Notiziario della marina settembre 2015

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A n n o L X I I - S e t t e m b r e 20 1 5 -€ 2, 00

n o t I Z I A r I o

della

M ARINA


dal numero di:

S ETTEMBRE 1965

CINQUANT’ANNI

FA . . .

La Marina di cinquant’anni fa, riproposta attraverso le immagini dei Notiziari dell’epoca e i vostri scatti

In copertina: unità navali in addestramento; in primo piano il C.T. lanciamissili Impavido. Stoccolma, Svezia, settembre 1965. L’ambasciatore d’Italia in Svezia, marchese Benedetto Capomazza di Campolattaro visita la nave scuola Amerigo Vespucci accompagnato dal comandante dell’unità, capitano di vascello Agostino Straulino.

Nave San Giorgio, navigazione da Madera (Portogallo) a Puerto Cabello (Venezuela), agosto 1965. Osservazioni astronomiche da parte degli allievi.

In alto: Portsmouth, Regno Unito, agosto 1965. Durante la franchigia, gli allievi stringono nuove amicizie. A destra: Portsmouth, Regno Unito, agosto 1965. Gli allievi dell’Accademia Navale tra le rovine trimillenarie di Stonehenge.

inviate i vostri scatti dell’epoca con una breve didascalia a: notiziario.marina@gmail.com


MARINA N O T I Z I A R I O

T E S TATA

M A R I N A M I L I TA R E 1954

GIORNALISTICA DELLA F O N DATA N E L

I SCRIZIONE :

R EGISTRAZIONE :

Tribunale di Roma

n. 396/1985 dell’8 agosto1985

PROPRIETÀ: Ministero della Difesa - EDITORE: Ministro della Difesa D IRETTORE R ESPONSABILE :

Antonio COSENTINO

REDAZIONE, GRAFICA/IMPAGINAZIONE, SEGRETERIA:

Antonio DOVIZIO

Cristopher SCARSELLA Pasquale PRINZIVALLI

Emanuele SCIGLIUZZO D IREZIONE

E

R EDAZIONE :

NOTIZIARIO DELLA MARINA Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione della Marina Militare Piazza della Marina, 4 - 00196 Roma tel. 06.3680.5556

e-mail: notiziario.marina@gmail.com

Segreteria e amministrazione tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003 N ORME

PER LA COLLABORAZIONE

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Per la collaborazione a questo numero si ringraziano: Annarita Porcelluzzi, Lorenzo Be, Cecilia Scalia, Luca Nunziante, Roberto Petruzzi, Giorgio Cavalleri, Alarico Gattia, Attilio Gattia, Alessandro Lentini, Carlo Disma, Vittorio Parrella, Desirèe Tommaselli, Marco Maccaroni, Andrea Cini.

Per i contributi fotografici di questo numero si ringraziano: Silvio Scialpi, Marco Corallino, Ufficio Storico della Marina Militare, 7° Reparto Navi dello Stato Maggiore della Marina.

Stampa: Tipografia Facciotti - Roma

chiuso in redazione il: 28 settembre 2015

Sommario

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A N N O LXII - SET T E M B R E 2 0 1 5

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Editoriale

di Antonio Cosentino

Sitrep

I cadetti prendono il largo

di Annarita Porcelluzzi e di Lorenzo Be

Corso Adamastor: tutti a bordo di C.D.

La Marina e la lotta agli incendi boschivi di Roberto Petruzzi

Una nuova unità anfibia per la Marina di Cristopher Scarsella

La Brigata Marina San Marco si addestra di Vittorio Parrella

Emilio Bianchi

di Desirèe Tommaselli

Operazione Zurigo di Giorgio Cavalleri

Festa della Marineria 2015 di Pasquale Prinzivalli

Minitransat 2015: una regata, un’impresa! di Alessandro Lentini

9 settembre, per non dimenticare di Marco Maccaroni

Il mese in immagini di Pasquale Prinzivalli

La ricerca tecnologica nel campo dell’optoelettronica di Andrea Cini

In copertina: Suggestiva immagine di nave Italia ormeggiata in porto a La Spezia in occasione della 4ª edizione della Festa della Marineria. (foto di Silvio Scialpi)

M ARINA M ILITARE www.marina.difesa.it App NewsMM MarinaMilitareOfficialPage @ItalianNavy marinamilitareofficial

In quarta di copertina: Vogliamo condividere con te una grande novità: il Notiziario della Marina sarà in vendita. Consulta, per le modalità di abbonamento, il sito www.marina.difesa.it.

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Editoriale di Antonio Cosentino

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’trascorso già un anno da quando nelle stesse pagine del Notiziario, campeggiavano le immagini delle campagne d’istruzione. Un momento formativo importante che segna il passaggio “dalla terra al mare” per gli allievi di oggi e ufficiali di domani. La più emozionante tra le diverse fasi formative, che accompagna questi giovani marinai inesperti fino all’agognato “giro di bitta”, simbolo di esperienza e maturità. Avviati verso i reparti, i giovani ufficiali troveranno un mondo nuovo, diverso dalle marziali ma rassicuranti stanze dell’Accademia. Saranno spesso chiamati a fronteggiare emergenze di vario tipo, talvolta apparentemente distanti dai compiti tradizionali, sotto altre vesti ma sempre al servizio del cittadino. E’ così che gli elicotteristi della Marina delle basi di Catania e Grottaglie si sono prodigati anche quest’estate nella lotta agli incendi boschivi: un compito complesso e di grande rilevanza per il nostro Paese. Insieme a questo, tanti altri impegni caratterizzano sempre di più una Forza Armata riconfigurabile per le più attuali esigenze… Per questo le navi recentemente progettate, come la nuova unità anfibia della Marina descritta in questo numero, hanno delle caratteristiche e capacità fortemente duali. Allo stesso modo, trovano una duplice funzione le forze specialistiche, come i Fucilieri di Marina, ora chiamati a dar supporto alla popolazione colpita da calamità, ora impegnati in complesse esercitazioni con gli incursori del GOI; proprio a tal proposito, vi raccontiamo della Mortarex 2. Rivivremo poi la storia di un grande uomo, uno di quelli che, insieme ad una manciata di eroi, ha fatto grande la Marina: parliamo di Emilio Bianchi e dell’impresa di Alessandria. Ma vi garantiamo altra adrenalina, con il racconto dell’operazione Zurigo, che si trasforma facilmente in tradizione, con la Festa della Marineria, in passione sportiva, con la MiniTransat 2015, e in riflessione, nel ricordo dei Marinai scomparsi in mare. Insomma, come sempre con queste pagine proviamo a trasmettervi quel misto di spirito d’avventura e poesia marinaresca che solo chi va per mare conosce e che prende forma tutte le volte che si spiegano le proprie vele verso nuovi orizzonti. Buona lettura! Calata San Vito, molo sommergibili 1, La Spezia, 28 settembre 2015 ore 3:54. Una rara immagine della recente eclissi totale di luna sul golfo della Spezia (la prossima eclissi totale sarà nel 2033). In primo piano nave Italia, sullo sfondo nave Duilio (foto di Sivio Scialpi).

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oceano atlantico

ESERCITAZIONE JOINT WARRIOR

SITREP

Attività addestrativa complessa multinazionale Cacciatorpediniere ANDREA DORIA

settembre CAMPAGNA

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D’ISTRUZIONE

1^ Classe dell’Accademia Navale Nave PALINURO e barche da crociera

BONIFICHE

ORDIGNI IN MARE

Attività di disinnesco/neutralizzazione di ordigni esplosivi in mare

mar

Personale Gruppo Operativo Subacquei Personale Nucleo SDAI

EUNAVFOR - MED EUROPEAN UNION NAVAL FORCE

Operazione di contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo Portaerei CAVOUR (flagship) Nr. 2 EH-101 imbarcati

OPERAZIONE MARE SICURO Operazione di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale per la tutela degli interessi nazionali Fino a 5 unità navali: Cacciatorpediniere MIMBELLI Fregate BERGAMINI (flagship), FASAN (flagship), ALISEO Pattugliatore di sqaudra BERSAGLIERE Pattugliatori BORSINI, BETTICA, CIGALA FULGOSI

mar mediterraneo

VI.PE./OPER.CONSTANT VIGILANCE Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori 1 Pattugliatore/Corvetta: VEGA, DRIADE

RICERCA/RECUPERO

RELITTO

Attività di ricerca e recupero del relitto dell’imbarcazione affondata nello Stretto di Sicilia il 18 aprile 2015 Cacciamine TERMOLI, MTC TREMITI Personale Gruppo Operativo Subacquei

JOINT OPERATION TRITON Operazione congiunta di controllo delle frontiere esterne della UE sotto egida dell’agenzia FRONTEX

ATTIVITÀ

Cacciatorpediniere ANDREA DORIA Rifornitrice di sqaudra ETNA Fregata GRECALE Pattugliatori FULGOSI, BETTICA, SIRIO, ORIONE Corvetta DRIADE, Cacciamine TERMOLI, MTC GORGONA Navi idro-oceanografiche ARETUSA, GALATEA

Pattugliatori SIRIO, ORIONE Personale MM presso ICC Pratica di Mare

RILIEVI

IDRO-OCEANOGRAFICI

Attività in supporto al Ministero dello Sviluppo Economico

MCCID MALTA

Navi idro-oceanografiche ARETUSA, GALATEA

Missione italiana di collaborazione nel campo della Difesa

ISPEZIONI

Personale Marina Militare

ATTIVITÀ DI DIFESA E SICUREZZA MARITTIMA NAZIONALE OPERAZIONI DI SICUREZZA MARITTIMA INTERNAZIONALI ATTIVITÀ DI COOPERAZIONE E OPERAZIONI INTERNAZIONALI CONCORSI/COLLABORAZIONI CON ALTRI DICASTERI NAZIONALI CAMPAGNE NAVALI/D’ISTRUZIONE, ATTIVITÀ ADDESTRATIVA COMPLESSA

DI PATTUGLIAMENTO

Attività in supporto al Ministero dello Sviluppo Economico

SUBACQUEE

Attività condotta con mezzi a comando remoto su installazioni energetiche in supporto al Ministero dello Sviluppo Economico Cacciamine VIAREGGIO mare terra

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UNIFIL UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LEBANON

Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite Personale Marina Militare

OPERATION INHERENT RESOLVE OPERAZIONE PRIMA PARTHICA Operazione di contrasto del terrorismo islamico Gruppo Operativo Incursori

COMBINED MARITIME FORCES Forza marittima multinazionale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain)

n ero

Personale Marina Militare

OPERAZIONE RESOLUTE SUPPORT Missione NATO di assistenza e supporto alle forze di sicurezza e istituzioni dell’Afghanistan Personale Brigata Marina SAN MARCO, Gruppo Operativo Incursori

M.F.O. golfo arabico

MULTINATIONAL FORCE AND OBSERVERS

Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran GRUPNAVCOST 10: Pattugliatori ESPLORATORE, SENTINELLA, VEDETTA, Personale Brigata Marina SAN MARCO

oceano indiano

BMIS GIBUTI BASE MILITARE ITALIANA DI SUPPORTO IN GIBUTI

Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta Personale Marina Militare

EUNAVFOR - OPERAZIONE ATALANTA EUROPEAN UNION NAVAL FORCE

Operazione di contrasto alla pirateria marittima dell’Unione Europea Fregata LIBECCIO

EUCAP NESTOR

Missione UE civile-militare di Regional Maritime Capacity Building in Corno d’Africa (Gibuti e Seychelles) Personale Marina Militare

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con la collaborazione della Sala Monitoraggio M.M. del 3° Reparto dello Stato Maggiore Marina


I cadetti prendono il largo di Annarita Porcelluzzi

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Nave Stella Polare in navigazione a Palamos.

Il Gruppo Navi Scuola e le imbarcazioni dello Sport Velico Marina Militare

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l 14 luglio, dal porto di Livorno, è iniziata per i 105 allievi della 1^ Classe dell’Accademia Navale la Campagna d’Istruzione 2015. Novità di quest’anno è stata l’articolazione dell’addestramento estivo in 2 moduli, d’altura e costiero, durati in tutto 10 settimane. Il primo modulo, indirizzato alle attività d’istruzione marinaresca

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Amore per la Patria e spirito di tradizione: questi valori spingono gli allievi a onorare quotidianamente la Bandiera

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La nascita del corso

Il 22 agosto gli allievi della 1^Classe hanno urlato il loro nome: nelle acque dell’arcipelago maddalenino a bordo di nave Palinuro, è nato il corso Mizar. Su una bandiera color amaranto si staglia una tigre bianca, simbolo di forza e tenacia. “Cum impetu et honore in historiae mare”, questo il motto che raccoglie in sé l’attaccamento agli eroi e alle imprese della storia della nostra Marina. Gli allievi d’ora in poi navigheranno uniti come un vero equipaggio.

IN NAVIGAZIONE DA CAGLIARI A PALAMOS, 31 luglio 2015 ore 7.28: nave Palinuro in navigazione nel Mar Balearico fotografata da nave Orsa Maggiore.

teorica e pratica, ha previsto la costituzione del Gruppo Navi Scuola la cui flagship, Orsa Maggiore, ha solcato le acque del Mediterraneo insieme a nave Palinuro, Capricia, Corsaro II e Stella Polare. Le tappe sono state Ajaccio, Cagliari, Palamos, Palma, La Maddalena, Port Mahón, Tolone e Montecarlo. Il modulo costiero, invece, presso MARISCUOLA La Maddalena, è stato volto a completare la formazione velico-marinaresca per far raggiungere agli allievi la piena capacità di governare autonomamente le imbarcazioni. Addestrarsi nella componente etico-militare, in quella professionale e nell’ambito fisico-sportivo, sono stati alcuni tra gli obiettivi di questa campagna. Rafforzare il carattere, imparare praticamente l’arte dell’andar per mare integrandosi completamente agli equipaggi, rispettandone tradizioni e specificità: tutti questi elementi hanno concorso nella loro varietà a rendere la campagna d’istruzione un momento fondamentale nel processo formativo degli Allievi, avvicinandoli alla figura del marinaio.

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Le interviste agli allievi di Lorenzo BE

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Nave Palinuro ormeggiata a Port Mahòn (Minorca).

allievo 1^ cl. Cecilia Scalia

a campagna d’istruzione di quest’anno è stata per molti aspetti differente da quelle precedenti: l’anno scorso una nave grigia, quest’anno nave Palinuro ha ospitato gli allievi Ufficiali. Come è stata questa novità? È stata molto stimolante, ricca di spunti che ci hanno dato modo di approfondire tutti gli argomenti trattati in modo teorico in Accademia; conoscere gli effetti del meteo sulla navigazione, essere in grado di pianificare la rotta e l’ingresso in porto sono obiettivi che un futuro Ufficiale di Vascello deve prefissarsi e saper realizzare. A bordo di questa splendida nave goletta si apprendono gli aspetti fondamentali dell’arte marinaresca: abbisciare le cime, bordare le vele, orientarsi con gli strumenti tradizionali, è un’esperienza unica che rende la nostra professione ancora più affascinante. Questa campagna d’istruzione rappresenta per voi allievi la prima navigazione: che significato assume? Per gli allievi 1^Classe si è trattato del “battesimo del

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Mutano solo il cielo, non l’animo, coloro che vanno per mare [Epistole a Bullazio, Orazio, libro I, lett.XI]

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mare”: le acque del Mediterraneo solcate durante questi mesi estivi sono solo il prologo di un lungo viaggio, che rappresenta la nostra scelta di vita, nonché l’elemento e il luogo naturale dove abbiamo deciso di servire il nostro Paese. allievo 1^ cl. (CP) Luca Nunziante

Come si è svolta una giornata tipo per voi allievi nel modulo d’altura e in quello costiero? I giorni di navigazione a bordo delle unità a vela maggiori sono stati scanditi dai servizi di guardia, della durata di quattro ore, tra cui i più importanti sono quelli di timoniere, vedetta e sottordine all’Ufficiale di Guardia in Plancia. Inoltre, siamo impegnati in molteplici attività professionali quali il riconoscimento stellare e le manovre alle vele. A Mariscuola La Maddalena, invece, la giornata iniziava con l’attività fisica mattinale, e con il briefing meteo operativo. Successivamente venivano svolte uscite in mare con le imbarcazioni a vela ed al rientro nel pomeriggio era previsto l’addestramento al combattimento militare corpo a corpo. La giornata si concludeva con conferenze di approfondimento storico e culturale. Quali attività le resteranno maggiormente impresse? Tra le immagini che conserverò per sempre ci sono sicuramente la prima “salita a riva” sui pennoni di nave Palinuro, la corsa svolta all’alba in ogni porto della campagna d’istruzione e la commemorazione della tragedia dell’affondamento della corazzata Roma presso il Monumento ai Caduti di Port Mahón.

NAVIGAZIONE DA AJACCIO A CAGLIARI, 21 luglio 2015 ore 21.44: Un allievo 1^ Classe impegnato nelle osservazioni astronomiche misura l’altezza di una stella sull’orizzonte con il sestante per stabilire la posizione della Nave.

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Corso Adamastor: tutti a bordo!

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di C.D.

’estate non è tempo per riposare, almeno non per gli allievi dell’Accademia Navale di Livorno. Infatti, mentre i frequentatori della prima classe sono impegnati nella campagna d’istruzione, quelli della seconda classe si destreggiano già con attività più specifiche, organizzate in tirocini professionali volti alla loro normale progressione verso la nomina ad aspiranti ufficiali. Come ogni iter finalizzato a formare le nuove leve della Forza Armata, si tratta di attività complesse, strutturate in modo da ottenere il massimo risultato possibile in termini di capacità e competenze acquisite dagli allievi. Il primo step è stato l’impegnativo modulo di ambientamento al combattimento anfibio, svolto ovviamente nel cuore di questa specialità, a Brindisi, dove gli allievi sono stati seguiti dagli istruttori della Brigata Marina San Marco. Si tratta di un salto nella realtà operativa dopo due anni di studio presso l’Istituto di formazione di Livorno. Poi, giusto per restare fedeli al motto della specialità, “per mare, per terram”, non appena concluso il modulo terrestre, gli allievi sono tornati subito a contatto con il proprio elemento naturale durante il modulo velico. Grazie alle splendide barche da crociera Canopus,Andromeda, Aquilante, Seven Seas e Calypso, fornite dalla Sezione Velica di Taranto, gli allievi hanno potuto trascorrere lunghe ed intense giornate di istruzione, tra servizi di guardia e manutenzione, completate dai “Weekend velici” – per gli equipaggi più meritevoli – nel corso dei quali gli al-

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Si è sviluppata in diverse fasi l’addestramento estivo degli allievi del secondo anno dei corsi normali dell’Accademia Navale.

lievi hanno potuto mettere alla prova la propria preparazione e tenacia. Nel frattempo, non sono mancati vari tirocini professionali, differenziati in base ai Corpi di appartenenza degli allievi, in grado di far acquisire agli ormai prossimi ufficiali di Marina la giusta consapevolezza del ruolo che a breve andranno a ricoprire nei ranghi della Forza Armata. Gli allievi ufficiali del corpo di Stato Maggiore hanno partecipato al Tirocinio estivo di manovra, svolto sulle unità navali operativamente più “semplici”, i Moto-trasporto fari e costieri; quelli del Genio Navale sono approdati al Servizio Efficienza Naviglio di Maristanav Taranto, quelli del corpo Sanitario hanno potuto avvicinarsi finalmente alla realtà dei reparti del Centro ospedaliero militare, quelli del corpo di Commissariato hanno affiancato i colleghi della Direzione dei servizi di commissariato e quelli delle Capitanerie si sono immersi tra le pratiche ed i verbali del locale Compamare. Dopo due anni di impegno, trascorrere in modo così produttivo e diverso dalla routine quotidiana il periodo estivo diventa un’importante occasione di crescita, durante il quale poter stimolare tanto la predisposizione alla leadership, naturalmente presente in ogni giovane allievo, quanto il senso di responsabilità, con cui tutti gli aspiranti potranno e dovranno imparare a confrontarsi ogni giorno della loro futura carriera come ufficiali di Marina.

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La Marina e la lotta agli incendi boschivi di Roberto Petruzzi

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Ogni anno il patrimonio forestale del nostro Paese è minacciato dagli incendi. Lo Stato può contare su una flotta aerea antincendio costituita da mezzi ad ala fissa e rotante e la Marina è in prima linea con i propri elicotteri in stato di prontezza operativa nelle basi di Catania e Grottaglie.

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on una superficie territoriale costituita per il 30% da boschi, il nostro Paese possiede uno dei più importanti ecosistemi forestali d’Europa. Si tratta di un vero e proprio patrimonio naturale, ovvero una fonte di ricchezza per l’ambiente e l’economia, per l’equilibrio del territorio, per la conservazione della biodiversità e del paesaggio. Ogni anno questa fondamentale risorsa nazionale è messa a repentaglio dal fenomeno degli incendi. Si stima che, negli ultimi trent’anni, circa il 12% del patrimonio forestale nazionale sia andato distrutto a causa di incendi di natura dolosa o

colposa, legati a diverse cause, quali la speculazione edilizia, l’incuria e la disattenzione dell’uomo, ecc. Il fenomeno degli incendi boschivi colpisce soprattutto il sud della penisola e le isole, ove il clima subarido, in particolar modo nei mesi estivi, favorisce le condizioni per lo sviluppo e la propagazione del fuoco. Come previsto dalla legge quadro sugli incendi boschivi, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha fornito Taranto, 6 agosto 2015. Un AB212 del Quarto Gruppo Elicotteri in volo sul Mar Piccolo effettua una prova di rilascio acqua dalla benna antincendio. (foto di Marco Corallino).

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Una missione antincendio mette l’equipaggio di un elicottero in contatto con i quattro elementi: terra, aria, acqua e fuoco. E’ un’esperienza completa e rende l’uomo parte della natura stessa

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alle Regioni, alle Province Autonome e ai Ministeri interessati delle raccomandazioni per un più efficace contrasto agli incendi boschivi e di interfaccia urbano-rurale (incendi in aree di stretta interconnessione tra strutture antropiche e aree naturali), al fine di adottare tutte le iniziative necessarie a prevenire e fronteggiare il fenomeno. Nell’ambito delle annuali Campagne Antincendio Boschivo (CAIB), le amministrazioni conducono una lotta attiva agli incendi con squadre terrestri e con i mezzi della flotta aerea antincendio dello Stato, costituita da velivoli ad ala fissa e rotante e coordinata dal Centro Operativo Aereo Unificato (COAU) del Dipartimento della Protezione Civile. Anche l'amministrazione della Difesa fornisce, in questo senso, il proprio contributo alla flotta aerea antincendio dello Stato. In particolare anche le Forze Aeree della Marina Militare sono direttamente coinvolte nella CAIB, con due elicotteri AB212 del Secondo e

del Quarto Gruppo Elicotteri, rispettivamente dislocati presso la Stazione Elicotteri di Catania e la Stazione Aeromobili di Grottaglie. Nel periodo luglio-settembre, i due elicotteri sono quotidianamente in stato di prontezza operativa di due ore e sono equipaggiati con il dispositivo denominato “bambi bucket” o “benna”, ovvero un contenitore che viene normalmente fissato al gancio baricentrico dell’aeromobile ed impiegato dall’equipaggio per il trasporto ed il rilascio sul fuoco di acqua o liquido estinguente. In piena ottica duale della Forza Armata, nei giorni di caldo estivo ci sono sempre dei marinai in tuta verde pronti ad intervenire contro il fuoco, per la pubblica utilità e a tutela dell’ambiente e della popolazione del nostro Paese.

Un AB212 del Secondo Gruppo Elicotteri in volo nella fase di “attacco” su un incendio nella provincia di Catania.

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Una nuova unità anfibia per la Marina

di Cristopher Scarsella

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ell’ambito del recente programma navale, avviato dalla Marina con lo scopo di sostituire alcune unità giunte a fine vita operativa, particolare importanza assume la costruzione di una nuova nave anfibia multi-ruolo (LHD: Landing Helicopter Dock). Quest’ultima, come i Pattugliatori Polivalenti d’Altura (PPA) e la nave da supporto logistico (LSS: Logistic Support Ship) trattati negli scorsi numeri, è concepita fin dalla fase preliminare del progetto per essere uno strumento flessibile, modulare, affidabile, a basso impatto ambientale, facilmente riconfigurabile, consentendo ad una stessa classe di unità di portare a termine missioni

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che tradizionalmente spettavano a differenti tipologie di piattaforme. La nuova nave anfibia multi-ruolo consentirà di proiettare e sostenere la forza da sbarco, assicurando il trasporto strategico di un numero elevato di mezzi, personale e materiali. Concorrerà con la Protezione Civile alle attività di soccorso alle popolazioni, assicurerà le funzioni di comando e controllo nell’ambito di emergenze dovute a flussi migratori, evacuazione connazionali, assistenza umanitaria e sanitaria. L’unità sarà dotata di una moderna struttura ospedaliera estesa per circa 770 m2; potrà inoltre fornire acqua potabile, alimentazione elet-

trica, supporto sanitario a popolazioni colpite da calamità naturali. L’impianto propulsivo sarà del tipo CODOG (Combined Diesel Or Gas turbine), con l’aggiunta di due motori elettrici. In base alla velocità richiesta e al tipo di missione potranno essere impiegati i seguenti assetti: - due motori elettrici per operazioni anfibie, operazioni di volo, sorveglianza, transito in aree soggette a restrizioni ambientali; - due motori diesel per operazioni di trasferimento e riposizionamento;


Trasporto di un numero elevato di materiali e mezzi, elevata capacità di ricevere personale, capacità di proiezione dal mare ottimizzata anche per operazioni dual use: queste le principali caratteristiche della nuova LHD

- due turbine a gas per operazioni di riposizionamento veloce in un’area di interesse e/o in presenza di minaccia (velocità massima oltre 24 nodi). La rete elettrica sarà alimentata da 4 diesel generatori da 5,2 MW ciascuno, in grado di fornire energia elettrica anche ai motori elettrici di propulsione. La nuova nave anfibia multi-ruolo potrà trasportare circa 550 uomini oltre all’equipaggio. Sarà dotata di un ponte garage in

grado di ospitare veicoli gommati e cingolati, civili e militari fino a circa 1.200 metri lineari. Il bacino allagabile consentirà di operare con mezzi anfibi in dotazione anche alle Marine NATO ed EU (tipo Landing Craft Mechanized LCM, Rigid Hull Inflatable Boat RHIB, Landing Craft Air Cushion LCAC, Landing Catamaran L-CAT).

Sullo sfondo: il rendering della nuova LHD (Landing Helicopter Dock) che sostituirà le tre unità della Classe Santi prossime al termine della loro vita operativa.

Il ponte di volo sarà dotato di almeno 5 spot per elicotteri. Aspettiamo, dunque, che le nuovi costruzioni entrino a far parte della nostra flotta, pronte a solcare i mari di tutto il mondo quali espressione del rinnovamento intrapreso dalla Marina Militare.

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La Brigata Marina San Marco si addestra

di Vittorio Parrella

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I fuclieri di Marina si addestrano al fuoco di supporto, spesso ago della bilancia tra successo e fallimento

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al 31 agosto al 4 settembre si è svolta nel sedime militare di Monte Romano (VT) l’esercitazione denominata “MORTAREX-2” (esercitazione che prevede l’mpiego di mortai) che ha visto impegnato tutto il I Battaglione Assalto “Grado” sup-

portato dal 1 Reggimento San Marco. I mortaisti hanno perfezionato l’addestramento all’impiego dei mortai da 120 mm ad anima rigata in sinergia con i team DAO (Distaccamento Acquisizione Obiettivi) della Compagnia Nuotatori Squadra di fucilieri di Marina del I Reggimento San Marco impegnata in movimento tattico per l’acquisizione dell’obiettivo (foto di repertorio).

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Paracadutisti; grazie all’importante opportunità addestrativa offerta dai grandi spazi del poligono sono state anche impegnate le Compagnie Commando del 1 Battaglione oltre al II Plotone di Combat Support al GOI. Il fuoco di supporto rimane ancora oggi un assetto particolarmente pregiato in ogni

tipo di teatro operativo, essendo spesso vero e proprio ago della bilancia tra successo e fallimento. Squadre mortai dei Battaglioni Assalto Grado e Venezia impegnate nei tiri con mortaio Thomson da 120mm a canna rigata in dotazione alla Brigata Marina San Marco (foto di repertorio).

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Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina

Emilio Bianchi

L’ultimo sopravvissuto dell’Impresa di Alessandria

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di Desirée Tommaselli

olete girare il mondo? Venite in Marina. Queste parole, scandite su un bel manifesto colorato, apparvero al ventenne Emilio Bianchi come la concreta promessa di quella vita avventurosa che egli fantasticava per sé sin da ragazzo leggendo gli appassionanti racconti di Salgari. Capelli biondi, occhi castani, intagliatore quasi di professione, era un ragazzo di montagna che non era mai uscito dalla Valtellina. La Marina riconobbe in lui le capacità fisiche e caratteriali e, attraverso un duro addestramento, trasformò quel giovane, che - come tanti altri - non aveva mai visto il mare, nulla conosceva di navi e non sapeva nuotare, prima in un ottimo palombaro e poi in un leggendario incursore: uno degli uomini che fecero l’impresa di Alessandria. A quella epica notte egli giunse avendo al suo attivo le prime due missioni di Siluri a Lenta Corsa (SLC) contro Gibilterra, le cosiddette operazioni “BG1” e “BG2” dell’autunno 1940. Il mancato successo di queste incursioni, dovuto a circostanze avverse, non aveva demoralizzato Bianchi e gli altri operatori SLC, anzi. A fortificare la determinazione dei futuri “violatori” di Alessandria erano anche

Il sottocapo Emilio Bianchi, con lo scafandro da palombaro, in una foto del 1935 (foto Comsubin).

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occorse, nei mesi precedenti alla missione, due azioni di guerra di segno opposto, fortemente motivanti: l’attacco a Malta e la quarta operazione contro Gibilterra (“BG 4”). Nella prima, del luglio 1941, avevano perso la vita, Teseo Tesei ( “talent scout” di Bianchi, colui che lo aveva “iniziato” al duro tirocinio a Bocca di Serchio, nonché operatore SLC nelle operazioni “BG1” e “BG2”), Vittorio Moccagatta, Comandante della 10^ Flottiglia Mas, e Bruno Falcomatà “il buon medico che tanto si prodigava per la salute di tutti” (E. Bianchi, Pagine di diario 1940-1945). Dopo questo evento, Bianchi, che per le sue qualità era stato destinato a formare i subacquei del Gruppo Gamma a Livorno, fu nuovamente destinato a Bocca di Ser-

chio: era necessario “colmare i dolorosi vuoti degli operatori scomparsi” i quali dovevano inoltre essere “non dico vendicati – la vendetta non è un nobile sentimento – ma onorati, finalmente, da un’azione vittoriosa” (Bianchi, op.cit.). Il settembre successivo, con l’operazione “BG4”, il reparto mezzi d’assalto ottenne il suo primo successo: avevano fatto esplodere tre navi nella rada di Gibilterra. Le esercitazioni a Bocca di Serchio si erano fatte più dure, “più complesse, più rispondenti alla realtà”: compiute solo di notte, nel porto della Spezia, duravano dalle 6 alle 7 ore. Era giunto il tempo di pianificare una nuova azione contro Alessandria. Agli operatori designati per l’impresa venne consigliato di riordinare ogni

cosa e di non lasciare nulla in sospeso; ricorda Bianchi:“Comprendiamo al volo cosa ci attende, ma la prospettiva della vita appesa a un filo non intacca la nostra ferma determinazione. Ci sostiene la certezza d’essere ben preparati… Chi non riesce a comprendere il nostro stato d’animo ci attribuisce una buona dose di fanatismo; in realtà abbiamo conseguito quel necessario equilibrio interiore che ci fa considerare freddamente pericoli e inIn alto: il sommergibile Scirè in navigazione nelle acque della Spezia nel 1941. In coperta si riconoscono i cilindri a tenuta stagna impiegati per il trasporto dei siluri a lenta corsa. L’avvicinamento ad Alessandria fu soltanto una delle 6 missioni di trasporto SLC effettuate dal battello (foto Ufficio Storico della Marina Militare). In basso: l’incrociatore Fiume sul quale Bianchi prestò servizio dal 1934 al 1936 (Foto Ufficio Storico della Marina Militare).

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cognite. Siamo nelle medesime condizioni di spirito degli alpinisti che sfidano la morte per scalare una vetta inviolata.” A interferire con l’equilibrio di Bianchi giunse solo l’imminente nascita della sua primogenita:“Non so come giustificare la mia prossima partenza che mi terrà lontano per un tempo indetermi-

Una vita dedicata alla Marina

N

nato, senza certezza di un ritorno… Come marito dovrei parlare, come soldato non posso”. Prelevato dalla macchina di servizio durante il travaglio della moglie, Bianchi mancherà la nascita della figlia, sorte condivisa da molti uomini di mare. Raggiunta Rodi per via aerea, Bianchi e gli altri operadi D.T.

Il siluro a lenta corsa (detto comunemente “maiale”) in fase di immersione (Foto Ufficio Storico della Marina Militare).

tori designati per la missione furono condotti via mare a Porto Lago, punto d’incontro con il sommergibile “avvicinatore” Sciré, reso leggendario da

ato a Sondalo (Sondrio) il 22 ottobre 1912, si arruolò volontario nel Corpo Reale Equipaggi Marittimi nel 1932. Assegnato alla categoria Palombari, frequentò il corso di specializzazione presso la Scuola C.R.E.M. del Varignano (Spezia) dal marzo1932 al maggio 1933. Imbarcato su nave Ammiraglio Magnaghi fino al settembre 1934, compì due crociere idrografiche nell’Egeo e nel Mar Rosso. Tornato al Varignano per quasi due mesi, fu destinato sull’incrociatore Fiume, dove ottenne la promozione a sottocapo. Sbarcato nel 1936, fu trasferito al 1° Gruppo Sommergibili con base alla Spezia, prestando servizio dal 1936 al 1939 sui battelli H6, Millelire, Malachite, Gondar, Ametista. Promosso sergente nell’ottobre 1938, fu destinato alla 1^ Flottiglia Mas nell’agosto 1939. Avanzato nel grado di 2° capo nell’ottobre 1939, quale operatore di SLC prese parte alle due missioni della 1^ Flottiglia Mas contro Gibilterra, note come operazioni “BG1” (29-30 settembre 1940) e “BG2” (30 ottobre 1940). Promosso capo palombaro di 3^ classe per merito di guerra nel gennaio 1941, fu destinato all’Accademia Navale di Livorno quale istruttore presso il Gruppo Gamma, per passare, nel luglio seguente, alle dipendenze della 10^ Flottiglia Mas. Durante l’operazione “GA3” contro la base britannica di Alessandria d’Egitto (18-19 dicembre 1941), affondò insieme al TV Luigi Durand De la Penne la nave inglese Valiant. Per quest’azione venne decorato di Medaglia d’Oro al Valore Militare il 3 agosto 1944. Fatto prigioniero, fu trasferito nei campi di concentramento degli Alleati prima in Palestina e poi in Sudafrica. Promosso capo di 2^ classe per merito di guerra nel dicembre 1941 e capo di 1^ classe nel maggio 1944, fu liberato e rimpatriato nel settembre 1945. Destinato al Centro Subacqueo di Spezia, dal 1946 al 1949 prestò servizio nel Nucleo Sminamento del Porto di Genova, attività per la quale venne insignito di Medaglia di Bronzo al Valore Civile (1950). Istruttore subacqueo all’Accademia Navale di Livorno (1949 - 1950), fu trasferito a Marisub La Spezia, dove rimase fino al 1951. Promosso sottotenente C.E.M.M. in Spe nel ruolo dei Servizi Tecnici nel 1951, ricoprì l’incarico di Capo nucleo S.D.A.I. presso Maridife La Spezia fino al 1955. Avanzato nel grado di tenente del C.E.M.M. nel 1952, fu Aiutante Maggiore presso Maricensub Spezia dal 1955 al 1959. Capitano nel 1959, prestò servizio quale istruttore della Scuola Sommozzatori presso il Centro Incursori “Teseo Tesei” del Varignano fino al 1961. In aspettativa dal 1961 al 1963 e nella riserva dal 1963 col grado di capitano di corvetta, nel 1995 ebbe la concessione, a titolo onorifico, del grado di capitano di fregata dei Corpi Speciali. Emilio Bianchi si è spento a Torre del Lago Puccini il 15 agosto 2015.

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tutte le numerose missioni compiute e dal successo della “BG4”: “A bordo accoglienza fraterna e cordiale ammirazione: quasi tutti siamo un po’ di casa nello Sciré, avendo già condiviso con l’equipaggio ore esaltanti, e talvolta anche drammatiche, in altre missioni”. La sera del 18 dicembre 1941 lo Sciré giunse al punto prestabilito di rilascio dei maiali; la manovra avvenne regolarmente e i tre apparecchi, con a bordo rispettivamente il TV De la Penne con il capo palombaro Bianchi, il capitano GN Marceglia con il sottocapo palombaro Schergat ed il capitano AN Martellotta con il palombaro Marino, scostarono dal sommergibile in perfetta efficienza. Alle 21 lo Sciré scomparve dalla vista degli operatori, che non lo vedranno mai più. Solo Bianchi, il 18 dicembre 2004, avrà la soddisfazione di assistere al varo del nuovo Scirè, in occasione del sessantatreesimo anniversario dell’impresa di Alessandria; madrina del nuovo battello fu la figlia Elisabetta, che proprio “sotto l’astro” di quell’azione era nata.

Le vicende della missione sono ampiamente note. Dal punto di vista strategico - militare, quella notte, con l’affondamento delle corazzate inglesi Valiant e Queen Elizabeth, l’Italia ottenne una vittoria decisiva per il controllo del Mediterraneo. Per i 6 operatori SLC iniziava però la prigionia. Bianchi rientrerà in Italia dal Sudafrica nel 1945 e riabbraccerà i suoi cari dopo una lunga e dura peregrinazione, degna di un “eroe omerico”. Di proverbiale calma, “padrone di sé nelle situazioni di estrema difficoltà e d’alto rischio” fu impiegato nella bonifica dei porti liguri dagli ordigni bellici e dai relitti, dando così, insieme agli altri subacquei della Marina, un fondamentale contributo alla ripresa del Paese uscito dalla guerra. “Di carattere riservato e modesto, e alieno dalle luci della ribalta” rilasciava di rado interviste; e sin dal dopoguerra fissò la sua dimora “a Torre del Lago, vicino a quelle Bocche del Serchio che lo videro giovane ed entusiasta volontario.” (Ferruccio Bravi).

Manifesto italiano del film “The Valiant” girato dal regista inglese Roy Ward Baker per una coproduzione italo-britannica (1962). In basso: Il sommergibile Gondar, su cui Bianchi prestò servizio dal 1938 al 1939. La foto mostra i cilindri per il trasporto dei siluri a lenta corsa, che vennero installati a bordo, come sullo Scirè, dopo i primi mesi del secondo conflitto mondiale (Foto Ufficio Storico della Marina Militare).

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Il Notiziario dopo gli allegati proposti negli scorsi numeri, che narravano le più belle storie di uomini e di mare mai raccontate a fumetti, stampate sul Corriere dei Ragazzi, offre un’altra pagina di storia dedicata ad un’azione della Marina dal titolo “Operazione Zurigo, la mano del controspionaggio sul casinò di Campione” pubblicata sulla rivista tri-

mestrale “Campione d’Italia” del giugno 2000.

Questa ristampa è stata resa possibile grazie alla concessione gratuita di Alarico e Attilio Gattia titolare dei diritti delle immagini, di Giorgio Cavalleri autore dei testi e Romano Vitale art director della rivista “Campione d’Italia”.

Operazione Zurigo

La mano del controspionaggio sul casinò di Campione

Agenti della Marina italiana camuffati da giocatori a croupier sgominano un’ organizzazione di sabotatori creata e finanziata dall’Austria durante la Prima Guerra Mondiale

“R

testo di Giorgio Cavalleri

illustrazioni di Alarico Gattia

icevo da rappresentanti del governo italiano: una cassettina di latta; una spilla d’oro a forma di corona contornata da brillanti; un pendente in platino con brillantino; due spille d’oro con tre perle, brillantini e zaffi retto;un paio d’orecchini con perle e brillanti;una fede matrimoniale;una medaglia con due pietre preziose...Firmato:Rudolf Mayer – Vienna, 11 aprile 1922”. Questa ricevuta di gioielli conservata, fra migliaia di documenti, nell’archivio storico della Marina, è quanto rimane di un impresa del controspionaggio italiano che, ai tempi della Grande Guerra fece

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scalpore. Ha costituito un dei più straordinari colpi del genere, passato alla storia come “operazione Zurigo”. L’origine di questa vicenda risale praticamente al momento stesso in cui l’Italia intervenne nella Prima Guerra Mondiale. Poco dopo, infatti, nel porto di Genova si verificò un vasto incendio che provocò danni ingentissimi: si scoprì subito che le fiamme erano state appiccate dolosamente forse da terroristi o, più probabilmente, da sabotatori nemici. Non passò molto tempo e fu la volta di un hangar per dirigibili


A questo scopo, per quanto possa oggi forsesembrare incredibile, si arrivò, per iniziativa del controspionaggio della marina italiana alla fondazione e all’apertura, all’inizio del 1917 di una casa da gioco (più moderna di quella attuale) a Campione, che divenne l’insospettata base per molti agenti segreti.

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Al nostro controspionaggio fu possibile accertare che la micidiale centrale di sabotaggio nemica non si trovava sul nostro territorio ma nella vicina Confederazione Elvetica

della regia Marina, nei pressi di Ancona, distrutto da esplosivi e incendi e qui si ebbero le prove che si trattava dell’opera di agenti nemici o assoldati dal nemico. Allora la sezione del controspionaggio della nostra Marina, sebbene assai povera di mezzi, cominciò ad indagare per scoprire chi fossero i sabotatori e per metterli in condizioni di non nuocere ulteriormente. Ma presto saltò in aria il dinamitificio del Cengio, poi subì gravi danni la centrale idroelettrica di Terni. Apparve chiaro che non si trattava di sabotatori occasionali e che gli Austriaci dovevano avere costituito in Italia una vasta e capillare organizzazione capace di colpire nei punti più disparati senza mai lasciare tracce. La caccia ai sabotatori cominciò a farsi serrata, il controspionaggio della Marina - posto sotto la direzione del capitano di vascello Marino Laureati – fu potenziato da uomini e mezzi, mente ovunque si attuavano rigide precauzioni per la sorveglianza e la difesa degli impianti militari e industriali. Nonostante ciò, per quasi un anno, una mano apparentemente invisibile riuscì a mettere in atto alcune ulteriori devastanti azioni di sabotaggio.

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Dapprima un carro ferroviario carico di proiettili navali, in partenza dalla fabbrica di munizioni dei pagliari presso La Spezia, esplose provocando, oltre ingenti danni materiali, la morte di ben duecentosessantacinque persone fra militari e civili. Poche settimane dopo, il 27 settembre 1915, l’incrociatore “Benedetto Brin”, ancorato a Brindisi, saltò in pezzi all’improvviso con una terrificante esplosione che uccise quattrocentoquarantacinque uomini dell’equipaggio. Questa perdita sollevò una grande emozione in tutta Italia e l’opinione pubblica reclamò una spietata caccia ai responsabili. Il luogotenente del re, ammiraglio Tommaso di Savoia, duca di Genova, annunciò un premio – ingentissimo per i tempi – di duecentomilalire, per chi li avesse fatti scoprire. Un ulteriore colpo, psicologicamente il più grave di tutti, fu messo in atto la notte del 3 agosto 1916. La corazzata “leonardo da vinci” di 26.000 tonnellate, armata con tredici cannoni da 305 mm, placidamente alla fonda nell’ultradifeso

porto di Taranto, ebbe la poppa squassata da una catena di esplosioni, provocata da una bomba ad orologeria, che la fecero affondare nel pur basso fondale. Perdettero la vita solo una ventina di marinai, ma un terzo dei sottufficiali, due terzi degli ufficiali e il comandante: duecentoquarantanove uomini in totale. Per una serie di circostanze che


Il 27 settembre 1915, l’incrociatore “Benedetto Brin” ancorato a Brindisi, saltò in pezzi all’improvviso con una terrificante esplosione che uccise quattrocentocinquantacinque uomini dell’equipaggio.

portarono all’arresto di alcuni sabotatori, al nostro controspionaggio fu possibile accertare che la micidiale centrale di sabotaggio nemica non si trovava sul nostro territorio ma nella vicina confederazione elvetica. Per la precisione stava nel consolato imperiale-regio dell’AustriaUngheria a Zurigo e il capo della rete spionistica era il console in

persona. Questi, sotto le apparenze ufficiali di diplomatico, altri non era che un capitano di corvetta, Rudolf Mayer, lo stesso che firmo la ricevuta dei gioielli. Oltre che assai abile, Mayer disponeva di mezzi ingentissimi che gli erano stati messi a disposizione dal governo di Vienna e con essi era riusciti a corrompere una nu-

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merosa schiera di italiani che tradivano la propria nazione non certo per motivi ideologici ma semplicemente e soltanto per lucro. Il capo del nostro controspionaggio della Marina, Marino Laurenti, che nel dopoguerra divenne famoso non tanto come capo dell’ “operazione Zurigo” quanto quale rappresentante dell’Italia presso la società delle Nazione a Ginevra, si convinse che era necessario entrare a tutti costi nel consolato austriaco di Zurigo, individuare la cassaforte in cui erano conservati i documenti relativi ai traditori italiani, scassinarla e asportarne segretamente il contenuto. Un progetto assai difficile, apparentemente quasi assurdo. Come colpire materialmente, infatti, l’attrezzatissima organizzazione spionistica austro-ungherese senza offendere la rigida neutralità del governo svizzero e le più che severe restrizioni da esso imposte ai cittadini delle nazioni belligeranti?... A questo scopo per quanto possa oggi forse sembrare incredibile, si arrivò, per iniziativa del controspionaggio della Marina italiana, alla fondazione e all’apertura, all’inizio del 1917, di una casa da gioco (più modesta di quella attuale) a Campione, che divenne l’insospettata base per molti agenti segreti. I quali dall’enclave sulle rive del Ceresio, potevano entrare in territorio svizzero senza troppi problemi. Per tagliare alla radice l’apparato di “intelligence” nemico, innanzitutto il controspionaggio della Marina fu seriamente potenziato e a

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24 febbreaio 1917, un sabato grasso che rimase memorabile a Zurigo per i veglioni e le folle carnevalesche e che poi divenne memorabile anche nelle cronache dello spionaggio internazionale.

Mayer venne contrapposto un degno avversario, il capitano di corvetta Pompeo Aloisi. Anche lui assunse la falsa veste di diplomatico, fu aggregato alla legazione italiana di Berna e come collaboratori gli furono dati alcuni fra i più esperti agenti segreti della nostra Marina.


Era necessario entrare a tutti i costi nel consolato austriaco di Zurigo, individuare la cassaforte in cui erano conservati i documenti relativi ai traditori italiani, scassinarla e asportarne segretamente il contenuto

Ma chi furono gli agenti scelti da Aloisi per l’esecuzione materiale di quell’impresa tanto audace quanto pazzesca? Oltre ai personaggi secondari e agli affiancatori esterni, l’operazione fu affidata a quattro uomini. Il Capo del piccolo manipolo era Stenos Tanzini, un lodigiano arruolato giovanissimo in Marina come specialista torpediniere, le cui spiccate qualità personali lo avevano fatto trasferire, nel 1913, nel servizio segreto. Un altro era Natale Papini, un livornese scassinatore abilissimo di casseforti che, dopo aver dato molto filo da torcere ai commissariati di polizia di mezza Italia, pare fosse stato liberato dal carcere su richiesta della Marina (la circostanza non è del tutto sicura …) o, comunque assoldato dal controspionaggio proprio come “professionista speciale”. Degli altri due esecutori dell’impresa non si sa molto: uno aveva il nome di Remigio Bronzin ed era un profugo istriano, l’altro era un certo Livio Boni, un romano che, ufficialmente, faceva l’avvocato. Oltre a loro vi era poi un “doppiogiochista”, l’unico che conosceva

bene, per averli a lungo frequentati, i locali – e la loro disposizione – del consolato austriaco. Dapprima Aloisi aveva fissato l’azione per la notte sul 22 febbraio 1917, giovedì grasso. All’inizio tutto funzionò alla perfezione. Appena Tanzini fu sicuro che nell’edificio non vi era più nessuno, i quattro uomini, con la prima delle sedici chiavi false di cui disponevano, entrarono rapidamente nel portone dell’ufficio diplomatico. Erano carichi di “bagagli” perché, fra l’altro, portavano due valigioni pesantissimi, pieni di ogni sorta di attrezzi da scassinatore: con loro avevano perfino una bombola per la fiamma ossidrica, con relativi tubi e cannelli, perché lo specialista Papini, dopo avere sentito la descrizione della cassaforte, aveva assertito che non garantiva l’apertura con i soli mezzi meccanici. Rinchiuso il portone alle spalle, i quattro si misero in marcia verso la stanza stabilita, aprendo via via le porte con le chiavi false, senza particolari difficoltà. Ma quando furono al primo piano, nel corridoio che portava al cuore dell’organizzazione Mayer, vi fu una

sorpresa. Una porta, che il “doppiogiochista” aveva visto sempre aperta e comunque senza chiave, adesso era invece chiusa e bloccata da una grossa e complicata serratura. Era la diciassettesima porta, un numero che rese nervosi anche uomini di quella tempra… Furono provate tutte le chiavi, usati tuti i grimaldelli e Papini mise in atto tutti i trucchi della sua consumata esperienza di scassinatore, ma la serratura non cedeva. Per scardinare quella porta, pesante e massiccia, sarebbe stato necessario un lavoro eccessivamente rumoroso, con il rischio di un fallimento prematuro. Allora, con notevole sangue freddo, Tanzini prese la drastica decisione di tornare indietro, per ritentare quando il “doppiogiochista” avesse procurato l’impronta della chiave anche di quella maledetta diciasettesima porta. Con tutto il bagaglio, attenti a cancellare ogni traccia del loro passaggio e chiudendo a chiave ogni porta, gli uomini uscirono dal consolato e si dileguarono nelle vie percorse da festose maschere carnevalesche. Il “doppiogiochista” fu ancora più bravo del solito e già dal giorno dopo riuscì a procurare l’impronta dell’ultima chiave. Così, il piccolo gruppo dei nostri servizi segreti riuscì ad entrare nuovamente negli uffici deserti del consolato imperial-regio nella notte del 24 febbraio. Un sabato grasso che rimase me-

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Dopo quattro interminabili ore, invece dell’una prevista, la cassaforte venne finalmente sventrata e svuotata di ogni suo contenuto che riempì due capaci valigie

“ morabile a Zurigo per i veglioni e le follie carnevalesche e che poi divenne memorabile anche nelle cronache dello spionaggio internazionale. Dopo quattro interminabili ore, invece dell’una prevista, la cassaforte venne finalmente sventrata e svuotata di ogni suo contenuto che riempì due capaci valigie. Prima dell’alba il prezioso convoglio partì verso Berna. Successivamente, con il primo treno per l’Italia, tutto il carico prese la direzione di Roma, sotto i sigilli del corriere diplomatico e con una scorta speciale. Fra tutte le carte trafugate si rinvennero le pratiche personali e i rapporti degli agenti segreti al servizio dell’organizzazione Mayer. Vi erano anche le cartelle di tutti i traditori italiani che avevano effettuato o stavano per effettuare sabotaggi più o meno disastrosi nella Penisola. Ovviamente, venne fatta subito una grossa retata che estinse ogni pericolo di ulteriori attentati e che si concluse con una serie di processi e condanne. Fra i tanti documenti si trovavano anche i piani di difesa dei porti austriaci sull’Adriatico, di essi si servì, in seguito, Gabriele D’Annunzio per realizzare la cosidetta “Beffa di Buccari”. Nella cassaforte vi erano anche consistenti averi: seicentocinquanta sterline oro e

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ottocentosettantacinquemila franchi svizzeri che dovevano servire per le spese correnti degli austroungarici. Tale somma, considerata preda di guerra, andò ad arricchire i fondi a disposizione del comandante Laurenti. In mezzo a tutto il resto fu trovata anche una busta

con dei rari francobolli da collezione e una scatola di latta contenente dei gioielli femminili. Laurenti affermò che la Marina italiana non poteva considerare preda di guerra quella roba di evidente proprietà privata. Così, francobolli e gioielli furono scrupolosamente conservati in una cassaforte del ministero della Marina con l’etichetta “Beni di cittadini nemici da restituire alla fine della guerra”. L’ultimo atto dell’ “operazione Zurigo”, l’unico perlomeno di cui è rimasto un documento, si verificò alcuni anni dopo. L’11 dicembre 1922, a Vienna due ufficiali della polizia italiana restituirono i francobolli al legittimo proprietario, la spia austriaca Franz Scheneider, ex braccio destro del comandante Mayer. E consegnarono allo stesso Mayer i gioielli elencati nella ricevuta da noi precedentemente citata, magro recupero dopo un’umiliazione tanto clamorosa. I gioielli erano infatti di sua moglie, Frau Frida. Di tutta questa vicenda, per la sua


particolare natura, non furono mai raccontati, né tanto meno conservati, documenti di alcun genere. Né fu mai pubblicata e, forse, mai redatta, una relazione più o meno ufficiale. E se qualche traccia scritta vi fu, essa venne poi accuratamente distrutta. La storia dell’ “operazione Zurigo” è stata ricostruita, una trentina d’anni orsono, nelle sue linee essenziali, dall’ex capitano di corvetta Marc’Antonio Brigadin, fra diversi volumi, del pregievole saggio “Il dramma della Marina italiana 1940-45”. Non vi sono ovviamente, anche relazioni che atte-

L’11 dicembre 1922, a Vienna due ufficiali della polizia italiana restituirono i francobolli al legittimo proprietario, la spia austriaca Franz Scheneider, ex braccio destro del comandante Mayer. E consegnarono allo stesso Mayer i gioielli elencati nella ricevuta da noi citata in apertuta

stino con certezza le modalità della nascita della prima, modesta casa da gioco di Campione. Chi scrive queste righe ha peraltro delle fondate ragioni per ritenere

che le vicende siano andate proprio come narrato. Secondo una certa tradizione alcuni croupier e giocatori di quegli ormai assai lontani anni di guerra sarebbero stati in realtà abili spie al servizio dell’Italia che attoeno ai tavoli da gioco usavano puntate in codice per trasmettere messaggi. E’ da notare che, dopo la fine della Grande Guerra, forse anche per avere esaurito il compito principale, il primo Casinò di Campione venne chiuso. Fu poi riaperto, con diversa struttura, funzionalità e organizzazione, nel 1933.

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Festa della Marineria 2015

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di Pasquale Prinzivalli

nche quest’anno ha preso il via a La Spezia, la Festa della Marineria, giunta alla sua quarta edizione. Questa importante manifestazione sulla cultura del mare, ha visto più di 170 eventi che hanno toccato temi dal cibo al mare, legati alla tradizione della pesca e della cucina, spettacoli capaci di raccontare le emozioni e le suggestioni di grandi temi legati al mare, alla navigazione ed al rapporto dell’uomo con l’acqua quale elemento che ha caratterizzato le diverse culture che si affacciano sui quasi 7500 km di costa del nostro Paese. Ed ancora incontri, appuntamenti letterari, ludici, laboratori didattici per i bambini costruiti attorno al mondo della marineria. La Marina, confermando il grande legame con la città ligure si è posta al centro di diverse attività, dalla

“scuola di nodi” ai laboratori curati dal Centro di Supporto e Sperimentazione Navale (C.S.N.N.), ospitando a bordo delle proprie navi eventi culturali e conferenze. Nave Scirocco ed il bellissimo brigantino nave Italia, hanno ospitato, tra un evento e l’altro, più di 3.800 visitatori, sono state “palcoscenico” di anteprime letterarie di Maurizio Maggiani, Marco Buticchi, del duo Vergassola-Riondino, della presentazione delle storie tratte dal “Breviario del Mediterraneo” raccontate dall’affascinante Valentina Ludovini e della presentazione del velista Andrea Pendibene, atleta della Marina, che prenderà parte con l’imbarcazione Pegaso 883 alla regata oceanica in solitario “Minitransat 2015”. La manifestazione si è conclusa con uno straordinario spettacolo pirotecnico “Un mare di Luci” del “Groupe F”.

La Spezia, 28 agosto 2015. Nave Scirocco ormeggiata in porto in occasione della Festa della Marineria. In basso da sinistra: i cabarettisti Dario Vergassola e Davide Riondino a bordo di nave Scirocco; al centro: momento della presentazione a bordo di nave italia della Minitransat 2015, da sinistra il capitano di vascello Andrea Barbalonga, il sottocapo Andrea Pendibene e l’ammiraglio di divisione Roberto Camerini, comandante di Marina Nord La Spezia; sotto: l’attrice Valentina Ludovini intervenuta all’evento, ha accompagnato il pubblico in viaggi attraverso avvenimenti e rituali, storie tratte dal “breviario del Mediterraneo”. (foto di Silvio Scialpi).

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MiniTransat 2015: una regata, un'impresa! M ARINA N O T I Z I A R I O

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di Alessandro Lentini

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uarantatre anni.Tanto è dovuto passare per rivedere una imbarcazione e uno skipper della Marina Militare in competizione sull’Oceano da quando l’ammiraglio Faggioni alla guida di Sagittario ha partecipato alla regata oceanica Ostar. Pegaso883 e il sottocapo Andrea Pendibene partecipano alla Mini Transat 2015 partita da Douarnenez (Francia) il 19 settembre e con arrivo previsto a metà novembre a Iles de Guadaloupe (Antille Francesi) con tappa intermedia a Lanzarote (Canarie). E che regata! È difficile anche descriverla per quanto è affascinante tutto quello che la circonda, a partire dalla faticosa rincorsa alla qualificazione: due anni di regate per scalare la classifica Mini 650 e dimostrare di essere uno dei migliori 84 skipper al mondo. Fatto! Prove in solitaria, perché l’impresa che tenterà Andrea Pendibene è tutta in solitaria. Fatto! Barca competitiva e in regola con le norme della Mini Transat: Fatto! Adesso non rimane che affrontare due tappe, una di 1400 miglia circa e una di 2700 circa, su una imbarcazione di sei metri e mezzo attraversando l’Oceano Atlantico. La prima tappa, da Douarnenez a Lanzarote, prevede l’attraversamento del golfo di Biscaglia e delle “autostrade del mare” vie di transito in entrata e in uscita dello Stretto di Gibilterra. La seconda è la vera traversata dell’Oceano fino a Guadeloupe nelle Antille Francesi. Nessuno strumento tecnologico è consentito a bordo come ausilio alla navigazione, neanche per fare il “punto nave”: ogni skipper utilizza il sestante e le carte nautiche per rilevare la propria posizione e correggere la rotta. Le uniche comunicazioni si possono avere solo con i giudici di gara e saranno solo comunicazioni di sicurezza. Un’impresa!

Seguitela con noi su Twitter @ItalianNavy con l’hashtag #Pegaso883

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9 settembre,

per non dimenticare

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di Marco Maccaroni

Celebrata la Giornata della memoria dei Marinai scomparsi in mare

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a Marina ha ricordato i caduti in mare con la cerimonia commemorativa della “Giornata della Memoria dei Marinai Scomparsi in Mare”, a perenne ricordo del sacrificio di militari e civili scomparsi in mare. Le celebrazioni si sono svolte presso il monumento nazionale al “Marinaio d’Italia” a Brindisi e nelle acque dell’arcipelago di La Maddalena a bordo di Nave Tavolara. La giornata commemorativa è dedicata al giorno in cui si ricorda l’affondamento della corazzata Roma. In quel tragico 9 settembre 1943, il mare inghiottì1393 marinai, insieme al comandante della nave, capitano di vascello Adone Del Cima e al Comandante delle Forze Navali da Battaglia della regia Marina, l’ammiraglio Carlo Bergamini. Durante gli interventi, prima il prefetto di Brindisi, dr. Nicola Prete, e poi il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, hanno ricordato l’opera che la Forza Armata sta svolgendo nel Mediterraneo: uomini e donne, marinai, che giornalmente svolgono il loro dovere a salvaguardia della sicurezza e degli interessi nazionali, intervenendo anche quando chiamati a soccorrere imbarcazioni di migranti in difficoltà.Vite sottratte a morte certa, secondo il più antico principio della legge umana del mare: un uomo in difficoltà va salvato. Una legge semplice, millenaria, che accomuna qualunque uomo di mare, qualunque navigante, qualunque Mozzo o Comandante. Sono stati ricordati anche i due sottufficiali di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che stanno dimostrando un comportamento, uno stoicismo e una linea di condotta esemplari per tutti, in questi anni così difficili per loro e le loro famiglie. Prima delle allocuzioni delle autorità intervenute, è stata accesa l’Ara Votiva e deposta una corona d’alloro all’interno della Cripta del Monumento al Marinaio, a cui è seguita la Liturgia della Parola, celebrata dall’arcivescovo di Brindisi-Ostuni, s. Ecc. Domenico Caliandro.



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bordo di nave Borsini, durante A l’operazione “Mare Sicuro”, si è svolto il corso “Crew Resource Manage-

ment” al quale hanno preso parte il personale della sezione elicotteri del 2° Gruppo Elicotteri di Catania, il controllore AER, il team sanitario di bordo e il Capo nucleo hangar. L’obiettivo del corso è stato quello di migliorare il lavoro di gruppo attraverso un sistema di gestione capace di impiegare al meglio il personale e le risorse disponibili adeguando le procedure operative standard (POS) per elevare la sicurezza e massimizzare l’efficacia delle operazioni di volo.

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GOSTO

i è concluso sul bacino di Rio de JaSnottaggio neiro il campionato mondiale di cariservato alla categoria juniores

(16-18 anni). Per il Centro Sportivo Remiero (CSR) di Sabaudia sono scesi in acqua gli atleti della sezione giovanile Andrea Benetti (quattro con timoniere), Gabriel Soares (quattro di coppia) e Simone Morellato (riserva della compagine azzurra). Il mondiale rientra quale test event per le Olimpiadi del 2016, che si svolgeranno proprio nella città carioca. Un favoloso argento per Benetti nel quattro con, preceduto sul traguardo solo dall’armo tedesco per una manciata di decimi.

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ave Vesuvio ha ripreso la piena operatività al termine del richiamo addestrativo, svoltosi sotto la guida del Centro Addestramento Aeronavale di Taranto e con il supporto di nave San Giorgio, nave Aliseo, nave Fenice e nave Urania. L’unità rifornitrice ha assicurato il necessario supporto logistico agli assetti navali impegnati nelle operazioni correnti nel Mediterraneo Centrale. L’attività operativa si è sviluppata principalmente nel rifornimento in mare di combustibile e viveri oltre che trasbordo di personale. Tra i momenti più significativi si rammentano il rifornimento della nave ammiraglia della flotta della Marina Militare, nave Cavour, e di nave Fasan.

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l sottocapo Marlene Ricciardi chiude Imondo con due successi il campionato del di canoa discesa junior e under ETTEMBRE

23, andato in scena a Bryson City, negli Stati Uniti. L'atleta della squadra del Centro Sportivo Agonistico (C.S.A.) di Canoa Fluviale di Maristaeli Luni - Sarzana, che ha vestito i colori della squadra nazionale italiana di canoa, ha conquistato la medaglia d'argento nella specialità C1 (canadese) under 23, sfiorando il gradino più alto per soli 23 centesimi, nella gara classica; nella gara sprint C1 under 23, la medaglia è di bronzo, con un distacco di soli 28 centesimi dalla prima classificata.

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Napoli è stato siglato un significaA tivo "accordo di collaborazione" tra la Marina e l'Associazione "MascalETTEMBRE

zone Latino Sailing Team A.S.D." di Vincenzo Onorato. L'atto è stato firmato, dall'ammiraglio di squadra Donato Marzano, Comandante Logistico della Forza Armata e, per Mascalzone Latino, dall'Ing. Roberto de Rosa. L'accordo ha la finalità di rinnovare l'attività di promozione e sviluppo di progetti comuni di solidarietà attraverso la diffusione della cultura marinara e sportiva a favore dei giovani napoletani appartenenti alle fasce sociali meno abbienti ed a rischio di devianza.

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l via l’attività in mare per i frequentatori della 269^ sessione di Scuola Comando Navale, iniziata ad Augusta lo scorso 31 agosto 2015. Nove tenenti di vascello, giovani ufficiali di circa trent’anni, si prepareranno a conseguire l’idoneità al comando di unità navale attraverso un percorso che li vedrà impegnati in esercitazioni in mare, volte ad affinarne le capacità di manovra, e in lezioni teoriche e conferenze tecniche. Il corso si articolerà in due fasi: la prima (Tir.Ma – Tirocinio di Manovra), la seconda fase (Tir.M.I.T. – Tirocinio di Manovra ed Impiego Tattico). Nave Capri e nave Ticino si dedicheranno all’importante ed impegnativo ruolo di “navi scuola”.

di Pasquale Prinzivalli


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i è svolto a bordo di nave Palinuro, orSincontro meggiata nel porto di Montecarlo, un promosso congiuntamente dai ETTEMBRE

WWF Italia, Francia e Mediterranean Initiative in collaborazione con la Marina, sulle tematiche ambientali relative al “Santuario Pelagos” (l’habitat principale delle balenottere comuni, dei capodogli, di delfini e stenelle) nato dall’accordo trilaterale tra Italia, Francia e Principato di Monaco ed entrato in vigore nel 2002. La conferenza stampa ha visto la partecipazione del presidente WWF Italia Donatella Bianchi, dell’ambasciatore italiano a Montecarlo Massimo Lavezzo Cassinelli, del presidente WWF Francia Isabelle Autissièr.

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i è svolto a Roma dall’8 al 12 settembre, presso l’Hotel Marriot, il 60° anSniversario del meeting di neurochirurgia. ETTEMBRE

Tante le presenze di spicco del mondo medico-scientifico provenienti da tutti i paesi del mondo. “La Marina ha messo in campo medici specializzati, militari e civili no profit nonché medici del ministero della salute”, è quanto ha detto il capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Giuseppe De Giorgi nel suo intervento, illustrando l’operazione Mare Nostrum dal punto di vista umanitario sociale e sanitario. L’assegnazione all’Italia di questo evento scientifico è un riconoscimento raggiunto dalla neurochirurgia italiana all’interno della federazione mondiale.

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ETTEMBRE

d Otranto (LE), nella splendida cor nice del Castello aragonese, durante la 7^ edizione del Concorso Internazionale dei Giornalisti del Mediterraneo, la Marina ha ricevuto il premio Caravella del Mediterraneo. In rappresentanza della Forza Armata era presente l’ammiraglio Ermenegildo Ugazzi, Marina Sud Taranto, che ha ricevuto il premio per l’operazione Mare Nostrum. Per la Comunicazione è stato premiato l’ammiraglio Enrico Pacioni, capo Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione dello Stato Maggiore Marina. Per il filmato “CriFiu”, relativo all’operazione Mare Nostrum, è stato premiato il secondo capo scelto Maurizio Lapera.

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bordo di nave Garibaldi ormeggiata A nella stazione navale Mar Grande di Taranto, si è svolta la cerimonia di ETTEMBRE

passaggio di consegne del comando della Forza Marittima Europea (EUROMARFOR) tra il comandante della flotta spagnola amm. Francisco Javier Franco Suanzes (cedente) ed il comandante in capo della squadra navale italiana, amm. di squadra Filippo Maria Foffi (accettante). Euromarfor è una forza navale costituita nel maggio 1995 da Francia, Spagna, Italia e Portogallo in grado di assolvere le missioni di controllo marittimo, assistenza umanitaria, evacuazione di popolazioni, mantenimento della pace e di gestione delle crisi.

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ETTEMBRE

inevra. La Marina ha partecipato al Peace Talk 2015, manifestazione orG ganizzata in occasione della Giornata In-

ternazionale della Pace tenutasi presso la sede delle Nazioni Unite, alla presenza del vice Segretario Generale dell’ONU, Michael Møller. Il TV Antonio Dovizio, ex comandante di nave Vega, insieme ad un nutrito gruppo di oratori internazionali, ha testimoniato le esperienze vissute durante le operazioni di soccorso condotte nell’ultimo anno, che hanno portato al salvataggio di 5400 naufraghi.Toccante e ricco di emozioni è stato l’intervento congiunto con Tareke Brhane, naufrago eritreo salvato da nave Urania nel 2005, ora presidente del “Comitato 3 ottobre”.

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ETTEMBRE

i è concluso a Napoli il campionato Sorganizzato italiano delle classi olimpiche di vela, dalla Federazione Italiana Vela in collaborazione con i circoli velici napoletani ed il prezioso supporto della Marina Militare. In acqua i tre velisti della Marina hanno ottenuto ottimi risultati; nella classe 49ER il sottocapo Luca Dubbini si è classificato al secondo posto ed il sottocapo Gianmarco Togni al quinto. Il risultato più prestigioso è stato ottenuto nella classe RSX (tavole a vela) femminile dove il sottocapo Laura Linares si è aggiudicata il titolo laureandosi campionessa italiana.

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Lancio razzi illuminanti ripresi dal Balipedio (SP),

La ricerca tecnologica nel campo dell’optoelettronica

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di Andrea Cini

al 27 maggio al 20 luglio presso il Centro di Supporto e Sperimentazione Navale (CSSN) è stata condotta una campagna sperimentale nell’ambito del programma di ricerca militare, denominato CI-IRST (Controllo Integrato - Infrared Search And Track), primo passo nello sviluppo del sistema panoramico all’infrarosso, totalmente innovativo, che sarà istallato sulle prossime unità navali. L’esperienza maturata nel corso degli anni dal personale specialistico della Marina, in questo settore, ha permesso di proporre all’industria una soluzione architetturale innovativa che rappresenta un vero e proprio salto generazionale nei sistemi di scoperta e tracciamento nell’infrarosso di uso navale. Nello specifico, l’architettura progettata prevede dei sensori elettro-ottici distribuiti di tipo statico (cd. staring) che, impiegando opportuni algoritmi e strategie di ricerca, consentiranno di disporre di immagini IR ad altissima definizione e di avere al contempo un sistema di scoperta e tracciamento di altissime prestazioni nei vari scenari operativi (blue water, littoral, harbour, etc.). I primi risultati sperimentali ottenuti, tramite l’impiego di mezzi navali di diverse dimensioni opportunamente strumentati, nonché di razzi illuminanti, hanno confermato la validità delle ipotesi formulate e for-

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nito materiale per l’ulteriore sviluppo hardware dei sensori e software degli algoritmi di processing. Rispetto ai sistemi attuali, il nuovo IRST consentirà di incrementare significativamente il “ritorno operativo” grazie alla drastica riduzione dei falsi allarmi, anche in scenari costieri, e dei tempi di formazione traccia. Il sistema sarà anche in grado, per la prima volta, di fornire in passivo la distanza dei bersagli e di effettuare la funzione di scoperta su minacce altamente manovranti a corto raggio in ambiente costiero. Tali innovazioni renderanno il sistema comparabile (se non addirittura superiore) agli analoghi dispositivi già presenti sul mercato europeo. Questo programma, contrattualizzato dalla Direzione degli Armamenti Navali (NAVARM) e diretto dall’Ufficio Generale per la Progettazione dei Sistemi Operativi dello Stato Maggiore della Marina con l’ausilio del CSSN e del Centro Interforze Studi e Applicazioni Militari (CISAM), sta dimostrando come la Forza Armata, tramite le proprie risorse, possa guidare, in stretta collaborazione con l’Industria, il processo che dalla ricerca tecnologica porta allo sviluppo e alla realizzazione di sistemi operativi più performanti, mettendo a frutto le migliori eccellenze del Sistema Paese.


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