Ada Byron e la macchina analitica

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ADA BYRON E LA MACCHINA ANALITICA Ada Augusta Byron, contessa di Lovelace, visse solo 37 anni, ma ebbe una parte notevole nello sviluppo ideale dell’informatica, anticipando il concetto

Giuseppe O. Longo Corrado Bonfanti

di macchina programmata. Elaborando le idee di Charles Babbage, Ada intuì le straordinarie potenzialità della Macchina Analitica da lui progettata, che non era un semplice strumento per eseguire calcoli numerici, bensì una macchina simbolica suscettibile di svariate applicazioni. Nel 1979, 127 anni dopo la sua morte, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti diede il nome di ADA ad un linguaggio di programmazione agevole ed efficiente.

1. INTRODUZIONE

A

lcuni anni fa, dopo un lungo periodo, il nome di Ada Augusta Byron (Londra, 1815-1852) è uscito dall’oblio, riproponendoci la storia di una donna piena di talento e di inquietudini, che anticipò di oltre un secolo alcune delle idee portanti dell’informatica moderna. Figlia del poeta George Byron e di Anne Isabella (Annabella) Milbanke, Ada non conobbe il padre, che lasciò per sempre la famiglia e poi l’Inghilterra quando la bambina aveva pochi mesi. La madre, donna severa, ossessionata dall’ordine e dalla disciplina, spinse Ada a studiare la matematica, anche per allontanarla dal retaggio poetico del padre, che Annabella detestava, ma per il quale Ada provò sempre grande ammirazione e affetto. Nel 1833, all’età di diciotto anni (Figura 1), Ada incontrò l'ingegnere e matematico Charles Babbage, eccentrico e geniale inventore che aveva poco prima ideato un’ambiziosa macchina calcolatrice, la Macchina Analitica. Ada si appassionò alle prospettive del calcolo automatico e dieci anni dopo, nel 1843, tradusse dal francese all’inglese il testo che

M O N D O

D I G I T A L E

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g i u g n o

l’anno prima il matematico torinese Luigi Federico Menabrea aveva dedicato alla macchi-

FIGURA 1 Ada Byron è qui ritratta nell’abito con cui, al compimento dei diciott’anni, fece il suo debutto in società. (Opera di A. E. Châlon, 1833)

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