Sintesi analisi SinerGeo

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codice rif.

763.12.21

committente località progetto titolo

Sig. Ferrari Arturo Pescantina – loc. Filissine - Vigneto Ferrari (VR) Indagini idrogeologiche ed ambientali integrative presso un’area agricola in Comune di Pescantina (VR) RELAZIONE IDROGEOLOGICA (RTA01) Sintesi non Tecnica

data emiss. revisione

18.06.12 02

1.1.

GENERALITÀ

Su richiesta del Sig. Ferrari Arturo1 sono state eseguite alcune attività sperimentali per la caratterizzazione idrogeologica di un sito ad uso agricolo presso la località Filissine in comune di Pescantina (VR). Le ricerche, commissionate nel maggio del 2012, sono state impostate a partire da una rete esistente di pozzi2 di tipo superficiale3. Esse sono finalizzate ad approfondire le conoscenze idrogeologiche locali, con prove in sito con cui è stata valutata la presenza, la tipologia e la caratterizzazione delle acque sotterranee4 presenti nel sottosuolo, fino alla profondità massima dei piezometri superficiali visionati. L’obiettivo del presente lavoro consiste nella raccolta e nella elaborazione di informazioni idrogeologiche relative alla saturazione / circolazione idrica sotterranea entro i primi 18 m ca. da p.c. In particolare è stata valutata la continuità dell’acqua presente nell’immediato sottosuolo, valutandone la continuità spaziale e le peculiarità strutturali. Figura 1: Planimetria con i punti di monitoraggio piezometrici

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proprietario dell’area oggetto dell’indagine, a seguire anche denominato Committente terebrati e completati da soggetti terzi; dati informatici forniti dalla committenza, indagini sperimentali rappresentative dell’area presente all’interno dei punti indagati 3 fino alla profondità di circa 18 m dal p.c. (per confronto con la circolazione freatica profonda) 4 come definito dal D.Lgs.152/06 Parte terza Sezione 2 Titolo 1, Art. n° 74 Comma d) acque sotterranee: tutte le acque che si trovano sotto la superficie del suolo nella zona di saturazione e a contatto diretto con il suolo o il sottosuolo; 7 p_vr.p_vr.REGISTRO UFFICIALE.0049802.10-05-2012 della Provincia di Verona 2

od_rel –rev ott 10


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\\Srv001\02_incarichi\763.12.21 - STUDIO - Service idrogeo VR\05_definitive\01_rta\01_Relazione_idrogeologica\01_763_rel_03_sintesi_non_tecnica.doc

committente località progetto titolo

data emiss. Ferrari Arturo revisione Pescantina – loc. Filissine - Vigneto Ferrari (VR) Indagini idrogeologiche ed ambientali integrative presso un’area agricola in Comune di Pescantina (VR) RELAZIONE TECNICA ED IDROGEOLOGICA (RTA01) Sintesi non Tecnica

1.2.

codice rif.

763.12.21 18.06.12 02

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

In termini di regolamentazioni legislative la normativa nazionale di riferimento risulta essere il Decreto Legislativo 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, in vigore dal 29 aprile 2006 ed s.m.i. Per attinenza con talune delle argomentazioni a seguire sviluppate, si ricorda il PTA (Piano di Tutela delle Acque), che la Regione ha approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n.107 del 5 novembre 2009.

1.3.

DEFINIZIONI

Con riferimento agli obiettivi dello studio, si focalizza a seguire l’attenzione sulle definizioni tecnico giuridiche di “acquifero” e di “falda”. Nel D.Lgs.152/06 Parte terza Sezione 2 Titolo 1, Art. n° 74 si rinvengono le seguenti definizioni : “Punto 1 comma l) acque sotterranee: tutte le acque che si trovano al di sotto della superficie del suolo, nella zona di saturazione e in diretto contatto con il suolo e il sottosuolo; Punto 2 comma i) falda acquifera: uno o più strati sotterranei di roccia o altri strati geologici di permeabilità sufficiente da consentire un flusso significativo di acque sotterranee o l'estrazione di quantità significative di acque sotterranee”. Tale definizione è riaggornata all’ art. 9, comma 1, lett. a) del D. Lgs n. 30 del 16 marzo 2009, ove si legge: Uno o più strati sotterranei di roccia o altri strati geologici di porosità e permeabilità sufficiente da consentire un flusso significativo di acque sotterranee o l'estrazione di quantità significative di acque sotterranee”. Il medesimo enunciato viene ripreso da ISPRA (aprile 2009) entro il Protocollo per la Definizione dei Valori di Fondo per le Sostanze Inorganiche nelle Acque Sotterranee. Nel PTA (Piano di tutela delle acque) vi è esplicitata la definizione di acquifero (nel paragrafo definizioni): “acquifero: l’insieme dell’acqua sotterranea e del serbatoio sotterraneo naturale che la contiene”. Il PTA segnala in talune situazioni la presenza di livelli a bassa permeabilità, sostenendo il loro carattere di discontinuità. Nel regolamento provinciale della Provincia di Verona per la regolamentazione di impianti di scambio termico7 ancora nel paragrafo definizioni si riferisce: k) Falda: le acque che si trovano al di sotto della superficie del terreno, nelle zone di saturazione e in diretto contatto con il suolo e sottosuolo, circolanti nell'acquifero e caratterizzate da movimento e presenza continua e permanente. In definitiva, si precisa che le prove sperimentali eseguite servono a capire se nel sito specifico del lotto indagato sono univocamente rispettate le condizioni normative che, ai sensi del disposto legislativo vigente, identificano in senso stretto una idrostruttura idrogeologica sotterranea.

1.4.

AGGIORNAMENTO DEL MCS

I livelli di acqua di falda misurati durante le attività di indagine confermano la presenza di una falda principale di tipo freatico alla profondità di circa 58 m dal piano campagna: tale acqua di falda è alloggiata nelle ghiaie e appartiene ad un acquifero non confinato. Nei pozzi superficiali sono stati rilevati livelli di acqua di spessore variabile ed anomalo: gli spessori rilevati nel corso delle sessioni di misura stanno fra lo 0.0 (zero) e 2.58 m, fino ad una profondità massima di circa 18 m dal piano campagna circa. Sotto il profilo dell’andamento dei deflussi sotterranei non è stato possibile ricostruire la forma della tavola d’acqua sospesa presso i pozzi disponibili perché le misure non paiono correlabili fra di loro: al centro della zona indagata vi è peraltro un pozzo privo di acqua. Il pozzo M20 è sempre risultato asciutto nel periodo considerato, anche se il periodo si colloca dopo delle precipitazioni (dati ARPAV). La distribuzione delle profondità di falda appare disomogenea sia nello spazio (con acqua non presente in tutti i pozzi e con spessori molto variabili), che nel tempo (con andamenti dei livelli di acqua talora divergenti e non concordanti).

pag. 2 di 3 Sinergie geologiche per l'ambiente

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Alcuni pozzi come l’M19 ed M22 hanno evidenziato una spiccata incapacità produttiva, con svuotamenti rapidi dell’acqua disponibile anche utilizzando portate molto basse (0.01 e 0.02 l/s). I pozzi hanno inoltre evidenziato una elevata difficoltà al recupero del livello iniziale, evidenziando anche sotto questo profilo, una limitata ricarica, ovvero una modestissima attitudine al ripristino della condizioni idrauliche iniziali. Tutti i pozzi durante i pompaggi si sono asciugati. Durante le prove di pompaggio non si sono evidenziati abbassamenti dei livelli agli altri pozzi vicini. I valori rilevati con le sonde multiparametriche ai pozzi indagati hanno evidenziato valori differenti dei parametri. In particolare il parametro conducibilità elettrica risulta essere più elevato al piezometro M19 (lato discarica). Le prove di filtrazioni superficiali eseguite nei pressi dei piezometri M18 ed M20 hanno restituito valori molto variabili di permeabilità. I test di filtrazione ai pozzi hanno restituito valori di permeabilità medio bassi. Le velocità di filtrazione calcolate dalle prove di tracciamento in foro hanno rilevato messo in luce velocità di filtrazione bassissime. Le prove di pompaggio hanno rilevato valori di permeabilità medio bassi. I dati idrogeologici calcolati indicano nel loro insieme la presenza di una struttura geologica assai discontinua, anisotropa e disomogenea. La circolazione idrica rilevata nell’immediato sottosuolo riflette la persistenza di battenti idrici anomali, variabili, sospesi e contraddistinti da comportamenti non omogenei, come invece accade in una falda idrica sotterranea. Non si vedono correlazioni spaziali fra i valori rilevati, che, al contrario, manifestano anche idrogeologicamente ed idrochimicamente una distribuzione disparata, incoerente e poco consona ad un acquifero, soprattutto in un areale così limitato. Si attesta che il sistema poroso intercettato dai piezometri profondi circa 17-18 m è da classificarsi come una saturazione sospesa e non un acquifero. In aggiunta a tutto quanto descritto i dati sperimentali confermano che non si verificano le condizioni tecniche per poter considerare una presenza di acqua sotterranea come “falda sotterranea” a tutti gli effetti, ovvero anche nell’accezione tecnica della giurisprudenza. In particolare per il sistema indagato mancano nel modo più assoluto gli elementi di “permeabilità sufficiente da consentire un flusso significativo di acque sotterranee o l'estrazione di quantità significative di acque sotterranee”. Analogamente siamo lontani dal caso di “acque circolanti nell'acquifero e caratterizzate da movimento e presenza continua e permanente”, come al contrario accade per il sistema freatico principale sottostante. Da tutti i dati disponibili relativi alla falda freatica principale, appare chiara per confronto con le presenti ricerche, una netta diversificazione tra i due ambiti. La velocità della falda freatica “principale”, risulta nettamente differente ed avente superiore flusso idrogeologico rispetto a quanto accade per le acque di saturazione presenti entro i primi 18 m di profondità dal p.c. La velocità reale dell’acquifero principale, confrontata con le prove sperimentali relative alla zona superficiale del Sig. Ferrari, permette di avere una velocità effettiva di 3-4 ordini di grandezza inferiori (migliaia o decine di migliaia), che di fatto stabilisce quasi condizioni di ristagno e non di flusso. Egualmente tutti i confronti che si possono fare fra le permeabilità e gli altri parametri, indicano che i due ambiti di analisi sono assai differenziati: in particolare i valori entro i primi 18 m di profondità dal p.c. attestano quanto sia trascurabile il contributo alimentante del terreno del Sig. Ferrari nei confronti della falda freatica sottostante. Si ritiene che localmente non si possa parlare di falda12 sotterranea sospesa. Si tratta piuttosto di condizioni di saturazione effimere o comunque temporanee, favorite dalla presenza di una differenziazione tecnica ma del tutto priva di quelle caratteristiche geometriche, di valori e, non ultimo, dei meccanismi di ricarica naturale e di produttività idrica che individuano in modo univoco la presenza di acque sotterranee come risorse di rilevanza e interesse pubblico in senso stretto.

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Dr. Geol. Andrea Sottani

Dr. Geol. Nicola De Zorzi

Dottore di Ricerca in Geologia Applicata

Geologo APC Certificato

al netto della falda principale profonda

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