutto presenta una netta identità italiana, un’astuzia tattica sconosciuta agli inglesi. L’unica eccezione d’oltremanica è rappresentata dal Chelsea di Mou, il meno british dei club inglesi. Si tratta probabilmente della finale che più interrogativi genera al Barça. La Juve ha dimostrato di sapersi adattare a tutte le caratteristiche dei propri rivali, dal Dortmund al Real, passando per il Monaco. Guardiola contro lo United applicò una formula infallibile. Vinse la partita a centrocampo, grazie alla superiorità numerica assicurata da Messi, che partiva da dietro. Contro la Juve sarà più difficile perché la squadra di Allegri gioca con quattro centrocampisti puri. Il gran problema della Juve non sarà tattico. Sarà Messi, un giocatore che sposta da solo gli equilibri delle partite. Con Messi il Barça ha dimenticato la sua vecchia insicurezza. Ora disputa una finale dietro l’altra. E le vince quasi tutte.
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BOMBA ALLO STADIO VI RICORDATE? PORTO FRANCO CO TURII di FRANCO ARTURI email: farturi@gazzetta.it etta.it twitter: çarturifra
I tifosi violenti continuano le loro scorribande dentro e fuori dallo stadio. Naturalmente per prima cosa si tratta di una questione di civiltà che manca. E non parliamo di “pochi”, come si sente spesso, tanto per sminuire tutto, all’italiana. Mi chiedo com’è finito il caso della bomba lanciata dentro l’Olimpico durante TorinoJuve. Contro il Napoli si è sentito di tutto, da una parte e dall’altra… Giuseppe Francesconi (Montecatini Terme) I problemi che lei solleva rimangono attualissimi. E brutalmente rimossi. La «domenica bestiale» è quella del 26 aprile scorso. Nemmeno un mese e mezzo fa. Calcio-orrore in prima pagina su tutti i quotidiani del regno, diluvio di immagini su tv, radio e siti internet. Giustamente. Commenti durissimi e lucidi. Fra le istituzioni sportive, toni di allarme finale: si parla di atti eversivi, di necessità di leggi speciali. C’è poi lo scaricabarile che sembra preludere allo scontro istituzionale definitivo: il Governo contro i club, la Federazione che accusa la politica, il Coni che si barcamena. Alla buonora fra gli addetti ai lavori dell’ordine pubblico ci si rende conto che la criminalità da stadio e dintorni ha forti analogie con quella organizzata, cioè con le mafie. Perché mira a conservare il controllo del territorio-curva e ad affermare il proprio potere d’interdizione sui club e in definitiva su tutto il calcio. Un polverone talmente fitto che molti pensavano: adesso spazzeranno via la marmaglia e le famiglie torneranno negli stadi. Ci avevano sperato anche per l’analoga sollevazione generale di un paio di settimane prima, causata dall’orrido striscione esposto nella curva dei tifosi romanisti contro la madre di Ciro Esposito, il tifoso ucciso prima della finale di Coppa Italia del 3
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maggio 2014 dalla pistola impugnata dall’ultrà romanista Daniele De Santis. La realtà sta in questo elenchino (non completo, naturalmente) di eventi accaduti negli ultimi 40 giorni. Al netto di scandali scommesse, terremoto Fifa, fallimenti di club, licenze Uefa negate, multe internazionali comminate, le «quattro lesbiche», etc. 4 maggio: l’argentino German Denis (5 giornate di squalifica) chiede pubblicamente scusa per aver colpito l’avversario Tonelli. La sua curva atalantina commenta così: «La maglia indossata sempre con amore: Bergamo ti rende onore». 7 maggio: dopo la semifinale di andate di Europa League contro il Dnipro, l’Uefa multa di 80 mila euro il Napoli per «uso di fumogeni… scale occupate… insufficiente organizzazione…». 10 maggio: incidenti prima del derby di Verona. Cinghiate, 4 feriti. 17 maggio: cori razzisti contro Pogba, curva Inter chiusa 23 maggio: «Sei pronto? Veniamo a ucciderti», minacce telefoniche a un tifoso napoletano che ha appena vinto una causa contro la Juve. 24 maggio: in un’intervista al giornale argentino «La Voz del Pueblo», Papa Francesco definisce gli ultrà «mercenari». 25 maggio: gravi incidenti con accoltellamenti prima e dopo il derby romano, con la presenza di ultrà stranieri. A margine il Viminale censura a vario titolo le dichiarazioni pre gara di Garcia, la maglietta di Totti, i gestacci di De Rossi, denunciando anche la «presenza di noti ultrà della Curva Sud in tribuna Monte Mario, quasi a contatto con i tifosi Lazio». 26 maggio: Il capo della Polizia Alessandro Pansa: «Una violenza ottusa continua a caratterizzare gli eventi sportivi. E non tutte le società collaborano, anzi…». 31 maggio: i taxi su cui viaggiano Andujar e Higuain vengono intercettati, bloccati e assaliti a Napoli da ultrà infuriati per la sconfitta con la Lazio. Che cosa hanno fatto nel frattempo la politica, le istituzioni calcistiche e sportive e i club contro gli ultrà criminali? Niente.
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VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Serie B R Andata finale playoff
VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LE PANCHINE
COSÌ IN CAMPO ALLE 20.30 PESCARA 4-2-3-1
E’ arrivata la conferma per Panucci e Rastelli
BOLOGNA 4-3-1-2
29 A. ROSSI
7 MBAYE
25 PASQUATO
16 CASARINI
16 BRUGMAN 6 FORNASIER
9 CACIA
MELCHIORRI 8 9 BJARNASON
1 FIORILLO 15 SALAMON
32 MEMUSHAJ 11 ZAMPANO
7 POLITANO
ALLENATORE Oddo PANCHINA: 12 Aldegani, 2 Pucino, 13 Zuparic, 24 Selasi, 34 Torreira, 28 Lazzari, 10 Caprari, 19 Pettinari, 42 Sansovini SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Politano, Caprari, Zampano, Salamon, Torreira, Melchiorri, Lazzari, Rossi, Memushaj
2 OIKONOMOU 21 LARIBI
5 MATUZALEM
1 DA COSTA
Foresi-Zappella
D
20 MAIETTA
11 SANSONE
ue novità imminenti per le panchine di Serie B: Massimo Drago al Cesena e, al suo posto, Ivan Juric (che ieri ha risolto il contratto con il Mantova) al Crotone. Il Modena, se si salva, punterà su Tesser. Intanto arrivano conferme importanti ad Avellino e Livorno (e forse a Salerno, dopo l’incontro con Menichini).
29 BUCHEL 25 MASINA
ALLENATORE D. Rossi PANCHINA: 35 Coppola, 24 Ferrari, 8 Garics, 3 Morleo, 32 Ceccarelli, 6 Krsticic, 10 Mancosu, 18 Acquafresca, 33 Improta SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Maietta, Laribi, Da Costa, Oikonomou, Buchel, Masina
ARBITRO Gavillucci di Latina GUARDALINEE Peretti-Di Vuolo QUARTO UOMO De Troia ADDIZIONALI Candussio-Abbattista TV Sky Supercalcio HD, Sky Calcio 1 HD, Premium Calcio INTERNET www.gazzetta.it CENTIMETRI
Federico Melchiorri, 28 anni, 14 gol del Pescara D’ANNIBALE
Daniele Cacia, 31 anni, 12 reti con il Bologna LAPRESSE
Pescara-Bologna, la prima sfida Alla vigilia soltanto complimenti
1Oddo ritrova Rossi e sono parole dolci: arrivati da poco, adesso si giocano la A
In attacco tocca a Melchiorri e Cacia, già venduti 17mila biglietti, la cabala dice 1-1
Nicola Binda
P
enultima tappa di questi playoff sempre più show: nelle prime sei partite ci sono stati stadi pieni, tifoserie corrette, belle partite e 17 reti; uno sponsor ha voluto battezzare la manifestazione (la Compass), le due finali avranno un sito in città chiamato B Village per vivere in allegria il prepartita e in campo ci saranno due squadre veramente toste in scenari da A. Tra le chicche anche il confronto tra due allenatori subentrati nel finale del campionato (Massimo Oddo ha fatto 4 partite, Delio Rossi 5), capaci di raddrizzare due colossi vacillanti e pronti a sfidarsi dopo essere stati insieme alla Lazio dal 2005 al 2007: Oddo in campo, Rossi in panchina. Ancora oggi i due si stimano molto. Ma adesso si devono sfidare per un posto in A: signore e signori, allacciate le cinture, c’è l’andata (martedì il ritorno) di Pescara-Bologna.
PESCARA La prevendita è a quota 17mila biglietti e gli ultimi 3mila dovrebbero essere venduti oggi. Oddo ha 9 diffidati e per il ritorno rischia di perdere Memushaj e Bjarnason, se convocati da Albania e Islanda. Stamane il tecnico ripropone il risveglio muscolare nel centro cittadino, alla Nave di Cascella, sulla riviera. Rispetto a Vicenza tornano titolari Rossi a sinistra, Brugman in mezzo e Melchiorri in avanti. Oddo sa tutto del Bologna: «Rossi lo conosco, cercherà di non subire e aspetterà il momento per fare male. Noi faremo il contrario, abbiamo l’obiettivo di chiuderla all’andata facendo tre gol. Se non
RAi playoff ha già
vinto la quarta, come il Bologna. Ma il Pescara ha due successi in C1
dovessimo riuscirci, non ci saranno problemi perché anche fuori casa questa squadra ha dimostrato di poter fare risultato contro chiunque». BOLOGNA Delio Rossi ha convocato 24 giocatori più gli infortunati Gastaldello e Zuculini. Il tecnico recupera a tempo pieno Maietta e non ha deciso se impiegare Krsticic (possibile) e Acquafresca (difficile), che ha una contrattura: al suo posto gioca Cacia, mentre Buchel è favorito sul serbo. Attenzione però alle sorprese: Rossi ha lavorato anche sul 4-3-3, col tridente Laribi-Cacia-Sansone. Ha detto il tecnico: «Di solito quando devo decidere la formazione mi tengo sempre due dubbi, stavolta ne ho quattro. Il Pescara vive un momento di grande entusiasmo, ero certo che Oddo avrebbe fatto bene. E’ una persona appassionata e intelligente, ha esperienza e carisma. Noi siamo in finale meritatamente e vogliamo la A. Le parole di Cacia dopo
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Avellino? Non leggo e non ascolto. Gli allenatori e i giocatori fanno un lavoro di dominio pubblico e possono dire quello che vogliono, in campo contano i fatti». Il Bologna giocherà col lutto al braccio per la scomparsa dell’ex tecnico Gb Fabbri, e sarà seguito da almeno 1.200 tifosi: il Pescara ha infatti concesso altri 400 biglietti. STATISTICHE In 9 edizioni di questi playoff, 7 volte ha vinto la terza. Stavolta non sarà così, vista l’eliminazione del Vicenza. Una volta hanno vinto una sesta (la Samp) e una quarta (il Cesena), stesso piazzamento del Bologna. Mai ha vinto una settima, come il Pescara. Entrambe le finaliste sono per la prima volta ai playoff di B, dopo avere però fatto quelli di C1: il Bologna una volta perdendo in semifinale, il Pescara più volte vincendo nel 2003 e nel 2010. Cosa dirà la storia? (hanno collaborato A. Tosi e O. D’Angelo)
clic ANCHE NEL CALCIO A 5 UNA SFIDA PARALLELA MA PER LO SCUDETTO ● (m.cal.) In una settimana Pescara si gioca tutto, ma la prima festa potrebbe essere già stasera nel calcio a 5: i biancazzurri a Ferrara, dopo aver vinto le prime due gare della serie cercano il punto decisivo per lo scudetto, il primo nella storia del club. Di fronte il Kaos, che gioca a Ferrara ma che fino a due anni era proprio di Bologna. Sognano la doppietta anche i fratelli Iannascoli: Danilo è a.d. del Pescara (mercoledì era a Ferrara per gara-2), Fabrizio è il presidente del Pescara calcio a 5. E c’è pure l’idea di una festa congiunta, se Oddo dovesse centrare la A e Colini il tricolore...
AVELLINO Dopo l’impresa sfiorata a Bologna, il presidente Taccone ha confermato la fiducia a Massimo Rastelli («è e resta il nostro allenatore»), legato fino al 2016: «Ripartiamo per confermarci ai vertici della B». Il tecnico, che nel dopo-Bologna aveva preferito prendersi qualche giorno di riflessione, dice: «Ci siederemo a un tavolo per i programmi e pronti a ripartire». Ritiro dal 13 luglio a Sturno. I primi rinforzi sono Blasi (Varese) e il difensore ceco Milan Nitriansky (Pribram). LIVORNO Sarà ancora Christian Panucci a guidare il Livorno. Ieri si è tenuto un incontro a Genova tra il tecnico, il suo manager Damiani, il presidente Spinelli e il d.s. Signorelli dove è stato deciso il programma, anche se le trattative per la cessione del club restano aperte. «Siamo in perfetta sintonia - dice Panucci - ripartiremo da Emerson e Luci per poi allestire una squadra giovane». Panucci dovrebbe puntare sul 4-3-3 e ha chiesto due esterni offensivi. Ritiro dall’11 luglio ad Acqui Terme. GIOCATORI Il Novara ha tesserato il portiere David Da Costa (Zurigo) e al Trapani va il centrocampista Davide Raffaello (Lupa Roma). © RIPRODUZIONE RISERVATA
Christian Panucci, 42 anni LAPRESSE
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Lega Pro R La curiosità
Nuovi tecnici? Solo in Toscana Alvini ha detto sì alla Pistoiese
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e nuove panchine di Lega Pro? Tutto fermo. Anzi no: solo in Toscana si muove qualcosa. A parte qualche conferma (è notizia di ieri quelle di Petrone all’Ascoli a di Erra alla Vigor Lamezia), nessuna società ha già annunciato nuovi allenatori. I club sono ancora impegnati con la chiusura di questa stagione, che avrà il suo ultimo atto nella finale dei playoff tra Como e Bassano. Per la scelta dei tecnici c’è ancora tempo. Non in Toscana però, come detto. Perché in questa regione tre società hanno le idee chiare sul
tecnico a cui affidare le squadre nel prossimo campionato. LE NOVITA’ La prima squadra ad aver scelto l’allenatore è stata il Pisa, che punta su Giancarlo Favarin, reduce dalla promozione in Lega Pro con la Fidelis Andria: l’accordo non è ufficiale, ma l’annuncio è imminente. E’ notizia di ieri invece il sostituto di Stefano Sottili per la Pistoiese: è Massimiliano Alvini, che dopo 7 anni di successi e soddisfazioni con il Tuttocuoio ha accettato; la firma sul biennale arriverà a breve, ma l’ac-
Massimiliano Alvini, 45 anni LAPRESSE
cordo (imbastito da giorni) è stato trovato ieri pomeriggio, dopo che Alvini ha incontrato la Casertana, che aveva fatto un blitz con il presidente Lombardi (impegnato a Firenze nel Direttivo di Lega). Insieme ad Alvini potrebbe arrivare un attaccante del Tuttocuoio e sarebbe un clamoroso ritorno: è Corrado Colombo, che nella Pistoiese ha giocato nel 1999-2000 e per un breve periodo nel 2011. Curiosamente, al posto di Alvini al Tuttocuoio arriva il tecnico che in questa stagione ha guidato proprio la Pistoiese (prima di Sottili): è Cristiano Lucarelli, che dopo aver aspettato la chiamata del Livorno (dove rimarrà Panucci) ha detto sì al simpatico club di Ponte a Egola. ni.bin. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL DIRETTIVO
PLAYOFF
L’assemblea per il bilancio è martedì 30
Como-Bassano Domenica c’è il primo round
● FIRENZE Il Direttivo della Lega Pro ha fissato per il 30 l’assemblea per approvare il bilancio 2013-14. Non c’era il presidente Macalli, in quanto inibito, e c’era il consigliere federale Gravina. Il Direttivo ha anche ratificato le norme per le iscrizioni già esposte al Consiglio federale (scende da 600mila a 400mila la fideiussione), mentre in merito ai ripescaggi sarà chiesto alla Figc di rivedere i 600mila euro a fondo perduto per i club interessati.
● La finale dei playoff per la B vivrà domenica il primo atto con la partita di andata. Ecco il programma: DOMENICA 7 Como-Bassano (ore 16, diretta su Raisport) DOMENICA 14 Bassano-Como (ore 16, diretta su Raisport). REGOLAMENTO Dopo la partita di ritorno, in caso di parità di punti e di gol (quelli in trasferta valgono come quelli in casa), si giocano i tempi supplementari. Se la parità persiste dopo il 120’, si battono i calci di rigore.
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Formula 1 R GP Canada
IL PUNTO di ANDREA CREMONESI
Vettel tifoso «Gilles un mito C Ho rivisto in tv le sue gare»
Paolo Ianieri INVIATO A MONTREAL (CANADA)
LA FERRARI È PRONTA A USARE IL 5° MOTORE NEL FINALE DI STAGIONE
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n fine settimana all’attacco per provare a scalfire la supremazia della Mercedes che, dopo la parentesi della Malesia, è tornata a dettar legge: è l’approccio della Ferrari a questo GP Canada che si corre in una terra amica, non solo perché da quando si disputa sull’isola di Notre Dame (1978) ci ha vinto più di tutti (ben 10 edizioni), ma anche per via dei tanti abitanti di origine italiana che riempiono le tribune.
rescent Street è «LA» zona calda del weekend della Formula 1. Traffico chiuso, bancarelle, spettacoli, migliaia di persone che dal pomeriggio a notte inoltrata fanno festa nei bar che si affacciano sulla strada. È qui che, in una mattinata perfetta, cielo azzurro e sole che scalda, Sebastian Vettel apre il suo fine settimana canadese. «Questa è una delle gare che preferisco — racconta allo stand Ups, quindi a quello Shell, a decine di tifosi che lo ascoltano in religioso silenzio —. La pista è unica, tutta accelerazioni e frenate, i muri vicinissimi, l’errore sempre in agguato, il grip minimo, le strategie fondamentali. E la gente, tantissima. La senti spingerti dalla tribuna, la trovi entusiasta per le strade in città. Sì, venire qui è davvero speciale».
Per andare all’attacco bisogna osare — ed è ciò che i tecnici di Maranello hanno fatto — decidendo di gettare nella mischia il 3° motore dopo appena sei gare, il primo che costituisce una evoluzione per migliorare la potenza e la sua erogazione, spendendo i primi tre gettoni di una dote di dieci. Questa è infatti una pista Stop&Go con 3 lunghi rettifili e curve a bassa velocità. Ingredienti giusti sono quindi velocità di punta e spunto in accelerazione, oltre che l’indispensabile equilibrio in velocità. «Non abbiamo nulla da perdere», sintetizza Maurizio Arrivabene alla vigilia. Facendo intendere che la lotta per il titolo — alimentata dal successo di Vettel a Sepang — in realtà non fa parte dei piani 2015, per cui anche se nella seconda parte della stagione la rossa dovesse usare un quinto motore (e di conseguenza subire penalità sullo schieramento) ciò non costituirebbe un dramma. Perché il vero obiettivo è quello di fare in modo che il trionfo della Malesia non resti isolato. «Non molleremo almeno sino a quando non arriveremo a quota tre successi», ha aggiunto il capo della Ges. Dunque luce verde al rischio, anche sotto forma di strategie. D’altro canto nel frattempo con 6 podi in altrettante gare la Ferrari ha messo un bel cuscino di punti tra sé e la Williams nel Mondiale costruttori, quindi, anche se le scelte azzardate non dovessero funzionare, non sarebbe in finimondo. Il sogno ovviamente sarebbe quello di riuscire a interrompere la serie Mercedes qui nella terra dove è cresciuto il presidente del Cavallino Sergio Marchionne (che, per via del summit imprenditoriale Italia-Usa a Venezia, non dovrebbe essere ai box di Montreal. Se ci saranno le condizioni, lo si verificherà nelle prossime ore, anche se il maltempo previsto per le libere potrebbe guastare i piani di Maranello. La pioggia potrebbe infatti mandare all’aria la possibilità di testare il nuovo motore con una simulazione di long run. Anche le temperature piuttosto basse sembrano non essere alleate delle rosse, che sfruttano le gomme (qui soffici e supersoffici) al meglio quando è caldo. Ma perché non sognare?
EMOZIONI Farlo indossando il rosso del Cavallino lo è ancor più. «La Ferrari è qualcosa di unico. Lo avevo percepito prima, lo vivo adesso, in una maniera che è quasi incomprensibile. Vedere questa città che si colora di rosso è unico». Questa, poi, è la terra di uno dei grandi idoli dei tifosi del Cavallino: Gilles Villeneuve, al quale è intitolato il circuito sull’isola di Notre Dame. «Gilles è stato una delle figure cruciali della Ferrari e della Formula 1, per questo ancora oggi il suo nome significa molto per gli appassionati. Ho rivisto qualche sua gara, era un personaggio speciale». Vettel è solo all’inizio della sua carriera in rosso, ma può già trarre un mini bilancio della sua nuova vita. «La prima parte di stagione per me ha superato le aspettative. Abbiamo fatto tanti podi, ho vinto una gara. Ho realizzato un sogno, ma ci sono tante ragioni in più per continuare a sognare».
Sebastian Vettel, 27 anni, in ricognizione sulla pista con l’ingegnere Riccardo Adami COLOMBO
1Sulla pista intitolata a Villeneuve,
il ferrarista accolto come idolo dalla folla «Power unit passo avanti, non miracolo» OGGI LIBERE DALLE 16 DIRETTA SKY, DIFFERITA RAI
NUOVO MOTORE Soprattutto c’è tanto lavoro da fare. «In squadra ci sono tante brave persone, c’è competenza. Ci serve solo tempo. Quanto non posso dirlo, ma sono fiducioso che li prendiamo». Loro, quelli da prendere, sono la Mercedes, che per Seb «ha ancora un vantaggio enorme. Siamo dietro e teniamo i piedi per terra, lavorando con pazienza». Il lavoro, qui in Canada ha prodotto il de-
Domenica sul circuito Gilles Villeneuve di Montreal (4.361 m) si corre il GP Canada, 7a tappa (su 19) del Mondiale 2015. Previsti 70 giri per 305,27 km. Tutto l’evento in diretta su Sky Sport F1 HD. Questi gli orari italiani (-6 ore rispetto a Montreal). OGGI Prime libere dalle 16 alle 17.30; seconde libere dalle 20 alle 21.30. Differite su Rai Sport 1 rispettivamente alle
SO DOVE MIGLIORARE, NESSUNO ME LO DEVE SUGGERIRE KIMI RAIKKONEN PILOTA FERRARI
butto del nuovo motore, il terzo esemplare utilizzato da Seb e Kimi Raikkonen in questa stagione, che a fronte dell’utilizzo di 3 gettoni di sviluppo (sui 10 a disposizione della rossa per l’intera stagione) dovrebbe garantire una trentina di cavalli in più. Basteranno per mettere pressione a Lewis Hamilton e Nico Rosberg? «Difficile dire cosa aspettarsi, ma sarà un passo avanti. Abbiamo delle idee su cosa potremo aspettarci, ma di certo non dico a voi quanti cavalli in più abbiamo trovato. E non aspettatevi miracoli da un giorno all’altro». Con i motori contingentati, solo 4 a pilota, preoccupa che la Ferrari sia già a quota tre, mentre la Mercedes proprio qui fornirà ai suoi piloti solo il secondo esemplare. Il rischio che a fine stagione la Ferrari sia costretta a ricorrere a un motore extra (e quindi a penalità) è reale. «Ma ognuno ha il suo approccio, sappiamo quel che facciamo. Per noi questo è il tempo giusto per il terzo motore. E poi gli altri due mica li abbiamo buttati, potremo usarli ancora». RISCATTO Per un Vettel che si presenta coi piedi di piombo, ecco un Raikkonen che, dopo essere stato punzecchiato da Maurizio Arrivabene a Montecarlo per le qualifiche deludenti, promette riscatto. «Io so dove dobbiamo migliorare, nessuno deve venire a dircelo — parla di sé al plurale —. Ci siamo messi in posizioni difficili tanti sabati, adesso dobbiamo riscattarci». E sul motore glissa a modo suo. «Facciamo sempre cose per migliorare, come tutti in Formula 1. È qualcosa di normale». © RIPRODUZIONE RISERVATA
20.30 e alle 00.30. DOMANI Terze libere dalle 16 alle 17; differita alle 22.50 su Rai Sport 1. Qualifiche alle 19; differita alle 23.15 su Rai 2. DOMENICA Gara alle 20; differita alle 23 su Rai 2. WWW.GAZZETTA.IT Tempo reale, notizie, risultati, curiosità e foto sul nostro sito. GAZZETTATV Approfondimenti da studio e collegamenti
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Moto R L’indiscrezione
Biaggi shock: a 44 anni torna in Superbike 1Wild card con Aprilia a Misano e Sepang
una leggenda delle corse» hanno annunciato giorni fa gli organizzatori malesi: chi altri se non Max? Che avrà come capo tecnico Paolo Blasio, lo stesso che ha seguito Marco Melandri la scorsa stagione. Blasio ora è una delle figure di riferimento del team Aprilia MotoGP.
Sono passati 986 giorni dall’ultimo titolo
Paolo Gozzi PORTIMAO (PORTOGALLO)
M
ax Biaggi tornerà nel Mondiale fra due settimane a Misano? Con tutto il rispetto per il cannibale Jonathan Rea, sempre più padrone della Superbike (8 vittorie e 4 secondi posti), sarà l’annuncio del vecchio campione a tenere banco nel fine settimana di Portimao. A quasi 44 anni, 986 giorni dopo l’ultima gara con il sesto titolo Mondiale in tasca, al Corsaro è venuta voglia di tornare all’arrembaggio. Non è una novità, Biaggi
aveva sondato il terreno con l’Aprilia già la passata stagione, ma con Sylvian Guintoli e Marco Melandri ai ferri corti e il titolo in ballo non era proprio il caso. Adesso Biaggi fa comodo, perché Noale rimasta senza big è già fuori dai giochi. Il britannico Leon Haslam si era presentato vincendo al debutto in Australia, poi si è spento scivolando a -101 punti da Rea. Lo spagnolo Jordi Torres ha fatto un terzo posto in dodici gare, un po’ pochino se guidi la RSV4 RF sette volte campione nelle ultime cinque stagioni, fra piloti e Costruttori. Spingono per il grande ritorno anche
Max Biaggi, 44 anni il 26 giugno, ha vinto 4 Mondiali 250 e 2 Sbk ALEX PHOTO
l’organizzatore Dorna e Italia1, che potrà mandare in onda l’abituale commento tecnico dalla pista invece che dalla cabina: una prima volta che farà epoca, anche se per regolamento l’esperimento sarà limitato al giro d’allineamento. TERZA MOTO A livello tecnico è
tutto definito da mesi. Biaggi guiderà la terza Aprilia affidata al test team, la stessa struttura con la quale lavora allo sviluppo della RSV4 e della cugina RS-GP impegnata in MotoGP. In programma ci sono due wild card: 21 giugno a Misano e 2 agosto a Sepang. «Avremo l’onore di assistere al rientro di
PRONTO Biaggi è fisicamente al top e torna per essere protagonista. I tempi dei test sono rimasti top secret, ma è trapelato un 1’35”8 che a Misano significa girare a soli due decimi dal primato di Tom Sykes, doppio dominatore 2014 con la Kawasaki. Nella stessa occasione Melandri, terzo classificato, si era fermato a 1’36”0. Manca solo l’annuncio, i tifosi possono cominciare a sognare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA GUIDA Portimao ospita il GP Portogallo, 7° round (su 13) del Mondiale Superbike. PROGRAMMA SBK Oggi: 12.15-13 libere 1; 16-16.45 libere 2. Domani: 10.45-11.30 libere 3; 13.30-14 libere 4; 16 Superpole. Domenica: 9.409.55 warm up; 11.30 gara-1 (20 giri); 14.10 gara-2 (20 giri). IN TV Così su Italia 1: domani alle 15.45 Superpole; domenica alle 11.30 gara-1, alle 12.40 Supersport, alle 14.10 gara-2. Italia 2 offre anche l’Europeo Stock 600 (domani alle 18.50) e la Coppa del Mondo Stock 1000 (domenica alle 15.15). MONDIALE PILOTI 1. J.Rea (GBKawasaki) 280 punti; 2. Haslam (GB-Aprilia) 179; 3. Sykes (GBKawasaki) 178; 4. Davies (GBDucati) 155; 5. Torres (Spa-Aprilia) 117; 6. Guintoli (Fra-Honda) 92; 7. Baiocco (Ita-Ducati) 72; 12. Badovini (Ita-Bmw) 50; 14. Giugliano (Ita-Ducati) 40. COSTRUTTORI 1. Kawasaki 290 punti; 2. Ducati 196; 3. Aprilia 195; 4. Honda 117.
Formula 1 R GP Canada
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quanto è successo in passato: questo è un campionato da vincere ed è su questo che mi voglio concentrare. Ci sono ancora tante corse davanti, guido una grande auto e lavoro con un grande team. Mi sento in forma, forte e convinto di poter fare una gara migliore in questo fine settimana».
Lewis Hamilton, 30 anni, è arrivato a Montreal con il suo Bombardier CL-600, comprato un paio d’anni fa per circa 27 milioni di euro
Hamilton-Mercedes «Ho fiducia al 100% Pensiamo al Mondiale» Andrea Cremonesi INVIATO A MONTREAL
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e domande sul patatrac Montecarlo lo raggiungono da ogni parte, ma Lewis Hamilton non si fa chiudere all’angolo. L’unico, impercettibile cedimento si nota quando risponde a una domanda generica sul comportamento da tenere nel momento in cui si presenta la Safety Car in pista, eventualità che qui in Canada accade spesso (11 volte nelle ultime 17 edizioni): «Bisogna rimanere freddi, seguire le procedure e il feedback del team». Proprio il comportamento che l’inglese non ha tenuto a Montecarlo, accendendo una serie di dubbi, tanto da indurre gli
strateghi a un piano B dopo che gli avevano intimato perentoriamente di restare in pista. FIDUCIA Ma dieci giorni dopo, alla prima presa di contatto con il paddock, nelle parole di Lewis non c’è alcun accenno di autocritica. «Sono abbastanza contento di ciò che ho fatto là», dice. L’atmosfera nel team? «Buona come al solito». Intatta anche la fiducia nelle decisioni strategiche della Mercedes? «Sì, al cento per cento. Insieme abbiamo raggiunto risultati incredibili e non può essere una domenica storta a minare le fondamenta di ciò che di solido abbiamo costruito». All’ennesima domanda sbotta: «Non voglio più tornare sul discorso Monaco, non trovo rilevante
con i nostri inviati a Montreal. MONDIALE PILOTI 1. Hamilton (GB-Mercedes) 126 punti; 2. Rosberg (Ger-Mercedes) 116; 3. Vettel (Ger-Ferrari) 98; 4. Raikkonen (Fin-Ferrari) 60; 5. Bottas (Fin-Williams) 42; 6. Massa (Bra-Williams) 39; 7. Ricciardo (Aus-Red Bull) 35; 8. Kvyat (Rus-Red Bull) 17; 9. Nasr (Bra-Sauber) 16; 10. Grosjean (Fra-Lotus) 16; 11. Perez (Mes-Force India) 11;
1Lewis archivia il GP Monaco. E Rosberg: «Sì, lì meritava lui. Ma mi sento a mio agio»
Nico Rosberg e Lewis Hamilton firmano autografi COLOMBO
GRANDI NUMERI Una fiducia che ha radici nei numeri: nelle sette corse che ha disputato qui a Montreal, ha colto tre vittorie e altrettante pole. Nel 2007 centrò il suo primo successo in F.1 (ripetendosi poi nel 2010 e nel 2012). «Qui sono sempre andato forte, l’obiettivo è quello di avere un fine settimana migliore rispetto a quello del 2014 (quando fu costretto al ritiro per un guasto al kers; n.d.r.)». Per questo non lo spaventa il fatto che la Ferrari abbia un motore evoluto: «Non so che cosa abbiano fatto, ma devo presumere che siano migliorati. Noi abbiamo solo lavorato sull’affidabilità (ieri le due W06 sfoggiavano fiancate modificate per ospitare radiatori maggiorati; n.d.r.). Abbiamo un motore fantastico e sono abbastanza fiducioso. Ma la Ferrari è andata forte nelle ultime gare e dovrebbe esserlo anche qui». RIVALE Reduce da due vittorie consecutive, che lo hanno riportato in scia al compagno di squadra, Nico Rosberg frena quando si parla di periodo felice, ripensando probabilmente alla lezione subìta dal compagno prima del patatrac con la Safety Car. «Diciamo che ho passato due buone settimane — dice il tedesco —, ma non è stata una delle mie vittorie più emozionanti, semmai è tra le più fortunate. Lewis meritava di vincere quella gara». La qualifica (ad eccezione della Spagna) è stata sinora il suo tallone d’achille rispetto a Lewis. Per ovviare a ciò, il tedesco ha rivisto il giro che un anno fa gli garantì la pole, vanificata poi dal guaio («Un surriscaldamento delle batterie») che lo frenò al punto di dover cedere il successo a Ricciardo: «L’ho fatto per rinfrescare la memoria sulle traiettorie. Questo è un GP un po’ speciale, direi l’opposto di Monaco perché si usa poco carico aerodinamico, devi frenare prima, saltare sui cordoli. Qui mi sento a mio agio». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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NUMERI DA RECORD
Mai nessuno come la Stella: 25 pole di fila dal 2014 a oggi 1Le power unit di Stoccarda sempre davanti in qualifica da quando ci sono i V6 ibridi
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ncurante dei tentativi di recupero delle rivali, la Mercedes macina un record dietro l’altro: con quella ottenuta a Montecarlo da Lewis Hamilton sono 25 le pole position consecutive dei motori della Casa di Stoccarda. Dalla gara inaugurale del Mondiale 2014, che segnò l’avvento delle nuove F.1 ibride, tutti primi posti sullo schieramento sono stati preda dei motori Mercedes: in 24 occasioni (equamente ripartite tra Hamilton e Rosberg) ci sono riuscite le Frecce d’argento e in un altro caso (GP Austria 2014) è toccato alla Williams di Felipe Massa. Insomma, da quanto i turbo sono rientrati in F.1 né le power unit Ferrari né quelle Renault sono riuscite ad ottenere la pole. Peraltro, il Costruttore francese ha un secondo motivo per dolersi: le 25 pole Mercedes migliorano il primato di 24 pole di fila stabilito dai motori Renault dal GP di Francia 1992 al GP del Giappone 1993, quando equipaggiavano le Williams iridate con Mansell e Prost. EN PLEIN Mercedes gioisce anche come scuderia: i 12 podi ottenuti nei primi 6 GP stagionali rappresentano un en plein senza precedenti da quando i team schierano due monoposto. L’anno scorso, a questo punto, la Mercedes era a quota 11 (ritiro di Lewis in Australia). Persino l’imbattibile McLaren del 1988, che schierava Ayrton Senna e Alain Prost, ne ottenne «solo» 10 in 6 gare. Un gradino più sotto, con 9, troviamo la Ferrari del 2004 e la Red Bull del 2011. g.cor. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Lewis Hamilton, 30 anni, già 5 pole nel 2015 GETTY
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12. Sainz (Spa-Toro Rosso) 9; 13. Hülkenberg (Ger-Force India) 6; 14. Verstappen (Ola-Toro Rosso) 6; 15. Ericsson (Sve-Sauber) 5; 16. Button (GB-McLaren) 4. COSTRUTTORI 1. Mercedes 242 punti; 2. Ferrari 158; 3. Williams 81; 4. Red Bull 52; 5. Sauber 21; 6. Force India 17; 7. Lotus 16; 8. Toro Rosso 15; 9. McLaren 4. PROSSIMA GARA 21 giugno GP Austria (Zeltweg).
● I podi ottenuti dalle due Mercedes nei primi 6 GP, uno in più del 2014. Battuti i record di McLaren 1988, Ferrari 2004 e Red Bull 2011
NELLE PROVE
C’è il 141° morto al TT. Ago: «Ancora...» 1La vittima è il deb francese Petricola
che morivano in troppi mi sono detto che, pur bellissimo, avremmo dovuto rinunciarci».
L’anno scorso finì in coma alla Nw200
Giovanni Cortinovis
A TOH, STONER IN ITALIA VISITA ALLA LAMBO Casey Stoner, due volte iridato MotoGP, ha visitato ieri la fabbrica e il museo Lamborghini a Sant’Agata Bolognese. Sarà ospite ai GP Catalogna (farà un giro d’onore) e Olanda
ll’Isola di Man le gare non sono ancora iniziate ma il Tourist Trophy ha già mietuto una vittima: Franck Petricola (Kawasaki), 32enne francese di Pont-à-Mousson, ha perso la vita mercoledì sera dopo un incidente a Sulby Crossroads. L’anno scorso era finito in coma dopo un botto a 130 km/h alla Nw200. Ripresosi, era all’esordio al TT. E su Facebook aveva lasciato le sue impressioni dopo l’esordio in prova: «Ieri è stato un grande giorno per me. Dopo tutta questa attesa ho fatto i miei primi giri del
Mountain Circuit! Il mio primo passaggio a Ballagarey, il mio primo salto a Ballaugh, i primi giri da Newcomer (esordiente; n.d.r.) dietro a Milky (Quayle, tutor dei novellini; n.d.r.), poi dietro Paul Shoesmith e infine il mio giro lanciato! Bray Hill (seguito da una faccina con gli occhi a forma di cuore; n.d.r.)». PERICOLI La vita di Petricola è stata stroncata al 19° miglio del tracciato da 60,7 km che dal 1911 rappresenta l’essenza del TT. Appresa la notizia, Giacomo Agostini si lascia sfuggire: «Ancora!» poi riflettendo: «A Sulby vai forte, sfiorando muri e rocce: è un posto dove è meglio
non cadere. Ma è l’intero Tourist Trophy ad essere pericoloso». All’Isola di Man Ago ha costruito sua leggenda, vincendo 10 gare e perdendone una per la catena: «Guidare al TT è una cosa meravigliosa, un brivido senza fine, un’emozione indescrivibile. Eravamo obbligati ad andarci perché era una gara del Mondiale, ma quando ho visto
Franck Petricola aveva 32 anni
ALTERNATIVA Il boicottaggio messo in atto dal 1973 da Agostini e dai piloti non britannici ha portato all’esclusione del TT dal Mondiale: «Gli inglesi hanno deciso di continuare e i piloti continuano ad andarci, offuscati dall’idea che non possa accadere loro nulla di male: almeno adesso non sei più obbligato. Ma io resto dell’idea che si potrebbe rimpiazzarlo con un GP più sicuro: per edificare una pista in mezzo alla foresta con un po’ di spazi di fuga e il pubblico sui prati basterebbero 15 giorni. Adesso invece quando cadi muori perché non ci sono protezioni». Petricola è il 141° pilota a perdere la vita al TT. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Motori R Speciale
TURISMO ENDURANCE
CAMPIONATO ITALIANO
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IN EVIDENZA SEAT IBIZA CUP
Vescovi e Ferri vincono Ma lady Fedeli è al top: al debutto è lei a stupire
Valentina Albanese (Seat Leon Racer TCR), qui alle prese con il «Cinquone» di Milani-Ferraris, uno dei duelli più appassionanti del weekend di Monza
Alberto Vescovi (a sinistra) e Carlotta Fedeli
A Monza la Leon graffia con gli artigli di Valentina
● Nella prima stagionale della Seat Ibiza Cup vittorie per Alberto Vescovi e per il campione 2014 Roberto Ferri, ma a stupire è una super Carlotta Fedeli, seconda e terza nelle 2 gare di Monza. Sul podio di gara-1 anche il combattivo Sandro Pelatti, autore di grandi duelli in pista. 17 le «piccole» ma terribili spagnole in pista a Monza con gare mozzafiato e finali al fotofinish. In gara-1 il podio è stato racchiuso in 4 decimi con Vescovi che ha avuto la meglio su Fedeli e Pelatti, mentre nella seconda gara è stato il campione in carica Ferri ad essere più lesto nel conquistare il gradino più alto davanti a Vescovi, primo leader del campionato, e a Carlotta Fedeli. Il secondo round è in programma il 28 giugno a Imola. Matteo Losa
1La Albanese sigla con autorevolezza la doppietta sulla Seat in TCR Bis Bmw con Tresoldi-Meloni in Prima Divisione e Zanin in Seconda
Salvatore Tarantino @saltarantino_it
IN COLLABORAZIONE CON
ACI
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rmai non fa più notizia. Con le 2 vittorie perentorie nel 1° round del Campionato Italiano Turismo Endurance, Valentina Albanese ha solo allungato un palmares già ricco e tutto rosa shocking. Grazie alla romana, le pari opportunità in campo automobilistico hanno un atto di legittimazione pieno ed incondizionato. Con buona pace dei colleghi ormai rassegnati a ritrovarsela di fianco o, come a Monza, davanti. IN SOLITARIO Quelle della pilota Seat Motorsport Italia sono state due vittorie autorevoli ed autoritarie, conquistate in solitario per quanto alla neonata Divisione TCR, ma assolutamente combattute in pista dove, soprattutto nei primi stint delle due gare, ha dovuto lottare con il coltello tra i denti per imporsi sul traguardo. Innanzitutto con il «Cinquone» di Matteo Milani e Mario Ferraris, l’ammiratissima creatura sfornata dalla Romeo Ferraris su base Abarth 500. Una bomba da oltre 300 Cv che però non ha visto la bandiera a scacchi per un problema alle gomme in gara-1 ed un inconveniente elettronico
in gara-2. A dare battaglia per la vittoria, prima di cedere alla Seat Leon Racer TCR della romana, sono stati anche i campioni in carica di Super Production, Max Tresoldi e Paolo Meloni, secondi al traguardo e primi di Prima Divisione sulla Bmw M3 3.2 della W&D. Potevano invece raccogliere molto più del 3° posto assoluto di gara-2, 2° di Divisione, Stefano Valli e Vincenzo Montalbano, per la prima volta insieme sulla Bmw 320 E90 3.2 della Zerocinque Motorsport. La rottura del motore nelle prove libere, il ripristino rocambo-
LE CLASSIFICHE G.1. 1) Albanese (Seat Leon Racer TCR) 24 giri in 50’36”218 a 164,848 km/h; 2) Tresoldi-Meloni (Bmw M3 3.2 SP) a 31”859; 3) Zanin F. (Bmw 320 S.2) a 1 giro. Giro più veloce n. 8 di Milani in 2’01”770 a 171.294 km/h. G.2. 1) Albanese (Seat Leon Racer) 24 giri in 50’38”362 a 164,731 km/h; 2) Meloni-Tresoldi (Bmw M3 3.2 SP) a 2.764; 3) Montalbano-Valli (Bmw 320 E90 3.2 SP) a 1’08”910. Giro più veloce n. 12 di Meloni in 2’01”228 a172.029 km/h. PRIMA DIV. 1) Meloni Paolo Tresoldi Massimiliano (BMW M3) punti 40. SECONDA DIV. 1) Zanin Filippo Maria (Bmw 320) p. 40. TCR. 1) Albanese Valentina (Seat Leon Racer TCR) p. 40. Per rivivere tutte le emozioni del Turismo Endurance, video e foto su www.acisportitalia.it.
lesco con tanto di acquisto online di un motore di serie usato ed il problema elettrico nel giro di formazione di gara-1, hanno di fatto negato serie incursioni al vertice per i due alfieri della squadra sammarinese. GUAI E BAGARRE Lascia Monza con il 4° posto assoluto di gara-2, 3° di Prima Divisione e con la voglia di rifarsi al prossimo round, Fabrizio Montali, al volante della Bmw 320 E90 motorizzata 1.600 Turbo e fermato in gara-1 da un problema alla pressione di sovralimentazione. È stata bagarre aperta anche per la Seconda Divisione riservata alle vetture di Super 2000. Il campione in carica Filippo Maria Zanin coglie il bis dopo aver lottato in entrambe le gare con Romy Dall’Antonia e Samuele Piccin, vicinissimi al successo di gara-1 prima di un inconveniente tecnico sulla Honda Civic Type-R della ASD S2000 con la quale colgono il secondo posto di gara-2. Sul podio di categoria anche Alberto e Riccardo Fumagalli, padre e figlio sulla Bmw 320 Zerocinque Motorsport, secondi e terzi nelle 2 gare e Pierluigi Malatesta, 3° in gara-1 sulla Bmw 320 della WRT. Prossimo round il 14 giugno a Magione (PG). © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’avvocato romano è professionista in pista e in aula
SEAT LEON CUP
Auto nuova, trofeo nuovo La prima della stagione va a Giacon e Scalvini
Valentina Albanese, 41 anni ● Da quel debutto nell’ormai lontano 1996 tra le Saxo Cup, ad appena 22 anni, sono trascorse qualcosa come 120 gare e più di 20 vittorie conquistate, soprattutto tra i monomarca Smart, Fun Cup ed Ibiza. Vittorie assolute, per la precisione. E tra le quali Valentina Albanese, oggi quarantunenne, ha avuto anche il tempo di laurearsi per esercitare da avvocato dal 2003 oltre ad essere testimonial dei Sara Safe Factor. Tutto da professionista, perché per passione si dedica, invece, solo allo sci ed al suo cirneco.
Anche Pellegrinelli-Trevisiol sul podio di gara-2 ● (m.l.) Jonathan Giacon ed Erik Scalvini sono i primi vincitori del neonato trofeo di casa Seat. In gara-1, in coppia con Nicola Baldan, è un altro Giacon a salire sul secondo gradino del podio, il fratello minore di Jonathan, Kevin. Terzo è, invece, il primo leader di campionato, Erik Scalvini, vincitore in gara-2, con l’equipaggio Pellegrinelli-Trevisiol ed Enrico Bettera a completare il podio. Doppio impegno per la coppia Pelatti–Ferri, in gara anche nell’Ibiza Cup, mentre è da sottolineare l’esordio in pista, a ruote coperte, per il pluri-campione italiano Rally Piero Longhi, in equipaggio con Davide Pigozzi. Le velocissime Leon hanno regalato spettacolo a Monza e torneranno in pista per il secondo appuntamento a Imola a fine mese.
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Ciclismo R Da domenica Giro del Delfinato
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Nibali ritrova la Francia «Conosco già la strada...»
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f INTERNET
1La maglia gialla torna “a casa”: «La chiave dell’Astana è
avere due gruppi di lavoro: uno per il Giro, l’altro per il Tour»
Ciro Scognamiglio cscognamiglio@gazzetta.it twitter@cirogazzetta
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sto è chiaro. Però l’esperienza mi ha insegnato che in chiave Tour de France, andare troppo forte al Giro del Delfinato non è mai positivo. Nel 2012 in una tappa presi quasi nove minuti e poi arrivai terzo al Tour. L’anno scorso però non andai troppo male».
a piccola Emma Vittoria si fa sentire ed è la più dolce delle vocine. Vincenzo Nibali si gode l’intimità della famiglia, la compagnia della moglie Rachele e anche di qualche Si riferisce alle battaglie con amico pur senza rinunciare alla Froome e Contador? dose di lavoro quotidiano. E’ «Sì, perché se vi ricordate perquestione di pochi giorni, non devo pochi secondi rispetto a di più. La maglia gialla in carica loro. Poi l’ultima fu una tappa è rientrata martedì dal ritiro in pazza che cambiò la classifica, altura di Tenerife e domani si vinse Talansky, ma avevo la m et te r à d i sensazione di nuovo in viaguscire in cregio: destinascendo. Cerzione Francia, cherò le stesse Giro del Delfirisposte. Sarà nato, dove da molto utile la domenica si prova della confronterà cronosquadre, con alcuni dei e alcuni perrivali-top per corsi (4 arrivi il Tour (non in salita, ndr) «ARU HA FATTO aveva più corricalcheranno UN BEL GIRO, BRAVO so gare ufficiaesattamente A RIPRENDERSI DOPO li in Francia quelli del MOMENTI DIFFICILI. dal trionfo sui prossimo Campi Elisi): LANDA LA SORPRESA» Tour». Froome, Valverde, Rodri- VINCENZO NIBALI I compagni chi guez, Peraud e SU ARU (QUI CON DI ROCCO) saranno al DelBardet in parfinato? ticolare. Test-chiave verso il «Vanotti, Scarponi, Boom, WeTour, che parte il 4 luglio da stra, Grivko, Gruzdev e TaaraUtrecht. mae». Nibali, a che punto pensa di essere? Al Romandia, che si era concluso il 3 maggio, non era troppo soddisfatto. «Penso di avere lavorato bene, di essere in tabella di marcia. E per questo sono sereno. Al Delfinato ci sarà il confronto con i rivali, poi rifiniremo la preparazione al Passo San Pellegrino. Tutto ricalca il programma seguito nel 2014. Non ci sono novità da raccontare!». Che ambizioni ha per il Delfinato? Cercherà il risultato? «Beh, non è che mi tirerò indietro se ci sarà la possibilità. Que-
Dal «convento», come lo chiama lei, di Tenerife, ha avuto modo di seguire il Giro d’Italia? «Un po’ sì, gli orari dei finali delle tappe coincidevano con i rientri dell’allenamento». L’Astana si è fatta valere ma non ha potuto nulla contro Contador. Che idea si è fatto? «Penso che il team non si possa rimproverare niente. Contador ha sfruttato benissimo la crono. Aru ha fatto un bel Giro: brillante nella prima parte, così così nella fase centrale, poi si è ripreso vincendo due belle tappe. La vera sorpresa è stata Landa,
Alberto Contador, 32 anni, e Fabio Aru, 24 BETTINI
Pure il Giro lancia il mese record di Gazzetta.it: 24 milioni di utenti
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Momento di relax e divertimento per Vincenzo Nibali, 30 anni, qui con Michele Scarponi, 35 BETTINI
in salita forse era il più forte di tutti, è stato quello che ha messo più in difficoltà Contador». La chiave per la compattezza dell’Astana quale è stata? «L’avere impostato fin dall’inverno il lavoro in maniera chiara, dividendo il gruppo per il Giro e il gruppo per il Tour. E’ fondamentale che i programmi siano chiari dall’inizio e il motivo è semplice». Qual è? «I corridori sono più tranquilli e possono calibrare bene la preparazione per l’evento principale, senza spendere più energie del necessario prima per cercare risultati e essere convocati».
Domenica la prima tappa del Delfinato rischia di essere oscurata dal tentativo del record dell’ora di Wiggins... «Se fa il primato, gli faccia i complimenti da parte mia innanzitutto! Sarà un evento, anche se è difficile paragonarlo con i record del passato, per via delle bici e dell’evoluzione dei materiali».
na maglia rosa da condividere: Alberto Contador si è preso il Giro d'Italia, Gazzetta.it ha conquistato un triplo record. Anche grazie alle fatiche dello spagnolo e dei suoi avversari. 24.018.054 browser unici, 514.704.257 pagine viste, 112.141.286 da mobile: ecco i numeri da primato di maggio 2015 che diventa il mese record di sempre del nostro sito web premiando anche l'efficacia e la facilità di navigazione della versione per smartphone. «Questo record — spiega il vice direttore e responsabile dell’online de La Gazzetta dello Sport, Andrea Di Caro — è particolarmente gradito perché dimostra la bontà del nostro nuovo approccio al racconto degli avvenimenti, sempre più in contatto con i lettori: non solo la cronaca puntuale degli eventi ma l’interazione con i social, la partecipazione diretta degli utenti, i liveblog che permettono ai cronisti di raccontare in tempo reale tutto ciò che accade. E la nostra area video, grazie anche a GazzettaTv, sta facendo registrare un grande interesse a dimostrazione della bontà del progetto multimediale».
A quanto può puntare? «Se dice che può avvicinare o superare i 55, non penso sia una spacconata. Un evento del genere si può programmare molto di più rispetto a una corsa su strada. In pista poi Wiggins ci è nato. In gruppo non è rimasto nessuno come lui».
NUMERI ROSA I dati svelano che il Giro ha avuto una parte importante nel maggio da record di Gazzetta.it grazie a 3.960.916 browser unici, 54.634.356 pagine viste, a più di un milione di video views sui 17 complessivi e ai 611.800 utenti del liveblog (+28,8% rispetto all'anno scorso): il picco si è registrato per la terza tappa (con la caduta e la grande paura per Pozzovivo) e per le battaglie in salita di Aru. Contributo determinante è poi arrivato da tutti gli sport in crescita nel mese di maggio, in primis il calcio con le ultime giornate di campionato e le imprese della Juve in Champions, ma anche i playoff Nba con la relativa rubrica di approfondimento, gli Internazionali di tennis, i successi di Valentino Rossi nel motomondiale e i buoni risultati della Ferrari in F.1. Con fotogallery e video ad arricchire l'offerta.
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LA STORIA
Bici fuori dagli schemi: Wiggins in stile «Mods» 1Il Baronetto, che domenica vuole l’Ora, ha sulla maglia il logo che rimanda al movimento Anni 60: Who, chitarre e Vespa Eugenio D’Alessio twitter@eu_dal
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ul casco ai Giochi di Londra 2012, sull’attacco manubrio al Giro 2013, sulla bici usata nella stagione 2014. E adesso, anche sulle maglie del suo Team Wiggins, squadra Continental nata a fine 2014 rivolta ai giovani talenti. No, il logo che ricorda la RAF, l’aeronautica militare britannica, non indica la presenza del Baronetto tra le fila delle forze armate. È il simbolo più importante della sottocultura giovanile «Mods», che spopolò nel Regno Unito a partire dagli Anni 60 a suon di musica beat, look originale e vespe. Wiggo, impegnato domenica a Londra nell’ assalto all’Ora, non ne ha mai fatto miste-
ro: è un grande seguace del movimento, fonte di ispirazione e vero e proprio stile di vita. MUSICA L’abbigliamento tecnico del Team Wiggins è prodotto da Rapha, lo stesso sponsor di Sky. «Il logo e la maglia - ha dichiarato il marchio - rappresentano lo stile e il dinamismo dei pionieri britannici». D’accordo, ma perché quel simbolo? Negli Anni 60 i Mods iniziarono a indossare vecchi parka dell’aviazione britannica, che divennero uno dei segni distintivi del movimento. Band come The Who (il loro simbolo è proprio quello) e The Jam furono tra i più importanti riferimenti musicali per i giovani Mods britannici. Certo, nel corso degli anni il movimento è cambiato, declinandosi in diverse accezioni.
Ma ricordate i basettoni di Wiggo al Tour? Bene: erano ispirati a Paul Weller, ex leader dei Jam e Style Council e mito musicale di Wiggins. Weller, tra l’altro, è stato colui che lo ha convinto ad accettare il titolo di Baronetto («Non mi sono mai visto come un Sir»), investitura ricevuta nel 2013 per esser stato il primo britannico a vincere il Tour. Il suo legame con la musica è notevole: «Suonare la chitarra con Paul Weller - dichiarò a ottobre 2013 - è stato meglio che vincere l’oro a Londra».
Il passato che ha ispirato Bradley Wiggins. Nel riquadro, il logo sulla maglia del team. In alto gli Who, storica rock band di Londra: il logo è lo stesso. Sopra, la sella della bici di Wiggo al Tour GETTY
COLLEZIONI Già, chitarre: in casa Wiggins la collezione sfiora i 10 pezzi. Se solo potesse, poi, Wiggins al suo record dell’ora si presenterebbe su una Vespa argentata: guai a toccare
la sua PX125 del ‘79, la prima della sua collezione. Un mito Mods, quello delle due ruote a motore, che Wiggo ha portato con sé anche al Tour 2012: la sella Prologo della sua Pinarello era personalizzata da un disegno che lo ritraeva su una Vespa con tanto di bandiera britannica. Dopo la vittoria alla Boucle, poi, è esplosa la Wiggo-mania. Il marchio d’abbigliamento Fred Perry ha celebrato il Baronetto con una linea interamente dedicata a lui (subito sold out). La collezione - sette diverse edizioni, una «iridata» con le storiche strisce colorate - è un pezzo pregiato dell’etichetta. A proposito: il celebre alloro Fred Perry è stato un emblema del vestiario Mods sin dai primi Anni 60. È solo un caso, Sir? © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Atletica R Diamond League
Justin Gatlin, 33 anni, al centro, brucia la pista dell’Olimpico: con 9”75 è rimasto a 1/100 dalla propria miglior prestazione mondiale stagionale sui 100 IPP
Gatlin accende Roma: 9”75 Pichardo non si ferma più
I protagonisti dell’Olimpico
1Lo statunitense, impressionante per potenza, è la stella del Golden
Gala. Il cubano vola a 17.96. Nell’alto della Beitia (2.00) male la Trost (1.85)
Pierangelo Molinaro ROMA
J
ustin Gatlin è lì che aspetta. Forse il suo manager, l’ex re degli ostacoli Renaldo Nehemiah, potrebbe avere meno paura degli avversari e permettere qualche confronto vero. Ieri sera sulla pista dell’Olimpico Gatlin ha vinto in 9”75. Non si è migliorato, il suo 100 più veloce del 2015 rimane il 9”74 di Eugene, ma l’impressione di forza ancora una volta è stata impressionante. Non è che gli altri siano andati piano, alle sue spalle il francese Jimmy Vicaut ha chiuso in 9”98 come lo statunitense Rodgers, ma è ora di duelli veri. Powell ci ha provato e Nehemiah ha posto il veto, Gay di sicuro lo troverà a fine mese ai Trials, Bolt quasi certamente ai Mondiali di Pechino. SOLIDO La prima grande sensazione che l’ormai 33enne desta è la solidità. Una tecnica ormai nell’anima. Rispetto al Gatlin pre-squalifica doping ha una falcata meno ampia ma ha alzato la frequenza mantenendo un’azione molto radente al terreno. Non ha bisogno di rischiare allo sparo, il suo tempo di reazione è stato di 0”164, ed è quasi parso che negli ultimi metri non abbia dato tutto, sfruttando l’inerzia del suo lanciato grazie al lavoro ancora brillante dei piedi senza però chiedere un surplus ai muscoli. Se lo può permettere con questi avversari. Per andare sotto il tempo di Eugene gli serve probabilmente il fiato sul collo di uno dei tre sopracitati. PICHARDO Uno spettacolo è
Roma si commuove ricordando la Sidoti ● Il Golden Gala, l’atletica italiana e tutto il pubblico dell’Olimpico hanno onorato a inizio meeting Annarita Sidoti, la marciatrice oro mondiale ed europeo scomparsa il 21 maggio dopo sei anni di lotta contro il cancro. Erano presenti il marito Pietro e i figli dell’atleta siciliana. Hanno ricevuto l’abbraccio del presidente della Fidal Alfio Giomi e, tra gli altri, di Perrone, Giordano, Alfridi, compagne di allenamento, Orsini, De Benedictis, Giorgi, De Luca e Rubino.
CARLOS E SMITH COMPLEANNI NELLA STORIA A dividerli un anno e un giorno di età, a unirli il podio dei 200 dell’Olimpiade di Città del Messico 1968 e quei pugni guantati di nero levati al cielo. Oggi John Carlos, che a quei Giochi fu d’argento, compie 70 anni, domani Tommie Smith, che quella leggendaria gara la vinse, ne fa 71. Quel giorno – era il 17 ottobre – partì l’inno statunitense: Tommie sollevò il pugno destro, John il sinistro, entrambi a capo chino. Era una forma di protesta (non violenta) a favore della razza nera, in quei giorni – sei mesi prima Martin Luther King venne assassinato – ancora disciminata.
stato vedere nel triplo Pedro Pablo Pichardo, l’uomo di gomma. Non ha centrato il terzo +18 metri della stagione dopo 18.06 di Doha e il 18.08 di L’Avana, ma con 17.96 ha confermato un potenziale impressionante. Diciamo la verità, non si è sprecato, in pratica ha aperto le ali due sole volte, al primo (17.58 con 0.5 di vento) al secondo turno di salto (17.96 con -0.4), prima di un nullo al terzo, la rinuncia al quarto e al quinto e una rincorsa, tanto per non scontentare il pubblico, al sesto turno. VLASIC Si aspettavano le russe Chicherova e Kuchina sulla pedana dell’alto e anche la nostra Trost, invece ancora una volta a beffare tutte è stata la veterana
PEARSON K.O. Sally Pearson, oro olimpico dei 100 hs, cade dopo il 4° ostacolo e va al Gemelli con la sospetta frattura del polso sinistro e di un tendine d’Achille.
spagnola Ruth Beitia, prima donna nel 2015 a superare i due metri. Ma la più felice in pedana, e lo ha dimostrato con il tradizionale balletto, è stata la croata Blanka Vlasic, seconda con 1.97, misura che nel suo cuore vale quanto un oro olimpico. Perché solo pochi mesi fa temeva di non poter più saltare; dopo la ricostruzione di un tendine d’Achille, è sbucato il ginocchio sinistro, quello interno alla sua corsa ad arco, a farla soffrire. La Trost è ancora da registrare, rigida come un palo si è fermata a 1.85, prima di arrendersi davanti a 1,.90. LAVILLENIE Il re francese dell’asta ha regolato a 5.91 il bel duello col brasiliano Braz (5.86) e ha fallito di poco ii tentativi a 6.01. Mondiali stagionali sono stati anche migliorati negli 800 dall’etiope Mohammed Aman, 1’43”56 davanti ad Amos (1’43”80), Kinyor (1’43”94) e Kszczot (1’43”94), dall’altro etiope Kejelcha nei 5000 (12’58”39) e dalla keniana Kiyeng nei 3000 siepi (9’15”08). A Lavillenie nell’asta è bastato 5.91, mentre sono stati un terremoto i 100 hs vinti col personale dalla Nelvis (12”52), con Strowers e Rollins ritirate e con la Pearson addirittura in ospedale con la sospetta frattura del polso sinistra e una lesione al tendine d’Achille. AZZURRI Detto della Trost, rimane il miglioramento stagionale della Grenot sui 400 a 51”72 e l’1”45”07 di Benedetti sugli 800. Ma la notizia più bella arriva da una ragazzina di 16 anni, Marta Zenoni, vincitrice degli 800 under 20 in 2’03”40, primato italiano allieve. E’ un diamante, non perdiamolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
GLI 800 SONO DI AMAN Sarà vita dura per David Rudisha quando tenterà il rientro. Gli 800 sono una saga di belve: in quattro sotto 1’44”! Davanti l’etiope Mo Aman ANSA
TRIPLO: SUPER PICHARDO Pedro Pablo Pichardo a Roma si è «fermato» a 17.96. Due soli salti veri, 17.58 al primo, prima di quello vincete. Poi due nulli e due rinunce LAPRESSE
ZENONI, CHE NOVITÀ La bergamasca Marta Zenoni e la più veloce 16enne al mondo nel 2015 sugli 800: ha vinto la prova u. 20 in 2’03”40. La miglior azzurra della serata
VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
I RISULTATI Lavillenie fa 5.91 Grenot ok: 51”72 Bonvecchio 79.45 Exploit nei 200 del 25enne greco Likourgos-Stefanos Tsakonas che ha progredito da 20”31 a 20”09, battendo uno spento Lemaitre Il meeting ha dovuto fare a meno di Shelly-Ann Fraser. La giamaicana ha avvertito un fastidio muscolare e ha rinunciato ai 200.
Ciclone Justin «Sono pronto a correre i 100 in 9”60» pianificazione delle gare, ho fatto tempi ottimi ultimamente, ROMA mi sento di arrivare subito a 9”70 per poi scendere di un ala sfida con Bolt è solo a di- tro decimo. Questi risultati sostanza, per il momento, e no il logico frutto della preparaJustin Gatlin tiene a sotto- zione che sto effettuando». Il linearlo, probabilmente per programma ora? «Il Golden Ganon caricare in anticipo la corsa la chiude la prima parte della all’oro iridato di Pechino o per mia stagione. Adesso torno a un fairplay che possa renderlo casa, dopo i Trials mi prendo un più simpatico, dopo le tante po- mese per stare con mia moglie e lemiche sul doping, ma qualche mio figlio, tutto questo mi aiupiccolo segnale di rivalità spor- terà per mantenere la forma tiva c’è. A cominmigliore fino a ciare dall’obiettiPechino. In genevo che lo statunirale, devo evitare HANNO DETTO tense si pone per infortuni per q u e s t ’ a n n o . «Che partenza, li ho quest’anno e il «Spero di arriva- staccati tutti. E’ solo prossimo, così da re a 9”60 – dice – il frutto del tanto affrontare al mecredo di poter fa- lavoro che faccio» glio le sfide monre questo tempo diali e olimpiin estate». E in che». Si torna inPichardo: «Avrei estate ci sono i fine a Bolt, ma Mondiali. Baste- voluto i 18 metri» Gatlin si tiene rà per superare Lavillenie: «Ho ancora basso: Bolt? Gatlin non patito il vento» «La chiave per fa pronostici, si vincere è non limita a delineare i caratteri: pensarci. Non penso a battere «Inutile stare a fare confronti Bolt adesso, perché i Mondiali ogni momento. Io sono di natu- non sono domani, c’è tempo». ra competitivo, lui è lo stesso. Ha vinto tutto, io vinco, perdo, SALTI MANCATI Le promesse di ma sono sempre lì, duro, pron- risultati sensazionali nel triplo to a prendermi la vittoria, è una e nell’asta sono mantenute, ma grande sfida che garantisce un non di molto. Pablo Pichardo bellissimo show». Non «appro- sfiora i 18 nel triplo e spiega: fitta» nemmeno del fatto di «Ho sentito la pedana un po’ aver realizzato un tempo mi- troppo dura, non mi sono trovagliore di quello di Bolt sulla pi- to bene perché per me era la sta dello stadio Olimpico per af- prima volta qui. Tutto il resto fondare i colpi. «Beh, era una si- andava bene, le condizioni del tuazione diversa quella in cui tempo, la folla che mi ha sosteha vinto il Golden Gala, magari nuto. Pensavo di superare di non era al massimo della for- nuovo i 18 metri, comunque ci ma. Comunque non penso ai sono andato vicino».Renaud paragoni, posso dire che mi Lavillenie, che manca per un sento davvero bene». soffio i 6.01, se la prende un po’ con il vento: «Mi ha dato fastiSUPERPARTENZA Quello che fa dio all’inizio, è anche vero però più impressione è lo scatto ini- che sono un po’ stanco. Il seconziale. «La partenza è stata im- do tentativo ai 6.01 è stato sforpressionante, li ho staccati tut- tunato, ho sfiorato l’asticella, a ti, ma questo non è altro che il volte resta su, a volte no, stavolfrutto del duro lavoro che sto ta è andata giù, pazienza». © RIPRODUZIONE RISERVATA facendo. Importante è anche la
Gennaro Bozza
L
UOMINI 100. I (+0.9): 1. Gatlin (Usa) 9”75; 2. Vicaut (Fra) 9”98; 3. Rodgers (Usa) 9”98; 4. Carter (Giam) 10”06; 5. Collins (S.K.) 10”07; 6. Batson (Usa), Simbine (Saf) 10”08. II (-0.3): 1. Forte (Giam) 10”07; 2. Bailey (Ant) 10”12; 5. Ferraro 10”36; 7. Obou 10”44; 8. Tumi 10”53; 9. Riparelli 10”67. 200 (+0.8): 1. Tsakonas (Gre) 20”09; 2. Lemaitre (Fra) 20”28; 3. Adams (Usa) 20”32; 8. Desalu 21”42; 9. Marani 21”44. 800: 1. Aman (Eti) 1’43”56 (m.p.m. ‘15); 2. Amos (Bot) 1’43”80; 3. Kinyor (Ken) 1’43”92; 4. Kszczot (Pol) 1’43”94; 5. F. Cheruiyot (Ken) 1’44”00; 6. Lewandowski (Pol) 1’44”25; 7. Bosse (Fra) 1’44”42; 8. Benedetti 1’45”07. 5000: 1. Kejelcha (Eti) 12’58”39 (m.p.m. ‘15); 2. P. Tanui (Ken) 12’58”69; 3. Gebrhiwet (Eti) 12’58”69; 4. Merga (Eti) 12’59”04; 5. Longosiwa (Ken) 12’59”78; 6. Edris (Eti) 13’00”30; 7. Kaya (Tur) 13’00”31 (r.n.; r. eur. u. 23): 8. Gebremeskel (Eti) 13’00”49. 110 hs (+0.7): 1. Shubenkov (Rus) 13”23; 2. Darien (Fra) 13”23; 3. Porter (Usa) 13”32; 4. O’Farrill (Cuba) 13”42; 5. Bascou (Fra) 13”45; 8. Fofana 13”80. 400 hs: 1. Dutch (uSA) 48”13; 2. tinsley (Usa) 48”34; 3. Culson (P.Rico) 48”65; 4. Thomas (Irl) 48”65 (n.r.); 5. Hussein (Svi) 48”76; 6. Mägi (Est) 49”14; 9. Capotosti 50”01 (pb). Asta: 1. R. Lavillenie (Fra) 5.91; 2. Braz (Bra) 5.86 (R. Sud Am.); 3. Gripich (Rus) 5.71; 4. Konstantinos (Gre) 5.71; Stecchi s.m. Triplo: 1. Pichardo (Cuba) 17.96 (-0.4); 2. Copello (Cuba) 17.15 (-0.4); 3. Reve (Cuba) 16.89 (-0.4); 8. Cavazzani 16.22 (-0.1). Peso: 1. Storl (Ger) 21.46; 2. Jordan (Usa) 21.28; 3. Stanek (R.Ceca) 20.64; Secci s.m. Giavellotto: 1. Vesely (R.Ceca) 88.14; 2. Yego (Ken) 87.71 (r.n.); 3. Walcott (Tri) 86.20 (r.n.); 4. Pitkämäki (Fin) 82.72; 5. Röhler (Ger) 81.61; 8. Bonvecchio 79.45. DONNE 200 (-0.1): 1. Tarmoh (Usa) 22”77; 2. Stewart (Giam) 22”88; 3. Facey (Giam) 22”91; 8. Hooper 23”71. 400: 1. McCorory (Usa) 50”36; 2. McPherson (Giam) 50”53; 3. Hastings (Usa) 50”67; 4. Guei (Fra) 51”59; 8. Grenot 51”72. 1500: 1. Simpson (Usa) 3’59”31 (m.p.m. ‘15); 2. Hassan (Ola) 3’59”68; 3. Seyaum (Eti) 3’59”76; 4. Muir (Gb) 4’00”61; 5. V. Kibiwot (Ken) 4’01”41; 6. Koster (Ola) 4’02”64. 100 hs (+1.0): 1. Nelvis (Usa) 12”52; 2. Harper (Usa) 12”59; 3. Porter (Gb) 12”69; 4. Talay (Bie) 12”70; 5. Harrison (Usa) 12”79; Stowers, Rollins, Pearson rit. 400 hs: 1. Moline (Usa) 54”47; 2. Russell (Giam) 54”83; 3. Child (Gb) 54”84; 6. Pedroso 56”20. 3000 sp: 1. Kiyeng (Ken) 9’15”08 (m.p.m. ‘15); 2. Nyambura (Ken) 9’15”75; 3. Ayalew (Mar) 9’16”87; 4. Chepkurui (Ken) 9’20”44; 5. Heiner (Aus) 9’21”56; 6. Assefa (Eti) 9’23”04; 7. Alemu (Eti) 9’24”91; 8. El Ouali (Mar) 9’31”88. Alto: 1. Beitia (Spa) 2.00 (m.p.m. ì15); 2. Vlasic (Cro) 1.97; 3. Licwinko (Pol) 1.97; 4. Kuchina 1.94; 5. Simic (Cro) 1.94; 6. Chicherova (Rus) 1.94; 7. Shkolina (Rus) 1.94; 9. Trost 1.85. Lungo: 1. Klishina (Rus) 6.89 (+2.0); 2. Proctor (Gb) 6.85 (+1.8); 3. Moguenara (Ger) 6.80 (+0.1); 4. Mihambo (Ger) 6.79 (0.0); 5. Jimoh (Usa) 6.72 (+0.7); 7. Vicenzino 6.57 (+2.0). Disco: 1. Perkovic (Cro) 67.92; 2. Samuels (Aus) 65.47; 3. Perez (Cuba) 65.30; 4. Fischer (Ger) 64.11; 5. Robert-Michon (Fra) 63.09. Under 20 - Uomini. 1500: 1. Y. Crippa 3’44”28; 2. Gritti 3’46”11; 3. Pilati 3’46”55. Donne. 800: 1. Zenoni (a) 2’03”40; 2. Vandi 2’06”83; 3. Ferdani 2’07”70. ASIATICI: OGUNODE 9”91 (si.g.) Ai campionati asiatici a Wuhan (Cina), Femi Ogunode (Qat), 24enne ex nigeriano, ha migliorato di 2/100 il suo record continentale dei 100 con 9”91. Uomini. 100 (+1.8): Ogunode (Qat) 9”91; Zhang Peimeng 10”15. 400: Haroun (Qat, ‘97) 44”68; Masrahi (Ar.S.) 45”14. Peso: Singh (India) 20.41.
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Pallavolo R World League
«L’esame Serbia dirà che Italia è»
1Travica fra presente e passato: età, Russia e una certezza: «Questo è un gruppo che vale»
Camilla Cataldo PESARO
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ita da capitano. Dragan Travica, sorriso sempre stampato e inimitabile parlantina, è ancora più solare sotto i quasi 30 gradi di Pesaro. Ha la solita voglia di vincere e vuole farlo per tutta l’estate, cominciando dalla World League. Di ritorno dalle due vittorie e alla vigilia del doppio match con la Serbia, ha già portato le paste? «Ancora no, sto aspettando il momento perché non abbiamo avuto tempo! L’esordio è sempre particolare, poi siamo andati lontano, ma ci siamo sentiti a casa perché ad Adelaide c’erano un sacco di italiani che ci hanno accolto benissimo – racconta il palleggiatore di Azzurra -. Il popolo è molto ospitale, la città carina, abbiamo visto un koala... Un’esperienza ricca. Abbiamo vinto due volte, anche se sappiamo di dover lavorare molto tecnicamente. Però eravamo insieme da appena una decina di giorni con tantissimi ra-
UN MIO FUTURO NELLA PALLAVOLO? SÌ MI PIACEREBBE, MA SOLO COME DIRIGENTE DRAGAN TRAVICA CAPITANO ITALIA
gazzi nuovi e va bene così. Non c’è molto tempo per allenarci, ma useremo le partite per migliorare». PASTE Il nuovo ruolo di Dragan. «Ho 28 anni e sono uno dei vecchiacci del gruppo! Devo dare qualcosa di più dell’aspetto tecnico, devo cercare di dare l’esempio, essere il più responsabile possibile, far star bene la squadra. Da capitano ho qualche compito aggiuntivo ed è una cosa che ti tiene impegnato, mi piace molto ma è stato semplice perché i ragazzi sono bravi, rispettosi, si impegnano e non lasciano niente al caso». La nuova e giovane Italia sta dando soddisfazioni. «Le potenzialità ci sono, ma gli avversari sono tosti. Ora credo che la cosa più importante sia concentrarci su di noi per cercare di mettere a posto quei due-tre meccanismi che servono per la World League. Poi, prima della Coppa del Mondo, avremo più tempo per lavorare in palestra e crescere nel gioco». Oggi e domenica sfiderete la Serbia di Nikola Grbic. «Sulla carta è una delle squadre più forti del mondo e sarà estremamente dura. Non so dire a che livello
Dragan Travica, 28, nelle ultime due stagioni ha giocato in Russia TARANTINI
siamo, lo abbiamo un po’ capito con l’Australia, ma ci attendono partite più difficili che ci daranno il giusto ritmo. I serbi sono fisici, bravi a muro, hanno pochi punti deboli e giocatori eccezionali in attacco. Sarà un bell’esame per noi, che giochiamo in casa e abbiamo la tensione giusta. Ci aspettiamo calore, divertimento e vorremmo fare appassionare ancora di più chi ci vuole bene». RIO Parla degli obiettivi: «Cercare di qualificarci per la finale di World League, il bersaglio grosso è la World Cup, ossia il primo treno per qualificarci all’Olimpiade. Poi c’è l’Europeo, altro torneo impegnativo, che però non prepareremo tanto». A Belgorad, Russia, ha detto basta. «E’ il momento di ritirarmi dal freddo. Gli Ugg, lo stivaletto col pelo che pensavo usassero solo le donne, sono stati il mio primo acquisto russo! Ho passato due anni meravigliosi, ho trovato persone fantastiche, una cultura da ammirare, un gruppo eccezionale e sono contento di avere ottenuto quello che volevo sul campo. Adesso si cambia, vediamo dove mi porterà il destino. Non credo in Italia». Le mancava il mare? «Tantissimo. Per me è una medicina e infatti sono arrivato a Pesaro un po’ prima del raduno per godermi una cena vicina al mare. Ne approfitto sempre quando posso». Sogna sempre di giocare per suo padre Ljubo? «E’ il mio prossimo obiettivo. Non è facile, perché purtroppo ci sono poche realtà che pensano che padre e figlio possano convivere in un gruppo, però aspettiamo l’occasione». Anche Il suo futuro non è in panchina. «No, quello che passa mio padre non vorrei riviverlo io. E’ un lavoro in cui, per quello che dai, ottieni troppo poco e rischi di essere accantonato dopo tre sconfitte...». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA GUIDA Stasera a Pesaro domenica Bologna (a.a.) Secondo weekend. L’Australia di Santilli è in Brasile, la Russia di Busato (2°) negli Usa. Girone A: oggi (20.40 differita Raisport1) a Pesaro e domenica (18.10) a Bologna Italia-Serbia. A San Bernardo del Campo BrasileAustralia. Classifica: Italia 6; Brasile 5; Serbia 1; Australia 0. Girone B: a Long Beach Stati UnitiRussia, a Czechtochawa PoloniaIran. Classifica: Usa 6; Polonia 5; Russia 1 Iran 0. Girone C: a L’Avana Cuba-Bulgaria, a Halifax Canada-Argentina. Classifica: Canada 10; Argentina 4; Bulgaria, Cuba 2. Girone D: a Cheonan Sud CoreaRep. Ceca, a Kyoto GiapponeFrancia. Classifica: Francia 6; Giappone 4; Rep. Ceca 2; Sud Corea 0. Girone E: a S-Hertofenbosch Olanda-Belgio, a Vaasa FinlandiaPortogallo. Classifica: Belgio 10; Olanda 5; Finlandia 2; Portogallo 1. FORMULA Alla finale a sei di Rio (Bra) del 15-19 luglio si qualificano oltre al Brasile, le prime 2 dei gironi A e B e la vincente della final four di Varna (Bul) del 10-12 luglio con la Bulgaria e le vincenti dei gruppi C, D e E. PUNTI Il punteggio è come in Italia: 3 punti per la vittoria 3-0 e 31, 2 per il 3-2 e 1 per il 2-3. MONTEPREMI in palio 4.3 milioni di dollari PRECEDENTI Italia e Serbia si sono affrontate 22 volte con 13 vittorie azzurre e 9 serbe. L’Ultima al Mondiale di Lodz il 10 settembre 2014: vittoria della Serbia 0-3. A CASALMAGGIORE (g.gar.) Sarà Carli Lloyd la regista della scudettata Pomì Casalmaggiore. Un colpo più che annunciato, prende il posto di Skorupa che va la Fenerbahce. Casalmaggiore è anche vicinissima a Francesca Piccinini. Dubbio per la quarta straniera: Meijners o Hooke. A BUSTO (m.b.l.) - La Unendo Yamamay Busto ha ufficializzato l’ingaggio centrale Fondriest (cm 188) dal Delta Trentino. TAMBURO (an.gal.) Vincenzo Tamburo (29), nell’ultima stagione a Cantù, è il nuovo opposto di Castellana Grotte.
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Siamo in onda! R Basket: semifinali
VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
MATTINA 7-8.45 Gazzetta News 9 11x90 9.05 Campioni a confronto 9.30 Condò Confidential 10 11x90 10.05 The Speedgang-La banda dei motori 11 11x90 11.05 Perfection: momenti di gloria
11.30 Campioni a confronto 12 11x90 12.05 Sport Science 13-14 Gazzetta News POMERIGGIO 14.15 Gazzetta News Sottocanestro 14.45 Gazzetta News 15 The Speedgang-La banda dei motori
15.45 Sfide senza limiti 16.10 Sport Science 17.05 Bomber-Shevchenko 18 Perfection: momenti di gloria 18.30 Campioni a confronto 19 Calcio Market 19.30 Gazzetta News 20 Gazzetta News 20.30 Gazzetta News
SERA 21 11x90 21.05 Perfection: momenti di gloria 21.35 Pazzi per i derby 22.30 Condò Confidential 23 Gazzetta News 23.30 Gazzetta News 00.00 Calcio Market 00.30 Gazzetta News
Lavrinovic crac, Reggio Emilia a pezzi
1Darjus infortunato, serie con Venezia finita, Diener in dubbio. Stasera gara-4, Speciale playoff su GazzettaTv che che Drake Diener ha accusato un problema di natura ossea al pollice della mano destra (quella con cui tira, ndr), gli si è riaperta una vecchia calcificazione e dovremo valutare prima della partita quale sarà la situazione del dolore». E’ probabile che la guardia americana stringa i denti e provi a scendere in campo in un momento di emergenza totale.
Francesco Pioppi REGGIO EMILIA
L
a semifinale scudetto fra Reggio Emilia e Venezia perde uno dei principali protagonisti: Darjus Lavrinovic. Al pivot lituano, uscito all’ intervallo di gara-3 senza più fare ritorno in campo, è stata riscontrata una «lesione muscolo tendinea dell’adduttore della gamba sinistra» e non potrà quindi aiutare i suoi nella serie, sul 2-1 per la Reyer, che già da stasera riprenderà con gara-4 in programma alle 20.45 al PalaBigi. Come reagirà Reggio? Ne approfitterà Venezia che, invece, è al completo? Questi e altri temi verranno trattati nel dopogara, dalle 23, su GazzettaTv, nello «Speciale playoff» con Dan Peterson. CHE NUMERI Una vera e propria sciagura quella che si è abbattuta sulla squadra di Max Menetti viste le cifre strabilianti messe assieme da Lavrinovic prima dell’infortunio (15.3 punti e 17.3 di valutazione in 16.6’ di utilizzo): un distillato di pallacanestro. «Siamo dispiaciuti perché quella di Darjus è una lesione
importante che lo terrà fuori almeno per tutta la serie con Venezia — spiega il coach dei reggiani —, potrebbe essere rivalutato nel caso di un’eventuale finale, ma non è il momento di fare calcoli, piuttosto di spingere tutti i nostri ragazzi a dare quel qualcosa di più che serve in questi momenti». Fra quei «tutti» spiccano i 214 centimetri di Riccardo Cervi che sarà chiamato ad un
minutaggio extra: «Certamente sarà l’occasione per lui di dimostrare ancora una volta quanto sia importante, ma lo stesso dovranno fare Chikoko, Pini e Pechacek che rientrerà fra i giocatori a referto». Le cattive notizie in casa Grissin Bon non si limitano però all’infortunio di Lavrinovic e alla tallonite di Della Valle: «So che sembra un bollettino di guerra, ma devo aggiungere an-
Darjus Lavrinovic, 35 anni, contro Tomas Ress (34) CIAMILLO CASTORIA
CINCIA C’È Chi non mancherà sicuramente è Andrea Cinciarini, colpito da un attacco febbrile subito dopo gara-3 e che ieri non si è allenato. «Lo abbiamo rimandato a casa per farlo riposare — spiega Menetti— ma non ci sono dubbi sul suo impiego, il Cincia anche se è debilitato ci sarà». Il coach prova poi a risollevare il morale di un ambiente depresso dai tanti infortuni: «E’ evidente che con Lavrinovic avevamo trovato una quadratura e una cifra tecnica importante e non sarà facile rimpiazzarlo né tecnicamente nè emotivamente, però le grandi imprese nascono proprio nei momenti di difficoltà perciò –conclude il coach- voglio una squadra orgogliosa e feroce». © RIPRODUZIONE RISERVATA
clic
COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59 ● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare invariata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK
Il concorso si svolgerà dal 4 al 17 giugno 2015. L’estrazione dei premi in palio avverrà entro il 30 settembre 2015. Il montepremi complessivo stimato ammonta a euro 2.084,00 + IVA ove prevista.
Basket R Gara-4 di semifinale
VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Sassari che sinfonia Milano è a un passo dal baratro
LE PAGELLE di CANF SANDERS, REGOLARITÀ E TANTA SOSTANZA KLEIZA, TIRACCI FUORI TEMPO POI L’OBLIO SASSARI
Dinamo. Banchi: «Spalle al muro» 80
MILANO
67
(21-23, 40-41; 60-57) BANCO SARDEGNA SASSARI: Logan 19 (2/6, 5/8), Dyson 6 (0/7, 0/2), Sanders 15 (4/7, 0/2), J. Brooks 11 (5/5), Lawal 13 (5/8); Sosa 6 (1/6, 1/5), Formenti (0/1), Mbodj 5 (1/1), B. Sacchetti 3, Devecchi 2 (1/1, 0/1). N.e.: Chessa, Vanuzzo. All.: R. Sacchetti. EA7 MILANO: Ragland 6 (2/4 da tre), Hackett 6 (2/8, 0/1), Gentile 24 (8/11, 1/2), Melli 2 (1/3, 0/2), Samuels 14 (5/9); Moss 2 (0/1, 0/3), Cerella, Tabu, M. Brooks 11 (3/6, 1/2), Elegar, Kleiza 2 (0/1, 0/3). N.e.: Gigli. All.: Banchi. ARBITRI: Lamonica, Vicino, Bettini. NOTE - T.l.: Sas 24/36, Mil 17/22. Rim.: Sas 39 (Lawal 9), Mil 37 (Samuels 8). Ass.: Sas 13 (Sosa 5), Mil 14 (Hackett 5). Prog.: 5’ 8-7, 15’ 31-31, 25’ 50-51, 35’ 66-61. Tec.: Logan 32’02 (66-57), Hackett (con espulsione) 38’23” (74-65). Spett.: 5.000.
Mario Canfora INVIATO A SASSARI
D
ieci anni fa, in Legadue a Pavia (dove c’era un giovanissimo Danilo Gallinari), neppure mangiò il panettone: David Logan, all’esordio da pro’ appena uscito dall’università, fu tagliato prima di Natale e da lì cominciò il suo lungo girovagare per l’Europa. Ieri, è stato devastante in due precisi momenti della sfida contro l’EA7: a metà del terzo
quarto, quando Milano sembrava potesse avere il pallino del gioco in mano pur con sole sei lunghezze di vantaggio (43-49), piazzando il break della rimonta con 5 pesantissimi punti. Poi, nei primi due minuti dell’ultima frazione, con due difficilissime triple di fila spaccagambe, quelle del +9 (66-57) che hanno indirizzato la gara verso i sardi. Ah, e per chiudere degnamente, piazza pure la tripla del 74-65 a due minuti dalla sirena, quella del punto esclamativo che manda in solluchero il muro di gente del Palaserradimigni. LIMPIDO E ora il finale del serial si fa interessante. Non che le scene girate dopo 160’ siano state noiose o poco gradevoli, ma il 3-1 con cui Sassari conduce la serie su Milano spiazza un po’ tutti, rendendo il prossimo (o i prossimi) ciak ad altissima tensione. Esca fuori chi avrebbe pronosticato tale risultato alla vigilia, pur considerando il valore (comunque molto alto) della squadra di Meo Sacchetti. Che domani pomeriggio si va a giocare il match-point al Forum di Assago con la testa sgombra di chi sa che, mal che vada, ne avrà un altro sull’isola lunedì sera. Anche ieri sera, il successo è stato limpido, con i colpi decisivi piazzati quando serviva, leggi con un ultimo quarto in cui Milano si è trovata imbambolata: appena 8 punti prima dei liberi di Kleiza. «Non ci sentiamo più forti, il percorso è
7,5
Shane Lawal, 28 anni. Ha chiuso con 13 punti e 9 rimbalzi CIAMILLO
lungo, ma abbiamo giocato una grandissima partita»: Meo Sacchetti si bea nonostante un Dyson da 0/9 al tiro e concede applausi a tutti, anche a Mbodj (messo in campo per l’assenza di Kadji, volato a Parigi per i funerali della madre) che gli dà tanto. Milano, che ha chiuso la stagione regolare con 4 sconfitte in sette mesi ora se ne ritrova con tre in una settimana. Nella breve esperienza delle serie al meglio delle sette gare (fu istituita nei playoff 200708, e per le successive quattro stagioni, soltanto per la finale, poi dai quarti nel 2012-13 e solo dalla semifinale dalla scorsa annata) finora solo una squadra si è trovata sotto 3-1, Vare-
se contro Siena, due stagioni fa: i lombardi (che vinsero la stagione regolare) riuscirono a portarsi sul 3-3, per finire poi col perdere la settima e decisiva partita in casa. Il problema non è tanto l’approdo alla finale che si complica assai e la maggiore atleticità degli avversari (19 rimbalzi offensivi...) quanto la testa dei suoi giocatori: ieri Hackett ha dato i numeri dopo un tecnico, si sono viste scene frutto solo del nervosismo. «Siamo spalle al muro, ma ce la giochiamo - dice Luca Banchi -: peccato, perché per tre quarti non abbiamo interpretato male la gara». Troppo poco. © RIPRODUZIONE RISERVATA
DAVID LOGAN
ALESSANDRO GENTILE
Sono giorni che non si allena al meglio per un problema alla caviglia avuto nel finale di gara-2, ma in attacco è una sentenza: gara sontuosa, 24 punti, 32 di valutazione.
SOSA 6 Assist (splendidi due sotto canestro a Lawal, saranno cinque), incredibile ciuff sulla sirena della prima frazione, l’unica di una serata tragica al tiro con 2/11 (1/6 da due e 1/5 da tre). FORMENTI N.G. Breve apparizione tra fine primo e inizio secondo quarto: due palle perse. SANDERS 7 Alona di sostanza, se la vede faccia a faccia con Gentile, è l’unico a segnare con regolarità oltre a Lawal nei momenti grigi. DEVECCHI 6 Dodici minuti, un canestro realizzato. LAWAL 7,5 Devastante come spesso gli capita: arpiona rimbalzi offensivi (saranno cinque), quando riceve palla sono soldi in banca: sfiora la doppia doppia con tredici punti e nove rimbalzi. DYSON 6 Non segna mai dal campo: 0/7 da due, 0/2 da tre dopo 20 minuti per una bella virgola in 9 minuti. Poi, nei momenti che contano si prende falli che tramutano in liberi (6/6) B. SACCHETTI 6 Entra nel secondo quarto, bravo a procurarsi liberi, ma li tira col 50% (3/6): cinque falli subiti. J. BROOKS 6,5 Non è che sia granché appariscente, però non sbaglia i cinque tiri che si prende. Anche lui decisivo, 4 assist. MBODJ 7 Tre minuti nella prima parte di gara, un libero realizzato e due rimbalzi. Si esalta nel finale della terza frazione con uno schiaccione e un fallo subito da Samuels: diventa star in appena 10’.
RAGLAND 6 Riappare sin dalla palla a due e non scherza: 2 triple, qualcosina in difesa, insomma utile. M. BROOKS 6 Banchi gli fa vedere il 1° quarto dalla panchina, all’inizio del 2° entra tonico con 5 punti di fila che consentono ai suoi di rimettere il muso avanti, però tutto sommato piace poco anche se si merita la sufficienza. CERELLA N.G. Un po’ di minuti, 4, a ringhiare su Sosa. MELLI 5 All’inizio non dispiace quando gioca nel suo ruolo naturale di ala grande (super una stoppatona su Sanders), poi nella seconda frazione senza Samuels soffre tanto Lawal. KLEIZA 4 Anche lui si vede un bel 1° quarto dalla panca, poi appare avulso dal gioco, si produce in tiracci fuori tempo da tre, sembra un giocatore a fine carriera. ELEGAR N.G. Fugace apparizione di un minuto nel secondo quarto. HACKETT 4 Due liberi sbagliati, imbarazzante al tiro (2/9), nel finale va totalmente fuori di testa in maniera inspiegabile dopo un tecnico datogli da Bettini: deve intervenire mezza squadra per fermarlo, con Gentile in testa... SAMUELS 6 Bella la sfida con Lawal: parte a razzo, poi si spegne però lotta. Insomma, molto fumo e poco arrosto. MOSS 4,5 Non parte in quintetto per la prima volta nella serie, è il primo cambio di Banchi a pochi secondi dalla fine del 1° quarto: qualcosina in difesa, 0/4 dal campo. Così non va.
Domani gara-5 al Forum La Dinamo conduce per 3-1 ● Stasera (20.45, diretta Rai Sport 2, arbitri: Martolini, Mazzoni, Bartoli) gara-4 Reggio Emilia-Venezia. Milano-Sassari 1-3 Gara-1: Milano-Sassari 75-84. Gara-2: Milano-Sassari 84-71. Gara-3 Sassari-Milano 84-76. Gara-4 Sassari-Milano 80-67. Gara-5 al Forum domani (18.15). Eventuale gara-6 a Sassari lunedì 8 (20.45). Ev. gara-7 al Forum mercoledì 10 (20.45). Venezia-Reggio Emilia 2-1 Gara-1: Venezia-Reggio Emilia
1Il coach
CONSACRAZIONE Ma i Warriors non sono in finale solo per la definitiva consacrazione degli Splash Brothers. Meo Sacchetti ricorda d’aver visto Draymond Green alla Summer League 2012 anno in cui venne scelto con il n.35 dai Warriors dopo una discreta carriera a Michigan State. «Lo avevo adocchiato perché lo ritenevo perfetto per l’Europa – raccontava il coach di Sassari –. Mi sembrava difficile trovasse un ruolo definito tra i pro’». Non era l’unico. Ma l’etica del lavoro, il sacrificio (tra 1° e 2° anno ha perso quasi 10kg), la voglia di vincere e le qualità di leader, ne hanno fatto un’arma fondamentale per Golden State. E così i ragazzi della Baia ieri notte hanno aperto la sfida per l’anello, staccandosi per sempre dal gruppo delle eterne promesse.
INVIATO A OAKLAND (USA)
L
a storia della Nba è tappezzata di squadre che sono passate dalla soglia della grandezza all’anonimato senza mai fare il passo decisivo, quello che ti porta dal «one year away», ovvero «l’anno prossimo tocca a noi», al scivolare lentamente nel gruppone del «vorrei ma non posso». Basti pensare ai soliti Clippers, a Memphis, la cui fine-
INESPRESSI I Warriors sembravano essere destinati a fare la stessa fine. Bravi, ma non abbastanza per giocarsi un titolo Nba. Un anno fa vinsero 51 partite ma vennero eliminati a gara-7 dai Clippers al 1° turno. La stagione precedente si era chiusa in semifinale Ovest per mano degli Spurs. La dirigenza ha capito che serviva qualcosa in più, una scintilla. Ecco allora che a Mark Jackson veniva indicata la porta d’uscita dall’Oracle Arena, e al suo posto il gm Bob Myers
87-70. Gara-2: Venezia-Reggio Emilia 69-72. Gara-3 Reggio E.Venezia 70-76. gara-4: oggi a Reggio (20.45). gara-5: domenica a Venezia (20.45), ev. gara-6: martedì 9 a Reggio (20.45). ev. gara-7: giovedì 11 a Venezia (20.45). ● PLAYOFF A-2 Stasera (ore 20.30) gara-3 di finale promozione (al meglio delle 5 gare) Agrigento-Torino. La serie è 1-1. Gara-4 domenica (ore 18), sempre ad Agrigento; eventuale gara-5 mercoledì 10 (ore 20.30) a Torino.
MERCATO
Warriors incompiuti? Sì, poi è arrivato Kerr
Massimo Oriani
7,5
All’inizio il tiro non gli va mica, da 2 punti apre con 0/4, soffre Moss, poi a metà della 3a frazione rimonta da solo Milano e alla fine mette il punto con l’ennesima tripla, la quinta.
Mark Jackson abbia fatto di lui una star – si schermiva di recente Kerr –. Lo ha reso cosciente dei suoi mezzi, gli ha fatto capire quale fosse il suo potenziale». Fatto sta che l’esplosione è arrivata con Kerr.
debuttante ha tolto Golden State dalla lunga lista delle eterne promesse
5,5 IL MIGLIORE
NBA: NELLA NOTTE SI E’ GIOCATA GARA-1 DI FINALE
stra con la coppia RandolphMarc Gasol si è forse chiusa, giusto per restare al presente. Ma anche ai Milwaukee Bucks Anni 80 o agli Atlanta Hawks di Nique Wilkins (vero, sulla loro strada c’erano i Celtics di Bird, McHale e Parish...), per non parlare dei Pacers di Danny Granger.
MILANO
IL MIGLIORE
8
1Hackett espulso: 1° match point SASSARI
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(votato dirigente dell’anno) strappava dalle mani del suo mentore, Phil Jackson, Steve Kerr, debuttante assoluto su una panchina, non solo Nba come il suo sfidante per l’anello David Blatt. Sotto la guida dell’ex telecronista di Tnt, Golden State ha vinto 16 partite in più in stagione regolare, ma soprattutto è passata dall’ultimo posto per passaggi effettuati a partita (245.8) al 7° con 315.8 e dal 9° per percentuale di canestri derivanti da assist (17.5%) al 1° (19.9%). Sintomi di una squadra che gioca d’insieme. Ripensate al Curry del passato, un grandissimo tiratore (Danny Ainge lo ha definito «il numero uno di sempre»), fragile, con le caviglie di cristallo e, soprattutto, non un giocatore completo. Oggi è l’mvp in carica, e non solo per il tiro dall’arco. «Penso che
Stephen Curry, 27 anni AP
48.9
● La media punti degli Splash Brothers di Golden State. Curry, mvp della stagione regolare, viaggia a 29.2 punti mentre Thompson ne mette 19.7 a gara.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I Nuggets incontrano D’Antoni ● Danilo Gallinari potrebbe ritrovare Mike D’Antoni in panchina? Sì, potrebbe. Denver lo ha messo tra i papabili per il ruolo di head coach in vista della prossima stagione e c’è già stato un incontro. D’Antoni aveva allenato Gallinari a New York e le loro strade potrebbero incrociarsi di nuovo. Mike (che aveva allenato Denver per mezza stagione nel 199899) però non è l’unica soluzione sul tavolo. I Nuggets stanno valutando Melvin Hunt, che ha guidato la franchigia dopo l’esonero di Brian Shaw e, soprattutto, Mike Malone, ex coach dei Kings, che Denver dovrebbe incontrare a breve. ● NOWITZKI C’È Dirk Nowitzki ha annunciato che giocherà Euro 2015 con la sua Germania, inserita peraltro nel girone dell’Italia.
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VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Tennis R Roland Garros: semifinali
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rapova è incredibilmente forte mentalmente. Anch’io, anche Djokovic, anche tanti altri siamo molto emotivi. In campo, siamo esseri umani che mostrano come sono davvero, dentro. Questo è anche il bello del tennis e del tennis donne».
A destra, Andy Murray si allena sotto lo sguardo della Mauresmo. Sopra, mamma Judy e Kim Sears REUTERS
Murray, beato tra le donne Un team per fermare Djokovic
1L’importanza di mamma Judy, la serenità con la moglie Kim, la Mauresmo
come coach e le maestre di pilates e yoga: «Con loro riesco a comunicare meglio»
Vincenzo Martucci INVIATO A PARIGI twitter@VinceMartucci
N
on solo mammà (l’onnipresente Judy), non solo Kim (Sears, la neo mogliettina), non solo Amelie (la coach Mauresmo, in dolce attesa con la sua compagna). Andy Murray è pieno di donne, all’angolo, ma anche dietro le quinte. Sono le maestre di Pilates e Gyrotonic, gli angeli del fisico del campione scozzese, dal crack alla schiena del 2013. Teresina (Goheen) è il boss, da Barcellona, dove Andy prepara la stagione sulla terra rossa, e stila il programma per le ancelle del Cobham Pilates, nel Surrey, la residenza-Murray a sud di Londra, e per quelle di Miami, dove il baronetto, storico campione brit
RLui e Novak hanno vinto 15 partite sulla terra nel 2015: «Ora la capisco meglio»
Novak Djokovic, 28 anni
2013 di Wimbledon, 77 anni dopo Fred Perry, ha fissato il camp invernale. Sono ex danzatrici, seguaci del Gyrotonics, cioé yoga e movimenti rotatori. Sono le amiche più fidate del novello Bel Ami. «Per me è sempre stato più facile comunicare con le donne, ho avuto un bellissimo rapporto con le mie nonne, ovviamente con mamma e, con Kim, stiamo assieme sin da ragazzi. Amelie ha una grande importanza sulle mie prestazioni. Sono sempre stato molto vicino alle donne della mia vita, hanno avuto un grande impatto su di me, ci passo un bel po’ di tempo. Se devo parlare delle mie emozioni, di quel che sento, è più facile con Amelie, così come con mamma, da ragazzo. Mi trovo meglio con le donne».
FEMMINISTA Mamma non le ha mai mandate a dire, s’è separata prestissimo dal signor Murray, ha fieramente gareggiato al «Ballando sotto le stelle» brit e non ha nascosto la passioncella per il collega del figlio, Feliciano Lopez (ricordate il «Deliciano» su twitter?). «Mamma ha sempre avuto a cuore l’idea che le ragazze giocassero a tennis. E ho capito tutto quando ho preso Amelie come coach (luglio 2014, ndr), ho visto la reazione della gente e tutte quelle questioni che non ci sarebbero mai state se avessi assoldato un coach uomo campione di due Slam ed ex numero 1 del mondo». Sia chiaro: «Le tenniste meritano rispetto e premi uguali agli uomini, il tennis dovrebbe essere fiero di essere l’unico sport con queste regole». E basta stereotipi: «Le donne sono più emotive? La Sha-
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● I precedenti tra Djokovic e Murray (il serbo comanda 18-8): 2-0 sulla terra (nel 2008 negli ottavi a Montecarlo, nel 2011 in semifinale a Roma) (lu.mar.)
2
● I francesi in finale negli ultimi 40 anni: Noah vincitore nel 1983 e Leconte finalista nel 1988, entrambi contro Wilander. Oggi prova a raggiungerla Tsonga.
AMICO NOLE A proposito di Djokovic, il numero 1 del mondo, l’amico del cuore, lontano solo una settimana all’anagrafe, che Andy voleva abbracciare sotto la stessa bandiera quando la Serbia non gli dava alcun aiuto. Nole è legatissimo a mamma Dijana, è stato scoperto sulle montagne di Kopaonik da un allenatore donna, Jelena Gencic, ed ha appena sposato la sua Jelena (Ristic), da cui ha avuto il piccolo Stefan. Insomma, anche la vita dell’uomo forte, in corsa per il Grande Slam, è nel segno delle donne. Donna, come la madre terra, superficie tabù per Amelie: la coach di Murray, bloccata, da francese, dal fattore-Roland Garros, ma regina due volte a Roma in cinque finali. Terra dove Andy, dopo aver abbattuto il muro Ferrer (dopo 4 sconfitte su 4), sta imparando la lezione: «Nelle ultime settimane ci gioco molto meglio, capisco meglio l’approccio tattico a questa superfici». Quindici vittorie consecutive sul rosso — proprio come Nole! — con i successi di Monaco e Madrid, 17 Slam di fila che tocca almeno i quarti (da Wawrinka al 3° turno degli Us Open 2010): «Non penso che siano in tanti ad avere risultati così, sfortunatamente gioco contro gente per cui sono la regola. Gente fortissima. Perciò, a confronto, quello che faccio io sembra niente, invece conta e ne vado molto fiero». Battuto due volte su due sulla terra, può Murray stoppare Djokovic proprio nella corsa al primo Roland Garros, subito dopo aver abbattuto il totem Nadal? «Dovrò essere pronto fisicamente e mentalmente, non sarà una passeggiata di salute. L’ultima volta, a Roma, ho servito per il match, giocando un buon tennis, e ultimamente riesco a mettere in pratica il piano che abbiamo studiato a tavolino». La fiducia è con lui. La dea bendata, altra donna famosa, come si schiererà oggi? © RIPRODUZIONE RISERVATA
DONNE
Serena malata e vincente: ora c’è la Safarova 1La Williams, influenzata, soffre due set con la Bacsinszky, poi decide il servizio: in finale trova la sorpresa ceca, mai così avanti davvero in finale ho avvertito la tensione, nel game del 5-4 sono stata travolta dai pensieri, non potevo concentrarmi. Poi mi sono scossa e sono riuscita a chiudere. Sono da dodici stagioni sul Tour, e a 28 anni apprezzo molto di più la prima finale Slam», rivela l’ex fidanzata di Berdych, dal gran dritto mancino.
PARIGI
M
iraggi da 26 gradi dell’improvvisa estate al Roland Garros. Ha già in tasca il primo set, Ana Ivanovic, ex fenomeno 18enne che gioca la prima semifinale Slam sette anni dopo il successo a Parigi 2008. E Timea Bacsinszky, ex bambina prodigio che due anni fa era fuggita dal padre-tiranno e dal tennis per lavorare in un albergo, ha in pugno la numero 1 del mondo, Serena Williams, malata. S’eclissa la bella serba dal 5-2 al 5-7, poi incapace di approfittare del «braccino» dell’eterna incompiuta, Lucie Safarova, che fa doppio fallo sul match point. E s’eclissa la svizzera che, avanti un set ed un break (6-4 3-2), perde i successivi dieci game contro la regina di 19 Slam. Che barcolla, si lamenta, piagnucola, svirgola la palla e ai cambi campo si copre di ghiaccio spalle, guance ed ascelle, ma poi lascia anche andare, più rabbiosa che mai, le sue violente sbracciate, affondando sul dritto bal-
Serena Williams, 33 anni, alla terza finale a Parigi: affronterà Lucie Safarova, 28, n. 13 del mondo EPA
lerino della povera Timea. Nessuna sorpresa: questo è il tennis donne, pieno di emozioni e colpi di scena, su e giù di punteggio e paura. Ana ha già perso partite quasi vinte, Lucie ha fatto altrettanto, anche se stavolta è brava a recuperare subito il break del 5-5, e quindi a giocare benissimo il 7-5, e chiudere. E Serena è una specialista di rimonte: anche in questo Roland Garros, ha già recuperato da 6-3 4-2 sotto con Azarenka e da 6-1 5-4 con Ste-
phens. Così com’è specialista di commedie dell’arte. Perché sicuramente sta male ma, evidentemente, non sta così male. Come dice l’espressione di mamma Oracene in tribuna e anche l’abbraccio finale del coach (ancora fidanzato?) Patrick Mouratoglou. A salutare il fantastico 24-3 nelle semifinali Slam — ultime 10 vinte, ultima sconfitta agli Us Open 2009 — con la promozione alla terza finale a Parigi dopo quelle trionfali 2002 e
2013, contro la neofita Safarova, con 8-0 nei precedenti. SCUSE «Ho cominciato molto bene, ma sono finita senza benzina. Ho perso velocità di piedi ed efficacia al servizio, e ho giocato corto. Mentre lei era sempre più aggressiva», spiega la 27enne Ivanovic, delusissima, dopo l’abbraccio consolatorio col fidanzato-tifoso, il calciatore Bastian Schweinsteiger. «Quando ho capito che potevo arrivare
BOLLETTINO MEDICO «Non pensavo che sarei stata tanto malata, non mi aspettavo di vincere, non ci credo ancora che ce l’ho fatta. Ho preso l’influenza dopo il terzo turno e non sono migliorata. Spero di aver passato il peggio e quindi di guarire. Ho davvero pensato che avrei perso, e mi sono detta: “Almeno, cerca i vincenti”. Ero così stanca... Ho solo lottato su ogni punto», dice Serena al microfono in campo prima di essere travolta da un accesso di tosse. Fortuna che sta male: serve a una media di 171 all’ora, con punte a 196. E nel quinto game, quello del 3-2, che perde, mette giù 4 ace. Da uomo. v.m. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA GUIDA Nel doppio uomini Fognini-Bolelli k.o. Finisce il sogno Slam di Simone Bolelli e Fabio Fognini, sconfitti in semifinale del doppio dai gemelli Bryan con un doppio 6-3. I vincitori dell’Open d’Australia sono stati avanti un break nel corso del secondo set, poi si sono dovuti arrendere all’esperienza degli americani che in bacheca hanno 16 Slam di cui 2 Roland Garros (2003 e 2013). Il risultato, comunque, avvicina ancora di più la coppia azzurra al Masters di specialità di fine anno a Londra. ROLAND GARROS (28.028.600 , terra). Donne, semifinali: Safarova (R.Ceca) b. Ivanovic (Ser) 7-5 7-5; S. Williams (Usa) b. Bacsinszy (Svi) 4-6 6-3 6-0. Doppio uomini, semifinali: Bob e Mike Bryan (Usa) b. BOLELLIFOGNINI 6-3 6-3; Dodig (Cro)Melo (Bra) b. Rojer (Ola)-Tecau (Rom) 6-3 7-5. OGGI (ore 13, diretta Eurosport ed Eurosport 2). Philippe Chatrier, semifinali uomini: Tsonga (Fra) c. Wawrinka (Svi); a seguire Djokovic (Ser) c. Murray (Gb).
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Nuoto R L’accusa per Roma 2009
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«A Barelli tangente da 100mila euro» Lui: «E’ tutto falso»
I tre protagonisti
1L’imprenditore Piscicelli: «Soldi per le piscine di
L’ingegnere Claudio Rinaldi, già commissario dello Stato per i Mondiali di nuoto di Roma 2009, è stato indagato nell’ambito del processo Grandi Opere
San Paolo». Il presidente Fin: «Mai stato indagato» PRECEDENTI
Alessandro Catapano Valerio Piccioni
A fine marzo era stato assolto dal caso truffa
U
L’ultima volta che Barelli è stato tirato in ballo risale al 24 marzo scorso: «Mancano gli elementi del dolo e sono carenti quelli del danno», i due presupposti su cui si basa il reato. Ma ora si deve approfondire l’ipotesi di «falso ideologico» e «malversazione». É quanto ha chiesto il gip Gaspare Sturzo rimandando per la seconda volta al mittente, il pm Roberto Felici, le carte dell’inchiesta sugli 845mila euro di finanziamento del ministero dell’Economia per i lavori alla «Piscina Olimpica Roma». É la storia infinita dell’esposto presentato dal Coni, che aveva ipotizzato una truffa della Fin, che gestisce l’impianto del Foro Italico, ai danni della Coni Servizi spa, che ne è proprietaria, nell’ambito di una transazione. Dunque, la FIN non ha ingannato la Coni Servizi. Ma su questi soldi bisogna ancora indagare. I Mondiali di nuoto 2009 hanno chiuso con oltre 12 milioni di euro di debiti. Il primo giugno scorso le piscine di vicolo Savini, in zona Marconi, volute per i Mondiali e rimaste in stato di abbandono, sono state simbolicamente occupate dagli attivisti della Rete per il Diritto alla Città. Un’azione simbolica contro la speculazione edilizia.
na tangente di centomila euro, in coda ad altre mazzette per non meglio definiti «funzionari politici», per andare avanti nella costruzione delle tre piscine mondiali di Valco San Paolo, utilizzate appena un mese e poi chiuse da sei anni. È l’accusa formulata davanti ai giudici dell’ottava sezione penale del Tribunale di Roma dall’imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli al presidente della Federnuoto, Paolo Barelli. Parole pesantissime messe a verbale il 18 maggio scorso: «L’ingegner Rinaldi (commissario straordinario dei Mondiali di nuoto di Roma 2009, ndr) mi disse che era il caso di dare questi soldi a questo senatore che non conosco, Barelli era invelenito perché non avevano vinto gare le sue imprese di riferimento e non ci avrebbe fatto fare i lavori... Non avremmo finito i Mondiali. Pressioni da questa Federazione nuoto, devo dire, ne abbiamo avute tante e quindi Rinaldi mi chiese questi soldi e ci avrebbe pensato lui poi a girarli a Barelli». «TOTALE INATTENDIBILITÀ» L’imprenditore svela pure i dettagli della consegna di una busta con i 100mila euro per Barel-
li al bar dell’Hotel de Russie. Parole compromettenti contro cui il capo della Fin reagisce duramente. Appena appresa la notizia, ci dice: «Roba da pazzi. E quali sarebbero le mie imprese? Ho già querelato gli autori di quelle accuse (per calunnia, procedimento sospeso in attesa della conclusione del processo, ndr). Mai conosciuto Piscicelli». Poi arriva anche un comunicato della Fin in cui si annuncia che il presidente «ha dato mandato ai propri avvocati di predisporre tutte le azioni legali a tutela della sua immagine». Nella nota, si ricorda che «nessun magistrato ha mai esercitato l’azione penale nei confronti di Barelli, a conferma dell’assoluta inattendibilità del soggetto (Piscicelli, ndr), noto alle cronache per l’intercettazione telefonica in cui ride del terremoto a L’Aquila». L’ACCUSATORE L’accusa è venuta fuori nel processo Grandi Opere, in cui Barelli non è mai stato indagato. Lo sono invece fra gli altri, insieme con Rinaldi, il provveditore alle opere pubbliche di allora, Angelo Balducci, e più recentemente – accusati proprio da Piscicelli – anche tre funzionari del ministero delle Infrastrutture incaricati proprio dei controlli sull’impianto. L’accusa è sostenuta dai pm Ilaria Calò e Roberto Felici. Singolare che quest’ultimo sia lo stesso
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Paolo Barelli, 60 anni, presidente della Fin dal 2000, e della Len dal 2012
che chiese due volte l’archiviazione delle accuse alla Fin di Barelli nella disputa con la Coni Servizi, sbattendo sul «muro» del Gip Sturzo in uno scontro fra magistrati ora all’esame della Cassazione. BUCO DA 16 MILIONI Al di là delle accuse a Barelli, la struttura di Valco San Paolo è un buco nero della storia di Roma 2009. Manifesto di ciò che non bisognerà fare per Roma 2024. Sulla carta il centro, dotato di due pi-
RIl Valco San Paolo
è un monumento allo spreco: aperto per un mese, costato 16 milioni
scine coperte, una scoperta, palestra, sala convegni e foresteria, doveva offrire un polo natatorio agli atleti e, poi, ai cittadini (insieme alla riqualificazione della zona). Per i problemi strutturali e i rischi di crolli l’impianto è arrivato a costare 16 milioni di euro, che saliranno a 19 una volta ultimato. I lavori, ora sotto il controllo del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche del ministero delle Infrastrutture, sarebbero in dirittura d’arrivo. Qualche giorno fa l’impianto è stato occupato dagli attivisti di Acrobax, proprio per denunciare gli sprechi. «Ci avevano promesso la consegna dell’impianto entro giugno di quest’anno — dice il presidente dell’VIII Municipio Andrea Catarci —. Aspettiamo». Chissà se fiduciosi.
L’imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli noto per aver riso al telefono sul terremoto in Abruzzo, fiutando affari, condannato a 2 anni e 8 mesi nel 2012 per un appalto a Firenze
Angelo Balducci, ex provveditore alle Opere pubbliche, accusato da Piscicelli per gli appalti delle Grandi Opere da cui è scaturita l’inchiesta sulla Cricca romana
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Scherma R Il c.t. del fioretto
«Luperi-Garozzo, che occasione» Cipressa lancia la nuova Italia 1Oggi via agli Europei
di Montreaux: «Torneranno le emozioni del Dream Team, la Errigo risale»
«NON BOCCIO BALDINI: MI SERVE A SQUADRE, MA VOGLIO PROVARE I GIOVANI. ASPROMONTE? ANCHE LUI SI RIFARA’» ANDREA CIPRESSA C.T. DEL FIORETTO
Stefano Arcobelli
D
al jazz alla scherma: quante volte suonerà l’inno di Mameli a Montreaux? Dipende, soprattutto, dal fioretto, che Andrea Cipressa condurrà anche stavolta per dominare le pedane: «Siamo pronti a farci rispettare dal mondo» fa Cippo. Oggi, ad esempio, il c.t. sarà curioso di capire come reagiranno Edoardo Luperi e Daniele Garozzo, chiamati a sostituire Baldini e Aspromonte. Cipressa, partiamo proprio dai due volti nuovi. «Chiariamo: per Baldini non si tratta di bocciatura, ma viste le difficoltà, che non sono tecniche tant’è che nella prova a squadre Andrea resta determinante perché c’è da raggiungere la qualificazione olimpica, ho ritenuto fosse giusto dare fiducia ad un giovane come Luperi. Anche Aspromonte è stato in stagione al di sotto dele sue potenzialità, e Daniele Garozzo invece giù da un anno aveva dato buoni segnali, ha saputo fare il salto di qualità da under 23 ad assoluto, ed essere nei primi 16 senza aver disputato Mondiali ed Europei dimostra tutto il suo valore. Il confronto con il fratel-
vato posto. Meglio avere problemi di abbondanza...». Tra le donne, il quartetto è a prova di bomba. «Non c’è dubbio: faranno anche i Mondiali». Che succede alla Errigo? «Arianna sta solo pagando una condizione fisica difficile, ha patito anche la mononucleosi, pur provata fisicamente, debilitata ha stretto i denti e sta recuperando». La Di Francesca sembra quella di Londra. «Elisa è partita in sordina ma è venuta prepotentemente fuori». Valentina non molla, ma... «Per l’impegno, la voglia di sacrificarsi la Vezzali resta un esempio: tiene il passo e bisogna stare ancora attenti a darla per terza».
Edoardo Luperi, 22 anni, livornese, nel fioretto individuale per Baldini BIZZI
lo spadista Enrico lo ha aiutato a crescere». Per Luperi e Garozzo il test europeo sarà pure il preambolo per un posto ai Mondiali di Mosca? «Un passo alla volta, sappiamo delle loro ottime potenzialità e dei progressi compiuti con i podi e il cammino nelle varie tappe di Coppa del Mondo, se fa-
ranno un buon Europeo crescerà la fiducia in loro, e al termine dei collegiali deciderò. Per me contano risultati ma anche le sensazioni. Di sicuro entrambi hanno una grande opportunità a Montreaux: le dirò che avrebbero meritato la convocazione anche Foconi e Nista, reduci da una bellissima stagione, in un’altra squadra avrebbero tro-
Resta la Batini: le classiche difficoltà nell’anno della conferma? «Un argento europeo e mondiale sono stati un bel balzo, emotivamente è ancora fragile perché giovane, ma le dò fiducia». Il Dream Team rosa non ci sarà ai Giochi ma ai Mondiali e agli Europei sì. E dunque sarà un oro sicuro? «Le ragazze danno il massimo individualmente, poi cambiano atteggiamento sapendo che a Rio non ci sarà la prova. Ma quest’anno vedrete, ci faranno ancora emozionare». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA GUIDA Da domani medaglie di fioretto e spada donne Ieri il lancio dell’estate della scherma azzurra: ovvero Europei Montreaux da oggi, Assoluti al PalaRuffini di Torino dal 12 al 15 giugno in contemporanea con i disabili, Mondiali dal 13 al 19 luglio a Mosca e Mondiali paralimpici dal 18 al 23 settembre a Eger. All’Expo di Milano, nell’area Kinder+Sport ha partecipato anche Bebe Vio, che ha parlato dei Giochi senza barriere all’Arena di Milano il 27 giugno. In passerella quasi tutti gli azzurri impegnati nella rassegna continentale dove l’Italia difende il 1° posto nel medagliere di un anno fa a Strasburgo con 10 podi (4-3-3). Oggi si comincia con i preliminari del fioretto uomini, da domani la fase finale (32esimi) e le medaglie. Dirette Rai ed Eurosport dalle 17.30. OGGI Fioretto uomini indiv.: elimin. (Cassarà, D.Garozzo deb., Avola, Luperi deb). DOMANI Fioretto uomini indv (fase finale); spada donne (Del Carretto, detentrice, Fiamingo, Navarria, Boscarelli). DOMENICA Sciabola donne ind. (Bianco, Vecchi, Gregorio, Gulotta, deb.); spada uomini ind. (E.Garozzo, Pizzo, M.Fichera, Santarelli, deb.). LUNEDI’ Fioretto donne ind. (Di Francisca, Errigo, Vezzali, M.Batini); sciabola uomini ind. (Montano, Occhiuzzi, Berrè, Curatoli, deb). MARTEDI’ Fioretto uomini a squadra (Baldini per Luperi); spada donne squadre (Quondamcarlo per Boscarelli); MERCOLEDI’ Sciabola donne a squadre; spada uomini a squadre; GIOVEDI’ Fioretto donne a squadre; sciabola uomini a squadre.
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VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
TUTTENOTIZIE
1GOLFAlessandro Tadini è 13° con 69 (-3) colpi a Malmoe (Sve, European tour. Andrea Pavan è 41° con 71 (1), Renato Paratore, 61° con 72 (par). Con 67 (5 colpi, 8 par) guidano l’inglese Chris Paisley e gli svedesi Jens Dantorp e Marcus Kinhult, quest’ultimo dilettante e superato nel 2014 da Paratore ai Giochi giovanili.
RUGBY
BOXE / A MILANO
Brunel: 50 per il Mondiale Solo due aperture sicure
Russo, caccia ai Giochi Ecco la seconda chance
1Sono Allan e
1Due match
N
Riccardo Crivelli
Haimona (Canna tra le riserve) Primo raduno da domenica 14
on ci sono sorprese nel listone di 50 giocatori (40+10 riserve) diramato dal c.t. Jacques Brunel in vista del primo raduno (a Villabassa, Bolzano, dal 14 giugno al 3 luglio), verso la Coppa del Mondo di Inghilterra 2015, rassegna al via il 18 settembre. Tra i 40 convocati, dopo l’addio alla Nazionale di Luciano Orquera, due sole aperture, con l’inserimento di Carlo Canna tra le riserve, debuttante al pari del pilone Andrea Lovotti che sarà comunque a Villabassa come il rientrante Paul Derbyshire, in sostituzione di Martin Castrogiovanni e Sergio Parisse che, più a lungo impegnati coi club, si aggregheranno il 12 luglio. Tornano (tra le riserve) anche Cedaro, Benvenuti e Sgarbi. Tra i non considerati Festuccia, Pavanello e Ian-
HOCKEY GHIACCIO
dell’Apb per qualificarsi: si comincia con Golovachshenko
U Jacques Brunel guida un allenamento azzurro: tra poco si riparte FAMA
none. Definite la altre tappe di avvicinamento alla Coppa, dove l’Italia, in qualificazione, sfiderà Francia, Canada, Irlanda e Romania. Dal 12 al 25 luglio raduno a L’Aquila (e non più a Bormio), dal 2 al 9 agosto a Fiuggi (al termine la rosa definitiva dei 31) e dal 16 al 27 a Torino dove gli azzurri il 22 sfideranno la Scozia, per poi restituire la visita il 29 a Edimburgo e giocare il 5 settembre a Cardiff contro il Galles. La partenza per l’Inghilterra il 13 da Roma. «Abbiamo confermato il gruppo delle ultime stagioni – dice Brunel –: le riserve lavoreranno coi club e in caso di ne-
IPPICA
cessità potranno conquistare un posto più avanti». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Convocati - Piloni: Aguero, Castrogiovanni, Chistolini, Cittadini, Alb. De Marchi, Rizzo. Tallonatori: Ghiraldini, Giazzon, Manici. Seconde linee: Bernabò, Biagi, Bortolami, Furno, Fuser, Geldenhuys. Terze linee: Barbieri, Barbini, Ma. Bergamasco, Favaro, Minto, Parisse, Vunisa, Zanni. N. 9: Gori, Palazzani, Violi. Aperture: Allan, Haimona. Ali: Esposito, Ragusi, L. Sarto, Venditti, Visentin. Centri: Bacchin, Benvenuti, Campagnaro, Garcia, Masi, Morisi. Estremo: McLean. Riserve - Piloni: And. De Marchi, Lovotti. Tallonatore: D’Apice. Seconda linea: Cedaro. Terza linea: Derbyshire. N. 9: Lucchese. Apertura: Canna. Ala: Toniolatti. Centri: Boni, Sgarbi.
n’occasione mancata si ripresenta, purché non si abbiano rimpianti. E a guardare la forma fisica, il linguaggio del corpo, la tensione positiva che traspare dagli occhi, stavolta Clemente Russo sarà una macchina da guerra. Fallita a gennaio la prima opportunità di qualificarsi per l’Olimpiade con la sconfitta contro Egorov, il doppio argento di Pechino e Londra affronta stasera all’Alcatraz di Milano il primo passo verso la seconda chance. COME BOLT E’ il Cycle I dell’Apb, in pratica il minitorneo di ripescaggio del professionismo Aiba, con i primi quattro del ranking di ogni categoria in corsa per un biglietto a cinque cerchi.
Teuvo Teravainen, 20 anni REUTERS ● Va a Chicago gara-1 della finale Nhl per la Stanley Cup. I Blackhawks passano sul ghiaccio della Amalie Arena di Tampa Bay con un micidiale uno-due in 1’58” nella seconda metà del terzo periodo, dopo aver inseguito per quasi tutta la partita. Merito di Teuvo Teravainen, 20enne finlandese (suo il gol dell’1-1 con un tiro da lunga distanza) e di Antoine Vermette, autore della rete decisiva, a 4’34” dal termine, con una magia nel traffico. Protagonista del match Corey Crawford, goalie degli Hawks, autore di 22 parate, mentre il collega Ben Bishop (19) ha interrotto una striscia di imbattibilità di 113’28”. E dire che i Lightning, con la lora impressionante velocità, sembrano aver messo in scacco gli avversari. Chicago, così, ribalta subito il vantaggio del fattore campo. Tampa Bay-Chicago 1-2 (1-0, 0-0, 0-2). Marcatori: p.t. 4’31” Killorn (T): t.t. 13’28” Teravainen (C), 15’26” Vermette (C). Serie: 0-1. Gara-2: domani a Tampa Bay (diretta Fox Sports 2, ore 2 italiane).
Epsom: oggi Oaks Domani Dettori favorito nel Derby ● Oggi a Epsom vigilia di Derby con le Oaks (ore 17.30, gruppo 1, metri 2400) che vedono al via 11 concorrenti. Ryan Moore salirà sulla sella della favorita (a 3/1) Legatissimo, con la quale ha vinto le 1000 Ghinee di Newmarket un mese fa. L’alternativa è Crystal Zvezda che cercherà di regalare a Michael Stoute il terzo successo nelle Oaks. Lanfranco Dettori farà coppia con Jazzi Top (14/1 la quota), mentre Andrea Atzeni salirà su Bellajeu (40/1). I nostri due fantini saranno protagonisti anche nel Derby di domani in cui sono stati dichiarati 12 partenti: Dettori monterà il favorito (6/4) Golden Horn, Atzeni Elm Park (7/1). ● DEMURO JR A NEW YORK Domani notte, nel convegno delle Belmont Stakes, ultima tappa della triplice Usa in cui American Pharoah cercherà di spezzare un digiuno che dura dal 1978 (Affirmed), ci sarà anche Cristian Demuro. Che monterà Magic Artist (secondo nel Repubblica) nel Manhattan Handicap (gruppo 1) in cui sarà al via anche l’italiano Biz the Nurse
Frankie Dettori, 44 anni REUTERS
Clemente Russo, a destra, e l’avversario odierno Roman Golovachshenko
Russo trova d’acchito l’ucraino Golovachshenko, 15 match da pro’ (13 vittorie, 1 una sconfitta e un no contest) e una mano da non sottovalutare (11 successi prima del limite), peraltro già battuto da Clemente a Roma a novembre: «Nel pugilato non esistono avversari semplici — ricorda il campione del mondo — ma io sono sicuramente più preparato di lui e con l’adrenalina giusta per regalare una grande serata a Milano». Nella cornice di Expo, di cui è anche testimonial, Clemente si sofferma piuttosto sul cervellotico regolamento dell’Apb: «Abbiamo combattuto nelle Wsb
BASEBALL ATLETICA
Gara-1 finale Nhl Chicago passa a Tampa Bay
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Rimini, Bologna e San Marino ok in Champions
Tommaso Cherubini, 24 CB-OLDMAN ● (m.c.) In Coppa Campioni, a Rotterdam il Rimini cala il tris con 9 punti nei primi 3 inning (6 al 2°, Bertagnon 3/5) contro i francesi. Vince San Marino su Solingen (Ger): Pizziconi vince il duello con l’ex riminese E.Marquez. Decisivi Ermini, Ramos e Chiarini (2 hit). La gara completa di Salomon Marinez consente a Bologna di vincere (16 hit, Vaglio 4/5). A Parigi: Puc Parigi-Solingen 4-17 (8°), Amsterdam-Brest Zubrs 8-0, San Marino-Solingen (4-0, v. Pizziconi 4bv, p. Marquez), Puc Parigi-Cnf UnipolSai Bologna 0-11 (7°, v. Marinez 3bv, p. Monbeig). Oggi: 12 SolingenBologna, 15 San Marino-Brest Zubrs, Amsterdam-Parigi. A Rotterdam: BrnoRotterdam 1-6, Senart-Rimini 2-11 (7°, v. Cherubini 2bv, p. Morel, s. Biondi), ElizavetgradBrno 6-11, HeidenheimRotterdam. Oggi: HeidenheimElizavetgrad, Rimini-Brno, Senart-Rotterdam. ● MISTERO GOURRIEL (r.r.) Yulieski Gourriel, il simbolo della nazionale cubana lascia la nazionale per gli Usa (80 milioni dai NY Yankees?): via da Cuba legalmente o in fuga?
● REGIONALS (si.g.) I Regionals Ncaa. A Jacksonville (East). Uomini. Sf 200: Dukes 20”14 (+1.4); Hester 20”21 (+0.8). Sf 400: Norwood 44”94. Q peso/disco: Ragonesi 17.06/54.36 (el). Donne. Sf 200: K. Jefferson 22”26 (+0.5); Bryant 22”45 (+1.5). Sf 800: 6. Mattagliano 2’07”00 (el, b. 2’06”00, pb). Sf 100 hs (+1.2): K. Harrison 12”62. Ad Austin (West). Uomini. Sf 100: Bromell 9”92 (+2.4). Sf 200: De Grasse (Can) 20”17 (+1.4); Bromell 20”18 (+1.2, b. 20”13/+1.6). Sf 110 hs (+0.9): McLeod (Giam) 13”22. Batt. 400 hs: Stigler 48”64. Q martello: Ferretti 65.39 (q). Donne. Sf 100: Todd 10”88 (+3.7); Prandini 11”11 (+1.8, b. 11”06/+3.6). Sf 200: K. Brown 22”50 (+0.6); Prandini 22”98 (+0.2). Q lungo: Prandini 6.52 (0.0)
BEACH VOLLEY ●
SABBIA CROATA (c.f.) A Parenzo, World Tour, le imbattute MenegattiOrsi Toth negli ottavi oggi alle 11 trovano Zumkehr/Heidrich (Svi). Uomini: Nicolai-Lupo cedono 2-1 a Grimalt-Grimalt (Cile), vincono 2-0 con Böckermann-Flüggen (Ger), Ranghieri-Carambula 2-0 gli inossidabili Emanuel-Ricardo (Bra, n° 2 del tabellone) e sono andati k.o. 2-0 con Doppler-Horst (Aut). Decisivi i match di oggi con Herrera-Gavira (Spa) e Sidorenko-Dyachenko (Kaz).
CANOA ● EUROPEI DISCESA (a.fr.) A Banja Luka (Bos), al via degli Europei di canoa discesa, azzurri sottotono. Oggi prove a squadre e classic race. Uomini. K1. Maccagnan 16° in 12’1”38, Scremin 17°, Urbani 19°, Mattiello 21°. C1. Dell’Agostino 10° in 13’6”.70 a 26”56 da Milihram, 12° Quintarelli, 16° Razzauti. Donne. K1. Rosa è 8ª in 12’57”18 a 17”87 da Overbeck, Grasso 14ª, non conclude la gara Bonaccorsi.
GHIACCIO ●
CIAO ANNA Lutto nel pattinaggio di figura: è morta Anna Grandolfi, 62 anni, presidente e anima della Sesto Ice Skate, società leader del panorama italiano con base al Palasesto di Sesto San Giovanni (Mi), che tanti atleti ha lanciato, Ondrej Hotarek su tutti. Lascia il marito Severino, i figli Rosy e Francesco e tutti i “suoi” ragazzi. I funerali domani alle 10, alla chiesa di Casorezzo (Mi), in piazza San Giorgio.
HOCKEY PRATO ●
PARI (g.l.g.) Dopo due sconfitte, le azzurre pareggiano a Roma 0-0 con l’Argentina.
sulle 5 riprese, poi con la nuova sigla siamo saliti a otto, addirittura se arriverò in finale dovrò sostenere 12 riprese, per poi tornare a tre all’Olimpiade. E’ come se Bolt si qualificasse nei 1500 e poi ai Giochi tornasse ai 10o. Ma sono soltanto sfumature tecniche: alla fine, vince sempre il più forte». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Programma (Alcatraz, ore 20.30). Massimi (91 kg), 8 t.: T. Pulev (Bul) c. Calic (Cro); Peralta (Arg) c. Graf (Ger); Bouloudinats (Alg) c. Pichuk (Kaz); RUSSO c. Golovachshenko (Ucr). Ultimo match in diretta su Deejay Tv dalle 23.
Dream of Desert (A. Fiori); 2 Punta di Diamante; 3 Ballando Al Buio; 4 Red Spirit; 5 Pretzhof; Tot.: 7,16; 2,69, 2,36, 5,04 (41,47). Quinté: 8.510,16. Quarté: 1.860,36. Tris: 338,21. ● OGGI QUINTÉ A FOGGIA A Castelluccio dei Sauri (inizio convegno alle 18.40) scegliamo Onorato Mark (8), Olvera (14), Phenomenal Stift (7), Orly (11), Occhiobaldo Ja (1) e Nalbandian Grey (12) . ● SI CORRE ANCHE Trotto: Milano (15.55), Padova (15.50) e Civitanova Marche (15.45). Galoppo: Roma (14.55).
NUOTO ●
MI.TO CON FEDE (al.f.) Fissate le date della nona edizione della Swimming Cup: il 16 giugno si gareggia all’Harbour Club di Milano, il giorno dopo a Torino. Già confermate le presenze di Federica Pellegrini, Magnini, Paltrinieri e Scozzoli. ● A SPOLETO (al.f.) Inizia oggi il meeting di Spoleto. Domani e domenica anche Dotto e Santucci.
PALLANUOTO ●
SETTEROSA Nella Cina Cup, a Kunshan, Australia-Italia 9-6. Oggi le azzurre riposano.
IPPICA ●
IERI 9-3-2-10-6 A Firenze (m 2000): 1
RUGBY ●
BOXE ● ADDIO BATTISTUTTA (i.m.) A Udine è morto a 77 anni Aldo Battistutta, campione italiano dei superwelter in due occasioni, nel 1967 protagonista di un match vittorioso nel sottoclou del primo BenevenutiGriffith al Madison Squadre Garden di New York. ● TRICOLORE MEDIOMASSIMI (r.g.) Al Disco Dinner di Cattolica (Rn) per la Opi2000 e Giorgio Campanella, si assegna il vacante Tricolore mediomassimi tra Stefano Abatangelo (18-4-1) e Orial Kolaj (14-5). Tra i due ci sono 10 cm a favore di Kolaj, che dovrà guardarsi dalla pressione di un rivale molto continuo. In programma, massimi leggeri: Larghetti (22-1) c. Novak (Ung, 6-3); D. Di Luisa (2) c. Cabor (Ung); supermedi: Podda (5) c. Sandor (Ung, 3-1). Domani, diff. dalle 22.30 su RaiSport2.
Antidoping: Rio 2016 chiede aiuto all’Fmsi La Federazione medico sportiva incassa un riconoscimento in materia di antidoping. Il Comitato dei Giochi di Rio 2016 ha infatti chiesto all’Italia e alla Fmsi di contribuire ai controlli della prossima Olimpiade mettendo a disposizione 10 suoi medici ispettori antidoping Dco. «La lettera ricevuta — dice il presidente Maurizio Casasco — è la dimostrazione dello straordi- nario lavoro che la Fmsi porta avanti da anni in formazione e di eccellenza nell’antidoping e riconosciuto all’estero. Scelta di grande prestigio dopo il successo del 2006».
SEVEN AZZURRO (ro.pa.) La Nazionale Seven esordisce domattina con la Russia padrona di casa nelle Grand Prix Series di Mosca, primo dei tre tornei estivi di qualificazione olimpica. Gli azzurri poi affronteranno Spagna e Germania. Il c.t Vilk ha 12 giocatori: Bellini, Mi. Bergamasco, Bortolussi, Buonodonno, Castle, De Gaspari, Di Giulio, Fadalti, Falsaperla, Odiete, Toniolatti, Varani.
Giovan Battista Fabbri
Franco Spaghi partecipa al dolore della famiglia nel ricordo di un amico, compagno di squadra, allenatore, esempio di professionalità, correttezza, amicizia, sincerità.- Ciao Lezzeron. - Milano, 3 giugno 2015. Andrea Buongiovanni e Fausto Narducci partecipano al dolore degli amici di Sesto Ice Skate per la scomparsa di
Anna Grandolfi
guida di pattinatori grandi e piccoli. - Milano, 4 giugno 2015.
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AltriMondi R
VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
ALLARME DELLA POLIZIA
IL FATTO DEL GIORNO SCANDALO MAZZETTE
se dell’associazione», in cambio di molte migliaia di euro. Straordinariamente pericoloso, secondo i Ros. Mirko Coratti, che Guerini voleva nominare vicesindaco (Marino disse di no), messo nei guai già a dicembre, ma adesso finito dentro, era presidente del consiglio comunale in quota Pd, avrebbe preso soldi in cambio di piaceri alle cooperative, c’è una telefonata in cui si sente Buzzi dire: «Me so’ comprato Coratti». «La mucca deve mangiare» per essere «munta», dice ancora Buzzi in una telefonata intercettata con Franco Figurelli della segreteria dello Coratti: è la metafora per spiegare il sistema delle tangenti. Si ricorda, poi, che la faccenda riguarda le cooperative?
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L’arresto da parte dei carabinieri del consigliere regionale Fi Luca Gramazio nell’inchiesta «Mafia Capitale»
La nuova retata di politici dimostra che la corruzione non ha più limiti? 1L’inchiesta Mafia Capitale porta ad altri 44 arresti
Tra questi consiglieri di destra e di sinistra: secondo la procura di Roma la “cupola “ lucrava sui migranti di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it
Nuova retata nell’ambito dell’inchiesta chiamata «Mafia Capitale» o «Mondo di Mezzo». Un’ordinanza di 428 pagine, 48 indagati, 44 arrestati, di cui 19 in carcere e 25 ai domiciliari, accuse di associazione di tipo mafioso, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni e trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante delle modalità mafiose.
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Che differenza c’è con la retata dell’altra volta? Non credo che ci sia una differenza. Anche se le notizie messe in circolazione nelle prime ore sono ancora abbastanza confuse, è chiaro che si tratta dello stesso sistema venuto fuori l’altra volta, è l’inchiesta che si sviluppa, si comprava gente che era inserita nella Pubblica amministrazione, o sapeva come arrivare a certi uffici chiave, e in cambio di questi preziosi passepartout si giravano mazzette o
addirittura stipendi. Nomi cognomi e accuse di alcuni degli arrestati chiariranno meglio di che si tratta. Luca Gramazio, figlio di Domenico Gramazio (a suo tempo figura di spicco dell’An romana), ex capogruppo Pdl al comune di Roma e poi alla regione Lazio: lo accusano di aver elaborato «le strategie di penetrazione nella Pubblica Amministrazione e di essere intervenuto direttamente e indirettamente nei diversi settori della pubblica amministrazione di interes-
NOTIZIE TASCABILI IL GIALLO DEL 19ENNE PADOVANO
Giovane morto in gita «Dna sotto le unghie e alcol nello stomaco» ● Non è detto che possa spiegare perché Domenico Maurantonio sia caduto dalla finestra di un hotel milanese il 10 maggio scorso, ma il Dna trovato sotto le sue unghie potrebbe offrire nuovi spunti alle indagini. Le tracce, pur scarse, verranno analizzate nei prossimi giorni. Non è la sola novità dagli accertamenti in corso: emerge infatti come il ragazzo avesse nello stomaco più alcol di quanto rilevato dagli esami del sangue e che avesse bevuto fino a poco prima della morte. Domenico non aveva invece assunto droghe. Le indagini proseguono, concentrandosi anche su alcuni lividi che il giovane
Domenico Maurantonio, morto a soli 19 anni ANSA aveva su un braccio. Il legale della famiglia, che intende ascoltare alcuni professori del liceo padovano di Domenico, si è detto sconcertato per la relazione di uno di loro, che parlava di un «buon esito» della visita della classe all’Expo. La frase è stata rimossa dal rapporto pubblicato online.
Sì, i disgraziati che finiscono in qualche campo... Le cooperative gareggiano per l’assegnazione di questi appalti, appalti che affidano la cura degli immigrati a cooperative specializzate. Salvatore Buzzi, col celebre Marco Carminati inventore della formula «Mondo di mezzo», dominava il settore di questi appalti, e in pratica li vinceva tutti. Tra gli arrestati di ieri c’è anche un signore che mercoledì aveva dato un’intervista al Fatto e aveva spiegato la cosa. Si chiama Mario Monge, piemontese, era il presidente della cooperativa Sol.co. «C’era un atteggiamento di sudditanza rispetto alle cooperative di Buzzi, eravamo costretti a orientarci su lotti differenti per non dar fastidio. Qualsiasi imprenditore cerca di non entrare in contrasto diretto con chi ha un fatturato più alto e più forza d’influenza. Buzzi era un soggetto pericoloso, mettermi contro di lui avrebbe significato non lavorare più. E io dovevo agire nell’interesse
«I CONSIGLIERI COMUNALI DEVONO STARE AGLI ORDINI... ABBIAMO GRANDE CREDIBILITÀ» MASSIMO BUZZI CAPO COOP 29 GIUGNO
«NON RISPETTI GLI ACCORDI? MA TU LO SAI CHI SONO IO? TI RICORDI DA DOVE VENGO?» MASSIMO CARMINATI BOSS DI MAFIA CAPITALE
delle cooperative associate alla Sol.co e delle persone che ne fanno parte». Monge, di cui non posso citare per intero l’intervista, a domanda precisa, risponde: «La 29 giugno era la cooperativa di riferimento di Legacoop», una specie di Moloch intoccabile.
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In questa nuova tornata ci sono più rossi o più neri? Non mi sono messo a contare, ma certo la pattuglia Pd è piuttosto numerosa. È finito dentro anche Daniele Ozzimo, democratico, ex assessore alla Casa, secondo il gip al servizio di Buzzi. È indagata anche tutta la sua segreteria politica. Il gip dice che ha ricevuto da Carminati una costante «erogazione di utilità a contenuto patrimoniale, comprendente anche un’assunzione». Dentro anche Scozzafava, Pierpaolo Pedetti, Mario Cola. Giordano Tredicine è invece un grossissimo personaggio di destra: lui e la sua famiglia controllano i camion bar sistemati al centro di Roma. Buzzi e Carminati ne parlano in un’altra intercettazione: «Giordano s’è sposato con noi e noi semo felici de stà con lui. È uno serio e poco chiacchierato nonostante faccia un milione di impicci». C’è un secondo mandato d’arresto anche per Luca Odevaine, che sta già in carcere, e trafficava con quelli della cooperativa Cara di Mineo. L’inchiesta ha da ieri una ramificazione siciliana.
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Conseguenze per il sindaco Marino? C’è tutta un’ondata di politici battuti alle ultime elezioni che ne chiedono le dimissioni con ritorno al voto. Giorgia Meloni, i grillini, Salvini. Ha risposto a tutti il presidente del Pd, Matteo Orfini, che ha convocato apposta un conferenza stampa: «Marino e Zingaretti sono stati un baluardo della legalità e quello che sta emergendo è dovuto anche alle loro denunce. Il sindaco di Roma non deve dimettersi ma andare avanti sulla linea di questi anni, come sta facendo Nicola Zingaretti».
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È vero? Questa storia della corruzione non finirà mai? Credo che Marino e Zingaretti non c’entrino col vecchio sistema, è anzi possibile che tutti gli attacchi subiti dal sindaco all’inizio del mandato siano dovuti proprio alla resistenza di fronte ad alcune pratiche. Quanto alla corruzione, non mi faccio troppe illusioni. Dove girano soldi pubblici, e dove la burocrazia impera, la corruzione c’è.
Sbarchi dalla Libia in Sicilia EPA
«Il traffico dei barconi controllato da terroristi»
T
orna il sospetto che dietro la tratta dei migranti si nascondano terroristi operanti in Libia. È quanto ha affermato, ieri, il capo della polizia Alessandro Pansa in una doppia audizione prima alla Camera e poi al Senato. «L’anno scorso e nei primi mesi di quest’anno non si avevano segnali, mentre negli ultimi tempi si hanno elementi di sospetto per ritenere che organizzazioni terroristiche operanti in Libia siano coinvolte nella gestione del traffico di migranti», ha detto Pansa alla prima Commissione della Camera sull’immigrazione. Il sospetto è che i terroristi sfruttino il traffico dei migranti per usare i proventi economici. Su questo il prefetto ha precisato: «Non abbiamo elementi per poter dire che i terroristi si imbarcano o sono mandati in Italia». LE STATISTICHE Il capo della polizia ha fornito anche dei dati sul fenomeno degli sbarchi. Nei primi cinque mesi di quest’anno i migranti sbarcati in Italia sono stati 41.703, a fronte dei 39.900 dello stesso periodo del 2014. Sempre nei primi 5 mesi del 2015, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha contato 1.654 dispersi o annegati tra i migranti che affrontano la traversata, che vede la Libia come base principale di partenza (80%). I richiedenti asilo sono stati 25.000, ma «molti non ne hanno diritto», ha concluso Pansa.
41,7
● Le migliaia di migranti sbarcati in Italia nei primi 5 mesi del 2015, precisamente 41.703. L’anno scorso nello stesso periodo furono 39.900
SCADENZA IL 30 GIUGNO
SCOPPIA LA POLEMICA
Atene e il debito: «Verso il saldo in unica tranche»
Filippina investita Libero il 19enne rom «Non era alla guida»
● Un giallo, quasi un thriller: il pagamento da 300 milioni della Grecia al Fmi è fatto di smentite, voci, minacce dietrofront. Alla fine, ieri si è trovato un accordo, almeno sulla formula: il governo di Tsipras accorperà i quattro pagamenti dovuti a giugno in un uno solo, che avrà scadenza il 30 giugno. Questo darà più tempo ad Atene e ai creditori per completare i negoziati. Un nuovo incontro a Bruxelles è previsto per oggi fra il premier greco Tsipras e alti funzionari europei. Le Borse, però, pagano il clima di incertezza. Milano chiude con un meno 1,15%, Atene -1,32%. In rosso anche Londra, Francoforte, Parigi e Madrid.
Firenze sarà tra le città più calde
AFA A MILANO E BOLZANO
Caldo record nel weekend: fino a 36° al Nord ● Caldo record e afa in tutta l’Italia nel weekend e fino a mercoledì. L’alta pressione, alimentata da aria calda dal Nord Africa, porterà il termometro a toccare i 36°. Tra le città più calde Bolzano, Aosta, Milano, Verona, Bologna, Firenze e Roma. L’area più interessata il Centro-Nord.
● È libero Samuel H., il rom 19enne arrestato per omicidio volontario in relazione all’incidente avvenuto a Roma il 27 maggio, in cui ha perso la vita la filippina Corazon Abordo e altre otto persone sono rimaste ferite. Il legale del ragazzo ha spiegato che il gip Pieratti «ha convalidato il fermo ma ha disposto la scarcerazione, ritenendo che non sussistano a carico gli elementi di colpevolezza». Decisivo il fatto che il giovane non fosse alla guida dell’auto e che abbia tentato di fermare il fratello. Il 19enne, che resta indagato, uscirà a breve dal carcere di Regina Coeli. Esplode la polemica. Il centrodestra grida: «Fatto assurdo e inaccettabile».
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VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Tragedia sul bus In luna di miele il farmacista morto negli Usa
PIÙ COLPITO IL NORD
due le vittime italiane: un 30enne vicentino appena sposato e un pensionato di Brescia
@danvaira
«L’
incidente è stato un episodio di enorme gravità». Le parole del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni definiscono la tragedia del pullman che mercoledì sulla Interstate 380 in Pennsylvania è stato travolto da un tir, facendo tre morti, (due connazionali e l’autista) e dodici feriti. Otto persone portate in ospedale sono state dimesse, mentre altre sette rimangono ricoverate (4 sono gravi). Una gita per visitare le cascate del Niagara si è trasformata in un incubo. Con un automezzo che senza controllo dopo essere stato toccato da un camion, è finito nella corsia opposta e ha centrato il pulmino con i turisti. Ieri è stato il giorno del dolore dei familiari e del riconoscimento delle vittime. Il guidatore è Alfredo Telemaco, 54 anni, italoamericano di New York. I due turisti deceduti sono, invece, Rino Guerra, pensionato 70enne di Desenzano
(Bs) in viaggio con la propria compagna Maria Calza (gravemente ferita) e Marco Fornasetti, farmacista vicentino di 30 anni, in luna di miele con la moglie, Elena. Si erano sposati sabato. E subito dopo erano partiti per gli Usa. Da New York i due sposini, mercoledì, avevano deciso di fare tappa alle cascate del Niagara. A dare la notizia alla famiglia è stata la stessa Elena, ferita alla testa e al bacino, ma non in pericolo di vita. «Marco non c’è più» le sue strazianti parole. «Il Signore doveva prendere me che sono anziana», la risposta della nonna di Marco, Iole, tra le lacrime disperate. «Un ragazzo fuori dal comune, bravissimo», è stato, invece, il ricordo commosso della titolare della farmacia dove il giovane lavorava, in centro a Vicenza. Anche la moglie svolge la stessa professione in un’altra farmacia. FATALITÀ Morire in viaggio di nozze: un destino crudele che ha dei precedenti e che ha accomunato diversi turisti italiani. L’8 agosto 2013 Vincenzo
NUOVA ALITALIA E RENZI ESULTA «DECOLLIAMO» A pochi mesi dall’entrata di Etihad, Alitalia cambia veste. La presentazione della nuova livrea ieri a Fiumicino, davanti al presidente Luca Cordero di Montezemolo, all’a.d. Silvano Cassano e a James Hogan, presidente di Etihad, che ha detto: «Siamo in ottima forma». Buon umore anche da Renzi (nella foto Ansa con i dipendenti): «Sembrava impossibile due anni fa, ma Alitalia torna in pista. E ora allacciatevi le cinture perché il Paese sta decollando». Intanto, la compagnia e i sindacati hanno raggiunto ieri l’accordo per l’assunzione definitiva di 310 dipendenti .
SI VALUTA LA COSTITUZIONALITÀ
Lo smog killer causa 34 mila decessi l’anno
1Nello schianto del pullman in Pennsylvania Daniele Vaira
Sopra la scena dell’incidente in Pennsylvania: un tir ha travolto il pullman con i turisti italiani. Sotto l’annuncio del matrimonio di Marco Fornasetti, morto in luna di miele ANSA-AP
Maiello, napoletano di 30 anni, in luna di miele in Messico, morì in un incidente stradale che coinvolse il taxi su cui viaggiava (insieme alla moglie e ad altri due amici) e un’auto sulla strada che porta da Playa del Carmen a Puerto Aventuras. Stesso destino per Alice Gruppioni, pochi giorni prima, il 3 agosto: la 32enne fu travolta e uccisa da un’auto a Venice Beach, a Los Angeles. La giovane, originaria di Pianoro (Bo) e in America con il marito venne investita, insieme a una decina di persone, da un’auto impazzita sulla passerella. © RIPRODUZIONE RISERVATA
● Di smog si muore, soprattutto al Nord. Non è l’antico slogan degli ambientalisti, è il dato concreto del progetto Ccm Viias, finanziato dal Centro Controllo Malattie del Ministero della Salute. L’inquinamento atmosferico causa ogni anno in Italia circa 34 mila decessi, solo considerando il particolato fine: una cifra che rappresenta, incidenti esclusi, il 7% di tutte le morti. Il particolato fine è prodotto da tutti i tipi di combustione (motori di auto, soprattutto diesel e motoveicoli, riscaldamento domestico, impianti industriali), è caratterizzato da lunghi tempi di permanenza in atmosfera e penetra più in profondità nel sistema respiratorio. Anche la combustione di biomasse per riscaldamento - come legno e pellet - è responsabile della maggiore incidenza di morti e malattie per lo smog. In media, il particolato accorcia la vita di ciascun italiano di 10 mesi: 14 per chi vive al Nord, 6,6 per chi abita al Centro e 5,7 al Sud e Isole. In generale, il 29% della popolazione italiana vive in luoghi dove la concentrazione degli inquinanti è costantemente oltre la soglia di legge. Se invece i limiti venissero rispettati, in tutto il Paese si potrebbero salvare 11 mila vite all’anno. E garantire un risparmio alla salute pubblica: 10 mila vittime evitate all’anno, infatti, corrispondono a circa 30 miliardi di euro. Del resto, è anche una lotta contro il tempo, inteso come meteo: lo studio mostra come la riduzione significativa delle emissioni avvenuta negli ultimi anni, anche per la crisi, non significhi abbassamento delle esposizioni, soprattutto in aree (come la Pianura Padana) caratterizzate da condizioni fisiche e meteorologiche sfavorevoli.
Un corteo della Cgil per il rinnovo dei contratti Pa
Allarme sui conti «Sbloccare i contratti statali costa 35 miliardi» 1L’Avvocatura manda una memoria alla Consulta che deciderà il 23 «Considerare l’impatto economico»
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eri lo sblocco delle pensioni, domani l’adeguamento dei contratti per la pubblica amministrazione. La Corte Costituzionale potrebbe sganciare prestissimo un’altra bomba atomica sui conti pubblici e ad avvisare del pericolo è stata l’Avvocatura dello Stato: secondo una memoria anticipata dall’Ansa, «l’onere della contrattazione di livello nazionale» per il periodo 2010-2015 costerebbe almeno 35 miliardi, con «effetto strutturale di circa 13» annui dal 2016. Una voragine. Si prende in esame tutto il personale pubblico e la situazione è delicata anche per gli stessi lavoratori visto che i contratti in questione sono bloccati dal 2010: l’adeguamento sarebbe dovuto ripartire nel 2017, ma sul costo dell’operazione continua a esserci parecchia incertezza. Il congelamento scattato cinque anni è costato già oltre 600 euro, ma l’ultima rilevazione dell’Istat in materia risale al 2013: il conto rischia quindi di essere ancora più salato, considerando l’alleggerimento della busta paga, il congelamento dei rinnovi, lo stop agli scatti di anzianità, il freno al turnover. PAURA DEI NUMERI La partita ora si sposta alla Corte Costituzionale: il giorno da segnare sul calendario è il 23 giugno è in calendario un’udienza che valuterà la questione di legittimità costituzionale sul blocco della contrattazione nel pubblico impiego. Peserà anche il rilievo dell’Avvocatura dello Stato, che in merito al macigno sui conti ha ricordato a tutti che ormai il pareggio di bilancio è in Costituzione: «Di tali effetti non si può non tenere conto a seguito della riforma costituzionale, secondo la quale lo Stato assicura l’equilibrio fra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico». Una memoria con un simile allarme non poteva che andare di traverso ai sindacati, convinti che si gonfino i numeri per mettere pressione alla Corte: «Basta con i numeri al lotto e con gli alibi per il governo: i contratti dei dipendenti pubblici possono essere sbloccati», è stato il commento della Cgil sulle cifre dell’Avvocatura. al.mo.
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VENERDĂŒ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
I 50 anni di Satisfaction Il sogno che cambiò il rock
1Compie mezzo secolo la canzone simbolo dei Rolling Stones
nata nel sonno come un’illustre coetanea: Yesterday dei Beatles
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ormiamo per circa un terzo della nostra vita ma non sempre è tempo sprecato: ad occhi chiusi si può segnare la storia della musica. L’esempio migliore? (I cant’ get no) Satisfaction dei Rolling Stones, pubblicata il 6 giugno 1965. Cinquant’anni fa. Il pezzo — cosÏ scorretto che le radio, all’inizio, non lo vogliono trasmettere — sgorga dalla fantasia lisergica di Keith Richards, chitarrista degli Stones, mentre riposa in un hotel in Florida (o a Londra, in un’epoca in cui non avevo una ragazza fissa e forse questo spiega l’umore della canzona, dirà lui). Richards si sveglia e incide ciò che ricorda, no-
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RIl critico: ÂŤPezzo
eterno perchÊ racconta la rabbia e l’insoddisfazione di un’epoca I Rolling Stones: da sinistra Charlie Watts, 74 anni, Ronnie Wood, 68, Keith Richards, 71 e Mick Jagger, 71 EPA
UOVA Ed è lo stesso tempo in cui Paul McCartney si alza un mattino con in testa la melodia di Yesterday, pur con il dubbio di averla già sentita. Il testo, all’inizio, è uno scherzo (scram-
Una nuova vita per Sister Act: si farà il remake firmato Disney � A furia di scavare negli archivi a caccia di film da rifare o di saghe da prolungare, a Hollywood si sono ricordati anche di Sister Act, la commedia del 1992 con Whoopi Goldberg suora per forza e cantante per passione, sullo schermo accanto a Maggie Smith ed Harvey Keitel. Un film che ha incassato 231 milioni di dollari nel mondo e vent’anni fa, alla sua prima apparizione alla tv italiana, radunò 11,5 milioni di spettatori. Senza contare un sequel (del 1993, al box office Usa 57 milioni) e un musical con versione tedesca, inglese e
italiana, fra 2011 e 2012. La Disney sta progettando il remake, che sarà scritto da Kirsten Smith e Karen McCullah, specialiste della commedia rosa (hanno firmato tra l’altro 10 cose che odio di te, con Heath Ledger e La rivincita delle bionde, con Reese Witherspoon). Non è ancora chiaro invece chi interpreterà Deloris Van Cartier, ovvero la protagonista in fuga da alcuni criminali e costretta a rifugiarsi in convento, nÊ se nel cast ci sarà spazio per la Goldberg, che compirà 60 anni in novembre.
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO
21/5 - 21/6 GEMELLI
22/6 - 22/7 CANCRO
23/7 - 23/8 LEONE
24/8 - 22/9 VERGINE
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Luna ok per studiare, viaggiare, gestire “prâ€? con persone e strutture lontane. La vostra modalitĂ rottweiler è sull’off, voi siete i soliti suini di chiara fama...
La Luna alimenta paranoie. Servono calma e ottimismo. Tanti. Per non attirare Lady Sfiga. Però sapete spendere, guadagnare e fornicare bene.
Luna opposta, zebedei girevoli, tensioni nell’aria. Siate furbi, gentili, lucidi: eviterete di venire spediti da qualcuno nel famoso paese in provincia di Glutei.
Giornata ok per lavorare, pianificare, dedicarvi allo shopping estivo. Ok anche i trattamenti di benessere e la libera espressione del sudombelico.
La Luna è prodiga e vi dona creatività spiccatissima, sollievi economici, soddisfazioni XXL nel lavoro. Ci sono però solitudini suine, da colmare. Appena possibile.
23/9 - 22/10 BILANCIA
23/10 - 22/11 SCORPIONE
23/11 - 21/12 SAGITTARIO
22/12 - 20/1 CAPRICORNO
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Il suocero scorbutico dello Yeti che dimora in voi, oggi, emerge. Nel lavoro, nello sport, in amore. don’t romp, don’t arrabb, fornicate, chÊ vi fa bene.
La Luna rasserena, vi fa viaggiare e socializzare con allegria. Potete anche chiedere tanto al vostro fisico, in grado di reiterazioni suine superbe.
Venere accresce il vostro fascino, ma Marte vi fa mantecar gli zebedei all’universomondo: non commettete azzardi, fornicate con educazione.
La Luna fa esplodere la vostra creatività , l’amor vi rigenera, il lavoro accresce la vostra autostima. E il sudombelico spicca per estro: siete grandi.
bled eggs/oh, you’ve got such lovely legs, Uova strapazzate/ che belle gambe che avete), ma in Portogallo nasceranno i versi di un pezzo, registrato il 14 giugno 1965, che a sua volta cavalca glorioso il suo mezzo secolo. Satisfaction è immortale per il riff e per il testo — commenta il critico Massimo Cotto —. Un inno all’impossibilità di sentirsi appagati, con il marchio del rock e degli Stones: irrequietezza, ribellione, desiderio sessuale. Come Yesterday, che è melodia pura e fotografa bene la musica di McCartney. Ma è possibile che il sonno suggerisca grandi hit? Per scrivere bene bisogna dimenticare tutto ciò che si sa. Come quando dormiamo. Chissà quanti successi ci siamo persi, russando....
Meglio non dare per certe le promesse e le news che arrivano oggi. E state su: Marte vi saggia, v’assaggia e voi vi fate mangiare suinamente.
I ritmi accelerano, ma successi e risposte positive arrivano, grazie anche agli amici, agli sponsor, allo staff. Ma la fornicazione latita. O è una ciofeca.
n principio furono i preordini in 9 Paesi dal 10 aprile, poi le vendite dal 24 aprile con ritardi sparsi nelle consegne e ora il debutto in altri 7 Paesi, tra cui l’Italia, dal 26 giugno. Arriva anche da noi l’attesissimo Apple Watch a due mesi dal debutto sul sito della Mela, negli Apple Store sparsi per il Paese e in alcuni rivenditori autorizzati, anche specializzati nel lusso, come 10 Corso Como a Milano. Eccola, allora, la grande novità rispetto al lancio nei primi Paesi (Australia, Canada, Cina, Francia, Germania, Hong Kong, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti): non sarà piÚ obbligatorio prenotarlo online e riceverlo a casa, ma si potrà comprare anche direttamente
in loco. E per chi volesse comprarlo in prima persona, magari dopo averlo provato per qualche minuto, sarà disponibile il servizio di setup per personalizzare l’orologio e associarlo con l’iPhone. SORPRESA Oltre all’Italia, arriva anche in Messico, Singapore, Corea del Sud, Spagna, Svizzera e Taiwan, coi soliti prezzi: da 399 a 1.249 euro. Con l’annuncio, quindi, si chiude una lunga attesa, causata anche da un numero di richieste enorme: La risposta degli utenti ha superato le nostre aspettative e siamo lieti di poterlo offrire ad un numero maggiore di clienti, ha detto Jeff Williams, Senior Vice President Operations di Apple.
UN SELFIE CON IL PIRATA DEPP Stress o trucco? Non appare del tutto a suo agio Johnny Depp sul set di Pirati dei Caraibi 5 mentre si sottopone al rito del selfie con una fan. Il film è in lavorazione nella Raby Bay di Cleveland, in Australia e uscirà nel luglio 2017 EPA
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I CONSIGLI
21/3 - 20/4 ARIETE La vostra autonomia è a rischio. Non inserite il lagnoso automatico, non sclerate, siate furbi. L’amor conforta, il sex es muy fulgido.
Tim Cook al lancio dell’Apple Watch
Apple Watch arriva in Italia il 26 giugno Ăˆ online e negli store
Francesco Rizzo
te e parole, ma poi dimentica acceso il registratore, che immortalerà anche il suo russare. La band inglese non pensa possa essere un successo e invece il brano diventa il loro primo singolo numero 1 negli Usa, rifatto (pure da Aretha Franklin) e citato (nella scena dello sci d’acqua in Apocalypse Now). Il prossimo 10 luglio torna in vinile. Ha reso gli Stones in un gruppo mostruoso — racconterà Mick Jagger —. Catturava lo spirito del tempo. Gli Anni 60, già . Anche se da noi, nel 1965, spopolava Non sono degno di te.
L’OROLOGIO DELLA MELA SBARCA IN ALTRI 7 PAESI
IL TALK SHOW ÂŤGAZEBOÂť
CON UN TWEET SI PUĂ’ RIDERE DELLA POLITICA Dal Teatro delle Vittorie a Roma, mini inchieste con telecamera portatile, ironie sulla politica e sul suo versante social, vignette e musica: è il menĂš di ÂŤGazeboÂť, che torna in prima serata su Rai 3 con la matita di Makkox, il surreale inviato-taxista (Mirko Matteucci, in arte Missouri 4) e la band che suona “liveâ€?. Conduce Diego “Zoroâ€? Bianchi, il blogger romano che ha lanciato il programma nel marzo del 2013. DA VEDERE STASERA SU RAI TRE ALLE 21.05
LO SPORT IN TV
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VENERDÌ 5 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
GAZZA GOLOSA
1 Fa che il cibo sia la tua medicina e e che la medicina sia il tuo cibo.
Paesaggi, buon cibo e ambiente amichevole punti forti di «Festa a Vico» inventata da Gennaro Esposito (a sinistra)
Vico, storia di una festa che raduna 300 cuochi 1Inventata da
Gennaro Esposito 11 anni fa attira 20 mila appassionati. Il via domenica sera
Lydia Capasso
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ico Equense è una pittoresca località balneare alle porte della Penisola Sorrentina. Ha solo 20 mila abitanti ma da 11 anni, agli inizi di giugno, diventa una meta di pellegrinaggio per chi ama l’alta cucina e la gastronomia. È dal 2004 che Gennaro Esposito, chef e patron della Torre del Saracino, ristorante con due stelle Michelin, organizza una grande festa in cui per tre giorni invita i suoi amici cuochi, pizzaioli e pasticceri a cucinare: quest’anno saranno in 300 circa ad alternarsi ai fornelli della «Festa a Vico». LE ORIGINI «Nell’ottobre 2004 — racconta Gennaro — ebbi l’idea di organizzare una festa per i Jeunes Restaurateurs d’Europe ed invitai alcuni amici come Oliver Glowig e Andrea Berton a cucinare con me. Da allora molte cose sono cambiate: la data è stata anticipata a giugno e a cucinare non sono più una decina di chef amici, ma diverse centinaia. Oggi c’è bisogno di una macchina ben oliata per coordinare tutti e ac-
cogliere gli appassionati che ogni anno vengono a farci visita e a mangiare con noi». Esposito per questa edizione di «Festa a Vico» si aspetta 20 mila persone. In pratica un altro paese... IL TEMA Ogni anno un filo conduttore unisce tutti i piatti presentati. Un tema che Gennaro ama scegliere con cura. Questa volta i cuochi dovranno interpretare «Il ritorno alle mani amiche». E cioè ispirarsi ai gesti e agli stati d’animo che si nascondono dietro ogni preparazione. «Non offriremo un tributo all’edonismo gastronomico imperante — si legge nel sito —. Diremo molto più concretamente e semplicemente che nei piatti ci sono pezzi di storie di vita, che parlano il linguaggio del quotidiano». Sarà divertente scoprire come gli chef metteranno in pratica questa suggestione. RASSEGNA BENEFICA Sin dalle prime edizioni Gennaro e Vittoria Aiello, l’altra anima della «Festa a Vico», hanno pensato di devolvere in beneficenza il ricavato della manifestazione: per prendere parte alle serate occorre effettuare le donazioni direttamente alle onlus coinvolte attraverso bonifico bancario o in loco presso i loro chioschi. Tra i beneficiari storici c’è l’Associazione S.O.S. Sostenitori Ospedale Santobono Onlus che ha raccolto in cinque anni oltre € 270.000, che raddoppiano grazie alle altre
Pagina a cura di Pier Bergonzi e Daniele Miccione
Ippocrate (padre della medicina, 460-377 a.c.)
SOSTIENE LO CHEF di PIETRO PARISI
iniziative partite dalla «Festa». L’ospedale pediatrico il più grande del Sud Italia con i soldi raccolti ha acquistato una Syncope Unit e un ecografo. IL PROGRAMMA Si parte domenica alle 20 con un gruppo di 130 emergenti impegnato a cucinare nelle vie del centro di Vico. Non nei ristoranti ma nei negozi: dal giornalaio o dal fioraio si potranno assaggiare la crema di riso allo zafferano di Andrea Alfieri o la tartelletta con frolla al farro di Carmen Vecchione. Lunedì già tutto esaurito per la supercena di beneficenza a Castello Giusso, dove 200 fortunati assaggeranno i classici di 20 grandi tra cui Niko Romito, Antonino Cannavacciuolo, Mauro Uliassi e Massimo Bottura. Martedì il clou con «La notte delle stelle» sul Lungomare di Marina d’Equa e nel complesso delle Axidie: si esibiranno 100 chef stellati, i migliori pizzaioli d’Italia e le eccellenze del nostro street food. Con il mare davanti ed il Vesuvio sullo sfondo: offerta minima di 100 € per gustare i piatti di Raffaele Vitale, di Cristina Bowerman, di Pasquale Torrente e di tanti altri. A conclusione la «Dessert Storm»: dolci a profusione preparati da oltre 20 chef pasticcieri tra i migliori in Italia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
SORSEGGIANDO di LUCA GARDINI
LA SALSA PER I FRITTI SI FA CON I GELSI NERI
NOVASERRA, IL GRECO DI MASTROBERARDINO
Pietro Parisi si definisce cuoco contadino. Giustamente visto che lavora in sintonia con i piccoli produttori del territorio e pensa piatti a scarto zero. La cucina che propone a Era Ora, ristorante di Palma Campania (Napoli), è tradizionale e contemporanea allo stesso tempo.
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l gelso nero del Vesuvio è un prodotto antico e radicato nel mio territorio. Nella tradizione contadina era l’albero dove si cercava un po’ di ombra durante le pause estive del lavoro. Il venditore raccoglieva «‘e cèveze» al mattino presto e le portava al mercato in ceste foderate di foglie. E’ dolce, ricco di antiossidanti, ha tanta vitamina C, depura il nostro organismo. Matura in questo periodo, tra giugno e luglio. Purtroppo è un frutto faticoso da raccogliere, delicato, che macchia mani e vestiti e che ha poco mercato perché i consumatori non sono più abituati a mangiarlo. Così i contadini stanno abbandonando gli alberi. Per questo Slow Food ha cercato di incentivarne la coltivazione con delle iniziative. Io «contribuisco» comprando 20-25 quintali di gelsi ogni anno che uso al ristorante e nella produzione di confetture fatte con pochissimo zucchero (il 20%): basta la dolcezza naturale del frutto.
e vitigni autoctoni come l’Aglianico, il Fiano e il Greco di Tufo si sono difesi dalle mode e stanno attraversando un buon momento il merito è anche di cantine come Mastroberardino, che dal 1878 fa dei vini di qualità la propria missione. La tradizione di famiglia è ora nelle mani e nella capacità imprenditoriale di Piero Mastroberardino. L’azienda Irpina nota per lo spettacolare Radici, icona del Taurasi, produce anche ottimi bianchi. In questa occasione vogliamo parlarvi del Novaserra, un Greco di Tufo in purezza di colore giallo luminoso con profumi di agrumi gialli ed erbe aromatiche con una freschissima chiusura. Al gusto è rotondo ed elegante con ricche note sapide e minerali. Finale lungo e mentolato. NOVASERRA, Greco di Tufo di MASTROBERARDINO, Atripalda (Avellino). UVE: Greco di Tufo in purezza. PREZZO: circa 15 euro. IL VOTO
91/100 RAPPORTO QUALITÀ PREZZO VANTAGGIOSO ★★★★★ SI ABBINA CON FRITTO DI CALAMARETTI DEGUSTARE ASCOLTANDO PINO DANIELE «TERRA MIA»
Il consiglio
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ella tradizione campana il gelso del Vesuvio era un frutto che faceva pure da dessert, servito con un po’ di zucchero sopra oppure accostato alla ricotta fresca. Se non è dolcissimo però va bene anche per fare delle insalate originali: per esempio gelsi, mela verde e lattuga croccante (tipo l’iceberg) oppure gelsi, cubetti di cocomero e prosciutto cotto. Nel mio ristorante lo uso per fare una salsa agrodolce: faccio bollire un litro di aceto con 1,3 chili di zucchero per 16 minuti, poi aggiungo i gelsi e lascio raffreddare. Grazie all’aceto questa salsa si può conservare tranquillamente in barattolo e usare all’occorrenza per accompagnare le fritture di pesce. A fine pasto invece i gelsi si possono abbinare al gelato alla vaniglia. Bisogna schiacciarli e usare il succo che si recupera sopra il gelato.
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L’OLIO
Fonte di Foiano 1979 perfetto col carpaccio
FONTE DI FOIANO 1979 A LIVORNO DA OIL BAR CAFFÈ DEL MERCATO 500 ML. 19 EURO
● Fonte di Foiano nasce a Bolgheri, in Toscana, grazie a Michele e Marina che hanno appena passato il testimone ai figli Paolo e Simone. Cinque oli prodotti, tutti ottimi. Ci soffermiamo sul «1979» (Frantoio e Moraiolo) che ricorda la nascita dell’azienda. Sentori freschi ed avvolgenti con erba, mandorla e carciofo. In bocca amaro e piccante si fondono con intensità. Gustiamolo con un carpaccio di carne rossa. Marino Giorgetti ● www.fontedifoiano.it
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