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MARINA
A n n o LXV - A p r i L e 2 0 18 - € 2 ,0 0 - C o p i A o m A g g i o
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di Antonio Cosentino
Nel mese di aprile, la Marina Militare è stata protagonista in molti mari del mondo, a cominciare dal Corno d’Africa. Nell’ambito dell’operazione europea Atalanta, nave Margottini è diventata nuova flagship e potrà impiegare al meglio la competenza dell’equipaggio e le notevoli capacità di comando e controllo tipiche delle unità FREMM. Dal 2008, l’operazione consente ai traffici marittimi di interesse nazionale di circolare in sicurezza sulle rotte previste mediante l’attività di “presenza e sorveglianza”. In contemporanea, poco più a nord, nel Canale di Sicilia, le navi della Marina garantiscono con continuità la “Vigilanza Pesca”, nel rispetto degli accordi internazionali, a tutela dei pescherecci italiani. Dalla base navale di Augusta, il “Comando delle Forze di Pattugliamento e per la sorveglianza costiera” assicura anche la tutela dei nostri mari contro l’inquinamento marittimo, con sei unità specializzate, dotate delle più moderne tecnologie. Ma l’impegno della Marina Militare per la salvaguardia dell’ambiente si è esteso oltre il Circolo Polare Artico, nei mari d'Islanda e della Groenlandia, dove nave Alliance ha operato con a bordo scienziati del Centre for Maritime Research and Experimentation (CMRE) della NATO e del Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI). La missione, durata ben 79 giorni durante l’inverno artico, ha toccato zone di mare mai “battute” e caratterizzate da proibitive condizioni meteomarine, terminando il 7 aprile nella base di La Spezia. La relazione tra aspetti politico-istituzionali, socio-culturali ed economico-finanziari su cui gravano cause ed effetti di una diffusa instabilità in diverse aree del mondo, variano il contesto geostrategico complessivo che costringono ad una nuova analisi dell’impegno della nostra Forza Armata. La Marina è impegnata ormai da diversi anni in attività sempre più lontane dalle acque territoriali. Un effetto anche questo della globalizzazione che nel blu century vede il mare, tradizionale global common per eccellenza oggi sempre più centrale nello sviluppo della rete nodale costituita dall’imprenditoria marittima. Un bene comune, il mare, da utilizzare in maniera responsabile perché non è solo fonte di sviluppo economico, ma anche e soprattutto fonte di vita per il pianeta.
Non si esaurisce nei mari, però, l’attività della nostra Marina: i palombari del Gruppo Operativo Subacquei del Comsubin si sono immersi nel lago ghiacciato di Anterselva, a ridosso delle Alpi, per compiere una delicata missione tesa a verificare e consolidare le procedure operative d’immersione in climi rigidi; una di quelle quotidiane azioni di coraggio con cui gli uomini della Marina, ad ogni latitudine, scrivono la storia del nostro Paese, oggi così come durante il primo conflitto mondiale. Il pensiero corre alle gesta eroiche compiute nella Grande Guerra dai marinai in Adriatico come Raffaele Paolucci e Raffaele Rossetti e, primo tra tutti, Luigi Rizzo. A lui, che insieme ai suoi uomini, cent’anni fa segnava la storia della Marina e dell’Italia sul mare con l’Impresa di Premuda, sarà dedicata la Giornata della Marina che verrà celebrata in Ancona, il porto dal quale egli partì con due Mas per quell’azione di coraggio e dedizione. Con questa ricorrenza, la Marina Militare celebra il quotidiano coraggio dei suoi uomini e donne che, da protagonisti, scrivono ad ogni latitudine la storia del nostro Paese.
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SOMMARIO
Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica mensile fondata nel 1954
APRILE
Registrazione: Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985
2018
Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa
Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione
Palombario del G.O.S. in immersione sotto lo strato di ghiaccio formatosi sulla superficie del lago di Anterselva (BZ).
DIRETTORE RESPONSABILE Antonio COSENTINO
REDAZIONE
Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO D IREZIONE E R EDAZIONE Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione Notiziario della Marina - piazza della Marina, 4 - 00196 Roma - tel. 06.3680.5556 mail: notiziario.marina@gmail.com segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003 N ORME
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Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana - Tivoli
Concessionaria di pubblicità: N&C Media srl tel. 03311783010 amministrazione@necmedia.eu
chiuso in redazione il 28 marzo 2018
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Margottini, flagship in Operazione Atalanta
di Luciano Regina
Doppia missione: antinquinamento e vigilanza pesca di Luciano Regina Nave Alliance di Giuseppe Lucafò
L’ultimo ammainabandiera di nave Bersagliere
di Giuseppe Lucafò
L’inizio della vita operativa per nave Martinengo
di Antonio Cosentino
Speciale Giornata della Marina
Cent’anni dopo l’eroica impresa di Rizzo
di Antonello Lorusso
Da Dipartimento a Comando Scuole
di Marco Mascellani
Il Comando Scuole, compiti e funzioni
di Antonello Lorusso
I Palombari in addestramento sotto i ghiacci
di Giovanni Modugno
Dedicato ad Andrea di Emanuele Scigliuzzo
Il simulatore, eccellente strumento didattico
di Salvatore Lauricella
L’identikit del motorista navale di Rossella Di Ponzio Il gergo marinaresco di Alessandro Lentini
Dis...Corsi di navigazione di Paolo Giannetti Carlo Marincovich di Stefano Benazzo
ITA 883 Pegaso Marina Militare c’è
di Pasquale Prinzivalli
CICO 2018: un successo per i velisti della Marina
di Pasquale Prinzivalli
Il fiume salva il Mare di Emanuele Scigliuzzo
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Margottini, flagship in Operazione Atalanta di Luciano Regina
Nelle acque antistanti il Corno d’Africa, la Fremm ha condotto un addestramento congiunto, con la rifornitrice spagnola Patiùo, principalmente incentrato sul rifornimento in mare RAS (Refuelling at sea)
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'operazione contro la pirateria condotta dall'Unione Europea al largo delle coste della Somalia ha accolto un nuovo comandante in una cerimonia tenutasi a Gibuti il 5 aprile. Il contrammiraglio Simone Malvagna è responsabile dell'Operazione Atalanta a bordo della nave ammiraglia, la fregata Carlo Margottini. Per i prossimi quattro mesi, prima di far rientro nella base di La Spezia, la Fremm farà parte dell'operazione Atalanta. Il contrammiraglio Malvagna ha il comando tattico delle navi da guerra e degli aerei da pattugliamento marittimo nella lotta contro la pirateria nel golfo di Aden e nell'Oceano Indiano.
"Ci siamo imbarcati sulla nave ammiraglia Margottini per continuare quest’operazione vitale. La nostra missione principale è quella di scoraggiare, prevenire e reprimere la pirateria e anche di proteggere le spedizioni del Programma Alimentare Mondiale", ha dichiarato, l’ammiraglio Malvagna, che ha poi aggiunto: "condividiamo questo obiettivo con i nostri partner del Combined Maritime Forces (CMF) e auspichiamo una stretta cooperazione, coordinamento e interoperabilità". Nei primi giorni di attività, i rituali incontri collaterali hanno dato il benvenuto all'ammiraglio Abdirizack Dirire Farah, direttore operativo della Forza di Polizia Marittima del Puntland e al colonnello Mohamed Ali Hashi, capo di Bosaso Port, Unità di Polizia Marittima.Visite e interazioni congiunte come questa, servono a rafforzare la fiducia e la comprensione reciproca con le autorità
locali e le forze di polizia marittima. La fregata, dopo aver condotto pattugliamento lungo la costa settentrionale somala, ha effettuato una Passex con la rifornitrice spagnola Patiño, anch'essa impegnata lungo la costa africana orientale. Questo incontro in mare, a poco più di una settimana dall’inizio della missione, rappresenta il completamento di una fase in cui le unità navali, gli elicotteri organici e i due velivoli MPRA (Maritime Patrol and Reconnaisance Aircraft), hanno svolto sorveglianza e manifestato agli occhi degli operatori marittimi dell'area la presenza della Task Force europea. Le due unità hanno condotto un addestramento congiunto per migliorare le capacità di reazione rapida degli equipaggi nelle diverse esigenze operative e testare il livello di prontezza degli stessi. Il force commander dell’operazione Atalanta, è stato ricevuto a bordo di nave Nave Margottini e la rifornitrice spagnola Patiño durante la manovra di rifornimento in mare.
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Patiño, accolto dal comandante Ricardo Fernàndez Lòpez, dove ha avuto l’occasione di incontrare l’equipaggio spagnolo giunto quasi al termine del mandato sotto bandiera europea. Contemporaneamente alla visita del force commander, una delegazione spagnola si è recata a bordo della flagship Margottini per favorire l’integrazione e la coesione tra gli equipaggi delle due nazioni e sostenere una sempre più efficace cooperazione e coordinamento nella lotta alla pirateria. Al termine dell’attività le
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unità della Task Force hanno ripreso il pattugliamento per mantenere una chiara situazione in mare e lungo la costa per una efficace deterrenza e contrasto alla pirateria in mare.
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EU NAVFOR ATALANTA
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a pirateria è un’attività criminale organizzata che mette a rischio la libera navigazione nelle acque del Corno d’Africa, Oceano Indiano occidentale e in particolare lungo le coste della Somalia. Per prevenire e combattere le azioni illecite portate avanti dai “moderni pirati”, l’Unione Europea, ha avviato, attraverso un coordinamento internazionale, l’azione diplomatica e un’operazione militare, per ripristinare il libero uso del mare. L’Unione Europea intende da un lato rafforzare il governo e le istituzioni somale, attraverso l’addestramento delle Forze armate, promuovere la crescita economica attraverso l’accrescimento delle conoscenze e il trasferimento alla popolazione delle conoscenze per lo sviluppo di comparti come la pesca, reprimere, attraverso la presenza militare, le azioni illecite contro la navigazione commerciale. A sostegno dell’attività diplomatica dunque, l’Unione Europea ha varato l’operazione militare Atalanta nel 2008, istituendo una forza navale - EU NAVFORcon la Council Joint Action 2008/251 del 10 novembre del 2008. Il mandato delle unità che operano nell’EU NAVFOR Atalanta, è quello di scortare le navi del programma alimentare mondiale, World Food Programme, di assicurare il traffico mercantile in generale, monitorare le attività di pesca al largo delle coste somale, dare supporto alle altre missioni dell’UE e alle organizzazioni internazionali che operano per rafforzare la sicurezza marittima nella regione. Il Consiglio dell’Unione Europea, il 28 novembre del 2016 ha prorogato il mandato dell’Operazione Atalanta fino a dicembre 2018.
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Prima di raggiungere le flotte dei pescherecci nello Stretto di Sicilia, il pattugliatore della Marina Orione ha effettuato sorveglianza antinquinamento nei pressi degli impianti offshore per la ricerca di idrocarburi
Doppia missione: antinquinamento e vigilanza pesca
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di Luciano Regina
al 1959 la Marina Militare assicura la presenza navale continua nelle acque internazionali dello Stretto di Sicilia interessate maggiormente alle attività di pesca delle flotte pescherecce siciliane. Per controllare il rispetto, da parte dei battelli nazionali, del divieto di pesca disposto dal D.M. 25 settembre 1979 viene svolto dalle unità della Marina Militare un servizio di vigilanza pesca (Vi.Pe), attività che si inquadra nell’ambito delle funzioni di polizia marittima spettanti alle navi da guerra in acque internazionali e trova specifico fondamento giuridico nell’art. 2, legge 979 del 31.12.1989 N OT I Z I A R I O
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sulla difesa del mare che riserva alla Marina Militare la vigilanza sulle attività economiche sottoposte alla giurisdizione nazionale nelle aree situate al di là delle acque territoriali italiane. L’attività di vigilanza pesca è prevalentemente svolta con unità navali tipo corvetta o pattugliatore, che assicurano con continuità la sorveglianza dell’intera area, ivi incluso il cosiddetto “Mammellone”. Tutte le attività di VI.PE. nello Stretto di Sicilia sono svolte sotto il Controllo Operativo del Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV). Nave Orione, pattugliatore classe costellazione seconda serie, ha garantito
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la sua presenza in mare nel mese in corso. Durante la navigazione di trasferimento verso l’area di operazioni, ha operato in supporto alla “Direzione generale per la sicurezza ambientale delle attività minerarie ed energetiche e Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse” del ministero per lo Sviluppo economico, assicurando il pattugliamento delle aree di interesse minerario. Questa collaborazione si esplica principalmente nella sorveglianza anti
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ella lotta all'inquinamento marino le navi della Marina Militare contribuiscono al monitoraggio ambientale, per sorvegliare e prevenire attività illecite e inquinamento. La Marina dispone di sei unità dotate di sistemi specifici per le attività antinquinamento, inquadrate nella Prima Squadriglia Pattugliatori, alle dipendenze del Comando delle Forze da Pattugliamento di Augusta (COMFORPAT). La Squadriglia è composta dalla Classe Costellazioni prima serie (navi Cassiopea, Libra, Spica e Vega) e seconda serie, (navi Sirio e Orione). Questi pattugliatori sono dotati di un laboratorio che può essere utilizzato per svolgere le analisi delle caratteristiche fisiche e chimiche degli agenti inquinanti, di mezzi di contenimento
inquinamento delle acque marine e delle porzioni di Mediterraneo aperte alle attività di esplorazione e ricerca degli idrocarburi, per prevenire e rilevare attività non autorizzate o potenzialmente pericolose per l’ambiente marino. Non solo vigilanza pesca quindi per i pattugliatori della Marina Militare, che nel corso del 2017 hanno svolto 263 missioni di questo tipo per un totale di oltre tremila ore di pattugliamento a tutela degli interessi nazionali.
L’attività di antinquinamento (panne pneumatiche gonfiabili), apparecchiature per il recupero meccanico degli agenti inquinanti (skimmer c.d. discoil), casse di accumulo per lo stivaggio delle sostanze inquinanti e di aste per l'impiego di liquidi disperdenti. In un intervento antinquinamento l’equipaggio assume un ruolo che assegna a ognuno un incarico ben preciso. La nave si avvicina alla macchia oleosa, assicurandosi che nella zona non siano presenti gas esplosivi e impedendo l’avvicinamento di altri natanti. Una volta in area la procedura standard si divide in due
fasi: la prima è il contenimento dell'inquinante, impiegando panne galleggianti pneumatiche che sono gonfiate, stese in mare e rimorchiate con le imbarcazioni di bordo; nella seconda fase viene impiegato il dispositivo discoil, immerso in acqua con la gru di bordo. Il discoil sfrutta il principio che gli oli aderiscono sulle superfici metalliche e pertanto, attraverso una serie di dischi che ruotano ad alta velocità parzialmente immersi in mare, i prodotti inquinanti vengono estratti, aspirati e depositati in delle casse di raccolta.
Il pattugliatore Comandante Borsini impegnato durante l’attività di Vi.Pe.; in alto nave Orione in esercitazione antinquinamento con attivazione delle aste disperdenti.
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Nave Alliance
Il rientro dalla storica missione al Circolo Polare Artico di
di Giuseppe Lucafò
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i è conclusa il 7 aprile con l’arrivo a La Spezia l’importante e impegnativa missione, svolta fra i mari d'Islanda e della Groenlandia, oltre il Circolo Polare Artico, dall’equipaggio della nave polivalente di ricerca Alliance a favore degli scienziati del Centre for Maritime Research and Experimentation (CMRE) della NATO e del Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI). Ben 79 i giorni di missione per i protagonisti di quest’avventura che hanno navigato a bordo dell’Alliance durante l’inverno artico, in zone di mare mai “battute” prima, caratterizzate da proi-
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bitive condizioni meteomarine: presenza di ghiaccio e numerose perturbazioni a carattere nevoso, ma soprattutto mare grosso, tutti elementi che non hanno per nulla reso facile l’incessante e importante lavoro di studio e campionamento dei fondali e delle masse d’acqua eseguiti nell’area interessata. Responsabile della missione scientifica il Dottor Robert Pickart, scienziato del Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI), assistito in questo lungo periodo a bordo di nave Alliance dal capitano di vascello Massimiliano Nannini, ufficiale dell’Istituto Idrografico in veste di Capo Missione Marina Militare. La Spezia 7 aprile 2018. Il comandante di nave Alliance Daniele Cantù riceve a bordo l’ammiraglio Donato Marzano. (foto silvio Scialpi)
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Ad attendere l’arrivo dell’Unità in porto a La Spezia le autorità militari, tra cui l’ammiraglio di squadra Donato Marzano, Comandante in Capo della Squadra Navale e la calorosa accoglienza dei parenti accorsi numerosi ad abbracciare i propri cari. Il Comandante di nave Alliance, capitano di fregata Daniele Cantù, ha voluto sot-
da nave Alliance, sia per la Forza armata che per il nostro Paese ”, visto il valore “strategico”, scientifico e di esperienza di vita acquisito nel corso di questa ultima missione. Gli scienziati a bordo hanno infatti eseguito nelle aree di mare esplorate tra Islanda e Groenlandia numerose rilevazioni dei parametri di conduttività elettrica quali temperatura, profondità, analisi geochimiche e velocità del suono in acqua, rilievi bati-termografici, misurazioni della batimetria e misurazioni meteorologiche (marine e aeree), oltre ad effettuare la correlazione e la raccolta statistica dei dati acquisiti, nell'ambito del programma multidisciplinare Iceland-Greenland Seas Project - IGP. Tra gli strumenti impiegati, una boa meteorologica, rilasciata in zona per rilevare i dati meteorologici e marini a supporto
dell'attività di CTD (rilievi e misurazioni di Conduttività elettrica, della Temperatura e della Profondità dell'acqua) e alcuni veicoli semi-autonomi sommersi a controllo remoto denominati glider oceanici, che hanno la funzione di misurare le correnti marine e le caratteristiche che compongono i vari strati del mar Glaciale Artico. I preziosi dati collezionati saranno presto elaborati e incrociati tra loro a cura dalle varie organizzazioni partecipanti, che potranno così proseguire le ricerche e sviluppare ipotesi più concrete e accurate per lo studio dell'interazione aria/acqua e la relativa ventilazione che si viene a creare nel mare Artico, con l'obiettivo di raggiungere una migliore comprensione della circolazione delle correnti marine che interessano una vasta area del Globo.
tolineare al suo arrivo in porto che “Il supporto della Marina Militare per il successo di questa missione è stato fondamentale, sia per quanto riguarda l’impiego del mezzo navale che per la professionalità dell’equipaggio imbarcato su nave Alliance. Nel corso delle operazioni, i 47 componenti dell’equipaggio, tutti della Marina Militare e ognuno dei quali opportunamente fornito di vestiario tecnico per poter lavorare all’esterno anche per lunghi periodi e addestrato ad affrontare la navigazione nelle acque artiche e le relative attività correlate, hanno garantito il pieno supporto a ciascuno dei 22 scienziati a bordo, provenienti da 8 paesi differenti e appartenenti a varie organizzazioni. I rapporti a bordo tra il mio equipaggio e i ricercatori sono stati ottimi e si sono consolidati con il passare dei giorni. Necessaria, per l’assolvimento di questa missione, è stata inoltre la cosiddetta winterizzazione della nave svolta presso l’Arsenale Militare della Spezia, che l’ha vista oggetto di alcune modifiche e accorgimenti tecnici prima della sua partenza”. Un traguardo storico quello raggiunto
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L’ultimo ammainabandiera di nave Bersagliere di Giuseppe Lucafò
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ella cornice dell’arsenale di La Spezia, la sera del 17 aprile, si è svolta l’emozionante cerimonia dell’ultimo ammainabandiera di nave Bersagliere, alla presenza del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli, e del Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio Donato Marzano. Un pensionamento programmato dell’Unità che viene cancellata dai ruoli del naviglio militare “dopo 23 anni al servizio del nostro Paese in tutti i mari del mondo”, ha ricordato l’ammiraglio Girardelli nel suo discorso, che ha poi aggiunto “insieme agli altri tre pattugliatori della classe soldato (ndr. nave Bersagliere) ha garantito in questi anni, senza soluzione di continuità, le attività di presenza e sorveglianza svolte dalla Marina, allo stesso livello delle unità classe Lupo, garantendo, al contempo un valido supporto alla linea fregate della Squadra Navale”. Oltre un ventennio durante il quale, si sono alternati comandanti ed equipaggi ai quali il capo di Stato Maggiore ha voluto rivolgere un “convinto e sincero ben fatto per aver tenuto alto il nome del Bersagliere, nella certezza di aver contribuito a scrivere una pagina di storia della nostra Marina. Il merito è tutto loro." Continua quindi il processo di adeguamento della flotta della Marina Militare che ha visto fino ad oggi le dismissioni, per usura e vetustà, Alcuni momenti della cerimonia. A destra: l’ammiraglio Marzano consegna al capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Girardelli la bandiera di combattimento di nave Bersagliere. (foto Silvio Scialpi)
di importanti unità navali quali le fregate Maestrale ed Aliseo, le corvette Minerva, Sibilla, Danaide e Urania, i pattugliatori d'altura Granatiere e Artigliere e i cacciamine Lerici e Sapri. Nave Bersagliere, animata del motto "Pro Patria", dal giorno della sua consegna alla Marina ha percorso circa 322.000 miglia nautiche e ha preso parte a numerose missioni nazionali e internazionali durante la partecipazione a vari dispositivi aeronavali nazionali e NATO. I componenti degli equipaggi che si sono avvicendati in questi anni, presenti in parte in occasione della cerimonia, hanno ricordato con particolare commozione il periplo del mondo del 1996, con 35 porti di ben 23 paesi, l'International Defence Exhibition di Abu Dhabi nel 2000 e l’operazioni della Nato Active Endeavour nel 2003, 2008 e 2010. Gli equipaggi del Bersagliere hanno assistito insieme, emozionati, alla cerimonia dell’ultimo ammaina bandiera di combatti-
mento, che è stata consegnata al capo di Stato Maggiore della Marina dal comandante dell’Unità. La bandiera quindi è stata riposta nel cofano che la custodirà presso il Sacrario delle bandiere all'interno dell'Altare della Patria a Roma.
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L’inizio della vita operativa per nave Martinengo L’unità è la settima fregata europea multi missione del programma FREMM, rappresenta lo stato dell’arte e di rinnovamento verso la Marina del futuro
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di Antonio Cosentino
on la cerimonia che ha sancito la consegna amministrativa alla Marina Militare ha inizio la vita operativa della fregata Federico Martinengo, settima di una serie di 10 unità Fremm – Fregate Europee Multi Missione, commissionate a Fincantieri dalla Marina Militare italiana nell’ambito dell’accordo di cooperazione internazionale italo-francese, con il coordinamento di Occar (l’organizzazione congiunta per la cooperazione europea in materia di armamenti).
La cerimonia si è svolta lo scorso 24 aprile, presso la banchina Fincantieri a Muggiano (La Spezia) e ha visto la partecipazione di autorità locali, dei vertici dell’azienda, del direttore dell'Organizzazione Congiunta per la Cooperazione in materia di Armamenti (OCCAR), del direttore di NAVARM, ammiraglio ispettore capo Matteo Bisceglia e del presidente della Commissione di collaudo e accettazione, il contrammiraglio Livio Ceccobelli. Come le altre unità, nave Martinengo è caratterizzata, da un’elevata flessibilità d’impiego con capacità di operare in un ampio spettro di scenari e in tutte le situazioni tattiche. Con una lunghezza N OT I Z I A R I O
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di 144 metri, una larghezza di 19,7 metri e un dislocamento a pieno carico di circa 6.700 tonnellate, la fregata rappresenta un’eccellenza tecnologica. Progettata per raggiungere una velocità massima di 27 nodi e accogliere fino a 200 persone, potrà svolgere insieme alle altre unità i compiti assegnati alla Marina Militare possedendo capacità operative in svariati settori, da quelli più propriamente militari a quelli a supporto della collettività, e costituirà la “spina dorsale” della Squadra Navale dei prossimi decenni.
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Nave Martinengo, contribuisce ai compiti di presenza e sorveglianza per garantire la sicurezza marittima nei bacini in cui è necessario tutelare gli interessi del nostro Paese
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Cent’anni dopo l’eroica impresa di Rizzo
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Ancona, 1918 - 2018 Giornata della Marina
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di Antonello Lorusso
i svolgerà in Ancona la celebrazione della Giornata della Marina, un appuntamento che assume quest’anno maggiore significato perché coincide con la commemorazione del centenario dell’eroica impresa di Premuda, partita nella notte del 9 giugno 1918, proprio dal porto dorico. La Banda Musicale della Marina, la sera del 10 giugno, aprirà il calendario dei festeggiamenti seguiti il giorno successivo, al molo Luigi Rizzo, dalla cerimonia che vedrà la consegna delle Bandiere di Combattimento ai sommergibili Romeo Romei e Pietro Venuti. La Bandiera di Combattimento è il vessillo distintivo di ogni nave militare che assume un grandissimo valore simbolico ed evocativo, perché rappresenta l’emblema dell’identità nazionale quando un’unità navale solca i mari in ogni parte del mondo.
La Bandiera diventa il simbolo delle fatiche, delle sensazioni e dei sentimenti degli equipaggi che si succedono a bordo delle navi, al servizio della Patria. Le Bandiere di Combattimento saranno consegnate alla presenza delle più alte cariche dello Stato e di autorità militari e civili, in una cornice costituita da un gruppo di unità navali che arriveranno ad Ancona dopo un periodo di addestramento in Adriatico. A sottolineare la solennità del momento, il sorvolo di aeromobili della Marina e il lancio dei paracadutisti delle Forze Speciali appartenenti al Raggruppamento Subacquei ed Incursori. Nel porto di Ancona si svolgeranno anche altre iniziative come la mostra sul Centenario della Grande Guerra, con riferimenti all’Impresa di Premuda e un’esposizione sui Sommergibili.
L’impresa di Premuda
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a notte fra il 9 e il 10 giugno 1918 i MAS 15 e 21, al comando del capitano di corvetta Luigi Rizzo e del guardiamarina Giuseppe Aonzo, lasciavano il porto di Ancona per dirigersi verso l'isola di Premuda dove avrebbero dovuto effettuare una normale azione di rastrellamento, per accertare la presenza di campi minati. Durante le operazioni, le unità intercettarono una squadra navale austriaca composta da due corazzate, un cacciatorpediniere e sei torpediniere che, uscita dalla base nemica di Pola, dirigeva verso il Canale di Otranto. Inizia, a quel punto, l’attacco da parte del Comandante Rizzo che porterà all’affondamento della corazzata austriaca "Szent Istvan" (Santo Stefano). L'azione stroncò sul nascere una pericolosa incursione che il grosso della flotta asburgica si predisponeva a compiere
contro lo sbarramento antisommergibili degli alleati nel Canale d'Otranto, predisposto per precludere l'accesso al Mar Adriatico ai sommergibili tedeschi. L'azione di Premuda lasciò il controllo dell'Adriatico all'Italia. Ammirato dall'azione messa in atto da Luigi Rizzo il comandante in capo della Grand Fleet, l'ammiraglio inglese David Beatty fece giungere all'ammiraglio Cusani Visconti, comandante della Flotta italiana, il seguente telegramma: "La Grand Fleet porge le più sentite congratulazioni alla flotta italiana per la splendida impresa condotta con tanto valore e tanta audacia contro il nemico austriaco". L'impresa di Premuda, svolta dal comandante Rizzo, rimase un fatto poco noto alla grande massa del popolo italiano fino al 1939, quando fu scelta per celebrare la giornata della Marina Militare.
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Ancona, sede del Comando Scuole della Marina Militare ha il compito di programmare e gestire la selezione e la formazione del personale
Da Dipartimento a Comando Scuole
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di Marco Mascellani
el 1957, l’allora capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Guglielmo Pecori Giraldi, dispose il ritorno della sede del Dipartimento Marittimo Adriatico, da Venezia in Ancona. Questa decisione fece in modo che la sede dorica assumesse il controllo dell’Adriatico, diventando garante per la sicurezza della navigazione secondo gli accordi NATO che affidavano, alla Forza Armata dell’epoca, il compito di difendere le zone litoranee.
Per l’ammiraglio di Ancona questo comportava il dover amministrare basi e territori compresi tra il confine Yugoslavo,
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a nord, e il Gargano, a sud compresa l’Umbria. Per garantire questa peculiarità fu costruito un bunker sotterraneo che ospitasse le sale operative, i sistemi radio e la necessaria logistica, e che fosse in grado di supportare le forze navali in un potenziale conflitto. Le stazioni di ascolto lungo il litorale monitoravano le comunicazioni verso est mentre l’arsenale di Venezia, assicurava la manutenzione al naviglio di prima linea. Completavano le disponibilità, i depositi munizioni, le stazioni radio protette da caverne, uno stabilimento per la produzione di munizioni e, ovviamente, tutto il lavoro di monitoraggio costiero della Capitaneria
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di Porto. Le corvette, i dragamine e i MAS, ormeggiati ai moli Rizzo e Wojtila, avevano il compito di proteggere i pescatori dalle vedette Yugoslave assumendo un ruolo di protagonisti della salvaguardia della vita in mare. A seguito del terremoto avvenuto nel 1972, il personale della Marina Militare di base nel capoluogo marchigiano, partecipò alle attività di soccorso alle popolazioni colpite. Dopo il sisma che colpì il centro Italia, lo stadio Dorico divenne una grande tendopoli attrezzato con cucina e ospedale da campo per accogliere chi non poté rientrare nella propria abitazione. Gli aiuti
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arrivarono principalmente dal mare tramite le navi militari, un impegno riconosciuto con l’attestato di Benemerenza esposto nelle sale del Museo della Marina “Ammiraglio Guglielmo Marconi” di Ancona. Quella appena descritta non è l’unica emergenza cui i marinai del Dipartimento Marittimo di Ancona hanno preso parte. Negli anni ’80 inizia la fase di rinnovamento che ha come punto nevralgico il sedime di Piano San Lazzaro, dove venne costruita la nuova caserma con una moderna infermeria e una cappella che ospita i cimeli del famedio della Marina di Pola. La fine della guerra fredda vede per la sede dorica un momento di stasi interrotto dalla costruzione di un moderno centro di selezione e di un nuovo deposito combustibili nella zona di Cittadella e Archi. Il 2013 è l’anno della chiusura del Dipartimento Militare Marittimo, ultimo comando derivato dall’unificazione italiana, sostituito con la nascita del Comando Scuole della Marina Militare il cui compito è quello di programmare e gestire la selezione e la formazione del personale.
Ancona, 1918 - 2018 Giornata della Marina
Una Repubblica Marinara dimenticata
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ome un mito ellenistico Ancona nasce dal mare: un riparato approdo dove gli antichi popoli prenderanno terra e si annideranno. Sabini, Piceni, influenze elleniche ed etrusche, civilizzeranno gli abitanti fino all’arrivo dei Dori siracusani nel 387 a.c.. Furono proprio i Dori siracusani a portare Ancona ad essere la città sulle coste dell’Adriatico più attrezzata di quel periodo grazie alla costruzione per la crescita dei commerci marittimi e dell’Arsenale.Ankon, nome di origine
greca, significa “gomito” ed evidenzia la derivazione morfologico-marinara del nome. Alleata di Roma contro Galli, Sanniti e Annibale, nel 276 a.C. diviene colonia romana e sorgitore di vitale l’importanza; grazie ai due duunviri navali, preposti alla difesa dell’intero Adriatico dalla flotta pirata illirica, e un punto di riferimento per gli scambi commerciali con l’Oriente grazie alla vitalità delle proprie industrie. Per le vittoriose guerre contro i Daci (104-105 d.C.) Traiano realizzerà uno dei più ampi e fiorenti bacini dell’epoca fino alla caduta dell’impero romano (476) e poi sotto la protezione di Ravenna bizantina, quando Ancona aprirà fondachi e rappresentanze a Costantinopoli. Nel VII secolo farà parte della Pentapoli Marittima per contrastare la calata dei Longobardi, scacciati dai franchi che però doneranno Ancona al Papa con un’autonomia subordinata al controllo di vescovi.Nell'848 i Saraceni distruggono Ancona e l’antica città, unione di diverse civilità, scompare nell’impatto, ridotta ad una pallida ombra del passato fino all’anno mille, quando la partecipazione alla prima crociata sancirà la rinascita dei commerci marittimi, specialmente con Dalmazia e oriente mediterraneo. Oltre 10.000 abitanti, doppie mura, bastioni e torri per la difesa a mare: Ancona è nel momento più prospero della sua potenza, un’importante “Repubblica Marinara” e
splendide testimonianze ne sono la Cattedrale di San Ciriaco, il Palazzo del Senato, la Chiesa di Santa Maria della Piazza. Provetti lavoratori, avveduti commercianti e valenti navigatori che il Pontefice Urbano V sceglierà per tornare a Roma da Avignone (1367), facendo costruire e armare una galea ad Ancona per intraprendere il suo viaggio. L’interesse marittimo è altissimo e nonostante l’ostile concorrenza delle più blasonate Repubbliche Marinare, le navi doriche toccheranno Spagna e Fiandre, le famiglie anconetane sono accreditate presso le maggiori corti europee, nasceranno grandi figure del rinascimento anconetano e il commercio marittimo vanterà una flotta di ben 53 “legni”, gli “statuti del mare, le “portelle” che proteggono fondachi e attracchi delle navi, le caratteristiche “vasche” del Terzenale per l’allestimento delle galee. Una enorme torre poligonale e la torre a focaia presidiano il molo Traianeo. Ma l’autonomia anconetana attirerà l’attenzione di papa Clemente VII che, col sotterfugio della costruzione della “Cittadella”, toglierà ogni residua autonomia ad Ancona. La scoperta dell’America e il trasferimento dei traffici mercantili in Atlantico paralizzeranno la città fino ai primi del 1700 dove con la franchigia del porto (1732), Ancona torna competitiva, soprattutto per i cereali e specialmente con inglesi e francesi, mentre accorte politiche marittime le permetteranno di allinearsi ai centri del commercio europeo. Nonostante l’occupazione delle truppe napoleoniche (1796) il blocco continentale dell’Inghilterra ed una recrudescenza di pirateria, forse grazie ai servigi dei Benincasa l’iniziativa locale, riesce ancora a mantenere florido il commercio.Con l’attacco, il 28 settembre 1860, della flotta dell'ammiraglio Persano, Ancona diventa italiana e ha inizio un periodo di fervente rinnovamento per la città: il suo porto di primaria importanza strategica diviene la principale base operativa della Regia Marina nonché sede del Dipartimento Militare Marittimo dell’Adriatico.
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Il Comando Scuole, compiti e funzioni
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di Antonello Lorusso
ato nel 2013, con l’Ordine del Giorno numero 29, il Comando Scuole è uno dei tre Comandi di vertice dipendente direttamente dal Capo di Stato Maggiore della Marina Militare. Concorrendo alla definizione dei profili di impiego e degli obiettivi professionali del personale con lo Stato Maggiore, Comscuole coadiuva la Direzione per l’impiego per l’avvio ai corsi di formazione e, in ambito medico, supervisiona le attività di Educazione Continua in Medicina (E.C.M.). Il suo assetto si inquadra nell’ambito di un importante processo di ristrutturazione che la Forza Armata ha voluto dare al fine di ottimizzare le risorse e di delineare un’organizzazione più snella. Come recita il suo motto, Sapere aude (Abbi il coraggio di sapere), tra i compiti principali del Comando Scuole troviamo sia la gestione delle procedure concorsuali N OT I Z I A R I O
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che l’istituzione, la programmazione e la gestione dei corsi di formazione che il personale deve svolgere per assumere i profili di impiego e gli obiettivi professionali definiti dallo Stato Maggiore. Ovviamente per riuscire ad attuare questo scopo, deve poter assicurare dei collegamenti con gli organismi esterni, quali le università agli studi, volti alla ricerca della migliore formazione studentesca.A partire dall’anno accademico 2017-2018 il percorso degli ufficiali prevede infatti un periodo in Accademia Navale volto al conseguimento della laurea e un successivo periodo di frequenza universitaria, di cui parte integrante diventano le abilitazioni e le specializzazioni navali, per il conseguimento della laurea magistrale. Mentre, per quanto riguarda la formazione dei sottufficiali, l’iter si completa presso Mariscuola Taranto. Entrambi i suddetti percorsi, sono patrocinati da diversi atenei in base alla tipologia di indirizzo di titolo da conseguire. Sotto
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questo punto di vista è facile evincere che la funzione principale del Comando Scuole è quella di supervisione degli obiettivi didattici, che i giovani Allievi devono conseguire una volta entrati presso una delle scuole di formazione. Tale funzione inizia dalla gestione delle procedure concorsuali per il reclutamento del personale militare e si sviluppa con l’istituzione, la programmazione e la gestione dei corsi (tra cui quelli di 2° livello OPL 2), la previsione per la formazione del bilancio, oltre al controllo della gestione finanziaria con i capitoli di pertinenza. Il Comando di Ancona, essendo un Alto Comando, detiene la gestione e la responsabilità di settori che vanno dalle attività infrastrutturali ai supporti operativi e degli automezzi, dai materiali agli alloggi di servizio e, per finire, degli organismi di Protezione Sociale e dei Circoli. Alle dipendenze del Comando scuole della Marina Militare, sono posti:
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Ancona, 1918 - 2018 Giornata della Marina
Alcuni dei comandi presenti sul territorio dorico Il Quartier Generale Marina, allocato nel comprensorio di Piano San Lazzaro assieme a Maricenselez, Maricommi Ancona, Marisezgenio Scuole Ancona e la chiesa di Santa Barbara assicura la logistica della sede. Inoltre si occupa di alloggi, automezzi, mense e gli impianti sportivi, gestiti assieme a Maricenselez.
• gli Istituti di formazione e le Scuole (Marinaccad, Maristudi, MariscuolaTaranto, Mariscuola La Maddalena, Mariscuolanav) • il Centro di Selezione (Maricenselez Ancona); • il Quartier Generale Marina Ancona (QGM Ancona); • la Direzione di Commissariato di Ancona (MARICOMMI Ancona); • la Sezione del Genio Militare per la Marina Scuole di Ancona (Marisezgenio Scuole Ancona) con i suoi dipendenti Uffici del Genio Scuole periferici (presso Venezia, La Maddalena,Taranto, Chiavari e Livorno); • ha autorità funzionale per la formazione su Comsubin e Maridrografico • la Scuola Telecomunicazioni delle Forze Armate di Chiavari (Stelmilit) nei confronti della quale lo Stato Maggiore Difesa detiene la potestà ordinativa della Scuola e quella di emanazione delle direttive didattiche e formative in campo interforze.
Il Centro di Selezione della Marina Militare nasce nel 1999 per la necessità di accentrare le competenze per la selezione del personale, anche in vista dell’imminente sospensione della leva. I compiti del nuovo centro di selezione sono, appunto, di effettuare la selezione del personale dei vari corpi attraverso i concorsi e le varie prove in cui essi sono suddivisi, dalle visite mediche ai test attitudinali. L’edificio che ospita questo comando è stato realizzato con caratteristiche antisismiche molto spinte, tanto da poter ospitare anche un centro della protezione civile in caso di emergenza. Le sospensioni elastiche su cui poggia l’intero edificio sono in grado di smorzare i terremoti di scala elevatissima senza alcun danno per gli occupanti. La tecnologia usata per questa struttura ha fatto sì che molti ingegneri, provenienti da diversi stati esteri, hanno fatto tappa per studiare le soluzioni applicate e la loro efficacia. La Direzione di Commissariato si occupa delle forniture di beni e servizi per tutti il Comando Scuole e i Comandi dipendenti, assicurando i servizi di vestiario per i vari comandi e le capitanerie presenti sul versante Adriatico. La Sezione del Genio sovraintende ai lavori delle infrastrutture di tutte le scuole della Marina. I suoi uffici sono dislocati a Livorno,Venezia, Taranto, La Maddalena e Chiavari. Le telecomunicazioni vengono gestite dal centro TLC di Monte Pulito e dal 3° DAI, situato sul Monte Conero. Presente ad Ancona, alle dipendenze del Quartier Generale Marina, il molo intitolato al comandante Medaglia d’Argento al Valor Militare “Athos Fraternale”, sommergibilista anconetano della 2ª Guerra Mondiale, che fornisce supporto alle unità navali in transito e al Moto Trasporto Costiero Capri, che ha sede nella città dorica. Sul molo “Athos Fraternale” si trovano la sede fari di Ancona, la sezione velica e il Nucleo SDAI. Quest’ultimo comando, dipendente dal G.O.S., ha avuto un ruolo di primaria importanza nelle attività svolte recentemente nelle sedi di Fano e Pesaro.
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I PALOMBARI in addestramento sotto i ghiacci
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di Giovanni Modugno foto di Rosario Caruso
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e capacità d’intervento subacqueo dei Palombari del Raggruppamento Subacqueo ed Incursori Comsubin - ormai ricoprono ogni ambito e scenario operativo. Le competenze acquisite attraverso l’intensa formazione iniziale ed avanzata, il continuo addestramento, le esperienze accumulate nel tempo e la forte motivazione del personale hanno per-
messo di rendere unica questa antica Categoria della Marina. Uno delle più recenti attività addestrative si è svolta a Bolzano dal 13 al 15 marzo dove i palombari del Gruppo Operativo Immersione dei Palombari del GOS sotto lo strato di ghiaccio formatosi sulla superficie del lago di Anterselva (BZ). In primo piano l'apparecchiatura denominata "Palombaro leggero".
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Subacquei, si sono immersi nel lago di Anterselva, a 1.642 m sul livello del mare. La particolarità di questa missione, tesa a verificare e consolidare le procedure operative d’immersione in climi rigidi, era la superficie del lago completamente ghiacciata. Duplice la finalità addestrativa dei palombari poiché sono state combinate le peculiarità di un’immersione in alti-
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tudine a quelle di un’operazione subacquea in ambiente confinato, attività quest’ultima che impegna annualmente un team di Comsubin durante le operazioni subacquee svolte in Antartide, Preparazione all'immersione sotto il ghiaccio dei Palombari del GOS. In primo piano un operatore che indossa l'Autorespiratore ad Aria.
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Le operazioni subacquee in climi rigidi e le procedure di utilizzo delle apparecchiature in dotazione
La Marina Militare ha la capacità di condurre operazioni subacquee con l’uomo con i seguenti sistemi per l’immersione: - apparecchiatura subacquea alimentata dalla superficie, comunemente nota come Palombaro Leggero, - autorespiratore ad aria; - autorespiratore a miscela; - autorespiratore ad ossigeno. La scelta del sistema da impiegare è devoluta al Direttore delle Operazioni Subacquee ed è funzione del tipo d’in-
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tervento da svolgere e della quota di lavoro. Qualora tali attività siano condotte in climi rigidi o sotto il ghiaccio occorre prevedere: - un team di assistenza di superficie più corposo rispetto alle immersioni svolte in acque libere e temperate; - l’istallazione di kit antifreeze sui primi stadi degli erogatori per evitare eventuali malfunzionamenti dovuti alle basse temperature dell’acqua; - l’impiego di “gran facciali” al posto
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delle tradizionali maschere, di mute stagne, di sottomuta termici e di guanti speciali per isolare il corpo degli operatori dall’acqua e limitare così la dispersione termica; - l’utilizzo di imbraghi di sicurezza con sistemi di comunicazione audio e video con la superficie; - un’attenta procedura di vestizione, effettuata possibilmente in luoghi chiusi e climatizzati caldi, al fine di non fare ghiacciare i leverismi interni dei sistemi di respirazione.
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Le competenze acquisite attraverso l’intensa formazione iniziale ed avanzata, il continuo addestramento, le esperienze accumulate nel tempo e la forte motivazione del personale hanno permesso di rendere unica questa antica Categoria della Marina
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nell’ambito delle spedizioni italiane organizzate dall’ENEA. Le immersioni sono state pertanto finalizzate all’ambientamento a tali temperature, sopra e sotto un solido strato di ghiaccio, attività che hanno richiesto una consolidata esperienza, un addestramento mirato ed adattamenti tecnici e procedurali alle attrezzature subacquee e in dotazione al Reparto. Le temperature del lago, prossime allo zero, combinate con la riduzione della pressione ambientale in quota sono state un ottimo banco di prova che ha evidenziato, ancora una volta, che per operare in ambienti estremi sono necessari un’elevata preparazione, materiali adeguati e tecniche d’intervento che si devono adattare allo scenario operativo. Le attività addestrative sotto i ghiacci spingono ogni anno i palombari della Marina oltre che in Antartide, verso alcune delle vette più alte d’Italia, per incrementare sempre di più la preparazione di questi “professionisti del mare”, per garantire la più completa capacità d’intervento al servizio della collettività.
Nei riquadri a sinistra alcune fasi dell'immersione sotto il ghiaccio dei Palombari di Comsubin. In primo piano l'ingresso in acqua di un operatore che indossa l'autorespiratore a miscela viper SC, impiegato per la neutralizzazione degli ordigni esplosivi.
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In ricordo di Andrea 2.qxp_Layout 2 21/05/18 14:24 Pagina 1
Dedicato ad Andrea
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In ricordo di Andrea 2.qxp_Layout 2 21/05/18 14:24 Pagina 2
Andrea Fazio, capo di prima classe, era un sottufficiale in servizio da circa venti anni in Marina e da circa dieci specialista di volo radarista presso il comparto volo del secondo gruppo elicotteri di Maristaeli Catania; Fazio, in passato, aveva partecipato a diverse operazioni internazionali: tra queste l'operazione antipirateria "Atalanta" del 2012.
La banda della Marina Militare ha dedicato allo specialista di volo, Andrea Fazio, recentemente scomparso, l’esibizione dell’8 aprile in piazza Montecitorio
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di Emanuele Scigliuzzo
ell’ambito delle iniziative legate alle attività istituzionali di “Montecitorio a porte aperte”, si è svolto il concerto della banda della Marina, presieduto dal presidente della Camera Roberto Fico. Hanno risuonato nel piazzale antistante la Camera dei deputati, le note dei cinquantasei musicisti diretti dal maestro Andrea Barbagallo, che ha proposto per l’occasione un repertorio particolare, intonando le note dell’inno delle Forze Aeree della Marina militare, “Con il cuore oltre l’ostacolo”. Un inno che Andrea Fazio, operatore di volo esperto, militare e uomo apprezzato dai suoi colleghi, aveva fatto suo. La sua scomparsa, a seguito dell’ammaraggio in
fase di appontaggio su nave Borsini, dell’elicottero sul quale stava prestando servizio, dopo un’attività addestrativa in assetto "Night Vision Googles" (NVG) in operazione Mare Sicuro, ha lasciato un vuoto incolmabile al 2° Gruppo elicotteri a Catania. Hanno completato il programma della banda, l’inno di Mameli e quello europeo, la marcia dell’Opera Ernani e di Giacomo Puccini - Nessun Dorma - tratto dall’Opera Turandot. La banda della Marina nasce nel 1860 con la costituzione della Regia Marina Italiana. Oggi fiore all’occhiello della Forza Armata, il complesso bandistico, uno dei più antichi, è in grado di eseguire un repertorio musicale vasto, che comprende generi lirico-sinfonico, leggero e jazz. E’ costituita da 102 orchestrali e dal 2000 è diretta dal maestro Barbagallo.
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In questo numero vi presentiamo il Simulatore di Plancia in dotazione alla Scuola Sottufficiali di La Maddalena, dove il personale della componente marinaresca si prepara, tra gli altri compiti, anche per affrontare la plancia di comando delle unità navali. Nel prossimo numero visiteremo la Scuola Sommergibilisti di Taranto
Il SIMULATORE, eccellente strumento didadittico di Salvatore Lauricella
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a Scuola Sottufficiali di La Maddalena è l’istituto in cui si tengono i corsi di formazione, tra gli altri, del personale della componente marinaresca di bordo, che secondo il grado rivestito, può svolgere fino all’incarico di nostromo, ovvero il capo dei nocchieri di bordo sulle unità della Marina. Nell’Istituto di formazione vengono svolti corsi teorici e pratici utili a trasferire
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le competenze necessarie al personale per essere impiegato nella plancia di comando, per questo, come ausilio alla formazione nelle materie nautiche, viene impiegato il Simulatore di Plancia (S.d.P.). L’impianto addestrativo fornisce agli allievi un supporto realistico nella condotta della navigazione, nel riconoscimento della costa, nella prevenzione degli abbordi in mare e alle manovre
per l’ormeggio e il disormeggio, attività che dovranno mettere in pratica una volta giunti a bordo. Il S.d.P. viene impiegato fin dai corsi per i “volontari in ferma prefissata quadriennale” (VFP4), per la specializzazione dei “Volontari in servizio permanente” e del personale del ruolo Sergenti. Inoltre, è previsto l’utilizzo del simulatore nei corsi tenuti al personale delle Capitanerie di porto e al personale di altre Forze armate. Il S.d.P. raggiunge la massima capacità di espressione didattica nel corso di abilitazione alla “guardia in plancia basica” riservato ai sottufficiali nocchieri della Marina. Inoltre, grazie alla sua versatilità, è utilizzato in numerosi stage riservati
In questo modo l’istruttore può gestire le attività in remoto, potendo avvalersi dell’ausilio di telecamere poste in locale simulatore. Inoltre, l’addestramento è reso più realistico grazie all’integrazione del sistema con la gestione della cartografia elettronica attraverso l’ ECDIS/W-ECDIS (Elettronic Chart Display and Information System Warship - ECDIS). Grazie alle caratteristiche del simulatore di plancia, si possono addestrare in modo attivo più allievi grazie alla possibilità di svolgere contemporaneamente i ruoli di sottufficiale di guardia in plancia, timoniere, addetto ai telegrafi di macchina e brogliaccio, addetto alle Comunicazioni, operatore
agli Istituti Nautici Statali civili, effettuati durante l’anno a La Maddalena. Il simulatore attualmente in uso alla scuola sottufficiali consente agli uditori e ai frequentatori che non sono impegnati nell’esercitazione di assistere, attraverso dei monitor, all’addestramento dei colleghi dall’aula che ha una capienza di 53 posti. L’istruttore potrà seguire dallo stesso ambiente in cui opera l’allievo, controllando e coordinando sia lo svolgimento di esercizi modulari che la condotta delle attività di plancia. Rispetto alla versione precedente, è stata introdotta la postazione mobile per l’istruttore integrata con il sistema a mezzo di rete wireless su PC portatile.
Radar, addetto alla cartografia elettronica, addetto al carteggio e navigazione e operatore servizio ottico di vedetta; in questo modo viene ricostruito uno scenario pressoché completo di un assetto tipico di navigazione. La realtà però non è stata riprodotta solo negli scenari che può ricostruire il simulatore attraverso i software in dotazione ma, grazie ai maestri falegnami e al personale dell’officina didattica dell’Istituto di formazione Maddalenino, è stata realizzata una struttura in legno che accoglie il S.d.P. e delle componenti in bronzo, che riproducono in maniera reale, anche nell’aspetto, la plancia di comando di unità navale.
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di Rossella Di Ponzio
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ontinua il nostro viaggio alla scoperta dei mestieri della Marina Militare. Questa volta entreremo nel mondo dei motoristi navali che insieme agli elettricisti fanno parte del “sistema nave”. Prima di tutto bisogna capire chi è il motorista e quale percorso formativo compie per avviarsi a questo mestiere. I marinai che svolgono questa funzione hanno un compito di grande impegno e responsabilità. Devono conoscere gli elementi costruttivi dei motori, il loro funzionamento, i loro pregi e soprattutto
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i loro difetti per intervenire, in tempi brevi, per ripristinare il regolare funzionamento dell’apparato. Il simbolo degli appartenenti a questa speciale categoria di marinai è rappresentata da un’elica. l meccanico motorista navale si occupa del funzionamento, della manutenzione e della riparazione dei motori della nave e il suo lavoro è da considerarsi fondamentale e prezioso. Abbiamo rivolto qualche domanda a un motorista per capire nel dettaglio quali sono le attività svolte da un motorista navale e quali sono le caratteristiche e i
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Continua la rubrica “i mestieri di Marina”, in questo numero conosciamo i motoristi
L’identikit del motorista navale
requisiti per accedere a questa professione e l’iter da seguire.
Come si svolge una giornata tipo di un motorista navale e quali sono le attività che svolge a bordo della nave? La giornata "tipo” di un motorista navale ha inizio con l'assemblea mattinale, all'interno della quale si fa il punto delle attività giornaliere della nave e si pianificano, per la propria componente, le lavorazioni e le manutenzioni da effettuare nell'arco della giornata. Nei suoi compiti rientrano la conduzione
degli apparati motori dei quali rileva i dati di funzionamento. Fondamentale, per il motorista navale, la conoscenza dei locali tecnici di bordo e la costante partecipazione alle esercitazioni antincendio. Anche per il motorista navale, come per tutte le specializzazioni tecniche è importante la frequentazione, oltre dei corsi di formazione, anche di una continua specializzazione e aggiornamento, necessaria ad acquisire, le competenze per operare sui complessi impianti installati a bordo delle unità. Per diventare un motorista quale
è l’iter e dove si svolge il corso? II giovani di età inferiore a 25 anni, possono concorrere al bando di reclutamento per il concorso di “volontari in ferma prefissata di 1 anno” (VFP1) per il settore d'impiego "navale". Per accedere però alla categoria di motorista navale, è necessario vincere il concorso per i volontari in ferma prefissata di 4 anni. La formazione professionale, del motorista si svolge presso la Scuola Sottufficiali di La Maddalena, e prevede per il ruolo truppa in servizio permanente un corso di 11 settimane, mentre, per quello sergenti di 9 settimane.
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Il gergo marinaresco
Scopriamo i segreti del linguaggio di bordo, la lettera “G� come: girobussola, gassa d’amante e giardinetto di Alessandro Lentini
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Girobussola
a girobussola è uno degli elementi essenziali per la navigazione che può essere presente anche su imbarcazioni di piccole dimensioni vista la portabilità delle versioni più recenti dello strumento. Di concezione completamente diversa rispetto alla bussola magnetica, la “giro” funziona esclusivamente tramite corrente elettrica, usata per alimentare i rotori al suo interno che le permettono di mostrare su una scala graduata il nord geografico (la bussola magnetica mostra il nord magnetico). Il funzionamento segue 4 leggi fisiche, due giroscopiche (inerzia giroscopica e precessione) e due relative alla Terra (la rotazione intorno all’asse e la gravità), e permette di avere delle rilevazioni (la propria rotta o la posizione di un punto sulla costa) relative ai meridiani geografici senza dover effettuare correzioni, obbligatorie quando la rilevazione è effettuata con una bussola magnetica. La girobussola è utilizzata soprattutto su navi e aerei, maggiormente sulle prime perché le forti deviazioni di rotta degli aerei posso disturbarne il fun-
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Gassa d’amante
’ uno dei principali nodi usati nell’arte marinaresca. E’ un nodo che può essere eseguito su qualsiasi tipo di cima, è conosciuto anche come "il nodo che non slitta mai" e può presentare qualche problema con cime elastiche quando sottoposte a cicli di carico e scarico a bassa tensione. Pregio principale di questo nodo è di non essere scorsoio, ma allo stesso tempo non stringe mai troppo e, nonostante sia generalmente molto sicuro, può essere sciolto facilmente, anche quando la cima è bagnata. Usato principalmente per fare un'asola provvisoria su una cima, trova ampio utilizzo per rizzare (fissare) oggetti che possono cadere fuori bordo, per legare le scotte e le drizze delle vele, per legare l'àncora, per l'ormeggio in bitta, come
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zionamento. In porto, per una sosta di alcuni giorni, le girobussole possono essere spente, avendo l’accortezza di riaccenderle con sufficiente anticipo rispetto alla partenza, in modo da consentire al rotore di raggiungere la corretta velocità di rotazione e al sistema di orientarsi sull’asse nord/sud.
paranco, caricabasso, per intugliare, (congiungere) due cime e per fissare, o fissarsi a, qualsiasi cosa dotata di occhiello, anello, caviglia, briccola e perfino come nodo di salvataggio, perché può essere eseguito velocemente e permette di cingere una persona senza che questa venga stretta troppo richiamando la cima.
Giardinetto
l Giardinetto di una nave è una specie di balconcino posto a poppa o tra il traverso e la poppa di una nave, in corrispondenza del camerino del comandante. In epoche passate il giardinetto era utilizzato per mantenere le scorte di verdure e spezie a disposizione del comandante e, su sua concessione, di alcuni ufficiali durante le lunghe traversate. Nave Amerigo Ve-
spucci ha il proprio giardinetto che si estende lungo tutta la poppa della nave dove, come da tradizione, l’equipaggio cura alcuni vasi di spezie che possono servire a ricordare profumi e sapori del nostro Paese durante le impegnative navigazioni delle campagne d’istruzione a favore degli allievi della 1^ classe dell’Accademia Navale di Livorno.
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Dis...Corsi di navigazione di Paolo Giannetti
I fari sono costruzioni che si ergono in prossimità di punti prominenti della costa, in modo da essere facilmente riconosciuti e utilizzati per determinare la posizione in mare di notte …. ma anche di giorno
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A che ora avvisteremo il faro?
rima di trattare l’argomento del riconoscimento e dell’avvistamento di un faro è bene richiamare alcune importanti definizioni propedeutiche. Cos’è l’orizzonte visibile?
Tutti noi ci saremo domandati almeno una volta, trovandoci in riva al mare, a quale distanza si trova la linea dell’ orizzonte oltre la quale, a causa della sfericità della superficie terrestre (..e del mare), non riusciamo più a vedere. Questa distanza dipende dalla nostra altezza, più siamo (o saliamo) in alto, più in lontananza riusciremo a vedere! (Per questo motivo, ad esempio, le vedette degli antichi bastimenti svolgevano il servizio in coffa!). Questa distanza D (in miglia) può essere calcolata applicando la seguente formula che tiene conto, oltre alla sfericità della terra, dell’altezza dell’ osservatore.
D = 2.04 √e Dove “e” è l’altezza in metri dell’ occhio sul livello del mare. Per fare un esempio, un individuo che si trova in mare su una imbarcazione con l’occhio a 2 metri di altezza sul livello del mare avrà un orizzonte visibile di 2.04 x√2= 2,04 x 1,42 = 2,9 miglia. (Esistono delle Tavole Nautiche che danno direttamente la distanza dell’orizzonte a seconda dell’altezza s.l.m. dell’osservatore). Oltre che per un osservatore, esiste un “orizzonte” per qualsiasi oggetto o manufatto si trovi sopra il livello del mare e quindi è lecito parlare anche di orizzonte … per un faro. (figura 1) Se ad esempio un faro è alto 16 metri sul livello del mare, il suo “orizzonte” N OT I Z I A R I O
D E L L A
figura 1
sarà di 2.04 x√16 = 2,04 x 4 = 8,1 miglia. Questa distanza non è altro che l’orizzonte visibile che avrebbe il “farista” se portasse il suo punto di osservazione dove è sistemato l’impianto luminoso. Attenzione, si fa notare che il discorso vale indipendentemente dall’emissione della luce del faro in quanto l’orizzonte di un faro esiste … anche di giorno. E’ facile comprendere che di giorno, provenendo da largo verso una costa dove è ubicato un faro, ne vedremmo “emergere” la sommità dall’ orizzonte quando il nostro occhio entrerà nel suo orizzonte e … lui nel nostro! In quel preciso momento noi saremo ad una distanza dal faro uguale alla sua portata geografica somma dei due orizzonti (figura 2). figura 2
M A R I N A
La Portata Geografica
Definiamo pertanto Portata Geografica (Pg) la massima distanza alla quale un faro può essere visto, in relazione alla: 1.elevazione dell'osservatore sul livello del mare (e); 2.elevazione della sorgente luminosa (h); 3.curvatura della superficie terrestre. Esiste una formula che mette in relazione questi tre parametri e consente di ricavare, con buona approssimazione, la Portata Geografica di un faro. Tale formula è semplicemente la somma dei due orizzonti, quello dell’osservatore e quello dell’oggetto osservato.
Pg = 2.04 √e + 2.04 √h Pg = 2.04 (√e + √h)
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di una situata a qualche metro sopra il livello del mare. L’altezza dell’osservatore: un velista in pozzetto ad esempio a 2m di altezza sul livello del mare avrà un orizzonte visibile più ristretto rispetto ad un marinaio di vedetta sulla plancia di una nave a 20m sul livello del mare. L’intensità luminosa: la luce di una piccola lampada potrà essere avvistata ad una distanza inferiore rispetto, per esempio, ad una potente torcia elettrica. Le condizioni dell’atmosfera: con aria tersa la luce viene assorbita in misura inferiore e potrà propagarsi su distanze più elevate, con foschia o ancor di più con nebbia la luce verrà assorbita più profondamente e potrà essere invisibile anche per osservatori già a breve distanza.
grafico
La Portata Luminosa
Dopo l’introduzione di questi concetti andiamo ad analizzare la vera peculiarità di un faro che è quella della sua Portata Luminosa intesa come la massima distanza alla quale è visibile la sua luce in funzione della sua intensità luminosa e della visibilità meteorologica. (figura 3) La descrizione sintetica di un faro è ri
quattro lampi [Fl (4)] ogni venticinque secondi (25s), con una sorgente luminosa posta a sessanta metri (60m) sopra il livello del mare, visibile a ventinove miglia (29M) di distanza. Questa distanza di 29 miglia è quella che istintivamente siamo indotti a concome siderare quella alla quale avvisteremo la luce di quel faro. Non è sempre
La Portata Nominale
Dato che i fattori elencati sopra posso essere variabili da situazione a situazione, secondo il luogo e il tempo, piuttosto che indicare per uno stesso faro numerosi valori di portata luminosa, è stato introdotto il concetto di portata nominale: la Portata Nominale di un faro è la sua portata luminosa in condizioni standard di visibilità meteorologica convenzionalmente stabilita in 10 miglia. La portata nominale è quindi solo un’indicazione dell’intensità luminosa del faro ed è indipendente dall’ altezza del faro o dell’osservatore. Ciò detto, in generale, la distanza alla quale la sua luce sarà effettivamente avvistata, sia a causa dell’altezza dell’osservatore che delle condizioni atmosferiche puo’ essere sensibilmente differente dal valore di portata nominale riportato sulla carta o nei documenti nautici. Come si determina la distanza (l’ora di avvistamento) di un faro?
figura 3
portata sulla carta nautica come, ad esempio:
Fl (4) 25s 60m 29M
ciò significa che si tratta di un faro a luce bianca (perchè non è diversamente specificato), che ripete dei gruppi di
vero! In realtà il valore indicato sulla carta come portata deve essere interpretato per poterne ottenere un’indicazione effettivamente valida per la navigazione. Ciò è dovuto a vari fattori. L’altezza della luce del faro sul livello del mare: una luce su un promontorio alto 100 metri puo’ potenzialmente essere vista ad una maggiore distanza
Si tratta di disegnare sulla carta un cerchio che rappresenti il settore di luce coperto effettivamente dalla luce del faro nelle condizioni meteorologiche in atto. 1)Si legge sulla carta la Portata nominale del faro. 2)Considerando le condizioni meteo in atto (visibilità in miglia) fornite dal bollettino o altrimenti determinate, si usa il diagramma della portatata luminosa.(vedi grafico) 3) Entrando con il valore della portata
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nominale posto in alto si traccia una retta verticale fino ad intersecare la curva corrispondente al valore della Visibilità Meteorologica. 4) Dal punto di incontro si traccia una linea orizzontale che andrà ad individuare sulla sinistra il valore della portata luminosa. 5) Facendo poi uso dei dati relativi all’altezza del faro sul l.m.m. (livello medio mare) e quelli dell’ altezza nostro occhio si calcola la portata geografica (somma degli orizzonti dell’osservatore e dell’oggetto osservato). Confrontando le due portate cosÏ calcolate (P. luminosa e P. geografica) si prende in considerazione quella di valore inferiore e aprendo il compasso per una distanza in miglia uguale a quel valore si traccia sulla carta un cerchio centrando il compasso sul faro preso in questione. Tale cerchio sarà l’insieme dei punti in cui io vedrò apparire (o scomparire, se
La portata luminosa è MAGGIORE della portata geografica l’osservatore è a distanza della portata geografica
VEDE IL FARO!
figura 4
“
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“
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sono in allontanamento) la luce attraversandone il settore illuminato con la mia rotta.
La portata luminosa è MINORE della portata geografica l’osservatore è a distanza della portata geografica
NON VEDE IL FARO!
Perché viene scelto il valore minore?
Nel caso di Portata Luminosa > della Portata Geografica (figura 4) la situazione è tale per cui essendo un faro potente ma non molto alto riuscirò a vederne la luce solo nel momento in cui sarò a portata geografica. Prima di tale istante potrò scorgerne solamente le "spazzate" di luce sopra l’orizzonte. Nel caso di Portata Luminosa < della Portata Geografica (figura 5) ci troviamo in presenza di fari abbastanza alti ma meno potenti e pertanto visibili solo dopo che il nostro orizzonte è entrato in quello del faro. E’ tipico l’effetto dell’ apparire della loro luce quando si trovano già ben alti sull’orizzonte.
figura 5
Chi pensa, a questo punto, di avere le idee chiare sulla portata dei fari e del loro avvistamento potrà cimentarsi nei seguenti quiz a risposta multipla. (Le risposte esatte, per l’”autovalutazione”, sono a fondo pagina).
1) La portata geografica è la: a) portata luminosa in un'atmosfera omogenea con "visibilità meteorologica" di 10 miglia. b) massima distanza alla quale è visibile la luce. c) distanza alla quale la luce di un faro può essere vista in relazione alla curvatura della Terra e all'altezza dell'osservatore.
2) La portata luminosa è la: a) massima distanza alla quale è visibile la luce di un segnalamento in funzione della sua intensità luminosa e della visibilità meteorologica. b) distanza d'avvistamento della sorgente luminosa in funzione della curvatura terrestre. c) portata luminosa in un'atmosfera omogenea con "visibilità meteorologica" di 10 miglia. 3) La distanza della linea dell'orizzonte dell'osservatore è un parametro variabile? a) sì, cresce con il crescere dell'elevazione della posizione dell'osservatore. b) sì, decresce con il crescere dell'altezza dell'osservatore. c) no, è sempre costante.
4) La portata nominale è la: a) distanza d'avvistamento della sorgente luminosa in funzione della curvatura terrestre. b) portata luminosa in un'atmosfera omogenea
con "visibilità meteorologica" di 10 miglia. c) massima distanza alla quale è visibile la luce.
5) Che significato ha il numero evidenziato nella seguente indicazione di un faro "Int (2) 10s 26m 20M"? a) faro con portata luminosa di 20 miglia. b) faro con portata nominale di 20 miglia. c) faro con altezza della luce sul l.m.m. di 20 metri.
6) La portata luminosa di una faro è influenzata dalla: a) elevazione dell'occhio dell'osservatore e dalla trasparenza dell'atmosfera al momento considerato. b) trasparenza dell'atmosfera al momento considerato e dalla potenza della lampada espressa in candele. c) elevazione della luce sul l.m.m. e dalla elevazione dell'occhio dell'osservatore.
7) Con riferimento alla portata di un segnalamento: a) se la nominale è superiore alla geografica, si avvisteranno le "spazzate" di luce sopra l’orizzonte. b) la portata nominale è quella luminosa, in un’atmosfera con visibilità meteorologica di 10 miglia. c) la portata geografica dipende dall’altezza
della sorgente e dall’intensità della luce. 8) Cosa significa la seguente indicazione "F. r. 18M" per un faro? a) faro con altezza di 18 m sul livello del mare. b) faro con portata nominale di 18 miglia. c) faro con altezza e portata nominale pari a 18 miglia.
9) Qual è la "portata" del faro indicata su una carta nautica? a) sempre la portata geografica. b) sempre la portata luminosa. c) la portata nominale.
10) Un faro così indicato "Int (2) 10s 9m 21M" a che distanza viene avvistato in una notte con visibilità meteorologica di 5 miglia da un osservatore posto a 4 metri sul l.m.m.? a)12 M circa b)10 M circa c)7 M circa
11) Un faro così indicato "Int (3) 15s 9m 5M" a che distanza viene avvistato in una notte con visibilità meteorologica di 20 miglia da un osservatore posto a 4 metri sul l.m.m.? a)10 M circa b)7 M circa c)5 M circa
Risposte esatte: 1c, 2a, 3a,4b, 5b, 6b, 7b, 8b, 9c, 10b, 11b
39 00
PREMIO.qxp_Layout 2 22/05/18 10:53 Pagina 1
Premio giornalistico/letterario
Carlo Marincovich
L
di Stefano Benazzo *
a cerimonia di consegna dei premi ai vincitori della nona edizione del Premio giornalistico/letterario Carlo Marincovich si è svolta il 12 aprile 2018 a Roma presso il Circolo Ufficiali della Marina, che ha - ancora una volta - con grande generosità ospitato l’evento, indetto dal Comitato d’Onore del Premio medesimo, dalla Lega Navale Italiana e dalla Lega Italiana Vela. Il Premio, nato nel 2009 per ricordare la passione e la profonda conoscenza con cui Carlo Marincovich ha scritto per più di 50 anni su tutto quanto attiene al mare, acquisisce ogni anno maggior credito grazie all’opera instancabile di sua moglie Patrizia Melani Marincovich, diventando punto di riferimento per la stampa e l’editoria del mare in Italia. Quest’anno sono stati presi in esame 21 libri e 14 articoli, e la Giuria del Premio, presieduta da Patrizia e composta da progettisti, giornalisti, scrittori e “uomini e donne del mare” che hanno avuto modo di lavorare con Carlo, ha considerato la ricerca, l’originalità, la chiarezza della scrittura, il dettaglio, lo stile e, nel caso dei libri, l’emotività e il coinvolgimento nonché per la sezione Junior - il contenuto didattico dei testi ricevuti. N OT I Z I A R I O
D E L L A
Sono stati premiati sette libri (tre nella sezione saggi, tre nella sezione narrativa ed uno nella sezione Junior) e due articoli (uno per ciascuna sezione: cultura del mare e navigazione, sia a vela che a motore); sono inoltre stati assegnati due Premi Speciali. I premi sono “oggetti, parti e componenti di imbarcazioni che hanno fatto la storia e la cronaca moderna del design e dell’andar per mare”, montati a trofeo, offerti da armatori, atleti, Circoli nautici e collezionisti. I libri premiati sono stati i seguenti: a) Narrativa: “Il sogno sostenibile” (Editore Il Frangente) di Giovanni Malquori, “Tre uomini in barca in Caledonia” (Nutrimenti Editore) di Bruno Cianci, “Il Signor Ole” (Minerva Edizioni) di Luca Berretta; b) Saggistica: “Il cuore in porto” (Mursia Editore) di Bruno Musso, “Il Naufragio della Baleniera Essex” (Editore Magenes) di Lilla Mariotti,“I Grandi Ammiragli dell’età remica” (Odoya Editrice) di Angelo Savoretti. Nella sezione “Libri - Junior”, il premio è stato conferito al libro “Il profumo del Maestrale” (Il Ciliegio Editore) di Alessandra Sala. Sono stati premiati i seguenti articoli su temi marini: a) Cultura del Mare: “Isole leggendarie” di Daniele Busetto pubblicato sulla rivista Nautica, b) Navigazione: “In mezzo all’Atlantico abbiamo salvato un naufrago senza memoria” di Isolaria Pacifico pubblicato su Tuttobarche Magazine.
M A R I N A
Al circolo ufficiali della Marina di Roma, sono stati consegnati i premi del concorso giornalistico letterario
Infine, il Premio Speciale per la salvaguardia del mare è andato all’opera “Un mare di plastica” (Editore Nutrimenti) di Franco Borgogno, mentre il Premio Speciale della Giuria è andato a “Wrecks/Relitti” (Editore Skira) di Stefano Benazzo. Nel corso dell’evento è stata annunciata la decima edizione del Premio Marincovich, per l’anno solare 2018, sempre sotto l’egida del Comitato d’Onore, della LNI e della LIV. * Ambasciatore
A Stefano Benazzo conferito il premio speciale della giuria
R
di Em.Sc.
ingraziando la giuria, Stefano Benazzo ha anche elogiato il coraggio del Circolo Marina per averlo invitato qualche mese fa a presentare il suo libro - “Wrecks/Relitti”, edito da Skira nel 2017 - anche se l’argomento può essere considerato da taluni Marinai di non buon auspicio… Benazzo ha portato a Patrizia Marincovich - che ne è stata vivamente commossa copia di un articolo scritto più di 50 anni
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fa da Carlo Marincovich riferito al Circolo Velico Tiberino e al suo Presidente - il triestino Sergio Ghira - che lo aveva anche istituito. Il Circolo si è trasferito sul Lago di Bracciano nel 1959 e Benazzo ne è ora il Presidente dopo aver iniziato a navigare in quel Circolo. Questa continuità ideale è stata sottolineata dal significativo regalo recato da Benazzo, per conto di Ghira che lo ha donato a Patrizia per una futura edizione del Premio. Si tratta del trasto della scotta di randa del mitico Dragone Arethusa (I-18, costruito da Børresen nel 1956), che è stato a suo tempo di proprietà di Ghira (vincendo numerose regate in Italia e all’estero) dopo aver vinto la Coppa d’Oro nel 1958; Arethusa è dal 2010 Bene Culturale tutelato dallo Stato italiano. Benazzo ha regatato per anni su Dragone, Finn e barche d’altura, ma la passione è rimasta: ci ha confidato che durante la recente manifestazione Escale à Sète, ha provato la straordinaria emozione di timonare un trimarano di 25 metri a 30 nodi…. Sempre a Sète - dove ha esposto le sue immagini di relitti - ha visto l’affetto e l’ammirazione dei visitatori che si accalcavano per osservare da vicino il modello in scala 1:25 di nave Vespucci nello stand
della Marina. Benazzo ha donato il suo modello di naveVespucci (che ha costruito in scala 1:100, esposto da poco a Palazzo Marina: v. il “Notiziario” di gennaio 2018); ha provato quindi grande piacere nel riscontrare anche a Sète - come del resto in tutte le sedi estere dove ha prestato servizio come diplomatico - straordinario apprezzamento nei confronti della Marina Militare. Ma Benazzo si è ora assunto una sostanziale responsabilità: quale “fotografo di relitti”, è diventato il portavoce dei relitti spiaggiati. Attraverso le sue immagini, i suoi libri, il suo sito, i suoi articoli, la sua presenza in televisione, le sue presentazioni, ricorda andando oltre le imbarcazioni e le loro raffigurazioni - gli Uomini: i Marinai, gli architetti, i costruttori, coloro che salvano i naviganti, ma anche gli emigranti, i migranti, e le rispettive famiglie. Insomma, tutti coloro generalmente non inclusi nei libri di storia e nei manuali, coloro cui sono dedicati pochi monumenti. Il Dovere di Memoria è un atto dovuto nei loro confronti. Benazzo continua a cercare e a fotografare relitti, in Italia e all’estero e, ove possibile, la Marina lo aiuta (come ad Augusta, consentendogli l’accesso all’Archivio Storico); il Fotografo invita sempre i suoi
interlocutori e i suoi lettori a fargli sapere dove sono ancora visibili relitti: infatti, gli Uomini che erano a bordo continuano a vivere, anche nella memoria, se vengono ricordati e citati. Benazzo continua la sua attività di testimone anche con i racconti: ha testé dato alle stampe un libro nel quale cinquanta Relitti raccontano in prima persona le vicende loro e degli Uomini a bordo. La motivazione del Premio Speciale della Giuria concesso al libro di Benazzo: Wrecks/Relitti è un libro speciale. Un libro fotografico realizzato con passione. La cultura del mare declinata al passato, alla ricerca puntigliosa di barche di ogni tipo naufragate sulle spiagge del Mondo. Non barche sommerse, visibili solo a sommozzatori o a sub esperti bensì barche “spiaggiate” su coste vicine e lontane. La ricerca di relitti da parte di Stefano Benazzo da gioco si è trasformata in professione, unendo le sue capacità fotografiche a quelle organizzative. Ogni segnalazione è occasione di viaggio e da ogni viaggio si torna con una storia in più da raccontare. Ecco perché Relitti merita un Premio Speciale. Bastava un’idea e l’Ambasciatore Benazzo, terminata la sua carriera è riuscito a realizzarla. Complimenti e grazie per le emozioni che questo libro riesce a trasmettere (Patrizia Melani Marincovich).
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NUOVA M A S T R O 2018.qxp_Layout 2 14/05/18 10:23 Pagina 1
ITA 883 Pegaso Marina MIlitare c’è
O
di Pasquale Prinzivalli
rganizzato dallo Yacht Club Italiano, è partito il 7 aprile il Gran Premio d’Italia – Coppa Alberti, l’appuntamento più importante in calendario riservato alle piccole imbarcazioni oceaniche della classe Mini 6.50, seconda regata del campionato italiano, prova valida per il campionato europeo della classe.
Con un percorso di oltre 500 miglia nautiche la regata è partita da Genova direzione Corsica, percorrendo tutto il lato occidentale, per passare dalle Bocche di Bonifacio e puntare sull’isola di Giannutri usata come boa e dirigere verso il traguardo di Genova, lasciando a dritta le isole dell’Arcipelago toscano. Le condizioni meteo hanno messo a dura prova gli equipaggi che sono partiti con “bonaccia”, affrontato in bolina punte di 40 nodi ad Ajaccio i 35 nodi di ponente alle Bocche di Bonifacio per rientrare a Genova con arie leggere. Mercoledì 11 aprile alle 04:01, ad arrivare primi assoluti, dopo aver dominato gran parte della regata, è stato Pegaso ITA 883 della Marina Militare con a timone la skipper titolare Giovanna Valsecchi insieme ad Andrea Pendibene. I due velisti della Marina Militare hanno percorso le oltre 500 miglia in 3 giorni e 14 ore.
“
Giovanna Valsecchi ed Andrea Pendibene, a bordo di "ITA 883 Pegaso", della Marina Militare, vincono il GP d'Italia
Ho fatto una straorza sotto spinnaker a 30/35 nodi e mi sono ritrovata sulla randa, mi sono attaccata alle draglie per rimanere in barca e non cadere ma per fortuna è andata bene
”
Giovanna Valsecchi
“
La regata è andata bene, si partiva per fare Corsica, Sardegna e Bonifacio, conoscevamo le condizioni meteo che avremmo affrontato, al vento forte ci siamo abituati, la barca è un Pogo 3 e dà il meglio con aria e nelle “bocche” ci siamo allungati Andrea Pendibene
”
In alto l’imbarcazione Mini 650 Pegaso ITA 883 Marina Militare subito dopo la partenza della regata, Pendibene sottovento regola le vele. Sopra Giovanna Valsecchi durante la cerimonia di premiazione.
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C.I.C.O. 2018 un successo per i velisti della Marina
di Pasquale Prinzivalli
C.I.C.O. è l’acronimo di Campionato Italiano Classi Olimpiche. E’ la manifestazione più importante del calendario nazionale della Federazione Italiana Vela. Ogni anno l’evento registra numeri impressionanti di partecipanti ed assegna i titoli tricolori alle dieci classi olimpiche ed alla paralimpica 2.4 mR. L’edizione di quest’anno, tenutasi a Genova, ha visto conquistare agli atleti della Marina 2 titoli assoluti, 1 titolo Juniores, un 2° e 4° posto N OT I Z I A R I O
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a Federazione Italiana Vela ha assegnato, dal 22 al 25 marzo, l’organizzazione del CICO 2018, evento di punta dell’anno, allo Yacht Club Italiano insieme ad altri 14 circoli genovesi.
La Fiera di Genova ha fatto da base logistica e le boe, per i cinque campi di regata, sono state posate tra il Lido di Albaro e la diga foranea del Porto di Genova. Oltre a tutte e dieci le classi olimpiche (Laser M,J, Laser Radial F,J,
470 M,F,J, Finn, 49er, 49er FX, Nacra 17 ed RS:X M e F) il Campionato è stato aperto anche agli atleti paralimpici della classe 2.4mR. Centottanta velisti, un Genova, 26 marzo 2018. L’equipaggio dell’imbarcazione olimpica classe 470 della Marina MIlitare composto dal timoniere Giacomo Ferarri e dal prodiere Giulio Calabrò in assetto di bolina mure a sinistra con prodiere al trapezio.
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Nelle foto alcune delle fasi delle regate disputate a Genova dagli atleti del Gruppo Sportivo della Marina Militare. In alto: Alice Sinno, con la sua timoniera Francesca Bergamo dello YC Adriaco, nello Skiff femminile 49er. A destra Cecilia Zorzi a bordo del catamarani "NACRA 17. In basso la Squadra olimpica della Marina Militare da sinistra i tecnici Gabrio Zandonà e Andrea Trani a seguire Alice Sinno, Cecilia Zorzi, il capitano di vascello Domenico La Faia, comandante dello Sport Velico Marina Militare, Giulio Calabrò, Gianmarco Togni, Giacomo Ferrari, Uberto Crivelli Visconti e il tecnico Paolo Fava. Nella pagina a fianco, i camipioni d’italia classe 49er Crivelli/Togni al lasco con gennaker issato.
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totale di sessanta prove disputate in quattro giorni di regata in cui gli atleti hanno affrontato le più disparate condizioni metereologiche, dal forte vento del primo giorno, alle arie leggere del secondo, fino all’indecisione meteo del terzo giorno per passare all’ultima giornata, con condizioni estive, che ha chiuso
il campionato con brezze leggere e mare piatto. Grandi numeri per il più grande evento velico nazionale al quale il Gruppo
Sportivo della Marina Militare non poteva mancare. I nostri velisti, hanno trionfato nella classe 470 maschile con Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò, allenati da Gabrio Zandonà che si sono aggiudicati il titolo di Campioni d'Italia assoluti e Juniores, senza mai perdere la testa della classifica. Nella classe 49er maschile, Uberto Crivelli Visconti e Gianmarco Togni hanno vinto il titolo di Campioni d'Italia, con una fila di risultati impeccabile, 6 vittorie su 9 prove disputate, chiudendo a 8 punti dai secondi. Argento per Alice Sinno, con Francesca Bergamo dello YC Adriaco, nello Skiff femminile 49er a pari punti con le vincitrici, quarto posto per Cecilia Zorzi nei catamarani "NACRA 17", allenata da Andrea Trani. IL CICO di quest’anno è stato una prova importante per rafforzare la nuova squadra della vela della Marina Militare, rinnovata e in costruzione dopo le recenti olimpiadi di Rio. Confermate le date, per questo periodo dell’anno, dell’edizione del Campionato Italiano Classi Olimpiche 2019 ma la location è ancora da definire. Appuntamento alle prossime regate di Coppa del Mondo in programma ad Hyeres in Francia dal 22 -29 aprile.
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Continua, incessante, l’impegno di Marevivo con attività a favore della salvaguardia del mare
E
di Emanuele Scigliuzzo
’ iniziata ormai due anni fa la campagna “Maremostro, un mare di plastica” contro l’inquinamento lanciata da Marevivo, a bordo di naveVespucci. Un nuovo appuntamento si è svolto il 19 aprile, nella sede dell’associazione ambientalista, con un meeting dal tema “Il Fiume salva il Mare”, organizzato con Roma Capitale, in collaborazione con il Comitato Idrologico Internazionale – IHP UNESCO e del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Un incontro svolto in occasione del Natale di Roma e del prossimo Earth Day – Giornata mondiale della Terra – dal quale è emerso che l’80% della plastica che inquina i mari proviene proprio dai fiumi. I corsi d’acqua che attraversano l’entroterra si sono trasformati in arterie che N OT I Z I A R I O
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trasportano rifiuti urbani che, inevitabilmente, vanno ad alimentare in maniera costante, il “mostro di plastica”. Durante il summit mondiale che lo scorso ottobre si è svolto a Roma, organizzato dal ministero dell’Ambiente, Marevivo ha lanciato la campagna “Risparmiamo Plastica al Mare”, con l’obiettivo di promuovere la raccolta dei rifiuti alla foce, con l’installazione di barriere. Se questi sistemi venissero attuati ad ogni foce, si potrebbe mettere in atto un’attività preventiva con diversi vantaggi quali: la possibilità di intervenire in un campo ristretto rispetto all’ampiezza del mare, la prevedibilità del percorso dei rifiuti e la convenienza economica.Verrà avviato un sistema di sbarramento sul fiume Po’, che avrà una durata di due mesi. Bisogna tenere presente un altro dato importante: la plastica che ve-
M A R I N A
diamo in superficie è solo il 15% di quella presente in mare. Con questo incontro, Rosalba Giugni, presidente di Marevivo, insieme a Pinuccia Montanari,Assessore alla Sostenibilità Ambientale Roma Capitale, hanno voluto riunire istituzioni, società civile, aziende ed Ambasciatori per sollecitare tutti su questo tema. Al termine dell’incontro si è svolta la “cerimonia dell’acqua”, che ha visto la partecipazione di Licia Colò come madrina, un gesto simbolico per unire, attraverso il Tevere, tutti i fiumi del mondo, perché il problema della plastica non ha confini, coinvolge e minaccia tutti. Il mare rappresenta una fonte di vita imprescindibile ed è dovere di tutti, proteggerlo.
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