racconti dimenticati, ipotesi di recupero della fascia appenninica italiana

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Castelgrande. Via Appia, l'antico tracciato romano che collegava Roma a Brindisi. Pochi chilometri ancora, prima che il sole scompaia dietro i monti. Mi fermo per scoprire questo paese dimenticato, nessuno tranne un uomo che guarda incuriosito lo straniero avvicinarsi, colpito dal profilo del borgo. -Faccio una foto e vado... -A me vuoi fare la foto? -No no, al paese.. -Fate un panorama di Castelgrande? quello è bello da fuori, ma per noi che stiamo qui è bruttissimo… -Come bruttissimo? -Stiamo messi male... questo posto è destinato a scomparire. Per uno che nasce qua, venti ne muoiono, va sempre peggio e non c'è nulla da fare, pensate che io sono dovuto andare a lavorare in Germania, non si poteva restare qui... Il mio confidente senza nome continua con la storia della sua vita, ed io non ho nessuna voglia di fermarlo, ma non riesco a confessargli che sono lì proprio per questo, per osservare con i miei occhi questo abbandono, vivere le storie che hanno costretto tanti a scappare. Il nuovo amico mi osserva fiducioso mentre lo saluto. -Vedete di fare qualcosa.. -Ci proverò, arrivederci

Racconti dimenticati

Ipotesi di recupero della fascia appenninica italiana

Il fenomeno dello spopolamento, in ambito mondiale ed in particolare europeo, mostra una stretta connessione con la presenza di regimi montuosi. In Italia è la fascia appenninica a subire gli effetti della contrazione e dell'abbandono delle città, e soprattutto dei piccoli borghi. E' chiara quindi la necessità di intervenire in maniera nuova su un territorio così stratificato e ora rarefatto, ma ricco di potenzialità inespresse. L'azione puntuale sulle periferie urbane, e quella territoriale sui paesi dell'entroterra italiano, mirano alla creazione di una rete economica e sociale di nuovi servizi e accessibilità in grado di rivitalizzare le aree che subiscono maggiormente la distanza dai grandi centri urbani e l'assenza di infrastrutture. L'obiettivo è rispondere alla volontà del territorio montano di svilupparsi autonomamente seguendo una via sostenibile, perchè legata alla natura e al luogo, e in grado di stimolare, attraverso nuovi poli, la forza nodale necessaria a creare il complesso sistema di relazioni che regolano un territorio.

\\\\\\ Università degli Studi di Ferrara

\\\\\ Facoltà di Architettura

\\\\\ a.a. 2009/2010

\\\\\ Racconti dimenticati Ipotesi di recupero della fascia appenninica italiana

\\\\\ Relatore: Etra Occhialini

\\\\\ Candidato: Nicola Di Croce

Tavola 0 |


Contesto globale

polarizzazione

popolazione

Lo sviluppo urbano vede una netta divisione tra citta’ vincenti e perdenti. I paesi in via di sviluppo saranno interessati dalla maggiore crescita demografica, che richiederà un sempre maggiore consumo di acqua, gas, petrolio ed energia elettrica per il riscaldamento e il raffreddamento.

Attualmente 6.7 miliardi di persone vivono sulla terra, 3 dei quali in contesti urbani. Secondo le Nazioni Unite entro il 2030 la popolazione crescerà di 2 miliardi e andrà ad occupare quasi esclusivamente territori urbanizzati.

previsione

contrazione Nei vecchi paesi industriali, invece, gli insediamenti e le attività economiche si stanno concentrando in vaste aree urbane ad alta densità, mentre le periferie e le aree rurali di spopolano. Questi paesi, oltre al piu’ alto livello mondiale di ricchezza, di turismo e di tasse, vedono la maggiore aspettativa di vita, che sta portando ad un costante aumento della popolazione anziana.

riorganizzazione

Nell’ottica di un aumento della popolazione cosi polarizzato, e di un restringimento delle risorse a disposizione, sembra inevitabile considerare il futuro delle fasce territoriali dove più forte si sta manifestando il fenomeno della contrazione e dell’abbandono. Il fenomeno è destiato a crescere soprattutto in Europa, che non contribuirà all’aumento della popolazione mondiale, e dovrà prepararsi ad affrontare una diminuzione della popolazione.

Sono necessarie nuove regole di pianificazione e nuove forme di interazione, nuove direzioni. Il punto di partenza è la coscienza dell’inevitabilità del fenomeno della contrazione nella gran parte del territorio europeo, da interpretare però come matrice di nuove possibilità. Alla necessita’ di costruire il nuovo, si affianca quella di reinterpretare l’esistente con la maggior densità possibile.

Europa

isolamento

montagna

L’isolamento delle regioni montuose ha tra le cause principali la distanza dalle grandi reti infrastrutturali, che inevitabilmente tagliano fuori dalle direttrici di sviluppo economico e demografico le aree meno accessibili, e creano spesso problemi legati all’assenza di grandi centri e strutture di pubblico interesse.

spopolamento

Lo spopolamento europeo interessa enormi aree rurali. Il regime orografico di un territorio ricco di catene montuose influisce molto sulle dinamiche di contrazione, e in particolare sul fenomeno di abbandono dei sistemi diffusi dei borghi di montagna.

Molte delle aree interessate da spopolamento e contrazione corrispondono a territori montuosi o collinari, inevitabilmente distanti dai grandi centri e dalle politiche di sviluppo.

poli industriali La crescita di grandi centri industriali -gli unici ad avere dinamiche demografiche crescentiha polarizzato lo sviluppo del territorio europeo in macroaree fortemente popolate da un lato, e regioni rurali in contrazione dall’altra. Le uniche aree che contraddicono questa tesi sono le regioni inglesi e tedesche in continua fase di de-industrialzzazione.

Demografia

province

L’analisi degli indici di decrescita e di emigrazione dimostrano una precisa relazione tra spopolamento e montagna europea. Il quadro comprende situazioni montuose caratterizzate da una forte stabilita’ demografica, dovuta al radicato tessuto turistico (come la catena delle Alpi). Dall’altra parte invece ci sono aree rurali in forte difficolta’ di sviluppo.

Le fasce montuose europee appaiono assolutamente differenziate per geomorfologia e clima. Anche i profili economici non sono omogenei, passando da comunita’ montane ricche, industrializzate e beneficiarie di consistenti flussi turistici, fino ad arrivare a territori poveri caratterizzati da economie di sussistenza.

La montagna europea copre 1.900.000 kmq (40,6 % della superficie totale della UE) ed e’ abitata da 94,3 milioni di persone (19,1 % dell’intera popolazione). La maggior parte dei paesi europei possiede ampie porzioni montuose.

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analisi

montagna

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italia La fascia appenninica italiana conferma la generale tenenza in atto nella montagna europea, mostrando forti problematiche legate a spopolamento ed emigrazione. Il caso emblematico della montagna italiana testimonia un fenomeno che per estensione e portata non puo’ essere sottovalutato.

\\\\\ Relatore: Etra Occhialini

\\\\\ Candidato: Nicola Di Croce

Tavola 1 |


Italia

sintesi

superficie

Lo spopolamento, l’invecchiamento della popolazione, e l’emigrazione sono stati la base della perdita di identita’ dei territori montani, che non sono riusciti a trovare un ruolo di autodeterminazione economica.

Per montagna si intende un’area caratterizzata da rilievi non inferiori a 600m per la fascia alpina, e 700m per quella appenninica e per le isole. Il territorio montano e’ composto da 3546 comuni totalmente montani (84,4%), e 655 comuni parzialmente montani, per un totale di 4201comuni, che rappresentano il 52% degli 8101 comuni italiani.

Si possono quindi riconsiderare queste zone rurali come nuova opportunita’ per sperimentare una logica di sviluppo alternativa e sostenibile, una nuova rete capace di rivitalizzare il territorio sfruttando le sue potenzialita’.

Dalle analisi sugli andamenti demografici, gli indici migratori, turistici ed occupazionali, l’area che può rivestire un ruolo strategico nello sviluppo della montagna italiana riguarda i comuni dell’Appennino centro-meridionale che sono maggiormente interessati da fenomeni di contrazione e spopolamento.

montagna interna collina interna montagna litoranea collina litoranea

popolazione

>>>

La superficie montana ammonta complessivamente al 54% del totale nazionale, ma la popolazione che vi risiede non supera il 19%. La distribuzione geografica vede una netta prevalenza dei comuni montani nel mezzogiorno (1530, il 36,4% del totale nazionale).

comuni montani

fascia appenninica

area selezionata

comuni area selezionata

strategia

isolamento Altra importante causa di spopolamento e contrazione e’ il forte isolamento di alcune aree rurali che, oltre a subire l’enorme distanza da grandi centri, hanno a disposizione un tessuto infrastrutturale assolutamente insufficiente. Le situazioni peggiori si registrano in Molise, Basilicata e Calabria.

>

I cardini di uno sviluppo sostenibile della nuova rete tra borghi deve necessariamente rivedere le nozioni di ecologia, economia e questioni sociali. aree molto isolate

>

>

aree mediamente isolate rete autostradale italiana

città >>>>>>>>>>>>>>>>>>>bacino d’utenza >>>>>>>>>>> borghi >>>>>>>>>>>>>>>>>rete

linee guida

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economia

servizi

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" "

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rete

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"

area "

Dalle dinamiche di contrazione e spopolamento vanno inoltre esclusi tutti i comuni montani litoranei e quelli appartenenti alla fascia alpina, vivendo contesti turistici ed infrastrutturali decisamente migliori.

ecologia

rete tra piccole realta’ / partecipazione / comunita’ / salvaguardia dell’abbandono / densita’ /simultaneita’ / sentimento del luogo / polarizzazione / revitalizzazione territoriale /

comuni montani interni

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accessibilita’

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"

"

Tutti i comuni della fascia rappresentano un territorio pressochè omogeneo dal punto di vista orografico ed insediativo. La miriade di piccoli borghi arroccati sulle vette fanno riferimento a centri maggiori di modeste dimensioni, nessuno dei quali supera i 70.000 ab (ad eccezione di Terni e Catanzaro).

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"

Questi centri maggiori, per le loro dimensioni, hanno un bacino d’utenza limitato, quindi l’offerta di servizi “superiori” è inevitabilmente ridotta o completamente insufficiente.

La polarizzazione dei centri maggiori in realtà capaci di fornire un’offerta di servizi decisamente più ampia non può avvenire se non sfruttando l’enorme potenziale dei piccoli borghi di montagna, unico collante possibile per un territorio tanto esteso quanto sottovalutato.

\\\\\ Relatore: Etra Occhialini

\\\\\ Candidato: Nicola Di Croce

L’enorme potenziale dell’immensa quantita’ di borghi di montagna, in costante via di spopolamento e abbandono, può essere sfruttato soltanto mettendo i piccoli paesi in relazione ai centri maggiori, e creando una rete di collaborazioni e servizi.

Tavola 2 |


Metodo

Azione

L’obiettivo è rispondere della vita di un luogo, di rispondere alla volontà del territorio montano di svilppare ambienti che meno di altri si allineano a logiche di mercato, ma di contro cercano una sostenibilità naturale, intesa come vita ecologica perchè legata alla natura. Il grande numero di piccoli borghi può creare reti capaci di ospitare funzioni speciali, che allargandone il raggio d’azione possono favorire allo stesso tempo una ripresa critica delle tradizioni locali dall’agricoltura all’artigianato.

ambito poli

posizionamento poli

aree disabitate

Un’azione diffusa sul territrio italiano deve tener conto contemporaneamente della posizione dei nuovi poli, e delle funzioni che essi dovranno contenere, in stretta relazione con la reale domanda ed offerta dei vari ambiti regionali.

centri abitati nuclei abitati

rete stradale

periferie

aree isolate

strade principali ferrovie

poli per le aree isolate poli collegati alle periferie poli collegati alla rete stradale

poli per le aree isolate Situazioni di estremo isolamento possono trovare nei nuovi poli nuovi motivi di scambio culturale e commerciale a vantaggio dei residenti e, contemporaneamente, fornire facilitazioni turistiche per i visitatori.

periferie

rete stradale

aree isolate

periferie

rete stradale

Bisogna ribaltare il punto di vista: dai paesini arroccati sulle montagne, che dominano il paesaggio ma in quanto roccaforti restano isolati, alla valle, che abbracciando le vette si pone al baricentro di esse.

aree isolate

valle periferie La rivitalizzaizone delle periferie dei centri maggiori (anch’essi spesso in via di spopolamento) puo’ partire da un nuovo dialogo tra città e piccole realtà di montagna attraverso nuovi baricentri funzionali in grado di fornire servizi alternativi, assenti in entambi i casi.

baricentro La creazione di nuovi baricentri rende possibile il raggiungimento della massa critica necessaria per l’attivazione di funzioni speciali e servizi finora assenti nelle singole realtà.

10 km

area selezionata

100

rete stradale Nuovi poli possono fare da tramite fra grandi direttrici infrastrutturali e contesti territoriali costellati di piccoli borghi, creando così punti di sosta, e fornendo nuovi accessi capaci di incanalare possibili flussi di visitatori.

interazione

accessibilità

L’azione di questo nuovo sistema di nodi su un territorio così rarefatto ed in piena fase di spopolamento e contrazione, si completa solo con l’interazione tra poli, col collegamento economico, sociale ed ecologico tra città, infrastrutture e piccoli borghi.

L’attivazione di un circuito di relazioni tra piccoli paesi può spingere dal basso la collaborazione della popolazione stessa, o di privati interessati, nella rivitalizzazione e nel restauro delle singole realtà.

rete stradale

Ogni nuovo polo, posizionato in modo strategico, ha un raggio d’azione limitato per agevolare l’accessibilità soprattutto con mezzi di trasporto fruibili da ogni fascia di popolazione, con particolare attenzione alle fasce deboli e non autosufficienti.

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periferie

aree isolate

rete tra poli

trasporti

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Così come nuovi poli formano una rete tra piccoli borghi, allo stesso modo il collegamento tra poli può creare una rete su scala territoriale in grado di fornire servizi superiori con raggi d’azione limitati, e in grado di creare nuove traiettorie commerciali e turistiche.

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Tavola 3 |


Modello Il nuovo sistema reticolare di poli sulla dorsale appenninica mostra caratteristiche molto diverse tra loro, derivanti da una diversa distribuzione insediativa e da una diversa densità di infrastrutture sul territorio. Le due strategie d’azione per la riattivazione della dorsale, ed in particolare per la rivitalizzazione delle realtà più isolate, riguardano interventi puntuali sulle città medie che si attestano al sistema montuoso, e sulla rete viaria principale che lo attraversa.

raggio d’azione

carattere

Per collegare al meglio i piccoli borghi e fornire loro i servizi necessari, ogni polo ha un raggio d’azione limitato, che va dai 10 ai 15 km, servendo cosi’ un bacino d’utenza riservato ad un ristretto numero di paesini.

Ogni area ha un suo carattere specifico, quindi una diversa strategia di intervento ma, nella maggior parte dei casi, l’azione dei poli in prossimita’ delle vie di comunicazione e di quelli operanti sulle periferie cittadine è di convogliare nuove energie verso i poli interni, che si relazionano al territorio piu’ isolato e problematico

10 km

50

• •

l’Aquila

• •

• •

Sulmona

Avezzano •

Campobasso

>>> •

Ariano Irpino

• •

Potenza

Melfi

• •

Lauria Castrovillari Acri Cosenza

città

Catanzaro

aree d’influenza

interventi infrastrutture

• •

area d’influenza infrastrutture

distanza

comuni priorita’

• •

Le fasce più deboli sono costituite dall’area di confine tra la provincia dell’Aquila e quella di Isernia, dal territorio compreso tra la provincia di Campobasso ed il beneventano, dal confine della provincia di Potenza con l’avellinese ed il salernitano, ed infine dall’area interna della provincia di Potenza.

Dai centri maggiori, i poli isolati piu’ vicini possono trarre forza ed abbracciare un’area d’influenza tale da innescare nuovi meccanismi sociali ed economici.

In un sistema territoriale molto debole, la spinta iniziale verso l’interno non può che partire dagli interventi sulle periferie dei centri maggiori in prossimità dei grandi sistemi montani.

San Giovanni in Fiore

area d’influenza citta’

>>> •

Rionero

• •

Frosinone Benevento

• •

• •

interventi sulle citta’

• •

L’Aquila

Ascoli Piceno Teramo

Spoleto Terni Rieti

• • •

• • •

SS77

• •

• •

• •

SS650 •

>>> •

SS17

• •

A25

• •

A24

• •

SS4

• •

• •

A16 SS658

E847 SS598

• •

strade

• •

aree d’influenza

La spinta successiva verso l’interno deve sfruttare le opportunità date dalle infrastrutture esistenti, unico attrattore in grado di operare su un territorio spesso privo di grandi insediamenti.

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A3

E846

L’azione delle infrastrutture coinvolge in questo modo gran parte dei poli esclusi dal raggio d’azione delle città piccole e medie.

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• •

>>> relazione

Le fasce che necessitano di una più forte relazione con il sistema infrastrutturale sono rappresentate dall’entroterra campano delle province di Avellino, Benevento e Salerno, e dall’area centrale della provincia di Potenza.

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• •

sistema

Le priorità di intervento di una strategia territoriale così articolata cadono nelle aree che possiedono una forza nodale capace di mettere a sistema l’influenza di città e infrastrutture contemporaneamente.

I territori più isolati non possiedono la forza necessaria ad attivare un meccanismo così complesso, mentre le aree appartenenti ad un sistema più consolidato di città ed infrastrutture chiuderebbero presto su se stesse la propria influenza.

Le potenzialità maggiori vanno quindi ricercate nelle aree con maggiori capacità inespresse, dotate di prossimità e collegamenti tali da innescare gli effetti desiderati.

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10 km

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100

Tavola 4 |


Priorità Individuate le aree con priorità di intervento, l’obiettivo è quello di proporre una serie di azioni -rivolte parallelamente agli abitanti e ai possibili visitatori- capaci di frenare lo spopolamento in atto, e suggerire nuove traiettorie di sviluppo derivanti dalle potenzialità stesse offerte dal territorio.

regioni e province

programma

interventi

I comuni selezionati, anche se contigui e appartenenti a realtà territoriali omogenee, sono situati a cavallo dei confini regionali e provinciali, quindi regolati da strutture amministrative e piani di sviluppo spesso distanti tra loro. La Campania è regolata da PTCP (piani territoriali di coordinamento provinciale), mentre la Basilicata da PSP (piani strutturali provinciali).

L’obiettivo è quello di sviluppare un programma di recupero omogeneo, non frazionato in base ai confini amministrativi, anzi in grado di mantenere e valorizzare le potenzialità e le vocazioni del territorio. Tra i principali obiettivi dei Progetti Integrati di Campania e Basilicata spicca la permanenza della popolazione nel territorio: le azioni sono infatti mirate ad invertire l’esodo rurale e stimolare l’occupazione. Le linee guida (e di conseguenza i finanziamenti ad essi relative) si focalizzano su: infrastrutture, attività produttive, turismo e risorse culturali, ambiente e reti ecologiche, confermando una forte affinità con le linee strategiche del percorso progettuale. Inoltre, la scelta di selezionare ed operare su singoli comuni garantisce una perfetta aderenza ai piani in attuazione, senza escludere la possibilità di creare una rete più ampia a scala infraprovinciale e infraregionale.

Risulta quindi essenziale, per approfondire i diversi approcci, prendere in esame tre poli appartenenti alle tre diverse aree e regolati da programmi d’azione differenti. Il primo intervento è il sistema citta’-infrastruttura di Potenza-Castelmezzano, il secondo è il sistema isolato di Pescopagano, il terzo è rappresentato dal sistema infrastruttura di Sassinoro.

intervento 3

collegamenti veloci

Benevento Avellino Potenza Salerno

intervento 2

Matera

collegamenti lenti

quadro d’insieme

collegamenti

E’ necessaria una visione d’insieme che consideri le tre aree parte di una strategia più ampia, che metta a sistema la rivitalizzazione delle periferie urbane con i nuovi accessi alle infrastrutture maggiori per raggiugere le realtà piu’ isolate.

I collegamenti tra polo e polo possono sfruttare la rete infrastrutturale principale per tragitti piu’ veloci, oppure utilizzare le strade di servizio ai borghi, muovendosi così piu’ lentamente.

intervento 1

periferie

rete stradale

aree isolate

periferie

rete stradale

aree isolate

periferie

rete stradale

san bartolomeo in galdo circello

sassinoro

aree isolate

priorita’3

intervento 1

cerreto sannita

calitri pescopagano

priorita’2

bella castelmezzano priorita’1

corleto perticara

intervento 2 nuovi poli

comuni

La prima azione da compiere è individuare la posizione di ciascun polo cercando un’area baricentrica posta a valle, dove sono più agevoli i collegamenti stradali. Ogni nuovo nodo servirà un bacino d’utenza quasi sempre superiore ai 10000 ab. componendo così il quadro in cui si inseriscono le aree di priorità.

L’attenzione si sposta sui singoli comuni che ospitano i poli strategicamente più importanti; ogni polo infatti, pur servendo più comuni, ha un comune di riferimento per facilitare l’aspetto organizzativo ed amministrativo.

sassinoro

intervento 3 pescopagano

potenza castelmezzano

rete stradale

poli prioritari

Ad ogni polo sarà garantito un adeguato collegamento stradale con i borghi circostanti, oltre che con gli altri poli; l’attenzione è posta sul recupero delle infrastrutture esistenti, strettamente legate al territorio, ma bisognose di opere di rinforzamento.

Ciascuno dei poli delle tre aree di priorità suggerisce un ugual numero di possibili progetti per la rivalutazione della fascia appenninica italiana; è quindi interessante sviluppare i diversi approcci da applicare a città, infrastrutture, e realtà isolate, in modo da definire le linee guida da seguire per tutta la casistica.

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Tavola 5 |


Intervento1 programma pietragalla

cancellara

potenza

polo potenza

periferie

SS407 per Metaponto

brindisi di M

rete stradale

area del Vulture

rete stradale

vaglio

raccordo A3

stazione di Albano di L

albano di L

entro espositivo sui briganti valorizzazione antichi Palmenti

brindisi di M

recupero attivita’ artigianali legate a ferro e legno centro permanente sui briganti

campomagiore

nuove imprese agricole e zootecniche centro visite rovine citta’ vecchia

trivigno

inserimento nuove attivita’ industriali centro informativo Parchi in Basilicata

anzi centro di recupero dell’artigianato nuove imprese nel settore tessile valorizzazione siti archeologici

albano di L

trivigno

campomagiore

polo castelmezzano

castelmezzano

centro lavorazione della pietra e del ferro valorizzazione impianti turistici

linea ferroviaria SS 407

anzi

polo di castelmezzano

pietrapertosa

L’obiettivo del polo di Castelmezzano è quello di mettersi in relazione con la statale 407, in modo da convogliare energia verso i paesi interni; essenziale per questo sviluppo è la vicinanza a Potenza e al relativo polo che, in aggiunta, propone una riqualificazione della periferia est della città.

SP 32

Il polo è situato presso la stazione di Albano di Lucania, a ridosso quindi sia della statale SS407, sia della linea ferroviaria che collega Metaponto a Potenza. Un altro importante collegamento, trasversale a questi ultimi, è la SP32 che collega Albano ad Anzi costeggiando la diga della Camastra.

pietrapertosa

nuove imprese lavorazione del legno valorizzazione percorsi turistici

>>

castelmezzano

castelmezzano

area

ampliamento stazione ferroviaria osservatorio sull’ambiente centro visita parchi area tematica sui briganti centro polivalente banca e ufficio postale centro medico distributore di carburante

area polo Le possibilità offerte dalla stazione ferroviaria aumentano se messe a sistema coi collegamenti stradali dei borghi appartenenti alla rete; nuovi servizi assenti nei singoli paesi possono ora essere concentrati nel nuovo polo che si attesta alla stazione.

>>

area d’influenza All’azione diretta del polo va aggiunto un programma relativo ai singoli comuni inclusi nella rete. Questo programma, partendo dalle potenzialità esistenti, ha il duplice scopo di servire gli abitanti dei borghi e di incentivare l’offerta turistica e l’attrattività commerciale degli insediamenti.

Parco della Grancia Stazione Vaglio Diga della Camastra

Potenza

Stazione Nuovo Polo Potenza

Parco Regionale Gallipoli Cognato

Parco Nazionale dell’Appennino Lucano

Stazione Trivigno

Albano di L

di L

no vig

Campomaggiore

o an

Tri

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glio

Va

te Po

Alb

Metropolitana

Linea ferroviaria

Statale 407

Stazione Albano di L Nuovo Polo di Castelmezzano

Pietrapertosa Castelmezzano

Scale mobili Autobus

parchi

infrastrutture

mobilità

Il nuovo polo di Castelmezzano è strettamente legato a quello di Potenza attraverso il duplice apporto della rete stradale e della ferrovia. Quest’ultima svolge il ruolo di collante tra le diverse realà isolate presenti nel territorio favorendo un’elevata accessibilità al capoluogo e al suo sistema intergato di mobilità.

Il polo di Castelmezzano, insieme a quello di Potenza, ha la funzione di interscambio tra i diversi sitemi di mobilità presenti nel territorio. La stazione di Albano di Lucania è collegata ai paesi della rete con un sistema di autobus, mentre dal polo di Potenza si può accedere alla rete di scale mobili e alla linea metropolitana su terra.

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Anzi

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Preminente, inoltre, è la vocazione naturalistica del polo, che può ospitare il centro visita del Parco di Gallipoli Cognato (finora assente), e sfruttare la sua vicinanza al Parco della Grancia, al Parco dell’Appennino Lucano e alla diga della Camastra, proponendo un nuovo osservatorio sul territorio.

\\\\\ Relatore: Etra Occhialini

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Tavola 6 |


Intervento1 pietragalla

nuovo centro di produzione artigianale valorizzazione antichi Palmenti

cancellara

periferia

nuove imprese di allevamento entro espositivo sui briganti

programma

nuova stazione ferroviaria punto informazioni comuni in rete centro polivalente centro vendita produzioni locali terminal autobus

polo potenza potenza est

vaglio

nuove imprese agricole valorizzazione siti archeologici

stazione centrale

potenza centro potenza ovest

polo di potenza L’area selezionata per il polo si trova nell’estrema periferia est della città, a ridosso del raccordo autostradale Potenza-Sicignano (collegamento alla A3), della linea ferroviaria Salerno-Taranto e del fiume Basento. In particolare la linea ferroviaria può connettersi alla stazione centrale e al nuovo sistema integrato di mobilità (scale mobili, metropolitana, bus).

>>

strategia Il lotto scelto appartiene alla zona industriale, dove a piccole e medie imprese si alternano grandi vuoti e una serie di edifici in dismissione. La rivalutazione di quest’area dovrà partire, quindi, dalle preesistenze industriali e da una riconsiderazione del bacino del Basento, finora privo di un reale legame con la citta’.

>>

area polo Anche il polo parte dall’ampliamento di un edificio dismesso e si propone di creare una piccola stazione ferroviaria come nuovo legame fra la citta’ e il sistema dei borghi; sono inoltre facilitati i collegamenti stradali dalla prossimità con il raccordo autostradale.

>>

area d’influenza Il programma relativo ai singoli comuni si propone di valorizzare le specificità delle singole realtà -spesso economicamente in stretta dipendenza del capoluogo di regione- in una rete attenta a promuovere un turismo non di massa e un valido sostegno alle imprese emergenti.

polo potenza

>>> rivalutazione

area industriale

Fiume e ferrovia costituiscono le spine dorsali dell’intervento, che si propone di recuperare il rapporto con l’acqua attraverso la rivitalizzazione del bacino, la creazione di nuovi accessi con la linea metropolitana e la conversione delle aree inutilizzate in nuovi servizi per i cittadini (sportivi e di intrattenimento).

La strategia d’azione interviene sulla fascia più debole della città ed il polo, posto ai margini dell’ambito industriale, diventa il perfetto punto i scambio tra realtà urbana e piccoli insediamenti rurali.

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>>> >>> stazione centrale

aree inutilizzate Le aree inutilizzate formano un mosaico che si articola lungo tutto l’argine del fiume Basento e lungo la linea ferroviaria, ed ospitano al loro interno un’enorme quantità di edifici industriali dismessi.

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rete

margini

Mettendo in relazione le aree inutilizzate si crea un sistema-parco capace di rivalutare l’intero lungofiume, e di integrare nuove funzioni sportive e di intrattenimento attraverso gli edifici dismessi; in questo modo si crea una rete in grado di connettere tra loro segmenti di città isolati dal fiume e dalla ferrovia.

Anche il polo parte dall’ampliamento di un edificio dismesso e si propone di creare una piccola stazione ferroviaria in stretto colleamento al sistema dei borghi; sono inoltre facilitati i collegamenti stradali dalla prossimita’ con il raccordo autostradale.

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Tavola 7 |


Intervento 2 conza della campania

conza della campania

SS94

ruvo del monte rapone

sant’andrea di conza pescopagano

raccordo A3

polo pescopagano

area isolata

calitri

nuove imprese agricole e zootecniche valorizzazione percorsi naturalistici

programma

lago di Saetta

punto informazioni comuni in rete ampliamento attivita’ sportive creazione attrezzature sport acquatici albergo e residenza sportiva centro accoglienza tour archeologici centro polivalente

ruvo del monte

calitri

nuove imprese agricole e zootecniche valorizzazione percorsi turistici

rapone

nuove imprese lavorazione ceramica valorizzazione siti archeologici

sant’andrea di conza

nuove imprese tessili centro espositivo sui briganti

pescopagano

centro lavorazione della pietra valorizzazione impianti turistici

san fele

san fele

nuove imprese lavorazione del legno e ferro valorizzazione percorsi turistici e naturalistici

castelgrande

nuove imprese tessili valorizzazione siti archeologici

castelgrande

pescopagano

>>>

area Il secondo intervento appartiene ad un sistema territoriale particolarmente isolato, lontano dai centri maggiori e privo di particolari vocazioni produttive. La forza necessaria ad una rivitalizzazione deve necessariamente provenire dall’interno, sfruttando le molteplici possibilità turistiche, sportive e paesaggistiche presenti nell’area.

polo di pescopagano L’area scelta per il polo si trova nei pressi del lago di Saetta, in posizione baricentrica rispetto al sistema di piccoli comuni della rete. Il programma relativo al polo parte dall’ampliamento delle strutture sportive già presenti a ridosso dell’invaso, con l’intenzione di crearne di nuove legate all’acqua (canottaggio, vela..), e richiamando così un considerevole numero di abitanti.

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area d’influenza

area polo Oltre alle attività sportive il polo si propone di creare un punto di riferimento per le aree archeologiche circostanti e per i numerosi percorsi naturalistici che attraversano i boschi e le oasi protette dal WWF.

Alle azioni delineate dal nuovo polo, si aggiungono altre linee guida relative ai singoli borghi della rete, con lo scopo di rinforzare il tessuto turistico del territorio e creare nuove occasioni economiche e commerciali.

cave

sant’andrea di conza

Inserendo le cave tuttora attive nel percorso ciclabile si può affiancare all’aspetto scenografico, una volta terminato il loro ciclo produttivo, una reale collaborazione con le industrie di estrazione per la riconversione delle aree in termini paesaggistici (giardini e piccoli invasi) o in termini funzionali (anfiteatri e spazi di intrattenimento).

rapone pescopagano

lavorazione pietra Oltre all’attività di cava, la pietra estratta può diventare elemento di recupero delle antiche tradizioni legate alla sua trasformazione attraverso la creazione di un centro dedicato alle lavorazioni a scalpellino. Posto nel borgo di Pescopagano il centro potrà formare una manodopera altamente qualificata e creare così nuove opportunità lavorative.

polo di pescopagano

siti archeologici Estrema rilevanza all’interno del percorso rivestono i siti archeologici di Castelgrande e Rapone: il primo comprende i resti di un villaggio dell’età del Bronzo mentre il secondo conserva reperti archeologici di un insediamento pre-romano, risalente al VI sec. a.C. L’obiettivo è quello di favorire gli scavi e creare piccoli centri espositivi e di accoglienza.

castelgrande

percorso

osservatorio astronomico

Per sfruttare adeguatamente le molteplici possibilità turistiche presenti nel territorio, e creare parallelamente un valido sostegno alla popolazione residente, le enormi possibilità paesaggistiche suggeriscono un intervento capace di mettere a sistema le diverse potenzialità costruendo un percorso ciclabile che fa capo al polo.

\\\\\\ Università degli Studi di Ferrara

\\\\\ Facoltà di Architettura

Di enorme importanza all’interno del percorso, inoltre, è l’osservatorio astronomico di Castelgrande, primo centro internazionale in Italia per esperimenti di astrofisica. L’itinerario naturalistico si completa quindi con la possibilità di visitare un polo scientifico d’eccellenza migliorandone i collegamenti e l’accessibilità.

polo pescopagano

\\\\\ a.a. 2009/2010

\\\\\ Racconti dimenticati Ipotesi di recupero della fascia appenninica italiana

\\\\\ Relatore: Etra Occhialini

\\\\\ Candidato: Nicola Di Croce

Tavola 8 |


Intervento 3 san giuliano del sannio

san giuliano del sannio

rete stradale

isernia

cercemaggiore

SS87

nuove imprese agricole e zootecniche valorizzazione percorsi naturalistici

cercemaggiore

programma

polo sassinoro

guardiaregia

valorizzazione siti archeologici valorizzazione percorsi storici

punto informazioni comuni in rete centro di ricerca energie rinnovabili noleggio auto elettriche stazione ricarica auto elettriche centro accoglienza tour archeologici centro polivalente

guardiaregia

centro lavorazione argilla valorizzazione percorsi naturalistici

sepino

benevento

sepino

sepino

A16

valorizzazione siti archeologici valorizzazione percorsi naturalistici

sassinoro

controllo sorgenti naturali valorizzazione impianti turistici

polo sassinoro

sassinoro

sassinoro

SS87

morcone

sassinoro

morcone

morcone

area

analisi

L’intervento di si propone di mettere in relazione il territorio con la Statale 87, un’ importante via di comunicazione tra Molise e Campania che riprende l’antico tracciato del regio tratturo Pescasseroli-Candela, usato fino agli anni 50 come direttrice di transumanza.

centro lavorazione della pietra valorizzazione percorsi storici

Di origini antichissime, il tratturo riprende il tracciato della via Numidia e conserva ai suoi margini un’enorme quantità di reperti archeologici risalenti sia alla preistoria che all’epoca romana. La ricchezza storica, insieme a quella naturalistica, ha portato il territorio -ed in particolare l’ambito molisano- ad una discreta stabilità demografica ed economica.

polo di sassinoro

area polo

area d’influenza

Forte di questa stabilità la rete di borghi può quindi sperimentare uno sviluppo ecologico e sostenibile strettamente legato agli itinerari naturalistici, agli scavi, e alle tradizioni agricole ed artigianali, con una particolare attenzione alle energie rinnovabili.

L’area scelta per ospitare il polo parte dall’ampliamento della stazione di rifornimento carburante per costruire un centro studi sulle energie rinnovabili, che possa dare una direzione nuova al turismo e alla vita stessa dei singoli borghi della rete.

Il nuovo circuito, parallelamente ad un’azione mirata alle potenzialità del territorio, interviene puntualmente sui singoli borghi, cercando di migliorarne le condizioni turistiche e abitative, con un’attenzione particolare verso la sostenibilità ambientale.

eco fattorie Per sfruttare le potenzialità agricole e zootecniche dell’area con un nuovo approccio sostenibile, l’obiettivo è la creazione -nei pressi del tracciato- di fattorie ecologiche a stretto contatto con le aziende esistenti. La coltivazione avverrà attraverso sistemi biologici, mentre l’energia elettrica deriverà completamente da pannelli solari e turbine eoliche.

cercemaggiore san giuliano del sannio

guardiaregia

eco fattorie

aziende agricole

aziende agricole Le fattorie saranno organizzate come eco-villaggi autosufficienti, dove i visitatori potranno fare esperienza di un modello alternativo che sfrutta la produzione agricola e gli allevamenti locali, oltre alle numerose sorgenti presenti nel territorio.

sepino

siti archeologici polo sassinoro

Nel circuito ecologico rientrano importanti siti archeologici, tra cui le rovine romane di Sepino, quelle preistoriche di Sassinoro e Cercemaggiore, che disporranno di punti di ricarica e cambio batteria per le macchine elettriche, andando cosi’ a stimolare una fruizione nuova del patrimonio esistente, che gia’ vive di un turismo consolidato.

sassinoro

circuito ecologico

punto di ricarica e cambio batteria

La volontà è quella di creare un circuito ecologico e sostenibile attorno all’antico tratturo, autonomo dal punto di vista energetico, e legato parallelamente al settore abitativo, alle aziende agricole e a tutti i nodi turistici della rete. La possibilità di noleggiare auto elettriche nel polo consente infatti di spostarsi senza emissioni tra le aree ricettive.

aree naturalistiche

morcone

polo sassinoro

Nuovi punti di ricarica andranno poi a valorizzare le aree naturalistiche della rete, tra cui i percorsi nei boschi di San Giuliano del Sannio e l’oasi WWF di Guardiaregia, entrambi facilmente raggiungibili dal tratturo, che costituisce esso stesso un percorso naturalistico protetto.

alberghi diffusi A completare l’offerta del circuito, nei borghi che hanno subito un decremento demografico maggiore -che coincidono col tracciato del tratturo- l’enorme quantita’ di abitazioni abbandonate da’ la possibilita’ di una riconverisone sostenibile degli immobili per fini abitativi e turistici attraverso la creazione di alberghi diffusi.

\\\\\\ Università degli Studi di Ferrara

\\\\\ Facoltà di Architettura

\\\\\ a.a. 2009/2010

\\\\\ Racconti dimenticati Ipotesi di recupero della fascia appenninica italiana

\\\\\ Relatore: Etra Occhialini

\\\\\ Candidato: Nicola Di Croce

Tavola 9 |


Il percorso progettuale costruisce in itinere il suo metodo d’azione, partendo dalla lettura del contesto globale e procedendo con quello europeo ed italiano per arrivare allo sviluppo di una strategia che interessa gran parte della dorsale appenninica. All’individuazione di aree in cui appare prioritario operare seguono le linee guida di una rivitalizzazione dai molteplici obiettivi. Gli esempi forniti dagli interventi di recupero sulla fascia appenninica italiana mostrano una sensibile varietà di approcci possibili al problema dello spopolamento e della contrazione degli ambiti montani. L’occasione di relazionarsi a contesti diversi mette infatti tematiche molto battute sotto una luce nuova: la riqualificazione delle periferie urbane, l’intervento puntuale sui centri storici, il ruolo dell’infrastruttura nel territorio, hanno in questo caso una valenza strategica che non si chiude su se stessa, anzi cerca continuamente un rapporto con il fitto sistema di relazioni che regolano gli ambiti più rarefatti. Così la periferia di una città media, ed il suo comparto industriale in declino, diventa stimolo non solo per una nuova visione della città, ma soprattutto cerca nei borghi vicini un reciproco scambio di energie e possibilità. Anche le aree più povere possono in questo modo riscoprire l’enorme potenzialità nascosta delle attrazioni e dei settori economici in declino, così come una nuova interpretazione del ruolo dell’infrastruttura nel territorio fornisce inevitabilmente nuove direzioni possibili allo sviluppo delle zone rurali. La possibilità di scelta è l’elemento di forza su cui intervenire; la scelta per ogni abitante di un piccolo borgo montano di non dover essere costretto a scappare, accettando la sfida di una vita lontana dai grandi centri. La sfida di questo percorso è quasi celata perché non richiede la costruzione di grandi impianti, di enormi strutture, ma cerca la sua strada nella rete, nelle relazioni già consolidate tra territorio e abitante. Sono queste relazioni perdute a suggerire la riscoperta dei racconti dimenticati, i racconti che non hanno mai avuto bisogno di essere scritti, il naturale dialogo tra uomo e paesaggio che continua ora a manifestarsi con contenuti nuovi, attraverso il legame sottile della rete.

\\\\\\ Università degli Studi di Ferrara

\\\\\ Facoltà di Architettura

\\\\\ a.a. 2009/2010

\\\\\ Racconti dimenticati Ipotesi di recupero della fascia appenninica italiana

\\\\\ Relatore: Etra Occhialini

\\\\\ Candidato: Nicola Di Croce

Tavola 10 |


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