Il Corriere del Sud n°08/2013

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La legge di stabilità è gravemente insufficiente. Intanto le aziende sono in difficoltà

Storia di una finanziaria bocciata da tutti I sindacati incontreranno il Governo per valutare iniziative a sostegno

Giorgio Lambrinopulos

La legge di stabilità deve avere misure più consistenti per la ripresa’’. Lo affermano in una nota Abi, Alleanza delle Cooperative, Ania, Confindustria, Rete Imprese Italia rilevando che ‘’manca una rapida e decisa azione di tagli alla spesa pubblica’’; chiedono ‘’una riduzione più incisiva del cuneo fiscale e costo del lavoro’’. Non serve coraggio se “poco responsabile”, dice il Capo dello Stato Giorgio Napolitano sulla Legge di Stabilità. L’atteggiamento critico sia “sostenibilmente propositivo e consapevole di vincoli e condizionamenti oggettivi che non si possono aggirare”, altrimenti “non sarebbe una prova di coraggio ma una prova di incoscienza”, avverte. Sulla parola coraggio “bisogna intendersi”, dice il presidente della Repubblica, rispondendo in una video intervista, nel corso del convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria, alla domanda se questo governo Letta-Alfano ha il coraggio necessario per affrontare una situazione così impegnativa o piuttosto, come sostenuto da qualcuno a proposito della legge di stabilità, soffre una mancanza di coraggio. Napolitano distingue “perché esiste anche la categoria del coraggio facile” che è quello “del dire bisogna fare di più, non bisogna temere di fare di più. Tutto questo però è molto retorico e bisogna stare attenti ad evitare che coraggio troppo facile non significhi poi coraggio poco responsabile. Ho usato un’espressione, ri-

Letta, Alfano e Saccomanni

volgendomi qualche giorno fa ai Cavalieri del lavoro, ho detto dinanzi alla legge di stabilità occorre un atteggiamento critico quanto si voglia ma che sia sostenibilmente propositivo e consapevole di vincoli e condizionamenti oggettivi che non si possono aggirare. Perché quella non sarebbe una prova di coraggio ma - afferma Napolitano - una prova di incoscienza”. “La questione non è tanto di vedere quanto si sia stanziato o se si dovesse o potesse stanziare di più” dice il Capo dello Stato delle misure per ridurre il prelievo fiscale su imprese e lavoro. “Il problema è di vedere nell’insieme su quali risorse possiamo contare seriamente senza inventarci delle coperture fasulle”. La manovra finanziaria ‘’penso sia gravemente insufficiente rispetto al bisogno di quei 10 milioni di italiani che hanno problemi

di lavoro gravi e delle centinaia di migliaia di aziende che hanno difficoltà e del Paese che fa fatica a rimettersi in moto’’. Così l’ex ministro, Corrado Passera, a margine del forum della Coldiretti. “Io continuo a ritenere che il partito e i gruppi parlamentari debbano essere messi a conoscenza e debbano poter discutere un provvedimento che contraddice tutti gli impegni e le promesse fatte ai nostri elettori”. Lo afferma Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti si incontreranno lunedì 21 ottobre per fare il punto sulla ddl di stabilità e per valutare iniziative a sostegno delle richieste di modifica del provvedimento in Parlamento. L’andamento dello spread è la dimostrazione, dice il premier da Washington dove ha incontrato Obama, che la Legge di Stabilità va nella direzione ‘’giusta’’. Rassicurazioni che arrivano a sera al termine di una giornata durante la quale è cresciuto il pressing dei partiti e degli stessi ministri per un taglio più significativo della pressione fiscale. Secondo un calcolo della Uil infatti solo un lavoratore su cinque arriverebbe a vedere il prossimo anno in busta paga il massimo dei vantaggi con un incremento di 168 euro. D’altro canto, spiega il tito-

lare del Tesoro alla stampa estera, si potrebbe fare di più solo grazie a un’operazione di spending review accettata e collaudata. Parole che se unite al monito di Bruxelles, che fa sapere di avere intenzione di valutare ‘’la ‘’credibilità del gettito’’ della manovra chiariscono come i margini di modifica in Parlamento non siano così ampi nei fatti. E questo nonostante sia stato lo stesso presidente del Consiglio a promettere alle Camere, e quindi ai partiti, di poter mettere mano alla stessa architettura del provvedimento. Una promessa che viene rinnovata anche dai mini-

stri, che a neanche 48 ore dall’approvazione in Consiglio dei ministri, si uniscono alla schiera dei critici. Il malumore più significativo è quello del viceministro all’Economia Stefano Fassina, che in queste ore starebbe continuando a valutare l’ipotesi di dimissioni. Una scelta che ha, spiega però il segretario Guglielmo Epifani, a che fare con il metodo: ‘’Credo lamenti - dice il leader Dem - un difetto di collegialità. E credo abbia regione’’. Sul fronte dei contenuti sono invece due i ministri che mettono in evidenza le mancanze della manovra Letta: ‘’La

bacchetta magica non esiste ma per dimezzare i poveri - fa i conti il titolare del Welfare Enrico Giovannini - ci vorrebbero 1,5 miliardi e queste risorse non sono state trovate nella Legge di stabilità. Io continuerò a spingere il Parlamento a riflettere su questo’’. Ancora più esplicito il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato: ‘’Complessivamente - osserva - è una legge che coglie tutti gli aspetti ma non ha i numeri che piacerebbero anche a me’’. L’esponente Dem pensa in particolare al taglio del cuneo, che avrebbe voluto più consistente. Interventi più significativi sul fronte delle tasse è anche quello che chiedono tutti i partiti: i più critici restano i ‘lealisti’ del Pdl, anche per ragioni di equilibri interni (‘’Se questa legge non sarà modificata nella sostanza - afferma Sandro Bondi avrei difficoltà a votarla’’; ‘’Il giudizio sulla legge di stabilità si aggrava di ora in ora’’, aggiunge Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera e Coordinatore dei dipartimenti Pdl). Ma la legge di Stabilita’ diventa occasione di scontro pure dentro Scelta civica: Mario Monti, che ieri aveva criticato la manovra con toni duri, dopo aver incassato l’altolà da 11 senatori si dimette dal partito. ‘’Undici contro di me - scrive in una nota - sono sfiducia’’.

Cattolici, Concilio Vaticano II e ideologie

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ualche giorno fa, papa Francesco, durante la consueta omelia a Santa Marta ha richiamato noi cristiani a non cadere in un errore cruciale, che poi è quello che caratterizza maggiormente la modernità: il divenire schiavi di un’ideologia, qualunque essa sia, ossia di una lettura precostituita del reale, al quale applichiamo forzatamente i nostri schemi, piuttosto che lasciarci guidare docilmente dallo Spirito, attraverso la Chiesa di Roma. Ascoltiamolo: «Se un cristiano diventa disce-

polo dell’ideologia, ha perso la fede: non è più discepolo di Gesù, è discepolo di questo atteggiamento di pensiero». Parole che devono farci riflettere; molti, infatti, nell’ora presente, pensano, illuministicamente, di avere in mano, anzi in testa (!), la soluzione dei problemi del mondo e della Chiesa. Pertanto, “pretendono”che il Santo Padre li ascolti, altrimenti tanto peggio per lui! A nessun attento osservatore sfugge che si sta creando, ormai almeno dai tempi del Concilio, un clima da sta-

dio, un clima fazioso che ricorda molto da vicino quello vissuto e stigmatizzato da San Paolo e da lui descritto nella prima lettera ai Corinzi, (1 Cor, 1,11-12, 19,20): «Mi è stato segnalato, infatti, a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi. [12]Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!». (…) Poco più in là,addirittura, rincara la dose: «Sta scritto infatti:Distruggerò la sa-


Cultura

2 Cattolici, Concilio ... Continua dalla prima pienza dei sapienti e annullerò l’intelligenza degli intelligenti. Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dove mai il sottile ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo?» Parafrasando san Paolo, potremmo dire che dalla fine del Vaticano II a oggi, vi sono stati e vi sono tuttora, tanti “sottili ragionatori di questo mondo” che si sono auto incaricati di “insegnare” ai vari papi che si sono succeduti, come dovevano fare i papi! Sua Santità Francesco, ha ricordato loro che chi si comporta così “ha perso la fede”; in fondo ciò è in perfetta continuità con quanto, aveva affermato il suo predecessore al momento in cui comunicava al mondo la sua intenzione di dimettersi: «Mi sostiene e mi illumina la certezza che la Chiesa è di Cristo, il Quale non le farà mai mancare la sua guida e la sua cura».Evidentemente, molti hanno perso questa “certezza”. L’attuale momento di confusione è stato ben tratteggiato, a mio avviso, da Riccardo Cascioli in uno splendido editoriale sulla Nuova Bussola: «Come cattolici seguiamo il Papa, non questo o quel Papa, per poi rimanere in standby o mugugnare se a essere eletto è quello dell’altra fazione. Siamo noi, insieme al Papa, a doverci convertire a Cristo e non il Papa a doversi convertire al nostro sentire.». Come dicevo all’inizio, questa non è una storia dei nostri giorni, ma risale ai tempi del concilio. Negli anni immediatamente seguenti il Concilio ci si divise in tre fazioni. Da una parte c’era chi considerava il Vaticano II come l’atto di nascita della nuova Chiesa, in totale rottura col passato, in Italia, a es, la cosiddetta officina bolognese, guidata dallo storico Giuseppe Alberigo (1926—2007). Poi c’era chi, - più correttamente, secondo le indicazioni di Benedetto XVI- lo considerava il ventunesimo concilio della Chiesa Cattolica, dunque, come una naturale tappa evolutiva per la com-

prensione della fede da parte della Chiesa, e infine chi lo considerava un Concilio di “rottura” con la bi millenaria Tradizione della Chiesa. La diatriba tra le ali estreme è stata dura, aspra, con reciproche accuse, tanto da indurre papa Benedetto XVI, a intervenire con la sua eloquente parola, per dirimere la questione. Lo fece durante lo splendido discorso tenuto alla curia romana il 22 dicembre 2005; in esso, ha ricordato l’esistenza di due ermeneutiche nella lettura del Vaticano II: «L’ermeneutica della discontinuità e della rottura”, che non di rado si è potuta avvalere della simpatia dei mass—media e anche di una parte della teologia moderna, da lui giudicata fuorviante e “l’ermeneutica della riforma”, del rinnovamento nella continuità dell’unico soggetto— Chiesa, che il Signore ci ha donato», considerata quella corretta. Questo modo di affrontare il tema, secondo Don Pietro Cantoni, -docente di filosofia e teologia presso lo Studio Teologico Interdiocesano di Camaiore costituisce una novità, ascoltiamolo: «Il discorso del Papa sostituisce alla consueta lettura in ottica “ternaria”-progressisti, conservatori e moderati, di sapore sociologicouna lettura”binaria”di carattere squisitamente teologico e quindi ben più radicale e profonda: discontinuità o continuità, rottura o riforma. I teologi si sono sentiti direttamente chiamati in causa e come costretti a scoprire le carte». Il dibattito, infatti, non si è fermato e continua ancora oggi. Il nodo cruciale— lo rileva lo stesso Benedetto XVI nel medesimo discorso, — è l’idea—di matrice hegeliana e heideggeriana—, che i testi del Concilio, —la lettera— non rispetterebbero appieno lo spirito del Concilio: l’accusa è che si rispetterebbero troppo i documenti scritti, trascurando lo “spirito”, l’”evento”; quest’ultima, in realtà, è una parola “chiave”, in Martin Heidegger (1889— 1976). Tuttavia, rileva giustamente il Papa, “poiché rimane un vasto margine per la domanda su come, allora si defini-

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sca questo spirito”, si concede, come conseguenza, “spazio a ogni estrosità”. La cosiddetta “officina bolognese”, oggi guidata dal prof. Alberto Melloni dopo la scomparsa del prof. Alberigo, si concepisce come tale, proprio perché si è data la “mission”— non “chiamata”a ciò da nessun’autorità ecclesiastica— di “lavorare”a una profonda riforma della Chiesa —basata sul non meglio definito “spirito”conciliare, giacché i testi non danno alcun appiglio—, mirante a indebolire la centralità del potere petrino a tutto vantaggio di una gestione collegiale, coinvolgente l’episcopato. Naturalmente, per asserire questa tesi occorre andare “oltre” i testi conciliari, così come si presentano nella loro materialità, interpretando il Concilio più come “evento epocale” che per i suoi documenti, più nello spirito che nella lettera, più come nuovo inizio che in continuità con la Chiesa precedente (Sandro Magister). Secondo l’officina bolognese, dunque, non contano né la Lumen Gentium, né gli altri documenti conciliari –nei quali è possibile rintracciare frammenti di ecclesiologia—, per definire la “nuova dottrina della Chiesa, ma conta unicamente la celebrazione del Concilio, in quanto tale, che ha così trasmesso se stesso, come “ e v e n t o ” : l’”evento”heideggeriano è un dato-fatto, slegato da ciò che è realmente avvenuto. La prova cruciale in favore di questa tesi è offerta da un testimone insospettabile, —il priore della Comunità di Bose, fratel Enzo Bianchi, molto vicino allo spirito dell’”officina bolognese”. Egli a proposito della posizione del presbitero —versus populum – durante la celebrazione eucaristica— definita come il simbolo di tutte le novità introdotte dalla riforma liturgica del Vaticano II—, ha scritto: «Benché di esso non si trovi traccia nella Costituzione liturgica Sacrosanctum concilium, e benché, in effetti, non vi sia mai stata alcuna norma che lo rendesse esplicitamente obbligatorio, esso si è imposto universalmente nella Chiesa cattolica con la forza propria dei simboli, prevalendo ampiamente sulle sfumature e le sottigliezze della normativa liturgica.». Quello di trascurare la materialità dei testi è ormai un vizio comune all’interno della Chiesa; tanto i “detrattori” del Concilio —indicativamente riuniti attorno alla figura e al pensiero di mons. Marcel Lefebvre (1905-1991)—, quanto gli “innovatori”—indicativamente riuniti attorno al pensiero dell’”officina bolognese”—, caricano di un’importanza eccessiva il modo in cui si è arrivati ai testi conciliari: la loro attenzione è così concentrata al particolare minuto, da perdere di vista il disegno generale del Concilio. Entrambe queste interpretazioni estreme, tendono a ricercare—quasi spasmodicamente— una sorta di letteratura “parallela”inerente al Concilio: diari personali di vescovi, cronache giornalistiche, resoconti delle sedute conciliari etc. di vari personaggi, che a diverso titolo hanno partecipato all’assise conciliare, con il chiaro intento ideologico di sminuire l’importanza dei testi finali con i quali i Documenti sono stati promulgati. Loro fine ultimo è quello di aggirare la materialità dei testi, che non offro-

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Concilio Vaticano II

no— come già ricordato— alcun appiglio per nessuna delle due ali estreme. Divisi su tutto, paradossalmente, si trovano uniti, strano scherzo dell’eterogenesi dei fini, nel rendere insignificante il Magistero Ordinario, privandolo del suo carattere normativo nei confronti della coscienza dei fedeli. In pratica, da una parte si è cercato di de-potenziare e silenziare e il magistero del Beato Giovanni Paolo II (1978-2005) e quello di Benedetto XVI (2005-2013), dall’altra, si sta tentando di sminuire quello di papa Francesco: del tutto illegittimamente, ovviamente, in una prospettiva cattolica. La cosa non è sfuggita a un osservatore attento come Don Pietro Cantoni, il quale a proposito della “battaglia nella notte” dei due schieramenti in campo ha scritto: «Gli uni per accreditare un concilio-evento in cui i documenti non debbono e non possono avere un valore dottrinale autorevole, determinato e quindi stabile. Gli altri per giustificare il loro rifiuto di evento e documenti rimanendo “ubbidientissimi”». Costoro dimenticano una regola ermeneutica fondamentale, così ricordata dall’arcivescovo e storico mons. Agostino Marchetto: «E poi soltanto i testi definitivi “fanno testo”, altrimenti qualcuno li riceverà alla sua maniera, a pretesto per il proprio cammino personale o per la sua preferenza teologica o di “scuola”». In maniera autorevole e definitiva, d’altro canto, subito dopo la chiusura del Concilio si era espresso in un’Udienza Generale lo stesso pontefice Paolo VI; forse presago di quanto sarebbe avvenuto, scrisse: «L’eredità del Concilio è costituita dai documenti che sono stati promulgati nei vari momenti conclusivi delle sue discussioni e delle sue deliberazioni (…) Conoscere, studiare, applicare questi documenti è il dovere ed è la fortuna del periodo postconciliare. Esso è un grande atto del magistero ecclesiastico; e chi aderisce al Concilio riconosce e onora con ciò il magistero della Chiesa (…) Non sarebbe perciò nel vero chi pensasse che il concilio rappresenti un distacco, una rottura, ovvero, come qualcuno pensa, una liberazione dall’insegnamento tradizionale della Chiesa (…) Il Concilio non priva il pensiero cristiano del suo rigore speculativo, e non consente che nella scuola filosofica, teologica e scritturale della Chiesa entri l’arbitrio, l’incertezza, la servilità, la desolazione, che caratterizzano tante forme del pensiero religioso moderno,

quando è privo dell’assistenza del magistero ecclesiastico». La chiusura verso le interpretazioni estreme è netta e decisa: il Vaticano II è un atto del magistero e non rappresenta una rottura con il passato. L’influsso della filosofia moderna su questo modo di interpretare il Concilio è enorme e, generalmente, sottovalutato dai teologi e dagli storici cattolici. Il problema era già vivo negli anni settanta del secolo scorso, tanto da essere ricordato, in un’intervista, da padre Cornelio Fabro; rammentando una sua visita dal pontefice Paolo VI, raccontò: «I vescovi non conoscono le dinamiche interne delle ideologie moderne. Lo dissi a Paolo VI quando mi confidò: “Quello che mi preoccupa non sono le correnti teologiche e filosofiche. Certo sono importanti. Ma mi preoccupa l’episcopato: non fa il suo dovere, cosa mi consiglia?». Io gli dissi che il Concilio ha proclamato la missionarietà della Chiesa. Questa missionarietà vuol dire andare incontro al mondo. “ma i vescovi lo sanno cos’è il mondo? Essi non conoscono le idee moderne, non sono capaci di affrontarle. Gli chiesi che i candidati all’episcopato piuttosto che di diritto canonico fossero sapienti della filosofia moderna.”. Da allora, a quanto consta, non è cambiato molto. Il teologo gesuita Karl Rahner, (1904-1984) da una fetta sempre maggiore di studiosi, è considerato come il vero padre putativo dell’ermeneutica della rottura, diciamo, così, “a sinistra”: la sua è una teologia di cesura con le radici che hanno alimentato il cristianesimo per duemila anni. Il gesuita ha letto il progresso in necessaria opposizione col passato, con la Tradizione, della quale non ha colto, nella sua teologia, gli elementi perenni. Parimenti, dal versante opposto, mons. Marcel Francois Lefebvre, -insieme ai suoi seguaci, passati e presenti-, non ha colto che la Tradizione, se non è reinterpretata alla luce della categoria evangelica del “segno dei tempi”, in continuità, dal Magistero vivente e ordinario della Chiesa, altro non è che la somma dei cinque milioni di documenti scritti, che nessuno, anche volendo, potrebbe mai leggere! Nient’altro, che un ammasso quasi infinito di carta: è lo Spirito, che guida e guiderà sempre la Chiesa a rendere viva la Sacra Tradizione! Ma questa è tutta un’altra storia… Cosimo Galasso


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Vladimir Ghika, testimone vivente del Deus caritas est

Beatificato il sacerdote-martire del comunismo, vittima delle torture della terribile Securitate rumena Giuseppe Brienza

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l 31 agosto scorso è stato beatificato a Bucarest, dal cardinale Angelo Amato prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, monsignor Vladimir Ghika (1873-1954), sacerdote e uomo di grande carità, conferenziere, scienziato e diplomatico, martirizzato dal regime comunista rumeno ad oltre 80 anni. La conversione al Cattolicesimo Proveniente da una famiglia nobiliare di religione ortodossa, Vladimir Ghika nacque a Costantinopoli, il giorno di Natale del 1873. Fu qui subito battezzato e cresimato nel rito di questo Patriarcato “Ecumenico”, scismatico fin dal 1054 (e, purtroppo, ancor oggi) rispetto alla Chiesa Cattolica ed al Romano Pontefice. Dopo aver studiato da giovane in Francia, dove percorse tutto il suo iter scolastico, conseguendo la licenza in giurisprudenza a Tolosa ed iscrivendosi a Parigi all’Institut d’Études Politiques, si trasferisce a Roma, ove consolidò quel cammino di conversione al Cattolicesimo già intrapreso prima. Dovette quindi subire forti pressioni contrarie della sua famiglia d’origine ma, nel 1902, a 28 anni, fece il suo ingresso ufficiale nella Chiesa cattolica, con l’atto di fede nella basilica romana di Santa Sabina all’Aventino. Ottiene quindi nel 1906, sempre a Roma presso il collegio San Tommaso, la laurea in filosofia e un dottorato in teologia, con l’intento di farsi sacerdote.

Il Beato Ghika

Ordinato sacerdote a 50 anni, Ghika visse quindi il resto della sua vita «tra malati, poveri, bisognosi, vagabondi, detenuti», cercando di indicare «nella carità la strada per cui cattolici e ortodossi potevano incamminarsi per tornare insieme» (Antonio Gaspari, Era di sangue blu e scelse di diventare il principe della strada, in Agenzia Zenit, 1° settembre 2013). Vladimir Ghika e Pio XI Quando il giovane Ghika fu ricevuto in udienza da Pio XI, fu da lui incoraggiato nella sua vocazione, e sollecitato ad impegnarsi soprattutto nel campo della carità e dell’apostolato dei laici. Papa Ratti lo definì appunto «Il grande vagabondo apostolico», per sottolinearne la instancabile attività missionaria. Pio XI lo nominò quindi protonotario apostolico e, «in tale veste prese parte a molte missioni in diversi Paesi del mondo: viaggiò in Africa e in America latina, si recò in Giappone e in occasione dei congressi eucaristici fu tra l’altro anche a Sydney, Dublino, Buenos Aires, Manila e Budapest» (E Pio XI lo chiamava «il grande vagabondo apostolico», in L’Osservatore Romano, 29 agosto 2013, p. 8) Il martirio ad opera del regime comunista Per il suo grande operato sociale in patria Ghika fu costantemente tenuto sott’occhio dal regime comunista rumeno che, alla fine, finì per imprigionarlo alla veneranda età di 80 anni. Il 18 novembre 1952, all’età di 79 anni, mentre si recava al capezzale di un moribondo, fu infatti arrestato e imprigionato. Gli strapparono la veste, lo tennero per quasi un anno al freddo, con i soli indumenti intimi. Venne quindi sottoposto a più di ottanta interrogatori notturni, durante i quali fu picchiato fino a fargli perdere la vista e l’udito. Venne torturato con la corrente elettrica, perché confessasse d’essere una spia del Vaticano oppure che rinunciasse all’unione con Roma. Nonostante fosse un anziano e fragile prete, non si piegò mai. La sua dignità e fede furono un esempio per gli altri prigionieri. Fu imprigionato in una cella di cinque metri per sei dove erano già ammassati 44 prigionieri, che ascoltava, confessava, e aiutava a pre-

gare. Al freddo, senza cure e con cibo scarso, il 16 maggio del 1954 fu trasportato nell’infermeria del carcere dove morì abbandonato e seminudo. Ha raccontato un testimone: «Per lui i muri della prigione non esistevano. Era libero, perché faceva la volontà di Dio». Carità sociale e “liturgia del prossimo” Monsignor Ghika aprì il primo dispensario gratuito di Bucarest, diede vita ad un grande sanatorio intitolato a San Vincenzo de Paoli e, al suo interno, attivò la prima ambulanza operante allora nel Paese. Assistette quindi le vittime della guerra dei Balcani nel 1913 e, successivamente, migliaia di malati di colera. Il suo raggio d’azione superò i confini nazionali perché durante la prima guerra mondiale si occupò di missioni diplomatiche umanitarie, delle vittime del terremoto di Avezzano, dei tubercolotici di un ospedale di Roma e dei numerosi feriti di guerra delle varie nazioni belligeranti. Durante la seconda guerra mondiale rimase in Romania, rifiutando di lasciare il paese per stare con i poveri e gli ammalati. Visitava i detenuti nella prigione alla periferia di Bucarest per confortarli durante i bombardamenti e celebrare per loro la Santa Messa. Fu a questo punto, nel periodo cioè della sua più intensa azione sociale, che Ghika elaborò la “liturgia del prossimo”, a proposito della quale scrisse: «Doppia e misteriosa liturgia: il povero vede Cristo venire a lui sotto le specie di colui che lo soccorre, e il benefattore vede apparire nel povero il Cristo sofferente, sul quale egli si china. Ma, per ciò stesso, si tratta di un’unica liturgia». «Infatti – aggiungeva il Beato -, se il gesto è compiuto come si deve, da ambedue i lati c’è soltanto Cristo: il Cristo Salvatore viene verso il Cristo Sofferente, e ambedue si integrano nel Cristo Risorto, glorioso e benedicente». Secondo Ghika, in questo modo la liturgia eucaristica, già celebrata sull’altare, si prolunga nella visita ai poveri. In un certo senso, si tratta di «dilatare la Messa nella giornata e nel mondo intero, come onde concentriche che si propagano a partire dalla comunione eucaristica del mattino». “Principe nel mondo e per una vocazione più alta, Sacerdote di Cristo” Così ebbe a definirlo il filosofo Jacques Maritain, che lo conobbe personalmente a Parigi. Il nonno del sacerdote rumeno, infatti, Gregorio Ghika X, fu l’ultimo

Ghika in una immagine degli anni Quaranta

principe regnante della Moldavia. Il padre, invece, era stato ministro della Difesa e degli Esteri del Regno di Romania, poi ministro plenipotenziario a Costantinopoli presso il Sultano, a Vienna, a Roma e a San Pietroburgo in Russia. La madre di mons. Ghika, infine, Alessandrina Moret de Blaremberg, era all’inizio del Novecento fra le più illustri nobildonne francesi. A quasi 50 anni, come accennato, cioè il 7 ottobre 1923, fu ordinato sacerdote dall’arcivescovo di Parigi, il cardinal Guillaume Dubois, il quale lo nominò subito dopo Rettore della Chiesa degli Stranieri a Parigi. Andò quindi a vivere nella periferia più pericolosa di Parigi, a Villejuif, nella quale fu accolto da bestemmie e insulti. Vagabondi e malviventi del luogo, al sol vederlo lo presero a calci e schiaffi scagliandogli contro delle pietre: «Lui accettò tutto con pazienza e umiltà. Dopo qualche settimana cominciò a convertire con la sua bontà» (A. Gaspari, Era di sangue blu…, art. cit.). Un “esemplare testimone del Vangelo”(Papa Francesco) Il giorno dopo la sua beatifi-

cazione Papa Francesco ha reso omaggio a monsignor Ghika con queste parole: «ieri a Bucarest è stato proclamato beato Vladimir Ghika, sacerdote diocesano, nato a Istanbul e morto martire a Bucarest nel 1954. […] Rendiamo grazie a Dio per questi esemplari testimoni del Vangelo!» (cit. in “Mai più la guerra!” Le parole di Papa Francesco alla recita dell’Angelus, in Agenzia Zenit, 1° settembre 2013). Anche l’Arcivescovo di Bucarest monsignor Ioan Robu, rievocando alla vigilia della sua beatificazione la sua luminosa figura, ha definito il novello Beato «un testimone vivente del Deus caritas est» (Mons. Ioan Robu, Principe per nascita, mendicante per amore, in L’Osservatore Romano, 29 agosto 2013, p. 8). Ghika, secondo il presule rumeno, è stato infatti «un “principe” per nascita che ha seguito la via regale della Croce, diventando per scelta un “mendicante” di amore per Cristo, con la convinzione che non amiamo Dio come si dovrebbe se nel nostro amore verso di lui non riusciamo a farlo amare anche dagli altri» (art. cit.).

Il video-documentario sul Beato Ghika, disponbile in Dvd Il documentario: “Lettere a mio fratello in esilio. L’epoca stalinista in Romania”, totalmente inedito in Italia (regia di Anca Berlogea, produzione Signis Romania/KTO, 2009), è stato presentato a Roma il 19 gennaio 2011 nell’ambito degli incontri di formazione delle “Serate di San Pietroburgo”, dai quali traggono anche origine anche le sintesi riportate in questa pagine del nostro giornale (per consultare le “puntate” pubblicate finora dal Corriere del sud -a partire dal 15 novembre 2011 - si veda il sito: http://www. recensioni-storia.it/le-serate-di-san-pietroburgo). Il documentario, disponibile in Dvd, racconta la vita e l’opera di quel protagonista straordinario della resistenza cattolica a Est del Muro di Berlino negli anni bui dello stalinismo romeno, che è monsignor Vladimir Ghika, nobile e letterato, morto nel carcere di Bucarest a 81 anni in seguito alle torture della polizia politica comunista, la famigerata Securitate. Omar Ebrahime


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N° 08/2013 - ANNO XXII - 15 ottobre

Storia del teatro: il teatro medievale Luisella Criniti

Parte quarta Capitolo III 3.1 La fine di uno splendore Intorno al IV secolo la chiesa si costituì come vera e propria istituzione, cosicché proibì le rappresentazioni delle tragedie e delle commedie, in quanto espressione di un mondo pagano. I padri della chiesa considerarono infatti tragedie e commedie spettacoli profani che poco si addicevano alla morale e al pensiero cristiano; allo stesso modo vietarono gli spettacoli violenti e sanguinosi. Di conseguenza nel Medioevo mancò la vasta produzione di tragedie e commedie; sopravvissero soltanto i mimi e alcune farse; le produzioni importanti, non vennero rappresentate. Persino i teatri ereditati dall’antichità crollarono; addirittura le loro pietre, vennero utilizzate per costruire le case. Il pensiero cristiano nascente volle abbattere tutto ciò che era stata la cultura passata, edifici teatrali compresi. Si svilupparono pertanto altre forme di teatro che venivano rappresentate in luoghi nati per altri scopi, in quanto l’edificio teatrale per l’allestimento di rappresentazione non esisteva più. Tali luoghi furono le chiese, il sagrato delle chiese e le piazze, perché il teatro medievale, non fu un teatro profano come quello antico, ma un teatro sacro, dove gli attori non erano dei professionisti ma chierici e fedeli. 3.2 Il dramma liturgico Il teatro medievale è un teatro religioso, sacro che esprime la devozione popolare. La forma primordiale del dramma liturgico è l’ufficio drammatico. L’ufficio drammatico nasce da un’esigenza: durante la Messa, i fedeli non riuscivano a capire il testo perché era officiata in latino. Allora per far capire il testo si ricorse alle rappresentazioni di alcune scene della Bibbia e del Vangelo. Attraverso queste rappresentazioni sacre i fedeli riuscivano a capire ciò che il celebrante diceva, come accadeva per esempio con l’ausilio dell’Exultec, un rotolo di pergamena dove su una facciata vi era il testo che il cele-

Jacopone da Todi

brante recitava, dall’altra vi erano dell’immagini che raccontavano quello che il celebrante declamava in latino. Queste rappresentazioni, in un primo momento, si svolgevano nelle chiese; in un secondo momento sui sagrati delle chiese e nelle piazze, in quanto attiravano molti fedeli e lo spazio limitato delle chiese non bastava più. Dall’ufficio drammatico nasce il dramma liturgico che accompagnava anche le funzioni paraliturgiche, ossia le feste religiose e le processioni che si svolgevano al di fuori delle chiese. Una di queste prime rappresentazioni venne effettuata a Limoges, in Francia, intorno al 970, di cui il vescovo di Winchester ne ha fatto descrizione. La mattina di Pasqua, un monaco interpretò la parte dell’angelo che siede accanto al sepolcro; qui giunsero altri tre monaci, i quali, interpretavano la parte delle tre Marie e chiese loro «chi cercate?». Il monaco che simulava l’angelo, annunciava la resurrezione di Gesù Cristo e tutto finiva con il canto corale «Te deum». Simile rappresentazione si svolgeva in un convento femminile di San Quintino nel “Ludus Pascalis” (rappresentazione del dramma di Pasqua) durante il venerdì santo. Altro esempio è il “Planctus Mariae” (Pianto della Madonna), dove l’apostolo Giovanni, ai piedi di Cristo morto sulla croce, dialoga tristemente con le tre Marie. Nell’abbazia di Fleury, il lunedì dopo Pasqua, fu inscenato il Peregrinus (il pellegrino), dove Cristo risorto incontra ad Emmaus i due discepoli. Tutto questo per la chiesa era fondamentale in quanto accorrevano moltissimi fedeli. Per quanto riguarda la messa in scena, non esistevano macchine teatrali, ma venivano proposti dei bozzetti, dove vi erano disegnate le piante che riproducevano l’allestimento scenico di una sacra rappresentazione; ad esempio nella pianta della Resurrezione si trova prima la croce e poi vengono indicati i luoghi, dove si muovevano gli attori. I fedeli, già da dove erano posizionati gli attori, riconoscevano il personaggio che interpretavano e il luogo. Dalla fine del Trecento, queste rappresentazioni venivano effettuate sui sagrati delle chiese, in quanto lo spazio era insufficiente per accogliere i fedeli. Sui sagrati delle chiese venivano costruiti dei palcoscenici, sui quali, come attori, agirono monaci e chierici. Ben presto però ci si accorse che tale spazio era insufficiente e allora questi spettacoli religiosi si spostarono nelle piazze, con il concilio del 682, perché la chiesa emise il divieto a comici e danzatori di lavorare nelle piazze. Le rappresentazioni nelle piazze, furono arricchite con fumo,

gru e trabocchetti, quindi venivano impiegate queste macchine sul palcoscenico per simulare resurrezione, cadute nell’inferno, voli di angeli ed antri infernali. Dal momento che si uscì fuori dalla chiesa, tutti gli argomenti religiosi del Vecchio e Nuovo testamento, nonché la vita dei santi, furono affiancati da quelli della vita quotidiana come maghi, astrologi, giudici, contadini, malfattori, osti e buffoni. Il dramma liturgico non solo fu rappresentato durante le feste religiose, ma anche durante le feste stagionali e popolari. 3.3 La lauda drammatica Le laudi musicali medievali sono forme musicali di origine spirituale che venivano intonate dai monaci francescani e domenicani per le strade, allo scopo di evangelizzare la popolazione. Dal punto di vista formale hanno la struttura AbbaA. Nacquero in Umbria per opera di San Francesco D’Assisi. In queste si manifestava l’amore di Dio nel Creato e il rispetto di tutte le creature come nel “Cantico delle Creature”. Queste laudi furono messe in scena e rappresentate nelle chiese: nacquero così le laudi drammatiche, definite anche devozioni. Un importante autore di laudi drammatiche fu Jacopone da Todi che scrisse “Donna de Paradiso” o “Pianto di Maria”; in scena, oltre alla Madonna, comparvero molti personaggi come Gesù, il popolo e San Giovanni apostolo. Le melodie delle laudi furono raccolte nel Laudario 91 di Cortona e in altro codice conservato nella Biblioteca Magliabechiana di Firenze. Simili alle laudi, in Spagna si svilupparono le “cantigas de Santa Maria” che furono la più alta manifestazione religiosa del popolo iberico; narravano le leggende più della Madonna. Il teatro medievale accomunò tutta l’Europa cristiana, perché queste sacre rappresentazioni venivano fatte non solo in Italia, ma anche in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna. 3.4 La messa in scena del teatro medievale Dalla relazione dei contemporanei e nelle annotazioni degli autori si nota che le rappresentazioni medievali facessero uso di macchinerie; tali erano usati in Francia dove si dice “che la testa tagliata a San Pietro saltasse tre volte sulla scena; ogni salto sgorgava una fontana”. Come anche nella scena «Lo Spirito Santo scendeva come un gran tizzone fiammante fatto artificialmente l’acquevite». Pure in Italia, furono utilizzate queste macchine chiamate «ingegni», ideate da artisti e pittori. Vasari ci dice che uno dei grandi maestri della prospettiva, Filippo Brunelleschi, inventò dei dispositivi meccanici per il Paradiso e il Vasari stesso ci dice: C’era un altro cielo sopra la tribuna maggiore, nel quale alcune ruote dei grandi fatte a guise da arcolai, che dal centro alla superficie movevano con bellissimo ordine dieci giri per i dieci cieli, erano tutti pieni di lumicini rappresentanti le stelle… In un’altra citazione scrive: “Nella rappresentazione di San

Lorenzo viene una saetta dal cielo, e fallo rovinar tutto in pezzi”. Anche nei drammi rappresentati in Cornovaglia vi erano degli effetti scenici tipo «Il Padre… in una nuvola». Il dramma di Mary Magdalene presenta molti effetti spettacolari; ad es. un angelo cattivo entra nell’inferno con un tuono, alcuni diavoli incendiano una casa, una nuvola scende dal cielo e appicca il fuoco al tempio. Poi i diavoli avevano una certa descrizione comune sia in Francia che in Inghilterra; gli abiti erano convenzionali e così descritti: Allora si fece lo spettacolo dei diavoli nel paese e sulla piazza. I diavoli erano vestiti tutti di pelle di lupo, di vitello di montone, sormontati da testa di pecora, corna di buoi e creste di gallo, cinture di cuoio spesso, dalle quali, prendevano campanacci di buoi e sonagli di muli, dal rumore terribile. Alcuni portavano in mano bastoni neri pieni di razzi; altri portavano lunghi tizzoni accesi, sui quali a ciascun crocicchio gettavano delle manciate di resina in polvere per cui uscivano fiamme e fumo terribile. Anche il Padre Eterno viene rappresentato con il “deademe”, capelli lunghi e barba grigia; in mano porta un globo imperiale e una costola bianca nelle manica. Tutti questi costumi si possano confrontare con le varie descrizioni d’inventari. 3.5 Gli spettacoli profani nelle piazze medievale e i giullari Durante il Medioevo le piazze furono teatro di rappresentazioni allegre e festose, nelle quali furono impiegate musiche vocali e strumentali. Fu proprio in questo periodo che si affermò la figura del giullare o «menestrelli», che erano ben accolti, anche nei castelli, dove venivano invitati in occasione di nozze, veglie, festini, banchetti. I giullari giullari, artisti molto abili, in base alle loro mansioni venivano indicati con nomi specifici: i saltatores (saltimbanchi), i balatrones (ballerini), i buffones (comici), i divini (gli indovini) e gli acrobati. La loro musica era molto gradita sia al popolo che ai castellani, ma quasi nulla ci è pervenuto perché erano improvvisate sul momento e nessuno le scriveva; ci sono però alcuni loro canti in notazione neumatica di difficile

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interpretazione. Questi canti narravano le virtù dei santi e quelli degli eroi, tratti dalle famose opere in latino scritte da Virgilio, Orazio e Ovidio. Tra quelli più famosi ricordiamo “Il canto delle guardie Modenesi”, il “Planctus Karoli” (pianto per la morte di Carlo Magno) “Roma Nobilis” (canto di pellegrini). I giullari provenivano spesso da luoghi molto lontani, conoscevano molti avvenimenti, che suscitavano interesse e curiosità. All’epoca, i mezzi d’informazione che noi oggi abbiamo a disposizione non esistevano, quindi essi diffondevano notizie nella città, nei paesi e nei castelli in cui operavano. A Parigi, nel 1332, fu istituita l’associazione dei giullari, formata anche da giullaresse; ciò fu motivo di condanna da parte della Chiesa in quanto, nella loro esibizione, andavano contro natura, contro la volontà di Dio, non rispettando le regole monastiche, anche perché girovaghi e conoscitori del mondo. I giullari o menestrelli erano artisti di corte per l’intrattenimento, si accompagnavano con la viella, cantando le gesta eroiche del proprio signore. Il pretesto di animare le piazze cittadine era dato dal Carnevale, gli spettacoli erano costituiti da cortei, farse popolari, scene di vita quotidiana accompagnate da dialoghi, dove non mancavano le oscenità. Questi spettacoli ebbero molto successo, al punto che diverse confraternite, composte da borghesi, artigiani, preti e studenti, lavoravano per dare vita alla rappresentazione nelle piazze, dove l’elemento profano arrivava a dominare la scena. Si svilupparono così le farse, componimenti teatrali comici, scritti e recitati per il popolo: si biasimavano i re e i grandi, vi erano molte allusioni politico sociale; sulla scena venivano messi in evidenza i difetti e la vita privata: abili amanti, cornuti e mogli perfide e il monaco dissoluto. Di solito queste farse recitate da giullari erano scritte in versi dialogati tra due personaggi che sostenevano tesi opposte tipo: dissidi familiari, pene d’amore, corteggiamenti e abbandoni. Lo sviluppo della poesia giullaresca porta ad avere i primi testi drammaturgici in italiano.

I giullari


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“Crisi”: Il significato delle parole in tempi di recessione Ogni qualvolta ci si trova a discutere sulla situazione politica e sociale dell’Italia affiora subito alla mente la parola “crisi”. Si tratta, certamente, di una espressione, forse, abbastanza scontata e reiterata, ma è una parola che fa immediatamente intuire che vi sono delle questioni di non facile soluzione. Ma di quale “crisi” si tratta? Ormai, da anni, discutiamo sugli effetti della crisi economica che tormenta ed angustia tante famiglie; parliamo di crisi politica, determinata sia dalla mancanza di stabilità delle coalizioni di governo sia dalla mancanza di credibilità nei politici e, cosa ancora più grave, di crollo della fiducia in loro; affrontiamo questioni inerenti la crisi sociale, generata dell’indebolimento e dalla decomposizione dei vincoli e delle connessioni sociali; di crisi della famiglia con conseguente separazione e allontanamento dei genitori e, in molti casi, di rapporti relazionali e affettivi non sempre cordiali ed affettuosi tra i coniugi. Ebbene, si tratta di tante differenti “crisi” che, interagendo tra di loro, rendono particolarmente complessa la comprensione di questo momento storico e alquanto arduo immaginarne l’evoluzione. Quando a parlare di “crisi” ed a prospettarne le difficoltà del momento sono i nostri politici, allora ogni discorso viene spostato sulle difficoltà riscontrate dalle nostre imprese; difficoltà dovute

alla eccessiva imposizione fiscale, alla diminuzione dei consumi, alla concorrenza anche straniera, per, poi, spostare l’attenzione sulla vertiginosa ed ormai incontrollabile corsa in ascesa del debito pubblico. Nelle loro parole appare subito evidente la necessità di un immediato intervento, come se la colpa di tutti questi mali fosse da addebitare ai cittadini. Manifestano, accanto alla loro buona volontà nel voler risolvere le difficoltà del momento, tutta una serie di importanti misure da adottare. Si tratta di interventi urgenti, necessari e non più differibili, così almeno continuano a ripetere, se, di fatto, vogliamo cambiare rotta e invertire, finalmente, quel trend negativo che rappresenta un ostacolo invalicabile per la nostra economia. Quando la questione viene affrontata sul versante pubblico, tenendo conto di quanto divulgato dalla stampa e dalla televisione, vengono sempre di più mischiati tra di loro i vari presupposti e principi, centrando la discussione su quelli che sembrano essere gli elementi maggiormente incerti e complessi. Infatti, parlare di crisi significa ammettere che le cose non vanno affatto bene. Vuol dire spostare l’attenzione sulla disoccupazione, giovanile e non, sempre di più in aumento, sul reddito delle famiglie che quotidianamente si assottiglia, sui consumi ormai ridotti al solo essenziale, sulla sicurezza nelle nostre città sempre

più a rischio, sulla perdita di valori. Particolarmente goffo appare ogni tentativo di attribuire ad altri le proprie manchevolezze e di giustificare gli sprechi per soddisfare i propri privilegi. Si desume che, nonostante i buoni propositi, non sono state ancora focalizzate la cause della crisi, né si intravedono probabili vie di uscita. Unica consolazione è la consapevolezza di non essere i soli a vivere questi difficili momenti e che, prima o poi, dovrà pur finire. Purtroppo, dobbiamo riconoscere che ci troviamo imbrigliati in una moltitudine di crisi. Ci troviamo nel pieno di una “crisi globale”, resa maggiormente complessa dalla inarrestabile crescita del debito pubblico e, per quanto riguarda questo problema, ogni responsabilità è da addebitare esclusivamente ai nostri esimi governanti per aver ritenuto opportuno non risanarlo quando questo era fattibile e senza richiedere grossi e particolari sacrifici ai cittadini. Anche la crisi economica è stata affrontata con particolare approssimazione e in modo sommario, somministrando alla collettività incoraggianti rosei orizzonti che, purtroppo, ancora stentano ad apparire. Crisi economica e scarsa produttività delle forze politiche, purtroppo, continuano a determinare una crescente dipendenza a livello

tecnologico, un continuo aumento della disoccupazione con sempre maggiori difficoltà di impiego per giovani diplomati e laureati, una sistematica perdita di produttività e di competitività a livello internazionale. Ebbene, la “crisi” ci frastorna tutti e ci sconcerta in quanto rappresenta la causa diretta di rilevanti turbamenti. La persona, di fronte a queste difficoltà e alla crescente incertezza per il futuro, appare sempre più confusa e indecisa nell’assumere decisioni, a volte, anche importanti. Ed ecco che, proprio nel momento in cui sembra che si incominci ad intravedere una lieve ripresa economica, ricompaiono gli spettri di sempre: corruzione, stretti legami tra classe politica e criminalità, depauperamento del territorio, rifiuti tossici abbandonati o sotterrati in terreni adibiti a coltivazioni, automobilisti sempre più insofferenti, arroganza dilagante. Sono anche questi degli evidenti segni di crisi: crisi di un popolo, dei sui valori, della sua cultura. Questo popolo, per cui tutti dichiarano di lavorare, non si riconosce più nei suoi governanti, nei suoi rappresentanti, nella classe politica, nei suoi giudici. “Un tempo, quando il potere veniva esercitato dalla monarchia, il re, rivolgendosi ai propri sudditi, si autoproclamava sovrano per grazia di Dio e per volontà del popolo; Con l’avvento della Repubblica, la Carta costituzionale riconosce cha la sovranità appartiene

al popolo; I giudici, alla fine di ogni processo, introducono la sentenza con la secolare formula: nel nome del popolo …; Le guerre, le rivoluzioni, gli atti terroristici, gli attentati e ogni altra espressione di violenza sono sempre promossi per la libertà del popolo; Gli uomini politici affermano sempre di operare per il bene del popolo. popolo fortunato! cos’altro pretendi?” (Pasquale Mastandrea) Il popolo pretende di ritrovare la “bussola”; pretende di riconoscere delle “costellazioni” che, senza ombra di dubbio, gli indichino la giusta via, non per lasciarsi passivamente guidare, ma per potersi orientare nel difficile cammino della storia. Oggi, molte persone guardano al papa venuto “dalla fine del mondo” come alla nuova “stella polare” e affollano ogni domenica piazza San Pietro per ascoltare parole semplici, parole coraggiose come quelle pronunciate sulla guerra e sul mercato delle armi; parole di speranza e di fiducia. Il pericolo maggiore, però, è quello di assuefarsi al “male” e di rassegnarsi ad esso: solo il coraggio, la speranza, la determinazione e l’onestà morale ci consentiranno di uscire dalla “crisi” attuale. Mario Daniele Managò

«Come Maria, diventiamo discepoli credibili di Gesù»

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ompei (NA) - «Ognuno di noi, peccatori, può guardare con speranza a Maria, la senza peccato e la tutta santa, credendo che, come Lei, siamo stati “scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati”». Lo ha detto lo scorso 6 ottobre 2013, sul sagrato del Santuario di Pompei, l’Arcivescovo mons. Giovanni Angelo Becciu, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, che ha presieduto la solenne concelebrazione Eucaristica della prima domenica di ottobre, cui è seguita la recita della Supplica alla Madonna del Rosario. Il presule ha esortato a vivere nell’imitazione di Maria cercando la santità senza ritenerla un obiettivo impossibile: «Sembrerebbe – ha spiegato – una voca-

zione troppo grande, essere santi e immacolati, come Maria. Eppure possiamo attuare la nostra vocazione, basterà fare come lei: metterci in ascolto del Signore e rispondere alla sua chiamata». L’imitazione di Maria si concretizza nel porsi in ascolto di Dio e nel realizzare la sua volontà: «Non è un semplice “udire”, un udire superficiale, ma è l’“ascolto” fatto di attenzione, di accoglienza, di disponibilità verso Dio. Non è il modo distratto con cui a volte noi ci mettiamo di fronte al Signore o agli altri: udiamo le parole, ma non ascoltiamo veramente. Maria è attenta a Dio, ascolta Dio». Ad accogliere l’Arcivescovo Becciu, mons. Tommaso Caputo, Pastore della Chiesa pompeiana, che, nel suo saluto, ha ribadito la vocazione di Pompei, «città del-

la carità, carità operosa e sempre nuova, attenta alle nuove povertà e pronta a rinnovare attività ed iniziative, seguendo i bisogni della società, ma sempre uguale nello spirito e nella dedizione che, aprendo le porte di casa, spalanca quelle del cuore, secondo il carisma di Bartolo Longo». A sottolineare il legame tra la Chiesa e Maria, la presenza di ben cinque arcivescovi concelebranti: Orazio Piazza di Sessa Aurunca, Mario Milano emerito di Aversa, Felice Cece, emerito di SorrentoCastellammare, e i nunzi apostolici Luigi Travaglino e Antonio Franco. Al termine della Supplica di quest’anno, i fedeli hanno potuto ascoltare, grazie al maxischermo installato in Piazza Bartolo Longo, le parole di Papa Francesco nel suo Angelus domenicale. Il Santo Padre, unendosi spiritualmente a Pompei, ha rimarcato la necessità dell’esempio personale di fedeltà al Vangelo: «Ognuno di noi, nella propria vita di ogni giorno, può dare testimonianza a Cristo, con la forza di Dio, la forza della fede. E come attingiamo questa forza? La attingiamo da Dio nella preghiera.

Ottobre è anche il mese del Rosario, e in questa prima domenica è tradizione recitare la Supplica alla Madonna di Pompei, la Beata Vergine Maria del Santo Rosario. Ci uniamo spiritualmente a questo atto di fiducia nella nostra Madre, e riceviamo dalle sue mani la corona del Rosario: è una scuola di preghiera, una scuola di fede!». Grazie alle emittenti televisive Napoli-Canale 21 e TV2000, che hanno seguito l’intera celebrazione in diretta, tanti devoti hanno potuto seguire la celebrazione della Messa e della Supplica, unendosi alle migliaia di fedeli presenti in Piazza Bartolo Longo, nonostante un cielo molto nuvoloso e minaccioso che, nel corso della celebrazione, si è schiarito lasciando posto al sole. Preziosa la presenza delle associazioni di volontariato che hanno reso possibile la buona riuscita dell’evento, che ha visto anche la

partecipazione di numerose autorità civili e militari. Intanto sabato 5 ottobre, ricorrenza del Beato Bartolo Longo, il Santuario di Pompei ha festeggiato il proprio amato fondatore, inaugurando anche la Cappella a lui dedicata, recentemente sottoposta ad alcuni interventi di restauro. La giornata ha avuto inizio alle 6.30 con il “Buongiorno a Maria”. Alle 10.30, mons. Tommaso Caputo, Arcivescovo-Prelato di Pompei, ha presieduto la santa Messa, alla quale hanno preso parte gli studenti delle scuole del Santuario. Alle 19, mons. Giuseppe Adamo, Vicario Generale della Diocesi di Pompei, ha presieduto la solenne concelebrazione Eucaristica, al termine della quale si è svolta la processione con l’Urna del Beato Bartolo Longo, presieduta da mons. Tommaso Caputo e arricchita dalla musica del Complesso Bandistico intitolato al Fondatore.


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Ideologia del gender, omofobia ed unioni civili omosessuali

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i è svolto a Milano, all’auditorium intitolato a Papa Giovanni Paolo II (19782005) in via Isernia, l’atteso convegno sulla legge contro l’omofobia. Introdotto da Marco Invernizzi, il convegno si è svolto di fronte a circa quattrocento persone e seguito in diretta streaming da quasi duemila videoascoltatori, mentre all’esterno della sala gremita una notevole presenza di polizia e carabinieri ricordava la recente violenta contestazione di un analogo convegno promossa da militanti gay e lesbiche a Casale Monferrato. Il convegno milanese è effetto lungo del manifesto Unioni di fatto ed omofobia: 5 punti fermi, pubblicato a maggio. Nel suo piccolo, accanto ad altre iniziative, fra cui la raccolta di firme promossa da Tempi e da La nuova Bussola, il manifesto ha contribuito a modificare gli eventi aiutando a far emergere un dissenso popolare nei confronti della legge contro l’omofobia, già votata alla Camera e attualmente in attesa di essere discussa in Senato. Il primo relatore, il sociologo delle religioni Massimo Introvigne, reggente nazionale vicario della stessa Alleanza Cattolica ha ricordato la propria contrarietà e quella di ogni persona normale a qualsivoglia atto di violenza nei confronti degli omosessuali in quanto tali e come questo tipo di reati abietti merita certamente le aggravanti del caso. Pertanto, si chiede Introvigne, perché stiamo reagendo alla legge antiomofobia? Perché, ha proseguito il sociologo, così come la legge è stata concepita, alle già previste aggravanti per “motivi abietti” di un’aggressione fisica, aggiunge la nuova figura del “discorso discriminatorio”. Così però si crea un reato d’opinione. Introvigne ha così esemplificato: se si legge la ormai celebre sentenza della Corte Suprema statunitense riguardo alle nozze gay, si noterà che essa considera discriminatoria la sola affermazione che il matrimonio possa esistere unicamente tra uomo e donna. Negli USA, in Francia e in

altre nazioni già viene represso il dissenso all’ideologia gay: è punita, cioè, la semplice esternazione di un’idea. In Italia non dobbiamo permettere che chi sostiene quanto annuncia il Catechismo della Chiesa cattolica in tema di omosessualità e matrimonio vada in galera per reato d’opinione. Secondo Introvigne bisogna essere grati al relatore della legge antiomofobia, il deputato Scalfarotto, perché all’Espresso, il 26 agosto, ha detto chiaramente che la legge antiomofobia è una logica premessa all’introduzione delle nozze gay. Si tratta quindi di una misura per prevenire il dissenso che le nozze omosessuali scateneranno. “Noi (rivolto alla platea) siamo assolutamente contrari al riconoscimento giuridico delle nozze gay” sulla scorta di quanto già definito dal magistero della Chiesa, appena ribadito dal card. Angelo Bagnasco alle Settimane sociali dei cattolici italiani tenutesi a Torino in settembre. Ciò che si deve aiutare a comprendere è che siamo di fronte alla violazione del diritto naturale, non a qualcosa che offende soltanto la fede dei cattolici. Introvigne nel finale del suo intervento ha rivolto un’obiezione a chi dice che è una battaglia persa, perché il flusso storico degli avvenimenti va inesorabilmente in direzione delle nozze gay: “chi crede che la verità è figlia del tempo ha già ceduto alla dittatura del relativismo”. La “scienza della razza”, l’eugenetica, era negli anni Trenta in auge anche negli Stati Uniti, ma è stata fortunatamente cestinata. La Chiesa, condannando quell’ideologia, è stata ancora una volta preveggente. Ha quindi preso la parola Assuntina Morresi, dell’università degli Studi di Perugia e del Comitato nazionale di Bioetica. Dopo aver ammesso che è “difficile in 20 minuti raccontare l’evoluzione della dottrina del gender” ha ricordato come il processo culturale di ribellione contro la realtà della natura umana di cui ora vediamo le conseguenze è cominciato con lo psicologo neozelandese John Money (1921-2006), che negli

anni Settanta ammetteva l’esistenza dei due sessi in natura, ma riteneva che parallelamente gli individui seguissero vie di maturazione della propria identità sessuale, assumendo a piacimento modi più maschili o femminili. Money faceva riferimento al caso di due gemelli maschi, uno dei quali aveva perso il pene: egli convinse i genitori a far crescere quest’ultimo come se fosse una femmina. La vicenda finì tragicamente, con un suicidio, dopo che a 13 anni il povero ragazzo scoprì la sua storia. Nel mondo di oggi, ha spiegato la Morresi, si sta perdendo completamente la percezione del dato reale e si divarica ulteriormente la distinzione tra Sesso e Genere. Nasce così la categoria Queer (strambo, ambiguo), come ulteriore segno di trasgressione e di rifiuto del dato naturale dopo aver inventato la classificazione LGBT, che sta per lesbiche, gay, bisessuali e transessuali. Di teorie folli ce ne sono state tante nella Storia, ma quando nel 1978 nacque la prima bambina concepita in provetta, completando il percorso che scindeva procreazione e sessualità, qualcosa è cambiato. Se fino ad allora era ovvio che i figli nascessero da un uomo ed una donna attraverso un atto sessuale, con la fecondazione in vitro si può fingere una nascita “neutra”. A Padova, nel 2013, una donna ha potuto dire che la sua partner era il “padre” perché ha comprato il seme con cui ha concepito il bambino. Il “figlio” di Elton John è in realtà frutto del gamete del compagno e dell’utero della donna che lo ha prestato. Il magistrato Domenico Airoma, di Cosenza, ha quindi descritto il quadro giuridico europeo in cui la legge antiomofobia si muove. L’art. 12 della Convenzione europea (1950) stabilisce in tema di diritto familiare che ci sia la distinzione tra i sessi e che il matrimonio sia il fondamento della società. Inoltre, si deve ricordare che la legislazione sul matrimonio è di competenza dei singoli Stati. La Costituzione italiana (1948) definisce la famiglia “società naturale fondata sul matrimonio”,

sottolineando quindi la naturalità del rapporto. Sia la Convenzione che la nostra Costituzione sono tutt’ora formalmente vigenti. Ma allora che cosa è intervenuto? Le istituzioni UE e la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, ormai da diversi anni, hanno abbracciato l’ideologia del gender, introdotta e proposta ai governi degli Stati dalla conferenza internazionale promossa dall’ONU al Cairo, nel 1994. Tali istituzioni, attraverso l’affermazione che non si deve discriminare, pretendono di modificare tutto. La UE si è adoperata affinché nella Convenzione di Nizza (1999) sparisse ogni riferimento alla natura. Queste cose si chiamavano un tempo “bizantinismi”, oggi sono “giurisprudenza evolutiva”. “Artificioso” diventa quello che la natura esprime, mentre vale soltanto il desiderio dei singoli. La UE ha modificato il quadro giuridico e vuole imporlo a tutti gli Stati europei. Nel 2012 ha considerato la coabitazione e le nozze gay come iniziative lodevoli per superare l’omofobia. Il principio è addirittura imposto come obbligatorio agli stati che vogliono entrare nella UE. Le leggi antiomofobia in Europa hanno permesso di nascondere il dato naturale e di formulare una neolingua. Si parte dalla norma antiomofobia per giungere alle nozze gay ed all’adozione di bambini da parte dei gay. Le scuole statali vengono obbligate dai governi ad alterare la stessa educazione dei ragazzi. Il Nord Europa ha già capitolato. La Mitteleuropa resiste di più e così anche l’Est. In Francia c’è stata un’accelerazione incredibile del piano inclinato: in poco tempo si è passati dalla legge antiomofobia al matrimonio gay e ai nuovi programmi scolastici laicisti. Non c’è nulla da temere? Attraverso sentenze europee si incide comunque sulle legislazioni nazionali e si impone agli Stati di riconoscere gli atti stipulati in altri Stati UE, compresi quelli in materia familiare. I giudici italiani si appellano a Strasburgo nelle loro sentenze creative, in una sorta di “shopping giudiziario” che prende solo ciò

che piace ed ignora richiami molto più scomodi, come quelli della Corte di Lussemburgo riguardo alla riforma della giustizia. Il celebre giurista e storico Arturo Carlo Jemolo sosteneva che la famiglia è un’isola che la giurisprudenza dovrebbe solo lambire con rispetto, ma oggi non sembra molto ascoltato. Il magistrato Alfredo Mantovano, esponente di Alleanza Cattolica e già sottosegretario agli Interni, ha supportato la sua esposizione con apposite diapositive, apprezzate dal pubblico in sala soprattutto quando hanno trattato con ironia arcigni politici nostrani ed esteri (Fornero ed Hollande). Mantovano ha così ricordato come la repressione sia già scattata in Francia, ma anche in Canada, dove hanno deciso di “silurare” preventivamente i laureati di un’università cristiana solo perché detta università, coerentemente, crede e pretende il rispetto, negli ambiti di sua competenza, della sacralità della vita e del matrimonio. In Italia abbiamo già avuto il caso Cerrelli, il vicepresidente dei Giuristi cattolici violentemente attaccato sulla stampa per aver difeso in Tv i diritti della famiglia naturale, un caso che ha esemplificato che cosa accadrebbe se la legge entrasse in vigore. C’è stato poi il convegno di Casale Monferrato, interrotto da militanti lesbiche e gay. “Anche ora”, aggiunge con puntualità, “siamo qui grazie alla tutela della polizia”. Nella seconda parte del convegno, il giornalista Andrea Morigi ha presentato l’ospite più atteso, Tugdual Derville, portavoce della Manif pour touts francese, l’associazione che è riuscita a portare in piazza milioni di francesi contro la legge Taubira che ha introdotto le nozze gay nel Paese transalpino. Una reazione, spiega il portavoce che è anche segretario del movimento pro-life Alliance Vita, imprevedibile per tutti. La Manif fa il verso al titolo della legge, “Marriage pour tous” che, secondo il relatore, in realtà procede anche verso un altro obiettivo: procreazione artificiale ed utero in affitto. La mobilitazione per fermare la demolizione dei pilastri della società è stata spontanea, un genuino movimento sociale. Ha coinvolto perfino omosessuali dichiarati ed esponenti di altre religioni. Derville ha ricondotto il momento iniziale della Manif alla preghiera scritta il 15 agosto 2012 dall’arcivescovo di Parigi, card. Vigt-Trois, affinchè ogni bambino potesse godere dell’affetto “di un papà e di una mamma”. L’apporto della Chiesa è stato importante, ma la parte maggiore l’ha fatta il laicato. La legge Taubira tocca nel profondo l’identità di ognuno. La compagine della Manif ha dato prova di unità e creatività, come nell’invenzione dei Veilleurs, i manifestanti silenziosi che occupano le piazze o si pongono davanti ai Palazzi del potere. L’approvazione della legge non ha scoraggiato la Manif, perché un “movimento sociale non si ferma” e ha già trovato nuovi metodi per rendersi presente. Domenico Bonvegna


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Corriere Letterario A cura di Antonio D’Ettoris

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Gli ultimi giorni dei Templari

ella storia ormai più che bi-millenaria della Chiesa resta un episodio largamente avvolto dal mistero: come mai un Ordine cavallaresco di antica fama, anzi il più glorioso di tutti, quello dei Templari sparì dalla Cristianità in breve tempo?Perchè fu soppresso?Che fine fecero quei valorosi cavalieri?Dopo diversi tra film, documentari e romanzi di grande successo (ma, per la verità, complessivamente di ben scarsa attendiblità storica) arriva ora a cimentarsi con la scottante materia lo studioso Mario dal Bello in un’opera breve ma densa e narrativamente entusiasmante, a metà tra il saggio storico e il racconto letterario, che fa stato anche delle ultime documentazioni raccolte dall’Archivio Segreto Vaticano (cfr. M. Dal Bello, Gli ultimi giorni dei Templari, Città Nuova, Roma 2013, Pp. 150, Euro 12,00). La vicenda inizia a Troyes, nella Francia settentrionale, nell’inverno del 1129, quando San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) accoglie nella locale cattedrale un gruppo di pellegrini provenienti dalla Terrasanta, dove hanno vissuto poveramente e castamente, al modo dei monaci – ma senza essere preti – presso i resti del Tempio di Salomone (da cui il nome) nella Città Santa. Vogliono proteggere il Santo Sepolcro e le comunità cristiane che vivono nei luoghi santi, sempre più vessate dalle invasioni islamiche: per questo chiedono la benedizione del Papa ma anche, una volta confermati nell’opportunità della loro missione (che svolgono già dai primi decenni del XI secolo), beni e uomini disposti a soffrire per Cristo, nelle Sue terre. Nascerà così

l’Ordine dei Cavalieri del Tempio che per circa centocinquant’anni, praticamente fino al 1291, di fatto, proteggerà - compiendo atti di straordinario eroismo - i cammini del pellegrinaggio cristiano proveniente dall’Europa verso Gerusalemme. I problemi inizieranno quando il re di Francia Filippo IV (1268-1314), detto poi ‘il Bello’ per il suo aspetto fisico, già noto per il celebre ‘schiaffo di Anagni’ contro Papa Bonifacio VIII (1230-1303) e il suo esasperato regalismo, fortemente indebitato, riesce – con una sorta di ricatto – a farsi prestare dai Templari stessi una somma ingente di denaro. L’idea, oltre che risanare in un tempo praticamente record le casse vuote del suo regno, é quella d’indebolire così un ordine – strategicamente formidabile - che non rispondeva a nessun potere statale, né religioso, che fosse facilmente manipolabile (i Templari obbedivano infatti direttamente al Pontefice) e la cui influenza, morale e spirituale, oltre che economica, iniziava a diffondersi rapidamente in tutta la Cristianità d’Occidente. Dapprima il re tentò di fare pressioni sul Papa (Clemente V (1264-1314), che allora risiedeva in Francia, é infatti il periodo in cui inizia la ‘cattività avignonese’ del Papato) perchè sciogliesse i Templari, li unisse agli Ospedalieri (un altro ordine cavalleresco dalla giurisdizione pure sovranazionale, oggi più noti come ‘Cavalieri di Malta’) e li ponesse sotto la sua protezione in modo da governarli direttamente e poter avere mano libera anche sul resto del loro tesoro. Quindi, non riuscendo nel suo intento, istigato dal suo cancellie-

re di corte, il giurista Guillaume de Nogaret ((1260-1313) uno dei precursori, con i suoi scritti, delle forme più moderne e radicali di giuridisdizionalismo), peraltro già scomunicato in quanto artefice della spedizione di Anagni contro Bonifacio VIII, ideò un vero e proprio complotto con una serie di accuse gravissime contro l’Ordine per far esplodere pubblicamente il caso: eresia, idolatria, stregoneria, sodomia. In poco tempo, così, tutti i cavalieri residenti in Francia (dove si trovava anche la Casa madre dell’Ordine), oltre cinquecento, furono arrestati. Nel riportare le cronache degli storici Dal Bello ricostruisce atmosfere e ansie di quei giorni riuscendo a far comprendere a pieno la complicata questione che metteva uno di fronte all’altro cristiani contro altri cristiani: da una parte il re se non avesse avuto partita vinta - minacciava uno scisma gallicano e una ‘vendetta’ post mortem contro Bonifacio VIII, dall’altra il Papa non poteva certo abbandonare al suo destino un Ordine fedelissimo e benemerito come quello dei Templari. Il conflitto fu quindi pressoché totale: politico, diplomatico, ecclesiastico e religioso. Filippo IV, alla fine, riuscì nonostante tutto a costruire un’abile rete di spie, delatori e informatori, isolando sia il Papa che il Gran Maestro dell’Ordine, Jacques de Molay (1243-1324), che si rivelerà decisiva. Il processo seguente contro i Templari che ebbe luogo nel 1307, all’insaputa del Papa stesso, fu una tragica farsa: oltre alle accuse inventate, metodi brutali, finti testimoni e un uso reiterato della tortura per estorcere confessioni il più possibile ag-

Herman Melville Il campanile e altri racconti San Paolo pp. 192 €. 8,90

Bisogna lasciare da parte il Melville delle imprese marinaresche, della balena, dei popoli lontani da scoprire, dei misteri da svelare. Questa selezione dei racconti di Melville rappresenta il drammatico punto di approdo del grande viaggio dello scrittore americano attraverso i misteri dell’uomo e della natura, in un mondo ingannevole dove i significati si ammucchiano uno sull’altro senza che si riesca a distinguere una salda verità. Così, alla fine del percorso, scopriamo il vecchio marinaio – stanco di navigare alla ricerca di nuovi mondi senza una bussola adatta – seduto tristemente nella propria casa, tornato a se stesso, nell’unico luogo che può definire saldo e privo di enigmi destinati a rimanere irrisolti. Fu un uomo di potere egoista e indifferente alla Manfred Clauss religione oppure il sovrano che illuminato da una Costantino e il suo tempo visione (“in hoc signo vinces”) si pose al serviIl Mulino zio di Dio? I giudizi sull’imperatore Costantino pp. 144 €. 13,50 (274-337) variano. Come che sia, fu lui a fare la mossa decisiva per la definitiva ascesa del cristianesimo, con la promulgazione dell’Editto di Milano nel 313 che pose fine alle persecuzioni dei cristiani. E fu ancora lui con la fondazione di Costantinopoli a dare origine all’impero bizantino, che durò mille anni: la vita e l’opera di Costantino erano destinate a lasciare un segno decisivo e duraturo.

ghiaccianti. Quando poi, informato dei fatti, Papa Clemente cercò di avocare a sé l’intera querelle, Filippo rispose convocando gli Stati Generali che si espressero per la soppressione dell’Ordine e l’apertura di un processo per eresia contro il defunto Bonifacio VIII. Il Papa – già provato nelle condizioni fisiche e stretto tra due fuochi - cercò a lungo di salvare i cavalieri, ma su pressioni di cardinali vicini al re francese alla fine soppresse temporaneamente l’Ordine per via amministrativa ribadendo comunque che non si trattava affatto di una condanna dottrinale. L’eterodossia dei cavalieri non era mai stata provata. In seguito a questo episodio, però, il re francese ne approfittò per sottrarre il tesoro dell’Ordine e defraudare numerose tra proprietà terriere e fortezze. Per la cronaca, nulla di tutto ciò venne mai restituito. L’ e p i l o g o della drammatica vicenda arrivò infine nel marzo 1314 con la condanna al rogo, organizzata pure in gran segreto dal re, a Parigi, nell’ile de la Cité, sulla Senna, dello stesso Jacques de Molay e Geoffrey de Charney (1251-1314) che dell’Ordine era il precettore per la Normandia. Tuttavia, per uno strano destino – qualcuno per lungo tempo parlò di una vera e propria maledizione lanciata sul patibolo dai Crociati

per un atto così folle e criminale – anche gli altri protagonisti della vicenda trovarono tutti la morte di lì a poco, sempre nel 1314. Una scia luttuosa senza precedenti che si estenderà ‘inspiegabilmente’ anche ai discendenti di re Filippo: “Il figlio Luigi, un carattere aspro e litigioso, regna solo due anni quando muore lasciando incinta la moglie Clemenza d’Ungheria. Gli nascerà un bambino, Giovanni, che vivrà solo cinque mesi. E’ nata la leggenda, la maledizione dei Templari che colpirà anche l’ultimo dei successori di re Filippo. Il boia, prima di giustiziare Luigi XVI, gli dirà: «Questa é la vendetta del Gran Maestro»” (p. 122). Omar Ebrahime

La copertina del libro

Nigel Warburton Libertà di parola Cortina p. 156 €. 13,00

“Disapprovo ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.” Questa frase, attribuita a Voltaire, è spesso citata dai sostenitori della libertà di parola. Eppure è raro trovare qualcuno pronto a difendere ogni espressione in ogni circostanza. Quali ne sono, dunque, i limiti? Nigel Warburton offre una guida concisa a questioni importanti che sfidano la società moderna sul valore della libertà di parola: dove dovrebbe tracciare la linea di confine una società civilizzata? Dovremmo essere liberi di offendere la religione di altre persone? Ci sono buone ragioni per censurare la pornografia? Internet ha cambiato tutto? Pubblicata inizialmente in tedesco nel 1926 A cura di F. Werfel e P. Stefan ep oi ampliata e riedita in inglese nel 1942, Verdi questa è stata laprima antologia delle lettere L’uomo nelle sue lettere di Giuseppe Verdi destinata a un pubblico Castelvecchi non italiano: un libro che ha dato un deciso pp. 426 €. 25,00 impulso agli studi verdiani fuori dai confini nazionali, ma che per struttura e organicità ha rappresentato un modello importante anche in Italia. La selezione attinge al cospicuo patrimonio dei carteggi verdiani e copre l’intero arco della carriera del Maestro, dagliesordi fino agli ultimissimi giorni di vita.

«Questo non è un romanzo ma un giro in bicicletta».Il protagonista di questa storia è, nell’ordine: a) un musicista mancato; b) un giocatore di basket mancato; c) un romanziere mancato. Non gli mancano però la verve polemica, i tic da nevrotico indolente e un punto di vista sfacciatamente maschile. Destreggiandosi tra le intemperanze dei figli adolescenti e la furia del traffico cittadino, ci trascina nelle sue esilaranti scorribande, poetiche e scientifiche insieme. D’altra parte, se il disordine scompagina i pensieri, se la nostra vita è un accumulo di risposte giuste date nei momenti sbagliati, cos’altro possiamo fare se non invocare le attenuanti?

Claude Bernard (1813-1878), grande fisiologo francese, è stato uno dei fondatori delle moderne scienze biomediche, un pensatore che ha fortemente influenzato la storia delle idee e la cultura occidentali. La ricorrenza del bicentenario della nascita (12 luglio 1813) è l’occasione propizia per proporre ai lettori italiani la figura e l’opera di questo studioso, che ha dato un importante contributo allo sviluppo della medicina scientifica. Per la natura dei suoi studi e per la sua riflessione sul metodo, Bernard si presta come pochi altri a stimolare una discussione sulla natura e sulle implicazioni della scienza.

Figlio del re dei Goti Teodemiro, Teoderico (454 ca. Claudio Azzara 526) fu il primo re barbaro a regnare in Italia dopo la fine Teoderico dell’impero romano, il primo a sperimentare nuovi assetti Il Mulino istituzionali e forme di convivenza fra barbari e romani. pp. 166 €. 12,00 Questo profilo ne delinea una biografia complessiva, illustrandone lo stile di governo, per quanto riguarda l’amministrazione, la politica estera, i rapporti con il papato. Oggetto di miti e leggende per secoli, assicurò un lungo periodo di pace e stabilità alla penisola.

Su Paolo Conte è stato detto tutto, anzi no. Le sue canzoni Ernesto Capasso sono talmente piene di angoli nascosti che non si finisce Paolo Conte mai di perlustrarle. E più che di volti, sono popolate di luoArcana ghi. Coordinate dell’anima che l’ispirazione trasforma in pp. 340 €. 17,50 dipinti, acquerelli in grado di evocare profumi di spezie e assolati tramonti, nella penombra dei bar che la sera accendono le insegne per catturare l’attenzione del viaggiatore in transito.

Antonio Pascale Le attenuanti sentimentali Einaudi pp. 240 €. 19,50

Fiorenzo Conti Claude Bernard e la nascita della biomedicina Cortina, pp. 172 - €. 19,00


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LIBRI

LIBRI DA LEGGERE

INSERTO

Luigi Abramo Il manuale del perfetto beatlesiano Arcana pp. 130 €. 14,00 Un testo ricco di notizie curiose, di aneddotica, di amore per la musica che argomenta con leggerezza la lung alista di “pro” e “contro” intorno ai Beatles intesi come gruppo e nella singolarità di Joh, Paul, George e Ringo.

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LEGGERE

Una casa senza biblioteca è come una fortezza senza armeria (da un antico detto monastico)

a cura di Maria Grazia D’Ettoris

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Nel primo capitolo, su La storiografia anteriore al bicentenario (pp. 1-56), sono prese in considerazione quattro fasi storiografiche fondamentali — il periodo risorgimentale, quello nazionalistico fino al fascismo, la storiografia filogiacobina del secondo dopoguerra e il grande dibattito per il bicentenario — e tre differenti interpretazioni, legate ad altrettante visioni di fondo: quella nazionalista, quella socioeconomica, o «classista», e quella definita «religiosa e “identitaria”» (p. 2). A quest’ultima è dedicato il secondo capitolo, L’importante rinascita degli studi in occasione del bicentenario (pp. 57-112) del cosiddetto Triennio Giacobino (1796-1799) e dei connessi moti popolari antirepubblicani e antifrancesi. La nuova corrente storiografica, cui ha dato un apporto fondamentale l’ISIN, l’Istituto Storico dell’Insorgenza, fondato a Milano nel 1995, ha visto negli insorgenti dei combattenti «in difesa della fede cattolica, dei sovrani e della loro civiltà (oltre che dei loro averi, delle loro donne, opere d’arte e terre depredate dai francesi» (p. 58). Ciò ha prodotto da un lato una reazione irritata, e talvolta scomposta, di quanti — nel mondo accademico e in quello dell’informazione — sono legati alla storiografia egemone; dall’al-

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tro lato un approfondimento della ricerca sulle insorgenze da parte di molti studiosi, che si sta rivelando ricca di riflessioni e spunti di grande interesse, mostrando che è possibile un nuovo approccio al tema, più sereno e intellettualmente onesto. Nel capitolo terzo, contenente Cenni conclusivi (pp. 113-122), Viglione riassume la storia della storiografia italiana sulle insorgenze controrivoluzionarie: «al silenzio generale dei decenni risorgimentali ha fatto seguito l’interpretazione nazionalista prima e nazionalista e sociale poi, i cui autori hanno avuto il demerito di adattare gli insorgenti alle esigenze politiche culturali dei loro giorni, ma anche il merito di aver iniziato a raccontare e interpretare gli eventi» (p. 113). Il silenzio e la mistificazione sono tornati nel secondo dopoguerra per motivi ideologici, ma il bicentenario prima della Rivoluzione francese e poi dell’Insorgenza ha stimolato una rinnovata, e più consistente, produzione storiografica. L’auspicio è che nel tempo «si possa costruire, nell’arricchimento vicendevole, una mai omogenea ma comunque generalmente condivisa presentazione della più grande e coinvolgente vicenda della storia degli italiani degli ultimi secoli» (p. 122).

onservali nella tua

Livio Zerbini I personaggi che hanno fatto grande Roma antica Newton & Compton pp. 384 € 9,90

La storia di Roma è innanzitutto la storia dei volti dei grandi personaggi che hanno contribuito a scriverla, con le loro azioni, le loro decisioni o i loro pensieri. In questa galleria di uomini che seppero fare grande Roma non compaiono solo comandanti e imperatori, ma anche poeti, scrittori, scienziati, architetti, come Cicerone, Virgilio, il cantore di Augusto e del principato, Seneca e Sant’Agostino, fine intellettuale e uno dei Padri della Chiesa.

Luca Ferrieri Fra l’ultimo libro letto e il primo nuovo da aprire Olschki pp. XVIII-336 €. 24,00 Fra l’ultimo libro letto e il primo nuovo da aprire si schiude il territorio segreto delle passioni di lettura, che fendono la notte e accendono il giorno. Fra primo e ultimo si apre il regno del penultimo, abitato dai sogni diurni, dalla tentazione del libro-cuscino, dalla sfida del libro-accetta. Il viaggio prende le mosse dalle passioni ‘tristi’ come la malinconia, la nostalgia, l’accidia, e fa rotta verso il desiderio di felicità e di amore che tutto muove. Cercando di far emergere i legami e gli intrecci tra le diverse passioni.

Valeria Fraschetti Sari in cammino Castelvecchi pp. 190 €. 18,50

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Marie Curie Lettere Dedalo pp. 360 €. 18,00 Marie Curie è stata la prima donna a insegnare alla Sorbona, ma soprattutto la prima a ricevere il premio Nobel. Rimasta vedova prematuramente, con due figlie di soli nove e due anni, Marie Curie ha saputo coniugare la sua brillante carriera scientifica con il ruolo di madre. Questa raccolta di oltre duecento lettere, scambiate con le figlie tra il 1905 e il 1934, testimonia il profondo legame con Eve e Irène, oltre a offrire un interessante spaccato della vita quotidiana di questa pioniera della ricerca e dell’emancipazione femminile.

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l volume presenta la storia culturale degli slavi, evidenziando sia le forze centrifughe che hanno portato alla formazione del più cospicuo numero di popoli che un’etnia europea abbia prodotto, sia gli sviluppi culturali del mondo slavo nei suoi diversi orientamenti verso l’Occidente latino e l’Oriente bizantino. Dopo una breve illustrazione della realtà contemporanea, si descrivono le comuni origini, seguendo le vicende degli slavi attraverso quel secolare processo di acculturazione che li ha elevati fra i protagonisti della storia degli ultimi due secoli. Il testo, arricchito da una serie di approfondimenti a cura di studiosi di diverse aree e competenze, offre una sintesi destinata a quanti studiano l’Europa orientale, e più in generale a quanti vogliono conoscere il mondo slavo e le sue culture e lingue soprattutto nelle loro radici medievali e moderne.

Ino Chisesi Sancti Come riconoscere i santi Ancora pp. 576 €. 26,00

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on 5000 immagini per 650 voci questo Dizionario si propone di costruire il primo immaginario della cultura visiva sacra occidentale. Dai protosanti biblici a quelli leggendari, dai martiri romani a quelli storicamente accertati, per arrivare agli ultimi santi riconosciuti dalla chiesa cattolica. Il tutto con una particolare attenzione ed evidenziazione delle iconografie e, dei simboli, degli attributi e dei segni per permetterne un facile riconoscimento. Una ricchezza di immagini unica, tramite la riproduzione di dipinti, sculture, mosaici, francobolli, medagliette, santini, reliquari. Il tutto con una particolare attenzione ed evidenziazione delle iconografie, dei simboli, degli attributi e dei segni, per permettere un facile riconoscimento del santo ritratto.

Francesco Pappalardo

Essere donna in India significa vivere tra pregiudizi e vessazioni. Perché, a dispetto di premier in sari o attrici scollate in Tv, in questo Paese la società è profondamente patriarcale. La giornalista Valeria Fraschetti inaugura i reportage di Castelvecchi Rx con un viaggio di oltre due anni alla scoperta di un Paese affascinante ma ancora troppo pieno di contraddizioni, in cui, a pagare il prezzo più alto della disuguaglianza sociale, sono, come sempre accade, proprio le donne.

Marcello Garzaniti Gli slavi Storia, culture e lingue dalle origini ai nostri giorni Carocci pp. 476 €. 39,00

CULTURA

Le insorgenze controrivoluzionarie nella storiografia italiana

assimo Viglione, ricercatore dell’Istituto di Storia dell’Europa mediterranea del Consiglio Nazionale delle Ricerche e docente all’Università Europea di Roma, studioso dell’Insorgenza, cioè delle resistenze in Italia alla Rivoluzione francese e all’invasione napoleonica, ha pubblicato Le insorgenze controrivoluzionarie nella storiografia italiana. Dibattito scientifico e scontro ideologico (1799-2012) (Leo Olschki, Firenze 2013, pp. 132, € 13,60), con cui intende «fornire una presentazione generale dell’intero sviluppo bisecolare della storiografia» (p. V) su questo tema. La considerazione di fondo di Viglione è che, a distanza di duecento anni dalle ultime insorgenze, il fenomeno comincia a essere più conosciuto, sia a livello storiografico sia presso il grande pubblico, anche se la maggior parte degli italiani non «immagina minimamente ciò che avvenne» (p. VIII). Per comprendere come sia stato possibile ignorare avvenimenti qualitativamente e quantitativamente significativi della storia della Penisola, Viglione analizza le cause remote e prossime di questo occultamento, l’atteggiamento della storiografia dominante, le principali correnti interpretative e gli argomenti più rilevanti.

N° 08/2013 - ANNO XXII - 15 ottobre

iblioteca AA. VV. Su Gerusalemme Castelvecchi pp. 192 €. 18,50

In questa raccolta di saggi, alcuni tra i più illustri architetti, artisti e storici esperti di Medio Oriente spiegano come la regolare coabitazione tra i diversi gruppi all’interno della «Città Santa» rappresenti un effettivo strumento di tutela delle loro reciproche ragioni e dei loro diritti e quindi una concreta possibilità di pace durevole.

Luce D’Eramo Il 25 luglio Elliot pp. 64 €. 7,50 Scritto nel 1943 subito dopo la destituzione di Mussolini ma pubblicato solo nel 1999, “Il 25 luglio” è il racconto in cui Luce d’Eramo, appena diciottenne, si è misurata per la prima volta con la Storia e con le sue urgenze etiche e pratiche: l’euforia e lo sgomento che divisero gli italiani, San Lorenzo e il Verano sotto le bombe alleate. Pur immersa attivamente nel presente di fatti gravi, nell’incredulità e negli improvvisi dubbi di una giovane universitaria di fede fascista, la narrazione sceglie lucidamente il passato remoto .

A cura di B. Barcaccia, F. Mancini Teoria e clinica del perdono Cortina pp. 248 €. 24,50 È davvero sempre possibile il perdono? Quali sono i fattori che ostacolano il processo? E quelli che lo facilitano? Può avere la pratica del perdono delle applicazioni di natura clinica? In questo volume, studiosi di differenti discipline affrontano per la prima volta il tema del perdono, della rabbia, della vendetta in ambito psicologico e psicoterapeutico. Sono messe in evidenza le potenzialità curative del perdono, contribuendo alla comprensione di un processo che permea in modo così significativo molti aspetti dell’esistenza umana.

Bowen, Chawla, Marlatt Mindfulness e comportamenti di dipendenza Cortina pp. 226 €. 22,00 Questo libro dedicato ai comportamenti di dipendenza presenta un programma di prevenzione delle ricadute molto innovativo, che integra la pratica della mindfulness con strategie cognitive e comportamentali evidence-based. Il programma prevede otto sessioni di gruppo, in cui i partecipanti abbandonano i loro abituali schemi di pensiero e acquisiscono abilità concrete per affrontare le sfide quotidiane del percorso di recupero.


N° 08/2013 - ANNO XXII - 15 ottobre

Letteratura Mediterranea INSERTO

Quando ci si può guardar soffrire e raccontare quello che si è visto, significa che si è nati per la letteratura.

Le ultime gocce di vino Giovanna Crisà

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mponente e vivida ricostruzione della Grecia classica, Le ultime gocce di vino è un romanzo di formazione e, al tempo stesso, il racconto della fine di un’epoca. Le memorie dell’ateniese Alexias abbracciano gli ultimi decenni del V secolo, gli anni delle dispute nell’Agorà tra Socrate e i sofisti e della Guerra del Peloponneso: l’apogeo e il crepuscolo della cultura greca. Testimone e protagonista della sua epoca, Alexias si scontra con

L

il padre e le sue arcaiche credenze, diventa discepolo di Socrate, partecipa ai Giochi atletici, che più che una prova fisica sono la rappresentazione simbolica di una visione del mondo. Al suo fianco c’è Liside, amico e amante di tutta la vita, con il quale combatte la disastrosa guerra contro Sparta e affronta l’assedio della polis. Il cuore del libro è però Atene, la patria della filosofia e della politica, dove la democrazia nascente si confronta con la tradizione e con le lotte di potere. Nel primo dei romanzi storici di Mary Renault, pubblicato per la

Il casale

’estate è asfissiante, Francesco è pigro e vorrebbe restare in città, ma Giulia non sente ragioni e lo costringe a partire per una settimana di vacanza al casale di campagna della zia Ester. Stanno insieme solo da qualche mese e il loro rapporto è ancora pieno di slancio, ma quando Giulia allunga i piedi nudi sul cruscotto e Francesco si accorge che ha gli alluci orribili, quasi deformi, è come se il mondo gli crollasse addosso: prova una tale repulsione che perfino il pensiero di far sesso con lei gli diventa impossibile. Da quel momento in

poi, come un sassolino che rotola a valle fino a diventare una valanga, tutto ciò che a Francesco accade nel casale sembra la conseguenza disastrosa di quella deformità. Come quando scopre che qualcuno si è messo a sterminare le galline, o che la zia Ester ha una vita notturna segreta, o che dietro il dito mozzo di Mario, il custode, si nasconde forse un misfatto inconfessabile e, ancora, dietro i modi timorosi della domestica Clara, insieme alle paure di una donna schiavizzata, si cela un insospettabile animo poetico.Francesco intuisce che al casale, nascosta da

Paul Harding L’ultimo inverno Beat pp. 224 €. 9,00

comportamenti rigorosi e aristocratici, si sta preparando una sciagura. E quando si renderà conto di trovarsi al centro della scena in cui si scateneranno gli eventi, sarà ormai troppo tardi per tornare indietro. Dovrà guardarsi dentro, riconoscendo l’abisso che si apre tra ciò che ha creduto di essere e ciò che è realmente.Con uno stile che gioca sapientemente con i generi e li piega a soluzioni del tutto inattese, Il casale ci racconta la deformità nascosta dietro le apparenze piú abbaglianti.

Francesco Formaggi Il casale Ner Pozza pp. 240 €. 16,50

Una campana per Adamo

A

i margini di un villaggio nel sud della Germania degli anni Sessanta, là dove cominciano i campi, c’è una casetta di assi sghembe in cui abitano Aja e sua madre Évi. Zigi, il padre di Aja, è lontano, in qualche remoto angolo del mondo dove ogni sera si esibisce come trapezista. Anche Seri e Karl, gli amici di Aja, devono fare i conti con mancanze dolorose. Seri era nata da poco quando, nella luce gialla del pomeriggio, suo padre si portò improvvisamente le mani al petto e alla gola e si spense tra le braccia di sua madre. Una tragedia, misteriosa e straziante ha offuscato, invece, l’infanzia di Karl: in una bella giornata di primavera, il suo fratellino è salito sull’auto di uno sconosciuto ed è scomparso nel nulla. Come per un incanto, la vita in comune dei tre bambini, nell’atmosfera stralunata e

idilliaca del villaggio e del giardino di Aja, sembra rimuovere ogni lutto. I giorni chiari e lieti dell’infanzia hanno il sopravvento, e l’esistenza è spensierata sotto lo sguardo amorevole delle madri. La vita adulta, però, coi suoi compromessi e le sue disillusioni, le sue sconfitte e i suoi lati oscuri, è in agguato. I giorni chiari è un grande romanzo che, con uno stile sospeso e struggente, cattura il lettore e lo porta per mano attraverso un mondo incantato.

Zsuzsa Bánk, nata nel 1965, dopo aver lavorato come libraia, ha intrapreso gli studi di giornalismo, scienze politiche e lettere nelle università di Mainz e di Washington. Vive a Francoforte con il marito e due figli. Il suo primo romanzo, Der Schwimmer, ha ricevuto grande consenso di critica e pubblico e numerosi premi, tra cui il Deutscher Buchpreis. G.C.

John Hersey Una campana per Adamo Castelvecchi pp. 254 €. 18,50

Èdouard Bourdet

Gina Buonaguro, Janice Kirk I lupi del Vaticano Newton & Compton pp. 352 €. 9,90

prima volta nel 1956, la passione per la Grecia antica diventa la chiave per trattare temi universali, compreso quello, allora tabù, dell’omosessualità.

Mary Renault Le ultime gocce di vino Castelvecchi pp. 382 €. 19,50

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’ultimo inverno è un romanzo d’esordio di rara potenza espressiva, dominato da un linguaggio plasmato dalla penna di un grande scrittore, un romanzo sull’America di ieri e di oggi che parla dell’amore tra un padre e un figlio, della fierezza della natura, del ricordo e della fantasia.

Melo Freni Riscatto Paoline pp. 176 €. 13,00

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i racconta di Genni, un giovane siciliano, coinvolto, involontariamente, in una storia di violenza e di morte e che si ritrova a dovere scontare la pena dell’ergastolo. Durante i trenta anni della sua permanenza in carcere, prima di ottenere la grazia dal Presidente della Repubblica, Genni, aiutato dalla benevolenza di vari personaggi (il superiore e sua moglie, il cappellano, l’assistente sociale), matura il desiderio di riscattare la sua vita e di «risalire la china» da sponde di male e di vendetta, verso orizzonti di bene e di speranza. Libero dal carcere, si reca come volontario in Kenia e qui si dedica agli altri con un amore che lo porterà a donare la sua vita fino al martirio: infatti morirà durante un agguato... Genni, come lui stesso si definì: visse nell’ombra dei giorni e fu testimone della fecondità della colpa.

Roma, 1508. In un mattino piovoso, dalle acque del Tevere viene ripescato il cadavere di una donna, dai capelli straordinariamente biondi. Francesco Angeli assiste alla scena e rimane sconvolto: lui conosce bene quella donna. Costretto dal padre a lasciare Firenze per aver sedotto una nobildonna sposata, Francesco è arrivato a Roma per lavorare come garzone nella bottega di Michelangelo. Il più grande pittore di tutti i tempi – impegnato nella realizzazione della Cappella Sistina – è dispotico e lunatico, e lo sottopone a ogni genere di malumori e bizzarre richieste. Perciò Francesco preferisce di gran lunga la compagnia di Raffaello e del suo circolo di aspiranti artisti, che si ritrovano nel bordello della cortigiana del posto. Ed è proprio Calendula, la più bella delle ragazze del bordello, a essere stata ritrovata sulla riva del Tevere. Francesco decide di gettarsi a capofitto nella ricerca dell’assassino, una ricerca che lo porterà a navigare in acque molto pericolose… Un appassionante thriller storico sullo sfondo della Roma rinascimentale, violenta, corrotta e opulenta.

Marcello Simoni L’isola dei monaci senza nome Newton & Compton pp. 336 €. 9,90 Il 2 luglio 1544 l’armata del corsaro ottomano Khayr al-Dīn Barbarossa mette sotto assedio le coste dell’isola d’Elba. Lo scopo è liberare il figlio di Sinan il Giudeo, suo generale delle galee, tenuto in ostaggio dal principe di Piombino. Il vero interesse del corsaro non è però il giovane, bensì il terribile segreto che egli custodisce. Il figlio di Sinan è infatti l’ultimo depositario di un mistero risalente ai tempi di Gesù e in grado di minare le basi della fede cattolica. Ma il Rex Deus è stato occultato per oltre quindici secoli ed entrarne in possesso sarà tutt’altro che semplice. Il giovane dovrà seguire un’antica pista di indizi lasciata da un monaco templare, destreggiandosi tra rivalità di corsari, intrighi di corte e battaglie navali. E dovrà anche sventare il complotto della Loggia dei Nascosti, intenzionata a mettere le mani su quell’antico segreto… Marcello Simoni ha pubblicato diversi saggi storici; con Il mercante di libri maledetti, romanzo d’esordio, ha superato le 500 mila copie, ha vinto il 60° Premio Bancarella, è stato selezionato al Premio Fiesole 2012 ed è stato finalista al Premio Emilio Salgari 2012.

Amy Bratley L’amore della mia vita Newton & Compton pp. 384 €. 9,90 Al settimo mese di gravidanza, Mel sta per iniziare un corso di accompagnamento al parto, insieme ad altre future madri. Ma proprio qualche minuto prima di entrare in aula per la lezione, il suo compagno, di punto in bianco, la lascia. Sconvolta, Mel si prepara ad affrontare il parto e la maternità nella più disperata solitudine. E invece, proprio tra il gruppo di partecipanti al corso preparto, scoprirà nuove, inaspettate amicizie: Katy, una ricca donna in carriera con un marito da sogno, che pensa di poter controllare tutto, ma non sa ancora che la natura può prendere strade impreviste; l’esuberante Lexi, che sembra cavarsela molto bene da sola, fino a quando l’unico uomo che abbia mai amato riappare improvvisamente nella sua vita; Rebecca, la più giovane del gruppo, forte, indipendente e determinata ad andare avanti nonostante le difficoltà; e infine Erin, che nasconde una tragedia avvenuta in passato… Cinque vite diverse, ma ugualmente complicate: cinque future madri che scopriranno presto come una grande amicizia può cambiare radicalmente il destino. «Non è il solito scontato romanzo d’amore ma un racconto che ci aiuta a guardare dentro di noi e a riscoprire il sapore delle piccole cose quotidiane. Per tornare a sorridere e ad amare anche quando ci hanno fatto il cuore a pezzi.» Donna Moderna


Religione

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Conclusi i festeggiamenti della Madonna del Rosario

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agusa - “Rendere testimonianza a Cristo di fronte a tutti i popoli”. Si sono concluse con questo significativo messaggio le celebrazioni in onore della Madonna del Rosario che anche domenica 13 ottobre, così come è accaduto per tutto il novenario nella chiesa dell’Ecce Homo, hanno fatto registrare una notevole partecipazione di fedeli. Due i momenti più intensi che hanno caratterizzato la giornata della festa esterna. Intanto la solenne processione che il parroco, padre Giovanni Bruno Battaglia, ha avuto modo di vivere per la prima volta, essendo stato nominato solo da qualche mese, rimanendo colpito dal fervore che gli abitanti del quartiere del centro storico di Ragusa, e non solo, hanno dimostrato nei confronti della Vergine, perpetuando quel filo indissolubile che lega tutti coloro che sono cresciuti sul territorio parrocchiale, compresi quelli che si sono trasferiti in altre zone della città, alla chiesa dell’Ecce Homo. Il simulacro, subito dopo la conclusione della messa pomeridiana, è stato trasportato dai portatori sul sagrato. E qui, tra lo scoppio dei mortaretti e una pioggia colorata di strisce di carta, è stato sistemato sul tradizionale carro per essere trasportato, come accade ogni anno, lungo l’itinerario che tocca le principali vie del quartiere. L’altro momento ricco di significato, che per il secondo anno si è realizzato e che ha riscosso un’attenzione non ordinaria da parte dei residenti, è il cosiddetto “Risveglio mariano”. La richiesta di solidarietà tangibile da parte dei componenti del comitato, dei ragazzi del catechismo e dell’oratorio, che sono andati a cercare le offerte per i più bisognosi, accettando anche generi alimentari, ha preso corpo in un modo completamente nuovo, grazie anche all’ausilio del corpo bandistico “Alessandro Scarlatti” diretto dal maestro Sebastiano Gurrieri. Il gruppo ha così percorso le varie strade del quartiere, annunciando il giorno di festa con l’esecuzione di gioiosi brani musicali. “La gente – afferma Paolo Antoci, che si è occupato dell’organizzazione di questo speciale momento – ha risposto ancora con maggiore attenzione rispetto alla prima edizione. Significa che abbiamo toccato le corde della sensibilità pur in un momento così difficile. Ma è proprio quando i problemi sono parecchi che la solidarietà diventa ancora più importante. Piccoli gesti che, così come è accaduto ieri mattina, si traducono in qualcosa di consistente per aiutare chi ha bisogno”. Dopo il trattenimento pirotecnico al rientro, il parroco e il comitato hanno dato appuntamento ai fedeli per i festeggiamenti del 2014.

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Riflettiamo iflettiamo con con ii Libri ibri

Alcuin Reid La sviluppo organico della liturgia Cantagalli pp. 200 €. 22,00

Quali sono stati i cambiamenti e gli sviluppi della liturgia del Rito romano prima e dopo il Concilio di Trento? Quali i principi che hanno determinato i confini di una legittima riforma liturgica lungo i secoli? Dom Alcuin Reid esamina taliquestioni in maniera sistematica e chiara,individuando sia il contenuto che il contesto di quel principio di “sviluppo organico” - principio fondamentale della riforma liturgica della Costituzione Sacrosantum Concilium - offrendo così un prezioso contributo per un approfondimento e una migliore interpretazione della natura del Movimento liturgico. La convinzione che anima il cristianesimo è ben A cura di Dotolo, Giorgio lontana da un banale ottimismo radicato sull’illuCredo sione che il negativo possa essere eliminato, che Edb la morte sia solo uno scomodo coinquilino, che pp. 388 €. 32,50 il futuro possa essere la soluzione a un presente instradato in una via senza uscita. Piuttosto, esso si propone di suggerire un umanesimo in grado di attraversare il negativo e il positivo del mondo e della storia prendendo in esame i grandi temi della risurrezione della carne e della vita eterna. I diritti della famiglia sono oggi seriamente minacciati in molti modi e un po’ ovunque. Vecchie e nuove fragilità interne si combinano con attacchi provenienti dall’esterno: povertà, movimenti migratori, precarietà del lavoro, persecuzioni religiose rendono la vita familiare particolarmente difficile. Alla luce della Carta dei diritti della famiglia - promulgata dalla Santa Sede nel 1983 e il cui testo integrale è opportunamente disseminato nel libro -, con linguaggio semplice e familiare gli autori propongono una verifica del grado di attuazione dei singoli diritti, con attenzione specifica, ma non esclusiva, al nostro Paese.

F. Belletti, G. Ottonelli I diritti della famiglia Paoline pp. 144 €. 12,50

Il testo affronta un argomento piuttosto insolito J. Monbourquette, D. nella letteratura: come prepararsi a concludere Lussier-Russel la propria esistenza su questa terra. Il libro, nel La speranza progetto degli autori, è una guida vera e propria Paoline a ben concludere la vita. E i timori, la paura della pp. 248 €. 17,00 morte, tutto quanto può essere motivo di sofferenza e di angoscia per chi sa di essere alla fine. Tutto questo viene illuminato nelle zone d’ombra da uno sguardo sereno sulla realtà, facendo leva su quello che c’è di buono e di consolante, sia nel passato della propria vita che nel presente; e godere di quello che si ha a disposizione oggi.

Cyril John Sulla breccia davanti a Dio Paoline pp. 158 €. 10,00

Cyril John ci spiega in modo semplice cos’è la preghiera di intercessione. Questo libro sarà di aiuto a tutti coloro che sono all’inizio nel campo della preghiera d’intercessione: il suo insegnamento è chiaro e illustrato con numerosi e appropriati esempi e testimonianze. Sarà utile anche a chi ha già dimestichezza con l’argomento: contiene dei richiami alla preghiera per crescere nella santità e sottolinea il legame intrinseco dell’intercessione con l’evangelizzazione e la missione. La ricerca di Gian Luigi Prato è stata in gran parte Milani, Zappella rivolta «al tentativo di una migliore comprensione “Ricercare la sapienza della storia dell’Israele di epoca biblica, vista alla di tutti gli antichi” luce delle culture e della storia del tempo». Edb

pp. 480 €. 44,00

I portatori e il simulacro

Paola Giovetti Beato Rolando Rivi San Paolo pp. 88 €. 10,00

Nel tragico periodo precedente la fine del secondo conflitto mondiale, Rolando Rivi, un ragazzo di San Valentino (Castellarano, Reggio Emilia), buono e intelligente, di famiglia contadina, seminarista quattordicenne dalla vocazione precoce, reo unicamente di vestire l’abito sacerdotale e di manifestare con fierezza la sua appartenenza a Gesù e alla Chiesa, viene barbaramente percosso e ucciso in odio alla fede da partigiani comunisti. Di Rolando Rivi è stato riconosciuto il martirio e oggi il seminarista è beato. Una storia esemplare e commovente. Davide Perillo Io non ho paura San Paolo pp. 143 € 10,00 La vicenda commovente e al tempo stesso piena di speranza di Francesca Pedrazzini, colpita da una malattia incurabile ma capace di trovare nella fede la risorsa per vivere anche questa prova nella serenità e nell’amore. Accompagnata dalla famiglia, il marito Vincenzo, i figli Cecilia, Carlo, Sofia, e dai molti amici di Comunione e Liberazione, Francesca affronta l’ultimo viaggio come la preparazione a una grande festa. La sua vita e la sua morte diventano così una fortissima testimonianza di fede.

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ibri dello

Dionigi Tettamanzi La Chiesa che Cristo ama Ancora pp. 160 €. 15,00 Si può amare la Chiesa, soprattutto quando è scossa da discordie e veleni e il suo volto è sfigurato dal peccato? È questa la Sposa che Cristo ama, al punto da aver dato la vita per essa? La Chiesa ammonisce il cardinale Tettamanzi - sarà capace di annunciare in maniera incisiva il Vangelo solo se tutti i suoi membri sapranno recuperare uno sguardo di fede che superi “la meschinità o la deformità di visioni e interpretazioni prevalentemente umane, se non persino mondane”.

Remo Piccolomini Percorsi cristiani Città Nuova pp. 200 €. 16,50 Nell’Anno della Fede promosso da Benedetto XVI, Piccolomini disegna un percorso di riflessione sul Simbolo degli Apostoli come strumento di riscoperta dei fondamenti della nostra fede. Soffermandosi in particolare sulla fede nel Padre, in Gesù Cristo e nella Chiesa, con un linguaggio accessibile a tutti, l’Autore declina i tre temi attingendo ai documenti del Concilio Vaticano II e a quanto hanno detto grandi pensatori cristiani, in particolare agli scritti di sant’Agostino, che ha saputo in modo mirabile dare ragione della sua fede.

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pirito

Adalberto Piovano Camminare umilmente con Dio San Paolo pp. 192 € 14,00 Che cos’è la vita spirituale se non un cammino umile, passo dopo passo, accanto al Signore che ci guida con la luce e la forza del suo Spirito? I padri del deserto ci insegnano a camminare umilmente con Dio e a raggiungere quella via che conduce all’unità permettendo di “fare monaco l’uomo interiore”. “Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la bontà, camminare umilmente con il tuo Dio” (Mi 6,8).

Innocenzo Gargano Lectio sivina su il Vangelo di Marco/4 Edb pp. 120 €. 14,00 Il viaggio di Gesù verso Gerusalemme inizia con la guarigione della figlia della donna sirofenicia e si conclude con una dichiarazione straordinaria di Gesù: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». La guarigione del cieco di Gerico, da dove incomincia la salita verso la città santa, si conclude in modo analogo: «Va’, la tua fede ti ha salvato». Là c’era la fede della cananea, qui c’è la fede di Bartimeo, figlio di Timeo, un giudeo.

Giovanni Nervo Le pratiche della carità Edb pp. 80 €. 6,00 Una volta si imparavano a memoria al catechismo. Poi sono scomparse, dal libro e talvolta anche dalla vita. Erano due elenchi, entrambi in sette punti. Le opere di misericordia spirituale invitavano a insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consigliare i dubbiosi, confortare gli afflitti, perdonare le offese ricevute, sopportare le persone moleste e pregare Dio per i vivi e per i morti. Le opere di misericordia corporale imponevano invece di dar da mangiare agli affamati e da bere agli assetati, di vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati e seppellire i morti.

A cura di Carla Busato Barbaglio, Alfio Filippi Disperare e sperare, morire e risorgere Edb, pp. 144 €. 12,50 Che cosa significa oggi sperare e risorgere? Come si possono trovare nella quotidianità gli elementi che permettono di armonizzare la speranza e la vita? E come riconoscere le tante risurrezioni che già avvengono, in attesa di quella dei morti? Questo volume propone le relazioni, i testi e gli interventi elaborati per il convegno Disperare e sperare, morire e risorgere, che si è svolto a Roma, alla Facoltà valdese di teologia, nel marzo 2012, in ricordo del biblista Giuseppe Barbaglio.


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Calabria C

atanzaro - L’Assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione Nazionale e Comunitaria, Giacomo Mancini, ha presentato venerdì 11 ottobre – alla Fondazione Terina di Lamezia Terme – la seconda fase dei Progetti Integrati di Sviluppo Locale: quella concernente i bandi sugli aiuti alle imprese. Ad affiancare l’Assessore c’erano il direttore e le dirigenti del Dipartimento Turismo della Regione, Pasquale Anastasi, Gabriella Rizzo e Consolata Loddo; il responsabile del procedimento Pisl, Luigi Zinno; Tommaso Calabrò dirigente del Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria. In particolare, alla presenza degli amministratori e degli imprenditori dei territori coinvolti, sono stati illustrati i due bandi relativi ai Pisl “Sistemi turistici locali/ Destinazioni turistiche locali” che hanno una dotazione finanziaria complessiva di 51 milioni di euro, provenienti dalle Linee di intervento 5.3.2.3 (quarantuno milioni e sessantaduemila euro) e 5.3.2.2 (dieci milioni 508 mila) del Por Calabria Fesr 2007-2013. Dopo avere siglato le convenzioni Pisl per la realizzazione delle opere infrastrutturali, infatti, è arrivato il momento di dare attuazione alle agevolazioni previste, già finanziate con la delibera di Giunta regionale 466 del 19 ottobre 2012, che ha approvato le graduatorie dei Pisl. «Oggi iniziamo la seconda fase dei Pisl , quella che è rivolta agli imprenditori privati – ha detto Mancini -. Dopo aver concluso la prima fase per gli enti pubblici territoriali con i quali abbiamo siglato le convenzioni e ai quali

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abbiamo erogato le anticipazioni mettendo così nelle condizioni gli amministratori di realizzare le opere pubbliche, adesso lavoriamo sui bandi che sono rivolti ai privati. Questi strumenti sono pensati per gli imprenditori che operano in uno dei 217 comuni compresi tra il partenariato dei 17 Pisl finanziati che riguardano il turismo. Per loro abbiamo stanziato 51 milioni di euro a valere sui fondi comunitari ai quali dovranno aggiungersi i capitali privati investiti dagli imprenditori. Sul territorio ci sarà’ un vero e proprio effetto moltiplicatore. Mettiamo – ha aggiunto ancora Mancini – nelle mani dei calabresi un altro strumento che consentirà di migliorare la ricettività della nostra regione e i servizi turistici. Continuiamo così, dunque, sulla strada tracciata dal Presidente Scopelliti di puntare in particolare sul turismo come volano di sviluppo della Calabria. Perché ciò’ avvenga, è importante che sia il pubblico che il privato si rimbocchino le maniche continuando il lavoro di squadra già da tempo avviato. Adesso – ha concluso l’Assessore - ci aspettiamo che gli imprenditori che aderiscono a questi bandi realizzino progetti capaci di offrire una accoglienza di qualita’ che consenta di raccogliere flussi turistici sempre maggiori”. Gli aiuti riguardano investimenti e servizi reali. Ne possono beneficiare piccole e medie imprese con sede operativa in tutti i comuni ricadenti nelle aree dei Pisl finanziati con la delibera 466 del 2012, che ha approvato le graduatorie dei Progetti integrati di sviluppo locale. Lo strumento individuato è quello dei Pacchet-

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Pisl: aiuti alle imprese per 51 mln di euro ti integrati di agevolazione (Pia), che consentono la richiesta di contributi finanziari attraverso la presentazione di piani di sviluppo aziendale economicamente validi. I Pisl coinvolti sono diciassette (di cui dodici in entrambi i bandi), con soggetti capofila: nel Catanzarese, la Provincia, il Comune di Gizzeria, la Comunità montana Monti Reventino, il Comune di Squillace; nel Cosentino, i Comuni di San Giovanni in Fiore, Scalea, Amantea, Castrovillari, Cassano allo Jonio e Belvedere Marittimo; nel Crotonese, la Provincia; nel Reggino, i Comuni di Gerace, Bagnara Calabra, Santo Stefano in Aspromonte e il Consorzio Locride; nel Vibonese, i Comuni di Vibo Valentia e di Tropea. Le Amministrazioni municipali coinvolte, in totale, sono 217, di cui sessantadue nel Catanzarese, sessantasette nel Cosentino, 23 nel Crotonese, trentasette nel

Reggino e ventotto nel Vibonese. Quali interventi possono essere finanziati: primo bando (linea 5.3.2.3). Sono finanziabili la qualificazione, il potenziamento e l’innovazione dei sistemi di ospitalità attraverso interventi per: migliorare le funzionalità e la qualità dei servizi delle strutture ricettive esistenti (anche attraverso la realizzazione di impianti e servizi connessi); realizzare nuova ricettività di alta qualità; realizzare “alberghi diffusi” nei centri storici. Quali interventi possono essere finanziati: secondo bando (linea 5.3.2.2). Sono finanziabili interventi realizzati da imprese che operano nel comparto del turismo per la progettazione e la realizzazione di nuovi prodotti/servizi turistici basati prioritariamente sugli itinerari tematici (naturalistici, culturali, enogastronomici). Si possono inoltre ricevere con-

tributi per interventi che prevedono la nascita e il potenziamento di imprese in grado di erogare le tipologie di servizi turistici per: organizzazione di eventi e iniziative; fruizione del patrimonio ambientale, architettonico e culturale; promozione e gestione di specifici Prodotti/Pacchetti turistici; servizi alle imprese turistiche (innovazione tecnologica processi back office e front office, gestione comune acquisti, promozione e prenotazione, etc.). E’ data priorità alle imprese di servizi costituite da reti di Operatori turistici. Lo strumento di incentivazione. Lo strumento individuato è quello Pacchetti integrati di agevolazione (Pia), che consentono la richiesta di contributi finanziari attraverso la presentazione di Piani di sviluppo aziendale relativi a: investimenti produttivi; servizi reali; formazione.

Il Rotary incontra il sindaco di Cassano

assano all’Ionio (CS) Rotary club Sibari Magna Grecia - Cassano all’Ionio è stato ospite al Palazzo di Città di Cassano. Papasso ha accolto positivamente la richiesta di un incontro da parte del presidente Angelo De Luca e dei componenti del direttivo ospitando i rappresentanti del club cassanese nell’ufficio del sindaco. «Il Rotary club Sibari Magna Grecia-Cassano all’Ionio - ha sottolineato il presidente De Luca - si unirà alla rete di volontari impegnati a migliorare le condizioni di vita nelle rispettive comunità e a promuovere la buona volontà internazionale tramite progetti, borse di studio, scambi culturali e sovvenzioni per iniziative umanitarie e di sviluppo». Il sindaco Papasso, che aveva già rappresentato la Città di Cassano in occasione della cerimonia di consegna della Carta costituzionale al nuovo club cassanese

al teatro comunale, ha dato il benvenuto al Club: «Il Rotary è un club molto radicato in tutta Italia e non solo, il fatto che sia nato anche nel comune di Cassano, ha sottolineato Papasso, rappresenta un motivo di soddisfazione, l’associazione contribuisce ad elevare il livello di confronto democratico in città». Appello del sindaco alla collaborazione «per superare conflitti e divisioni per remare tutti insieme a favore del progresso e del bene comune di Cassano. Auspico che con il Rotary si possa avviare un percorso di confronto serio, costruttivo e di stimolo anche per migliorare l’azione amministrativa». L’incontro sobrio e cordiale si è concluso con gli scambi dei gagliardetti del Rotary e dell’Amministrazione comunale e la richiesta di iscrizione del Rotary club Sibari Magna Grecia-Cassano all’Ionio nell’albo comunale delle associazioni. ta a tutte le culture e fedi religiose e prevede iniziative

e progetti locali, che andranno a soddisfare le esigenze del tessuto sociale e culturale di Cassano. Il Club Rotary Sibari Magna GreciaCassano All’Ionio, ha aggiunto De Luca, si unirà alla rete di volontari impegnati a migliorare le condizioni di vita nelle rispettive comunità e a promuovere la buona volontà internazionale tramite progetti, borse di studio, scambi culturali e sovvenzioni per iniziative umanitarie e di sviluppo. Dal canto suo, il sindaco Papasso, ha dato il benvenuto alla neonata associazione Club Rotary, nell’universo delle associazioni cittadine. Il Rotary è un club molto radicato in tutta Italia e non solo, il fatto che sia nato anche nel comune di Cassano, ah sottolineato Gianni Papasso, rappresenta un motivo di soddisfazione. Al di là degli steccati e le ideologie di parte, per il primo cittadino, simili associazioni contribuiscono ad elevare il livello di confronto democratico in città. Il Sindaco Papasso, ha

colto l’occasione per lanciare un appello alla collaborazione, superando conflitti e divisioni che non hanno ragione di essere per remare tutti insieme per favorire il progresso e il bene comune di Cassano. Papasso, ha auspicato che con il Rotary si possa avviare un percorso di confronto serio, costruttivo e di stimolo anche per a migliorare l’azione amministra-

tiva. L’incontro si è concluso con uno scambio dei gagliardetti tra il sindaco Papasso e il presidente De Luca. Da segnalare, infine, la richiesta avanzata dal presidente del Club Rotary Sibari Magna Grecia – Cassano All’Ionio, Angelo De Luca, di chiedere al consiglio comunale l’inserimento del club nel registro comunale delle associazioni.


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rotone - Sono opera del maestro orafo crotonese Michele Affidato le corone con cui il Cardinale Monsengwuo Pasinya, titolare della Basilica di Ostia Lido, affiancato dall’arcivescovo Monsignor Cyril Vasil e circa trenta presbiteri, lo scorso 28 ottobre ha incoronato la Madonna di Regina Pacis durante una solenne concelebrazione cui ha partecipato, insieme alle rappresentanze

Un momento dell’incoronazione

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istituzionali del territorio lidense, un eccezionale numero di fedeli che hanno visto finalmente messa nel giusto risalto la loro profonda devozione mariana. La comunità di Ostia ha voluto così esprimere la propria rinnovata devozione alla Vergine della Pace, in un momento in cui il tema della pace assume una particolare rilevanza e drammaticità. La Basilica per questo fu costruita nel 1926, sotto Pio XI, e per questo continua ad offrirsi come segno di ripudio alla violenza e alla guerra. Per il maestro Michele Affidato, ormai specializzato nella creazione e nel restauro di opere di arte sacra, si è trattato di un nuovo incarico prestigioso giunto da fuori regione. Nelle

Affidato impreziosisce la Madonna di Regina Pacis corone la particolare lavorazione eseguita interamente a mano evidenzia vari motivi floreali a rilievo con incastri dove sono state incastonate pietre naturali di topazio azzurro e ametiste di taglio sfaccettato. Michele Affidato, nel saluto al Cardinale Monsengwuo Pasinya ha evidenziato il particolare impegno che lo ha mosso nell’esprimere artisticamente l’opera di prezioso e puro artigianato, non trascurando infine gli auguri al Cardinale nominato fra gli otto “saggi” che Papa Francesco ha nominato per la riforma della curia romana. Proprio Papa Francesco lo scorso 18 settembre aveva benedetto le corone della Madonna di Regina Pacis e sono, quindi, già 4 le opere di arte sacra realizzate da Affidato e benedette da Papa Bergoglio. Reduce del premio “Nella Memoria di Giovanni Paolo II” che si è tenuto nel mese di settembre nel Istituto penale minorile “Malaspina” di Palermo, dove ha realizzato i premi, Affidato è impegnato nel realizzare un’altra opera di arte sacra che consiste in uno Stellario per la statua della Beata

Approvato e finanziato il progetto Green Communities

astrovillari (CS) - Approvato un importante progetto di efficientamento energetico per una scuola castrovillarese presentato dal Comune e finanziato dal Ministero dell’Ambiente. Il progetto è stato accolto in toto dal dicastero e grazie ai fondi messi a disposizione arriveranno in città circa un milione di euro al fine di riqualificare l’edificio e la palestra. Lo ha reso noto l’Assessore allo Sviluppo Ambientale e Tecnologico, Angelo Loiacono, che su delega del Sindaco Mimmo Lo Polito, ha partecipato, nel pomeriggio, alla riunione operativa presso la sede centrale dell’UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) di Roma. Sul Tavolo le modalità operative con cui avviare il progetto. Quello castrovillarese è stato curato nella fase iniziale dall’ingegnere Salvatore Leto, particolarmente soddisfatto, il quale si è occupato pure di quelli dei Comuni del Pollino; il professionista in questa fase realizzativa avrà inoltre la funzione di coordinare i 12 interventi presentati tra quelli delle Regioni Convergenza coinvolti dal progetto Green Communities. “Il Comune di Castrovillari ha esibito un progetto- spiega l’amministratore- per la riqualificazione energetica della Scuola Media “Enrico De Nicola” con l’obiettivo di ottimizzare le condizioni dell’edificio, per una migliore vivibilità dei locali da parte degli studenti e, parallelamente, per rendere la struttura maggiormente efficiente dal punto di vista energetico. Il risparmio sui costi sostenuti dall’Ente – ricorda-

passa dai tagli che si riescono a fare in ambiti differenti; questo intervento taglierà circa il 50% dei consumi energetici generati dalla scuola media.” “Ci sono in cantiere - afferma ancora- altre iniziative in tale ambito, ma è bene ottenere prima il risultato e successivamente parlarne. La politica degli “annunci” non appassiona più nessuno.” L’ambito in cui si colloca il Progetto riguarda le “Regioni Obiettivo Convergenza” all’interno del Programma Operativo Interregionale (POI) “Energie rinnovabili e risparmio energetico (FESR) 2007-2013”, finanziato dai fondi comunitari e nazionali. “In un momento di gravi difficoltà economiche – sostiene l’Assessore Loiacono – non possiamo permetterci il lusso di perdere di vista i bandi pubblicati dall’Unione Europea, dai Ministeri, dalla Regione e più in generale i fondi stanziati per la progettualità dei Comuni italiani.” Un’iniziativa esempio e guida importantissimi per ciò che potranno suscitare nel-

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la collettività. “Non a caso- precisa Loiacono- le amministrazioni pubbliche non potranno chiedere ai cittadini di intervenire nell’ambito dell’efficientamento energetico se prima non dimostreranno, con i fatti, di credere nello sviluppo sostenibile e nel perseguimento di efficienza energetica ed adozione di nuovi stili e modelli di consumo. Tale tematica verrà trattata anche all’interno del progetto europeo RECOIL, a cui l’Amministrazione, attraverso l’Assessorato allo Sviluppo Ambientale, ha già aderito; questo verrà avviato nelle scuole nel mese di ottobre e proseguirà durante tutto l’anno scolastico, grazie al finanziamento dell’Unione Europea. Ciò- conclude Loiacono - vedrà l’Amministrazione Lo Polito impegnata nel far comprendere ai più piccoli, ossia al nostro futuro, che la diminuzione della produzione dei rifiuti ed il recupero, il riciclo ed il riuso dei rifiuti sono fondamentali per non continuare a devastare quello che ci è stato donato.”

Il card. Monsengwo Pasinya, Michele Affidato e Don Ludovico Barbangelo

Vergine Immacolata di Castelsilano risalente alla metà dell’800. A quest’opera commissionata dal parroco Don Francesco De Simone è legata la nascita di una congregazione di suore, le Figlie dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires, oggi operanti principalmente in Argentina, la cui fondatrice è Madre Eufrasia Iaconis, illustre figlia di Castelsilano. Nel 2012, nelle vesti di Cardinale di Buenos Aires, proprio Papa Bergoglio ha indetto, portato avanti e concluso il processo diocesano di beatificazione di Madre Eufrasia. L’opera che l’orafo Michele Affidato realizzerà sarà benedetta da

Papa Francesco in Vaticano il 23 ottobre ed il prossimo 8 dicembre in una solenne celebrazione a Castelsilano sarà sistemata sulla statua lignea raffigurante l’Immacolata Concezione. Con la sua arte Affidato sta segnando in vari luoghi un momento storico ben preciso nel realizzare opere che raccontano la tradizione e il culto di un popolo, opere destinate a restare nella storia. Il Maestro orafo crotonese firma con la sua arte orafa anche eventi e premi prestigiosi; infine l’orafo crotonese è impegnato nella creazione di una nuova linea di monili ai quali presterà ancora una volta il volto la bella Anna Falchi.

Il Rotaract aiuta la Caritas

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origliano (CS) - Il Rotaract Club Corigliano Rossano “ Sibarys” continua a lavorare attivamente nel sociale, infatti recentemente i soci rotaractiani hanno deciso di aiutare fattivamente la Caritas, prestando servizio alla mensa serale per i poveri svoltasi nella sede di Sant’Antonio a Corigliano Calabro, centro storico. L’evento è stato fortemente voluto dal Presidente , avvocato Ramona Rugna, nonché da tutti gli altri soci, in particolare per il Rotaract hanno prestato servizio i soci Francesco Scarcella, Francesco Madeo, Annacarmen Cosenza, Barbara Marino, Anna Straface, Terry Straface e Laura Carnevale, nonché altre persone esterne all’associazione quali l’avvocato Giuseppe Vena che hanno partecipato all’attività collaborando. Il Presidente, avv. Rugna, nonché tutti gli altri soci hanno sostenuto tali attività in quanto, essendo il Rotaract un club di service sposa appieno quelle che sono le

finalità della Caritas. Quest’ultima , infatti, ha come fine quello di aiutare la comunità a partire dai problemi, dai fenomeni di povertà , dalle sofferenze della gente, dalla lacerazioni presenti sul territorio per costruire insieme risposte di solidarietà e per allargare il costume della partecipazione e della responsabilizzazione. La Caritas svolge diversi compiti, quali l’animazione della comunità, il coordinamento delle iniziative ecclesiali di carità e di promozione umana, la formazione degli operatori della carità, la sensibilizzazione della chiesa locale ai problemi della fame e del sottosviluppo ed infine la solidarietà nelle emergenze. Il Rotaract, dunque, per tutte le finalità perseguite dalla stessa ha scelto di prestare il proprio servizio , al fine di sensibilizzare la coscienza collettiva di fronte ai problemi suscitati dalla povertà e di operare concretamente , per creare una mentalità più coerente con i doveri della giustizia a servizio delle persone.


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Record di presenze alla giornata nazionale dello sport paralimpico

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Sicilia P

alermo - Migliaia di studenti, comuni cittadini e ragazzi disabili, hanno festeggiato e apprezzato i veri valori dello sport, attraverso le 17 discipline presenti all’VIII Giornata Nazionale dello Sport Paralimpico, il pubblico ha potuto apprezzare il grande livello raggiunto, in questi dieci anni, dagli atleti, dai tecnici e dalle nuove tecnologia applicate agli sport per disabili. Una giornata all’insegna delle esibizioni di grandi campioni paralimpici ma sopratutto caratterizzata dall’opportunità per tutti di provare gli sport paralimpici, con la speranza, obiettivo del Comitato Italiano Paralimpico, di continuare ad accrescere il numero di atleti, coinvolgento in particolar modo tutti quei ragazzi disabili ai quali la vita ha tolto qualcosa. Due i campi di esibizione degli sport paralimpici: lo stadio Renzo Barbera, sede sportiva della Palermo Calcio, che per un giorno si è trasformato in una accattivante sede di sport paralimpici. 15 le sport zone che hanno messo in

bella mostra le attività di atletica leggera, ​basket in carrozzina, basket per atleti Fisdir, tennis, tennistavolo, wheelchair hockey, scherma, tiro con l’arco, boccia, tiro a segno, tiro con l’arco, calcio a 5, vela (presente un simulatore fornito dalla Lega Navale di Palermo), canottaggio e le due novità di quest’anno il kranching e la pista di go kart. Alla piscina comunale i ragazzi hanno potuto ammirare i campioni paralimpici del nuoto e provare, anche questa per la prima volta durante la giornata nazionale di Palermo, la canoa paralimpica un’altro sport paralimpico destinato a sfornare campioni siciliani. Sul Palco, all’estito allo stadio Renzo Barbera, oltre la presenza di due super testimonial, i giocatori del Palermo Calcio, Milan Milanovic e Gennaro Troianiello, si sono esibiti una alcuni artisti, coordinati dalla direzione artistica di Roberto Marco Oddo eGaspare Ganci, i testimonial dello spettacolo hanno allietato la giornata paralimpica con accativanti per-

fomance, tra questi ricordiamo: l’Accademia di danza Athena Club diretta da Cinzia di Carlo, il cantante brasiliano Edimar Costa Macedo e Attrazione Tango con i ballerini Loredana Milito e El Pipe Navegado, tra una esibizione e l’altra sono stati cosegnati riconoscimenti agli atleti olimpici, Mauro Giaconia, Luca Moncada, Umberto Pagnotta e Alessandro Vinci, per gli atleti paralimpici sono stati premiati Giusy Barraco per il nuoto, Giacomo Barraco e Noemi Borgognone per il tennis Tavolo, alla Polisportiva Rogazionisti Annibale di Francia per il calcio A5, Marcella Librizzi per la scherma, Benedetta Spampinato per il judo e la subacquea. Gli studenti presenti sono inoltre stati coinvolti dall’agenzia di stampa televisiva Videaset e dall’associazione Fenfer nella realizzazione di un motto per la campagna di sensibilizzazione alla donazione degli organi promossa in collaborazione con in CRT (Centro regionale Trapianti). Tra le istituzioni presenti hanno partecipato in rappresentanza del Comune di Palermo Sergio Sparacio, il presidente del CIP Sicilia Roberta Cascio, il Presidente del CONI SICILIA Giovanni Caramazza, il Provveditore agli studi

“La Felce” di Francesco Barbera vince il contest fotografico

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inguaglossa (CT) - Si è conclusa la seconda edizione del contest fotografico nazionale “Linguaglossa Etna in Photo”. Una tre giorni (dal 4 al 6 ottobre 2013) interamente dedicata alla fotografia e allo splendido territorio alle pendici dell’Etna. Fotografi professionisti e dilettanti, provenienti da tutt’Italia, hanno fissato con i loro obiettivi la straordinaria e multiforme bellezza di Linguaglossa e dell’Etna. Hanno immortalato sensazioni, volti, scorci di vita quotidiana. E, in particolare, hanno testimoniato l’imponenza del vulcano che, quest’anno, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento di “patrimonio Unesco”. 43 partecipanti, oltre 700 scat-

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ti e due vincitori. Sono i numeri del “Linguaglossa Etna in Photo 2013”, organizzato dalla Taormina Eventi con il Patrocinio del Comune di Linguaglossa, in collaborazione con l’Associazione ETNAre e la Pro-loco di Linguaglossa. Domenica pomeriggio, presso la sala consiliare del Comune, il Sindaco Rosa Maria Vecchio e l’assessore alla Cultura, eventi e manifestazioni Giuseppe Andrea Barone hanno proclamato i vincitori giudicati e scelti da una giuria presieduta dall’avv. Pippo Pappalardo noto critico fotografico catanese e docente FIAF. A vincere il primo premio di 1000 euro è stato Francesco Barbera che, nel suo prezioso scatto dal titolo “La felce” è riuscito ad immortalare la pineta di Linguaglossa nella sua veste autunnale, con una foto che nella sua “normalità” mostra una tecnica sublime: l’autore è infatti riuscito ad illuminare in due modi diversi lo scatto rendendolo in questo modo unico. La seconda classificata, Eleonora Spina con l’immagine dal titolo “Assorto” ha narrato la storia del paese raffigurando, raccolto nei suoi pensieri, la più anziana guida dell’Etna. Novità di questa seconda edizione il coinvolgimento degli Primo premio - Francesco Barbera alunni del liceo scien-

tifico “Michele Amari “ di Liguaglossa, i quali hanno partecipato alla sezione scolastica. Durante la premiazione è stato, inoltre, possibile apprezzare gli scatti di tutti i fotografi partecipanti con il magistrale commento del presidente di giuria Pippo Pappalardo. “In questa seconda edizione - ha commentato Pappalardo – siamo cresciuti come numeri e qualità. Abbiamo degli scatti straordinari, ed i fotografi sono riusciti a raffigurare la realtà e a trasmetterci emozioni sincere. Le macchine fotografiche – conclude il presidente di giuria- non servono solo a portare a casa il ricordo di un viaggio ma devono imparare a guardare con stupore e meraviglia”. Tra gli eventi che hanno caratterizzato questa tre giorni la mostra”Linguaglossa Etna in Photo 2012” ospitata al Museo Francessco Messina. “ETNA, a muntagna” patrimonio dell’umanità di Dario Lo Scavo e la “Memoria di un fotografo Linguaglossse” in ricordo di Salvo Malfitana. E ancora, le mostre di pittura di Alfio Russo, Mario Pistorio, Cettina Sorriso Valvo, Dino Vecchio, Rosa Lomonaco e l’esposizione delle opere in terracotta di Rosario Patanè. “E’ stata un’esperienza importante, in particolare, per il nostro territorio - ha dichiarato il Sindaco a chiusura dei lavori – un personale grazie a tutti i fotografi che si sono scommessi e che hanno raffigurato egregiamente le bellezze del nostro paesaggio etneo che, da pochi mesi è diventato patrimonio dell’Unesco”.

Rosario Leone, il Vice Presidente del CIP SICILIA Giovanni Vanni Vanni, il consulente allo sport paralimpico del Comune di Palermo Ninni Gambino, il Presidente del Circola Lauria Andrea Vitale, in rappresentaza di ENEL CUORE Fabio Romano e per l’UNICEF Comitato provinciale Giovanna Cernigliaro, erano inoltre presenti i campioni paralimpici Nino Lisotta e Veronica Floreno testimonial della Giornata nazionale dello sport paralimpico. L’evento organizzato dal Comi-

tato Italiano Paralimpico e da Enel Cuore Onlus, con il supporto della Fondazione Italiana Paralimpica e il patrocinio di UNICEF, in collaborazione con RCS - La Gazzetta dello Sport, ha scritto un’altra pagina dello sport paralimpico e Palermo si è riconfermata tra le città piu’ ative d’Italia, obiettivo centrato ancora una volta, è quello di informare comunicare e sopratutto avvicinare i ragazzi disabili e le loro famiglie alla pratica dello sport paralimpico.

R.Cascio-G.Troianiello-M.Li Brizzi

“La Sirena” di Emilio Greco abbellisce il Palazzo degli Elefanti

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atania - “La Sirena”, bronzo dell’artista catanese Emilio Greco, abbellisce con le sue pieghe armoniose, il pronao di palazzo degli Elefanti. A svelare l’opera, togliendo il drappo rossoazzurro che la nascondeva alla vista durante una cerimonia organizzata nell’ambito delle manifestazioni per il centenario della nascita dell’artista, è stato il sindaco Enzo Bianco alla presenza della figlia dello scultore, Antonella, dell’editore Lorenzo Zichichi e del professor Antonio Di Grado. “Sincera emozione” è stata espressa da Bianco ricordando il rapporto riacquistato tra la città e l’artista quando nel 1994, sotto la sua sindacatura e con assessore alla Cultura Di Grado, fu inaugurato a Catania il Museo intitolato al grande artista. “Ricordo - ha detto - con quanta gioia egli donò disegni e opere che andarono a costituire il Museo Greco. Oggi ringraziamo per il gesto generoso Lorenzo Zichichi che, donando la Sirena, ha riportato nella città natale di Greco una sua opera”. La Sirena era stata concepita dall’artista come premio per i giovani artisti siciliani ed era suo desiderio esporla in piazza Duca di Genova, cuore del centro storico. “Proprio per celebrare questo rinnovato rapporto - ha continuato Bianco - non appena si sarà insediata la nuova commis-

sione toponomastica, intitoleremo la piazza Duca di Genova allo scultore”. Il sindaco inoltre, raccogliendo l’idea che Greco non riuscì a realizzare, ha lanciato l’idea di un premio per i giovani scultori siciliani con la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti e in accordo con la famiglia dell’artista. Alla cerimonia di oggi erano presenti, tra gli altri, la presidente del Consiglio Comunale Francesca Raciti, gli assessori Orazio Licandro, Rosario D’Agata, Valentina Scialfa, Salvo Di Salvo, il direttore dell’Accademia di Belle arti, Virgilio Piccari, i vertici provinciali delle Forze dell’Ordine. Le manifestazioni commemorative per il centenario della nascita di Emilio Greco continueranno nel pomeriggio di oggi, alle 17, nell’Auditorium Libero Grassi di Palazzo dei Chierici con la proiezione di un video documentario sullo scultore: “Io ho fermato quest’istante della tua bellezza”. Previsti interventi di Enzo Bianco, Orazio Licandro, Antonio Di Grado, Lorenzo Zichichi, Giuseppe Frazzetto, Piero Guccione e Antonella Greco.


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Informazione Regionale

Ibla Buskers, oltre 50 mila presenze in 4 giorni

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agusa - Oltre 50.000 presenze in quattro giorni tra musica, teatro, arti circensi, acrobazie aeree, simpatiche marionette e fuochi capaci di avvolgere la piazza ed accendere gli animi umani. Si è conclusa domenica 6 ottobre la 19° edizione di Ibla Buskers, festa degli artisti di strada. Un’edizione record in termini di presenze, con bravissime compagnie e artisti solisti provenienti da tutto il mondo. Fiumi di gente hanno invaso dal 3 al 6 ottobre scorso le strade di Ragusa Ibla, facendo pulsare il cuore barocco degli Iblei. La sapiente distribuzione degli spazi e delle piazze d’interesse divenute location degli spettacoli ha consentito la creazione di un’appassionante percorso che, partendo dalla Vecchia Cancelleria ha creato una lunga scia di colore e allegria fino ai giardini iblei, coinvolgendo scalinate, slarghi, piazze anche più decentrate. Ancora una volta le assopite giornate di inizio autunno sono state svegliate da una straripante energia, un alone di magia che tra l’allegria e lo stupore coinvolge e cattura grandi e piccini. La manifestazione è organizzata dall’associazione Edrisi con il fondamentale contributo dell’Amministrazione comunale. Suggestive atmosfere che avvolgono gli artisti di strada, le eccezionali esibizioni capaci di creare

quella particolarissima interazione con il pubblico, in uno scambio continuo e reciproco di energia. Bravissimi ed unici negli spettacoli proposti, gli artisti hanno spaziato nelle arti più differenti. Ha incantato la poesia del teatro di figura, con Girovago e Rondella, l’intensità visiva ed emozionale delle performance degli Otradnoie e del Circo Paniko, l’infuocata disinvoltura del Drago Bianco, la straripante energia della musica con i Faela! e l’Orchestrina Spa-

ghetti Swing, l’impertinente simpatia della Fabiola, la bellezza sospesa nella ruota cyr con Claudia Franco, un equilibrio che incanta con Martina Nova ai tessuti aerei e la verticalista Juana Beltran, ma anche col rock aereo di Christophe Bouffartigue. Ed ancora la simpatia e la bravura di Ezio Scandurra e le sue marionette, il pathos creato da Vera Mormino sospesa negli equilibri sonori prodotti dal sassofono di Gianni Gebbia. Divertente Rufino, un uomo che è il teatro, portandoselo dentro, ed ancora la dirompente simpatia e la straordinaria bravura e perfezione delle esibizioni di Tomas Taboada

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e di Andreanne Thiboutot coi suoi magici hula hoop. A completare le presenze artistiche anche il cantastorie Orazio Alba e il gruppo musicale Cicali di Al Qasar. Ibla Buskers si riconferma tra le principali manifestazioni nell’isola, in grado di generare un giro economico per gli operatori commerciali, gli albergatori, i ristoratori. “Ibla Buskers è una manifestazione che rappresenta un vero e proprio volano economico – spiega Peppe Buffa di Bar Appart Hotel – perché riesce a catalizzare l’attenzione di migliaia di persone, permettendo a noi strutture ricettive e commerciali di poter incrementare le vendite. In un periodo in cui il turismo ha una flessione, è sicuramente una boccata d’ossigeno perché crea un

giro economico non indifferente”. Un ritorno economico che vale in modo concreto per alberghi e bed and breakfast che altrimenti, in questo periodo, potrebbero contare su presenze turistiche minori, come conferma Claudia Licitra del B&B Belvedere di Ibla: “Sicuramente questa iniziativa fa bene al turismo. Abbiamo avuto tantissime richieste, alcune non abbiamo potuto nemmeno evaderle e le abbiamo passate ad altri colleghi. La gente viene ad Ibla, spesso addirittura scendendo le scale da Ragusa Superiore, e senza aver prenotato chiede di poter soggiornare. In questa zona di piazza della Repubblica non sempre i turisti arrivano, con Ibla Buskers invece abbiamo sempre il pieno”.

A scuola di democrazia gli alunni della Maiorana

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Il parco commerciale “isole iblee” si rimette all’opera

agusa - Riparte, dopo la pausa estiva, l’attivazione del parco commerciale “Isole Iblee”. E riparte con la consapevolezza di avere incassato, dalla nuova amministrazione comunale di Ragusa, una serie di impegni rispetto a tutte le problematiche che coinvolgono la zona industriale. Questioni, piccole e grandi, che, nell’attuale periodo di incertezza economica, triplicano il loro peso sino a diventare soffocanti per le aziende. “Tutte le questioni affrontate – dice il presidente di Isole Iblee, Gianni Corallo – sono nell’agenda delle nostre priorità. Problematiche che speriamo di risolvere in tempi ragionevolmente brevi con il sostegno sostanziale della giunta Piccitto che ci ha assicurato che non ci lascerà soli nello sbrogliare quelle che, a volte, possono diventare matasse molto intricate”. Tra queste, di certo, il nodo della videosorveglianza. Il sistema risulta essere completato, collaudato e consegnato ma di utilizzarlo ancora non se ne parla. Eppure, alla luce dei furti che periodicamente si registrano in zona, un ulteriore flagello per le aziende oltre alla crisi, si tramuterebbe in un deterrente non da poco. Stesso impegno dovrà essere profuso per l’aspetto relativo ai trasporti pubblici se si considera che nel

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giro di oltre quarant’anni nulla è legata alla necessità, anche questa cambiato e che, ora come allora, sottoposta al sindaco, di rendere è soltanto una linea urbana a ser- più funzionale e sicura la strada vire una zona che, adesso, risulta principale che attraversa l’inteessere puntellata da opifici pro- ra area industriale visto che, allo duttivi, alcuni dei quali anche con stesso tempo, si tratta della via show room che meritano di essere principale che collega Ragusa con visitati con attenzione dai consu- la riviera balneare. “Sono tutte simatori. “Se non fosse che l’unica tuazioni – prosegue Corallo – che linea è stata soppressa – aggiunge avevamo affrontato nel corso del Corallo – parleremmo di una si- primo incontro che il cda del partuazione che non ha subito alcuna co commerciale aveva avuto con modifica nel corso di tutto que- il primo cittadino. Un confronto sto tempo. Speriamo, invece, che molto cordiale in cui era emersa possa essere modificato il quadro la disponibilità dell’amministracomplessivo concernente i rifiu- zione comunale a venire incontro ti in quanto, sebbene le aziende alle nostre esigenze. E’ chiaro che corrispondano al Comune il do- solleciteremo con garbo istituziovuto sul fronte dei relativi tributi, nale la concretizzazione di questi nessun servizio è, almeno per ora, impegni affinché tutti assieme si garantito. E’ evidente che non tut- possa arrivare alla soluzione aute queste anomalie devono essere spicata”. risolte esclusivamente dall’ente di palazzo dell’Aquila. Che, però, ci potrà dare una mano anche ai fini di una interazione con l’Irsap (l’ex Asi) per quanto riguarda la viabilità e manutenzione stradale, la segnaletica in abbandono, i marciapiedi sconnessi e via dicendo”. Infine, un’ulteriore esigenza che resta sempre presente è Il Cda del parco commerciale Isole Iblee

atania - E’ stato il sindaco Enzo Bianco ad accogliere a Palazzo degli Elefanti gli alunni della scuola “Quirino Maiorana” che per primi hanno aderito al progetto “A palazzo degli Elefanti per conoscere il Comune e non solo….”, volto a promuovere nelle scuole l’educazione civica insieme alla conoscenza della funzionalità degli Organi di governo e della struttura amministrativa del Comune. L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alla Scuola in collaborazione con la Presidenza del Consiglio Comunale. Per l’avvio del percorso progettuale nel Palazzo di Città, il Sindaco ha affidato proprio all’assessore alla Scuola Valentina Scialfa gli studenti della secondaria di 1° grado , dopo aver loro rivolto gli auguri di buon anno scolastico. “Il progetto – ha sottolineato l’assessore Scialfa- ci riempie di orgoglio perché avvicina i giovani alla macchina amministrativa in modo democratico anche con simulazioni di sedute consiliari e con proposte che mettono in luce una coscienza critica e una preparazione straordinarie, sicuramente rafforzate dalle tante attività parascolastiche che oggi la nostra scuola è in grado di offrire e per le quali ringrazio particolarmente la responsabile, la dottoressa Silvana Contino”. Gli studenti hanno visitato Palazzo degli Elefanti sotto la guida degli animatori scolastici della sezione didattica Storico-Monumentale della Pubblica

Istruzione (che avevano già tenuto incontri teorici sulle tematiche del progetto) e hanno poi raggiunto l’aula consiliare per dare vita alla simulazione di una seduta di consiglio. A presiedere l’assemblea dei piccoli consiglieri, il vero presidente del Consiglio: Francesca Raciti, che ha illustrato personalmente il funzionamento dell’organo consiliare per manifestare il proprio sostegno “a un progetto che serve anche a stimolare la partecipazione civica di giovanissimi cittadini che in un futuro non molto lontano potranno contribuire fattivamente, magari anche da consiglieri comunali, alla crescita e allo sviluppo della nostra città”. Tra le proposte/mozioni dei ragazzi: l’adozione di parchi pubblici da parte delle scuole, progetti di riciclo per difendere l’ambiente e mercatini per recuperare risorse, centri di raccolta di libri usati per accrescere il patrimonio delle biblioteche, illuminazione pubblica e anche richieste di stabilizzazione di lavoratori precari comunali per una maggiore serenità dei nuclei familiari di tanti studenti. Erano presenti in aula consiliare anche il vicepresidente del consiglio Sebastiano Arcidiacono e i funzionari dell’Ufficio Attività Parascolastiche della direzione Pubblica Istruzione e dell’ Ufficio Studi della direzione Presidenza del Consiglio Comunale, che hanno curato il progetto. L’iniziativa coprirà l’intero anno scolastico con il coinvolgimento di tutte le scuole interessate.


Economia

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A cura di Gianfranco D’Ettoris

Affitti e condominio

LEGGE DI RIFORMA DEL CONDOMINIO

Confedilizia risponde

Quali sono gli estremi e quando è entrata in vigore la legge di riforma della disciplina condominiale?

La rubrica fornisce risposta solo a quesiti di interesse generale. Non saranno, pertanto, presi in considerazione quesiti né a carattere personale né relativi a questioni già pendenti innanzi all’Autorità Giudi­zia­ria. I quesiti vanno inoltrati alla Confedilizia tramite le oltre 200 Associazioni territoriali aderenti alla stessa e presso le quali è possibile attingere anche ogni ulteriore informazione. Per gli indirizzi delle Associazioni consultare i siti www.con­fe­dilizia.it www.con­fe­di­li­zia.­eu oppure telefonare al numero 06.67.93.489.

RIFORMA DEL CONDOMINIO E NOMINA DELL’AMMINISTRATORE Con la legge di riforma del condominio cambia qualcosa con riferimento all’obbligatorietà della nomina dell’amministratore prevista, adesso, quando i condòmini sono più di quattro?

Sì. Sulla base della legge di riforma del condominio la nomina dell’amministratore diviene obbligatoria solo quando i condòmini sono più di otto.

FIDEIUSSIONE E CEDOLARE SECCA In caso di contratto di locazione per il quale il conduttore abbia fornito una fideiussione bancaria a garanzia delle obbligazioni nascenti dal rapporto, l’opzione per la cedolare secca assorbe anche l’obbligo di versare, con riferimento a tale garanzia, l’imposta di registro?

Sì. Lo prevede espressamente l’art. 3, comma 2, d.lgs. n. 23 del 14.3.’11 (“Disposizioni in materia di federalismo Fiscale Municipale”), come da ultimo modificato dal d.l. n. 16 del 2.3.’12 (convertito in l. n. 44 del 26.4.’12), secondo cui “sui contratti di locazione aventi a oggetto immobili ad uso abitativo”, assoggettati alla cedolare secca, “alla fideiussione prestata per il conduttore non si applicano le imposte di registro e di bollo”.

COMUNICAZIONE DI CESSIONE DI FABBRICATO Ho appena concesso in locazione un mio locale commerciale e provveduto alla relativa registrazione del contratto. Sono tenuto anche alla comunicazione di cessione di fabbricato?

Per tutti i contratti di locazione e di comodato di fabbricati o di porzioni di fabbricati – sia ad uso abitativo sia ad uso diverso dall’abitativo – per i quali è obbligatoria la registrazione, non è più dovuta la comunicazione di cessione di fabbricato (nota anche come “denuncia di P.S.” o come “denuncia antiterrorismo”). Ai sensi dell’art. 2, d.l. n. 79 del 20.6.’12 (cosiddetto decreto “Sicurezza”), come convertito nella legge n. 131 del 7.8.’12, la registrazione del contratto, infatti, ha assorbito, a partire dal 21.6.’12, l’obbligo in questione. La risposta al quesito, pertanto, è negativa.

FORMA DELLA DELEGA Nella nuova disciplina sul condominio è stato previsto, in caso di intervento in assemblea a mezzo di rappresentante, quale forma debba avere la delega?

Sì, la materia è trattata all’art. 67, primo comma, disp. att. c.c., il quale, nella sua nuova formulazione, stabilisce che la delega debba avere forma “scritta”.

Cookaround Ricette low cost Bur pp. 312 €. 12,90 Nato dall’esperienza di Cookaround.com – il forum online di cucina numero uno in Italia, visitato ogni giorno da oltre duecentomila persone – questo ricettario low cost vi dimostrerà, passo dopo passo e aiutandosi con fotografie dettagliate, che per cucinare piatti indimenticabili non servono ingredienti preziosi, elaboratissime preparazioni, e tantomeno la perizia o le capacità degli chef stellati, ma solo buone idee e amore per i fornelli.

Corrado Sforzo Fogliani Codice del condominio negli edifici La Tribuna pp. 1950 €. 44,00 Alcuni degli argomenti affrontati: Abitabilità e agibilità; Amministratore; Ascensore; Assemblea; Autorimesse e posti-auto; Azioni giudiziarie; Barriere architettoniche; Catasto edilizio urbano; Condono edilizio; Cooperative edilizie; Danni; Distanze legali; Finestre e vedute; Fisco; Fognature e scarichi; Impianti; Incendi; Infortuni domestici; Innovazioni; Lastrici solari e terrazze a livello; Locazioni; Regolamento; Riscaldamento; Scale; Servitù; Soffitti, volte e solai; Sopraelevazione; Sottotetto, Tabelle millesimali; Testo unico dell’edilizia; Tetto.

La legge in questione è la n. 220 dell’11 dicembre 2012 (“Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici”), ed è entrata in vigore il 18 giugno 2013.

ATTIVAZIONE DI UN SITO INTERNET CONDOMINIALE È vero che la legge di riforma del condominio ha introdotto una norma che prevede, su richiesta dell’assemblea, l’attivazione, da parte dell’amministratore, di un sito internet condominiale?

Sì, è vero. La norma di interesse è il nuovo art. 71-ter disp. att. c.c., che così recita: “Su richiesta dell’assemblea, che delibera con

la maggioranza di cui al secondo comma dell’articolo 1136 del codice, l’amministratore è tenuto ad attivare un sito internet del condominio che consenta agli aventi diritto di consultare ed estrarre copia in formato digitale dei documenti previsti dalla delibera assembleare. Le spese per l’attivazione e la gestione del sito internet sono poste a carico dei condomini”. Quanto alle maggioranze utili allo scopo (alla luce delle modifiche recate dalla legge di riforma al citato art. 1136 c.c.), esse sono le seguenti: un quorum deliberativo costituito, tanto in prima quanto in seconda convocazione, dalla maggioranza degli intervenuti e da almeno la metà del valore dell’edificio, e un quorum costitutivo formato, invece, da tanti condòmini che rappresentino, in prima convocazione, la maggioranza dei partecipanti al condominio ed i due terzi del valore dell’edificio; in seconda convocazione, un terzo dei partecipanti al condominio ed un terzo del valore dell’edificio.

BLOCCO “SFRATTI” 2013 Ho saputo che una legge ha sospeso, ricorrendo determinate condizioni, le esecuzioni dei provvedimenti di rilascio per finita locazione degli immobili adibiti ad uso di abitazione. Di quale legge si tratta e quanto durerà questa sospensione? Si tratta della legge di stabilità 2013 (l. n. 28 del 24.12.’12), che all’art. 1, comma 412, ha previsto il differimento delle esecuzioni dei provvedimenti di cui trattasi fino al 31 dicembre 2013. Per maggiori informazioni, è comunque possibile consultare la tabella sinottica illustrativa di quest’ultima sospensione, pubblicata sul sito internet dalla Confediliza (www. confedilizia.it).

Gli impianti di energie rinnovabili, tra usi ed abusi

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n primis, dobbiamo dire che gli impianti di energie rinnovabili si differenziano in due denominazioni: a) impianti “solari termici” i quali, producono acqua calda per uso sanitario o per riscaldamento, soprattutto in connessione con impianti ad irraggiamento a pavimento; b)impianti “solari fotovoltaici” producono energia elettrica, possono fare accumulo di energia ed essere allacciati alla rete del gestore, per scambio sul posto o vendita di energia. L’obiettivo del 20% delle energie rinnovabili, entro il 2020, in tutti i 27 Paesi dell’Unione europea ha un potenziale altissimo anche nel settore del solare termico; secondo uno studio condotto dall’Istituto per le tecnologie sostenibili e dall’Università di Tecnologia di Vienna, l’Italia occupa già 15mila lavoratori nel settore del solare termico. Gli impianti da installare, sempre nel nostro Paese, potrebbero creare 450mila nuovi posti di lavoro(Cfr.”Il Sole 24 Ore” del 24/09/2013). Ma c’è di più. Per il Report di Legambiente sono 6.260 i comuni italiani in cui sono stati installati pannelli solari per la produzione di acqua calda nelle strutture sanitarie ; e di questi 4.022 sono piccoli comuni con 5mila abitanti. La novità, rispetto agli anni passati, è costituita dalla presenza in classifica, in termini di diffusione del solare termico, di città del Centro-Sud come: Messina e Salerno. Un altro aspetto importante del solare termico, ovvero, della crescita di questa tecnologia è dato dalla detrazione fiscale del 55% che permette alle famiglie italiane di risparmiare sull’installazione del pannelli termici sui tetti delle proprie abitazioni. A questo punto va detto pure, senza mezzi termini, che accanto alla creazione di piccoli impianti solari termici localizzati sui tetti degli edifici, stanno, ora, iniziando a proliferare le richieste di autorizzazioni alle creazioni di impianti solari fotovoltaici a terra, denominati un po’ eufemisticamente “parchi fotovoltaici; in realtà, si tratta di schiere di pannelli disposti in file parallele con adeguato orientamento, sopraelevati rispetto al piano di campagna. Purtroppo, a nostro modesto avviso, la creazione di grandi impianti solari fotovoltaici su suoli agricoli, non può che determinare un abuso, ovvero, un grave squilibrio nel mercato degli affitti dei terreni agrari dal momento che, già ora, l’affitto di un terreno agrario per impianti fotovoltaici è circa il triplo di quello normale. In conclusione,questo è il nostro invito alle istituzioni locali e nazionali: ora si cambi marcia e si passi alla bonifica dei suoli agricoli sfruttati con l’istallazione,senza regole, degli impianti “solari fotovoltaici”.

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Salvatore Resta A cura della CONFEDILIZIA di Crotone - Via Lucifero 40 - Tel. 0962/905192 Sito Internet: www.godel.it/confediliziakr

tilità

Enrique Badìa Zara Come si confeziona il successo Egea pp. 272 €. 25,00 La storia del secondo gruppo mondiale di fashion, diventato popolarissimo a livello globale. Zara, ma non solo: perché questo è il marchio più conosciuto del gruppo Inditex, di cui fanno parte anche Pull & Bear, Massimo Dutti, Bershka, Stradivarius, Oysho, Zara Home e Uterque. Fondato in Galizia quarant’anni fa da Amancio Ortega, il gruppo continua a crescere e macina utili anche in tempi di crisi. Che cosa sta dietro il successo di Zara? Quali sono i segreti di un marchio che ha rivoluzionato la vendita al dettaglio, imponendo la moda chic and cheap?

Veronica De Romanis Il caso Germania Così la Merkel salva l’Europa Marsilio pp. 160 €. 13,00 Dopo aver raccontato per prima, nel 2009, la leader che si apprestava a essere eletta al suo secondo mandato, in questo libro Veronica De Romanis, forte di una profonda conoscenza della realtà tedesca, offre una chiave di lettura alternativa degli eventi che hanno portato la cancelliera a subire un così radicale cambio di immagine: da donna «più potente del mondo» a «più criticata», quando non addirittura odiata.

David Stuckler, Sanjay Basu L’economia che uccide Rizzoli pp. 324 €. 19,00 Perché in Italia, come in Grecia, Spagna e Portogallo, è aumentato esponenzialmente il numero di suicidi, disturbi psicosomatici e malattie mentali mentre Nord Europa, Canada e Giappone sono usciti dalla crisi più felici e in salute che mai? Come dimostrano David Stuckler e Sanjay Basu in questo libro autorevole e appassionato, denso di storie di cronaca e di esempi del passato per molti aspetti stupefacenti, gli effetti delle recessioni sulla nostra salute sono devastanti sempre, ma lo sono soprattutto se governi, amministrazioni e politiche sanitarie non sono in grado di contenerli.

Mohsin Hamid Come diventare ricchi sfondati nell’Asia emergente Einaudi pp. 160 €. 17,50 Come puoi, tu, nato povero e fragile in un villaggio di campagna dell’Asia «emergente», diventare un magnate nel campo, piú o meno legale, della creazione, imbottigliamento e vendita di acqua minerale? Ci riuscirai, sta’ sicuro, in dodici semplici passi. E se per ottenere questo obiettivo dovrai rinunciare all’amore, schivare l’idealismo, scendere a patti con militari e malavitosi, corrompere e truffare, la domanda che devi porti forse è questa: riuscirai dopotutto a essere felice?

A cura di Gensini, Nicelli, Trabucchi, Vanara Rapporto Sanità 2013 Il Mulino pp. 648 €. 50,00 La crisi domina l’atmosfera generale del nostro Paese e, quindi, anche del sistema sanitario, che nel suo complesso è stato colpito dai tagli operati dal governo e dalle difficoltà economiche delle famiglie. In questo difficile scenario la Fondazione Smith Kline ha proseguito anche quest’anno – attraverso analisi e proposte – nell’impegno di contrastare atteggiamenti di pessimismo verso il futuro: lo stesso titolo del Rapporto 2013 fa riferimento al contributo allo sviluppo del Paese che anche in momenti di grave incertezza può derivare dal sistema sanitario.

Ylenia Sina Chi comanda Roma Castelvecchi pp. 142 €. 14,90 Dopo Napoli, Torino, Milano e Firenze l’inchiesta Chi comanda indaga sui poteri forti della Capitale, vero crocevia degli affari nazionali. Una ricostruzione che abbraccia gli anni di Rutelli e del Giubileo, quelli di Veltroni e del Piano regolatore dei Palazzinari fino all’evidente fallimento della giunta Alemanno e all’ascesa di Marino. Un ritratto sconcertante di come la politica non comanda ma asseconda.



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