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M ARINA N O T I Z I A R I O d el l a
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NOISI AMO LAMARI NA.
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di Antonio Cosentino
Siamo giunti a dicembre. Si conclude con questo numero un altro anno insieme nel mondo della Marina militare. E quale modo migliore di chiudere questo periodo se non con la descrizione dell’esercitazione Mare aperto. Un ampio racconto, che si snoda tra testo scritto e immagini di grande effetto, per illustrare il secondo appuntamento dell’anno con questa importante attività addestrativa della Squadra navale, al comando dell’ammiraglio Paolo Treu. Obiettivo dell’esercitazione è migliorare la prontezza operativa degli assetti della Squadra navale. Tra l’altro Mare aperto, avendo una connotazione interforze, ha consentito l’addestramento congiunto con mezzi dell’Aeronautica nelle attività di difesa aerea. La forza delle immagini è tema centrale questo mese come conferma anche il corredo iconografico all’articolo sulla campagna artica di geofisica marina High North 19. E’ uno spettacolo indimenticabile l’aurora boreale vista da bordo di nave Alliance, l’unità idrografica impegnata in quella che è stata la quarta missione della Marina militare al Polo Nord e che si è conclusa lo scorso 31 ottobre. Il team scientifico imbarcato, composto da 19 ricercatori, ha lavorato in sinergia con i 47 membri dell’equipaggio per eseguire campionamenti di dati ambientali di vario genere: misurazioni bio ottiche, acustiche, inquinamento marino, macro e micro-nano plastiche eccetera. E la salvaguardia dell’ambiente marino dall’inquinamento, in particolare quello delle plastiche, è un tema caro alla Marina tanto che abbiamo voluto approfondirlo con un articolo assai dettagliato sul tema. Tutta la plastica del pianeta che finisce negli oceani, rimane galleggiando, riducendosi in pezzi sempre più piccoli ma senza sparire mai del tutto. Il loro impatto sulla vita marina è drammatico e perciò è importante sapere che cosa possiamo fare per porre un argine a tutto questo. Sarà anche merito della sensibilità delle nuove generazioni se questa sfida potrà essere affrontata e vinta nel futuro. In particolare pensiamo ai giovani delle nostre scuole: l’Accademia navale, le scuole sottufficiali, il Morosini. Lo scorso 20 novembre, a Livorno, c’è stata l’inaugurazione dell’Anno accademico 2019-2020 cui ha partecipato il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone il quale ha parlato agli allievi proprio delle sfide che li attendono e che proprio sui banchi di scuola si comincia ad affrontare, cercando di prendere il meglio da questo periodo formativo per poi metterlo in pratica con profitto. Per finire, siamo lieti di raccontarvi di una eccellenza della nostra Forza armata, dal punto di vista storico culturale. Si tratta dell’Ufficio storico della Marina militare che, per ricchezza e valore della documentazione posseduta, è annoverato tra i cinque archivi navali più importanti al mondo. Ne abbiamo intervistato il direttore il quale ci ha illustrato storia e valore di questo prezioso istituto. A conclusione di un altro anno trascorso insieme, un doveroso ringraziamento va ai nostri collaboratori, che grazie anche al loro impegno hanno portato il Notiziario della Marina ad alti livelli. Ma un grazie particolare va a voi abbonati che, credendo in noi, avete raccolto la nostra sfida. Questo successo lo dobbiamo a voi, grazie. A voi lettori i migliori auguri per le prossime festività natalizie e per un prospero anno nuovo.
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ABBONATI c’è una passione che il Notiziario della Marina condivide con te: il mare M ARINA N O T I Z I A R I O d e lla
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Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica mensile fondata nel 1954
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Registrazione: Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985
SOMMARIO Dicembre
2019
Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione Una fase dell’esercitazione Mare aperto che ha visto le FREMM impegnate nelle acque del mar Ionio e del Tirreno.
DIRETTORE RESPONSABILE Antonio COSENTINO
REDAZIONE
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Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO, Marina VIOLA
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D IREZIONE E R EDAZIONE Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione Notiziario della Marina - piazza della Marina, 4 - 00196 Roma - tel. 06.3680.5556 mail: notiziario.marina@gmail.com segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003 N ORME
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La Squadra navale si addestra: Mare aperto “atto secondo” di Antonio Cosentino
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High North riporta in Artico nave Alliance di Francesco Resta
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Nave Carlo Bergamini 100 giorni per tornare in forma di Fabio Santomauro
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Black Shadow 2019 di Giampaolo Trucco
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Il cigno rientra alla base di Emanuele Scigliuzzo
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Le sfide di domani di Antonio Cosentino
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La musica del cuore di Valentina Tortelli
© Tutti i diritti sono riservati.Testi e foto non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione del Direttore.
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COME ABBONARSI
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Le modalità di sottoscrizione sono: - versamento di € 20,00 con bollettino postale CCP 001028881603 oppure - bonifico bancario - codice IBAN IT26G0760103200001028881603 intestati a Difesa Servizi s.p.a. con la causale: abbonamento al Notiziario della Marina. Effettuato il pagamento è necessario inviare copia via mail a: notiziario.marina@gmail.com con i dati completi (nome, cognome, indirizzo, telefono, codice fiscale e mail).
Napoli celebra la cerimonia nazionale del 4 novembre di Claudio Romano
PER LA COLLABORAZIONE
La collaborazione è aperta a tutti, gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono le opinioni personali dell’autore, che ne assume la responsabilità. La Direzione si riserva il diritto di dare agli articoli il taglio editoriale ritenuto più opportuno. Gli articoli, concordati con il Direttore, dovranno essere corredati di foto (formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm, con risoluzione a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione.
L’editoriale di Antonio Cosentino
Brevettati i nuovi specialisti per l’Aviazione navale di Michele Cosentino
Arsenale: le officine artiglierie di Eloisa Covelli
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L’Ufficio storico della Marina: un patrimonio da custodire di Marina Viola Lo scrigno dei tesori dell’Arsenale di Carmine Roberto Orlando
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Francesco Morosini 400 di Desirèe Tommaselli
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Un mare pieno di plastiche di Andrea Mucedola
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Dis...Corsi di navigazione di Paolo Giannetti
Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana - Tivoli
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I pittori di Marina di Paolo Bembo
chiuso in redazione il 4 dicembre 2019
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Napoli celebra la cerimonia nazionale del 4 novembre
di Claudio Romano
Si è svolta nel capoluogo partenopeo, alla presenza del Capo dello Stato e delle autorità militari e civili, la celebrazione del “Giorno dell’unità nazionale e Giornata delle Forze armate”
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uest’anno, la presidenza della Repubblica ha designato la città di Napoli per la celebrazione nazionale del “Giorno dell’unità nazionale e Giornata delle Forze armate”, la rituale commemorazione che, in occasione della vittoriosa fine del Primo conflitto mondiale, intende essere un’occasione di incontro e amalgama tra i cittadini italiani e i militari in servizio. L’evento, pianificato e condotto dal comando logistico della Marina militare su delega dello Stato Maggiore della Difesa e al quale hanno preso parte l’Esercito, la Marina militare, l’Aeronautica militare, i Carabinieri e la Guardia di Finanza, ha avuto tre “focus” principali. Il primo è stato un’esposizione statica di attrezzature operative, didattiche e storiche poste su una superfice di circa 4.000 mq che si è tenuta in piazza del Plebiscito dal 31 ottobre al 4 novembre e visitata da svariate migliaia di persone tra cittadini e turisti, anche stranieri. Poi, il 4 novembre, alla Rotonda Diaz, sul lungomare, si è svolta una cerimonia commemorativa, alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella, del ministro della Difesa, onorevole Lorenzo
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Guerini, del capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, e delle massime autorità militari nazionali e civili della Regione Campania. Ha preso parte attiva alla cerimonia un reparto di formazione interforze costituito dalla banda militare interforze, 5 battaglioni in armi composti da una rappresentanza di soldati, marinai, avieri,
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Motivazione del conferimento, alla Bandiera di guerra della Marina militare e delle Forze navali, della Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia Gli equipaggi delle Forze navali della Marina militare, impegnati nell’operazione Mare sicuro, conducevano con abnegazione, elevata professionalità, perizia marinaresca ed eccezionale umanità e spirito di servizio, una meritoria missione di contrasto all’uso illegittimo dell’alto mare. Hanno assicurato il necessario livello di sicurezza marittima per la tutela dei molteplici interessi nazionali esposti a crescenti rischi e incertezze causati dall’aggravarsi della minaccia terroristica. Sovente esponevano la propria vita a manifesto pericolo per la cattura di unità e il fermo degli equipaggi appartenenti a organizzazioni criminali dedite ai traffici illeciti, raccogliendo, altresì, informazioni utili a comprendere l’andamento della crisi mediterranea. In tale ambito gli equipaggi delle Forze navali della Marina militare hanno meritato il plauso della Nazione tutta e della Comunità Internazionale, dando lustro e prestigio alla Forza armata. Mar Mediterraneo, 12 marzo 2015 – 31 dicembre 2018
carabinieri e finanzieri, per 650 elementi complessivi, posti al comando dal contrammiraglio Fabio Gregori. Per la Marina militare hanno preso parte allo schieramento: una compagnia di 45 allievi marescialli della Scuola sottufficiali di Taranto, una compagnia della Brigata Marina San Marco di Brindisi e un plotone delle Capitanerie di porto. Completavano il contributo della Forza armata nave Fasan e nave Bergamini che facevano bella mostra di sé all’ancora nella rada prospiciente il lungomare, nonché nave San Giusto, attraccata al molo Angioino per il supporto logi-
stico. Particolarmente emozionante è stato il conferimento della Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia a sei Bandiere di guerra: tra queste, la bandiera della Marina militare e delle Forze navali. Infine, nel primo pomeriggio del 4 novembre, presso il salone del circolo ufficiali di Marina di Napoli, si è tenuta una affollata conferenza stampa per la presentazione ai media del “Calendario 2020 della Difesa”, dedicato ai 20 anni della presenza delle donne nelle Forze armate italiane. All’evento erano presenti le protagoniste delle fotografie del calendario.
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La Squadra navale si addestra: Mare aperto “atto secondo� di Antonio Cosentino
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i è concluso il 22 novembre il secondo appuntamento addestrativo dell’anno per la Marina: l’esercitazione a carattere seriale Mare aperto. Al comando del Comandante in capo della Squadra navale, ammiraglio Paolo Treu, si sono addestrati equipaggi imbarcati degli staff delle divisioni navali,
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19 navi, 3 sommergibili, 6AV8 B+, 14 elicotteri organici, 450 unità della Forza da sbarco con 22 mezzi anfibi che hanno svolto attività di sbarco anfibio presso il poligono di Capo Teulada. A questi si sono aggiunti 2 team cinofili e i fucilieri del boarding team del 2° reggimento San Marco, oltre a unità della
Nelle acque del mar Ionio e del Tirreno oltre 2.400 uomini e donne si addestrano. L’addestramento in mare è fondamentale poichè costituisce il sistema più efficace per preparare, in maniera più realistica possibile, il personale ad assolvere in sicurezza i compiti istituzionali
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Personale della Brigata Marina San Marco durante una fase dell’attività di rilascio tramite fast-rope da elicottero.
Marine nationale francese, velivoli da pattugliamento marittimo statunitensi e tedeschi. Durante l’esercitazione si sono svolte diverse interazioni con mezzi dell’Aeronautica militare, in particolare caccia Eurofighter, AMX, Tornado e velivoli Early Warning, nell’ambito di missione di ricognizione, scorta e soppressione delle difese aeree nemiche. All’interno di questa cornice operativa, che ha permesso di sviluppare e condurre un’esercitazione complessa, gli equipaggi delle unità della
L’obiettivo della Mare aperto è quello di migliorare la prontezza operativa degli assetti della Squadra navale. Avendo una connotazione interforze, ha consentito l’addestramento congiunto con mezzi dell’Aeronautica e della Marina nelle attività di difesa aerea, nell’ottica del cosiddetto cross-domain
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Il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, al suo arrivo nell’hangar di nave Rizzo.
Squadra navale si sono addestrati nelle principali forme di lotta sul mare e dal mare, antiaerea, antinave e antisommergibile, nelle operazioni di embargo, controllo del traffico mercantile, nelle attivitĂ anfibie, idrografica e di cacciamine. Gli equipaggi a bordo delle navi della Squadra navale, contemporaneamente alla Mare aperto, hanno condotto anche addestramenti mirati alla ricerca e soccorso in mare in cooperazione con il
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Il presidente della Commissione Difesa della Camera, onorevole Gianluca Rizzo, e il Comandante in capo della Squadra navale, ammiraglio Paolo Treu, assistono a una fase dell’esercitazione Mare aperto.
4° MRSC di Napoli nell’ambito dell’iniziativa SARMEDOC, cui l’Italia partecipa insieme a Spagna e Francia; attività di sperimentazione MUS (Maritime Unmanned Systems) nell’ambito dell’iniziativa promossa dall’agenzia di difesa aerea dell’European Defance Agency, denominata OCEAN 2020 e attività di cooperazione nel campo della lotta antisommergibile con le marine estere alleate, francese e americana, nell’ambito dell’esercitazione SQUALE 19.
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Squadra assalto in movimento di pattuglia con assetto Patrol Dog reagisce alla minaccia di un soggetto ostile. In basso da sinistra: vedetta di guardia in plancia di nave Bergamini verifica un contatto. Attività addestrativa combinata di immersioni e movimenti nave-terra (Ship to Shore Movement). L’eli MH-90 in fase finale per appontare su nave San Giusto; si intravede all’orizzonte l’altra nave, San Giorgio, parte della task force anfibia durante l’esercitazione Mare aperto 19.
Ocean2020 – il futuro della difesa navale europea Scopriamo il programma Open Cooperation for European Maritime Awareness, dell’Agenzia di Difesa Europea di Emanuele Scigliuzzo cean2020 è l’acronimo di Open Cooperation for European Maritime Awareness ed è un progetto di ricerca militare promosso dall’European Defence Agency (Agenzia di difesa europea). Obiettivo del programma è di implementare tecnologie per lo sviluppo e il coordinamento di sistemi senza piloti, con il compito di osservare e raccogliere informazioni in ambito di Difesa in ambiente marittimo.
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Al programma, guidato da Leonardo, hanno aderito 15 paesi europei con 42 partner compresi i ministeri della Difesa di Italia, Grecia, Spagna, Portogallo e Lituania e il supporto dei ministeri della Difesa di Svezia, Francia, Regno Unito, Estonia e Olanda. Partecipano al programma anche le aziende Bpti, Cybernetica, Seadrone, Autonaut, Blue Bear, Prolexia, Schönhofer, Antycip, Infinite Vision, Insis, Altus, Luciad, Blackshape, Cmre, Iosb, Tno, Vtt, Cnit, Nkua e Iai. Questi partner costituiscono un fronte europeo di eccellenza, ciascuno nel proprio ambito di competenza, e rappresentano i naturali interlocutori per le rispettive Forze armate. L’Unione Europea, con questo programma, risponde alle moderne minacce aumentando la conoscenza degli scenari in ambiente navale mediante l’integrazione di tecnologie esistenti con sistemi a pilotaggio remoto e sensori ISTAR. Ocean2020, è finanziato dall’Unione Europea con un importo di 35 milioni di euro e ha una durata triennale.
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HIGH NORTH riporta in Artico nave Alliance di Francesco Resta omenica 27 ottobre 2019 l’unità idrografica Alliance ha disormeggiato dal porto di Tromsø (Norvegia) alla volta delle Isole Svalbard per la campagna artica di geofisica marina High North 19. La missione, che si è conclusa il 31 ottobre, è la quarta effettuata dalla Marina militare al Polo Nord interessando un’area che comprende le Isole Svalbard nel Mar di Norvegia e il settore occidentale dell’arcipelago stesso, il Mar di Groenlandia
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fino all’Oceano Artico. Un’attenta pianificazione ha portato l’unità a lavorare in condizioni ambientali particolari, molto dinamiche e complesse, condizionate dal periodo stagionale che non ha tuttavia limitato le operazioni, spingendo nave Alliance alla latitudine massima di 79°02’N. La campagna, coordinata e condotta dall’Istituto idrografico della Marina (IIM), si inquadra nelle attività complementari della Marina militare che, con i propri mezzi, risorse, capacità
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L’unità idrografica Alliance è salpata dal porto norvegese di Tromsø alla volta delle isole Svalbard il 27 ottobre 2019 per la campagna artica di geofisica marina coordinata dall’Istituto idrografico della Marina. Una suggestiva foto dell’aurora boreale.
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tecniche e organizzative, concretizza la condivisione di progetti e risorse per lo sviluppo di una ricerca congiunta, sinergica e multidisciplinare integrata per un unico obiettivo. Le attività di High North19 si sono focalizzate sulle osservazioni dell’ambiente marino per la variabilità a breve e lungo termine con attività di sperimentazione, dal satellite al sottofondo, di nuove tecnologie con sistemi multipiattaforma, preziosa fonte di informazione per la conoscenza, lo sviluppo, la sostenibilità e la tutela ambientale applicata, nello specifico, al settore occidentale delle Isole Svalbard. Il team scientifico imbarcato, coordinato dalla professoressa Roberta Ivaldi e dal capitano di fregata Maurizio De Marte dell’Istituto idrografico, era composto
da 19 ricercatori provenienti dai principali enti nazionali e internazionali quali Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), European Research Institute (ERI), Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale (OGS), e-Geos, Joint Research Center (JRC-EU), NATO Science and Technology Organization - Center for Maritime Research and Experimentation (NATO STO-CMRE) e dall’Istituto idrografico della Marina. Il team ha operato in stretta sinergia con i 47 membri dell’equipaggio, il comandante della nave, capitano di fregata Andrea Crucitti, supportato dal
La campagna in mare si è presentata da subito come una sfida, non solo per le particolari attività da svolgere ma soprattutto per le condizioni ambientali e stagionali, critiche per gli strumenti, le misure e le attività da eseguire.
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Le attività di High North19 si sono focalizzate sulle osservazioni dell’ambiente marino per la variabilità a breve e lungo termine con attività di sperimentazione, dal satellite al sottofondo, di nuove tecnologie con sistemi multipiattaforma, preziosa fonte di informazione per la conoscenza, lo sviluppo, la sostenibilità e la tutela ambientale applicata, nello specifico, al settore occidentale delle Isole Svalbard
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La Marina, dal 2013, a seguito dell’ingresso dell’Italia nell’Artic Council in qualità di osservatore, partecipa attivamente al tavolo artico fornendo il supporto specialistico richiesto
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coordinamento del capo squadriglia delle unità idrografiche ed esperienze e il capitano di vascello Marco Grassi. La campagna in mare si è presentata da subito come una sfida, non solo per le particolari attività da svolgere ma soprattutto per le condizioni ambientali e stagionali, critiche per gli strumenti, le misure e le attività da eseguire. L’attività è stata caratterizzata dalla mappatura dei fondali e dal campionamento di dati ambientali in 69 stazioni totali
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per osservazioni e misure bio-ottiche, acustiche, di inquinamento marino, macro e micro-nano plastiche, fisiche e biogeochimiche della colonna d’acqua, lungo un percorso di 800 miglia nautiche nelle circa 2300 miglia nautiche percorse in totale dopo la partenza da Tromsø. Durante High North 19 particolare attenzione è stata rivolta al mantenimento di due ancoraggi verticali a cui sono stati fissati strumenti oceanografici come correntometri, misuratori di temperatura
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e salinità (CTD), trappole per sedimenti che monitorano la colonna d’acqua e i fondali marini dal 2014, denominati mooring S1 e ID2 appartenenti al CNR, OGS e dal 2017 anche all’Istituto idrografico della Marina. Questi siti fanno parte della rete internazionale Svalbard Integrated Arctic Earth Observing System (SIOS) di osservazione delle Isole Svalbard. Queste misure sono il frutto di un’ottimizzazione del piano di attività previsto in High North 19
che ha subito una netta variazione al termine delle operazioni della messa a mare dell’ultimo mooring, per le condizioni meteomarine avverse durante la rotta di rientro dopo 4 giorni dalla partenza, costringendo la nave a permanere a ridosso delle Isole Svalbard. Le capacità di rimodulare le attività sono state elemento di opportunità in una situazione sfavorevole, portando alla raccolta di nuovi dati in un settore da esplorare, popolando le banche dati per la sicurezza della navigazione, GEBCO-IBCAO (General Bathymetric Chart of the Oceans In-
ternational Bathymetric Chart of Artic Ocean) e il progetto globale di mappatura dei fondali SEABED 2030. La Marina militare sta manifestando il proprio impegno nella regione artica al fine di consolidare e ulteriormente sviluppare i risultati della ricerca scientifica. In particolare, la Marina contribuisce alla continuità delle misurazioni nel tempo con il mantenimento dei mooring S1 e ID2 perché fonti di dati unici per tutta la comunità nello studio dei cambiamenti climatici in aree di particolare interesse come l’Artico, settore chiave per com-
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Il piano di attività previsto per High North 19 ha subito una netta variazione per le condizioni meteomarine avverse durante la rotta di rientro che hanno costretto nave Alliance a permanere a ridosso delle Isole Svalbard
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prendere l’evoluzione del clima e il suo impatto sul pianeta e sull’economia globale. L’operazione ha quindi garantito la continuità temporale e spaziale di questi osservatori nel lungo periodo (annuale) grazie al recupero, la manutenzione e il riposizionamento degli strumenti che
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acquisiranno dati della massa d’acqua fino alla prossima estate nel sito S1. Durante la navigazione sono stati inoltre acquisiti dati meteomarini (intensità del vento, moto ondoso, corrente, pressione atmosferica, precipitazioni, temperatura e umidità dell’aria) per l’affinamento di
modelli previsionali meteorologici e lo sviluppo di uno strumento che supporti la navigazione polare con il progetto ARNACOSKY (ARctic NAvigation with COsmo SKYmed), dal satellite al sottofondo, nella sostenibilità ambientale e conoscenza del One Ocean. La Marina, dal 2013, a seguito dell’ingresso dell’Italia nell’Artic Council in qualità di osservatore, partecipa attivamente al tavolo artico fornendo il supporto specialistico richiesto dalla presidenza dello stesso, sia attraverso un rappresentante
dell’Istituto idrografico che per mezzo del programma di ricerca High North. In tale direzione viene espresso un importante interesse per l’Artico con lo sviluppo di uno studio su un argomento di grande attualità relativo alle “Dinamiche della copertura glaciale artica e rotte di navigazione”. Infatti, in un prossimo futuro, potrebbero aprirsi nuove rotte di navigazione a Nord che, oltre a creare nuovi sviluppi geostrategici e socio-economici, necessiteranno di supporti di tutela alla sicurezza della navigazione. Nell’immagine di sfondo una foto di repertorio della Campagna High North.
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di Fabio Santomauro
La fregata è pronta per tornare in Mediterraneo centrale nel dispositivo dell’operazione Mare sicuro
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ento giorni.Tanto è durato l’importante periodo di transizione che, a partire dall’8 agosto, ha interessato nave Carlo Bergamini. L’unità, infatti, è stata soggetta a cambiamenti di fondamentale importanza: primo il cambio di sede, traferita ufficialmente dalla base navale di La Spezia alla stazione navale Mar Grande di Taranto a partire dal 1° luglio di quest’anno, e il conseguente cambio equipaggio, che si sta andando a com-
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pletare proprio in questi giorni. Contestualmente sono state effettuate anche delle operazioni di manutenzione programmate che hanno permesso all’unità di risolvere delle piccole avarie legate al suo impiego nel corso di quest’anno. Per tutte queste motivazioni, a partire dalla fine del mese di settembre, è stato necessario oliare nuovamente gli ingranaggi, i meccanismi e gli automatismi della nave e di tutto il suo equipaggio, che erano inevitabilmente rimasti in sospeso durante questo periodo. Non sono mancate, quindi, le attività
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Nave Carlo Bergamini 100 giorni per tornare in forma
addestrative, a partire dall’esercitazione “Mighty Tiger” del 23 e 24 settembre, effettuata in cooperazione con la Brigata Marina San Marco e nave Stromboli, che ha coinciso con il battesimo del mare del capitano di fregata Carlo Marchi che ha assunto il comando il giorno della partenza dell’unità. Il 3 ottobre, poi, nave Bergamini ha prestato il suo supporto all’attività di lancio siluro effettuata dal sommergibile Todaro, sempre per scopi addestrativi. Infine, proprio qualche giorno prima della sua partenza, la capoclasse delle
FREMM ha preso parte alla consueta esercitazione di reparto organizzata dalla seconda divisione navale all’interno del Golfo di Taranto nelle giornate del 23 e 24 ottobre, svoltasi sotto il controllo del suo ammiraglio comandante, ammiraglio di divisione Paolo Pezzutti, imbarcato proprio a bordo di nave Bergamini. A tale addestramento hanno preso parte anche nave Alpino, nuovamente il sommergibile Todaro e degli assetti aerei forniti dall’Aeronautica militare in supporto all’attività. Quindi, dopo
aver recuperato pienamente la sua efficienza e le proprie capacità operative, l’unità è nuovamente pronta a dirigere verso il Mediterraneo Centrale e diventare parte integrante del dispositivo dell’operazione Mare sicuro per la terza volta quest’anno, cosi’ da poter assolvere ai compiti di pattugliamento, sorveglianza e sicurezza marittima in un lembo di mare diventato ormai un crocevia fondamentale a causa dell’instabilità geopolitica attualmente presente all’interno dello scacchiere nord-Africano e mediorientale.
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BLACK SHADOW 2019 E’ la notte tra il 28 e il 29 ottobre 2019, la notte della “Black Shadow”, una complessa esercitazione svolta per mantenere la capacità unica della Marina militare di condurre operazioni di interdizione marittima in alto mare di Giampaolo Trucco
gni giorno traghetti e navi da crociera battenti bandiera italiana solcano le acque del mar Mediterraneo, in navigazione lungo le innumerevoli tratte che collegano i grandi porti del nostro bacino. Queste unità, isolate nel Mediterraneo, continuano a rappresentare, già dall’evento dell’Achille Lauro, un elemento sensibile della sicurezza nazionale. Il livello di attenzione, inoltre, si è rialzato in seguito agli attentati avvenuti in Europa negli ultimi anni e, potenzialmente, una qualunque di queste navi potrebbe tramutarsi nello scenario di un attacco a danno dei passeggeri, minando lo stesso servizio che le compagnie di bandiera rendono al nostro Paese. Proviamo quindi a immedesimarci nei passeggeri che da un momento all’altro si trovano vittime di un attentato: soli, in alto mare, sorpresi, impauriti e senza possibilità di reagire. A notte fonda, improvvisamente, al rumore di fondo della nave, alla confusione, alla paura e all’incertezza, si sovrappone il rombo sordo di alcuni elicotteri in rapido avvicinamento, mentre dei battelloni neri, non visti perché nascosti dalla scia del traghetto, si sono già affiancati silenziosamente alla murata di poppa. In una manciata di secondi, salgono a bordo squadre di uomini incappucciati che si muovono agili e veloci. Troppo rapidi per capire chi siano fino a quando non fanno irruzione nella plancia per riprenderne il controllo: “Incursori di Marina, alzate le mani!” E’ la notte tra il 28 e il 29 ottobre 2019, è la notte della “Black Shadow”, una complessa esercitazione svolta per mantenere la capacità unica della Marina militare di condurre operazioni di interdizione marittima in alto mare grazie a una azione combinata degli operatori
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di COMSUBIN e degli assetti aereonavali della Squadra navale. Sono stati oltre 350 i marinai messi alla prova in questa difficile e sinergica attività: gli equipaggi della moderna fregata Luigi Rizzo e della componente aeromobili imbarcata, le squadre del Gruppo Operativo Incursori, i plotoni della Brigata Marina San Marco e un team IEDD del Gruppo Operativo Subacquei. In uno scenario estremamente realistico, è stata simulata la presa del controllo dell’unità passeggeri “La Superba”, della compagnia Grandi Navi Veloci, da parte di un gruppo armato che, nei diversi locali della nave, aveva fatto numerosi ostaggi alcuni dei quali erano stati vittime di trappole esplosive. Così, alle 00.05 del 29 ottobre, tra il mar Ligure e il mar Tirreno, dalla fregata multi missione Nave Rizzo venivano lanciate occultamente le squadre del Gruppo Operativo Incursori attraverso diversi battelloni d’assalto e alcuni elicotteri EH 101 e SH 90. Affiancandosi di notte a poppavia della nave, lanciata a 24 nodi (circa 45 Km/h!), gli incursori sono saliti a bordo con una manovra ad alto rischio, per poi unirsi alle altre squadre rilasciate dall’elicottero immediatamente dietro la plancia. Le operazioni, protette da un altro elicottero che aveva a bordo uno sniper, sono continuate con il rilascio, attraverso la tecnica del fast rope, di due plotoni combat support del San Marco, con assetti cinofili multiruolo al seguito, e un
Attraverso battelloni d’assalto ed elicotteri EH 101 e SH 90 dalla fregata multi missione nave Rizzo vengono lanciate occultamente le squadre del Gruppo Operativo Incursori.
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In questa pagina: gli incursori del GOI si apprestano a salire la murata della GNV La Superba. In basso: gli incursori si calano sul ponte dell’unità passeggeri. Nella pagina accanto: in alto l’abbordaggio; in basso la FREMM Luigi Rizzo.
team EOD/IEDD (Explosive Ordinance Disposal / Improvised Explosive Device Disposal) del Gruppo Operativo Subacquei per il disinnesco di un ordigno esplosivo improvvisato che era stato applicato a un passeggero. Alle 04.00 le operazioni d’assalto si concludevano con la riacquisizione del controllo dell’unità passeggeri, la liberazione di tutti gli ostaggi, il fermo dei dirottatori e la bonifica di tutti i locali della nave. La disponibilità della GNV “La Superba”
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La disponibilità della GNV “La Superba” ha permesso a tutte le forze in gioco di confrontarsi con un ambiente addestrativo molto complesso, mettendole in condizione di affinare le proprie capacità operative e calibrare la loro azione sinergica
ha permesso a tutte le forze in gioco di confrontarsi con un ambiente addestrativo molto complesso, mettendole in condizione di affinare le proprie capacità operative e calibrare la loro azione sinergica. Il realismo dell’esercitazione, chiave di volta dell’intera attività, ha garantito infine alla Marina militare di mantenere quell’elevato livello di prontezza operativa richiesto dai compiti primari di difesa degli interessi vitali del Paese.
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Conclusa la campagna 2019 di nave Italia dopo oltre 3.024,5 miglia nautiche e 1.685 ore di navigazione a favore di 22 progetti N OT I Z I A R I O
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Il Cigno rientra alla base di Emanuele Scigliuzzo
Alcuni momenti delle attività svolte a bordo.
i è conclusa lo scorso 19 ottobre la campagna 2019 di nave Italia, il brigantino conosciuto con il nomignolo di “Cigno” che ha navigato in favore di 22 progetti di solidarietà, per un totale di 317 utenti e 119 accompagnatori. Le macro-aree di intervento hanno incluso la disabilità, il disagio sociale e la salute mentale, affrontati attraverso attività e laboratori incentrati sulla cultura del mare. Sono state oltre 3.000 le miglia nautiche percorse, suddivise in attività di sette giorni in cui gli ospiti hanno partecipato alla vita di bordo. Far parte dell’equipaggio rafforza la consapevolezza delle proprie possibilità affrontando e superando sfide uniche, come la manovra alle vele o la salita a riva, apice di un coinvolgimento totale nella quotidianità di bordo. La fondazione Tender to Nave Italia nasce da un impegno assunto nel 2007 dallo Yacht Club Italiano e dalla Marina militare e da allora è sempre stata guidata da Roberto Sestini che lo scorso giugno ha lasciato l’incarico a Mariella Enoc. La mission della fondazione è contribuire al superamento dei pregiudizi sull’esclusione sociale e sulla disabilità attraverso la scoperta di potenzialità ancora sconosciute. La convinzione è che esclusi ed emarginati, bambini o adulti resi fragili da disabilità o altre forme di disagio siano soggetti capaci di risposte attive, espressione di energie inattese e nuove consapevolezze sul proprio valore di persone. Il mare e la navigazione a vela sono strumenti straordinari per portare avanti questa missione. Anche quest’anno alcuni dei progetti hanno continuato con il programma sperimentale avviato nel 2018, con una fase, pre o post imbarco, in montagna con il Centro Addestramento Alpini di Aosta.“Crediamo fortemente – spiega il direttore del comitato scientifico di nave Italia, Paolo Cornaglia – nello sviluppo del modello di inserimento messo a punto in anni di lavoro dalla fondazione. L’ampliamento del percorso di inserimento a più settimane, grazie alla fase pre o post imbarco, consentirà di ottimizzare le attività di accrescimento di autostima, autonomia e social skills dei soggetti coinvolti”. L’appuntamento è per il 2020, intanto si lavora già alla nuova stagione.
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Le sfide di domani di Antonio Cosentino
a cerimonia di oggi mi riporta all’ormai lontano 1976, anno in cui feci il mio ingresso in Accademia - queste le parole dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, capo di Stato Maggiore della Marina, intervenuto, a Livorno, all’inaugurazione dell’Anno accademico 2019-2020 - sarà per tutti voi un’esperienza indimenticabile che richiederà sacrificio e forza di volontà e quando doveste essere assaliti da momenti di sconforto, guardate avanti e pensate a quanti prima di voi hanno fatto lo stesso percorso e soprattutto per rispetto di quanti hanno donato la loro vita o rischiata, come i nostri tre incursori rimasti feriti nell’attentato in Iraq [...]. Erano presenti alla cerimonia il sottosegretario alla Difesa Giulio Calvisi, il comandante delle Scuole Alberto Bianchi, il comandante dell’Accademia navale Flavio Biaggi e il professor Lorenzo
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Genitori, direttore di Neurochirurgia e coordinatore regionale Neurochirurgia pediatrica all’ospedale Meyer di Firenze, e numerosi altri esponenti del mondo universitario, autorità civili, militari e religiose. L’inaugurazione dell’Anno accademico ha coinvolto tutti gli istituti di formazione, ovvero i frequentatori dell’Accademia navale, delle scuole sottufficiali di Taranto e La Maddalena, della Scuola navale Francesco Morosini, dell’Istituto di studi militari marittimi di Venezia e della Scuola telecomunicazioni di Chiavari. Per la Marina militare riveste parti-
(foto di Gabriele Lenzi)
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colare importanza la formazione che da sempre contraddistingue gli uomini e le donne della Forza armata, fondata su valori etici e morali; ne è testimonianza la collaborazione avviata con diversi atenei italiani, tra i quali Pisa, Genova, Napoli,Venezia, Trieste e Bari. L’ammiraglio ha parlato anche delle sfide che oggi dobbiamo raccogliere: durante il vostro periodo formativo dovete prepararvi alle sfide più disparate, che abbracciano un orizzonte a 360° [...]. Sfide veramente articolate che comportano sicuramente una presa di coscienza iniziale, una volontà di apprendere sui banchi
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quello che poi metterete in pratica in futuro con profitto e con soddisfazione se soltanto questo anno accademico e i successivi saranno spesi nel migliore dei modi; posso dirvi che la Marina mette a disposizione dei frequentatori dei vari corsi il meglio, sia in termini di strutture che di insegnanti, quindi questa opportunità va sicuramente sfruttata al 120% ed è la raccomandazione che oggi voglio trasmettervi. La cerimonia si è conclusa con la consegna dei premi a quattro allievi per rendimento negli studi e nell’attitudine militare.
In Accademia Navale inaugurato l’Anno Accademico 2019-2020 degli Istituti di formazione della Marina. Presenti il sottosegretario alla Difesa Calvisi e il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Cavo Dragone
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La musica del cuore Come ogni anno la Banda della Marina ci ha regalato emozionanti “note di solidarietà” con il concerto tenuto presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma
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di Valentina Tortelli
l 6 novembre, presso la sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, si è svolto il tradizionale concerto di solidarietà della banda musicale della Marina militare, con la partecipazione della giornalista e conduttrice radiotelevisiva Benedetta Rinaldi e dedicato, quest’anno, alla Lega del Filo d’Oro Onlus. “La musica è fondamentale – ha dichiarato il capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone – e la solidarietà per noi nasce dal senso di squadra, per cercare di dare una mano nel
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sociale”. Presente tra le autorità anche il sottosegretario alla Difesa onorevole Angelo Tofalo. “La Difesa – ha sottolineato – è un punto di riferimento per tutto il Paese”. Una serata di festa e di musica per le donne e gli uomini della Marina, celebrata con grande partecipazione. I 102 musicisti della banda diretti dal capitano di vascello Antonio Barbagallo e accompagnati dal coro delle voci bianche dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia diretto da Piero Monti, si sono esibiti in un repertorio che ha abbracciato diversi generi musicali. Dal-
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l’Inno Nazionale in apertura, passando per i brani di colonne sonore rese famose dal grande schermo: La vita è bella (Piovani); Skyfall (Adele/P-Epworth) con la splendida voce di Rita Pilato; Sister Act (Stole), E.T. e Starwars (Williams/Iwai). Sono stati inoltre eseguiti brani di diverso genere come Oregon del compositore contemporaneo J. De Haan; la II Jazz Suite di Shostakovic e il Rossini Tell, efficace arrangiamento bandistico di Domenico Agnusdei al Guglielmo Tell di Rossini. A conclusione del programma, Silence and I del complesso britannico The Alan Parsons Project e, come di consueto, La Ritirata del maestro Tommaso Mario. Durante la serata è stato presentato il calendario 2020 della Marina militare con gli scatti operativi della Brigata Marina San Marco realizzati da Massimo Sestini e
dedicato alla Lega del Filo d’Oro, Onlus impegnata nel miglioramento delle condizioni di vita delle persone pluriminorate psicosensoriali di tutte le età. “Vogliamo dare ai nostri assistiti il massimo della dignità e alle loro famiglie una vita più serena” ha dichiarato il presidente Rossano Bartoli affiancato da Renzo Arbore, testimonial da oltre 30 anni di questa iniziativa sociale. Anche quest’anno la Marina militare ha rappresentato attraverso la musica il proprio impegno sostenendo le categorie più sensibili e mostrandosi in prima linea nell’ambito di una manifestazione a supporto degli interessi della collettività. Il concerto di solidarietà 2019 è stato realizzato anche con il contributo di Leonardo S.p.A., azienda italiana attiva nei settori della sicurezza, della difesa e dell’aerospazio e di TV2000, media partner della serata.
Il concerto di solidarietà della Marina militare dedicato alla Lega del Filo d'Oro Onlus sarà in onda su Tv2000 il prossimo 25 dicembre alle ore 20.30; su canale 28 del digitale terrestre e 157 di Sky In alto da sinistra: la banda musicale della Marina militare in concerto a favore della "Lega del Filo d’Oro" Onlus; la cantante Rita Pilato si esibisce sulle note di Skyfall e Silence and I; la giovane Lucia Panzarino commuove la sala cantando Hallelujah di Leonard Cohen. Al centro: Renzo Arbore, testimonial della Lega del Filo d’Oro, con il presidente della Onlus Rossano Bartoli e la giornalista Benedetta Rinaldi. Accanto: una rappresentanza degli atleti della Marina militare che hanno conquistato il podio ai mondiali militari riceve i complimenti del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. A destra: una immagine della banda; a seguire l’intervento del sottosegretario alla Difesa, onorevole Angelo Tofalo.
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Brevettati i nuovi specialisti per l’Aviazione navale
Una giornata primaverile e l’Etna sullo sfondo hanno fatto da palcoscenico alla cerimonia per la consegna dei brevetti - in gergo winging - dei nuovi specialisti di elicottero e operatori di volo di Michele Cosentino i è svolto in uno degli hangar della stazione elicotteri della Marina di Catania il suggestivo evento - presieduto dal comandante delle Forze aeree della Marina, contrammiraglio Placido Torresi e dal comandante della stazione elicotteri di Catania, capitano di vascello Riccardo Buralli - che ha visto protagonisti sottufficiali e graduati neobrevettati specialisti di elicottero, destinati agli elicotteri EH-101 e NH-90 della Marina e degli aeromobili del corpo delle Capitanerie di porto/Guardia costiera. Hanno partecipato alla cerimonia familiari e amici dei neo-brevettati, le rappresentanze delle istituzioni cittadine e delle altre Forze armate, una rappresentanza del Gruppo di Catania dell’As-
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sociazione nazionale marinai d’Italia e una sezione di studenti dell’Istituto statale di istruzione superiore “Duca degli Abruzzi” Politecnico del mare e dell’Istituto tecnico aeronautico “Arturo Ferrarin” di Catania. Una dimensione internazionale all’evento è stata data dalla presenza di sei ufficiali della Qatar Emiri Air Force, in addestramento presso il centro di formazione della stazione elicotteri di Catania, a dimostrazione dell’eccellenza professionale espressa dalla Forza armata in materia di capacità didattico/addestrative; nel caso specifico, l’addestramento del personale qatarino è sinergico alla fornitura, a cura dell’industria nazionale, di unità navali ed elicotteri per l’emirato. In tale contesto è opportuno ricordare che, in virtù delle loro peculiari professionalità, le Forze aeree della Marina e della Capitaneria di porto operano da lungo tempo in stretta sinergia con altri Corpi ed Enti dello Stato, con istituti di formazione e con l’industria privata, a livello internazionale, nazionale e locale. La consegna dei brevetti rappresenta tradizionalmente l’occasione per sancire il legame fra le Forze aeree della Marina, altri Enti dello Stato e la società civile, attraverso l’offerta di patrocinio della cerimonia a persone illustri che assumono la veste di “Padrino” dei neo-brevettati. Nella cerimonia del 31 ottobre questo
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ruolo è stato assunto dal comandante del Comando marittimo Sicilia, contrammiraglio Andrea Cottini, pilota della Marina, figlio d’arte e già comandante di MARISTAELI Catania. Ciascuno dei neobrevettati ha potuto scegliere, fra parenti e amici, la persona destinata a fregiarlo del distintivo di specialista di elicottero. Al termine della cerimonia familiari, parenti e amici dei neo-brevettati, con gli altri partecipanti alla cerimonia, hanno avuto l’opportunità di visitare i tre elicotteri della Marina militare - un EH101, un NH-90 e un AB-212 - schierati sul piazzale antistante l’hangar, illustrati dai rispettivi equipaggi. Formate da 1.800 uomini e donne, basate in circa 90 aeromobili distribuiti nei gruppi di volo delle tre basi aeronavali e nella sezione aerea di Pratica di Mare (Roma), le Forze aeree della Marina rappresentano una delle principali realtà operative specialistiche della Forza armata, in azione sul mare e dal mare in tutti i teatri d’interesse per l’Italia. Questo complesso di risorse umane e materiali costituisce un patrimonio professionale di elevatissima valenza, intangibile, non solo per la Marina ma per l’intero Paese, un patrimonio da preservare e valorizzare nel tempo, con forza, tenacia e orgoglio in modo che possa continuare a rappresentare un ruolo di primo piano negli scenari marittimi del XXI secolo.
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(foto di Silvio Scialpi)
Arsenale: le officine artiglierie di Eloisa Covelli
n edificio giallo, due cannoni e una scritta in bronzo di 11 lettere danno il benvenuto all’interno di un pezzo di storia della Marina militare. Dal 1870, dentro l’Arsenale di La Spezia, nell’officina artiglierie si creano e si riparano le armi che vengono montate sulle nostre navi. Quella che era una volta una fucina, ora è un laboratorio di alta specializzazione per la revisione, il ripristino l’efficienza e la messa a punto di armi, dalla pistola 9 mm fino al cannone da 127 mm, presente sulle modernissime FREMM. Da qui passano anche i cannoni della Marina militare francese. Grazie a due contratti in permuta con l’azienda Leonardo, i nostri uomini hanno già revi-
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sionato quattro cannoni, nell’ambito di un accordo quadro che prevede l’overhaul di cinque impianti e altri potrebbero arrivare nei prossimi anni, in cambio di parti di ricambio, prestazioni di manodopera per l’Arsenale, corsi di formazione, special tools. Basta fare un giro dentro l’officina per capire come funziona la collaborazione: un dipendente Leonardo, insieme con i nostri tecnici civili, effettua il test di “calcata” su un cannone francese. La cartuccia entra correttamente nella canna: la prova ha avuto esito positivo. Felicità. “Dall’officina, l’arma esce testata in ogni sua parte, a meno della prova a caldo che verrà effettuata in Balipedio”, dice Marco Lemonci, il funzionario responsabile del nucleo Armi. Qui le divise sono pochissime. “Nell’officina ci sono 54 dipendenti, quasi tutti civili”, dice il comandante Giuseppe Surico, capo sezione Sistema di combattimento
Dove si creano e si riparano le armi montate sulle nostre navi, ma non solo, anche parti elettroniche e optoelettroniche dei sistemi d’arma
di cui il nucleo Armi fa parte. Il clima è quello di una grande famiglia. Molti degli operai sono entrati che erano poco più che ventenni. "Lavoro qui da 39 anni – dice Arianna Ramanzotti, una simpatica signora che lavora nel settore armi leggere. – Voglio bene a questo posto e questo si sente quando lavoriamo. Mi piace il rapporto che si è creato con i colleghi. Per la maggior parte siamo entrati che eravamo ragazzi, avevamo 21- 22 anni… e ci ritroviamo ora a 60 anni sempre insieme. Abbiamo avuto dei grandi maestri, ci piacerebbe tramandare le nostre conoscenze alle nuove generazioni”. L’officina artiglierie oggi non si cura solo delle armi in senso “stretto” ma anche dei lanciarazzi e delle parti elettroniche e optoelettroniche dei sistemi d’arma. Chi lavora qui è orgoglioso e consapevole di lavorare per un settore d’eccellenza del nostro Paese.
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L’Ufficio storico della Marina
Un patrimonio da custodire di Marina Viola
L’Ufficio storico della Marina, costituito nel 1913, possiede un enorme patrimonio che lo colloca di diritto tra i 5 archivi navali più importanti al mondo. Esso tutela e divulga storia, tradizioni e valori della Marina militare
ltre 10 milioni di documenti, suddivisi in 500 fondi archivistici; 1 milione e 200mila immagini tra lastre, schede e fotografie; un catalogo di pubblicazioni, consultabile online, con un centinaio di titoli dispo-
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In alto a sinistra: l’atto costitutivo dell’Ufficio storico nel 1913. Al centro: l’intera collezione della “Rivista di cultura marinara”, prima opera interamente digitalizzata. Accanto: uno dei tesori dell’archivio: una raccolta di copie del Times di inizio 900.
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nibili e circa 100.000 volumi destinati alla vendita conservati nel magazzino libri. Altri 50.000 volumi appartengono alla biblioteca centrale di Palazzo Marina, 10.000 dei quali collocati nella biblioteca
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tecnica. Sono i numeri dell’Ufficio storico della Marina militare (USMM). E che numeri! Un enorme patrimonio che lo colloca di diritto tra i 5 archivi navali più importanti al mondo insieme con il NARA statunitense, Kew Gardens di Londra, il Bundesarchiv di Friburgo e il francese Chateau de Vincennes. E le cifre sono destinate a crescere dal
momento che è un archivio aperto, periodicamente arricchito di nuovo materiale. Grazie alla passione e alla dedizione di tutto il personale dell’Ufficio storico questa ricchezza è messa a disposizione di studiosi e ricercatori che arrivano da ogni parte del mondo. Nella sala consultazione si trovano postazioni con computer da cui si può
accedere all’archivio web con l’indice di tutti i fondi. Gli archivisti si occuperanno poi di recuperare i fascicoli richiesti scendendo nel cuore pulsante dell’archivio: oltre 3000 metri quadri di materiale, tutto conservato dentro armadi compattabili a rotaia, in ambiente condizionato, diviso per settori. L’archivio di base (1860-1939) è il più gettonato del momento per le ricerche su Prima guerra mondiale e periodo tra le due guerre. In altri armadi possiamo trovare, per esempio: biografie di personaggi della Marina e pratiche personali; tutto il materiale disponibile sulla Guerra civile spagnola (circa 350 cartelle); l’archivio sul Secondo conflitto mondiale; un fondo di naviglio militare requisito in fase di riordino; i giornali di chiesuola, una collezione di Times dei In alto: una foto d’epoca di nave Vespucci durante una Campagna a Miami negli anni 60. E’ una delle immagini conservate nell’archivio fotografico. Accanto: un operatore dell’Ufficio storico acquisisce delle immagini allo scanner.
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primi del 900 (a partire dal 1915) e un’altra simile di The morning post. Ancora, i registri matricolari delle navi, i disegni, i messaggi, cifrati e non, della Seconda guerra mondiale, tutti i morti e i dispersi del Primo conflitto mondiale divisi per regione. L’USMM si è dotato, da poco più di un anno, di uno scanner per la digitalizzazione del patrimonio. Il primo lavoro portato a termine è stato la scansione
di tutti i volumi della Rivista di cultura marinara, a partire dal 1923. Sono state digitalizzate anche circa 100mila fotografie, 10mila delle quali complete di metadati. Un appassionato di cose di Marina potrebbe restare anni in questi archivi a fare ricerche. Ricordando che il materiale è disponibile fino al 1969 perché per legge devono essere trascorsi 50 anni prima che sia consultabile.
L’Ufficio storico e l’esercizio del potere marittimo Intervista con il direttore Giosuè Allegrini al concetto di potere marittimo che vuol dire tutelare gli interessi legittimi della nazione attraverso l’utilizzo del mare a proprio vantaggio e la negazione del mare all’avversario, quello che nella Prima guerra mondiale, in 41 mesi di conflitto, ha fatto la Regia Marina: un esercizio silente ma potentissimo che ha sostanzialmente schiacciato gli avversari dentro i loro porti negando loro l’accesso al Mediterraneo.
“Differentemente dagli slogan, dalla pubblicità, con cui oggi si lavora tanto, la storia penetra in profondità il tessuto culturale e sociale di una nazione e soprattutto ha ricadute di lungo periodo”. Il direttore dell’Ufficio storico della Marina, capitano di vascello Giosuè Allegrini, sintetizza così l’importanza della storia nella vita di un popolo
Comandante, perché nasce l’Ufficio storico della Marina militare? Quando è stato costituito, nel 1913, c’era un signore che si chiamava Paolo Thaon di Revel il quale aveva ben compreso come esso fosse un luogo di sintesi da cui si attingevano tutte quelle informazioni, raccolte dalla Marina militare sul territorio nazionale e Oltremare, dal N OT I Z I A R I O
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punto di vista di strategia, di tattica militare, di geopolitica ecc. che venivano poi sublimate, sintetizzate, in scritti e pubblicazioni. Quindi era, sostanzialmente, il punto di riferimento della Forza armata per l’esercizio del potere marittimo. Nei miei primi tre anni e mezzo all’USMM abbiamo realizzato 33 libri che spaziavano su vari fronti ma dando sempre evidenza
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Lei quando è arrivato all’Ufficio storico e con quali obiettivi? Io sono uno storico dell’arte prestato alla storia navale. Sono arrivato nel 2013 in occasione del centenario dell’Ufficio storico e sono ritornato nel centenario della Grande guerra. Quello che ho portato è l’idea di una visione omnicomprensiva storico-culturale che ho messo in pratica nei volumi realizzati. Uno dei nostri lavori più importanti è la riedizione della Cronistoria documentata della guerra marittima italo-austriaca 1915-1918, i cosiddetti libri di Thaon di Revel, 26 volumi di cui ormai c’era solo una copia esistente. E’ tutto quello che esiste sulla Grande guerra, la bibbia della grande guerra sul mare condotta dall’Italia, quasi 6000 pagine trasformate in pdf indicizzato. Quali sono i progetti per il futuro dell’USMM? Il nostro obiettivo è quello di avere un portale, accessibile dall’esterno, nel quale fare confluire tutti i titolari con la possibilità, eventualmente, di scaricare direttamente il documento. Stesso discorso lo vogliamo fare per le fotografie, inserendo in bassa risoluzione le immagini. Su quell’unico portale vorremmo inserire anche i nostri volumi in vendita.
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Mostra storica
Lo scrigno dei tesori dell’Arsenale di Carmine Roberto Orlando
Un’apertura straordinaria alla cittadinanza e ai turisti per far conoscere un pezzo di storia della Città dei due mari omenica 10 novembre grande viavai in Arsenale a Taranto per il quarantennale del Mo.S.A. (Mostra storica Arsenale), il luogo che raccoglie le memorie dello stabilimento tarantino. I visitatori hanno potuto ammirare i cimeli storici custoditi all’interno della struttura ottocentesca che ospita la Mostra, seguiti dal personale civile del ministero della Difesa e dalle guide che hanno raccontato episodi ed eventi storici legati all’Arsenale, alla Marina militare e alla città. Gli studenti dell’Istituto “Pitagora” di Taranto hanno
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rafforzato il servizio di guida in lingua straniera con grande professionalità. All’interno della Mostra storica gli ospiti hanno potuto osservare cimeli navali come la ruota a caviglia della regia nave Cristoforo Colombo, la “sorella” di nave Amerigo Vespucci, paioli, zerbini bronzei e una lamiera di nave Giulio Cesare, la corazzata protagonista della battaglia di Punta Stilo, primo scontro della Seconda guerra mondiale tra la Royal Fleet inglese e la Regia Marina. Inoltre modellini, costruiti sapientemente da operai modellisti dell’Arsenale, che raccontano le costruzioni navali dello stesso; una su tutte la Regia nave Puglia, la cui prora è oggi conservata al Vittoriale degli italiani a Gardone Riviera. Pezzo forte della mostra, che ha entusiasmato tutti i convenuti, è il simulacro del siluro a lenta corsa, il “maiale” dell’impresa di Alessandria d’Egitto. Location importante dell’evento è stata anche la Sala a Tracciare, un tempo
cuore pulsante delle costruzioni navali. Nella Sala, oggi grande spazio di rappresentanza dell’Arsenale, sono collocati oggetti provenienti da officine e magazzini dismessi e che completano il racconto degli “arsenalotti”. Per l’occasione in Sala a Tracciare sono stati proiettati filmati d’epoca inediti, recentemente ritrovati e restaurati. A fine giornata si sono contati oltre mille visitatori,attenti, interessati e positivamente colpiti da quanto osservato; un successo per l’Arsenale, che ha organizzato l’evento tramite la sezione Affari generali, ma per la Marina militare tutta, che continua il suo cammino insieme alla città attraverso la valorizzazione dei suoi tesori. La Mostra storica è aperta per le visite dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12. La visita è completamente gratuita previa prenotazione allo 099-7752823 o all’indirizzo e-mail mnarsen.ta.mostrastorica@marina.difesa.it
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Francesco Morosini 400 Venezia celebra il quarto centenario della nascita del grande ammiraglio della flotta della Serenissima di Desirèe Tommaselli apitano generale da mar per ben quattro volte, doge, eroe di Candia e della Morea, Francesco Morosini fu l’ultimo dei grandi comandanti veneziani, nonché personaggio tra i più importanti e significativi della storia della Repubblica e delle sue tradizioni marinaresche. Sotto il suo comando navale, Venezia vide risorgere il sogno mai sopito di tornare a essere potenza militare e marittima nel Mediterraneo. Protagonista delle guerre contro i Turchi, Morosini si rivelò un genio militare, inventore della guerra moderna e dell’impiego tattico della Fanteria di Marina, imbarcata sulle galere. Egli, infatti, preferì sempre, ai grandi scontri in mare aperto, la guerriglia e le azioni di logoramento, svolte con le operazioni anfibie delle quali divenne maestro e con le quali arrecò gravi danni alle armate nemiche, come a Navarrino Nuovo - nel corso della guerra di Candia - in cui le forze veneziane, pur inferiori di numero e in posizione svantaggiata, sbaragliarono la posizione turca, ben trincerata e forte di diecimila fanti e duemila cavalieri. L’impiego strategico della Fanteria di Marina
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divenne tattica abituale per tutto il corso della guerra di Morea (odierno Peloponneso) che lo vide nel 1687 entrare in trionfo quale vincitore ad Atene, ultima roccaforte turca della regione. Durante i cannoneggiamenti dell’Acropoli, dove si erano arroccati i turchi, fu colpito il Partenone che, trasformato in polveriera dagli occupanti, riportò ingenti danni. Ma nonostante la gravità dell’evento, che ebbe risonanza in tutto il mondo di allora, l’entusiasmo della vittoria a Venezia fu tale che Morosini, oltre a essere appellato il Peloponnesiaco ebbe l’onore di un busto in bronzo - mai concesso in vita, né prima né dopo, ad altri protagonisti della storia veneziana - da collocarsi nella Sala delle Armi del Consiglio dei X; inoltre il 3 aprile 1688, nel pieno della campagna militare, fu eletto doge all’unanimità. Richiamato all’azione militare a 74 anni di età, associò, unico caso nella storia della Repubblica, la suprema carica dello Stato a quella di Capitano generale da mar, ossia comandante della flotta della Serenissima. A questa figura eccezionale di condottiero navale Venezia sta dedicando
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Protagonista delle guerre contro i Turchi, Morosini si rivelò un genio militare, inventore della guerra moderna e dell’impiego tattico della Fanteria di Marina, imbarcata sulle galere
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Nella pagina accanto, D. Uberti, Ritratto del Doge Francesco Morosini (1692-1693); in questa pagina: Pittore veneto, Francesco Morosini combatte contro i Turchi, fine del XVII sec.; in alto: F. Parodi, Busto di Francesco Morosini, post 1687; tutte le opere sono conservate nel Museo Correr di Venezia.
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un anno di celebrazioni, in occasione del quarto centenario della sua nascita, avvenuta il 26 febbraio 1619. Numerosi gli eventi culturali organizzati nel capoluogo veneto: mostre, convegni e concerti sono stati organizzati dagli enti che costituiscono il Comitato organizzatore, del quale fanno parte la Scuola navale militare Francesco Morosini - intitolata al grande veneziano e il Museo storico navale. Quest’ultimo ha dedicato un percorso interno attraverso gli oggetti legati a Francesco Morosini e alla sua famiglia; un percorso che idealmente comincia dalla Porta da terra dell’Arsenale la cui balaustrata con cancellata e statue allegoriche fu realizzata nel 1687 per celebrare le vittorie del Peloponnesiaco. Inoltre, come ricorda Ermolao Paoletti ne Il fiore di Venezia del 1839, “…nel 1688 si rese finalmente quel portone [dell’Arsenale] nuovo segno glorioso avvegnachè si fece servire qual arco di trionfo a Francesco Morosini. Quindi se ne rivestì l’imposta, come pur ora si vede, con guerreschi emblemi e trofei di rame, e si è collocato nell’alto lo stemma del doge con lo scritto: Franc. Maurocenus Dux.”; guerreschi emblemi e trofei di Tra le due pagine:Theodore D’Amaden, Porta di terra dell’Arsenale, 1702, biblioteca del Museo Correr, ms Morosini Grimani 438; in alto a destra: Mori, sculture in legno, tradizionalmente ritenute quali ornamenti delle fiancate di poppa della galera ammiraglia di Francesco Morosini, Venezia, Museo storico navale; in basso una sala del Museo Correr con i trofei ottomani esposti insieme ai ritratti e ai globi terraquei del Coronelli. N OT I Z I A R I O
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Ai lati dell’ingresso dell’Arsenale ci sono 4 leoni in marmo, tre dei quali furono portati a Venezia dalla Grecia da Morosini, come bottino di guerra, e posti davanti allo stabilimento navale, cuore della potenza marittima della Repubblica
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rame che oggi sono conservati ed esposti al Museo Correr. Ai lati dell’ingresso dell’Arsenale sono poi 4 leoni in marmo, tre dei quali (i due ai lati della balaustrata e quello accanto al Rio dell’Arsenal) furono portati a Venezia dalla Grecia da Morosini, come bottino di guerra, e posti davanti allo stabilimento navale, cuore della potenza marittima della Repubblica. Infine, anche il pilo portabandiera che si trova nel campo antistante la Porta da terra dell’Arsenale fu eretto in memoria del Pelopennesiaco. La sua copia, con qualche variante negli stemmi araldici sostituiti da emblemi del Regime, fu realizzata dalla Fonderia Bragadin di Venezia nel 1932 e posta nel piazzale posteriore di Palazzo Marina, dove ancora si trova. Il Museo storico navale ha, tra l’altro, partecipato alla mostra Francesco Morosini in
guerra a Candia e in Morea con il prestito di un mezzo modello di galea e con il modello ricostruttivo di galeazza della metà del Seicento. La mostra si è tenuta da luglio a novembre presso Palazzo Corner Mocenigo, sede del Comando regionale veneto della Guardia di Finanza, e l’esposizione è stata incentrata sul ciclo di 48 tele settecentesche dedicate alle campagne militari di Candia e di Morea provenienti dal Museo Correr ma in deposito esterno presso la sede della Guardia di Finanza. Curata dall’Università Ca’ Foscari diVenezia, dal 22 novembre è stata in parte trasferita a Forte Marghera, con un approfondimento sulle infrastrutture; Fortezze e città a Creta e nel Peloponneso al tempo di Francesco Morosini è infatti il titolo della mostra, visitabile fino al 26 aprile 2020. Presso il Museo Correr è in corso la mostra Francesco Morosini: ultimo eroe della
Serenissima tra storia e mito, aperta fino al prossimo 6 gennaio; l’istituto culturale è luogo essenziale del percorso morosiniano poiché custodisce l’intero patrimonio storico del grande condottiero, proveniente dal suo palazzo in campo Santo Stefano. Cimeli, documenti e opere d’arte che mostrano aspetti peculiari della persona e della dimensione storica di Morosini. Oggetti personali, libri, portolani, globi, reperti d’arte classica greca ne testimoniano il carattere e le passioni. Documenti militari, modelli navali e di fortezze, trofei, armi sottratte agli ottomani tratteggiano l’uomo di guerra e le sue imprese, specie la conquista del Peloponneso (1683-1688). Per conoscere tutte le iniziative passate, in corso e future, consultare il sito: www.francescomorosini.it
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Un mare pieno di plastiche Si valuta che mediamente circa il 10% di tutti i rifiuti solidi sia composto da plastiche ma oltre l’80% dei rifiuti che vengono abbandonati sul territorio contiene plastiche in qualche percentuale
di Andrea Mucedola
l successo dei materiali polimerici (plastiche) rispetto a quelli naturali è legato alle loro caratteristiche, ancor oggi uniche. Sono economici, leggeri, resistenti alla corrosione, facilmente lavorabili e con elevate proprietà di isolamento termico ed elettrico e la loro versatilità ha di fatto rivoluzionato la nostra vita; basti pensare al loro grande impiego nel mondo della sanità, nella distribuzione dell’acqua potabile e nel confezionamento asettico degli alimenti. A questi indubbi vantaggi vanno aggiunti gli aspetti economici legati a minor spesa in termini di trasporto dei beni. Non sorprende che, con una po-
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polazione in continua espansione, la produzione di plastica sia aumentata da 0,5 a 260 milioni di tonnellate all’anno dal 1950 a ora, necessitando oggi di più dell’8% della produzione mondiale di petrolio. Considerando che negli anni 60 meno dell’1% dei nostri rifiuti era composto da plastica, il mondo ha subito mutamenti davvero importanti; qualcuno parla di una nuova era, il Plastocene, che avrebbe sostituito l’Antropocene, in cui gli umani dovranno confrontarsi con un cambiamento radicale dell’ambiente. Dobbiamo prendere coscienza della necessità di preservare l’ambiente terrestre e marino attraverso una maggiore attenzione alla gestione dei rifiuti plastici; fino a pochi anni fa il loro impatto era ancora sottovalutato ma la loro presenza persistente nell’ambiente e il fatto che tutti questi materiali abbiano tempi di biodegrabilità anche di millenni, hanno portato gli scienziati a ricercare nuove soluzioni. Una sfida per il III millennio Il problema maggiore dei materiali plastici è che essi hanno molto spesso vita assai breve; pensiamo alle stoviglie monouso, alle bottiglie di PET per bevande e ad altri prodotti che vengono eliminati entro un anno dalla produzione. Questi materiali, in particolari condizioni am-
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bientali, possono diventare eterni; questa affermazione è particolarmente vera per l’ambiente degli oceani.Tutta la plastica, prima o poi, finisce negli oceani e grazie alla sua leggerezza e durabilità galleggia in superficie fino a quando, per motivi fisici e chimici, si riduce in pezzi sempre più piccoli. Le dimensioni di questi polimeri vanno dai nano micron fino a qualche centimetro. Quelle che oggi preoccupano maggiormente sono ovviamente le plastiche che non si vedono: le nanoplastiche, che sono state ritrovate nell’acqua potabile e in tutti gli alimenti che consumiamo. Di fatto, l’impatto sulla vita marina è drammatico: materie plastiche sono state ritrovate negli stomaci delle tartarughe, dei pesci, dei cetacei e degli uccelli marini. Gli animali, a causa delle plastiche ingerite, hanno un senso di sazietà che li porta a non alimentarsi più e a morire d’inedia. Oltre il pericolo di ingestione, esiste anche quello di intrappolamento in attrezzature da pesca abbandonate o perdute che porta gli animali a sicura morte per impossibilità di nutrirsi e di respirare. Se i materiali plastici di maggiori dimensioni sono visibili e in parte evitabili, le nanoplastiche sono invisibili. È stato provato scientificamente che gli organismi di quasi tutte le specie animali, compresi gli umani, già le contengono;
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non potendo essere metabolizzate, esse si accumulano subdolamente nei tessuti e negli organi interni, con effetti sulla salute ancora difficili da comprendere pienamente. Un altro rischio importante è il contagio da inquinanti dovuto a contatto accidentale con microplastiche, che sono presenti sulle spiagge e sugli arenili. I ricercatori hanno scoperto che, nelle loro porosità, oltre a sostanze tossiche relative ai componenti chimici utilizzati per la loro fabbricazione, si ritrovano pericolosi batteri e virus. Cosa succede alle plastiche riversate in mare? Nel 2003 i ricercatori americani stimarono che nel Pacifico l’80% dei materiali
plastici in mare proveniva da residui urbani e il resto da attività lavorative. Il 70% dei campionamenti di superficie effettuati nell’Oceano Atlantico occidentale e nei Caraibi occidentali dal 1986 al 2008 evidenziò detriti di materiali plastici di diverse dimensioni; la persistenza di detriti di plastica è dimostrata dal fatto che ritroviamo esempi dall’Artico agli abissi delle Fosse delle Marianne. Le grandi correnti oceaniche convogliano gli ammassi di materiali in vortici di dimensioni importanti. Ad esempio si stima che l’Eastern Pacific vortex abbia una superficie di dieci milioni di chilometri quadrati con una quantità imprecisabile di rifiuti – alcuni stimano 100 milioni di tonnellate. Anche nel mar Mediterraneo, nei pressi delle nostre acque territoriali, sono stati rinvenuti vortici contenenti un’alta densità di rifiuti plastici; secondo i primi campionamenti, in alcune aree si registra
Un prestigioso riconoscimento Sull’isola di Ustica, nell’ambito della sessantesima edizione della Rassegna internazionale delle attività subacquee, il contrammiraglio (ris) Andrea Mucedola ha ricevuto il Tridente d’oro per il suo contributo ventennale nella divulgazione della cultura del mare e nella formazione di specialisti nel ramo della sua salvaguardia e preservazione. Il Tridente d’oro viene assegnato dall’Accademia internazionale delle Scienze e Tecniche subacquee a personaggi che, con il loro impegno e opera, hanno fornito un contributo significativo per lo sviluppo, conoscenza e divulgazione delle attività subacquee e la diffusione della cultura del mondo sottomarino in un contesto interdisciplinare; un riconoscimento importante, considerato l’Oscar del mondo sottomarino, assegnato in passato a personaggi del calibro di Jacques Picard, Roberto Galeazzi, Luigi Ferraro, Jacques Yves Cousteau, Folco Quilici, Hans Hass, Enzo Maiorca. Nell’ambito della Marina militare fino a oggi avevano ricevuto questa onorificenza solo due ufficiali del COMSUBIN: Domenico Matarese nel 2013 e Bruno Rocca nel 2018.
una media di 1,25 milioni di frammenti di plastica a chilometro quadrato, contro i 335mila del Pacifico. A peggiorare la situazione c’è il fatto che il Mediterraneo potrebbe essere considerato un mare chiuso per cui una particella plastica al suo interno potrebbe avere un tempo di permanenza pari a mille anni, avendo tutto il tempo di incrementare la sua carica tossica ed essere ingerita dagli animali. Altro fattore preoccupante è che, in alcuni punti di accumulazione di questi detriti, il rapporto plastica/plancton è di 6 a 1. In pratica in quelle aree la vita per molte specie sta scomparendo con gravi conseguenze biologiche e pure economiche per il settore pesca. Un fattore importante da sottolineare è il tempo di biodegradabilità di questi rifiuti. A differenza degli ambienti aerei e terrestri quelli marini, per ragioni chimico fisiche, allungano moltissimo i tempi della loro biodegradazione; quando si depositano sui fondali, soprattutto per mancanza di luce, non si possono attivare i processi di biodegradazione e quindi si allungano i i tempi di smaltimento. Questo significa che anche plastiche biodegradabili possono non trovare sott’acqua le condizioni necessarie per uno smaltimento naturale e restare per secoli incorrotte.
Che cosa possiamo fare? La quantità della plastica in mare è tale da rendere improbabile la possibilità di raccoglierla tutta per smaltirla. Iniziative a livello regionale stanno sperimentando sistemi di raccolta di questi materiali per poterli poi gestire a terra; una lotta contro il tempo vede privati, associazioni e consorzi uniti per contenere l’emergenza. Va compreso che tale sforzo potrà avere significato solo se saranno adottate opportune misure per ridurre l’inquinamento alla fonte; è necessario e impellente adottare comportamenti virtuosi sia a livello individuale che amministrativo. Individualmente, possiamo adottare una gestione intelligente e differenziata dei rifiuti domestici, utilizzare quando possibile materiali biocompostabili, eliminare i materiali monouso. Soprattutto possiamo evitare di abbandonare qualsiasi tipo di rifiuto, prima di tutto le cicche di sigarette, subdole portatrici di sostanze tossiche e nanoplastiche che inquinano i terreni, raggiungendo le falde acquifere. In contemporanea dovrà essere svolto dallo Stato uno sforzo congiunto, con tutti gli attori interessati, per reprimere severamente comportamenti, che possiamo definire criminali, da parte di coloro che volontariamente abbandonano rifiuti senza pensare al futuro delle nuove generazioni.
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Dis...Corsi di navigazione Avviso ai naviganti
di Paolo Giannetti n questa puntata tratteremo gli Avvisi ai naviganti, una serie di informazioni relative alla navigazione pubblicate dall'Istituto idrografico della Marina militare con lo scopo di aggiornare i naviganti su tutte le notizie, sia temporanee che definitive, riguardanti la sicurezza della navigazione nel Mar Mediterraneo e nei mari adiacenti (Mar Egeo, Mar di Marmara, Mar Nero e Mar d'Azov). Questi avvisi anticipano l’eventuale correzione/variante che poi risulterà pubblicata nella documentazione nautica ufficiale in dotazione a bordo (Carte e pubblicazioni) e che deve essere mantenuta sistematicamente aggiornata. Le notizie contenute negli Avvisi ai naviganti possono essere diffuse mediante differenti mezzi, in relazione all'urgenza delle stesse: - gli avvisi urgenti, cosiddetti AVURNAV (avvisi urgenti ai naviganti), sono diramati in VHF dalle stazioni radio costiere (SRC) (figura 1) a orari prestabiliti e possono essere ritrasmessi anche me-
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diante sistemi radiotelegrafici o radiotelescriventi; Gli AVURNAV sono anche trattati nel servizio internazionale NAVTEX (518 Khz) che è la diffusione su stampa diretta di avvisi, di bollettini meteorologici, notizie urgenti e avvisi di SAR (Search and rescue). Le stazioni radio espletano i seguenti servizi radioelettrici inerenti la salvaguardia della
Figura 1: Rete Radiomarittima con i due centri operativi (Roma e Palermo).
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vita umana in mare (SVH) e di assistenza della navigazione: ascolto H24 sui canali radio di soccorso, trasmissione dei bollettini meteorologici e degli avvisi di burrasca e tempesta, trasmissione degli avvisi ai naviganti, trasmissione isofrequenziale meteo H24 sul canale 68, collegamento con il Centro italiano radio medico TLC mobile marittimo,
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portolani, elenchi dei fari, radioservizi per la navigazione, ecc.) che è obbligatorio apportare alla documentazione di bordo; - le informazioni nautiche (figura 3) sono notizie, prevalentemente a carattere temporaneo, che non comportano l'obbligo di correggere uno specifico documento nautico ma comunque rilevanti ai fini della sicurezza della navigazione e devono quindi essere considerate della stessa importanza degli Avvisi ai naviganti. - gli Avvisi NTM III: (figura 3) sono informazioni (Notice To Mariners) diffuse in lingua inglese relative alla sicurezza della navigazione in alto mare e lungo le rotte principali del traffico marittimo,
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tradizionale e satellitare Inmarsat: radiotelefoniche in VHF, MF/HF Inmarsat voce, fax, dati, internet, SMS. - gli avvisi sono inoltre trasmessi giornalmente nel Bollettino del mare su RAI Radio 1 trasmesso in onde medie tutti i giorni alle ore 5.45. - con un fascicolo quindicinale Avvisi ai naviganti pubblicato dall’Istituto idro-
grafico della Marina (I. I. 3146); tali fascicoli sono disponibili in abbonamento annuale o, gratuitamente, sul sito dell'Istituto. Le informazioni pubblicate nel fascicolo (1) sono di tre tipi: gli Avvisi ai naviganti propriamente detti (figura 2): si tratta di correzioni permanenti ai singoli documenti nautici (Carte,
Gli avvisi ai naviganti sono una serie di informazioni relative alla navigazione pubblicate dall'Istituto idrografico della Marina militare con lo scopo di aggiornare i naviganti su tutte le notizie, sia temporanee che definitive, riguardanti la sicurezza della navigazione
alle avarie o a nuove installazioni di segnalamenti luminosi, ai principali sistemi di radionavigazione, agli accessi ai porti più importanti. La loro promulgazione è competenza del Servizio idrografico spagnolo (Coordinatore dell’ Area 3 – Mar Mediterraneo). NOTE Figura 3
(1) Il fascicolo degli Avvisi ai naviganti, con gli allegati (Informazioni nautiche e NTM), è disponibile in versione ufficiale e gratuitamente sul sito della Marina militare.
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Pittori di Marina di Paolo Bembo
Ci sarebbe ancora molto da dire sui pittori di Marina che caratterizzarono con le loro opere il Secondo conflitto mondiale, in questa articolo ci soffermiamo su Rudolf Claudus
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esidero dedicare alcune parole a un grande pittore di Marina che, attivo già prima e durante il Secondo conflitto mondiale, continuò a operare per la Marina e non solo sino alla sua morte, avvenuta a Roma nel 1964, con ancora diverse opere iniziate sui cavalletti; mi riferisco a Rudolf Claudus. Questo pittore è più o meno noto a tutti, in Marina, perché molte sue opere sono tuttora presenti presso circoli, comandi ed enti vari. Anche oggi, quando si parla di pittura di Marina, il pensiero va naturalmente a lui. Nato sotto l’Austria-Ungheria, prestò servizio come secondo capo macchinista nella Imperial Regia Marina di quel Paese, sino al collasso dello stesso, al termine della Prima guerra mondiale. Da allora, alternando periodi di grande impegno con altri meno intensi, cooperò a quasi tutti gli eventi comunicativi della Forza armata creando, fra l’altro, una raccolta unica a testimonianza della storia e degli eventi più importanti reN OT I Z I A R I O
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Nave Vespucci in navigazione - di Rudolf Claudus (1893-1964); dall’alto: “il Cavour a Punta Stilo; a seguire “L’affondamento della Santo Stefano” - infine “Colombo sbarca a San Salvador” olio su tela.
lativi alla Marina militare. Di ciò sono prova gli oltre 600 dipinti presenti nei vari enti della Forza armata. A Claudus si può imputare di avere, a volte, eseguito alcune opere in maniera un po’ troppo rapida, altre volte di averle eseguite senza l’accuratezza storica che il genere di dipinto richiedeva (è facile, ad esempio, che nei dipinti rappresentanti scontri della marineria velica, siano presenti in essi, contemporaneamente, unità e attrezzature appartenenti a epoche diverse… ) ma il risultato è tale da
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provocare una profonda emozione e il compiacimento estetico dell’osservatore; il tutto in un mare che difficilmente delude, nonostante la difficoltà del soggetto che, come diceva lo stesso Claudus, “… non perdona mai, nemmeno sulla tela!” La tirannia dello spazio ci costringe a scegliere solo alcuni dipinti ma sono certo che i nostri lettori sapranno andare a cercarsene altri in giro per i vari comandi della Marina e sarà sicuramente un’eccitante “caccia al tesoro”.
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