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M ARINA
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A n n o L X I V - M A r z o 20 1 7 - € 2, 00
Co PI A o MA GG I o
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SOMMARIO MARZO 2017
Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica della Marina Militare fondata nel 1954 Registrazione Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985 Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa
DIRETTORE RESPONSABILE Antonio COSENTINO
In copertina:
suggestiva immagine del sommergibile Scirè in navigazione.
REDAZIONE:
Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO Per la collaborazione a questo numero si ringrazia Anna Romano dell’Università di Roma Tor Vergata e la sezione Cinefoto di Upicom. D IREZIONE E R EDAZIONE : Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione della Marina - Notiziario della Marina piazza della Marina, 4 - 00196 Roma tel. 06.3680.5556 mail: notiziario.marina@gmail.com segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003 N ORME
PER LA COLLABORAZIONE
La collaborazione è aperta a tutti, gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono le opinioni personali dell’autore, che ne assume la responsabilità. La Direzione si riserva il diritto di dare agli articoli il taglio editoriale ritenuto più opportuno. Gli articoli, concordati con il Direttore, dovranno essere corredati di foto (formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm, con risoluzione a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione.
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L’editoriale
di Antonio Cosentino
Situation Report
Dynamic Manta 2017 di Alfio Alberto Gusmano
Federico Martinengo, la settima sorella di Emanuele Scigliuzzo
Medicina di combattimento di Anna Romano
Pronti sempre a osare l’inosabile di Anna Romano
La flotta subacquea italiana dal 1945 ai giorni nostri di Michele Cosentino
Scuola Navale Francesco Morosini, adesso è il tuo momento di Emanuele Bianchi
Il fronte di pietra di Desirèe Tommaselli
Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina: Marc’Antonio Bragadin di Desirèe Tommaselli
Sicurezza in mare: i limiti della navigazione dalla costa di Alessandro Lentini
Avvenimenti e curiosità in breve di Emanuele Scigliuzzo
Allenatori di Marina: Alessandro Torre di Emanuele Scigliuzzo
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l’editoriale di Antonio Cosentino
Non trascorre un mese senza che le navi della nostra Forza Armata solchino i mari di interesse nazionale e internazionale per tutelare la sicurezza e gli interessi del Paese. Ne è testimone nave Carabiniere impegnata ad assicurare presenza, sorveglianza marittima e cooperazione nella campagna navale in SudEst asiatico. Per la Marina, questo mese di marzo è iniziato nel segno della prontezza operativa con l’esercitazione NATO Dynamic Manta 2017. Un’esercitazione che si è svolta con la partecipazione di 10 nazioni, con l’obiettivo di affinare capacità e tecniche dei sommergibili, delle navi e degli aeromobili dell’Alleanza Atlantica. Nel frattempo nei cantieri navali di Riva Trigoso, a Genova, il 4 marzo si è tenuta la cerimonia del varo della settima FREMM (Fregate Europee Multi Missione) Federico Martinengo. L’Unità sarà caratterizzata da un’elevata flessibilità d’impiego e avrà la capacità di operare in tutte le situazioni tattiche General Purpose per l'attacco al suolo in profondità e il bombardamento contro-costa in appoggio alle Forze da Sbarco. Non sono mancati gli eventi di approfondimento come il XIX corso di Medicina da Combattimento, un percorso formativo portato avanti dal personale del Corpo Sanitario della Marina e della Brigata San Marco con il supporto delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana, che ha visto la partecipazione dei frequentatori, al termine del corso, in una particolare esercitazione presso il campo di addestramento di Massafra (TA). In questo numero, di forte connotazione storica, proprio per onorare le tradizioni, ripercorriamo in uno speciale la storia della flotta subacquea dal 1945 ad oggi, in occasione dell’evento d’inaugurazione del monumento al sommergibilista che si terrà a Gaeta il prossimo 22 aprile. Ovviamente non potevano mancare i ricchi approfondimenti sugli uomini che hanno fatto la storia della Marina: Marc’Antonio Bragadin e il Grande Ammiraglio Thaon di Revel, l’artefice della vittoria italiana sul mare. Nelle nostre pagine troverete inoltre, il primo di una serie di articoli dedicati alle varie opportunità formative che la Forza Armata è in grado di offrire attraverso le varie Scuole della Marina Militare. Iniziamo con la Scuola Navale Militare Francesco Morosini di Venezia. In questo Istituto i giovani che hanno superato il biennio hanno l’opportunità di terminare gli studi e conseguire il diploma di maturità direttamente all’interno di una struttura della Forza Armata. Buona lettura
Nave Carabiniere in navigazione.
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oceano atlantico
mar
mar mediterraneo
Situation Report marzo 2017
con la collaborazione della sala monitoraggio 3° Reparto - Stato Maggiore Marina
nero
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Sea Guardian
Operazione di sicurezza navale dell’Alleanza Atlantica. Sommergibile: Longobardo.
Unifil
Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite. Personale Marina Militare.
Operation Inherent Resolve
Operazione di contrasto del terrorismo islamico. Gruppo Operativo Incursori.
Combined Maritime Forces
Forza marittima multinazionale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain). Personale Marina Militare.
Resolute Support Mission
Missione Nato di assistenza e supporto alle forze di sicurezza e istituzioni dell’Afghanistan. Gruppo Operativo Incursori e personale Brigata Marina San Marco.
M.F.O.
golfo arabico
Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran. Grupnavcost 10: pattugliatori Esploratore, Sentinella e Vedetta, personale Brigata Marina San Marco.
Eunavfor-Med
Operazione di contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo. Ldp: San Giusto.
Atalanta
Operazione di contrasto alla pirateria marittima dell’U.E. Fregata: Espero.
BMIS Gibuti
Base Militare Italiana di Supporto in Gibuti. Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta. Personale Marina Militare.
Operazione Mare Sicuro
Operazione di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale per la tutela degli interessi nazionali. Cacciatopediniere: De La Penne(flagship); Fregate: Alpino, Aviere, Bersagliere; Pattugliatori: Bettica
Vi.Pe. Costant Vigilance
Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori. Pattugliatore: Libra, Sirio.
Joint Operation Triton
Operazione congiunta di controllo delle frontiere esterne della U.E. sotto l’egida dell’agenzia Frontex.
South-East Asia & Australian Campaign nave Carabiniere.
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La Marina Militare è stata impegnata nell’esercitazione NATO Dynamic Manta con assetti in maree con il supporto logistico garantito dal Comando Marittimo Sicilia
Dynamic Manta S
di Alfio Alberto Gusmano
i è svolta dal 13 al 24 marzo al largo delle coste siciliane - la principale esercitazione della NATO nel Mediterraneo dedicata all’addestramento antisommergibile “Dynamic Manta 2017” che ha visto come protagonisti equipaggi e mezzi aeronavali provenienti da 10 nazioni con l’obiettivo di affinare capacità e tecniche dei sommergibili, delle navi e degli aeromobili dell’Alleanza Atlantica. Scenari realistici ed eventi con diffi-
coltà crescente sono alla base dei temi esercitativi sviluppati durante le due intense settimane di addestramento avanzato in mare, tesi ad incrementare le capacità di combattimento in contesti operativi multinazionali. Le nazioni partecipanti (Canada, Francia, Germania, Grecia, Inghilterra, Italia, Norvegia, Spagna, Turchia e Stati Uniti) hanno messo in campo le proprie Unità navali – ormeggiate all’interno della base navale di Augusta e nel porto di
Mar Mediterraneo. Unità che hanno preso parte all’edizione 2017 dell’esercitazione Dynamic Manta’
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La Dynamic Manta è la principale esercitazione della NATO nel Mediterraneo dedicata all’addestramento antisommergibile
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Catania – che, supportate da 14 aerei da pattugliamento marittimo ed elicotteri (operanti dalla base aerea di Sigonella e da bordo delle stesse navi), hanno interagito con i sommergibili posti sotto il coordinamento e controllo del Comando Sommergibili NATO (COMSUBNATO). La Marina Militare ha partecipato attivamente con gli assetti in mare tra i quali il cacciatorpediniere Luigi Durand de la Penne con a bordo
un elicottero SH90 ed il moderno sommergibile Pietro Venuti, ma anche con l’indispensabile supporto logistico, organizzativo e di coordinamento delle attività mediatiche fornito dal Comando Militare Marittimo in Sicilia. Al riguardo durante la conferenza stampa di presentazione dell’esercitazione in parola il Commander Maritime Air NATO Commodore Andreas Vettos ha affermato “La Dynamic Manta 2017 è una delle due
Il cacciatorpediniere francese Montcalm, la fregata canadese St. John’s, la fregata greca Adrias, la rifornitrice francese Marne in formazione durante l’esercitazione Nato Dynamic Manta.
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più importanti esercitazioni della NATO nella lotta antisommergibile normalmente condotta nel Mediterraneo in grado di fornire a tutte le nazioni alleate la possibilità di addestrare le proprie unità navali. Ringrazio la Marina Militare italiana per la fattiva partecipazione ed il Comando Marittimo Sicilia in qualità di rappresentante della Host Nation”. “L’Italia e la Sicilia in particolare ospitano anche quest’anno questa
esercitazione che coinvolge tridimensionalmente gli assetti della Marina Militare e della NATO – ha affermato il Comandante Marittimo Sicilia contrammiraglio Nicola de Felice – una partecipazione di assoluta importanza che rappresenta certamente un’importante occasione per il territorio di farsi conoscere ed apprezzare a livello internazionale, confermando l’importanza strategica della Sicilia e delle sue basi.”
Elicottero SH-90 impegnato in una fase dell’esercitazione Dynamic Manta 2017.
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La settima sorella Varata la settima Fregata classe Bergamini della Marina Militare
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ccola, la settima di una serie di 10 unità FREMM (Fregate Europee Multi Missione), la terza in configurazione multiruolo (General Purpose), commissionate a Fincantieri dalla Marina Militare Italiana nell’ambito dell’accordo di cooperazione internazionale italo-francese, con il coordinamento di OCCAR, l’organizzazione congiunta per la cooperazione europea in materia di armamenti. Madrina del varo della Federico Martinengo, settima Fregata classe Bergamini, è stata la signora Mina De Caro, vedova di Giuseppe Porcelli, comandante della Fregata “Scirocco”, che perse la vita nel 1997 durante un’attività operativa condotta nell’ambito della Forza Navale NATO nel Mediterraneo. Alla cerimonia sono intervenuti, il generale Claudio Graziano, capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio di squadra Valter Girardelli, capo di Stato Maggiore della Marina, l’ammiraglio di squadra
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Federico Martinengo, medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria
Ufficiale Ammiraglio dotato di spiccatissime doti di mente, di cuore e di carattere come già durante la guerra 1915-18, anche nella guerra 1940-43 negli importanti incarichi che svolse a bordo ed a terra, diede prova di profonda preparazione, di sicura fede e coraggio. All’atto dell’armistizio, incaricato del trasferimento delle unità antisommergibili presenti a La Spezia e della inutilizzazione di quelle non in grado di muovere, svolse il suo mandato con decisa risolutezza, pur attraverso enormi difficoltà create dalla situazione contingente. Con una sezione di V.A.S. (Vedette Anti Sommergibile) lasciò il porto solo nell’imminenza dell’occupazione della piazza da parte di forti reparti tedeschi. Incontrata in mare una sezione di motosiluranti germaniche, decise immediatamente, nonostante la condizione di marcata inferiorità, di accettare l’impari lotta. Serrate le distanze l’affrontò con azione ravvicinata e non lasciò tregua fin quando, colpito mortalmente, cadde esanime mentre il suo spirito continuava ad aleggiare sugli equipaggi che da terra proseguivano la lotta, desistendo solo quando le unità germaniche duramente provate nei mezzi e negli uomini si ritiravano dall’azione.
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Donato Marzano, comandante in Capo della Squadra Navale, Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e Giuseppe Bono, Amministratore Delegato di Fincantieri. L’Unità proseguirà le attività di allestimento presso il Cantiere Integrato Navale Militare nel sito di Muggiano, a La Spezia, e sarà consegnata nei primi mesi del 2018. Nave Federico Martinengo sarà caratterizzata, come le altre, da un’elevata flessibilità d’impiego e In alto a sinistra: il gen. Claudio Graziano e l’ammiraglio Valter Girardelli passano in rassegna lo schieramento durante la cerimonia del varo; sopra: il momento del varo, a sinistra della madrina signora Mina De Caro, il comandante della Martinengo Andrea Quondamatteo. (foto di Silvio Scialpi).
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avrà la capacità di operare in tutte le situazioni tattiche General Purpose per l'attacco al suolo in profondità e il bombardamento contro-costa in appoggio alle Forze da Sbarco. Ha una lunghezza di 144 metri, una larghezza di 19,7 metri e un dislocamento a pieno carico di circa 6.700 tonnellate. Può raggiungere una velocità superiore ai 27 nodi con una capacità massima di personale trasportato pari a 200 persone. Il programma FREMM, che rappresenta lo stato dell’arte della difesa italiana ed europea, nasce dall’esigenza di rinnovamento della linea delle unità della Marina Militare della classe Lupo (già radiate) e Maestrale (prossime al raggiungimento del limite di vita operativo), costruite da Fincantieri negli
anni Settanta. Nel corso del 2013 sono state consegnate le unità Carlo Bergamini e Virginio Fasan, nel 2014 Carlo Margottini, nel 2015 Carabiniere, mentre nel 2016 è stata la volta di nave Alpino. Con l’esercizio dell’opzione, nell’aprile 2015, è stata data completa attuazione al programma italiano per la costruzione dell’ottava, nona e decima unità. Il progetto FREMM segue la logica di collaborazione tra le industrie della difesa italiane e francesi già sperimentato con la realizzazione del precedente programma italofrancese “Orizzonte” che ha portato alla realizzazione di due cacciatorpediniere per la Marina italiana, l’Andrea Doria e il Caio Duilio.
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Frutto di una cooperazione internazionale con la Francia, l'unità, terza nella versione "general purpose", è la settima di dieci fregate FREMM che rappresentano la "spina dorsale" della componente navale di superficie della Marina
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Medicina di combattimento P
di Anna Romano
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Concluso, a Massafra (TA), il corso di medicina da combattimento, un percorso formativo portato avanti dal personale del Corpo Sanitario della Marina e della Brigata San Marco con il supporto delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana
resso il campo di addestramento di Massafra, si è tenuta l’esercitazione finale del XIX corso di medicina di combattimento, volto alla formazione del personale sanitario della Marina. Recentemente, 15 tra ufficiali e marescialli delle professioni sanitarie, sono stati preparati presso le strutture della Brigata Marina S. Marco, ad operare in teatri operativi complessi caratterizzati da contesti ambientali difficili e potenzialmente ostili.
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Si tratta del “XIX corso di medicina da combattimento”, un percorso formativo portato avanti dal personale del Corpo Sanitario della Marina e della Brigata San Marco con il supporto delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, durante il quale i frequentatori sono stati addestrati a conoscere e utilizzare dispositivi impiegati nei diversi contesti operativi per garantire la pervietà delle vie aeree, l’infusione di liquidi per via intraossea, il trattamento delle ferite e delle emorragie
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esterne con applicazione di medicazioni avanzate, emostatici o tourniquet, il trattamento dei traumi toracici aperti e delle ustioni, l’estricazione da veicoli tattici e l’immobilizzazione di fratture, e a realizzare l’evacuazione aerea medicalizzata (MEDEVAC) di militari feriti. Il 14 febbraio 2017 è iniziata la fase finale del corso, con una particolare esercitazione presso il campo di addestramento di Massafra (TA). I frequentatori del corso hanno diretto un evento tattico in un con-
testo complesso, alla presenza del capo del Corpo Sanitario e ispettore di Sanità della Marina, ammiraglio ispettore Enrico Mascia e di una delegazione di osservatori della Sanità Militare Nazionale, del Servizio Sanitario Nazionale e del mondo accademico nazionale. In particolare erano presenti il professor Antonio Di Lonardo dell’Università di Pisa e il dott. Giuseppe Noschese, responsabile del Dipartimento di Emergenza e Accettazione dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, che con la loro
esperienza hanno contribuito ad analizzare quanto fatto dagli allievi. L’esercitazione ha permesso anche di testare sul campo alcuni device di ultima generazione, come un monitor multiparametrico campale, un sistema di rilevazione biometrica e un dispositivo per il trattamento delle ustioni di 2° e 3° grado. A conclusione del corso, si è tenuta nella caserma Ermanno Carlotto della Brigata Marina San Marco, la cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione sia agli allievi che agli istruttori, che con passione e professionalità consentono di realizzare un corso di elevato spessore e che si rinnova di anno in anno.
Massafra (TA), 14 febbraio 2017. Alcune fasi dell’esercitazione tenutasi presso il campo di addestramento di Massafra; sotto: il capo del Corpo Sanitario e ispettore della Sanità di Marina, ammiraglio ispettore Enrico Mascia. (foto di Giuseppe Micolani)
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Pronti sempre a osare l’inosabile
di Anna Romano
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seguito della vittoriosa incursione su Trieste del 1917, durante la quale i MAS 9 e 13 guidati da Luigi Rizzo e Andrea Ferrarini, affondarono la corazzata austro-ungarica Wien, fu ordinata un’azione di forzamento della baia di Buccari. Il 4 febbraio 1918 la ricognizione di un idrovolante su Pola, Fiume e Buccari segnalò la presenza di diverse unità navali nemiche; così furono emanati gli ordini esecutivi per un’azione nella baia di Buccari. Designati all’operazione furono i M.A.S 94, 95 e 96 al comando del capitano di fregata Costanzo Cia-
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no. La sera del 10 febbraio, i tre M.A.S iniziarono il loro rischioso trasferimento sino alla baia di Buccari. dove, secondo informazioni pervenute dallo spionaggio, sostavano le unità nemiche. Qui le unità riuscirono a penetrare la difesa nemica schierata per 50 miglia a guardia delle navi in porto. Purtroppo, a causa delle reti di protezione che frenarono i siluri lanciati, non riuscirono ad affondare nessuna delle navi austriache, ma dimostrarono senza dubbio l’inefficacia delle loro difese. Riuscirono infatti ad avvicinarsi a portata di tiro e poi a riprendere il largo, lasciando le vedette incredule. I M.A.S, prima di allontanarsi da Buccari, lasciarono in mare tre bottiglie ornate da nastri tricolori, con all’interno un
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99 anni fa una delle imprese più coraggiose degli italiani durante la 1^ Guerra Mondiale “La Beffa di Buccari”
volantino satirico scritto da Gabriele D’Annunzio, che si trovava a bordo del M.A.S 96. Un messaggio forte e preciso, nel tipico stile dello scrittore: “In onta alla cautissima flotta austriaca, occupata a covare senza fine dentro i porti sicuri la gloriuzza di Lissa, sono venuti col ferro e col fuoco a scuotere la prudenza nel suo più comodo rifugio i marinai d'Italia, che si ridono d'ogni sorta di reti e di sbarre, pronti sempre ad osare l'inosabile. E un buon compagno, ben noto, il nemico capitale, fra tutti i nemici il nemicissimo, quello di Pola e di Cattaro, è venuto con loro a beffarsi della taglia". Questo messaggio ebbe grande diffusione e contribuì a risollevare il morale dell'esercito italiano, che dopo Caporetto, era ora impegnato sul Piave.
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La flotta subacquea italiana dal 1945 ai giorni nostri di Michele Cosentino
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Alla fine del secondo conflitto mondiale, la Regia Marina allineava 38 unità subacquee di varie classi e dimensioni
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ll’indomani della fine del secondo conflitto mondiale in Europa (8 maggio 1945), la Regia Marina allineava 38 unità subacquee di varie classi e dimensioni. Alcuni battelli erano certamente obsoleti, mentre altri, più recenti, si trovavano in condizioni di discreta efficienza. Nelle intenzioni dello Stato Maggiore della Marina - diventata Militare dopo la transizione istituzionale del 2 giugno 1946 - vi era la consapevolezza che i sommergibili avrebbero avuto un ruolo importante nei possibili scenari mediterranei, prevedendo quindi di mantenere in linea
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una flotta subacquea formata da otto battelli. Le clausole del trattato di pace firmato nel febbraio 1947 fecero tuttavia sfumare qualsiasi prospettiva di continuità, perché obbligavano la Marina Militare a cedere alle Potenze vincitrici otto sommergibili e ad affondare i battelli rimanenti in acque profonde. I successivi colloqui bilaterali fra il governo italiano e i rappresentanti delle altre Nazioni portarono a un esito diverso: Washington, Londra e Parigi rinunciarono ai sommergibili a loro destinati ma Mosca pretese la cessione dei due a essa assegnati.
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Da tutte le altre unità furono inoltre recuperati i materiali d’allestimento pregiati, mentre gli scafi furono demoliti e l’acciaio reimpiegato dalle poche industrie italiane del settore ancora attive. Infine, due battelli scampati alla fiamma ossidrica Giada e Vortice - furono riclassificati pontoni veloci per la ricarica delle batterie, con l’assegnazione degli acronimi P.V.1 e P.V.2. Lo scenario geopolitico europeo non lasciava intravedere nulla di buono e la Marina Militare era perciò fermamente intenzionata a non disperdere una tradizione subacquea ben radicata e consolidata, decidendo
di ricorrere a qualche stratagemma per mantenerla in vita. Ormeggiati a Taranto durante le ore diurne, con il favore delle tenebre Giada e Vortice uscivano in mare, si addestravano in superficie e in immersione e rientravano in banchina prima dell’alba. Con questo espediente, protrattosi fino al 1952, la Marina Militare poté dunque formare le future generazioni di sommergibilisti, nonché fornire un valido contributo all’addestramento delle unità di superficie, mentre l’adesione dell’Italia alla NATO, nel 1949, apriva nuove prospettive. Cominciò, infatti, l’epoca delle ces-
Nella pagina precedente: una immagine del Torricelli a Trieste nell’estate del 1960, il cannone in coperta sarà sbarcato qualche mese dopo. Sopra: il sommergibile Giada in transito nel Canale Navigabile nel 1960.
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I battelli ceduti negli anni cinquanta e sessanta - Tazzoli, Da Vinci, Torricelli, Cappellini e Morosini - avevano partecipato alla seconda guerra mondiale con la bandiera a stelle e strisce giunsero in Italia opportunamente ammodernati
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sioni alla Marina italiana di sommergibili già in servizio con l’US Navy, un’attività protrattasi in varie fasi dal 1954 al 1974 e che vide protagonisti equipaggi italiani anche in aree marittime molto lontane dall’Italia. I battelli ceduti negli anni cinquanta e sessanta - Tazzoli, Da Vinci,Torricelli, N OT I Z I A R I O
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Cappellini e Morosini - avevano partecipato alla seconda guerra mondiale con la bandiera a stelle e strisce e giunsero in Italia opportunamente ammodernati. Questa prima esperienza fu fondamentale sia per la cessione, avvenuta
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nei primi anni settanta, di un secondo gruppo di battelli - Longobardo, Gazzana, Piomarta e Romei, più moderni dei precedenti, sia per riprendere la costruzione di nuove unità subacquee presso cantieri nazionali. I primi battelli realizzati in Italia
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dopo la seconda guerra mondiale furono quattro unità di piccole dimensioni - Toti, Bagnolini, Dandolo e Mocenigo - che hanno contrassegnato un’epoca della nostra storia subacquea; la loro partecipazione alle esercitazioni nazionali e NATO
svolte in un Mediterraneo sempre più turbolento era molto ricercata, e allo stesso tempo molto temuta a causa della loro elevata silenziosità in immersione. Il passo successivo per la Marina Militare si è materializzato con la
Da sinistra: il sommergibile Tazzoli in transito sotto il ponte girevole di Taranto all’ingresso del Mar Piccolo; a seguire: il sommergibile Leonardo Da Vinci, fu uno dei primi battelli ceduti dall’US Navy alla Marina Militare; a sinistra: il Toti nel canale navigabile di Taranto. La partecipazione dei battelli della classe Toti all’esercitazioni nazionali e NATO era sempre molto ricercata, nonché temuta.
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I primi battelli realizzati in Italia dopo la seconda guerra mondiale furono quattro unità di piccole dimensioni Toti, Bagnolini, Dandolo e Mocenigo - che hanno contrassegnato un’epoca della nostra storia subacquea
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realizzazione degli otto battelli della classe “Sauro”, costruiti in quattro serie di due unità e primi del genere in Italia a rappresentare il concetto di sottomarino. Al di là dei problemi tecnici che ne caratterizzano i primissimi impieghi e che furono superati grazie soprattutto all’impegno degli equipaggi, la classe “Sauro” si è dimostrata un
investimento molto riuscito, come dimostrato sia dalla sua durata, sia dal fatto che quattro unità - Pelosi, Prini, Longobardo e Gazzana - sono tuttora in linea con la Marina Militare. La fine della guerra fredda e il drastico mutamento di scenari che avevano caratterizzato tutta la seconda metà del XX secolo imposero a tutte le Marine occidentali una pausa di riflessione sul futuro delle forze subacquee, dovuta anche alla percezione - dimostratasi erronea dell’assenza di una minaccia concreta. A ciò si aggiunse per la Marina Militare la concomitanza di fattori neg-
Il Bagnolini a quota periscopica, con alberi e antenne sollevati.
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tivi di natura finanziaria e industriale, che obbligarono a modificare radicalmente l’approccio perseguito fino ad allora e a compiere una scelta rivoluzionaria maturata nel 1996 con l’accordo cooperazione fra l’Italia e la Germania per la realizzazione di una nuova classe di sottomarini dalle caratteristiche molto avanzate. L’obiettivo dell’accordo riguardava lo sviluppo di un battello il cui l’originario progetto tedesco fu modificato per soddisfare anche i requisiti della Marina Militare, dando così vita al programma U212A; fra le peculiarità del progetto, quella maggiormente nota riguarda un sistema di propulsione di cui fa anche
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parte un impianto anaerobico per la produzione di energia elettrica, grazie al quale è stato possibile incrementare l’autonomia in immersione del battello e la sua flessibilità d’impiego. Un aspetto poco ricordato ma non meno importante del programma U212A riguarda invece il supporto logistico per i battelli italiani e tedeschi, nell’alveo di una collaborazione comprendente settori quali la gestione coordinata dei materiali Un battello classe Todaro ripreso di prora, in uno scatto che permette di apprezzare, fra l'altro, la posizione dei timoni orizzontali di prora ai lati della falsatorre.
Nel 1996, con l’accordo di cooperazione fra Italia e Gemania, si diede vita alla realizzazione di una nuova classe di sottomarini dalle caratteristiche molto avanzate, iniziò così il programma U212A
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di rispetto, l’addestramento degli equipaggi e la reciproca utilizzazione delle infrastrutture a terra. Negli oltre dieci anni finora trascorsi dal loro ingresso in servizio, il Todaro e lo Scirè sono stati protagonisti di missioni reali e attività addestrative a tutto campo, operando per lunghi periodi in quasi tutti i mari del mon-
do. E non v’è dubbio che un impiego simile si prospetta anche per la seconda coppia di moderni battelli, Venuti e Romei, anch’essi realizzati in base al programma U212A.
Lo Scirè sorvolato da un elicottero dell’US Navy, in un’immagine che evoca una famosa scena del film “Caccia a Ottobre Rosso”.
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L’ultimo battello a entrare in linea nella Marina Militare è il Romeo Romei, appartenente alla seconda coppia di unità classe Todaro.
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Peraltro, le operazioni condotte negli ultimi tempi e le prospettive geostrategiche confermano l’esigenza per la Marina Militare di avere a disposizione uno strumento aeronavale formato anche da sottomarini di elevate capacità, con cui gestire ef-
ficacemente situazioni intrinsecamente complesse e dagli sbocchi imprevedibili come quelle presenti nelle aree d’interesse marittimo per l’Italia. Pur mantenendo e ampliando le tradizionali funzioni di lotta subacquea e di dissuasione, il percorso evolutivo della forza subacquea italiana si è arricchito di nuove missioni raggruppate sotto l’egida dell’intelligence, della sorveglianza e dalla ri-
cognizione, come contributo spesso essenziale alla lotta contro tutti i traffici illeciti e contro la minaccia terroristica; inoltre, una novità dell’ambito delle operazioni con reparti d’elite della Marina Militare è maturata attraverso la cooperazione fra sottomarini e operatori delle forze anfibie, mediante eventi addestrativi finalizzati a verificare e ampliare l’interoperabilità fra unità subacquee e uomini appartenenti a diverse com-
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ponenti specialistiche della Marina Militare e consolidare pertanto quelle capacitĂ essenziali per agire con efficacia e prontezza nei moderni scenari marittimi. La forza subacquea italiana prosegue dunque il suo percorso di continua crescita evolutiva, in cui si coniugano scienza ed esperienza, tradizione e innovazione, attraverso un filo con-
duttore che si dipana nelle acque profonde del “secolo blu� verso cui naviga la Marina Militare. Da sinistra: ripresa dall'alto di un battello classe Todaro, con il personale in plancia e sulcielo della falsatorre; Immagine aerea del Gazzana alle prove, ultimo battello della classe Sauro. Il sottomarino Todaro in affioramento.
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Scuola Navale Francesco Morosini adesso è il tuo momento di Emanuele Bianchi
In questo numero del Notiziario della Marina troverete il primo di una serie di articoli dedicati alle varie opportunità formative che la Forza Armata è in grado di offrire attraverso le varie Scuole della Marina Militare. Sulle nostre pagine forniremo ogni informazione utile a chiunque sogni un futuro lavorativo in mare e per il mare con opportunità di carriera in campo militare e civile. Nel primo dei nostri approfondimenti ci occuperemo dalla Scuola Navale Militare Francesco Morosini di Venezia. In questo Istituto ragazze e ragazzi che hanno superato il biennio liceale avranno l'opportunità di terminare gli studi prima di sostenere l'esame di Stato per il conseguimento del diploma direttamente all'interno di una struttura della Forza Armata, riservandosi così la possibilità di entrare in un contesto educativo unico nel suo genere. Nelle prossime pubblicazioni troverete ulteriori notizie dedicate alla formazione professionale con approfondimenti sulle Scuole sottufficiali di Taranto e di La Maddalena e di quelle per ufficiali come l'Accademia Navale di Livorno e l'Istituto di Studi Marittimi di Venezia.
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genitori sanno quanto sia importante per i loro figli entrare a far parte di una scuola d’élite con docenti preparati e istruttori capaci di traghettare i loro ragazzi in un futuro ricco di opportunità passando per un presente che sappiamo essere non semplice. La Scuola Navale Militare Francesco Morosini si trova a Venezia ed è un Istituto dove i giovani di età compresa tra i 15 e i 18 anni possono terminare il triennio d'istruzione liceale dello scientifico e del classico tradizionale. È una scuola unica per ordine di studi, struttura organizzativa, per le motiva-
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zioni che richiede e le possibilità che offre, per la carica, l’entusiasmo, la volontà e il grado di maturazione che riescono ad acquisire gli allievi che la frequentano. L’ammissione avviene per concorso bandito annualmente sulla Gazzetta Ufficiale nel mese di marzo o di aprile. I concorrenti vengono sottoposti ad una prova di preselezione, a test psico-attitudinali, visite mediche, prove di efficienza fisica e di cultura generale. Ogni anno sono messi a concorso mediamente 15 posti per il liceo classico e 50 per il liceo scientifico. L’intero Corpo docente del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dipende dal Comandante della Scuola Navale Militare che è anche Dirigente scolastico. Il programma di studi e le normative di riferimento sono le stesse degli istituti pubblici italiani, ma sono qui integrate da altre attività complementari che garantiscono un’offerta formativa unica a livello nazionale. Il precedente bando concorsuale ha visto la partecipazione di 758 aspiranti Allievi con "quote rosa" superiori al 30 per cento sul totale dei candidati. Attualmente frequentano la Scuola 194 Allievi: 142 ragazzi e 52 ragazze. "Cosa può desiderare un giovane per trascorrere nel miglior modo possibile gli ultimi tre anni di liceo, studiando seriamente e al contempo divertendosi, confrontandosi con i suoi coetanei
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provenienti da altre parti d’Italia e vivendo con loro un’esperienza assolutamente diversa che lo aiuti a realizzare il proprio futuro?". Ponendosi questa domanda la Marina Militare ha deciso di offrire la possibilità di vivere un’opportunità unica nel suo genere rivolgendosi a giovani dai sani principi, educati, studiosi, aperti al rapporto con gli altri, interessati a vivere in una delle città più belle del mondo, in una regione ricca di prospettive imprenditoriali, culturali, sociali e sportive. Nella Scuola Navale Militare Morosini tutti ricevono una formazione preuniversitaria di eccellenza che consentirà sbocchi professionali di prestigio sia all'interno delle Forze Armate sia per
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un futuro impiego nel mondo civile. Particolare attenzione viene riservata alla vita in mare e alle attività ad essa connesse. Gli Allievi che vivono all'interno della Scuola si confrontano quotidianamente nelle varie discipline sportive, anche quelle marinaresche quali vela, canottaggio, nuoto e voga veneta, potendo usufruire di impianti sportivi interni e spazi ricreativi comuni. Tutti ricevono un corredo personale completo di uniformi simili a quelle utilizzate all’Accademia Navale di Livorno. Infatti il Morosini è una Scuola Navale Militare a tutti gli effetti. Per questo gli Allievi vengono inquadrati in una speciale forma di arruolamento e all’atto del loro “Giuramento solenne” di fedeltà
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alla Repubblica Italiana, indossando le stellette e assumendo la qualifica di comune di 2^ classe. Chi verrĂ ammesso alla Scuola riceverĂ un compenso comprensivo del relativo versamento dei contributi sociali. Tale contributo concorre a ridurre la retta per la frequenza e le spese di carattere generale da affrontare nel corso del triennio. Le attivitĂ formative e addestrative invernali e estive comprendono periodi di ambientamento montano in strutture dell'Esercito Italiano e visite a Comandi e Enti di tutte le Forze Armate oltre alle Campagne Addestrative sulle unitĂ navali della Marina Militare. Alla fine dell'anno scolastico infatti gli allievi dei primi due corsi saliranno a
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bordo della nave scuola riconosciuta a livello internazionale come la più bella del mondo: l'AmerigoVespucci. Ci sarà anche la possibilità di salpare a bordo delle Unità a vela della Marina Militare per una campagna d'istruzione estiva in navigazione nel Mediterraneo prima delle meritate vacanze. Queste esperienze e quelle vissute nelle altre realtà militari servono alla crescita personale
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degli allievi ma anche a fornire loro una piena consapevolezza qualora intendano rimanere nelle Forze Armate al termine del percorso scolastico. In molti casi le medie elevate dei voti ottenuti all'esame di maturità rappresentano il miglior viatico per l'ingresso nelle Accademie Militari o per la partecipazione al concorso per ruoli normali dell'Accademia Navale di Livorno. Provengono dal Morosini molti uomini di punta dell’attuale contesto politicoeconomico italiano nonché ufficiali Superiori/Ammiragli che, in servizio, governano la Forza Armata. I giovani che
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sognano di fare il loro ingresso nella Marina Militare Italiana dovranno dunque impegnarsi senza riserve nella loro formazione scolastica fin dal periodo delle medie inferiori e ancor di più al liceo. In questo modo potranno presentarsi con tutte le carte in regola alle selezioni e fare così un primo passo nella direzione di un sogno che può diventare realtà. Allievi della Scuola Navale Francesco Morosini, durante la franchigia per le “calle” veneziane.
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curiosità e informazioni
Attività: l'orario scolastico va dalle 8 alle 13.
Dopo il pranzo, dalle 14,30 alle 16,30 due ore di attività sportiva: tennis, calcio, basket, nuoto, atletica, palestra, oppure vela, canottaggio, voga alla veneta, ossia quella dei gondolieri. Dalle 17 alle 20 studio obbligatorio. Poi la cena, tempo libero a disposizione fino alle 22,45 quando suona il silenzio. Ci sono camere con sei posti-letto, ogni allievo ha un armadio e una scrivania per lo studio. Il mercoledì, il sabato pomeriggio e la domenica dalla tarda mattinata, franchigia per tutti. Durante gli open day si aprono le porte della Scuola Navale Militare "Francesco Morosini", per offrire ai giovani aspiranti la possibilità di visitare la struttura e di confrontarsi direttamente con l’esperienza vissuta dagli Allievi. Sono fornite informazioni sull’iter concorsuale che gli studenti dovranno affrontare durante le selezioni per l’accesso ai licei della Scuola Navale Militare. Per poter visitare la Scuola durante le giornate open day è necessario l'invio di una mail all’indirizzo mariscuolanav@marina.difesa.it oppure un fax al nr. 041/5221812 indicando il nominativo, l’età dei partecipanti, oltre ad una data e un orario di preferenza per la visita. Indicare un recapito telefonico ove poter essere ricontattati per la conferma. Indirizzo e recapiti: viale Piave S.Elena 30, 30132 Venezia telefono: 041.2441922
Sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4a Serie speciale - del 17 marzo 2017, è stato pubblicato il bando di concorso per Allievi della Scuola navale militare F. Morosini. Le domande potranno essere compilate dagli interessati, entro i termini indicati nel bando stesso, direttamente sul portale dei concorsi on line del sito internet del Ministero della difesa www.marina.difesa.it.
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Il fronte di pietra di Desirèe Tommaselli
Il grande scultore Pietro Canonica, per il Grande Ammiraglio Thaon di Revel, l’artefice della vittoria italiana sul mare nella Grande Guerra.
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l 24 marzo 1948 si spegne a Roma l’Ammiraglio Paolo Emilio Thaon di Revel. La Presidenza del Consiglio si fa portavoce del desiderio nazionale che questi riposi in Santa Maria degli Angeli, la basilica romana dedicata alle cerimonie ufficiali dello Stato e che ha già accolto il Generale Armando Diaz. L’ideazione e l’esecuzione del monumento funerario dell’Ammiraglio sono affidate a Pietro Canonica, scultore di fama internazionale legato al Duca del mare dalla comune origine piemontese e da rapporti di familiarità. Esperto ritrattista, autore di numerosi monumenti commemorativi della Grande Guerra e artista già attivo per la Marina, egli cattura i tratti caratterizzanti della fisionomia di Thaon di Revel, intorno ai quali organizza un complesso iconografico di grande forza comunicativa. Canonica infatti riassume la figura e il ruolo dell’Ammiraglio in poche e immediate immagini-simbolo. I rostri delle antiche navi romane, che costituiscono le terminazioni del sarcofago in giallo di Siena, alludono alla vita dedicata al mare e al mito risorgimentale del ritorno alla gloria romana sul Mediterraneo. Il sarcofago presenta al centro
l'immagine clipeata di profilo dell’Ammiraglio ma è nella lunetta che viene tracciato il vero “ritratto” del Duca del mare: la cartina geografica, realizzata a tarsia marmorea, rappresenta l’Alto Adriatico, il principale teatro operativo di Thaon di Revel nel primo conflitto mondiale.Vi si fronteggiano Venezia e Trieste, identificate dai loro monumenti simbolo: la colonna di San Marco e il Faro della Vittoria. Venezia è la principale base italiana dell’Alto Adriatico, la piazza militare
da cui Revel sperimenta e mette a punto la strategia della guerriglia navale e il Comando in cui egli torna per coordinare in prima persona la difesa della città dopo Caporetto. Dall’altro lato Trieste, l’obiettivo delle rivendicazioni italiane, il cui Faro della Vittoria non è solo uno strumento funzionale alla navigazione, ma il monumento celebrativo del trionfo italiano sul mare, alla cui realizzazione partecipa fattivamente Thaon di Revel in qualità di Ministro della Marina.
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Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina
Marc’Antonio Bragadin di Desirée Tommaselli
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ra gli uomini che hanno fatto la storia della Marina, c’è anche chi l’ha saputa raccontare. Marc’Antonio Bragadin la storia della Forza Armata ha contribuito a farla, come documenta la sua biografia, ma ha anche concorso fortemente a farla conoscere al grande pubblico. Saggista già negli anni del conflitto, nel dopoguerra intensificò la sua attività di autore di pubblicazioni storiche dedicate alla Marina, con particolare riferimento agli ultimi avvenimenti bellici. Erano anni difficili e Bragadin, che da Supermarina aveva goduto di una visione d’insieme delle operazioni navali in guerra, dopo aver svestito la divisa si impegnò a difendere e spiegare le ragioni della Marina Militare. Ma fu soprattutto nella cinematografia degli anni ’50, sostenuta politicamente nella promozione della rinascita dei valori patriottici nel Paese in ricostruzione, che Bragadin ebbe un ruolo determinante. Quale soggettista, sceneggiatore e consulente alla produzione dei film
Il tenente di vascello Marc’Antonio Bragadin intento a scrivere (foto collezione Cernuschi). N OT I Z I A R I O
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Saggista, sceneggiatore e documentarista, ha raccontato la Marina sul grande schermo
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di guerra, che tanta fortuna ebbero in quegli anni, egli partecipò alla realizzazione di quasi tutte le pellicole a carattere navale dell’epoca. La prima fu I sette dell’Orsa Maggiore (1953) del regista Duilio Coletti, uno specialista del genere. Per questo film, ispirato alle azioni compiute dalla Marina con i siluri a lenta corsa contro le basi britanniche di Gibilterra e Alessandria d’Egitto, Bragadin collaborò alla regia e curò il soggetto e la sceneggiatura insieme al comandante e regista Francesco De Robertis, a Ennio De Concini e a Giuseppe Berto. La Marina fornì i mezzi e gli uomini: nel cast alcuni veri incursori, già “protagonisti” nel reale conflitto mondiale, furono chiamati a “recitare” la parte di se stessi; il regista si avvalse anche della consulenza tecnica del comandante Luigi Durand de la Penne, uno degli artefici dell’affondamento delle navi inglesi nel porto di Alessandria nel dicembre
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1941. Sempre ai mezzi d’assalto, glorie italiane unanimemente riconosciute, fu dedicata la pellicola intitolata Siluri umani (1954), diretta da Antonio Leonviola, già cineoperatore di guerra dell'Istituto Luce, con la consulenza di Bragadin quale soggettista, sceneggiatore, collaboratore alla regia e direttore di produzione. Il film si ispirava “alle imprese che portarono gli assaltatori della Marina Italiana a violare le munite basi del nemico ed in particolare all’azione dei motoscafi d’assalto che la notte del 29 marzo 1941 forzarono la base navale di Suda.” Anche in questo caso, per la consulenza tecnica il regista si rivolse a una “fonte di prima mano”, il capitano di fregata Luigi Faggioni, comandante dell’impresa di Suda e Medaglia d’Oro al Valore Militare. Nel 1954 uscì un’altra pellicola cui Bragadin lavorò quale soggettista, sceneggiatore, direttore di produzione e collaboratore alla regia: La N OT I Z I A R I O
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grande speranza di Duilio Coletti. Il film riproponeva, in forma romanzata, la reale vicenda del sommergibile Cappellini e del suo comandante Salvatore Todaro. Bragadin lavorò ancora come sceneggiatore al film Il prezzo della gloria (1956), per la regia di Antonio Musu, dedicato alla guerra dei convogli. A partire dagli anni Cinquanta, Bragadin lavorò anche alla realizzazione di una serie di documentari destinati a far conoscere il ruolo della Marina nel Paese, illustrandone la storia, l’attività di formazione, le specialità. Consulente tecnico del regista Camillo Mariani dell’Anguillara per Salpa a prora (1951), curò Vita di bordo (1952) e diresse Ricordi di un allievo (1952), tutti prodotti dall’Istituto Nazionale Luce. Per incarico dello Stato Maggiore Marina, tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta, realizzó una ventina di documentari in veste di regista,
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soggettista, sceneggiatore, direttore artistico e, talvolta, stampatore quale proprietario della casa di produzione Filmarin. Tra queste pellicole, Uomini moderni per una Marina moderna (1958), Come nasce un sommergibile (1959), Il patto col mare (1969), Questi Ragazzi della Marina (1972) e La Marina italiana ieri oggi e domani (1982). Molte di queste pellicole, che un tempo venivano proiettate a scopo educativo negli istituti di formazione della Forza Armata, fanno parte del pregevole fondo cinematografico storico della Marina Militare. In alto Marc’Antonio Bragadin tra le locandine dei film “Siluri Umani” e “I Sette dell’Orsa Maggiore” (quest’ultima nella versione inglese) di cui fu sceneggiatore e alcune delle unità navali su compì l’imbarco: corazzata Giulio Cesare, incrociatore Pola ed esploratore Quarto.
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la biografia Nato a Roma il 6 ottobre 1906, entrò in Accademia Navale all’età di 15 anni. Nominato Ufficiale nel 1925, iniziò il lungo periodo d’imbarco previsto per gli appartenenti al corpo dello Stato Maggiore. Promosso guardiamarina nel 1926 e sottotenente di vascello nel 1928, conseguì l’abilitazione al tiro nel 1929. Destinato su esploratori, incrociatori, cacciatorpediniere e corazzate, lasciò volontariamente il servizio permanente nel 1931. Trasferito nei ruoli degli Ufficiali di complemento, raggiunse il padre in
America, dove iniziò a interessarsi di cinema. Richiamato in temporaneo servizio attivo in occasione della guerra d’Africa, della guerra civile spagnola e dell’occupazione dell’Albania, fu promosso tenente di vascello di complemento nel gennaio 1937. Congedato nel marzo 1940, rientrò in servizio ad aprile, alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale. Destinato al Comando della 14^ Squadriglia Mas di La Spezia, dove restò fino ad agosto, compì missioni di guerra nel Canale di Sicilia. Trasferito a Roma, presso Supermarina, quale addetto alla Situazione, nel maggio 1941 ebbe il comando della XIII Squadriglia Mas in Egeo con la quale partecipò alle operazioni navali in appoggio all’occupazione
della base di Suda. Per il suo comportamento in azione e per le ardite missioni compiute, fu decorato della Croce di Guerra al Valore Militare sul campo. Promosso capitano di corvetta per meriti eccezionali nell’ottobre 1941, a novembre fu destinato al Comando Superiore Navale Operativo (Supermarina) quale addetto alla Sezione Piani di Guerra. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, prese parte alla resistenza nell’Italia del Nord. Dispensato dal richiamo in servizio attivo nell’agosto 1945, fu promosso capitano di fregata di complemento nel settembre 1956. Posto in congedo assoluto nel 1971, fu promosso capitano di vascello “a titolo onorifico” nel 1982. Morì a Roma l’11 giugno 1986.
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Sicurezza in mare I limiti della navigazione dalla costa
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ome descritto dall’art. 27 del Codice della Nautica da Diporto nell’ambito dei limiti di navigazione dalla costa i natanti vengono suddivisi in due grandi famiglie: quelli con la marcatura CE (Comunità Europea) e quelli senza tale marcatura. I natanti che non sono provvisti di marcatura CE possono navigare entro le 6 miglia dalla costa oppure, per quelli omologati alla navigazione senza limiti o se riconosciuti idonei a tale navigazione da un organismo tecnico, entro le 12 miglia. Si aggiungono a questa catalogazione sulla distanza anche acquascooter, moto d'acqua, pattini, sandolini, mosconi, pedalò, tavole a vela e natanti a vela con superficie velica non superiore a 4 metri quadrati: tutti
di Alessandro Lentini, vignetta di Paolo Giannetti questi natanti non possono navigare oltre il miglio dalla costa. Quando sul natante è presente la marcatura CE significa che il mezzo risponde a diversi requisiti di sicurezza imposti dalle norme comunitarie. Per queste imbarcazioni la catalogazione non è più basata sulla distanza: questi sono autorizzati alla navigazione a qualsiasi distanza dalla costa entro i limiti delle condizioni meteo-marine per cui il natante è stato progettato. La classe di progettazione A è riferita a imbarcazioni progettate per venti che possono superare forza 8 (scala Beaufort) e un'altezza d'onda significativa superiore a 4 metri ad esclusione di circostanze anomale come tempeste violente, uragani, tornado. La classe B distingue natanti pro-
gettati per una forza del vento fino a 8 compreso con altezza d’onda fino a 4 metri. La classe di progettazione C è attribuita a mezzi da diporto progettati per una forza del vento fino a 6 e altezza d’onda fino a 2 metri mentre la classe più bassa, la D, è riferita a mezzi progettati per una forza del vento fino a 4 e un’altezza d’onda fino a 0.3 metri, con onde occasionali di altezza massima di 0,5 metri. Nel caso di manifestazioni sportive, comunicate regolarmente alle autorità competenti e organizzate dalle Federazioni Sportive o da organizzazioni riconosciute, tutte le imbarcazioni da diporto e i natanti ammessi a parteciparvi possono navigare senza alcun limite di distanza dalla costa.
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di Emanuele Scigliuzzo
avvenimenti e curiosità in breve
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Continua l’opera di bonifica dei Palombari
Due operazioni diverse una in provincia di Trento e l’altra in provincia di Messina, hanno visto impegnati i palomabari. Il primo intervento è stato effettuato per rimuovere dal fiume Adige acluni residuati bellici poi consegnati agli artificieri del 2° Reggimento Genio Guastatori. La seconda operazione invece è stata necessaria per un ritrovamento presso lo scoglio di Patti. (foto1 e 2)
Siglato accordo per Telegestione radiologica E’ stato siglato il 25 febbraio a bordo della portaerei Cavour, un accordo tra Marina Militare e Società Italia-
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na di Radiologia per un sistema di telegestione radiologica. L’impiego previsto è a bordo di unità dotate di un’area ospedaliera che potranno fornire un’assistenza sanitaria completa. La sperimentazione avrà una durata di sei mesi. (foto 3)
8 marzo, celebrate le donne di mare
Si è svolta l’8 marzo la IV edizione di “Donne Mare”, una manifestazione che vuol dare un riconoscimento alle donne, che del mare hanno fatto la propria professione. Durante l’evento, organizzato dall’assessorato alle pari opportunità di La Spezia e dal Comando Marittimo Nord, il personale della Marina ha visto la premiazione del sottotenente di vascello Laura Burdassi, prima donna a conseguire il brevetto
anfibio della Brigata Marina San Marco, il sottotenente di vascello Elisabetta Galati, capo componente sanitaria di nave Bergamini, il capo di 1^ classe Simona Lazzari, specialista avionica sugli elicotteri EH101 e il sottocapo 3^ classe Valeria Fedele, prima donna sommergibilista. (foto4)
156 anni per il Corpo di Fanteria della Marina
Nasce il 21 marzo 1861 il Corpo di Fanteria Real Marina, costituito dalla fusione della Fanteria di Marina Piemontese (Battaglione Real Navi) e Napoletana (Real Fanteria di Marina). La ceriomonia per la celebrazione del 156° anniversario della costituzione del Corpo, si è svolta a Brindisi presso il Castello Svevo. (foto 5)
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Collaborazione con la Marina del Qatar
Continua la collaborazione tra la Marina Militare Italiana e quella del Qatar dopo la firma del Memorandum of Understanding avvenuta il16 giugno 2016. La nuova cooperazione siglata dal capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli e dal Comandante della Marina dell'Emirato del Qatar, Major Staff General Mohammed Nasser Al Mohannadi prevede per gli equipaggi delle corvette di prossima acquisizione dalla Marina Qatarina la partecipazione a corsi di formazione presso i centri della Marina Italiana; l’imbarco di personale su unità italiane; la presenza di ufficiale italiano di collegamento a Doha, presso lo Stato Maggiore della Marina Qatarina. (foto 6)
Italia - Turchia cooperazione tra marine Tre gioni intensi per nave Bergamini nel porto di La Goulette dal 21 al 24 febbraio scorsi, dove il Comandante in capo della Squadra Navale, ammiraglio Donato Marzano, ha incontrato il capo di Stato Maggiore della Marina Tunisina, ammiraglio Abderraouf Atallah. Il 22 febbraio l’ammiraglio Marzano, si è recato in visita alla centrale operativa della Marina tunisina. I colloqui hanno lo scopo di favorire una maggiore sinergia tra i due paesi per garantire la sicurezza nel Mediterraneo. Durante la sosta nave Bergamini, impegnata in operazione Mare Sicuro, ha ricevuto anche la visita dell’ambasciatore dott. Raimondo De Cardona e degli addetti militari in tunisia. (foto 7)
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Seminario di comunicazione in Accademia
Si è svolto dal 14 al 16 marzo il modulo Pubblica Informazione e Comunicazione rivolto agli allievi della prima classe degli Ufficiali dei ruoli speciali e nomina diretta. Tra lezioni e laboratori didattici, sono stati esposti i metodi di una comunicazione efficace. Sono stati affrontati numerosi argomenti come strumenti, obiettivi e strategie
di comunicazione, la gestione di siti e social network. Ha chiuso il seminario il capo dell’Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione, ammiraglio Fabio Agostini, in un intervento che ha affrontato temi della comunicazione integrata sottolineanando l’importanza della preparazione del personale. (foto 8)
Oro ai Campionati di canoa/kayak per il K2 Il K2 composto dai sottocapi Cristina Petracca e Agata Fantini ha conquistato al Campionato Invernale di canoa/kayak, la medaglia d’oro sulla distanza di 2000 metri. Le atlete della Marina han-
no tagliato il traguardo con due secondi di vantaggio sull’imbarcazione della società Canottieri Comunali di Firenze, aggiudicandosi così il titolo di Campionesse d’Italia. (foto 9)
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nuoto con gare corte o medio lunghe adatte a velocisti o mezzofondisti insomma, ognuno può trovare la sua dimensione.
Allenatori di Marina Alessandro Torre di Emanuele Scigliuzzo
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una disciplina sportiva nata dall’applicazione del nuoto all’addestramento verso il pronto intervento e pronto soccorso sulle spiagge e nelle strutture dedicate alla balneazione il salavamento, oggi, è una branca dell’attuale Federazione Italiana Nuoto. Dinamica e poliedrica, questa specialità ultimamente, come in occasione degli ultimi campionati italiani di Riccione, riesce a suscitare l’interesse del grande pubblico. Conosciamo più da vicino il sottocapo di 1ª classe scelto Alessandro Torre,
prima atleta di livello mondiale, dal 2004 responsabile e allenatore del settore Salvamento della Marina.
Da cosa nasce la passione per il salvamento? La passione per questo sport non sboccia subito, i miei genitori mi portarono in piscina all’età di sette anni e ho iniziato con questa specialità solo dopo il passaggio al nuoto agonistico.
Ci può spiegare questa specialità del nuoto? Il nuoto per salvamento si divide in due discipline: le gare in piscina “Still Water” e le gare in mare “Open Water” o gare oceaniche, entrambe le discipline prevedono sei gare individuali che staffette. Il salvamento è uno sport dinamico considerate le numerose specialità in cui cimentarsi come corsa, surf, canoa, pinne e ovviamente
In alto: una fase finale di una gara di nuoto per salvamento, specialità Torpedo. Accanto: l’allenatore, responsabile del settore “nuoto per salvamento” per la Marina Militare, sottocapo di 1ª cl sc. Alessandro Torre. N OT I Z I A R I O
D E L L A
M A R I N A
Oggi il nuoto per salvamento non è una disciplina olimpica ma è in lista per l’edizione del 2024, quanto ci spera in questa promozione? Ci spero tantissimo sia da appassionato che da tecnico perché lo ritengo uno degli sport più completi e spettacolari del mondo. Oggi è praticato in quasi tutte le nazioni e ha una valenza sia sociale che sportiva.
L’Italia a livello mondiale per le competizioni indoor è tra le nazioni più forti e sta lavorando anche per migliorare nelle gare in acque libere, quale il segreto di questo successo? In Italia nelle gare in piscina siamo tra i migliori in assoluto praticamente da sempre. Per le prove in mare siamo indietro rispetto alle 3 nazioni principe di questa specialità, Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa. In questi paesi il salvamento è uno sport popolare con una tradizione radicata, praticato da atleti professionisti. Bisogna considerare anche il fattore clima che in questi luoghi è più favorevole avendo la possibilità di allenarsi con onde di 3 metri che in Italia difficilmente trovi nei periodi estivi. Per gli stessi motivi noi siamo favoriti nelle prove indoor. Siamo un popolo di nuotatori oltre che di calciatori e le strutture per allenarsi sono molto diffuse.
In questo contesto così importante, come si inserisce la squadra della Marina? Quali sono le ambizioni per questa stagione agonistica? La Marina Militare è da sempre una delle squadre più forti in assoluto anche grazie a un contesto professionale. Purtroppo per adesso sono arruolati atleti in ferma prefissata che al massimo possono rimanere per un triennio, speriamo che le cose cambiano. Gli obiettivi stagionali sono i prossimi campionati italiani assoluti che si svolgeranno a Milano dal 21 al 23 aprile, dove verranno selezionati gli atleti che parteciperanno ai World Games, dal 19 al 23 luglio 2017 a Wroclaw in Polonia. Poi penseremo ai campionati europei assoluti in Belgio dal 3 al 10 settembre.
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